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Svolta in Ue, c'è l'accordo sul Patto migranti. Meloni: "Passi avanti, il problema è di tutti"

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Ultimo aggiornamento 8 Giugno, 2023, 23:15:30 di Maurizio Barra

Una giornata defintita da tutti storica quella che ha portato all’accordo tra i 27 per approvare i due pacchetti legislativi sulle procedure di frontiera e sulla gestione dell’asilo. Le norme sono un complesso mosaico di provvedimenti di cui si compone il nuovo Patto sulla migrazione. Con questo primo passo  il Consiglio ha stabilito il suo mandato negoziale: per l’approvazione definitiva si dovrà trovare una posizione comune con il co-legislatore, il Parlamento Europeo. Il nodo finale era trovare un testo soddisfacente sulla definizione dei Paesi terzi sicuri dove sarà possibile inviare i migranti che non ricevono asilo.

Si è ricercata una posizione comune su due diversi regolamenti, uno che riguarda la gestione dell’asilo e l’immigrazione, e che introduce meccanismi di solidarietà, l’altro che riguarda le procedure per l’esame delle domande d’asilo e che prevede maggiori responsabilità per i Paesi di primo ingresso. Sul primo fronte, la proposta prevede per tutti gli Stati l’obbligo di contribuire, ma la facoltà di scegliere tra ridistribuzione e contributi finanziari: chi non intende accogliere dovrà pagare 20 mila euro a migrante. Sul fronte della responsabilità, vengono introdotti nuovi obblighi per gli Stati di primo approdo. L’esame delle domande d’asilo dei migranti che arrivano da Paesi con un tasso di riconoscimento inferiore al 20% dovrà essere effettuato attraverso una “procedura di frontiera” e concludersi entro 12 settimane.

Viene inoltre esteso il periodo durante il quale uno Stato ha la responsabilità dei migranti arrivati sul suo territorio: 24 mesi contro i 12 attuali. Piantedosi ha chiesto di mantenere il periodo a 12 mesi almeno per quelli salvati in mare con le operazioni di ricerca e soccorso. Richiesta che sarebbe stata accolta.

L’Italia alla fine ha votato sì ai due regolamenti chiave del Patto Migrazione e Asilo. Si sono astenuti Ungheria, Polonia, Slovacchia, Lituania, Malta e Bulgaria. Non ci sono stati voti contrari. È quanto si apprende da fonti diplomatiche Ue.

Nel pomeriggio il Ministro Piantedosi aveva espresso perplessità per quella che aveva definito “una proposta destinata a fallire”, dopo le trattative bilaterali con la collega tedesca.

Molte le frizioni poi verso le 20 i Paesi hanno trovato un’intesa sul punto più critico che aveva diviso in particolare l’Italia e la Germania, vale a dire la possibilità di rimpatriare i migranti “irregolari” non nei loro Paesi di origine, ma anche nei Paesi di transito, a patto che siano considerati “sicuri”, grazie al concetto di “connessione”. A quel punto è stata convocata nuovamente la sessione plenaria per il voto definitivo a maggioranza qualificata.

Il compenso per ogni migrante non ricollocato che un Paese membro dovrà versare secondo la posizione  negoziale del Consiglio votata oggi su due regolamenti chiave del  patto Ue per le migrazioni resta di “20mila euro” a persona, ma il  testo è stato modificato, nel senso che “i contributi finanziari  verranno canalizzati attraverso un veicolo gestito a livello Ue, che  deve essere definito dalla Commissione”. Lo conferma la ministra svedese per le Migrazioni Maria Malmer Stenergard, al termine del  Consiglio Affari Interni a Lussemburgo.

La questione del collegamento di un richiedente asilo con il Paese di transito nel quale si intende rimandarlo in caso di rigetto della domanda di asilo “è uno dei punti  che è stato leggermente rivisto oggi. Sta agli Stati membri  determinare se c’è una connessione tra il richiedente asilo e il Paese terzo” nel quale lo si intende rimandare. Nella posizione negoziale sui regolamenti votata oggi “c’è ancora un collegamento, ma spetta  agli Stati membri valutarlo”. Lo dice la ministra per le Migrazioni  svedese Maria Malmer Stenergard, in conferenza stampa a Lussemburgo. La questione della ‘connessione’ del migrante con il Paese di transito era uno degli ultimi punti di frizione: alcuni Paesi insistevano  affinché il rinvio nel Paese di transito di un migrante fosse possibile solo nel caso in cui ci fosse un collegamento tra la persona e quel Paese, mentre altri Paesi, come l’Italia, non volevano che  sussistesse questa connessione. Il Paese di transito deve essere  comunque un “Paese terzo sicuro”, in linea con il diritto  internazionale.

 

 

Le reazioni all’accordo

”Il problema ce lo abbiamo tutti e occorre risolverlo all’inizio, alla partenza. Sono soddisfatta di  essere riuscita a porre la questione perché è il modo per affrontare  la questione insieme così come sono soddisfatta del viaggio che faremo domenica con la presidente Von der Leyen e il primo ministro olandese Mark Rutte in Tunisia per affrontare un’altra grande questione che è  italiana ma anche europea”. Così là premier Giorgia Meloni a Manduria. ”Quando noi non riusciamo a reggere i flussi migratori, in  qualche modo il problema diventa di tutti”, ha aggiunto.

“L’Italia ha ottenuto il consenso su tutte le proposte avanzate nel corso del Consiglio odierno. In primis, abbiamo scongiurato l’ipotesi che l’Italia e tutti gli Stati membri di primo ingresso venissero pagati per mantenere i migranti irregolari nei propri territori. L’Italia non sarà il centro di raccolta degli immigrati per conto dell’Europa”. Lo dichiara il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo il voto al Consiglio Affari interni. “L’Italia ha avuto una posizione di grande responsabilità e ha trovato corrispondenza da altri Paesi: abbiamo cercato di rendere attuabili le procedure di frontiera, processo che noi riteniamo debba andare avanti. Volevamo che non passassero formulazioni dei testi che depotenziassero la possibilità di fare accordi con Paesi terzi, sempre nell’attuazione della proiezione sulladimensione esterna”. Ha precisato il Ministro Piantedosi.

“Questo è davvero un grande passo! Congratulazioni alla commissaria Ylva Johansson e alla svedese del Consiglio Ue per la perseveranza e il duro lavoro”. Così il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in un tweet, ha commentato l’accordo sul Patto Migrazione e asilo.

 

Il ministro dell’Interno spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, ha definito un “grande successo” l’approvazione del nuovo regolamento europeo sulla migrazione, punto chiave nel processo di finalizzazione del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo dell’Unione europea. “Oggi abbiamo fatto un grande passo avanti per dotare l’Europa di un sistema di asilo e migrazione più efficace, più unito e più equo”, ha detto il ministro da Lussemburgo. Il nuovo documento garantisce l’equa distribuzione delle responsabilità in materia migratoria e la solidarietà, un principio che compare per la prima volta in uno strumento giuridico dell’Ue, “una questione essenziale per Paesi come la Spagna, esposti a intensi flussi migratori in quanto frontiera esterna dell’Unione Europea”, ha sottolineato Marlaska che ha poi esortato le controparti a proseguire la tabella di marcia elaborata nel 2019 con il Parlamento europeo per completare i negoziati del Patto sulla migrazione e l’asilo prima della fine della legislatura europea, nel giugno 2024.

Di segno decisamente opposta la posizione polacca: “Voglio oppormi alla procedura di lavoro adottata. Abbiamo ricevuto la bozza finale di questo regolamento molto complesso e sensibile solo pochi minuti fa. Quindi non c’e’ stato abbastanza tempo neanche per provare ad analizzarlo nei dettagli. Poi, nella bozza di regolamento vi sono elementi obbligatori, non volontari, che riguardano i ricollocamenti, che sono contrari alle conclusioni del Consiglio europeo del giugno 2018. Vedremo molto presto i numeri crescere e sono sicuro che continueremo queste discussioni in altri consessi, anche nel Consiglio europeo di giugno”. Lo ha dichiarato l’ambasciatore polacco, Andrzej Sados, intervenendo dopo il voto positivo al Consiglio Affari interni dell’Ue sulle nuove regole per la migrazione e l’asilo.

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