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Ultimo aggiornamento 31 Dicembre, 2020, 11:57:08 di Maurizio Barra

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Fincantieri: Patuanelli, presto lettera a Vestager e Breton
Stiamo interloquendo con Le Maire
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30 dicembre 2020
12:53
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“Stiamo interloquendo con Le Maire e scriveremo tra oggi e domani una lettera a Vestager e Breton”.
Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, parlando con i giornalisti, in Senato, riguardo la vicenda Fincantieri.   ECONOMIA

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Conte: “Accelerare la verifica, no ultimatum. Recovery pronto a metà febbraio
Il vaccino? ‘Lo farei subito’. Ma il premier esclude l’obbligatorietà
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30 dicembre 2020
22:03
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Conte, nella conferenza stampa di fine anno, avverte Renzi: stop “agli ultimatum”, sì al dialogo e “se manca la fiducia di un partito” si va “in Parlamento”. Se il problema è il rimpasto “lo affronteremo”.
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Quindi assicura che sul Recovery il documento finale “sarà pronto per metà febbraio”. Per quanto riguarda la governance del Recovery, invece, pensa a un decreto così come chiede l’Ue. Intanto, la delegazione di IV presenta al Mef la sua proposta divisa in 62 ‘appunti’ e continua a incalzare il governo che, nel frattempo, ha già elaborato una nuova bozza. Si tratta di un testo di 153 pagine con tanto di cronoprogramma dei singoli progetti e l’indicazione, come vuole l’Ue, di ‘milestones’ e target. Per quanto riguarda la scuola il governo punta a ripartire il 7 gennaio almeno al 50%.

La conferenza stampa di Conte – Occorre “accelerare” la cosiddetta verifica di maggioranza, così da affrontare “nei primi giorni di gennaio” il Recovery Plan, da consegnare poi alle “forze sociali e al Parlamento” per definirlo in via definitva “a febbraio”, ha detto il premier Giuseppe Conte alla conferenza stampa di fine anno. “Dobbiamo avere una prospettiva di legislatura nel quadro dell’occasione storica dei 209 miliardi del Recovery plan.Ma non possiamo permetterci di galleggiare”, ha detto. E poi ha aggiunto: “Senza la coesione delle forze di maggioranza si può vivacchiare”.
Il premier cita quindi Aldo Moro. “Ci sono due aspetti che non riesco a fare miei. Uno sono gli ultimatum, non appartengono a mio bagaglio. In ultimo discorso, l’ultimo fatto nel febbraio 1978, Moro ha detto che gli ultimatum non sono ammissibili in politica, significano far precipitare le cose e impedire una soluzione. Io sono per il dialogo e il confronto e trovare una sintesi per il Paese”.
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“Un’altra cosa non mi appartiene oltre agli ultimatum – ha aggiunto il premier -. Noi stiamo lavorando al futuro del Paese, stiamo lavorando per il Recovery Plan, abbiamo fatto una manovra espansiva di 40 miliardi, lavoriamo al Bilancio europeo, sono qui per programmare il futoro. Non potrei distogliermi da questi impegni per impegnarmi in una campagna elettorale”.
Se verrà meno la fiducia di un partito andrò in Parlamento”, spiega Conte, e se verrà posto il problema del rimpasto “lo affronteremo”. Sul Mes, invece, “sarà il Parlamento a dover decidere”.
A proposito del vaccino Conte annuncia: “Io stesso per dare il buon esempio lo farei subito ma è giusto rispettare le priorità approvate dalle Camere”. Il premier tuttavia confida in una vaccinazione di massa ed esclude al momento l’obbligatorietà. “Io chiedo a tutti uno sforzo, mettiamo una parte le ideologie e le reazione emotive, compiamo un atto di solidarietà verso tutta la comunità nazionale, sottoponiamoci al vaccino”.
“Lo stato di emergenza” per il Covid “lo prorogheremo sino a quando sarà necessario per mantenere i presidi di protezione civile e tutti i presidi che ci consentono di gestire l’emergenza, dando poteri ai soggetti attuatori”, ha detto il premier.
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Sulla riapertura delle scuole Conte auspica “che il 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche. Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture, hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno con il 50%”.
“Abbiamo approfittato di dicembre – prosegue – per un ulteriore passo avanti, in una logica di massima flessibilità. Abbiamo coinvolto i prefetti, con tutte le autorità coinvolte, per una sintesi. Abbiamo compreso che il sistema è così integrato che non è possibile decongestionare i flussi attorno alla scuola, anche per il trasporto pubblico locale, se non si integrano i comparti diversi. Le prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola. C’è stata disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici”.
In Italia dati peggiori sul Covid che altrove? “Teniamo conto che l’Italia è stato il primo Paese europeo e occidentale in cui è scoppiata la pandemia in modo così incisivo. Questo ci ha complicato la risposta e abbiamo dovuto elaborare risposte che non ci consentivano di riprodurre quelle applicate altrove”. Così risponde il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno. “Aspettiamo a fare bilanci: avremo sempre il massimo impegno per limitare le limitazioni delle libertà personali. Nella seconda ondata le misure restrittive sono dappertutto e a volte anche in modo più incisivo che da noi”, aggiunge.
“Perché l’Italia non si è assicurata dosi di vaccini come la Germania? Italia, Francia, Germania e Olanda sono stati i primi paesi che in modo sintonico si sono mossi per l’alleanza per i vaccini, dopo aver già preso contatti con le ditte. Abbiamo consegnato la palla ala commissione Ue. E’ stata una scelta politica. L’Italia non ha tentato di assicurarsi altre commesse perché le dosi contrattualmente negoziate sono centinaia di milioni. E poi L’Italia non l’ha fatto perché all’articolo 7 del contratto della commissione europea c’è il divieto di approvvigionarsi a livello bilaterale”.
“La ministra con i sindacati e le forze sociali sta già lavorando allo scenario che dovremo affrontare dopo marzo” con la fine del blocco dei licenziamenti: “è uno scenario molto preoccupante. Abbiamo costruito una cintura di protezione sociale che più o meno sta funzionando, ha scongiurato il licenziamento per 600mila persone. Ma dobbiamo lavorare alla riforma e riordino degli ammortizzatori sociali e rendere più incisive le politiche attive del lavoro. Dovremo lavorare per non farci trovare impreparati. Il mercato del lavoro si preannuncia molto critico dopo marzo”.
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La conferenza stampa di fine anno si è aperta con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del Covid e in solidarietà dei loro familiari.
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Conte, accelerare verifica, Recovery a febbraio
Progetto poi sarà consegnato a forze sociali e Camere
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30 dicembre 2020
14:07
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Occorre “accelerare” la cosiddetta verifica di maggioranza, così da affrontare “nei primi giorni di gennaio” il Recovery Plan, da consegnare poi alle “forze sociali e al Parlamento” per chiuderlo in via definitiva “a febbraio”.
Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla conferenza di fine anno.
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Conte,prospettiva legislatura ma non dobbiamo galleggiare
Recovery occasione storica
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30 dicembre 2020
14:08
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“Dobbiamo avere una prospettiva di legislatura nel quadro dell’occasione storica dei 209 miliardi del Recovery plan. Ma non possiamo permetterci di galleggiare”.

Lo afferma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlando nel corso della conferenza stampa di fine anno, a villa Madamna
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Renzi,voglio stabilità ma se immobilismo legislatura finisce
Non siamo irresponsabili, chiediamo chiarezza
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30 dicembre 2020
14:06
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“A chi ci viene a dire ‘siete irresponsabili perché mettete in discussione la stabilità’, rispondo che io ho lavorato perché si proseguisse l’esperienza di legislatura perché pensiamo sia un valore la stabilità ma c’è una differenza epocale tra la stabilità e l’immobilismo. Come in una bicicletta l’equilibrio si tiene se ci si muove o l’immobilismo fa terminare la vita della legislatura.
Ecco perché abbiamo chiesto chiarezza”. Lo dice il leader di Iv Matteo Renzi nella dichiarazione di voto sulla manovra in Senato.
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Conte,prospettiva legislatura ma non dobbiamo galleggiare
Recovery occasione storica
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30 dicembre 2020
14:08
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“Dobbiamo avere una prospettiva di legislatura nel quadro dell’occasione storica dei 209 miliardi del Recovery plan. Ma non possiamo permetterci di galleggiare”.

Lo afferma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlando nel corso della conferenza stampa di fine anno, a villa Madamna
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Manovra: Senato conferma fiducia con 156 sì, è legge
Arriva ok definitivo del Parlamento
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30 dicembre 2020
14:13
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Il Senato ha confermato la fiducia al governo sulla Manovra, con 156 voti a favore, 124 contrari e nessun astenuto. Successivamente al voto di fiducia posto sull’articolo 1 della manovra, l’Aula ha approvato il provvedimento nel suo complesso con 153 voti favorevoli, 118 contrari e un astenuto.
Il provvedimento è quindi approvato in via definitiva dal Parlamento.
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Conte, su fiducia in Parlamento ognuno assume responsabilità
Non sfido nessuno, trasparenti davanti cittadini per credibilità
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30 dicembre 2020
14:25
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“Il premier non sfida nessuno, ha la responsabilità di una sintesi politica e di un programma di governo. Per rafforzare la fiducia e la credibilità del governo e della classe politica bisogna agire con trasparenza e confrontarsi in modo franco.
Il passaggio parlamentare è fondamentale. Finché ci sarò io ci saranno sempre passaggi chiari, franchi, dove tutti i cittadini potranno partecipare e i protagonisti si assumeranno le rispettive responsabilità”. Lo dice il premier Giuseppe Conte parlando di un eventuale voto di fiducia in Parlamento al termine delle verifica.
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Conte, escludiamo vaccinazione obbligatoria
Confido in vaccino di massa
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30 dicembre 2020
14:52
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“Escludiamo la vaccinazione obbligatoria”. Lo dice il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno.
“Confido – aggiunge – in una vaccinazione di massa”.
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Scuola: Conte, auspico ripartenza il 7/1 almeno al 50%
Se tavoli prefetture hanno lavorato bene, potremo farlo
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30 dicembre 2020
16:54
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“Auspico che il 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche.
Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture, hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno col 50%”.
Lo dice il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno.
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Ue, ok ad accordo politico su investimenti con Cina
Dombrovskis, ‘una pietra miliare per l’economia’
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BRUXELLES
30 dicembre 2020
16:28
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La Ue e la Cina hanno concluso un accordo politico sugli investimenti, dopo sette anni di negoziati. Lo rende noto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

“Una pietra miliare per l’economia”, che migliora “l’accesso ad un mercato chiave globale e crea parità di condizioni per le nostre imprese”, un accesso che la Cina “non ha mai dato a nessun Paese”, ha commentato il vicepresidente della Commisisone Ue responsabile per il commercio, Valdis Dombrovskis. L’intesa “non risolverà tutte le nostre sfide con la Cina, che restano tante, ma le vincola in modo significativo nella giusta direzione”, ha aggiunto.
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Manovra: Senato; via a dichiarazioni di voto sulla fiducia
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30 dicembre 2020
10:29
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Chiusa la discussione generale sulla fiducia alla manovra in Aula in Senato. Sono così iniziate le dichiarazioni di voto.
L’ok al provvedimento è atteso intorno all’ora di pranzo.
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Manovra: il Senato conferma la fiducia con 156 sì, è legge
Gualtieri: ‘Legge di bilancio ambiziosa, sono soddisfatto’
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31 dicembre 2020
10:03
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Il Senato ha confermato la fiducia al governo sulla Manovra, con 156 voti a favore, 124 contrari e nessun astenuto. Il provvedimento è quindi approvato in via definitiva dal Parlamento.
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Il Senato ha approvato successivamente al voto di fiducia posto sull’articolo 1 della manovra, il provvedimento nel suo complesso con 153 voti favorevoli, 118 contrari e un astenuto.
“Sono molto soddisfatto. Si conclude un iter in tempi rapidi, ringrazio il Parlamento, che consente l’approvazione di una legge di bilancio ambiziosa, fortemente espansiva, orientata alla crescita, al lavoro, alla coesione”, ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, commentando al Senato l’approvazione della legge di Bilancio. “Ci sono misure di carattere storico, come le risorse per il varo dell’assegno unico per i figli, per l’avvio della riforma fiscale. Misure non solo per uscire dalla crisi, ma per rilanciare la crescita”.  “Stiamo varando il provvedimento più importante dell’anno, la legge di bilancio in un solo giorno”, ha affermato il presidente del senato Elisabetta Casellati in Aula a Palazzo Madama sottolineando la compressione dei tempi per l’esame parlamentare. “Si sta parlando di democrazia parlamentare”, ha aggiunto sottolineando “non voglio applausi”.
“Diciamo sì anche oggi” alla manovra “ma assegniamo al governo la responsabilità di dire che fa da grande. Siamo pronti a lavorare se c’è un orizzonte. Non saremo mai complici del più grande spreco di denaro della storia repubblicana” sul Recovery fund. “La palla tocca al governo perché noi abbiamo solo detto la verità”, ha affermato il leader di Iv Matteo Renzi. “Oggi abbiamo ascoltato parole definitive di un collega, Zanda. Leggetelo. Ci etichettano come irresponsabili e pierini ma dal rispetto delle forme democratiche deriva una credibilità delle istituzioni che ora rischia di essere messa a dura prova. Se il governo gialloverde approva la legge elettorale in 48 ore, si va alla Corte costituzionale, come ha fatto il Pd. Se lo fa il governo giallorosso si sta zitti?”, ha detto Renzi in Senato. “Stiamo distruggendo quest’aula e la nostra credibilità”, aggiunge. “Rispetto delle forme istituzionali, dall’intelligenze, dai servizi segreti, alla legge di bilancio”. “A chi ci viene a dire ‘siete irresponsabili perché mettete in discussione la stabilità’, rispondo che io ho lavorato perché si proseguisse l’esperienza di legislatura perché pensiamo sia un valore la stabilità ma c’è una differenza epocale tra la stabilità e l’immobilismo. Come in una bicicletta l’equilibrio si tiene se ci si muove o l’immobilismo fa terminare la vita della legislatura. Ecco perché abbiamo chiesto chiarezza”, ha aggiunto il leader di Italia Viva.
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Parlando con i giornalisti al Senato, il ministro Gualtieri ha sottolineato che sul Recovery, “non è sufficiente spendere tutti i soldi, ma devono essere spesi bene e che si raggiungano gli obiettivi. Altrimenti non arrivano i soldi dall’Europa e si rischia di perderli e di avare un buco di bilancio”, visto che le risorse vengono anticipate dall’Italia e poi rimborsate.
Nel documento inviato al ministro dell’Economia sul Recovery Plan, Italia Viva scrive:  “Non servono progetti nascosti nei cassetti e tirati fuori all’ultimo minuto. Occorre trasparenza. Questo è il documento più importante della legislatura: è in gioco il futuro dei nostri figli. Queste risorse sono risorse eccezionali: sprecare una così rilevante occasione sarebbe drammatico non solo per noi ma anche per i nostri figli e i nostri nipoti. Non possiamo accettare un documento senza una visione, non possiamo essere complici del più grande spreco di denaro pubblico”.
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Addio 2020, l’anno più brutto delle nostre vite
Gli eventi che hanno segnato la nostra storia
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30 dicembre 202022:55
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Un anno da sopravvissuti, per chi ce l’ha fatta. Un anno in cui il battito del mondo è parso a tratti rallentare, fin quasi a fermarsi.
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Il saluto del pianeta al 2020 è un addio a 12 mesi nei quali le vicende umane si sono susseguite e le notizie non sono mancate, come sempre; ma – in tutti i continenti – sotto l’ombra compatta e tenebrosa di “un nemico invisibile”: il Covid. Parola ignota ai vocabolari di qualunque lingua ancora nel 2019 e oggi ripetuta con gli accenti di tutti gli idiomi come una maledizione.
E’ il 4 gennaio, si è appena finito di far festa per il nuovo anno, quando le Agenzie battono in poche righe questa notizia: “Le autorità cinesi hanno avviato un’indagine sulla diffusione di una misteriosa polmonite di natura virale con decine di persone colpite nella città di Wuhan, nel centro della Cina. Online si sono diffusi timori che il virus possa essere legato alla Sars, che fra il 2002 e il 2003 causò la morte di 700 persone. La polizia di Wuhan ha fatto sapere che otto persone sono state sanzionate per la diffusione di false informazioni via Internet”. Se ne sa ancora poco, ma in filigrana ci sono già tutti gli elementi della bufera. Di un incubo in procinto di diventare – da semplice epidemia – pandemia globale. “La prima mai generata da un coronavirus”, come dichiarerà drammaticamente e in forma ufficiale l’11 marzo il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus: tragedia senza precedenti nel mondo moderno, segnata da un contatore di morte che tuttora non si è fermato.
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Le prime istantanee di quello che si sta preparando appaiono ancora remote in Europa, a gennaio: sono le immagini dei volti coperti dalle mascherine, dei luoghi pubblici svuotati dai lockdown (altro termine destinato a dilagare nell’uso comune), degli operatori sanitari o dei servizi di emergenza sfiancati e bardati come di fronte a una guerra biologica che rimbalzano inizialmente da Wuhan, dalla Cina, dove dietro le precauzioni dell’isolamento sociale di massa si materializza un capillare apparato di sicurezza. Ma ben presto le stesse visioni diventano familiari dappertutto sul pianeta. E l’Italia si ritrova a fare i conti con una prima ondata di casi che precede quella degli altri Paesi europei: a partire dai focolai che al principio si concentrano soprattutto in Lombardia. Tra i clic che restano nella memoria di quei giorni di sgomento non può mancare l’atroce processione di bare allineate sui cassoni di una fila di camion militari a Bergamo. O il viso disfatto dalla fatica e dal dolore di una delle infermiere travolte dall’emergenza fra i reparti di terapia intensiva. Flash di una battaglia combattuta da tanti con coraggio, compresa la gente comune che quel coraggio cerca di darselo cantando dai balconi nelle prime settimane di confinamento in casa; ma che lascia sul terreno vittime e ancora vittime a ogni latitudine, col trascorrere dei mesi. Ci sono i morti in camice bianco, caduti nelle corsie degli ospedali e riscoperti forse tardivamente come “eroi”; e i tanti nonni spirati in solitudine, falciati da un virus che colpisce soprattutto (non solo) i più vecchi e vulnerabili.
Universale si staglia poi il profilo di papa Francesco, in piedi in una piazza San Pietro deserta, lustra di pioggia e coperta da nuvole plumbee, a implorare l’Altissimo che ci liberi dal male.
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Momento profetico, capace di scuotere tutti o quasi tutti – chi crede, chi non crede, chi non sa – nel dubbio e nello sconforto dell’incertezza. Come se si fosse tornati ai secoli della morte nera, ai simboli di luoghi quali la Madonna della Salute, imponente basilica bianca innalzata dai veneziani a mo’ di ex voto dopo la peste del 1630.
Poi, certo, sarebbe giunto pure il racconto della sfida della scienza al Covid-19, dei laboratori dove stanno nascendo i vaccini che – si spera – sapranno sconfiggerlo. Troppo tardi per chi si è arreso lungo la strada. Nomi noti e non, dallo scrittore cileno Luis Sepulveda in avanti, in un 2020 nel quale l’umanità perde anche altre icone per ragioni diverse dalla pandemia. Diego Armando Maradona su tutti, genio sovrumano del football (genio e sregolatezza, come quasi sempre quando si ha a che fare con i talenti assoluti), pianto a fine anno nella natia Argentina, a Napoli, patria adottiva, e da chiunque sia stato in grado di apprezzarne in giro per il mondo l’arte irrefrenabile.
O ancora, in Italia, Paolo Rossi, Pablito, simbolo del trionfo azzurro ai mondiali dell’82, che con i suoi gol e il suo sorriso fece ballare per un’estate un’intera nazione reduce dai cupi anni di piombo. E senza dimenticare, fra i protagonisti del mondo di celluloide, l’addio al più celebre degli 007, l’highlander scozzese Sean Connery, James Bond cinematografico per antonomasia, uscito di scena a 90 anni.
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Quanto alla politica, a suggellare l’anno è senza dubbio la fine della presidenza di un solo mandato negli Usa, breve quanto tumultuosa, del magnate repubblicano Donald Trump. E la contestata elezione al suo posto del democratico Joe Biden, 78enne veterano dell’establishment a cui mezza America e tanta parte del mondo affidano adesso speranze di cambiamento – o solo di quiete – dopo una corsa alla Casa Bianca mai così divisiva per un Paese già scosso nei mesi precedenti dalle proteste del movimento anti razzista Black Lives Matter, sull’onda dell’uccisione dell’afroamericano George Floyd, ennesima vittima della polizia: con record storico di voti in cifra assoluta per il vincitore (affiancato per la prima volta da una vicepresidente donna e non bianca, Kamala Harris), ma anche per lo sconfitto.
Una svolta destinata a riverberarsi certo sul futuro dell’affannata superpotenza d’oltreoceano e del globo nel 2021: anno in cui “nulla sarà più come prima”, non si fa che ripetere fra paure e auspici, come in un mantra. Sempre che ad avverarsi non sia invece, una volta di più, l’amaro vaticinio del Gattopardo.
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Ecco la manovra: sanità, famiglie, lavoro, le novità per il 2021
Nel testo previsto l’assegno unico per i figli. 800 euro per gli autonomi
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31 dicembre 2020
10:30
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Famiglie, imprese, lavoratori: la manovra per il 2021 cerca di “non lasciare indietro nessuno”, come ripete il governo dall’inizio della pandemia, e distribuisce i 40 miliardi – tra deficit e fondi Ue – in gran parte a nuovi aiuti per far fronte alla crisi, a partire dal rafforzamento della sanità e dal finanziamento del piano vaccini. Nel suo iter parlamentare iper-compresso (48 ore in commissione, due fiducie e meno di tre giorni per l’esame del Senato) riesce ad accogliere oltre 250 proposte di modifica e si arricchisce di una carica di bonus e micro-misure, dai festeggiamenti per il primo presepe al turismo esperienziale, ma anche del primo abbozzo di ammortizzatore sociale per gli autonomi.
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Ecco in sintesi le novità del 2021:
RIVOLUZIONE FAMIGLIA CON L’ASSEGNO UNICO: è una delle misure distintive della manovra già nella versione di partenza.
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Vengono stanziati 3 miliardi – che salgono a circa 6 a regime – per l’introduzione a partire da luglio dell’assegno universale che andrà anche ad autonomi e incapienti e sostituirà gli altri aiuti per i figli a carico, fino ai 21 anni. Per i dettagli bisognerà però aspettare l’ok del Senato al ddl delega sul tema e ai decreti attuativi. Nel pacchetto famiglia anche il bonus bebé confermato ancora per il 2021, il congedo per i papà che sale a 10 giorni, i finanziamenti per aumentare i posti negli asili nido e una serie di misure per il lavoro delle neomamme e delle donne in generale. Più fondi anche contro le discriminazione di genere e le violenze, per careliver e caregiver. Aiuti poi per la casa, con più fondi per incentivare chi abbassa l’affitto (fino al 50% della riduzione del canone, massimo 1200 euro) e cento milioni in più anche per il fondo morosi incolpevoli. Altri 40 milioni per i buoni spesa per le famiglie in difficoltà.
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AUTONOMI, ANNO BIANCO E ‘CIG’: L’altra ‘rivoluzione’ è quella in arrivo per gli autonomi: intanto con 1 miliardo, che sarà potenziato con un ulteriore miliardo e mezzo, scatterà l’esonero (parziale) dai contributi per il 2020 per le piccole partite Iva fino a 50mila euro con perdite di almeno un terzo nell’anno nero del Covid. In più arriva Iscro, la nuova ‘cig’ per gli automi, una indennità di sei mesi fino a 800 euro.
SCUDO ANTI-LICENZIAMENTI: Se i licenziamenti sono bloccati, con la manovra, fino a fine marzo, si cerca di stendere uno scudo per evitare una emorragia di posti di lavoro. Oltre al rifinanziamento per 5 miliardi di altre 12 settimane di Cig Covid, gli sgravi al 100% per le assunzioni di under 35 per 3 anni (4 al Sud) e per le donne, lo sconto del 30% dei contributi per i dipendenti nel Mezzogiorno, vengono prorogati ed estesi alle imprese dai 250 dipendenti i contratti di espansione, torna l’assegno di ricollocazione per chi è Naspi e nasce Gol, un nuovo programma per il Reddito di cittadinanza (per il quale ci sono risorse aggiuntive) e disoccupati in Naspi. In attesa della riforma delle pensioni per superare Quota 100 prorogate Ape social e opzione donna. Scatta la nona salvaguardia per gli esodati.
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DAI MEDICI AI VACCINI, OLTRE 3 MILIARDI A SANITA’: Un miliardo in più per il Servizio sanitario e altri 650 milioni per assumere 3mila medici e 12mila infermieri per somministrare i vaccini; 400 milioni per acquistarli, 70 milioni per i tamponi da medici di base e pediatri. Ci sono poi 850 milioni per le indennità di medici e infermieri. 100 per le professioni sanitarie. In più siringhe, tamponi e vaccini saranno senza iva, 5 milioni serviranno ad arginare la carenza di bombole di ossigeno. Raddoppiano i fondi per la cannabis terapeutica e arriva un contributo per le coppie che si sottopongono alla Pma.

NUOVI AIUTI, DA TURISMO A FILIERE AGRICOLE: Per sostenere il turismo, tra i settori più provati dalla crisi, arriva un nuovo pacchetto da mezzo miliardo tra stop alla prima rata Imu per alberghi, stabilimenti e discoteche, proroga del credito d’imposta sugli affitti e tax credit per agenzie di viaggio e tour operator. Agli aeroporti vanno 500 milioni. Scende al 10% l’Iva su asporto e delivery. E si guarda anche alle filiere indirettamente colpite dalle chiusure, dai vini di qualità ai suini.
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DALLA CASA ALL’AUTO, TUTTI I BONUS: Conferma anche nel 2022 del Superbonus al 110%, esteso a tetti e ascensori, ai nuovi ecoincentivi auto (3.500 euro anche per le euro 6) e un bonus fino al 40euro della spesa per i redditi bassi che comprano auto elettriche. Il bonus mobili si applica a spese fino a 16mila euro. Ci sono poi il bonus occhiali (50 euro con Isee entro i 10mila euro), quello da 1000 euro per i filtri dell’acqua ma anche altrettanti per chi cambia rubinetti e wc in chiave anti-spreco. Arriva il cellulare o il tablet “di Stato”, per consentire la connessione delle fasce più deboli. C’è infine un bonus revisione auto, che coprirà solo 1 volta nei prossimi tre anni l’aumento da gennaio di 10 euro.
GARANZIE E INCENTIVI AGGREGAZIONI IMPRESE: Per evitare strette sul credito prorogate le garanzie e anche la moratoria sui mutui. Rafforzato ed esteso Transizione 4.0, e incentivata l’aggregazione (norma di cui si potrebbe avvalere anche Mps).
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Recovery: nuova bozza del governo con il cronoprogramma dei progetti
Testo di 153 pagine: tante conferme, da Superbonus a cybersecurity
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30 dicembre 2020
19:04
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Spunta una nuova bozza di Recovery plan, un documento aggiornato di 153 pagine, nel quale per la prima volta compare il cronoprogramma dei singoli progetti, con l’indicazione, come chiede l’Ue, di milestones (pietre miliari) e target (obiettivi). Vengono indicati i soggetti proponenti, attuatori e la natura della spesa, se si tratta di investimenti, riforme o incentivi. Compaiono anche impatto green e digital.
La bozza, datata 29 dicembre, aggiorna il testo di 133 pagine portato in Cdm il 7 dicembre. Sui progetti diverse conferme: dal Superbonus al centro di ricerca sulla cybersecurity da realizzare entro il quarto trimestre 2021.
Due miliardi e 640 milioni aggiuntivi per accelerare sulla banda ultralarga e avviare già nel 2021 la copertura del 10% di scuole, strutture sanitarie, musei, e anche di 30mila km di strade extraurbane. E’ l’obiettivo che si pone il governo per il progetto ‘connessioni veloci’ contenuto nella nuova bozza del Recovery Plan. Nel dettaglio si prevede tra il 2024 e il 2026 la copertura piena di 9mila scuole,12.300 ospedali, 100 parchi, 200 musei e siti archeologici, 1000 centri sportivi. Previsto anche di raggiungere entro il primo trimestre 2026 2,5 milioni di case in aree grigie e bianche.
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Covid: Regioni, rimandare apertura impianti sci al 18/1
Con la scuola il Governo vuole ripartire il 7, almeno al 50%
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31 dicembre 2020
10:04
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Le regioni chiedono di rimandare l’apertura degli impianti sciistici al 18 gennaio. In una lettera ai ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza, il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini ha sottolineato che “allo stato attuale, causa anche il recente andamento epidemiologico a livello internazionale che non ha agevolato l’assunzione delle necessarie decisioni, si ritiene non ricorrano le condizioni tali da consentire iniziative e azioni programmabili per permettere l’apertura degli impianti il giorno 7 gennaio”.
Intanto il Governo vuole riportare due milioni e mezzo di studenti a scuola il 7 gennaio, almeno al 50% in presenza.
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Lo ha ribadito il premier Conte nella conferenza stampa di fine anno, mentre le Regioni si attrezzano perché personale e ragazzi possano affrontare le aule in sicurezza. Ma le polemiche non sono ancora sopite: in mattinata studenti e studentesse si sono mobilitati davanti al liceo Visconti di Roma per manifestare il loro dissenso verso la gestione del rientro subito dopo l’Epifania, mentre striscioni di protesta facevano comparsa davanti a una ventina di scuole di tutto il Lazio. I ragazzi chiedono “trasporti sicuri e aumento delle connessioni”, facendo eco a molti presidi italiani che continuano a ritenere difficile il rientro il 7 gennaio.
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Da Erasmus a passaporto cosa cambia per gli italiani con la Brexit
Le nuove regole per turisti, studenti e lavoratori
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31 dicembre 2020
11:20
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Dall’Erasmus al roaming, per le centinaia di migliaia di italiani ed europei, che guardano al Regno Unito come una meta turistica, lavorativa, di studio e di avventura dal primo gennaio, con l’entrata in vigore della Brexit, cambieranno molte cose. La svolta più immediata riguarderà, in senso più severo e restrittivo, le regole sugli spostamenti: uno dei fattori determinanti che hanno portato alla scelta del divorzio da Bruxelles nel referendum del 2016. Dal nuovo anno la libertà di movimento come intesa sino ad oggi cessa di esistere.
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Sarà necessario il passaporto (senza visto) per viaggiare nel Regno Unito e restarci fino a tre mesi. Per un periodo più lungo, nel caso in cui si intenda soggiornare per ragioni di lavoro o di studio, occorreranno invece visti analoghi a quelli richiesti attualmente agli stranieri non comunitari.
Ma non finisce qui. Per limitare gli ingressi, anche dall’Ue, vengono introdotte liste di priorità legate al possesso di un contratto di lavoro già garantito, con un salario minimo annuo lordo da 25.600 sterline (oltre 28.000 euro). Il tutto all’interno di un sistema di filtro degli ingressi a punti in cui si valuterà fra l’altro il livello delle proprie specializzazioni e la padronanza della lingua inglese.
Quanto a coloro che sono già residenti sull’isola (circa 4 milioni di europei, di cui oltre 700.000 italiani), il mantenimento dei diritti pre Brexit resta soggetto all’iscrizione, al più tardi entro giugno 2021, nel registro del cosiddetto ‘Eu Settlement Scheme’, istituito in forma digitale presso l’Home Office a tutela di un trattamento equiparato a quello dei cittadini britannici. Ma per i nuovi venuti, giovani in primis, la musica avrà un altro spartito. E i cambiamenti sono destinati a coinvolgere chi sogna Oxford e Cambridge o una delle tante altre università britanniche dove le presenze italiane sono una costante consolidata. Chi vi s’iscriverà dal 2021 pagherà una retta piena, al pari degli extracomunitari, che a seconda degli atenei può arrivare fino all’equivalente di oltre 30.000 euro per anno accademico.
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Inoltre la Gran Bretagna esce dal programma Erasmus di scambi fra studenti europei, considerato troppo oneroso dal governo Tory di Boris Johnson e utilizzato finora più dai ragazzi continentali per periodi di studio sull’isola che non dai giovani britannici attratti dagli atenei dei Paesi Ue. Un programma che Londra ha annunciato di voler sostituire con un nuovo schema di scambi globali, allargato agli atenei americani o asiatici, e intitolato al matematico inglese Alan Turing (colui che svelò i segreti dei cifrari tedeschi di Enigma durante la Seconda Guerra Mondiale): programma per il quale il ministro dell’Istruzione, Gavin Williamson, ha promesso uno stanziamento iniziale da 100 milioni di sterline, in grado di coprire dall’anno prossimo i costi di soggiorni di studio globali a 35.000 studenti isolani contro i 15.000 circa dell’ultimo Erasmus.
Infine c’è la questione del roaming telefonico che riguarda soprattutto chi vorrà recarsi nel Regno Unito per turismo. Fino ad oggi infatti i cittadini italiani hanno potuto usare i loro piani tariffari come se fossero in Italia grazie ad una legge europea entrata in vigore tre anni fa. Con la Brexit le cose cambieranno, a meno di accordi nei prossimi mesi, e chi possiede sim italiane dovrà fare riferimento al proprio operatore telefonico circa gli addebiti roaming.
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Egitto: ‘Processo Regeni immotivato’. Ira dell’Italia
Farnesina: ‘Parole inaccettabili, piena fiducia nella magistratura italiana’
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IL CAIRO
31 dicembre 2020
11:00
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Nel sostenere che un processo in Italia sarebbe “immotivato”, la Procura generale egiziana accredita la tesi secondo la quale imprecisate “parti ostili a Egitto e Italia vogliano sfruttare” il caso di Giulio Regeni “per nuocere alle relazioni” tra i due paesi. Ciò, aggiunge la Procura, sarebbe provato dal luogo del ritrovamento del corpo e dalla scelta del giorno del sequestro e di quello del ritrovamento del cadavere, avvenuto durante una missione economica italiana al Cairo.
“La Farnesina ritiene che quanto affermato dalla Procura Generale egiziana relativamente al tragico omicidio di Giulio Regeni sia inaccettabile”. In una nota diffusa in serata la Farnesina ribadisce “di avere piena fiducia nell’operato della magistratura italiana” e che “continuerà ad agire in tutte le Sedi, inclusa l’Unione europea, affinché la verità sul barbaro omicidio di Giulio Regeni possa finalmente emergere”.
“La Farnesina auspica che la Procura Generale egiziana condivida questa esigenza di verità e fornisca la necessaria collaborazione alla Procura della Repubblica di Roma”.

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