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Kosovo, scontri nel nord: i serbi protestano contro l'insediamento dei nuovi sindaci. Gli Usa condannano Pristina

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Ultimo aggiornamento 27 Maggio, 2023, 06:52:32 di Maurizio Barra

Tensioni e scontri nel nord del Kosovo tra dimostranti di etnia serba e polizia kosovara. Gli scontri sono esplosi dopo le proteste dei cittadini di etnia serba che hanno tentato di impedire ai sindaci kosovari neoeletti alle elezioni locali di aprile, boicottate dalla comunità serba, di insediarsi e accedere ai loro uffici. La polizia ha disperso le manifestazioni sparando gas lacrimogeni e diverse auto sono state date alle fiamme, secondo varie fonti.

In risposta agli scontri, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha fatto sapere di aver messo l’esercito in “stato di massima allerta”. Vucic ha anche ordinato un invio “urgente” di truppe serbe al confine con il Kosovo. Secondo diversi media, tra cui l’agenzia di stampa turca Anadolu, Vucic ha chiesto alle truppe a guida Nato di stanza in Kosovo di proteggere i serbi kosovari dalla polizia, mentre quest’ultima ha fatto sapere di avere incrementato il numero di agenti sul posto “per aiutare i sindaci dei comuni settentrionali di Zvecan, Leposavic e Zubin Potok a esercitare il loro diritto” a insediarsi. Diversi video pubblicati sui social media mostrano, oltre alle immagini degli scontri, anche le colonne di blindati delle foze speciali kosovare muovere verso i comuni interessati.

Le elezioni anticipate del 23 aprile sono state boicottate dai serbi e solo i rappresentanti di etnia albanese o di altre minoranze sono stati eletti alle cariche di sindaco e nelle assemblee. Le elezioni locali si sono svolte in quattro comuni a maggioranza serba, dopo che i rappresentanti dei serbi si sono ritirati dalle istituzioni kosovare lo scorso novembre per denunciare le discriminazioni che affermano di subire da parte del governo. I serbi del nord del Kosovo non riconoscono l’autorità dei nuovi sindaci, eletti in un’elezione in cui, a causa del boicottaggio serbo, l’affluenza alle urne è stata solo del 3%.

Gli Usa condannano il Kosovo

“Condanniamo fermamente le azioni del governo del Kosovo che stanno intensificando le tensioni nel nord e aumentando l’instabilità. Chiediamo al primo ministro Albin Kurti di fermare immediatamente queste azioni e rifocalizzarsi sul dialogo facilitato dall’Ue”. Lo ha scritto su Twitter il segretario di Stato americano, Antony Blinken.

 

L’Ue contro gli scontri

“L’Ue condanna fermamente gli scontri che coinvolgono polizia e manifestanti kosovari nel nord del Kosovo, iniziati con il tentativo dei sindaci neoeletti di entrare negli edifici comunali. Deploriamo fermamente gli attacchi alle pattuglie della missione civile dell’Ue in Kosovo, Eulex” che “deve poter svolgere il proprio mandato pacificamente”. Così Peter Stano, portavoce dell’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, in una nota in merito all’escalation nel Kosovo del nord, a maggioranza serba. “Tutti – prosegue – devono intraprendere azioni per ridurre la situazione di tensione e tornare immediatamente alla calma. L’Ue non accetterà ulteriori azioni unilaterali o provocatorie e la salvaguardia della pace, e la sicurezza sul terreno dovrebbe avere la priorità”.

“Come l’Ue ha costantemente affermato, le recenti elezioni suppletive nel nord del Kosovo non offrono una soluzione politica a lungo termine per i comuni coinvolti. Tale soluzione – conclude – può essere trovata solo attraverso un vero dialogo tra tutte le principali parti interessate, tra cui il Kosovo, la Serbia e la comunità serba del Kosovo, con la mediazione dell’Ue”.

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