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Nuova esecuzione pubblica in Iran: sale a 279 il numero delle persone giustiziate nel 2023

Tempo di lettura: 2 minuti

Ultimo aggiornamento 26 Maggio, 2023, 18:30:23 di Maurizio Barra

La Repubblica islamica mostra ancora una volta il suo lato più spietato mettendo pubblicamente a morte un uomo dopo una condanna per “corruzione attraverso la promozione della prostituzione”, reato punito con la pena di morte nell’Iran sciita. 

L’uomo, identificato come Amir Mehdi, in rigione da sette anni, è stato impiccato nella piazza principale della città di Maragheh, nella provincia dell’Azerbaigian orientale, davanti agli occhi dei suoi concittadini, divenendo subito virale. A riferirlo l’emittente iraniana legata all’opposizione Iran International, con sede a Washington. L’esecuzione è stata confermata anche dalle autorità giudiziarie, che usano le esecuzioni pubbliche per soffocare le proteste e incutere timore.

Secondo Iran Human Rights (Ihr) dall’inizio del 2023 in Iran sono state giustiziate 279 persone, tra cui cinque donne, mentre dal 2010 a oggi sono state eseguite 7.264 condanne a morte, tra cui 192 donne e 68 minori. 

L’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Volker Turk, ha espresso il suo sgomento per “il numero allarmante di esecuzioni” avvenute in Iran. In media, più di dieci persone sono state giustiziate ogni settimana dall’inizio dell’anno. Questo ha reso l’Iran uno dei Paesi con il maggior numero di esecuzioni al mondo.

La Repubblica islamica guidata dalla teocrazia sciita è al centro di forti critiche e di sanzioni internazionali sia per quanto riguarda il suo programma nucleare e il coinvolgimento nella vendita di armi a Mosca nella guerra in Ucraina che in riferimento all’ultima massiccia protesta governativa in nome di Mahsa Amini, la 22enne studentessa curda morta per il velo messo male mentre era in custodia della cosìdetta polizia “morale”. Le condanne a morte emesse durante gli ultimi 8 mesi di protesta sarebbero almeno 34 secondo Wikipedia che pubblica un elenco con nomi e cognomi dei condannati, accusati tutti di “corruzione sulla terra” o di “oltraggio alla religione”. Tra loro anche una diciottenne per un post su Twitter.

“Insieme all’Europa teniamo la linea dura attraverso l’inasprimento delle sanzioni, dobbiamo continuare a lavorare sulla sicurezza nucleare e sul piano del rispetto dei diritti umani”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, riferendo a commissioni riunite Camera e Senato sugli esiti del Consiglio affari esteri Ue del 22 maggio.

Olivier Vandecasteele, il cooperante belga rilasciato oggi a Muscat Reuters

Olivier Vandecasteele, il cooperante belga rilasciato oggi a Muscat

L’Iran ha un’intensa attività diplomatica e gode del sostegno da parte di altri attori internazionali. E’ di oggi la notizia che il paese islamico ha trattato col Belgio per uno scambio di prigionieri, grazie alla mediazine dell’Oman. “Le persone rilasciate sono state portate da Teheran e Bruxelles a Muscat iper il loro ritorno nei rispettivi Paesi”, la conferma del ministero degli esteri dell’Oman in un comunicato, senza fornire ulteriori dettagli. 

E’ tornato a Teheran il diplomatico iraniano Assadollah Assadi, detenuto da due anni, prima in Germania e poi in Belgio, a seguito della condanna per complicità nell’attentato del 2018 contro una manifestazione della diaspora iraniana fuori Parigi. Mentre Bruxelles ha annunciato il rientro in patria del cooperante belga Olivier Vandecasteele, detenuto in Irandal dal febbraio 2022. Teheran lo aveva condannato per spionaggio a 40 anni di carcere e 74 frustate.

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