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Ultimo aggiornamento 30 Novembre, 2018, 19:40:41 di Maurizio Barra

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DALLE 14:46 ALLE 19:40

DI VENERDì 30 NOVEMBRE 2018

SOMMARIO

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Instagram, ora le Storie per amici più stretti
Al via nuova funzione per sistemi operativi iOS e Android

Facebook: Sandberg ordinò raccolta informazioni su SorosLo riferisce il New York Times

Attacco hacker a catena Marriott, violato databaseCoinvolti i dati di 500 milioni di clienti degli hotel Starwood

Ecco Yomi, il detonatore di malwareCataloga e analizza virus per migliorare cybersicurezza

Bollette a 28 giorni, multe da 2,4 mln Agcom a Tim e Wind TrePer questioni relative al passaggio alle bollette mensili

No all’accesso ai siti porno dal wifi SturbucksFiltri applicati a partire dagli Usa dal 2019

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Su Instagram ora è possibile creare una lista di Amici più Stretti e condividere le Storie solamente con loro. Per aggiungere persone alla lista, è necessario andare sul profilo, cliccare su “Amici più stretti” nel menù a destra.
Solo l’utente potrà vedere la lista degli amici più stretti, nessuno può chiedere di essere aggiunto. In questo modo l’utente si potrà sentire libero di cambiarla quando vuole. Quando si condivide come storia, si vedrà l’opzione “Amici più stretti”, contrassegnata da una stellina verde. Se si è stati aggiunti da un amico ad una lista, la sua Storia sarà contraddistinta da un adesivo e da un cerchio verde attorno la foto profilo nella sezione delle Storie. La funzione “Amici più stretti” è stata lanciata in tutto il mondo oggi e sarà disponibile nell’ultima versione di Instagram per sistemi iOS e Android.
Facebook fece ricerche sugli interessi finanziari del miliardario George Soros all’inizio dell’anno. Lo riferisce il New York Times, il quale specifica che la richiesta venne dal numero due del gruppo Sheryl Sandberg.La richiesta venne dopo che Soros definì sia Facebook che Google ‘una minaccia’ durante il suo discorso al World Economic Forum a Davos lo scorso gennaio. All’epoca Facebook era sotto accusa per il modo in cui aveva gestito la campagne di disinformazione della Russia e la proliferazione di discorsi di incitamento odio sulla sua piattaforma.Nello specifico la Sandberg chiese di indagare le critiche di Soros e di scoprire se stava cercando di trarre guadagni a livello finanziario dopo gli attacchi diminuendo il numero dello sue azioni. Un portavoce di Facebook ha detto inoltre che l’azienda indagò su possibili motivazioni dietro le critiche del miliardario ancora prima della richiesta della Sandberg.
Il database delle prenotazioni della catena di alberghi Starwood, parte del colosso internazionale Marriott, ha subito un attacco hacker, coinvolgendo i dati di 500 milioni di clienti dal 2014. Lo riferisce la società – riporta la Bbc online – aggiungendo che è in corso un’inchiesta interna e che i clienti colpiti verranno avvisati. Il procuratore generale di New York ha aperto un’inchiesta sulla violazione dei dati della catena di alberghi Marriott, che potrebbe aver colpito 500 milioni di clienti. Lo riportano i media Usa.La Marriott ha spiegato in una nota che un dispositivo di sicurezza interno ha segnalato un tentativo di accesso al database Starwood. E dopo una breve indagine è emerso che “una persona non autorizzata si è appropriata di alcune informazioni”. Per 327 milioni dei 500 milioni clienti colpiti si tratta di “dai personali come nome, cognome, indirizzo di casa, di posta elettronica, numero di telefono, numero del conto, data di nascita, giorno di arrivo e della partenza”. “Siamo profondamente dispiaciuto per l’incidente”, ha detto la compagnia americana annunciando di aver creato un sito per aiutare i clienti colpiti negli Stati Uniti e in altri Paesi.

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Si chiama Yomi, dal Giapponese ‘terra dei morti’, ed è un catalogo dei virus malevoli che vengono detonati e poi analizzati per migliorare la sicurezza informatica. E’ un’idea di Cybaze, azienda di cybersicurezza che nasce dalla fusione di Cse Cybsec, Emaze e Yoroi.
L’applicazione open source tutta italiana consentirà di controllare a chiunque se un file è infetto oppure no usando un sistema di ricompensa per chi fa analizzare e permette di scoprire più file infetti, in base a “un meccanismo di gamification che presenti una classifica dei migliori ‘cacciatori’ di contenuti malevoli”, ha spiegato Marco Ramili di Yoroi. All’interno di Yomi vengono ricreati alcuni ambienti di simulazione simili in tutto e per tutto a quelli più comunemente utilizzati in modo da rendere l’emulazione dell’ambiente ospitante il più attendibile e veritiera possibile.
“Cybaze è parte dello sforzo di creare un polo italiano della cybersecurity che faccia dell’italianità un vantaggio competitivo. Per questo seguiamo da vicino le iniziative e le attività dei nostri giovani talenti informatici selezionati dal CINI grazie al progetto Cyberchallenge.IT”, ha sottolineato Marco Castaldo, amministratore delegato di Cybaze.

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Tre distinte sanzioni per un totale di circa 2,4 milioni di euro sono state inflitte dall’Agcom a Tim e a Wind Tre per varie questioni afferenti al passaggio dalle cosiddette ‘bollette a 28 giorni’, ormai vietate dalla legge, a quelle mensili, con le relative modifiche contrattuali. Lo si legge sul sito dell’Autorità. Tim è stata sanzionata in due delibere, una per 464mila euro e la seconda per 1,044 milioni di euro (per un totale di circa un milione e mezzo), mentre a Wind Tre è stata comminata una multa da 870mila euro.

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Dal 2019 non si potrà più accedere a contenuti pornografici dal Wifi di Starbucks. Lo ha annunciato, come riporta il sito The Verge, la stessa compagnia, che sta testando ‘sistemi multipli’ per bloccare gli accessi.
“Anche se succede raramente – spiega Starbucks al sito -, l’uso del wifi pubblico per vedere contenuti illegali o disdicevoli non è mai stato permesso. Abbiamo identificato una soluzione per prevenire che questo materiale venga visto nei nostri store, e inizieremo a introdurlo negli Usa nel 2019″. Non ci sono ancora dettagli sul software che verrà usato, ma la compagnia ha affermato di aver individuato ‘soluzioni multiple’.
L’iniziativa segue di parecchio quella di McDonald, che ha bloccato il porno sul proprio wifi già nel 2016. A spingere per la stretta, ricorda The Verge, è la onlus Enough is Enough, molto attiva negli Usa, secondo cui i wifi pubblici favoriscono l’attività a pedofili, molestatori e altre categorie di criminali.      [print-me title=”STAMPA”]

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