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SCIENZA: Scoperti tre baby-pianeti attorno a una stella neonata

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Ultimo aggiornamento 17 Giugno, 2018, 03:28:38 di Maurizio Barra

La stella HD 163296 (Credit: ESO/Digitized Sky Survey 2)
Individuati grazie a una tecnica mai usata finora, con il telescopio Alma, in Cile, osservando le anomalie delle emissioni di monossido di carbonio. Si trovano nascosti nella nube di polveri e gas che ancora circonda HD 163296, un astro a 330 anni luce da noi, nella costellazione del Sagittario

DELLE 03:28 DI DOMENICA 17 GIUGNO 2018

TRE ‘baby pianeti’ sono appena nati attorno a una giovanissima stella. E ancora si celano dietro la nube di gas e polveri, la culla o, se preferite, il ‘ventre’ che li ha originati. Sono stati scovati dal telescopio dell’Eso, Alma, grazie a una nuova tecnica messa a punto per individuare oggetti appena formati nei dischi protoplanetari. HD 163296 è una stella che si è accesa circa quattro milioni di anni fa nella costellazione del Sagittario, a circa 330 anni luce da noi. Anche lei è ‘neonata’, la sua età è un millesimo di quella del Sole tanto che attorno conserva ancora la nube caratteristica dentro la quale prendono forma i pianeti.

I risultati di due studi hanno permesso agli astrofisici di spiare quello che avviene dentro quella fitta coltre sfruttando l’interferometro Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) dello European southern observatory, in Cile, che guarda l’universo nelle lunghezze d’onda millimetriche, quindi non nella luce visibile. Invece di cercare direttamente se ci sono esopianeti, invisibili guardando la nube, gli studiosi hanno cercato la spia di quello che succede all’interno. Un gas in particolare, il monossido di carbonio (CO), è stato la loro guida. Le molecole di CO emettono una radiazione a una certa lunghezza d’onda. In alcune aree in cui il flusso di monossido di carbonio è perturbato, segno che qualcosa interferisce con la ‘corrente’ di gas. Come un fiume che scorre e l’acqua passa attorno alle rocce e ne disturbano il fluire.

I sassi in questo caso sono nuovi pianeti, protopianeti, per essere precisi, perché ancora immersi nel loro ‘brodo’ di molecole. Così, grazie alle misurazioni di Alma, una rete di 66 radiotelescopi in grado di effettuare misurazioni molto accurate, sono ‘spuntati’ tre baby-pianeti. Appena nati ma le cui dimensioni stimate sono ragguardevoli.

Nuovi mondi poco ospitali, visto che dovrebbe trattarsi di giganti gassosi di massa simile a quella di Giove. La scoperta è pubblicata sull’Astrophysical Journal Letters in due diversi articoli. Il primo descrive la presenza di due esopianeti che si trovano 12 e 21 miliardi di chilometri dalla stella, rispettivamente 80 e 140 volte la distanza che separa la Terra dal Sole. Un altro, individuato da un secondo team di ricercatori con un metodo simile, dista 39 miliardi di chilometri dall’astro.

“È un approccio completamente nuovo che potrebbe farci scoprire alcuni dei pianeti più giovani della galassia, grazie alle immagini ad alta risoluzione prodotte da Alma” spiega Richard Teague, astronomo all’università del Michigan e primo autore del secondo articolo. Questi sono i primi esopianeti mai scoperti grazie ad Alma in uno scenario, quello di un sistema planetario primordiale, in cui è tuttora impossibile trovarli con i metodi più ‘classici’ del transito (la diminuzione di luminosità di una stella quando un pianeta le passa davanti, il sistema usato dal telescopio Kepler che ha portato a scoprire la maggior parte degli esopianeti finora conosciuti) e dell’oscillazione della stella indotta dall’attrazione gravitazionale di un pianeta molto massiccio e vicino.

La nuova tecnica, ancora da affinare, porterà questi studi a misurazioni sempre più accurate, che ci permetteranno, di capire meglio come si formino le atmosfere e quali elementi e molecole siano interessate durante la nascita di un pianeta.

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