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MUSICA, CINEMA, SPETTACOLI E CULTURA. TUTTI GLI AGGIORNAMENTI. DALLE 17:20 DI DOMENICA 27 MAGGIO 2018, ALLE 02:47 DI OGGI, LUNEDì 28 MAGGIO 2018

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Ultimo aggiornamento 28 Maggio, 2018, 00:47:01 di Maurizio Barra

Portavoce Vasco, il concerto è una bomba
A Lignano per 8.000 iscritti al fan club, su Fb video Romanoff

BOLOGNA27 maggio 2018 17:20

– BOLOGNA, 27 MAG – “Soundcheck perfetto, il concerto è una bomba… Due ore e mezza senza fiato. E’ stato splendido! Il tour è ufficialmente partito… Evvivaaaaaa”. Sulla pagina Facebook di Vasco Rossi la storica portavoce Tania Sachs commenta così l’appuntamento di ieri sera allo stadio di Lignano Sabbiadoro (Udine). “C’erano solo 8.000 fortunati fan iscritti al Blascofanclub – scrive – che hanno goduto dell’anteprima del concerto VascoNonStop 2018, la festa è iniziata alle 21 ed è finita intorno a mezzanotte. Molto difficile dormire dopo…”.
Il post è accompagnato da ‘Lignano just for fans 1’, un video di trenta secondi realizzato dal regista Pepsy Romanoff, autore anche del lungometraggio ‘Vasco Modena Park’, che ha fatto rivivere il live dei record del primo luglio scorso per la grande festa dei 40 anni di carriera del Blasco.
Kylie Minogue, i 50 della piccola grande icona popIl compleanno della diva australiana amica del movimento Lgbt

ROMA27 maggio 201818:52

– ROMA, 27 MAG – Kylie Minogue, la diva pop australiana alta 1.52, compie 50 anni. Da poco ha pubblicato il suo nuovo lavoro, “Golden”, un album che segna l’ennesima svolta stilistica di una carriera molto intensa grazie alla quale è diventata una delle icone del movimento LGTB. Australiana, naturalizzata inglese, la Minogue ha cominciato come attrice alla fine degli anni ’70, raggiungendo la popolarità con la soap opera “Neighbours”, dove recitava accanto a Russel Crowe, Jason Donovan e Nathalie Imbruglia. La carriera di cantante è decollata sul finire degli anni ’80 grazie a una cover di “The Locomotion”, cover di un vecchio singolo di Little Eva che finirà nei primi posti delle classifiche americane e la imporrà come la diva del pop adolescenziale. Negli anni ’90 comincia una relazione con Michael Hutchence, il leader degli Inxs: la sua musica si allontana dalle formule preconfenzionate, arriva anche a duettare con Nick Cave, in “When The Wild Roses Grow”, ma la tragica fine di Hutchence lascerà un segno profondo, consegnandola a un periodo di depressione. Con l’avvicinarsi del nuovo millennio le cose volgono al meglio: duetta con i Pet Shop Boys e Robbie Williams, si avvicina ai suoni della dance, è protagonista di tour super spettacolari e di video che esaltano il suo erotismo. A trasformarla in una diva del pop internazionale nel 2001 è “Can’t Get Out of My Head”, un singolo elettro pop che spopola in tutto il mondo e arriva simultaneamente al primo posto delle classifiche di venti Paesi e ancora oggi è uno dei simboli dance del periodo. Proprio quando la sua carriera è nel pieno del successo mondiale, un annuncio shock: la Minogue si deve curare un cancro al seno: per fortuna le terapie sono tempestive e due anni dopo torna sulle scene. Negli anni successivi duetta con i Coldplay e con Laura Pausini, si concede alcune apparizioni cinematografiche, come quelle in “Moulin Rouge” e in un kolossal di Bollywood, continua a girare il mondo con i suoi tour, diventa un’imprenditrice nel mondo della cosmesi, entra nel novero delle “pentite del botox”, non abbandona mai l’impegno a favore della comunità LGTB, della lotta all’Aids. Kylie Minogue ha sempre voluto i suoi genitori nel team che si occupa della sua immagine e della produzione dei suoi concerti. A Melbourne, la città dove è nata, le hanno dedicato una statua,in Francia è stata nominata Cavaliere delle Arti e della Musica, in Inghilterra ha ricevuto il titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico. E’ anche la prima artista internazionale a debuttare al primo posto nella TOP 20 indiana, tradizionalmente chiusa a interpreti non locali grazie al brano “Chiggy Wiggy”, tema principale del film “Blue”. Nel 2009 il suo amico Nick Cave, ha scritto un racconto in cui il protagonista è ossessionato da Kylie Minogue.
Cinema: Denzel Washington, avvocato L.A. dei sogniIn sala dal 31/5 il legal thriller Nessuno è innocente di Gilroy

ROMA27 maggio 201821:31

Los Angeles non è solo studi cinematografici, America Dream e Mulholland Drive. Dentro il paradiso dei sogni ci sono anche tanti casi giudiziari, gente che non ce l’ha fatta, losers. E Roman J. Israel (Denzel Washington) protagonista di ‘End of Justice: Nessuno è innocente’ (Roman J. Israel, Esq.) di Dan Gilroy, è un avvocato ruvido, coraggioso e pieno di spirito, che difende i deboli.

Roman, nel film in sala dal 31 maggio con Warner Bros Entertainment Italia, si occupa di clienti bisognosi, persone senza denaro e dunque senza possibilità di avere una reale difesa in tribunale. Va detto però che l’avvocato dei deboli, per il suo singolare carattere, è stato sempre tenuto dal suo collega William Jackson a fare manovalanza nello studio.    Ma quando William si ammala toccherà proprio a Roman fare in prima persona il lavoro duro e presentarsi in tribunale gli creerà non pochi problemi. Le cose si complicano ancora di più quando lo studio viene chiuso e Roman, dopo aver cercato per un po’ di tempo di trovare una soluzione qualsiasi, alla fine un giorno si fa tentare da un’azione illegale e tutto il castello di carte della sua moralità crolla di colpo.

“Dan e io abbiamo parlato ampiamente degli aspetti spirituali ed etici della sua sceneggiatura – dice Denzel Washington che per questo ruolo ha corso per gli Oscar – . È un uomo molto buono che fino ad un certo punto ha avuto solo due cose nella vita, la legge e il suo capo, e ora che questi non c’è più deve darsi da fare “.

Roman ha trascorso 40 anni in una stanza sul retro, “combattendo per i diseredati e sotto-rappresentati – spiega invece il regista Gilroy- . È stata la sua passione divorante. Roman ha dedicato la sua vita al servizio della gente, ma trova scomodo poi essere in pubblico. Si sente a disagio, incapace di andare troppo lontano. Il suo imbarazzo si vede in tutto, nel suo modo di camminare, nel modo di parlare, in ogni grammo del suo essere”.”Roman non ha alcun filtro – conclude Washington -. In lui non c’è nessuna possibilità di compromesso. È così idealista, puro, così moralmente sincero che non ha pazienza con le persone che non vedono le cose della giustizia come lui. Finisce per ferire le stesse persone che sta per proteggere. È inesperto su come trasmettere le sue conoscenze e così non va troppo lontano, si mette sempre nei guai”.

Immigrati, le storie di ce l’ha fattaIn docu Immagine dal vero. Regista, contro ignoranza e fake news

ROMA27 maggio 201821:35

– ROMA, 27 MAG -Ramsey, artista, Linda che diventa mamma, Ibrahim, ex attivista che è fuggito dalle torture e si è laureato in Italia, Fella, kickboxer, Adam, medico, Abdel, mediatore di Emergency, Desmond, allenatore di pallavolo, Irene parrucchiera. Sono fra le storie di successo quotidiano realizzate dai 12 immigrati in Sicilia, protagonisti di Immagine dal vero, il documentario di Luciano Accomando che dopo la presentazione al Salina Doc Fest e qualche giorno fa al Festival del Cinema europeo di Lecce, dovrebbe arrivare presto in tv: “siamo in trattative per la messa in onda” spiega all’ANSA il regista. Il film non fiction, “è nato dalla voglia di offrire uno sguardo inedito su quella che viene vissuta come un’emergenza – dice Accomando -. Una prospettiva che va contro l’ignoranza, i tanti luoghi comuni e le fake news sempre più diffuse sugli immigrati”. In un montaggio incrociato, scandito in capitoli, incontriamo fra gli altri, Ramsey, tunisino autore di quadri nei quali gli immigrati sono rappresentati come numeri, “perché e così che spesso siamo visti” dice, sottolineando anche però, che uno degli errori più comuni che gli immigrati fanno una volta arrivati è “chiudersi da soli in un ghetto”. Incontriamo Desmond, della Sierra Leone, che una volta arrivato nel nostro Paese nel 1997 per le Universiadi, si è trovato nell’impossibilità di ripartire, perché nel suo Paese era scoppiata la guerra. Senza soldi e contatti si è dovuto costruire una nuova vita, sfidando, all’inizio molti pregiudizi. Gli stessi affrontati da Alina, che a scuola veniva chiamata dall’insegnante solo “la ragazza col velo”. La cosa più brutta, spiega Adam, palestinese, che in Italia ha realizzato il suo sogno di diventare medico “è quando senti dire, ‘Io non sono razzista, ma…’ in quel ‘ma’ c’è la Shoah, ci sono i milioni di morti della II guerra Mondiale”. All’inizio non è stato facile trovare chi fosse disposto a raccontarsi – spiega Accomando -. C’è stato un lavoro lunghissimo per conquistare la loro fiducia”. E ne sono nati veri rapporti d’amicizia, come quello “con Linda, che nel film vediamo anche partorire, la sua bellissima bambina, Marzia. In quel momento era sola in Italia, il marito era in Ghana, non c’erano amici o parenti con lei, le siamo stati vicino noi e ancora continuiamo”.

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