Ultimo aggiornamento 17 Giugno, 2018, 00:37:40 di Maurizio Barra
DALLE 10:22 DI SABATO 16 GIUGNO 2018
ALLE 00:37 DI DOMENICA 17 GIUGNO 2018
Lia Levi, essere ebrei a Genova nel 1938
Romanzo finalista al Premio Strega e vincitore Strega Giovani
ROMA16 giugno 201810:22
– ROMA, 16 GIU – LIA LEVI, ‘QUESTA SERA E’ GIA’ DOMANI’ (E/O, pp. 220 – 16,50 EURO) Molto si è scritto sull’ignominia delle leggi razziali fasciste del 1938, ma nulla ce le spiega meglio e le rende cosa viva e bruciante che conoscerne il racconto quotidiano, il giorno per giorno di una famiglia borghese ebrea, con i suoi sconquassi sociali, ma anche quelli privati e sentimentali che una situazione tanto estrema produceva spesso inevitabilmente.
E’ quello che fa Lia Levi in questo libro entrato nella cinquina del Premio Strega e vincitore dello Strega Giovani, partendo ovviamente da memorie personali, ma costruendo un vero e proprio romanzo che, nel suo procedere e nell’escalation di avvenimenti, si legge tutto d’un fiato.
Quel che diventa evidente in queste pagine è quanto il mondo ebraico italiano, nonostante quelle leggi che escludevano tutti dalla vita civile, da scuole e università, dal mondo del lavoro, dal possedere persino una radio o avere un aiuto domestico, si illudesse o volesse illudersi che nel nostro paese non sarebbe potuto mai accadere nulla di più drammatico, il che è in parte vero, visto che poi il reale, tragico precipitare della situazione avviene dopo l’8 settembre con l’occupazione nazista e la Repubblica di Salò.
La verità è che la maggioranza degli ebrei erano assai poco osservanti e si sentivano naturalmente e prima di tutto italiani. Non a caso il giorno del bar Mitzvà del giovane Alessandro, il vero protagonista del racconto, pur nella sua coralità famigliare, questi formula chiaro un pensiero: “Ci hanno levato tutto, ma qualcosa, chiamatelo come volete, se non è retorico possiamo provare a dirlo. Ci hanno regalato di forza un’identità, molti di noi no la volevano, non ci pensavano per niente, ma è così. E ora che ci hanno gettato questa corda sarebbe dissennato non aggrapparvisi. Senza questa corda saremmo ancora di più niente”.
Alessandro, bambino molto precoce, prima orgoglioso, poi qualcuno con cui la madre si sente in lotta e in conflitto, perché ha deluso le sue speranze di crescere dimostrandosi un genio e ne mina le sicurezze con la sua matura consapevolezza e attenzione-timore per il mondo in cui sta crescendo, è figlio dei Rimon, residenti a Genova: Marc, padre e marito accondiscendente, ormai italianissimo ma olandese di origini e con passaporto inglese, Emilia moglie e madre, donna borghese volitiva e legata ai suoi riti, la sua casa, le apparenze esteriori. Con loro innanzitutto il nonno Luigi, Wanda sorella di Emilia e suo marito Osvaldo, orafo di alta qualità molto ben inserito nella ricca borghesia cittadina, quindi una serie di parenti e amici vicini e lontani, le cui vite appunto cambiano in quegli anni, per ognuno in modo diverso e, soprattutto, nella divisione tra chi pensa sia meglio andarsene al più presto e gli ottimisti timorosi dell’abbandonare tutto, che pensano ci si possa attrezzare (per i giovani, per esempio, vengono attivate dalla comunità scuole private ebraiche) e restare. Ci si adatta, anche se “gli sembrava che tutto procedesse come se un treno dopo aver deragliato continuasse la sua corsa sul terreno, infido, pericoloso, pieno di buche, ma pur sempre terra ferma, rassicurante. Quello che ieri era sembrato insostenibile, oggi si riusciva a inghiottirlo quasi senza fatica”. Non si scambi comunque questo per un racconto solo storico, che appunto la sua forza la trae dai sentimenti, i caratteri, gli odi e le idiosincrasie, le illusioni e l’animo, insomma la vita intima e sociale dei personaggi, il cui destino finisce per coinvolgerci con le loro peregrinazioni, con il contatto con profughi austriaci che raccontano la realtà estrema germanica, con la condanna al confino in una paesino abruzzese (dove il problema ebraico praticamente non esiste. al contrario che in città), con il riconoscersi e sentire la vicinanza con i pochi ma vivi antifascisti, assieme alle liti di coppia, alle gelosie dei successi professionali, al bisogno d’amore di Wanda restata senza figli, alle liti a scuola e poi i primi turbamenti di cuore di Alessandro. Un romanzo, una storia che avrebbe potuto finire in modo tragico e cui invece, tra difficoltà, patimenti, paure e ricatti, Lia Levi ha voluto dare un lieto fine. Per chiudere: nel ’38 si riunirono i rappresentati di 23 paesi del mondo per parlare del problema degli ebrei nella Germania nazista, e, tra tante belle parole, nessuno aprì davvero le frontiere. Una situazione, come si legge in quarta di copertina, che ci ricorda il dramma dei migranti e rifugiati di oggi, in quell’inesorabile e tragico ripetersi della storia.
Dolomiti di Tappeiner in mostra a RomaUna quarantina di scatti delle montagne Patrimonio Unesco
TRENTO16 giugno 201810:55
– TRENTO, 16 GIU – Per la prima volta a Roma, nello Spazio fontana del Palazzo delle Esposizioni, la magnificenza delle Dolomiti, monumento d’arte diffuso che l’Unesco ha riconosciuto come Patrimonio Mondiale per la loro straordinaria bellezza e importanza scientifica per la storia della Terra, è documentata in una mostra, con una quarantina di scatti del fotografo Georg Tappeiner.
National Geographic, la prestigiosa rivista, ha pubblicato per prima alcuni scatti di Tappeiner e proprio a seguito di questa iniziativa è nata la mostra ‘Dolomiti. Il cuore di pietra del mondo’. L’autore ha esposto parte di questi scatti a Praga, a Zagabria e ora arriva a Roma.
L’esposizione è visitabile dal 20 giugno al 2 settembre, è promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale e dall’Azienda Speciale Palaexpo in sinergia con la Fondazione Dolomiti Unesco.
Reali d’Olanda a Palermo per Bintou WereOpera africana al Massimo in occasione apertura Manifesta 12
PALERMO16 giugno 201811:03
– PALERMO, 16 GIU – Prima esecuzione il 15 giugno al Teatro Massimo di Palermo di “Bintou Were, a Sahel opera (abridged version)”, opera africana su libretto di Wasis Diop e Koulsy Lamko e musica di Ze Manel. Per l’occasione erano presenti anche i reali d’Olanda, accolti dal sindaco Leoluca Orlando e dal sovrintendente Francesco Giambrone: la regina madre Beatrice, vedova del principe Claus che aveva sostenuto con passione il progetto di Bintou Were, opera nata in seguito a un concorso organizzato dal Prince Claus Fund, il figlio, il principe Constantijn, e la nuora, principessa Mabel.
Bintou Were, a Sahel Opera, presentata in una nuova versione realizzata appositamente per il Teatro Massimo in occasione di Manifesta 12 Palermo, è la prima opera africana eseguita in un teatro d’opera italiano. E’ andata in scena con la regia di Massimo Luconi e un cast di interpreti interamente africani.
Scatti da depositi musei di Marco LanzaIn chiostro S. Spirito a Firenze, anche asta in aiuto basilica
FIRENZE16 giugno 201811:10
– FIRENZE, 16 GIU – Scatti dai depositi dei principali musei italiani esposti dal 20 giugno al 21 luglio nel chiostro del convento di Santo Spirito a Firenze. E’ la mostra di fotografia ‘Depositi/Fuori Museo’, che presenta 36 immagini, di diverso formato, realizzate dall’artista Marco Lanza.
L’esposizione, a ingresso libero, è curata da Luca Farulli e promossa dall’associazione Amici di S.Spirito, con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e la collaborazione del Museo di Storia naturale dell’Università di Firenze.
E’ dal 2006 che Lanza ha avviato il progetto ‘Depositi’, raccontando, nella penombra e nel silenzio che avvolge questi luoghi, statue, quadri, reperti e manufatti, macchinari e libri che si fanno portatori di storie. La mostra a S.Spirito presenta gli ultimi sviluppi del suo lavoro e il chiostro del convento, a sua volta deposito di vicende del passato, diventa così un luogo naturalmente preposto ad accogliere e amplificare l’atmosfera espressa nelle opere.
Durante la serata di inaugurazione verranno anche battute all’asta due delle opere esposte: il ricavato verrà devoluto a favore dell’associazione Amici di Santo Spirito, Onlus che da oltre dieci anni finanzia il servizio di sorveglianza che consente di mantenere aperta la basilica e liberamente accessibile a tutti, garantendo i necessari livelli di sicurezza al suo interno.
A Pietrasanta il monumentale Valdes40 opere animano la Piccola Atene toscana
PIETRASANTA (LUCCA)16 giugno 201811:21
– PIETRASANTA (LUCCA), 16 GIU – Il monumentale Manolo Valdes nella Piccola Atene toscana. Si apre il 16 giugno a Pietrasanta (Lucca) ‘Poetica della Traduzione’, evento che porta nelle piazze e anche sul pontile della cittadina della Versilia, conosciuta anche come la Piccola Atene, 40 opere, per la maggior parte esposte per la prima volta in Italia, di Manolo Valdes che si impossessa dei più celebri capolavori dell’arte, da Velasquez a Rembrandt, a Matisse, per poi rielaborarli e riproporli in formati e materiali diversi.
Le sculture monumentali trovano spazio nella centrale piazza Duomo e sul pontile di Tonfano, all’interno della chiesa e delle sale di Sant’Agostino le opere in legno, bronzo, alluminio e anche i dipinti di grandi dimensioni. La curatela della mostra è affidata a Kosme María de Barañano. Valdes, presente in collezione al Metropolitan Museum of Art di New York così come al Centre Pompidou di Parigi, prende parte all’inaugurazione. La mostra è visitabile tutti i giorni tranne il lunedì, ingresso libero.
Festival del teatro italiano a LondraIn cartellone anche Sorrentino e ‘Mistero Buffo’
LONDRA16 giugno 201812:32
– LONDRA, 16 GIU – Un festival del teatro italiano nel Paese di Shakespeare. E’ una sfida nella sfida, quella della rassegna tricolore – la prima nel suo genere – che l’Istituto di Cultura promuove per fine agosto a Londra.
Spazio a una carrellata varia di appuntamenti, non senza nomi di richiamo. Fra il 30 e il 31 agosto troveranno spazio – sul palco del Coronet Theatre di Notting Hill – cinque spettacoli.
Ad aprire, il 30, sarà ‘Ritorno in Italia’, di Paolo Sorrentino e con Iaia Forte, seguito dalla versione teatrale di ‘Novecento’, di Alessandro Baricco, interpretato da Eugenio Allegri. Il giorno dopo tornerà ‘Mistero Buffo’ di Dario Fo, con Matthias Martelli, in una versione affidata alla regia dello stesso Allegri. Sarà poi la volta di una conversazione sul rapporto fra romanzo e teatro a tre voci tra Gilles Aufray, Emanuele Trevi e il poeta e scrittore nigeriano Ben Okri. E, a chiudere, ‘The Walls’, spettacolo messo in scena e interpretato da Marcello Magni, grazie alla collaborazione proprio con Gilles Aufray.
Leggendo Metropolitano al capolineaSfogo amaro organizzatore, grazie a politica e ritardi pagamenti
CAGLIARI16 giugno 201813:47
– CAGLIARI, 16 GIU – Un ironico “grazie” a Comune e Regione da parte dell’organizzatore Saverio Gaeta. E il festival letterario “Leggendo metropolitano”, che si svolge a Cagliari, chiude i battenti dopo dieci anni. Nel mirino soprattutto la politica. “Gli ultimi due anni sono stati faticosissimi. Abbiamo dovuto lottare tra regolamenti, fideiussioni, telefonate con i dirigenti. Altro che Kafka. Ancora oggi non ho i soldi dell’anno scorso – ha spiegato Gaeta – non riesco a pagare i ragazzi. Io per ogni edizione mi sono indebitato di 50mila euro prendendo, come contributi, quanto gli altri. Ma spendendo meglio degli altri: in questi anni, giusto per citare un esempio, abbiamo portato sette premi Nobel. E i grandi della letteratura internazionale”.
E ancora: “noi non piacciamo molto agli intellettuali sardi – ha detto in una conferenza stampa, ultimo monologo prima della chiusura del sipario – quando vado negli uffici e parlo di cultura si spaventano”.
Gaeta non le ha mandate a dire: “La nostra forza sono le idee – ha spiegato – non il formaggio e il vino offerto nelle rassegne culturali. Noi siamo stati più avanti della Regione e del Comune nella rappresentazione della Sardegna”.
L’apice di questi dieci anni è stato l’arrivo del premio Nobel israeliani Amos Oz. “Ma per quella presenza – ha spiegato – abbiamo preso anche molti ceffoni”. Un bilancio, a parte il finale, con molti aspetti positivi: “Dieci anni favolosi – ha concluso – ho lavorato con meravigliosi ragazzi. Ho lavorato anche con bravi funzionari e politici, ma chissà perché questi scompaiono”.
Tea Falco, racconto la mia Sicilia surrealeAsia Argento? Grande artista, sarà ricordata per il coraggio della sua denuncia
BOLOGNA16 giugno 201818:00
Citazione ‘modificata’ di un quadro di René Magritte per il titolo, ‘Ceci n’est pas un cannolo’, e soprattutto tanta voglia di raccontare la sua Sicilia in questo docu-film che dal Biografilm Fest di Bologna si vede su Sky Arte il 29 giugno. L’attrice trentunenne catanese Tea Falco, che Bernardo Bertolucci fece debuttare al cinema nel 2012 in Io e Te – si è messa così per la prima volta dietro la macchina da presa per raccontare le tante voci della sua terra attraverso una serie di personaggi (venti) che danno libero sfogo alle loro opinioni: si va dal posteggiatore abusivo al trans, fino al poeta estemporaneo.Un docu-film, tra Ciprì e Maresco e ‘N-Capace’ di Eleonora Danco, con una chiara vena surreale per descrivere una terra in cui si respira allo stesso tempo l’anima di Luigi Pirandello, la tragedia greca e la cultura arabo-bizantina. “Facendo questo lavoro è come se avessi digerito la Sicilia”, ha detto all’ANSA Tea Falco, fotografa prima di diventare attrice. “Volevo fare un’analisi antropologica della Sicilia attraverso venti personaggi e il loro punto di vista sulle cose della vita. Il fatto è che la mia terra resta la culla del mondo, anche se oggi è molto cambiata. Rimane però in lei una grande naturalezza e una forte identità culturale. In Sicilia – aggiunge – ci sono meno regole e dunque più tolleranza e libertà”.
Tra i monologhi di ‘Ceci n’est pas un cannolo’ pareri diversi sul fenomeno dei migranti, c’è chi è per l’accoglienza totale e chi vorrebbe solo buttarli in mare: “Penso che la terra sia di tutti – dice la Falco -. Non mi sento italiana, ma di appartenere all’universo. Le persone che emigrano hanno tutto il diritto di andarsene da un paese sfortunato e provare a vivere una vita migliore”.
Sul tema delle molestie alle donne Tea Falco (alias Beatrice Mainaghi nella serie tv 1992, in 1993 e nella futura 1994) ha le idee chiare, perché le ha subite in prima persona: “L’uomo per natura è un animale – dice – e quindi, tendenzialmente, cerca di sopraffare una donna. Le donne però che subiscono queste cose debbono subito denunciare chi le ha molestate. A me è successo quand’ero piccola. Un regista mi ha fatto delle avance e io me ne sono andata. Ero allora talmente piccola che non conoscevo le leggi, non sapevo che avrei potuto denunciarlo. Anche Asia Argento – ha aggiunto – è stata vittima di queste cose e quando le sono successe era veramente piccola, una bambina, non si sapeva difendere. Lei è comunque una grande donna, è una grande artista e credo che tra molti anni sarà ricordata per il coraggio della sua denuncia”.
La bellezza, comunque, non è sempre un vantaggio per un’attrice: “Crea infatti un cliché che fa sì che ti propongano solo certi ruoli come, ad esempio, quello dell’amante. Gli uomini e le donne alla fine hanno la stessa anima – dice la Falco -. Esistono donne intelligenti e stupide, ma quello che per me fa la differenza è l’educazione”.Il documentario è prodotto da Cinedance, che porterà il film in sala in un mini tour in oltre dieci capoluoghi italiani, in contemporanea con la messa in onda su Sky Arte. Il 21 giugno “Ceci n’est pas un Cannolo” di Tea Falco passa al Festival di Pesaro nella sezione “We want cinema”, poi partirà la distibuzione nel resto del mondo con la società parigina Wide House.
Premio Estense 2018, i quattro finalistiAngeli, Franceschini, Galli della Loggia, Mauro
FERRARA16 giugno 201815:36
– FERRARA, 16 GIU – Giuria del Premio Estense, ecco il quartetto dei volumi finalisti, su 43 presentati, alla 54/a edizione: A mano disarmata-Cronaca di millesettecento giorni sotto scorta, scritto da Federica Angeli, Baldini&Castoldi; Vivere per scrivere-40 romanzieri si raccontano di Enrico Franceschini, Laterza; Il tramonto di una nazione-Retroscena della fine, di Ernesto Galli della Loggia, Marsilio e L’anno del ferro e del fuoco-Cronache di una rivoluzione di Ezio Mauro, Feltrinelli.
La giuria, presieduta da Guido Gentili direttore del Sole 24 Ore, è composta da Tiziana Ferrario, Paolo Giacomin, Giordano Bruno Guerri, Alberto Faustini, Laura Laurenzi, Gianni Riotta, Alessandra Sardoni e Luca Traini. Assegnato a Franco Di Mare il 34/o Riconoscimento Gianni Granzotto. Uno stile nell’informazione, istituito nell’85 in memoria di Gianni Granzotto, presidente per 20 anni delle Giurie dell’Estense e conferito a personalità dell’informazione. Le assegnazioni si terranno il 29 settembre al Teatro Comunale.
Al via Manifesta, l’arte invade PalermoFino al 4 novembre mostre e installazioni in diversi spazi città
PALERMO16 giugno 201815:57
– PALERMO, 16 GIU – Palermo è punteggiata di eventi e di opere d’arte che si relazionano a luoghi diversi e a edifici storici proiettandoli nella contemporaneità. E’ al via Manifesta 12, la Biennale nomade europea, diretta dal suo esordio da Hedwig Fijen, un progetto olandese di integrazione e di convivenza nato per unire l’Europa all’indomani della caduta del muro di Berlino. Dal 16 giugno, con apertura ufficiale a piazza Magione, al 4 novembre, circa 50 fra artisti e collettivi, un po’ da tutto il mondo, propongono i loro lavori per Palermo in 12 sedi della città. I curatori hanno realizzato un sistema di mostre diffuso con video, installazioni, performance, interventi urbani e letterari che compongono il “Giardino planetario. Coltivare la coesistenza”, ideato con l’ottica di una città laboratorio di differenze e meta costante di flussi migratori. Un giardino ispirato alla “Veduta di Palermo” di Francesco Lojacono, diviso in tre sezioni: “Garden of Flows” all’Orto botanico; “Out of control room”; “City on stage”.
La Bellucci sfila per Dolce & GabbanaIn passerella anche Naomi e Marpessa, millennials, coppie omosex
MILANO16 giugno 201816:10
– MILANO, 16 GIU – Il pubblico di Dolce & Gabbana si aspetta sempre qualche sorpresa, ma questa volta i due stilisti hanno davvero stupito tutti, riportando in passerella Monica Bellucci, che ha aperto la sfilata della collezione uomo per la prossima estate. “L’ultima sfilata di Monica è stata nel 1992 per noi – racconta Stefano Gabbana – come abbiamo fatto a convincerla? E’ bastata una telefonata”.
L’attrice è apparsa in passerella su una pedana emersa dal sottosuolo, attorniata da modelli. In completo pantalone nero, con la camicia bianca e i capelli lisci all’altezza delle spalle, ha sfilato tra gli applausi. La sua presenza non è stata l’unica sorpresa della passerella, dove hanno poi fatto la loro apparizione due top che fanno parte della storia della moda e della maison: Marpessa e Naomi Campbell, entrambe vestite con completi pantalone da uomo. A completare il casting, modelli e millennial e gente presa dalla strada: signore anziane in tuta, coppie omosessuali, famiglie con bambini.
Su History il vero volto di Kim Jong-unLunedì 18 giugno lo speciale ‘Nord Corea: le follie di Kim’
ROMA16 giugno 201820:08
– ROMA, 16 GIU – La stretta di mano al confine delle due Coree, tra il dittatore del Nord Kim Jong-un e il presidente del Sud Moon Jae-in, è entrata negli annali di storia, così come l’incontro con il presidente americano Donald Trump. Ma chi è veramente Kim Jong-un, che ora si comporta da equilibrato leader politico, mentre pochi mesi minacciava il pianeta di scatenare un conflitto nucleare? History (in esclusiva su Sky al canale 407) continua a raccontare l’attualità con ‘Nord Corea: le follie di Kim’, lo speciale di due ore in onda lunedì 18 giugno alle 21.50.Intervistando esperti e persone che hanno avuto la possibilità di visitare questo Paese, scopriremo quanto sia dura la vita in un luogo nel quale la libertà non esiste – il dittatore impone l’abbigliamento e perfino le pettinature a uomini e donne – la povertà è diffusissima e commettere un crimine o criticare il regime costa la reclusione in terribili cambi di detenzione, non solo al colpevole ma anche ai suoi parenti più stretti, per tre generazioni. Il cittadino comune non ha accesso ad internet, eppure professori e ricercatori e chi lavora per il governo ha accesso alla rete e lo fa lanciando attacchi in tutto il mondo: nel 2014, per esempio, un attacco informatico della Corea del Nord ha costretto la Sony Pictures a cancellare l’uscita della commedia satirica con James Franco “The interview”, che descrive un piano per assassinare Kim Jong-un. La Sony ha deciso di ritirare il film, preoccupata per le minacce nei suoi confronti.
Musicultura 2018, i quattro finalistiSul palco il ritorno di Sergio Cammariere. 17 giugno la finale
MACERATA16 giugno 201817:37
– MACERATA, 16 GIU – Pollio, Davide Zilli, Daniela Pes e Marco Greco sono i quattro vincitori finalisti della 29/a edizione di Musicultura scelti dal pubblico delle prime due serate del Festival all’Arena Sferisterio di Macerata. Il 17 giugno si contenderanno il titolo di vincitore assoluto 2018 e il premio finale di 20 mila euro. Pollio si è anche aggiudicato il Premio Antonello Ieffi per la migliore interpretazione. A Daniela Pes è andato invece il Premio Nuovo Imaie per la realizzazione di un tour. Seconda serata di Musicultura caratterizzata il 15 giugno dall’atteso ritorno sul palcoscenico del festival di Sergio Cammariere. “Questo posto è incantevole, suscita emozioni dentro l’anima”, ha detto il cantante. Tra i brani eseguiti anche ‘Tutto quello che è un uomo’ cantata con il pubblico. Omaggio della Compagnia di Musicultura insieme all’attrice Cinzia Leone in onore di Anna Magnani: all’arena sono risuonate canzoni popolari romane come Vecchia Roma Nannarè e Il Valzer Della Toppa sul testo di Pier Paolo Pasolini.
Sean Paul al Red Valley FestivalGli altri artisti sono Gigi D’Agostino e la band Dark Polo Gang
TORTOLI’ (NUORO)16 giugno 201817:38
– TORTOLI’ (NUORO), 16 GIU – Sean Paul sarà tra i super ospiti del Red Valley Festival, la manifestazione, giunta alla quarta edizione, che si terrà davanti alle rocce rosse di Arbatax dall’11 al 14 agosto.
Ospite di punta della vigilia di Ferragosto sarà proprio l’artista di fama internazionale, unico musicista giamaicano ad aver vinto un American Music Award nel 2006 nella categoria Migliore Artista Maschile Pop – Rock e anche il primo giamaicano ad essere comparso sulla copertina di Vibe Magazine: Sean Paul. Formatosi con il reggae e la dancehall del suo Paese d’origine, è presente sulla scena internazionale con numerose collaborazioni, l’ultima quella con Sting con un pezzo che si annuncia uno dei “tormentoni” dell’estate 2018, e in diversi generi come Edm, Soca, Pop, Afrobeat e Latino. Per la prima data in cartellone, l’11 agosto, salirà sul palco uno nomi della dance-music italiana ed internazionale, Gigi D’Agostino. Il 13 arriveranno i re della trap, la band romana Dark Polo Gang.
Torna Jack Ryan, ha il volto di KrasinskiSerie in anteprima a Montecarlo, dal 31/8 su Amazon Prime Video
ROMA16 giugno 201820:06
Al cinema è stato interpretato da attori del calibro di Harrison Ford, Alec Baldwin e Ben Affleck. Ora Jack Ryan, l’analista della Cia consacrato dalla saga di romanzi bestseller di Tom Clancy, torna con il volto di John Krasinski nella serie evento Amazon Prime Original ‘Tom Clancy’s Jack Ryan’, presentata in anteprima al 58/o Festival della televisione di Montecarlo, al Grimaldi Forum, e disponibile dal 31 agosto su Amazon Prime Video in più di 200 Paesi.Coprodotta con Paramount Television e Skydance Television, narra – in otto episodi da un’ora – le vicende di Jack Ryan, analista emergente della Cia che, per la prima volta, affronta un pericoloso incarico sul campo, scoprire il nuovo modello di comunicazione usato dai terroristi. Le indagini metteranno Jack al centro di un rischioso piano escogitato da un gruppo di sovversivi di nuova generazione che minaccia la distruzione globale.Nel cast, oltre a John Krasinski (A Quiet Place, 13 Hours) nei panni del protagonista, troviamo Wendell Pierce (The Wire) nel ruolo di James Greer e Abbie Cornish (Three Billboards Outside Ebbing, Missouri) come Cathy Mueller. Produttori esecutivi sono Carlton Cuse (Lost, Bates Motel) e Graham Roland (Fringe, Prison Break), che sono anche creatori e showrunner della serie, Krasinski, il regista nominato agli Oscar Morten Tyldum (The Imitation Game) che ha anche diretto il pilot, e Platinum Dunes di Michael Bay. Produttori esecutivi al fianco di Bay alla Platinum Dunes sono anche Andrew Form (Transformers, Teenage Mutant Ninja Turtles) e Brad Fuller. Inoltre, Daniel Sackheim, (The Americans), Mace Neufeld (Patriot Games, Clear and Present Danger, The Sum of All Fears and Jack Ryan: Shadow Recruit), i produttori di Skydance David Ellison e Dana Goldberg (Mission: Impossible – Rogue Nation, Star Trek Beyond) e Marcy Ross (Grace and Frankie, Altered Carbon) sono anch’essi produttori esecutivi, al loro fianco Lindsey Springer e Allyson Seeger come coproduttrici esecutive.Prima ancora del debutto, Amazon ha annunciato il rinnovo della serie per una seconda stagione: le riprese inizieranno tra tre settimane in Colombia.
Estate di eventi per Casa delle DonneTra protagonisti Paola Turci, Tosca, Zerocalcare
ROMA16 giugno 201818:08
– ROMA, 16 GIU – La Casa Internazionale delle Donne di Roma continua a reagire contro l’ipotesi di sfratto e decide di farlo attraverso la cultura e un ricco calendario di eventi che animerà l’estate e sarà aperto a tutta la città. In programma incontri, spettacoli, proiezioni e concerti.
L’iniziativa di chiamata alle arti ha trovato il suo consenso tra artiste e artisti come Paola Turci, Tosca, Zerocalcare. Dopo l’ondata di partecipazione di associazioni femministe, attiviste, e di quante e quanti si sono uniti a supporto della causa dallo slogan #lacasasiamotutte, la Casa ha deciso di continuare a diffondere il suo messaggio attraverso una chiamata alle arti. La manifestazione ha come obiettivo quello di sostenere e finanziare la resistenza della Casa Internazionale delle Donne insieme a quello di approfondire temi sociali da sempre cari a questo importante luogo di cultura.
Tv: Mattarella scrive a Zoro: ‘Il suo programma mi diverte’Lettera del Capo dello Stato a sorpresa a Propaganda Live
ROMA16 giugno 201819:38
Sorpresa durante la puntata di questa sera di Propaganda Live, il programma condotto da Diego Bianchi alias Zoro su La7: una lettera di complimenti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Gentile Diego Bianchi – scrive il Capo dello Stato – la ringrazio per la richiesta di intervista, che – con una punta di rammarico – non mi è possibile fare. Colgo questa occasione per esprimerle il mio apprezzamento per la trasmissione, anche per come ha seguito, con sguardo scanzonato ma mai banale, la complicata fase delle consultazioni per la formazione del governo. Quando mi è stato possibile vederla – purtroppo non di frequente – mi sono davvero divertito. Invio a lei e a tutti i suoi collaboratori gli auguri di buon lavoro”.
Occhioni e mega-orecchie, il ritorno di DumboNel 2019 la versione live action di Tim Burton con Farrell, DeVito, M.Keaton
ROMA16 giugno 201820:02
Tenero, adorabile, schivo, ingenuo, pauroso, ridicolizzato da tutti per le larghe orecchie eppure incapace di provare rancore. Dumbo, l’elefantino più amato della storia del cinema, consacrato dal classico di animazione Disney – uscito il 23 ottobre 1941, Oscar per la migliore colonna sonora per un musical e in nomination nella categoria della migliore canzone per Baby Mine – si prepara a tornare. Arriverà sugli schermi italiani a marzo 2019 Dumbo, la rivisitazione in chiave live action diretta dal visionario Tim Burton (Alice in Wonderland, La Fabbrica di Cioccolato).Nel primo trailer in italiano, appena diffuso, gli occhioni sbarrati del ‘piccolo’ Dumbo che si nasconde sotto un cumulo di fieno sono gli stessi, e così le enormi orecchie che gli permetteranno di volare. Ma accanto all’elefantino non c’è più il fido topo Timoteo, bensì due bambini che lo coccolano e che lo aiuteranno a diventare un personaggio del circo, pronto a volare sotto gli sguardi increduli di tutti. Perché “non conta chi o cosa siete, potete sempre spiccare il volo”.
Nel nuovo film Disney, Holt Farrier è una ex star del circo che al ritorno dalla guerra trova la propria vita sconvolta. Il proprietario del circo Max Medici assume Holt chiedendogli di occuparsi di un elefante appena nato le cui orecchie sproporzionate lo rendono lo zimbello di un circo già in difficoltà. Ma quando i figli di Holt scoprono che Dumbo sa volare, il persuasivo imprenditore V.A. Vandevere e un’artista aerea, Colette Marchant, fanno di tutto per trasformare l’elefante in una star.Cast stellare, con il vincitore del Golden Globe Colin Farrell (In Bruges – La Coscienza dell’Assassino, The Lobster) nel ruolo di Holt Farrier, il vincitore del Golden Globe Michael Keaton (Birdman, Beetlejuice) nei panni di V.A. Vandevere, il vincitore dell’Emmy e del Golden Globe Danny DeVito (Batman – Il Ritorno, Big Fish – Le Storie di Una Vita Incredibile) alias il proprietario del circo Max Medici, la vincitrice del Bafta e candidata al Golden Globe Eva Green (Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali, Dark Shadows) nel ruolo dell’artista Colette Marchant e Nico Parker e Finley Hobbins che, al loro debutto sul grande schermo, interpreteranno i figli di Holt Farrier. Tra gli altri interpreti, Roshan Seth, DeObia Oparei, Sharon Rooney e Douglas Reith. Katterli Frauenfelder, Derek Frey, Ehren Kruger e Justin Springer sono i produttori del film, basato su una sceneggiatura di Ehren Kruger. Nigel Gostelow è il produttore esecutivo.
Saura, Renzo Piano e l’arte della luceIl regista spagnolo al Biografilm per ‘The Architect of Light’
BOLOGNA16 giugno 201819:58
BOLOGNA – Ha ottantasette anni, ma guarda al futuro con un nuovo progetto, un musical da girare in Messico dal titolo: ‘Il re di tutto il mondo’. Carlos Saura, al Biografilm Festival di Bologna per presentare in anteprima mondiale il suo documentario ‘Renzo Piano. The Architect of Light’, è pieno di voglia di fare e
racconta di sé, di questa sua ultima opera, di luce, di tempo, e ovviamente di Renzo Piano e dell’Italia, “un Paese che amo molto, unico, ma purtroppo rovinato dal turismo. Dovunque vai trovi file, peccato!”.Nel docu del regista di ‘In fretta in fretta’ (vincitore dell’Orso d’oro a Berlino nel 1981), in sala con I Wonder come evento a settembre, Saura segue Renzo Piano nella progettazione e nella realizzazione del Centro Culturale Botìn a Santander, in Spagna. Un racconto, il suo, quasi in presa diretta delle varie fasi della costruzione, con molti interventi dello stesso architetto italiano sulla sua idea dell’arte e della creatività. E se Piano nel documentario parla di luce “come materiale più importante della stesso cemento”, il regista spagnolo replica: “Senza luce non c’è cinema, il mestiere del regista è proprio quello di controllarla e lo posso ben dire io che ho lavorato tante volte con il grande Vittorio Storaro”.L’ossessione poi di Piano per il tempo, la durata dell’opera d’arte, è la stessa di Carlos Saura: “In questo le fotografie sono più fortunate – dice il regista che ha iniziato proprio come fotografo -. Le fai e l’attimo dopo hai davanti a te il passato, una cosa se si vuole terribile, ma anche affascinante. E poi le foto sono eterne, restano per sempre”. I suoi referenti nel cinema sono sicuramente quelli “del neorealismo italiano”, ma aggiunge poi: “Ho conosciuto nella mia carriera Michelangelo Antonioni, ero amico di Marco Ferreri e ho sempre avuto una grande ammirazione per Federico Fellini. Oggi però – aggiunge – il cinema italiano, come quello spagnolo, si sta un po’ perdendo e bisogna fare qualcosa quanto prima”. Nel documentario anche molti interventi dello stesso Renzo Piano che parla non solo del difficile rapporto nella creazione tra tecnica e poesia, ma anche del fatto che, oltre alla luce, un altro elemento si ritrova in tutta la sua opera: l’acqua. “La cosa che amo di più è andare in barca da solo. Mi ritrovo così con la luce dall’alto, per me una cosa metafisica, e circondato poi dalle acque”.In ‘Renzo Piano. The Architect of Light’ sono molte le immagini dedicate alla costruzione di questo centro culturale e della sua enorme struttura in acciaio che gli dà sostegno. “Ho sempre amato i cantieri – confessa Piano -. Mio padre, che faceva il mio stesso lavoro, mi ci portava sempre. Il cantiere per me è un momento magico delle mie creazioni”. Mentre, per quanto riguarda il suo modo di lavorare, dice: “Quando devo fare un progetto architettonico amo passare del tempo dove ci sarà la costruzione. Mi piace passeggiare a lungo in quei posti perché amo cogliere il Genius Loci che ci vive prima di mettere mano al processo creativo: credo sia una cosa necessaria per fare un buon lavoro”.
Doppio Peter Greenaway al BiografilmRegista gallese annuncia prossimo film, Il matrimonio di Cristo
BOLOGNA16 giugno 201819:43
– BOLOGNA, 16 GIU – Al Biografilm Festival è doppio Peter Greenaway. Il regista britannico è alla manifestazione con un doppio docu-film: quello firmato dalla moglie, l’artista Saskia Boddekee, dal titolo ‘The Greenaway Alphabet’ e ‘Luther and his legacy’, suo nuovo documentario sulla vita di Lutero e le sue contraddizioni. Non solo, il regista, a Bologna con la moglie, ha annunciato che sta per incontrare un produttore italiano per il suo prossimo film, intitolato ‘Il matrimonio di Cristo’.
‘The Greenaway Alphabet’ è un ritratto di famiglia dell’eclettico artista e del suo rapporto privilegiato con la figlia adolescente Pip. Attraverso le voci dell’alfabeto, il pittore-regista gallese racconta il suo personalissimo modo di vedere il mondo, ma anche le sue ossessioni, fragilità e criteri creativi. Ad esempio, la lettera D. Sta per Death (morte), per la sua ossessione di morire affogato (è terrorizzato dall’acqua) e anche per il suo più volte annunciato progetto di uccidersi al compimento degli ottant’anni (ora ne ha 75).