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SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

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SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA TUTTE LE NOTIZIE IN TEMPO REALE

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DALLE 14:57 DI LUNEDì 17 FEBBRAIO 2020

ALLE 15:20 DI SABATO 07 MARZO 2020

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Con Hisham Matar la Libia protagonista a ‘Dedica’
Festival in programma a Pordenone dal 7 al 14 marzo
PORDENONE
17 febbraio 2020 14:57
– Conversazioni, libri, teatro, musica, fotografia, illustrazione si susseguiranno, dal 7 al 14 marzo, a Pordenone, nel programma della 26/a edizione di Dedica, il festival organizzato dall’associazione culturale Thesis, incentrato sullo scrittore libico Hisham Matar, premio Pulitzer per il libro “Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro”.
Quattordici gli appuntamenti che condurranno il pubblico nel mondo letterario dell’autore, caratterizzato da un tratto poetico e da tematiche impegnative come esilio, perdita, dolore, separazione, assenza, effetto terapeutico della bellezza. Sotto la lente anche la realtà della Libia di oggi. Tra gli ospiti: Benedetta Tobagi, Michele Riondino, Teho Teardo, Mario Perrotta, Dhafer Youssef, Miriam Selima Fieno, Elio Ciol, Gianluca Buttolo, Francesca Mannocchi, Francesco Strazzari, Chiara Frugoni. Matar presenterà il suo nuovo libro “Un punto di approdo” (Einaudi) e ha regalato al festival due inediti, contenuti nella monografia “Dedica a Hisham Matar”.
Strega: si arricchisce la lista con 5 nuovi autori
15 i titoli sul sito del premio. Proposte entro il 3 marzo
17 febbraio 2020
15:49
– Cinque nuovi titoli proposti dagli Amici della domenica per il Premio Strega 2020 sono stati pubblicati sul sito del premio http://www.premiostrega.it C’è tempo fino al 3 marzo per inviare le proposte che dal 2018 prevedono la possibilità di essere presentati da un solo Amico della Domenica, non più da due come in passato, Ecco gli ultimi autori e libri proposti: Viola Di Grado con ‘Fuoco al cielo’ (La Nave di Teseo), presentato da Maria Rosa Cutrufelli; Daniele Mencarelli con ‘Tutto chiede salvezza’ (Mondadori), proposto da Maria Pia Ammirati; Rosario Palazzolo con ‘La vita schifa’ (Arkadia), proposto da Giulia Ciarapica; Francesca Pansa con ‘Nessuna notte è infinita’ (Rizzoli), proposto da Aurelio Picca; Lodovica San Guedoro con ‘Amor che torni… Un’educazione sentimentale’ (Felix Krull), proposto da Paolo Ruffilli.
Arrivano così a 15 i libri finora segnalati dai componenti della giuria. Gli altri dieci sono: Errico Buonanno, “Teresa sulla Luna” (Solferino Libri), proposto da Chiara Gamberale; Angelo Ferracuti, ‘La metà del cielo’ (Mondadori), proposto da Paolo Di Stefano; Giorgio Ghiotti, ‘Gli occhi vuoti dei santi’ (Hacca Edizioni), proposto da Biancamaria Frabotta; Ezio Sinigaglia, ‘L’imitazion del vero’ (TerraRossa Edizioni), proposto da Lorenza Foschini; Sandro Veronesi, ‘Il colibrì’ (La Nave di Teseo), proposto dall’Accademia degli Scrausi; Jonathan Bazzi con ‘Febbre’ (Fandango Libri), proposto da Teresa Ciabatti; Giuseppe Lupo, con ‘Breve storia del mio silenzio’ (Marsilio), proposto da Salvatore Silvano Nigro, Alfredo Palomba con ‘Teorie della comprensione profonda delle cose’ (Wojtek Edizioni), proposto da Antonella Cilento, Remo Rapino con ‘Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio’ (minimum fax), proposto da Maria Ida Gaeta ed Enrico Vanzina, ‘Mio fratello Carlo’ (HarperCollins ), proposto da Masolino D’Amico.
I dodici finalisti che concorreranno alla cinquina verranno proclamati il 15 marzo a Libri Come, la festa del libro e della lettura all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Un anno senza Karl Lagerfeld, boom vendite vintage online
Su Lyst cresce del 20% domanda di borse e sneaker usate
17 febbraio 2020
16:09
– Non dovrebbe meravigliare che le borse disegnate da Karl Lagerfeld per Chanel, modello Boy, vadano a ruba nei negozi online che vendono l’usato. Per non parlare della Jumbo bag con doppia patta nera o delle sneaker in camoscio, o di altri accessori realizzati da Lagerfeld a tiratura limitata. Tanto che a un anno dopo la scomparsa dello storico direttore creativo delle maison Fendi e Chanel, avvenuta il 19 febbraio 2019, Lyst, piattaforma di ricerche online di moda, fa sapere che dopo la morte del couturier tedesco la domanda per i prodotti Chanel vintage nelle piattaforme dell’usato è aumentata del 20%. E le ricerche per il marchio sono cresciute del 33% dopo la nomina di Virginie Viard come direttore creativo della maison. Come con curiosità si apprende che, dopo i Grammy 2020, l’accessorio più ricercato della maison è la “borraccia Chanel”, mostrata da Maggie Rogers sul red carpet.
Non poteva essere diversamente. Lagerfeld è ormai entrato nella leggenda, anche se bisogna ammettere che chi si aspettava che le due maison che ha diretto per tanti decenni avrebbero risentito della sua assenza, è stato smentito. Per quanto riguarda Fendi, SIlvia Venturini Fendi, cresciuta professionalmente sotto la guida di Lagerfeld, è saldamente in sella a un anno di distanza, alla guida creativa dell’azienda fondata dalla sua famiglia e ora tra le griffe di punta del Gruppo Vuitton. Per Chanel, lo stesso giorno della scomparsa dello stilista, i vertici della maison chiarirono che il successore dello stilista tedesco, direttore creativo della maison francese dal 1983, sarebbe diventata Virginie Viard, direttrice di Chanel Fashion Creation Studio e stretta collaboratrice del couturier scomparso.
Amadeus e Fiorello tra vincitori del premio ‘Biagio Agnes’
La manifestazione dal 26 al 28 giugno a Sorrento
17 febbraio 2020
20:09
Amadeus, Fiorello, L’amica geniale e Roula Khalaf, prima direttrice donna del Financial Times in 131 anni di storia. Sono tra i vincitori annunciati della XII edizione del ‘Premio Biagio Agnes’, il riconoscimento internazionale del Giornalismo e dell’Informazione, in programma a Sorrento dal 26 al 28 giugno. Nello scenario di Marina Grande, a Sorrento, il 27 giugno saranno consegnati i premi dedicati allo storico direttore generale della Rai. La giuria è presieduta da Gianni Letta.
La manifestazione, organizzata da Simona Agnes, si svolgerà in collaborazione con la Rai e in partnership con Confindustria. Reduci da un 70/o Festival di Sanremo con ascolti record, Amadeus e Fiorello riceveranno il ‘Premio Costume e Società’ perché “sono riusciti, in un momento di frammentarietà del pensiero e confusione generalizzata, a creare uno spettacolo che ha unito il Paese”. Un riconoscimento particolarmente significativo è stato assegnato ai 60 anni del programma radiofonico ‘Tutto il calcio minuto per minuto’. Il ‘Premio Nuove Frontiere del Giornalismo’ andrà a RaiPlay per “l’entusiasmante e ambizioso percorso che sta tracciando in ottica di alfabetizzazione digitale del pubblico”. Riconoscimento anche alla memoria di Ida Colucci, ex direttrice del Tg2 ed ex cronista parlamentare, scomparsa nell’agosto 2019.
Ecco i vincitori del ‘Premio Biagio Agnes 2020’, suddivisi in quindici categorie. Premio Internazionale: Roula Khalaf, Direttrice Financial Times; Premio Stampa Periodica: Danda Santini, Direttrice iO Donna;Premio Carta Stampata: Simone Canettieri, Il Messaggero; Premio Reportage: Viviana Mazza, Corriere della Sera;Premio Costume e Società: Amadeus e Fiorello; Premio per la Televisione: Alessandra Sardoni, LA7 ; Premio per la Radio: Radio2 Social Club, Rai Radio 2; Premio Giornalismo Sportivo: 60 anni di ‘Tutto il calcio minuto per minuto’, Rai Radio 1; Premio Cinema: Piera Detassis, presidente e direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello; Premio Fiction: L’amica geniale; Premio Giornalista economico: Dino Pesole, Il Sole 24 Ore; Premio Nuove Frontiere del Giornalismo: Raiplay – Direttrice: Elena Capparelli; Premio Giornalista Scrittore: Maurizio Molinari, Assedio all’Occidente (La nave di Teseo, 2019); Alessandra Necci, Caterina de’ Medici. Un’italiana alla conquista della Francia (Marsilio, 2019); Antonio Polito, Il Muro che cadde due volte (Solferino, 2019) e Andrea Vianello, Ogni parola che sapevo (Mondadori, 2020). Premio Under 40: David Allegranti, Il Foglio e Premio alla Memoria: Ida Colucci.
“Questo appuntamento annuale sottende un lavoro che portiamo avanti da sempre con la Fondazione Biagio Agnes, finalizzato a difendere i valori di un giornalismo vero, libero, meticoloso, senza paura. Un giornalismo che costruisca il futuro attraverso la forza della propria storia” dice Simona Agnes, presidente della Fondazione Biagio Agnes. Come da tradizione, la Fondazione Biagio Agnes assegna una Borsa di studio al primo classificato in graduatoria della Scuola Superiore di Giornalismo dell’Università Luiss di Roma. La giuria è composta da: Giulio Anselmi, Virman Cusenza, Stefano Folli, Luciano Fontana, Paolo Garimberti, Guido Gentili, Roberto Gervaso, Giampiero Gramaglia, Paolo Liguori, Pierluigi Magnaschi, Antonella Mansi, Giuseppe Marra, Antonio Martusciello, Antonio Polito, Marcello Sorgi, Fabio Tamburini, Mons. Dario Edoardo Viganò e di diritto dall’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini e dai presidenti dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Carlo Verna e della Regione Campania Vincenzo De Luca. Il presidente onorario del “Premio Biagio Agnes” è Marcello Foa, in qualità di presidente della Rai.
Harrison Ford pronto per un nuovo Indiana Jones
Il quinto capitolo della saga. Primo ciak previsto in estate
NEW YORK
17 febbraio 2020
16:42
– Harrison Ford è pronto per rimettersi i panni di Henry Walton Jones Jr, alias Indiana Jones. Lo ha confermato lo stesso attore durante un’apparizione all’Ellen DeGeneres show, specificando che le riprese del quinto capitolo della saga, protagonista un rispettabile e pacato professore di archeologia che gira il mondo a caccia di tesori, inizieranno la prossima estate. “Sarà divertente – ha detto Ford, 77 anni – non vedo l’ora”.
L’ultimo film del franchise, ‘Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo’ risale al 2008, vent’anni dopo il terzo, ‘Indiana Jones e l’ultima crociata’. Il primo, ‘I predatori dell’arca perduta’ risale al 1981, ma nel 2008 è stato reintitolato ‘Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta’. Il secondo è ‘Indiana Jones e il tempio maledetto’ del 1984.
Effetto Sanremo per La mia banda suona il pop
Risate e musica con De Sica, Ghini, Rossi e Finocchiaro
17 febbraio 2020
19:59
Certo la coincidenza è favorevole, la reunion dei Ricchi e Poveri quest’anno al Festival di Sanremo fa sicuramente da volano a quella dei Popcorn, banda virtuale e molto cialtrona protagonista de La mia banda suona il pop, commedia di Fausto Brizzi. Un gruppo pop degli anni Ottanta composto dal frontman Tony (Christian De Sica), Jerry (Paolo Rossi), Lucky (Massimo Ghini) e Micky (Angela Finocchiaro), un mix appunto tra Ricchi e Poveri e I cugini di campagna, rimesso insieme dopo trent’anni dal furbo manager Franco (Diego Abatantuono).
Una reunion, raccontata in questo film in sala in 400 copie da giovedì 20 febbraio con Medusa, non certo nata per nostalgia ma solo per soldi, quelli promessi da Olga (Natasha Stefanenko) per conto di un ricchissimo magnate di San Pietroburgo, Vladimir Ivanov (Rinat Khismatouline), fan sfegatato della band. Vinte tutte le resistenze del gruppo grazie alla generosa somma di denaro messa a disposizione dall’oligarca, Franco scopre che dietro l’offerta di Olga c’è la sua volontà di rapinare il miliardario. Tutto prende così la piega di un thriller pieno d’azione. La mia banda suona il pop (il titolo richiama una celebre canzone di Ivano Fossati, La mia banda suona il rock), che ricorda molto i cinepanettoni, è pieno di una comicità “senza troppi snobismi” (come ha detto il produttore Luca Barbareschi), una comicità basica all’interno di un lavoro ricco di orecchiabili canzoni anni Ottanta scritte dal maestro Bruno Zambrini (autore di Non son degno di te, La fisarmonica e La bambola).
“Certo ci siamo ispirati a reunion come quelle dei Pooh e avevamo in mente anche quella dei Ricchi e Poveri che non potevamo immaginare ci sarebbe stata davvero – spiega Brizzi – . Volevo comunque fare un film comico con scene d’azione alla 007 che sono quelle che mi diverte più girare”. Per De Sica questo è uno dei pochi film in cui si ride davvero: “Lo dico – spiega – perché ho visto Tolo Tolo di Zalone che è sicuramente un bel film, ma in cui si ride poco. Vale lo stesso per Odio l’estate di Aldo, Giovanni e Giacomo che è un lavoro molto melò”. “In Russia – ci tiene a dire la Stefanenko – la musica italiana degli anni Ottanta è ancora strafamosa. Parlo di personaggi come Pupo, Toto Cutugno e Al Bano e Romina. Sarà perché abbiamo iniziato a seguire Sanremo negli anni Ottanta. Non capivamo le parole, ma le cantavamo. Non erano canzoni pesanti come quelle russe piene di patriottismo e malinconia”.
Balenciaga haute couture torna a sfilare a Parigi
Dopo 52 anni, con il direttore creativo Demna Gvasalia
17 febbraio 2020
16:46
– “L’haute couture è il principio fondante di Balenciaga, quindi è mio dovere creativo e visionario riportare Balenciaga all’alta moda. È al di sopra delle tendenze. È un’espressione di bellezza ai massimi livelli estetici e qualitativi e collega la visione moderna della maison alle origini”. Parola di Demna Gvasalia, lo stilista georgiano alla direzione creativa della casa di moda, che dal 1968, quando il suo fondatore Cristobal Balenciaga decise di dire addio alla couture, non sfila più nel calendario dell’alta moda francese.
Il couturier morì nel 1972. La casa rimase inattiva fino al 1986. Ora il ritorno nelle sfilate dell’haute couture parigina previsto per il prossimo luglio.
Balenciaga fondò la maison in Spagna nel 191, stabilendosi a Parigi in 10 Avenue George V, nel 1937. Era considerato un maestro dell’alta moda per i suoi abiti scultorei nei quali tracciava silhouette sempre nuove manipolando l’altezza e la presenza o meno del punto vita. Sono trascorsi 52 anni dall’addio di Balenciaga e Demna Gvasalia sembra deciso a riportare la maison che appartiene al Gruppo Kering, ai suoi antichi splendori. Gvasalia, 38 anni, ha infuso nella casa di moda la propria impronta street. Uno stile che si discosta molto dal passato della maison tornata sotto i riflettori nel 1986, quando Jacques Bogart sa acquistò i diritti della griffe e lanciò una linea di abbigliamento. La prima collezione fu disegnata da Michel Goma nell’ottobre 1987, che rimase a casa per i successivi cinque anni. Fu sostituito nel 1992 con il designer olandese Josephus Thimister. Nicolas Ghesquière si unì come progettista di licenze, e alla fine fu promosso a capo designer nel 1997. Nel 2012, dopo 15 anni la separazione da Ghesquière funestata da una causa con il gruppo Kering, e il passaggio alla direzione di Alexander Wang che ha firmato la sua prima collezione presentata nel febbraio 2013. Nel luglio 2015, Balenciaga ha annunciato che si sarebbe separata anche da Alexander Wang che sarebbe stato sostituito da Demna Gvasalia.
‘Il giocattolaio’, il nuovo thriller di Angela Failla
Esce il 27 febbraio
17 febbraio 2020
18:47
– ANGELA FAILLA, IL GIOCATTOLAIO (YUME EDIZIONI, EURO 17). Arriva in libreria il 27 febbraio 2020 il thriller di Angela Failla, ‘Il giocattolaio’. Luana Felding, 23 anni, viene trovata morta nella sua stanza. Le pareti sono imbrattate di sangue e gli occhi della ragazza sono tenuti aperti con del nastro adesivo. Sulla scena del crimine arriva il detective Manuel Boselli, alla sua prima indagine. Ma quello che sembrava un assassinio isolato si trasforma presto in una lunga scia di sangue. Sono tre le donne uccise in circostanze misteriose dal Giocattolaio, un serial killer spietato che cattura, tortura e uccide, lasciando una polaroid su ogni cadavere e ha un piano oscuro fatto di enigmi e indovinelli.
Tra suspense, depistaggi, colpi di scena e ritmo narrativo incalzante, per Boselli l’indagine si fa sempre più serrata e in questa corsa contro il tempo il detective metterà in pericolo anche la sua vita. Fino ad un salto nel passato, ad una storia di tanti anni prima che trasforma la storia in un thriller psicologico con un’atmosfera rarefatta di visioni e incubi misti a realtà. Perché la fine è solo l’inizio e lui è sempre un passo avanti. “Il gioco è iniziato e ci sono delle regole: se non le rispetti qualcuno muore. Se non trovi la soluzione in tempo qualcuno muore” come viene sottolineato nella quarta di copertina.
Autrice, con ‘Il Giocattolaio’, di quattro romanzi, la Failla, che ha esordito con ‘Chissà se si chiamava amore’ (Giovane Holden edizioni) è originaria di Caltagiorne, è laureata in economia e commercio e collabora con settimanali e mensili italiani.
Moda: capsule Alviero Martini 1 Classe ispirata a Marrakech
Sullo sfondo delle borse Geo rosa i giardini di Majorelle
17 febbraio 2020
18:47
– Per questa capsule di borse Alverio Martini 1 Classe s’ispira alle atmosfere suggestive dei giardini botanici di Majorelle a Marrakech. Sullo sfondo Geo Rosa, caldo e femminile, fioriscono elementi della flora esotica delle oasi e giocano sugli alberi animali tipici del Nord Africa. Metalli oro rosa, cuciture in tono e coste con finitura opaca sono i dettagli che arricchiscono questa collezione. Diversi i modelli, tra cui zainetti, tracolle e shopper, che con i loro volumi semplici valorizzano la stampa, impreziositi da dettagli in metalli logati in oro rosa.
Achille Lauro direttore creativo Elektra, l’alt di Sony
Manager replica, azzardato comunicare titolarità della persona
17 febbraio 2020
20:01
Si apre un nuovo, importante capitolo nella carriera di Achille Lauro. Dopo aver lasciato il segno al festival di Sanremo con le sue performance sorprendenti e camaleontiche sulle note del brano Me ne frego, diventa Chief Creative Director di Elektra Records-Warner Music Italy, leggendaria etichetta che ha lanciato e accompagnato AC/DC, Queen e The Doors, primo artista in Italia ad avere un ruolo creativo in una music company multinazionale.
All’annuncio ufficiale segue però a stretto giro la replica della Sony Music: “Achille Lauro ha in essere un contratto di esclusiva con noi per ogni sua pubblicazione discografica”.
Interviene allora il manager dell’artista, Angelo Calculli: “Achille Lauro non ha alcun contratto diretto con Sony Music bensì era concesso in licenza dalla De Marinis s.r.l. Non essendo in artista in cast, era tenuto solo a licenziare dischi.
È azzardato comunicare la titolarità della persona. La società, attraverso l’avvocato Andrea Pietrolucci e me, ha comunicato già da mesi a Sony Music che l’artista sarebbe andato in licenza ad altra discografica, prova ne è l’ampia corrispondenza intercorsa”. Peraltro, sottolinea ancora Calculli, la cosa era nota “al punto che l’artista ha affrontato Sanremo palesemente senza il supporto di Sony Music e che, essendo nota la fine del rapporto con la stessa, ha ricevuto durante il periodo sanremese proposte da tutte le major di settore. Ove Sony Music ritenga di essere lesa nei suoi diritti potrà nel caso percorrere altre strade piuttosto che quelle giornalistiche, ma ciò non toglie che ufficialmente da oggi Achille Lauro è un artista Elektra Records / Warner Music Italy”.
Da parte sua, Lauro si dice “entusiasta” della nuova esperienza con Elektra Records. “Trovo somiglianze tra la nascita di questa etichetta e i miei primi passi nel settore discografico, quando, come i fondatori della Elektra Records, ho investito i miei pochi risparmi nella produzione dei miei album.
Anche quella ‘k’ che nel nome è stata aggiunta per l’etichetta a quello del personaggio della mitologia greca, torna nella mia nuova agenzia MK3, il cui nome si ispira alle tre ‘k’ greche che indicano fulmini e saette (keravnoús kai keravnoús). “Da questo momento le mie attività discografiche confluiranno nella Elektra Records e penso che questo sia uno dei più grandi successi per un artista della scena musicale italiana negli ultimi anni”.
Per Marco Alboni, presidente e Ceo di Warner Music Italy, “Achille Lauro è un artista atipico nel panorama italiano. La sua creatività e tutta la sua produzione artistica si riferiscono ad un modello nuovo nel settore della musica. Fin dai nostri primissimi incontri abbiamo capito che il nucleo della nostra partnership sarebbe andato nella direzione dello sviluppo di nuovi progetti insieme sotto l’imprint Elektra Records per Warner Music Italy”.
Fiori nel buio, a Pompei si svela la stanza dell’amore
Tre nuove domus e una diversa morale
19 febbraio 2020
12:18
Nella piccola alcova aperta sul cortile, fianco a fianco con la stanza del triclinio dove il dominus riceveva i suoi ospiti, le pareti color della notte si illuminano del rosa dei corbezzoli. Fiori così grassi e opulenti da sembrare quasi veri, tanto che qui se chiudi gli occhi sembra quasi di percepirne il profumo. A Pompei si festeggia la fine del Grande Progetto, cinque lunghi anni di restauri e di messa in sicurezza del sito dopo la triste stagione dei crolli (anche se la chiusura vera e propria sarà a giugno con il termine degli ultimi cantieri) e l’occasione è buona per aprire al pubblico tre domus di fatto mai viste. Come la Casa degli Amanti, chiusa da quarant’anni, l’unica nel sito campano patrimonio dell’umanità nella quale si sia salvato un piano superiore, gioiello unico che fece innamorare persino Le Corbusier, affascinato dal gioco di luci e di ombre che questa architettura così stretta alla natura sapeva offrire. O come la Casa della Nave Europa, dove un grande graffito testimonia di passati splendori.
Ma è nella Casa del Frutteto, forse “una delle più belle ville di Pompei”, come la definisce il direttore del parco archeologico Massimo Osanna, che la forza evocativa delle stanze dipinte alla gran moda di allora, colori forti che fanno da sfondo a paesaggi verdeggianti, evocazione di scene sacre, rimandi all’Egitto , e ancora fiori, frutta, animali, sbalordisce, emoziona, incanta. Anzi, quasi fa paura, con quella sensazione di essere precipitati in un’altra dimensione temporale, trascinati indietro di millenni dalla forza di un’architettura domestica e di immagini che appaiono oggi incredibilmente vive. Merito dei restauri certo, costati lunghi mesi di studio e di fatiche (otto mesi solo la fase operativa perché prima “si è dovuto liberare i dipinti dalle cere dei precedenti interventi”), ma anche del nuovo sistema di illuminazione a led, messo a punto con la consulenza dei laboratori dell’ospedale sant’Orsola di Milano, che qui si sperimenta per la prima volta e poi verrà esteso alla Villa dei Misteri e via via agli ambienti di molte altre domus della città romana.
Tant’è, l’archeologo punta il dito e aiuta a svelare il racconto di quei colori: se il nero sulle pareti del triclinio risponde a criteri di moda, quello della piccola stanza che lo affianca, dice, evoca piuttosto il buio della notte, un paesaggio di fiori e di piante in cui troneggia centrale un albero di fico sul quale si attorciglia una serpe, immagine che è facile associare a quello che sarà poi un topos della cristianità. Altre figure sono sulla volta, “dipinte per essere ammirate da sdraiati”, puntualizza Osanna. Perché questa piccola stanza da letto “non veniva usata per dormire”. Era una stanza per l’amore, piuttosto.
Come nella vicina Casa degli Amanti, dove puresono tanti i rimandi alla sensualità e all’erotismo. A partire da quella iscrizione piena di poesia che qualcuno ha graffito su un quadretto a sfondo rosso: “Gli amanti sono come le api, una vita dolce come il miele” ( e pazienza se un contemporaneo buontempone vi ha aggiunto accanto un ironico “velle” ovvero “magari”) . Che si trattasse di un bordello? Il direttore non è convinto: “Non credo, questi ambienti sono quelli di una casa”. Ma è vero, sottolinea, “che nelle domus si faceva anche altro, non era raro nemmeno il caso di padroni che facevano prostituire in casa le loro ancelle. Questo però non significa che fosse tutto un lupanare. Semplicemente era una società diversa dalla nostra, i costumi erano più liberi, senza le pruderie di noi contemporanei”.
Accanto a lui il ministro Franceschini, trascinato in lungo e in largo per i cantieri appena chiusi, sorride. Per lui è una giornata di “riscatto”, di “orgoglio italiano”, dice. Racconta che quando ha assunto per la prima volta il mandato di ministro della cultura era un venerdì, e fu accolto da due crolli a Pompei “in sequenza, uno la domenica, l’altro il lunedì”. Ci sono stati “momenti difficili ma ce l’abbiamo fatta -dice -. Anche se il lavoro qui non finisce, ci sarà da assicurare manutenzione continua, studio, ricerca”. In piccola parte anche scavi, visto che su 60 ettari di città individuata ne restano almeno 20 sotto terra. Cinquanta nuovi ulteriori milioni sono stati stanziati per nuovi lavori.
Oggi intanto si apre un’altra sfida, conclude, quella della zona che circonda il parco, “sette comuni, un territorio sconfinato pieno di problemi e di opportunità'”. E che dire, a Pompei, questa è una realtà che ti arriva addosso appena varcati i cancelli del parco: da una parte il giardino archeologico oggi libero, pulito, senza impalcature a ingombrare le strade, dall’altra un suk di bancarelle, luoghi di ristoro, insegne, edilizia rabberciata. In città si sta costruendo un grande albergo con tanto di spa. Lo stato, assicura Franceschini, sta ultimando il disegno di un hub ferroviario che dovrà finalmente collegare con efficienza gli scavi. Non basterà, “da fare c’è ancora tantissimo”, ammette il ministro. Nel giardino notturno della stanza dell’amore, così come nel portico della Casa degli Amanti, tutto questo però si dimentica.
De André e Pfm, è ancora emozione nel film di Veltroni
In sala live ritrovato del ’79. Dori Ghezzi, c’era naturalezza
18 febbraio 2020
09:50
“Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”, ha una storia unica e affascinante come, del resto, il suo protagonista. Il documentario del concerto che Faber tenne con la Premiata Forneria Marconi a Genova il 3 gennaio del 1979, con la regia di Walter Veltroni, quasi miracolosamente si potrà vedere in 370 sale cinematografiche italiane il 17, 18 e 19 febbraio.
Sono le uniche immagini di quella tournée che sono tornate alla luce grazie a un’intuizione del batterista della Pfm, Franz Di Cioccio (“io non compaio, ma non me ne frega niente, l’importante è che tutti possano vederlo”, ha detto). Di Cioccio si rammaricava con qualcuno perché non esistevano immagini di quel tour e gli venne risposto: “Guarda che ci sono”. Si arriva quindi a Piero Frattari, regista ed ex cameraman che è andato a scovarlo nel suo archivio tra oltre 40mila cassette. Un lungo, paziente lavoro di restauro (le immagini erano girate da una sola telecamera e le luci non erano affatto delle migliori) ha fatto il resto.
“Il ritrovamento di quelle cassette – ha spiegato l’ex sindaco di Roma – e la loro rigenerazione, specie nello spettacolare audio 5.1, consentono a tutti di fruire della testimonianza di uno dei tour più importanti della storia della canzone italiana di quegli anni”.
Perché quel concerto ha unito due mondi e pubblici musicalmente diversi, il cantautorato italiano e il rock, in un periodo, anche storicamente convulso, in cui i generi musicali sembravano compartimenti stagni in Italia. Ed è Di Cioccio, che qualche mese prima fece visita a De Andrè a Nuoro e riuscì a vincere la sua ritrosia ad andare sul palco, a raccontare come ci riuscirono. “C’erano due pubblici – ha raccontato -, separati. Noi cominciavamo ogni brano con un’introduzione solo strumentale poi arrivava lui con la sua voce: ‘Questa di Marinella è la storia vera’. Ed entrambi i pubblici applaudivano”.
Il documentario ha emozionato Dori Ghezzi, vedova di De Andrè, che pure gli si era avvicinata con un poco di timore: “In realtà – ha spiegato – ho scoperto che su quel palco c’era quella naturalezza, che forse deriva dalla consapevolezza di non essere ripresi e quindi non c’era la necessità di fare del proprio meglio ma lo facevano per il piacere di farlo”. “Era come se Fabrizio e la Pfm avessero sempre suonato insieme”, ha aggiunto.
Poi un aneddoto, a dimostrazione di quanto Faber sia ancora attuale, ottant’anni dopo la sua nascita. “Due anni fa ero a Roma – ha raccontato – e una bambina di cinque mi ha cantato per intera ‘La Guerra di Piero’. Poi mi ha fatto una sola domanda:’Cos’è un cadavere?'”.
Nel docufilm “Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”, prodotto da Sony Music con Except, trovano spazio La canzone di Marinella, Andrea, Il testamento di Tito, Un Giudice, Giugno ’73, La guerra di Piero, Amico fragile, Zirichiltaggia, Rimini, Via del campo, Avventura a Durango, Bocca di rosa, Volta la carta, Il pescatore.
Tutte arricchite dai testi scritti a mano da Faber, che scorrono sullo schermo mentre si dipana il concerto.
Lui, lei e l’altra, Il ritratto di Ilaria Bernardini
Un classico triangolo amoroso pieno di sorprese
18 febbraio 2020
10:00
Lui, la moglie e l’amante. Il classico triangolo amoroso si trasforma in qualcosa di inaspettato nel nuovo romanzo di Ilaria Bernardini, ‘Il ritratto’ pubblicato da Mondadori, scritto prima in inglese e poi tradotto in italiano dall’autrice, che potrebbe essere tra i titoli su cui punta la casa editrice al Premio Strega 2020. E’ una storia di amore, passione e compassione che mette due donne che amano lo stesso uomo una davanti all’altra, di cui Fremantle ha già acquisito i diritti per una serie tv. E’ un percorso di cadute e della capacità di rialzarsi di due persone che potrebbero essere state amiche, che si riconoscono.
Martin Aclà, affermato imprenditore, viene colpito da un ictus e l’equilibrio che ha creato con le donne della sua vita salta.
L’affermata scrittrice Valeria Costas, che Martin ama segretamente da 25 anni, vive a Parigi e ha dedicato tutto il suo tempo ai libri e a lui. Quando sente alla radio che Martin ha avuto un ictus viene travolta dalla disperazione e cerca di trovare un modo per raggiungerlo, per stare vicino a lui che vive a Londra con la moglie e i figli. Valeria mette in atto così un piano spericolato che la fa entrare a casa Aclà. La moglie di Martin, Isla Lawndale, è una pittrice a cui la scrittrice chiede di farle un ritratto. Così Valeria e Isla si troveranno insieme nella villa al centro di Londra dove Martin è in coma. Durante le sedute per il ritratto le due donne creano un’intimità sempre più profonda, mostrano tutta la loro fragilità e forza. “Stava accadendo davvero. Valeria era lì per farsi ritrarre. Era una donna davanti a un’altra donna. Era un’amante davanti alla moglie dell’uomo della sua vita” scrive la Bernardini, autrice di raccolte di racconti e romanzi , tra cui ‘Faremo foresta’, che scrive anche per i giornali, la televisione e il cinema, tra cui The Echo Chamber, il film testamento di Bernardo Bertolucci.
Tra bugie, ricordi, segreti, fino a Buenos Aires e Rodi, Valeria vive la sua solitudine in una Londra che diventa anche luogo di scoperta, come quando entra nel Brown Cafè dove capita proprio durante la “messa del giovedì” organizzata dalla Società della Vita, tra canzoni di Lou Reed e Adele. E quando il dolore diventa insopportabile Valeria chiama Martin al telefono e parla con la segreteria: “Vengo a casa tua ogni giorno, poso per tua moglie e uso le tue stoviglie, ma non ti posso toccare. E anche se riuscirò a toccarti, tu forse non potrai farlo mai più. Devo andarmene? Imparare a lasciarti andare?”.
Mentre Isla ha paura di uscire di casa, non riesce nemmeno a fare la spesa, perchè Martin potrebbe morire mentre lei è fuori.
Ma alla fine sono tutti rinchiusi, fuori o dentro, in un dolore che la Bernardini racconta dandogli una luce speciale. E Valeria corre, anche sotto la pioggia. A volte ha la tentazione di raccontare la verità, ma non vuole far soffrire Antonia, la figlia di Martin, nella quale cerca tracce del padre. “Perchè Isla puo’ stare al suo fianco e io no? Dovrei dirlo a tutti.
Subito” pensa la scrittrice che un po’ si risolleva quando viene raggiunta dalla sua assistente Pamela, detta Pam. ‘Il ritratto’ è molto di più di quello che immaginiamo. E si fa scoprire pagina dopo pagina con una scrittura evocativa dove l’arte e la scrittura si fanno vita. VAI ALLA POLITICA VAI ALLA CRONACA VAI A TUTTE LE NOTIZIE DAL MONDO VAI ALL’ECONOMIA VAI A TUTTE LE NOTIZIE DI TECNOLOGIA VAI AL CALCIO VAI ALLO SPORT VAI A TUTTE LE NOTIZIE DEL PIEMONTE VAI A TUTTE LE NOTIZIE DELLA JUVENTUS

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Pompei: Limoni e Faraoni, ancora meraviglie mai viste
3 nuove aperture e fine dei restauri. Franceschini: ‘E’ riscatto’
18 febbraio 2020
15:57
“Gli amanti conducono, come le api, una vita dolce come il miele”. E’ tutta in questi versi, graffiti su una parete color del vino dove sembrano nuotare placide due anatre bianche, la magia della Casa degli Amanti, gioiello senza eguali a Pompei, l’unica casa di cui ancora si conservi, quasi intatto anche il secondo piano, addirittura ancora con i suoi pavimenti in cocciopesto.
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Pompei: ancora meraviglie mai viste – LE IMMAGINI
Chiusa subito dopo il terremoto dell’Irpinia che l’aveva resa inagibile tanto da risultare pericolosa persino per gli addetti ai lavori, questa dimora della Regio I il cui proprietario rimane purtroppo avvolto nel mistero riapre al pubblico per la prima volta dopo 40 anni. “E’ incredibilmente preziosa proprio perché si tratta di un unicum dovuto alla genialità del grande Amedeo Maiuri, l’archeologo che la riportò alla luce nel 1931 e che ebbe l’intuizione di consolidare il piano superiore dell’abitazione già nel corso dello scavo”, spiega Massimo Osanna, il direttore del Parco Archeologico che oggi accoglie in grande spolvero il ministro della cultura Franceschini e la stampa per mettere finalmente l’ultima parola sul Grande Progetto di messa in sicurezza del sito, avviato nel 2014 dopo la triste stagione dei crolli. “Una storia di rinascita e di riscatto – sorride soddisfatto accanto accanto a lui il ministro pd – un modello per tutta l’Europa nella gestione dei fondi comunitari”.
Nell’arco di cinque anni anni, passo dopo passo, si è riusciti insomma a dare un senso al finanziamento di 105 milioni di euro (75 europei e 25 italiani) deciso per salvare dall’incubo del degrado un Patrimonio dell’Umanità senza eguali. Nel giorno delle celebrazioni, oggi, è un profluvio di numeri: 76 interventi eseguiti , 50 chilometri di colmi murari messi in sicurezza, 30 mila metri cubi di murature, 10 mila metri quadri di intonaci, 2,7 chilometri di fronte di scavo messo al riparo da nuovi crolli. Senza contare la ripresa della ricerca e degli scavi (oltre 2mila metri quadrati sempre nell’ambito della messa in sicurezza del terreno) .
E naturalmente i restauri delle pitture, come quelli che hanno riportato letteralmente alla luce gli affreschi della Casa del Frutteto, che insieme alla Casa degli amanti e la Casa della Nave Europa viene riaperta oggi, anche questa in pratica per la prima volta: una meraviglia recuperata dai restauratori del Parco e che ora lascia senza fiato, con le sue pareti ricoperte di frutta e fiori, limoni e corbezzoli, uccelli svolazzanti, un albero di fico a cui è avvinghiato un serpente, ma anche scene di faraoni , perché come spiega Osanna “non si tratta di una banale rappresentazione del paesaggio” dietro a queste raffigurazioni c’è un significato religioso, ci sono riferimenti a culti egiziani di Osiride e Dioniso, ai culti orientali. Di fatto una delle dimore più belle di Pompei. Che dopo il restauro, proprio per rendere più immersiva la visita, è stata dotata con un particolarissimo sistema di illuminazione a led appositamente studiato, con tanto di verifiche fatte nei laboratori dell’Ospedale San Raffaele di Milano, per non mettere a rischio le pitture. Sotto queste luci, il ‘cubicolo dell’amore’ con il suo cielo notturno, i cespugli con i fiori rosa e l’albero di fico sul quale si attorciglia flessuoso un serpentello, trasmette tutto il suo mistero.
Morgan dice no a esibizione con Bugo a Terni
Invito da associazione che organizza Tributo a Sergio Endrigo
TERNI
18 febbraio 2020
11:05
– “Non penso di avere affinità con Bugo nell’interpretazione di una scrittura come quella di Sergio Endrigo. Il tentativo faticosissimo è stato fatto ma il risultato è stato non adeguato e insufficiente. Quindi mi permetto di sconsigliarvi l’invito duplice”: così, tramite un commento pubblicato sul proprio profilo Facebook ufficiale, Morgan ha risposto alla proposta dell’associazione Terni città futura, organizzatrice da otto anni del Tributo ad Endrigo, di una riappacificazione con Cristian Bugatti durante la prossima edizione dell’evento.
“Quale palcoscenico migliore del nostro Tributo ad Endrigo – nella città che lo celebra ogni anno, che ne ospita le spoglie nel cimitero civico, che lo sente quasi un cittadino acquisito tanto da avergli dedicato una via, per far pace e celebrare il ritrovato feeling artistico e la loro rinnovata amicizia che tutto il pubblico si augura?” aveva scritto l’associazione, lanciando l’idea sempre sul social. “Magari proprio reinterpretando il brano che ha scatenato il litigio o chissà quali altri immortali brani del poeta, questa volta con la giusta soddisfazione di tutti”, avevano continuato i rappresentanti di Terni Città Futura, dicendosi pronti ad invitare i due artisti in città, con l’intenzione di proporlo loro anche attraverso le trasmissioni che li ospitano in questi giorni. A stretto giro è però arrivata la replica di Morgan, già ospite della rassegna nel 2016. “Io sono disponibile per farlo in qualsiasi formula – ha scritto il cantautore in merito all’interpretazione -: con band, da solo, con orchestra e con l’entusiasmo di condividere il palco con chiunque dimostri di avere qualcosa da dire e da esibire in merito, ma Bugo non è uno di questi. Vi scrivo questo con tutto il rammarico più realistico che posso e che non venga scambiato per altra cosa dal rispetto che ho verso il cantautore Endrigo e dalla conoscenza del suo stile”.
Verso sblocco stallo teatro Cagliari
Calledda nominato rappresentante Mibac in Consiglio indirizzo
CAGLIARI
18 febbraio 2020
11:25
– Si va verso lo sblocco dello stallo al Teatro Lirico di Cagliari. Il Ministero dei beni culturali ha, infatti, indicato il proprio rappresentante del consiglio di indirizzo: nel Cdi è stato confermato Pino Calledda. Un passo in avanti per uscire dall’impasse visto che, come denunciato anche dai sindacati, il Lirico sta andando avanti senza soprintendente dopo la scadenza della prorogatio di Nicola Colabianchi. La nomina di Calledda, che porta la firma del ministro dei Beni cultural Dario Franceschini, dà piena operatività al Consiglio di indirizzo: spetterà, infatti, ai vertici del Teatro scegliere se confermare o meno Colabianchi alla guida della struttura di via Sant’Alenixedda.
Il Cdi è composto dal presidente e sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, dal rappresentante del comune Ferdinando Coghe, dal rappresentante della Regione Giuseppe Farris e dal rappresentante ministeriale Calledda.
Premio Terzani, la cinquina dei finalisti per 2020
Titoli di Boochani, Fatland, Maalouf, Mannocchi e Temelkuran
UDINE
18 febbraio 2020
19:18
Behrouz Boochani per Nessun amico se non le montagne. Prigioniero nell’isola di Manus (add editore), Erika Fatland per La frontiera. Viaggio intorno alla Russia (Marsilio), Amin Maalouf per Il naufragio delle civiltà (La nave di Teseo), Francesca Mannocchi per Io Khaled vendo uomini e sono innocente (Einaudi) e Ece Temelkuran per Come sfasciare un paese in sette mosse. La via che porta dal populismo alla dittatura (Bollati Boringhieri). Sono questi i cinque finalisti della 16/a edizione del Premio letterario internazionale Tiziano Terzani, riconoscimento istituito e promosso dall’associazione culturale vicino/lontano di Udine insieme con la famiglia Terzani. Cinque titoli – selezionati da un elenco di 40 – che restituiscono l’attualità del nostro tempo, “per fare luce sui retroscena umani, storici o politici delle questioni di maggiore attualità nel mondo”, commenta la presidente di giuria, Angela Terzani Staude. Il vincitore sarà annunciato in aprile. Il Premio verrà consegnato il 23 maggio.
Blitz in una scuola, ‘Iene’ a processo a Ravenna
Erano entrati in classe per denunciare una professoressa
RAVENNA
18 febbraio 2020
12:58
– Un inviato e un operatore della trasmissione di Italia 1 ‘Le Iene’ sono finiti a processo davanti al tribunale monocratico di Ravenna con le accuse di violenza privata e interruzione di pubblico servizio in relazione a una sortita del 25 ottobre 2017 a un istituto scolastico di Faenza, nel Ravennate.
Il servizio, mai andato in onda, aveva come oggetto – secondo quanto riportato dal Resto del Carlino – il caso di una professoressa che si era autoassegnata una cattedra nonostante fosse direttrice dell’istituto e presidente della commissione del bando di concorso, poi annullato dal Ministero in seguito al ricorso presentato dalla seconda classificata. Secondo l’accusa, i due de ‘Le Iene’ quella mattina erano entrati in classe durante le lezioni tanto che la professoressa, pur non rispondendo alle domande, si sentì impossibilitata a continuare la lezione.
Tuttavia, non la professoressa ma la preside della scuola si è costituita parte civile ottenendo nell’udienza di ieri il via libera della citazione come responsabile civile della Rti spa, gruppo che produce ‘Le Iene’.
David di Donatello, 18 nomination per Il Traditore, poi Il primo Re e Pinocchio
Bellocchio, Rovere e Garrone dominano. Premi su Rai1 il 3/4
18 febbraio 2020
14:51
Diciotto candidature per Il traditore di Marco Bellocchio. Seguono Il Primo Re di Matteo Rovere e Pinocchio di Matteo Garrone con 15, mentre per Martin Eden di Pietro Marcello 11 candidature. Questi i film che hanno avuto maggiori nomination alla 65° edizione dei Premi David di Donatello annunciati nella sede Rai di Viale Mazzini. La cerimonia di consegna dei premi andrà in onda venerdì 3 aprile, in prima serata su Rai1.
Tra gli altri film in corsa, ‘5 è il numero perfetto’ di Igort ha ottenuto 9 candidature, ‘Suspiria’ di Luca Guadagnino 6 e, infine, ‘Bangla’ di Phaim Bhuiyan, ‘Il sindaco del Rione Sanità’ di Mario Martone e ‘La Dea Fortuna’ di Ferzan Ozpetek quattro candidature.
Le nomination riguardano i film usciti al cinema dal primo gennaio al 31 dicembre 2019, votati dal 7 gennaio all’8 febbraio 2020 dai componenti la Giuria dell’Accademia e trasmesse ufficialmente dallo Studio Notarile Marco Papi. Le ha comunicate, nell’incontro con la stampa, Piera Detassis, presidente e direttore artistico dell’Accademia.
“Sarei uno sciocco se non ne fossi sinceramente soddisfatto. La mia contentezza – dichiara a caldo
Marco Bellocchio, che con 18 nomination per Il Traditore è in testa tra le candidature dei premi David di Donatello – è anche e soprattutto per le candidature dei tanti collaboratori di cui si riconosce il merito. E questo mi fa enormemente piacere.
Abbiamo tutti lavorato con entusiasmo e onestà e se questo è stato riconosciuto non posso che apprezzarlo e andare avanti con il mio lavoro”
Le candidature ai premi David di Donatello 2020:
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA I villeggianti: Valeria BRUNI TEDESCHI La dea fortuna: Jasmine TRINCA Mio fratello rincorre i dinosauri: Isabella RAGONESE Ricordi?: Linda CARIDI Rosa: Lunetta SAVINO Tutto il mio folle amore: Valeria GOLINO
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA 5 è il numero perfetto: Toni SERVILLO Il primo re: Alessandro BORGHI Il sindaco del rione Sanità: Francesco DI LEVA Il traditore: Pierfrancesco FAVINO Martin Eden: Luca MARINELLI
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA 5 è il numero perfetto: Valeria GOLINO Domani è un altro giorno: Anna FERZETTI Il primo re: Tania GARRIBBA Il traditore: Maria AMATO Pinocchio: Alida BALDARI CALABRIA
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA 5 è il numero perfetto: Carlo BUCCIROSSO Il campione: Stefano ACCORSI Il traditore: Fabrizio FERRACANE Il traditore: Luigi LO CASCIO Pinocchio: Roberto BENIGNI
Le ‘Altre forme di vita’ al Salone del Libro 2020
Faro sull’ambiente. Attesi Rushdie, Ernaux, O’Brien e Piketty
TORINO
19 febbraio 2020
10:12
“Altre forme di vita è un’esortazione a fantasticare sulla fisionomia umana negli anni a venire, a un decennio dai traguardi fissati dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”. Il direttore editoriale Nicola Lagioia spiega così la scelta del tema dell’edizione 2020 del Salone Internazionale del Libro di Torino, dal 14 al 18 maggio nei tre padiglioni di Lingotto Fiere, Oval e Centro Congressi. Cinque giorni di dialogo intorno ai libri e alla lettura per immaginare il futuro dell’umanità con oltre 2.000 tra scrittori, filosofi, scienziati, artisti, economisti. Ci saranno due focus internazionali su Irlanda e Canada, mentre la regione italiana ospite sarà la Campania. Attenzione ai temi sollevati dalle nuove generazioni con l’ambiente protagonista: i giovani di Fridays For Future avranno uno stand e ci sarà il Bosco degli Scrittori.
La trentatreesima edizione del Salone – la più grande fiera dell’editoria italiana con più di 1.200 editori, 1.300 eventi con autori da tutto il mondo in 63.000 mq di spazi espositivi – è stata presentata, all’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, da Silvio Viale, presidente dell’Associazione la Città del Libro; Giulio Biino, presidente della Fondazione Circolo dei lettori, Elena Loewenthal, direttore della Fondazione Circolo dei lettori e Lagioia. In sala la sindaca Chiara Appendino con l’assessora Francesca Leon, il governatore del Piemonte Alberto Cirio con la numero uno della Cultura regionale Vittoria Poggio. Annunciati da Lagioia i primi ospiti: Salman Rushdie; Annie Ernaux; Edna O’Brien; Gabrielle Filteau-Chiba; Thomas Piketty e i concerti dell’Orchestra Scarlatti Junior, di Pat Metheny e di Francesco Bianconi. Svelato anche il manifesto, opera dell’illustratrice Mara Cerri, che con elementi umani, vegetali e animali intreccia natura e cultura. Il prefisso SalTo diventa comune denominatore per tutte le attività. All’interno del Salone – spiega Lagioia – sorgerà un vero bosco realizzato in piena sostenibilità con alberi, cespugli, manti erbosi. È il Bosco degli scrittori, progetto di Aboca Edizioni in collaborazione con il Salone del Libro: uno spazio pensato per immergersi nella natura e partecipare a incontri, letture, presentazioni, dibattiti sui temi dell’ecologia e della letteratura.Inoltre, il Salone siederà al tavolo tecnico di Francoforte 2023, anno in cui l’Italia sarà il Paese ospite della fiera.
“E’ la prima volta che riusciamo a organizzare il Salone con una certa tranquillità. Serve un piano strategico di tutti i partner per renderlo ancora più stabile”, osserva Viale. “Il Salone è uscito dall’emergenza ed è diventato maturo”, aggiunge Biino. Concorda Lagioia: “Il Salone oggi è molto più solido, il peggio è passato anche se bisogna sempre tenere la guardia alta. La comunità ha tenuto. Editori, librai e bibliotecari hanno creduto in noi. Il nostro è un orgoglio condiviso”. Commossa Elena Loewenthal che ha sottolineato la simbiosi tra il Circolo e il Salone, ma anche il loro legame imprescindibile con Torino e il Piemonte. Al Salone di Torino, che ha il sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e del ministero per i Beni culturali e il Turismo, torna il Premio Strega Europeo, c’è anche una nuova intesa con il Collegio Carlo Alberto e una collaborazione con Torino Comics. Il 17 e il 18 maggio chi vuole imparare come si lavora in una casa editrice potrà frequentare un corso intensivo e gratuito alla scuola di editoria, una delle novità di SalTo20. In attesa del Salone quattro speciali Anteprime: tra a marzo e aprile arriveranno a Torino, tra Circolo dei Lettori e Scuola Holden, Simon Sellers, Ben lerner, Miles Hyman e Judith Schalansky.
Lutto nello spettacolo, è morto l’attore Flavio Bucci
Celebre in tv con Ligabue, tanti ruoli tra cinema e sceneggiati
18 febbraio 2020
14:50
“E’ morto Flavio Bucci, il grande interprete noto per personaggio di Antonio Ligabue e decine di film come il Marchese del Grillo”. A renderlo noto in un post su Facebook il sindaco di Fiumicino Esterino Montino. Bucci da alcuni anni risiedeva a Passoscuro, sul litorale romano. A trovare Flavio Bucci stamane attorno alle 9 privo di vita e riverso sul pavimento della casa di Passoscuro una persona che aveva accesso all’alloggio e che poi ha dato l’allarme. Inutili i soccorsi da parte del personale del 118 arrivato sul posto. L’attore, che aveva 72 anni, era già morto.
Bucci era nato a Torino il 25 maggio 1947 da una famiglia molisano-pugliese e si era formato professionalmente alla Scuola del Teatro Stabile di Torino. Il debutto nel cinema è nel 1973 con Elio Petri che lo volle come protagonista del suo film La proprietà non è più un furto. Nel 1977 la grande popolarità con il personaggio di Ligabue nell’omonimo sceneggiato televisivo Rai diretto da Salvatore Nocita con il quale tornerà per un piccolo ruolo nei Promessi Sposi (1989). Sempre per il piccolo schermo ha recitato nella prima Piovra (1984) di Damiano Damiani e in L’avvocato Guerrieri – Ad occhi chiusi (2008) di Alberto Sironi. Tanti i ruoli di caratterista al cinema, dal prete Don Bastiano nel Marchese del Grillo di Mario Monicelli (1981) al Divo di Paolo Sorrentino (2008).
David: miglior film straniero è Parasite
Come miglior corto vince Inverno di Gliulio Mastromauro
18 febbraio 2020
14:03
– Durante la conferenza stampa per l’annuncio delle candidature della 65/a edizione dei David di Donatello, che verranno consegnati il 3 aprile, sono stati proclamati anche i due primi vincitori. Come miglior film straniero il David va a Parasite di Bong Joon Ho mentre la statuetta per il miglior corto è stata assegnata a Inverno di Giulio Mastromauro.
Il film sudocoreano già trionfatore agli Oscar, era in gara con C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino, Green Book di Peter Farrelly, Joker di Todd Phillips e L’ufficiale e la spia di Roman Polanski. “La votazione per il film straniero si è chiusa il giorno prima degli Oscar, la giuria non si è fatta trascinare da quel risultato” precisa Piera Detassis, presidente e direttore artistico dell’Accademia dei David.
Molto emozionato Giulio Mastromauro per la vittoria fra i corti del suo Inverno: “Sono felicissimo che l’Accademia abbia scelto di premiare un corto così personale e intimo. Parla di infanzia e perdita, è una storia autobiografica che per me non è stato facile affrontare ma è stato comunque liberatorio”.
Primo al box office il film concerto De Andrè-Pfm
Il documentario di Veltroni in 370 cinema dal 17 al 19 febbraio
18 febbraio 2020
14:07
– Primo posto al box office per “Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato” di Walter Veltroni, che ha conquistato 25.000 spettatori(e incassato oltre 270 mila euro) e si è posizionato primo in classifica davanti al nuovo film di Muccino e a Parasite, nella giornata di lunedì 17 febbraio. Un risultato che arriva proprio nel giorno dell’ottantesimo anniversario della nascita dell’artista. Il film sarà in oltre 370 cinema italiani ancora martedì 18 e mercoledì 19 febbraio (elenco sale su http://www.nexodigital.it).
Lo storico filmato del concerto di Fabrizio De André con la PFM, recentemente ritrovato dopo essere stato custodito per oltre 40 anni dal regista Piero Frattari che partecipò alla realizzazione delle riprese, è diventato un docufilm diretto da Walter Veltroni, dedicato a quella indimenticabile pagina della storia della musica italiana. Dopo un lungo periodo di ricerca con il supporto di Franz Di Cioccio, il nastro che si credeva perduto per sempre è stato rintracciato e grazie al regista Piero Frattari, che lo ha salvato e conservato nel corso dei decenni, è stato recentemente possibile restaurarlo. Il docufilm ricostruisce quell’epoca indimenticabile che ha segnato un momento storico – l’irripetibile sodalizio artistico tra uno dei più grandi artisti italiani di sempre e la rock band italiana più conosciuta al mondo – partendo soprattutto dalla ritrovata registrazione video completa del concerto di Genova del 3 gennaio 1979, un documento veramente straordinario visto che si tratta delle uniche immagini di quell’incredibile tournée.
Il docufilm di Sony Music, “Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”, è distribuito al cinema da Nexo Digital. L’elenco sale su http://www.nexodigital.it, con i media partner Radio DEEJAY, MYmovies.it, Rockol.it, Onstage.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Accademia Belle Arti Napoli, Cc riconsegnano dipinto rubato
Olio su tela di Giulio Carpioni trafugato nel 1975
NAPOLI
18 febbraio 2020
14:48
– E’ tornato a casa, tra le mura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, dopo 45 anni, l’olio su tela raffigurante ‘Putti danzanti in paesaggio arcadico’ del pittore veneziano Giulio Carpioni. L’opera era stata rubata nel 1975 ed è stata recuperata dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine nell’ambito dell’operazione internazionale coordinata da Europol denominata Pandora IV, finalizzata al contrasto del traffico illecito di beni culturali. Il dipinto torna all’Accademia proprio mentre l’Istituto sta procedendo ai lavori di riorganizzazione della Galleria dell’Accademia che sarà riaperta a breve.
”Esprimo la mia e la nostra gratitudine a chi lavora perché avvengano simili prodigi – ha detto il presidente dell’Accademia, Giulio Baffi, oggi in un incontro – che sono il frutto di un percorso complicato, di un lavoro faticoso e di un occhio attento e scrupoloso”. Il dipinto – come ha spiegato il maggiore Lorenzo Pella, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine – acquistato in una casa d’aste a Vienna, era stato localizzato presso un gallerista di Padova.
L’indagine è durata un paio di anni. Un primo monitoraggio effettuato nel gennaio 2018 attraverso i siti web che trattano la compravendita di oggetti d’arte aveva fatto risaltare all’occhio il dipinto ”per bellezza e per fattura” e in conseguenza di ciò sono stati avviati riscontri con le informazioni contenute nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio culturale.
Verifiche che hanno consentito di appurare la perfetta corrispondenza tra il dipinto oggetto di indagine e quello sottratto all’Accademia. ”Le indagini – ha sottolineato il comandante Pella – sono ancora in corso, ma al momento riteniamo che sia il mandatario alla vendita sia l’acquirente abbiano agito in buona fede”. L’opera, risalente all’epoca barocca e in ottime condizioni, ha un valore di 30mila euro.
”La nostra Istituzione continua a collaborare con chi ha il compito e la possibilità di tutelare il patrimonio – ha concluso il direttore dell’Accademia, Giuseppe Gaeta – li ritengo degli eroi perché il loro lavoro consente di restituire beni non solo alla nostra Istituzione pubblica ma alla collettività”. Secondo quanto riferito, il business legato al commercio illegale di oggetti d’arte costituisce sempre di più un mercato che arricchisce le organizzazioni criminali e si pone dietro solo al traffico d’armi e di sostanze stupefacenti.
Allianz entra nel cda della Scala, esce Mapei
Da marzo Meyer sovrintendente, stessi poteri e compenso Pereira
MILANO
19 febbraio 2020
Allianz, con il suo ad Giacomo Campora, entra nel consiglio di amministrazione del teatro alla Scala al posto di Mapei. E’ questa la novità principale del cda che si è riunito il 18 febbraio per la prima volta, subito dopo l’assemblea dei soci che ha eletto i membri di sua competenza. Un primo passo che porterà al ricambio dei vertici del teatro entro il primo marzo, quando entrerà in carica come sovrintendente il francese Dominique Meyer. Dell’addio di Mapei c’erano già state avvisaglie dopo che il gruppo non aveva indicato un sostituto in consiglio al posto di Giorgio Squinzi, il patron grande appassionato di musica e grande amico dell’ormai ex sovrintendente Alexander Pereira, morto lo scorso maggio.
Sedere nel board è un onore, ma anche un onere, dato che bisogna assicurare un finanziamento di circa 3 milioni di euro l’anno per tre anni. E d’altronde un sostituto andava trovato perché il cda, da statuto, deve avere minimo nove membri. “Allianz – ha concesso il sindaco Giuseppe Sala, che è presidente del teatro – è sempre più presente a Milano, soprattutto dal punto di vista culturale ma non solo”. Oltre a Campora, l’assemblea dei soci del teatro ha confermato in consiglio Giovanni Bazoli per Fondazione Cariplo, Claudio Descalzi per Eni e Aldo Poli per la fondazione banca del Monte di Lombardia. Confermato anche Alberto Meomartini per la Camera di Commercio di Milano e il finanziere Francesco Micheli per il Mibact, che ha invece cambiato il suo secondo consigliere. Al posto di Margherita Zambon, il ministro Dario Franceschini ha scelto Maite Carpio, regista, giornalista e seconda moglie di Paolo Bulgari, della famiglia di gioiellieri. Cambio anche da parte della Regione Lombardia, che, dato il benservito al critico d’arte Philippe Daverio, ha chiamato il pianista Nazzareno Carusi, attuale responsabile musica del Dipartimento cultura di Forza Italia che nel curriculum ha anche una apparizione a Zelig. “Primo giorno di scuola” ha scherzato Campora alla fine della riunione (tutti presenti tranne Carpio, in collegamento telefonico) che è servita a definire le future deleghe di Meyer. Saranno “né più né meno di quelle di Pereira” ha spiegato il sindaco. Questo significa che il francese sarà non solo sovrintendente, ma anche direttore artistico.
Anche dal punto di vista economico, il compenso resterà esattamente lo stesso. Delle altre questioni sul tavolo, a partire dal bilancio della Scala, si parlerà nella prossima riunione già fissata per inizio marzo. Quella sarà l’occasione per parlare anche del progetto della cittadella della Scala, che riunirà i vari laboratori ora all’ex Ansaldo, i depositi e l’Accademia. “Credo – ha osservato Sala – che possa funzionare l’ipotesi Rubattino” come zona dove costruire la cittadella. “Per me quella è la via maestra – ha aggiunto -. Stiamo capendo se può esser fatto, ma io sono assolutamente favorevole”.
Rinascimento marchigiano, l’arte resiste al sisma
A Roma 36 opere da ‘400 a ‘700 restaurate dopo terremoto 2016
18 febbraio 2020
15:49
– I colori caldi e la preziosità dell’oro nelle tavole con le Scene della vita di Santa Lucia dipinte da Jacobello del Fiore e provenienti dal Palazzo dei Priori di Fermo; il gioco di gesti e sguardi dell’imponente Visitazione di Giovanni Baglione del Santuario di Santa Maria delle Vergini di Macerata; la resa perfetta dei tessuti decorati nella Madonna adorante il Bambino e angeli musicanti di Vittore Crivelli, conservata alla Pinacoteca Civica di Sarnano. E poi, accanto a questi capolavori d’arte strappati alla violenza distruttrice del terremoto, anche opere che fungono da testimonianza tangibile della devozione popolare o che sono simboli di ciò che non sarà più, come l’olio su tela dipinto da un anonimo artista con i Santi Pietro e Paolo, un tempo custodito nella chiesa della frazione Capodacqua di Arquata del Tronto, ormai irrimediabilmente distrutta. Arriva a Roma, dopo la prima tappa di Ascoli Piceno, la mostra itinerante “Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma”, in programma al Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei Piceni dal 18 febbraio al 5 luglio.
Esposte nel percorso 36 opere d’arte – tra dipinti, arredi e sculture – databili tra il ‘400 e il ‘700, che sono state restaurate dopo il terremoto del 2016 e che sono tutte espressione della ricchezza culturale del territorio marchigiano. A cura di Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, la mostra (che concluderà il suo viaggio a Palazzo del Duca di Senigallia, dal 23 luglio al 3 novembre) è frutto della convenzione siglata tra Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni, che insieme, con la collaborazione della Regione Marche, hanno permesso gli interventi di restauro. Fondamentale è stato l’apporto scientifico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e delle Università di Urbino e di Camerino.
Ozpetek, le mie Mine vaganti in scena
Con Pannofino, Minaccioni, Marchesi da 19/2 a Roma già sold out
19 febbraio 2020
10:00
“Ci hanno chiesto lo spettacolo anche a Broadway. Poi si è messo in mezzo un avvocato americano. Un vero personaggio, meriterebbe un film. E non se n’è fatto nulla”. Così Ferzan Ozpetek accompagna a Roma “Mine vaganti”, lo spettacolo che lui stesso ha tratto dal suo film di gran successo del 2010 (2 David di Donatello, 5 Nastri d’argento, 4 Globi d’oro, Premio speciale della giuria al Tribeca di New York) che segna anche la sua prima volta alla regia di un testo di prosa. Un successo quasi annunciato se, dopo un rodaggio di 25 repliche in giro per l’Italia, lo spettacolo ora arriva alla sua tappa più importante di questa stagione, l’Ambra Jovinelli, dove resterà da domani all’1 marzo, già sold out da due mesi. “Abbiamo aggiunto all’ultimo due ulteriori repliche – racconta la direttrice artistica Fabrizia Pompilio – Bruciate subito anche quelle: 1600 posti esauriti in due giorni”.
Questa volta, al posto di Riccardo Scamarcio e Alessandro Preziosi, a interpretare Tommaso e Antonio, i due fratelli leccesi che tentano, con sorti diverse, di rivelarsi gay alla famiglia, sono Arturo Muselli e Giorgio Marchesi, mentre Francesco Pannofino è il padre Vincenzo Cantone, Paola Minaccioni (che al cinema era la cameriera Teresa) è la madre Stefania e Caterina Vertova la nonna. In tutto 11 attori, con la produzione di Marco Balsamo. “Come trasporto in scena i sentimenti, i momenti malinconici, le risate di quel film? È la prima domanda che mi sono posto – ammette Ozpetek – La prima volta che raccontai la storia a Domenico Procacci (produttore della pellicola ndr), eravamo in macchina, in Sardegna, andando da Fiorello per proporgli una cosa. E lui subito mi disse che poteva essere anche un testo teatrale. Per adattarlo alla scena – prosegue – ho lavorato per sottrazione, sfondato la quarta parete e trasformando la platea nella piazza di paese. I personaggi salgono e scendono dal palco, interagiscono con il pubblico che si sente coinvolto. Anche su internet, dove i commenti sono spietati, sto ricevendo solo cose belle. Mi sento male solo quando mi dicono che lo spettacolo è più bello del film. E poi nella mia carriera sono sempre stato fortunato con gli attori. Ho un sesto senso nella scelta e qui ho voluto anche debuttanti”. “Non siamo solo 11 attori in scena – aggiunge Pannofino – quando si apre il sipario in questo spettacolo recitano anche le sedie, gli oggetti”.
“Sono passati dieci anni dal film – racconta la Minaccioni – Sul set Ferzan mi diceva ‘fai meno, niente facce, meno battute’. Ora invece mi ha spinto a trovare delle cose mie a sperimentare sul personaggio”. Per il regista, dopo tanti successi al cinema, il teatro arriva dopo la lirica, con le regie della Traviata, Aida e Madama Butterfly. “Prima della Traviata – racconta – andai a casa di Zeffirelli per una benedizione. Era una sfida per me. Visconti, Pirandello? Sono giganti, ho un grandissimo rispetto. Però penso che teatro, cinema, pittura, scrittura siano la stessa cosa. E dirigere uno spettacolo è come cucinare: bisogna avere buoni ingredienti – dice – Mi era stato offerto molte volte di fare teatro. Ma ho sempre detto di no. Con Balsamo ho accettato per non sentirlo più insistere, come quando ci si concede a un amante per sfinimento”, ride. Ora lo spettacolo è richiestissimo. “Quando è arrivata la richiesta di Broadway ci siamo emozionati tantissimo – dice – Ma si è messo di mezzo questo avvocato americano, da farci un film. Ho accettato però di andare a Madrid venti giorni per montare una versione con attori spagnoli. Ci sono richieste dalla Turchia. Da Francia e Germania hanno chiesto di poter leggere il testo. Mi sono dato delle arie e ho detto: ‘no, se volete, venite a vederlo’. Sicuramente farò ancora un altro spettacolo – conclude – Ma non da un mio film. Vorrei una cosa un po’ diversa”.
Baglioni, dopo Caracalla anche Siracusa e Arena
Dal 6 al 18/6 a Roma, il 17/7 al Teatro Greco e il 18/9 a Verona
18 febbraio 2020
15:51
– Claudio Baglioni annuncia altre due date per il suo Dodici Note, concerto di pop-rock sinfonico, che spazia dalle sonorità della grande orchestra classica con coro lirico a quelle di una poderosa big band con voci moderne. Dopo le già annunciate 12 date dal 6 al 18 giugno alle Terme di Caracalla di Roma – in cui, per la prima volta in assoluto, la stagione estiva dell’Opera di Roma alle Terme di Caracalla ospiterà dodici serate consecutive dello stesso artista – il cantautore porterà la sua musica anche al Teatro Greci di Siracusa il 17 luglio e all’Arena di Verona il 18 settembre.
Dodici note, come i dodici brani che comporranno il nuovo album di inediti di Baglioni, in uscita nei prossimi mesi.
Cremonini, dal 28/2 il nuovo brano Giovane Stupida
Da giugno 7 live negli stadi per festeggiare 20 anni di carriera
18 febbraio 2020
16:07
– Sarà in radio dal 28 febbraio “Giovane stupida”, il nuovo singolo di Cesare Cremonini, il secondo estratto dalla raccolta Cremonini 2C2C The Best Of. “Una canzone scritta per una ragazza meravigliosa – spiega Cesare – ma anche una piccola commedia sentimentale sull’amore: 23 anni lei, 39 io. Il messaggio di questa canzone che potrebbe essere un film, capovolge gli stereotipi e spiega che come sempre l’amore è capace di rendere accettabile e positivo tutto ciò che al mondo può sembrare a prima vista sbagliato o criticabile”.
Il testo, racconta ancora Cremonini, “è un omaggio e uno sguardo divertito alle differenze che emergono quando due persone di generazioni diverse si incontrano come opposti ma alla fine non sanno fare a meno l’uno dell’altra. ‘Stupido’ nel mio vocabolario dell’amore assume quasi sempre il suo significato originario: stupēre, stupìre”.
E in estate Cremonini tornerà sul palco degli stadi italiani, dal 21 giugno, con 7 concerti in cui ripercorrerà la sua carriera partita nel 1999. Il tour si chiuderà il 18 luglio all’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.
“Quello di Imola – dice Cesare – sarà un evento straordinario, nato dall’esigenza di creare uno show indimenticabile in Emilia-Romagna per ripercorrere questi miei primi 20 anni di carriera. Mi hanno proposto di celebrare tutto questo nel cuore stesso della mia terra, l’Emilia, che è la mia vita, la mia seconda pelle e il mio Dna. L’autodromo di Imola è un luogo magico, reso immortale dalla storia della Formula Uno, dal ricordo commovente e senza tempo di Ayrton Senna, e nella musica, naturalmente da Vasco Rossi che lo ha trasformato in un tempio leggendario della musica italiana e internazionale”.
Ad Assisi premio Dignità Giuliano-Dalmata a Cristicchi
“Riconoscimento per esuli è si conosca loro storia” dice artista
ASSISI
18 febbraio 2020
17:30
– Consegnato a Simone Cristicchi il premio “Dignità Giuliano-Dalmata nel mondo” promosso ad Assisi in occasione del Giorno del ricordo per commemorare la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. La cerimonia si è svolta nella sala della Conciliazione del Comune, affollata di studenti e alla presenza del sindaco Stefania Proietti.
Cristicchi ha raccontato aneddoti della sua vita, ha stimolato i ragazzi con le sue riflessioni – riferisce il Comune – sulle cause di “obbrobri che hanno strappato la dignità e l’identità”. A proposito del popolo giuliano-dalmata, ha elogiato “il grande amore degli esuli per le proprie radici” e ha invitato “a non scontrarsi mai sulla memoria”. “Il vero risarcimento per gli esuli – ha detto – è che si conosca, si riconosca e si rispetta la loro storia”.
A Cristicchi il premio è stato assegnato “per aver saputo con alta qualità artistica e comunicativa ricordare e spiegare alle nuove generazioni il dramma del popolo istriano fiumano dalmata che ha fondato la propria battaglia contro l’inclemenza della storia sulla fedeltà alle origini, sullo spirito di sacrificio e sulla forza di emergere dalla sofferenza per l’ingiustizia subita”.
Ornella Muti madrina del Gran Ballo di Vienna
Per l’Italia parteciperà Alessia Veggo, vincitrice dell’analoga kermesse romana
18 febbraio 2020
22:28
Il 20 febbraio torna il Ballo dell’Opera di Vienna, giunto alla sua 64° edizione: tra le 144 coppie che prenderanno parte all’evento, da ben 11 Paesi, a rappresentare l’Italia sarà la studentessa veneta Alessia Veggo. La giovane vicentina è stata incoronata alla 13° edizione del Gran Ballo Viennese di Roma, e ora volteggerà con il suo cavaliere all’Opernball. Al suo fianco Marco Dronigi, diciannovenne viennese di padre italiano e mamma austriaca. Marco frequenta l’ultimo anno del prestigioso liceo “Kollegium Kalksburg”, due grandi passioni: la scherma e il ballo di coppia. IL SITO DEL GRAN BALLO VIENNESE È grazie al connubio e alla collaborazione nata tra Elvia Venosa, ideatrice dell’edizione italiana, l’Ambasciata d’Austria e la Città di Vienna, che ogni anno una giovane coppia ha il grande privilegio di partecipare al celebre “Ballo Dell’Opera di Vienna”, che va in scena nella capitale austriaca nella sera di giovedì grasso. La kermesse viennese inaugurata nel 1877 per volere dell’imperatore Franco Giuseppe, con i suoi 200 anni di fascino e glamour, è uno degli appuntamenti annuali più importanti della società austriaca. Ogni anno il Teatro dell’Opera di Vienna si trasforma nella sala da ballo più fastosa al mondo, per regalare uno spettacolo unico, richiamando l’attenzione non solo di migliaia di spettatori, ma di tutta la stampa internazionale, questi alcuni numeri: 144 coppie, 5.500 partecipanti provenienti da tutto il mondo, 1709 posti a sedere, 150 orchestrali, 700 composizioni floreali, oltre 2,5 milioni di spettatori in mondo visione.

La cerimonia di apertura ha inizio: la fanfara saluta le alte cariche dello Stato e i suoi ospiti, le coppie di debuttanti fanno il loro ingresso in sala, sfilando sulle note dell’orchestra sinfonica, le ragazze in abito bianco, con tiara Swarovski firmata quest’anno da Monsieur Christian Lacroix nei capelli, i ragazzi in frac. Tradizione, eleganza e magia. Elemento fondamentale nell’outfit delle debuttanti è la tiara. Principesca, iconica e soprattutto scintillante. Il design del diadema di Lacroix si ispira, come il resto della serata al “Flauto magico” di Mozart. Nello specifico alla potente Regina della Notte. Il copricapo è composto da 72 cristalli di colore chiaro. La tiara è stata progettata per evocare il fascino magico della musica. Il cielo notturno e le storie fiabesche di principi e principesse. Alessia Veggo sarà l’unica principessa italiana ad indossare la magnifica tiara Swarovski firmata da Lacroix. Con i suoi 19 anni e tanti sogni nel cassetto.

Un ricco programma allieterà la serata dei partecipanti e di milioni di telespettatori, infatti, sono previste le esibizioni della soprano Aida Garifullina e del tenore Piotr Beczala, accompagnate dall’orchestra dell’Opera di Vienna diretta dal maestro Daniel Hardin e di numerosi corpi di ballo, con ballerini del calibro di Olga Esina (prima ballerina del corpo di danza dell’Opera di Vienna), Nikisha Fogo, Eno Peci e molti altri artisti.
Come ogni anno tante le presenze istituzionali hanno confermato la loro presenza a questa importante manifestazione a partire dal Presidente della Repubblica austriaca Van Der Bellen, ai numerosi politici dell’intero arco costituzionale austriaco. Sarà, inoltre, presente la Ministra Europea Karoline Edststadler e il Vicepresidente greco della Commissione Europea, Margaritis Schinas. Un capitolo a parte merita la presenza di un’altra bellezza italiana che impreziosirà l’evento sarà, infatti, Ornella Muti la madrina di questa edizione, al fianco dell’eccentrico imprenditore austriaco Richard Lugner. In passato Lugner è stato accompagnato all’evento mondano più importante dell’anno da Elisabetta Canalis, Kim Kardshian, Gina Lollobrigida, Sophia Loren e Claudia Cardinale.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Venezia: libri danneggiati da maree diventano opere d’arte
Assegnate all’asta a Bologna, iniziativa di tre studentesse Ied
BOLOGNA
18 febbraio 2020
18:22
– I libri tornano ai libri: prosegue il viaggio artistico-solidale di Libricontrocorrente, iniziativa spontanea di tre studentesse di Graphic Design in Ied Milano (Maria Vittoria Miccoli Minarelli, Ambre Carladous e Anna Carera) volta al recupero e alla rivalorizzazione dei libri danneggiati dalle maree che hanno colpito Venezia lo scorso autunno. Dopo l’asta benefica online che ha ha visto protagoniste oltre 100 opere d’arte contemporanea frutto della trasformazione dei volumi da parte di studenti, docenti e designer coinvolti nell’ambito dell’Istituto Europeo di Design, a Palazzo Vizzani – nel cuore di Bologna – sono state battute all’asta e assegnate tutte le 30 opere realizzate dagli artisti coinvolti nel capoluogo emiliano grazie alla collaborazione con l’Associazione Alchemilla, che ha sede proprio nel palazzo tardo-cinquecentesco.
L’asta è stata battuta dal duo artistico Saggion-Paganello, in residenza studio, grazie ad Alchemilla, proprio a Palazzo Vizzani. Il duo è autore dell’installazione a tema ‘Aspettando che l’acqua dissolva ogni cosa’, a cura di Fulvio Chimento, visibile fino al 29 febbraio e centrata sui volumi della libreria Acqua Alta danneggiati, recuperati e trasformarti in opere con il contributo di diversi artisti: il risultato sono piccole sculture di carta, illustrazioni, acquerelli, combinazioni di graphic art, illustrazione e scultura. Le 30 opere provenienti dai libri al macero, battute all’asta a Palazzo Vizzani, sono state eseguite da 16 artisti. I fondi ricavati dall’asta di Palazzo Vizzani e quelli della prima asta battuta online (per un totale di circa 10.000 euro) sono destinati alla veneziana Fondazione Querini Stampalia, luogo di cultura con 150 anni di storia alle spalle, seriamente danneggiato dalle maree eccezionali di fine 2019.
Milano Moda Donna senza Asia, in 1000 rimasti a casa
Dal 19 al 24 febbraio la nuova edizione ospiterà 56 sfilate
MILANO
18 febbraio 2020
20:23
– Si apre il 18 febbraio sotto il segno della Cina, la grande assente di queste sfilate, la nuova edizione di Milano Moda Donna, che dal 19 al 24 febbraio ospiterà 56 sfilate, 96 presentazioni e 34 eventi, per un totale di 188 appuntamenti. Ma nessuno nasconde la paura per il coronavirus, che si fa sentire già dalle assenze a questa edizione, con mille addetti ai lavori cinesi rimasti a casa.
Non è un caso che l’inaugurazione del fashion hub della Camera Moda coincida con il lancio della campagna “China, we are with you”, pensata per permettere al mondo della moda cinese di vivere l’esperienza della Fashion Week in streaming. Così 8 giovani designer partecipano virtualmente alla kermesse grazie a video e nuove tecnologie. L’unico presente è Han Wen, che abita a Londra. Non si è lasciata scoraggiare, invece, la 35enne Anna Yang che è arrivata facendo scalo a Francoforte. La collezione del suo marchio Annakiki era già pronta e ha confermato la sfilata. Assenti dalle passerelle Angel Chen, Ricostru e Hui.
Clerici torna in autunno su Rai1 con nuovo format
La conduttrice lavora al nuovo show con la direzione di rete
18 febbraio 2020
20:26
– Un format tutto nuovo, in onda il prossimo autunno: è il progetto che riporterà Antonella Clerici su Rai1 e al quale la stessa conduttrice sta lavorando d’intesa con la direzione di rete.
Ad annunciare la fine dell”esilio” per il volto storico dell’ammiraglia è stato lo stesso direttore, Stefano Coletta, qualche giorno fa a Sanremo. “Trovo che sia una bestemmia che Antonella non sia presente su Rai1 da un po’ di tempo: sarà un asset della rete”, ha sottolineato Coletta. Parole che hanno commosso la conduttrice, anche lei a Sanremo, scoppiata in un pianto liberatorio.
Da 34 anni in Rai, un contratto in scadenza a fine giugno, alle spalle il malumore per essere rimasta fuori dai palinsesti autunnali dopo il doloroso addio alla Prova del cuoco (una scelta maturata anche per dedicarsi alla vita privata), lo stop a Sanremo Young e il risultato poco brillante di Portobello, Clerici aveva detto no alla conduzione di Miss Italia, ma era riapparsa su Rai1 per lo Zecchino d’Oro e per Telethon e poi nella giuria di Sanremo Giovani. In autunno la rivedremo alla guida di uno show nuovo di zecca.
Il Ragazzo italiano di Gian Arturo Ferrari
21 febbraio 2020
15:47
GIAN ARTURO FERRARI, RAGAZZO ITALIANO (FELTRINELLI, PP 310, EURO 18,00). Bambino nell’Italia del dopoguerra, cresciuto nella provincia contadina, tra i paesi con nomi d’invenzione di Querciano e Zanegrate. Ragazzino con un po’ di balbuzie che “non aveva abilità né virtù al di fuori di quelle legate alla memoria e al ricordare, dunque ai libri”. Ragazzo nella Milano riformista, della prima rivoluzione industriale. E’ Ninni/Piero, il protagonista di ‘Ragazzo italiano’, il romanzo d’esordio di Gian Arturo Ferrari, esponente di primo piano dell’editoria, pubblicato da Feltrinelli che con questo titolo potrebbe tornare al Premio Strega, disertato da anni.
A 76 anni Ferrari esordisce nella narrativa con un libro di formazione di matrice autobiografica, dove vicende reali e inventate si intrecciano, in cui la storia personale si riflette in quella di un’Italia che non esiste più, ma resta viva nella memoria di molte persone. Un paese uscito dalla guerra, dove i rapporti tra le persone sono duri, in cui c’è tanta povertà ma anche tanta voglia di rialzarsi, di progettare, dove c’è ansia ma si crede nel futuro, dove l’avvenire è pieno di promesse e dove la scuola è la molla di promozione sociale. Così negli anni del liceo classico, Ninni – che ha lasciato per volontà del padre, con cui ha un rapporto irrisolto, il suo nomignolo da bambino e si fa chiamare con il suo nome, Piero, che in verità all’anagrafe sarebbe Pieraugusto – forma un trio scolastico con cui avvia l’operazione “grandi intellettuali rispondono ai liceali”. Tra i dieci personaggi interpellati tutti si rendono disponibili, con sorpresa degli studenti, compreso il grande poeta Eugenio Montale, anche se non viene esplicitamente nominato, che “lavorava in un grande quotidiano e fissò l’appuntamento con loro in una specie di parlatorio accanto all’ingresso” racconta Ferrari. “Fumava ininterrottamente, teneva gli occhi bassi, fissi sul portacenere di formaldeide con sopra scritto ‘Cinzano’, dove si venivano accumulando i mozziconi. Non era affatto scontroso, più loquace anzi e più gentile della sua fama, con un fondo curioso e divertito” dice.
Primo della classe, al liceo, durante le assemblee Piero riscuote grande successo e smette di tartagliare: “stupefatto si sentì parlare tutto dritto, senza il minimo inciampo”.
Nel romanzo, in terza persona, con uno stile scorrevole e un timbro sincero, anche l’arrivo della televisione “il più strabiliante, il più rivoluzionario degli elettrodomestici” che risollevò le sorti del bar di Querciano dove Ninni/Piero “oltre al televisore si divertiva a guardare i vecchi contadini immobili, il cappello sulle ginocchia, gli occhi fissi sullo schermo, solo il pomo di Adamo che andava su e giù. Come se vedessero la Madonna”.
Nell’infanzia e adolescenza di Ninni domina la figura dell’amatissima nonna che piange quando capisce che non si potrà più mungere a mano e grazie alla quale scopre i mondi che aprono i libri. Ma vede anche la fine della civiltà contadina travolta dalla prima rivoluzione industriale dove a rivelare l’anima dei tempi sono gli elettrodomestici. “Un turbine, un vortice, un’inondazione di frigoriferi, cucine, lavatrici, aspirapolvere, lucidatrici, frullini, asciugacapelli, tostapane, macinini, forni, eccettera eccettera” racconta Ferrari, che è stato professore all’Università di Pavia e in Mondadori ha coperto diversi incarichi tra cui quello di direttore generale e vicepresidente, ha presieduto il Centro per il Libro e la Lettura ed è autore del saggio ‘Libro’ (Bollati Boringhieri).
La storia si svolge per la maggior parte in una Milano distrutta ma dove c’era un grande voglia di ricostruire e dove le differenze tra le classi sociali erano evidenti, ma si conclude a Delfi, in Grecia, con una promessa d’amore.
Cattive Acque, il legal thriller è green
Todd Haynes dirige Mark Ruffalo in film ispirato a storia vera
19 febbraio 2020
09:58
Cattive acque” di Todd Haynes, in sala dal 20 febbraio con Eagle, è un legal-thriller a sfondo green, ispirato a una storia vera, quella di Robert Bilott (Mark Ruffalo) avvocato ambientalista protagonista di un’estenuante battaglia legale durata diciannove anni contro il colosso chimico DuPont. Una battaglia non da poco se si considera che si trattava di rappresentare 70mila cittadini dell’Ohio e della Virginia, la cui acqua potabile era stata contaminata dallo sversamento incontrollato di PFOA (acido perfluorooctanico).
Tutto comincia il 6 gennaio 2016, quando il New York Times parla di Bilott, socio dello studio legale Taft Stettinius & Hollister LLP, che ha scoperto come una sostanza chimica stava contaminando da anni una comunità rurale. Il film ha la cadenza di un horror: i Tennant, proprietari agricoli da generazioni, iniziano a perdere il bestiame. La loro pelle si riempie di lesioni, gli occhi si cerchiano di rosso, una bava bianca gocciola dalla bocca e i denti diventano neri. Convinto che la causa sia una fuoriuscita tossica dalla vicina discarica di Dry Run, dove l’impianto Washington Works di proprietà della DuPont scarica i suoi rifiuti, Wilbur Tennant, grazie anche al sostegno del suo superiore nello studio Tom Terp (Tim Robbins, premio Oscar per Mystic River), prova per anni a ottenere inutilmente delle risposte. “Quello che Mark Ruffalo non poteva sapere, è quanto io fossi un fan segreto di questo genere di film – dice Haynes -. Dubito di essere l’unico ad avere una così grande ammirazione per ‘la trilogia della paranoia’ degli anni ’70 di Alan Pakula (e Gordon Willis) – Una squillo per l’ispettore Klute, Perché un assassinio e Tutti gli uomini del Presidente – o per i film che sono seguiti nei decenni successivi, come Silkwood di Mike Nichols e Insider – Dietro la verità di Michael Mann. Ad attirarmi verso questo genere c’è sempre stato qualcosa, che va ben oltre lo scoprire come i potenti possano fare una brutta fine”. “In Cattive acque – continua il regista – tutto si fonda sul personaggio di Rob Bilott, non-eroe per eccellenza, le cui idee sulle normali pratiche aziendali vengono ribaltate dalle sue scoperte sulla DuPont. Diffidente, imparziale e circospetto di natura, Bilott, come molte tipiche ‘talpe’, è già una figura solitaria quando inizia la storia. E come sempre accade l’isolamento, come un virus, s’insinua nell’evoluzione della storia, diffondendosi non solo a Wilbur Tennant, ma a tutti i diversi personaggi, intrecciando classi differenti, affliggendo la vita pubblica, la vita famigliare e, nella sua scia, la vita religiosa. La verità è che, pur avendo legami solidi – conclude Haynes -, sfidare potenti gruppi d’interesse, finisce comunque con il creare isolamento, oltre a mettere in seria discussione facoltà e valori personali. Un film come Cattive Acque descrive – nei minimi dettagli – questo processo”. Nel cast, oltre Ruffalo già interprete di due film di denuncia come ‘Foxcatcher – Una storia americana’ e ‘Il caso Spotlight’, Anne Hathaway (nel ruolo di sua moglie) e Bill Pullman.
Mostre: ‘Ultrabandiere’, al MAMbo il progetto Guerrilla Spam
Nato nel 2017 a Torino all’interno dello Spazio Popolare Neruda
BOLOGNA
19 febbraio 2020
09:45
– ‘Ultrabandiere’, a cura di Guerrilla Spam e Mattia Branca in collaborazione con Cheap Street Poster Art, arriva al MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna con un talk di apertura il 20 febbraio (ore 18).
L’installazione rimarrà visibile nel foyer fino al 15 marzo.
Il progetto nasce nel novembre 2017 a Torino all’interno dello Spazio Popolare Neruda, un’occupazione abitativa atipica, nella quale convivono circa 150 persone, con molti nuclei familiari e un’alta presenza di bambini. Insieme agli abitanti sono state immaginate, disegnate e cucite 14 bandiere in stoffa che raccontano storie, pensieri, sogni e ricordi dei loro autori. Questi manufatti non sono più ‘solo’ bandiere, ma ‘ultra’-bandiere. Si trasformano in altro, stratificando significati: sono arazzi, tappeti, lenzuola o tovaglie. Non più vessilli identitari ma narrazioni aperte, che ognuno può leggere e interpretare a suo modo. Il progetto si è concluso a maggio 2019 con l’installazione delle bandiere all’interno del luogo in cui sono state create, lo Spazio Popolare Neruda.
L’allestimento ha preso spunto dalle feste in cui le bandiere Asafo vengono esposte per le strade in Ghana, proponendo una installazione densa e stratificata di colori e narrazioni.
L’installazione è poi uscita dal suo contesto naturale per essere esposta in musei e fondazioni d’arte contemporanea, “per creare un ponte tra ambiti, persone e narrazioni differenti”.
Limoni e faraoni, a Pompei ancora meraviglie mai viste
3 nuove aperture e fine dei restauri.
POMPEI
18 febbraio 2020
11:01
– “Gli amanti conducono, come le api, una vita dolce come il miele”. E’ tutta in questi versi, graffiti su una parete color del vino dove sembrano nuotare placide due anatre bianche, la magia della Casa degli Amanti, gioiello senza eguali a Pompei, l’unica casa di cui ancora si conservi, quasi intatto anche il secondo piano, addirittura ancora con i suoi pavimenti in cocciopesto. Chiusa subito dopo il terremoto dell’Irpinia che l’aveva resa inagibile tanto da risultare pericolosa persino per gli addetti ai lavori, questa dimora della Regio I il cui proprietario rimane purtroppo avvolto nel mistero riapre al pubblico per la prima volta dopo 40 anni. “E’ incredibilmente preziosa proprio perché si tratta di un unicum dovuto alla genialità del grande Amedeo Maiuri, l’archeologo che la riportò alla luce nel 1931 e che ebbe l’intuizione di consolidare il piano superiore dell’abitazione già nel corso dello scavo”, spiega Massimo Osanna, il direttore del Parco Archeologico che oggi accoglie in grande spolvero il ministro della cultura Franceschini e la stampa per mettere finalmente l’ultima parola sul Grande Progetto di messa in sicurezza del sito, avviato nel 2014 dopo la triste stagione dei crolli. “Una storia di rinascita e di riscatto – sorride soddisfatto accanto accanto a lui il ministro pd – un modello per tutta l’Europa nella gestione dei fondi comunitari”.
Nell’arco di cinque anni anni, passo dopo passo, si è riusciti insomma a dare un senso al finanziamento di 105 milioni di euro (75 europei e 25 italiani) deciso per salvare dall’incubo del degrado un Patrimonio dell’Umanità senza eguali. Nel giorno delle celebrazioni, oggi, è un profluvio di numeri: 76 interventi eseguiti , 50 chilometri di colmi murari messi in sicurezza, 30 mila metri cubi di murature, 10 mila metri quadri di intonaci, 2,7 chilometri di fronte di scavo messo al riparo da nuovi crolli. Senza contare la ripresa della ricerca e degli scavi (oltre 2mila metri quadrati sempre nell’ambito della messa in sicurezza del terreno) .
E naturalmente i restauri delle pitture, come quelli che hanno riportato letteralmente alla luce gli affreschi della Casa del Frutteto, che insieme alla Casa degli amanti e la Casa della Nave Europa viene riaperta oggi, anche questa in pratica per la prima volta: una meraviglia recuperata dai restauratori del Parco e che ora lascia senza fiato, con le sue pareti ricoperte di frutta e fiori, limoni e corbezzoli, uccelli svolazzanti, un albero di fico a cui è avvinghiato un serpente, ma anche scene di faraoni , perché come spiega Osanna “non si tratta di una banale rappresentazione del paesaggio” dietro a queste raffigurazioni c’è un significato religioso, ci sono riferimenti a culti egiziani di Osiride e Dioniso, ai culti orientali. Di fatto una delle dimore più belle di Pompei. Che dopo il restauro, proprio per rendere più immersiva la visita, è stata dotata con un particolarissimo sistema di illuminazione a led appositamente studiato, con tanto di verifiche fatte nei laboratori dell’Ospedale San Raffaele di Milano, per non mettere a rischio le pitture. Sotto queste luci, il ‘cubicolo dell’amore’ con il suo cielo notturno, i cespugli con i fiori rosa e l’albero di fico sul quale sotto gli occhi di un uccellino si attorciglia flessuoso un serpentello, trasmette tutto il suo mistero.
Flavio Bucci, il 20/2 camera ardente al Teatro Valle a Roma
Lo annuncia il figlio dell’attore, morto a 72 anni
19 febbraio 2020
12:42
– Sarà allestita il 20 febbraio dalle 10 alle 14 al teatro Valle, a Roma, la camera ardente per Flavio Bucci, l’attore di tv (celeberrima la sua interpretazione del pittore Ligabue) cinema e teatro morto il 18 febbraio a 72 anni a Passoscuro, sul litorale romano. Lo annuncia
il figlio Alessandro.
Musica: Domingo inaugura Donizetti Opera numero sei
Cinque titoli d’opera, collaborazioni con Arena, Bonn e Cuba
19 febbraio 2020
12:52
– Si aprirà il prossimo 19 novembre col debutto di Placido Domingo nella parte di ‘Belisario’ la sesta edizione di Donizetti Opera, che segnerà anche la riapertura del teatro Donizetti di Bergamo dopo il restauro. In programma cinque titoli d’opera. Oltre a Belisario (in forma di concerto), con il coro e l’orchestra del Regio di Torino diretta da Riccardo Frizza, direttore musicale del festival, andrà in scena La fille du régiment. La produzione, con la regia del cubano Luis Ernesto Donas, è realizzata con l’Arena di Verona e con il Teatro Lirico Nacional de Cuba, al suo primo progetto internazionale. A questi si aggiungono Marino Faliero con la regia di ricci/forte e il tenore Javier Camarena, artista in residenza 2020, Le nozze in villa con il coro dell’Accademia alla Scala e L’amor coniugale (produzione Opera fuoco in collaborazione con il Beethovenfest di Bonn). Anteprime in programma il 15 aprile con la presentazione-show del direttore artistico Francesco Micheli e la Donizetti night il 5 settembre.
L’Onegin di Conlon e Carsen illumina l’Opera di Roma
Grandi applausi alla messa in scena del capolavoro di Cajkovskij
20 febbraio 2020
09:55
‘amore appassionato e non corrisposto della timida sognatrice Tatiana resiste all’indifferenza e alla freddezza dell’amato, ma non cede, molto tempo dopo, alle lusinghe del suo pentimento tardivo. Ha conquistato il Teatro dell’Opera di Roma la messa in scena di Evgenij Onegin, il capolavoro di Petr Il’ic Cajkovskij diretto da James Conlon con la regia di Robert Carsen. Il pubblico ha riservato grandi applausi all’esecuzione dell’orchestra guidata dal maestro americano e all’intero cast di voci. Nell’intervallo tra il primo e il secondo atto una calorosa standing ovation ha salutato la senatrice Liliana Segre che ha seguito lo spettacolo in platea.
Di grande fascino la lettura che il regista canadese propone del dramma in tre atti del compositore russo ispirato al romanzo in versi di Aleksandr Puskin. Carsen, che porta in Italia per la prima volta il suo grande successo presentato al Met di New York nel 1997, costruisce il racconto privandolo di riferimenti al periodo storico ad eccezione dei bei costumi di Michael Levine, che firma anche le scene di grande effetto. Onegin, il protagonista pervaso dalla noia e dalla malinconia, rifiuta l’amore che gli offre Tatiana per evitare la trappola del legame e della consuetudine, e solo alla fine, quando ritroverà la giovane conosciuta in campagna sposata all’anziano principe Gremin che le garantisce solidità economica e visibilità sociale, cercherà inutilmente di riconquistarla chiedendole perdono. La donna gli confessa di amarlo, ma di non voler rompere il giuramento di fedeltà al marito e lo abbandona. Repliche il 21, 25, 23 e 29 febbraio.
Da Buonarroti a Disney, arte parla di Storia a Ducale Genova
Michelangelo, Obey, Scianna e l’export di una mostra a Londra
GENOVA
19 febbraio 2020
14:00
– Palazzo Ducale si affaccia alla prossima stagione con alcune novità sensazionali: l’esportazione di’Italian Threads: Mita textile Design’ prodotta da Ducale e Wolfsoniana all’Estorick collection of Modern art di Londra, l’esposizione dedicata a Michelangelo, le opere di Obey, il grafico che ha curato l’immagine iconica di Obama in campagna elettorale e la mostra ‘Disney’, nel 70^ compleanno di Cenerentola. E ancora la personale del grande fotografo Ferdinando Scianna e le rassegne ‘La Storia in piazza’ e il festival di Limes. Leit motiv della stagione presentata oggi dal direttore di Palazzo Ducale Serena Bertolucci è l’arte che racconta la storia. A partire da ‘Michelangelo divino artista’ che prevede l’esposizione di una delle opere michelangiolesche che ‘esce’ raramente da Casa Buonarroti, la ‘Madonna della Scala’, le ‘storie senza tempo’ raccontate da Disney con Cenerentola, Biancaneve e Frozen, ‘Make art not War’ di Obey.
Il cartellone di Palazzo Ducale prosegue anche con le due rassegne che sono ormai appuntamento fisso: il festival di Limes (6-8 marzo) dedicato al ‘Potere del Mito’ e la ‘Storia in piazza’ (2-5 aprile) curata da Luciano Canora e Franco Cardini dedicata quest’anno al tema del racconto della Storia. Tra l’altro, un’altra mostra dedicata agli anni Venti verrà esportata: dal settembre 2020 al gennaio 2021 Ducale e Wolfsoniana sbarcano alle Gallerie Estensi di Modena con una selezione delle opere provenienti dalla Wolfsoniana che illustrano le principali tendenze artistiche in Italia durante gli anni 20 del Novecento.
Torna Zingaretti-Montalbano, la storia continua / VIDEO
Due film su Rai1, ma è pronto il terzo e si ragiona sul futuro
20 febbraio 2020
09:51
“Di mio, in questa regia, c’è una malinconia dolce. Ma chi oggi non è più qui con noi lo dobbiamo festeggiare tutti con canti balli, gioia e risate. La drammaticità e la leggerezza tipica dei migliori racconti di Camilleri si intrecciano, secondo un codice conosciuto ma ogni volta diverso. E lo sforzo maggiore del mio lavoro dietro la macchina da presa è stato quello, nel rispetto dello stile di Alberto Sironi che ha dettato le regole 20 anni fa, di assecondare l’estetica del mondo di Camilleri e della sua capacità di raccontarci il mondo.  Dobbiamo ricordare con allegria anche lo scenografo Luciano Ricceri che ha creato il mondo di Montalbano, è stato lui a scegliere le location, a farci innamorare degli scorci più belli della Sicilia.” Luca Zingaretti torna a vestire i panni di Montalbano, il commissario più amato della tv, ma questa volta ne firma anche la regia dopo che lo storico regista è venuto a mancare nel corso delle riprese a meno di due settimane dalla scomparsa dello scrittore Andrea Camilleri. Il 9 e il 16 marzo Rai1 manderà in onda due nuovi episodi girati la scorsa estate. Il primo è “Salvo amato, Livia mia”,  il secondo si intitola “La rete di protezione”, trasposizione dell’omonimo romanzo del grande scrittore siciliano.
Una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction. Prodotto da Carlo degli Esposti e Nora Barbieri con Max Gusberti. L’appuntamento con i nuovi episodi di Montalbano – fa notare il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta torna da più di venti anni e ogni volta è un evento, una festa popolare che si celebra. “E’ il testimonial principe della Rai come tale, per la durata, per il successo e, dunque, per le qualità intrinseche del personaggio e del progetto complessivo che ha a monte la penna di Camilleri, la sua autorevolezza, il suo impegno civile, la storia legata da sempre a quella della Rai”.
Rispondendo a una domanda sul futuro televisivo di Montalbano, Zingaretti fa un ragionamento che non scioglie il dubbio: “Nel 2008 volevo uscire da questo personaggio, fu una strategia come mi aveva insegnato lo stesso Camilleri in Accademia, dopo due anni decisi di proseguire e gli applausi erano più forti e numerosi, fu una scommessa vinta. Ora c’è un problema diverso: due componenti importanti di questa famiglia, autore e regista, non ci sono più. Quest’anno abbiamo girato tre episodi, due andranno in onda e uno (Il Metodo Catalanotti) la Rai ha deciso di trasmetterlo nel 2021. Io voglio celebrarli con il pubblico e poi riflettere. Devo far sedimentare tutto ed elaborare il lutto. Oppure decidere se prendere il testimone e concludere in bellezza con l’ultimo romanzo che è nella cassaforte di Sellerio (noto come Riccardino). C’è anche un altro romanzo che è uscito mentre noi giravamo (Il cuoco dell’Alcyon). Bisogna capire se uno non se la sente più di andare avanti senza determinate figure fondamentali oppure continuare”.
Montalbano arriva per la prima volta al cinema per un evento straordinario: l’episodio ‘Salvo amato, Livia mia’, infatti, sara’ proiettato in anteprima e solo il 24, 25 e 26 febbraio. “Abbiamo deciso – spiega il produttore Degli Esposti – che l’incasso delle sale andrà al 50% allo Spallanzani e il resto alla onlus Ape, l’associazione pazienti ematologici del Sant’Andrea. Montalbano – sottolinea – è eterno’.
Il primo episodio racconta l’omicidio di Agata, il cui cadavere viene ritrovano nei locali dell’archivio comunale.
Agata – interpretata da Federica De Benedittis – è una vecchia amica di Livia (Sonia Bergamasco), la compagna di Montalbano.
Il secondo, “La rete di protezione”, è centrato su un enigma legato ad alcuni strani filmini. Un uomo li consegna al commissario dicendo che sono stati girati anni prima dal padre morto. L’intuito di Montalbano ricostruirà la storia torbida a cui si riferiscono.
“Affrontare la regia – prosegue Zingaretti – è stata un’esperienza bella tanto quanto dolorosa. In una situazione del genere devi solo cercare di capire cosa avrebbe fatto chi ti ha preceduto.  “Quando torna Montalbano non è solo una festa del Paese ma anche per noi. Io mi sento un privilegiato perché è il prodotto più straordinario che l’azienda abbia costruito nel tempo”. Ha aggiunto il direttore di Rai1, Stefano Coletta, Lo scenario delle puntate resta quello delle meraviglie di Ragusa Ibla, Scicli, Modica, Punta Secca, Sampieri e Donnalucata. Un angolo di Sicilia conosciuto in tutto il mondo grazie alle vicende del Commissariato di Vigata. Ad affiancare Luca Zingaretti ritroveremo l’affiatatissimo gruppo di attori che ha reso negli anni “Montalbano” un vero e proprio mito, con in testa Cesare Bocci, nei panni di Mimì Augello, Peppino Mazzotta in quelli di Fazio, Angelo Russo è lo squinternato Catarella. Con questo nuovo episodio la più fortunata, premiata e acclamata tv movie collection arriva a 35 film complessivi. Le storie del commissario di Vigàta – oltre agli ascolti record delle prime visioni – hanno raggiunto nelle ultime stagioni punte superiori ai 12 milioni di spettatori con il 44% di share.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Archeologia: a Firenze torna TourismA con 250 relatori
Da 21 a 23 febbraio con 100 espositori a palazzo Congressi
FIRENZE
19 febbraio 2020
15:35
– Tre giorni dedicati al passato, al presente e al futuro dei beni culturali con 100 espositori e 250 relatori anche stranieri: dal 21 al 23 febbraio torna al palazzo dei Congressi di Firenze ‘TourismA’ il salone dell’archeologia e del turismo culturale organizzato dalla rivista Archeologia Viva.
Questa sesta edizione, presentata nella sede del Consiglio regionale della Toscana, è dedicata in particolare ai temi dell’arte, dell’archeologia e dell’ambiente con le principali realtà culturali italiane che proporranno itinerari pensati per un pubblico attento non solo al ‘dove’ ma al ‘come’ si viaggia. Tra i protagonisti anche gli Etruschi, al centro (venerdì alle 11) della presentazione dei percorsi culturali e turistici del prodotto turistico omogeneo ‘Toscana Terra Etrusca’ che sta prendendo forma con 34 Comuni toscani. Tra i presenti Chiara Lanari, vicesindaco del Comune Città di Chiusi capofila del progetto e il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani.
Tra i relatori attesi anche il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, lo storico dell’arte Philppe Daverio, l’archeologo Andrea Carandini, il regista Pupi Avati, il critico d’arte Vittorio Sgarbi e Alberto Angela che chiuderà la kermesse fiorentina. In programma anche una riflessione sulle ricerche archeologiche italiane all’estero, sulle ultime tecnologie applicate alla conservazione e divulgazione, tra cui un video game che simula una battaglia nell’antica Paestum, e sulla crescita del turismo culturale. Spazio anche a scuole e famiglie con un programma di laboratori didattici. Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, ha spiegato che “TourismA è ormai una realtà ramificata in tutta Italia e in Europa. Un appuntamento imperdibile e un’occasione di incontro tra chi si appassiona alle testimonianze del passato e coloro che alla ricerca e alla proposta del patrimonio culturale dedicano la propria esistenza”.
Fotografia: a Camera ‘Memoria e Passione. Da Capa a Ghirri’
La storia d’Italia in 300 scatti della collezione Bertero
TORINO
19 febbraio 2020
17:00
– La storia d’Italia dagli anni Trenta fino alla fine del secolo scorso in 300 scatti di grandi fotografi, la maggior parte mai esposti prima. C’è il racconto del nostro passato, ma anche l’evoluzione della fotografia italiana e internazionale nella mostra Memoria e Passione. Da Capa a Ghirri, curata da Walter Guadagnini, dal 20 febbraio al 10 maggio a Camera – Centro Italiano per la Fotografia.
Le 300 immagini, selezionate tra le oltre duemila della Collezione Bertero, raccolta unica per originalità dell’impostazione e qualità delle fotografie, sono state realizzate da 50 autori da tutto il mondo. Spiccano i nomi di Bruno Barbey, Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Franco Fontana, Luigi Ghirri, Mario De Biasi, Mario Giacomelli, Ugo Mulas, Federico Patellani, Ferdinando Scianna e Michele Zaza. In mostra veri capolavori come La strada per Palermo di Robert Capa, American girl in Italy, Firenze di Ruth Orkin e il reportage dedicato all’Italia da Henri Cartier-Bresson.
A Milano omaggio a Kafka tra cinema, musica, e design
Alla Fondazione Prada il progetto curato da Udo Kittelmann
MILANO
19 febbraio 2020
17:16
– Design, cinema e musica: è il mix artistico scelto da Udo Kittelmann, direttore della Nationalgalerie di Berlino, per raccontare Franz Kafka e la sua letteratura nella mostra ‘K’, che apre il 21 febbraio fino al 27 luglio prossimo alla Fondazione Prada di Milano. L’esposizione è un omaggio ai tre romanzi incompiuti ‘America’, ‘Il processo’ e ‘Il castello’, pubblicati postumi tra il 1925 e il 1927, che secondo Max Brod, esecutore testamentario di Kafka, formano una ‘trilogia della solitudine’.
Allo stesso modo, anche ‘K’ è una sorta di ‘trittico’- composto da un’installazione, un film e un album musicale – che coinvolge tre distinti spazi della fondazione: il Podium, il Cinema e la Cisterna.
Al centro della mostra, nel Podium, si trova la grande installazione The Happy End of Franz Kafka’s “America” (1994), per la prima volta esposta in Italia, che reinterpreta un passaggio del libro in cui il protagonista, Karl Rossman, dopo aver viaggiato attraverso il Paese, si propone per un’occupazione al ‘teatro più grande del mondo’.
L’immagine letteraria è tradotta dall’artista – il tedesco Martin Kippenberger – in un campo da calcio, simbolo della competizione, destinato o ospitare colloqui di lavoro ‘di massa’ L’opera si compone di un’ampia varietà di oggetti e arredi: diversi tavoli, elementi di design vintage e sedie da mercatino delle pulci e pezzi provenienti da precedenti mostre dello stesso autore.
Il secondo elemento della trilogia è l’iconico film di Orson Welles ‘The Trial’ (Il processo, 1962), basato sull’omonimo romanzo kafkiano e proiettato nel Cinema della fondazione.
L’esposizione è completata dall’album di musica elettronica “Franz Kafka The Castle” (2013) dei Tangerine Dream, diffuso in loop nella Cisterna.
Il consiglio del curatore è di iniziare il percorso espositivo proprio da questo spazio, trasformato in un ambiente evocativo e accogliente. L’invito è a sperimentare tre possibili incontri creativi con l’opera di Kafka, attraverso il lavoro artistico proposto dalla mostra. “Rilassatevi, prendetevi del tempo”, perché “Kafka può essere capito in modo semplice”, il “messaggio” di Kittelmann ai visitatori.
‘Francesco. Il Papa delle donne’, dall’Argentina al Vaticano
In un libro apertura e attenzione di Bergoglio sul femminile
19 febbraio 2020
17:26
– NINA FABRIZIO, ‘FRANCESCO II PAPA DELLE DONNE” (San Paolo, pag. 208, euro 18,00) Per la prima volta, nella ormai ampia pubblicistica su Papa Francesco, un libro indaga il rapporto tra il primo pontefice gesuita della storia e il mondo delle donne. Religiose, laiche, dottoresse di strada, giornaliste, ex prostitute, vittime della guerra sporca in Argentina, semplici mamme, capi di stato e persino cantanti liriche, sono tantissime le donne che durante questi sette anni di pontificato sono entrate in contatto diretto con Begoglio.
Si scopre così, pagina dopo pagina, storia dopo storia, nel volume “Francesco Il Papa delle donne” della giornalista Nina Fabrizio (edito da San Paolo, pagine 208, euro 18,00 – in uscita il 21 febbraio) che proprio questo pontificato, così proteso verso le periferie e caratterizzato dall’opzione preferenziale per i poveri, ha anche favorito il sorgere di un vasto movimento femminile, sia interno, sia parallelo alla Chiesa e al Vaticano.
E’ una storia che in realtà nasce già in Argentina, quando Bergoglio riuscì a salvare dalla dittatura militare anche donne ed amiche come il magistrato di simpatie di sinistra, Alicia Olivera. E poi, appena salito al soglio di Pietro, sostenendo nella sua dura battaglia Estela Carlotto, leader delle Abuelas de Plaza de Mayo, che è riuscita, anche grazie all’intercessione di Francesco in favore dell’apertura degli archivi ecclesiastici argentini, a ritrovare suo nipote, figlio strappato alla madre durante le disumane torture praticate nella famigerata Esma.
Intanto anche la predicazione e i discorsi di Francesco si sono impreziositi di anno in anno di nuovi messaggi alle donne, quasi Bergoglio si fosse posto in dialogo diretto con loro. Una interlocuzione che si è aperta anche a gesti storici come i più volte rinnovati abbracci con ex prostituite, vittime di fenomeni di sfruttamento brutali, quasi completamente ignorati dall’opinione pubblica. L’aver affrontato di petto i temi delle donne, ha condotto il Pontefice argentino fino ad alzare, finalmente, il velo sugli abusi sessuali e di autorità che le religiose stesse subiscono nel chiuso degli ordini. Anche a questo tema il volume dedica un ampio capitolo, tratteggiando le tensioni interne al Vaticano stesso e il protagonismo di molte donne, come l’ex coordinatrice del mensile Donne chiesa mondo, allegato all’Osservatore romano, Lucetta Scaraffia, per riuscire ad affermare proprio all’interno della Chiesa una vera consapevolezza sui drammi subiti da troppe suore senza voce.
Francesco, racconta il libro, è stato il primo Papa a farsi intervistare da giornaliste donne, il primo Papa ad avere così numerose e franche relazioni diplomatiche con leader politiche femminili, il primo Papa ad aver ascoltato direttamente dalle attiviste per i diritti dei popoli indigeni la loro voce, riservandogli anche una giusta ribalta davanti alla platea dei vaticanisti accreditati durante il recente sinodo sull’Amazzonia. E’ stato, quindi, il primo Papa ad aver chiaramente denunciato il femminicidio ed il primo a favorire un maggiore accesso, seppur ancora timido, delle donne in incarichi curiali di vertice (di cui al momento detengono circa il 10%). E proprio nel suo pontificato, quasi come un segno dei tempi, anche in Vaticano, promossa da alcune dipendenti, è nata un’associazione di donne dall’emblematico nome D.VA, simile a molte altre in crescita tra le società civili dei più diversi Paesi del mondo. Per questo, sostiene l’autrice, Francesco può essere un grande alleato delle cause delle donne, che nei suoi confronti nutrono fiducia, aspettative e speranza.
Scoperto disegno inedito di Guicciardini, un carro armato
In catalogazione manoscritti Biblioteca Nazionale Firenze
FIRENZE
19 febbraio 2020
18:58
– Un testo inedito di Francesco Guicciardini (1483-1540), datato agosto 1515 e corredato dal disegno di un prototipo di un carro armato, è stato ritrovato alla Biblioteca nazionale di Firenze durante la catalogazione di manoscritti provenienti dalla Biblioteca lorenese. Il testo non è firmato ma l’attribuzione è stata possibile confrontando il foglio con altri autografi, assolutamente sovrapponibili. Era in una cartella con materiali di varia provenienza, raccolti nel 19/o secolo per volontà di Leopoldo II d’Asburgo Lorena. La scoperta è stata nel progetto Pal-Mo (Palatino-Manus on line) che impegna paleografi e codicologi nella catalogazione di manoscritti della biblioteca lorenese. Il testo è di un mese prima della battaglia di Marignano. Guicciardini descrive un segreto militare noto a lui e a Lorenzo de’ Medici il Giovane cioè il progetto di una “machina trovata da Francesco Barducci”.
Oltre a spiegarne il funzionamento Guicciardini ha disegnato il prototipo di carro armato con tanto di ‘razzi’.
Toma, il giornalista che si fece notizia
Le vicissitudini di un direttore di tg locale
TRIESTE
21 febbraio 2020
20:35
IL GIORNALISTA CHE SI FECE NOTIZIA, di Piero Antonio Toma (Homo scrivens; 155 pagg.; 15 euro) Come un tappeto che si arrotola, così Gianluigi, giornalista affermato di una emittente televisiva locale, finisce per essere stritolato dalla propria immagine di personaggio televisivo fino a un epilogo tragico. Incapace di divincolare la vita privata dal ruolo del giornalista di successo, perde in lucidità e serenità personale e familiare. E’ il tema de “Il giornalista che si fece notizia” del (vero) giornalista e scrittore Piero Antonio Toma, il cui protagonista, Gianluigi, appunto, finisce per avvitarsi su se stesso – con lentezza ma inesorabilmente – fino ad allontanarsi dal mondo e dagli affetti che lo hanno circondato fino a quel momento.
Gianluigi è un bravo giornalista, il telegiornale di una emittente locale napoletana che dirige è molto seguito e la forte partecipazione di pubblico e i messaggi che riceve lo testimoniano continuamente. Ha una moglie alla quale è legato e che gli sta vicino devotamente, ma ormai senza particolari sobbalzi emotivi; una coppia collaudata che si concede un momento di intimità alla settimana, sempre lo stesso giorno e alla stessa ora.
Normale che voglia migliorare e migliorarsi. Si inventa allora qualcosa di nuovo per la televisione e dunque comincia a organizzare dibattiti e a svolgere approfondite inchieste. Il suo successo aumenta, l’audience sale ma lui si sta già impastoiando in una gara al miglioramento in modo inarrestabile.
Decide di associare alla fondatezza delle notizie il gusto effimero di un oroscopo: è lui stesso a ipotizzare i destini dei singoli segni zodiacali, lo fa in modo casuale e, ovviamente, senza crederci lui per primo. Non è escluso che il disingannato pubblico partenopeo immagini che dietro quegli scenari legati al Capricorno e al Sagittario, ai Pesci come ai Gemelli, ci sia una bonaria truffa, quasi una fraterna presa in giro, ma sta al gioco e prende in considerazione il vaticinio di Gianluigi.
Un giorno in redazione piomba una donna dalla bellezza mozzafiato. Non è soltanto bella, è anche intelligente e seria e, sebbene sia parente del proprietario dell’emittente, si rifiuta di essere raccomandata. Nasce presto, insperatamente, una relazione con Gianluigi, che diventa più intensa con il passare del tempo, anche se priva di promesse d’amore eterno e di progettualità di vita. Una relazione che si interrompe così, all’improvviso e con sorpresa per lui che dovrà fare alcune ricerche prima di capire la vera ragione per cui la donna è scomparsa senza nemmeno lasciare e lasciargli un messaggio.
In un crescendo che poggia sul passare del tempo, Gianluigi comincia a provare piacere soltanto nel penetrare i segreti della Rete. Astuto, gli basta poco tempo per diventare un hacker. Si è dato un compito: non quello banale di distruggere dati sensibili di multinazionali, sfondare i sistemi di sicurezza del Pentagono o arricchirsi accreditando sul proprio conto corrente una sommetta prelevata a qualche sceicco, ma tentare di riequilibrare almeno qualcuna delle tante ingiustizie che vede e che conosce. Fino a un epilogo non scontato.
Piero Antonio Toma ha pubblicato numerosi libri tra saggi (sul porto di Napoli, sulla figura di Renato Caccioppoli, sul giornalismo a Napoli e non solo) e romanzi e volumi di racconti.
Morgan mette all’asta foglio testo brano modificato a Sanremo
Il musicista: “Il ricavato andrà in beneficenza”
SANREMO
19 febbraio 2020
19:22
– “Come promesso in diretta a Live #noneladurso, Morgan ha messo all’asta il foglio del testo modificato a Sanremo. Il ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza”. Così dal proprio profilo Facebook, Morgan annuncia di aver messo all’asta, sul portale Ebay, il foglio contenente il testo della canzone modificato la sera del Festival, che ha scatenato il caso dell’abbandono di Bugo. “Le brutte intenzioni, la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera, la tua ingratitudine, la tua arroganza, fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa”, “ma tu sai solo coltivare invidia”, “ringrazia il cielo se sei su questo palco, rispetta chi ti ci ha portato dentro e questo sono io”. In questo modo Morgan ha modificato il testo della canzone Sincero, provocando l’uscita di scena di Bugo che ha interrotto la performance sul palco dell’Ariston.
Il richiamo della foresta per Harrison Ford
Dal libro di Jack London, tra live action e animazione 3d
20 febbraio 2020
10:08
Jack London è sempre stato un romanziere molto amato dal cinema (oltre 50 i lungometraggi che hanno adattato suoi romanzi e racconti o vi si sono liberamente ispirati, senza contare le altre decine di versioni per il piccolo schermo) e questa stagione lo conferma. Dopo Martin Eden di Pietro Marcello, arriva una nuova trasposizione, diretta da Chris Sanders, de Il richiamo della foresta con Harrison Ford in una delle sue migliori interpretazioni degli ultimi anni. Il film, nelle sale dal 20 febbraio con Walt Disney, che ha nel cast, fra gli altri, anche Omar Sy, Cara Gee, Dan Stevens e Karen Gillan, è tratto dal romanzo breve che London ha scritto nel 1903. Una storia di formazione, avventura, viaggio e ricerca di se’, nella quale seguiamo il percorso di crescita e trasformazione dell’imponente Buck, mix di San Bernardo e Collie, che a fine ‘800, da cane di casa in California, dopo essere stato rapito, si ritrova a dover sopravvivere nella muta di una slitta nello Yukon canadese della corsa dell’oro. Già adattata per il grande schermo altre cinque volte, dal film muto diretto nel 1923 da Fred Jackman, a quello con Rutger Hauer nel 1996, passando per la versione iconica con Clark Gable del 1935, la storia torna stavolta unendo live action, animazione fotorealistica in Cgi (in una formula simile a quella dell’ultimo The Lion King) ma anche motion capture. Infatti sul set Buck è stato incarnato nelle movenze da Terry Notary, ex acrobata del Cirque du Soleil, diventato uno dei più importanti coreografi di movimenti a Hollywood. Gesti e espressioni fusi con la ‘scansione’ di un reale mix di Collie e San Bernardo, Buckley, che la moglie di Sanders ha trovato in un canile in Kansas e adottato come cane di famiglia. Sempre attraverso la scannerizzazione di cani reali sono stati ricreati gli altri otto cani, compagni di muta di Buck raccontati nella storia.
Sanders rispetta nell’essenza il libro, pur addolcendone i lati più violenti e duri. Il risultato è un film adatto a tutta la famiglia, avvincente e capace spesso di emozionare.
Colpiscono in particolare la fotografia del due volte premio Oscar Janusz Kaminski e le prove degli attori: da Omar Sy, che dona a Perrault, impiegato del servizio postale e primo proprietario della muta da slitta della quale entra a far parte Buck, un’originale leggerezza e sensibilità, a Harrison Ford per John Thornton (il cui ruolo viene ampliato e approfondito rispetto al libro), uomo sovrastato dal dolore per un lutto, che salva il cane protagonista dall’incapace e rabbioso cercatore d’oro Hal (Stevens). Nel viaggio che intraprende con lui, Buck, finisce per comprendere la sua vera natura. “Penso che il film abbia molto da dire sia sui personaggi umani che su quelli animali. Mentre il libro non non racconta molto di John Thornton, noi abbiamo tessuto nel racconto una storia umana parallela a quella di Buck e gli eventi che uniscono questi due personaggi, e Buck al suo destino – ha spiegato a Variety Ford, che nelle interviste per il film ha confermato come prossimo progetto un nuovo capitolo de I predatori dell’Arca Perduta -. Thornton prende da Buck il coraggio di affrontare parti del suo passato con cui non aveva avuto il coraggio di confrontarsi prima”.
La poliziotta tra vino e verità
Con ‘Mercato nero” di Gian Mauro Costa torna l’agente Mazzola
PALERMO
21 febbraio 2020
10:58
GIAN MAURO COSTA, ‘MERCATO NERO’ (SELLERIO, PP. 259, 14 EURO).  La gente non si aspetta che il nigeriano Jamal possa correttamente usare il congiuntivo o che possa parlare un buon italiano. E lui non la delude: coniuga i verbi all’infinito, fa qualche errore qua e là, come si addice a un vero migrante. Ma l'”esibizione” di Jamal si ferma davanti ad Angela Mazzola, la poliziotta dell’antirapina prestata alla squadra omicidi della questura di Palermo per risolvere il complicato caso dell’omicidio di un aristocratico quarantenne col pallino dell’antiquariato. La poliziotta torna in “Mercato nero”, ultimo romanzo di Gian Mauro Costa, dopo aver esordito nel fortunato “Stella o croce”. Lo fa col suo abituale protagonismo da outsider che chiama in causa altri outsider, come Jamal, appunto, cameriere al Benin Cafè di Ballarò, dove è avvenuto l’omicidio e dove la mafia nigeriana si scambia favori con quella indigena. Jamal è un giovane ben istruito che non conosce l’omertà, ancora radicata in una Palermo che contempla crimine e bellezza con pari indifferenza.
Attraverso il suo fondoschiena, Angela dimostra la correttezza dell’assunto di Oscar Wilde, e cioè che l’unico equilibrio possibile tra arte e natura risiede in quella parte del corpo. La ragazza, rossa di capelli, mostra una vaga consapevolezza delle sue doti fisiche e nelle vicende di sesso è più vicina ad Humphrey Bogart che a Ingrid Bergman. Di lei sappiamo che ha la passione per il buon cibo e il buon vino (su tutti vince un sicilianissimo vitigno, il Perricone) e un’avversione verso le quattro ruote. Nutre riconoscenza nei confronti del suo motorino (un Liberty che si rivela un efficace strumento di lavoro) e disinteressato affetto verso la sua labrador Stella, insieme alla quale gode del quartiere Acquasanta, del suo porticciolo turistico davanti al quale abita in una casa a poco prezzo ma con terrazzo panoramico.
La storia si svolge attorno all’omicidio di Ernesto Altavilla che scuote la città: la sua è una famiglia che conta e il contesto (il popolare mercato di Ballarò), oltre alla modalità (un colpo d’arma da fuoco talmente preciso e chirurgico da sembrare una pallottola vagante), rendono difficilissime le indagini. E allora Lucio Milazzo, il capo di Angela, chiama la poliziotta, in ferie a Torino, e le chiede di tornare al lavoro e accettare il “prestito” alla omicidi. Per talento e giovinezza, Angela ha le carte in regola per entrare nel quartiere e nel giro dei locali notturni, senza destare sospetti. Dopo un primo sopralluogo con un finto fidanzato, un collega, deciderà che è meglio fare da sola. E non ha torto, perché da un dettaglio – venuto fuori per la sua caparbietà e scaturito da una riflessiva solitudine – Angela riuscirà a mettere in fila i fatti.
Massimo Bonelli, La musica attuale
Dal direttore del Primo Maggio i consigli per i giovani talenti
21 febbraio 2020
10:57
MASSIMO BONELLI, LA MUSICA ATTUALE.  COME COSTRUIRE LA TUA CARRIERA MUSICALE NELL’ERA DEL DIGITALE (Roi Edizioni, pp.300, 19 Euro). Comprendere come muoversi nelle nuove regole del gioco dell’era della musica digitale e quali sono gli attori che contano nel nuovo scenario; fare uno storytelling sincero e credibile del proprio messaggio musicale attraverso i diversi media. E poi non dimenticare di considerare la propria carriera “come una startup” e sfoderare l’arma segreta, il marketing, la vera leva che, se sfruttata nel modo giusto, può cambiare il futuro di un artista. Sono solo alcuni dei consigli che Massimo Bonelli, produttore discografico, manager e direttore artistico del Concerto del Primo Maggio di Roma, ha deciso di dispensare ai musicisti di oggi nel suo primo libro “La musica attuale” (Roi Edizioni).
Il libro, strutturato in 10 capitoli, è configurato come una sorta di bussola per orientarsi e riuscire ad emergere in un contesto come quello attuale affollatissimo di artisti e produttori; in questo manuale, l’autore dapprima delinea il quadro teorico su come nell’era digitale si sia evoluta la scena musicale e il mercato che la regola, per poi passare con un occhio da “insider” a elencare e spiegare una serie di tecniche, buone pratiche e trucchi del mestiere utilissimi per i giovani talenti.
“Se sei bravo e hai qualcosa da dire ce la puoi fare: ma devi avere un’identità riconoscibile, un contenuto valido e delle solide relazioni, con il pubblico e con gli operatori del settore”, spiega
Bonelli, sottolineando che il primo obiettivo da raggiungere “ormai non è più la vendita di dischi, ma ottenere attenzione”. “Viviamo in un’era digitale che ormai è stata assimilata dal mondo della musica e ha creato un impatto positivo: il mercato è cambiato ma molti pensano e agiscono come se fossimo ancora nell’era analogica: io ho trovato le chiavi per raccontare questa nuova fase e per cavalcarla al meglio, senza esserne schiacciati”, afferma, “la verità, e lo dicono le statistiche, è che oggi ci sono più possibilità di farcela rispetto a prima: gli artisti di successo sono di più, ma fanno numeri più piccoli”. Giovane, classe 1974, ma già con oltre 20 anni di esperienza nel settore alle spalle (di cui una decina come musicista emergente, “sono stato felice e frustrato e, sebbene mi sarebbe piaciuto fare musica fino alla fine, ho avuto molte più soddisfazioni con la carriera di oggi che ora non cambierei più”, dice), Bonelli per il libro ha fatto ricerche per 2 anni, tra fonti internazionali, studi, saggi. Se è vero che oggi per avere successo gli artisti devono saper fare tante cose, oltre a cantare e suonare (devono essere esperti di marketing, comunicazione, management, booking, diritto), questo non fa perdere di vista l’arte? “Non compete a me giudicare la qualità della musica, e credo che un giudizio si potrà dare solo tra qualche anno. Forse, se penso alla musica che ascoltavo quando avevo 20 anni, mi sembra che ci siano meno talenti e che le canzoni fossero più belle”, dice, “ma non so se esista un termine oggettivo. In ogni epoca ci sono cose fighissime e cose orribili, è sempre stato così. E di certo ancora non possiamo dire se la musica di adesso sia destinata a durare oppure no”.
“Quello che serve ora è cambiare approccio: non si vendono i dischi, non servono videoclip né passaggi in radio e recensioni.
Gli artisti già si sono adattati alla realtà che vivono e molti sono già capaci di farsi promozione da soli”, dice, “ma a volte manca il passaggio razionale: bisogna superare l’istinto e capire perché si fa una cosa per sfruttarla al meglio”. Un esempio potrebbe essere quello di Achille Lauro che, dopo il successo personale a Sanremo, è stato appena nominato direttore creativo dell’etichetta Elektra? “Non so se lui abbia superato o meno la parte istintiva, bisognerebbe chiederglielo. Di certo non è frequente per l’Italia la nomina di un cantante a direttore creativo e lui da sempre è stato capace di guardare alla propria immagine, proprio come ha fatto Bowie”.
Alle Albere di Trento il Museo della filosofia
Zecchi, dedicato al rapporto fra scienza e pensiero filosofico
TRENTO
20 febbraio 2020
12:50
– Il primo piano del palazzo delle Albere a Trento ospiterà il Museo della Filosofia, un’esposizione dedicata al rapporto fra scienza e pensiero filosofico.
“Sarà orientato verso una riflessione sulla sostenibilità, concetto fondamentale e pressante per il nostro modo di vivere oggi”, ha detto il presidente del Muse, Stefano Zecchi.
“Aspettiamo il trasferimento finanziario previsto e da lì avvieremo il progetto esecutivo, siamo già avanti con il concept della mostra”, ha aggiunto Zecchi.
L’annuncio dell’imminente realizzazione è stato dato dall’assessore provinciale alla cultura, Mirko Bisesti, a seguito di una riunione tecnica in assessorato. “Le Albere sono un simbolo di Trento che appartiene a tutti. La struttura è unica e merita tutta l’attenzione possibile”, ha detto Bisesti.
Premi: la longlist del Gregor von Rezzori
Il 28/5 premiazione a Festival Scrittori
20 febbraio 2020
13:09
– E’ stata annuncia la longlist per la sezione narrativa straniera e traduzione del Premio Gregor von Rezzori – Città di Firenze, appuntamento centrale del Festival degli Scrittori, che si svolgerà a Firenze dal 25 al 28 maggio.
La cerimonia di premiazione della quattordicesima edizione sarà il 28 maggio alle 18.30 nella Sala d’Armi, in Palazzo Vecchio a Firenze.
La giuria, presieduta da Ernesto Ferrero, è composta: da Beatrice Monti della Corte, Andrea Bajani, Andrea Landolfi, Alberto Manguel, Maylis de Kerangal e Edmund White.
Questa la longlist: Virginie Despentes con ‘Trilogia della città di Parigi’ (Bompiani), traduzione di Tiziana Lo Porto); Rodrigo Fresán con ‘La parte inventata ‘ (Liberaria) traduzione di Giula Zavagna; Rawi Hage con ‘Il gioco di De Niro’ (Playground) traduzione di Anna Tagliavini ; Khaled Khalifa con ‘Morire ė un mestiere difficile’ (Bompiani), traduzione di Maria Avino); Philippe Lançon con ‘La traversata’ (Edizioni e/o), traduzione di Alberto Bracci Testasecca); Ottessa Moshfegh, ‘Il mio anno di riposo e di oblio’ (Feltrinelli), traduzione di Gioia Guerzoni; Péter Nádas con ‘Storie parallele’ (Bompiani), traduzione di Laura Sgarioto); Andrés Neuman con ‘Frattura’ (Einaudi), traduzione di Federica Niola; Richard Powers con ‘Il sussurro del mondo’ (La Nave di Teseo), traduzione di Licia Vighi e Samanta Schweblin con ‘Kentuki’ (Sur), traduzione di Maria Nicola.
Il Festival degli Scrittori è ideato dalla Fondazione Santa Maddalena, che quest’anno compie vent’anni ed è presieduta da Beatrice Monti della Corte che l’ha istituita nel 2000 presso la propria abitazione a Donnini nel Valdarno, in cui si era trasferita nel 1967 con il marito Gregor von Rezzori, scrittore mitteleuropeo, autore di romanzi e memorie.
Il Festival è sostenuto dal Comune di Firenze, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, dal Gabinetto G.P.
Vieusseux e si avvale della collaborazione del Centro per il libro e la lettura del MiBACT.
Club Tenco, Staino nuovo ‘rappresentante legale’
Vignettista, ma chiamatemi presidente, non evoca guai giudiziari
GENOVA
20 febbraio 2020
13:53
– Il nuovo ‘legale rappresentante del Club Tenco è Sergio Staino. Lo comunica il direttivo del club ricevute le dimissioni spontanee di Nino Imperatore. Staino, giornalista e vignettista di gran fama, è stato scelto – si legge nella nota “in prospettiva di un ruolo futuro che rappresenti il Club nelle relazioni nazionali e istituzionali”.
“Credo che il Tenco mi abbia veramente dato molto – ha detto Staino – e se la mia satira e il mio lavoro in genere hanno una loro leggerezza e una levità creativa lo devo tanto anche alle amicizie che mi sono fatto grazie al Tenco, quell’arte dell’incontro che ha fatto del Tenco una delle strutture più affascinanti dell’Italia culturale contemporanea”. A Nino Imperatore e a Graziella Corrent resta la delega nel proseguire il lavoro di organizzazione generale, ricerca finanziamenti, logistica e amministrazione generale.
“Da un punto di vista quindi etico, affettuoso e culturale non cambia un bel niente – ha detto ancora Staino -. Continuiamo tranquilli e indefessi sulla strada segnata da questo direttivo e dall’ottimo responsabile artistico Sergio Secondiano Sacchi.
Quello che cambia è il personaggio che si presenterà in pubblico e, soprattutto, alle varie istituzioni a nome del Tenco, il cosiddetto ‘presidente’ che in realtà è il ‘responsabile legale’. Tuttavia, in ossequio ad una prassi consolidata e molto affettuosa, potete continuare a chiamarmi ‘presidente’ che – ha ironizzato Staino – è parola che almeno non evoca subito guai giudiziari”.
Guggenheim, la storia non detta del mondo rurale
Countryside, The Future affronta la radicali trasformazioni
NEW YORK
20 febbraio 2020
13:35
Prendi una delle più importanti istituzioni culturali di New York e trasformala in una finestra sul mondo rurale. Con una mostra unica nel suo genere ed un esperimento mai realizzato prima, il Guggenheim abbraccia le sfide del futuro e presenta ‘Countryside, The Future’, aperta al pubblico dal 20 febbraio al 14 agosto. L’installazione occupa tutte e sei le rampe che compongono la Rotunda del museo con una parentesi anche esterna: davanti all’ingresso sulla Quinta strada è infatti esposto un modello di trattore usato tipicamente nelle coltivazioni industriali ed un container-serra dove si vedono delle piante di pomodoro coltivate sotto delle luci LED rosa.
Countryside, The Future, è stata concepita per il Guggenheim dall’architetto e urbanista Rem Koolhaas e da Samir Bantal, direttore di AMO, think tank dell’Office for Metropolitan Architecture, curata da Troy Conrad Therrien Architecture and Digital Initiatives del Salomon R. Guggenheim Museum, ed esplora le radicali trasformazioni dei territori rurali e remoti, in questo caso identificati come ‘countryside’, campagna. E il progetto è anche frutto della partnership tra Lavazza e il Guggenheim.
“E’ la prima volta che il museo si è prestato per un qualcosa che è un esperimento più che una mostra o una forma d’arte – ha spiegato Richard Armstrong, direttore del Guggenheim – e ha lo scopo di far familiarizzare il pubblico con una realtà al di fuori di quella urbana”. La maggior parte di noi vive in città ma cosa fa e dove vive tutta l’altra parte? Cosa pensa, come agisce chi vive nel mondo rurale?”.
Ci sono voluti cinque anni per preparare Countryside, The Future e tra gli scopi della mostra c’è quello di raccontare la storia non detta degli ambienti e delle popolazioni rurali troppo spesso sacrificati a quella delle aree urbane. In un mondo in cui ci si preoccupa dei cambiamenti climatici e del loro impatto soprattutto nelle zone urbane, si è perso di vista che in realtà il global warming e l’economia di mercato hanno trasformato radicalmente la campagna. “Questa installazione – ha spiegato Samir Bantal, direttore di AMO – è un insieme di vecchie e nuove idee che hanno lo scopo di riscoprire le dinamiche della campagna. Un luogo che molti di noi concepiscono come stabile e che si trasforma lentamente, invece è un mondo attivo e flessibile ancora più delle città”.
Countryside, The Future è divisa in sei sezioni, una per ogni rampa della Rotunda, e che rappresentano diversi temi. “Tra le sezioni – ha spiegato il curatore Troy Conrad – abbiamo quella della ridefinizione politica, del tempo libero, della preservazione, le nuove frontiere, la popolazione. Il nostro obiettivo non è quello di dare lezioni morali bensì di offrire un’analisi di ciò che sta accadendo. Senza dubbio in un mondo in cui l’ambiente è costantemente sotto attacco, la campagna può rappresentare una speranza oltre ad offrire alternative in grado di sfamare il pianeta senza necessariamente distruggere la natura”.
La mostra è accompagnata anche da un libro, ‘Countryside, A Report’ con racconti personali ed interpretazioni sui diversi temi esposti.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Martinez, “Il mio Corsaro all’Opera di Roma”
Il coreografo, drammaturgia più chiara, il pubblico deve capire
20 febbraio 2020
20:13
La Russia tiene banco all’Opera di Roma. Sul palcoscenico del Costanzi debutta l’1 marzo “Il Corsaro”, balletto tra i più importanti del repertorio classico, nella versione del coreografo spagnolo Josè Carlos Martinez con l’orchestra diretta da Alexei Baklan. Lavoro complesso concepito dal poema di George Byron nella prima metà dell’ Ottocento sul quale nel tempo hanno messo le mani vari compositori con aggiunte e revisioni, ha trovato la sua versione di riferimento in quella presentata a Parigi nel 1856 da Joseph Mazilier.
Con la sua nuova produzione Martinez ha a sua lavorato di forbice tagliando personaggi, modificando la trama e la suddivisione del balletto con l’ obiettivo di concentrare l’ attenzione sulla storia d’ amore dei protagonisti, la schiava Medora e il corsaro Conrad. Ad interpretarli saranno l’ étoile Rebecca Bianchi e il giovane Simone Agrò. Con loro nelle otto repliche in programma si alterneranno i quattro ospiti internazionali, Olesja Novikova, Leonid Sarafanov, Mara Makhateli e Kim Kim, quest’ ultimo per la prima volta sul palcoscenico della capitale.
Il nuovo spettacolo avrà i costumi e la scenografia curati nel 2008 da Francesco Zito per il Teatro dell’Opera di Roma, rivisti e ripensati appositamente per questa messa in scena.
Josè Carlos Martinez con i suoi interventi ha puntato a rendere più accessibile e chiara la drammaturgia. “Ho ridotto la durata del balletto e ristrutturato la suddivisione affinché ci siano solo due atti con due scene in ogni atto. Ho eliminato il personaggio di Alì perché non aggiungeva nulla né all’azione né alla drammaturgia. In genere il Corsaro come balletto è una successione di variazioni per mostrare la tecnica degli interpreti con una drammaturgia molto confusa. Per me è fondamentale far capire al pubblico cosa sta succedendo sulla scena”.
Saviano, Vele simbolo degrado loro malgrado
‘Sarebbe meglio intestarsi gara per ricostruzione e rinascita’
20 febbraio 2020
15:54
– “Le Vele di Scampia non hanno colpa.
Sono divenute simbolo del degrado, loro malgrado. Le Vele sono state il simbolo di un progetto ambizioso e poi tradito per mancanza di risorse. Sono il simbolo della precarietà della vita al Sud: mal costruite, abitate prima che fossero agibili e poi abbandonate per decenni dallo Stato, abbandonate insieme alle persone che lì hanno vissuto senza presidi di legalità, senza caserme, senza scuole, senza aeree per la socialità”.
Cosi’ Roberto Saviano in una dichiarazione. “In 40 giorni (questo il ragionamento dello scrittore autore tra l’altro del libro best-seller Gomorra venduto in tutto il mondo e da cui sono stati ispirati il film di Matteo Garrone e una serie tv giunta alla quarta stagione e andata in onda su Sky) si abbattono le Vele, ma non le cause che hanno generato tutto ciò di cui sono simbolo. Oggi la politica fa a gara a chi mette la faccia sulla demolizione, a chi se la intesta, non sarebbe meglio intestasi la ricostruzione e il riscatto vero della periferia di Napoli e del Sud, eterna periferia d’Italia? La rinascita del territorio avviene con il lavoro, con gli investimenti, con l’attenzione costante, con l’attenzione perenne”.
Berlino: Irons, “Io frainteso su abuso, aborto e gay”
Luca Marinelli, “che paura quando ho visto a sei anni E.T”.
20 febbraio 2020
16:00
– C’era un pezzo di Italia questa mattina alla presentazione della giuria del Festival di Berlino presieduta da Jeremy Irons e composta dall’attrice Bérénice Bejo, la produttrice Bettina Brokemper, la regista palestinese Annemarie Jacir, Kenneth Lonergan e il brasiliano Kleber Mendonça Filho. Oltre al neodirettore artistico Carlo Chatrian anche Luca Marinelli nella veste di giurato.
E da Irons, prima di ogni considerazione estetica sui 18 film in concorso, alcune precisazioni: “A livello personale, sono costretto a dire qualche parola su alcuni giudizi dati da me, e su cui mi sono anche scusato, relativi a tre temi come abuso sessuale, aborto e matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Voglio essere chiaro una volta e per tutte: intanto sostengo il movimento che lotta per contrastare le diseguaglianze di cui sono vittime le donne sia nel posto di lavoro che in generale.
Approvo poi in maniera chiara i matrimoni fra persone dello stesso sesso e lo continuerò a fare. E ancora di più sono favorevole alla decisione di ogni donna di interrompere una gravidanza. Tutti dovremmo contribuire – ha continuato l’attore – a combattere per la tutela di questi tre diritti fondamentali che in alcuni paesi non sono garantiti. Spero anzi che alcuni dei film in concorso affrontino queste tematiche”.
Luca Marinelli ha parlato invece dei film della sua vita:”Amo ogni tipo di film, l’importante è che sia bello. Mi ricordo però uno dei primi film che ho visto, E.T. Ero sul divano con mia madre e ho avuto paura. Ero piccolo, non avevo più di sei anni, ma alla fine l’ho amato. È un onore per me essere in giuria.
Vivo qui, Berlino è la mia città. Ricordo la mia prima Berlinale – ha concluso – ero allora un semplice spettatore, ma già la sensazione di esserci era fantastica. Sono poi tornato come Shooting Stars ed ora eccomi in giuria. Una cosa fantastica.”
Arriva primo libro di Dan Brown per bambini con sue musiche
1/9/2020 in contemporanea mondiale, in Italia per Rizzoli
20 febbraio 2020
16:11
– Arriverà in libreria il 1 settembre in contemporanea mondiale iI primo libro illustrato per bambini di Dan Brown. Si chiama ‘La sinfonia degli animali’ (Wild Symphony) e in Italia uscirà da Rizzoli che annuncia la pubblicazione.
Il libro sarà accompagnato anche dalla prima opera musicale dell’autore del bestseller Il Codice da Vinci. Composta appositamente per l’occasione è un album di musica classica che eleva la lettura a esperienza multisensoriale e si rivolge sia ai bambini che agli adulti. I disegni sono dell’illustratrice ungherese Susan Batori.
“Adoro raccontare storie, e nei miei romanzi tento sempre di intrecciare temi diversi. Con La Sinfonia degli animali ero elettrizzato all’idea di lavorare su questo aspetto e creare un’esperienza multisensoriale, utilizzando tre linguaggi contemporaneamente: arte visiva, musica e parole. Nello stesso modo in cui un’Opera cattura il suo pubblico con belle scenografie, musica drammatica e canto lirico, così La Sinfonia degli animali aspira a essere una festa per gli occhi, le orecchie e la mente” spiega Dan Brown.
Ad oggi sono 27 i paesi ad aver acquisito i diritti di pubblicazione dell’opera.
Ne La Sinfonia degli animali il vivace Maestro Mouse, armato della sua fida bacchetta, accompagna i piccoli lettori alla scoperta di altri amici animali, dal ghepardo al canguro, fino all’elefante e alla balenottera azzurra. Ognuna delle splendide illustrazioni è dedicata a un animale diverso e offre una pillola di saggezza per affrontare la vita, ispirando riflessioni su temi come la compassione, la pazienza, il rispetto, la fiducia, la mindfulness, il prendere la vita con calma e il vivere in comunità. Con le illustrazioni di Batori tutti potranno divertirsi a scoprire tra le pagine una serie di indizi e rompicapo.
Strega: Carofiglio e Gipi tra nuove proposte Amici Domenica
15 marzo dozzina, 10 giugno cinquina e il 2 luglio vincitore
20 febbraio 2020
16:14
– Si allarga la platea degli autori e libri proposti dagli Amici della Domenica per l’edizione 2020 del Premio Strega.
Queste le nuove cinque segnalazioni, tra cui ne figurano due di Einaudi, pubblicate sul sito del Premio http://www.premiostrega.it, con cui si arriva a 20 titoli,.
Sono: Gianrico Carofiglio con ‘La misura del tempo’ (Einaudi), proposto da Sabino Cassese; GIPI (Gian Alfonso Pacinotti) con ‘Momenti straordinari con appalusi finti’ (Coconino Press), proposto da Francesco Piccolo; Lorena Spampinato, ‘Il silenzio dell’acciuga’ (Nutrimenti Edizioni), proposto da Lidia Ravera; Laura Imai Messina, ‘Quel che affidiamo al vento’ (Piemme), proposto da Lia Levi; Valeria Parrella con ‘Almarina’ (Einaudi), proposto da Nicola Lagioia.
Le proposte si possono inviare fino al 3 marzo. L’annuncio della dozzina sarà il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 10 giugno quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo. La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.
Musica: Umbria Jazz si allea con RadioMediaset
Annunciati tutti i concerti all’Arena, anche Tom Jones e Gil
20 febbraio 2020
16:16
– Tom Jones e Gilberto Jil, ma anche Anita Baker e Jamie Callum sono fra gli artisti che completano il programma dell’arena Santa Giuliana di Umbria Jazz 2020, che dal 10 al 19 luglio prevede esibizioni di Lenny Kravitz, Mika e star del jazz come Wynton Marsalis e Joshua Redman.
Il cartellone è stato presentato a Milano, presenti la presidente della Regione Donatella Masei, il sindaco Andrea Romizi e Paolo Salvadori, l’ad di Radio Mediaset con cui il festival ha firmato un accordo triennale. Radio ufficiale sarà Monte Carlo con 11 ore di trasmissione al giorno dedicate, ma saranno coinvolte tutte le stazioni Mediaset da Radio Subasio, per l’aspetto più territoriale, a Virgin. Mentre sono in via di definizione i concerti gratuiti, il direttore artistico del festival Carlo Pagnotta ha annunciato anche alcuni degli appuntamenti della Galleria Nazionale e del teatro Morlacchi (dove si aprirà la rassegna con un concerto di Enrico Rava in quintetto dedicato alla memoria del manager Mario Guidi).
Torna a Palazzo Spinola il Viaggio di Abramo del Grechetto
A Genova, dopo lungo restauro ricollocato in Galleria
GENOVA
20 febbraio 2020
16:24
– È stato un felice ritorno nel salone del secondo piano nobile di Palazzo Spinola di Pellicceria, a Genova, quello del ‘Viaggio di Abramo’, il grande dipinto di Giovanni Benedetto Castiglione detto Il Grechetto che è stato restaurato grazie a un progetto Art Bonus, sostenuto da Iren che conclude il progetto genovese di ‘Rivelazioni’ di Borsa Italiana. “L’importanza di questo progetto – ha detto la responsabile per Genova Anna Orlando – è stato mettere a sistema restauratori, operatori culturali, musei e imprenditori privati per restituire alla città qualcosa di importante”.
“Questo quadro, portato a palazzo da Ansaldo Pallavicino – ha ricordato Farida Simonetti, direttore della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola – è sempre stato uno dei dipinti più osservati dai visitatori e oggi lo vediamo con una nuova luce che ci permette di ammirarne colore, profondità e, sopratutto, la resa straordinaria dei dettagli”. L’intervento di restauro, eseguito dal Laboratorio Nino Silvestri, ha permesso infatti di liberare la tela da vernici e vecchi restauri rendendo evidenti le caratteristiche pittoriche. “I quadri di grandi dimensioni spesso vengono reinterpretati – ha detto il restauratore – e la sorpresa è stata quella di trovare negli strati quasi tutti la materia originale”. A sostenere il restauro di quest’opera è stato il gruppo Iren che in questo modo, ha ricordato l’ad Massimiliano Bianco “ci permette di contribuire in maniera attiva allo sviluppo della vita culturale delle città in cui siamo”.
Morto Jean Daniel, fondò Le Nouvel Observateur
Macron: “Con la penna ha fatto la storia”
20 febbraio 2020
16:33
– E’ scomparso Jean Daniel, considerato tra i più grandi giornalisti francesi fondatore del settimanale Le Nouvel Observateur (ribattezzato da qualche anno ‘L’Obs’).
Jean Daniel “è morto mercoledì sera all’età di 99 anni dopo una lunga vita di passione, di impegno e di creazione”, annuncia L’Obs sul suo sito internet, riferendosi allo storico giornalista nato a Bilda, nell’allora Algeria francese il 21 luglio 1920. Grande giornalista nonché coscienza della sinistra francese, Jean Daniel fondò Le Nouvel Observateur nel 1964 insieme a Claude Perdriel.
“Monumento del giornalismo, esploratore in avanscoperta che ha illuminato il cammino della sinistra, Jean Daniel è morto. La Francia perde una coscienza, uno di quegli uomini che fanno la storia con la sola forza della loro penna” scrive in un tweet il presidente francese, Emmanuel Macron.
Musica:Benali e Lischka, antichi canti sacri arabi e indiani
Napoli,domani concerto delle due artiste nella Pietà de’Turchini
NAPOLI
20 febbraio 2020
16:52
Una chiamata alla preghiera, tradotta in musica e canto dalla vocalist di origine araba Ghalia Benali e dalla musicista austriaca Romina Lischka alla viola da gamba. Accompagnate in scena da Vincent Noiret al contrabbasso, le musiciste presentano domani nella Chiesa di Santa Caterina da Siena, “Call to prayer (Adhan)” in prima italiana per la stagione concertistica della Fondazione Pietà de’ Turchini di Napoli. “Nei Paesi arabi, l’adhan – dicono le due musiciste – è la chiamata che il muezzin rivolge ai fedeli, attraverso i melismi della sua voce, invitandoli così al raccoglimento e alla preghiera”. Una pratica di cui è esperta Ghalia Benali che si unisce, in questo caso, alla singolare conoscenza dell’antichissimo canto dhrupad, lo stile più antico della tradizione musicale indiana, di cui è interprete Romina Lischka. Due mondi, diversi in apparenza, che si incontrano in scena in un programma che ai diversi esempi di queste pratiche melodiche unisce anche composizioni settecentesche per viola da gamba.
Il suolo come paesaggio, nuovo modo di vedere la Terra
Fondazione Benetton ne parla con agronomi, architetti, artisti
20 febbraio 2020
20:08
Un nuovo modo di vedere il suolo, innalzandolo dalla tradizionale dimensione “terra terra” a paesaggio vero e proprio, mix di natura e segno della mano dell’ uomo, teatro di usi e abusi che superano il limite come nel caso della “Terra dei fuochi” ma allo stesso tempo laboratorio di sperimentazioni ambientali virtuose se nell’ asfalto possono trovare spazio giardini e isole verdi. Il tema, ricco di implicazioni, anima la sedicesima edizione delle giornate internazionali di studio sul paesaggio promosse dalla Fondazione Benetton negli spazi Bomben di Treviso. Progettisti, architetti, agronomi, artisti, docenti, studiosi, ecologisti si confrontano nei due giorni di lavori in sedute comuni e in commissioni concentrate su aspetti specifici. “Vogliamo stimolare una non tanto piccola rivoluzione culturale, restituendo importanza al suolo, alla dimensione fisica, etica ed estetica della superficie terreste, fattore imprescindibile del pianeta Terra – spiega Luigi Latini, presidente del Comitato scientifico della Fondazione”. Di suolo si parla spesso solo in termini di consumo, riferendosi alle molte forme di impoverimento della città e del territorio praticate dall’ intervento umano.
L’urbanista Rosario Pavia osserva che “solo rigenerando il suolo è possibile contenere la catastrofe climatica e i fenomeni sociali e politici a essa connessi”. Ci sarà spazio anche per l’ immaginazione extraterrestre con Giacomo Certini, professore di pedologia nella Scuola di Agraria dell’Università di Firenze, per il quale è necessario coniare una definizione “cosmica” di suolo, pensando ai materiali che un giorno potrebbero provvedere al sostentamento di colonie umane al di fuori del nostro pianeta.
E’ morto Max Conteddu, il poeta-guerriero dei social
Aveva tumore al cervello, 40 mila follower piangono la sua scomparsa
NUORO
20 febbraio 2020
18:03
Ha raccontato sui social l’evolversi della sua malattia, un tumore al cervello, sempre con il sorriso tra le labbra e molta ironia, raccogliendo oltre 40mila follower su Instagram e Twitter. Massimiliano Conteddu – nickname istintomaximo – è morto a Siniscola, dove abitava in località Capo Comino. Poche le notizie che trapelano nel paese del Nuorese, mentre sui social è grande il cordoglio di amici e follower.
Il suo ultimo tweet risale al 10 febbraio scorso, quando pubblica 9 cuori e uno zero finale che alcuni hanno interpretato come un conto alla rovescia. Il giorno prima scrive: “Tenete in tasca un po’ di sole. Ne avrete bisogno quando farà buio nella vostra vita”. La scoperta della malattia arriva lo scorso anno: lui sceglie di non arrendersi ma di combattere. Come Nadia Toffa, di cui scriveva: “Chiariamoci una volta per tutte: lei definì il tumore come un dono, perché le aveva fatto aprire gli occhi. Ma io gli occhi li avevo già aperti prima di questo intruso. Non è un dono, è una Maledizione. Nadia, resti comunque una guerriera”.
Twitter si stringe intorno a Max Conteddu, il ragazzo sardo che proprio sulla piattaforma social aveva raccontato la scoperta della sua malattia e la battaglia per provare a sconfiggerla. Da quando la notizia della morte ha iniziato a diffondersi online, l’hashtag #CiaoMax è balzato al primo posto dei trending topic su Twitter, dove sono numerosi i messaggi di cordoglio.
Arte: ragnatele e sfere Saraceno in Palazzo Strozzi Firenze
Dal 22/2 a 19/7.Mostra più ampia realizzata da artista in Italia
FIRENZE
20 febbraio 2020
18:22
– Ragnatele, sfere riflettenti e palloncini, oggetti con cui interagire, occuperanno le sale di Palazzo Strozzi a Firenze dal 22 febbraio al 19 luglio. Così una mostra site specific a Palazzo Strozzi di Firenze di Tomás Saraceno, uno dei più originali e visionari artisti contemporanei che vuole far riflettere sui temi ambientali e sulle barriere geografiche. La mostra, intitolata ‘Tomás Saraceno. Aria’, è la più ampia realizzata dall’artista in Italia. Saraceno propone opere immersive che invitano a cambiare punto di vista sulla realtà e a entrare in connessione con elementi come polvere, ragni e piante protagonisti delle installazioni. L’esposizione si snoda intorno alla serie delle Arachnomancy Cards (Carte da Aracnomanzia), 33 carte pensate dall’artista a cui si associano nove stanze del percorso espositivo che propone grandi installazioni che consentono di immergersi in ambienti evocativi.
Osbourne deve curarsi, cancella tour Nord America
Lo scorso mese rocker ha annunciato di avere morbo di Parkinson
NEW YORK
20 febbraio 2020
21:01
Ozzy Osbourne ha cancellato le date americane del suo ‘No More Tours 2’ per problemi di salute.
Lo scorso mese, il rocker, 71 anni, aveva annunciato di avere il morbo di Parkinson. Ora deve curarsi e quindi non potrà mantenere I suoi impegni musicali.
“Sono grato – ha detto lui stesso in un comunicato – per la pazienza mostratami perché ho avuto un anno di m… .
Sfortunatamente, non potrò andare in Svizzera prima di aprile per curarmi e il ciclo di trattamenti dura dalle sei alle otto settimane”.
Osbourne ha specificato che non vuole iniziare il tour per poi cancellarlo all’ultimo momento, non sarebbe giusto per i fan. L’anno scorso, a causa di una caduta ed un infezione, era stato costretto a rinviare il suo tour a quest’anno. Ora invece la notizia della cancellazione.
Berlino apre nella N.Y. di ‘My Salinger Year’
Sigourney Weaver e Margaret Qualley nel film di Falardeau
BERLINO
21 febbraio 2020
09:51
– Apertura nel segno letterario quella della 70ma edizione del Festival di Berlino 2020 con ‘My Salinger Year’ (Berlinale Special Gala) che uscirà in sala in Italia distribuito da Academy Two. Il nuovo film di Philippe Falardeau, regista candidato all’Oscar per ‘Monsieur Lazhar’, racconta però il mondo letterario di New York degli anni Novanta con umorismo e dolcezza.
Tratto dal romanzo ‘Un anno con Salinger’ di Joanna Rakoff (edito in Italia da Neri Pozza) il film ha come protagoniste la candidata all’Oscar, Sigourney Weaver, e Margaret Qualley, vista recentemente nell’ultimo film di Tarantino, ‘C’era una volta a… Hollywood’.
Ci troviamo nella New York degli anni Novanta (anche se tutto è stato girato a Montreal.). Dopo aver lasciato l’università per seguire il sogno di diventare scrittrice, Joanna (Margaret Qualley) viene assunta come assistente di Margaret(Sigourney Weaver), l’inflessibile agente letteraria di J.D.Salinger, schivo autore di un classico leggendario: ‘Il giovane Holden’.
Il suo compito è quello di passare in rassegna l’enorme mole di lettere indirizzate al romanziere da tutto il mondo. Ma davanti alle parole emozionate dei fan, avviene un piccolo miracolo, Joanna si rifiuta di rispondere con l’impersonale lettera standard imposta dall’agenzia. E così di nascosto dagli occhi severi di Margaret, la ragazza comincia a personalizzare le risposte con conseguenze imprevedibili, appassionanti, comiche e toccanti.
La New York degli anni Novanta che si vede nel film “sembra più vicina a noi di quanto si immagini – spiega oggi a Berlino il regista canadese -. Il fatto è che con i computer e il digitale che stavano iniziando a conquistare tutti, la parole scritta era ancora importante, così come parlare al telefono e dal vivo. Oggi invece contano solo i messaggi. Credo insomma che tanta gente possa identificarsi in questa storia di vent’anni fa, come potrà farlo tra vent’anni”.
Margaret Qualley, che veste i panni di Joanna, spiega invece: “E’ stato facile. Avevo come base sia il libro che la conoscenza della vera Joanna con la quale potevo parlare quando volevo.
Anche io poi a 16 anni mi sono trasferita da una piccola cittadina a New York per inseguire i miei sogni, ho vissuto un’esperienza simile, un cambiamento deciso di vita.” Sigourney Weaver smentisce subito di essersi ispirata a ‘Una donna in carriera’ di Mike Nichols:”Ho solo amato il fatto che il film fosse una sorta lettera d’amore per il vecchio mondo letterario di New York, che forse ancora esiste da qualche parte. E’ stato emozionante poi muoversi tra scaffali di chi ha rappresentato Agatha Christie o Francis Scott Fitzgerald, autori e miti come loro. Nella giovane Joanna il mio personaggio – continua l’attrice – ritrova forse qualcosa di sé. Anche se i suoi erano sicuramente tempi più difficili e la sua ambizione e spregiudicatezza era più grande”.
Moda: da Prada e Fendi il femminile è femminista
Delicatezza è forza, in passerella libertà di giocare con cliché
20 febbraio 2020
20:25
– Niente è più femminista del femminile. Ne sono convinte Miuccia Prada e Silvia Venturini Fendi, che oggi a Milano hanno portato in passerella donne libere di giocare con i cliché del femminile, di riconoscere la loro forza nella delicatezza e nella leggerezza, di spogliarsi delle imposizioni e delle censure.
“Questa è una collezione fatta d’istinto, con la volontà di fare qualcosa di utile, che avesse un senso” premette Miuccia Prada, che vede nell’allestimento della sala della sfilata una metafora della condizione femminile: al centro una scultura di Atlante che regge il mondo sulle spalle, sulle pareti la leggerezza dei fiori. “Volevo rappresentare la forza delle donne: leggerezza, delicatezza, glamour, queste caratteristiche femminili – spiega la stilista – sono la vera forza delle donne”. E se il potere si può trovare nel piacere, il glamour – con il suo ottimismo – diventa qualcosa di utile, per trasformare il quotidiano da pratico a estetico. Ed eccoli i cliché del femminile, le frange, i ricami, gli spacchi, le trasparenze, i tacchi, i trucchi, le pellicce, che si abbinano e ai tailleur austeri, alle camicie con cravatta, ai cappotti dalle spalle grandi, ai giubbini di nylon stretti in vita da onnipresenti cinture che disegnano linee a clessidra. E’ in questo contrasto che la delicatezza diventa forza: così la gonna con le pieghe destrutturate e aperte si accompagna al blazer dalla linea over, la sottana trasparente con la camicia con la cravatta, la tunica di rete sportiva con le decolleté in vernice. E nello stesso capo convivono linee e tessuti maschili e dettagli iperfemminili, come nel cappotto nero tutto ricoperto di frange, che tornano sull’abito in lana grigio con le pieghe o nei maglioni di lana grossa lavorata a trecce.
Per Silvia Venturini Fendi, il fatto è che oggi, “essendo tutte donne forti, possiamo riappropriarci dei codici e dei luoghi comuni del guardaroba femminile, non abbiamo più bisogno dei codici maschili per essere ascoltate”. Anzi, aggiunge la stilista, “oggi è sovversivo recuperare i codici femminili: femminile e femminista sono concetti che insieme si rafforzano”.
Il commissario Montalbano per la prima volta al cinema
‘Salvo Amato, Livia Mia’ in sala evento 24-25-26 febbraio
25 febbraio 2020
13:52
In attesa del grande evento tv della primavera 2020, il commissario Montalbano, nato dalla penna di Andrea Camilleri – che con le sue opere ha venduto oltre 20 milioni di copie nel mondo – e interpretato da Luca Zingaretti, arriva per la prima volta al cinema per un evento straordinario di soli tre giorni (il 24-25-26 febbraio) in anteprima assoluta.
Montalbano è uno di famiglia: molti di noi ormai si sentono a casa tra le pareti del commissariato di Vigata, come tra i muretti a secco, sulla terra arsa e gli ulivi, nelle tonnare abbandonate, nei ristoranti sul mare e sulle terrazze con vista sul tramonto.
Dopo aver raccolto oltre un miliardo e duecento milioni gli spettatori in vent’anni su Rai1, il nuovo attesissimo episodio della collection evento si intitola “Salvo Amato, Livia Mia” ed è diretto da Alberto Sironi (scomparso il 4 agosto 2019 durante le riprese) e da Luca Zingaretti.
Interpretato da Luca Zingaretti che da sempre presta il volto al commissario, da Cesare Bocci (il suo braccio destro Mimì Augello), Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Sonia Bergamasco (la fidanzata Livia), arriverà in sala il 24, 25, 26 febbraio
in un evento speciale e prossimamente sarà in onda su Rai1.
In questo nuovo episodio, il brutale omicidio di Agata Cosentino, il cui cadavere viene ritrovato in un corridoio dell’archivio comunale, non può lasciare indifferente Montalbano. Perché la vittima era una cara amica di Livia, una ragazza timida e riservata, che concedeva la sua amicizia e il suo amore a poche persone. E su quelle si concentra l’indagine di Montalbano, perché gli è presto chiaro che a uccidere Agata è stato qualcuno che le era molto vicino. Si tratta forse una violenza sessuale degenerata in omicidio, ma da subito questa ipotesi non convince Montalbano, che inizia la sua indagine partendo proprio dalle conoscenze della vittima.
“Salvo, Amato Livia Mia”, una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction, sarà distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it.

Carlo Invernizzi, Impercettibili nientità
La poesia come ‘parole sul margine dell’impossibile’
21 febbraio 2020
14:21
– CARLO INVERNIZZI, IMPERCETTIBILI NIENTITA’. Poesie 1950-2017 (La Nave di Teseo, pag 444, euro 20.00). Un poeta ”carsico” come lo chiama Maria Gabriella Ferraroni nella sua presentazione di ‘Fili d’erba’, carsico come tanti che come Carlo Invernizzi hanno dedicato la vita alla poesia come ”coscienza coraggiosa della non certezza”, scrive sempre parlando di lui Maria Vailati fondatrice del gruppo poihsij di cui faceva parte. Ora la sua opera, lieve e intensa, stretta nella morsa dell”intimità quasi fosse un valore aulico, si rilegge tutta insieme nel bel volume che gli dedica la Nave di Teseo ad esattamente due anni dalla morte avvenuta il 20 febbraio del 2018 a Milano, dove pure era nato il 19 luglio del 1932.
Vissuto tra Milano e Monterone, un paese di soli 30 abitanti nella provincia di Lecco, è lì che Invernizzi crea la città museo della sua idea di compenetrazione tra arte e natura. “L’uomo per la sua costituzione fisica è parte intrinseca della Natura Naturans. Il suo pensiero (mente) e il suo corpo (cervello) sono biologicamente connessi in tuttuno. Il suo tuttuno di mentecorpo è lo spaziotempo del suo divenire tra il nascere e il morire. L’arte (la poesia) è ansia noetica dell’uomo Natura Naturans in disquarcio del tuttonulla. L’arte (la poesia) ne è la superficie che accade non per volontà, ma per necessità-libertà. L’arte (la poesia) nasce direttamente in superficie. è nella superficie la sua profondità. L’arte (la poesia) nel suo accadere apre originari spazi di senso. L’arte (la poesia) inventandosi diventa linguaggio. La coscienza ne è solo strumento”, scrive nel manifesto Tromboloide e disquarciata che firma nel 1996 insieme a Gianni Asdrubali, Bruno Querci e Nelio Sonego. Al centro rimane la poesia, o meglio il suo ”fare poesia”: ”Il mio fare poesia è tentare parole sul margine dell’impossibile, dire nel prodursi di immagini sensazioni inesprimibili. La mia poesia è perciò metafora di metafore anche oscure nella visionarietà dell’alludere. Il suo manque è l’ansia incontenibile di illimite sguardo profondo inesauribile. Quando la tensione diventa insopportabile sopravvengono la rottura e le visioni che vorticano nella voragine. È il momento della danza irreprimibile che coagula le parole nel prodursi delle immagini”. Parole estreme, che ritroviamo in questo bel volume accompagnato da una completa rassegna di parole dedicate a Invernizzi e alla sua opera di ricerca. ”Vortici grandinanti/ pioggevento/ intense cupe/ d’un’estate invano bramita/ d’imperdibili pratiluce”.
Quintessenza dell’esistenza poetica, in un volume dal corredo impeccabile che guida il lettore nell’opera poco conosciuta e non certo semplice di questo autore, che inizia a costruire il suo percorso giovanissimo, già negli anni Cinquanta, e che esordisce nel 1970 con la raccolta Nell’esistere del magma, e che si intreccia costantemente per tutta la sua vita con la passione per l’arte visiva. La sua poesia è del resto forma visiva, che trova spazio in molte mostre negli anni, quasi la poesia fosse forma di vita.
Alle Galleria di Venezia torna la ‘Nuda’ di Giorgione
All’Accademia l’affresco ‘restituito’ dopo 10 anni
VENEZIA
21 febbraio 2020
10:37
– Dopo dieci anni di assenza, ritorna alle Gallerie dell’Accademia di Venezia la cosiddetta ‘Nuda’ di Giorgione, testimonianza superstite di una delle rare imprese pubbliche condotte dall’artista di Castelfranco (Treviso), che sarà finalmente esposta al pubblico a partire da martedì 25 febbraio. Il frammento di affresco, già in uno stato di conservazione precario, venne staccato nel 1937 dalla facciata sul Canal Grande del Fondaco dei Tedeschi, edificio medievale ricostruito dopo il devastante incendio del 1505 nei pressi del ponte di Rialto, espressione monumentale dell’anima mercantile di Venezia. La giovane figura femminile, ritratta in piedi a seno scoperto entro una semplice nicchia, ha sempre suscitato l’ammirazione dei commentatori per la “tinta sanguigna e fiammeggiante” delle carni, come scrive Anton Maria Zanetti nel 1760, capace di renderla seducente al di là della sua difficile interpretazione; rappresenterebbe, si è ipotizzato, un emblema della pace politica o della prosperità commerciale di Venezia. Grazie ad un sapiente intervento di manutenzione straordinaria, che ha visto la pulitura accurata della superficie dipinta, la rimozione delle colle e dei ritocchi a tempera alterati, la stuccatura delle piccole lacune e il loro abbassamento con velature a tono, l’opera si offre ai visitatori delle Gallerie per un pieno godimento estetico. “Una nuova e preziosa luce – afferma il direttore Giulio Manieri Elia – trarrà la ‘Nuda’ dal contesto espositivo entro cui verrà collocata in una delle sale recentemente riallestite della pittura cinquecentesca: la vocazione al classicismo, espressa in quest’opera, appartenente alla tarda stagione giorgionesca, troverà infatti risalto nel confronto con le altre preziose opere di Giorgione in sala e nel dialogo con le composizioni dei suoi giovani allievi, Tiziano e Sebastiano del Piombo, presenti nel medesimo ambiente”.
Dedicato al comico messicano Roberto Gomez Bolaños il doodle di Google
Noto come ‘Chespirito’, idolo in tutta l’America Latina, creò personaggi televisivi leggendari
21 febbraio 2020
11:43
Vedendo il doodle di Google di oggi, in tanti si saranno chiesti chi era Roberto Gomez Bolaños, attore, scrittore e sceneggiatore messicano nato 91 anni fa, talmente famoso e amato nel suo Paese natale che i suoi funerali, nel 2014, si svolsero all’interno dello stadio Azteca, così da poter contenere il fiume di persone che volevano dargli l’ultimo saluto.
Idolo in Messico ma anche in tutta l’America Latina, il doodle lo ritrae – nell’anniversario della sua nascita – mentre esce da uno schermo televisivo. E’ proprio alla televisione che lui dedicò la sua lunga carriera, creando una serie di personaggi di enorme successo, tra cui El Chapulín Colorado, un supereroe maldestro con le antenne e un martello giallorosso, ed El Chavo del Ocho.
Soprannominato ‘Chespirito’ (diminutivo della pronuncia spagnola di Shakespeare) per la sua abilità nello scrivere storie, iniziò come creativo pubblicitario per la radio e la televisione, e negli anni ’50 divenne un prolifico sceneggiatore. Alla fine degli anni ’60 fu chiamato come scrittore alla Televisione Indipendente del Messico e iniziò la sua carriera di attore. E’ morto a Cancun all’età di 85 anni.
Ghali, il mio viaggio personale dentro ‘DNA’
Nel nuovo album collaborazioni italiane e internazionali
21 febbraio 2020
19:39
Si intitola ‘DNA’ il nuovo album di Ghali, in uscita oggi con le sue quindici tracce che raccontano un viaggio musicale ma anche geografico. “Questo disco è un viaggio in tutti i sensi – ha spiegato Ghali – perché dopo il tour nei palazzetti sono partito per viaggiare in Europa, America e Nord Africa. Siamo stati un studi con artisti di vario genere e con produttori che hanno lavorato con artisti veramente grandi. Dopo otto mesi di viaggi e scrittura siamo tornati a Milano per organizzare il tutto. Per la prima volta nella mia vita ho scremato molto materiale”.
Il secondo album di Ghali, dopo il successo di Album (triplo disco di Platino), è un disco ricco di sfaccettature che testimoniano le diverse anime di un artista che ha deciso di indossare panni diversi tra loro. “Ogni Paese in cui sono stato mi ha influenzato a suo modo – ha raccontato – ma ho comunque avuto il bisogno di portare tutto a casa per poi elaborarlo. In studio ho bisogno di essere capito per lavorare bene”. DNA, oltre ad essere un vero e proprio percorso biografico in musica è un viaggio visivo, a cominciare dalla copertina in cui Ghali si leva la maschera, concetto ripreso nell’esibizione da super ospite a Sanremo 2020, la sera in cui ha inscenato la finta caduta dalle scale dell’Ariston. “Ho avuto delle cadute di recente – ha spiegato Ghali parlando della metafora della caduta – come nel caso della separazione da alcune persone con cui ho lavorato in passato. Ognuno di noi ha delle ambizioni e all’inizio, quando non si ha niente, si combatti tutti per la stessa causa. Poi quando raggiungi dei risultati, le ambizioni cambiano e può capitare di non continuare a condividere le idee. La caduta si riferisce anche al mio essere molto pignolo e autocritico, il che mi porta a vedere anche i piccoli errori come grandi passi falsi. E’ stata una caduta con me stesso. Se nell’arte pecco in qualche modo, per me è sempre una caduta”. I quindici brani sono stati lavorati con differenti produttori e hanno visto alternarsi alcuni tra i più affermati beatmaker del nostro paese, fra cui Mace, Mamakass, Merk & Kremont, AVA, Sick Luke, Canova, Zef e Venerus, oltre ad alcuni dei nomi più interessanti del panorama internazionale come Bijan Amir, M.B e MrEazi. Mace, oltre a essere uno dei beatmaker è stato il produttore artistico dell’intero progetto. I brani alternano elementi urban ad incursioni nel mondo della musica elettronica e beat più legati alla tradizione sonora araba, ma il risultato è quello di essere pop nel senso più nobile in assoluto: per tutti. DNA è un album volutamente accessibile e interpretabile su più livelli il cui fil rouge è un racconto biografico.
“Con il tour nei palazzetti ho chiuso un cerchio – ha raccontato Ghali – al quale avevo lavorato per molto tempo. Dopo il tour non sapevo cosa fare, non volevo stare fermo ma non sapevo cosa dire. Ho deciso di staccare un attimo ma ogni giorno ne soffrivo. Sapevo però che avevo bisogno di vivere un po’ per trovare nuove cose da raccontare. Sono cominciati così i miei viaggi sia di studio musicale ma anche proprio per vacanza. Ho sentito la necessità di allontanarmi dalla mia zona di confort”. All’interno di ‘DNA’, oltre al feat di Salmo in ‘Boogieman’, sono presenti altre tre collaborazioni: ‘Jennifer’ è stata realizzata con Soolking, rapper algerino da tempo nell’olimpo degli MC francesi; Combo con MrEazi, produttore nigeriano fra i più iconici esponenti della nuova musica africana e infine in ‘Marymango’, troviamo tha Supreme, l’enfant prodige della musica hip hop nostrana. Quattro artisti, quattro storie diverse per un album ricco di nuove prospettive sonore, di scrittura, ma in primo luogo di vissuto umano. Queste collaborazioni sono maturate dopo il lavoro fatto con Ed Sheeran su Antisocial e la riscrittura di una strofa sul pezzo cult della musica grime ‘Vossi Bop’ di Stormzy. Per presentare dal vivo l’album, Ghali sarà l’8, il 9 e il 10 maggio sul palco del Fabrique di Milano.
Musica: successo a Bologna per Madama Butterfly
Diretta da Damiano Michieletto, trasla opera ai giorni nostri
BOLOGNA
21 febbraio 2020
12:52
– La Madama Butterfly di Giacomo Puccini ospitata dal Teatro Comunale di Bologna, secondo titolo stagionale, allestita una decina d’anni fa a Torino da Damiano Michieletto, ha avuto una buona accoglienza, soprattutto a fine serata, da parte del pubblico che gremiva la Sala Bibiena. Lo spettacolo, che il regista veneziano assieme allo scenografo Paolo Fantin e alla costumista Carla Teti, traslano ai giorni nostri, trasforma il Giappone immaginario di Puccini nell’Oriente reale di oggi, in quella che potrebbe essere qualsiasi capitale asiatica volgarmente colorata di insegne luminose e grandi cartelli pubblicitari nel degrado di un quartiere periferico popolato di escort e malavita.
In mezzo la casa, un parallelepipedo in plexiglass e porte scorrevoli, che il protagonista, l’ufficiale americano Pinkerton, ha predisposto per la quindicenne Cio-cio-san che sta per comprare dal sensale Goro, una sorta di guappo con tanto di codino e occhiali scuri, e che sposa per poi abbandonare.
L’ingenuità della ragazza le fa credere che prima o poi il militare torni, ma quando ciò accade è solo per comprarle/rapirle il bimbo nel frattempo è arrivato.
Mostre: antologica su Andy Warhol e la Pop Art a Terni
Dal 7 marzo al 3 maggio
TERNI
21 febbraio 2020
12:55
– Dal mito di Marilyn Monroe al carisma di Mao Zedong e Che Guevara, dalle storiche bottiglie di Coca Cola alle leggendarie lattine di zuppa Campbell’s, insieme a tante altre ideazioni grafiche: saranno più di 130 le opere in esposizione dal 7 marzo al 3 maggio, a Terni, nell’ambito della mostra antologica dedicata ad Andy Warhol e alla Pop Art.
L’allestimento, che sarà ospitato a palazzo Primavera, approda per la prima volta in città dopo essere stato apprezzato dal 2009 ad oggi in molte altre realtà italiane ed europee.
“Andy Warhol…in the City”, visitabile dal mercoledì alla domenica – è stato sottolineato durante la conferenza stampa di presentazione a palazzo Spada – è un’iniziativa dell’agenzia Pubbliwork Eventi, in collaborazione con l’associazione nazionale “New Factory Art”, che raccoglie collezionisti italiani sul tema Pop Art. Insieme, con il supporto del gruppo Acea, i due soggetti hanno voluto proporre un excursus sia delle radici europee di Warhol, attraverso opere poco conosciute ma molto importanti, come il Book of my garden o il Gold Book, realizzato dall’artista in occasione della sua prima mostra personale alla Bodley Gallery di New York, sia di quelle estrose creazioni che negli anni hanno saputo raggiungere una notorietà che sfiora il mito.
Accanto a quelle di Warhol, in una sorta di filo conduttore che porta alla Pop Art contemporanea, troveranno spazio anche alcune opere di artisti emergenti e già conosciuti come Pier Giuseppe Pesce, Mark Kostabi e Lucrezia Di Canio.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Edoardo Pesce, il mio Alberto Sordi privato di cuore e di pancia / VIDEO
Il film di Luca Manfredi su Rai1 ad aprile, anteprima in sala
21 febbraio 2020
19:56
“Alberto Sordi come una maschera della nostra cultura, della commedia dell’arte, se ancora si può dire… E’ come se io l’avessi indossata, affidandomi al cuore e alla pancia”. Nel centenario della nascita, Rai1 celebrerà l”Albertone nazionale’ con un film tv, in onda martedì 21 aprile, in cui il ruolo del popolare attore romano è interpretato da Edoardo Pesce (David di Donatello per Dogman): Permette? Alberto Sordi, con la regia di Luca Manfredi (in Arte Nino), che ha firmato la sceneggiatura con Dido Castelli. Una coproduzione Ocean Productions con Rai Fiction. Solo il 24, 25 e 26 febbraio  il film arriva in anteprima sul grande schermo (distribuito grazie ad Altre Storie).
Il grande attore era nato il 15 giugno del 1920 ed è morto il 24 febbraio del 2003. Presentato oggi a Viale Mazzini, il film racconta i vent’anni in cui il giovane Alberto Sordi è diventato l’uomo che – come disse Ettore Scola – “non ci ha mai permesso di essere tristi”.
Come fa notare Manfredi: “con più di duecento film una galleria di personaggi indimenticabili, con un gioco di invenzioni e di tic sui loro modi di parlare e di muoversi, come il suo famosissimo saltello. Ma Alberto ha dovuto faticare non poco, per vedere riconosciuto il suo talento”. Il film vuole ricordare le origini e la straordinaria vitalità dell’attore, il suo talento, l’artista e l’uomo, tra difetti e virtù. Pesce interpreta un giovane e tenace Alberto Sordi, ripercorrendo i primi vent’anni della carriera, dal 1937 al 1957, dall’espulsione dall’Accademia di recitazione di Milano, poi doppiatore di Oliver Hardy, le partecipazioni alla radio e nel varietà, fino alla popolarità con il personaggio di Nando Moriconi. In quel periodo nasce l’amicizia con Fellini che lo avrebbe portato al successo come attore.
Pesce racconta quando Luca lo ha chiamato prima del film: “Ti va di fare un film su Sordi? “Va bene, ma Albertone chi lo fa? Spero – aggiunge – che il pubblico apprezzi, non c’è niente di pretenzioso, non ne ho fatto una macchietta. Ma il saltello mi è venuto facile. Stando un mese nel personaggio, mi sono affezionato molto di più. Si è creata quasi una magia, nel mio privato. E’ stato bello immaginare questo Sordi privato, ho lavorato di fantasia, avevo un’idea quasi astratta dell’Alberto Sordi uomo. Ho sentito una vicinanza. E’ stata una cosa sentimentale e istintiva, molto mia. All’inizio, ho avuto molte insicurezze, molte remore, sia sull’età che sul fisico. Io sono molto alto…”. Manfredi: “Abbiamo messo i tacchi a tutti!”.
Pesce: “Lillo Petrolio (Aldo Fabrizi) sembrava uno dei Cugini di Campagna!”. Luca Manfredi: “Abbiamo utilizzato Pesce anche per interpretare Sordi giovanissimo, senza optare per un attore giovane per quelle scene, perché, all’epoca, i diciottenni dimostravano almeno dieci anni in più. La stessa cosa è avvenuta con Elio Germano nel film tv su mio padre. Edoardo è molto camaleontico. E’ una scelta individuale per quanto riguarda le biografie”.
Prosegue l’attore protagonista: “Abbiamo lavorato sulla mia romanità, sulla musicalità: insieme, abbiamo tarato il personaggio. Anche se il pubblico, poi, vuole vedere il vero Sordi.  Manfredi: “Non abbiamo cercato una somiglianza a tutti i costi. Il lavoro è stato sull’interpretazione”. Ancora Pesce: “Non mi sono documentato troppo, mi è bastato il Sordi che già conoscevo, e quella certa romanità nobile, le espressioni che ho sempre sentito in casa.
Il film di Sordi che preferisco è Il vedovo”.
Nel cast Pia Lanciotti nel ruolo di Andreina Pagnani, un grande amore giovanile di Sordi che fece all’epoca scandalo, perché lei era più grande di 14 anni: “Il tratteggio dei personaggi è stato molto delicato. Andreina era una creatura profondamente gentile. Una grande attrice e l’amore con Sordi fu un vero e proprio incontro dell’anima”, dice. Alberto Paradossi, che interpreta il giovane Fellini, sottolinea: “Questa è la mia parte più importante, a differenza di Edoardo, e mi è capitato questo monumento umano. Quando con Pesce ci siamo incontrati sul set siamo detti: “Ma che stamo a fa’?!”. Io sono toscano mentre Federico Fellini era riminese. E’ stato un grande onore”.
Francesco Foti è Vittorio De Sica, mentre Paola Tiziani Cruciani interpreta “la madre di tutte le madri, quella che ha impedito ad Alberto Sordi di avere una vita sentimentale! Mi sono ispirata a una moltitudine, quella delle madri che sognano segretamente che il figlio non abbandoni mai casa e non si sposi!”.
“Quando ho scelto di realizzare questo film – dice ancora il regista – era questo l’obiettivo: non far dimenticare. Un recente sondaggio ha chiesto ai giovani chi era il ‘celebre Albertone’ e molti di loro hanno risposto ‘uno sciatore’, probabilmente pensando a Tomba. Ecco, ritengo sia compito del servizio pubblico preservare la memoria di personaggi di questo calibro”.
Tra i prossimi film di Pesce in uscita, grande attesa per Gli Indifferenti, tratto dal capolavoro giovanile di Alberto Moravia, feroce critica alla borghesia del Ventennio, di Leonardo Guerra Seragnoli: l’attore avrà il ruolo di Leo, l’amante senza scrupoli di Mariagrazia, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, mentre Giovanna Mezzogiorno sarà Lisa, la migliore amica di Mariagrazia, invaghita di Michele.
Franceschini a Berlino restituisce opera della Robbia
La Maddalena sottratta da nazisti,’per errore’ a lungo in Italia
BERLINO
21 febbraio 2020
13:55
– Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha restituito a Berlino la statua della Maddalena di Andrea della Robbia, per farla riconsegnare alla famiglia ebrea tedesca che ne era proprietaria e alla quale fu sottratta dai nazisti durante la II guerra mondiale.
Alla presenza della sottosegretaria alla Cultura tedesca Monika Gruetters, Franceschini ha sottolineato l’importanza della restituzione di un’opera finita in Italia “per errore” e lì rimasta “inconsapevolmente” per tanto tempo.
Musica: l’Adriana Lecouvreur in prima al Petruzzelli
Jordi Bernàcer sul podio, regia di Agostinucci
BARI
21 febbraio 2020
14:20
– Va in scena il 4 marzo la prima dell’Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea per la regia di Giovanni Agostinucci, al Teatro Petruzzelli di Bari. Orchestra e Coro del Teatro avranno sul podio Jordi Bernàcer, maestro del coro Fabrizio Cassi. Il corpo di ballo è quello della Compagnia Daniele Cipriani, con le coreografie di Giorgio Mancini. Lo spettacolo propone le scene di tradizione di Sormani e Cardaropoli, in una versione moderna di Agostinucci che cura anche costumi e luci.
A dar vita alla protagonista – personaggio tratto dalla vita dell’omonima attrice morta precocemente nel 1730, si sospetta avvelenata da una rivale in amore – sono Maria José Siri (4, 6, 8, 10 marzo) e Valeria Sepe (5 e 7 marzo), mentre Maurizio conte di Sassonia è interpretato da Migran Agadzhanyan (4, 6, 8, 10 marzo) e Dario Di Vietri (5 e 7 marzo); nel cast anche In-Sung Sim, Valentino Buzza, Pietro Spagnoli, Vittorio Vitelli, Roberto Maietta, Nico Franchini, Alessandra Volpe, Silvia Lee, Vincenzo Mandarino.
Disco e tour in vista per Alanis Morissette
Esce 1 maggio nono album, il 15 ottobre live al Forum di Milano
21 febbraio 2020
14:27
– Nuovo disco e nuovo tour in vista per Alanis Morissette. E’ già disponibile “Smiling”, il nuovo singolo dell’artista multi-platino e vincitrice di sette Grammy Awards, scritto insieme a Michael Farrell (Morrissey, Macy Gray) e prodotto da Alex Hope (Troye Sivan, Ben Platt, Tove Lo). Il brano anticipa il nono album “Such Pretty Forks In The Road” in uscita il 1 maggio. Poi in autunno il tour mondiale, che celebra i 25 anni dal primo disco “Jagged Little Pill”, toccherà anche 13 città europee e arriverà in Italia per un’unica data: il 15 ottobre al Mediolanum Forum di Milano (il via da Copenhagen il 23 settembre con gran finale a Parigi all’AccorHotels Arena il 22 ottobre).
Special guest sarà Liz Phair, cantautrice nominata ai Grammy, che accompagnerà sul palco Alanis in tutte le date del tour europeo.
La messa in vendita generale dei biglietti per il live di Milano partirà il 28 febbraio.
“Al Foro un cenotafio per Romolo”
Il Parco illustra la scoperta. Ma non mancano voci scettiche
23 febbraio 2020
17:16
Non è la tomba di Romolo, come giornali e siti e un po’ in tutto il mondo hanno titolato negli ultimi giorni. Gli archeologi del Parco del Colosseo però sono convinti: il piccolo vano sotterraneo con una vasca in tufo e una struttura circolare scoperto nel 1898 dall’archeologo Giacomo Boni e ritrovato negli scavi di questi mesi proprio sotto alla Curia Iulia, nel luogo più importante e simbolico del Foro Romano potrebbe essere “un cenotafio per Romolo, un monumento costruito alla memoria” del mitico fondatore di Roma. Un piccolo luogo, insomma, così importante da essere conservato anche successivamente, quando proprio su quella porzione di terreno veniva eretta la Curia.
Si tratterebbe quindi, spiegano alla stampa il direttore del Parco Alfonsina Russo e l’archeologa Patrizia Fortini responsabile dello scavo, di un luogo chiave “per ricostruire il percorso della memoria nel Foro Romano”, che è poi l’obiettivo che si accompagna alla campagna di scavi in corso nell’area archeologica forse più importante del mondo fin dal 2014.
La presentazione alla stampa arriva dopo giorni in cui non sono mancate le polemiche anche perché la ricerca non è stata ancora pubblicata. “Metteremo a disposizione degli studiosi la nostra documentazione – assicura Russo – il volume che raccoglie il lavoro fatto verrà pubblicato entro l’anno”. Ma perché se questo luogo aveva tutti gli elementi per essere avvicinato al culto di Romolo, il grande Boni, l’archeologo al quale si devono tutte le più importanti scoperte del Foro, lo ha descritto senza dargli importanza? “Il lavoro dell’archeologo consiste nel mettere in fila i dati a sua disposizione e confrontarli con le fonti antiche”, rispondono serene Russo e Fortini, “I dati che abbiamo a disposizione fino ad oggi ci portano ad avanzare questa ipotesi”.
Nella sala della Curia Iulia, seduto tra i giornalisti, c’è l’archeologo Paolo Carafa, che proprio a questa zona del Foro ha dedicato tanti scavi ed un libro ritenuto fondamentale, “Il comizio di Roma dalle origini all’età di Augusto”. Più volte citato, il professore si alza, si presenta, ringrazia. E applaude lo staff del Colosseo, “per il grande lavoro che si sta facendo”. “Quando ho studiato io avevo solo la documentazione di Boni, – dice – ora abbiamo la documentazione contemporanea di questi documenti, stratigraficamente molto più aggiornata e quindi adesso possiamo veramente disegnare le forme del Comizio e confrontare il racconto degli antichi con la storia del luogo così come la vediamo”. Quanto all’ipotesi del cenotafio, lo studioso si mostra più cauto: “E’ un’interpretazione possibile”.
Più critico un altro archeologo, il direttore del Museo Nazionale Etrusco Valentino Nizzo, che di recente è stato il consulente per “Romolus”, la serie tv  sulla fondazione di Roma diretta da Matteo Rovere dopo Il primo re, il film che ora è in corsa ai David di Donatello: “E’ meritorio che sia stato avviato da anni un progetto di valorizzazione del materiale edito e inedito prodotto a suo tempo da Boni”, premette lo studioso, che però punta il dito sul rischio di una informazione non abbastanza cauta: “Sappiamo come qualunque tematica archeologica che entri in contatto con la sfera dei miti legati alle origini di Roma sia delicatissima e possa avere un impatto molto forte sull’opinione pubblica”. Per questo, sottolinea, è importante evitare “pericolose semplificazioni che rischiano di cristallizzarsi in un pubblico che sempre di meno è abituato a confrontarsi con questi temi”. Sull’ipotesi del cenotafio non si esprime: “Quanto è stato anticipato fino ad oggi è troppo frammentario e limitato per poter essere giudicato. Boni aveva un acume straordinario per i suoi tempi e sono certo che abbia ponderato con grande attenzione cosa ha poi scelto di pubblicare in merito alla scoperta di cui si parla in questi giorni”.
Tant’è, lo staff del parco archeologico tira dritto: “Ad aprile riprendiamo a scavare e mi aspetto ulteriori sorprese – annuncia il direttore – sul lato occidentale del vano c’è una sezione stratigrafica intatta”. Con il nuovo scavo, si punterà anche ad una datazione del luogo, per il quale ora si ipotizza il VI sec. a C. Romolo, stando ai miti di fondazione della città, sarebbe vissuto circa due secoli prima. Intanto, contemporaneamente agli scavi e alla ricerca, si lavora alla realizzazione del nuovo percorso di visita che unirà il Lapis Niger e il Comizio ma anche il “Cenotafio” sotterraneo forse protetto con un vetro. Una grande risistemazione che renderà la visita molto più completa e immersiva. E qualcuno già lo chiama “il percorso di Romolo”.
Ventotene da isola alternativa a centro di spionaggio
La scoperta di un relitto sconvolge le tranquille isole pontine
TRIESTE
21 febbraio 2020
15:02
– LUCA ESPOSITO, CONTROCORRENTE (Ultima spiaggia; 396 pag.; 15 euro) Ventotene è l’alternativa. Altro che baretto sulle spiagge del Messico oppure droghe e spiritualismo a Goa o un rent a bike ai Caraibi. Luca Esposito, che per dieci anni ha battuto le mete più singolari del turismo internazionale, ne è tanto convinto da averci ambientato il suo primo romanzo, “Controcorrente”. Se ne può discutere: L’isola di Ventotene, nell’arcipelago delle Pontine, è davvero poco più di uno scoglio, e se è ben affollata in estate, d’inverno in pochi affrontano le oltre due ore di mare in traghetto da Formia per apprezzarne il silenzio e la durezza. Ma questa è la realtà; il romanzo racconta una storia lievemente diversa.
Giulia Ricci è una donna in gamba, bella, single perché non ha trovato l’uomo che le abbia acceso la scintilla. Lavora alla Archeos, una società di Genova che si occupa di rilevamenti sottomarini e di recupero di beni dalle profondità marine. In pratica è lei a gestire un affiatato gruppo che sotto la sua guida ottiene buoni risultati. Ma il nuovo direttore, Marco Settembrini – tipico manager frustrato e vendicativo – non le riconosce questo merito e dunque, sebbene spaventata e con le idee per niente chiare, decide che dopo le ferie non tornerà al lavoro scatenando le ire del direttore. Accetta di trascorrere qualche giorno in barca con amici che incrociano le Pontine e, giunta a Ventotene, subisce il colpo di fulmine per Bruno. I due sono sulla stessa lunghezza d’onda, anzi, lui è addirittura più radicale: aveva mollato tutto vendendo casa, auto e licenziandosi perché insoddisfatto di una vita dalle relazioni personali troppo finte ed era sbarcato a Ventotene aprendo un diving. Anche Giulia è esperta di immersioni, dunque decide di fermarsi sull’isola e di vivere la storia con Bruno.
Gli interrogativi sul futuro si moltiplicano ma un giorno, alla profondità di 22 metri, mentre sono insieme, Giulia individua un antico cannone. Effettuate le prime indagini, coinvolta la Marina Militare e le altre autorità preposte, intorno al ritrovamento si può schiudere una grande possibilità di lavoro, oltre che di interesse personale. Riaffiora la Giulia di mesi prima: zelante, organizzatrice, tetragona, che si reinventa il suo vecchio lavoro. L’obice appartiene alla Santa Cristina, un vascello spagnolo del XVII secolo, adagiato (e protetto) nel fango. Non è una nave qualunque ma è connotata da un grande segreto, non è un caso infatti che la marina francese le diede inutilmente la caccia a lungo per tutto il Mediterraneo. Un segreto, forse anche qualcosa di molto prezioso.
Il romanzo a questo punto prende una accelerata e lo scenario si allarga fino a complicazioni diplomatiche internazionali, spionaggi industriali, belle donne che si prestano a fare da spie, manager avidi e disonesti. L’autore è bravo a gestire una situazione corale con tanti personaggi, ciascuno con un ruolo importante e ben definito; ed è bravo anche a intessere un ordito narrativo semplice e a lieto fine ma piacevole e con un buon ritmo e colpi di scena azzeccati.
‘Le assaggiatrici’ scelto da gruppi lettura carceri
Premi ‘Sognalib(e)ro’ a inediti detenuti Pozzuoli, Pescara,Opera
MODENA
24 febbraio 2020
17:23
Rosella Pastorino, con ‘Le assaggiatrici’ (Feltrinelli), ha vinto la sezione narrativa del premio ‘Sognalib(e)ro’, che ha l’obiettivo di promuovere lettura e scrittura negli istituti penitenziari dimostrando che possono essere strumento di riabilitazione come sancito dalla Costituzione. Gli altri libri indicati dalla giuria ai gruppi di lettura nelle carceri erano ‘La straniera’ di Claudia Durastanti (La nave di Teseo) e ‘Fedeltà’ di Marco Missiroli (Einaudi). Il premio è promosso dal Comune di Modena con la Direzione generale del ministero della Giustizia-Dipartimento amministrazione penitenziaria, Giunti editore e il sostegno di Bper Banca.
Tra gli inediti scritti dai detenuti (62 testi di 60 autori) in concorso alla seconda edizione del premio, la giuria diretta da Bruno Ventavoli (TuttoLibri) ha individuato tre vincitori.
Senza distinguere tra romanzo, racconto e poesia, i giurati hanno scelto scritti, sul tema ‘Ho fatto un sogno…’, inviati da detenuti di Milano Opera, Pescara e del carcere femminile di Pozzuoli. Il premio consiste nella donazione di libri alla biblioteca del carcere dove sono reclusi i vincitori. Il Comune di Modena pubblicherà un’antologia dei testi.
Alle Galleria di Venezia torna la ‘Nuda’ di Giorgione
All’Accademia l’affresco ‘restituito’ dopo 10 anni
VENEZIA
21 febbraio 2020
15:30
– Ritorna alle Gallerie dell’Accademia di Venezia la cosiddetta ‘Nuda’ di Giorgione, testimonianza superstite di una delle rare imprese pubbliche condotte dall’artista di Castelfranco (Treviso), che sarà finalmente esposta al pubblico a partire da martedì 25 febbraio.
Il frammento di affresco, già in uno stato di conservazione precario, venne staccato nel 1937 dalla facciata sul Canal Grande del Fondaco dei Tedeschi, edificio medievale ricostruito dopo il devastante incendio del 1505 nei pressi del ponte di Rialto, espressione monumentale dell’anima mercantile di Venezia. La giovane figura femminile, ritratta in piedi a seno scoperto entro una semplice nicchia, ha sempre suscitato l’ammirazione dei commentatori per la “tinta sanguigna e fiammeggiante”.
Mostre: La Certosa di Parma, la città sognata di Stendhal
Dal 22 febbraio con le opere del pittore Carlo Mattioli
PARMA
21 febbraio 2020
15:32
– Un’esposizione focalizzata sulla figura di Stendhal, che scrisse nel 1838 ‘La Certosa di Parma’, e sulle opere di carattere stendhaliano del pittore Carlo Mattioli è in programma dal 22 febbraio al 31 maggio a Palazzo Bossi Bocchi di Parma. La mostra, che rientra nel programma di Parma Capitale italiana della cultura 2020, è promossa da Fondazione Cariparma e Fondazione Carlo Mattioli e racconta la storia della realizzazione del romanzo, dalla sua ideazione e stesura (fu scritto in 53 giorni) alla sua immediata pubblicazione e fortuna editoriale.
Saranno inoltre visibili, con la collaborazione del Complesso monumentale della Pilotta-Biblioteca Palatina, circa cinquanta edizioni in lingua francese e italiana dell’opera letteraria di Stendhal, dalla prima in francese dell’aprile 1839 alle più recenti. In esposizione anche un ritratto di Stendhal (all’anagrafe Henry Beyle, Grenoble 1783-Parigi 1842) e alcuni cimeli che permetteranno di ricreare l’ambiente in cui l’autore scrisse il romanzo.
Siena celebra Federigo Tozzi in centenario morte
In programma un anno di eventi
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SIENA
21 febbraio 2020
15:32
– Siena celebra il ‘suo’ Federigo Tozzi nel centenario della morte con un anno intero di eventi coordinati da un comitato nato ad hoc e che riunisce, oltre al Comune, le principali istituzioni culturali della città.
Il calendario degli appuntamenti dedicato allo scrittore nato a Siena prevede, tra gli altri, la realizzazione di una mostra documentaria con carte autografe, un convegno internazionale, una lectio magistralis sull’ambiente culturale italiano del primo Novecento e un concorso dedicato agli studenti di tutte le scuole e delle Università italiane. Appuntamenti che “dovranno parlare a tutti, non solo agli studiosi, restituendo il fascino di un’opera narrativa di rara potenza”, ha detto il sindaco di Siena Luigi De Mossi. La cerimonia di inaugurazione è sabato 21 marzo, a cento anni esatti dalla scomparsa di Tozzi, nella Sala del Mappamondo del Palazzo pubblico di Siena, e prevede un dialogo tra il romanziere Antonio Moresco e il critico Romano Luperini. Nel pomeriggio, al Teatro dei Rinnovati, la rappresentazione del dramma ‘Adele o le rose’ (testo di Attilio Lolini dall’incompiuto romanzo di Tozzi, regia di Giuliano Lenzi). “Il nostro programma non è finalizzato a celebrare una gloria locale, ma mira a cogliere la tensione innovatrice dell’opera di Tozzi scrittore e a promuoverne la conoscenza tra i giovani e nel grande pubblico”, ha spiegato il presidente del Comitato Roberto Barzanti. Tra gli appuntamenti più rilevanti dell’anno dedicato allo scrittore, la mostra ‘L’ombra della giovinezza. Immagini per Federigo Tozzi’, che vedrà esposte, insieme alle carte autografe e alle prime edizioni conservate nell’Archivio contemporaneo ‘A. Bonsanti’ del Gabinetto Vieusseux di Firenze e nell’archivio di famiglia curato da Silvia Tozzi, nipote dell’autore, anche opere di scultori e pittori a lui legati come Patrizio Fracassi e Lorenzo Viani. Ci sarà poi il convegno internazionale ‘Federigo Tozzi cento anni dopo: l’interpretazione, le carte, le traduzioni’ (3-5 novembre), organizzato dai due atenei Senesi in collaborazione col Comune.
Carl Brave, due live a settembre a Milano e Roma
L’1 settembre all’Urban Park e il 4 al Roma Sound Festival
21 febbraio 2020
15:52
– Carl Brave torna live con due eventi: l’1 settembre sarà a Milano per l’Urban Park (al Parco Esposizioni Novegro) e il 4 settembre a Roma, al Roma Sound Festival (all’Ippodromo delle Capannelle).
Reduce da un anno pieno di soddisfazioni che l’ha visto a marzo nei teatri d’Italia, tour sold out in tutte le tappe, e in estate impegnato nei principali Festival, il producer romano è tornato il 22 gennaio con un nuovo singolo dal titolo “Che Poi”, che anticipa il nuovo album e un videoclip con la partecipazione di Carlo Verdone.
Una storia da cantare, puntata speciale su Mina
Da Tosca a Nina Zilli a Bollani, si festeggia grande interprete
21 febbraio 2020
16:03
– Grandi interpreti della musica italiana si sono dati appuntamento il 22 febbraio in prima serata su Rai1 per festeggiare Mina, in una puntata speciale di “Una storia da cantare”. Sul palco Tosca, Stefano Bollani, Lucia Ocone, Gino Paoli e Danilo Rea, Francesco Renga, Nina Zilli, Simona Molinari, Le Vibrazioni, Irene Grandi, Marco Masini, Nicky Nicolai, Fausto Leali, Arisa e Federico Poggipollini, Mauro Coruzzi, Chiara Galiazzo, Mietta e Mondo Marcio.
Insieme a Enrico Ruggeri nel ruolo di narratore e Bianca Guaccero, si ascolteranno le sue più belle canzoni, dall’iconica “Tintarella di luna” del 1960, passando per “Grande grande grande”, “Un anno d’amore”, “E se domani”, “Città vuota”, “Sono come tu mi vuoi”, fino alla recente “Luna diamante”, scritta per lei da Ivano Fossati. Ad affiancare gli interpreti, ancora una volta la band diretta da Maurizio Filardo. Non mancheranno inoltre aneddoti, curiosità, filmati e testimonianze di tanti ospiti, amici e colleghi, per ripercorrere una storia musicale che appartiene a tutto il paese.
Musei: Daverio, bene direttori stranieri, mi sono ricreduto
Critico d’arte: ‘Ha fatto bene cambiare aria, aprire finestre’
FIRENZE
21 febbraio 2020
16:33
– “All’inizio non ero entusiasta del fatto che si frustrasse la competenza interna del ministero per sostituire i direttori con degli appelli esterni. Poi mi sono ricreduto perché esperienze diverse e carriere diverse erano davvero utili, una sorta di apertura delle finestre per cambiar l’aria non ha fatto male. Ho visto i risultati a Firenze, li ho seguiti a Milano, li ho visti a Venezia e a Napoli in modo straordinario”. Lo ha detto il critico dell’arte Philippe Daverio, a Firenze per l’inaugurazione del salone TourismA, parlando coi giornalisti della riforma del Mibact del ministro Franceschini quando ha aperto le porte dei musei italiani ai direttori stranieri. Per Daverio “questa riforma è stata particolarmente utile”.
Rai: Gasparri, su Tg2 Agcom travalica suoi poteri
21 febbraio 2020
18:05
– “Secondo l’Agcom un Tg della Rai non può dire che Trump è stato abile nella trattativa con il leader coreano Kim. Non si può criticare il presidente francese Macron, anzi non si può usare il sarcasmo, come scrive testualmente l’Agcom, che da sempre rappresenta un ingrediente del giornalismo. Sconcertante il punto in cui si contesta al Tg2 di aver adoperato l’espressione ‘nordafricani’ sulla vicenda del carabiniere Mario Cerciello Rega assassinato a Roma. Nelle prime ore tutte le agenzie di stampa e il sito dei carabinieri scrivono ‘nordafricani’ e la notizia viene data dal Tg2 ma anche dal Tg1 e da Rai News. L’ordine dei giornalisti archivia un esposto contro il direttore. E la cosa viene ripresa dall’Agcom solo contro il Tg2 che è stato il primo a correggersi. Perché non contro il Tg1? L’Agcom ha palesemente travalicato i suoi poteri”. Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri (FI).
Armani, donne continuano a essere stuprate dagli stilisti
‘Si può stuprare donna suggerendole di vestirsi in certo modo’
21 febbraio 2020
18:47
– “Si può stuprare una donna in vari modi: o buttandola in un sottoscala o suggerendole di vestirsi in un certo modo”. Così Giorgio Armani, subito dopo la sfilata della linea Emporio, si scaglia, con quella che definisce “una battuta”, contro il diktat delle tendenze, che manca di rispetto e toglie libertà alle donne.
Con la sua collezione, “ho dato una libertà alle donne – sottolinea – che è una vera libertà”. Non è libertà, invece, il fatto che “la signora che cammina per strada vede un manifesto di una donna con il seno e il fondoschiena in vista, e vuole farlo anche lei: questo è un modo per stuprare”.
“E’ un momento in cui posso dire ciò che penso” dice Armani, scagliandosi contro le tendenze che “non sono niente, bisogna migliorare la donna che vive adesso”. Ognuno può scegliere di proporre ciò che vuole, ma “evitiamo il ridicolo – è l’invito – poi diciamo che le donne vengono stuprate in un angolo, ma le donne continuano a essere stuprate dagli stilisti, da noi. Trovo che questo sia un po’ indegno”.
Whitney Houston in concerto, ma è un ologramma
An Evening With Whitney sarà in tour in Inghilterra, poi in Usa
NEW YORK
21 febbraio 2020
18:49
– Whitney Houston di nuovo in concerto, ma in ologramma. ‘An Evening With Whitney: The Whitney Houston Hologram Tour’ partirà il 25 febbraio dall’Inghilterra e dopo aver toccato diverse città europee fino ad aprile arriverà anche negli Stati Uniti, anche se non c’è ancora una data precisa.
L’iniziativa prende corpo dopo otto anni dalla morte della popstar, scomparsa a soli 48 anni dopo essere annegata accidentalmente nella vasca da bagno di un hotel a Los Angeles.
Lo show è stato prodotto da Pat Houston, cognata ed ex manager della cantante, in collaborazione con la BASE Hologram, che in passato ha creato ologrammi anche di Carrie Fisher per Rogue One di Guerre Stellari o di cantanti come Maria Callas e Roy Orbison.
Durante lo spettacolo si vedrà l’immagine della Houston proiettata su una tenda invisibile e ci saranno veri ballerini e musicisti. L’ologramma è stato creato usando una controfigura e centinaia di ore di performance della Houston. L’idea di un concerto sotto forma di ologramma risale a cinque anni fa e ha preso spunto da un desiderio della stessa cantante, portare sul palco una versione ‘unplugged’ di un suo spettacolo.
Non è la prima volta che vengono organizzate tournée o show con ologrammi di cantanti morti, è già successo con il rapper Tupac Shakur o persino con Michael Jackson.
Moda: 112 aziende italiane a Mosca nel più importante salone
Cone EMI (Ente Moda Italia) e Ice, dal 24 al 27 febbraio
21 febbraio 2020
19:33
– Dal 24 al 27 febbraio il made in Italy torna sotto i riflettori a Cpm (Collection Première Moscow) con Emi (Ente Moda Italia) che renderà protagonisti 112 brand italiani con l’area speciale “Italian Fashion”. Tante le iniziative strategiche in collaborazione con Agenzia Ice e Sistema Moda Italia, per una presenza incisiva delle nostre aziende al salone, piattaforma irrinunciabile per la moda sul mercato russo e sui paesi vicini. Cpm Collection Première Moscow, il più importante salone moda della Russia e dell’Europa dell’Est, presenta la sua 34/a edizione da lunedì 24 a giovedì 27 febbraio 2020, all’Expocentre di Mosca, e vede una nuova partecipazione di Emi con le aree speciali di Italian fashion dedicate alla moda donna, uomo e bambino di abbigliamento e accessori. Questa edizione di Cpm in totale ospiterà oltre 1.300 collezioni da 30 circa paesi del mondo.
“Ogni edizione di Cpm è una conferma del legame forte che le aziende italiane hanno col mercato russo e paesi limitrofi – ha detto l’ad di Emi Alberto Scaccioni -. Partiamo consapevoli delle difficoltà che caratterizzano il mercato russo e i consumi interni nel paese e in generale della complessità dell’attuale scenario dei mercati internazionali, ma rimaniamo fiduciosi: la Russia e i paesi vicini rappresentano pur sempre un mercato e uno sbocco di peso per i prodotti italiani”.
“L’Italia si conferma nel 2019 al secondo posto come paese fornitore di moda nella Federazione Russa – ha aggiunto il direttore dell’Ice di Mosca, Francesco Pensabene -. I prodotti made in Italy sono percepiti sempre come sinonimo di qualità, grande manifattura e artigianalità e sono ancora molto ricercati dai consumatori russi. I dati delle dogane russe segnano per le importazioni dall’Italia di moda e accessori nel 2019 nel complesso un leggero aumento (+2,2%) rispetto all’anno precedente. Il valore complessivo del fatturato 2019 della moda italiana in Russia è stato 1,5 miliardi di euro, con una quota di mercato dell’8,3%. E’ necessario continuare a presidiare un mercato vasto come quello della Federazione russa, anche nelle regioni più distanti dalla capitale, dove la moda italiana deve affermarsi sempre di più”.
Carabinieri recuperano busto Marco Aurelio
A Campione d’Italia, rubato a Zagarolo 27 anni fa
22 febbraio 2020
12:08
– E’ stata recuperata, dopo 27 anni, a Campione d’Italia (Como) la testa scultorea in marmo dell’imperatore Marco Aurelio, opera del II secolo d.C., collocata sulla sommità dell’arco di trionfo di Zagarolo (Roma), annesso al palazzo Rospigliosi, sede del museo del giocattolo.Il recupero è il frutto di un’attività della Sezione archeologia del Reparto operativo del Comando carabinieri tutela patrimonio culturale, coordinata dalla Procura di Roma. L’opera era stata rubata nel marzo del 1992 da dei ladri, rimasti sconosciuti, che avevano approfittato di un’impalcatura mentre era in corso il restauro della facciata. L’edificio, già di proprietà delle famiglie Colonna, Ludovisi e Rospigliosi, è ora proprietà del Comune di Zagarolo. Il palazzo, che ospitò Caravaggio ed il poeta Vittorio Alfieri, era stato impreziosito, nel 1500, con marmi romani ed elementi architettonici provenienti dal teatro di Marcello e dalla vicina Gabii. L’opera, dopo il furto, era stata venduta a un ricettatore romano che l’aveva trasportata all’estero e affidata ad una sua persona di fiducia, ignara della sua provenienza. Una volta individuata a Campione d’Italia, la testa è stata sequestrata e riportata in Italia.
Rundell, letteratura per ragazzi vale sempre
Esce saggio sul valore universale dei libri
22 febbraio 2020
16:44
KATHERINE RUNDELL, PERCHÉ DOVRESTI LEGGERE LIBRI PER RAGAZZI ANCHE SE SEI VECCHIO E SAGGIO (RIZZOLI RAGAZZI, PP. 80, EURO 10,00). Mischiare i generi, andare avanti e indietro, leggere contemporaneamente Joyce e Dahl, i saggi di Derrida e le avventure di Mary Poppins. Katherine Rundell, la più giovane docente di Oxford, autrice pluripremiata, va contro i pregiudizi e gli snobismi di chi pensa che sia una perdita di tempo leggere libri per ragazzi dopo una certa età. Nel suo appassionato saggio: ‘Perchè dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio’, che esce per Rizzoli il 25 febbraio e sarà il titolo di punta della casa editrice alla Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna 2020, ci mostra come le storie per piccoli e adolescenti siano un luogo in cui cercare nuovi stimoli e i mondi.
Ma chi ha detto che c’è un’unica direzione di lettura nella vita? chiede la Rundell e spiega che “leggere libri per ragazzi da adulti non è regredire, non è tornare indietro, al contrario se li abbandoniamo del tutto ”lo facciamo a nostro rischio e pericolo, perché rinunciamo a uno scrigno di meraviglie che, guardate con occhi adulti, possiedono una magia completamente nuova”.
“Scrivo narrativa per ragazzi da oltre dieci anni ormai, e faccio ancora fatica a darne una definizione. Ma so con certezza che cosa non è: non è solo per ragazzi” aggiunge soffermandosi sulla scarsa considerazione che ha avuto questo genere di letteratura nonostante la sua lunga e nobile storia. “Sul volto di certe persone si disegna un sorrisetto particolare quando racconto loro che cosa faccio, più o meno lo stesso che mi aspetterei di vedere se dicessi che costruisco minuscoli mobili da bagno per elfi”racconta la scrittrice che ha passato l’infanzia tra Africa ed Europa e ha poi viaggiato in tutto il mondo. Ricercatrice presso l’All Souls College di Oxford, nel 2019 è stata finalista al Premio Strega Ragazze e Ragazzi con ‘Capriole sotto il temporale’ pubblicato in Italia da Rizzoli come gli altri suoi libri tra cui ‘Sophie sui tetti di Parigi’ (2015), ‘La ragazza dei lupi’ con cui nel 2017 ha vinto il Premio Andersen nella categoria 9/12 anni e ‘L’esploratore’, vincitore del prestigioso Costa Award.
Questa volta la scrittrice, che verrà in Italia in settembre per il Festivaletteratura di Mantova, firma un’appassionata difesa in cui invita a pensare ai libri per ragazzi come “alla vodka della letteratura”. “I romanzi migliori sanno rendere la speranza, la rabbia, la gioia, la paura nelle loro forme più pure e archetipiche” dice la Rundell e ricorda che “le fiabe non sono mai state solo per i bambini. Si rivolgono, caparbie e combattive, a tutti: vecchi e giovani, uomini e donne di ogni paese”.
Nel saggio viene ripercorsa anche la storia ed evoluzione della letteratura per ragazzi e viene messa in risalto la sorprendente valenza politica dei libri per ragazzi: così Mary Poppins è una hippy ante litteram, ma anche la grande capacità di farci tornare all’immaginazione e alla capacità di “leggere con il cuore aperto”. Soffermandosi sul discorso per il premio Nobel di Kazuo Ishiguro che sottolineava come ci si debba impegnare “a non definire in modo eccessivamente riduttivo e tradizionale che cosa costituisce la buona letteratura” e sull’abilità nel costruire la trama delle sue storie di Elena Ferrante, la Rundell non nasconde come la la letteratura per l’infanzia “abbia bisogno di allargare i propri confini e di cambiare, così come si è allargata e trasformata altre volte”.
Nella nota all’edizione italiana parla di Italo Calvino e dice: “Non sono convinta che ‘Il barone rampante’ sia un libro per ragazzi, o che parli di un ragazzo, ma credo sia la prova perfetta di quanto un libro possa essere ricco e diverso a seconda dell’età in cui lo si legge” e questa in fondo è l’essenza di questo breve ma prezioso saggio.
Fotografia: Bologna ospita retrospettiva di Robert Doisneau
143 opere raccontano ‘street photography’ dell’artista parigino
BOLOGNA
22 febbraio 2020
12:11
– Bologna ospiterà dal 6 marzo al 21 giugno, a Palazzo Pallavicini, una retrospettiva dedicata al fotografo parigino Robert Doisneau (1912-1994), celebre per il suo approccio poetico alla ‘street photography’, autore di ‘Le basier de l’hotel de ville’, una delle immagini più famose della storia della fotografia del secondo dopoguerra. Saranno 143 le opere in mostra, provenienti dall’Atelier di Montrouge (Francia): l’esposizione è il risultato di un progetto del 1986 di Francine Deroudille e della sorella Annette, figlie di Doisneau, che hanno selezionato 450mila negativi, prodotti in oltre 60 anni di attività dell’artista. I sobborghi grigi delle periferie parigine, le fabbriche e i piccoli negozi, i bambini solitari o ribelli, la guerra dalla parte della Resistenza, il popolo parigino al lavoro o in festa, gli incontri con celebrità, i personaggi eccentrici incontrati nei caffè sono protagonisti del racconto di un mondo che “non ha nulla a che fare con la realtà, ma è infinitamente più interessante”.
Giuliano Montaldo, l’eterno ragazzo fa 90
Cinema, politica, emozioni del regista di Sacco e Vanzetti
22 febbraio 2020
13:57
Il 22 febbraio Giuliano Montaldo festeggia i suoi giovani 90 anni: una giornata da trascorrere nella sua luminosa abitazione romana con l’amatissima moglie, Vera Pescarolo; da attraversare nel sole primaverile di una Roma che nel tempo è diventata casa per questo genovese navigatore e spericolato; un compleanno a cui brindare con gli amici sulla riva del Tevere, schivando ritualità troppo solenni perché tra le doti di Giuliano c’è l’arte dell’autoironia dispiegata da sempre a piene mani.
L’eterno ragazzo di Cinecittà è nato a Genova il 22 febbraio del 1930; fin da ragazzo ha l’occhio del navigatore come Colombo, la voce di un Gino Paoli dai toni baritonali, la passione militante del giovane Calvino partigiano, il piacere dello scherzo di Paolo Villaggio e la leggerezza poetica di Lele Luzzati, tutti liguri come lui, tutti un po’ saggi e un po’ matti come lui.
A guerra finita da un po’, come tanti provinciali col sogno del cinema, il ventenne Giuliano scende alla scoperta di Roma. È alto, bello, dotato di magnetici occhi azzurri e modi eleganti da conquistatore. Ma non è per questo che l’esordiente regista Carlo Lizzani lo chiama al suo fianco nel 1951 per « Achtung, Banditi! » . Il film sarà girato in Liguria, i soldi scarseggiano (sarà prodotto in cooperativa col sostegno dei partigiani) e serve un aiuto-regista pratico dei luoghi. Sul set sono praticamente tutti alle prime armi e Montaldo si fa notare anche come attore. Con Lizzani è amicizia vera e durerà tutta la vita: nel film successivo “Cronache di poveri amanti” del ’54 c’è ancora una particina per lui ma intanto il ragazzo genovese si impratichisce da regista rubando a tutti i segreti del mestiere: per Gillo Pontecorvo (con cui divide la casa a Roma insieme a Franco Giraldi e Callisto Cosulich) doppia perfino un cane nel documentario “Cani dietro le sbarre” e poi canterà in russo per doppiare un prigioniero nel lager di “Kapo”; Citto Maselli e Luciano Emmer gli insegnano la tecnica, Elio Petri per cui recita ne “L’assassino” del 1961 lo spinge a debuttare a sua volta dietro la macchina da presa. Con “Tiro al piccione” dello stesso anno, il cinema italiano scopre un nuovo talento ma basta il soggetto scelto (l’amaro destino di un soldatino della Repubblica Sociale negli ultimi giorni del fascismo) per capire che Montaldo non ama le scelte facili. Infatti il film (come il successivo “Una bella grinta” del ’65) non gode dei favori della critica di sinistra e anche all’interno del PCI Giuliano dovrà difendersi da qualche processo sommario di troppo. Come del resto dalle accuse di oltraggio al pudore che piovono sul documentario “Nudi per vivere” sulla Parigi del sesso che firma nel ’63 insieme a Petri e Giulio Questi col bizzarro acronimo Elio Montesti che i tre non sveleranno per molti anni Testardo, metodico, incoraggiato da colleghi che resteranno amici veri tutta la vita (Lizzani e Pontecorvo sopra tutti) Montaldo capisce che è attraverso un uso intelligente dei generi popolari che può fare il “suo” cinema e che il vento internazionalista degli anni ’60 può assecondare il suo gusto dell’avventura e del viaggio. Ecco allora thriller di buona fattura come “Ad ogni costo” con Edward G.Robinson e “Gli intoccabili” con John Cassavetes che gli conquistano la fiducia dei produttori. Infatti il successivo “Gott mit uns ” del 1970 ha ben altra ambizione: ambientato al crepuscolo della Germania nazista, il film da’ l’avvio a una trilogia sulle aberrazioni del potere che dopo l’esercito prenderà di mira la giustizia (“Sacco e Vanzetti”, 1971) e la chiesa (“Giordano Bruno”, 1973).
Anche grazie alla perfetta sintonia con Gian Maria Volonte’ che ne è memorabile eroe, i due film sono grandi successi popolari, ma non distolgono il regista dalla sua vocazione militante.
Adesso vuole recuperare la storia partigiana e il copione di Franco Solinas per “L’Agnese va a morire” sembra perfetto per emozionare il pubblico. Invece una serie di difficoltà produttive costringono Montaldo a lavorare in economia, proprio come ai tempi di “Achtung, Banditi!”. E come allora è la gente comune, ieri i liguri adesso gli emiliani, a salvare le sorti del film che grazie a una intensa e inattesa Ingrid Thulin non deluderà le attese. Siamo alla fine degli anni ’70 e anche per Montaldo si aprono le porte della Rai e del cinema per la tv. Ma dopo la bella sperimentazione di “Circuito chiuso” (1978) la nuova sfida è il kolossal, la biografia di un viaggiatore che molto gli assomiglia. Con sua moglie Vera, Giuliano fa le valigie e parte per la Cina con “Il Milione” sottobraccio. Gli otto episodi del suo “Marco Polo” (1982-1983) sono un fiore all’occhiello per la tv e segnano la prima vera apertura della Cina comunista alle troupes occidentali dopo i viaggi pionieristici di Carlo Lizzani )1958) e Michelangelo Antonioni (1973).
Negli anni successivi sono ancora tante le avventure dell’eterno ragazzo del nostro cinema: le battaglie politiche all’interno dell’Anac (l’associazione degli autori), il cinema letterario (“Gli occhiali d’oro”, 1987 e “Tempo di uccidere”, 1989), Il documentario militante (fin da “L’addio a Berlinguer” del 1984), le incursioni da attore (memorabile l’incontro con Nanni Moretti ne “Il caimano”, 2006), perfino la presidenza del David di Donatello nel 2017. Ma per gli spettatori di oggi il volto e la voce di Giuliano sono familiari come se si trattasse di uno zio bonario. Merito di Francesco Bruni che lo ha voluto protagonista di “Tutto quello che vuoi” del 2017. Con il ruolo del poeta Giorgio Gherarducci, la calda umanità che conoscono tutti quelli che lo hanno incontrato negli anni, la passione per l’aneddoto cui personaggio e interprete attingono a piene mani, lo sguardo lontano e subito dopo lucido e ironico, Giuliano Montaldo si è conquistato un David di Donatello e un futuro da protagonista sullo schermo. Da domani è pronto per nuove avventure.
Amanti e amori smarriti per Chiara Mastroianni
Attrice premiata a Cannes per commedia agrodolce in sala da 20/2
22 febbraio 2020
14:02
– Guardare al proprio matrimonio da una stanza d’albergo, dove si ritrova il proprio marito tornato ventenne (Vincent Lacoste) e i giovani amanti con i quali ci si è ‘distratti’ durante gli anni. E’ la favola moderna che ha come mattatrice un’intensa e ironica Chiara Mastroianni nel film L’hotel degli amori smarriti, la commedia agrodolce di Christophe Honoré. La pellicola, in sala dal 20 febbraio con Officine Ubu, ha portato alla protagonista (che è anche in corsa fra le migliori interpreti ai César 2020) il premio come migliore attrice nella sezione Un Certain Regard all’ultimo Festival di Cannes ed è stata appena designata Film della critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.
Per Chiara Mastroianni e Honoré è il sesto film insieme: un sodalizio iniziato nel 2007 che comprende anche Les Biens- Aimés (2011) nel quale l’attrice italo francese ha recitato con la madre Catherine Deneuve. E anche stavolta vita famigliare e arte si mescolano, perché a recitare il ruolo di Richard, marito quarantenne della protagonista, c’è il cantante e attore Benjamin Biolay, che è stato realmente sposato con Chiara Mastroianni dal 2002 al 2005 ed è padre di sua figlia Anna.
E’ sicuramente un legame pieno di luci ed ombre quello fra i protagonisti, Maria (Mastroianni) , brillante docente universitaria, e il tranquillo Richard (Biolay) con cui è sposata da vent’anni. Quando l’uomo però una sera trova un messaggio che svela l’infedeltà della moglie, scoppia una violenta lite che porta Maria a andarsene di casa per andare a dormire nell’albergo dall’altra parte della strada.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Bologna ricorda Lucio Dalla a otto anni dalla morte
Dal 4 all’8 marzo ‘Si muove la città’, concerto al Comunale
BOLOGNA
22 febbraio 2020
19:08
– Dalla panchina con una scultura che lo raffigura in piazza Cavour davanti alla casa natale (in cui sarà posta una targa), alla installazione luminosa in piazza de Celestini sul terrazzo dell’ultima abitazione in via D’Azeglio, Lucio Dalla sarà ricordato da Bologna con una serie di iniziative, dal 4 all’8 marzo, a otto anni dalla scomparsa.
‘Si muove la città’ è il titolo della manifestazione promosse da Fondazione Dalla, Confcommercio Ascom, Consorzio esercenti d’Azeglio pedonale, Fondazione teatro Comunale e Cineteca.
Il titolo è un verso da ‘La sera dei miracoli’ tratto da ‘Dalla’ il disco del 1980 (con il famoso baschetto in copertina), i cui brani saranno eseguiti l’8 marzo al teatro Manzoni, in un concerto con l’orchestra del Comunale diretta da Beppe D’Onghia (storico collaboratore del cantautore), da diversi cantanti tra cui Ron, Gaetano Curreri, Iskra Menarini, Nicki Nicolai, Gigi D’Alessio, Alberto Bertoli, Olmo, Naomi e Sofia Tornambene.
Il 4 marzo, giorno del compleanno di Dalla, la musica dei busker sarà eseguita nel centro storico ad accompagnare le passeggiate nei luoghi preferiti dal cantautore, mentre i ristoranti proporranno i piatti preferiti del musicista, come le immancabili lasagne.
Tra le altre iniziative in cartellone, la proiezione alla Cineteca del videoclip ‘Solo per me’ (sulle note di ‘Henna’) di Alessandro Amante, vincitore del contest ‘Residenza artistica da Lucio’; l’annullo speciale di Poste italiane di una cartolina celebrativa; la mostra dell’artista Domenica Regazzoni, amica di Dalla; l’esposizione delle moto Ducati di proprietà dell’artista; concerti-tributo dei locali; le tradizionali visite guidate alla casa di via D’Azeglio.
Campionato italiano della bugia omaggia Gianni Rodari
Edizione dedicata a ‘mondo favole’, in scena l’1 e 2/8
PISTOIA
24 febbraio 2020
17:24
Sarà un omaggio a Gianni Rodari nel centenario della nascita, la 44ma edizione del Campionato italiano della bugia, che si svolgerà a Le Piastre, frazione collinare del comune di Pistoia, l’1 e il 2 agosto. Gli organizzatori del concorso, l’Accademia della bugia e la Pro loco Alta Valle del Reno, hanno infatti scelto come tema dell’edizione 2020 ‘il mondo delle favole’.
Quattro le sezioni nelle quali si potranno cimentare i concorrenti: verbale, letteraria, grafica italiana e grafica internazionale. “I partecipanti – spiega il magnifico rettore dell’Accademia della bugia, Emanuele Begliomini – potranno rivisitare fiabe, racconti e leggende in tono fantasioso e, ovviamente, bugiardo”. Per le iscrizioni c’è tempo fino al primo luglio per le sezioni grafica e letteraria, mentre scade la mattina del 2 agosto la possibilità di essere ammessi alla più classica ‘bugia raccontata’. L’appuntamento estivo sarà anticipato da alcune iniziative collaterali: la prima sarà il 7 marzo a Pistoia, con l’inaugurazione della mostra ‘Tavole bugiarde’, con le opere vincitrici della sezione grafica delle precedenti edizioni del concorso.
Torna Blue Jeans con L’inganno di Cristallo
Una nuova Julia Plaza nel secondo titolo della trilogia
23 febbraio 2020
16:19
BLUE JEANS, L’INGANNO DI CRISTALLO (DEA PLANETA, PP 500, EURO 18). E’ una nuova Julia Plaza quella che troviamo ne ‘L’inganno di cristallo’, secondo titolo della nuova trilogia di Blue Jeans, partita con ‘La ragazza invisibile’ che ha segnato l’esordio dello scrittore nella suspence.
Grande fan di Agatha Christie, come Blue Jeans, suonatrice di violino e capace di fare il cubo di Rubik in meno di un minuto, Julia, dopo aver assistito a una terribile esplosione nella stazione della metro, non è più la stessa. “E’ diventata un po’ introversa e molto cinica. Non riesce a reagire a tutto quello che le è successo” dice Blue Jeans, pseudonimo di Francisco de Paula Fernández González, originario di Siviglia che vive da molti anni a Madrid, partito dai social per conquistare l’attenzione dei grandi editori e diventato uno scrittore bestseller, con oltre un milione e mezzo di copie vendute con i suoi libri. ‘L’inganno di cristallo’ , pubblicato in Italia da DeA Planeta nella traduzione di Roberta Bovaia, è il suo dodicesimo romanzo.
Julia, che nel primo libro della trilogia si era trasformata in detective, spinta dalla volontà di scoprire chi aveva ammazzato la sua amica Aurora, trovata morta nella palestra della scuola, ne ‘L’inganno di cristallo’ trova le risposte alle domande che erano rimaste in sospeso nel libro precedente.
Questa volta a scuotere la vita della studentessa detective è una telefonata che le annuncia la scomparsa di Ivan, il ragazzo di cui era perdutamente innamorata. A darle la notizia è, il primo martedì di gennaio, Hugo Velero, il coinquilino di Ivan, ma lei non crede a nulla di quello che le viene detto e si rifiuta di dare il suo aiuto. Però, suo malgrado si ritroverà coinvolta nelle indagini insieme alla nonna, che abita proprio nel palazzo di Ivan, che poi è lo stesso in cui vive Blue Jeans.
“Per comprendere bene questo secondo libro della trilogia sarebbe meglio aver letto il primo, ma non è necessario perchè ho inserito nella trama una serie di memorandum che permettono di capire comunque le cose” spiega Blue Jeans che viene considerato il Moccia spagnolo.
“La risposta dei lettori è eccellente. Nelle classifiche dei libri più venduti questo romanzo è quello che ha avuto il miglior punteggio” racconta lo scrittore che sta “considerando l’opportunità di fare una serie tv”. “La casa editrice – spiega – sta lavorando su diversi fronti. Una delle ipotesi è che questa storia un giorno possa andare o sul grande schermo o in tv. E ci sono anche altri possibili sviluppi collegati. Magari diventasse un musical”.
Blue Jeans, in attesa di vedere che accoglienza avrà il terzo romanzo della trilogia, ‘La promessa di Julia’, in uscita a marzo 2020 in Spagna, parla della sua protagonista, della quale racconta le avventure dai 16 ai 19 anni, come di “un personaggio con tante sfaccettature dovute alle sue qualità e fragilità, ma anche alle cose che accadono intorno a lei. Ne ‘L’inganno di cristallo’ è una ragazza che a 18 anni si trova a confronto con sei omicidi. Nel terzo romanzo è una studentessa universitaria che studia criminologia e uno dei suoi docenti le proporrà un’ esercitazione che ha a che fare con il presunto suicidio di una persona nel passato”. E il compito del professore si trasformerà,c’è da scommettere, in una nuova indagine poliziesca.
S. Cecilia: Chailly e Filarmonica Scala con Lisiecki
Il 24 febbraio. Direttore e orchestra tornano dopo quattro anni
23 febbraio 2020
14:29
– Riccardo Chailly e la Filarmonica della Scala tornano a Roma dopo quattro anni per la stagione sinfonica dell’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Con loro si esibirà il giovanissimo pianista canadese Jan Lisiecki, tra i più importanti della scena internazionale. E’ un appuntamento da non perdere il concerto in programma lunedì 24 febbraio nell’ Auditorium Parco della Musica. Il programma della serata prevede ”Finlandia” di Jean Sibelius, il Concerto per pianoforte di Edvard Grieg, e “Quadri di una esposizione” di Modest Musorgskij nell’ orchestrazione di Maurice Ravel. Riccardo Chailly è Direttore Musicale del Teatro alla Scala e Direttore Principale della Filarmonica della Scala dal 2015. Per 16 anni ha guidato l’Orchestra del Royal Concertgebouw di Amsterdam, e dirige le principali orchestre internazionali, tra queste Wiener Philharmoniker e Berliner Philharmoniker, New York Philharmonic, Cleveland Orchestra, Philadelphia Orchestra e Chicago Symphony Orchestra. La Filarmonica della Scala, fondata da Claudio Abbado e dai musicisti scaligeri nel 1982, ha avuto tra i suoi direttori Carlo Maria Giulini e Riccardo Muti (che ne è stato Direttore Principale dal 1987 al 2005), e ha stretto rapporti di collaborazioni con grandissimi maestri, da Leonard Bernstein a Giuseppe Sinopoli, Zubin Mehta, Daniele Gatti, Gustavo Dudamel. Dal 2006 al 2015 Direttore Musicale del Teatro è stato Daniel Barenboim. Nelle sue tournèe all’ estero ha tenuto più di 800 concerti. Ha debuttato negli Stati Uniti con Riccardo Chailly nel 2007 e in Cina con Myung-Whun Chung nel 2008. Jan Lisiecki, 24 anni, si esibisce in oltre cento concerti all’anno in tutto il mondo e ha collaborato con direttori e orchestre di spicco.
Dall’ età di appena 15 anni ha un contratto di esclusiva con la casa Deutsche Grammophon. A diciotto anni Jan Lisiecki è stato il più giovane artista della storia a ricevere un Gramophone ”Young Artist” Award.
Urbinati, Io, il popolo
Analisi del populismo che logora la democrazia dall’interno
23 febbraio 2020
15:36
NADIA URBINATI, IO, IL POPOLO. COME IL POPULISMO TRASFORMA LA DEMOCRAZIA (il Mulino, pp.340, 24 euro). La faziosità per sviluppare una retorica “in negativo” e far sì che la parte “giusta” prenda il posto di quella “sbagliata”; il maggioritarismo, che identifica il principio di maggioranza con il potere di una maggioranza; il “dux cum populo”; l’antipartitismo. Sono questi gli elementi che caratterizzano il fenomeno globale del populismo secondo Nadia Urbinati, autrice di “Io, il popolo”, edito da il Mulino.
Professoressa di Teoria Politica alla Columbia University di New York, Urbinati analizza con grande acume la democrazia populista e come essa abbia cambiato lo scenario della politica attuale, in una prospettiva italiana e internazionale. In pagine illuminanti, chiare e densissime di concetti e di informazioni, la tesi sposata dalla politologa è che il populismo non sia votato necessariamente all’opposizione e incapace di governare: al contrario, esso “è una nuova forma di governo rappresentativo: ma una forma sfigurata” e rappresenta “un esito del malfunzionamento della democrazia dei partiti”. Il punto da cui partire dunque è che il populismo non si colloca fuori la democrazia, ma dentro di essa, e non vuole rovesciarla: non è una forma dittatoriale, ma una variante del governo rappresentativo basata su specifiche peculiarità.
Da Trump a Salvini a Grillo, quello che abbiamo compreso osservando il contesto politico attuale è che il populismo ha bisogno di un leader configurato come capopopolo: è questa figura carismatica che opera una divisione netta, anzi una contrapposizione, tra establishment (la classe politica improduttiva e “parassita”, incapace di rispondere alle esigenze della gente) e il popolo ormai impoverito e insoddisfatto che guarda alle istituzioni e ai partiti con totale sfiducia. Il leader, la cui specifica modalità comunicativa lo fa stare sempre in campagna elettorale, si identifica con il popolo, ne prende il linguaggio e l’atteggiamento. Obiettivo dei populisti è abbattere il sistema dei partiti e portare a compimento “la disintermediazione del processo politico e la semplificazione del gioco politico (il bipolarismo, il mito del maggioritarismo)”. In questo un aiuto arriva dalla pervasività di Internet, “strumento che può sostituire l’organizzazione di partito nella costruzione del potere populista”.
Urbinati ribadisce che comprendere il populismo ci è utile perché esso sta cambiando la democrazia, trasformandone le procedure, le istituzioni e le pratiche: non serve demonizzarlo né essere catastrofisti, ma prendere sul serio questo fenomeno perché è sintomo di un malessere reale vissuto dai cittadini.
Del resto, spiega l’autrice, la democrazia non ha mai avuto vita facile fin dalla sua nascita, è stata minacciata e a volte rovesciata dai totalitarismi: ma è improduttivo parlare di “crisi” o “morte” della democrazia. Serve invece dare nuova forza ai corpi intermedi, ricostruire i partiti organizzati, recuperare trasparenza nella politica: “per far fronte alle critiche populiste – afferma Urbinati – i democratici dovrebbero intervenire nel merito delle argomentazioni costituzionali e politiche del populismo, invece di demonizzarle, e rivedere alcune fondamentali regole del gioco in modo da restituire potere decisionale ai cittadini e permettere loro di esercitare un controllo più stringente sui loro rappresentanti”.
‘Bad Boys’, cinquantenni tra vendetta e Santa Muerte
Smith e Lawrence tornano con 3/o capitolo saga, già hit globale
23 febbraio 2020
15:45
– Martin Lawrence e Will Smith avevano rispettivamente 29 e 26 anni all’uscita del primo Bad Boys, action comedy di Michael Bay prodotta da Jerry Bruckheimer (un’accoppiata che garantisce action adrenalinica, esplosioni e audio al massimo volume) su due poliziotti grandi amici ma con poche regole a caccia di criminali per le strade di Miami. Un successo globale replicato con Bad Boys II nel 2003 e ritrovato, nonostante i 17 anni di distanza dal secondo capitolo, con Bad Boys For life, già campione d’incassi nel mondo con 340 milioni di dollari (170 milioni negli Usa e circa altrettanti negli altri Paesi) in arrivo in Italia dal 20 febbraio con Warner Bros.
Dietro la macchina da presa non c’è più Michael Bay (che comunque appare in un cameo) ma il duo di cineasti marocchini/belgi Adil El Arbi e Bilall Fallah che avevano colpito Bruckheimer con il loro noir metropolitano Black (2015).
Un cambio di regia che ha portato nuovi stimoli alla saga, e uno stile di riprese per le scene d’azione più ricco (le citazioni non mancano, da John Woo ai videogame ‘spara spara’).
Naturalmente resta centrale l’alchimia di Will Smith e Martin Lawrence: ritroviamo i loro personaggi, MIke (Smith) e Marcus (Lawrence), ormai cinquantenni, a un punto di svolta della loro vita.
Mike non si è mai ‘sistemato’, con un legame stabile, mentre Marcus da poco diventato nonno, dopo 25 anni in squadra insieme all’amico, parla di pensione. La situazione precipita quando la ‘strega’, Isabel Aretas (Kate del Castillo), che per compiere i suoi crimini si appella alla divinità precolombiana Santa Muerte, fugge di prigione in Messico, aiutata dal figlio Armando (Jacob Scipio). Ex capi di un cartello della droga, sono in cerca di vendetta contro i responsabili della fine della loro famiglia, Mike compreso, che è legato alla ‘strega’ molto più di quanto possa immaginare.
Pur riproponendo tutti gli elementi che hanno fatto la fortuna della saga, come battute fulminanti, inseguimenti, sparatorie, omicidi, colonna sonora battente, lusso e sangue in proporzione variabile, il film tocca con un po’ di grazia anche il diverso rapporto dei protagonisti con gli anni che passano.
Dalla consapevolezza dei propri limiti di Marcus, a MIke costretto dagli eventi a rallentare e a confrontarsi con il proprio passato. Fra le new entry riuscite nella storia c’è Paola Nunez nel ruolo di Rita, a capo di una squadra d’elite e supertecnologica della polizia di Miami (gli altri componenti sono interpretati da Vanessa Hudgens, Charles Melton e Alexander Ludwig), con la quale Mike, su ordine del capitano (Joe Pantoliano) deve collaborare, per trovare gli Aretas.
Nel film “volevamo immediatamente confrontarci con il fatto che il tempo è passato per Mike e Marcus, come passa per tutti” spiega Will Smith, che è anche coproduttore nelle note di produzione. Per l’attore avere l’energia di Adil e Bilall per il film “è veramente quella giusta, offrono sulla storia una diversa prospettiva. Poi hanno un cosi grande amore per questo franchise e questi personaggi che è stato bellissimo lavorare con loro”.
Raf Simons co-direttore creativo di Prada
Miuccia, ‘una sfida’. Il belga, ‘creatività prima del business’
23 febbraio 2020
16:52
– “Una sfida”: così Miuccia Prada descrive l’arrivo come co-direttore creativo dello stilista belga Raf Simons, che disegnerà con lei le linee Prada.
L’annuncio, che era nell’aria da tempo, è stato dato oggi a Milano dai due creativi, con una conferenza stampa convocata solo ieri.
“È la prima volta nella storia della moda – ha detto il presidente e ad di Prada Patrizio Bertelli, introducendo i due co-direttori creativi – che due stilisti esperti, con un successo reciproco, lavoreranno insieme: il gruppo Prada si dimostra anticipatore di un cambiamento globale”.
“Non sappiamo dove stiamo andando ma è positivo rafforzare l’aspetto creativo – ha sottolineato Miuccia – ci piacciamo e rispettiamo, vediamo se andremo da qualche parte”.
Miuccia Prada e Patrizio Bertelli scelsero Simons già nel 2005, per la direzione creativa della griffe Jil Sander, quando ancora il brand era di proprietà del Gruppo Prada. “Il nostro rapporto è iniziato nel 2005 – ha ricordato infatti Simons, ex direttore creativo non solo di Jil Sander, ma anche di Dior e Calvin Klein – abbiamo sempre avuto un buon rapporto e dialogo su moda, politica e contenuti. Poi Bertelli mi ha avvicinato dopo la mia uscita da Calvin Klein, ci parliamo da un anno e abbiamo molto discusso di questo possibile futuro, con un dialogo molto ampio sulla creatività. Io metto in discussione il sistema moda e questo mi ha portato a dialogare in modo aperto con tanti stilisti che mettono a loro volta in discussione la loro posizione all’interno di un sistema in evoluzione”.
Berlino: Garrone, il mio Pinocchio inno alla povertà
Presentato il film con Benigni passato a Berlinale Gala
23 febbraio 2020
17:06
“Si è vero, Pinocchio è un po’ un inno alla povertà, ma mio padre e mia madre, che sapevano leggere, me lo avevano fatto conoscere. Ma non avrei mai immaginato che sarei stato l’unico attore al mondo a fare sia Pinocchio che Geppetto, mi manca a questo punto solo la Fata Turchina”. A parlare così è un brillante Roberto Benigni che insieme a Matteo Garrone ha presentato stamani nella sezione Berlinale Special Gala il ‘Pinocchio’ in cui interpreta Geppetto. E aggiunge poi il premio Oscar in conferenza stampa: “Certo ho lavorato con tutti, Federico Fellini, Marco Ferreri, Woody Allen, Jim Jarmusch e Bertolucci, ma lavorare con Matteo Garrone è tutta un’altra cosa, è talento puro. Una volta ha bloccato il set solo perché non amava il colore di una coperta. Garrone – sottolinea Benigni – lavora con la precisione di Visconti e la povertà di Rossellini.
Uno stile completamente italiano il suo. È vero nella sua opera c’è Tim Burton, ma anche i nostri Macchiaioli”. Sul web è virale un video in cui si vede un padre che in Siria fa credere alla figlia Selva che la guerra sia tutto un gioco, pur non avendo mai visto La vita è bella. Così replica Benigni: “Sono contento di questo. Vuol dire che certe cose accadono davvero. Un papà vero che fa? Protegge i suoi figli e Geppetto è il padre per eccellenza”. Infine da lui il racconto di come Coppola gli aveva proposto a un certo punto di fare Pinocchio:”ci siamo visti più volte e ne abbiamo parlato, ma poi non se n’è fatto nulla”.
“Roberto – dice invece Garrone – ha dato verità a Geppetto anche grazie alla sua grande umanità ed enorme generosità. Ho cercato di sorprendere il pubblico per fargli scoprire il testo originale e ho lavorato anche sui disegni originali di Mazzanti. Insomma – continua il regista – il mio Pinocchio è un film nato per il pubblico dai piccoli ai grandi. E questo l’ho fatto con Massimo Ceccherini che mi ha aiutato nella sceneggiatura con la sua anima di uno che non cresce mai come me, di uno che ama restare bambino. Ceccherini mi ha aiutato nelle dinamiche comiche senza sovrastrutture intellettuali”. Chi era Pinocchio? “È una storia senza tempo che parla molto dell’Italia anche attraverso allegoria di animali, una storia che parla non solo d’Italia, ma di tutti noi”. Sulla sua partecipazione al Festival di Sanremo e sulla sua presenza oggi a Berlino conclude Benigni: “sono passato dalla cosa più italiana a quella più internazionale. A Sanremo poi, leggendo il Cantico, dei cantici ho fatto la cover per eccellenza sull’amore”.
Berlino: Semina il vento, ulivi e inquinamento
A Panorama, una storia pugliese tra magia e corruzione
BERLINO
23 febbraio 2020
17:09
L’amore infinito di una ragazza per quella meraviglia che sono i secolari ulivi pugliesi, la corruzione locale, la vergogna di un passato contadino e anche i misteri inaspettati che ci sono in ogni famiglia. Questo e altro in ‘Semina il vento’ secondo film di Danilo Caputo, presentato oggi alla Berlinale nella sezione Panorama e girato all’ombra dell’Ilva. Tutto si svolge tra quelle inarrivabili sculture che sono i secolari alberi d’ulivo del tarantino colpiti dalla cosiddetta Xylella fastidiosa. Una morte lenta per queste piante che la giovane Nica (Yile Yara Vianello) che studia agraria in città non accetta. Molto simile a quella nonna che molti consideravano una strega, la giovane studiosa ha come lei un rapporto straordinario con la natura. Così quando scopre che forse, grazie ai suoi studi, c’è una possibile cura per gli ulivi, non capisce proprio perché il padre, pieno di debiti, non sembri affatto contento di questa scoperta che potrebbe salvare le terre di famiglia. Il fatto è, scoprirà solo dopo Nica, che nella sua Puglia non solo le piante sono vittime di parassiti, ma anche le persone hanno i loro virus legati a un mondo senza valori, pieno di corruzione e dove conta solo il denaro.
«L’amore di Nica verso gli alberi doveva passare attraverso la capacità di ascoltarli – spiega il regista -. Il crepitio delle cortecce diventa così una forma di linguaggio naturale, un ponte tra uomini e natura. Nica non vede un uliveto, vede tanti ulivi. Lei non percepisce quegli alberi come oggetti ma come soggetti capaci di sentire, desiderare, soffrire e comunicare. La sua è una visione animista. La magia – continua Danilo Caputo già autore di La mezza stagione – mi ha aiutato a creare un cortocircuito tra il realismo e la sua dimensione animista. La magia rituale era un elemento importante di quella cultura contadina che Nica ha ereditato dalla nonna”. Spiega infine il regista tarantino di ‘Semina il vento’, che avrà la sua anteprima italiana al Bif&st: «A dieci chilometri da casa mia c’è il più grande polo siderurgico d’Europa, una fabbrica che inquina da sessanta anni e della quale però non riusciamo a fare a meno. Ora nel 2013 – continua Caputo – fu fatto un referendum consultivo su cosa pensassero i tarantini di una eventuale chiusura dell’Ilva e solo uno su cinque è andato a votare.
C’è insomma un inquinamento mentale e anche la rassegnazione che non si possa vivere senza l’Ilva. A questo si aggiunga il fatto che si vede come una vergogna tornare a vivere da contadini come era nel passato”. Il film è una produzione Okta Film con Rai Cinema, in coproduzione con Jba Production (Francia) e Graal Films (Grecia), e con il contributo di Regione Puglia e il sostegno di Apulia Film Commission.
Cgi e avventura da 007 per Lupin III
In sala dal 27/2 primo film animato in 3d su personaggio icona
23 febbraio 2020
17:32
– Di Lupin III “quello che amo veramente è la sua libertà senza confini, che gli permette di fare tutto quello che vuole ogni volta che vuole, senza mai legarsi a niente o nessuno in particolare”. Così in un’intervista del 2003 Monkey Punch (pseudonimo di Kazuhiko Kato), il grande mangaka, scomparso 81enne a aprile 2019, aveva raccontato il suo ladro scatenato e scanzonato, diventato uno dei personaggi icona dell’animazione giapponese, dopo il debutto sui fumetti nel 1967 e sul piccolo schermo come anime (nella prima serie di tante) nel 1971.
Il grande autore aveva anche amato l’idea che Lupin III, dopo 10 film cinematografici animati in 2d (indimenticabile quello diretto nel 1979 da Hayao Miyazaki, Lupin III: Il castello di Cagliostro) e due live action, tornasse al cinema per la sua prima avventura in Cgi, in Lupin III The first di Takashi Yamazaki, in arrivo nelle sale italiane dal 27 febbraio con Koch Media. Il film utilizza il registro dell’action comedy cogliendo anche elementi di saghe come quella di 007 e I predatori dell’arca perduta, per rilanciare per le nuove generazioni, il fascino del personaggio, nipote del grande ladro Arsenio Lupin.
Restano la leggerezza e lo humour del protagonista, che perde i suoi aspetti più provocatori e meno politically correct, in una rilettura carica di toni caldi, colori pastello e dal tratto ‘ammorbidito’, evidentemente diretta anche al pubblico più giovane.
La squadra non cambia e con Lupin, ritroviamo amici, compici e ‘nemici’ di sempre: i compagni di scorribande Jigen, sempre pistola in mano, e sigaretta in bocca; il laconico samurai Goemon; la poco affidabile Fujiko, ma anche l’ispettore Zenigata, il poliziotto dell’Interpol che dà la caccia a Lupin III.
Junior Cally in campo, “risposta a chi mi etichetta”
Rapper-calciatore al debutto con il Fiumicino in finale partita
FIUMICINO
23 febbraio 2020
17:35
– “Non mi è piaciuto ricevere critiche e commenti da alcuni, quella piccola parte, del mio paese ma oggi, al campo, si è visto che il paese è dalla mia parte, mi conosce. Sono stato sempre contro ogni tipo di violenza. Oggi è stato un modo per rispondere a quelle poche persone che mi hanno etichettato per ciò che non sono assolutamente”. Lo ha detto, a Fiumicino, sul campo dello Stadio Pietro Desideri, al termine della partita contro il Tolfa, il rapper Junior Cally, che ha debuttato all’85esimo minuto con il Fiumicino 1926. In tutto 9-10 minuti in campo, compreso il recupero. Tribune piene, circa 4-500 gli spettatori, tanti genitori con bambini e ragazzi, per incitare, con cori ripetuti, la formazione di casa ed il rapper, all’esordio ufficiale, che al termine dell’incontro ha ricevuto l’affetto di molte persone e richieste di selfie, soprattutto dai giovanissimi. Dal palco di Sanremo ai campi di calcio della sua città.
Ribadendo oggi che una parte dei ricavati della partita sarà destinata ad un’associazione contro la violenza sulle donne, il rapper, all’anagrafe Antonio Signore (“il 28/2 uscirà la “special edition” di “Ricercato”, con inediti che non hanno nulla a che vedere con il calcio”, ha detto) è tornato alle origini calcistiche giovanili (ha giocato nel Focene) ed ha indossato la maglia rosso blu del Fiumicino Calcio 1926, che alla vigilia dell’incontro, terminato 0-0, era prima nel Girone A di Promozione laziale, ora scavalcato di un punto dal Città di Cerveteri, vittorioso in trasferta; il cantante è cresciuto a Focene, località balneare del comune di Fiumicino. Appena tornato dal Festival di Sanremo, ha chiesto un incontro al Presidente del club, Simone Munaretto, per poter essere tesserato, richiamare pubblico, dando un aiuto alla squadra in corsa per la promozione, e trovando subito risposta positiva. Si è subito messo a disposizione dell’allenatore dei rossoblù, Luigi Di Ruocco. “Ai ragazzi dico sempre – ha sottolineato ancora – di non farsi abbattere dal pregiudizio e di usare il pregiudizio come arma a loro favore. Spesso e volentieri chi critica il tuo sogno è perchè non riesce a crearsene uno proprio”.
Box office Usa, Sonic mantiene la vetta
Buon esordio per Il Richiamo della Foresta
23 febbraio 2020
20:14
– Sonic – il film mantiene per un soffio il primato nel box office americano, battendo Il Richiamo della Foresta. Il film della Paramount Pictures, costato 85 milioni, basato sul popolare franchise omonimo della Sega, ha incassato altri 26 milioni per un totale di 106 in due settimane.
Buon esordio per Il Richiamo della Foresta: il film firmato 20th Century Studios conquista la seconda piazza con quasi 25 milioni di dollari.
Al terzo posto Birds of Prey, con aggiunge altri 7 milioni in cassa, per un totale di 72 milioni complessivi in 3 settimane. Esordisce al quarto posto, infine, Brahms: The Boy II, con quasi 6 milioni di dollari.
Una giornata normale a Palazzo giustizia
In corsa a Generation il film di Chiara Bellosi
23 febbraio 2020
20:14
Dentro l’imputato che rischia anni di carcere e, subito fuori su delle anonime panche di legno, i parenti delle vittime spesso insieme a quelli dell’accusato. È quello che accade tutti i giorni in un ‘Palazzo di Giustizia’, proprio come titola l’opera prima di Chiara Bellosi che passa oggi alla 70/ma edizione Festival di Berlino, in concorso nella sezione Generation. Il film, che sarà in sala dal 26 marzo con l’istituto Luce, racconta di una giornata di ordinaria giustizia in un grande tribunale italiano. Sul banco degli imputati, questa volta, un giovane rapinatore e anche il benzinaio che, appena derubato, ha reagito, sparando e uccidendo il giovanissimo, complice del ladro. Di scena, insomma, non solo il rituale, ma anche il linguaggio, le toghe, gli interrogatori, le prove, i testimoni, ma soprattutto quello che sta fuori dove la vita va avanti nonostante tutto, tra speranze, infatuazioni e rancori.
Un impianto minimalista quello messo insieme da Chiara Bellosi diplomatasi in drammaturgia alla Paolo Grassi e che nel 2007 studia documentario allo IED di Venezia. Nel cast del film prodotto da tempesta / Carlo Cresto-Dina e Rai Cinema in co-produzione con Cinédokké e distribuito da Istituto Luce Cinecittà: Daphne Scoccia, Bianca Leonardi, Sarah Short, Nicola Rignanese, Giovanni Anzaldo e Andrea Lattanzi. “Mi sono trovata lì quasi per caso – dice la regista -. Non sapevo cosa avrei trovato. Ma da subito lo spazio si è riempito di domande. Entrare nel Palazzo di Giustizia come in una scatola dove attraverso l’imbuto dei metal detector entra la vita, suddivisa in sezioni e ordinata per stanza. Trovarci tutte le possibilità di azione che un uomo può decidere di fare: amare, prendersi cura, abitare, imbrogliare, fare male, rubare, uccidere e infinite altre. Trovarci uomini e donne che giudicano le azioni commesse da altre persone e ne dispongono la punizione, e la ricaduta sul vivere collettivo, decidono ciò che è giusto e ciò che non lo è, il giusto personale contrapposto a quello sociale”.
Coronavirus: l’emergenza svuota gli studi tv
Da Fazio alle Iene a Non è la D’Urso in onda senza pubblico
23 febbraio 2020
23:29
L’emergenza virus svuota anche gli studi tv: da Le Iene su Italia 1 a Che tempo che fa di Fabio Fazio su Rai Tre passando per Non è la D’Urso su canale 5, molte trasmissioni televisive hanno annunciato che andranno in onda senza il pubblico in sala.
Questo, visto che molti studi televisivi si trovano a Milano, per “adeguarsi alle misure di contenimento” imposte dalla Regione Lombardia dopo l’escalation dei casi nella regione.
Le Iene avvertono il loro pubblico con un post su Twitter: “Per la prima volta in 24 anni di storia del programma andremo in onda senza pubblico in studio nelle prossime puntate di martedì 25 e giovedì 27 febbraio, come sempre dalle 21.20 su Italia1, in cui vi parleremo naturalmente anche dell’emergenza coronavirus”:

E lo stesso avviso al pubblico era arrivato da Barbara D’Urso, oggi in onda con il suo Non è la D’Urso su Canale 5:” In rispetto dell’ordinanza della regione Lombardia, questa sera la puntata di Live #noneladurso andrà in onda senza pubblico. Vi terremo compagnia con tutti gli ospiti previsti e la nostra @carmelitadurso avrà bisogno di tanta carica da voi che ci seguite in Tv e sui social! “Tutto questo lo abbiamo deciso oggi – aggiunge – ma per noi sarà veramente difficile perché questo studio enorme dove di solito ci sono 300 persone di pubblico sarà vuoto e così anche nei prossimi giorni”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Tropico di De Francesco, Sud dei n.10
Elzeviri, arabeschi, racconti e miti in una Napoli artificiale
NAPOLI
24 febbraio 2020
10:26
– MAX DE FRANCESCO ‘TROPICO DELLA SPIGOLA’ (IUPPITER EDIZIONI, 212 pp., euro 15,00).
Nel suo nuovo libro, ‘Tropico della spigola’, Max De Francesco “attraversa il Sud” e la galleria dei suoi eroi noti e ignoti, in un gioco di narrazioni fulminanti e terapeutica ironia.
‘Tropico della spigola’ è un viaggio per lettori forti nella geografia dell’anima, un attraversamento in quel suo emisfero sentimentale dove esplora ricordi, aggiorna l’inventario delle visioni, decifra avvenimenti privati e pubblici, apre la casa delle piccole cose e rinnova il patto con la cosiddetta “letteratura bastarda”, nel solco della tradizione dei prosatori come Flaiano, Manganelli, Buzzati, Ridolfi, Zavattini, Longanesi non imprigionati nell’architettura chiusa del romanzo, giornalisti-scrittori e scrittori-giornalisti, sperimentatori accaniti di più generi letterari.
Il “Tropico” di De Francesco è soprattutto uno scrigno di scrittura e scritture. Un’opera di trame sottotraccia, di rimandi onirici e trovate linguistiche, un arabesco musicale di racconti, apologhi, elzeviri e riflessioni che narra destini all’ultimo giro, nostalgie ritrovate, confessioni meritevoli di essere fermate e catalogate.
Quattro sono le sezioni in cui è suddivisa questa raffigurazione corale: “Napoli artificiale”, dove l’autore mostra come la città, sempre più “baraccone di meraviglie”, continui a professare la fede nell’artificio, inteso come tendenza a espedienti, nobili e meno nobili, per sopravvivere e fuga pirica per comunicare non solo allegria; “Sud River”, pagine di spietato amore per un Mezzogiorno sospeso nella controra, destinato all’estinzione tra borghi lunari e pietre solenni, privo di classe dirigente e affamato dei “numeri dieci di una volta che inventavano spazi e recuperavano sogni”; “Tipi e intercalari”, rassegna ispirata ai Caratteri di Teofrasto, con storie di stilisti della metafora, maestri di calembour e affabulanti doppiogiochisti della parola; “Ultimo cartaceo”, sezione finale con il racconto “Occhio di carta”, ovvero la cronaca dell’ultima riunione di redazione dell’ultimo giornale cartaceo del pianeta in una Napoli del 2032, elogio supremo dei giornalisti liberi dalla dittatura dell’algoritmo, che per continuare a essere liberi sono costretti alla clandestinità.
Con il susseguirsi di pagine “a sorpresa” e la conoscenza di personaggi, animali, luoghi e cose, ci si accorge di quanto possa parlare al cuore e stimoli la moltiplicazione dei punti di vista la galleria di miti e riti raccontata dall’autore con rabbia garbata e spericolata malinconia. E così, oltre a Massimo Troisi e alla sua “ciclosofia”, a Bud Spencer e al suo pugno “a martello”, a Giancarlo Siani e alla sua astronave verde, è possibile incontrare alberi parlanti pronti a sfidare le brutture del progresso; proiettili vaganti che scrivono lettere per spiegare il male; scarafaggi tenaci come Frank, agitatore del sottosuolo partenopeo e rivoluzionario mancato; i lontani poeti dei balconi che spalancavano saggezza dalle ringhiere; mandolinisti in dissolvenza come Antonio ‘o Gioiello che sembra uscito dai boschi incantati di Tolkien.
“Alla fine – afferma De Francesco nella nota introduttiva – si scrive anche per questo: abbracciare e animare l’invisibile per rendere più sopportabile l’esistente”.
‘Niente paura, Phil’, romanzo fantasy contro bullismo
In libreria e scuole libro psico-pedagogista Isabella Grandesso
25 febbraio 2020
09:58
– Un romanzo fantasy per parlare di uno dei fenomeni più allarmanti che dilaga nelle scuole e tra i ragazzi: arriva nelle librerie “Niente Paura, Phil!” (Medusa Edizioni), un libro che affronta con un taglio alternativo il tema del bullismo. Il romanzo, a firma della psico-pedagogista Isabella Grandesso, viene proposto anche nelle scuole italiane, con un’ampia scheda informativa in appendice per favorire la conoscenza e la discussione su un problema sempre più di attualità.
Phil, il protagonista, è un “cacasotto di seconda o terza categoria”, vittima di bullismo fin dalle elementari. Ma grazie a un avventuroso viaggio in compagnia di vari personaggi, tra cui un Troll “trombettiere”, il ragazzo supererà molte prove e riuscirà a liberarsi delle sue paure, acquisendo piena consapevolezza che solo con il coraggio, l’amicizia e la solidarietà potrà superare il suo problema.
“L’idea – spiega l’autrice che ha vinto il concorso nazionale Campania Felix Festival 2019 – è quello di aiutare i ragazzi a capire le vittime di bullismo, ma anche la strategia per evitare di essere prevaricati da coetanei prepotenti e violenti. Nella mia esperienza di psico-pedagogista mi sono resa conto che la possibilità di identificarsi con un personaggio letterario a volte può facilitare la comprensione del problema, individuando le risorse migliori per risolverlo, attraverso un percorso interiore che nel libro diventa il raggiungimento della ‘meta'”.
Il romanzo è pubblicato da Medusa Editrice, specializzata nell’editoria scolastica, dopo essere stato premiato dal Felix Cultura di Nola, riconoscimento assegnato da una giuria di 1500 ragazzi. “Niente Paura, Phil!” è già proposto alle scuole elementari e medie italiane, e disponibile nelle librerie. La presentazione ufficiale è in programma per il 28 febbraio presso l’auditorio di Saviano, in provincia di Napoli, in presenza dell’autrice.
Marietti 1820, salta tappa Genova di Parole in Viaggio
L’evento è stato rinviato per l’emergenza coronavirus
GENOVA
24 febbraio 2020
11:49
– Avrebbe dovuto far tappa al Palazzo Ducale di Genova l’iniziativa “Parole in viaggio”, organizzata dalla casa editrice Marietti 1820 per celebrare due secoli di attività, ma l’appuntamento di giovedì 27 febbraio alle 17.45 è stato rimandato per l’emergenza del coronavirus. L’evento in programma aveva come protagonista Gabriella Airaldi, specialista di Storia mediterranea e di Storia delle relazioni internazionali, con un testo dedicato alla parola Avventura. La studiosa per Marietti 1820 ha di recente indagato la vicenda del ponte progettato, ma mai realizzato, da Leonardo da Vinci per il sultano Bayezid II e la città di Galata, prima genovese e poi turca (“Il ponte di Istanbul. Un progetto incompiuto di Leonardo da Vinci”).
“Parole in viaggio” coinvolge nove città italiane (ad ognuna è associata una parola) e propone 11 lezioni, uno spettacolo e una mostra di libri e documenti (il programma dettagliato, che si avvale della collaborazione di Bper banca, Emme promozione, Edimill e Tuna bites, è sul sito dedicato).

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Coronavirus, in casa con tv e pc per distrarsi
Da fiction a intrattenimento, tra streaming e generaliste
24 febbraio 2020
19:28
L’emergenza coronavirus ha colpito l’Italia mandando in tilt il Nord Italia e non solo, chiudono musei e teatri, oltre a chiese e scuole. Il Carnevale di Venezia è sospeso, così come rischia di esserlo anche la Serie A, a meno che non si decida di giocare tutte le partite a porte chiuse. Dunque che fare? La gente si chiude in casa e tv, computer, tablet, telefonini, diventano i contatti più facili non solo per mantenere una vita sociale manche per distrarsi. E se aggiornamenti continui sul Covid, e Tg e notiziari, o programmi di intrattenimento con studi vuoti senza pubblico rischiano di aumentare l’ansia di persone particolarmente preoccupate, in molti oltre che alla tv generalista trovano una scappatoia nelle piattaforme streaming online.
Ecco allora che si può attivare RaiPlay, dove oltre alla nuova serie in partenza il 25 Passeggeri Notturni con Claudio Gioè dai racconti di Gianrico Craofiglio, chi lo desidera può con facilità rivedere programmi di intrattenimento, serie tv ma anche ad esempio il Sanremo dei record targato Amadeus -Fiorello. Ma anche show, fiction, avvenimenti sportivi, talk, documentari, informazione, inchieste e approfondimenti giornalistici: nasce PlayList24 – La Tv in pillole, una collection quotidiana che racconta il meglio dell’offerta Rai. Allo stesso modo è possibile accostarsi a Netflix, ad Amazon Prime, ad AppleTv, a TimVision, a Sky, a tutti quei mezzi che danno la possibilità di guardare quello che vuoi quando vuoi. Perché i tempi li detta il web, dove vuoi quando vuoi. Su Netflix tra i titoli più attesi la terza e ultima stagione della serie Ozark con Jason Bateman e Laura Linney; così come la serie teen in lingua spagnola Elite; il thriller horror sudcoreano Kingdom. Sul colosso streaming a marzo 2020 è atteso anche il film d’azione Spenser Confidential con il candidato all’Oscar Mark Wahlberg. Basato sul romanzo crime dell’autore Robert Kolker, il 13 marzo arriva il film Lost Girls, con Amy Ryan. Il 20 marzo arriva in catalogo Netflix anche il film italiano Ultras di Francesco Lettieri. Su Amazon Prime? Si possono vedere novità e rivedere quello che si è perso, da segnalare tra le news più attese Star Trek: Picard o Celebrity Hunted: quest’ultimo è il primo show italiano non-fiction. Ci sono 8 celebrità in gara, cioè i Fuggitivi, che devono raggiungere una meta segreta entro 14 giorni. Tutto ciò stando ben attenti a non farsi trovare da un gruppo forze speciali, dette i cacciatori. Questa edizione può vantare concorrenti del calibro del calciatore Francesco Totti, del cantante Fedez, degli attori Claudio Santamaria, ma anche Costantino Della Gherardesca.
Tra le nuove serie Sky oltre a quelle appena partite come ZeroZeroZero, e tra i titoli in partenza a marzo l’ottava stagione di “Homeland”, la prima di “Yellowstone”, la terza di “Westworld”, la quarta di “Veronica Mars”, la prima di “Batwoman” e la sesta di “The Flash”. I film in anteprima “Spider-Man: Far from Home”, “Midsommar – Il villaggio dei dannati”, “Il corriere – The Mule” e “Noi”. E poi la tv-tv, ci mancherebbe. Chi ha evitato le prime due puntate de L’Amica Geniale Storia del Nuovo Cognome potrebbe recuperare le ultime su Rai1 il lunedì va in onda «L’amica geniale», ma anche la serie con Luisa Ranieri e la Vita Promessa in onda la domenica. O guardare «Passato e presente» su Rai3. Su Mediaset restano i programmi di intrattenimento, che non variano, anche se il pubblico come da ordinanza in studio manca. The Mandalorian, prima serie live action della saga di Guerre stellari, prodotta e scritta da Jon Favreau, è tra i 25 prodotti originali esclusivi che saranno disponibili su Disney+, la nuova piattaforma streaming del colosso dell’intrattenimento. La nuova piattaforma proporrà i contenuti di Disney, Pixar, Marvel, Guerre Stellari e National Geographic, assieme a programmi originali in esclusiva, lungometraggi e corti, serie e documentari prodotti appositamente per la piattaforma. Tra i titoli disponibili al momento del lancio, High School Musical: The Musical: The Series, versione moderna e creativa del franchise di successo con – tra l’altro – una colonna sonora che, con 9 nuove canzoni originali, rende omaggio al film omonimo; The World According To Jeff Goldblum; l’ultima stagione inedita di The Clone Wars, uno dei più acclamati capitoli della saga di Guerre Stellari.
Passeggeri notturni, serie RaiPlay da racconti Carofiglio
Con protagonisti Claudio Gioè e Nicole Grimaudo
24 febbraio 2020
18:55
Una serie che esplora il tema della giustizia nelle sue molteplici sfaccettature attraverso la narrazione che ne fa il personaggio protagonista, Enrico (Claudio Gioè), conduttore radiofonico di una trasmissione serale in cui gli ascoltatori raccontano le proprie vicende personali. Sono tratti dai racconti contenuti nelle raccolte “Passeggeri Notturni” (Einaudi, 2016) e “Non Esiste Saggezza” (Rizzoli, 2010) di Gianrico Carofiglio i 10 episodi da 13 minuti ciascuno riuniti sotto l’unico titolo “Passeggeri Notturni” ( con la supervisione editoriale dello stesso Carofiglio) in arrivo in esclusiva su RaiPlay da martedì 25 febbraio. Una produzione Anele in collaborazione con Rai Fiction, con il contributo della Regione Puglia, prodotta da Gloria Giorgianni con Tore Sansonetti e Carlotta Schininà.
“Sono stata una fan di Gianrico Carofiglio – sottolinea il direttore di RaiPlay Elena Capparelli nel corso della presentazione a Viale Mazzini – i suoi libri mi hanno accompagnato in un momento difficile della mia vita. Le sue storie che diventano una serie sono davvero una grande novità.
Un formato tipicamente digitale, 13 minuti, vite di personaggi che ci fanno vivere le storie di ognuno di noi. Siamo particolarmente orgogliosi che queste storie trovino posto nella nostra piattaforma. Siamo diventati un punto di riferimento per gli spettatori della Rai”. Dietro la macchina da presa Riccardo Grandi che, oltre alla regia, firma la sceneggiatura con Francesco Carofiglio, Salvatore De Mola e Claudia De Angelis. Insieme a Gioè protagonisti Nicole Grimaudo, Gian Marco Tognazzi, Marta Gastini, Alessio Vassallo, Giampiero Judica, Paolo De Vita, Caterina Shulha, Ivana Lotito, Giorgio Musemeci, Francesca Figus, con Alessandro Tiberi e Paolo Sassanelli.
Enrico (Gioè), conduttore radiofonico di una trasmissione di grande successo, intrattiene il suo pubblico raccontando le storie degli ascoltatori. L’incontro con Valeria (Grimaudo), una donna misteriosa, cambierà la sua vita. Un racconto psicologico e letterario unito ad un intreccio noir. Assente alla presentazione il protagonista Gioè che è intervenuto con un collegamento in diretta telefonica: “Ho avuto un problema, sperimentiamo il telelavoro che ci consiglia il ministero della Salute”, esordisce per poi rassicurare tutti: “Nulla a che fare con l’emergenza sanitaria di queste settimane “. Sulla serie dice: “Enrico introduce ogni episodio dal suo studio di registrazione ed è sempre lui che vivendo la storia principale conduce il telespettatore nelle storie degli altri. L’incontro con una donna misteriosa, Valeria cambierà radicalmente la vita del nostro protagonista”.
“Passeggeri Notturni – aggiunge l’attore siciliano, noto per tante serie tv e film come I Cento Passi e La Meglio Gioventù – è un prodotto necessario per la Rai per rinnovare la sua offerta multimediale. RaiPlay è la piattaforma ideale per sperimentare questi nuovi contenuti e linguaggi. Credo che il risultato sia molto buono e sicuramente sarà un esperimento per aprire la strada a questo tipo di produzioni. E’ stato un piacere ed una gioia prendere parte a questo lavoro che mi ha davvero interessato e appassionato, a cominciare ovviamente dalla scrittura di un autore straordinario”.
Nicole Grimaudo fa notare: “Carofiglio ha una scrittura di riguardo per le figure femminili. Capiremo dal primo incontro con Enrico, il mio personaggio, che Valeria nasconde una storia di dolore”.
“Passeggeri Notturni” diventa anche un film a capitoli da 90 minuti, che sarà protagonista della prima serata di venerdì 20 marzo su Rai3. La trama, che racconta le storie di alcuni “passeggeri notturni”, unisce il racconto psicologico e letterario a temi contemporanei in un intreccio noir. Un progetto con protagonisti del nostro tempo, che esplorano le sfumature più profonde e originali della società contemporanea sullo sfondo di una Bari moderna e inedita.
Il fascino di Raffaello, più forte del virus
A Roma la più grande mostra di sempre,record assicurazioni 4 mld
24 febbraio 2020
19:38
– La qualità, prima di tutto, con un progetto scientifico che è il frutto di tre anni di lavoro e al quale ha collaborato un team di super esperti del settore, da Nicholas Penny a lungo direttore della National Gallery di Londra a Dominique Cordellier del Louvre, dalla direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta al suo predecessore, ex soprintendente di Firenze ed ex ministro della cultura Antonio Paolucci. Ma anche la quantità, con un numero di opere del maestro urbinate, che “mai prima d’ora si erano viste tutte insieme”.
Roma celebra i 500 anni dalla morte di Raffaello, pittore grandissimo, ma anche architetto e primo storico soprintendente ai beni culturali, e dopo la meraviglia degli arazzi esposti per una settimana nella Cappella Sistina è conto alla rovescia per la rassegna allestita alle Scuderie del Quirinale. Epidemia da coronavirus permettendo , l’apertura al pubblico è prevista dal 5 marzo al 2 giugno, appuntamento “unico e irripetibile, senza nessuna possibilità di replica all’estero”, sottolinea il presidente e ad di Ales Scuderie del Quirinale Mario De Simoni. Lo sforzo del resto è stato titanico, ribadisce, con 54 istituzioni coinvolte nei prestiti, dai Musei Vaticani al Prado, dalla National Gallery alla Pinacoteca di Monaco, il Louvre, la National Gallery di Washington. E un valore assicurativo monstre di 4 miliardi di euro, per le 206 opere esposte (120 di Raffaello) più alto persino del Leonardo colossal appena andato in scena al Louvre.
Le prenotazioni sono già tantissime, oltre 70 mila i biglietti acquistati, duemila solo nelle ultime ventiquattrore a dispetto delle notizie sempre più allarmanti che arrivano dal nord Italia. Nessuna disdetta. “Confermate anche tutte le presenze per l’inaugurazione”, sottolinea De Simoni, che pure non nasconde la preoccupazione per l’evolversi degli eventi legati alla salute pubblica: “E’ chiaro che faremo quello che le autorità ci dicono di fare”, allarga le braccia il manager culturale. Nella peggiore delle ipotesi, spiega, si tenterà “uno spostamento temporale”. Tant’è, per ora si va avanti, con il fascino di Raffaello più forte di tutto.
Concepito “a ritroso” con un racconto che parte proprio da una ricostruzione della tomba dell’artista al Pantheon, per poi ripercorrerne tutta l’avventura creativa da Roma a Firenze all’Umbria fino alle radici urbinati, il percorso si sofferma in particolare sul periodo romano, “undici fecondissimi anni” dal 1509 al 6 aprile 1520, data della sua morte improvvisa e prematura, avvenuta “dopo giorni di febbre continua e acuta”, come scrisse il Vasari. Sono gli anni dei papi mecenati, Giulio II prima Leone X poi, delle importantissime committenze, dalle Stanze dell’appartamento papale con la Segnatura, capolavoro dei suoi 25 anni, agli Arazzi, i lavori per il ricco banchiere Agostini Chigi e la sua Villa Farnesina. Ma è anche l’epoca dei dei dipinti più iconici, dalla Velata alla Fornarina, dal ritratto di Giulio II a quello di Innocenzo X (tutti in mostra) fino all’impegno di architetto per il cantiere di San Pietro.
Centrale in questo racconto, è la Lettera a Leone X , che Raffaello scrisse insieme a Baldassare Castiglione, una missiva destinata a diventare il fondamento stesso della idea italiana di tutela del patrimonio culturale, principio non a caso poi inserito nella Costituzione: le Scuderie ne espongono la preziosa minuta conservata nell’Archivio di Mantova e già questa è una emozione. Come emozionante sarà rivedere in Italia per la prima volta La Madonna d’Alba prestata dalla National Gallery di Washington o La Madonna della Rosa del Prado, la Madonna dei Tempi inviata dalla Pinacoteca di Monaco.
“E’ la mostra più imponente che avremo occasione di vedere dedicata a Raffaello, ma anche la più sensata perché basata su ricerche scientifiche e novità venute fuori dai restauri”, fa notare il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, a cui si deve peraltro l’idea di una grande rassegna romana. Due in particolare “il colore del ritratto di Leone X, restaurato dall’opificio delle Pietre Dure”. Ma anche la “riscoperta, che si deve a due giovani ricercatrici Roberta Aliventi e Laura Darimbettina, di un frammento di un cartone preparatorio di un dipinto di Giulio Romano che si trova oggi a Padova” .
Uno sforzo, sottolinea Marzia Faietti curatrice insieme al direttore delle Scuderie Matteo Lafranconi , “Che è stato anche un ripercorrere le tappe di un percorso intellettuale, quello della nostra generazione”. Alla ricerca, tra l’altro, dei messaggi che ancora oggi l’opera di Raffaello può dare. Uno su tutti, “il più moderno” secondo la studiosa, “è quello di pace” che viene ad esempio dalla Scuola di Atene “dove tante persone di diverse culture dialogano tra loro”. Proprio in quegli anni, ricorda, usciva il pamphlet di Erasmo da Rotterdam contro la guerra: ” E Raffaello, spirito aperto, era allineato con i grandi pensatori d’Europa, i più grandi pacifisti”. Lunga vita a Raffaello.
Coronavirus: posticipata Bologna Children’s Book Fair
Sarà da 4-7 maggio 2020 anzichè da 30 marzo-2 aprile
24 febbraio 2020
14:31
– A causa dell’emergenza coronavirus, Bologna Children’s Book Fair viene posticipata dal 4 al 7 maggio. La Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna si sarebbe dovuta svolgere dal 30 marzo al 2 aprile.
Lo spostamento di date è stato annunciato sul sito web della Fiera http://www.bolognachildrensbookfair.com dove, rivolgendosi a visitatori ed espositori, viene sottolineato: “nelle prossime ore pubblicheremo informazioni più dettagliate in merito agli aspetti organizzativi”.
Diodato ‘fa rumore’, serve una rivoluzione per Taranto
Premiato vincitore di Sanremo, ‘pretendiamo soluzione per Ilva’
TARANTO
24 febbraio 2020
14:51
– “Credo che si possa lavorare tutti insieme per un futuro diverso per la nostra città. Penso che Taranto abbia pagato abbastanza in questi anni. C’è bisogno di una rivoluzione vera e propria”. Lo ha detto Antonio Diodato, vincitore del festival di Sanremo con la canzone Fai rumore, parlando con i giornalisti dopo aver ricevuto dal Comune di Taranto l’attestato di “civica benemerenza”. Pur nato ad Aosta, Diodato ha “origini di Taranto – si legge nell’attestato – città nella quale è da sempre vissuto e cresciuto”.
Il riferimento rivoluzionario è agli aspetti sanitari, ambientali e occupazionali dell’ex Ilva. “Ora spero che si possa lavorare insieme – ha rilevato – per i nostri cittadini” e per quelli “che non ci sono più, per i nostri operai che non meritano di andare al lavoro tutti i giorni con questo peso”.
“Abbiamo bisogno di una soluzione adesso. Credo che abbiamo dato abbastanza. Ci vorrebbe un intervento dello Stato importante e definitivo”: “Uniti – ha detto – possiamo pretendere una soluzione”.
Strega 2020, Chiara Valerio e Bernardini tra nuove proposte
Segnalati anche Forgione, Rossetti e Sebastiano Mondadori
25 febbraio 2020
09:58
Nuove segnalazioni degli Amici della Domenica per il Premio Strega 2020. Arrivano così a 25 le proposte pubblicate sul sito http://www.premiostrega.it.
Questi i cinque nuovi libri: Ilaria Rossetti con ‘Le cose da salvare’ (Neri Pozza), proposto da Wanda Marasco; Alessio Forgione con ‘Giovanissimi’ (NN Editore), proposto da Lisa Ginzburg; Ilaria Bernardini con ‘Il ritratto’ (Mondadori), proposto da Paolo Sorrentino; Chiara Valerio con ‘Il cuore non si vede’ (Einaudi), proposto da Jhumpa Lahiri e Sebastiano Mondadori con Il contrario di padre’ (Manni Editori), proposto da Giovanni Pacchiano.
Le proposte si possono inviare fino al 3 marzo. L’annuncio della dozzina sarà il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 10 giugno, quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo. La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.
La freccia azzurra di D’Alò torna in sala restaurata
A 100 anni nascita autore Rodari e 25 da prima uscita film
24 febbraio 2020
16:42
– In occasione dei 100 anni dalla nascita di Gianni Rodari che ne fu l’autore e a 25 anni dalla prima uscita in sala, “La Freccia Azzurra” con la regia di Enzo D’Alò torna nei cinema italiani distribuito dalla Viggo, per festeggiare il doppio anniversario. Si potrà così tornare a vedere uno dei capolavori italiani del cinema di animazione, prodotto da La Lanterna Magica, nella versione restaurata 2K voluta da Alice nella Città e realizzata con il sostegno della Siae in collaborazione con Lanterna Magica, Csc, Cineteca Nazionale e Biblioteche di Roma.
Tra i film di genere più belli e premiati in Italia, uscito nel 1996, opera del regista partenopeo Enzo D’Alò che ha avuto il merito di riportare il grande cinema di animazione nelle nostre sale e che lo ha scritto assieme a Umberto Marino, prodotto da Maria Fares, La Freccia Azzurra è liberamente tratto dall’omonimo racconto di Gianni Rodari, indimenticabile scrittore per l’infanzia di cui nel 2020 ricorre il centenario dalla nascita, a i 50 anni dall’assegnazione del Premio Hans Christian Andersen per la letteratura per l’infanzia.
Sulle note di una magica colonna sonora composta da Paolo Conte, si narra delle disavventure della Befana (la voce è di Lella Costa), ingannata dal perfido assistente dottor Scarafoni (la voce è del premio Nobel Dario Fo) che la fa ammalare per sostituirsi a lei e vendere i giocattoli ai bambini ricchi anziché regalarli a tutti, e di magici giocattoli che si animano e si ribellano per la felicità di tutti i bambini e del piccolo orfano Francesco che potrà finalmente volare sulla sua Freccia Azzurra. Presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film si aggiudicò il David di Donatello per le musiche, nel 1997, e due Nastri d’Argento.
Personaggio gay in cartoon Disney, è la prima volta
Poliziotta “Onward” accolta da polemiche, “non per nostri figli”
NEW YORK
24 febbraio 2020
17:00
– Per la prima volta un personaggio gay entra nell’universo animato della Disney: nel nuovo cartone “Onward”, prodotto da Disney-Pixar e ambientato in un mondo suburbano di fantasia, appare brevemente una poliziotta da un occhio solo, “Officer Specter”, che, parlando con altri personaggi, fa sapere di avere una compagna.
Non è specificato se Specter sia lesbica o bisex, ma la sua presenza nel cartone animato, che uscirà nelle sale Usa il 6 marzo, è una prima scelta di campo: “Abbiamo voluto aprire di un pizzico il nostro mondo e farlo più rappresentativo della società intorno a noi”, ha detto il produttore Kori Rae a Yahoo Entertainment, auspicando, dopo la prima uscita, la realizzazione di uno spin off.
Non è la prima volta che un personaggio LGBTQ entra nell’universo cinematografico della Disney – c’è stato un “momento esclusivamente gay” nella versione ‘live’ di “Bella e la Bestia” e l’anno scorso un bacio gay tra due personaggi di minori di “The Rise of Skywalker” – ma è la prima volta che un gay fa la sua comparsa in uno dei suoi cartoni.
L’outing della Disney è stato salutato da proteste della destra religiosa secondo cui “i nostri figli non dovrebbero essere soggetti a cartoni animati di indottrinamento gay”.
Pinguini Tattici Nucleari rinviano tour
Nuove date da comunicare dopo il 6 marzo
24 febbraio 2020
17:22
– A causa delle disposizioni governative per fronteggiare l’attuale emergenza sanitaria, anche il tour nei palazzetti dello sport italiani dei Pinguini Tattici Nucleari è stato rinviato. Lo annuncia una nota della casa discografica del gruppo musicale che si è fatto conoscere al grande pubblico al Festival di Sanremo. “In ottemperanza alle disposizioni del Ministero della Salute- spiega la nota -. A seguito delle note disposizioni governative emanate per fronteggiare l’attuale emergenza sanitaria, è con grande rammarico che Bpm Concerti e Trident Musica si trovano costrette a rinviare tutto il tour dei Pinguini Tattici Nucleari, programmato per febbraio e marzo 2020, rimanendo in attesa di prossimi sviluppi ed ulteriori disposizioni per fissare le nuove date. È uno spostamento doveroso e necessario nei confronti dei numerosi fan della band, nell’ottica di privilegiare la tutela della salute di tutti in un momento così delicato”.
Le nuove date del tour saranno comunicate a breve, ma non prima del 6 marzo. Contestualmente, il pubblico potrà decidere se chiedere il rimborso o partecipare ai concerti nelle nuove date.
Locarno Film Festival rende omaggio a Sakamoto
Dal 5 al 15 agosto, premio al musicista giapponese il 6 agosto
24 febbraio 2020
17:47
– La 73/a edizione del Locarno Film Festival , prevista dal 5 al 15 agosto, renderà omaggio con il Vision Award Ticinomoda a Ryuichi Sakamoto. Il compositore, musicista e artista giapponese sarà ospite in Piazza Grande giovedì 6 agosto. Per l’occasione, durante il Festival verranno proiettati tre dei film per cui Sakamoto ha scritto le musiche, rappresentativi dell’eclettismo del suo stile e del suo percorso artistico: Merry Christmas Mr. Lawrence (Furyo, 1983) di Nagisa Oshima, The Last Emperor (L’Ultimo imperatore, 1987) di Bernardo Bertolucci, che gli è valso un Oscar e un Grammy Award per la miglior colonna sonora, e The Revenant (Revenant – Redivivo, 2015) di Alejandro González Inarritu, nominato per un Grammy Award e un Golden Globe. Il Vision Award Ticinomoda 73/a edizione verrà conferito a Ryuichi Sakamoto il 7 agosto ma il pubblico il 6 agosto avrà l’occasione di assistere a un incontro con l’artista allo Spazio Cinema. Inoltre, Sakamoto improvviserà dal vivo al pianoforte sul film di Yasujiro Ozu Tokyo no onna (Una donna di Tokyo, 1933), in programma nel pomeriggio del 6 nell’ambito della Retrospettiva del festival dedicata all’attrice regista Kinuyo Tanaka.
Fra i vincitori del Vision Award Ticinomoda delle scorse edizioni vi sono Garrett Brown, creatore della Steadicam, Walter Murch, montatore e sound designer, il compositore Howard Shore, il regista Kyle Cooper. Quest’anno sarà quindi uno dei compositori più influenti al mondo a essere premiato per aver aperto nuove prospettive al cinema grazie al suo talento innovativo capace di fondere generi, dal pop al jazz, fino alla techno, Sakamoto ha saputo regalare musiche che hanno lasciato traccia nella memoria collettiva, impreziosendo il lavoro di maestri come Bernardo Bertolucci, Nagisa Oshima, Pedro Almodóvar e Brian De Palma. Sul grande schermo infatti alcuni dei titoli più significativi ai quali Sakamoto ha lavorato, saranno proiettati nel corso del Festival: da Merry Christmas Mr.
Lawrence (Furyo), di Nagisa Oshima (1983) a The Last Emperor (L’Ultimo imperatore), di Bernardo Bertolucci (1987) fino a The Revenant (Revenant – Redivivo), di Alejandro González Inárritu (2015).
Biglietto unico per Rete museale città di Lotto nelle Marche
Progetto biennale 8 Comuni, incontri, visite guidate, laboratori
ANCONA
24 febbraio 2020
19:44
– A un anno dalla chiusura dalla grande mostra di Macerata ‘Lorenzo Lotto. Il richiamo delle Marche’, gli otto Comuni delle Marche che conservano 25 opere del grande artista rinascimentale (1480-1557) rilanciano l’eredità culturale del pittore dando vita ad incontri con studiosi, visite guidate a biglietto unico (10 euro), laboratori, corsi e gadget. Il progetto biennale fa seguito alla creazione sostenuta dalla Regione Marche della Rete museale delle città Lottesche, comprendente Ancona, Cingoli, Jesi, Loreto, Mogliano, Monte San Giusto, Recanati e Urbino, che insieme intendono valorizzare le opere di Lotto e approfondirne l’apporto alla storia dell’arte, spesso sottovalutato a causa del carattere schivo del pittore veneto, oscurato da giganteschi contemporanei come Tiziano. Il calendario delle iniziative prevede fino ad ottobre conferenze con illustri studiosi del Rinascimento, tra curiosità e nuove scoperte, visite guidate a tema. In programma anche un convegno di formazione per insegnanti.
Molestie: Domingo, “dispiaciuto per il dolore causato”
Il tenore ammette “piena responsabilità” delle azioni
25 febbraio 2020
12:03
– Il tenore Placido Domingo, che si trova ad affrontare diverse accuse per molestie sessuali, si è scusato per “le ferite” causate, affermando di aver accettato la “piena responsabilità” delle sue azioni.
“Sono veramente dispiaciuto per il dolore che ho causato.
Accetto la piena responsabilità delle mie azioni”, ha detto in una nota inviata all’agenzia di stampa spagnola Europa Press.
Università: master a Napoli, teatro come forma di umanesimo
Al Suor Orsola Benincasa fino al 9 marzo possibile iscriversi
NAPOLI
25 febbraio 2020
13:23
– Un master universitario del tutto particolare, dove teatro, conoscenza di sé e degli altri, laboratori, analisi culturale si fondono in un’unica logica, quella della formazione sul campo. E’ soprattutto questo il Master di specializzazione biennale e annuale in “Teatro, pedagogia e didattica. Metodi tecniche e pratiche delle arti sceniche-Tdp” dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli che prende il via sabato 7 marzo nel Teatro Mercadante, teatro Stabile della città.
“Di natura transdisciplinare, è unico nel suo genere e punta alla formazione teatrale come esplorazione del sé e dell’altro, come viaggio verso e nell’alterità, come esperienza intensificata della percezione, ri-posizionando il corpo e l’azione al centro della relazione e della cognizione” spiega l’ideatrice e la coordinatrice artistico-scientifica, Nadia Carlomagno, attrice e professore di Pedagogia sperimentale al Suor Orsola Benincasa. Saranno il prof. Pier Cesare Rivoltella, ordinario dell’Università Cattolica di Milano e il coreografo Alexandre Roccoli, già componente attivo del Théâtre du Soleil, a inaugurare il master. Il master riapre il bando ancora per pochi posti disponibili, è a numero chiuso, ed è possibile presentare la domanda fino al 9 marzo sul sito dedicato. Si rivolge a laureati e diplomati (in questo caso come percorso di Perfezionamento Professionale) di ogni disciplina e a professionisti di settori diversi. Il percorso formativo, dal valore di 60 o 120 CFU (di cui i 24 CFU utili nei concorsi pubblici), prevede stage e formazione on the job in centri di produzione teatrale e al Napoli Teatro festival con cui è attiva una collaborazione anche di ricerca.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

La Mascolinità, in mostra tutte le sue forme
Al Barbican di Londra immagini raccontano percorso liberazione
25 febbraio 2020
13:50
– Mascolinità ossia come ci si aspetta che ragazzi e uomini si comportino per il fatto di essere di genere maschile, dunque maschi. Storicamente è a partire dagli anni ’60 del Novecento che il racconto della mascolinità si è fatto meno univoco: erano gli anni della rivoluzione sessuale, delle lotte per i diritti civili, della nascita del movimento per i diritti dei gay, gli anni della controcultura. Da quel momento l’essere maschio, pur in una società patriarcale fondata sul potere e il dominio del maschio, allora come oggi, ha cominciato a prendere varie strade e varie forme. Sono quelle documentate nella mostra ‘Masculinities: liberation throug photography’ al Barbican di Londra fino al 17 maggio. I cambiamenti sociali sono fissati dagli scatti di Robert Mapplethorpe, Richard Avedon, Laurie Anderson, Hal Fisher, Sunil Gupta e Peter Hujar. Abbracciando l’idea di molteplici “mascolinità” e rifiutando l’idea di un singolare “uomo ideale”, la mostra vuole sostenere la comprensione della mascolinità libera e liberata dalle aspettative della società e dalle norme di genere. Anche se si parte dagli anni ’60, l’esposizione del Barbican è assolutamente attuale, anzi tempestiva se si considera l’attuale politica globale caratterizzata da leader mondiali maschili che si pongono pubblicamente come uomini ‘forti’ (un immaginario smontato scatto dopo scatto), mentre proprio gli effetti collaterali della mascolinità tossica sono sotto i nostri occhi e hanno generato tra l’altro il movimento #MeToo e portato in tribunale un simbolo di quel dominio maschile come Harvey Weinstein, due volte colpevole e che sta rischiando fino a 25 anni di prigione.
Coronavirus: editori Aie a governo, posticipare legge libro
86 case editrici, norme entrino in vigore non prima di settembre
25 febbraio 2020
14:13
– Appello al governo “per posticipare a settembre l’entrata in vigore delle nuove norme della legge per il libro, alla luce della difficile situazione dovuta all’emergenza coronavirus”. È quanto chiedono 86 case editrici, da Salani a Bollati Boringhieri, da Einaudi a Garzanti, da Guanda a DeA Planeta, Laterza, Longanesi e Mondadori, in rappresentanza di 231 marchi editoriali, in un appello promosso dall’Associazione Italiana Editori e pubblicato sul sito del gruppo medesimo. “L’emergenza coronavirus obbliga ad affrontare criticità inedite – si legge nell’appello -. Le aziende editoriali e tutto il mondo del libro devono essere messi in condizione di conoscere al più presto la decorrenza delle nuove norme, che dovrebbero entrare in vigore non prima di settembre per consentire a tutta la filiera del libro di affrontare una difficile situazione”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Minacce a Vasco Rossi su Fb e lui: ‘Ti aspetto amico’
A chi gli suggerisce di denunciare risponde: ‘già fatto’
BOLOGNA
25 febbraio 2020
14:19
– Minacce a Vasco Rossi su Facebook; “Morirai per mano mia bastardo tossicodipendente”.
Risposta del rocker: “Di Auguri di morire ne avevo già ricevuti tanti ma devo dire che è la prima volta che ricevo una minaccia così precisa. Ti aspetto amico…portati con te anche quello che ti ha messo il like”.
E’ lo stesso musicista di Zocca a segnalare sul social lo scambio. Tantissimi i commenti dei fan. E a chi gli suggerisce di denunciare, Vasco risponde: “Già fatto”.
A Matera sarà restaurata la cattedrale rupestre
E’ sulla via Appia, contiene antiche icone, chiusa dal 1756
25 febbraio 2020
14:43
– “Dopo 40 anni di inutili tentativi”, a Matera – Capitale Europea della Cultura nel 2019 – è stata avviata “concretamente la fase di conservazione e valorizzazione” dell’antica cattedrale rupestre della città, la chiesa di Santa Maria della Valle. Lo ha annunciato il sindaco, Raffaello De Ruggieri, che ha definito la chiesa rupestre “un patrimonio inestimabile” della città. Il restauro e la restituzione della chiesa potranno avvenire dopo l’avvio delle procedure deciso dalla Soprintendenza regionale della Basilicata.
Santa Maria della Valle – ha spiegato De Ruggieri – “si trova lungo il vecchio itinerario della Via Appia. La chiesa originale, cripta di quella attuale, risale al periodo longobardo, forse al settimo secolo, mentre l’imponente edificio soprastante venne probabilmente eretto nel XIII secolo dai monaci benedettini”.
Arriva ‘Odiare l’odio’ di Walter Veltroni
Dal 10 marzo per Rizzoli, da persecuzioni ‘900 a violenza social
25 febbraio 2020
14:51
– WALTER VELTRONI, ODIARE L’ODIO (RIZZOLI, PP 120, EURO 10) Arriverà in libreria il 10 marzo il nuovo libro di Walter Veltroni, ‘Odiare l’odio’, pubblicato da Rizzoli. Dalle grandi persecuzioni del Novecento alla violenza sui social, le conseguenze tragiche di una malattia del nostro tempo vengono raccontate in un viaggio nell’universo di quell’odio che stravolge coscienze e rapporti umani.
Il pamphlet parte da un passato a cui dobbiamo impedire di ritornare – il ventennio fascista, gli anni di piombo – per approdare a un difficile presente segnato da una decrescita tutt’altro che felice, dalla mancanza di prospettive per i giovani in un paese di vecchi, dalla paura di un futuro in cui a lavorare saranno le macchine e ad accumulare profitti i giganti tecnologico-finanziari.
“Franklin Delano Roosevelt diceva che l’unica cosa di cui bisogna aver paura è la paura. Oggi l’unica cosa che bisogna odiare è l’odio” ci ricorda Veltroni, che è stato direttore dell”Unità, vicepresidente del Consiglio, sindaco di Roma, segretario del Partito democratico, candidato premier alle elezioni politiche del 2008 e autore di numerosi libri tra cui ‘Quando c’era Berlinguer’, che è diventato un film, ‘Roma’ e ‘Fabrizio De André & PFM. Il concerto ritrovato’.
Sul terreno di coltura di un odio alimentato e amplificato dai social le parole diventano pietre per colpire, non solo metaforicamente, chi è diverso, debole, chi appare come una minaccia o come un capro espiatorio. L’odio sembra una valvola di sfogo, ma in verità ci rende schiavi, ci impedisce di comprendere la realtà, ci fa sentire più soli e infelici. E fa vacillare la democrazia. A chi semina odio e paura bisogna rispondere con il linguaggio della ragione e della speranza. “Se noi che odiamo l’odio troveremo le parole giuste, allora la libertà avrà un futuro. E nel futuro ci sarà libertà” viene sottolineato nel pamphlet.
Coronavirus: confermata uscita docu Jackson su Grande Guerra
2-3-4 marzo They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani
25 febbraio 2020
15:11
– Tra i tanti slittamenti legati all’emergenza coronavirus, anche qualche conferma. Sarà in sala il 2-3-4 marzo il documentario They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani prodotto e diretto da Peter Jackson realizzato in occasione del centenario della Grande Guerra, distribuito da Mescalito Film.
E’ una sorta di memoria visiva grazie al repertorio dall’archivio cinematografico dell’Imperial War Museum di Londra, in parte inediti. Si tratta di immagini restaurate e colorizzate unite a registrazioni sonore provenienti dagli archivi della Bbc. Le voci dei veterani sono state combinate con i materiali d’archivio per riportare in vita la realtà della guerra in prima linea e farla conoscere alle nuove generazioni.
Le riprese sono state sottoposte a colorizzazione, convertite in 3D e lavorate in post produzione per mostrare dettagli mai visti prima.
“Volevo attraversare le nebbie del tempo e portare questi uomini nel mondo moderno – dice il regista – affinché potessero riconquistare per una volta ancora la loro umanità, piuttosto che essere visti sempre e solo nei vecchi filmati d’archivio.
Usufruendo delle potenti risorse dei nostri computer utilizzate per cancellare i limiti tecnici di cento anni di cinema, possiamo vedere e ascoltare la Grande Guerra proprio come chi l’ha vissuta!”.
Il documentario è stato presentato in anteprima al 62a BFI London Film Festival, alla XIII Festa del Cinema di Roma. I Golden Tomato Awards lo hanno acclamato come il Film britannico del 2019 meglio recensito, ha vinto il premio per il Miglior montaggio sonoro ai Golden Reel Awards 2019.
Brunori Sas rimanda alcune date del tour
Il via il 21 marzo da Firenze, cancellata data zero a Vigevano
25 febbraio 2020
15:50
– Anche Brunori Sas è costretto a cambiare alcune date del suo tour nei palasport, causa coronavirus, e a rimandare la partenza al 21 marzo. “Date le recenti disposizioni governative, Vivo Concerti comunica che il tour di Brunori Sas subirà alcune modifiche di calendario”, spiega una nota dell’organizzazione del live.
Il 29 febbraio viene cancellata la data zero a Vigevano, mentre sono riprogrammate le date di Jesolo (dal 3 marzo al 19 aprile), di Torino (dal 7 marzo al 15 aprile), di Milano (dal 13 marzo al 17 aprile), di Bologna (dal 15 marzo al 7 aprile).
Rimangono invariate le date successive: quindi il via da Firenze il 21 marzo, poi Ancona il 24, Roma il 27, Napoli il 28. Il 3 aprile Brunori sarà a Bari, il 5 a Reggio Calabria. In estate già fissate le date del 25 giugno al Milano Summer Festival, del 13 luglio al Rock in Roma e del 26 luglio al Lucca Summer Festival.
Musei: a Pisa 21mila visite in 6 mesi per Navi antiche
800 reperti, 47 sezioni, sette imbarcazioni di epoca romana
PISA
25 febbraio 2020
16:03
– Sono oltre 21mila, con medie che oltrepassano i 400 accessi durante i weekend, i visitatori nei primi sei mesi dall’apertura del museo delle Navi Antiche di Pisa. Con più di 800 reperti, 47 sezioni, otto aree tematiche e sette imbarcazioni di epoca romana in quasi 5mila metri quadri di superficie espositiva agli Arsenali Medicei, è il primo museo dedicato alla navigazione antica in Italia, e uno dei maggiori al mondo.
La concessione del museo è affidata alla cooperativa Archeologia, che ha seguito negli ultimi anni lo scavo archeologico e il restauro delle navi e dei reperti, sotto la direzione scientifica di Andrea Camilli, responsabile di progetto per la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Pisa e Livorno. In questi sei mesi il museo è stato aperto parzialmente solo per tre giorni la settimana e nei prossimi mesi l’orario di apertura verrà esteso a sei giorni su sette. “Il museo – è spiegato in una nota – grazie ai finanziamenti statali, verrà potenziato, completando gli apparati didattici e il restauro dei materiali esposti, verrà dotato di una sala conferenze da 250 posti e un’area mostre.
Sarà inoltre riaperto al pubblico il parco retrostante, originaria sede dell’Orto Botanico medievale”.
Dante: Francesco Pannofino presta voce a sommo poeta
Per nuovo percorso multimediale in Casa museo a Firenze
FIRENZE
25 febbraio 2020
16:53
– Francesco Pannofino presterà la sua voce al sommo Poeta nel nuovo percorso multimediale che sarà inaugurato il 25 marzo, giornata nazionale dedicata a Alighieri, presso la ‘Casa Museo Dante’ di Firenze. Nove sale in tutto distribuite lungo i tre piani del Museo e tra queste spicca quella dedicata alla Divina Commedia: uno spazio immersivo con al centro un grande volume aperto e animato da proiezioni, in sottofondo alcuni passi dell’opera letti da Pannofino; poi l’esposizione di una collezione di pregio dei volumi della Commedia in quasi tutte le lingue del mondo, donata al museo dal magistrato e scrittore Giuliano Turone.
Il primo piano sarà dedicato alla conoscenza della vita di Dante, quale uomo pubblico nella Firenze medievale; il secondo racconterà il suo pensiero; l’ultimo piano segnerà il passaggio tra la città antica e quella attuale che aspetta di essere scoperta dal visitatore. I contenuti, in italiano e in inglese, saranno veicolati con l’utilizzo di diverse soluzioni tecnologiche, tutte ispirate alla massima fruibilità e alla comprensione della narrazione. Il nuovo percorso multimediale è stato presentato oggi da Tullia Carlino e Angela Spinella di ‘Casa Museo Dante’, insieme a Eugenio Giani, presidente del consiglio Regione Toscana, e Adele Magnelli della ‘Ett Spa’, azienda che ha realizzato il progetto.
Cinema: Elisabetta Sgarbi,felice Avati racconti mia famiglia
In primavera riprese film ispirato a opere Giuseppe Sgarbi
25 febbraio 2020
17:06
– Inizieranno in primavera le riprese del nuovo film di Pupi Avati, ispirato alle opere di Giuseppe Sgarbi, padre di Vittorio e Elisabetta Sgarbi. “Sono felice che sia Pupi Avati a raccontare mio padre e mia madre e parte della storia della nostra famiglia” dice Elisabetta Sgarbi che ha collaborato con il regista condividendo con lui aneddoti e informazioni sulla vita della sua famiglia. La Sgarbi ha anche concesso la possibilità di girare alcune scene nella villa Cavallini Sgarbi a Ro Ferrarese, dove il papà e la mamma hanno vissuto ininterrottamente dal 1950, e che ora, vincolata dal Ministero dei Beni Culturali e di proprietà della Fondazione Elisabetta Sgarbi, si appresta a diventare Casa Museo.
“Ho sempre pensato, vedendo i film di Pupi Avati, in particolare ‘Aiutami a sognare’ , girato anche a Ro Ferrarese, a poche decine di metri dalla nostra casa e dalla nostra farmacia, che avesse una sensibilità non lontana da quella di nostro padre Nino. Doveva averlo capito anche nostro padre, che avendo saputo dell’interesse di Pupi per i suoi libri, mi chiese di rivedere con lui tutti i film del regista bolognese, cosa che abbiamo fatto nel corso del suo ultimo anno di vita” racconta la Sgarbi.
Scomparso Saverio Ripa di Meana, fu presidente Umbria jazz
Con lui “fase di grande crescita” sottolinea il Festival
PERUGIA
25 febbraio 2020
17:16
– E’ scomparso Saverio Ripa di Meana, che è stato presidente dell’Associazione Umbria jazz dal 1991 al 1998. Lo ha reso noto lo stesso festival umbro esprimendo “la più profonda tristezza”.
Umbria jazz ha sottolineato che quella con Ripa di Meana presidente è stata “una fase di grande crescita”. “Ripa di Meana – ha aggiunto – ha guidato la manifestazione con la signorile passione e la sobrietà di modi che erano tratti caratterizzanti della sua personalità, assieme alla professionalità del manager e al rigore dell’amministratore. Alla sua famiglia l’abbraccio di chi con lui ha condiviso impegno, entusiasmo, soddisfazioni”.
I funerali si terranno mercoledì alle 16 nel duomo di Perugia.
Con Fai porte aperte alla Casa dei Cavalieri di Rodi
Il 29/2 visite straordinarie fino a Loggia sui Fori romani
25 febbraio 2020
17:18
– Tutti i segreti della Casa dei Cavalieri di Rodi e la meraviglia del suo affaccio sui Fori Romani. È la nuova apertura straordinaria di Cosa FAI Oggi, con un un’intera giornata, sabato 29/2, che la Delegazione FAI di Roma dedica al complesso monumentale di Piazza del Grillo.
I cavalieri di Rodi, antica denominazione degli attuali Cavalieri di Malta, si insediarono in questa zona tra il Foro di Traiano e il Foro di Augusto alla metà del XII secolo. E qui, vicino alle mura di un precedente convento di monaci basiliani, nei secoli si è andato edificando il complesso architettonico che mette insieme vestigia romane e creazioni rinascimentali.
Il pubblico potrà ammirare la Cappella Palatina dedicata a S.
Giovanni Battista, ricavata nell’atrio porticato di una domus romana scandita da pilastri in travertino. Salendo sul tracciato di una scala romana abolita nel 1470 e oggi ripristinata, si accede due sale maestose: la Sala delle Bandiere con due grandi carte geografiche con le isole di Rodi e Malta, in cui ripercorrere tutti gli antichi possedimenti dei Cavalieri nel bacino del Mediterraneo; e la Sala delle Cariatidi, dove un clipeo con la testa di Giove Ammone ricostruisce un piccolo tratto dell’attico del portico del Foro di Augusto. Attraverso una scala interna, si arriva quindi alla Loggia coperta, voluta da Marco Barbo, vescovo di Vicenza, Cardinale di San Marco e Gran Priore Gerosolimitano di Roma dal 1466 al 1471, e vero tesoro della Casa con le sue nove arcate, gli affreschi quattrocenteschi di alberi, animali e uccelli esotici e la vista infinita che si perde sui Fori, il Campidoglio, il Vittoriano, piazza Venezia e sul quartiere medievale con la Torre delle Milizie sul Foro di Traiano. Ingresso e visita gratuiti a cura dei volontari Fai dalle 10 alle 19 (ultimo gruppo entra alle 18). Corsie preferenziali per Iscritti FAI.
Ferilli, mamma che sprona e protegge in Onward
L’attrice fra i doppiatori del film Pixar Disney in sala dal 16 aprile
26 febbraio 2020
09:42
“Una mamma che sprona, protegge e aiuta i suoi figli, diventando parte attiva nel permettere loro di realizzare un bellissimo incantesimo”. Così Sabrina Ferilli, descrive il personaggio di Laurel, che doppia nell’adventure fantasy animato in Cgi “Onward – Oltre la magia” di Dan Scanlon, che arriverà nelle sale il 16 aprile e non più il 5 marzo come programmato inizialmente. Il film è ambientato in un mondo fantastico ‘urbano’ e contemporaneo che ha un po’ dimenticato la propria magia, popolato da creature come orchi, unicorni centauri, maghi, streghe, stregoni e spiritelli.
Protagonisti della storia sono due elfi adolescenti, il sedicenne Ian e il fratello maggiore, la ‘testa calda’ Barley, che si lanciano in un’avventura per completare l’incantesimo grazie al quale possono riavere per un giorno con loro il padre, morto anni prima. Il genitore inizialmente riportato nel loro mondo solo per metà (dalla cintola in giù) compie con i figli un viaggio on the road che varia fra i generi, citando capisaldi come Dungeons and Dragons, I predatori dell’Arca perduta, i Goonies e Harry Potter ma anche una commedia irriverente come Weekend con il morto, senza dimenticare la commozione.
Tra i doppiatori italiani, anche Fabio Volo (voce del padre di Ian e Barley) , Favij (uno spiritello) j, David Parenzo ( un cameriere) e Raul Cremona (un apprendista stregone). Il film, che ha debuttato al Festival di Berlino, è già epocale perché include il primo personaggio animato Lgbtq in un lungometraggio Pixar/Disney: è la poliziotta ciclope Specter, che in una scena parla della figlia della sua compagna. “Abbiamo voluto che i mondi che creavamo fossero estremamente realistici e rappresentassero tutte le diversità – spiega Scanlon, già regista per la Pixar di Monsters University -. Non posso dire quello che succederà in futuro (rispetto a nuovo personaggi Lgbtq in casa Pixar /Disney, ndr) ma qui volevamo rispecchiare la realtà”. Il regista è profondamente legato a Onward perché viene da un suo elemento autobiografico: “Ho perso mio padre quando avevo un anno e mio fratello quando ne aveva tre. Ci siamo sempre chiesti come sarebbe stata una giornata con lui e così è nato il film”. Qui “si parla di sostegno reciproco, di persone che nella nostra vita hanno fatto di tutto per aiutarci a diventare quello che siamo oggi, come fratelli, sorelle, un insegnante o i genitori. Questo film è modo per ringraziarli”. Poi Onward “cerca di far capire come sia possibile trovare la fiducia in se stessi, tirare fuori la propria magia, anche prendendosi dei rischi, cercando l’appoggio di chi vi sta vicino”.
Sabrina Ferilli, che era già stata doppiatrice per la Pixar in Cars e Cars 2, ama in particolare Onward “perché ha una trama più matura, porta i ragazzini in un gioco di riflessioni inedite. Aiuta a far capire che non serve sempre guardare oltre per cercare ciò di cui abbiamo bisogno e che spesso sono state proprio le persone vicine a ricoprire per noi quei ruoli che pensiamo ci siano mancati”. Anche Fabio Volo, che fra gli altri, era voce di Po nella saga Dreamworks di Kung Fu Panda, è stato particolarmente toccato dal ruolo del padre nel film, anche perché “ho anch’io due figli maschi…. Spero però non diventi autobiografico – aggiunge sorridendo – visto che faccio il padre morto”. E’ una storia “che tratta il desiderio di ognuno di noi di rivedere una persona che non c’è più”. Poi “c’è il primo personaggio omosessuale che entra nelle storie dei bambini quindi è un film bello dal punto di vista umano e emotivo, ma anche dal punto di vista sociale”. La webstar Favij, figlio unico, spiega che “non mi è mai mancato così tanto un fratello come dopo aver visto Onward” e sul finale “ho pianto tantissimo, singhiozzavo”. La Pixar creata da John Lasseter, che ha lasciato la società nel 2018 dopo essere stato coinvolto negli scandali del #metoo, quest’anno tornerà nelle sale anche con un secondo film di grande impatto emotivo, Soul: “Continuiamo ad essere artisti che si supportano sempre a vicenda – dice Scanlon – pronti a imparare l’uno dall’altro, vedrete ancora molte voci e storie nuove e strane”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Modern Family, arriva l’undicesima e ultima stagione
La serie tra più seguite e premiate da 13 marzo su Fox (Sky 112)
26 febbraio 2020
09:45
Ha scritto la storia della tv con i suoi (finora) 117 premi, fra cui 22 Emmy Awards e un Golden Globe. Undici serie, 250 episodi, milioni di fan in tutto il mondo: sono i numeri di Modern Family, creata da Christopher Lloyd e Steven Levitan per il network americano della Abc, che dal 13 marzo arriva su Fox con gli episodi della stagione conclusiva. La sua particolarità, oltre alla trama che rispecchia molto la vita di una famiglia occidentale con i problemi di tutti i giorni, è anche nel modo in cui è stata girata, cioè con la tecnica del “mockumentary”, ovvero il falso documentario, con i membri delle famiglie protagoniste che parlando davanti ad una telecamera come se fossero in un confessionale.
La sit-com, che ruota attorno alla storia di una grande famiglia allargata e alle sue piccole avventure quotidiane, aveva debuttato proprio su Fox (Sky 112) il 5 febbraio del 2010, rivoluzionando per sempre la formula della comicità televisiva.
Un realistico scorcio sui cambiamenti della società occidentale, con personaggi contraddistinti da diversità caratteriali, sessuali e culturali.
In Modern Family 11 ritorneranno i personaggi Jay Pritchett, interpretato da Ed O’Neill, Gloria Delgado-Pritchett (Sofía Vergara), Manuel Alberto “Manny” Delgado (Rico Rodriguez), Fulgencio Joseph “Joe” Pritchett (dalla settima stagione interpretato da Jeremy Maguire), Claire Pritchett-Dunphy (Julie Bowen), Phil Dunphy (Ty Burrell), Haley Dunphy (Sarah Hyland), Alex Dunphy (Ariel Winter), Lucas Philip “Luke” Dunphy (Nolan Gould), Mitchell Vincent Pritchett (Jesse Tyler Ferguson), Cameron Tucker (Eric Stonestreet) e Lily Tucker-Pritchett, dalla terza stagione interpretata da Aubrey Anderson-Emmons.
Nella serie tre distinti nuclei familiari con legami parentali di Los Angeles accettano di raccontare le proprie vite quotidiane a una troupe intenta a realizzare un documentario, incentrato sui rapporti e le interazioni della loro vita domestica, evidenziando le situazioni comiche e i momenti salienti dei reciproci rapporti affettivi. Nel complesso la famiglia è capeggiata dal patriarca Jay Pritchett, sposato per la seconda volta con una donna colombiana di molti anni più giovane, Gloria, che aveva già avuto un figlio da un precedente matrimonio, Manny, e con la quale dà alla luce Joe. La seconda famiglia è quella composta da Claire, figlia primogenita di Jay, suo marito Phil e dai loro tre figli: Haley, una ragazza carina e moderna; Alex, la prima della classe e la tipica “secchiona”; e Luke, il più piccolo, un po’ strambo come il padre. La terza è composta da Mitchell, il figlio omosessuale di Jay, e dal suo compagno Cameron, padri adottivi di una bambina vietnamita, Lily.
Favolacce, la rabbia dietro l’ignoranza
D’Innocenzo, ecco la nostra favola dark che ci racconta
BERLINO
26 febbraio 2020
09:37
– Per i fratelli D’Innocenzo con ‘La terra dell’abbondanza’ è finita la verginità felice dell’esordio e così con ‘Favolacce’, loro secondo film in concorso a Berlino, esce fuori, oltre la loro anima autenticamente pasoliniana, la cinefilia. In poco meno di due ore si assiste a una poliedrica esibizione di stili e generi, da Wes Anderson a David Lynch, da Gus Van Sant ad Antonioni fino a Caligari, il tutto shakerato a dovere.
“Cos’è il nostro film? Un ‘American Beauty’ senza ‘American’ e senza beauty. Così lo abbiamo presentato ai produttori per far capire cosa era il nostro progetto” dicono oggi a Berlino. Con ‘Favolacce’, molto bene accolto con applausi alla prima stampa e in sala dal 16 aprile con Vision, al di là dello stile eclettico e citazionista, i due registi hanno saputo raccontare perfettamente l’ambiente dove si generano quelle improvvise tragedie oggetto di cronaca nera e frutto di una povertà più culturale che economica.
Siamo infatti nelle periferie residenziali più isolate di Roma, luoghi in cui la povertà non c’è davvero, ma in cui la vita scorre piatta, luoghi abitati da personaggi che si sentono allo stesso tempo degli arrivati e dei perdenti. Sono degli ignoranti, degli eterni secondi, perfetti per le ‘Favolacce’ di questo film. È il caso di Bruno (Elio Germano) e Dalila (Barbara Chichiarelli) che crescono i loro figli preadolescenti, Denis e Ale, nella apparente quiete di un conglomerato di villette a schiera dove sono un po’ tutti come loro. Una coppia amica di tutti tanto che la loro piscina gonfiabile, l’unica che si possono permettere, diventa un punto di incontro del quartiere, ma la loro anima di adulti resta sterile, infantile, incapace anche solo di pensare a un valore qualsiasi da trasmettere ai loro figli. Così in questo film corale c’è chi spinge il proprio figlio adolescente a fare sesso, chi commenta il fatto che la vicina è senza mutande e dunque è ‘da sbattere’ alla prima occasione e, infine, chi picchia i figli quando cercano di entrare nel privato della loro famiglia. Nessuna meraviglia poi se gli adulti buttano i neonati dal balcone per poi suicidarsi, né che i ragazzini da parte loro costruiscano una bomba o ci sia chi pensa di suicidarsi con un insetticida suggeritogli dal più problematico dei professori.
“Il nostro film è una favola dark tra Italo Calvino e Gianni Rodari – dicono Damiano e Fabio D’Innocenzo in un conferenza stampa davvero piena anche di stampa estera – . È un film che dovevamo fare il prima possibile perché in qualche modo parla della nostra infanzia ed era importante per noi poter risalire, prima di dimenticare tutto, a come noi adolescenti vedevamo il mondo”. Anche sul fronte della sessualità dice Damiano D’Innocenzo: “Abbiamo cercato di ricordare come un bambino vede la donna e come, da un giorno all’altro, la cominci a guardare in un altro modo. Cominci a guardarle il sedere, non sai perché, ma devi guardare là”. Dice invece Fabio:”è un film scritto da noi a 19 anni e i due bambini protagonisti non siamo altro che io e Damiano da piccoli. Anche per questo ci piaceva il contesto di favola. L’infanzia è un’età complicata perché non conosci le regole del gioco.Da qui l’urgenza di farlo ora prima di diventare vecchi. Ma dentro questo film ci sono tante cose: c’è Raymond Carver, Mani di forbice, casa mia, i luoghi della mia mente e anche Spoon River e Charlie Brown”.
Frase cult dei geniali fratelli D’Innocenzo: “Non vogliamo diventare registi con la sciarpa”.
Raffaello: Leone X, scontro su prestito da Uffizi a Roma
Comitato scientifico museo si dimette, non vada alle Scuderie
25 febbraio 2020
18:52
– “Fermate il ritratto di Leone X”. A pochi giorni dall’inaugurazione della grande mostra alle Scuderie del Quirinale (5 marzo), con l’incubo del coronavirus che ancora ne minaccia l’apertura, è scontro sul divino Raffaello, o meglio su una delle quasi 50 sue opere garantite all’esposizione romana dalle Gallerie degli Uffizi. La polemica, che ha portato alle dimissioni in blocco dei quattro professori che compongono il Comitato Scientifico del museo più importante d’Italia, si scatena sulla tela che ritrae uno dei due papi che hanno fatto la fortuna del genio urbinate. Un ritratto che proprio in occasione dell’evento romano – organizzato per i 500 anni dalla morte dell’artista – è stato restaurato dall’Opificio delle Opere Dure di Firenze grazie al contributo di Lottomatica.
Donata Levi, Tomaso Montanari, Fabrizio Moretti e Claudio Pizzorusso ricordano di aver dato parere negativo , lo scorso 9 dicembre, al prestito del Leone X che, sottolineano, era stato incluso (in un altro documento approvato anche dal direttore Eike Schmidt) nella lista delle 23 opere “inamovibili” del museo, ovvero le opere che per le loro condizioni di fragilità o semplicemente per il loro carattere “fortemente identitario”.
Immediata e puntuta la replica del direttore tedesco, che anzi rivendica la sua scelta: “La mostra su Raffaello – dice – è un evento culturale epocale, sarà uno dei motivi di orgoglio dell’Italia nel mondo e non poteva fare a meno del Leone X, un capolavoro tra l’altro in ottima salute dopo il restauro fatto dagli specialisti dell’Opificio Opere Dure”.
Morta “Baby Peggy”, l’ultima star del cinema Muto
Aveva appena compiuto 101 anni. Fu ospite giornate di Pordenone
PORDENONE
26 febbraio 2020
11:18
L’ultima star della Hollywood ai tempi del cinema muto, Diana Serra Cary, ex bambina prodigio nota come Baby Peggy, nata il 29 ottobre 1918 come Peggy Jean Montgomery, è morta il 24 febbraio a Gustine, in California, all’età di 101 anni. Approdata casualmente al cinema a soli 19 mesi, nel 1924 Baby Peggy era già comparsa in 150 cortometraggi (la maggior parte dei quali sono purtroppo perduti). Diana Serra Cary era stata ripetutamente celebrata alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone che “oggi piangono – nelle parole del direttore Jay Weissberg – tanto la deliziosa piccola star dotata di un prodigioso senso della comicità e dei tempi comici quanto l’amica e mentore che ha superato difficoltà inimmaginabili. Il vuoto che lascia è enorme ma la sua eredità è al sicuro e le Giornate continueranno a celebrare i doni che ci ha lasciato”.
Diana Serra Cary – Baby Peggy fu ospite e musa per tre edizioni consecutive delle Giornate, dal 2004 al 2006.
A teatro, Herlitzka e la follia, Lavia e l’amore
Italia divisa in due, si va in scena dalla Toscana in giù
26 febbraio 2020
09:28
– Italia divisa in due dal Coronavirus anche per i cartelloni teatrali. Sipario abbassato per le ordinanze nelle regioni del Nord, almeno fino a domenica, si va invece regolarmente in scena dalla Toscana in giù. Tra gli spettacoli da non perdere, Roberto Herlitzka con la corona dell'”Enrico IV” di Pirandello per Antonio Calenda e Gabriele Lavia con “I ragazzi che si amano” da Jacques Prévert, entrambi a Roma; “Il giardino dei ciliegi” di Anton Čechov secondo Alessandro Serra, ancora nella capitale, e “I soliti ignoti” dal film di Mario Monicelli per Vinicio Marchioni e Giuseppe Zeno, a Firenze; Neri Marcorè e Ugo Dighero nel “Tango del calcio di rigore” di Giorgio Gallione a Perugia e Claudio Gioè nel “Marat-Sade” di Peter Weiss a Palermo.
La paura delle malattie, psicoterapia breve e strategica
Bartoletti, col Coronavirus assistiamo a pandemia informativa
26 febbraio 2020
09:50
ALESSANDRO BARTOLETTI / GIORGIO NARDONE, LA PAURA DELLE MALATTIE. PSICOTERAPIA BREVE STRATEGICA DELL’IPOCONDRIA (Ponte alle Grazie, pp.331, 16.80Euro). “Quello a cui stiamo assistendo è una pandemia informativa: la comunicazione catastrofizzante di questi giorni suggestiona la massa. E’ un assedio dell’informazione, che non viene modulata né sanzionata negli eccessi allarmistici. Questo produce un danno sociale ed economico: il Paese rischia di fermarsi”.
Secondo Alessandro Bartoletti, psicologo e psicoterapeuta, autore nel 2018 insieme a Giorgio Nardone del libro “La paura delle malattie” (Ponte alle Grazie), gli organi di informazione hanno dunque una buona dose di responsabilità nel clima di emergenza che si respira in questi ultimi giorni per la diffusione in Italia del Coronavirus. Ora, che stiamo già toccando con mano quanto la paura sia capace di stringere in una morsa le persone, a prescindere dall’età, dalla professione e dal livello di istruzione, potrebbe essere utile leggere questo libro, strutturato come un manuale scientifico ma accessibile, proprio per cercare di recuperare razionalità mentre il terrore dilaga. “Dare un’importanza totalizzante a una singola notizia focalizza lì la percezione di tutti. Si legge ovunque di contagi e morte, con titoli come vade retro virus e il morbo è tra noi: perché quindi non dovremmo avere paura? E’ un fenomeno naturale, dovuto al fatto che tutti hanno paura”, spiega Bartoletti, “se molti giornalisti rispettano la deontologia, altri lavorano male e procurano allarme ma non vengono né bloccati né puniti. Servirebbe un’educazione giornalistica oppure fare come si fa a Singapore, dove non c’è stata alcuna psicosi di massa perché il governo gestisce ogni aspetto della comunicazione”.
Tuttavia il virus esiste, e dobbiamo trovare un modo per farci i conti. “Non voglio essere frainteso, non bisogna sottovalutare il fenomeno. Però se la comunicazione è impostata tutta sul pericolo, è impossibile non generare panico”, afferma, “dopo il sensazionalismo iniziale bisogna necessariamente ridimensionare, è il primo passo”.
Dopo aver descritto la sindrome ipocondriaca in tutte le sue varianti, nel libro i due autori dimostrano come la Psicoterapia Breve Strategica possa essere utile per uscire in breve tempo dai circoli viziosi della paura delle malattie. Intanto, c’è qualcosa che le persone possono fare ora per contrastare la paura del Coronavirus? “Il primo aspetto è la gestione personale dell’emotività: se si ha paura, sarebbe meglio adottare una sorta di rituale monastico, evitando di parlare e di sfogarsi.
Infatti, più parlo della paura più la metto al centro, a livello percettivo, della mia attenzione”, spiega, “poi c’è da affrontare l’aspetto comportamentale, perché le nostre percezioni sono influenzate anche dal nostro comportamento. Se mi comporto come se la catastrofe fosse imminente, questo determina la mia percezione. Ciò non significa che non serva prevenire, ma solo che non bisogna adottare comportamenti patologici, come prendere d’assalto i supermercati o le farmacie”. Ma da cosa nasce questa ipocondria esagerata, sempre dalla paura della morte? “Di fondo collegata all’ipocondria c’è sempre la paura della morte, ma non solo, perché c’è da considerare anche l’effetto di suggestione di massa”, afferma, “si entra in risonanza emotiva con la paura dell’altro e questo è un fenomeno arcaico, un meccanismo di difesa funzionale”.
Nessuna previsione è ovviamente possibile, ma secondo lei si può provare a quantificare il picco di questa crisi? “Non posso fare previsioni su quando finirà questa fase di allarmismo, ma certo è che l’uomo si abitua a tutto e impara a vivere anche in situazioni di crisi permanente, ricostruendo la propria quotidianità. In genere la paura scema in un periodo compreso tra le due settimane e i due mesi: credo che il fenomeno si sgonfierà e finalmente si darà spazio anche alle altre realtà che ci circondano”. E aggiunge: “L’unica cosa che possiamo fare ora concretamente è restare focalizzati su se stessi”.
Coronavirus: quadri in vetrina per evitare sovraffollamento
Fabbrica Eos, mostra di Davide Bramante dal 6 marzo a Milano
26 febbraio 2020
10:32
MILANO
– Dal 6 marzo al 18 aprile è in programma a Milano la mostra di fotografie ‘New York, New Delhi, New Old’ di Davide Bramante. Un evento che rischiava di scontrarsi con le disposizioni della Regione Lombardia in merito al Coronavirus. Ma per Fabbrica Eos “l’arte non si ferma”. E così, per evitare il sovraffollamento durante l’inaugurazione, la galleria ha deciso di anticipare al 3 marzo la personale di Bramante esponendo ogni giorno in vetrina un’opera nuova dell’artista siciliano, “per permettere ai passanti e agli appassionati di poter comunque visionare le opere”. La galleria resterà aperta dalle 11 alle 18, come disposto per questi eventi dalla Regione Lombardia. “Una decisione – spiega Fabbrica Eos – presa a tutela dell’arte, che prosegue la sua strada così come tutti noi. Dobbiamo proseguire nella normalità della vita rispettando le regole che ci sono state date a tutela della nostra salute”. “Il mio modo di fotografare è identico al mio modo di ricordare, pensare, sognare, sperare, tutto avviene per sovrapposizioni temporali e spaziali”: così l’artista siciliano descrive la sua ricerca fotografica. “Le sue opere – spiega la galleria – rappresentano visioni simultanee che spesso vengono accostate ad uno stile futurista. Attraverso delle stratificazioni, Bramante presenta delle immagini che fanno da specchio alla società contemporanea in un gioco di luci e ombre che si sovrappongono unendo fino a 9 fotogrammi”. Curatore della mostra è Giacinto Di Pietrantonio, docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Coronavirus: annullato tour Giusy Ferreri Live 2020
Doveva partire il 2/3 da Milano. I biglietti saranno rimborsati
26 febbraio 2020
11:25
– “Alla luce dei recenti avvenimenti legati al Coronavirus e delle vigenti disposizioni governative, viene rimandato il Giusy Ferreri Live 2020, il tour di Giusy Ferreri la cui partenza era prevista il 2 marzo da Milano”. Lo annuncia l’ufficio stampa della cantante con una nota. “In linea con le varie precauzioni che l’Italia sta prendendo, io e il mio team di lavoro riteniamo gesto di buon senso, se pur a malincuore, rimandare il mio imminente tour di marzo 2020. Sono certa – spiega la stessa artista – che avremo presto nuove occasioni da condividere. Chi aveva comprato i biglietti ovviamente verrà rimborsato”.
Per coloro che hanno acquistato i biglietti presso un punto vendita, il rimborso dei biglietti potrà essere eventualmente richiesto rivolgendosi agli stessi punti vendita dove i biglietti sono stati acquistati, entro e non oltre il 20 marzo 2020. Per coloro che hanno acquistato i biglietti online sul sito TicketOne o tramite call center con modalità ‘ritiro nel luogo dell’evento’, il rimborso dei biglietti potrà essere eventualmente richiesto indirizzando una comunicazione via email all’indirizzo: ecomm.customerservice@ticketone.it, entro e non oltre il 20 marzo 2020.
Per coloro che hanno acquistato i biglietti online sul sito TicketOne o tramite call center con modalità spedizione tramite corriere espresso, il rimborso dei biglietti potrà essere eventualmente richiesto indirizzando una comunicazione di richiesta con allegati i biglietti, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, entro e non oltre il 20 marzo 2020 (farà fede la data del timbro postale) all’indirizzo: TicketOne S.p.A.
– Via Vittor Pisani 19 – 20124 Milano (C.a. Divisione Commercio Elettronico).
Coronavirus: Francesca Michielin in diretta streaming su FB
Annullato concerto a Milano il 27 febbraio
26 febbraio 2020
11:27
– La musica non si ferma davanti al contagio da coronavirus, così Francesca Michielin ha pensato, in via del tutto eccezionale, ad un’alternativa per coinvolgere tutto il suo pubblico: l’Urban Orchestral Set verrà trasmesso il 27 febbraio dallo storico studio di registrazione Officine Meccaniche di Milano. Dalle ore 21.00 sarà possibile seguire questa speciale edizione del set tramite la pagina Facebook dell’artista. Come anticipato dai canali ufficiali, in ottemperanza alle disposizioni della Regione Lombardia, il concerto di Francesca Michielin previsto per giovedì 27 febbraio al Serraglio di Milano è stato annullato. Info e rimborsi qui. “La musica non si ferma, e neanche noi! – racconta Francesca Michielin – . Non potremo essere fisicamente insieme, è vero, per questo ho pensato di preparare qualcosa di speciale”. Voce, pianoforte, quintetto d’archi e percussioni per il set prodotto da Vivo Concerti in cui Francesca sarà accompagnata live anche dai Coma_Cose, il duo milanese che mixa rap e cantautorato.
Durante la diretta streaming dell’Urban Orchestral Set sarà possibile ascoltare per la prima volta il brano Riserva Naturale feat. Coma_Cose, disponibile poi dalla mezzanotte su tutte le piattaforme digitali.
Intanto si attende l’uscita del nuovo album Feat (Sony Music), 11 tracce, 11 featuring frutto delle collaborazioni della giovane cantautrice con i nomi più importanti del panorama musicale attuale, fuori il 13 marzo, e per il grande evento live del 20 settembre 2020 al Carroponte di Milano.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Duffy, sono stata sequestrata, drogata e violentata
La rivelazione della cantautrice gallese su Instagram
26 febbraio 2020
12:56
– La cantante gallese Duffy ha rivelato su Instagram di essere rimasta lontana per molto tempo dal palcoscenico dopo essere stata “violentata, drogata e rapita per alcuni giorni”. Lo stupro sarebbe avvenuto a Londra, e l’artista stata tenuta prigioniera per giorni”. La vincitrice dei Grammy, che nel 2011 disse di voler “prendersi una pausa” dai riflettori pubblici, nel post ha scritto: “Ora sto bene e sono al sicuro, ma quel recupero ha richiesto del tempo” ha assicurato la cantante 35enne. “Non esiste un modo leggero per dirlo. Ma posso dire nell’ultimo decennio, le migliaia e migliaia di giorni in cui mi sono impegnata a voler sentire di nuovo il sole nel mio cuore, il sole ora splende”. “Ti chiedi perché non ho scelto di usare la mia voce per esprimere il mio dolore? Non volevo mostrare al mondo la tristezza nei miei occhi. Mi sono chiesta, come posso cantare dal cuore che si è rotto? E lentamente unbroke”.
La cantautrice ha raggiunto la fama mondiale dopo aver pubblicato il suo album di debutto “Rockferry” nel 2008, che ha vinto un Grammy per il miglior album vocale pop. Nel 2009, l’artista, nata Aimee Anne Duffy, ha anche vinto tre premi britannici. Ha detto nel post sui social media di martedì che aveva deciso di rompere il silenzio sul trauma dopo aver rilasciato un’intervista a un giornalista la scorsa estate che avrebbe iniziato a “pubblicare l’intervista” nelle settimane a venire. Nel 2013 la cantante si è esibita in un concerto tributo a Edith Piaf a New York, e ha contribuito alla musica e ha recitato nel film 2015 “Legend”.
Papi conduce finale Italia’s Got Talent
Lodovica Comello a inizio marzo diventerà mamma
26 febbraio 2020
13:37
– Sarà Enrico Papi a condurre la finale di Italia’s Got Talent – il talent di TV8 prodotto da Fremantle – di scena a Roma negli studi di Cinecittà, eccezionalmente di venerdì, il 6 marzo alle ore 21.30 in diretta su TV8.
Nell’occasione l’istrionico conduttore raccoglie il testimone di Lodovica Comello, perfetta padrona di casa in tutte le puntate delle audizioni, che non potrà essere sul palco perché proprio a inizio marzo diventerà mamma del suo primo figlio.
Papi, volto del canale, monopolizzerà così tutta la prima serata di venerdì 6 marzo: alle ore 20.30 condurrà la puntata di Guess My Age Vip con Cristina D’Avena tra i concorrenti, poi, alle ore 21.30, sarà sul palco di Italia’s Got Talent, insieme alla giuria composta da Joe Bastianich, Mara Maionchi, Frank Matano e Federica Pellegrini, per la finalissima live del programma, che nell’ultima puntata ha raccolto più di un milione e mezzo di telespettatori, pari al 6,7% di share.
Ancora due puntate di audizioni, mercoledì 26 febbraio e mercoledì 4 marzo, per scoprire gli ultimi due finalisti di puntata, e l’attesissimo golden buzzer della divina Federica Pellegrini.
E solo all’inizio della puntata finale conosceremo il nome del 12esimo e ultimo finalista, scelto dal pubblico a casa attraverso il Golden Buzzer. E saranno sempre i telespettatori a decretare il vincitore di questa edizione tramite il televoto.
Radio Italia è media partner del programma, tra i principali network radiofonici nazionali, che accompagna lo show dai casting sino alla finale, con appuntamenti on air, su radioitalia.it e sulle pagine social della radio.
Strega: Vicari e Longo tra nuove segnalazioni
Arriva a 30 numero libri proposti da Amici della Domenica
26 febbraio 2020
13:52
– Sale a trenta il numero dei titoli proposti dagli Amici della Domenica al Premio Strega 2020. Le segnalazioni si possono inviare fino al 3 marzo.
I nuovi cinque libri proposti sul sito del Premio http://www.premiostrega.it sono: Olimpio Talarico con ‘Cosa rimane dei nostri amori’ (Aliberti compagnia editoriale), proposto da Ferruccio de Bortoli; Lorenza Pieri con Il giardino dei mostri’ (E/O), proposto da Martina Testa; Francesco Longo con ‘Molto mossi gli altri mari’ (Bollati Boringhieri), proposto da Marco Cassini; Leonardo G. Luccone con ‘La casa mangia le parole’ (Ponte alle Grazie), proposto da Silvio Perrella e Daniele Vicari, “Emanuele nella battaglia” (Einaudi), proposto da Michele Dalai.
L’annuncio della dozzina sarà il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 10 giugno, quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo. La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.
Coronavirus: al MAMbo di Bologna la mostra va in streaming
Da giovedì a domenica visibile performance di Ragnar Kjartansson
BOLOGNA
26 febbraio 2020
15:15
– Vedere l’installazione-performance centrale di una mostra in diretta streaming, mentre il museo rimane chiuso a scopo precauzionale per l’emergenza coronavirus: sarà possibile da giovedì con ‘Bonjour’, performance ambientale di Ragnar Kjartansson esposta al MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna nell’ambito della mostra ‘AGAINandAGAINandAGAINand’.
La direzione ha deciso di rendere accessibile al pubblico almeno online una delle opere che più impressiona i visitatori per la sua monumentalità, la ricostruzione dei dettagli di un villaggio francese degli anni Cinquanta, e per la performance di due attori che si svolge in ‘loop’. ‘Bonjour’ sarà visibile dal 27 febbraio all’1 marzo sul canale YouTube del MAMbo giovedì e venerdì dalle 16 alle 18, sabato e domenica dalle 12 alle 14 e dalle 16 alle 18.
AGAINandAGAINandAGAINand è una collettiva che fino al 3 maggio riflette sui temi della ripetizione e della circolarità temporale attraverso le opere di sette artisti contemporanei.
Mostre: Le altre opere, festa di arte contemporanea
In 5 musei capitolini dialogano 86 artisti e 550 lavori
26 febbraio 2020
15:17
– Un dialogo affettuoso tra artisti e linguaggi diversi, ma soprattutto un omaggio festoso alla creatività dell’arte contemporanea romana: si apre il 27 febbraio al Museo Carlo Bilotti la prima delle cinque mostre che compongono “Le altre opere. Artisti che collezionano artisti”, progetto pilota ideato da Lucilla Catania e Daniela Perego in programma fino al 27 settembre in cinque musei del sistema Musei Civici capitolini. L’idea che anima il progetto è la voglia di mettere al centro gli artisti per documentarne la personale ricerca espressa nei loro lavori, ma anche per scoprirne i gusti mostrandoli nella veste di primi collezionisti d’arte: per questo sono stati coinvolti ben 86 artisti (tutti dai 35 ai 70 anni) attivi sulla scena capitolina, chiamati a presentare ed esporre una loro opera in dialogo con uno o più lavori (lo spazio a disposizione per ognuno è di 3 metri lineari) appartenenti alla propria collezione privata e realizzati da altri artisti. A questa prima tappa seguirà quella al Museo Pietro Canonica a Villa Borghese, dal 6 marzo al 19 aprile, poi il progetto si sposterà al Museo di Roma in Trastevere, dal 13 marzo al 19 aprile, alla Galleria d’Arte Moderna, dall’8 aprile al 3 giugno, per concludere il suo viaggio al Museo Napoleonico, dal 19 giugno al 27 settembre, per un totale di ben 550 opere esposte, realizzate nei vari linguaggi dell’arte, dalla pittura alla scultura, dalla grafica al video alle installazioni.
Libri: Bartolo, Dottore le giuro che era morto
La Sanità italiana vista con ironia e leggerezza
26 febbraio 2020
15:46
– MICHELANGELO BARTOLO, DOTTORE LE GIURO CHE ERA MORTO (Infinito Edizioni, pp.192, 13Euro). Una parodia che, con ironia, racconta molto delle contraddizioni della Sanità italiana, facendo divertire ma anche riflettere: è il nuovo libro scritto da Michelangelo Bartolo, angiologo, medico ospedaliero e responsabile del reparto di telemedicina dell’ospedale San Giovanni di Roma, dal titolo “Dottore le giuro che era morto”, edito da Infinito Edizioni.
Con la prefazione di Gabriele Cirilli e l’introduzione di Sandro Petrolati, il libro racconta le vicissitudini del dottor Clementi, medico dell’ospedale San Crispino, per mettere a nudo in modo leggero ma non per questo meno realistico tutto ciò che non funziona o potrebbe funzionare meglio nella nostra Sanità.
Una lettura adatta sia a medici che pazienti, perché la salute è un tema che riguarda tutti, nessuno escluso: in pagine divertenti, l’autore racconta le difficoltà in cui spesso si imbattono le persone nel proprio quotidiano, dall’aumento sproporzionato del ricorso a esami strumentali, spesso inutili, ma che vanno di moda, al rapporto dei medici con i pazienti, i colleghi, gli infermieri e con gli informatori farmaceutici; dai congressi scientifici, sorta di sfilate di moda, al grande business delle agenzie di pompe funebri che non conoscono crisi.
Teatro: Mia cara Mimì, omaggio in note e parole
A Roma il ricordo di Mia Martini si fonde con la solidarietà
26 febbraio 2020
17:02
– Un appassionante viaggio di note e parole nel ricordo di una artista mai dimenticata, ma anche una serata per infondere speranza alle donne che vivono l’orrore della violenza: il 6 marzo andrà in scena al Nuovo Teatro Orione di Roma “Mia cara Mimì”, spettacolo musicale che rende omaggio a Mia Martini, alla voce e alla sua sensibilità artistica attraverso alcune delle sue più belle canzoni. Al centro del concerto, a cui parteciperanno molti artisti (tra cui Valeria Monetti, Baraonna, Cristian Sassone e il The Coro, 100% Vitamina B Dance Company, Stefania Fratepietro, Davide Misiano, Luca Notari, Claudia Portale), ci sono le donne così spesso cantate da Mia Martini, madri/figlie/compagne che giorno per giorno combattono le proprie battaglie personali.
Ideato da Raffaele Pandolfi, con la regia di Carlo Oldani (che cura anche i monologhi insieme a Claudio Romano Politi) e la direzione musicale del maestro Marco Bosco, lo spettacolo contribuirà a sostenere uno dei tanti progetti organizzati da “Differenza Donna Onlus” che dal 1989 ha l’obiettivo di far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza di genere: in particolare i fondi raccolti saranno utilizzati per assicurare un laboratorio espressivo a bambine e bambini che hanno assistito alla violenza sulla propria madre per l’elaborazione del trauma tramite il gioco. Nel foyer del teatro verrà poi allestita allestita la mostra “indiMentIcAbile”, nella quale tra foto, omaggi e altri ricordi originali, saranno raccontati frammenti dell’universo femminile.
Inoltre, al suo interno sarà ospitato il progetto “IoLotto” di Valentina Iorene Desideri e Paolo Cammillucci, dedicato al racconto della battaglia delle donne in difesa della propria identità.
Libri: Timpano, La Brigata Mondiale
Ispirato a Ugo Forno, storia di coraggio e amicizia per ragazzi
26 febbraio 2020
17:02
– MASSIMILIANO TIMPANO, LA BRIGATA MONDIALE (Einaudi, pp.160, 12 Euro). Proteggere un sogno, quello dell’infanzia, dalla violenza della guerra, anche a costo di perdere la vita: è liberamente ispirato alla storia di Ugo Forno, il dodicenne che venne ucciso a Roma dai nazisti il 5 giugno del 1944 mentre cercava di difendere un ponte sul fiume Aniene, il nuovo romanzo scritto da Massimiliano Timpano per Einaudi Ragazzi, dal titolo “La Brigata Mondiale”. Adatto a ragazzi dai 12 anni in su, il libro racconta una vicenda di coraggio, amore e amicizia capace di fondere avventura e grandi valori grazie a un linguaggio adatto ai più giovani.
Al centro del romanzo c’è Libero, ragazzino romano di 10 anni che un giorno incontra Ennenne e Marita, scappati da un orfanotrofio e rifugiati in una casa “speciale”, un carrozzone lungo il fiume Aniene. Con loro Libero conosce il significato dell’amicizia e quanto sia bello costruire un mondo a parte, dove gli adulti non possono entrare. Quando la sua esistenza viene messa in crisi dalla guerra, con i genitori arrestati, i bombardamenti, le violenze fasciste e quel mitico ponte minato dai nazisti, Libero – gambe “secche e spelacchiate” ma in grado di farlo correre veloce come un fulmine – dimostrerà ai nemici di avere un cuore grande e coraggio da vendere: difenderà con la sua stessa vita quel luogo magico e inviolabile dove ha scoperto la vita e dove l’infanzia non muore mai, nemmeno sotto i colpi dell’odio.
Coronavirus: Brera, siamo chiusi ma cuore non cessa battere
Bradburne, offriamo su social tutto ciò ci si aspetta da museo
26 febbraio 2020
17:30
– “La mia missione è rimettere Brera nel cuore della sua città, tristemente siamo chiusi ma questo non dice che il cuore ha smesso di battere”: così James Bradburne, direttore di Brera, annuncia le iniziative prese dal museo in questo periodo di chiusura.
“Stiamo tutti lavorando per rendere accessibile tutto ciò che offre la Pinacoteca durante questo momento di chiusura, a dire che un museo non è soltanto i suoi oggetti fissi, non dobbiamo sempre venire, stiamo facendo – spiega in un video – un programma in cui tutti i dipendenti del museo leggono, mostrano, illustrano i quadri della Pinacoteca e i dipendenti della biblioteca braidense leggono fiabe per bambini, per offrire tutto ciò che una persona si aspetterebbe da un museo nel cuore della sua città, per questo momento lo facciamo tramite modi elettronici, social, video, non è l’ideale ma dimostra che il cuore della città batte ancora e combattiamo questo momento di panico, tristezza e preoccupazione. Siamo qui per la città come luogo di consolazione, per aiutare a resistere a tutti i guai che affrontiamo adesso”.
Esce thriller di Koontz con arma letale Wuhan 400
Finora inedito in Italia, Abisso, pubblicato in America nel 1981
27 febbraio 2020
14:50
– DEAN KOONTZ, ABISSO (TIMECRIME, PP 360, EURO 17). Arriva nelle nostre librerie il 13 marzo ‘Abisso’ (‘The eyes of darkness’), il libro in cui nel 1981 Dean Koontz, autore bestseller statunitense, parla dell’arrivo intorno al 2020 del virus- arma letale Wuhan 400, contagioso attraverso le vie respiratorie. Finora inedito in Italia il thriller è stato associato al Coronavirus, fino a spingersi a parlare di profezia sul web, dove sono circolate ultimamente foto sottolineate delle pagine dell’edizione in inglese in cui compare Wuhan 400 e si parla della diffusione di una grave polmonite.
Il thriller, che ha già venduto oltre 4 milioni di copie nel mondo uscirà per Timecrime, marchio del gruppo Fanucci che ne annuncia la pubblicazione.
Considerato uno dei maestri del thriller, Dean Koontz, nato nel 1945 in Pennsylvania, dove è cresciuto, attualmente vive in California con la moglie e due cani. Per tanti anni è stato insegnante di Inglese in una scuola superiore, prima di dedicarsi alla scrittura. Il suo primo romanzo, pubblicato nel 1968, è ‘Jumbo-10. Il Rinnegato’. In Timecrime sono gIà usciti ‘Il silenzio uccide’, opzionato per una serie tv prodotta da Paramount Television e Anonymous Content, ‘La notte uccide’ (Jane Hawk#2), e L’inganno uccide (Jane Hawk#3).
Addio a Clive Cussler, maestro d’avventure bestseller
Oltre 126 milioni di copie vendute nel mondo, 8 milioni in Italia
28 febbraio 2020
09:59
Maestro dell’avventura con oltre 126 milioni di copie vendute nel mondo, 8 milioni in Italia, Clive Cussler, si è ispirato alle sue imprese e alla sua esperienza di cacciatore di emozioni nei suoi romanzi bestseller tra cui ‘Sahara’, ‘Recuperate il Titanic!’ , ‘Salto nel buio’ e ‘Virus’. La sua morte a 88 anni, avvenuta il 24 febbraio, è stata annunciata oggi dalla seconda moglie, Janet Horvath, sui suoi profili social con “il cuore affranto”. “Condivido la tristezza per la morte di mio marito lunedì. E’ stato un privilegio e un grande onore condividere la vita con lui”. Clive, dice la moglie, “era la persona più cortese e gentile che abbia mai incontrato. So che le sue avventure continueranno”. Appassionato collezionista di auto e aerei d’epoca, raccolti nel Cussler Museum, ad Arvada, in Colorado, Cussler aveva fondato l”associazione no profit NUMA- the National Underwater and Marine Agency, specializzata nel recupero e conservazione dei relitti marini di interesse storico, ed era membro dell’Explorers Club di New York e della Royal Geographical Society di Londra. Passioni che si ritrovano nei suoi libri che schizzavano subito intesta alle classifiche dei più venduti, compreso l’ultimo, ‘Il destino del faraone’, uscito per Longanesi, il suo editore italiano, il 30 gennaio 2020. I suoi thriller hanno raggiunto le vette della clasifica del New York Times per più di 20 volte e i suoi libri sono stati pubblicati in 40 lingue in oltre 100 paesi. All’esordio, nel 1965 con ‘Enigma’, Cussler si è imposto subito all’attenzione con Dirk Pitt, l’ingegnere navale e maggiore dell’aeronautica statunitense, uomo d’azione per eccellenza, protagonista di alcune delle più incredibili avventure della NUMA, in viaggio in tutto il mondo con il suo insostituibile braccio destro Al Giordino. L’eroe di questa prima e famosa serie, che ha venduto 5 milioni di copie, ha ispirato anche il nome del figlio di Cussler, Dirk, con cui lo scrittore ha firmato a quattro mani gli ultimi romanzi. E sono numerosi i libri scritti da Cussler con altrui autori da Grant Blackwood a Graham Brown e da Thomas Perry a Justin Scott. Sono arrivate poi le serie dei Numa Files, degli Oregon Files, Le avventure dei Fargo e le Indagini di Isaac Bell dove ancora una volta si compenetrano la vita dell’autore e il suo universo immaginario. Oltre 80 le sue opere tra cui anche due avventure per bambini. Originario di Aurora, nell’Illinois, dove era nato il 15 luglio 1931 da madre americana e padre tedesco, Cussler si è arruolato nell’Aviazione durante la guerra di Corea dove ha lavorato come meccanico aeronautico e ingegnere di volo nel Military Air Transport Service. E’ stato sceneggiatore e direttore creativo di diverse agenzie pubblicitarie negli anni Sessanta ed ha vinto diversi premi internazionali per la televisione e radio tra cui il Cannes Lions Advertising Festival. Nel 1997, la State University di New York gli ha conferito la Laurea in Lettere per riconoscere il valore letterario dei suoi romanzi. Ne ‘Il destino del faraone’, scritto con il figlio Dirk, racconta una nuova avventura di Dirk Pitt alle prese con tre eventi all’apparenza scollegati: l’assassinio di una squadra di scienziati dell’Onu a El Salvador, una collisione mortale nel fiume Detroit e un violento attacco a un sito archeologico lungo il Nilo.
S. Cecilia, Gatti e il corno di Allegrini
Il 27/2 nel concerto n.2 di Strauss e Sinfonia n. 5 di Mahler
26 febbraio 2020
19:13
– Il maestro Daniele Gatti raddoppia a Santa Cecilia e a distanza di una settimana torna sul podio dell’ Auditorium Parco della Musica giovedì 27 febbraio per dirigere due capisaldi del sinfonismo tardo-romantico: il Concerto per corno n. 2 di Richard Strauss con Alessio Allegrini, primo corno dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale, e la Sinfonia n. 5 di Gustav Mahler. Di rara esecuzione, il Concerto di Strauss venne eseguito un’unica volta a Santa Cecilia nel 2004 sempre con Alessio Allegrini nel ruolo solista e Myung-Whun Chung sul podio. In questi concerti Allegrini suonerà, per la prima volta, un corno da lui disegnato e realizzato in collaborazione con la casa tedesca Dürk, il D-10 Allegrini Experience. Strauss compose due Concerti per corno – il primo a 19 anni, il secondo a 78 – ma entrambi legati alla figura di Franz Joseph, padre del compositore e cornista virtuoso, che esercitò un’influenza determinante sul musicista.
La Quinta Sinfonia di Gustav Mahler – conosciuta dal grande pubblico per l’ Adagietto utilizzato da Visconti per il film “Morte a Venezia” – riflette la piena maturità raggiunta dal compositore. Scritta durante la tranquillità dei mesi estivi del 1901 e del 1902 trascorsi sul Wörthersee, fu eseguita per la prima volta a Colonia il 18 ottobre 1904 sotto la direzione dello stesso autore.
Libri: I raffreddori di André Francois
In libreria il 27 febbraio per Orecchio Acerbo
26 febbraio 2020
19:14
– ANDRE’ FRANCOIS, I RAFFREDDORI (ORECCHIO ACERBO, PP 84 EURO 10). E’ cosa risaputa che i raffreddori non si devono prendere e sta qui la loro fortuna.
Non si sono estinti, anzi questa circostanza ne ha favorito sia la diffusione sia la moltiplicazione di varietà. C’è quello di testa, quello trascurato e quello mortale. Ce lo racconta un piccolo capolavoro del doppio senso, ‘I Raffreddori’ di cui è autore e illustratore André François, che arriva in libreria il 27 febbraio per Orecchio Acerbo.
Un libro per ragazzi che con la sua bellezza ed ironia può risollevare l’animo anche agli adulti. Ecco dunque il Raffreddore passeggero che sfreccia a bordo di un’automobile con autista e il Raffreddore problematico disteso sul lettino dello psicoanalista. Ma i più diffusi sono i Raffreddori belli e brutti. Ci sono persone che passano a letto giorni interi con loro, altri li fanno passare, altri li prendono facilmente. La scelta vincente comunque è non prenderlo del tutto, visto che in giro ce ne sono davvero molti.
Nel libro anche le creature estinte che devono imputare la loro scomparsa a fattori esterni come il Kubo, poco utile con la sua forma o la Rana divoratrice di marmellata, molesta, oltre che ladra.
Pittore, scultore, scenografo teatrale, illustratore e autore di libri, André François, morto a 90 anni nel 2005, è considerato uno delle personalità più significative in campo artistico del XX secolo. Il libro che lo ha reso famoso in tutto il mondo è ‘Les larmes de crocodile’, ha esposto nei principali musei di tutto il mondo da Amsterdam a Tokyo ad Hannover.
Placido Domingo licenziato dal Teatro Nazionale di Madrid
Dopo le scuse confessione di ieri
26 febbraio 2020
20:30
– Dopo la confessione di ieri e la richiesta di scuse per gli abusi alle donne, la Spagna ha annullato oggi per la prima volta un concerto di Placido Domingo. L’Istituto nazionale delle arti di scena e della musica (Inaem) che dipende dal ministero della cultura spagnolo, ha annunciato di aver annullato la partecipazione del tenore alle repliche dello spettacolo Luisa Fernanda, del 14 e 15 maggio al Teatro Nazionale della Zarzuela “in solidarietà alle donne abusate”.
Il Teatro Nazionale della Zarzuela è lo stesso dove il celebre tenore madrileno poi diventato baritono debuttò 50 anni fa. Da quando lo scandalo meetoo lo ha coinvolto, nell’agosto scorso, non era mai successo che venisse annullata una sua rappresentazione. Fino ad oggi anzi, Domingo aveva mantenuto in patria il suo status di monumento nazionale della cultura e molte cantanti liriche che negli anni hanno cantato al suo fianco avevano preso le sue difese. Domingo, 79 anni , dopo aver respinto le accuse per mesi ieri ha chiesto scusa, in un comunicato, alle donne, circa 20 , che lo hanno accusato in America di abusi sessuali, lo ha fatto dicendosi “sinceramente dispiaciuto” e assumendosi “tutta la responsabilità” dei suoi atti. Proprio in seguito alle accuse di violenza, aveva lasciato ad ottobre la direzione dell’Opera di Los Angeles e aveva rinunciato ad esibirsi alla Metropolitan Opera di New York.
Cesar, Roman Polanski non va alla cerimonia
Scelta per manifestazione femministe contro nomination suo film
27 febbraio 2020
12:36
– Roman Polanski non andrà alla cerimonia per i premi Cesar in programma venerdì a Parigi, dopo la decisione di un gruppo di femministe di manifestare contro le 12 nomination per il suo film “J’accuse”. Lo ha annunciato il regista franco-polacco alla France Presse.
“È con rammarico che prendo questa decisione – afferma nella dichiarazione -, quella di non affrontare un tribunale di opinione autoproclamatosi, pronto a calpestare i principi dello stato di diritto in modo che l’irrazionale trionfi di nuovo senza discussione”.
Dante e la quercia, faro nella vera selva oscura
A Rovigo, coronavirus permettendo, prime celebrazioni dantesche
27 febbraio 2020
12:51
– A voler dare retta alla leggenda, la “selva oscura” che apre la Divina Commedia non è un invenzione.
L’ allegoria dell’ uomo disorientato in un momento cruciale della sua vita sarebbe legata ad una esperienza effettivamente vissuta da Dante nelle campagne di Rovigo nel 1321. Stando a una tradizione popolare radicata, il Poeta stava tornando da una ambasceria a Venezia per conto di Novello da Polenta, Signore di Ravenna, quando si smarrì nel groviglio di corsi d’ acqua e vegetazione del Delta del Po nei pressi di San Basilio. Si salvò grazie a una quercia enorme che dominava l’ argine di Goro sulla quale salì per orientarsi e ritrovare la strada. A quel gigante verde, la grande Rovra di San Basilio citata in un atto notarile del 1548 ma data per certa nell’ epoca di Dante, è dedicata la mostra che Palazzo Roncale di Rovigo aprirà una volta rientrata l’ emergenza causata dal coronavirus fino al 28 giugno prossimo come assaggio delle celebrazioni per i 700 anni della morte del genio di Firenze.
Nell’estate del 1321 Dante sarebbe realmente transitato per San Basilio, ospite dell’Hospitium gestito dai Monaci di Pomposa. Morì nella notte tra il 13 e il 14 settembre di quell’ anno proprio a causa della malaria che lo avrebbe contagiato proprio durante il viaggio. La quercia, danneggiata gravemente da un fulmine nel 1976, è rimasta al suo posto nel territorio del comune di Ariano Polesine fino al 2013 quando, nella notte tra il 24 e il 25 giugno, è caduta al suolo. La perdita dell’ albero imponente, alto più di 26 metri, con un tronco che per essere abbracciato richiedeva dieci bambini o sei adulti, è stato un duro colpo per il Polesine, di cui è stato uno dei simboli più amati. La mostra di Rovigo ne rievocherà la storia, con immagini e documenti.
Nelle sale di Palazzo Roncale sarà esposta anche una ‘reliquia’ della quercia, e una sorta di ‘sindone’ laica che l’ artista Miranda Greggio ha ricavato stendendo un telo sul suo tronco abbattuto.
Il progetto “La Quercia di Dante” – che vede insieme Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Comune di Rovigo, l’Accademia dei Concordi, Parco Regionale del Delta del Po Veneto, e Comune di Ariano nel Polesine – non si limita solo all’ esposizione. Nel corso della rassegna sono in calendario incontri per stimolare visioni e riflessioni sull’ Inferno dantesco, di cui a maggio è in programma la lettura integrale nel corso di una lunga maratona. L’ omaggio al poeta avrà il suo fulcro nella mostra “Visioni dell’Inferno”, rievocazioni della prima Cantica affidate a tre artisti internazionali, uno per ciascuno degli ultimi tre secoli. L’Inferno in versione ottocentesca è quello firmato dalla celebre mano del francese Gustave Doré, di cui è esposto l’intero corpus di 75 tavole. Per evocare l’Inferno in versione novecentesca, sono state riunite le immagini di “Dante’s Inferno (1958-60)” dello statunitense Robert Rauschenberg. L’ inferno contemporaneo sarà raccontato dagli acquerelli della tedesca Brigitte Brand, nati per questo specifico appuntamento. Accanto alle edizioni preziose e antiche della Commedia c’ è spazio anche per il fumetto con l’ “Inferno di Topolino” del 1949, disegnato da Angelo Bioletto e sceneggiato da Guido Martina in terzine dantesche.
Contro la paura vince la condivisione
Sarkis e le responsabilità degli architetti. Baratta, “E’ una chiamata alle armi”
28 febbraio 2020
09:57
-Dal suo studio di Boston, attorniato da giovanissimi collaboratori di tutto il mondo, Hashim Sarkis presenta la Biennale 2020. La sua presenza a Venezia oggi è rinviata causa coronavirus, dalla città lagunare il presidente uscente Paolo Baratta ha appena introdotto l’esposizione anche lui in streaming. Eppure la parola dominante di questa edizione, la più ripetuta, è together, “insieme”. E’ nella condivisione, dei princìpi, degli orizzonti e dei progetti, che si affrontano i problemi e anche i cambiamenti e le paure della nostra epoca, suggerisce Baratta. Dall’altro capo dell’oceano l’architetto di origini libanesi da sempre interessato al tema delle diseguaglianze sociali, alle questioni di inclusione, alle emergenze ambientali, conferma: “Abbiamo bisogno di un nuovo contratto spaziale”. In un contesto “caratterizzato da divergenze politiche sempre più ampie e da diseguaglianze economiche sempre maggiori , chiediamo agli architetti di immaginare degli spazi nei quali vivere generosamente insieme”, insiste Sarkis, mentre espone il plastico della Biennale 2020, ne anticipa le sezioni, spiega come si articolerà il percorso di visita di questa edizione alla quale partecipano 114 progettisti provenienti da 46 paesi, con una rappresentanza crescente, sottolinea,da Africa, America Latina e Asia, oltre a 63 partecipazioni nazionali con il debutto di Grenada, Iraq e Uzbekistan. How will we live together?, l’interrogativo che dà il titolo a questa edizione, fa notare, “è una domanda tanto sociale e politica quanto spaziale”. L’architetto cita Aristotele “quando si pose questa domanda per definire la politica, propose il modello di città”. Ogni generazione, sottolinea, ha risposto a questa domanda in maniera diversa, ma i problemi di oggi rendono l’interrogativo “ancora più urgente e su piani diversi rispetto al passato”, “più che mai gli architetti sono chiamati a proporre alternative”. Un concetto che da Venezia ribadiva, introducendolo, Baratta parlando dell’architettura come “riferimento di un vasto impegno interdisciplinare e di un vasto impegno culturale e politico. Una sorta di chiamata alle armi”. I mutamenti in corso chiedono “nuove visioni e nuovi progetti”, dice Baratta, che dopo tanti anni lascia il suo ruolo di presidente con un passaggio di testimone a Roberto Cicutto. Tant’è, visioni, progetti, contributi di idee, stando alle premesse, non dovrebbero proprio mancare nella Biennale di Sarkis, che quest’anno insieme con il catalogo offre anche una vera e propria guida alla visita: oltre agli architetti in concorso, ricorda lui da Boston, tra Arsenale e Giardini ci sarà spazio anche per le idee sviluppate da ricercatori delle università di tutto il mondo riunite nella sezione Stations+ Cohabitats. Organizzata in cinque ‘scale’, tre in Arsenale e due al Padiglione Centrale, con progetti “che spaziano dall’analitico al concettuale , dallo sperimentale al collaudato e all’ampiamente diffuso”, la mostra firmata dall’architetto americano libanese prevede anche grandi installazioni disposte negli spazi esterni. E non mancherà, come già da cinque anni , il Progetto speciale al Padiglione delle Arti Applicate (Arsenale, Sala d’Armi) che quest’anno si intitolerà British Mosques e guarderà al mondo “fai da te” e spesso non documentato delle moschee adattate a questo uso. “Oggi più che mai gli architetti sono chiamati a proporre alternative”, dice Sarkis, ricordando i tanti ruoli in cui sono oggi coinvolti, i professionisti del settore, nello stesso tempo cittadini, artisti e costruttori. In tempi di epidemia globale e di paure, la sfida del vivere insieme e in continua relazione con gli altri si presenta ancora più interessante. L’appuntamento per tutti è a Venezia dal 23 maggio al 29 novembre. Sempre che l’allarme salute lo permetta.
Maifredi, contro Coronavirus il Teatro ricorre a web
Porte chiuse per ordinanze. Giornate di studi vanno in streaming
27 febbraio 2020
14:39
– Le ordinanze anti Coronavirus chiudono i teatri e il teatro ricorre al web. Accade in Liguria per il convegno internazionale “Il mio teatro è una città”: due giornate di studio sul Teatro di comunità, organizzate da Teatro Pubbblico Ligure e Fondazione Teatro Sociale di Camogli, il 29/2 e l’1/3, per portare in scena le riflessioni di registi, drammaturghi, critici e studiosi che in tutta Europa stanno sviluppando progetti di audience engagement.
La partenza è “l’Atlante del Gran Kan. Autobiografie di una città”, progetto ideato da Sergio Maifredi e scritto da Gian Luca Favetto, iniziato nel 2017 a Sori e a Enna, proseguito nel 2019 a Tirana in Albania, atteso nel 2020 ancora a Sori e Camogli, nel 2021 a Recco. E l’incontro del prossimo week end ne era la finestra di scambio e condivisione internazionale davanti al pubblico di Sori e Camogli.
“Ci lavoravamo da un anno”, racconta Maifredi. Ma in tempo di Coronavirus e ordinanze di chiusura per contenere l’epidemia, rischiava di saltare tutto. “Così abbiamo pensato alle rete, che è per noi oggi è come la Colina di Fiesole per i dieci cantori del Decameron. L’incontro si svolgerà comunque, a porte chiuse, ma in diretta Facebook, conquistando, potenzialmente, anche una platea maggiore” (https://www.facebook.com/teatropubblicoligure/) A raccontare la propria esperienza “oltre 20 protagonisti internazionali che si sono occupati di Teatro di comunità”, con anche Monica Marotta, co-direttrice dello Studio ᴙ del Maxim Gorki Theater di Berlino, e Stefan Kaegi, fondatore dei Rimini Protokoll e Carlotta Galuppo (Compagnia di San Paolo per Open Lab), Lucia Franchi (co-direttrice di Kilowatt Festival Sansepolcro, capofila progetto europeo BeSpectActive)
Coronavirus: corista Scala positivo, sono guarito
Stop anche delle prove in teatro fino al primo marzo
MILANO
27 febbraio 2020
16:48
– Aveva cantato nel Trovatore il 12 febbraio, poi non si era sentito bene ed era rimasto a casa in malattia. In ospedale a un corista della Scala è stata diagnosticata una polmonite batterica ed è stato rimandato a casa. A questo punto, visto che la febbre non scendeva, ha chiamato il 112 e gli è stato fatto il tampone. Così l’artista i ha scoperto di essere positivo al Coronavirus. L’Ats ha avvisato il teatro che ha inviato una comunicazione ai dipendenti, bloccando non solo gli spettacoli ma anche le prove fino al primo marzo. Per tranquillizzare tutti è stato lui stesso oggi a mandare un messaggio in cui spiega fra l’altro di essere “praticamente guarito”. “Ora io sto bene, sto prendendo un antibiotico risolutivo per la polmonite batterica, il virus praticamente non mi dà più sintomi e mi hanno detto che praticamente sono guarito. Manco dal teatro dal 12 e oggi siamo fuori pericolo di contagio eventuale da parte mia in virtù dei 14 giorni di incubazione”.
Violenze e abusi, viaggio nel mondo delle sette
Volume don Aldo Bonaiuto e Giacomo Galeazzi, prefazione Parolin
CATANZARO
28 febbraio 2020
10:33
DON ALDO BONAIUTO CON GIACOMO GALEAZZI GLI ARTIGIANI DEL DIAVOLO. COME LE SETTE E I SANTONI MANIPOLANO L’OCCIDENTE (Rubbettino editore, pp. 164, 16 euro). Un’indagine a tutto tondo sul mondo delle sette per svelarne i meccanismi oscuri e ricostruire il profilo psicologico degli adescati anche attraverso tante storie vere. S’intitola “Gli artigiani del diavolo. Come le sette i santoni manipolano l’Occidente”, edito da Rubbettino, il libro in cui sono raccolte le vicende raccontate da don Aldo Buonaiuto e dal giornalista e scrittore Giacomo Galeazzi.
Abusi, decostruzione dell’identità, circonvenzione, violenze anche fisiche e sessuali, famiglie distrutte ma anche giovani che, alla ricerca di un’agognata serenità psicologica, si sono ritrovati a vivere in un inferno. Sono testimonianze forti e significative quelle che vengono fuori da un fenomeno dai pesanti risvolti sociali e in grado di condizionare e sconvolgere la vita di tante persone psicologicamente vulnerabili. “Sono vicende agghiaccianti ed inquietanti – scrive nella prefazione il segretario di Stato Vaticano card. Pietro Parolin – alle quali di primo acchito si stenterebbe a credere (…) gli autori delle trappole psicologiche, sotto svariate apparenze, si propongono quali maestri di salvezza, risolvendosi invece in guide cieche”.
Dalle pagine del libro di Bonaiuto e Galeazzi emergono molte storie personali. C’è il caso di Lucrezia, 23 anni, che per trovare conforto ad una situazione di disagio familiare si unisce a un gruppo che pratica meditazione indiana diventando, di fatto, schiava della volontà della sua guru che arriverà a farle somministrare psicofarmaci per distruggere gli ultimi baluardi di resistenza e autonomia. Dopo un tentato suicidio, la ragazza riuscirà a ritrovare la famiglia, ma la sua vita avrà con sé le stigmate purulente di questo lungo periodo di buio.
Ma come si finisce nella rete delle sette? Spesso è una malattia o una questione di salute a portare la vittima tra le braccia del santone di turno. Così come é accaduto a Lorenza, 40 anni, che non riesce ad avere un bambino. Grazie alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, rimane incinta ma al sesto mese un’ecografia rivela che il bambino è affetto da una grave malformazione. Si rivolge ad un santone che le vende cinque litri di acqua “benedetta” da bere. Ma è una truffa. Del santone, però, nessuna traccia.
Ci sono poi le tecniche psicologiche di adescamento e fidelizzazione che puntano soprattutto a fare sentire l’adepto al centro delle attenzioni e, quindi, a costringerlo ad una sorta di quasi dipendenza. “Non tutte le sette sono sataniche – avvertono gli autori – ma tutte sono diaboliche, perché separano l’individuo da sé stesso, dal suo ambiente vitale, dai suoi cari, dalla vita, dal lavoro”. Un fenomeno del quale, comunque, si parla troppo poco. A muovere i fili, invece, ci sono autentici criminali, pseudo guru che approfittano delle debolezze altrui. E ci sono le vittime, usate e gettate, plagiate.
Don Aldo Buonaiuto, antropologo ed esorcista, segue le orme di don Oreste Benzi all’interno della Comunità Papa Giovanni XXIII. Giacomo Galeazzi è il vaticanista del quotidiano “La Stampa”.
Tv: Addio a Lee Phillip Bell, creatrice di ‘Beautiful’
Aveva 91 anni. Celebre soap opera va in onda dal 1987
NEW YORK
27 febbraio 2020
17:53
– E’ morta a 91 anni Lee Phillip Bell, assieme al marito William J. Bell, creatrice di Beautiful (titolo originale The Bold and the Beautiful). Secondo quanto si legge in comunicato della famiglia, la Bell è morta a Los Angeles tuttavia non si conoscono le cause del decesso.
I coniugi Bell erano sposati dal 1953 e prima di creare Beautiful avevano creato Febbre d’amore nel 1973. La soap va ancora in onda sulla Cbs. Ma il vero successo lo devono a Beautiful, considerata la soap opera più vista al mondo e trasmessa in circa cento paesi. In Italia è sugli schermi tivù dal 1990, inizialmente fu trasmessa dalla Rai poi dal 1994 è ininterrottamente su Canale 5. Protagonista è la famiglia Forrester, proprietaria di una casa di moda.
Negli anni, Beautiful ha vinto 31 Daytime Emmy Awards di cui 3 consecutivi come Miglior serie drammatica del daytime.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Met celebra 150 anni con mostra su moda e tempo
Sincronicita’ e diacronia in 120 capi dal 7 maggio a NY
NEW YORK
27 febbraio 2020
19:27
– Charles Baudelaire, Henri Bergson e Virginia Woolf di Orlando: tre mostri sacri del sapere con visioni diverse del tempo. “About Time”, la prossima mostra del Constume Institute del Metropolitan di New York all’insegna di sincronicita’ e diacronia, e’ stata presentata a Parigi in occasione della settimana della moda.
“La moda ci insegna a raccontare diversamente il tempo. Ci mostra che il tempo e’ piu’ di quel che puoi contare sulle dita di una mano o sulle lancette dell’orologio”, ha detto il curatore Andrew Bolton illustrando la filosofia della rassegna davanti all’enorme orologio del Musée d’Orsay, al suo fianco Nicholas Guesquiere di Louis Vuitton, il direttore del Met, Max Hollein e Anna Wintour.
La mostra aprira’ il 7 maggio in coicidenza con le celebrazioni per i 150 anni del museo sulla Quinta Strada: un anniversario che ha offerto lo spunto per una riflessione sulla natura della longevita’ nella moda – arte la cui natura effimera fa si’ che sia un barometro culturale eccezionalmente sensibile – vista attraverso le ricche collezioni del Met.
La mostra sara’ essa stessa un orologio, costruito da due set di 60 capi articolati lungo un arco temporale dal 1870 a oggi.
L’orologio avra’ due funzioni: raccontare il tempo in senso lineare, ma fare anche da cronometro per un viaggio nel tempo che consentira’ ai visitatori di fare salti in avanti e all’indietro quando i ‘ritorni di moda nella moda’ lo permetteranno. Appuntamento dunque al Met il 7 maggio per la mostra e il 4 per il gala che la precede: con Anna Wintour e Ghesquiere, madrine e padrini del red carpet dell’anno saranno Lin-Manuel Miranda, Meryl Streep e Emma Stone.
Vargas, L’umanità in pericolo
Invito all’azione per salvare pianeta da catastrofe ambientale
28 febbraio 2020
10:30
FRED VARGAS, L’UMANITA’ IN PERICOLO.  FACCIAMO QUALCOSA SUBITO (Einaudi, pp.224, 17 Euro). Siamo in piena emergenza ambientale, il tempo per tergiversare è finito e la catastrofe è ormai inarrestabile: ecco perché tutti sono chiamati all’azione, proprio in vista di un pericolo riguarda ognuno di noi, nessuno escluso. E’ questo il forte grido d’allarme lanciato da Fred Vargas nel libro “L’umanità in pericolo”, edito da Einaudi, nel tentativo di risvegliare la nostra coscienza e sensibilizzarci sul tema ambientalista.
Ricercatrice di archeozoologia e autrice della serie poliziesca con il commissario Adamsberg, Vargas ha abbandonato momentaneamente i panni di giallista abbracciando l’idea di scrivere questo saggio dopo il successo di un suo breve testo, scritto nel 2008, e rilanciato da Charlotte Gainsbourg all’inaugurazione della Cop24, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici nel dicembre 2018.
Partendo da quella esperienza, l’autrice ha iniziato una lunga serie di ricerche approfondite, muovendosi tra dati scientifici, rapporti ufficiali, notizie ottenute da associazioni e Ong, per cercare di comprendere i tanti tasselli che compongono il quadro della “salute” generale del nostro pianeta, scoprendo che le cose sono molto più gravi e complesse di quello che sembra in superficie. Utilizzando il filtro dell’ironia e un linguaggio accessibile e molto diretto, ma fornendo dati e informazioni dettagliate anche complesse, Vargas ci offre un quadro purtroppo desolante, sottolineando quanto la responsabilità dell’inquinamento globale non sia solo dei governi e delle lobby, ma anche dei cittadini che hanno voltato la testa dall’altra parte.
Dalle emissioni di gas serra all’esaurimento delle risorse non rinnovabili, dalle deforestazioni all’allevamento e all’agricoltura intensivi, dallo spreco di acqua all’inquinamento degli oceani: Vargas non risparmia nessuna delle nefandezze compiute a danno della Natura, ma non dimentica mai di contrapporre a ogni crimine commesso dall’uomo anche le possibili azioni riparatrici, anche partendo dal singolo cittadino, dal riciclo alla riduzione della produzione di rifiuti, dal consumo di prodotti bio alla rinuncia all’automobile in favore dei mezzi pubblici, fino alle petizioni, alle manifestazioni, alle elezioni nelle istituzioni dei rappresentanti più sensibili al tema.
Non mancando mai di sottolineare “l’inverosimile inerzia dei nostri governanti” e indicando anche quali strade potrebbero essere percorse dai governi in tutto il mondo per iniziare a guarire il pianeta, Vargas scrive un libro denso e urgente, che definisce chiaramente i confini della catastrofe in cui inesorabilmente ci troveremo tutti se non iniziamo ad avere il coraggio di invertire la rotta e, come recita il sottotitolo, “non facciamo qualcosa subito”.
Spada 5000 anni fa in Isola degli Armeni a Venezia
Scoperta da dottoranda Ca’ Foscari, donata nel XIX secolo
VENEZIA
28 febbraio 2020
11:57
– Una spada di 5000 anni fa, tra le più antiche armi anatoliche al mondo, è stata scoperta da una dottoranda dell’Università di Ca’ Foscari, Vittoria Dall’Armellina, nel monastero dell’Isola di San Lazzaro degli Armeni, a Venezia. L’arma è custodita nel Museo di San Lazzaro; si tratta di una piccola spada, collocata in una vetrina insieme a oggetti di epoca medievale. La spada però risulta tipologicamente molto simile ad alcune armi risalenti a circa cinquemila anni fa rinvenute all’interno del Palazzo Reale di Arslantepe, nell’Anatolia Orientale, ritenute le più antiche del mondo. Anche al museo di Tokat (Turchia) era stata riconosciuta una spada della stessa tipologia, proveniente dalla regione di Sivas, che presenta notevoli somiglianze con l’esemplare di San Lazzaro.
Le analisi scientifiche confermano: la spada è simile a quelle più antiche del mondo, che risalgono al 3000 a.C., non solo nella forma ma anche nella composizione della lega. Arriva da Trebisonda a Venezia, donata da un mercante d’arte e collezionista, tale Yervant Khorasandjian, nella seconda metà dell’Ottocento, così come attesta una busta. I reperti tra cui la spada furono rinvenuti in una località chiamata Kavak.
Le analisi sulla composizione del metallo dicono che è di rame arsenicato, una lega di rame e stagno frequentemente utilizzata prima della diffusione del bronzo. Questo dato, e la marcata somiglianza con le spade gemelle di Arslantepe, hanno permesso di datare con sicurezza il reperto tra la fine del IV e l’inizio del III millennio a.C. e di confermare la sua pertinenza a una tipologia piuttosto rara.
Oltreoceano, esce il nuovo singolo di Gianluca Sciortino
Si risvegliò da coma ascoltando Venditti, ora pubblica nuovo album
28 febbraio 2020
13:36
Si intitola “Oltreoceano” il nuovo singolo di Gianluca Sciortino, in uscita la prossima settimana sui digital store. Da sopravvissuto a cantautore, la vita di Gianluca è sempre più incentrata sulla musica, la stessa che lo aiutò nel ritorno alla vita. E’ nota la sua storia, raccontata anche in una fiction di Rai1, che racconta il risveglio dal coma ascoltando una canzone di Antonello Venditti, ‘Dimmelo tu cos’è’.
‘Oltreoceano’ anticipa il nuovo album omonimo che conterrà otto tracce ed uscirà in primavera. Con ‘Musica per la vita’, a favore della Musicoterapia, Gianluca è testimonial della lotta per il superamento delle difficoltà fisiche e psicologiche. Non si stanca mai di definire la vita “un bene prezioso” e, nei suoi concerti, invita spesso i giovani a non rovinarsela con comportamenti dannosi.
Da Tony Esposito ai Dik Dik, tanti artisti in questi anni hanno supportato ed incoraggiato l’attività musicale di Sciortino. Il papà di Gianluca, Pino, vide esibirsi in un locale di Modena, tanti anni fa, un giovane cantautore. Interpretava ‘Per una lira’ ed apriva un concerto dei Dik Dik. Era Lucio Battisti. In un teatro di Marano, vicino Napoli, come buon auspicio per il suo percorso futuro, i Dik Dik hanno invitato Gianluca a fare la stessa cosa, in ricordo di quell’episodio.
Con la collaborazione costante, nelle sue composizioni e produzioni musicali, del papà Pino e del maestro Mario Simeoli, Gianluca continua a scrivere brani ricchi di significati. Il nuovo album è dedicato agli italiani costretti con rammarico ad andare all’estero (e altrettanto spesso protagonisti di grandi successi) con un particolare pensiero rivolto a chi desidera invece un futuro nel proprio Paese avendo il diritto di mettere a frutto le proprie competenze.
Clara Galante e i suoi gioielli ispirati dal teatro
Collane e monili dai personaggi interpretati sulla scena
28 febbraio 2020
14:19
– C’è la collana ispirata a Medea e il laccio nato interpretando Irene Brin, oppure il girocollo creato mentre vestiva i panni di Giovanna D’Arco, nella mostra intitolata Ethereal Creature – Opere da Indossare, che mette in scena in una galleria di Roma i gioielli creativi ispirati al teatro della talentuosa Clara Galante, attrice, regista, autrice, protagonista del teatro italiano, interprete di alcune tra i personaggi femminili più iconici della storia del teatro.
Motivi di Unione è il nome del progetto dove i personaggi portati in scena si fanno gioiello. Gioiello e personaggio in cerca della giusta intonazione della voce, del fluido movimento della mano, della decisione di un passo, della velocità delle lacrime e della luce di uno sguardo: Medea, Etty Hillesum, Irene Brin, Marina Cvetaeva, Giovanna d’ Arco, Clitennestra ed altre.
Clara nelle pause delle prove, nelle attese dei camerini, a volte intreccia fili di lana, a volte ribatte rame e fissa antiche gemme, unisce gomme naturali e aggiunge oggetti della vita dei personaggi che porta sulla scena. In questi pezzi unici, l’artista restituisce alla vita preziosa di ognuna, nuove forme di vita. Ogni gioiello è un pezzo unico accompagnato da un testo poetico scritto a mano che aspetta di essere letto. Non poteva essere diversamente per una che l’arte e la moda ce l’ha nel dna, visto che è la cugina prediletta diel noto stilista italia-francese Maurizio Galante. “Grandi maestri mi hanno accompagnata in questo viaggio – spiega Clara – che somiglia alla vita. Peter Brook, Luca Ronconi, Vittorio Gassman, Marco Bellocchio. Da Mariangela Melato ho ereditato un flauto di Pan, diceva che la mia voce era un flauto. Da Ronconi, il privilegio di stargli accanto come attrice, assistente, amica e la donna che lo faceva ridere. Da Peter Brook, ho avuto in dono un peplo rosso con cui mi battezzó dicendo ‘non è il lavoro che ti farà grande, sei tu che farai grande il lavoro’. Di Valentina Cortese restano l’amore, l’ironia, e l’eleganza del cuore e un paio di plateau suoi, realizzati a mano, forse un regalo di Fellini”.
Jody Cecchetto, do il 100% tra tv, radio e social
Figlio d’arte, attore e webstar su DeaKids con Ready Music Play
28 febbraio 2020
14:48
– Un’amichevole battaglia di lip sync (cioè far finta di cantare una hit di ieri o di oggi in playback, a volte anche costruendoci sopra una coreografia) nella quale si sfidano quattro giovani influencer popolari sul web, Sofia Dalle Rive, Caterina Cantoni, Virgitsch e Giulia Savulescu. Il terreno di gioco è “Ready Music Play!” ripartito con nuove puntate dal 24 febbraio ogni lunedì alle ore 14.10 su DeaKids (in esclusiva su Sky al canale 601). A condurre c’è il 25enne Jody Cecchetto (figlio di Claudio), che ha già dimostrato di sapersi muovere su tutti i media dalla (web) radio, con il suo programma, in diretta ogni giorno su Rds Next al fare l’attore in serie teen (Alex & Co, Maggie & Bianca) e più adulte (Non uccidere), senza dimenticare internet. Tra gli ultimi successi il canale you tube di Anthony IPant’s (nome d’arte di Antonino Pantò, classe 1994), che in trio con Jody Cecchetto e Antonino Reale (Red Nose) commenta reality e tv trash (da Ciao Darwin a La pupa e il secchione) ottenendo milioni di visualizzazioni.
“Mi è piaciuto il progetto di Ready Music Play! Perché unisce il concetto di sfida e di gioco – spiega Jody Cecchetto – è puro divertimento, anche perché nel corso degli episodi si scambiano le coppie che si affrontano con diverse canzoni, outfit e background. Tra tutti noi c’è un’interazione molto naturale, vengono fuori delle gag carine e inaspettate”. Un programma come questo che unisce nuovi media e televisione “è un tentativo per me riuscito di avvicinare generazioni diverse davanti alla tv. Ci sono elementi classici e ripensati come la mia cover aggiornata del Gioca Jouer (il grande successo lanciato dal padre Claudio nel 1981) rivisto con le parole e i gesti legati al web e ai social. C’è un incontro di linguaggi che può far dialogare genitori e figli”. Poi il lip sync è una forma di divertimento che domina sui social: “basti pensare a TikTok, che prima, quando si chiamava Musical.ly, era quasi esclusivamente fatto di lip sync”.
Coronavirus: nuovo murales, il bacio di Hayez con l’amuchina
Firmato dallo street artist Tvboy e pubblicato sui social network
28 febbraio 2020
17:30
“L’Amore ai tempi del Co…vid-19”. Questo il titolo del nuovo murales firmato dallo street artist Tvboy e pubblicato sui social network. Nell’opera compaiono i due protagonisti del celebre ‘Bacio’ di Francesco Hayez con tanto di mascherina e Amuchina nelle mani contro il coronavirus. La didascalia è accompagnata dall’hashtag #MilanoNonSiFerma. Presumibilmente il murales si trova nel capoluogo lombardo anche se l’autore non lo specifica.
Strega: Ballestra e Barone tra nuove segnalazioni
Arrivano a 35 i titoli proposti
28 febbraio 2020
16:14
– A pochi giorni dal termine, il 3 marzo, per presentare le segnalazioni al Premio Strega 2020, crescono le proposte degli Amici della Domenica che arrivano a 35 titoli.
I cinque nuovi libri pubblicati sul sito del premio http://www.premiostrega.it sono: Luciano Curreri con ‘Volevo scrivere un’altra cosa’ (Passigli), proposto da Alessandro Barbero; Cynthia Collu con ‘L’amore altrove’ (DeA Planeta), proposto da Ferruccio Parazzoli; Raffaele Mozzillo con ‘Calce. O delle cose nascoste’ (effequ), proposto da Filippo La Porta; Silvia Ballestra con ‘La nuova stagione’ (Bompiani), proposto da Loredana Lipperini e Marta Barone con ‘Città sommersa’ (Bompiani), proposto da Enrico Deaglio.
L’annuncio della dozzina sarà il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 10 giugno, quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo.
La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.
Restaurato Terrazzo di Giunone, torna anche Putto Verrocchio
Sala che un tempo fu loggiato in Palazzo Vecchio
FIRENZE
28 febbraio 2020
16:42
– Completato il restauro del ‘Terrazzo di Giunone’, sala attigua alla salone degli Elementi di Palazzo Vecchio a Firenze nella quale è stato riposizionato il ‘Putto con delfino’ del Verrocchio, anch’esso restaurato nei mesi scorsi. I lavori, costati circa 60mila euro, sono stati presentati oggi. Il Terrazzo di Giunone, portato a compimento nel 1557, si presenta come una stanza di modeste dimensioni, ma è così chiamato perché in origine era una loggia con colonne che si affacciava sul versante nord-orientale della città.
Successivamente fu chiuso a seguito di interventi di ampliamento del palazzo. Dal secolo scorso, è stato spiegato, ospita al centro il celebre Putto del Verrocchio, icona di Palazzo Vecchio, capolavoro di una delle personalità artistiche più importanti del ‘400 fiorentino.
Gli affreschi del Terrazzo di Giunone presentavano estese ridipinture, numerose ricostruzioni e stesure di colle e resine di varia natura, frutto di interventi di restauro precedenti. E’ stato così necessario un intervento di pulitura, preceduto dal preconsolidamento delle scaglie decoese, finanziato da Friends of Florence. E’ tornato al suo posto anche il Putto del Verrocchio restaurato lo scorso anno in occasione della mostra a Firenze su Verrocchio. Anche l’impianto di illuminazione della sala è stato completamente rivisto.
Dopo tre anni esce nuovo singolo di Lady Gaga
‘Stupid Love’ accompagnato da video girato con iPhone 11 Pro
NEW YORK
29 febbraio 2020
10:29
Dopo tre anni di attesa esce il nuovo singolo di Lady Gaga. L’annuncio è stato fatto dalla stessa pop star, che, oltre ad un fermo immagine, ha condiviso sui social media e sul suo canale su YouTube anche il video che accompagna la canzone.
Il filmato, girato interamente con un iPhone 11 Pro, mostra Little Monsters come un’eroina extraterrestre tutta in rosa.
L’ultimo singolo di Gaga, ‘The Cure’, è uscito nell’aprile del 2017, nel frattempo ha lavorato alla colonna sonora del film ‘A Star is Born’ e ha firmato un contratto di due anni per una residency al Park MGM in Las Vegas.
47 mostre ed eventi, il ricco 2020 di Roma
Dai Marmi Torlonia a Villa Borghese
29 febbraio 2020
10:25
Sarà un 2020 pirotecnico per musei comunali di Roma. I Marmi Torlonia, l’ arte contemporanea a Villa Borghese, la storia della città dalla Breccia di Porta Pia alla Prima Guerra Mondiale come focus per le celebrazioni dei 150 anni di Roma Capitale, la grande archeologia dell’ Urbe Repubblicana, sono tra gli appuntamenti di maggior spicco del calendario di 47 mostre che coinvolgeranno le sedi espositive del sistema capitolino. Luca Bergamo, vicesindaco con delega alla Crescita Culturale, presentando il programma nella Centrale Montermartini, ha messo in luce il risultato del lavoro di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della città: “Dal 2016 al 2019, ad eccezione di una lieve flessione nel 2018, c’è stato un aumento costante dei frequentatori del sistema museale, passato da un milione e 700 mila a due milioni e 70 mila ingressi”.
Il calendario messo a punto con la Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali diretta da Maria Vittoria Marini Clarelli e con Zetema, punta a rafforzare la tendenza, a partire appunto dalla mostra più attesa, “I marmi Torlonia. Collezionare capolavori”, promossa con il Ministero dei Beni Culturali e la Fondazione Torlonia, in programma dal 4 aprile al 10 gennaio 2021 a Palazzo Caffarelli, recuperato come spazio espositivo dei Musei Capitolini dopo 55 anni di chiusura e inaugurato per l’ occasione. “E’ un evento di importanza mondiale – ha detto Bergamo -. L’ allestimento è curato dallo studio Chipperfield ma la disposizione degli ambienti è opera della Sovrintendenza capitolina”. Per “Back to Nature”, dal 23 aprile a dicembre nel Parco dei Daini di Villa Borghese, saranno installate grandi opere realizzate da artisti internazionali, da Mario Merz a Edoardo Tresoldi, Mimmo Paladino, Grazia Toderi, Andreco e Davide Rivalta. Arte contemporanea protagonista anche con l’esposizione “Shepard Fairey. 3 Decades of dissent” alla Galleria d’ Arte Moderna (13 giugno-11 ottobre) con i lavori di Fairey, uno degli artisti di Urban Art più conosciuti a livello globale, accostati alle opere della Galleria. Le grandi trasformazioni della città tra il 1870 e il 1915 – che passò da 250 mila abitanti a 500 mila – saranno sarà al centro della mostra a Palazzo Braschi (novembre 2020-marzo 2021) , Dalla Breccia di Porta Pia la vita quotidiana dei romani sarà raccontata da filmati e fotografie rare come quelle degli ospedali allestiti a Villa Torlonia per i soldati feriti.
I Musei Capitolini, a Palazzo Caffarelli, ospiteranno dal 12 marzo al 13 settembre “Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi”, esposizione di dipinti caravaggeschi della raccolta del grande storico dell’arte, nella ricorrenza dei 50 anni dalla morte. Degli scavi voluti da Bonaparte a Roma, intesi come strumento di propaganda imperiale, parla la mostra Napoleone e l’archeologia in programma da ottobre 2020 a marzo 2021 ai Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali. Altro appuntamento di rilievo, La Roma della Repubblica – secondo capitolo del ciclo “Il racconto dell’archeologia” inaugurato nel 2018 con la “Roma dei re” – da settembre/ottobre 2020 a luglio 2021 a Palazzo Caffarelli ai Musei Capitolini. E ancora, La collezione di giocattoli di Roma Capitale al Museo di Roma a Palazzo Braschi dal 29 aprile all’11 ottobre 2020; nella Centrale Montemartini da settembre 2020 fino marzo 2021 i Mosaici delle Collezioni Capitoline. La Galleria d’Arte Moderna dal 28 ottobre al 16 febbraio 2021 racconterà le trasformazioni dell’immagine maschile nell’arte fra secondo Ottocento e inizio del XXI secolo nella mostra “Ciao maschio! Volti, potere e identità dell’uomo contemporaneo”. Per la fotografia il Museo dell’Ara Pacis proporrà il lavoro del grande Josef Koudelka in “Radici”, dal 1 ottobre al 31 gennaio. Il Museo di Roma in Trastevere da maggio in collaborazione con RAI Teche e con il Comune di Milano grande mostra sugli interpreti di spicco della fiction italiana dagli anni ’50.
Infine, al Museo Civico di Zoologia sarà protagonista a settembre-ottobre ‘La vita delle Api’.
Fondazioni liriche: Cdi conferma Colabianchi a Cagliari
Atteso l’ok del ministro Franceschini, poi scelta del direttore
CAGLIARI
28 febbraio 2020
18:04
– Si sblocca l’impasse al Teatro Lirico di Cagliari: il Consiglio di indirizzo ripropone il nome di Nicola Colabianchi per il ruolo di Soprintendente. Per la nomina ufficiale ora dovrà però attendere l’ok del ministro della cultura Dario Franceschini. Il compositore e direttore d’orchestra in realtà era già stato indicato dal Cdi e poi confermato dal governo lo scorso novembre. Ma il suo mandato portava una data di scadenza, 22 dicembre 2019. Colabianchi è rimasto in sella anche per i successivi quarantacinque giorni di prorogatio. Ma poi è stato costretto a fare momentaneamente le valigie.
Così dallo scorso 6 febbraio il Teatro è rimasto senza guida, scatenando le preoccupazioni dei sindacati. La situazione si è sbloccata con la nomina del componente del Cdi indicato dal ministero, Pino Calledda. A quel punto il presidente della Fondazione, il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, ha potuto fissare la data del nuovo Consiglio. E oggi c’è stata la svolta.
Prima è stato scelto il quinto componente del Consiglio, Giandomenico Sabiu. Poi si è passati all’indicazione del numero uno. E la scelta è caduta su Colabianchi. Ora, dopo il sì di Franceschini, spetterà al Soprintendente nominare il nuovo direttore artistico.
Berlino, stasera l’Orso d’oro e Rasoulof spariglia i giochi
C’è anche l’Italia in corsa con Favolacce ed Elio Germano per i premi della 70/a edizione
29 febbraio 2020
10:27
Stasera la premiazione del Festival di Berlino.  Come spesso accade nell’ultimo giorno ai festival arriva il film che spariglia tutto. Si tratta di THERE IS NO EVIL di Mohammad Rasoulof, film composto da quattro storie che sono un vero pugno allo stomaco al regime iraniano. Di scena la pena di morte in un regime e la responsabilità individuale. Per il resto, cinque i film in corsa: DAU. NATASHA di Ilya Khrzhanovskiy e Jekaterina Oertel; l’indie movie con aborto, NEVER RARELY SOMETIMES ALWAYS di Eliza Hittman; l’onirico UNDINE di Christian Petzold; MY LITTLE SISTER di Stéphanie Chuat e Véronique Reymond, film tra dolore e teatro e infine, in pole position, il nostro FAVOLACCE di Damiano e Fabio D’Innocenzo. Sul fronte Italia VOLEVO NASCONDERMI di Giorgio Diritti potrebbe correre per l’Orso al miglior attore da assegnare ad Elio Germano che, tra l’altro, è anche uno dei protagonisti di FAVOLACCE. Tornando a DAU. NATASHA di Ilya Khrzhanovskiy ha dalla sua una singolare sperimentazione antropologica sado-maso e un progetto che ricorda un Truman Show stalinista capace di liberare le zone oscure dell’uomo. Ma è NEVER, RARELY, SOMETIMES ALWAYS di Eliza Hittman quello che mette d’accordo tutti . Di scena una storia on the road di una 17enne della Pennsylvania rurale alle prese con aborto, a New York. C’è poi UNDINE del regista tedesco Christian Petzold, tra amore, mito, fiaba e storia di Berlino e ancora un film tedesco: MY LITTLE SISTER di Stéphanie Chuat e Véronique Reymond che mescola, amore del teatro, Shakespeare, dolore, poesia e legame tra gemelli. Volano del film la performance di Lars Eidinger, attore teatrale omosessuale che si ammala di una forma di leucemia aggressiva. A lui potrebbe arrivare un meritato premio come miglior attore.
SIBERIA di Abel Ferrara porta in quota l’Italia al 70%, anche se non ha avuto buona accoglienza da parte della stampa estera, ma alcune immagini come quella del sole nero in una grotta sono rimaste nel cuore di molti.
Restaurato Terrazzo di Giunone, torna anche Putto Verrocchio
E’ sala che un tempo fu loggiato in Palazzo Vecchio
FIRENZE
28 febbraio 2020
19:54
– Completato il restauro del ‘Terrazzo di Giunone’, sala attigua alla salone degli Elementi di Palazzo Vecchio a Firenze nella quale è stato riposizionato il ‘Putto con delfino’ del Verrocchio, anch’esso restaurato nei mesi scorsi. I lavori, costati circa 60 mila euro, sono stati presentati oggi. Il Terrazzo di Giunone, portato a compimento nel 1557, si presenta come una stanza di modeste dimensioni, ma è così chiamato perché in origine era una loggia con colonne che si affacciava sul versante nord-orientale della città.
Successivamente fu chiuso a seguito di interventi di ampliamento del palazzo. Dal secolo scorso, è stato spiegato, ospita al centro il celebre Putto del Verrocchio, icona di Palazzo Vecchio, capolavoro di una delle personalità artistiche più importanti del ‘400 fiorentino.
Muciaccia torna in tv con La Porta segreta
Mister “Art Attack” su Rai2 con programma divulgazione ogni sabato
28 febbraio 2020
20:02
“Fatto”? Per la generazione dei bambini nati a cavallo del nuovo millennio era per tutti mister Art Attack. Ha insegnato a quelli che oggi sono diventati giovani uomini, come disegnare, incollare attaccare, divertendosi. Le loro mamme e i loro papà devono a Giovanni Muciaccia moltissimo, perchè con la sua serenità, faccia da bravo ragazzo, e manualità, riusciva a catturare l’attenzione di molti bimbi, anche i più distratti o monelli, non certo con i video giochi o immagini violente ,  davanti alla tv (Disney Channel, Rai 2 e infine su Rai Yoyo) ma tramite semplici lavoretti fatti in casa di grande ingegno, l’imporante era però avere sempre a portata la colla vinilica e cartonici colorati. Ora Muciaccia a 50 anni – che vanta nel suo palmares anche l’imitazione di Fiorello – a distanza di anni, torna con un nuovo programma itinerante e di divulgazione culturale nel sabato di Rai2: “La Porta Segreta”, in onda alle 17.10. Un nuovo format che accompagnerà i telespettatori a scoprire i luoghi più curiosi e misteriosi delle città italiane attraverso delle porte che consentiranno al conduttore di viaggiare nel tempo e nello spazio, seguendo il filo rosso del tema di puntata.
Affiancato da esperti d’arte, scrittori, attori, esploratori urbani, Giovanni seguirà percorsi inediti per raccontare, tra arte, architettura e storia, la straordinaria ricchezza del nostro territorio, in un modo originale e accattivante. I temi delle puntate spazieranno nei generi e andranno dalle mummie ai fantasmi dal cibo alla passione, dalle vie dell’acqua alla figura di Maria di Nazareth vista attraverso lo sguardo dei fedeli, i luoghi di culto e le opere d’arte classica e urbana, come la Madonna con la pistola di Banksy a Napoli.
Protagonisti della prima puntata saranno i fantasmi, misteriose entità soprannaturali a cui da sempre, in ogni cultura, gli uomini hanno creduto. Ma cosa sono i fantasmi? Esistono prove della loro esistenza? Per approfondire uno dei temi più affascinanti del paranormale, Giovanni Muciaccia guiderà i telespettatori in un viaggio attraverso varie città italiane, in luoghi fortemente evocativi e simbolici. Nel Palazzo Barberini di Roma verrà evocato il fantasma di Beatrice Cenci, la cui tragica storia rivivrà al cospetto del celebre ritratto che ne fece Guido Reni; un teschio conservato tra i reperti del Museo di Anatomia di Napoli offrirà lo spunto per raccontare la storia maledetta di Giuditta, l’impiccata della Vicaria; a Milano, invece, un’apparizione femminile affascinante e fatale ci farà scoprire la nera leggenda della dama velata del Parco Sempione. E, visto che ancora oggi c’è chi cerca di dimostrare scientificamente l’esistenza degli spettri, seguiremo un gruppo di “Cacciatori di fantasmi”, che cercano di rilevare la presenza degli spiriti grazie a una strumentazione tecnologica all’avanguardia. Anche la Chiesa riconosce la validità di alcuni segnali provenienti dall’aldilà e per questo Don Davide Banzato ci racconterà in quali modi concreti possono manifestarsi a noi le anime del Purgatorio. Infine, lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni racconterà come ha creato il fortunato personaggio del Commissario Ricciardi, l’indagatore che vede i fantasmi delle persone uccise. “La porta segreta” è un programma di Carlotta Ercolino, Davide Fiorani, Lillo Iacolino, Giovanna Serpico condotto da Giovanni Muciaccia, con la regia di Andrea Menghini e Manola Romizi.
Shock ai César, premiato Polanski, Adele Haenel se ne va
Proteste prima della cerimonia, fischi e imbarazzo in sala
PARIGI
29 febbraio 2020
13:35
Finisce con una premiazione shock la cerimonia della consegna dei César, gli Oscar francesi, profondamente segnata quest’anno dalla polemica per il record di nomination a Roman Polanski, regista di ‘J’accuse’ accusato di violenze sessuali. Preso di mira dalla contestazione, Polanski – assente – ha vinto il premio come miglior regista, accolto da grida e fischi in sala. Mentre Adele Haenel, l’attrice di Ritratto della Giovane in Fiamma di Celine Sciamma, diventata simbolo del nuovo “metoo” francese, abbandonava la sala gridando.

Il colpo di scena era nell’aria: tutte le 4 ore di cerimonia sono trascorse fra silenzi e battute della presentatrice Florence Foresti e dei vari vip dello spettacolo chiamati sul palco a consegnare i premi. Fra di loro Chiara Mastroianni e Fanny Ardant (premiata come miglior attrice non protagonista per ‘La belle epoque’).

Prima della cerimonia, fuori dalla Salle Pleyel di Parigi si sono radunate un centinaio di persone per contestare il record di 12 nomination al film di Polanski, diventato ormai un bersaglio della contestazione delle donne in Francia. Il regista franco-polacco, 86 anni, è da anni ricercato dalla giustizia americana nell’ambito di un procedimento per corruzione di minorenne cominciato nel 1977. Di recente, lo stesso Polanski è stato oggetto di nuove accuse di violenze sessuali da parte della fotografa francese Valentine Monnier, che sostiene di essere stata da lui picchiata e violentata nel 1975 in Svizzera quando aveva 18 anni. Come lei, altre donne hanno accusato Polanski di violenze negli ultimi anni per fatti che sono risultati tutti prescritti.

Bersagliato dalle accuse, Polanski ha fatto sapere alla vigilia della cerimonia che non sarebbe stato presente. Dopo di lui, tutta la produzione e il cast del film ha deciso di non essere presente. Le nomination avevano già scosso fin nel profondo il mondo del cinema francese, tanto che l’intera direzione del premio César, gli Oscar francesi, aveva dovuto rassegnare le dimissioni. All’annuncio del premio per la miglior regia – eventualità che il ministro della Cultura aveva già definito “un simbolo negativo” – gli occhi di tutti sono andati verso Adele Haenel, l’attrice protagonista de “La jeune fille en feu”. Lei, diventata il simbolo della protesta del nuovo cinema francese del dopo #meetoo dopo aver denunciato le molestie del regista Christophe Ruggia quando era una adolescente, si è alzata ed ha lasciato la sala gridando indignata. Dietro di lei, la regista del film, Celine Sciamma.
In sala Doppio sospetto, la paura della normalità
Dal Belgio un noir hitchcockiano al femminile di Masset-Depasse
29 febbraio 2020
10:48
– La vera paura sta nella normalità anche senza buio, musica inquietante e porte che sbattono. Per riuscire a fare questo bisogna conoscere bene la grammatica del thriller come è per Olivier Masset-Depasse già regista del pluripremiato Illégal. In questo caso il cineasta belga con ‘Doppio sospetto’, confermato in sala dal 27 febbraio con Teodora, guarda però dichiaratamente ai film di Hitchcock per raccontare un noir ricco di suspence dove la donna è protagonista soprattutto in qualità di madre. Siamo all’inizio degli anni Sessanta, e Alice (Veerle Baetens attrice di Alabama Monroe) e Céline (Anne Coesens) due quarantenni che abitano con i loro figli e mariti in due villette a schiera gemelle. Le due donne sono poi molto amiche fino a quando succede una terribile disgrazia. Alice assiste infatti, senza poter fare nulla, alla morte accidentale di Maxime, il figlio unico di Céline avuto, tra l’altro, dalla coppia con molte difficoltà. È davvero un incidente, ma Céline soffre troppo per ragionare davvero e così crede sempre più che Alice sia colpevole. Inizia così lentamente a covare un odio nascosto dietro i suoi molti sorrisi. “Dal momento in cui ho finito di leggere il romanzo ‘Derrière la haine’ di Barbara Abel sapevo che ne avrei tratto un film”,- dice il regista di questo film che ha conquistato nove premi Magritte, l’Oscar del Belgio.
I ‘Giovanissimi’ di Alessio Forgione
Secondo romanzo dello scrittore segnalato a Premio Strega 2020
02 marzo 2020
14:15
ALESSIO FORGIONE, GIOVANISSIMI (NN, PP 220, EURO 16,00). Marocco, che avevano incontrato di sfuggita in ‘Napoli mon amour’, il romanzo d’esordio di Alessio Forgione, torna nel secondo libro dello scrittore napoletano e diventa il protagonista di ‘Giovanissimi’ segnalato al Premio Strega 2020 da Lisa Ginzburg.
Chiamato così per “la sua caranagione scura, la pelle olivastra, ma soprattutto per i capelli ricci”, Marocco ha 14 anni, frequenta la prima liceo ma della scuola non gli importa nulla, si muove nella periferia napoletana ed esce raramente dal quartiere in cui vive. Si porta nel cuore un dolore terribile, l’abbandono della madre che non ha più dato notizie di se. Ha molta rabbia dentro e neppure gli allenamenti sul campo di calcio e i suoi risultati promettenti riescono a placarlo.
Forgione, 34 anni, che nel primo libro ha seguito i consigli del suo mito letterario, Raffaele La Capria, in ‘Giovanissimi’ fa un salto indietro nel tempo e ci porta alla fine degli Anni Novanta dopo averci raccontato i trentenni di oggi.
“In ‘Napoli mon amour’ Marocco fa un’apparizione. Entra in un bar e dice delle cose sul Napoli che Amoresano, il protagonista del mio primo romanzo, non condivide. Il calcio, comunque non è così importante in questo libro. Marocco gioca per riempire le giornate e non dice mai qual è la sua squadra preferita.
Racconta invece perchè gli piace Dylan Dog o i fumetti dedicati a fenomeni paranormali. E’ un ragazzo di periferia della fine degli anni Novanta e vive nello stesso quartiere di Amoresano ma i due libri, nonostante abbiano molti collegamenti, sono indipendenti. Possono essere letti separatamente” spiega Forgione che è partito dai trentenni di oggi per poi andare a vedere perchè sono diventati così.
“Quando si scrive si tende ad andare indietro piuttosto che stare al passo con i tempi. E poi a me interessava parlare degli adolescenti degli anni Novanta. Tutti diventiamo adulti a modo nostro, ma nell’adolescenza siamo stati tutti un po’ riottosi, in conflitto con i genitori” dice Forgione che racconta, anche questa volta in prima persona, con uno stile più maturo, sei-sette mesi di vita del protagonista di ‘Giovanissimi’.
La precarità e fragilità esistenziale sono di nuovo i sentimenti dominanti: “Marocco sembra duro e violento, cerca di convincersi che è una persona forte e invece scopre di essere sensibile, fragile, buono, tutt’altro che duro. Vive solo con il padre, è stato abbandonato dalla madre. Ha una ferita profonda fino a quando non conosce Serena, una ragazzina molto energica, entusiasta e si abbandona al primo amore” racconta lo scrittore che vive in una famiglia unita, con una madre sempre presente.
“Non so perchè ho pensato all’abbandono della madre, è una cosa subconscia, per nulla autobiografica, ma serviva alla storia una ferita tragica” spiega. E c’è un colpo di scena finale con una conclusione aperta della storia. Ma una certezza c’è: “Marocco ha imparato ad amare” sottolinea Forgione che è felice di essere stato proposto allo Strega. “Sono orgoglioso ma il percorso è molto lungo e non mi aspetto nulla. Lisa Ginzburg mi ha fatto una bellissima presentazione e spero che il libro continui il suo cammino” afferma. “Romanzo/silloge delle regole più feroci che ritmano l’ingresso all’età adulta: storia la cui potenza risiede nello sguardo e la voce di un protagonista che occupatissimo a decifrare se stesso, trova spazio tuttavia per far parlare ciascuno. Con quella empatia autentica che è intimamente connaturata solo ai veri scrittori” così ne parla la Ginzburg nella presentazione.
Intanto ‘Napoli mon amour’ “debutta in teatro il 23 aprile al Mercadante di Napoli in un adattamento con tre attori in scena e sto già pensando a un nuovo romanzo in cui voglio incrociare tutti i personaggi” annuncia lo scrittore che è tornato a vivere a Napoli dopo un periodo a Losanna, ma vedremo se gli piacerà.
Coronavirus: a teatro con 1 euro per battere il panico
Iniziativa dello Stabile di Bolzano per lo spettacolo con Haber
BOLZANO
29 febbraio 2020
10:53
– Contro il panico da Covid-19, il Teatro Stabile di Bolzano lancia il biglietto “last virus” ad un euro.
Con l’iniziativa si cerca di far fronte al consistente numero di defezioni degli abbonati, a causa dei timori legati alla diffusione del coronavirus, alle repliche dello spettacolo “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller, diretto da Leo Muscato ed interpretato da Alessandro Haber. Lo spettacolo sarà in scena nel teatro bolzanino fino a domenica primo marzo.
Il biglietto “antipanico”, spiega una nota dello Stabile, è “un invito alla cittadinanza a stemperare il clima allarmistico di questi giorni” ed allo stesso tempo “si propone di estendere a un pubblico più vasto la possibilità di gustarsi un caposaldo della letteratura internazionale”.
I venti anni di Futur-ism, il sito dell’ Avanguardia
Banca dati di collezionisti e opere. Miniera per musei e mostre
29 febbraio 2020
11:04
– C’ è la mano dell’ inventore di un marchio della moda molto in voga negli anni Ottanta dietro la banca dati del Futurismo, che mette a disposizione di musei e curatori di mostre oltre 1500 opere certificate e catalogate di artisti grandi e poco conosciuti affascinati dalla strada indicata da Filippo Tommaso Marinetti. Futur-ism, il sito dell’ Avanguardia, spegne quest’ anno le sue venti candeline, cambia veste grafica e festeggerà dedicando in aprile una grande mostra a Giacomo Balla, il maestro indiscusso del movimento. Massimo Carpi gettò le basi di questa vera miniera di capolavori nel 2000, quando già da tempo si era fatto un nome come uno tra i più importanti collezionisti italiani di arte moderna. “Il mio primo quadro – racconta – fu un Mirò senza titolo che pagai 60 milioni, quanto mi costò la casa che avevo appena comprato. L’ ho rivenduto e oggi avrà un valore di almeno tre milioni e mezzo di euro”. La sua raccolta di trofei conta oggi pezzi da novanta pezzi dei grandi maestri futuristi delle origini, Balla, Boccioni, Carrà, Russolo, Severini, ai quali si sono aggiunti i nomi di spicco degli anni Venti e Trenta, da Depero a Prampolini, Dottori, Crali , Baldessari, Tato. A consigliargli di puntare su pezzi di grande pregio fu Enrico Crispolti, autorità della critica d’arte e uno dei massimi esperti di Futurismo. “Diventai il suo ‘cocchetto’, mi consigliava in ogni modo e mi fece conoscere le figlie di Balla, Luce ed Elica. Da loro acquistai una cartolina, che ho ancora, donata dall’ artista nel 1918 al chirurgo Neuschuler che aveva operato la madre”. Carpi fece altri acquisti e quando la sua collezione ebbe un certo peso i curatori di mostre cominciarono a chiedergli opere in prestito. Pensò quindi di creare una associazione di collezionisti per facilitare la ricerca delle opere da proporre ai musei e agli organizzatori delle rassegne.
Oggi gli associati sono 150. Futuris-ism offre anche consulenza e perizie per l’ attribuzione, la certificazione e la stima delle opere ed è la memoria storica delle 155 mostre sul futurismo organizzate grazie al suo contributo”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Il Quinto Giorno, Rai nel fanta thriller sugli oceani
Rai Fiction nella coproduzione serie bestseller Frank Schätzing
29 febbraio 2020
19:40
La ribellione della vita oceanica sta per prendere forma sul piccolo schermo con una produzione realizzata in tutto il mondo, prevista per un canale tedesco ma girata in inglese per arrivare sui mercati internazionali. Rai Fiction, France Télévisions e Viaplay si uniscono a Intaglio Films, ndF e all’emittente pubblica tedesca ZDF per coprodurre il thriller Il quinto giorno. L’adattamento del bestseller di fantascienza omonimo di Frank Schätzing, tradotto in 25 lingue, sarà girato in autunno. Thriller contemporaneo composto da 8 episodi da 45 minuti, è la storia di un gruppo di scienziati che cercano di fronteggiare una scoperta shock sulla fauna acquatica: nuove forme di vita intelligenti sono presenti sul nostro pianeta, pronte a vendicarsi della devastazione del proprio habitat subita per mano dell’uomo. Showrunner della serie sono il candidato all’Oscar Mark Huffam (Il Trono di Spade, Salvate il Soldato Ryan) e il premio Emmy Frank Doelger (Il Trono di Spade), direttore creativo e responsabile della produzione di Intaglio Films, insieme a Eric Welbers di dindF e all’autore Frank Schätzing. Il premio Emmy Robert Sterne (Chernobyl, The Crown) cura il cast.
«Siamo stati in grado di riunire un cast di talenti stellari. Siamo felici della partecipazione di Mark e Robert – entrambi creatori visionari che innalzeranno ulteriormente il livello di questo progetto. Siamo inoltre entusiasti di accogliere Rai Fiction, France Télévisions e Viaplay tra i nostri partner», afferma Frank Doelger.
E’ un thriller contemporaneo in cui le anomalie e i comportamenti della fauna acquatica causano sconvolgimenti in tutto il mondo. La serie segue un gruppo di scienziati che si uniscono per fronteggiare una delle più grandi sfide che l’umanità abbia mai affrontato.
Era il 2005 quando usciva da noi il secondo (e di maggior successo) romanzo dello scrittore tedesco Frank Schätzing con il titolo Il quinto giorno, laddove quello originale, Der Schwarm ovvero Lo sciame, veniva poi intitolato in inglese con The Swarm.
Il titolo italiano si rifà al titolo dato al proprio rapporto da uno dei protagonisti, che a sua volta è una citazione biblica, ovvero il quinto giorno vennero creati il mare e i suoi abitanti.racconta di eventi innaturali come cominciano ad avvenire nel mondo marino in tutto il globo: milioni di strani vermi compaiono in fondo al mare del nord, scavandosi la strada verso del metano congelato, minacciando di destabilizzare l’intero fondale subacqueo. Sciami di molluschi marini impediscono anche alle navi più grandi di fare manovra, meduse tossiche, aragoste e balene cominciano ad attaccare gli umani sulle coste di tutto il mondo.
Così il mistero va svelandosi seguendo molteplici personaggi e trame attraverso l’intero pianeta, per scoprire cosa stia creando un fenomeno in grado di creare una vera apocalisse.
Coronavirus: Musei aperti in tutta la Sicilia, niente panico
Domani visite gratuite prima domenica mese, in deroga
PALERMO
29 febbraio 2020
11:36
– Niente panico da coronavirus in Sicilia dove domani 1 marzo, come è ormai abitudine per ogni prima domenica del mese, i musei, le aree archeologiche e i siti regionali sono aperti e ad ingresso libero (la sospensione decisa dal Mibact non riguarda la Sicilia regione autonoma). Per rendere l’offerta ancora più allettante, invitando soprattutto i siciliani ad “invadere” pacificamente i luoghi, sono numerose le proposte nei luoghi i cui servizi sono gestiti da CoopCulture. A Palermo come ad Agrigento dove sono aperti gratuitamente sia la Valle dei Templi – con un tour nelle antiche necropoli paleocristiane – che il Museo archeologico Griffo. A Palermo aperti gratuitamente fino alle 13, il Museo Archeologico Salinas e il Castello della Zisa, tra visite guidate a tema e laboratori gioco per bambini, in programma anche al Chiostro dei Benedettini a Monreale. Aperto fino alle 18 (ma con il pagamento del biglietto) l’Orto Botanico dove sarà proposta una visita guidata “green”.
Musei: chiude Marini a Pistoia, protesta
1 marzo manifestazione davanti alla sede
PISTOIA
29 febbraio 2020
13:27
– Manifestazione di protesta domani domenica 1 marzo a Pistoia, a partire dalle 11.30, contro la chiusura del museo Marino Marini di Pistoia che scatta domani.
La cooperativa che effettua il servizio di portineria del museo non sta ricevendo da qualche tempo il pagamento del servizio e ha annunciato di non essere più in grado di svolgerlo. ‘Marino muore due volte’, il titolo dell’iniziativa alla quale è annunciata la presenza del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, dell’assessore toscano Federica Fratoni, degli ex dipendenti della struttura con i sindacati, oltre ai tanti cittadini che in queste settimane hanno sostenuto le varie iniziative di protesta contro il trasferimento delle opere del grande scultore pistoiese a Firenze.
Sulla questione è intervenuto anche il sindaco della città toscana, Alessandro Tomasi che “in qualità sia di primo cittadino che di membro del Cda della Fondazione Marini” insieme all’Amministrazione, si legge in una nota, “sta continuando ad agire nell’interesse collettivo, per ripristinare i corretti rapporti tra cooperativa e Fondazione, al fine di riattivare questo fondamentale servizio e per garantire a tutti la fruibilità del museo”.
Coronavirus: la Scala chiusa fa gli auguri video a Rossini
Performance del cast del Turco in Italia con direttore Fasolis
MILANO
29 febbraio 2020
19:23
In tempo di Coronavirus, con il teatro chiuso la Scala sdrammatizza e regala una performance per il compleanno di Gioachino Rossini.
Il teatro ha infatti postato un video in cui a cantare ‘Tanti auguri a te’ è parte del cast del Turco in Italia, di cui sono state sospese le repliche.
Dalla platea illuminata come quando c’è il pubblico, con il direttore Diego Fasolis a dirigere dalla buca (anche se seduto accanto al pianista e indossando abiti casual), i cantanti fanno gli auguri al compositore con tanto di acuti ed assoli.
Torna il professor Salvi in ‘Il Bagno di Apollo’
Secondo giallo della giornalista e scrittrice Albina Olivati
29 febbraio 2020
17:37
– ALBINA OLIVATI ‘IL BAGNO DI APOLLO’ (DRAW UP 126 PP, 12 EURO) Confortata da una buona accoglienza di critica e di pubblico con il suo primo giallo ‘Termine Corsa’, la giornalista e scrittrice Albina Olivati torna in un luogo di un delitto o meglio vi fa tornare il professor Ersilio Salvi docente di matematica ma con una inspiegabile ma logica competenza criminologica. Anche se da Sondrio – gli anni sono i Sessanta-Settanta – l’insegnante è in trasferta a Bormio non ancora la famosa località turistica e sciistica di oggi della Valtellina.
In ‘Il Bagno di Apollo’ (126 pp, 12 euro), anch’esso edito nella Collana Elite della DrawUp, l’ autrice dà sfogo alla sua fantasia: nelle acque delle terme viene trovato morto il ragioniere Battista Menaroli, vedovo, vita irreprensibile fra le gite organizzate dal parroco e le vacanze estive sulla Riviera romagnola. Con una intrigante scrittura, tipica della cronista, Albina Olivati costringe ad arrivare a un finale sorprendente.
Nel romanzo si nota l’impostazione logica-matematica di molti giornalisti alle prese con i delitti nella loro carriera, affiancata alla capacità di raccontare un ambiente fin nei minuti particolari così’ che sembra di essere all’interno di una storia che ha molto della realtà.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Argentina pieno per il Cechov di Alessandro Serra
intenso e poetico Giardino dei ciliegi del regista di Macbettu
29 febbraio 2020
19:22
Bella sorpresa, mentre cinema e ristoranti sono deserti, trovare completamente pieno il teatro Argentina plaudente a una replica feriale dell’intenso e bellissimo Cechov del ”Giardino dei ciliegi” nell’allestimento di Alessandro Serra, regista del sorprendente ”Macbettu” della scorsa stagione, oggi cooprodotto e in più usato per il proprio Ibsen in arrivo all’Eliseo da Umberto Orsini. Da non perdere, si replica a Roma sino a domenica 8 marzo, poi in tournée con, per ora, tappe principali a Padova (25/29 marzo), Bologna (2/5 aprile), Cuneo (8 aprile).
Uno spettacolo di grande fascino che forse per la prima volta trova quella lettura da vaudeville tanto auspicata dallo stesso Cechov in giusto equilibrio col senso di tragedia che incombe nella incosciente levità con cui aspettano il disastro annunciato tutti i personaggi, tranne Lopachin (Leonardo Capuano), che rappresenta il nuovo che avanza, la borghesia concreta e imprenditoriale a confronto con la nobiltà che ha ormai perso ogni contatto con la realtà e si lascia scivolare verso la fine. Un testo corale in cui, tranne questa attesa, con l’inevitabile, annunciata conclusione, non accade praticamente nulla al ritorno della nobildonna Ljubov (Valentina Sperlì) nella sua tenuta, ormai gravemente ipotecata e messa all’asta, dopo cinque anni all’estero e aver sperperato tutti suoi averi, con le figlie Anja (Maria Cortellazzo) e Varja (Petra Valentini), e dove vive il fratello Gaiev (Fabio Monti).
Serra, quasi a realizzare un allestimento che è come all’opposto di quello realista celebre e storico di Visconti, gioca molto sul movimento in un palcoscenico nudo e lavora praticamente solo sugli attori, tutti da ricordare assieme per l’ottimo livello, qualche oggetto di scena (un armadio, delle sedie, un carretto, valigie…) mentre prendono grande rilievo e significato le luci e le ombre, firmate da lui stesso con anche scene e costumi, eleganti, stilizzati nel rimandare modernamente all’epoca. E’ l’essenza del teatro, e realizza momenti di vera poesia in questo luogo senza una parete in cui fa prendere vita alle ombre di persone che è come fossero già morte senza saperlo, quindi leggere nel loro essere e muoversi senza voler guardare in faccia l’incombente dramma che li sta tutti travolgendo. Ci sono momenti bellissimi di movimenti corali, amplificati dal moltiplicarsi degli stessi personaggi in un gioco di ombre che è come danzassero incoscienti sull’orlo del baratro, che il giorno dell’asta aspettano ansiosi come sperando in un miracolo che del resto sanno impossibile.
Sarà Lopachin, figlio di un loro ex contadino, a comprare e lottizzare il Giardino dei ciliegi, dopo che aveva più volte invitato loro stessi per salvarsi a farlo, ma trovano la cosa troppo volgare e non possono pensare in prima persona a distruggere la grande bellezza di questo giardino, quasi fantasmatico quando lo evocano nella sua evanescenza alla luce della luna nel periodo della fioritura. Incombono simboli, belle, intense invenzioni visive di Serra, come l’assordante ruotare infinito della ruota di un carretto rovesciato proiettata grande ombra sul fondo, quasi un allusione all’arcolaio delle Parche, a un tempo che passa rapido verso la fine, o il bloccarsi di tutti i personaggi assieme come in una foto di gruppo, in cui c’è già la malinconia di uno sguardo futuro, sino a particolari quali il bacio col fumo del sigaro tra Anja e l’eterno studente Trofimov. Nessuno riesce a concludere qualcosa veramente, persino Lopachin non riesce a dichiararsi alla pur amata Varja, e tutti alla fine si disperdono per il mondo alla ricerca di un modo per sopravvivere. Nella casa vuota, mentre fuori iniziano i lavori per distruggere il giardino, resta dimenticato il vecchio servo Firs (Bruno Stori), anche lui legato al passato tanto da aver rifiutato a suo tempo la liberazione dalla schiavitù della gleba.
Rai Yoyo, 44 Gatti, al via seconda stagione
29 febbraio 2020
16:23
I quattro mici più simpatici della TV sono pronti a entusiasmare il pubblico di tutta Italia con le loro nuove avventure. Dopo l’anteprima su Rai Play il 15 febbraio, e l’anticipazione del primo episodio sul canale YouTube ufficiale, “44 Gatti”, il cartone che ha conquistato il cuore di grandi e piccini, arriva finalmente sul piccolo schermo con l’attesa seconda stagione. I nuovi episodi andranno in onda, sempre su Rai Yoyo, da lunedì 2 marzo, tutti i giorni alle 19.10.
Prodotta da Rainbow in collaborazione con Antoniano e Rai Ragazzi, 44 Gatti è la serie rivelazione che da novembre 2018 sta conquistando un pubblico sempre più ampio, sia in Italia che all’estero. E dopo aver ‘gattizzato’ le emittenti televisive e le piattaforme streaming di tutto il mondo, il nuovo capitolo del classico prescolare Made in Italy firmato Rainbow si prepara a stabilire un nuovo record.
In questa nuova stagione di 52 episodi, i Buffycats e la loro adorabile Nonna Pina saranno accompagnati da nuovi esilaranti amici animali e umani, affronteranno missioni sempre più ‘a prova di gatto’ e stupiranno il pubblico con tantissime sorprese. Il mix esplosivo di azione, comicità, amicizia e musica fa di 44 Gatti una serie in grado di coinvolgere ed appassionare i bambini e le famiglie di tutto il mondo. A curare la colonna sonora è ancora Antoniano, con le canzoni originali cantate dal Piccolo Coro.
Coronavirus: flashmob guide turistiche Firenze
Lanciato hashtag #Italyissafe
FIRENZE
29 febbraio 2020
14:30
– Guide turistiche che lavorano a Firenze hanno dato vita stamani in piazza della Signoria a un flashmob, lanciando l’hashtag #Italyissafe con l’obiettivo di combattere “la psicosi generata dall’emergenza Coronavirus” che ha portato alla cancellazione di prenotazioni turistiche in Italia da tutto il mondo.
In questo momento “abbiamo perdite economiche di migliaia di euro, e il nostro è un lavoro fortemente stagionale”, ha spiegato Consuelo Romero, portavoce del gruppo nato da un passaparola sul web: “Ma la realtà che noi viviamo – ha sottolineato – è che siamo insieme qua senza nessun problema, e che l’Italia è sicura. Certamente si prendono le precauzioni, si parla con i dottori, ma ‘Italy is safe’, e vogliamo che da ogni piazza dell’Italia questo grido arrivi al mondo. Iniziamo a Firenze, speriamo di espanderci come un’onda di positività che arriva dappertutto”.
600 anni Cupola Brunelleschi, concerti e videomapping
16 aprile via ad eventi per celebrare la posa della prima pietra
FIRENZE
29 febbraio 2020
15:23
– Concerti e spettacoli in prima assoluta, proiezioni notturne in videomapping 3D sull’esterno della Cupola, convegni, edizioni di libri e tour virtuali: è il programma di eventi per celebrare i 600 anni dall’inizio – il 7 agosto 1420 ci fu la posa della prima pietra – della costruzione del capolavoro architettonico di Filippo Brunelleschi, la Cupola del Duomo di Firenze, ancora oggi la più grande cupola in muratura mai realizzata, visitata ogni anno da quasi un milione di persone provenienti da ogni parte del mondo.
Ad aprire il programma di iniziative predisposto dall’Opera di Santa Maria del Fiore, e presentato oggi a Firenze, sarà il concerto La Cupola armonica, il 16 aprile in Duomo, con l’esecuzione in prima assoluta del ‘Sognatore di cupole’ per coro, voci bianche e strumenti composto da Salvatore Sciarrino su commissione dell’Opera. E per la prima volta dopo secoli sarà riproposta la prassi di cantare e suonare con i musicisti sistemati non solo a terra ma anche sui ballatoi che corrono lungo il perimetro delle absidi e della cupola stessa.
L’8 ottobre sarà la volta della prima dello spettacolo teatrale ‘Con il cielo dentro’ di Giancarlo Cauteruccio da un’opera inedita di Davide Rondoni, e il 20 novembre chiuderà le celebrazioni il dramma in musica ‘Oltre l’azzurro. Il sogno di Brunelleschi’, con musica di Silvia Colasanti e testo di Maria Grazia Calandrone.
A settembre 2020 saranno invece realizzate proiezioni notturne in movimento su alcune delle vele della Cupola, per raccontare con elaborazioni grafiche tridimensionali gli aspetti più significativi della costruzione del monumento: le proiezioni saranno visibili dalla parte sud della città, e in particolare da piazzale Michelangelo.
Dopo mostra per centenario Villa Sordi sarà museo
Da tribunale un no a richieste successori, rinuncia all’appello
29 febbraio 2020
16:43
– Dopo il boom di prenotazioni per la grande mostra che si terrà dal 7 marzo al 29 giugno nella villa romana di Alberto Sordi, aperta al pubblico per la prima volta, arriva la notizia che la casa diventerà un museo. Infatti, come oggi anticipato dalle pagine del quotidiano Il Messaggero, i 37 parenti, “aspiranti eredi che avevano impugnato il testamento di Aurelia, sorella di Alberto, hanno perso la causa. La sentenza del tribunale di Roma da il via libera all’operazione”.
Dopo la sentenza del tribunale di Roma gli eredi hanno rinunciato all’appello e ciò consentirà, di fatto, l’avvio dei lavori per la realizzazione del museo nella splendida casa dove ‘Albertone’ viveva, affacciato sulle Terme di Caracalla e all’inizio della via Appia.
Nel 2018 vi fu un tentativo fallito di bloccare il patrimonio di Alberto Sordi, e poi nel tempo tutte le istanze presentate in tribunale dagli eredi sono state rigettate perché, secondo il giudice, la signora Sordi al momento dell’atto era lucidissima e lo era anche quando elargì somme di denaro all’autista e ad altre persone di servizio i quali, lo scorso febbraio, sono stati difatti assolti dall’accusa di circonvenzione di incapace.
La sentenza aveva così confermato la legittimità dell’atto con cui il patrimonio, compreso la villa, veniva destinata alla Fondazione museo Alberto Sordi di cui è presidente Italo Ormanni, presidente onorario Walter Veltroni e vicepresidente Giambattista Faralli.
Teatro: Energy, nuovo sipario d’artista creato da Plessi
Per la collezione del Tuscany hall di Firenze
FIRENZE
29 febbraio 2020
16:44
– Si arricchisce la collezione Sipari d’artista del del Teatro Tuscany Hall di Firenze.
Fabrizio Plessi, pioniere delle videoinstallazioni, da sempre vicino al tema dell’acqua, e anche firma per il teatro di più scenografie, ha realizzato Energy: l’opera sarà svelata sabato 7 marzo al Tuscany Hall, nel corso di un vernissage curato dal critico d’arte Marco Tonelli e aperto al pubblico.
Sipari d’artista, si spiega, “è una collezione unica in Italia che, dal 2005, trasforma il sipario del teatro fiorentino in una grande tela d’autore. Ad oggi ha ospitato opere di Aldo Mondino, Carla Accardi, Getulio Alviani, Mimmo Paladino, Nicola De Maria, Pino Pinelli e Luigi Mainolfi”.
Taylor Swift si fa uomo in video ‘The Man’
in era #MeToo sfida archetipi macho, tra DiCaprio e McEnroe
NEW YORK
02 marzo 2020
09:44
Taylor Swift si fa uomo per il nuovo video “The Man” che sfida, nell’epoca del #MeToo, gli archetipi del machismo attaccando i privilegi che ancora godono nel mondo maschi “alpha” come Leonardo DiCaprio in “Lupo di Wall Street o il tennista John McEnroe. Diretto e interpretato dalla Swift, irriconoscibile grazie a un elaborato make-up che la fa assomigliare in modo impressionante all’ex fidanzato Jake Gyllenhaal, il video tratto dal disco dei record “Lover”, segue le scorribande di “Tyler”, l’alter ego maschile della cantante, mentre Taylor, voce narrante, si chiede come sarebbe stata la sua vita se fosse nata nel corpo di un uomo: “Ne ho abbastanza di correre il piu’ veloce possibile chiedendomi se arriverei prima se fossi un uomo”.
Uscito giovedi’, “The Man” e’ stato visto finora da oltre 16 milioni di utenti YouTube. Taylor non prende di mira solo icone del cinema o dello sport, ma anche modi di fare comuni del maschio americano, ad esempio il “manspreading” in metropolitana quando lui si siede allargando le gambe e occupa altri due posti. Sul campo di tennis invece l’attacco e’ a McEnroe a cui ogni bizza e’ concessa mentre Serena Williams viene multata per migliaia di dollari se se la prende con un arbitro:

Berlino: Orso argento per la sceneggiatura a Favolacce
Vincono i fratelli D’Innocenzo
BERLINO
29 febbraio 2020
20:03
– L’orso d’argento per la migliore sceneggiatura va a “Favolacce”, di Damiano D’Innocenzo e di Fabio D’Innocenzo, con Elio Germano.
Coronavirus: riaprono i musei,al via stagione Reggia Venaria
Novità apertura gratuita giardini, ‘svago e bellezza per tutti’
TORINO
29 febbraio 2020
20:17
– “Che meraviglai!”, proprio come recita la sua nuova campagna: dopo la pausa invernale, e lo stop imposto dall’emergenza coronavirus, riapre martedì la Reggia di Venaria. Tante le novità, dal percorso di visita all’apertura gratuita dei giardini, dagli ingressi serali alle grandi mostre.
“La prima novità è l’apertura gratuita dei nostri Giardini fino al 29 marzo, e poi ogni prima domenica del mese – annuncia la presidente del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Paola Zini -: ci è sembrato doveroso e significativo in questo particolare momento rendere disponibili per tutti lo svago e la bellezza di questi spazi straordinari, simbolo del paesaggio italiano premiati di recente come il Parco più bello d’Italia”.
“Sono imminenti altre novità – aggiunge il direttore Guido Curto -, e siamo in pieno fermento per l’allestimento della mostra ‘Sfida al Barocco’, oltre 200 opere in arrivo da ogni parte del mondo per il traguardo dell’inaugurazione del 12 marzo: un evento culturale già indicato come imperdibile per il 2020”.
Italia vince a Berlino, è argento per i D’Innocenzo e Germano
Orso d’oro parla iraniano There is no evil di Rasouluf
02 marzo 2020
13:14
L’Italia sbanca in questa 70/ma edizione del Festival di Berlino: due film in concorso, due premi. FAVOLACCE dei semplici e geniali fratelli d’Innocenzo si porta a casa l’Orso d’argento per la miglior sceneggiatura con questa storia di ignoranza e violenza e VOLEVO NASCONDERMI di Giorgio Diritti vede premiato invece Elio Germano con l’Orso d’argento per il miglior attore per la sua interpretazione attenta di Ligabue il pittore folle che amava gli animali. Orso d’Oro, e non poteva essere altrimenti a THERE IS NO EVIL di Mohammad Rasoulof, un film composto da quattro storie che sono un vere e proprio pugno allo stomaco al regime iraniano.
E’ vero show da parte dei gemelli di Tor Bellamonaca nel ricevere il premio. Damiano guarda l’Orso e comincia a ringraziare tutti: produttori, tutto il cast, famiglia e alla fine anche il fratello Fabio. Nel suo discorso di ringraziamento ci mette pure un mortacci tua e poi fa un omaggio a Pietro Coccia, fotografo di cinema da tutti amati che non c’è più. E tutto questo tra il divertimento del presidente di giuria Jeremy Irons.
Più sobrio Elio Germano che dedica il suo premio a “tutti gli artisti, a tutti quelli storti come lui, a tutti gli sbagliati, tutti gli emarginati, tutti i fuori casta e ad Antonio Ligabue e alla grande lezione che ci ha dato, che è ancora con noi, che quello che facciamo in vita rimane. Lui diceva sempre “Un giorno faranno un film su di me ed eccoci qui!””.
Orso d’argento Gran premio della giuria va a NEVER, RARELY, SOMETIMES ALWAYS, film indie della regista Eliza Hittman che racconta una storia on the road di una 17enne della Pennsylvania rurale alle prese con aborto, difficile da vivere e da raccontare, se non a New York.
Miglior regia a THE WOMAN WHO RUN di Hong Sang Soo, un delicato dialogo al femminile pieno di sfumature, mentre l’Orso alla migliore attrice va a Paola Beer protagonista di UNDINE, che racconta l’amore attraverso il mito (quello germanico dell’Ondina) e la fiaba.
E non poteva mancare un premio a DAU. NATASHA di Ilya Khrzhanovskiy, film tra sperimentazione antropologica e verità di un progetto che ricorda un Truman Show stalinista capace di liberare le zone oscure dell’uomo tra cui quelle sado-maso. A ricevere il premio per il miglior contributo artistico è stato il direttore artistico, Jurgen Jurges. A DELETE HISTORY di Benoit Delepine e Gustave Kerven va infine il premio speciale della 70/ma edizione.
Ma vera commozione e vere lacrime arrivano con l’Orso d’oro andato al regista iraniano Mohammad Rasoulof impossibilitato dal regime ad uscire dal paese come a girare film.
Intanto il presidente di giuria Jeremy Irons, lo presenta con vero entusiasmo: “È un film che riguarda la responsabilità di ognuno di noi”. Baran, la figlia del regista, dice invece commossa: “Lui vorrebbe essere qui ma è impossibilitato a venire”. E ancora i due produttori nel ricevere il premio raccontano come non ci sia alcuna prigione che possa impedire “immaginazione e arte”. E tutti gli attori del film, e non solo, erano in lacrime.
Il cinema italiano torna a vincere al festival di Berlino. Alla 70/ma edizione, che si è chiusa oggi sabato 29 febbraio, la giuria presieduta da Jeremy irons ha premiato i fratelli D’Innocenzo per Favolacce, orso d’argento per la sceneggiatura e Elio Germano, orso d’argento migliore attore, che si è trasformato nel pittore Ligabue per il film di Giorgio Diritti Volevo Nascondermi. Germano è anche nel cast di Favolacce. Per Rutelli, presidente Anica, “è un momento d’oro per il cinema italiano, la sua qualità creativa e produttiva”.
Felice anche Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema che ha coprodotto entrambi i film. “
L’Orso d’Argento ai fratelli D’Innocenzo premia la loro capacità di maneggiare con coraggio una forma narrativa originale e molto personale, sperimentando con passione la propria idea di cinema”. Del Brocco parla di una nuova generazione di autori, che Rai Cinema contribuisce a scoprire e far crescere, un lavoro di sostegno costante che portiamo avanti anche grazie ai produttori indipendenti”, come la Pepito Produzioni di Giuseppe Saccà per Favolacce e Palomar per Volevo Nascondermi. Riconosciuto una volta ancora il grande talento di Elio Germano in questo nuovo lavoro di interpretazione “con una straordinaria capacità di calarsi nella profondità del personaggio, nella sua sofferenza come nell’ispirazione artistica”.
L’orso d’oro di Berlino è inno contro la censura
Rasouluf rischia per There is no evil. Esce in Italia con Satine
01 marzo 2020
16:40
‘There is no Evil’ di Mohammad Rasoulof, ha vinto l”Orso d’oro al festival di Berlino 2020. Uscirà in Italia distribuito da Satine di Claudia Bedogni. Dentro il film quattro storie piene di poesia con tanto di ‘Bella ciao’ cantata in italiano per far capire che questo film sa dove vuole andare. Tema delle quattro storie? La pena di morte, la repressione, la colpa e la capacità di schierarsi. Tutto parte con Heshmat (Ehsan Mirhosseini), marito e padre esemplare, un uomo che ogni moglie e figlia vorrebbero, uno che addirittura fa la tintura ai capelli della sua compagna. Ma alle tre di notte ha la sveglia. Dove va? A fare un orribile lavoro, quello del boia. Anche per Pouya (Kaveh Ahangar) non è diverso. Non può immaginare, lui che è un soldato alle prime armi, di dover dare morte a altro uomo, ma gli viene detto che deve farlo. Javad (Mohammad Valizadegan) invece è stato militare e ha ucciso. E ha anche ucciso l’uomo sbagliato. Così quando sta per chiedere alla sua amata se vuole sposarlo avrà una triste sorpresa. Protagonista dell’ultima storia Bahram (Mohammad Seddighimehr) un singolare medico impossibilitato a fare il suo lavoro. Per lui, che sta male, un ultimo imprescindibile appuntamento: quello di spiegare alla nipote il perché della sua vita da emarginato. Rasoulof, 48 anni, come hanno raccontato i produttori a Berlino, ha visto il rifiuto del passaporto dalle autorità che gli aveva sequestrato nel 2017 dopo che il regista era tornato da Cannes dove aveva portato ‘A Man of Integrity’ miglior film nella sezione Un Certain Regard. Rasoulof attualmente, pur condannato a un anno di prigione per propaganda contro la repubblica islamica, non è stato ancora imprigionato, ma ha il divieto di girare film e uscire dal paese. Tutti coloro che sono coinvolti in questo film hanno corso un grosso rischio. Tuttavia, “avevamo l’obiettivo comune di inviare un messaggio forte all’attuale situazione nel cinema iraniano. Tutti coloro coinvolti nel progetto avevano precedentemente deciso di non accettare le circostanze esistenti nel mio paese e di dire di no a qualcosa che non possono accettare moralmente. Il nostro film è anche una dichiarazione contro la censura”. ha detto.
“Un’opera protente e profonda- ha dichiarato Claudia Bedogni, titolare di Satine Film- che sullo sfondo del dramma del popolo iraniano ci fa riflettere su dilemmi morali universali e sulla responsabilità delle nostre scelte”. Un’ opera che siamo davvero molto orgogliosi di aver acquisito e di far conoscere presto al pubblico italiano”.
Lucio Dalla, otto anni fa ci lasciava il grande cantautore
Morì in Svizzera all’indomani di una sua esibizione. Pochi giorni dopo avrebbe compiuto 69 anni
02 marzo 2020
09:10
Otto anni fa ci lasciava Lucio Dalla, morì stroncato da un infarto a Montreux, in Svizzera, il giorno dopo essersi esibito e pochi giorni prima del suo 69mo compleanno, il quattro marzo 1943.
Mostre: Titina Maselli, modernità e indipendenza
A Roma antologica su una delle artiste maggiori del dopoguerra
ROMA
01 marzo 2020
14:31
– Il suo ultimo quadro, Boxeurs, sul cavalletto e lei morta sul letto. Titina Maselli aveva 81 anni quando il 22 febbraio 2005 così la trovarono nella sua casa di Trastevere il fratello Citto e altre persone che erano con lui. “L’ ho sempre ammirata per il coraggio con cui, sola, affrontava tutto. Sola anche quel pomeriggio” dice il regista.
Una condizione scelta dall’ artista che considerava la solitudine “il vero segno dell’indipendenza”. C’ è l’ intero arco di una produzione che ha attraversato la seconda metà del secolo scorso e oltre nella antologica che la Bertolami Fine Art dedica a Titina Maselli dal 2 al 30 marzo a Palazzo Caetani Lovatelli, a Roma, dove troverà posto l’ archivio della pittrice. “I riti della modernità”, a cura di Claudia Terenzi, è il racconto di una avventura cominciata precocemente all’ interno di una famiglia molisana radicata a Roma e molto ben inserita nell’ ambiente culturale della capitale dei primi decenni del Novecento, e poi proseguita superando i confini nazionali, soprattutto in Francia, dove ha ottenuto maggiore considerazione che in patria. Il padre Enrico, letterato e critico d’ arte raffinato, fece della sua casa in via Sardegna un luogo in cui erano ospiti fissi Corrado Alvaro, Massimo Bontempelli, Emilio Cecchi, Alberto Savinio, il musicista Alfredo Casella, Alberto Moravia, Palma Bucarelli e Silvio D’Amico. Nel 1952 si stabilì a New York per restarvi tre anni. Negli anni Sessanta scelse di usare l’ acrilico. Le sue composizioni giganti su temi convenzionalmente maschili fecero risaltare la sua “siderale lontananza del suo lavoro dal cliché dell’arte femminile e il contrasto con la sua intensa femminilità di autrice bella, esile, elegante”. Se Roma fu il luogo del suo continuo ritorno, tra gli altri luoghi del suo peregrinare artistico un ruolo di primo piano occupò Parigi, dove visse dagli anni ’70. Fu proprio la Francia a tributarle i primi grandi riconoscimenti internazionali. In quegli stessi anni cominciò a dedicarsi al teatro firmando scenografie importanti, un interesse e un impegno che l’ accompagnarono fino alla fine.
Per lancio Disney+ arriva serie da cult High School Musical
Dal franchise Disney nuova versione per i teenager di oggi
02 marzo 2020
12:55
C’è stato un film per la tv, a metà del 2000 che ha fatto impazzire i ragazzini e riportato in auge il tema della scuola musicale: si chiamava High School Musical e dalla tv passò al cinema con tre film tutti popolari in quegli anni diretti da Kenny Ortega e creati da Peter Barsocchini con Zac Efron e Vanessa Hudgens adorati dai teenager. Quello storico franchise Disney torna con una versione moderna e creativa per gli adolescenti di oggi, High School Musical: The Musical: The Series, un nuovo stile documentaristico e una colonna sonora che, con 9 nuove canzoni originali, rendendo omaggio ai film omonimi. La serie, una versione romanzata della East High School in Salt Lake City, dove sono stati girati gli originali film e ruota attorno ad un gruppo di studenti che stanno organizzando uno spettacolo. Gli episodi di High School Musical sono rilasciati a cadenza settimanale, ovvero con un nuovo episodio alla settimana. Quindi niente binge-watching della prima stagione a partire dal giorno uno di Disney+ in Italia, la nuova piattaforma streaming che viene lanciata anche nel nostro paese dal 24 marzo 2020.
Ha come protagonista un nuovo gruppo di Wildcats della East High che decide di organizzare uno spettacolo per il musical d’inverno. Come nell’High School Musical originale, tra i corridoi della scuola e durante le prove per lo show c’è molta più agitazione che non durante la rappresentazione del musical.
Ogni episodio, prodotta da Tim Federle (Ferdinand) e Oliver Goldstick (Pretty Little Liars), includerà una nuova versione dei classici della colonna sonora di High School Musical e una canzone inedita scritta apposta per lo show.
Ecco i personaggi principali Ricky: cuore d’oro ma dotato di grande umorismo e lo studente di serie B, vuole conquistare la sua ex ragazza Nini. Per far sì che ciò accada, fa l’audizione per il musical al suo fianco. Ma il carattere di Ricky e la sua indole da pagliaccio della classe nascondono la sua più grande paura. Crede infatti di non avere doti particolari e che ce l’abbia fatta ad arrivare dov’è solo grazie al suo fascino. Il personaggio è interpretato da Joshua Basset,che si può considerare “il nuovo Zac Efron”, dato il ruolo che andrà a ricoprire.
Nini: dopo aver trovato la sua voce e un nuovo ragazzo al campo estivo, scarica Ricky, descritta come la farfalla di ferro, leale alle sue due mamme, anche se quelli intorno a lei non notano la sua forza. Dopo la scuola Nini si dedica a fare i compiti in tempo record per poter guadare American Idol o The Voice. Dopodiché solitamente si fa una lunga doccia cantando l’intera discografia di Ariana Grande. Il personaggio è interpretato da Olivia Rodrigo.
E. j. figlio di due potenti avvocati è pronto a tutto per difendere ciò che è suo, compresa Nini, la sua nuova ragazza. Fa riferimento alla biografia di Steve Jobs come la sua Bibbia, il che dice molto sul suo personaggio. Ma dietro al suo comportamento spavaldo giace un ragazzo vittima di attacchi di ansia, provocati dal minimo dettaglio che non va nel verso giusto. Il personaggio è interpretato da Matt Cornett.
Modelle super magre in passerella, petizione web su allarme
Su Change.org Elisa D’Ospina chiede a Camera moda d’intervenire
01 marzo 2020
15:33
– La modella esce sulla passerella della fashion week di Milano Donna. Ha un corsetto di pelle nera stringato a coprire seni minuscoli. Le braccia sono scheletriche. Due lacrime nere sono dipinte con il make up sotto gli occhi del viso della ragazza. Le sue misure sono: 81- 63 -79. La taglia 34. E non è l’unica super magra della sfilata di Gucci. Il tema dell’utilizzo di modelli e modelle sottopeso torna d’attualità: Elisa D’Ospina, modella curvy che si batte da anni contro i disturbi alimentari di cui anche lei ha sofferto in passato ha lanciato l’allarme con una petizione su Change.org che ha già raccolto in poche ore oltre 17 mila firme.
“Hai presente una taglia 34? E’ inammissibile – scrive D’Ospina – proporre un modello con queste misure. Ritengo opportuno che venga firmata una carta in cui tutte le case di moda si impegnano a non utilizzare mai più persone in evidente sottopeso. Chiedo inoltre la presenza di personale competente, che si occupa di disturbi alimentari, al fine di valutare l’idoneità dei casi sospetti”.
La Camera della Moda Italiana e il Comune di Milano avevano approvato nel lontano 2006, un codice anti-anoressia in cui era previsto che, per sfilare,le ragazze dovevano avere un giusto rapporto tra peso e altezza. Il tema non è solo milanese “Purtroppo in queste ore anche a Parigi abbiamo visto tantissime ragazze sottopeso in passerella”, scrive la D’Ospina in un aggiornamento sulla piattaforma delle petizioni ringraziando per il sostegno.
Striscia, torna Gerry Scotti e debutta Francesca Manzini
Per conduttore ‘ritorno a casa’, la comica ‘confusa e felice’
02 marzo 2020
09:44
A Striscia la notizia nell’access prime time di Canale 5 continua la staffetta dei conduttori.
Lunedì 2 marzo la comica Francesca Manzini debutta, per una settimana, con Gerry Scotti dietro al bancone del Tg satirico di Antonio Ricci. Per Gerry Scotti si tratta di un consolidato “ritorno a casa”, con all’attivo 200 puntate in 10 edizioni. Il conduttore racconta: «Tornare dietro il bancone di Striscia per me è sempre come tornare a casa. Infatti dalla mia prima conduzione sono ben 23 anni che entro nelle case degli italiani alla guida del prestigioso TG satirico. È l’augurio che rivolgo anche a Francesca Manzini che proverà il brivido dell’esordio lunedì sera al mio fianco».
Francesca Manzini, approdata a Striscia nei panni di una esplosiva e irriverente Mara Venier in uno dei deepfake più divertenti di questa stagione, alla vigilia del suo debutto dichiara: «Mi sento “confusa e felice”. Mangio come Gerry, sogno Gerry e condurrò con Gerry…praticamente non vedrete Francesca Manzini, ma il deepGerry. Grazie ad Antonio Ricci per questa grande opportunità e a Gerry che mi terrà per mano per tutta la settimana».
Musei: 4.000 firme contro chiusura Marini a Pistoia
E il 7 marzo altra manifestazione per evitare trasloco a Firenze
PISTOIA
01 marzo 2020
17:25
– “Contro la chiusura del Museo Marino Marini di Pistoia abbiamo già raccolto oltre 4.000 firme online”. Lo ha detto Marco Leporatti, coordinatore del comitato ‘Nessuno tocchi Marino’ contro il trasferimento a Firenze delle opere dell’artista pistoiese. Quasi un centinaio di persone si è radunato per protesta stamani davanti al museo di corso Fedi.
Annunciata una prossima manifestazione, sempre a Pistoia, che si terrà il 7 marzo. “Marino Marini è l’identità di Pistoia, è l’ambasciatore più noto nel mondo di Pistoia, questo è un vero e proprio scippo che la Regione Toscana non sarà mai disponibile ad avallare”, ha detto l’assessore regionale Federica Fratoni partecipando all’iniziativa. Il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, anche lui a Pistoia, ha ricordato che Marini “è uno dei protagonisti del ‘900 in Toscana e di conseguenza è insopportabile vedere questo portone chiuso. Mi farò carico di sensibilizzare maggiormente le autorità nazionali per trovare una soluzione”.
Cinema: box office Usa, in testa L’uomo invisibile
Seguono l’animazione Sonic e il disneyano Richiamo della foresta
01 marzo 2020
19:48
L’uomo invisibile, il nuovo film diretto da Leigh Whannell, basato sul personaggio creato dalla penna di H.G. Weels nel 1881 e divenuto nei primi anni del Novecento uno dei mostri emblematici del primo filone horror della storia del cinema è in testa al box office delle sale americane. Il film Universal, con Elisabeth Moss, Storm Reid, Oliver Jackson-Cohen, Aldis Hodge, Harriet Dyer, raggiunge i 29 milioni di dollari (in Italia era previsto il 5 marzo). Al secondo posto il film d’animazione di fantascienza Sonic, basato sul popolare videogioco, con 16 milioni, mentre al terzo c’è il disneyano Il richiamo della foresta con 13.2 milioni di dollari, secondo la proiezione dati di Variety
Alberto Sordi e quella foto ritrovata con Stanlio e Ollio
Cercata per anni da studiosi e appassionati
02 marzo 2020
11:11
”ALBERTO SORDI (FONDAZIONE CENTRO SPERIMENTALE/EDIZIONI SABINE, pp 305, euro 30). Cercata per anni da studiosi e appassionati, è tornata alla luce una fotografia che vede Alberto Sordi insieme a Stan Laurel e Oliver Hardy. L’immagine era ritagliata e incollata in uno degli album conservati da Alberto Sordi nel suo archivio personale, oggi Fondo Alberto Sordi, depositato presso la Cineteca Nazionale; lì l’ha ritrovata Alberto Anile, critico e storico del cinema, che l’ha ora inserita nel suo libro intitolato semplicemente ”Alberto Sordi”, in libreria nell’anno che festeggia il centenario della nascita del grande attore.
L’immagine fu scattata la sera del 25 giugno 1950, a Villa Aldobrandini, sul colle del Quirinale, quando l’attore romano era in ascesa e i due comici angloamericani alla fine della carriera, in una festa all’aperto con biglietti gratuiti per i bambini.
Portati in tournée pubblicitaria per lanciare quello che sarebbe stato il loro ultimo film, ”Atollo K”, Laurel & Hardy si esibirono in carne e ossa davanti a migliaia di bambini accorsi da tutta Roma mentre i loro storici doppiatori cinematografici, Alberto Sordi ossia il pingue Hardy-Ollio e Mauro Zambuto Laurel-Stanlio, davano loro voce nascosti dietro una tenda. Dopo l’esibizione, Sordi uscì sul palcoscenico della Villa per dire qualche parola al microfono, ed è in quel momento che fu scattata l’immagine; allo spettacolo seguì infine una cena durante la quale Sordi, Laurel & Hardy scambiarono impressioni sul mondo del cinema.
La serata a Villa Aldobrandini è ricostruita da Alberto Anile in uno dei capitoli del suo libro, una biografia che indaga i momenti più affascinanti e meno noti della carriera di Sordi.
All’epoca dell’incontro con Laurel & Hardy la sua popolarità era legata ai personaggi radiofonici di Mario Pio e del compagnuccio della parrocchietta, oltre alla voce di Ollio, che doppiava dal 1938.
L’arrivo di Stanlio e Ollio a Roma fu ampiamente documentato in foto e pellicole ma della serata con Sordi non si conoscevano fotografie; l’attore romano ebbe però l’accortezza di conservarne una, a testimonianza di un affetto per la coppia di comici che andava ben oltre una proficua occasione professionale. ”Per me vederli, conoscerli, fu un’emozione immensa, mi sentivo tornato bambino”, disse l’attore anni dopo.
Sconosciuto il nome del fotografo che scattò la foto; e potrebbe trattarsi del reporter che, come scrisse Sordi in un raro articolo pure ripubblicato nella nuova biografia di Anile, esortò l’attore a mettersi in primo piano dando addirittura una manata al povero Hardy. ”Dài Arbertò, ché tocca a te, lascia perde er ciccione!”, gli avrebbe detto il fotografo, beccandosi però poi un rimprovero da Sordi, offeso dalla mancanza di rispetto per il suo amato Ollio.
Il Sale della Terra, divide Usa
Di Jeanine Cummins. Il tema centrale è quello dell’immigrazione
02 marzo 2020
10:30
JEANINE CUMMINS – IL SALE DELLA TERRA (FELTRINELLI, Euro 18, PP. 416). La lotta per la sopravvivenza, la bestialità dell’odio, la potenza dell’amore. Il romanzo si apre con i narcos che uccidono ad Acapulco 16 membri della famiglia di Lydia durante una quinceañera (festa di 15 anni molto importante in America Latina), e ora vogliono finire il lavoro. Con gli spari ancora nelle orecchie, Lydia e il figlio di 8 anni riescono a salvarsi nascondendosi in bagno. Per madre e figlio rimanere in Messico equivale a morte certa, ma per non farsi rintracciare dal boss che ha ordinato il massacro bisogna evitare le strade più battute e i normali mezzi di trasporto.
Così, a madre e figlio non resta altro da fare che prendere la via dei migranti.
Gli ingredienti del best seller ci sono tutti. Annunciato come uno dei romanzi più attesi dell’anno, Il sale della terra (Feltrinelli, traduzione di Francesca Pe’) conduce il lettore lungo la rotta dei migranti che dal Messico e dal Centro America si spingono a nord. Lungo i binari di “La Bestia”, il treno merci che ogni anno conduce, aggrappate al suo tetto, quasi mezzo milione di persone fino al confine con gli Stati Uniti.
Nei rifugi tenuti in piedi dalla carità eroica dei volontari, fra poliziotti corrotti, narcos violenti, compagni di strada imprevedibili. Non per caso nove case editrici si erano disputate il libro e il vincitore, Flatiron Books, se l’era aggiudicato per un compenso a sette cifre. Il sale della terra prometteva di sbancare le classifiche e così è stato. Nessuno aveva però messo in preventivo il polverone di critiche che l’ha accolto. Tanto meno che l’editore finisse per sospendere il tour promozionale causa “specifiche” minacce di violenza fisica all’autrice e ai librai.
Le accuse mosse alla scrittrice sono state in parte: appropriazione culturale, sensazionalismo, abuso di luoghi comuni, spettacolarizzazione del dolore. Jeanine Cummins, che fino a pochi anni fa si dichiarava bianca, scrive dal punto dal punto di vista di una donna messicana traumatizzata. Ma tanti anche i pareri favorevoli e forse troppe alte le aspettative di conseguenza: Don Winslow chiama in causa John Steinbeck parlandone come del “Furore del nostro tempo”; John Grisham garantisce di non aver letto da tempo un libro con tanto gusto.
Stephen King entusiasta.
Ophrah Winfrey lo sceglie per il suo book club: “Chiunque legga questo libro si immergerà nell’esperienza di ciò che significa essere un migrante in fuga”. Ma non è bastato a placare gli animi, anche se a leggerlo sono stati davvero in tanti.
Nella postfazione al romanzo, Cummins aveva tentato di prevenire le polemiche. “Da non migrante e non messicana credevo di non avere il diritto di scrivere un libro ambientato quasi interamente in Messico, tra i migranti. Avrei voluto che lo scrivesse qualcuno con la carnagione un po’ più scura della mia.
Ma poi ho pensato: Se sei una persona capace di diventare un ponte, perché non farlo?”. Oltre all’autrice sono stati criticati anche la stessa Flatiron Books e il sistema editoriale americano in genere, con la casa editrice accusata di aver sborsato più di un milione di dollari come anticipo all’autrice, regalando alla Cummins un prestigio solitamente mai concesso ad autori centro-americani. Il romanzo, uscito negli Stati Uniti il 23 gennaio 2020, ha però inizialmente conquistato i lettori.
Basti pensare che, a soli cinque giorni dall’uscita, Il sale della terra aveva già venduto oltre 50 mila copie. Occorre aspettare se conquisterà i lettori italiani.
Maestro Chung in isolamento, non dirige concerto Maggio
Sta bene: quarantena perchè è stato Giappone. Al suo posto Gatti
FIRENZE
02 marzo 2020
12:26
– Il concerto del 7 marzo al Teatro del Maggio fiorentino sarà diretto da Daniele Gatti invece che da Myung-Whun Chung. “Motivi di prudenza e responsabilità – spiega il Teatro in una nota -, hanno imposto al maestro Chung di osservare un periodo di isolamento dopo una permanenza a Tokyo dove ha trascorso del tempo per tre recite di Carmen in forma di concerto con la Tokyo Philharmonic Orchestra. Alla partenza dalla capitale giapponese, al maestro è stato suggerito di osservare scrupolosamente un periodo di ‘quarantena’ in quanto il Giappone e Tokyo in particolare, è uno dei Paesi a rischio contagio”.
Chung e la moglie stanno bene, si spiega ancora, “ma si sentono in dovere di osservare i 14 giorni richiesti dalla comunità internazionale della salute per evitare il rischio di diffusione del virus”.
Germano sfida paura, film su Ligabue esce il 4 marzo
Con Volevo Nascondermi attore ha vinto Orso d’argento a Berlino
02 marzo 2020
13:15
Volevo Nascondermi, il film di Giorgio Diritti sul pittore Antonio Ligabue la cui interpretazione è valsa a Elio Germano l’Orso d’argento al festival di Berlino, sfida la psicosi. Il film, che prima dell’emergenza coronavirus era previsto in sala dal 26 febbraio, uscirà subito, il 4 marzo. Così hanno deciso i produttori Palomar e Rai Cinema e la distribuzione 01 Distribution “fiduciosi che lo straordinario successo italiano ottenuto al Festival di Berlino aiuterà i cinema e la cultura a ripartire”.
Gian Arturo Ferrari e Villalta tra nuove proposte
Il 3 marzo alle 12 si chiudono segnalazioni
02 marzo 2020
13:17
– Rush finale per la presentazione dei libri segnalati dagli Amici della Domenica al Premio Strega 2020. Con gli ultimi cinque titoli pubblicati sul sito del Premio Strega, il numero è arrivato a 40. C’è tempo fino al 3 marzo alle 12.00 e nelle ore che rimangano, prima della chiusura, le proposte sono destinate a crescere. Nel 2019 era stato raggiunto il record assoluto di 57 libri segnalati e non è detto che nel 2020 non venga superato.
I cinque nuovi titoli sono: Gian Arturo Ferrari con ‘Ragazzo italiano’ (Feltrinelli), proposto da Margaret Mazzantini; Valerio Gaglione e Fabio Izzo con ‘Uccidendo il secondo cane’ (Oblomov), proposto da Piero Mastroberardino; Giovanni Ricciardi con ‘La vendetta di Oreste'(Fazi), proposto da Saverio Simonelli; Marina Valensise con ‘La temeraria. Luciana Fossati Gawronska, un romanzo del Novecento’ (Marsilio), proposto da Eva Cantarella e Gian Mario Villalta, con ‘L’apprendista’ (SEM), proposto da Franco Buffoni.
L’annuncio della dozzina sarà il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 10 giugno, quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo.
La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Yvonne Sciò, il mio viaggio nel mondo delle donne
Da Jebreal a Missoni, Seven Women per seconda prova da regista
02 marzo 2020
19:40
“Seven Women”, sette donne. Alcune note, notissime. Altre, almeno, per il pubblico italiano, ancora da scoprire. Ma tutte capaci di lasciare un “loro” segno lungo il cammino. E’ così che Yvonne Sciò, l’ex ragazzina di “Non è la Rai”, poi cresciuta attrice per tanti, da Carlo Verdone ai Fratelli Taviani e Pupi Avati, torna dietro la macchina da presa, per la sua seconda volta da regista. Due anni fa aveva raccontato una delle più grandi fotografe contemporanee, anima del mitico Studio 54 di New York, con il documentario “Roxanne Lowitt Magic Moments”. Ora firma “Seven Women”, ovvero il mondo visto attraverso gli occhi e le storie di sette donne, giornaliste, attrici, stiliste, modelle, artiste, che Rai Cultura propone in prima visione assoluta proprio alla vigilia della Giornata internazionale della donna, sabato 7 marzo alle 23 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore” e, dall’8 marzo, online su RaiPlay.
“Di strada ne abbiamo fatta e il vento del Metoo è stato importante – racconta l’attrice – Ora è tempo di metterlo a frutto. Ci vuole azione. Non è più possibile vedere più quelle foto dei potenti del mondo tutte al maschile”. Per lei, già al lavoro su un terzo progetto da regista, in qualche modo tutto è cambiato con la nascita, nel 2008, di sua figlia Isabella Beatrice. “Per lei mi sono fermata – spiega – Le donne lo sanno: all’inizio devi pensare a tutto. Ti sembra di non avere più tempo per niente. Poi, quando ho cominciato a riaffacciarmi sul lavoro mi arrivavano solo offerte molto simili fra loro, reality o ruoli da donna oggetto. Io, però, ero cambiata, non mi ci rivedevo più. Guardavo la mia bambina e pensavo che avrei voluto lasciarle qualcosa. Soprattutto, volevo essere io a decidere. E mi sono quasi sfidata, debuttando da regista. È strano – sorride – ma le persone ti guardano con più rispetto quando dici che fai la regista”.
Al centro di “Seven Women”, girato tra l’Italia e gli Stati Uniti, è il mondo delle donne, “raccontate a bassa voce, come piace a me”, dice. C’è Rula Jebreal, giornalista di origini palestinesi, cresciuta orfana, musulmana in un paese di ebrei, che ha fatto dell’istruzione la sua “arma” di indipendenza e ha scosso le coscienze dal palco dell’ultimo Festival di Sanremo. E poi Rosita Missoni, “che avevo conosciuto da piccola, con mia mamma”, fondatrice con il marito Ottavio, dell’azienda che porta il loro nome. E ancora Patricia Field, costumista della serie “Sex and the City” e de “Il Diavolo veste Prada; Bethann Hardison, prima top model al mondo di colore e attivista per i diritti degli afroamericani; due artiste come Susanne Bartsch e Alba Clemente, che ricorda con romanticismo la magia del teatro e il suo incontro con Andy Warhol. Fino a Fran Drescher, icona della serie cult “La tata”, che riscopriamo con un volto completamente diverso, mentre salta bacon fritto nella sua cucina a Los Angeles e intanto racconta delle violenze subite e della sua battaglia contro il cancro. “Ci siamo conosciute proprio quando giravamo insieme La tata – racconta la Sciò – Da parrucchiera nel Queens è riuscita ad arrivare al cinema e alla tv. Mi ha sempre ripetuto: ‘se vuoi fare una cosa devi combattere’. E quell’insegnamento mi è rimasto nella testa. Anche quando per il primo documentario nessuno mi dava retta. Sono andata avanti per la mia strada. Main realtà tutte queste donne, in qualche modo, hanno segnato la mia vita. Da ognuno ho imparato qualcosa. Spesso mi chiedono: ma perché non appari nei tuoi documentari? In realtà – sorride – sono un po’ pezzi di me, anche se non mi vedete”.
Sessant’anni sulle punte, in festa il Balletto di Roma
Compagnia ricorda Franca Bartolomei e Walter Zappolini
ROMA
02 marzo 2020
19:58
L’atto di nascita fu firmato davanti a un avvocato il 23 febbraio 1960. Pochi mesi dopo il battesimo di fuoco si tenne nel Ninfeo di Villa Giulia con uno spettacolo nel programma delle manifestazioni per le Olimpiadi di Roma. Cominciò così la vita artistica del Balletto di Roma, la compagnia fondata da Franca Bartolomei e Walter Zappolini che quest’ anno spegne le sue 60 candeline. Sei decenni che hanno segnato la storia della danza italiana che saranno al centro di un ricco calendario di appuntamenti per festeggiare un anniversario particolare guardando avanti. In questa sua lunga vita la compagnia, laboratorio di creatività e sperimentazione, ha formato generazioni di ballerini e collaborato con i nomi più illustri della coreografia italiana e internazionale, con autori del repertorio classico e contemporaneo in un mix di stili e di generi, con musica dal vivo, costumi, scenografie e drammaturgie originali.
“Il Balletto di Roma – spiegano gli animatori – continua ad essere il luogo di incontro per una community di oltre mille persone. Proprio da qui vogliamo ripartire, seguendo le tracce di una storia che ha segnato la nostra via trasformandosi in una superstrada per il futuro”. Walter Zappolini (Firenze 1930-Roma 2017) era il giovanissimo primo ballerino étoile del Teatro dell’Opera quando Franca Bartolomei, che cercava il protagonista di una coreografia che stava preparando, lo incontrò su indicazione del grande Aurell Milloss. “Non si sono più lasciati. Uniti da un progetto di vita e da una profonda condivisione dei valori e dei propositi nell’arte”, ha scritto Donatella Bertozzi, giornalista ed ex alleva del Balletto di Roma. Franca Bartolomei (Roma 1922-2006) fu prima ballerina e coreografa nei principali teatri d’ Opera italiani e stranieri dopo aver debuttato a 13 anni al Teatro dell’ Opera di Roma come solista nella celebre coreografia di Boris Romanoff per “Il lago dei cigni”. E’ stata direttrice artistica del Balletto di Roma fino alla morte, portando la compagine tra le maggiori compagnie di danza italiana. Paola Jorio, attuale direttrice della Scuola del Balletto di Roma, ricorda che proprio Zappolini volle la rinascita di quella struttura in ricordo di Franca Bartolomei chiamandola nel 2012 a occupare quel ruolo. “Non posso dimenticare con quanta dedizione sia sempre stato presente – dice -. Riusciva a cogliere in un attimo doti e difetti di ogni studente e dava suggerimenti puntuali sulla disposizione degli spazi e dei tempi coreografici. E’ stato un vero maestro”.
Per i festeggiamenti legati al sessantesimo anniversario, il Balletto di Roma sarà in tour per tutto il 2020 in varie città d’Italia con le più recenti produzioni, come “Io, Don Chisciotte”, ultima creazione di Fabrizio Monteverde, e “Male Variations”, trittico coreografico al maschile firmato da Andrea Costanzo Martini e Itamar Serussi Sahar. Parallelamente, è in corso la stagione nei Teatri della Capitale, dal Vascello al Quirino. Il Balletto di Roma porterà poi la danza italiana in Cina e Brasile con lo storico successo Giulietta e Romeo. L’ ampio repertorio della compagnia si arricchirà, come ogni anno, di nuove produzioni, accanto ai progetti e alle collaborazioni internazionali.
Palazzo Ducale Genova riprende dopo stop
Prorogate mostre. Slitta a maggio Festival di Limes
GENOVA
02 marzo 2020
13:59
– “Riprendiamo le attività con grande speranza, sicuri del ruolo che Palazzo Ducale può ricoprire nella vita della città e della regione. La cultura come fattore di crescita e di innovazione può fare la differenza e per questo Palazzo Ducale non si sottrae all’ennesima impegnativa sfida con la certezza che con l’aiuto di tutti si potrà vincere”. Lo ha detto il direttore di Palazzo Ducale Serena Bertolucci annunciando la ripartenza, dopo lo stop dovuto all’ordinanza anti-coronavirus, delle mostre e delle iniziative di uno dei più importanti poli culturali della Liguria. La stagione espositiva primavera-autunno riparte dunque con un nuovo calendario di proroghe delle mostre in corso e di nuove aperture. Alla proroga della mostra ‘Anni venti in Italia. L’età dell’incertezza’ (fino al 22 marzo) si aggiunge ‘Il secondo principio di Banksy’ e ‘Hitchcock’ (fino al 13 aprile). Dal 10 aprile al 6 settembre l’Appartamento del Doge del Ducale ospiterà l’antologica di Ferdinando Scianna. Poi dal 23 aprile al 6 settembre nel Sottoporticato aprirà la mostra ‘Obey. Make Art no War’.
Il 30 aprile nella Loggia degli Abati sarà la volta dell’omaggio a Raimondo Sirotti che chiuderà i battenti il 7 giugno. La grande e attesa mostra ‘Michelangelo. Divino artista’ aprirà i battenti l’8 ottobre 2020 fino al 24 gennaio 2021 nell’Appartamento del Doge. Per quanto riguarda il calendario degli incontri e dei cicli, a causa delle difficoltà di spostamento dei relatori, la programmazione subirà qualche variazione: in particolare il Festival di Limes (previsto dal 6 all’8 marzo) è rinviato al 22-23-24 maggio prossimi.
Max Pezzali, esce singolo Sembro matto
Il video girato a Spoleto sul set di Don Matteo
02 marzo 2020
14:02
– “Sembro Matto” è il nuovo singolo di Max Pezzali, disponibile da venerdì 6 marzo. Il brano si aggiunge al repertorio romantico del cantautore. Nel brano, prodotto in studio da Big Fish, compare nello special anche un’altra voce che si scoprirà ad aprile nel “featuring” del remix.
Come quella di “in questa città”, la copertina del singolo è disegnata da Zerocalcare. Entrambi i singoli saranno contenuti nel nuovo album di inediti di Max Pezzali di prossima pubblicazione.
Venerdì 6 marzo sarà online il video di “Sembro matto” girato a Spoleto sul set di Don Matteo e diretto da Cosimo Alemà, il regista della fiction. Protagonisti del videoclip i giovani attori della popolare serie tv di Rai1.
Il 10 e 11 luglio Max Pezzali sarà il protagonista di “Sansiro canta Max”, che si preannuncia come un grande karaoke collettivo allo stadio di Milano (data zero a Bibione il 2 luglio).
Pamela Villoresi interpreta Frida Kahlo a Palermo
Viva la vida, spettacolo che racconta artista messicana
PALERMO
02 marzo 2020
14:10
– Pamela Villoresi interpreta Frida Kahlo nello spettacolo Viva la vida, che il regista Gigi Di Luca ha tratto dall’omonimo romanzo di Pino Cacucci e che debutta in prima nazionale mercoledì 4 marzo nella Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo, in un nuovo allestimento prodotto proprio dallo Stabile di Palermo. E’ uno spettacolo innovativo, che racconta una Frida intima e contemporanea. In scena, al fianco di Pamela Villoresi, che dà voce e corpo alla celebre artista messicana, ci sono Veronica Bottigliero, una body painter che le dipinge sul corpo nudo i segni dell’arte di[ Frida e che rappresenta la Pelona, maschera simbolica della morte, e Lavinia Mancusi, che interpreta la cantante Chavela Vargas, ultima amante dell’artista. Le scene sono di Maria Teresa D’Alessio, i costumi di Roberta Di Capua e Rosario Martone, le luci di Nino Annaloro. Repliche fino al 15 marzo e poi dal 24 marzo al 5 aprile e dal 21 aprile al 10 maggio.
“Viva la vida – spiega il regista Di Luca – è un urlo di dolore che porta alla luce l’aspetto più propriamente femminile di Frida Kahlo, attraverso simbolismi che richiamano la sua radice multiculturale ed etnica, andando oltre la narrazione biografica e facendo emergere l’anima di Frida donna, messicana, pittrice e rivoluzionaria”. “E’ un omaggio a Frida Kahlo – afferma Villoresi – è una sorta di inventario della sua vita e della sua arte”.
Punk, arriva la serie prodotta dall’iguana rock Iggy Pop
Su Sky Arte dal 4 marzo, ripercorre la storia del genere
03 marzo 2020
10:30
Non potrebbe esserci titolo più esplicito: Punk, il nuovo documentario prodotto dall’iguana del rock sua maestà Iggy Pop e dall’amico stilista John Varvatos, che ripercorre la storia del genere che ha rivoluzionato la musica alla fine degli anni Settanta. Presenti nomi del calibro di: John Lydon dei Sex Pistols, Marky Ramone dei Ramones, Wayne Kramer dei MC5, Jello Biafra dei Dead Kennedys e i co-fondatori dei Blondie Debbie Harry e Chris Stein.
A un anno di distanza dal debutto negli Stati Uniti, arriva finalmente in Italia, dal 4 marzo, in prima visione assoluta su Sky Arte (canale 120 e 400 di Sky), Punk, la serie cult prodotta dall’ex frontman degli Stooges Iggy Pop che esplora i vari aspetti della scena degli inizi del movimento più controverso del Novecento: il contesto storico, la musica, la moda, l’arte, il rapporto tra gli artisti e l’industria discografica, la correlazione tra la musica e la politica e soprattutto gli effetti del punk sulle generazioni future. Ogni episodio si concentra su un’epoca individuale del punk, a partire dal proto-punk degli anni Sessanta fino ai giorni nostri.
A produrre la serie insieme a Iggy Pop è il suo amico John Varvatos, stilista di moda e super appassionato di musica, che ha lanciato la propria etichetta John Varvatos Records. Varvatos ha detto di Punk: “Esplorare e rivivere la storia del punk è stato un vero e proprio lavoro d’amore per me. La capacità del punk di trascendere generazioni nella sua cultura, musica e stile è una storia che deve essere raccontata. Quindi… facciamolo!”.
La serie, divisa in quattro parti, sarà un’occasione da non perdere per ripercorrere le tappe fondamentali del punk attraverso interviste ai grandi nomi della scena musicale degli anni ’70. Non mancheranno inoltre le testimonianze di Dave Grohl, di Flea ovvero il bassista dei Red Hot Chili Peppers e Duff McKagan, il bassista dei Guns N ‘Roses. La serie punta a mostrare l’importanza e l’influenza anche di personaggi della scena musicale dell’epoca come Danny Fields, capo dell’Elektra Records, di Legs McNeil famoso critico musicale e della regista Penelope Spheeris.
Il primo episodio narra la scena proto-punk di Detroit che, grazie a band come gli Stooges e MC5, fu di ispirazione per quella newyorkese e per i musicisti che si apprestavano a popolarla nei primi Anni Settanta ‒ come New York Dolls e Ramones ‒, innescando una miccia che avrebbe portato a una vera e propria rivoluzione sonora.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Ulay, compagno di Marina Abramovic è morto a Lubiana
L’artista tedesco era malato da tempo
LUBIANA
03 marzo 2020
10:24
Ulay: l’artista concettuale Frank Uwe Laysiepen conosciuto, tra l’altro, per il suo sodalizio con Marina Abramovic, è morto nella tarda serata di domenica a Lubiana, dove viveva dal 2009. Aveva compiuto 76 anni lo scorso novembre. Malato di cancro da diversi anni, Ulay era considerato uno dei più importanti artisti visivi contemporanei, che ha lasciato il segno nella storia dell’arte come pioniere di body art, performance e fotografia Polaroid. Come riporta il portale della televisione di Stato, di sé stesso Ulay diceva di essere “il più celebre artista sconosciuto”. La notizia della scomparsa di Ulay ha iniziato a circolare questa mattina, quando il regista e documentarista sloveno Damjan Kozole, amico di Ulay, ha pubblicato sulla propria pagina Facebook un tributo all’amico scomparso, riproponendo un video di una mostra del 2012 al Museo di Arte Moderna di Lubiana sulla morte della fotografia, la prima forma di espressione artistica utilizzata da Ulay. “Per capire Ulay ci vuole tempo, forse tutta la nostra vita”, ha detto di lui una volta Marina Abramovic, l’artista serba, naturalizzata americana, che con Ulay ha condiviso un percorso artistico e sentimentale lungo un decennio:I due hanno segnato e per certi versi rivoluzionato la scena delle performance artistiche, dopo che si conobbero ad Amsterdam nel 1976, città che Ulay aveva scelto nel 1968 in fuga da un rapporto conflittuale con la famiglia d’origine, legata al nazismo. All’inizio l’artista si formò e affermò come fotografo, per poi cercare espressioni artistiche alternative in risposta a domande relative all’identità umana, prima di tutto da un punto di vista dei confini fisici del corpo umano e della sessualità. L’incontro con Marina Abramovic lo spinse verso esperimenti più radicali, e anche la fine della loro simbiosi artistica e personale fu oggetto della rappresentazione “Gli innamorati: la camminata sulla Grande Muraglia”, un viaggio a piedi nel 1988 lungo la Muraglia partendo dai capi opposti per incontrarsi a metà strada e dirsi addio. Terminato questo ciclo della sua vita, Ulay tornò a dedicarsi alla fotografia, esplorando le persone emarginate nella società contemporanea. Tra le serie più significative di questo periodo figura l’Afterimages di Berlino del 1994-1995. I due si reincontrarono in pubblico nel 2010, durante la performance di Abramovic al Moma di New York, in cui l’artista serba rimase per 736 ore ferma a fissare i visitatori che si sedevano di fronte a lei.
QUANDO MARINA E ULAY SI RITROVARONO AL MOMA NEL 2010:

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Danza: Shine, van Hoecke e la Luna dei Pink Floyd
Al Teatro Olimpico Compagnia Cipriani e i brani epici della band
02 marzo 2020
16:31
– Shine Pink Floyd Moon, l’ opera rock di Micha van Hoecke che fonde le coreografie con i brani della leggendaria band inglese, sbarca al Teatro Olimpico di Roma dal 3 all’ 8 marzo per le Giornate della Danza dell’Accademia Filarmonica Romana. Sul palcoscenico i suoni del mitico gruppo saranno ricreati dalla band italiana Pink Floyd Legend e interpretati dai ballerini della Compagnia Daniele Cipriani. Il coreografo e regista russo-belga si è ispirato ai capolavori di Roger Waters e David Gilmour per creare il suo lavoro, presentato in prima mondiale al Ravenna Festival nel giugno 2019 con un successo che ha poi accompagnato la tournèe in varie città italiane. “E’ una musica che ha un’ anima e che, nell’immaginario collettivo, è legata alla giovinezza interiore di tutti noi” ha spiegato Micha. Punto di partenza da cui muove lo spettacolo è la celebre hit Shine on You Crazy Diamond con la quale i quattro Pink Floyd rendevano omaggio al loro compagno Syd Barrett che si era perso nelle regioni sconosciute della “luna”, intesa come malattia mentale. Nell’ opera di van Hoecke Syd è interpretato da Denys Ganio, già étoile del Balletto di Marsiglia ed interprete dal famoso Pink Floyd Ballet di Roland Petit, balletto cult che debuttò nel 1973, in piena epoca pop, con la band inglese dal vivo. Syd/Ganio ha un alter ego nel ballerino Mattia Tortora, affiancato dai solisti e corpo di ballo Compagnia Daniele Cipriani. Danza, suoni psichedelici, luci, laser e videoproiezioni puntano a trasportare lo spettatore in uno spazio suggestivo. “È la mia autobiografia che racconta anche la vita di ogni uomo – ha spiegato Micha van Hoecke -. Shine è un lavoro intriso di speranza, in cui la fantasia diventa l’arma per combattere il materialismo che imperversa, il potere e le brame che incombono oggi”.
Santino Spinelli commendatore Repubblica, è primo rom
Musicista di fama, ambasciatore della cultura romani nel mondo
02 marzo 2020
16:32
– Santino Spinelli, in arte Alexian, musicista famoso e ambasciatore della cultura romani nel mondo è diventato commendatore della Repubblica, nominato dal presidente Mattarella. E’ il primo rom a conseguire questo titolo . “Un sentito ringraziamento al Presidente della Repubblica Italiana , Sergio Mattarella per la nomina a Commendatore della Repubblica Italiana. Dedico questo prestigiosissimo riconoscimento a tutto il mio popolo , soprattutto ai giovani rom e sinti ” Così Santino Spinelli ha commentato l’importante conferimento. Questo riconoscimento si aggiunge alla Cittadinanza Onoraria del Comune di Laterza (Taranto), alla carica di Ambasciatore dell’Arte e della Cultura Romanì nel Mondo conferitagli dall’International Romani Union e ai numerosi riconoscimenti. Nato a Pietrasanta nel ’64 ma residente a Lanciano in Abruzzo, Santino, in arte Alexian, ha due lauree e una grande passione per la musica trasmessa anche ai suoi tre figli con i quali è in concerto in tutto il mondo. È fondatore e presidente dell’associazione culturale Thèm Romanò (mondo romanò). Tra i tanti incarichi quello di rappresentante per l’Italia, al ‘parlamento’ dell’Unione Internazionale Romaní e di presidente di FederArteRom. Si legge la sua firma, sotto la poesia “Auschwitz” sul monumento alle spalle del Bundestag a Berlino dedicato alla memoria del genocidio di Sinti e Rom durante il nazismo, inaugurato il 24 ottobre 2012 alla presenza del capo di Stato tedesco e di Angela Merkel.
Moda: Senta, Elke, dive anni ’60 negli occhiali da sole
Rodenstock pensa a sex symbol come Berger e Sommer
02 marzo 2020
16:41
– Da Senta Berger a Elke Sommer, il marchio di occhialeria Rodenstock rende omaggio alle dive più iconiche degli anni Sessanta. Grazie ai modelli provenienti dai suoi preziosi archivi, il marchio tedesco presenta una collezione di eyewear sole le cui montature ricordano quelle portate dalle sex symbol del cinema anni Sessanta, che in quel decennio indossavano nei film e fuori dal set gli occhiali del brand. Attrici che hanno fatto la storia del cinema e che ancor oggi, sono esempi per gli stilisti. Non solo Senta Berger ed Elke Sommer, ma anche Marianne Koch e Sofia Loren, volti e icone di uno stile eterno.
La nuova collezione Rodenstock, punta a linee semplici, funzionali, dallo stile minimal. La linea Sun Highlights propone montature in combinazione di materiali di alta qualità in titanio e RXP. Aste sottili e pesi piumai. Effetti 3D per la linea Layered, la cui combinazione di acetato trasparente produce un effetto che dona a questi modelli un aspetto tridimensionale. Le montature sono realizzate in acetato italiano di alta gamma.
Moda: le Converse si rifanno il look con Midnight Studios
Il modello Pro Leather del ’76 reinterpretato da Shane Gonzales
02 marzo 2020
16:44
– Capovolgendo la scarpa al contrario, Shane Gonzales aggiunge la sua estetica al modello iconico di scarpe Converse Pro Leather. Quando ha debuttato nel 1976, la Converse Pro Leather è diventata un classico del basket. Indossata dal leggendario giocatore Julius “Dr. J” Erving negli anni ’70 e ’80, la silhouette è stata poi parte della rivoluzione della moda che ha preso il sopravvento sulla cultura del basket. Quando Converse ha reintrodotto la Pro Leather nella sua linea lo scorso autunno, i brand più young e cool della sub-cultura hanno tratto ispirazione dalla silhouette e attinto dal potenziale dell’icona per nuove idee. Uno di questi marchi è Midnight Studios.
“La Pro Leather è una sneaker che può essere interpretata in tanti modi” ha detto Shane Gonzales fondatore di Midnight Studios. “Per me, la cultura dello skate è uno degli sbocchi che volevo esplorare”. Noto per aver combinato la sua passione per lo skate con un’estetica punk rock, Shane ha scelto di invertire la silhouette e di combinare la semplicità con la funzionalità, con un mix di pelle e camoscio, per un look da tutti i giorni.
Com’è stato per i modelli precedenti con cui il brand ha collaborato, ovvero la One Star e la Chuck 70, anche la Converse x Midnight Studios Pro Leather è caratterizzata da un’etichetta di servizio sul tallone e un’ansa per far passare i lacci esternamente a vista, intercambiabili e con scritte irriverenti e i rispettivi loghi.
Premi: la cinquina dell’Alvaro Bigiaretti
Il 23 maggio la premiazione
02 marzo 2020
17:21
– Annunciata la cinquina del Premio Letterario Alvaro Bigiaretti 2020. Dopo un’ampia discussione su tutti i libri pervenuti attraverso la segreteria del Premio, il Comitato, presieduto da Giorgio Nisini, ha selezionato queste cinque opere: ‘Il paradiso alla fine del mondo (Sperling&Kupfer) di Nicola Brunialti; Si chiama Andrea (66thand2nd) di Gian Luca Favetto; Breve storia del mio silenzio (Marsilio) di Giuseppe Lupo; L’architettrice ( Einaudi) di Melania Mazzucco e La malalegna (Mondadori) di Rosa Ventrella. La premiazione si svolgerà il 23 maggio 2020 a Vallerano, in provincia di Viterbo.
I cinque libri saranno valutati da una Giuria Scientifica, composta da Giuseppe Antonelli, Nicoletta Bortolotti, Carla Carotenuto, Alfredo Luzi, Anne-Christine Faitrop-Porta, Fabrizio Ottaviani, Paolo Palma, Raffaello Palumbo Mosca, Carlo Picozza, Graziella Pulce, Eugenio Ragni, Fabio Stassi, e da una Giuria Popolare costituita da rappresentanti di arti, mestieri, associazioni del territorio, mondo giovanile e studentesco.
I libri saranno valutati anche da una Giuria di studenti di diversi istituti superiori della provincia di Viterbo, che assegnerà il “Premio Alvaro Bigiaretti Studenti”. Le giurie decreteranno entro il 30 aprile il vincitore della quinta edizione del premio.
Il matrimonio dei segreti diventa un film
Esordio della Downing prodotto da Amazon e Nicole Kidman
02 marzo 2020
17:25
– ‘Il matrimonio dei segreti’, bestseller internazionale della scrittrice americana Samantha Downing, appena pubblicato in Italia da Newton Compton, diventa un film. Amazon Studios ha acquisito i diritti cinematografici del romanzo che verrà adattato insieme alla Blossom Films di Nicole Kidman.
Thriller d’esordio della Downing, in corso di pubblicazione in 23 Paesi, Il matrimonio dei segreti ruota attorno alla vita di Tobias e della sua adorabile moglie, Millicent. I due sembrano avere una vita tranquilla, una bella casa in un quartiere residenziale e due figli adorabili.
Ma c’è un segreto inconfessabile: sono due assassini.
Ispirato a un fatto di cronaca vera, è un romanzo sugli aspetti più oscuri della natura umana, soprattutto femminile.
Samantha Downing vive a New Orleans, dove lavora a tempo pieno al suo prossimo libro.
Coronavirus: Modà rinviano tour nei palazzetti a ottobre
Il via del Testa o Croce Tour era previsto per il 6 marzo
02 marzo 2020
17:45
– Anche i Modà rinviano il loro tour, a seguito delle disposizioni legate all’emergenza sanitaria in Italia, legata alla diffusione del coronavirus. Il partenza del “Testa o croce tour” della band capitanata da Kekko Silvestre era prevista per il 6 marzo da Catania. Rimane invariata la data speciale all’Arena di Verona il 2 maggio.Queste le nuove date del tour:2 e 3 ottobre Catania (recupero del 6 e 7 marzo); 6 ottobre Reggio Calabria (recupero del 17 marzo); 9 e 10 ottobre Bari (recupero del 13 e 14 marzo); 13 ottobre Eboli (recupero del 10 marzo); 12 dicembre Roma (recupero del 20 marzo); 18 e 19 dicembre Assago (MI) (recupero del 28 e 29 marzo). I biglietti rimarranno validi per le nuove date.
Taylor Swift regina delle vendite nel 2019
Incoronata da IFPI, secondo Ed Sheeran, terzo Post Malone
02 marzo 2020
19:46
È Taylor Swift la “Best selling recording artist”, l’artista che ha venduto di più, del 2019: lo dichiara IFPI, l’organizzazione che rappresenta l’industria discografica nel mondo, che incorona l’artista americana per la seconda volta, dopo un primo riconoscimento conferito nel 2014.
Il 2019 è stato un anno di grandi successi per Taylor Swift, che in agosto ha pubblicato il suo settimo album “Lover”: il disco ha debuttato al n.1 in più di dieci Paesi e nella settimana di uscita ha raggiunto i tre milioni di vendite nel mondo.
Ed Sheeran occupa la seconda posizione: si tratta della terza presenza consecutiva all’interno della top ten della classifica IFPI, dopo il successo dell’album No. 6 Collaborations Project, con artisti come Stormzy, Cardi B, Camila Cabello e Khalid.
L’album ha raggiunto il n.1 in 19 paesi, mentre il singolo I Don’t Care con Justin Bieber, ha raggiunto la vetta in 26 paesi.
Dopo un altro anno ricco di successi, Post Malone conquista invece il terzo posto della classifica, salendo di una posizione rispetto al 2018. Il singolo Sunflower con Swae Lee, che ha mantenuto una solida popolarità sulle piattaforme streaming durante il 2019, a settembre è stato seguito dalla pubblicazione del terzo studio album Hollywood’s Bleeding, che ha raggiunto il numero uno in diversi paesi tra cui Australia, Canada, Regno Unito e Stati Uniti.
Questa la Top 10 Global Recording Artists 2019: 1) Taylor Swift; 2) Ed Sheeran; 3) Post Malone; 4) Billie Eilish; 5) Queen; 6) Ariana Grande; 7) BTS; 8) Drake; 9) Lady Gaga; 10) Beatles.
Taylor Swift ha ricevuto il settimo IFPI Global Recording Artist of the Year Award, l’unico riconoscimento che rispecchia il successo mondiale degli artisti attraverso le vendite fisiche e digitali. I precedenti sono: One Direction (2013), Taylor Swift (2014), Adele (2015), Drake (2016 & 2018), Ed Sheeran (2017).
Moda: nuova capsule di borse Anteprima con Disney
Bags nella forma delle sagome dei volti di Topolino e Minnie
02 marzo 2020
18:20
– L’iconico Topolino e la sua fidanzata Minnie diventano protagonisti di una capsule di borse del marchio Anteprima disegnato da Izumi Ogino in collaborazione con la Walt Disney. Una nuova partenership che arriva dopo il successo della capsule dedicata a Frozen 2 realizzata per l’autunno-inverno 2019. La capsule Topolino comprende tre borse, viste sulla passerella della collezione autunno-inverno 2020, e una selezione di altre bags in vendita negli store Anteprima in Italia, Giappone e Cina. Si parte dall’iconica Wirebag (modello originale lanciato nel 1998 fatto di fibre tech intrecciate a mano), che diventa una clutch tridimensionale nella forma dei volti di Topolino e Minni, del diametro di 15.5 cm e nelle classiche tonalità di colore nero, con un motto di rosso per il fiocchetto di Minni. Un accessorio piccolo ed elegante, che nel suo speciale materiale e nella sua texture diventa un piccolo gioiello da portare a mano, dalla vena ironica ma che ben si sposa con tutta la collezione Anteprima. La ball-shape Wirebag è funzionale grazie alla sua forma tondeggiante possiede infatti una buona capienza, e la catena removibile lunga 110 cm, fornita al”interno, permette di portare la borsa sia a mano che a spalla che crossbody adattandosi ai look più formali a quelli più casual. Ogni borsa è tessuta lavorando minuziosamente dei piccoli fili pvc di due millimetri, dotati di una grande leggerezza ed elasticità. Si aggiungono infatti alla collezione altri modelli come la Flat Luggage 24/7 item iconico di Anteprima, realizzata in una versione più grande con un manico più lungo e flessibile, declinata in una versione rosa e rossa e sempre con protagoniste le sagome delle due icone Walt Disney.
Il 9 aprile esce l’autobiografia di Woody Allen
Con La nave di Teseo, evento in contemporanea mondiale
02 marzo 2020
20:34
– Uscirà il 9 aprile con La nave di Teseo l’autobiografia di Woody Allen. E’ la stessa casa editrice ad annunciare l’evento in contemporanea mondiale.
“A proposito di niente”, questo il titolo, è la storia completa della vita, personale e professionale, del regista e attore, attraverso il suo impegno nel cinema, a teatro, in televisione, nei nightclub e nella stampa. Allen racconta anche del suo rapporto con la famiglia, gli amici, e gli amori della sua vita.
“Sono felice e onorata che Woody Allen abbia scelto La nave di Teseo per pubblicare la sua autobiografia, che attendevamo da molti anni – sottolinea Elisabetta Sgarbi, Publisher La nave di Teseo -; e che abbia scelto di continuare a lavorare con i suoi editori di sempre, primo fra tutti Umberto Eco, per noi una presenza viva, che per primo lo portò, come scrittore, in Italia.”
Andò, la camorra, la musica e un bambino
Un romanzo delicato e intenso, venato di noir, che sarà un film
03 marzo 2020
10:03
”Quando ti metterai in viaggio per Itaca /devi augurarti che la strada sia lunga / fertile in avventure e in esperienze”. Con questi metaforici versi del poeta greco Kostantin Kavafis, recitati da Gabriele Santoro prima di radersi la mattina, si apre questo ben calibrato, intenso romanzo di avventure tinte di noir, ma che gioca sulla necessità e verità dei sentimenti e sulla necessità di vivere quel che la vita offre per trovarle un senso, sul contrasto tra l’ordine che ci si può costruire per difendersi e il disordine che ci circonda e che comunque irrompe, sull’importanza di una buona educazione sentimentale e di trovare un maestro, un padre che sappia insegnarti a tirare fuori il meglio di te.
Per ambientare tutto questo, allora, cosa meglio di Napoli e di un quartiere storico e degradato come Forcella, seducente e respingente con le sue ambiguità, il suo fascino, le sue illusioni e la sua violenza, dove risiede per scelta Santoro, musicista, ex concertista di fama, docente di pianoforte al Conservatorio, che esce oramai poco, e per sopravvivere si è creato un proprio ordinato rifugio fatto di abitudini, rimpianti e fragilità dovuti alla propria natura sessuale (la stessa di Kavafis) e l’amore con Biagio, passato non del tutto e comunque difficile da confessare, e tanto più vivere in quel quartiere, e soprattutto la musica, la tanta musica che si cita in queste pagine, con gli amati interpreti e compositori che ascolta sempre o di cui legge biografie. E’ in questa geometria esistenziale che irrompe un bambino facendone saltare tutte le coordinate: Ciro Acerno, solo, spaventato, in fuga ma sfrontato e arrogante come sin da piccoli insegnano e costringono ad essere in quel posto, il quale, dal piano di sopra dove vive con la famiglia, si intrufola non visto nella casa di Santoro cui, a sera, quando viene scoperto, chiede protezione e di essere nascosto perché, scopriremo, il suo amichetto Rosario ”già se lo sono preso”.
La verità è che, assieme a Rosario, Ciro ha scippato una persona che era intoccabile e il boss camorrista De Vivo vuole trovarlo (ha chiesto anche al padre, suo affiliato, di consegnarglielo) per infliggergli una punizione esemplare che serva da lezione ed esempio. La vita, la realtà di Forcella arriva come un tornado che di giorno in giorno cresce di forza a sconvolgere la vita di Santoro, che accetta di tenere con sé il bambino e, nonostante i sempre più gravi problemi che questo gli crea, pian piano gli si affeziona, ma accade anche il contrario, come tra un padre e un figlio per elezione, e Ciro scopre come quest’uomo che considerava nulla e un ”ricchione ‘e mmerda” meriti rispetto, quanto sia pronto a sacrificare per salvarlo e cercare di dargli addirittura un’altra esistenza e possibilità di futuro. Il caso, il destino offre a Santoro una intima, ineludibile, vitale necessità di agire, occasione per ”liberarsi di tutti i fantasmi della sua solitudine”. E la poesia di Kavafis termina con questi versi: ”Itaca ti ha dato il viaggio / senza di lei mai ti saresti messo / sulla strada: cos’altro ti aspetti?”.
Naturalmente in tutto questo avranno un ruolo il fratello magistrato con cui quasi non si parla più; l’anziano, amorevole e saggio padre che vive in campagna; Diego, ex allievo negato alla musica; un ambiguo commissario di Polizia, e altri personaggi di contorno, oltre a una pistola che Ciro gli dice dove può trovare e gli insegna a usare, ricevendo in cambio lezioni di musica e piano per le quali dimostrerà subito un gran talento naturale. E Andò, regista teatrale e cinematografico, sta anche per iniziare a girare un film da questa sua storia.
Sky produrrà la prima serie dei fratelli D’Innocenzo
Appena premiati per la sceneggiatura a Berlino, primo ciak 2021
03 marzo 2020
11:04
– Sky produrrà la prima serie tv di Fabio e Damiano D’Innocenzo, talenti rivelazione del cinema italiano degli ultimi anni grazie al loro fulminante esordio con La terra dell’abbastanza e al successo del loro secondo progetto, Favolacce, appena premiato al Festival di Berlino con l’Orso d’argento per la sceneggiatura. Tutti gli episodi della serie Sky Original verranno scritti e diretti dai fratelli D’Innocenzo, che batteranno il primo ciak nel 2021.
“Quella fra Sky e i giovani talenti italiani – commenta Nicola Maccanico, EVP Programming Sky Italia, in una nota – è una storia di successo lunga più di un decennio nel quale Sky ha fatto da incubatore alle storie, alla creatività di molti artisti oggi riconosciuti a livello internazionale. L’exploit di Fabio e Damiano D’Innocenzo con La terra dell’abbastanza non poteva lasciarci indifferenti, per il valore contemporaneo della loro arte e per la capacità di affermare una cifra estremamente personale. Siamo quindi orgogliosi di produrre la loro prima serie tv e di farlo per la prima volta in-house in Italia con i nostri Studios e di annunciarla subito dopo il premio e la speciale accoglienza che il Festival di Berlino ha riservato a Favolacce, la loro fiaba nera che arriverà nei cinema con Vision Distribution”.
“Siamo orgogliosi e grati – dicono i fratelli D’Innocenzo – di essere gli autori e realizzatori della prima produzione in house italiana di Sky Studios, un noir investigativo che indaga l’animo umano in tutta la sua abissale complessità. Sky Studios parla la nostra stessa lingua in termini di ricercatezza, coraggio e ambizione narrativa. La serie che realizzeremo assieme sarà la somma di questo comune bisogno di osservare il mondo da angolazioni inedite e insospettabili”.
Attualmente in fase di scrittura, la serie Sky Original sarà la prima produzione italiana targata Sky Studios prodotta internamente dal team guidato da Nils Hartmann.
‘Upgrade in Progress’ a Fondazione Modena Arti Visive
Dal 6 marzo prima personale dell’artista coreana Geumhyung Jeong
MODENA
03 marzo 2020
11:52
– ‘Upgrade in progress’, prima personale dell’artista coreana Geumhyung Jeong in un’istituzione d’arte contemporanea italiana si terrà dal 6 marzo al 2 giugno alla Fondazione Modena Arti Visive. L’esposizione, curata da Diana Baldon, presenta una nuova installazione site-specific commissionata da Fmav: l’artista si è distinta a livello internazionale nell’ambito delle arti performative per le sue coreografie allo stesso tempo divertenti e inquietanti in cui si esibisce con apparecchi elettronici con sembianze umanoidi.
Combinando diversi mezzi espressivi – danza, teatro, film e scultura – Geumhyung Yeong realizza le sue opere con una varietà di dispositivi protesici, strumenti hardware meccanici e tecnologici, cosmetici, manichini medici, inserendo performance dal vivo che ‘dimostrano’ come i suoi oggetti possano essere utilizzati. Quando si presenta in contesti dedicati alle arti visive, l’artista dispone gli oggetti secondo strane sequenze e li ordina su piedistalli in ambienti molto illuminati.
Al via su Sky Arte ‘Luce Social Club’
Ogni venerdì alle 20.15, con Gianni Canova e Martina Riva
03 marzo 2020
13:51
– La cultura come non è mai stata trattata in televisione. Il sapere come non è mai stato approfondito sul piccolo schermo. Nasce Luce Social Club, il primo programma di intrattenimento culturale di Gianni Canova, Martina Riva e Max De Carolis, in onda su Sky Arte (canale 120 e 400 di Sky).
Ogni venerdì sera alle ore 20.15, dal 6 marzo, gli schermi di Sky Arte si accenderanno su un nuovo format d’intrattenimento che, mescolando forme e linguaggi diversi, esplorerà in modo inedito e originale il mondo della cultura. In studio Gianni Canova e Martina Riva dialogheranno con personaggi del mondo del cinema, dell’arte, della musica, della letteratura, del teatro, della moda e del design, per esplorare insieme l’essenza del loro lavoro e delle loro arti. “Non solo cinema – dice Gianni Canova – Il cinema come architrave portante, come centro gravitazionale. Ma attorno al cinema, ai suoi autori e attori, anche la musica, il teatro, la letteratura, l’arte, il design e tutta la galassia articolata e affascinante di cui si compone la cultura contemporanea”. “Luce Social Club – spiega Martina Riva – è un grande e colorato contenitore culturale, uno scatolone luccicante in cui le arti si incontrano, si mescolano e dialogano in maniera disinvolta, grintosa, mai ingessata e rigida”.
Tra gli ospiti delle prime puntate, Sandro Veronesi, Elena Radonicich, Anastasio, Ivano De Matteo, Massimo Ghini, Giorgio Colangeli, Lucio Corsi, Takoua Ben Mohamed.
Luce Social Club è un programma prodotta da ERMA Pictures in collaborazione con ATCL e Sky Arte. È in onda su Sky Arte ogni venerdì dal 6 marzo alle 20.15.
Raffaello, Villa Farnesina svela i suoi segreti
Visibili i disegni sull’intonaco scoperti negli anni ’70
03 marzo 2020
14:24
– Disegni nascosti sotto gli arazzi e mai mostrati al pubblico, il braccio di una nereide, ma anche il volto barbuto di un uomo, nel quale la leggenda ha voluto vedere un giovane Michelangelo. Nei 500 anni dalla morte di Raffaello, dopo la grande rassegna che aprirà i battenti giovedì 5 marzo alle Scuderie del Quirinale, anche la superba Villa Farnesina a Roma, in gran parte affrescata dal genio urbinate, dedicherà ben due appuntamenti alle celebrazioni. E il primo, dal 6 aprile al 31 luglio, sarà l’occasione per scoprire anche qualche segreto di quella che fu la fastosa residenza romana di Agostino Chigi, il banchiere dei papi, uomo ricchissimo e potente, capace di dominare la scena e i salotti di quegli anni.
Dopo i restauri che in anni recentissimi hanno riportato all’antico splendore la loggia raffaellesca ma anche la deliziosa camera nuziale con il matrimonio di Alessandro Magno e Rossane, la mostra consentirà di scoprire i disegni sull’intonaco scoperti negli anni ’70 al di sotto del Polifemo di Sebastiano del Piombo e del Trionfo di Galatea di Raffaello, sinora mai esposti al pubblico. Un sistema interattivo, da poco messo a punto, consentirà di osservare da vicino tutti i dettagli delle pitture sulla loggia (a occhio nudo sono distanti otto metri) e anche di distinguere fiori e frutti degli opulenti festoni che la incorniciano.
Dal 1 ottobre al 10 gennaio 2021 una seconda mostra, curata da Alessandro Zuccari e Costanza Barbieri, accenderà poi l’attenzione proprio sulla grande collezione di statue, sarcofagi, rilievi, cammei e monete antiche messa insieme da Agostino Chigi: una messe di meraviglie che sicuramente influenzò anche Raffaello e che ora i prestiti dei grandi musei del mondo, dai Vaticani agli Uffizi, dal Kunsthistorisches di Vienna all’Archeologico di Napoli, consentiranno di rivedere per qualche mese là dove il banchiere li aveva voluti.
Strega, 54 i titoli candidati all’edizione 2020
Nove le ultime segnalazioni arrivate, la dozzina il 15 marzo
03 marzo 2020
15:01
– Sono 54 i libri presentati dagli Amici della domenica al Premio Strega 2020, tre in meno del 2019 quando si era raggiunto il record assoluto con 57 titoli. Gli ultimi nove titoli sono stati pubblicati sul sito del premio http://www.premiostrega.it poco prima che si chiudessero le candidature aperte fino alle 12.00 del 3 marzo.
Questi i nove autori e titoli: Gianluigi Bruni con Luce del Nord” (Rubbettino), proposto da Antonio Pascale; Pasquale Critone con ‘Il tesoro sacrilego’ (Armando), proposto da Antonio Augenti; Lidia Del Gaudio con ‘Il delitto di via Crispi n.21’ (Fanucci), proposto da Marcello Ciccaglioni; Francesco Falconi con ‘Gli anni incompiuti (La Corte), proposto da Alessandro Perissinotto; Antonio Gnoli e Francesco Merlo con ‘Grand Hotel Scalfari’ (Marsilio) proposto da Pietrangelo Buttafuoco; Claudio Lagomarsini con ‘Ai sopravvissuti spareremo ancora’ (Fazi), proposto da Laura Minervini; Pierluigi Luisi con ‘Il posto dei fichi d’India’ (Aracne ), proposto da Paolo Ferruzzi; Francesco Marino con ‘Lo chef consiglia amore’ (Cairo), proposto da Lina Wertmüller e Renzo Paris con ‘Miss Rosselli’ (Neri Pozza), proposto da Nadia Terranova.
Tra i 54 libri saranno scelti dal Comitato direttivo del Premio, che si riserva di potere anche segnalare altre opere, i dodici che si disputeranno l’edizione 2020. La dozzina sarà annunciata il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 9 giugno, quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo. La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.
Bunuel in 2d per raccontare la violenza della realtà
In sala dal 5 marzo il film animato premiato agli Efa e ai Goya
04 marzo 2020
10:04
Un mondo affamato, di bambini stipati nelle scuole e negli orfanotrofi, dove la violenza della natura e l’indifferenza delle istituzioni colpiscono senza pietà uomini, donne e animali. Una realtà sconvolgente che un maestro del cinema come Luis Buñuel , da autore trentenne, racconta a inizio anni ’30, nel suo documentario Terra senza pane (Las Hurdes) dopo aver rotto il legame artistico con l’amico, compagno nelle avventure surrealiste di Un Chien Andalou e L’age d’or. Un percorso coinvolgente e profondo, d’uomo e d’artista, raccontato in animazione 2d da ‘”Buñuel – Nel labirinto delle tartarughe’, il film di Salvador Simo’, nelle sale italiane con Draka Distribution dal 5 marzo, vincitore fra gli altri dell’European Film Award e del Goya come miglior lungometraggio d’animazione e dei premi della giuria e per la colonna sonora all’Annecy International Animated Film Festival.
Traendo ispirazione dell’omonima graphic novel di Fermín Solís, il film è anche il racconto di una grande amicizia, quella tra Buñuel e lo scultore, pittore e scrittore anarchico Ramon Acin, che per aiutare il regista (rimasto senza finanziatori dopo le polemiche per le sue opere surrealiste) produsse il documentario con soldi vinti alla lotteria. Acin morirà pochi anni dopo, nel 1936, durante la Guerra Civile Spagnola, fucilato dai fascisti, che riservarono lo stesso destino 17 giorni dopo anche alla moglie dello scultore. “Qui non si tratta di cambiare le leggi ma il modo di pensare della gente. Si tratta di cambiare il mondo senza che il mondo se ne renda conto”. E’ una delle idee in cui crede Buñuel e che porta avanti, non senza contraddizioni, anche quando decide di girare, dopo due opere di fiction, un documentario, di cui Simo’ mostra, con degli inserti, alcune delle immagini più potenti. Riprendendo l’idea di Eli Lotar (che fu direttore della fotografia del film, lungo circa 30 minuti) il regista decide di mostrare al mondo la povertà di Las Hurdes, una delle regioni più arretrate della Spagna: zona montagnosa contadina, a circa 100 km da Salamanca, composta da vari villaggi (i tetti bassi e ravvicinati delle case/stalle ricordavano la tessitura di un labirinto e il carapace di una tartaruga, da qui il titolo) senza luce e strade. Un’area devastata, viste le poverissime condizioni di vita da un’alta mortalità infantile, e malattie come malaria, dissenteria e molti casi di nanismo.
L’artista Buñuel si trova a riflettere sul suo passato, dalla severità del padre al contrasto con l’ingombrante figura di Dalì (che rifiutò di produrgli il documentario, perché una zingara gli aveva detto di non prestare soldi agli amici) e a fare scelte di rimessa in scena della realtà, per far arrivare, nel modo più diretto e duro possibile, il racconto dal vero. Simo’ ha costruito il suo ritratto del regista, anche grazie alle conversazioni con il nipote del cineasta, Luis. “La cosa più importante che ho compreso nella mia ricerca su Buñuel era l’onestà e verità che infondeva nei suoi film e nelle sue storie – ha spiegato Simo’ a No Film School -. Era onesto nel modo di parlare nel modo in cui vedeva le cose. Tutto questo lo percepisci dalle sue opere: voleva che il pubblico pensasse, si ponesse domande”. Intanto Simo’, che viene da una lunga esperienza internazionale (è stato, fra gli autori delle sequenze animate e di effetti speciali, fra gli altri, della versione ‘ibrida’ di “The Jungle Book” e di “Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar”), grazie al successo di “Buñuel nel Labirinto delle Tartarughe” ha avuto il via per un altro grande progetto animato, stavolta in cgi, prodotto da Spagna e Cina: Dragonkeeper tratto dai racconti fantasy di Carole Wilkinson: protagonista una bimba schiava, Peng, che scopre i suoi grandi poteri quando parte in missione per salvare dall’estinzione i draghi.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Bruno Bozzetto 82 anni, le opere nel mondo in tv e streaming
Minerva Pictures distribuisce i film del maestro dell’animazione
03 marzo 2020
16:58
Buon compleanno Bruno Bozzetto: il celebre disegnatore, animatore e regista festeggia 82 anni. E proprio il 3 marzo si annuncia un accordo tra la società di distribuzione Minerva Pictures e la Bruno Bozzetto Distribution per la distribuzione tv, home video e digitale in Italia e Nord America delle opere. Bruno Bozzetto ha trasformato in disegno più di 60 anni di storia d’Italia, è stato autore di alcuni lungometraggi animati e numerosi cortometraggi, molti dei quali vedono come protagonista il suo “Signor Rossi”, simbolo del cittadino italiano medio alle prese con il malcostume della società. Tra i lavori più noti che fanno parte dell’accordo c’è Allegro non troppo (1976), film musicale d’animazione in cui l’arte di Bozzetto incontra le opere classiche di Stravinskij, Debussy, Vivaldi e altri celebri compositori, sulla scia del film Walt Disney Fantasia.
In arrivo in alta definizione anche West and Soda (1965), uno dei primi lungometraggi animati italiani nonché anticipazione in chiave umoristica del genere Spaghetti Western, e Vip, mio fratello superuomo (1968), parodia del mondo dei supereroi, con la voce di MiniVip affidata a Oreste Lionello, che denuncia i rischi in cui s’imbatte una società che rincorre il consumismo.
Tra i cortometraggi in distribuzione di nuova e di vecchia data ci saranno Mister Tao, vincitore dell’Orso d’Oro al Festival del Cinema di Berlino nel 1990, Cavallette, nominato al Premio Oscar l’anno seguente, e molte altre opere dell’artista milanese rese celebri nelle trasmissioni televisive e di divulgazione scientifica culturale. Tutte le sue “idee con intorno una linea”, come lui definisce, sono talmente riconosciute ed apprezzate nel mondo dell’animazione che il Walt Disney Family Museum di San Francisco gli ha dedicato nel 2013 una mostra retrospettiva dal titolo “Animation, Maestro!”.
Le opere di Bozzetto saranno disponibili dal 3 Marzo su Amazon Prime Video, Chili e The film club, e a seguire su Google Play, VVVVID, Apple Tv e Rakuten Tv e – questa estate – anche in dvd e blu-ray.
Federica Carta, mi rimetto in gioco con una nuova me
La giovane artista riparte dal brano urban-pop Bullshit
04 marzo 2020
10:07
Cambio di look – più aggressivo e sensuale -, nuove sonorità, una pagina bianca di musica e di vita ancora tutta da scrivere. Federica Carta torna, con i suoi 21 anni, pronta a rimettersi in gioco. Il 6 marzo esce il brano Bullshit, che segna il suo nuovo inizio. “Sono sempre la stessa brava ragazza di prima, ma ho cominciato a tirar fuori anche altro che comunque c’era dentro di me – racconta la timida cantante romana, uscita da Amici tre anni fa e con alle spalle già una partecipazione al Festival di Sanremo lo scorso anno in coppia con Shade -. Sono sempre stata vista come una principessa Disney, ma sto imparando anche a valorizzare il mio lato più femminile. E ad essere più sicura di me, anche non avendo più paura a dire la mia sul lavoro”.
La nuova Federica, dunque, riparte da Bullshit, un brano dalle sonorità urban-pop scritto da K Beezy insieme a Katoo, che è anche produttore. Un grido lanciato contro chi ci ha deluso, contro chi ci ha messo a nudo la nostra fragilità, diventata però un punto di forza. “La scorsa estate cercavo di uscire da un amore un po’ marcio con un ragazzo, mi ero bloccata anche nella scrittura. Quando mi è arrivato questo brano sono rimasta colpita dalla capacità che aveva di descrivere il momento che stavo vivendo. Da lì sono ripartita per riprendere in mano la mia vita prima a livello umano e sentimentale, poi anche a livello musicale”. Un brano che poteva godere della vetrina di Sanremo, a un anno dalla prima partecipazione? “Il progetto che sta partendo è talmente tanto diverso da ciò che c’era prima che non abbiamo neanche preso in considerazione l’ipotesi di presentarci al Festival. Ma in futuro – spiega – mi piacerebbe tornare su quel palco”.
Da Bullshit quindi si riparte per un nuovo percorso, che vedrà nei prossimi mesi anche l’uscita di un nuovo album. “Tante cose sono già pronte e sono coerenti con la nuova me. Ma faccio un passo alla volta e ora mi godo Bullshit”. Uno degli obiettivi da superare è anche una timidezza estrema. “Mi hanno sempre rimproverato di chiudere troppo gli occhi quando canto, ma ho raggiunto la consapevolezza che il pubblico non ce l’ha con te. Certo stare sul palco per una timida come me non è stato semplice, ma io amo superare i miei limiti”. Il primo a spingerla a superarli è stato suo padre: “mi portava contro voglia a fare il karaoke, ma oggi devo solo ringraziarlo”. Altro passaggio fondamentale per lei è stata la partecipazione ad Amici. “E’ stato un fantastico trampolino di lancio e lo rifarei come esperienza di vita, ma non in questo momento. Ero molto giovane – avevo 17 anni -, e alcun cose le prendevo molto male, come anche le critiche sui social. Oggi sono cresciuta”.
Coronavirus: Ducale Genova, visite ‘al metro’ per sicurezza
Bertolucci, seguiamo hashtag #laculturacura del museo di Torino
GENOVA
03 marzo 2020
16:18
– A tutte le persone che vorranno partecipare alle visite guidate di Palazzo Ducale di Genova, illustrate dal direttore Serena Bertolucci, verrà consegnato un metro “per mantenere la distanza di sicurezza” nel rispetto “delle precauzioni raccomandate dalle autorità”. La cultura ai tempi del Coronavirus si declina anche così, visto che “#laculturacura, seguendo l’hashtag lanciato dal Museo Egizio di Torino in questi giorni”.
“L’iniziativa, prima del genere in Italia – ha detto Bertolucci -, intende ribadire quelle che saranno le coordinate entro le quali si vuole muovere Palazzo Ducale nel prossimo futur. Fiducia, accoglienza e impegno per un’azione culturale sempre più attiva e utile al territorio. Ripartiamo da qui, riprendiamoci metri di cultura”.
Coez lancia il format “Nella casa” dal 15 marzo
Ogni settimana rilasciato un brano inedito con un ospite diverso
03 marzo 2020
16:44
– Coez annuncia il format “Nella casa”, un progetto che lo vedrà vivere per un mese assieme ad alcuni ospiti del mondo musicale italiano, in una villa poco distante da Roma. Un luogo d’incontro d’eccezione che diventa vero e proprio studio di registrazione. Da queste influenze e contaminazioni di musiche e stili, ogni domenica nascerà un brano inedito, che verrà pubblicato sulle piattaforme streaming contemporaneamente ad altri contenuti video inediti che andranno sul canale ufficiale di Youtube di Coez.
“Nella casa” ha l’obiettivo finale di mostrare, senza filtri e in modo personale, quello che c’è dietro alla realizzazione di una nuova canzone, dalla creazione di musica e testi, fino all’incisione, avvicinando la gente al mondo degli artisti.
“Sono circa 2 anni che lavoriamo a questo progetto e finalmente posso cominciare a spiegarlo – ha scritto Coez in un post pubblicato su Instagram -. Dal 15 marzo mi chiuderò in una casa allestita a studio di registrazione e ogni inizio settimana ci sarà un ospite o più di uno col quale scriveremo un pezzo inedito che uscirà la domenica seguente, questo per 4 settimane.
L’obiettivo è farvi entrare in studio con noi facendovi seguire in diretta quello che accadrà, rendervi appunto partecipi del processo creativo che sta dietro ad una canzone”.
In estate poi il tour nei festival italiani: 26 giugno Legnano (MI), 4 luglio Genova, 8 luglio Marostica (VI), 11 luglio Roma, 19 luglio Barolo (CN), 25 luglio Taormina (ME), 2 agosto Soverato (CZ), 6 agosto Pescara, 9 agosto Molfetta (BA), 14 agosto Lignano Sabbiadoro (UD), 16 agosto Cinquale (MS).
Moda: capsule H&M firmata da Johanna Ortiz
Colori esotici e fiori tropicali per uno stile bohémien
03 marzo 2020
16:50
– Dopo una pre-drop di quattro abiti, H&M annuncia che la sua collaborazione con la designer colombiana Johanna Ortiz verrà lanciata in alcuni negozi selezionati e online dal 12 marzo. La collezione di 19 pezzi, che comprende abiti femminili, top, gonne e costumi da bagno, presenta la tavolozza di colori esotici, fiori tropicali che sono diventate sinonimo dello stile Ortiz. Il team di designer di H&M si è recato a Cali, città natale della Ortiz, conosciuta anche come la capitale colombiana della salsa, per comprendere appieno la complessa costruzione del design ultra-slim e che avvolge le forme, tipico della stilista colombiana. Il team, ospite nell’elegante e decorata villa di Johanna, si è immerso nel sofisticato mondo bohémien, esaminando il suo archivio e rivisitando le stampe tropicali in nuove colorazioni ricche di energia. I capi chiave della collezione includono il maxi abito floreale rosso acceso, l’abito midi magenta in broderie, l’abito lungo in viscosa con motivi neri, uno dei preferiti di Johanna, la gonna arricciata in popeline bianco e nero a balze.
La lavorazione dell’arricciatura e delle balze sono tipiche del brand e sono state utilizzate anche sui costumi da bagno dal taglio asimmetrico. Nella collezione sono presenti anche alcuni capi essenziali come la tunica in popeline di cotone e le bluse monocromatiche.
Unesco: Boccia sostiene candidatura Carta Filigranata
Presidente Confindustria ha ammirato arte cartaia a Fabriano
FABRIANO
03 marzo 2020
16:51
– C’è anche quella del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia tra le 1.400 firme raccolte per sostenere l’iscrizione dell’Arte della Carta Filigranata di Fabriano nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale immateriale Unesco. “Siamo molto soddisfatti per essere riusciti a coinvolgere l’intero territorio marchigiano” fanno sapere dalla Pia Università dei Cartai che, con il sostegno del Comune, della Fondazione Fedrigoni Fabriano, della Fondazione Carifac, entro fine mese depositerà il dossier a Roma. “In occasione di una recente visita a Fabriano, ho avuto l’opportunità di assistere personalmente ad una dimostrazione dal vivo della produzione a mano di un foglio di carta e di una filigrana nei locali de Le Conce, sede della Scuola Internazionale dei Mestieri d’Arte Carifac’Arte. Anche alla luce della rilevanza identitaria di questa arte antica per la realtà cittadino e per la comunità, a nome di Confindustria desidero esprimere pieno sostegno alla candidatura” scrive Boccia.
Ultras, ecco la messa pagana del calcio
In sala e su Netflix film di Lettieri con Aniello Arena e Truppo
04 marzo 2020
10:02
Nonostante si spacchino la testa appena possibile, gli hooligans raccontati nell’opera prima di Francesco Lettieri in ‘Ultras’ hanno le loro regole, le loro liturgie, la loro messa. E forse così, non a caso, questo film pieno di ritmo e malinconia inizia e si chiude in una chiesa: nel primo caso per un matrimonio e, nel secondo, per un funerale.
Il film, in sala dal 9 all’11 marzo distribuito da Indigo e su Netflix dal 20 marzo, ci porta a Napoli. Qui troviamo Sandro (Aniello Arena) che a quasi cinquant’anni è ancora il capo degli Apache, il gruppo di ultras del Napoli con cui ha passato tutta la vita allo stadio. Un uomo muscolare, di poche parole e con alle spalle una vita di violenza, Sandro ha vera stoffa di leader anche se ora un daspo (il divieto di partecipare alle manifestazioni sportive) gli impedisce di avvicinarsi alla curva. E mentre altri gruppi di ultras più giovani cercano di spodestarlo, Sandro ha forse per la prima volta voglia di una vita normale specie dopo aver conosciuto Terry (Antonia Truppo), una donna bellissima e che gli tiene testa. E a far crescere Sandro c’è anche Angelo (Ciro Nacca), sedici anni, un ragazzo che lo considera la sua guida, quasi un padre e comunque la persona che ha preso il posto di suo fratello Sasà, morto anni prima negli scontri durante una trasferta.
Tra striscioni da realizzare, trasferte-guerra da pianificare e lotte generazionali da portare avanti, nel film si raccontano non solo le storie di Sandro, Angelo e Terry, ma anche quelle di ultras tutti di un pezzo come Pechegno (Simone Borrelli), Gabbiano (Daniele Vicorito) e Barabba (Salvatore Pelliccia). “Napoli a differenza di altre – spiega il regista che viene dai videoclip, in una videoconferenza tra Roma e Napoli causa Coronavirus – è l’unica squadra portatrice di un sentimento di riscatto del meridione e comunque l’unica che si può confrontare con le grandi squadre nazionali. Comunque – aggiunge Lettieri – gli ultras di oggi sono molto diversi da quelli anni Ottanta, sono in crisi perché gli scontri attualmente sono molto più rari ed è così difficile esercitare la propria indole violenta”. E ancora Lettieri, che tra i tanti lavori sugli hooligan ha molto ammirato il documentario di Vincenzo Marra ‘Estranei alla massa’ -: “Uno di loro una volta mi ha detto che un tempo c’erano le guerre per sfogarsi, ora che non ci sono più il tifo è uno sfogo per chi ha voglia di combattere”.
Aniello Arena spiega: “Sono da sempre tifoso, ma mai un ultras, così ho scoperto molte cose di questo mondo. Certo per interpretare Apache ci ho messo molto del mio” dice l’attore con un passato di ex criminale della Camorra. Ultras, prodotto da Indigo film e film originale Netflix in associazione con Mediaset, ha il soggetto e la sceneggiatura di Peppe Fiore e Francesco Lettieri e le musiche di Liberato.
Moda: Violeta by Mango per le donne curvy
Cast di modelle famose per una collezione tutta floreale
03 marzo 2020
18:15
– Violeta by Mango lancia la campagna per la collezione primavera estate con lo slogan #ThisIsPower, un messaggio diretto alle donne affinché recuperino il loro potere originale, di cui sono detentrici. In questa occasione, il marchio si è affidato a un cast di modelle famose come Georgia Pratt, Sabina Karlsson, Chloe Vero, Olivia Wilson, Eva Kay, Lovisa, Sabey e Lorena Durán. Ciascuna di loro rappresenta, con il proprio stile e i propri valori. La nuova collezione comprende stampe floreali in ogni variante, il cui il capo principe torna a essere il vestito. Sarà un’estate ricca di colori vivaci e di tessuti come popeline, lino e taffetà mescolati a georgette e batista e impreziositi da ricami. Il completo assume grande importanza comparendo in tanti colori, comprese le nuance pastello. La novità è che in questa stagione il marchio offrirà sul web la possibilità di personalizzare una T-shirt e un giubbotto in denim con lo slogan della campagna.
L’obiettivo di Violeta by Mango è vestire una donna curvy che ama la moda. La chiave di questo progetto, lanciato a gennaio del 2014, è la cura dei dettagli tecnici del modello, taglia per taglia, e la possibilità di offrire una collezione di qualità per qualsiasi momento della giornata.
Federica Sciarelli, trappole d’Amore
Storie di truffe romantiche
03 marzo 2020
18:22
FEDERICA SCIARELLI TRAPPOLE D’AMORE (RAI LIBRI – PP384) Ma nel 2020 si può ancora essere vittima di una truffa romantica, credere in una banalissima foto rubata ad un profilo social di qualcuno che ignaro si ritrova ad essere il ‘sogno’ di qualche malcapitata o malcapitato, che al fine finisce per ridursi quasi sul lastrico consegnando prima piccole somme, poi chi addirittura facendo finanziamenti veri e propri.
“Ebbene può essere incredibile, ma soprattutto le donne (in un età compresa tra i 40 e i 70 anni), sono prede più a rischio anche se gli uomini non mancano, la solitudine gioca un ruolo rilevante, il fatto di voler sentirsi di nuovo apprezzati, amati desiderati è legittimo e quando ti ritrovi qualcuno che ogni mattina ti sveglia con Buongiorno principessa, si può finire con il credere alla favola”. A parlare del suo ultimo libro è la giornalista e volto storico di Rai3 Federica Sciarelli che all’interno della sua trasmissione la seguitissima trasmissione della terza rete Rai che vanta un successo lungo ormai 32 stagioni, segue da tempo questo tipo di truffe tecnologiche (“Abbiamo il nostro famoso cartellone con le foro segnaletiche di profili rubati dal web in Italia e nel mondo ci mandano mail a tutte le ore del giorno per chiederci ormai di controllare”).
Il dato più rilevante e drammatico è che l’inganno non è appannaggio di singoli truffatori, ma rientra in un più ampio scenario di criminalità organizzata: in questo libro vengono raccolti i casi italiani più significativi e toccanti, ma non ci si limita a questo. “Abbiamo per questo deciso di raccogliere in un volume Trappole d’Amore le storie più significative – è un libro inchiesta da nord a sud del paese che ho scritto con Ercole Rocchetti, Veronica Briganti, Marina Borrometi.
Il volume, oltre alle storie, si compone di una corposa inchiesta, che analizza il fenomeno ormai globale delle diverse truffe informatiche, a partire da quelle “romantiche”. Ma soprattutto ricostruisce la minuziosa programmazione con cui la criminalità africana, per finanziare altri traffici illeciti e ben più allarmanti, realizza queste frodi, che dal furto d’identità mirano a estorcere denaro alle vittime inconsapevoli.
Ma come è possibile che ancora oggi donne e uomini, donne in rete cadono nelle trappole di sedicenti innamorati ansiosi di derubarle. “Un tempo esistevano le lettere, ora tutto è cambiato ci si incontra in rete, in un labirinto di contatti impersonali, ma che ti raggiungono comunque dentro, e ti fanno sognare. Ti arrivano richieste di amicizia, e scruti quella foto che viene da lontano, senza porti la domanda più semplice: sarà davvero lui? Ci credi e ti pare impossibile che sia arrivato un impostore, uno che si approfitta dello spazio virtuale per diventare altro da sé. Credi ciecamente che sia vedovo, con due figli, e che abbia bisogno di affetto, del tuo affetto”.
I casi più eclatanti di un fenomeno in espansione, raccontati dalla storica conduttrice di “Chi l’ha visto? Tra questi quello di “Caterina, ricordato dal suo più caro amico, che la adorava un vicino di casa, ma che ha perso la testa per un amore virtuale che gli ha portato via tutti i soldi, una storia finita male, lei malata di diabete è morta, sola e disperata. La storia di Elisabetta, una giovane infermiera che non si è mai sentita bella, viene agganciata su Fb da un giovane uomo vedovo con una figlia di 5 anni, la ricopre di complimenti, è il primo che si interessa a lei all’inizio frasi amorose, “mia farfalla”, “mia regina”, la chiama moglie, poi un prestito deve – sostiene – riscuotere un’eredità in Canada”.
Strega: 54 opere candidate, sarà sfida a tre
In pole Veronesi, Carofiglio e Ferrari. Torna Feltrinelli
03 marzo 2020
18:31
– Sono 54 i libri presentati dagli Amici della Domenica al Premio Strega 2020, tre in meno del 2019 quando è stato raggiunto il record assoluto con 57 titoli.
Spicca il ritorno di Feltrinelli, dopo 5 anni di assenza, che porta in gara ‘Ragazzo italiano’, il primo romanzo di Gian Arturo Ferrari, per molti anni potente e temuto editore che con la Mondadori ha vinto tanti premi e ora è in corsa, presentato da Margaret Mazzantini, come scrittore. Una discesa in campo che scombina notevolmente le carte e darà parecchio filo da torcere al superfavorito alla vigilia Sandro Veronesi tornato allo Strega con ‘Il Colibrì’ (La nave di Teseo), presentato dall’Accademia degli Scrausi, dopo la vittoria nel 2009 con ‘Caos calmo’. Ma la sfida non si prefigura a due perchè anche Einaudi ha un asso nella manica, Gianrico Carofiglio con ‘La misura del tempo’, proposto da Sabino Cassese.
La strada verso la cinquina, che sarà votata il 9 giugno, è ancora lunga, eppure è già chiaro che in pole position c’è un inattaccabile trio. Restano liberi due posti che potrebbero essere occupati da Ilaria Bernardini con ‘Il ritratto’ (Mondadori), proposto da Paolo Sorrentino o da Valeria Parrella con ‘Almarina’ (Einaudi), proposto da Nicola Lagioia che porterebbe così a due i titoli della casa editrice dello Struzzo in corsa. Ma, bisogna vedere chi entrerà nella dozzina che sarà scelta fra i 54 titoli dal Comitato direttivo, con la riserva di poter fare anche altre proposte, e annunciata il 15 marzo alle 12.30 a Libri Come, la festa del libro e della lettura all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Nella lunga lista colpisce la presenza di ‘Miss Rosselli’ (Neri Pozza), il memoir di Renzo Paris dedicato ad Amelia Rosselli, la grande poetessa della quale il 28 marzo ricorrono i 90 anni dalla nascita, proposto da Nadia Terranova.
La possibilità, dal 2018, di essere presentati da un solo Amico della Domenica, non più da due come in passato, ha portato anche ad una crescita del numero di libri che appartengono a una stessa casa editrice. Al top è Einaudi con 4 titoli : oltre a Carofiglio e Parrella, ci sono Daniele Vicari con ‘Emanuele nella battaglia’ e Chiara Valerio con ‘Il cuore non si vede’ .
Seguono, a pari merito, con tre titoli Mondadori, Marsilio e Neri Pozza. Oltre alla Bernardini, Mondadori ha in lista Daniele Mencarelli con Tutto chiede salvezza e Angelo Ferracuti con ‘La metà del cielo’. Tra i tre di Marsilio Antonio Gnoli e Francesco Merlo con Grand Hotel Scalfari. Due i titoli di Bompiani: Silvia Ballestra con ‘La nuova stagione’ e Marta Barone con ‘Città sommersa’ ; due quelli di Fazi: Claudio Lagomarsini, con ‘Ai sopravvissuti spareremo ancora’ e Giovanni Ricciardi con ‘La vendetta di Oreste’: La nave di Teseo oltre a Veronesi ha Viola Di Grado con ‘Fuoco al cielo’. Rizzoli punta tutto su ‘Nessuna notte è infinita’,il toccante ritratto familiare e di un’epoca di Francesca Pansa proposto da Aurelio Picca e Piemme su Laura Imai Messina con ‘Quel che affidiamo al vento’, all’uscita schizzato subito in classifica. Due i graphic novel: torna Gipi con ‘Momenti straordinari con applausi finti’ (Coconino Press), proposto da Francesco Piccolo e Valerio Gaglione e Fabio Izzo fon Uccidendo il secondo cane (Oblomov). Sem schiera Gian Mario Villalta con L’apprendista e HarperCollins Italia Enrico Vanzina con ‘Mio fratello Carlo’.
Numerose le proposte di piccoli e medi editori che vedono il debutto di NN Editore con Giovanissimi di Alessio Forgione. Tra gli altri TerraRossa, Nutrimenti, Compagnia Editoriale Aliberti, Felix Krull, Arkadia, Elliot e Effequ. Assente Guanda dopo la vittoria nel 2018 con Helena Janeczek.
I libri candidati alla cinquina saranno letti e votati da una giuria composta dai 400 Amici della domenica, ai quali si aggiungono 200 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 20 Istituti italiani di cultura all’estero, 40 lettori forti selezionati da 20 librerie indipendenti distribuite in tutta Italia, 20 voti collettivi espressi da scuole, università e 15 circoli di lettura presso le Biblioteche di Roma, per un totale di 660 aventi diritto.
Il vincitore il 2 luglio 2020 a Villa Giulia, a Roma.
Superwomen al MANN, a Napoli street art al museo
Dal 6 marzo firmate Lediesis, ci sono anche Wertmuller e Callas
NAPOLI
03 marzo 2020
18:40
– Otto superdonne fanno l’occhiolino: sono Alda Merini, Peggy Guggenheim, Marlene Dietrich, Marina Abramovic, Lina Wertmuller, Yayoi Kusama, Frida Kahlo, Maria Callas. Sul petto delle protagoniste dei ritratti è impressa l’inconfondibile “S”, che connota otto Superwomen, per sfatare il mito che esista soltanto “Superman”. Per celebrare l’ 8 marzo, Giornata internazionale della donna, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli propone da venerdi 6 marzo (fino al 13 aprile), la mostra “SuperWomen #Super8X8Città”, firmata dalla coppia di street artists Lediesis.
“Il Mann rinnova la sua attenzione per la street art e la rigenerazione urbana ospitando nel mese di marzo le immagini delle Superwomen che Lediesis hanno fatto viaggiare per l’Italia. Non mancheranno sorprese dedicate a Napoli: a strizzarci l’occhio sarà, nell’Atrio del Museo, la cittadina onoraria e premio Oscar Lina Wertmuller, in strada andremo a caccia dell’icona Sofia Loren”, dichiara il direttore dell’Archeologico, Paolo Giulierini.
160 opere di 85 artisti emergenti in sede Zeffirelli
Fino al 18 marzo a Firenze collettiva ‘Moovart’
FIRENZE
03 marzo 2020
20:11
– Circa 160 opere tra dipinti, sculture e installazioni di 85 artisti emergenti sono in mostra nella sala della musica della Fondazione Franco Zeffirelli di Firenze.
La rassegna di arte collettiva, dal titolo ‘Moovart Co-Expo Firenze 2020’, sarà aperta al pubblico a ingresso libero fino al 18 marzo. Moovart è un progetto ideato e realizzato dalla Fondazione di ricerca scientifica Amedeo Modigliani, in partnership con la Moov Ltd, attiva a livello internazionale per la valorizzazione degli artisti emergenti: prima di arrivare a Firenze lo stesso concept è stato ospitato nella Reggia di Caserta, a Castel dell’ovo a Napoli e alla Riba foundation di Liverpool, in Gran Bretagna. Nel dettaglio, gli artisti emergenti (il più giovane ha 16 anni) hanno realizzato per l’esposizione a Firenze opere di pittura, scultura, fotografia, ceramica, arte orafa e arte digitale che rappresentano un variegato insieme di esperienze a confronto.
Dua Lipa firma seconda capsule per Pepe Jeans London
La pop star in posa per Charlotte Wales. Stile anni ’80 e ’90
03 marzo 2020
20:12
– La pop star Dua Lipa lancia la sua seconda capsule collection per Pepe Jeans London per la primavera/estate. Per questa collezione la cantante ha tratto ispirazione dalle sue radici londinesi e dal tempo trascorso a Los Angeles, realizzando look cool ideali da indossare sul palco e fuori. La campagna è stata scattata da Charlotte Wales e cattura l’energia di Dua Lipa durante le esibizioni sul palco.
Lo sfondo color pastello nelle immagini crea il palcoscenico perfetto per far brillare la collezione, ricreando una sorta di spettacolo televisivo retrò. Questa seconda capsule collection reinventa con un tocco modern i look più iconici di fine anni Ottanta e inizio anni Novanta, proponendo blazer oversize, maglie cropped, abiti aderenti e minigonne metalliche. La palette è composta da colori effervescenti, quali il blu pastello, il giallo e il viola che si mixano perfettamente con la brillantezza del fucsia e dell’elettric lime.
Pepe Jeans London nasce nel 1973 nel cuore di Portobello Road a Notting Hill. Il denim è da sempre stata la passione e il dna del brand e anche in questa seconda capsule collection Dua Lipa X Pepe Jeans London sono stati riproposti e reinterpretati i best-seller della storia del marchio londinese.
La poesia e le voci di Miss Rosselli
Renzo Paris racconta Amelia Rosselli a 90 anni da nascita
06 marzo 2020
17:47
RENZO PARIS, MISS ROSSELLI (NERI POZZA, PP 236, EURO 18,00). La “magica poetessa del Novecento”, inseguita dagli spettri, convinta di essere perseguitata dalla Cia, suonatrice di violino e organo prima di dedicarsi alla poesia. Renzo Paris è riuscito a far rivivere Amelia Rosselli, ha cercato la sua vita nei suoi versi fino a farne una cosa sola, con lo sguardo unico che può avere un amico con cui si è fatto un lungo pezzo di strada. Riscopriamo l’autrice di ‘Variazioni belliche’, di ‘Serie ospedaliera’, ‘Documento’, i tre fiori della sua produzione poetica. E del pometto ‘La libellula’, panegirico della libertà dove la metapoesia diventa ipnotica. Seguendo l’ombra che “è venuta più volte a ballare” nella sua immaginazione Paris ha scritto ‘Miss Rosselli’ che già dal titolo azzeccatissimo ci fa entrare in un mondo plurale, italiano ed europeo, poliglotta e multiculturale come era Amelia. Pubblicato a novant’anni dalla nascita della Rosselli, il 28 marzo del 1930 a Parigi, proposto al Premio Strega 2020 da Nadia Terranova, è un viaggio dentro la vita di una poetessa gigantesca, una delle voci più potenti del Novecento, che s’ interrogava su cosa fosse il coraggio, prima di morire suicida lo stesso giorno di Sylvia Plath, l’11 febbraio, del 1996. E proprio dal suicidio, lanciandosi dal balconcino della mansarda tutta e legno e libri di via del Corallo, a Roma, parte il percorso compiuto da Paris che non nasconde la sua ammirazione per la Rosselli, considerata dalla maggior parte della persone, compreso il cugino, Alberto Moravia e la moglie Elsa Morante, una pazza. “No, non era pazza Amelia, era una donna che visse gran parte della sua vita fuori di questo mondo e quando ripiombava nella rugosa realtà, soffriva. Le sue poesie erano costellate di quell’atroce sofferenza” dice Paris. E quando l’autore del libro chiede ad Amelia: ‘Ma Moravia chi era sotto il fascismo? Lei le risponde: “Non lo sai? Chi era…un fascista, stava lì con i fascisti, non li ha mica combattuti come mio padre”.
Poeta, romanziere e critico, Paris s’interroga nel libro sul percorso che sta compiendo e non nasconde che per lui Amelia “era una divinità , come lo era stata per Rocco” alludendo a Scotellaro che la poetessa aveva conosciuto a Venezia e con il quale visse una straordinaria amicizia amorosa finita con la morte nel 1953 dello scrittore e poeta e lucano che la gettò nella disperazione.
“Questa non è una biografia di Amelia, è piuttosto la rievocazione della sua persona, e al tempo stesso il tentativo di allontanare la sua ombra” sottolinea Paris.
Figlia dell’esule antifascista Carlo Rosselli, assassinato dai cagoulards con il fratello Nello a Bagnoles-de-l’Orne, in bassa Normandia nel 1937, la Rosselli si è sentita perseguitata tutta la vita. Era convinta che la spiassero, che volessero avvelenarla. Doveva difendersi dalle onde elettromagnetiche dei satelliti e chiamava la sua malattia “morbo di Parkinson” .
“Sembravano eterne quelle ventisette coltellate fasciste che il povero corpo di suo padre aveva ricevuto” racconta Paris che ricorda anche l’andirivieni nelle cliniche, gli elettroshock, le cure con grandi psicanalisti come Bernhard, l’assidua consultazione dei Ching. Si sentiva il “simbolo vivente – dice – dell’antifascismo”, si era iscritta al Pci . Ma oltre a riportarci nei luoghi della sua infanzia, a Parigi, nella nave mercantile in cui Melina, come la chiamavano da piccola, si imbarcò con tutta la famiglia, tra cui il cugino Aldo Rosselli, per andare verso il Canada e poi nella Roma in cui approdò negli anni Cinquanta, dopo la morte della madre, l’inglese Marion Catherine Cave, Paris ci porta dentro i versi della poetessa della quale per primo riconobbe il talento Pier Paolo Pasolini. ‘Documento’ uscì un anno dopo il massacro di Pasolini “così anche per Amelia la grande poesia italiana finì all’Idroscalo” scrive Paris che non trascura anche il fondamentale rapporto con la nonna Amelia Pincherle Rosselli, che scriveva commedie in dialetto veneziano e si chiamava come lei. Vengono ripercorsi anche “i suoi amorazzi” da quello con Mario Tobino, al corteggiamento di Paolo Volponi, all’attrazione e repulsione di Renato Guttuso, al breve periodo finito in litigio in cui condivideva la casa con Dario Bellezza. Paris ci racconta anche un mondo perduto, quello degli anni in cui a Roma si veneravano i poeti e Amelia con le sue magiche performance e letture dei suoi versi era una star della poesia. “Mio angelo, io non seppi mai quale angelo/fosti o per quali vie storte ti amai/o venerai, tu che scendendo ogni gradino/sembravi salirli…mostrarmi/una vita tutta perduta alla ragione quando…mi lasciasti” scriveva.
A teatro, Angiolini, Orsini, Ranzi
In Italia ancora divisa in due, Pamela Villoresi è Frida Kahlo
04 marzo 2020
09:40
– Seppur ancora a macchia di leopardo per le ordinanze anti-contagio da Coronavirus, torna lentamente in scena l’Italia del teatro. Tra gli spettacoli del prossimo week end, Ambra Angiolini e Ludovica Modugno ne “Il nodo” di Johnna Adams, diretto da Serena Sinigaglia; Umberto Orsini con Lucia Lavia ne “Il costruttore di Solness” di Ibsen per Alessandro Serra; e Galatea Ranzi con Martina Galletta in “Lezione da Sarah”, tutti a Roma. Fausto Russo Alesi e Arianna Scommegna sono invece i protagonisti del “Macbeth” secondo Serena Sinigaglia e Lella Costa si ispira alla Posta del cuore di Natalia Aspesi per le “Questioni di cuore” (cone le musiche di Ornella Vanoni) entrambi a Torino; fino a Pamela Villoresi-Frida Kahlo in “Viva la vida” di Gigi Di Luca, dal romanzo di Pino Cacucci, a Palermo.
Cinema: una ‘Picciridda’ tra emigrazione a abusi
In sala il film di Licata tratto dal libro di Catena Fiorello
05 marzo 2020
13:34
Lucia, graziosa ragazzina siciliana degli anni Sessanta, si ritrova a confrontarsi con una storia, tra emigrazione e abusi, più grande di lei. È quello che accade in ‘Picciridda’ di Paolo Licata, già in concorso al Taormina Film Fest e in sala da domani con Satine Film. Tratto dal romanzo omonimo di Catena Fiorello, il film mette in campo una ‘gigantesca’ Lucia Sardo (nei panni di nonna Maria) che si ritrova a crescere una nipotina, Lucia (interpretata da bambina da Marta Castiglia e, da adulta, da Federica Sarno), nella più solare e mediterranea isola di Favignana, nell’arcipelago delle Egadi. Di scena nella storia, ma solo sullo sfondo, il fenomeno dell’emigrazione passiva, che vede coinvolta appunto Lucia, bambina di dieci anni i cui genitori decidono di emigrare in Francia lasciandola in Sicilia con nonna Maria, una donna tanto buona quanto apparentemente anaffettiva. Ma nella famiglia dell’anziana donna, la più brava nel paese a vestire i morti, si scoprirà solo alla fine, c’è un segreto i cui effetti sono ancora pronti a mostrarsi in tutta la loro forza. E sarà proprio Lucia, con la sua curiosa semplicità, destinata a rivelare quell’oscuro mistero che pesa da anni sulla sua famiglia.
“Durante la lavorazione del film e nel corso delle riprese a Favignana – spiega il regista, alla sua opera prima – ho avuto modo di convincermi ancor di più di come questa storia sia un racconto attuale, simbolico ed emblematico. Adesso più che mai, ad ogni latitudine e in ogni epoca, l’infanzia, intesa come l’età della vulnerabilità, ma anche della formazione e dell’apertura a tutte le possibilità, può subire violenza e prevaricazione”. E ancora Paolo Licata, già assistente alla regia de ‘Il sole nero’ di Krzysztof Zanussi e ‘Rosso Malpelo’ di Pasquale Scimeca: “Ho voluto in qualche modo rappresentare le atmosfere siciliane di quell’epoca – dice – . Dopo aver letto il libro di Catena Fiorello ho amato, oltre alla storia che trovo ancora molto attuale, proprio quei sapori, quelle atmosfere che vengono così bene rappresentate”.
Musica: esce ‘Paola e Lucio’ su rapporto Dalla-Pallottino
Libro di Massimo Iondini dedicato alla coppia artistica
BOLOGNA
04 marzo 2020
13:11
– Esce oggi, 4 marzo,nel 77/esimo anniversario della nascita del cantante scomparso nel 2012, ‘Paola e Lucio – Pallottino, la donna che lanciò Dalla’. Il libro, edito da ‘La Fronda’, scritto dal giornalista Massimo Iondini, è dedicato alla coppia artistica formata da Lucio Dalla e Paola Pallottino, l’amica che scrisse il testo di 4 marzo 1943. Il volume contiene la prefazione di Gianni Morandi e le testimonianze di Gino Paoli, Renzo Arbore, Ron, Angelo Branduardi e di molti altri colleghi e amici di Lucio, oltre che della stessa Pallottino.
Nel libro sono svelati retroscena e aneddoti degli esordi della carriera di Dalla, oltre all’inedita versione ‘dalliana’ del brano ‘La ragazza e l’eremita’, frutto del sodalizio con la storica dell’arte, illustratrice e paroliera Pallottino. Insieme i due lavorarono a brani come ‘Un uomo come me’, ‘Il gigante e la bambina’ e ‘Anna Bellanna’. “Nel cassetto di Paola era rimasta una loro canzone di mezzo secolo fa che, con grande emozione, ho avuto il privilegio di ascoltare grazie a un provino, pianoforte e voce, registrato su una vecchia musicassetta gelosamente custodita per tutto questo tempo”, svela Iondini: “Curioso è poi il fatto che diversi anni dopo essere stato musicato da Lucio, il testo de ‘La ragazza e l’eremita’ attrasse anche Branduardi, che pubblicò il brano nel ’94”.
Una Nave di Libri riparte verso Barcellona
Grande festa di scrittori e pubblico dal 21 a 25 aprile
CIVITAVECCHIA
04 marzo 2020
14:06
– Sarà ancora una volta una festa di scrittori e lettori di tutte le età dedicata al potere evocativo e alla bellezza della letteratura l’iniziativa “Una Nave di Libri per Barcellona”, giunta all’undicesima edizione e organizzata dal mensile “Leggere:tutti”, in collaborazione con Grimaldi Lines e con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona, in programma dal 21 al 25 aprile a bordo della nave Cruise Roma.
Da Civitavecchia a Barcellona, con una sosta a Porto Torres, la Nave della Grimaldi Lines approderà nel porto spagnolo la sera del 22 aprile, giusto in tempo per far partecipare i passeggeri alla celebre Festa di San Giorgio, i libri e le rose prevista per il giorno seguente. Il 23 aprile infatti le strade di Barcellona saranno in pieno fermento letterario per la Giornata Mondiale del Libro nella data simbolica in cui ricorre l’anniversario della morte degli scrittori Miguel de Cervantes e William Shakespeare: una celebrazione che rimanda a una antica e affascinante tradizione, secondo la quale in questo giorno gli uomini regalano una rosa alle donne e sono contraccambiati con un libro.
Durante il viaggio, sia all’andata sia al ritorno, è previsto un ricco programma di intrattenimento, tra reading, spettacoli teatrali, proiezioni di film, dibattiti e animazione per bambini. Oltre ai grandi ritorni sulla Nave, come quelli del giornalista Gaetano Savatteri con il nuovo libro, del Generale dei Carabinieri e giallista Roberto Riccardi con il saggio Detective dell’arte, e dello storico britannico Donald Sassoon con The Anxious Triumph: a Global History of Capitalism, 1860-1914 (tra poco edito anche in italiano), nella Nave è prevista la presenza anche di nuovi partecipanti, come Oscar Di Montigny, Eugenia Romanelli e Peppe Millanta. Ci sarà infine spazio anche per la musica e il cinema con la cantautrice Grazia Di Michele, che parlerà del libro autobiografico Apollonia, e Carlotta Rondana, tra le interpreti dell’ultimo film di Ferzan Özpetek La Dea Fortuna, che presenterà il suo libro Molo 23.
Parteciperanno all’iniziativa anche lo scrittore, cantautore, attore e regista David Riondino con il suo libro Sussidiario, nonché lo chef Renato Bernardi e la conduttrice televisiva Adriana Volpe, autori del libro Così mi piace. A Barcellona, oltre alla possibilità di visitare la città, sono previste alcune iniziative, come la passeggiata nella Barcellona Letteraria e gli incontri all’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona.
Coronavirus, cancellata la London Book Fair 2020
Lo annunciano gli organizzatori, tornerà nel 2021
04 marzo 2020
15:01
– E’ stata cancellata l’edizione 2020 della London Book Fair in programma ad Olympia, a Londra, dal 10 al 12 marzo, “in seguito all’escalation del Coronavirus COVID-19 in Europa”. Lo annuncia Reed Exhibitions che organizza la manifestazione, sul sito della London Book Fair. La Fiera di Londra “tornerà, meglio che mai, nel 2021” si sottolinea.
“Gli effetti, reali e previsti, del coronavirus stanno diventando evidenti in tutti gli aspetti della nostra vita qui nel Regno Unito e in tutto il mondo con molte limitazioni nei viaggi di chi avrebbe dovuto partecipare alla fiera. Abbiamo seguito le linee guida del governo del Regno Unito e lavorato con i consigli a rotazione delle autorità sanitarie pubbliche e di altre organizzazioni, ed è quindi con dispiacere che abbiamo preso la decisione di non portare avanti l’evento di quest’anno. Riconosciamo che gli affari devono continuare” spiega Reed Exibitions. “Ovviamente sosterremo e collaboreremo con espositori e visitatori per mantenere il nostro mondo in movimento durante questo periodo difficile. Ringraziamo tutti quelli del Regno Unito e una moltitudine di altri paesi – affermano gli organizzatori – che si sono preparati nel corso dell’ultimo anno a offrire quella che prometteva di essere una fiera del libro meravigliosa, mostrando, come sempre, il meglio dell’industria del libro globale”.
Appia Regina Viarum, parte il progetto
20 milioni per il cammino sull’antico tracciato Roma-Brindisi
04 marzo 2020
15:17
– Regina viarum. “Insignis, nobilis, celeberrima”, scrivevano i latini. Raccontata da Goethe e ancora oggi la più ricca di testimonianze dei fasti dell’epoca romana e di secoli di cammini, commerci e pellegrinaggi. La Via Appia ritrova il suo antico percorso, 360 miglia da Roma a Brindisi, con il progetto del Mibact “Appia Regina Viarum – Valorizzazione e messa a sistema del cammino lungo l’antico tracciato romano”, che prende ufficialmente il via il 4 marzo e la trasformerà nel “primo cammino laico al mondo”, “E’ un po’ il giorno zero”, racconta lo scrittore e giornalista Paolo Rumiz, tra gli ideatori del progetto. Un’operazione da 20 milioni di euro complessivi che vede aggiudicata oggi la progettazione definitiva ed esecutiva del cammino.
Questa fase, spiegano al Mibact, coinvolgerà tre grandi gruppi di progettisti e durerà 210 giorni, al termine dei quali si presenteranno i quattro lotti di lavori per altrettante regioni: Lazio, Campania, Basilicata, Puglia. Già individuate le 29 tappe del cammino, con gradi di difficoltà diversi: ad Itri, ad esempio, si può camminare su quattro chilometri di basolato romano, lungo la fettuccia di Terracina, invece, l’Appia è “inghiottita” dal traffico veicolare e si dovrà trovare una soluzione alternativa. Una prima ricognizione aerea ha già dato la panoramica delle principali criticità. Dei 20 milioni di euro, 9 milioni 150mila sono destinati ai lavori in loco, come cartellonistica, installazione dei cippi miliari, colonnine di inizio e fine tappa. Alle Soprintendenze coinvolte verranno assegnati 6,8 milioni per restauri e ricerche scientifiche. Il resto rimarrà al Mibact per eventi e promozioni come la mostra L’Appia ritrovata in cammino da Roma a Brindisi, al Casale di Santa Maria Nova fino al 13/9. “In un paio di anni – dicono al Mibact – il cammino sarà interamente percorribile”. QUI TUTTE LE INFO

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Raffaello artista universale, l’omaggio delle Scuderie
Oltre 200 opere ne raccontano il genio poliedrico. E per sicurezza anticoronavirus, entrate contingentate
05 marzo 2020
14:16
Della sua morte, tragica e improvvisa – e in qualche modo oggi così attuale dal momento che arrivò dopo pochi giorni di “febbri acutissime” – i contemporanei parlavano con disperazione e sconcerto. Nel fiore degli anni e nel pieno del suo successo, pieno zeppo di lavoro, appena investito del compito immenso di mettere ordine nell’urbanistica romana, il 37enne Raffaello, amico stimato di artisti e letterati, di intellettuali e politici, papi e banchieri, lasciava un vuoto improvviso e lacerante nell’opulenta e indaffarata Roma rinascimentale.E proprio dal suo letto di morte, dall’affollato corteo funebre e dalla quella tomba di marmi colorati che lui stesso aveva progettato per sé all’interno del Pantheon – ricostruita qui a grandezza naturale – prende avvio il percorso  a ritroso della grande mostra che da domani al 2 giugno (coronavirus permettendo) renderà omaggio al genio urbinate nei 500 anni dalla morte.
Un percorso che parte dalla scomparsa, avvenuta lo stesso giorno della nascita la sera del venerdì santo, e come in un susseguirsi di flashback illumina via via gli anni che hanno preceduto la fine, i ritratti della maturità, a partire da quello poderoso di papa Leone X, insieme a tutto lo studio dell’antico, le riflessioni sull’archeologia, i disegni – bellissimi – che qui accompagnano ogni quadro, ne raccontano la genesi, il pensiero.
Un posto centrale è per la lettera – mai spedita – che Raffaello scrisse insieme con l’amico Baldassarre Castiglione proprio a papa Leone X, uno dei suoi mecenati, con le riflessioni su come recuperare il corpo della Roma antica studiandone i resti, le ossa ormai spolpate. Un documento fondamentale, ritenuto alla base del concetto stesso di tutela del patrimonio. “Ecco anche perché era giusto portare di nuovo a Roma in questa sala il ritratto di Leone X” sottolinea il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, tornando sulla polemica per il prestito che ha provocato le dimissioni in tronco di tutto il consiglio scientifico del museo fiorentino.
Tant’è, esplosione di rossi, dopo il restauro appena concluso dall’Opificio delle Pietre Dure, quel papa singolarmente intento ad esaminare meraviglie antiquarie, sembra proprio raccontare di un’epoca carica di aspettative e di promesse. Ma è solo l’inizio: dopo la sala dedicata alla meraviglia degli arazzi, le prime stanze del piano superiore sono dedicate a due passioni di Raffaello, le donne e l’architettura.
Ad accogliere il visitatore, gli sguardi pieni di carattere della celeberrima Fornarina, che qui è affiancata all’altrettanto celebre Velata i cui colori, assai meno squillanti, risentono forse di un restauro ottocentesco. Poi c’è l’architettura, con il Palazzo Branconio dell’Aquila, “compendio di tutte le arti” come lo definisce Paolo Di Teodoro, il professore del Politecnico di Torino che ha curato questo aspetto della rassegna e che ricorda la magnificenza della cappella Chigi all’interno di Santa Maria del Popolo, ma anche Villa Madama, “un progetto che è la somma del pensiero di Raffaello architetto, pittore, scultore”.
Le sale che seguono sono abbacinanti, con capolavori in rapida successione, a partire dal ritratto di Giulio II, l’altro suo mecenate, uomo forte e volitivo che qui si mostra anziano e riflessivo, “ma dietro ogni ritratto c’è un racconto”, sottolinea lo storico dell’arte Costantino D’Orazio, che a Raffaello ha appena dedicato un volume “Raffaello, il giovane favoloso” in uscita da Skira. E’ così per Tommaso Inghirami, il cardinale strabico che Raffaello convinse facendolo posare con lo sguardo rivolto in alto, così da rendere quasi invisibile quell’evidentissimo difetto.
Da Monaco è arrivato l’incanto della Madonna Tempi, qui esposta insieme al suo cartone preparatorio, da Madrid la dolcezza della Madonna della rosa, da Washington la Madonna d’Alba. “Mai così tante opere di Raffaello tutte insieme”, sorride Schmidt. Il percorso si chiude con il Raffaello giovinetto, l’autoritratto diventato icona del pittore.
Anche questo anticipatore: “C’è già la gamma cromatica sommessa e raffinata del ritratto di Baldassarre Castiglione, che è un’opera della maturità – spiega Marzia Faietti, curatrice insieme al direttore delle Scuderie Matteo Lafranconi – La complessità è una delle chiavi di lettura per capire Raffaello, troppo spesso minimizzato come artista facile”, dice. E qui, in questo piccolo delicato ritratto, fa notare, c’è già “la consapevolezza della dignità del ruolo della pittura e dell’artista. Una consapevolezza che più avanti si tradusse in un linguaggio universale e nella sua capacità di parlare a molti se non a tutti”. Di certo anche a noi, sperando che in tanti, virus a parte, possano godere di quest’occasione. In ossequio al decreto del governo e per garantire la sicurezza di tutti, intanto, le Scuderie garantiranno entrate contingentate in ogni sala. Per questo, avvertono, è consigliata la prenotazione
Coronavirus: tour europeo Allevi non si ferma
Da Vienna a Treviso, annullata solo la data di Lucerna
04 marzo 2020
15:53
– Il coronavirus non blocca la programmazione dei concerti di Giovanni Allevi. Dopo il successo del suo album “Hope”, entrato al vertice delle classifiche digitali di Classica, il compositore e pianista Giovanni Allevi torna “live” con una serie di concerti di Pianoforte Solo in cui alternerà i brani della sua ormai ultra ventennale carriera artistica.
L’attività concertistica di Allevi riprenderà da Vienna (dove era stato insignito del titolo di “Bösendorfer Artist”) questa sera, 4 marzo, dove nel prestigioso Konzerthaus, terrà la prima data del suo nuovo tour di Pianoforte Solo che lo vedrà esibirsi anche a Monaco il 6 marzo.
E’ stata invece rimandata in Svizzera la sola data del 7 marzo a Lucerna, per disposizioni delle autorità locali che hanno richiesto la sospensione delle attività teatrali, ma la stessa è già stata riprogrammata per il prossimo 15 novembre 2020. Confermate intanto le altre date italiane che nei prossimi giorni porteranno il compositore in concerto a Treviso il 12 marzo al Teatro Comunale, a Trento il 17 marzo all’Auditorium Santa Chiara e a Cagliari il 18 aprile al Teatro Doglio. Proprio questo ultimo appuntamento avrà un importante risvolto culturale in quanto Allevi terrà a battesimo la rinascita del Teatro cagliaritano che riapre, dopo quasi 30 anni, grazie ad un progetto integrato di riqualificazione urbana dei beni storico-monumentali della città.
Coronavirus: slitta ad agosto la Biennale Architettura
Doveva aprire a fine maggio, al via dal 29 agosto
VENEZIA
04 marzo 2020
16:30
– A causa dell’epidemia da Coronavirus la Biennale Architettura 2020, curata da Hashim Sarkis, si svolgerà a Venezia (Giardini e Arsenale) da sabato 29 agosto (pre-apertura giovedì 27 e venerdì 28 agosto) fino a domenica 29 novembre, anziché dal 23 maggio al 29 novembre, come in precedenza annunciato. Le nuove date della Biennale Architettura sono state stabilite in conseguenza delle recenti misure precauzionali in materia di mobilità prese dai governi di un numero crescente di paesi del mondo, che avranno effetti a catena sul movimento delle persone e delle opere nelle prossime settimane. Si tratta di un periodo che riguarda il delicato avvio dell’allestimento di una mostra internazionale complessa come la Biennale Architettura, che coinvolge architetti e istituzioni di oltre 60 paesi di tutti i continenti.
Cecchi Gori: Avati e autori, si mitighi la sentenza
Da Tornatore a Garrone in tanti chiedono riconsiderazione caso
04 marzo 2020
16:43
– “Caro Vittorio, ho avvertito, in sintonia con gli autori dell’ Anac e con tutti i cineasti che vorranno condividere questa mia, la necessità di scriverti per dirti pubblicamente e in modo incondizionato la nostra vicinanza in queste ore difficili della tua vicenda umana” comincia così la lettera aperta di Pupi Avati firmata già da numerosi altri registi e personalità dello spettacolo, da Giuseppe Tornatore a Matteo Garrone, da Marco Bellocchio a Stefania Sandrelli, per esprimere pubblica solidarietà a Cecchi Gori “in queste ore difficili della tua vicenda umana” e sperare “senza contestare in alcun modo gli aspetti giuridici che hanno determinato le sentenze che ti riguardano” su una riconsiderazione del caso.
Vittorio Cecchi Gori, condannato in via definitiva a 8 anni e mezzo di reclusione per il crac della casa di produzione cinematografica Safin, è ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma. “Sia tu che tuo padre Mario – scrivono – siete assi portanti della storia del nostro cinema. La gran parte dei più significativi autori italiani ha lavorato per il tuo gruppo imponendosi nel mondo grazie allo straordinario operato delle tue società di produzione e distribuzione. Pensiamo quindi che si debba tenere opportunamente conto della tua età e delle tue precarie condizioni di salute. Contiamo su un’oculata e tempestiva riconsiderazione del tuo caso che mitighi la sentenza e che ti restituisca a quel minimo di serenità che sappiamo meriti.
Coronavirus: Rof lancia Maratona Reims su Facebook
Sovrintendente Palacio, musica più forte di ogni ostacolo
PESARO
04 marzo 2020
16:59
– Il Rossini Opera Festival lancia una ‘Maratona Reims’ sulla sua pagina Facebook. Venerdì 6 e sabato 7 marzo il Rof trasmetterà sulla sua pagina Fb una vera e propria Maratona Reims: alle 17 e alle 21 di entrambi i giorni saranno via via riproposte, in ordine cronologico, le ultime quattro edizioni del Viaggio a Reims, messe in scena al Rof da Emilio Sagi, con costumi di Pepa Ojanguren, ripresa della regia di Elisabetta Courir, interpretate dagli allievi dell’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda”. “L’iniziativa – spiega il sovrintendente Ernesto Palacio – vuole essere una testimonianza di come la musica sia più forte di qualunque impedimento ed ostacolo. Con la riproposizione del Viaggio a Reims degli allievi dell’Accademia Rossiniana, uno dei fiori all’occhiello del Rof, vogliamo ribadire come la vita di tutti i giorni debba continuare anche in questa settimana di chiusura dei teatri, e le moderne tecnologie ci aiutano moltissimo in questo”.
Esce ‘Ho sposato una rockstar’ di Francesca Cavalli
In libreria l’8 marzo
06 marzo 2020
10:51
FRANCESCA CAVALLI, ‘HO SPOSATO UNA ROCKSTAR’ (MURSIA-RTL 102.5, PP 136, EURO 14). Entra nelle vite di dieci donne, mogli di rockstar planetarie – da Ozzy Osbourne a Bono Vox, da Noel Gallagher a David Bowie – Francesca Cavalli, “La Fra” di Radiofreccia, nel suo libro d’esordio, ‘Ho sposato una rockstar’, che arriva in libreria l’8 marzo pubblicato da Mursia nella collana Leggi RTL 102.5, nata dalla collaborazione tra la casa editrice e la prima radio d’Italia.
“Volevo raccontare di donne con una grande forza e non potevo non farlo se non attingendo a quello che è il mio mondo e la mia anima, il Rock! Questo libro è il frutto di una lunga e appassionata ricerca che mi ha permesso di entrare nelle vite di queste dieci donne, mogli di rockstar planetarie, che hanno saputo combattere le dipendenze e i drammi dei loro mariti.
Queste donne valgono molto più del cognome che portano, hanno una storia personale che doveva essere raccontata. Per me è stato un viaggio bellissimo!” spiega la Cavalli, nata a Nettuno nel 1979.
Eccessi, luci e ombre di dieci mogli rock, paparazzate, criticate, invidiate, compatite. Ma è davvero tutto oro ciò che riluce? Le cosiddette “mogli del Rock” sono donne speciali, spesso lontane dai riflettori, che con forza, pazienza, costanza e tanto amore hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita e nella carriera dei loro mariti. Molti non conoscono nemmeno il loro nome, eppure Alison, Vicky, Dorothea, Francesca e le altre hanno vite e storie che dovevano essere raccontate. Certo, il lieto fine non è sempre garantito, ma così è la vita. Così è il Rock. Gli ascoltatori di Radiofreccia avranno la possibilità di vincere una copia del libro partecipando ad un gioco attraverso il sito radiofreccia.it e domenica 8 marzo i vincitori saranno premiati in diretta radio.
Libri: le donne ‘Nate libere’ di Giancarlo Dotto
L’amore, il vento la luna e la follia, 27 dee del nostro tempo
06 marzo 2020
18:20
GIANCARLO DOTTO, NATE LIBERE (RIZZOLI, PP 232, EURO 19,00). Dacia mai evasa del tutto dal lager giapponese, Amanda la belva, l’irrefrenabile Marina, quanti uomini ai suoi piedi, Nada l’eremita, la stramba e lunatica Nicoletta detta Patty, Virna così bella, l’intraprendente Lina.
L’amore, il vento, la luna e la follia nel racconto di 27 dee del nostro tempo. Da Isabella Biagini (o lo spreco) a Virna Lisi, da Lina Wertmüller a Monica Bellucci o l’estasi, da Eva Robin’s o l’enigma a Catherine Spaak, lo charme, da Marina Ripa di Meana, lo scandalo, a Rosa fumetto, il caos. Un viaggio fra le confessioni senza filtro di 27 donne raccontate in ‘Nate libere’ da Giancarlo Dotto. Protagoniste della nostra epoca, del cinema, della musica, della cultura, dello spettacolo degli ultimi decenni, attraverso questi ritratti, le loro voci e le loro battute folgoranti, Dotto costruisce una Città delle Donne popolata di creature coraggiose, appassionate, uniche, estreme.
Per confessare alla fine, con Dostoevskij: “La donna: solo il diavolo sa cos’è. Io non ci ho capito niente”.
Ornella (Vanoni), il drago indomito che sputa fiamme, Catherine la cerbiatta che si è fatta forte, Ombretta Colli e il Signor G (Gaber), la morte non li separa, Isabella Biagini, la splendida folle che ha sprecato il suo talento, Mara Venier, il corpo erotico della dea madre, Matilde Bernabei, la sfida, che si presenta all’autore in scooter. “Tutti mi prendono in giro perchè a 65 anni giro in motorino, anche quando piove a dirotto” dice la produttrice, prima donna cavaliere del lavoro per l’audiovisivo. E ancora l’intrattabile Loredana (Bertè), tenera e pazza, la trattabilissima Orietta Berti, la barca che va, la misteriosa Francesca (Dellera), l’irrequieta Rosalinda (Celentano), Monica, un’apparizione ovunque sia, l’altra Ornella (Muti), o la femmina: “ci sono uomini che hanno passato anni sognando di incontrarla”. “Io sono Francesca, mi chiamano Ornella solo sui set”. E Ornella chi è? chiede Dotto. “Non so chi è. Io non ci parlo”. E ancora ecco la trasognata Margherita (Buy), Iva (Zanicchi), tumulto e carne, quel genio finalmente compreso di Sandra (Milo), la travolgente Ljuba (Rizzoli), l’intrepida e dissacrante Lina (Wertmuller), quel magnifico clown stralunato di Piera (degli Esposti), Marisa (Berenson), l’aristocratica.
Baudleire – ricorda Dotto – si stupiva che le donne entrassero in chiesa. “Come possono dialogare con Dio?”…Dico io : in un mondo dove Dio si è dimenticato di manifestarsi, assente, distratto o reticente, è tutto quello che che ci resta per dirci uomini e dirci allo stesso tempo perduti. Il mistero che ci danna…”.
Le ho incontrate e ascoltate. Donne lunatiche, esuberanti, un po’ svitate. Allegre, malinconiche, a volte perdute. Donne offese, spesso innamorate, qualche volta affrante, a volte sole, arrese mai. Donne folli, eroiche, belle, fuori e guerriere dentro…” dice Dotto.
Umberto Orsini gran Costruttore Solness per Serra
Ibsen freddo e claustrofobico del regista di ‘Macbettu’
04 marzo 2020
17:31
– E’ una possente costruzione scenica, quasi ronconiana, quella ideata per ”Il costruttore Solness” di Henrik Ibsen da Alessandro Serra, che firma anche la regia all’Eliseo per la compagnia di Umberto Orsini (si replica sino al 22 marzo), dando alla sua lettura un’atmosfera claustrofobica e geometrica, tutta razionale. Un teatro Eliseo pieno, nonostante i timori per il coronavirus, che applaude calorosamente un Orsini sempre magistrale e intenso, coraggioso nello scaldare, aderendovi sino in fondo, la lettura fredda di questo regista dalla spiccata personalità, di cui l’attore coproduce anche il bellissimo ”Giardino dei ciliegi”, in questo momento all’Argentina sino a domenica 8 marzo.
Il grande gioco di invenzioni, la danza poetica di luci e ombre sulle parole di Cechov che dà vita alla fine di un mondo, qui, in un testo evidentemente non d’elezione ma affrontato su commissione, finisce per ridursi a una sola idea, a queste grandi pareti tutte grigie, incombenti, che si muovono continuamente, dilatandosi e restringendosi fino a spazi minimi come quelli di una simbolica tomba, che chiude Solness alla fine in se stessa, ma lasciando tutto sospeso, senza esplicitare il finale con la catastrofe e la caduta dalla torre su cui è salito. Tutto il testo sembra come asciugato, essiccato alla sua essenza schematica nella contrapposizione tra l’anziano Solness, architetto e costruttore di successo, che sente il valore e la forza dei giovani insidiarlo per metterlo da parte, come fece lui col suo predecessore nell’azienda. In scena da ricordare anche Il dottor Herdal di Pietro Micci e poi Salvo Drago e Flavio Bonacci.
Coronavirus non spaventa i faraoni, nuova mostra a Milano
Doppia esposizione a Palazzo Reale e al museo Archeologico
MILANO
04 marzo 2020
17:35
– L’emergenza Coronavirus non spaventa i faraoni: mentre si moltiplicano le cancellazioni di eventi, il 5 marzo apre infatti al Palazzo Reale di Milano la mostra ‘Viaggio oltre le tenebre. Tutankhamon RealExperience’, a cui dall’11 marzo si affiancherà l’esposizione ‘Sotto il cielo di Nut. Egitto divino’.
Il viaggio oltre le tenebre è quello del faraone ma anche quello del visitatore che ‘tocca con mano’ la concezione dell’aldilà degli egizi grazie a proiezioni immersive e a una settantina di oggetti preziosi che arrivano dalla collezione del museo Archeologico di Milano e dal museo Archeologico di Firenze. In particolare, la mostra è l’occasione per la ricomposizione del cosiddetto corredo Busca, che include mummia, sarcofago, papiro e statua del dio Amon con i tratti di Tutankhamon concessa dalla Fondazione Fritz Beherens e dal Museo August Kestner di Hannover.
Alla mostra, curata da Sandro Vannini e promossa da Palazzo Reale con Civita Mostre e Musei e Laboratoriorosso, si aggiunge quella del museo Archeologico dedicata alla natura degli dei con 150 manufatti come sarcofagi, sculture rilievi votivi, ma anche mummie e corredi funerari.
Per chi visiterà entrambe le mostre è stato istituito un biglietto ridotto reciproco.
I Genesis tornano insieme dopo 13 anni
Rock band sarà in tour in 2020 ma senza Peter Gabriel
NEW YORK
04 marzo 2020
20:08
Dopo tredici anni i Genesis tornano assieme. A dare l’annuncio gli stessi Phil Collins, Tony Banks e Mike Rutherford i quali hanno anche detto che la band sarà in tour per una decina di tappe nel corso di quest’anno.
Non ci sarà tuttavia Peter Gabriel, il frontman che lasciò il gruppo nel 1975. Oltre agli storici tre, si aggiungeranno anche il figlio 18enne di Collins, Nicholas, alle percussioni, e Daryl Stuermer alla chitarra e basso.
I Genesis si sciolsero nel 1996 e nel 2010 sono stati indotti nella Rock and Roll Hall Of Fame. L’ultima volta che il gruppo si è esibito assieme è stato nel 2007 in occasione del 40/o anniversario. Nel 2018 Collins rivelò al magazine Rolling Stones di avere problemi di salute e che avrebbe considerato una riunione solo se il figlio Nicholas avesse suonato la batteria.
“Perché non penso di essere capace”, disse Collins.
Anna Wintour, quarantena volontaria dopo Milano
Direttrice Vogue non mostra nessun sintomo, da lunedì in ufficio
NEW YORK
04 marzo 2020
18:29
– Anna Wintour si è messa in quarantena volontaria per il coronavirus dopo essere stata a Milano per le sfilate. Lo riporta il New York Post. La direttrice di Vogue ha lavorato da casa da quando è tornata dall’Italia e un portavoce di Condé Nast ha spiegato che non mostra alcun sintomo e dovrebbe tornare in ufficio lunedì 9 marzo.
Wintour non è l’unica ad avere adottato precauzioni, visto che circa 30 persone di Vogue, Elle e InStyle si sono messe in quarantena a casa dopo le sfilate di Milano. “Siamo eccessivamente cauti”, ha ammesso Troy Young, presidente della casa editrice Elle Hearst Magazines.
Moda: giacca in denim rigenerato realizzata a km 0 a Prato
Rifò, brand ecosostenibile presenta ‘Avanguardista’
PRATO
04 marzo 2020
18:59
– Rifò, giovane brand pratese di moda ecosostenibile, presenta ‘Avanguardista’, la giacca in tessuto denim riciclato e rigenerato realizzata a km 0 nel distretto tessile di Prato.
La giacca si ispira a due figure visionarie degli anni ’20 dello scorso secolo (in parallelismo con i nostri anni ’20) che si sono contraddistinte per aver anticipato i tempi: Greta Garbo icona di femminilità ed eleganza davanti allo schermo, ma anche promotrice di uno stile androgino e maschile nella vita quotidiana e Ernesto Thayaht, che per primo pensò una tuta unisex dalla doppia funzionalità per il lavoro ma che poteva essere trasformata in un abito elegante, precisa una nota. Gli artigiani Rifò attraverso il filato rigenerato da vecchi jeans, destinati alla discarica o all’inceneritore, hanno creato così un capo in denim dal peso pari a quello delle giacche prodotte con cotone vergine, con il tipico intreccio diagonale del denim e una mano morbida e piena. Il tessuto non viene nuovamente colorato per risparmiare acqua e sostanze chimiche, per questo mantiene lo stesso colore e trama del denim originario.
Ciak finale per commedia romantica italo/cinese a Roma
Realizzatori The italian recipe, coronavirus non ci ha fermato
06 marzo 2020
09:46
In piena emergenza coronavirus, ritrovarsi a Roma a girare un produzione italo/cinese non era certo impresa facile. Tuttavia “siamo riusciti a gestire bene la situazione. Prima guardavano i cinesi della troupe come appestati, poi le parti si sono capovolte, ma grazie alla collaborazione di tutti ce l’abbiamo fatta” spiega, il giorno prima dell’ultimo ciak, Roberta Manfredi (coproduttrice per l’Italia del progetto insieme a Alberto Simone, anche cosceneggiatore, e Cristiano Bortone con Rai Cinema) parlando di The Italian Recipe, la commedia romantica della cineasta Zuxin Hou che dovrebbe arrivare nelle sale cinesi entro fine 2020 e poco dopo nelle sale italiane.
Gli attori e le maestranze cinesi per il film erano arrivate in Italia a gennaio, prima dello scoppio dell’epidemia di Wuhan, “e hanno lavorato con grande armonia insieme agli italiani” spiegano i realizzatori. Fra i grandi professionisti nella troupe Vladan Radovic (direttore della fotografia), Tonino Zera e Luca Servino (scenografia), Santi Pulvirenti (musica), Sabrina Beretta (Costumi).
Il film racconta l’incontro a Roma tra un giovane e famoso cantante pop cinese, Peng (Liu Xun), arrivato in Italia per partecipare a un reality show, e la giovane coetanea Mandy (Huang Yao), che aiuta gli zii nella modesta lavanderia di famiglia e sogna di diventare chef (ha come ideale mentore Antonino Cannavacciuolo). I due che inizialmente non si sopportano, iniziano realmente a conoscersi, quando sono costretti a trascorrere insieme una notte piena di sorprese nella capitale.
Bufera su Woody Allen dopo annuncio memoir
Figlia Dylan “sconvolta”, Ronan divorzia da Hachette
NEW YORK
05 marzo 2020
10:21
Nuova bufera su Woody Allen dopo l’annuncio che la sua autobiografia “Apropos of Nothing” uscirà in aprile con Grand Central, una divisione della casa editrice Hachette. Dylan Farrow, che continua ad accusare il padre adottivo di averla molestata da bambina negli anni Novanta, ha definito “sconvolgente” la pubblicazione in contemporanea mondiale (in Italia con La Nave di Teseo) il 7 aprile del memoir, mentre Ronan, l’unico figlio biologico di Woody Allen e Mia Farrow che con Hachette ha pubblicato il bestseller “Catch and Kill”, ha annunciato che non lavorerà più con la casa editrice.
“Ronan ha dato voce a molte sopravvissute di molestie sessuali da parte di uomini potenti”, ha detto Dylan, parlando di un “tradimento” mentre il giovane Farrow ha scritto al Ceo di Hachette, Michael Pietsch: “Mentre lavoravamo assieme a ‘Catch and Kill’, un libro che parla anche del danno fatto da Allen alla mia famiglia, negoziavate segretamente per pubblicare un libro di una persona che ha commesso quegli atti di abuso sessuale. Onestamente non posso più lavorare con Hachette. Immagina come sarebbe stato se fosse capitato a tua sorella”. Il memoir – ha spiegato Grand Central – racconta la vita, personale e professionale, del regista e attore, “attraverso il suo impegno nel cinema, a teatro, in televisione, nei nightclub e nella stampa”. Nell’autobiografia Allen affronta anche “il suo rapporto con la famiglia, gli amici, e gli amori della sua vita”.
Dylan ha detto di non esser mai stata contattata direttamente dai “fact checkers” di Hachette per verificare le affermazioni del padre adottivo.”Questo ci da’ un altro esempio del profondo privilegio consentito dal potere, il denaro e la fama. La complicita’ di Hachette dovrebbe essere denunciata per quel che e'”, ha detto la giovane donna. Oltre che in Italia e negli Usa, il memoir di Woody uscira’ in Francia, Germania e Spagna, tre mercati dove i film del regista sono rimasti popolari anche nell’era #MeToo. Il libro era stato fatto circolare l’anno scorso ma non aveva attirato offerte da parte delle grandi case editrici a causa del clima creato dallo scandalo Harvey Weinstein, l’ex boss di Miramax riconosciuto colpevole a New York di molestie e stupro. Woody Allen ha 84 anni ed e’ considerato uno dei grandi registi viventi con film come “Io e Annie” e “Manhattan” e quattro premi Oscar, ma nel 2018 anche anche Amazon si era tirata fuori da un accordo multimilionario di produzione e distribuzione e molti attori come Colin Firth,Greta Gerwig e Timothée Chalamet avevano annunciato che non avrebbero mai piu’ girato con lui.
Quanto agli ultimi film, “A Rainy Day in New York” e’ uscito in alcuni paesi europei tra cui l’Italia ma non negli Usa, mentre l’ultima produzione, “Rifkin’s Festival” con Christoph Waltz e Gina Gershon, girato la scorsa estate, e’ ancora in attesa di un distributore.
Coronavirus: per Raffaello visite a distanza di sicurezza
Mostra apre domani, “presenze a distanza” per garantire salute
04 marzo 2020
22:12
– Alle Scuderie del Quirinale domani la mostra dedicata a Raffaello aprirà regolarmente al pubblico ma l’accesso alle sale sarà in qualche modo contingentato così da permettere a tutti di visitare il percorso in sicurezza. Lo annuncia in serata un comunicato delle Scuderie: “Alla luce della emergenza sanitaria in corso nel paese – si legge – le visite avverranno nelle migliori condizioni volte a tutelare la sicurezza per tutti, applicando rigorosamente le norme disposte dagli organi governativi. Sarà dunque possibile l’accesso alle sale ad un numero di visitatori tale da garantire il rispetto delle distanze di sicurezza interpersonale”. Per questo, sottolineano dalle Scuderie, “E’ fortemente consigliata la prenotazione dei biglietti”.
Coronavirus: Versace rimanda sfilata Cruise
Era prevista il 16 maggio negli Stati Uniti
05 marzo 2020
11:01
– Versace ha deciso di rimandare la sfilata Cruise annunciata per il 16 maggio negli Stati Uniti “dopo attente considerazioni e a seguito delle misure restrittive relative alla mobilità internazionale” . Lo rende noto la stessa maison, spiegando che “Versace è cosciente della necessità di dare priorità alla salute e alla sicurezza dei suoi ospiti e dei suoi impiegati e avrà premura di comunicare maggiori dettagli a tutte le persone coinvolte non appena possibile”.
Marietti 1820, rinviato Parole in viaggio con Piumini
Per il Coronavirus salta tappa di Milano dedicata allo sguardo
05 marzo 2020
11:12
– Avrebbe dovuto far tappa a Milano l’iniziativa “Parole in viaggio”, organizzata dalla casa editrice Marietti 1820 per celebrare due secoli di attività, ma l’incontro con Roberto Piumini dedicato alla parola “Sguardo” previsto per sabato 7 marzo sarà rinviato a data da destinarsi per le restrizioni dovute all’emergenza per il Coronavirus. Al Teatro LabArca di via d’Oggiono dunque non andrà in scena lo spettacolo “Sguardo”, nel quale lo scrittore avrebbe dovuto essere accompagnato alla fisarmonica da Nadio Marenco.
“Parole in viaggio” coinvolge nove città italiane (ad ognuna è associata una parola) e propone 11 lezioni, uno spettacolo e una mostra di libri e documenti (il programma dettagliato, che si avvale della collaborazione di Bper banca, Emme promozione, Edimill e Tuna bites, è sul sito http://www.mariettieditore.it/bicentenario). Tra i maggiori scrittori italiani, Roberto Piumini è stato insegnante, attore, burattinaio; ha pubblicato libri per ragazzi, testi poetici, romanzi e ha tradotto i “Sonetti” e il “Macbeth” di Shakespeare, il “Paradiso perduto” di Milton e l'”Aulularia” di Plauto. Per “Parole in viaggio” Piumini traduce in spettacolo uno dei suoi grandi temi, a cui è dedicata la raccolta “Gli sguardi. Sette racconti sulla pittura”, pubblicata da Marietti 1820. In queste storie è la pittura stessa a tessere silenziosamente una trama di sguardi in cui non si riesce più a distinguere tra l’amore per l’arte e l’arte dell’amore. Perché tutto si traduce in un delicato dialogo degli occhi che ha il solo obiettivo di avvicinare il mistero della natura umana e tentare di comprendere, oltre le apparenze, le imprevedibili capriole del cuore. Una poesia inedita di Piumini dedicata a questo tema.
LO SGUARDO di ROBERTO PIUMINI Lo sguardo, (lasciate che lo dica in lingua madre, endecasillabi e settenari e altri vari, e rime, se suono e senso vogliono, antica e legittima canzone, una reciproca benedizione) o meglio: che li dica, giacché uno sguardo singolo s’addice a un fiabesco Creatore, Licurgo universale, oppure (sia ammessa l’ironia) a un Polifemo: per ogni altro essere che abbia il regale nome di uomo, e ancora più di donna, resta inteso, non esiste altra ricca moneta, più vivi e numerosi documenti, da estremo odio a estremo amore, e nell’infinità degli intermedi, degli sguardi: le linee spessissimo ricurve, o deviate, da spesse acque o da gelo, che vanno da occhi a occhi: dell’atto vicendevole, netto nel suo silenzio, sopra ognuna rumorosa parola, quegli zampilli fulminei di senso, meno equivoci, meno mendaci, più liberi e efficaci: quel passare, in lizza di fotoni, dell’amore, o del disprezzo, o ira, o perdono: quell’armonico dono che precede le mani e le labbra nel desiderio, oppure, nel rifiuto, quel giuramento della negazione: e quella dedizione di figlio a madre a figlio a madre a figlio: quella pronuncia al di là del suono del vasto dire di disperazione, del nerissimo canto d’abbandono.
Così sono gli sguardi, più vicini, leggeri come sono, alla profonda gravità del sangue, al pulsare dei venti e dei vulcani, alla gran polpa accesa del pianeta, e a quella del sole: più dicenti, e con rispetto sia, anche delle parole di poesia.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Torna saga horror The Grudge, con il terrore in provincia
A 20 anni dal debutto a cinema della saga di Takashi Shimizu
05 marzo 2020
13:08
Case infestate, morti cruente, spiriti tormentati e vendicativi, ma anche tanti ritratti di famiglie stravolti dall’incubo. E’ il viatico della saga J-horror (film del genere provenienti dal Giappone) di The Grudge, che torna con un reboot/sequel anomalo diretto da Nicolas Pesce, in sala dal 5 marzo con Warner Bros. Un’uscita che in emergenza coronavirus “intende dare un segnale di fiducia e positività al mercato cinematografico” si spiega in una nota.
Il nuovo capitolo è un inquietante thriller horror ambientato in provincia, prodotto da un maestro del genere come Sam Raimi, che è stato anche produttore esecutivo della prima ‘sponda’ americana, The Grudge (2004) sempre diretto da Takashi Shimizu, creatore e regista della saga in Giappone, dov’è conosciuta come Ju-On. Fra i punti di forza del film di Pesce c’è il cast, guidato da Andrea Riseborough (Zerozerozero) e composto, fra gli altri, da Demian Bichir, John Cho, Betty Gilpin, Lin Shaye e Jacki Weaver. Shimizu, ha creato Ju-On, ispirandosi alle sue paure infantili, e ne ha posto le basi nel 1998 con i corti Katsumi e 4444444444. Vent’anni fa, nel 2000, arriva il primo lungometraggio, Ju-On: The Curse. E’ la nascita di un successo globale e un nuovo caposaldo del genere, che conta, compreso il nuovo, 13 film, con nove produzioni giapponesi e quattro Usa. Pesce nel suo The Grudge non riesce a tenere alto il filo della paura (o del colpo di scena), perdendosi spesso sulla strada dell’indie drama. Un mix che non ha convinto ne’ i critici ne’ il pubblico, ma che visto il basso costo di produzione (tra i 10 e i 14 milioni di dollari), è comunque arrivato finora a incassi di quattro volte il budget, con oltre 49 milioni di dollari nel mondo. Resta il carisma di Andrea Riseborough nei panni del detective Maldoon, che in una cittadina della Pennsylvania riapre l’indagine legata a una casa al 44 di Reyburn Drive, teatro fra il 2004 e il 2006 di molte morti violente. Dalla strage famigliare compiuta dall’infermiera Fiona Landers (Tara Westwood), al suo ritorno dal Giappone (dov’era stata posseduta da uno degli spiriti simbolo della saga, Kayako Saeki) al passaggio della maledizione nella famiglia degli agenti immobiliari Peter e Nina Spencer (John Cho e Betty Gilpin) e nella coppia anziana formata da Faith e William Matheson (Lin Shaye e Frankie Faison). Un incontro ravvicinato, tra presente e passato (uniti in una serie continua di flashback) con la rabbia e la violenza soprannaturale che mette a rischio anche Muldoon e suo figlio. Pesce si è ispirato per il primo omicidio della storia a un fatto di cronaca avvenuto nella sua città quando era un bambino: “In ogni piccolo centro ci sono folklore e leggende – spiega il regista nelle note di produzione -. E’ affascinante. Guardi a questi posti idilliaci e dietro le porte chiuse, c’è un mondo diverso. Succedono cose orrorifiche anche nei posti più affascinanti”.
Petruzzelli semivuoto per Adriana Lecouvreur, stop fino 3/4
Epidemia da coronavirus scoraggia spettatori
05 marzo 2020
12:43
– “Carissimo pubblico, a voi che siete il cuore del Teatro Petruzzelli va il sentito ringraziamento per aver partecipato alla prima della bellissima Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea. Nel rispetto del decreto governativo che, a partire da domani, vieta le manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura a causa dell’emergenza nazionale legata all’epidemia di COVI-19 anche il Teatro Petruzzelli come tutti i teatri italiani chiude al pubblico fino al 3 aprile 2020”. E’ il comunicato diffuso dalla Fondazione Petruzzelli al termine della rappresentazione dei primi due atti dell’opera.
La paura del contagio, ormai diffusa in tutta la città, non ha risparmiato il pubblico del teatro e l’Adriana Lecouvreur è andata in scena a teatro semivuoto. Ieri sera, nonostante a mezz’ora dall’inizio vi fossero in teatro solo 4 spettatori, quando si è alzato il sipario cantanti, orchestrali e maestranze si sono impegnati a che tutto funzionasse alla perfezione. E lo spettacolo è stato, fino alla conclusione, perfetto.
Coronavirus:Teatro Maggio Firenze annulla concerto e 2 opere
In seguito a decreto Governo che impone un metro distanza
FIRENZE
05 marzo 2020
13:03
– Sono tre gli spettacoli in programma tra oggi e domenica annullati al Teatro del Maggio Fiorentino in ottemperanza alle disposizioni del Dpcm varato ieri dal Governo per l’emergenza coronavirus sul rispetto “della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. Lo rende noto lo stesso teatro informando il pubblico su Fb. In particolare annullate “la recita di Traviata di questa sera 5 marzo, il concerto sinfonico diretto dal maestro Daniele Gatti di sabato 7, la recita dell’Elisir d’amore per i bambini di domenica 8 marzo. Forniremo, in aggiornamento, ogni altra necessaria informazione e notizia”, si legge ancora nel post.
Da quanto appreso i problemi della distanza di un metro non riguardano tanto il pubblico – con una riduzione della capienza e una disposizione a scacchiera sarebbe stato possibile osservare le misure previste dal Dpcm – quanto per orchestra e coro del Maggio che devono necessariamente osservare una determinata disposizione sul palcoscenico.
Francesco Bianconi in Bmg, album solista in primavera
Leader Baustelle sigla accordo sia discografico che editoriale
05 marzo 2020
13:53
– Francesco Bianconi firma per BMG. Il cantautore, leader dei Baustelle, ha siglato un accordo sia discografico sia editoriale con l’azienda musicale del Gruppo Bertelsmann che fra pochi mesi pubblicherà il suo primo progetto solista.
Il disco, che vanta la presenza di prestigiosi ospiti internazionali ed è stato realizzato in collaborazione con Ponderosa Music Records, verrà pubblicato in primavera.
Francesco Bianconi con i Baustelle, la band che dal 2000 ha segnato la storia dell’indie-rock italiano, ha all’attivo 9 album. Ha composto la colonna sonora per il film “Giulia non esce la sera” (2009) di Giuseppe Piccioni, con Valerio Mastandrea e Valeria Golino, che gli vale due nomination ai David di Donatello e il Nastro D’Argento alla Migliore Canzone Originale. Ha all’attivo anche due romanzi, “Il Regno Animale” e “La Resurrezione della Carne”, racconti brevi, un cameo nel film “Pronti a Tutto” di Lorenzo Vignolo con Francesco Pannofino e Alessandro Tiberi, svariate collaborazioni con altri artisti come autore, cantante, produttore.
Musica: Toscanini live streaming, due concerti su Facebook
Venerdì e sabato ‘per allentare desolante momento di incertezza’
PARMA
05 marzo 2020
13:54
– In attesa di riprendere la consueta attività, l’Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini offre al pubblico due concerti in live streaming, ai quali si potrà assistere in diretta – venerdì 6 marzo alle 20.30 e sabato 7 alle 17 – collegandosi alla pagina Facebook La Toscanini (@FondazioneToscanini). Le due esecuzioni saranno disponibili successivamente anche sui canali Instagram e YouTube della Fondazione.
Venerdì il programma, tutto mozartiano, prevede l’esecuzione dell’Ouverture da ‘Le Nozze di Figaro’ e il Concerto per pianoforte n.12 in la maggiore, K1 414 (K6 385p), mentre sabato l’Ouverture da ‘Il Signor Bruschino’ di Rossini e la celebre Sinfonia n.4 in la maggiore ‘Italiana’ di Mendelssohn. In entrambi gli appuntamenti a guidare l’Orchestra sarà Giovanni Battista Rigon, direttore particolarmente apprezzato nel repertorio classico e soprattutto in opere rossiniane. “Ci sentiamo in dovere – spiega la Toscanini – di allentare, almeno idealmente, questo desolante momento di incertezza”.
Coronavirus: Maxxi aperto, si rispettano distanze
05 marzo 2020
14:50
– Museo aperto e visite in sicurezza al Maxxi, il museo nazionale delle arti e dell’architettura del XXI secolo. Lo annuncia la fondazione romana, precisando di aver recepito le disposizioni del decreto emesso ieri dal consiglio dei ministri. Il museo, spiegano dal Maxxi, “aprirà secondo i normali orari di visita e sono state attivate le misure previste dal Decreto per consentirne una fruizione serena”. In particolare, è stato contingentato l’accesso alle gallerie, agli ascensori e agli spazi d’uso comune, per evitare condizioni di sovraffollamento e rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro.
Sono stati ulteriormente rinforzati presidi e dispositivi di igiene, pulizia e sanificazione degli spazi.
Un’apposita segnaletica informa i visitatori dei comportamenti prudenziali da seguire. Il servizio di audioguide è consentito esclusivamente con auricolari personali o monouso forniti dal museo. Aperta anche la biblioteca del MAXXI secondo i consueti orari, con una disposizione delle postazioni compatibile con le nuove prescrizioni. La stessa indicazione vale per le aree di studio liberamente accessibili all’interno del Museo. Gli incontri culturali continueranno a svolgersi normalmente, nel rispetto della distanza di sicurezza tra le sedute. Ogni variazione verrà comunicata attraverso il sito http://www.maxxi.art. La dirigenza del Museo ringrazia dipendenti e collaboratori.”Anche in questo momento difficile per il nostro Paese, il MAXXI vuole continuare a essere un luogo aperto, di riflessione e confronto sul nostro tempo, e si augura che questo grande sforzo collettivo di responsabilità a cui i cittadini sono chiamati, consenta a tutti di recuperare serenità e sicurezza in tempi brevi”.
Taddeo Di Bartolo, gigante del polittico
A Perugia prima monografia sul maestro del Rinascimento
05 marzo 2020
16:24
– Un lavoro paziente per comporre un puzzle che restituisce la grandezza di un’ opera preziosa, smembrata da quasi due secoli. La pala di San Francesco al Prato di Perugia riacquista così il suo fascino originario grazie ai pezzi provenienti da Germania e Paesi Bassi, dal museo di Capodimonte a Napoli, da Assisi e Gubbio. Ricostruito con i 13 elementi che ne costituiscono il nucleo principale custoditi dalla Galleria Nazionale dell’ Umbria, il capolavoro di Taddeo di Bartolo è il pezzo forte della prima grande monografia che Perugia dedica al maestro del polittico tra la fine del Trecento e i primi decenni del Quattrocento. Cento tavole selezionate dalla curatrice Gail Solberg, la sua studiosa più accreditata, dal 7 marzo al 20 giugno racconteranno la grandezza del pittore senese anche grazie ai prestiti da musei internazionali prestigiosi come il Louvre di Parigi e il Szépművészeti Múzeum di Budapest, e con la collaborazione di enti e istituti italiani. Presentata in streaming oggi alla stampa, l’esposizione – rassicurano gli organizzatori – aprirà al pubblico garantendo ai visitatori lo spazio di sicurezza indicato dal decreto appena emesso dal governo per la lotta al coronavirus.
Coronavirus: Reggia Venaria presenta mostra in streaming
Preview Barocco con curatori per gruppi limitati giornalisti
TORINO
05 marzo 2020
16:25
– “Per le note restrizioni dovute all’emergenza sanitaria in corso, la conferenza stampa di presentazione della mostra Sfida al Barocco alla Reggia di Venaria, prevista il 12 marzo alle 11, si terrà a porte chiuse, con la possibilità di essere seguita via streaming dal sito dedicato. Lo rende noto la Reggia di Venaria.
E’ possibile prenotarsi alla successiva preview, prevista con i curatori alle 14 e alle 15 , per gruppi limitati di giornalisti.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Coronavirus, Ghemon rinvia l’uscita del nuovo disco
“Scritto nelle stelle” uscirà solo il 24 aprile
05 marzo 2020
16:29
– Un disco rinviato per Coronavirus: è ‘Scritto nelle stelle’ di Ghemon la cui uscita era prevista per il 20 marzo e che invece uscirà il 24 aprile per Carosello Records/Artist First.
“In questo disco – racconta Ghemon sui social – ho messo circa un anno e mezzo di lavoro, il mio cuore, i miei pensieri e le mie risorse; il mese di marzo ci avrebbe condotto all’uscita dell’album con una cornice di lancio eccezionale”. “In questo preciso momento, peró – nota l’artista – è molto difficile fare le cose nell’ordine in cui le avevamo progettate per mesi. E allora faremo tutto ad aprile. Più di prima, meglio di prima.
Noi tutti ce lo meritiamo”.
Per quanto riguarda i concerti, confermati ad aprile, “saranno l’occasione per farvi ascoltare il mio disco IN ANTEPRIMA, come fossimo nel soggiorno di casa mia a festeggiare insieme.
Guardiamo con fiducia ad aprile e se ci sarà anche una sola data da ricollocare, ci impegneremo a farlo”.
Alla domanda “Ci brucia?” Ghemon risponde sinceramente che “Si, ma il disco è vicino ed è una bomba. Alle difficoltà ho sempre risposto lottando, le limitazioni mi hanno sempre suggerito soluzioni creative.
Nelle prossime settimane, farò di tutto per rendere questa attesa una figata”.
“Il mio pensiero – conclude l’artista – ora va a chi affronta questa emergenza in prima linea, sul campo: medici, infermieri, famiglie e istituzioni; a tutti quelli che lavorano ogni giorno e ne stanno subendo direttamente o indirettamente gli effetti. E in più a tutti i lavoratori del campo della Cultura e dello Spettacolo, di cui io sono parte”.
Katy Perry incinta, annuncio in video nuova canzone
Cantante è fidanzata con Orlando Bloom. Partorirà in estate
NEW YORK
05 marzo 2020
19:47
Katy Parry è in dolce attesa e lo rivela in un video per una nuova canzone. Per la cantante si tratta del primo figlio e il padre è l’attore Orlando Bloom con il quale ha una relazione dal 2016. Il video è per la canzone ‘Never Worn White’, e mentre scorrono le ultime immagini la Perry, in un abito bianco trasparente, si gira di traverso mostrando il pancione.
In un live su Instagram, la Perry, 35 anni, ha detto che mantenere nascosta la sua gravidanza è stato il suo segreto più lungo. Il parto è previsto per l’estate. “Accadranno un sacco di cose questa estate, partorirò – letteralmente – ma anche figurativamente qualcosa che voi state aspettando (in riferimento al suo nuovo album)”.
La Perry ha rivelato anche alcune delle sue voglie da mamma in attesa, desidera continuamente il piccante mentre non sopporta ora la carne rossa. Per Bloom, 43 anni, si tratta invece del secondo figlio. Il primo, Flynn, nove anni, lo ha avuto dall’ex moglie, l’attrice Miranda Kerr.
Coronavirus: l’ Opera di Roma annulla Il Corsaro e Turandot
Chi ha già comprato i biglietti verrà rimborsato
05 marzo 2020
17:13
– Il Teatro dell’Opera di Roma informa che, in ottemperanza al Dpcm del 4 marzo emanato dalla Presidenza del Consiglio al fine di contrastare la diffusione del virus COVID-19, sono annullati gli spettacoli: Il Corsaro (giovedì 5, venerdì 6, sabato 7, domenica 8 marzo) e Turandot (martedì 24 (anteprima giovani), mercoledì 25, venerdì 27, sabato 28, domenica 29, martedì 31 marzo, mercoledì 1, giovedì 2, venerdì 3, sabato 4, domenica 5 aprile) Chi avesse già acquistato i biglietti, assicurano dal Costanzi, potrà ricevere il rimborso, nei trenta giorni successivi alla data dello spettacolo annullato.
Ecco come: a) chi ha comprato i biglietti on line sul sito ufficiale http://www.ticketone.it riceverà in automatico il rimborso sulla carta di credito adoperata per l’operazione; b) chi li ha acquistati in un’agenzia Ticketone potrà invece recarsi per il rimborso allo stesso sportello dove ha operato l’acquisto, restituendo i biglietti; c) i biglietti acquistati alla biglietteria del Teatro dell’Opera dovranno essere restituiti presso gli sportelli del botteghino (Piazza Beniamino Gigli) dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 18, e la domenica, dalle 9 alle 13.30.
Per chiarimenti e informazioni: ufficio.biglietteria@operaroma.it oppure 06.48160255 negli orari di biglietteria.
Coronavirus: Salone Libro lavora a edizione 2020
Organizzatori monitorano situazione, in contatto con istituzioni
TORINO
05 marzo 2020
17:14
– Il Salone Internazionale del Libro di Torino lavorano “con regolarità” all’edizione 2020, in programma dal 14 al 18 maggio. Lo precisano gli organizzatori della buchmesse, “in un momento complicato come quello che tutto il Paese sta vivendo.
“Il Salone è in contatto costante con le istituzioni locali, e sta monitorando con attenzione l’attuale situazione – si legge sul sito della kermesse – nel pieno rispetto delle ordinanze ministeriali e regionali in merito alla gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-2019”.
Baby K, il 6 marzo esce il singolo Buenos Aires
Scritto con Davide Petrella per indagare sull’animo femminile
05 marzo 2020
17:15
– Baby K torna in scena, dal 6 marzo, con il brano “Buenos Aires”. L’artista dall’impronta internazionale, capace di spaziare tra generi diversi con influenze e ritmi che vanno dal reggaeton alla musica urban, affronta ancora una volta tematiche legate all’universo femminile. Un brano, che lei stessa ha scritto con Davide Petrella, su come la fine di un amore, per quanto doloroso, possa diventare un’opportunità, una nuova sfida per crescere.
Fin da tempi di brani come “Femmina Alfa” (che l’ha fatta conoscere nel panorama del mainstream italiano) Baby K ha sempre fatto risplendere la figura femminile dipingendola come una leader, una persona capace di pensare in grande, una donna emancipata e sempre più cosciente nelle relazioni con gli uomini. A distanza di quasi 10 anni e dei tanti successi collezionati, Baby K sente ancora la necessità di esplorare l’animo femminile.
Salutarsi al tempo del covid19, Egizio studia geroglifici
Appello Museo su Fb, provate e condividete risultato
TORINO
05 marzo 2020
17:52
– C’è chi chiede aiuto ai propri antenati per affrontare l’emergenza coronavirus, soprattutto per quanto riguarda i contatti tra le persone, come strette di mano e abbracci. Il Museo Egizio di Torino va a caccia di “metodi di saluto alternativi” niente meno che attraverso i geroglifici.
“E’ difficile riscoprire come ci si salutasse al tempo dei faraoni – si legge in un post su Facebook – ma i geroglifici possono aiutarci in questi giorni in cui dobbiamo trovare nuove modalità di ‘contatto’! Alcuni segni, che determinano parole e verbi, raffigurano gesti che usiamo ancora oggi”. E allora ecco alcuni esempi, dall’uomo inginocchiato con le braccia alzate che può essere utilizzato per dire “ti adoro” al geroglifico HeH che può essere tradotto con “milione” o “tanto” e che oggi possiamo utilizzare per dimostrare il nostro affetto. Provate anche voi e condividete con noi il risultato!”. Quella odierna è solo l’ultima delle numerose iniziative che il museo, con il direttore Christian Greco, sta mettendo in atto per ovviare a questi giorni difficili.
Arte: Comune Bologna vince la causa sulla collezione Morandi
Il tribunale: ‘Mambo è sede prestigiosa, facile da raggiungere’
BOLOGNA
05 marzo 2020
17:58
– La prima sezione civile del tribunale di Bologna ha deciso che il Comune di Bologna ha rispettato le volontà di Maria Teresa Morandi, sorella di Giorgio Morandi, quando la collezione di opere del fratello è stata trasferita al museo Mambo nel 2012, durante il primo mandato del sindaco Virginio Merola. Sono state dunque respinte le domande proposte nella causa civile di primo grado dall’avvocato Elisabetta Brunelli e dal ‘Comitato di volontariato per il Ripristino del Museo Morandi a Palazzo d’Accursio’.
La sentenza, riferisce una nota dell’amministrazione, “riconosce la correttezza dell’operato del Comune di Bologna sulla base del fatto che nell’atto di donazione del 1991 la signora Morandi ‘ha tenuto ben distinti lo scopo della donazione da un lato e le clausole regolatrici dall’altro'”.
Per il tribunale la realizzazione di una sezione specifica all’interno del Mambo, dedicata alle opere del grande artista bolognese, rispetta queste volontà, tenuto conto che anche Carlo Zucchini (nominato dalla sorella custode di questi adempimenti) ha condiviso la scelta del Comune. La sentenza sottolinea che il Mambo è una “sede prestigiosa in un luogo facilmente raggiungibile anche a piedi e all’interno della cerchia muraria cittadina”.
Gli arredi e l’arte decorativa dell’800 a Palazzo Reale
Sono 200 i pezzi esposti, anche quelli dell’ebanista Peters
GENOVA
05 marzo 2020
18:01
– Gli arredi e l’arte decorativa dell’Ottocento protagonisti a ‘Mogano, Ebano Oro! Interni d’arte a Genova nell’Ottocento, da Peters al Liberty’, mostra ospitata da domani 6 marzo a Palazzo Reale. L’esposizione, curata da Luca Leoncini, Caterina Olcese Spingardi e Sergio Rebora, offre un percorso organizzato per sezioni, che porta il visitatore in un viaggio tra mobili, dipinti, disegni, porcellane, maioliche, sculture, gessi e fotografie. Sono oltre 200 i pezzi esposti, molti provenienti da collezioni private.
Henry Thomas Peters, ebanista inglese trapiantato a Genova, è uno dei protagonisti dell’esposizione. Peters ha lasciato la sua improntata in tutti i salotti nobili del capoluogo ligure.
Rivoluzionò il settore dell’ebanisteria, traghettandolo da elegante pratica artigianale a produzione industriale.
Alle ceramiche d’arte viene dedicato un focus con una campionatura della produzione della manifattura Cesare Moreno, fondata nel 1883 a Genova. L’ultima sezione è dedicata allo stile liberty.
Mario Mieli, omosessuale dimenticato
Dopo Festa Roma, in sala Gli anni amari di Andrea Adriatico
06 marzo 2020
09:45
Chi era mai Mario Mieli? “Una Maria che ti sarà amica tutta la vita”. Così, alla casa del cinema, Nicola Di Benedetto sintetizza il personaggio da lui interpretato in ‘Gli anni amari’ di Andrea Adriatico, biopic che ripercorre vita e luoghi di Mario Mieli, tra i fondatori del movimento omosessuale italiano nei primi anni ’70 e autore del saggio ‘Elementi di critica omosessuale’ pubblicato in quegli anni da Einaudi. Il film, già pre apertura della 14/ma edizione della Festa del Cinema di Roma e ora in sala dal 12 marzo distribuito da I Wonder Pictures, in occasione del trentasettesimo anniversario della morte di Mario Mieli, racconta – spiega il regista – “L’attraversamento di un’epoca, di quei vitali, difficili, creativi, dolorosi e rimossi anni ’70 ed è anche la necessaria rievocazione di un movimento per i diritti, come quello omosessuale, che doveva inventare forme nuove per farsi riconoscere”. Infine , dice, “è soprattutto il ritratto di un ragazzo la cui genialità, la cui libertà interiore e la cui gioia di vivere erano troppo intense per il mondo che lo circondava”.
Nato nel 1952 a Milano e morto suicida nel 1983, prima dei trentun anni, Mario fu attivista, intellettuale, scrittore, performer, provocatore, ma soprattutto innovatore. Figlio di ricchi borghesi e penultimo di sette, visse un complicato rapporto con il padre Walter (Antonio Catania) e la madre Liderica (Sandra Ceccarelli). Nel film, prodotto da Cinemare con Rai Cinema in collaborazione con Pavarotti International 23, si parte dall’adolescenza al liceo classico Giuseppe Parini di Milano, per poi passare alla sfrenata vita notturna, quando ancora omosessualità era sinonimo di disturbo mentale. C’è poi Il formativo viaggio a Londra e l’incontro con l’attivismo inglese del Gay Liberation Front, il ritorno in patria e l’adesione al Fuori!, prima associazione del movimento di liberazione omosessuale italiano, la fondazione dei “Collettivi Omosessuali Milanesi” e la pubblicazione del saggio Elementi di critica omosessuale. Intorno alla figura di Mario gravitano nomi chiave di quell’epoca: Corrado Levi (architetto, docente, artista), Piero Fassoni (pittore), Ivan Cattaneo, Angelo Pezzana (fondatore de il “Fuori!”), Fernanda Pivano, Milo De Angelis (poeta), Francesco Siniscalchi (il massone che denunciò Licio Gelli e la P2) e Umberto Pasti (Tobia De Angelis) futuro scrittore e suo grande amore.
“Mieli era un genio – sottolinea Adriatico, regista teatrale e cinematografico, giornalista professionista e architetto – , che ci ha sedotto, come faceva con tutti quelli con cui entrava in relazione. Ma era anche un ragazzo immerso in una profonda solitudine, quella in cui aveva costruito la sua bolla di sopravvivenza e in cui era relegato da chi lo considerava troppo snob o troppo scomodo; la solitudine di chi ha imparato a farcela da solo per sopravvivere a dispetto di tutto e tutti, e in cui si è ritrovato per l’ennesima volta quel giorno di marzo dell’83 in cui, a soli 30 anni, decise di togliersi la vita. Gli anni amari sono tutto questo – conclude -. Sono gli anni in cui tutto sembrava possibile e non lo era, gli anni lontanissimi del nostro passato recente, quelli di un ragazzo che ha vissuto, con la sua aliena dolcezza, l’amarezza di un’esistenza simile a quella di nessun altro”. E ancora il regista (che dedica questa uscita a Patrick Zaki nelle carceri egiziane) : “Mario non si è battuto per l’omosessualità, ma per la liberazione e la felicità di ogni persona. Insomma non fu solo un leader, semmai un’icona imprendibile, un outsider del movimento omosessuale di allora”.
Cinema: Dio salvi la Regina, nelle sale dal 29 aprile
Regia Andrés Arce Maldonado scritto da Sibilla Barbieri
05 marzo 2020
19:28
– In aprile arriva nelle sale italiane, prodotto da La Siliàn, il film “Dio salvi la Regina”, diretto da Andrés Arce Maldonado e scritto da Sibilla Barbieri.
“Dio salvi la Regina” è una commedia lieve e felicemente ironica, che guarda al molto piccolo per parlare del grande: pone sul tavolo un tema profondo e quanto mai attuale, ma lo fa in maniera gentile, ricordandoci che alla fine, un popolo, è soprattutto una grande famiglia. Il film uscirà nelle sale il 29 aprile distribuito da distribuzione Indipendente.
La storia è una commedia a sfondo sociale. Diana, madre e medico della mutua, è una donna normale con una vita normale, che decide di fare un poetico atto d’insubordinazione sociale, dichiarando l’indipendenza della sua casa dallo Stato italiano.
La spinge la speranza di salvare il suo “popolo”. Tutti i protagonisti – la piccola famiglia e gli amici che ogni giorno si presentano non invitati nella casa – saranno condizionati da questa singolare scelta e proiettati verso un nuovo modo di rapportarsi alla vita quotidiana, agli altri. Dovranno affrontare grandi temi: la scelta della lingua, le basi su cui si fonda il diritto, le norme che creano il tessuto sociale, la filosofia con cui educare i figli e futuri cittadini ma, soprattutto, dovranno confrontarsi con la responsabilità che comporta esercitare un potere.
Gianna Nannini, il tour europeo parte il 15 maggio
Il 30/5 concerto speciale a Firenze, dal 18/11 nei palasport
06 marzo 2020
09:47
Dopo l’uscita del nuovo album di inediti “La differenza”, Gianna Nannini torna sulle scene live europee. Il tour, al momento confermato, partirà da Londra il 15 maggio per poi proseguire a Parigi, Bruxelles, Lussemburgo e arrivare a giugno in Germania per 4 date. Un lungo viaggio in tutta Europa che si concluderà ad ottobre, quando si esibirà di nuovo sui palchi della Germania, con 6 date, e poi su quelli della Svizzera, con 2 date.
Il primo appuntamento in Italia sarà il 30 maggio allo Stadio Artemio Franchi di Firenze per un evento unico con tutta l’energia di una vera… Gianna da stadio! Un concerto speciale, in cui la rocker sarà accompagnata sul palco da illustri musicisti internazionali tra i quali il grande batterista Simon Phillips.Gianna Nannini dal 18 novembre porterà poi nei palasport italiani “La differenza” e i grandi successi che hanno segnato la sua lunga carriera, in cui ha conquistato generazioni di fan.
A Broadway la Lehman Trilogy di Massini
poi California; Mendes regista; Time, e’ top dell’anno
NEW YORK
06 marzo 2020
09:43
Lehman Trilogy di Stefano Massini sbarca il 7 marzo a Broadway con la regia del grande Sam Mendes, per volare poi a Los Angeles a San Francisco. Nato dieci anni fa davanti a pochi spettatori nella rassegna estiva di un teatro emiliano, lo spettacolo di Massini si sta confermando un successo planetario, indicato sul Time come migliore produzione teatrale del 2019 dopo la messa in scena sempre esaurita al New York Armory su Park Avenue. La trama racconta l’ascesa e caduta della Lehman Brothers, un tempo un colosso di Wall Street che nella sua caduta ha trascinato innumerevoli piccoli risparmiatori in tutto il mondo e a seguire l’intera economia globale. Tre generazioni e due secoli di “ambizione, avidita’, storia economica e faide familiari”, aveva commentato Time mettendo Lehman Trilogy e il suo cast di “tre attori stellari” in testa alle top ten teatrali dell’anno. Da quel primo luglio 2010 l’opera di Massini ha fatto molta strada: prima adattato per la Rai come dramma in tre atti, il testo debuttò a Parigi nel 2013 – dove si aggiudico’ il premio della critica francese – per poi riscuotere un grandissimo successo al Piccolo Teatro di Milano nella versione diretta da Luca Ronconi – nel suo progetto alla regia – e conquistare Londra prima (con cinque nominations ai premi Olivier) e poi New York nella trasposizione curata da Mendes. Ad oggi se ne contano traduzioni e produzioni in tutto il mondo, dalla Spagna a Israele, dal Senegal al Canada, ma sarà la versione di Mendes, Golden Globe per “1917” a installarsi nel cuore di Broadway per 16 settimane consecutive al Nederlander Theatre: da dopodomani le preview e il 26 il tappeto rosso della prima. In seguito la trilogia sarà per quattro settimane al Geary Theatre di San Francisco (dall’11 settembre all’11 ottobre) e poi all’Ahmanson Theatre di Los Angeles per cinque settimane, dal 20 ottobre al 28 novembre. Tornano come protagonisti Simon Russell Beale, Adam Godley e Ben Miles nella parte dei fratelli Lehman, approdati negli Usa a meta’ Ottocento, i loro figli e i loro nipoti. Lehman non è il solo progetto di Stefano Massini – che da anni ormai sì è imposto nel panorama internazionale come il drammaturgo italiano più rappresentato all’estero – che sta riscuotendo successo nel mondo in questo momento. Dal 25 marzo debutta in Francia un’altra sua pièce, “7 Minuti” alla celeberrima Comédie Française nel cuore di Parigi.
Pompei: distaccata porzione paramento di parete esterna
‘In area del fronte meridionale presenti numerose criticità’
NAPOLI
05 marzo 2020
20:21
– Oggi pomeriggio “sul fronte meridionale della città antica, lungo il viale delle ginestre, si è verificato il distacco di una porzione del paramento di una parete esterna, ad est dell’edificio delle Terme del Sarno, in zona non accessibile al pubblico”. Lo rende noto il Parco archeologico di Pompei che, in una nota, spiega che “si tratta di materiale di ricostruzione risalente al tempo dello scavo di quell’area, e di parte del riempimento sottostante in pietre e malta polverizzata”.
“Tutta l’area del fronte meridionale, che va dal tempio di Venere fino al Foro Triangolare, è da tempo oggetto di attenzione a causa delle numerose criticità strutturali e statiche che presenta, fin dall’antichità, ospitando case poste a strapiombo sul costone roccioso, articolate su più livelli e che inglobano parte delle mura di cinta”, si sottolinea.
Carlotto, leggere in questo periodo fa davvero bene
In un tweet condiviso dalle Edizioni E/O
05 marzo 2020
20:37
– “Come sosteneva Pavese: ‘la letteratura è una difesa contro le offese della vita’, e leggere, in questo periodo, fa davvero bene. Anche solo per allontanarci per qualche ora dall’insopportabile eccesso verbale intorno al virus”. Lo scrive Massimo Carlotto in un tweet in cui riflette sulla “Letteratura ai tempi del Covid19”, condiviso dalle Edizioni E/O per cui è da poco uscito ‘La Signora del Martedì’.
“Per decreto non è più possibile parlarne in pubblico fino al 3 parile. Trovarsi nelle librerie, nelle biblioteche o nei teatri.
Ne prendiamo atto e ci comportiamo di conseguenza nel tentativo di fermare il contagio e impedire che i reparti di terapia intensiva si intasino di malati (perché è questo il vero problema, a proposito di sanità pubblica)” dice Carlotto. E sottolinea: “Mi sarei aspettato un’impennata di vendite di libri, invece il mercato è calato al 35%. Sono andato a curiosare nelle due librerie più grandi di Padova (alla ricerca di una certa edizione de I Viceré di De Roberto) ed effettivamente erano quasi deserte. Il popolo dei lettori non può abbandonare in questo momento le librerie. Se non vi sentite sicuri, munitevi di mascherine ma comprate un libro. In questo periodo stanno uscendo parecchie novità interessanti. E i classici non deludono mai. Ribellarsi alla vulnerabilità”.
Torna Storia delle epidemie dell’infettivologo Ujvari
In libreria il 2 aprile
06 marzo 2020
10:10
– STEFAN CUNHA UJVARI, STORIA DELLE EPIDEMIE (ODOYA, PP 352, EURO 20). Arriva una nuova edizione di ‘Storia delle epidemie’ di Stefan Cunha Ujvari, con la premessa dell’infettivologo Eugenio Paci e la prefazione di Moacyr Scliar, in libreria il 2 aprile per Odoya con illustrazioni.
Corpi “altri” rispetto a quello umano, che cercano rifugio nel nostro organismo, i virus sono i protagonisti di questa storia sociale delle epidemie. A noi “organismi ospiti” non resta che reagire nel migliore dei modi, ma cosa è successo nel corso della storia e in caso di contagio? L’infettivologo Cunha Ujvari, che esercita la professione in diverse strutture pubbliche e private in Brasile e Stati Uniti, ripercorre la storia delle epidemie più importanti, dalla peste di Atene del 482 a.C. a ebola, passando per la sifilide, il vaiolo, il colera e la Spagnola. E ci mette in guardia, insieme all’infettivologo italiano Eugenio Paci, sul nostro comportamento: se il virus è il nemico, la causa del diffondersi della malattia siamo noi e il nostro rapporto con l’altro, inteso come essere umano, a noi prossimo e con l’ambiente.
Nell’Ottocento una netta cesura fu prodotta dal lavoro di Pasteur e Koch che segnarono molti punti a favore di un ribaltamento dei rapporti di forza tra medicina e malattia; nel 1928 la penicillina ha infine ribaltato la situazione precedente. Fino agli anni Ottanta il genere umano ha vissuto nella convinzione che la scienza avesse vinto tutte le malattie più pericolose. Tuttavia, come la vicenda della mutazione del virus di immunodeficienza delle scimmie (Aids) ci ha insegnato gli antibiotici hanno vinto numerose battaglie, ma non la guerra. Cunha Ujvari in questo libro divulgativo ci spiega che per proseguire questa lotta, nel presente e nel futuro, bisogna analizzare la politica medica globale e le concause originate dai rapporti geopolitici.
Coronavirus: Baldinini, Governo ci aiuti per manifatturiero
Imprenditore calzature, Italia a rischio per manifatturiero moda
06 marzo 2020
14:17
– “Se il Governo non ci aiuta, l’Italia rischia di perdere il manifatturiero della moda”. L’appello alle istituzioni è in una nota di Gimmi Baldinini, imprenditore a capo del marchio di calzature luxury, che sottolinea tra l’altro “un’opportunità per il Paese dallo stop della manifattura in Cina per il Coronavirus, con un aumento del reshoring (rientro in casa delle aziende che avevano delocalizzato la produzione ndr) nei confini nazionali e la conseguente apertura di fabbriche”. “Tranne che per alcuni prodotti di altissima gamma, l’Italia non è più un paese dove produrre. O meglio, forse potrebbe ancora esserlo se il Governo fornisse rapidamente un aiuto concreto agli imprenditori, che invece vengono lasciati soli da anni. Il nostro Paese ha fantasia e creatività uniche al mondo, ma soprattutto in ambito di moda sportiva e casual non ci sono più le condizioni per realizzare calzature, accessori e abbigliamento. I paesi esteri, invece, hanno un know-how frutto anche di insegnamenti che nel tempo abbiamo noi stessi fornito e oggi hanno una manifattura per quei prodotti molto superiore alla nostra. Gli altri non stanno di certo a guardare. Lo dico molto chiaramente: in questo modo scomparirà una bella fetta di made in Italy, che non vuol dire solo produzioni superlusso. La prima soluzione per provare ad arginare il problema? Le aziende non devono pagare le tasse che pagano. L’Italia deve dare le condizioni per crescere e investire e invece questo non accade”.
“Il mio – prosegue Baldinini la cui azienda proprio nel 2020 festeggia 110 anni di storia – non vuol essere un atteggiamento polemico, ma costruttivo rivolto a tutti gli attori del panorama moda italiano. Un monito mutuato da tanti anni di esperienza nel settore e nel mondo, in particolar modo nei paesi dell’ex Urss, che per primo, in maniera pionieristica ho raggiunto ed esplorato in lungo e largo tanti anni fa. Parlando proprio di un paese prestigioso come la Russia, nonostante abbia archiviato anni difficili, oggi sta riprendendo bene il mercato. Invece in Italia cosa facciamo? Stiamo costantemente mantenendo le sanzioni, quando questo mercato potrebbe risolverci tanti problemi”.
8 marzo: Comitato, regalate libro Fallaci al posto mimose
Proposta di Marco Cordone sostenuta da cugina Oriana
FIRENZE
06 marzo 2020
14:24
– Al posto delle mimose “domenica 8 marzo, Festa della donna, regaliamo alle nostre mogli, fidanzate, compagne di vita, e comunque a tutte le donne, un libro di Oriana Fallaci”. E’ la proposta di Marco Cordone, fondatore del Comitato Oriana Fallaci, che organizza ogni anno le Letture fallaciane. La proposta, spiega una nota, è sostenuta tra gli altri da Sandra Massai Fallaci, cugina di Oriana.
Valerio e la scomparsa del Professor Boatigre
Poldelmengo scrive a 4 mani con suo figlio giallo per ragazzi
06 marzo 2020
14:31
– LUCA POLDELMENGO, VALERIO E LA SCOMPARSA DEL PROFESSOR BOATIGRE (Gallucci, pp. 96, 9.90 Euro.
Disegni di Manola Caprini). Cani, gatti, tartarughe e topolini che spariscono misteriosamente; un’onda gravitazionale che investe la Terra; un famoso biologo documentarista che viene rapito in circostanze poco chiare. A questo si aggiunge un cannocchiale dai poteri strabilianti, che grazie alla curiosità e al coraggio di due bambini particolarmente svegli, sarà di grande aiuto per risolvere ogni mistero. Sono alcuni degli ingredienti che animano “Valerio e la scomparsa del professor Boatigre”, piccolo e accattivante romanzo scritto da Luca Poldelmengo, scrittore e sceneggiatore appassionato di storie nere, qui al suo esordio nella letteratura per ragazzi. In questo giallo per giovani lettori, arricchito dai disegni di Manola Caprini, l’autore ha avuto un aiuto speciale, quello di suo figlio Valerio, che ha contribuito attivamente alla scrittura.
“È cambiata la genesi in questo lavoro: ho ascoltato le richieste pressanti di mio figlio Valerio, che all’epoca frequentava la quarta elementare, e che mi chiedeva perché non potesse mai leggere una delle storie scritte da me. Allora gli ho proposto di scriverla insieme e lui ha ideato il plot dando libero sfogo alla sua immaginazione”, spiega Poldelmengo. Un esperimento a quattro mani riuscito, con un romanzo che permette ai ragazzi una facile identificazione con il personaggio principale, Valerio appunto, un bambino che “non ama il calcio ma preferisce gli animali, proprio come mio figlio”.
In questo giallo l’avventura si fonde alla fantascienza e a un pizzico di magia, ma senza dimenticare la riflessione sui temi più seri: “come adulto ci ho messo il riferimento a noi genitori, che spesso siamo preoccupati degli effetti della tecnologia sui nostri figli e non ci rendiamo conto dei nostri comportamenti”. Come la mamma di Valerio, che nel libro molte volte è distratta e non ascolta il figlio perché intenta a leggere i messaggi sul suo smartphone: “spesso dimentichiamo che i nostri figli ci guardano, anche rispetto alle rimostranze che noi stessi facciamo loro e che siamo i primi a non rispettare”, dice.
Anche la diversità e la non omologazione sono tra le questioni affrontate dal romanzo: “nel corso della storia il piccolo Valerio imparerà anche a essere cattivo, perché i bambini a volte lo sono”, prosegue, “un po’ si indurirà anche lui, e sarà un modo per crescere”.
Donatello e le sculture in terracotta
A Padova l’influsso del maestro nella rinascita della materia
06 marzo 2020
19:54
Non solo marmo, bronzo o pietra. I maestri scultori del Rinascimento crearono opere di grande pregio anche con la terracotta, considerata più umile ma non per questo meno ricercata. Se Padova e il suo territorio conquistarono il primato in questo campo il merito fu di Donatello che in città, a ridosso della Basilica del Santo, aprì la sua bottega. Dopo di lui vennero Bartolomeo Bellano, Giovanni De Fondulis e Andrea Riccio, rafforzando una tradizione che fece di quella zona un unicum. Migliaia di sculture abbellirono chiese, sacelli, capitelli, conventi e grandi abbazie di un’ area che abbraccia anche Vicenza, Treviso, Belluno e Venezia. Una ventina di lavori scampati alla dispersione causata nei secoli da indifferenza, furti e vandalismi rendono testimonianza del valore di questo enorme patrimonio perduto nella mostra “A nostra immagine. La scultura in terracotta nel Rinascimento. Da Donatello a Riccio” che il Museo Diocesano di Padova ospita fino al 2 giugno, a ingressi contingentati per motivi di precauzione in tempo di coronavirus.
Nelle Gallerie del Palazzo Vescovile i curatori Andrea Nante e Carlo Cavalli hanno riunito gli esempi più eloquenti della produzione uscita dalle fucine degli artisti, dalle scene di gruppo, come i Compianti, alle piccole e raffinate Madonne con Bambino, alle immagini dei Santi venerati dalle famiglie, opere presenti nella zona accanto a quelle prestate da musei italiani e internazionali. Tra le opere di maggior valore c’è la Madonna con Bambino di Donatello, prestata dal Louvre. Il visitatore può inoltre vedere ricomposto il Compianto di Andrea Riccio, oggi diviso tra la Chiesa padovana di San Canziano e i Musei Civici della città. Ancor più suggestiva, per la storia tormentata che la riguarda, è la Madonna con Bambino salvata da una clarissa dopo la soppressione in epoca napoleonica del Convento padovano di Santa Chiara, e rimasta al sicuro fino a poco tempo fa nella clausura del Monastero della Visitazione. Oggi è tornata al suo aspetto originario dopo un restauro accurato. Per la prima volta in mostra i frammenti superstiti di una Deposizione, danneggiata seriamente nel bombardamento della chiesa di San Benedetto dell’11 marzo 1944.
La scultura in terracotta, dopo un lungo periodo di oblio, ebbe il suo boom a Padova nella metà del Quattrocento grazie all’arrivo di artisti toscani, tra cui appunto anche Donatello impegnato dal 1443 per dieci anni nel cantiere della Basilica del Santo. Caratteristiche ambientali, tradizioni locali e apporti culturali esterni favorirono lo sviluppo di una produzione legata, in particolare, alla statuaria in bronzo, anch’essa introdotta da Donatello, e del bronzetto di piccole dimensioni. Nella bottega del padovano Bartolomeo Bellano verso la fine del secolo si fece le ossa da scultore il giovane Andrea Briosco, detto Il Riccio, che dopo aver frequentato il cantiere donatelliano nella Basilica del Santo, elaborò all’inizio del Cinquecento uno stile colto e raffinato, teso verso una nobiltà classica con riferimenti al mondo antico e pagano anche nel modellare soggetti religiosi e destinati alla devozione. Questo ”umanesimo cristiano” padovano venne spazzato via dalla Controriforma. “La terracotta – spiegano i curatori – cessò di essere apprezzata come linguaggio autonomo, complice l’idea di scultura intrisa di neoplatonismo propugnata da Michelangelo e raccolta da Giorgio Vasari nelle sue ‘Vite’ “.
Antonio Lorenzon, Masterchef tra tradizione e ricerca
Dopo vittoria si inginocchia e chiede al compagno Daniel di sposarlo, è record ascolti
07 marzo 2020
10:46
“Ancora non mi sono ripreso, fatico a crederci: è stata una valanga di emozioni, la più bella esperienza della mia vita, intensa, formativa, ne sono uscito più forte e consapevole”. Antonio Lorenzon, il nono vincitore di Masterchef, cooking show di Sky prodotto da Endemol Shine Italy, 43 anni, originario di Bassano del Grappa, di professione art director, ha conquistato 100.000 euro in gettoni d’oro, e il 12 marzo esce il suo libro grazie alla vittoria: ‘Una Cucina diversa’- 8 menù per ricevere con stile (Baldini+ Castoldi Pp 224, euro 20). Ma il regalo più bello lo ha fatto lui al pubblico: mentre la Masterclass e i tre giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli erano in festa, si è inginocchiato davanti al compagno Daniel (stanno insieme da 18 anni) chiedendogli di sposarlo. Ovvia la risposta: “sì”.
Antonio ha conquistato tutti con la sua semplicità e umiltà. Il giorno dopo la vittoria confessa che per il momento il sogno di aprire un ristorante in Costa Azzurra, come annunciato da lui e Daniel, è posticipato: “Lo faremo ma più in là – per adesso vogliamo rimanere in Italia, ci sono tante scadenze, procedere a piccoli passi”. In quale campo? “Vorrei aprire un bed&breakfast con cena inclusa a Bassano del Grappa, ma di pochi posti. Io mi occuperei del menu e dell’arredamento, lui della parte amministrativa. Un luogo dove le persone vanno via con il sorriso, non potrei mai lavorare per come mi conosco in un ristorante stellato, troppo stress”.
La finalissima di questa edizione di MasterChef Italia – ultimo capitolo di una stagione che ha ottenuto ampi consensi da pubblico e critica su Sky Uno/+1 – ha totalizzato una media record di 1.251.790 spettatori, il dato migliore degli ultimi anni. I contatti unici sono stati 1.766.007, la permanenza media è stata del 71%. Sky Uno, sottolineano dalla piattaforma, è stato il 6/o canale nazionale sul totale individui e il 4/o canale tra il pubblico 15-54 anni con il 6.57% di share, nonché canale più visto della piattaforma.
Una finale piena di tensione per i tre concorrenti che, sotto gli occhi di tutti i componenti della Masterclass e di amici e parenti accorsi in balconata, nelle due ore e mezza a disposizione hanno proposto tre menu di altissimo livello rendendo così estremamente difficile la scelta dei giudici. Una puntata dopo l’altra, lo stile culinario di Antonio Lorenzon ha conquistato sempre di più i giudici di Masterchef. Sino alla finalissima in cui si è scontrato con Maria Teresa Ceglia e Marisa Maffeo, portando a casa la vittoria.
Quando è nata la sua passione per la cucina? “Da bambino. I miei genitori lavoravano, quando è venuta a mancare nonna, una che mi preparava 30 ravioli a merenda, io tornavo da scuola e mi arrangiavo a pranzo, prova una volta, tenta una seconda e sono diventato bravino. Mio padre mi ha influenzato sulla parte creativa, visto che amava cucinare e sperimentare con piatti elaborati, mentre da mia madre ho imparato le cose più tradizionali, come tirare la pasta. È grazie a loro, anche papà purtroppo è morto, se oggi il mio stile culinario è eclettico: semplice e pieno di colori”. Di tutta questa avventura che ricorda con più emozione? “Ovviamente la finale”. Nell’Invention Test Maria Teresa gli ha assegnato il secondo dello chef tristellato Paolo Casagrande: un pesce, il parago. In crisi con le salse, le ha reinventate di suo pugno. Antonio si è sentito dire che il suo era il piatto migliore dei quattro. Rimasti in tre Antonio ha presentato come menù “Vita, vecchi ricordi”, un tributo al suo passato, fatto di affetti familiari e tradizioni rivisitato con slancio innovativo: come antipasto, “Baccalà e i suoi amici”, in chiave moderna del baccalà alla vicentina, che faceva la sua mamma, dunque su spuma di cipolla con crosta di polenta e caviale; come primo, “Dal Grappa al Brenta”, per ricordare le domeniche trascorse in famiglia a raccogliere funghi: un risotto ai porcini, uova di trota affumicate e gel di Amarone della Valpolicella; a seguire, “L’alba di settembre”, un secondo a base di pernice, che rimanda alle battute caccia di caccia del papà, dunque con finferli, cipollotto fresco e tartufo nero; e infine, il “Dolce bosco” come dessert, una meringa alle nocciole con gelato al pepe di Sichuan, salsa di lamponi e mousse al cioccolato.
Chi ha chiamato appena ha vinto? “La mamma ovviamente – risponde Antonio – Daniel era lì con me, ancora frastornato per la mia proposta e l’anello che tenevo in tasca dall’inizio”. Lei dice che al momento non ambisce a lavorare in un ristorante stellato, ma se Barbieri, Locatelli, o Cannavacciuolo la chiamassero in una delle loro cucine? “Magari, di corsa andrei a fare uno stage, anche gratis, imparerei tantissimo… anzi lanciamo subito un appello”. Invece il suo libro che è appena andato in stampa cosa ci svela? “Il bollino di diverso mi è rimasto appiccicato in fronte sin dalle elementari: ero in sovrappeso, volevo solo starmene per conto mio a casa. La cucina è diventata il luogo in cui esprimere tutto me stesso e la famiglia era il mio intero mondo, solo lì non mi sentivo giudicato. È grazie a essa se il mio stile culinario è al tempo stesso semplice e scenografico. Mi piace pensare che debba esistere un’armonia assoluta tra ciò che mangiamo e ciò che vediamo, per questo la mia ricerca è sempre volta a una combinazione tra il buono e il bello. Non propongo soltanto delle ricette, suggerisco menu, ciascuno composto da più piatti”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Fotografia: a Bologna una retrospettiva dedicata a Doisneau
Fino al 21 giugno 143 opere selezionate da 450mila negativi
BOLOGNA
06 marzo 2020
16:08
– Una retrospettiva sul fotografo parigino Robert Doisneau (1912-1994), celebre per il suo approccio poetico alla ‘street photography’, è allestita da oggi al 21 giugno a Palazzo Pallavicini di Bologna. La capienza contemporanea del pubblico è ridotta nel rispetto delle regole sulle distanze di sicurezza tra persone per l’emergenza coronavirus.
Sono 143 le opere provenienti dall’Atelier che porta il suo nome: l’esposizione è il risultato di un progetto di Francine Deroudille e della sorella Annette, figlie di Doisneau, che hanno selezionato da 450 mila negativi, prodotti in oltre 60 anni di attività, le immagini che raccontano la storia autobiografica dell’artista, autore tra l’altro di ‘Le baiser de l’hotel de ville’, una delle immagini più famose della storia della fotografia del secondo dopoguerra. Protagonisti i sobborghi grigi delle periferie parigine, fabbriche e negozi, la guerra dalla parte della Resistenza, il popolo al lavoro o in festa, scorci di campagna, incontri con artisti e celebrità.
Troppa folla per Raffaello, obbligatorio prenotare
De Simoni, “così possiamo garantire sicurezza”
06 marzo 2020
16:33
– A dispetto dell’ansia da coronavirus e dei pochi turisti in giro per Roma sta confermando tutto il suo richiamo la super mostra dedicata ai 500 anni dalla morte di Raffaello dalle Scuderie del Quirinale. Lo riferisce il presidente di Ales spa e delle Scuderie Mario De Simoni che proprio per questo stamattina ha deciso di limitare l’accesso solo ai prenotati. “Nello stesso tempo anticipiamo l’orario di apertura alle 9 del mattino – spiega – ma abbiamo dovuto prendere questa decisione perché paradossalmente da ieri, primo giorno di apertura, siamo stati sommersi dalle richieste e dalla gente in fila e abbiamo visto che in questo modo sarebbe diventato troppo difficile garantire ai visitatori la necessaria sicurezza”. Via libera quindi alle prenotazioni: “Il posto c’è ci sono alcune fasce orarie che sono piene, ma c’è posto per tutti”, assicura De Simoni. All’interno, oltre a molto personale che disciplina i flussi nelle diverse sale e invita a tenere le giuste distanze, anche distributori di amuchina a disposizione del pubblico nelle aree sosta.
Musei Civici Venezia, 2020 tra melodramma e Carpaccio
Nel calendario delle mostre gli omaggi a Plessi e Frida Kahlo
VENEZIA
06 marzo 2020
16:54
– Dalla storia del melodramma e dei suoi protagonisti alla pittura di Vittore Carpaccio e al suo “narrare” Venezia, passando per un omaggio a Fabrizio Plessi, alla presentazione di un ritratto intimo di Frida Kahlo, attraverso più di cento foto, o alle opere della donazione Panza di Biumo. Attorno a questo e ad altre mostre, dall’antico al contemporaneo, esaltando i diversi aspetti che compongono il vasto patrimonio museale cittadino, si dipanano le esposizioni, una ventina, che compongono il calendario per il 2020 della Fondazione Musei Civici di Venezia.
Sul fronte delle grandi mostre, il programma prende avvio il 9 aprile (fino al 30 agosto) con “Opera. I protagonisti del melodramma”, a Palazzo Ducale – assieme ad un progetto specifico a Mestre – organizzata dal Victoria & Albert Museum di Londra in collaborazione con la Fondazione Muve, declinata ricalcando la storia veneziana dell’opera lirica, che in laguna nacque quattro secoli fa negli spartiti di Monteverdi e nei primi teatri aperti al pubblico pagante. L’esposizione è un’esperienza multisensoriale, con una galleria di dipinti, disegni, abiti, libretti, scenografie, e ‘première’ riproposte in una fruizione inedita.; Sempre a Palazzo Ducale, dal 10 ottobre fino al 24 gennaio, è protagonista Carpaccio (1460/66 -1525/26);, che rappresenta la grandezza e lo splendore di Venezia trasportando le storie sacre nella vita quotidiana in scenari ricchi di dettagli, unendo l’osservazione della scena urbana al poetico e al fantastico.
Guaccero raddoppia, sabato su Rai2 Casa Detto Fatto
Si aggiungerà alle puntate pomeridiane di Detto Fatto
06 marzo 2020
16:55
– “Lo scorso anno mi sono buttata a cuore aperto in questa nuova avventura di Detto Fatto che mi ha permesso di farmi conoscere meglio al pubblico. Nei film e nelle fiction avevo spesso interpretato ruoli drammatici o da cattiva.
Qui, invece, è venuto fuori il mio lato più ironico, che io stessa conoscevo poco. Sentirmi dire che faccio ridere e divertire è una grande vittoria”. A dirlo è Bianca Guaccero che raddoppia e conquista anche il sabato mattina di Rai2: dal 7 marzo alle 11.15, infatti, sarà alla guida di Casa Detto Fatto che si aggiungerà alle puntate pomeridiane di Detto Fatto.
“Tra prove e dirette – racconta l’attrice pugliese – sto lavorando senza sosta, ma sono felicissima di questo nuovo appuntamento. E’ un grande attestato di stima da parte della Rai, che mi rende orgogliosa perché hanno creduto in me, prima come attrice e, dallo scorso anno, anche come conduttrice di questo programma che amo tantissimo”.
Il nuovo appuntamento – prodotto, come Detto Fatto, in collaborazione con EndemolShine Italy – con rubriche e tutorial sarà ambientato nelle diverse “stanze” della casa. Con la Guaccero ci saranno Jonathan Kashanian, che, nel “salotto”, commenterà i fatti e i gossip della settimana, Carla Gozzi, che, dalla “cabina armadio”, darà consigli di moda e stile, Gianpaolo Gambi, protagonista insieme a lei di gag comiche nella “camera da letto”, e Mauro Perfetti, con il suo oroscopo musicale, una vera e propria “hit parade” delle stelle, direttamente dalla “mansarda”. In “cucina”, invece, si alterneranno gli chef del programma che proporranno ricette tipiche delle tradizioni regionali. Si parte, domani, con il re della sfoglia Beniamino Baleotti, che proporrà la ricetta dei balanzoni, piatto classico della cucina bolognese.
Detto Fatto per Bianca Guaccero ha rappresentato l’esordio alla conduzione: “Continua a essere una palestra continua. Da quando è iniziata questa avventura ammetto di aver imparato tanti piccoli trucchi in cucina, e non solo, grazie al programma e a tutti tutor che si avvicendano puntata dopo puntata”.
Disney+ in Italia dal 24 marzo, ecco i contenuti
Oltre 500 film, più di 350 serie per un totale di 7mila episodi
06 marzo 2020
17:14
– Venticinque originali esclusivi, produzioni italiane, oltre 500 film, più di 350 serie per un totale di oltre 7 mila episodi. Questa la line-up con cui si presenta Disney+ in Italia dal 24 marzo quando i fan di tutte le età avranno modo di sperimentare i contenuti dei brand Disney, Pixar, Marvel, Star Wars e National Geographic, assieme a programmi originali in esclusiva.
Gli appassionati di supereroi avranno accesso a oltre 30 film Marvel – tra questi Avengers: Endgame, Captain Marvel e il candidato all’Oscar Black Panther, – e a oltre 40 serie Marvel, sia d’animazione che live action, tra le quali Marvel’s Spiderman e Marvel’s Agent Carter. Nei prossimi mesi Disney+ vedrà anche il debutto di nuove serie targate Marvel. Disney+ sarà anche la casa di Star Wars con i film e le serie di Star Wars come Star Wars: The Clone Wars e l’attesissima The Mandalorian. Saranno disponibili i classici dell’animazione Pixar come Wall.E, Toy Story, Monsters & Co, Up, Ratatouille, assieme a cortometraggi e serie inediti come Vita da lampada, Pixar tra la gente o I perché di Forky. Spazio anche a oltre 500 episodi de I Simpson e ancora a documentari e serie targati National Geographic.
Gli abbonati potranno anche accedere per la prima volta a tutti gli storici tesori Disney da Dumbo a La spada nella roccia e prodotti come Violetta e Hannah Montana o gli inediti Stargirl e Timmy Frana. Per i più piccoli Topolino, PJ Masks-Super pigiamini, Dottoressa Peluche, Vampirina, Jake e i pirati dell’Isola che non c’è, le serie di Zack & Cody, Miraculous – Le storie di Ladybug e Chat Noir, Descendants, Jessie, Alex & Co, Sara e Marti e Phineas e Ferb. Nei prossimi mesi saranno disponibili in esclusiva anche due produzioni originali italiane: Penny on Mars e I cavalieri di Castelcorvo. A questi titoli si affiancherà il meglio del cinema hollywoodiano, con film di culto come Mary Poppins e Avatar; successi recenti come Ralph spacca Internet; prime visioni assolute come Togo. In arrivo anche 25 originali esclusivi, tra questi, High School Musical: The Musical: La Serie, la serie di National Geographic Il Mondo Secondo Jeff Goldblum e il remake di Lilli e il vagabondo.
Senhit all’Eurovision per San Marino
Nel team anche il direttore creativo Luca Tommassini
06 marzo 2020
17:17
– La cantante italo-eritrea Senhit sarà in gara all’Eurovision Song Contest (in programma a metà maggio a Rotterdam) in rappresentanza di San Marino, che parteciperà così per l’undicesimo anno.
Senhit ha già concorso per San Marino alla gara canora del 2011 e quest’anno torna in gara forte di un’esperienza che si è consolidata sui palchi dei club di tutta Europa e degli Stai Uniti, con brani sia in italiano sia in inglese.
Il successo del recente singolo dal sound elettro pop “Dark Room” è stato uno dei motivi che ha spinto San Marino a volerla di nuovo in sua rappresentanza. Lo staff artistico è capitanato dall’eclettico creative director Luca Tommassini.
Senhit ha deciso di condividere la scelta della canzone da portare con i suoi fan e con il pubblico eurovisivo, invitandoli a offrire il loro consiglio. Dalle 9 del 7 marzo e la mezzanotte dell’8 sarà possibile esprimere la propria preferenza ((www.senhit.com/eurovision) tra “Freaky!” e “Obsessed”, due brani elettro pop e con sonorità internazionali. Lunedì 9 marzo sarà svelata la canzone scelta.
Stop Libri come, si pensa a evento in streaming
Sinibaldi, “pensiamo a un evento simbolico virtuale”
06 marzo 2020
17:20
– E’ stata sospesa ‘Libri Come’, la festa del libro e della lettura prevista dal 12 al 15 marzo all’Auditorium Parco della Musica di Roma, dedicata in questa edizione al coraggio, in seguito all’emergenza Coronavirus.
Tanti i messaggi di solidarierà e condivisione arrivati ai curatori della manifestazione, Marino Sinibaldi, Michele De Mieri e Rosa Polacco, che doveva essere aperta da Luis Sepulveda, colpito dal virus Covid-19 e ricoverato all’Ospedale di Oviedo, nelle Asturie. Ma si sta già pensando ad un evento simbolico.
“Libri Come è stata rinviata. Abbiamo ricevuto tanti messaggi anche da parte di altri Festival che si sono messi a disposizione. Una grande rete di solidarietà e condivisione.
Stiamo pensando – spiega Marino Sinibaldi, direttore di Radio3 – di trovare una data in autunno e di fare nei prossimi mesi un evento simbolico senza pubblico, in streaming”.
In seguito alle disposizioni del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri diffuso per contrastare la diffusione del virus COVID-19 La Fondazione Musica per Roma ha sospeso “le proprie attività, i concerti e i prossimi Festival ‘Libri Come’ e ‘National Geographic Festival delle Scienze’, fino alla scadenza del Dpcm. Anche alla Casa del Jazz saranno sospesi tutti i concerti e le attività in essere” spiega una nota. “All’Auditorium Parco della Musica restano in funzione il botteghino, i punti di ristoro, la libreria, i Musei ove necessario con accessi contingentati. Il Parco e il botteghino per l’acquisto di tutti gli eventi in vendita, resteranno aperti tutti i giorni dalle ore 11.00 alle ore 18.00, in orario continuato. Il 6 marzo fino alle 20.00” spiegano.
“Seguiranno a breve aggiornamenti sulla programmazione, sulle modalità di rimborso degli eventi non trasferibili ad altra data, tramite tutti i nostri canali di comunicazione (sito web, canali social e comunicazioni dirette alle mail degli acquirenti)”, concludono da Musica per Roma.
Cinema: Film Commission Piemonte,nuovi bandi da 800mila euro
Damilano, l’anno scorso sostegno a più di 170 produzioni
TORINO
06 marzo 2020
17:21
– Film Commission Torino Piemonte, d’intesa con Regione Piemonte, stanzia per i nuovi bandi di prossima apertura 450.000 euro per il Piemonte Doc Film Fund, 50.000 per lo Short Film Fund e 300.000 euro per il Piemonte Film TV Development Fund. “Proprio nell’anno del ventesimo compleanno – commenta il presidente Paolo Damilano – la Fondazione conferma il suo ruolo strategico per la valorizzazione dell’audiovisivo locale e il comparto cinematografico internazionale. L’aumento della dotazione economica dei Fondi per documentari e cortometraggi e del Fondo di Sviluppo, gestiti da Fctp, insieme ai Fondi europei Por Fesr erogati dalla Regione Piemonte a cinema e tv, ci permettono di intervenire a favore di tutta la filiera. È proprio grazie a queste fondamentali e sempre più strutturate misure d’aiuto che Fctp lo scorso anno ha potuto sostenere più di 170 produzioni, e può anche in questo momento difficile proseguire la sua opera”.
Il Piemonte Film Tv Development Fund ha annunciato il sostegno a 4 lungometraggi e 1 serie Tv.
8 marzo, Radio3 diventa una piazza virtuale con la Atwood
Sinibaldi, con tecnologie superiamo desertificazione culturale
06 marzo 2020
17:22
– I Testamenti di Margaret Atwood in diretta radiofonica, l’8 marzo alle 20.30, e in streaming video sul sito e sulla pagina Facebook di Radio3, “come se fosse una piazza”. E’ la proposta di Rai Radio3 per la Giornata internazionale della donna che sarà diversa dagli altri anni per l’emergenza Coronavirus. Sarà un 8 marzo senza teatri e senza manifestazioni pubbliche e proprio per questo Radio3 ha pensato ad una serata che rappresenti una piazza virtuale, un luogo simbolico dove riunirsi ad ascoltare una storia, perché le storie servono non solo a ingannare il tempo, ma a comprenderlo.
Per realizzarla Loredana Lipperini, Viola Graziosi e Riccardo Amorese hanno lavorato all’adattamento radiofonico, a cura di Laura Palmieri, de I Testamenti (Ponte alle Grazie), l’atteso seguito de Il racconto dell’ancella della Atwood, già al centro di una serata di Radio3 due anni fa. Questa volta sono altre tre voci a narrare gli orrori di Gilead: le due figlie dell’ancella, ormai adolescenti, e la temibile zia Lydia, la carceriera e l’incubo di tutte le donne.
“Si è scelto di estrapolare dal romanzo soltanto la parte di zia Lydia e della giovane Agnes, perché molto ci fanno capire non soltanto sulla cancellazione di ogni diritto e sulla repressione di ogni ribellione, ma su come si può diventare oppressori dopo essere stati oppressi. E nel fondo di quella schiavitù, però, è possibile trovare speranza e coraggio. Perché l’amore è forte come la morte, dice Atwood” ci ricordano i curatori dell’adattamento radiofonico.
“Stiamo pensando di usare le tecnologie per superare l’effetto di desertificazione culturale dovuta all’emergenza Coronavirus. Abbiamo lanciato una serie di iniziative con lo slogan’ L’emergenza non ferma la cultura’ in cui proponiamo podcast nelle scuole, spazi per attori e musicisti che non vanno in scena e serate come quella dell’8 marzo nelle quali cerchiamo di realizzare in modo virtuale quello che materialmente e fisicamente non è in questo momento possibile” dice Marino Sinibaldi, direttore di Radio3 e curatore con Michele De Mieri e Rosa Polacca di ‘Libri Come’, la festa del Libro e della Lettura all’Auditorium Parco della Musica di Roma, della quale è stata sospesa l’edizione 2020 che avrebbe dovuto svolgersi dal 12 al 15 marzo, in seguito alle disposizioni del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per contrastare la diffusione del virus COVID-19 , recepite dalla Fondazione Musica per Roma.
“Libri Come è stata rinviata. Abbiamo ricevuto tanti messaggi anche da parte di altri Festival che si sono messi a disposizione. Una grande rete di solidarietà e condivisione.
Stiamo pensando – spiega Sinibaldi – di trovare una data in autunno e di fare nei prossimi mesi un evento simbolico senza pubblico, in streaming” che potrebbe essere simile a quello dell’8 marzo.
Arte: arrivate a Bologna opere per mostra Polittico Griffoni
‘La riscoperta di un capolavoro’ dal 12 marzo a Palazzo Fava
BOLOGNA
06 marzo 2020
17:23
– Sono arrivate a Bologna, nonostante le difficoltà dell’allerta sanitaria mondiale, le opere da nove musei internazionali per la mostra ‘La riscoperta di un capolavoro’, che aprirà al pubblico il 12 marzo a Palazzo Fava, dove sono in corso i lavori di allestimento del Polittico Griffoni, uno dei massimi capolavori del Rinascimento italiano, e della seconda sezione di mostra dedicata alle tecnologie digitali. L’esposizione, voluta da Fabio Roversi-Monaco, presidente di ‘Genus Bononiae. Musei nella città’ e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio, sarà visitabile fino al 28 giugno. La mostra riporta a Bologna, a 500 anni dalla sua realizzazione e a 300 dalla sua dispersione, le 16 tavole originali del capolavoro dei ferraresi Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti, che proprio a Bologna, con la maestosa pala d’altare realizzata per l’omonima cappella nella Basilica di San Petronio, diedero avvio al loro sodalizio artistico.
Le opere provengono da National Gallery di Londra, Pinacoteca di Brera di Milano, Louvre di Parigi, National Gallery of Art di Washington, Collezione Cagnola di Gazzada (Varese), Musei Vaticani, Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, Collezione Vittorio Cini di Venezia.
“La situazione di allerta sanitaria e i decreti ministeriali – dice Roversi Monaco – ci impongono misure di sicurezza straordinarie, che siamo pronti a rispettare. Faremo in modo che i visitatori, con ingressi contingentati, rispettino le distanze di sicurezza. Al tempo stesso penso che, proprio in un momento di difficoltà come quello che viviamo, l’arte e la bellezza possano lanciare un messaggio di speranza”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Esce ‘Essere Morgan – La casa gialla’
Sugli scaffali dal 26 marzo
06 marzo 2020
17:48
– MARCO MORGAN CASTOLDI, ESSERE MORGAN – LA CASA GIALLA (LA NAVE DI TESEO, PP 312, EURO 20) Arriva in libreria il 26 marzo, per La nave di Teseo, ‘Essere Morgan – La casa gialla’ , un libro-confessione, con l’introduzione di Vittorio Sgarbi, in cui Morgan racconta la propria esistenza attraverso gli oggetti di una casa che è stato costretto ad abbandonare. Un invito al dibattito, ma anche un lungo viaggio nella storia di un artista e della sua arte, illustrato con tavole e fotografie curate dall’autore che ci guida in un tour emozionante.
A partire dalla sua esperienza personale, Marco Castoldi, in arte Morgan, ci conduce nel suo atelier d’artista in un racconto autobiografico che è anche una riflessione intelligente e provocatoria. Morgan ripercorre il travagliato percorso che l’ha portato a perdere la sua casa-laboratorio di Monza, in cui custodiva strumenti musicali, abiti di scena, canzoni inedite, manoscritti e ricordi di una vita intera dedicata alla musica.
Una casa sempre vissuta come un museo aperto e dedicato al bello, luogo di creazione e ispirazione non solo musicale. “Nel nostro ordinamento esistono già leggi e provvedimenti che tutelano in certe forme personalità illustri, ma nessuna comprende quella naturale estensione della fantasia dell’artista che è la sua casa” come viene sottolineato nella nota della casa editrice.
L’albero azzurro compie 30 anni e torna su Rai2
In occasione dell’apertura della fascia mattutina per i bambini
06 marzo 2020
18:07
– Da lunedì 9 marzo su Rai2 e Rai Yoyo torna “L’Albero Azzurro”. Una nuova edizione per lo storico programma della Rai, che quest’anno festeggia 30 anni. In occasione dell’apertura su Rai 2 della fascia mattutina dedicata ai bambini, che in questi giorni sono a casa in seguito alla chiusura delle scuole per l’emergenza sanitaria, la trasmissione andrà in onda alle ore 7:30 su Rai 2 e alle ore 16:20 su Rai Yoyo. Le puntate saranno disponibili anche su RaiPlay e l’App RaiPlay Yoyo. Ritroveremo in onda Dodò, che con Laura Carusino e Andrea Beltramo darà vita ad avventure ideate per affrontare con gioia e leggerezza, ma anche con grande chiarezza e verità, le piccole e grandi conquiste di ogni giorno.
Pensato per offrire a un target di bambini compreso tra i 4 e 7 anni una grande varietà di stimoli, proposte, suggerimenti e spunti, L’Albero Azzurro propone ogni giorno un appuntamento in cui Dodò va alla conquista di nuovi apprendimenti che provengono dal confronto con il mondo. Al suo fianco ci sono Andrea e Laura, i due conduttori che proteggono, sostengono, invitano all’autonomia e quando serve forniscono l’aiuto necessario a superare piccoli ostacoli o stati d’animo depotenzianti, richiamando rassicuranti ruoli genitoriali.
L’Albero Azzurro aveva debuttato il 21 maggio del 1990 su Rai1 e ha sempre visto come protagonista il pupazzo Dodò, un piccolo uccello bianco (forse ispirato al dodo, specie ormai estinta nella realtà) che vive all’interno di un grande albero azzurro con tanti altri personaggi che gli ruotano attorno.
L’Albero Azzurro segue una formula di “intrattenimento educativo”, che racchiude sia spazi dedicati alla creazione e al gioco, sia momenti di svago attraverso racconti e scenette. Nel 1994 è avvenuto il primo cambiamento nel format. Dal 15 gennaio 2007 L’Albero Azzurro è passato su Rai2. Le prime edizioni del programma sono state realizzate presso gli studi Rai di Torino a cui è seguito un trasferimento della produzione a Milano per poi tornare a realizzare il programma negli studi di via Verdi dove si trova tuttora. Dal 2013 il programma è trasmesso su Rai Yoyo.
Lo sguardo è attento anche al mondo digital, sul sui social network di Rai YoYo e sull’app RaiPlay Yoyo dove si potranno trovare spunti e contenuti extra, per una più forte interazione con il pubblico dei più piccoli.
RaiPlay: dall’8 marzo Indomite celebra le donne
Il box set in esclusiva, da Agnodice a Hedy Lamarr
06 marzo 2020
18:39
– “Indomite – Storie di donne che fanno ciò che vogliono” è il box set che RaiPlay offre in esclusiva dall’8 marzo per celebrare il mondo femminile, in occasione della Giornata internazionale delle donne. Si tratta di 30 biografie in animazione di donne straordinarie, con la voce dell’attrice Isabella Ragonese. Donne audaci di tutte le epoche, dall’antichità ai giorni nostri, di differenti origini culturali, sociali o nazionali, la maggior parte di loro restate nell’ombra. Scopriamo il destino di Agnodice, una ginecologa dell’antica Grecia che è stata costretta a travestirsi da uomo per praticare la medicina, di Wu Zetian, ex concubina che divenne l’unica imperatrice nella storia della Cina, di Nzinga, regina di Ndongo e Matamba, due regni africani del XVII secolo nell’attuale Angola, che si è schierata contro i coloni portoghesi. E ancora: di Hedy Lamarr, attrice e produttrice di Hollywood, ma soprattutto inventrice della tecnologia alla base del Wifi, di Joséphine Baker, ballerina e partigiana, che si impegnò per i diritti civili negli Stati Uniti e marciò al fianco di Martin Luther King, dell’italo-americana Giorgina Reid, artefice del salvataggio del primo faro sulla costa di New York, di Leymah Gbowee, leader del Movimento Liberiano per la Pace delle Donne, vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2011.
Una serie in animazione che non può non risvegliare le coscienze e l’orgoglio di chiunque sia consapevole di beneficiare di diritti per i quali altre, in passato, hanno lottato coraggiosamente. Ritratti memorabili e senza retorica di donne straordinarie.
La serie a cartoni animati, ispirata ai due libri dal titolo “Indomite – Storie di donne che fanno ciò che vogliono” dell’illustratrice e fumettista francese Pénélope Bagieu, è stata selezionata da Rai Ragazzi, che ne ha prodotto l’edizione italiana. “Indomite è una collezione unica, che potrà essere occasione di scoperta e di ispirazione per tutto il pubblico, e soprattutto per le ragazze e i ragazzi” dichiara Luca Milano, direttore di Rai Ragazzi, secondo cui “Isabella Ragonese, per la sua bravura versatile e per i valori che testimonia nella sua attività di attrice, è un punto di forza in più per far apprezzare e diffondere la serie. Siamo felici che il debutto in Italia di Indomite avvenga su RaiPlay, una piattaforma sempre più innovativa e vivace, in grado di raccogliere un pubblico in cerca di nuovi contenuti di qualità. Più avanti gli episodi animati saranno trasmessi anche da Rai Gulp”. “Siamo molto contenti – dichiara Elena Capparelli, direttore di RaiPlay e Digital – che la nuova piattaforma della Rai diventi il palco che darà vita alle storie delle Indomite. Donne forti e coraggiose che in epoche diverse hanno saputo portare avanti con tenacia e coraggio un messaggio di eguaglianza e giustizia. Un messaggio che oggi è affidato alle ragazze e ai ragazzi, a quelle nuove generazioni alle quali RaiPlay si rivolge con particolare attenzione”.
Hit parade, Me contro Te si riprendono vetta
Tra i singoli, la sedicenne Anna con Bando batte tutti i record
06 marzo 2020
19:08
I Me contro Te, dopo aver ceduto per una settimana la vetta a Ghali, se la riprendono a colpi di album venduti e di piccoli fan impazziti per Il Fantadisco. Il rapper con il nuovo DNA deve fare un passo indietro e accontentarsi del secondo posto della classifica FIMI/Gfk degli album più venduti della settimana. Al terzo posto risalgono i Pinguini Tattici Nucleari (posizionamento più alto in top ten tra gli artisti che hanno partecipato al Festival di Sanremo).
Guadagna posizioni anche Marracash con Persona che passa dal decimo al quarto posto e rientra in top ten anche Tha Supreme con 23 6451.
Unica nuova entrata della settimana, in sesta posizione, il giovane Fasma, che si è fatto conoscere tra le Nuove Proposte del Festival, che si piazza davanti al vincitore di Sanremo, Diodato con Fai Rumore. Ottavi i BTS con Map of the Soul: 7, settimo album in studio del gruppo sudcoreano.
Chiudono la classifica la compilation con tutti i brani di Sanremo e Viceversa di Francesco Gabbani.
Tra i singoli stupisce Anna, 16 anni da La Spezia che con brano di debutto Bando sta stracciando ogni record. Dopo essere arrivata in vetta alle classifiche digitali ha segnato oggi un vero e proprio record storico: mai nessun artista (intendendo uomini, donne o gruppi) così giovane era arrivata al n.1 della classifica ufficiale italiana Fimi/GFK dei singoli. Ruba il primato, nella classifica italiana, a Gigliola Cinquetti, che furoreggiava nel 1964 a 17 anni con il brano “Non ho l’età (Per amarti). Tra i vinili primo posto per i CSI con Linea Gotica.
Ecco la top ten Fimi/Gfk degli album più venduti della settimana dal 28 febbraio al 5 marzo 2020:
1) IL FANTADISCO DEI ME CONTRO TE, ME CONTRO TE (ME CONTRO TE-WMI)
2) DNA, GHALI (STO RECORDS/ATLANTIC-WMI)
3) FUORI DALL’HYPE RINGO STARR, PINGUINI TATTICI NUCLEARI (RCA RECORDS LABEL-SONY)
4) PERSONA, MARRACASH (ISLAND-UNIVERSAL MUSIC)
5) 23 6451, THA SUPREME (EPIC-SONY)
6) IO SONO FASMA, FASMA, GG (RCA RECORDS LABEL-SONY)
7) CHE VITA MERAVIGLIOSA, DIODATO (CAROSELLO RECORDS-ARTIST FIRST/THE ORCHARD)
8) MAP OF THE SOUL: 7, BTS (BIGHIT ENTERTAINMENT-AUDIOGLOBE/THE ORCHARD)
9) SANREMO 2020, ARTISTI VARI (UNIVERSAL STRATEGIC-UNIVERSAL MUSIC)
10) VICEVERSA, FRANCESCO GABBANI (BMG RIGHTS MANAGEMENT-WMI)
Ecco la classifica dei primi cinque singoli più scaricati:
1) BANDO, ANNA (VIRGIN-UNI)
2) GOOD TIMES, GHALI (STO RECORDS/ATLANTIC-WMI)
3) BOOGIEMAN, GHALI FEAT. SALMO(STO RECORDS/ATLANTIC/EPIC-WMI)
4) RINGO STARR, PINGUINI TATTICI NUCLEARI (RCA RECORDS LABEL-SME)
5) FAI RUMORE, DIODATO (CAROSELLO RECORDS-THE ORCHARD)
Infine la classifica dei vinili:
1) LINEA GOTICA, C.S.I. (UNIVERSAL STRATEGIC-UNIVERSAL MUSIC)
2) DESTINAZIONE PARADISO, GIANLUCA GRIGNANI (UNIVERSAL STRATEGIC-UNIVERSAL MUSIC)
3) TABULA RASA ELETTRIFICATA, C.S.I. (UNIVERSAL STRATEGIC-UNIVERSAL MUSIC)
4) DNA, GHALI (STO RECORDS/ATLANTIC-WMI)
5) ORDINARY MAN, OZZY OSBOURNE (EPIC-SONY).
Moda: Gaultier annuncia co-direttori a stagione, prima Sacai
Il nuovo progetto su Instagram
06 marzo 2020
19:40
– Dopo la celebrazione di 50 anni di moda e l’addio alle passerelle, Jean Paul Gaultier annuncia su Instagram il suo nuovo progetto sulla moda: la sua maison assegnerà la co-direzione creativa delle collezioni couture a uno stilista esterno. La prima scelta è andata su Abe Sacai. “Ho il piacere di annunciare il nuovo concept della mia Haute Couture – scrive il couturier attraverso sui social -. Ogni stagione inviterò un designer a interpretare i codici della maison e sono doppiamente contento che Chitose Abe di Sacai sarà la prima!”. Gaultier ha celebrato lo scorso gennaio i 50 anni di attività con una sfilata evento, l’ultima prima della nuova formula con guest designer. La sfilata autunno/inverno 2020-21 svela l’inedito incontro creativo durante la fashion week parigina in calendario dal 5 al 9 luglio.
Dopo aver lavorato con Rei Kawakubo e Junya Watanabe da Comme des Garçons, nel 1999 Abe Sacai ha fondato l’omonimo marchio a Tokyo nel 1999. La sua griffe sfila nel pret-à-porter femminile di Parigi. Sacai ha collaborato anche con Nike, Beats by Dr. Dre, The North Face e Ugg. Attraverso la collezione firmata a 4 mani con Abe Sacai, Gaultier sembra seguire l’esempio di quei brand, tra cui Moncler, Tod’s ed Emilio Pucci, che si avvalgono di creativi esterni per infondere nuova linfa alle proprie collezioni reinventando gli archivi.
Morto McCoy Tyner, leggenda del jazz
Fece parte del John Coltrane Quartet
07 marzo 2020
10:45
Il pianista americano McCoy Tyner, una delle leggende del jazz, celebre per il suo stile innovativo e per aver fatto parte del John Coltrane Quartet, è morto all’età di 81 anni. L’annuncio è stato dato dalla famiglia. Pianista tra i più influenti nella storia del genere musicale – è stato sempre incluso nel ristretto novero di giganti come Herbie Hancock, Chick Corea e Bill Evans – Tyner veniva considerato uno dei padri del piano jazz contemporaneo:Nato nel 1938 a Filadelfia, Alfred McCoy Tyner iniziò a prendere lezione di piano all’età di 13 anni. La sua carriera iniziò quando aveva poco più di vent’anni con il Jazztet di Benny Golson e Art Farmer. All’inizio degli anni ’60 si unì al quartetto di John Coltrane, suonando su album classici come ‘A love supreme’ e ‘My favorite things’. Era l’ultimo membro ancora in vita del Quartet – che includeva Jim Garrisson e Elvin Jones, oltre a Coltrane.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Hachette cancella l’autobiografia di Woody Allen
Il memoir “A proposito di niente” uscirà in Italia
NEW YORK
07 marzo 2020
10:42
– Hachette ha cancellato la pubblicazione di “Apropos of Nothing”, l’autobiografia di Woody Allen che sarebbe dovuta uscire negli Usa il 7 aprile. “Prendiamo sul serio i rapporti con i nostri scrittori e non cancelliamo un libro alla leggera”, ha annunciato la casa editrice dopo le polemiche sollevate da Dylan Farrow, la figlia adottiva che accusa Allen di averla molestata da bambina, e da Ronan Farrow, l’unico figlio biologico del regista e di Mia Farrow, che è anche un autore di Hachette. La casa editrice ha cambiato rotta dopo che ieri per protesta decine di dipendenti dell’ufficio di New York si erano astenuti dal lavoro. Hachette ha restituito a Allen tutti i suoi diritti sul libro.
In Italia “A proposito di niente” uscirà: “E’ mia intenzione rispettare gli accordi con l’autore e pubblicare il 9 aprile”, ha detto Elisabetta Sgarbi di la Nave di Teseo: “Spero che questo libro sia di aiuto alle librerie italiane in sofferenza in questo momento”. Hachette ha definito “difficile” la decisione di cancellare la pubblicazione. “Abbiamo pubblicato e continueremo a pubblicare libri complicati. Come editori vogliamo far sì che voci diverse e punti di vista in conflitto vengano ascoltati”, ha detto una portavoce, spiegando che le argomentazioni dello staff hanno indotto la direzione a cambiare idea. Tra le preoccupazioni sollevate dai dipendenti, in seguito alle proteste dei figli di Woody, c’era anche quella che Dylan non era stata sentita dai “fact checkers del libro. Quanto a Ronan aveva annunciato l’intenzione di ‘divorziare’ da Hachette, con cui aveva pubblicato il bestseller “Catch and Kill. “Mentre lavoravamo assieme su un libro che parla anche del danno fatto da Allen alla mia famiglia, negoziavate segretamente per pubblicare un libro di una persona che ha commesso quegli atti di abuso sessuale. Onestamente non posso più lavorare con voi.
Immagina come sarebbe stato se fosse capitato a tua sorella”, aveva scritto Farrow al Ceo della casa editrice, Michael Pietsch. Oltre che in Italia e negli Usa, il memoir doveva uscire in Francia, Germania e Spagna, tre mercati dove i film di Allen sono rimasti popolari anche nell’era #MeToo. Woody Allen ha 84 anni ed è considerato uno dei grandi registi viventi con film come “Io e Annie” e “Manhattan” e quattro premi Oscar, ma nel 2018 anche anche Amazon si era tirata fuori da un accordo multimilionario di produzione e distribuzione e molti attori come Colin Firth,Greta Gerwig e Timothée Chalamet avevano annunciato che non avrebbero mai più girato con lui. Quanto agli ultimi film, “A Rainy Day in New York” è uscito in alcuni paesi europei tra cui l’Italia ma non negli Usa, mentre “Rifkin’s Festival” con Christoph Waltz e Gina Gershon, girato la scorsa estate, è in attesa di un distributore.
Carlo Lucarelli, L’inverno più nero
3 omicidi nella Bologna del 44 per commissario De Luca
07 marzo 2020
10:49
– CARLO LUCARELLI, L’INVERNO PIU’ NERO (EINAUDI- STILE LIBERO, PP. 312,€ 18,00) “De Luca guardava da un’altra parte. Seduti su un cumulo di macerie accanto a uno degli archi più piccoli di Porta Saragozza, proprio sotto il cartello che indicava l’ingresso nella Sperzone del centro di Bologna, con quell’altro, più piccolo, verboten, proibito, mezzo strappato da una scheggia dell’ultimo bombardamento, c’erano due militi della Brigata Nera. Fumavano anche loro tranquilli, i fucili mitragliatori di traverso sulle ginocchia”. Per risolvere un caso De Luca è disposto a tutto, perfino a vendere l’anima al diavolo. Questa volta, però, ha l’occasione di fare la cosa giusta nel modo giusto. Carlo Lucarelli torna con le avventure del commissario De Luca con ‘L’inverno più nero’: si tratta della sesta indagine scritta dall’autore ambientata negli ultimi giorni del fascismo. Il poliziotto deve risolvere “tre delitti nello spazio di 400 metri”.
Nel romanzo, ambientato a Bologna, siamo nel 1944: la città è occupata, stretta nella morsa del freddo, ferita dai bombardamenti. Ai continui episodi di guerriglia partigiana le Brigate Nere rispondono con tale ferocia da mettere in difficoltà lo stesso comando germanico. Anche per De Luca, ormai inquadrato nella polizia politica di Salò, quei mesi maledetti sono un progressivo sprofondare all’inferno. Poi succede una cosa. Nella Sperrzone, il centro di Bologna sorvegliato dai soldati della Feldgendarmerie, pieno di sfollati, con i portici che risuonano dei versi degli animali ammassati dalle campagne, vengono ritrovati tre cadaveri. Tre omicidi su cui il commissario è costretto a indagare per conto di tre committenti diversi e con interessi contrastanti. Convinti che solo lui possa aiutarli.
Il centro della città è ridotto a una stalla: 18mila bestie sono al riparo sotto ai portici. Fa un freddo boia. Si respira fame e paura. La città è distrutta, i torturatori sono al lavoro negli ultimi giorni del regime fascista. De Luca dice: “Ho guardato dalla parte sbagliata, anzi… non ho guardato proprio, da nessuna parte, e quando me ne sono accorto era troppo tardi”. Alle 17:10, al primo calare del sole, il coprifuoco avrebbe trasformato il suk dentro le mura di Bologna in una città fantasma, accecata dall’oscuramento e muta, a parte gli scarponi delle pattuglie o quelli dei partigiani. “Ma fino a quel momento, quella casbah fradicia e sporca, che scoppiava di voci rombando sorda come un treno in una galleria, brulicava di gente che cercava qualcosa, la neve, il burro, una sigaretta, un attimo in più per superare quello che per tutti, dall’inizio della guerra, forse da sempre, era l’inverno più ruvido e freddo. L’inverno più nero”, appunto.
Carlo Lucarelli (Parma, 1960) è autore di romanzi, saggi e sceneggiature. Tra i suoi ultimi libri usciti per Einaudi Stile Libero, Albergo Italia (2014), Il tempo delle iene (2015), Intrigo italiano (2017), Peccato mortale (2018) e L’inverno più nero (2020). Gli ultimi tre titoli hanno segnato il ritorno sulla scena del commissario De Luca, già protagonista di una trilogia (pubblicata in origine da Sellerio e ora da Einaudi Stile Libero) che comprende Carta bianca, L’estate torbida e Via delle Oche. Per molti anni ha condotto trasmissioni televisive in cui ripercorreva celebri casi criminali esaminandone gli aspetti rimasti oscuri: l’ultima, Inseparabili – Vita all’ombra del genio, partita il 17 febbraio su Sky.
La dozzina il 12 marzo sul sito del Premio
Anziché il15/3 a Libri Come, sospeso per emergenza Coronavirus
07 marzo 2020
12:00
– Saranno annunciati giovedì 12 marzo alle ore 12 sul sito del Premio Strega i dodici candidati del Premio Strega 2020 anziché il 15 marzo a Libri Come, come era previsto prima della sospensione della festa del libro e della lettura per l’emergenza coronavirus.
“Avremmo voluto annunciare i candidati al Premio Strega 2020 domenica 15 marzo a Libri Come, che come tutti sapete è stato sospeso. Ne siamo dispiaciuti per i lettori, per Roma, a cui mancherà un importante appuntamento culturale, e per gli organizzatori, ai quali facciamo i migliori auguri per la prossima edizione” viene spiegato sul sito del Premio dove viene anticipato un dettaglio dell’illustrazione che accompagnerà l’edizione 2020. “E’ stata realizzata da uno dei disegnatori italiani più apprezzati al livello internazionale, Emiliano Ponzi, che ringraziamo per aver accettato il nostro invito a immaginare la Strega della LXXIV edizione”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Homeland 8, la saga chiude con i dubbi su Carrie
Su Fox dal 9 marzo lo spy thriller da cinque Golden Globe
07 marzo 2020
13:04
– Dopo quasi 10 anni di riprese, 8 stagioni e 5 Golden Globe vinti, Homeland arriva al suo epilogo: dal 9 marzo il lunedì alle 21.50 su Fox (112, Sky) andrà in onda in prima visione assoluta l’ottava e ultima stagione della serie che più di tutte ha rivoluzionato il genere spy thriller sul piccolo schermo, l’adrenalinica saga con protagonista Claire Danes (vincitrice di 4 Golden Globe, di cui 2 per Homeland come miglior attrice in una serie drammatica).
Una serie che spesso ha anche avuto la capacità di anticipare i tempi sugli intrecci nello scacchiere internazionale e di stravolgere il focus sui protagonisti. In Homeland il primo colpo di scena lo si era avuto all’inizio: il marine americano Nicholas Brody dopo 8 anni di prigionia in Iraq tornava in patria, celebrato come eroe di guerra, ma in realtà convertito all’Islam e infiltrato di al-Qaida. Otto stagioni dopo tocca alla protagonista Carrie Mathison finire al centro dei sospetti.
Dopo i sette mesi di reclusione in un gulag russo, l’agente della Cia è forse lei al servizio dei russi?
Diane Keaton, il dramma del fratello malato
Un libro alza il sipario, dietro luci Hollywood malattia mentale
18 febbraio 2020
18:33
Dietro lo scintillio di Hollywood, sotto gli strati di abiti in cui si recente si avvolge e il cappello fedora degli Oscar, Diane Keaton nasconde un dramma segreto. Un fratello malato di mente abbandonato e trascurato in tutti gli anni in cui l’attrice e musa di Woody Allen inseguiva il successo nel cinema. Diane era la maggiore, Randy, vittima per tutta la vita di paranoie e fantasie violente, il più piccolo e l’unico maschio tra i figli di Jack e Dorothy Hall, una famiglia middle class modello nella California meridionale del secondo dopoguerra. Oggi, 74 anni lei e 71 lui, la Keaton ha alzato il sipario su questa tragedia in un nuovo libro di memorie, “Fratello e Sorella”, il secondo dopo “Then Again” del 2011 che rimase per sei settimane nelle classifiche dei bestseller. Gli Hall avevano quattro figli, tre bambine e Randy. Mentre Diane viaggiava per il mondo girando film con registi famosi, Randy viveva in squallida solitudine, bevendo fino a perderei sensi, terrorizzato dagli aerei che volavano bassi sopra la sua casa e preda di manie suicide che una volta lo portarono a tentare di uccidersi col gas in un garage. “Fratello e Sorella” è per Diane una forma di espiazione ma anche il suo contributo a far sì che malattie mentali gravi come quella di Randy vengano affrontate senza pregiudizi e con un atteggiamento di apertura.
Cinema: Lovers film festival, al via le selezioni
A Torino rassegna Lgbtqi più vecchia d’Europa, dirige Luxuria
TORINO
19 febbraio 2020
12:54
– Sono al via le iscrizioni alle selezioni per il Lovers Film Festival di Torino, in programma dal 30 aprile al 4 maggio al Cinema Massimo.
La più antico festival cinematografico d’Europa sui temi Lgbtqi (lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) prevede quattro sezioni: Lungometraggi, Cortometraggi, Documentari e Premio Giò Stajano. Le iscrizioni, sul sito del festival o attraverso la piattaforma FilmFreeway, scadono il 19 marzo.
“Stiamo visionando – afferma la neodirettrice del festival, Vladimir Luxuria – molti film emozionanti che porteranno sullo schermo temi di forte attualità e grande impatto”.
“Mi aspetto – aggiunge il presidente del Museo del Cinema, Enzo Ghigo – un festival ricco ed emozionante, legato al presente e pieno di spunti di riflessione. Auguro buon lavoro a Vladimir Luxuria e al suo staff, e colgo l’occasione per ringraziare Giovanni Minerba, fondatore della rassegna e suo storico direttore, per tutto il lavoro svolto e la dedizione data al festival”.
Amanti e amori smarriti per Chiara Mastroianni
Attrice premiata a Cannes per commedia agrodolce in sala da 20/2
19 febbraio 2020
20:26
Guardare al proprio matrimonio da una stanza d’albergo, dove si ritrova il proprio marito tornato ventenne (Vincent Lacoste) e i giovani amanti con i quali ci si è ‘distratti’ durante gli anni. E’ la favola moderna che ha come mattatrice un’intensa e ironica Chiara Mastroianni nel film L’hotel degli amori smarriti, la commedia agrodolce di Christophe Honoré, dove si mescolano più piani di presente e passato. La pellicola, in sala dal 20 febbraio con Officine Ubu, ha portato alla protagonista (che è anche in corsa fra le migliori interpreti ai César 2020) il premio come migliore attrice nella sezione Un Certain Regard all’ultimo Festival di Cannes ed è stata appena designata Film della critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.
Per Chiara Mastroianni e Honoré è il sesto film insieme: un sodalizio iniziato nel 2007 che comprende anche Les Biens- Aimés (2011) nel quale l’attrice italo francese ha recitato con la madre Catherine Deneuve. E anche stavolta vita famigliare e arte si mescolano, perché a recitare il ruolo di Richard, marito quarantenne della protagonista, c’è il cantante e attore Benjamin Biolay, che è stato realmente sposato con Chiara Mastroianni dal 2002 al 2005 ed è padre di sua figlia Anna. “Non mi è sembrato strano recitare con lui, perché non abbiamo mai smesso di frequentarci. Lavoriamo da più di dieci anni insieme, anche facendo concerti – ha spiegato l’attrice a Trois Couleurs – Non c’è possibilità di identificazione possibile (tra realtà e finzione) perché anche se siamo stati sposati la nostra relazione era molto differente”.
E Chiara Mastroianni ha trovato il personaggio dell’ex marito commovente, perché Honoré “gli ha fatto recitare un aspetto che conosco di lui, ma che lui non aveva mai portato sul grande schermo, una certa tenerezza, una certa tristezza e una certa dolcezza”. E’ sicuramente un legame pieno di luci ed ombre quello fra i protagonisti, Maria (Mastroianni) , brillante docente universitaria, e il tranquillo Richard (Biolay) con cui è sposata da vent’anni. Quando l’uomo però una sera trova un messaggio che svela l’infedeltà della moglie, scoppia una violenta lite che porta Maria a andarsene di casa per andare a dormire nell’albergo dall’altra parte della strada. La sua stanza 212 diventa però una sorta di zona franca, tra presente, passato e possibile futuro, dove Maria rincontra Richard ventenne (Lacoste) e pieno di passione, molti dei giovani amanti che lei ha sempre considerato una distrazione innocente (o almeno così dice) ma anche il primo grande amore del marito, Irene (interpretata da Camille Cottin e da Carole Bouquet), che era stata insegnante di piano del sedicenne Richard e aveva iniziato con lui una relazione, che la donna ora spera di poter riprendere. Ne nasce un turbinio di riflessioni, rimorsi (pochi), rimpianti (molti), possibili svolte e nuovi inizi, che offre, in una trama fin troppo carica di elementi, uno sguardo originale e provocatorio sui legami amorosi. Chiara Mastroianni delinea un ritratto di donna e moglie lontano degli stereotipi, mescolando seduzione, vulnerabilità e indipendenza. Un personaggio molto libero “e entusiasmante da interpretare – ha spiegato l’attrice – che mi ha rivelato una sorta di sensualità della quale non avevo coscienza”.
Addio alla costumista Bruna Parmesan
Ha lavorato con grandi registi e attori da Fellini a Sordi
19 febbraio 2020
13:13
– Lutto nel mondo del cinema. E’ morta a 97 anni, nel corso della notte, “serenamente nel sonno” nella sua casa di Roma, la costumista Bruna Parmesan, autrice dei costumi di film celebri come Giulietta degli spiriti di Federico Fellini, Il marchese del Grillo di Mario Monicelli, Via Montenapoleone di Carlo Vanzina, Il tassinaro, di e con Alberto Sordi, In viaggio con papà e Io so che tu sai che io so, Io e Caterina, con la regia sempre di Alberto Sordi, Ecco noi per esempio e Tre tigri contro tre tigri di Sergio Corbucci, Febbre da cavallo di Steno, Il medico della mutua, di Luigi Zampa.
A dare la notizia è l’amico e sceneggiatore Filiberto Scarpelli, nipote del celebre Furio Scarpelli. Nata a Venezia nel 1923, Parmesan ha avuto due nomination ai Nastri d’argento. “L’ho sentita proprio ieri sera al telefono – ricorda Scarpelli – era allegra e spiritosa come sempre. Un altro grande pezzettino del nostro cinema che se ne va”.
Cinema: arriva dal 2 marzo film testamento ‘Varda by Agnès’
Omaggio Cineteca Bologna a un anno da scomparsa regista belga
BOLOGNA
19 febbraio 2020
15:12
– La Cineteca di Bologna rende omaggio alla regista belga Agnès Varda, scomparsa un anno fa, portando dal 2 marzo nelle sale italiane il film testamento, ‘Varda by Agnès’, presentato lo scorso anno al festival di Berlino, poche settimane prima della sua morte avvenuta il 29 marzo 2019.
Per accompagnare l’uscita in sala di ‘Varda by Agnès’, autoritratto di una vita di cinema, la Cineteca rende disponibili altri quattro titoli della regista: uno dei suoi capolavori, ‘Cléo dalle 5 alle 7’, diretto nel 1962; ‘Daguerréotypes’, racconto del 1976 della sua Parigi, partendo dalla via che ha sempre ospitato la sua casa di produzione, Rue Daguerre; ‘Salut les cubains’, reportage dalla Cuba del 1963; ‘Réponses de femmes’, breve lavoro realizzato nel 1975, per rispondere alla domanda: “Che cos’è una donna?”. La Cineteca torna così sull’opera di Varda con il suo ultimo film dopo aver distribuito una delle più belle sorprese del 2018, il film realizzato a quattro mani con l’artista urbano JR, ‘Visages Villages’.
A Milano omaggio a Kafka tra cinema, musica, e design
Alla Fondazione Prada il progetto curato da Udo Kittelmann
MILANO
19 febbraio 2020
17:16
– Design, cinema e musica: è il mix artistico scelto da Udo Kittelmann, direttore della Nationalgalerie di Berlino, per raccontare Franz Kafka e la sua letteratura nella mostra ‘K’, che apre il 21 febbraio fino al 27 luglio prossimo alla Fondazione Prada di Milano. L’esposizione è un omaggio ai tre romanzi incompiuti ‘America’, ‘Il processo’ e ‘Il castello’, pubblicati postumi tra il 1925 e il 1927, che secondo Max Brod, esecutore testamentario di Kafka, formano una ‘trilogia della solitudine’.
Allo stesso modo, anche ‘K’ è una sorta di ‘trittico’- composto da un’installazione, un film e un album musicale – che coinvolge tre distinti spazi della fondazione: il Podium, il Cinema e la Cisterna.
Al centro della mostra, nel Podium, si trova la grande installazione The Happy End of Franz Kafka’s “America” (1994), per la prima volta esposta in Italia, che reinterpreta un passaggio del libro in cui il protagonista, Karl Rossman, dopo aver viaggiato attraverso il Paese, si propone per un’occupazione al ‘teatro più grande del mondo’.
L’immagine letteraria è tradotta dall’artista – il tedesco Martin Kippenberger – in un campo da calcio, simbolo della competizione, destinato o ospitare colloqui di lavoro ‘di massa’ L’opera si compone di un’ampia varietà di oggetti e arredi: diversi tavoli, elementi di design vintage e sedie da mercatino delle pulci e pezzi provenienti da precedenti mostre dello stesso autore.
Il secondo elemento della trilogia è l’iconico film di Orson Welles ‘The Trial’ (Il processo, 1962), basato sull’omonimo romanzo kafkiano e proiettato nel Cinema della fondazione.
L’esposizione è completata dall’album di musica elettronica “Franz Kafka The Castle” (2013) dei Tangerine Dream, diffuso in loop nella Cisterna.
Il consiglio del curatore è di iniziare il percorso espositivo proprio da questo spazio, trasformato in un ambiente evocativo e accogliente. L’invito è a sperimentare tre possibili incontri creativi con l’opera di Kafka, attraverso il lavoro artistico proposto dalla mostra. “Rilassatevi, prendetevi del tempo”, perché “Kafka può essere capito in modo semplice”, il “messaggio” di Kittelmann ai visitatori.
Fellini, al liceo i disegni e le prime regie
Bravo studente, rimandato una sola volta in ‘Cultura Militare’
BOLOGNA
19 febbraio 2020
21:42
– Il suo liceo – il liceo classico ‘Giulio Cesare’ – Federico Fellini lo ha immortalato anche in due delle sue pellicole più celebri, ‘Roma’ e ‘Amarcord’, che gli valse l’Oscar nel 1975: d’altronde è nelle aule dell’istituto riminese che il futuro ‘Maestro’ iniziò a rivelare il suo talento di disegnatore e ‘regista’, dirigendo i suoi compagni impegnati a interpretare le ‘pugne’ greche nella centralissima via Ugo Bassi. A svelarlo, in uno studio che comparirà domani sul settimanale riminese ‘il Ponte’, è Davide Bagnaresi, docente a contratto in Storia dei consumi e delle imprese turistiche all’Università di Bologna e studioso del Fellini bambino e ragazzo. Una ricerca in cui viene sfatata anche la ‘leggenda’ di un Fellini studente poco modello: il giovane ‘Gandhi’ così il cineasta era chiamato perché alto e magro frequentò Ginnasio e Liceo all’epoca molto selettivi – della sua classe partirono in 41 ed arrivarono alla maturità in 17 – e non fu mai bocciato venendo rimandato solo una volta in ‘Cultura militare’, a conferma della sua idiosincrasia verso il fascismo. Delle stagioni vissute al ‘Giulio Cesare’, Fellini farà tesoro nelle sue opere, in cui saranno ‘stravolte’, nella trasposizione cinematografica, diverse figure come quella del preside Olivieri, il professor Balducci, la professoressa Massani e don Baravelli, figura di spicco della curia riminese. Nella memoria degli amici e in alcuni documenti scritti, Bagnaresi ha rinvenuto anche alcune scenette memorabili con Fellini protagonista. Al professor Bacchini che gli urla “prenda la porta ed esca”, il futuro Premio Oscar replica armeggiando proprio per scardinare la porta, facendolo imbestialire ancor di più mentre al termine del saggio di fine anno della Centuria dopo una parata perfetta, tutti e cento i ragazzi impegnati si muovono dalla stessa parte dello stadio, tranne Fellini che se ne va esattamente dalla parte opposta. Tra i banchi di scuola – con le caricature di professori e dei divi di Hollywood – inizia anche la carriera di disegnatore del ‘Maestro’ che vedrà le sue vignette prima sul giornale fiorentino ‘Il 420’ e, dal febbraio del 1938, su ‘La Domenica del Corriere’, all’epoca il più famoso settimanale italiano di cronaca, che pagava 20 lire ciascuna le illustrazioni del regista romagnolo. Quando nel 1939 abbandona Rimini e approda a Roma, inizia la sua collaborazione come disegnatore al Marc’Aurelio periodico che pubblica centinaia di vignette che gli valgono la stima di Macario e di Aldo Fabrizi
Emma Thompson e Greg Wise cittadini di Venezia
Firmati documenti in anagrafe
VENEZIA
20 febbraio 2020
13:09
– Sorpresa all’ufficio Anagrafe di Mestre: l’attrice premio Oscar Emma Thompson e suo marito Greg Wise si sono presentati agli sportelli per registrare la propria residenza nel Comune di Venezia. I due attori hanno firmato i documenti alla presenza dell’assessore comunale alla Coesione Sociale, Simone Venturini, che ha fatto loro dono di un Leone di San Marco. Thompson e Wise sono sposati dal 2003 e hanno una figlia, Gaia Romily Wise.
Cinema: Cineteca Bologna a Berlino con restauro ‘Il bidone’
Recuperata versione ‘lunga’ che Fellini portò a Mostra Venezia
BOLOGNA
20 febbraio 2020
13:45
– La Cineteca di Bologna e il suo laboratorio L’Immagine Ritrovata, assieme a The Film Foundation e Titanus, portano al Festival di Berlino il restauro del film ‘Il bidone’, diretto nel ’55 da Federico Fellini e interpretato da Broderick Crawford, Giulietta Masina, Richard Basehart, Franco Fabrizi, Sue Ellen Blake. Il restauro, in cartellone il 21 febbraio, recupera la versione “lunga” del film, che Fellini portò alla Mostra del Cinema di Venezia, alla quale vennero poi apportati diversi tagli in vista della distribuzione nelle sale.
In programma domani anche il film muto ‘Il gabinetto delle figure di cera’, diretto nel 1924 dal regista tedesco Paul Leni, e restaurato da Deutsche Kinemathek e Cineteca di Bologna. Il 25 febbraio torna poi a Berlino – dove aveva avuto il suo battesimo nel 1998 – il lungometraggio d’esordio del regista cinese Jia Zhang-ke, ‘Xiao Wu-The Pickpocket’, restaurato da Cineteca di Bologna e The Film Foundation’s World Cinema Project al laboratorio L’Immagine Ritrovata.
La Concessione del Telefono di Camilleri, al cinema poi Rai1 TRAILER
Da romanzo storico in sala solo 17-18/3 regia Roan Johnson
25 febbraio 2020
14:03
“Nell’estate del 1995 trovai, tra vecchie carte di casa, un decreto ministeriale per la concessione di una linea telefonica privata. Il documento presupponeva una così fitta rete di più o meno deliranti adempimenti burocratico-amministrativi da farmi venir subito voglia di scriverci sopra una storia di fantasia”. Cosi’ scriveva il grande scrittore siciliano scomparso nel luglio 2019 Andrea Camilleri. Arriva per la prima volta al cinema La concessione del telefono, il nuovo film della collection evento “C’era una volta Vigata”, uno dei capolavori di ironia di Camilleri, tratto dall’omonimo romanzo edito da Sellerio.
La concessione del Telefono, diretto da Roan Johnson e interpretato da Alessio Vassallo, Thomas Trabacchi, Federica De Cola, Corrado Fortuna, Dajana Roncione, Corrado Guzzanti, con la partecipazione di Fabrizio Bentivoglio, sarà nelle sale italiane per un’anteprima esclusiva solo il 17 e 18 marzo
e prossimamente su Rai1. La storia racconta di Pippo Genuardi, nato a Vigàta il 3 settembre 1856 e commerciante di legnami. Ma sia chiaro: quella non è la sua occupazione maggiore, anzi, potremmo dire che il suo vero talento è quello di cacciarsi nei guai. Spiantato, ironico, amante delle donne e della tecnologia, Pippo sembrerebbe aver messo la testa a posto sposando Taninè Schilirò, figlia dell’uomo più ricco di Vigàta, ma il nostro protagonista è un uomo che non si accontenta mai. E così spedendo tre lettere al Prefetto Marascianno (un napoletano paranoico e complottista) mette in moto un meccanismo che lo porterà a trovarsi sotto due fuochi incrociati: lo Stato, che pensa di avere a che fare con un pericoloso sovversivo, e l’uomo “di rispetto” Don Lollò, che inizia a credere che il Genuardi lo stia prendendo per fesso. A tenerlo d’occhio il Questore Monterchi, venuto dal Nord, che osserverà sgomento e impotente il folle concatenarsi degli eventi.
La concessione del telefono, una produzione Palomar in collaborazione con Rai Fiction, sarà distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it:

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Paw Patrol, dai pupazzi al film d’animazione
Da agosto nelle sale prodotto da Spin Master Entertainment
21 febbraio 2020
18:42
– Spin Master annuncia l’arrivo sul grande schermo del primo film d’animazione di Paw Patrol, pluripremiato franchise in continua crescita, amatissimo in tutto il mondo dal target pre-scolare. L’arrivo nelle sale del film, prodotto da Spin Master Entertainment insieme a Nickleodeon Movies, distribuito da Paramount Pictures, e diretto dal “veterano” dell’animazione Cal Brunker (Nut Job 2 – Tutto molto divertente; Fuga dal pianeta Terra) è previsto per l’agosto 2021.
“Siamo entusiasti di collaborare con Paramount e Nickelodeon per portare sul grande schermo la serie Paw Patrol e i personaggi che i bambini di tutto il mondo adorano. Questa prima incursione nel mondo del lungometraggio segna un’importante espansione strategica per Spin Master Entertainment e dimostra il nostro impegno a ottenere il massimo dai nostri team di entertainment-production nello sviluppo della nostra property in un formato, quello cinematografico, che permette di rafforzare il legame tra i piccoli fan e i personaggi della serie attraverso l’esperienza “teatrale” condivisa” – dichiara Jennifer Dodg, Vicepresidente Esecutivo di Spin Master che firma la produzione insieme ai produttori esecutivi Ronnen Harary, co-founder e co-CEO di Spin Master, Adam Beder, Strategic Partnership & Franchise Development per Spin Master, e Peter Schlessel.
“L’arrivo di Paw Patrol nel mondo del cinema è una pietra miliare per questa property iconica e non vediamo l’ora che bambini e famiglie possano vivere quest’esperienza insieme” racconta Brian Robbins, President, Kids & Family Entertainment, Viacom Cbs Domestic Media Networks. “Siamo entusiasti di lavorare con Spin Master Entertainment e la nostra divisione gemella Paramount Pictures su questo titolo che si aggiunge alla lista dei film di Nickelodeon”.
La storia di Manuel Bortuzzo diventa un film
Realizzato dalla Movieheart
21 febbraio 2020
19:29
– Un film tratto dal libro ‘Rinascere’ di Manuel Bortuzzo, edito da Rizzoli, diventa un film. A realizzarlo la Movieheart di Massimiliano La Pegna dopo il grande successo della biografia di Enrico Piaggio. E’ la storia di una giovane promessa del nuoto italiano, colpito per sbaglio durante una sparatoria, che dopo aver rischiato la vita riesce a salvarsi ma finisce su una sedia a rotelle.
Manuel racconta la sua sofferenza, la sua rabbia, la sua disperazione ma soprattutto la sua voglia di rinascere. Il suo sogno non è più partecipare alle Olimpiadi, ma ricominciare a vincere.
Berlino, la follia di Ligabue ha volto di Germano
In concorso ‘Volevo nascondermi’ di Giorgio Diritti
22 febbraio 2020
16:38
‘Volevo solo nascondermi’ di Giorgio Diritti, in concorso per l’Italia al Festival di Berlino e in sala dal 27 febbraio con 01, è esattamente come ce lo si aspettava: un film classico, filologicamente inappuntabile e con il valore aggiunto di Elio Germano nei panni di un Ligabue sincopato e ricco di artistici grugniti. Non solo, da parte del regista emiliano anche una grande attenzione alla biografia del pittore, sempre alle prese con la sua follia, e poi tante rassicuranti immagini di paesaggi, natura e animali. Tra le molte difficoltà di Germano, che ha vestito i panni di Antonio Costa conosciuto come Ligabue, anche quella di confrontarsi indirettamente con la storica e indimenticabile interpretazione di Flavio Bucci, appena scomparso, che aveva interpretato nel 1977 il pittore naif in una serie tv in tre puntate a firma di Salvatore Nocita. Chi era mai Ligabue noto anche in Italia come ‘El Tudesc’? Affetto da gotta, rachitismo, psicolabilità e soggetto ad attacchi di furia tanto violenti da richiedere più volte il ricovero psichiatrico, era figlio di una donna italiana migrata in Svizzera.
Affidato poi a una coppia del posto, con la quale matura rapporti di amore e odio, a un certo punto Ligabue si ritrova ad aggredire la madre adottiva tanto da venir espulso dalla Svizzera. Arriva così finalmente in Italia, a Gualtieri in provincia di Reggio Emilia, dove inizialmente vive come un barbone tra mille disagi sulle rive del Po. È qui che inizia davvero a dipingere, soprattutto animali come leoni, giaguari, gorilla e tigri, ma su uno sfondo a stridere, quello dei pioppi e delle banchine del fiume Po. Ed è ancora qui che incontra lo scultore e pittore Renato Marino Mazzacurati che lo introduce al mondo dell’arte. Nel film, oltre alla puntuale ricostruzione d’epoca, c’è la bravura di Elio Germano specie nel raccontare questo artista bambino sia nella disgrazia che nel tardivo successo. Ed è allora che Ligabue, ormai oggetto di mostre e complimenti, ostenta con fare infantile di avere un’auto con autista, una collezione di amate moto. E lo fa con quelle donne che quasi sempre gli negano un bacio. “Ognuno di noi è un po’ Ligabue – dice il regista -, la sua storia di carenze affettive e la sua lotta per esistere ci accomuna a lui, a quest’uomo che ha lottato tanto per essere felice. Elemento importante poi – continua Diritti – è che era un diverso e in questa sua folle dimensione artistica c’era tutta la sua voglia di riscatto”.
Comunque, conclude: “Ho raccontato il tutto ricostruendo quell’epoca al meglio possibile perché questo personaggio potesse muoversi come in una fiaba amara”. Per Elio Germano, in concorso a Berlino anche con ‘Favolacce’ dei fratelli D’Innocenzo, nessuna identificazione di troppo: “Cerco sempre di distaccarmi dai personaggi che interpreto – dice – e in Volevo nascondermi la cosa difficile è stata la lunghezza del trucco e il clima dei set. Dovevo infatti indossare due tre paia di pantaloni e altrettante giacche. Del Ligabue di Bucci – aggiunge – non ho visto nulla, ho cercato solo di fare pulizia, di approcciarmi al personaggio in maniera vergine”. Chi era Ligabue? ” Un uomo che si trovava più a sua agio con gli animali – conclude Germano – e che faceva fatica a metter su anche due parole. Per fortuna si sapeva esprimere con la pittura e dando forma al fango”.
A Berlino Persian Lessons, una lingua contro la Shoa
A Berlinale Special il film di Vadim Perelman
23 febbraio 2020
17:09
Il dramma della Shoa visto con rispettosa ironia è la proposta di ‘Persian Lessons’, film di Vadim Perelman regista ucraino naturalizzato canadese, passato oggi a Berlinale Special. Siamo nel 1942 e Gilles (Nahuel Perez Biscayart), un giovane belga viene arrestato dalle SS insieme ad altri ebrei e mandato in un campo di concentramento in Germania. L’uomo riesce con grande furbizia ad evitare l’esecuzione giurando alle guardie di non essere ebreo, ma persiano. Una menzogna che lo salva temporaneamente fino a quando a Gilles viene ad un certo punto assegnata una missione impossibile: insegnare il Farsi a Koch (Lars Eidinger), l’ufficiale responsabile della cucina del campo, che sogna di aprire un ristorante in Iran a fine guerra.
Gilles, a cui non manca certo fantasia e intraprendenza, si ritrova così, da un momento all’altro, a dover inventare una lingua che non conosce, parola per parola, frase per frase e con tanto poi di grammatica. Mentre l’insolita relazione tra i due uomini inizia a suscitare qualche gelosia e sospetto, Gilles diventa sempre più consapevole che una mossa falsa potrebbe rivelare la sua truffa con inevitabili tragiche conseguenze. “Questa falsa lingua permette a Koach di esprimere la sua umanità e mostrare alcune parti di sé che non era in grado di rivelare nella sua lingua madre – sottolinea il regista -. Non è così affatto una coincidenza che quando Gilles gli chiede “chi sei?” nel falso farsi, non risponde Hauptsturmführer Koch, ma Klaus Koch”.
E ancora Perelman: “Persian Lessons è soprattutto un film sulla verità, sui rapporti umani e sull’umanità. Perché non si limita a parlare solo di nazismo, ma di cosa potrebbe accadere in un situazione come quella. Una situazione, tra l’altro, che potrebbe ancora succedere, in ogni nazione e in ogni tempo”. Dice invece l’attore tedesco Eidinger: “Penso che la nostra società sia troppo intossicata da odio e risentimento, e ciò rende davvero difficile capire se stessi, io, per fortuna, cerco di farlo attraverso l’arte e la creatività. Internet – conclude l’attore – è un mezzo che potrebbe avvicinare le persone, ma noi lo usiamo al contrario. Oggi più che mai possiamo renderci conto del pericolo imminente, del fatto che la storia possa ripetersi. E di questo siamo tutti un po’ responsabili”.
E’ allarme cinema, giù incassi e uscite rinviate
Effetto coronavirus, chiesto lo stato di crisi. L’Anec, venite in sala
25 febbraio 2020
09:47
Incassi in picchiata nelle sale, uscite rinviate a data da destinarsi, dal nuovo Verdone al Ligabue di Diritti: l’effetto coronavirus pesa anche sul cinema, che vede bruscamente interrotta la tendenza positiva registrata dal mercato lo scorso anno e nelle prime settimane del 2020.
Nel week end il box office ha lasciato sul terreno il 44% rispetto a una settimana fa, perdendo 4,4 milioni di euro (e 2,4 milioni sull’analogo fine settimana del 2019). Particolarmente critico il bilancio di domenica, giornata clou per gli incassi settimanali: -673mila euro rispetto a sabato, quasi 2 milioni persi sulla domenica precedente, 1,6 milioni su un anno fa. Un effetto immediato della chiusura delle sale nelle regioni coinvolte dall’emergenza (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), vale a dire ben 850 schermi su un totale di 1830. Ma anche della paura del contagio: fatta eccezione per Molise, Puglia e Basilicata, domenica gli incassi sono andati giù un po’ ovunque, con un -31% nel Lazio, -20% in Umbria, -12% in Liguria, -29% in Valle d’Aosta, stando alla radiografia del Cinetel.
E certo non promette bene la raffica di rinvii: non arriverà in sala il 27 febbraio, come annunciato, Volevo nascondermi, l’atteso film di Giorgio Diritti con Elio Germano nei panni del pittore Ligabue, appena applaudito a Berlino, né Si vive una vola sola, il nuovo film di e con Carlo Verdone. Rinviati al momento sine die anche i cartoon Lupin III – The First, la versione in computer grafica del personaggio di Monkey Punch, diretta da Takashi Yamazaki, e Arctic – Un’avventura glaciale; Dopo il matrimonio, storia di perdita e rinascita con Michelle Williams e il premio Oscar Julianne Moore, e ancora Cambio tutto, nuova commedia di Guido Chiesa con Valentina Lodovini e Neri Marcorè (annunciata per il 5 marzo). Non ‘smontano’, al momento, Doppio sospetto, noir hitchcockiano diretto da Olivier Masset-Depasse (27 febbraio) e il cartone Disney Onward – Oltre la magia (5 marzo), così come è regolarmente programmato (dove possibile) Salvo amato, Livia mia, il nuovo episodio del Commissario Montalbano eccezionalmente in anteprima al cinema il 24, 25 e 26 febbraio prima di approdare su Rai1.
Se il presidente dell’Anica, Francesco Rutelli, ha sottolineato il senso di responsabilità con cui l’industria si è adeguata alle misure per fronteggiare l’emergenza, pur evidenziando le “conseguenze economiche significative”, Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo) e Federvivo hanno chiesto al ministro della Cultura Franceschini di aprire uno “stato di crisi” per il settore. “Il blocco di ogni attività nelle regioni del Nord Italia sta generando infatti un impatto economico estremamente negativo, tanto per il crollo dei ricavi da bigliettazione quanto per la drastica riduzione delle paghe degli addetti del settore”, hanno scritto in una lettera aperta, invocando “adeguate risorse” e “provvedimenti normativi che evitino qualsiasi penalizzazione”.
Prova a lanciare un messaggio positivo Mario Lorini, presidente dell’Anec, l’associazione degli esercenti: “Giustamente ci siamo adeguati alle disposizioni di chiusura delle sale nelle regioni interessate dall’emergenza, e siamo pronti a prendere atto di eventuali sviluppi. Ma altrove stiamo invitando tutti gli esercenti a lasciare le sale aperte: siamo da sempre luoghi di intrattenimento dove si trascorre volentieri il tempo libero e dove si decide di andare se si sta bene e si ha voglia di uscire, visto che ci sono decine di forme di intrattenimento alternative. E’ vero, stanno slittando alcuni film molto attesi: ma una settimana fa è arrivato in sala un plotone di titoli interessanti. Pur restando ancorati, giorno per giorno, alla realtà, vogliamo dare un segnale di sicurezza e di tranquillità a un Paese che deve reagire”.
Berlino: Hillary Clinton, io donna e first lady
Sua storia in un docu, troppi pregiudizi politica al femminile
BERLINO
24 febbraio 2020
20:59
Dopo aver perso le elezioni del 2016 con Donald Trump, Hillary Clinton non è stata a guardare: ha pubblicato un libro di memorie su quella sconfitta, ha lanciato un comitato di azione politica e ha scritto un altro libro sulle “donne grintose” con sua figlia Chelsea. Non solo, al Sundance Film Festival all’ex segretario di Stato è stata dedicata una serie di documentari di quattro ore dal titolo ‘Hillary’, regia di Nanette Burstein, che andrà in onda a marzo sulla piattaforma Hulu e che è approdata anche al Festival di Berlino nella sezione Berlinale Special dove verrà presentata domani dalla 72/enne politica americana insieme alla regista. Tutto il documentario è costruito con flashback. Si va dall’enorme dispiegamento di forze della fallita campagna presidenziale fino all’infanzia di Hillary, prima al Wellesley College e poi alla Yale Law School (dove ha incontrato Bill). Si passa poi al periodo in cui la Clinton è moglie del presidente con tutti i problemi annessi come il caso Whitewater e lo scandalo Monica Lewinsky. E, infine, è Hillary la protagonista, prima come senatrice di New York e poi nella sua corsa alla Casa Bianca.
“Ciò che Nanette fa davvero bene – ha detto Hillary in un’intervista – è inserire la mia storia nell’arco più ampio della vita delle donne, della storia delle donne, del movimento delle donne e anche del sistema politico. Mi sembra che parte del motivo per cui la mia figura è diventata opaca sia stato il fatto di essere stata messa sotto i riflettori del pubblico come un diverso tipo di first lady. E questo ha dato troppo fastidio”. Non ci sono troppe omissioni nel documentario della Burstein, anche se i fan di Bernie Sanders potrebbero lamentarsi del fatto che non vi è alcun esame di possibili pregiudizi nel modo in cui il contendente democratico fu scelto nel 2016. Ciò che emerge invece chiaramente dal film è che Clinton si è trovata circondata da un patto di populismo non partigiano, e forse anche di segno maschilista, quando è stata attaccata da Trump da destra e da Sanders da sinistra.
E ancora nel documentario, diviso in quattro parti, si fa capire chiaramente come Bill Clinton si fece strada nella politica accettando tutti i compromessi del potere, ma non Hillary che ottenne l’incarico di senatrice di New York per suoi meriti. Nel film poi Hillary denigra a un certo punto ancora una volta il senatore Sanders, dicendo: “Non piace a nessuno. Nessuno vuole lavorare con lui”. Ma poi, tatticamente, si difende subito: “E’ solo un piccolo momento, quindici secondi su circa 35 ore di conversazione registrate più di un anno fa, quando non stava pensando alle elezioni del 2020. Stava pensando alle elezioni del 2016”. Il film non solo racconta la vita di Hillary, ma esamina anche i molti motivi per cui negli Stati Uniti non c’è ancora stato un presidente donna, un segno del fatto che il sessismo è ancora forte quando si è di fronte a donne come lei.
Abel Ferrara, la ‘Siberia’ non è il mio incubo
In concorso il film tra realtà e sogno con Willem Dafoe
BERLINO
24 febbraio 2020
20:58
– Un vero e proprio incubo targato ‘Siberia’ quello proposto da Abel Ferrara al Festival di Berlino e in concorso per l’Italia visto che la produzione è al 70% italiana (Vivo Film con Rai Cinema, Maze Pictures e Piano). Il protagonista è Clint (Willem Dafoe), un uomo che come un eremita si è ritirato in una baracca isolata tra i ghiacci delle montagne. Ma nonostante questo Clint non è affatto solo, tormentato, com’è, dai suoi molti demoni di oggi e da quelli che vengono dal passato.
Così nella sua piccola casa di legno arrivano dal passato una donna incinta, la sua ex moglie, che su consiglio dell’anziana madre mostra ventre e seno nudo a Clint che si prostra davanti a questa apparizione come fosse un altare. Non va affatto meglio a Clint quando va in spedizione con la sua slitta tirata da cani husky. Tante le apparizioni: una nana totalmente nuda si mostra sulla sua carrozzina; uomini che improvvisamente diventano bestie e assalgono Clint come lupi; altri invece che tra mille urla sparano alla nuca a prigionieri di una guerra qualsiasi; figure mostruose che vivono nelle grotte e, ancora, una donna squartata al ventre con cui, senza provare alcuno schifo, l’uomo si accoppia. Il paesaggio interiore che racconta il regista de Il cattivo tenente, amante da sempre di storie di colpa e redenzione, includono anche l’incontro con un fratello (che ha lo stesso suo viso) e con quel padre problematico che lo portava a pesca da ragazzo.
“Ho scritto il film assieme a Chris Zois, che è anche uno psichiatra, e se devo essere sincero non mi importa tanto dei personaggi né della storia, quanto dell’esperienza tra esseri umani che faremo insieme. Anche se non dovessimo finire il film, quell’esperienza sarà stata importante”, così Ferrara che oggi a Berlino spiega poi come la sua Siberia non sia affatto il suo incubo, né il suo inferno, casomai qualcosa che riguarda i sogni. “Un terzo della nostra vita la viviamo nel sogno e la stessa realtà non è poi molto diversa da quella” .
E ancora il regista: “Non ho tentato di scrivere una sceneggiatura perfetta, semmai di raccogliere quelle immagini attingendo alla memoria cercando di provocare il nostro modo di pensare”. A partire dal mio primo film, conclude, “mi sono immerso sempre più nell’oscurità”. Willem Dafoe, perfetto in questo ruolo che ricorda molto quello de L’Antichrist di Lars von Trier, sottolinea: “In questo film si passa dalla montagna al deserto in un attimo. È una bellissima storia senza un racconto lineare, ma al contrario con degli scarti che spiazzano”. Nel cast del film, che sarà distribuito in Italia da Nexo, anche Dounia Sichov, Simon McBurney, Cristina Chiriac, Valentina Rozumenko, Daniel Gimenez Cacho, Phil Neilson, Fabio Pagano, Anna Ferrara, Laurentio Arnatsiaq e Ulriche Willenbacher.
Virus ferma riprese Tom Cruise a Venezia
‘Mission: Impossible 7’ prevedeva 3 settimane lavoro in Laguna
WASHINGTON
25 febbraio 2020
09:46
– La produzione dell’ultimo film della serie ‘Mission: Impossible’ con Tom Cruise è stata interrotta in Italia in seguito allo scoppio dei casi di coronavirus, secondo quanto riportano oggi i media statunitensi.
Secondo lo specialista dell’intrattenimento The Wrap, la settima puntata della serie della Paramount Pictures aveva infatti in programma di fare riprese a Venezia per tre settimane.
“Per la sicurezza e il benessere del nostro cast e della nostra troupe e per la volontà del governo locale veneziano di fermare le riunioni pubbliche in risposta alla minaccia del coronavirus, stiamo modificando il piano di produzione per le nostre tre settimane da girare a Venezia”, ha detto un portavoce della Paramount in un comunicato a The Wrap. La fonte ha aggiunto che Cruise non ha viaggiato in Italia e che i membri della troupe sono stati autorizzati a tornare a casa fino al riavvio della produzione.
‘Mission: Impossible 7′ è atteso nelle sale cinematografiche per il 23 luglio 2021.
Montalbano resta al cinema fino a 4 marzo
iniziativa a sostegno esercizio cinematografico italiano
27 febbraio 2020
14:00
– Palomar, Rai Fiction e Nexo Digital hanno deciso in via eccezionale di prorogare sino al 4 marzo le proiezioni al cinema de Il commissario Montalbano Spiega Franco di Sarro, AD di Nexo Digital: “Per quanto ci è possibile, in un momento inedito come questo vogliamo provare a sostenere gli esercenti e l’industria cinematografica italiana.
Il naturale posticipo di numerosi film in uscita, abbinato alla chiusura di molte sale a seguito delle specifiche ordinanze regionali, rende particolarmente delicata questa fase. Per questo, in accordo con Palomar e Rai Fiction, abbiamo deciso in via eccezionale di far proseguire con proiezioni straordinarie il percorso cinematografico di Montalbano nelle sale italiane che vorranno prendere parte all’iniziativa”.
Aggiunge Carlo Degli Esposti, fondatore e presidente di Palomar: “Da parte nostra, con Rai Fiction confermiamo inoltre che i proventi che ci deriveranno dalle proiezioni delle sale saranno devoluti all’Ospedale Spallanzani di Roma e all’Ape, l’Associazione Pazienti Ematologici dell’ospedale Sant’Andrea”.
Per il commissario, nato dalla penna di Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti, si tratta della prima volta al cinema. L’episodio della collection evento si intitola “SALVO AMATO, LIVIA MIA”, è diretto da Alberto Sironi e Luca Zingaretti ed è interpretato da Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Sonia Bergamasco.
“SALVO AMATO, LIVIA MIA”, una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction, è distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it.
Dopo 39 anni Spielberg lascia Indiana Jones
La regia a un cineasta più giovane, Mangold in pole position
NEW YORK
27 febbraio 2020
16:13
– Per la prima volta in 39 anni Steven Spielberg passa la mano su Indiana Jones. Il 73enne regista non dirigerà il quinto episodio della serie sull’archeologo-avventuriero a cui ha dato il volto Harrison Ford. Lo riporta Variety. James Mangold (le Mans ’66 – La grande sfida) sarebbe in trattative per ereditare la regia.
Secondo Variety, Spielberg resterà coinvolto nel progetto come produttore mentre ancora non si sa se George Lucas avrà un ruolo come in passato. Ford, che ha 77 anni, e’ confermato nel cast. Le riprese – ha detto l’attore – dovrebbero cominciare la prossima estate. La Disney ha precisato che “e’ stata interamente la sua decisione”.
Finora Spielberg si era tenuto stretta la serie “Indiana Jones” piu’ di ogni altra a cui ha legato il suo nome tra cui “Squalo” e “Jurassic Park”. Grazie ai primi quattro film con Harrison Ford – il primo “Predatori dell’Arca Perduta” uscito nel 1981 – il regista ha vinto otto nominations agli Oscar, tra cui quella per il miglior film.
Coronavirus: slitta a giugno Far East Film Festival di Udine
Organizzatori, salute bene prezioso, momento di responsabilità
UDINE
27 febbraio 2020
17:49
– Considerata la situazione di emergenza sanitaria nel nord Italia il Centro espressioni cinematografiche di Udine ha condiviso con la Regione Fvg e il Comune di Udine la decisione di far slittare la 22/a edizione del Far East Film Festival all’inizio dell’estate, dal 26 giugno al 4 luglio. “La salute pubblica è il bene più prezioso – hanno osservato Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche fondatori del festival – e questo momento richieste scelte responsabili”.La notizia è stata data oggi durante una conferenza stampa a Udine.
E’ stata già confermata una collaborazione con Trieste per lo ShorTs International Film Festival che si svolgerà nelle stesse date. Il Cec ha inoltre fatto sapere che gli Industry Days del festival, Focus Asia, avranno luogo dal 26 giugno al primo luglio. Sono state anche confermate la 12/a edizione del workshop di coproduzione Asia-Europa “Ties That Bind” (dal 28 giugno al 2 luglio) e la nuova sezione dei “Far East in Progress”, piattaforma dedicata ai film asiatici in post produzione.
Mirren, amo la Puglia,l’Italia e Zalone
L’attrice londinese ha ricevuto l’Orso alla carriera
BERLINO
28 febbraio 2020
09:55
Giacca nera con logo dei Radiohead e Union Jack, Helen Mirren a Berlino mette subito in chiaro una cosa: è ancora una ragazza. Così si è presentata stasera alla Berlinale che non solo gli ha dedicato l’Orso alla carriera, ma anche una rassegna di cinque film tra cui, ovviamente, ‘The Queen’ di Stephen Frears (2006) lavoro che gli ha regalato dalla Coppa Volpi all’Oscar in giù. All’Italia è poi molto legata, tanto da aver comprato una casa in Salento e anche per questo dice: “Vorrei lavorare in qualunque film ambientato in Puglia, adoro anche Checco Zalone”. Grande amore per il cinema italiano: “Amo non solo Anna Magnani e Sophia Loren, ma quando vidi Monica Vitti in ‘L’avventura’ di Antonioni fu una vera e propria rivelazione. Allora facevo la cameriera a Brighton e amavo chiudermi nei cinema che odoravano di birra e tabacco”.
Dello scandaloso ‘Caligola’ di Tinto Brass (1979) dice: “All’epoca, fu uno shock, ma ricordo che in un’intervista dissi: sono sicura che tra vent’anni queste cose si vedranno in tv e avevo perfettamente ragione. Adoravo comunque il caos di quel film, la sua anarchia radicale”. E arriva inevitabile l’aneddoto sulla regina Elisabetta II. “L’avevo già incontrata una volta prima di interpretarla. Vengo da una famiglia repubblicana, siamo aperti di mentalità e tutt’altro che monarchici, ma è una donna che rispetto. La ammiro per la sua totale aderenza al suo ruolo istituzionale, credo debba sottoporsi a una grande disciplina mentale e fisica, deve fare tutto con moderazione”.
Della Berlinale, spiega, “mi piace il pubblico che è colto ed esperto di cinema. Qui gli spettatori non temono di esprimere quello che pensano”. La sceneggiatura è la chiave per lei per scegliere un film da fare. “Ecco il mio segreto, inizio a leggere dall’ultima pagina. Se il mio personaggio c’è ancora, allora è buon segno. Se esce di scena prima, ma in modo drammatico e grandioso, può ancora andare. Se sparisce nel nulla, dico no”. Infine, ecco da dove viene davvero la 74enne Helen Mirren, in realtà Dame Elena Vasil’evna Mironova. Suo padre infatti anglicizzò il cognome paludando la sua nobile ascendenza zarista. Niente di strano così se ha accettato di recitare anche nei panni di Caterina la Grande nella serie HBO. “È stato un modo per recuperare memorie e racconti rimossi. Amo poi i ruoli di persone che prendono in mano il loro destino.
Caterina -conclude- era, come è noto, una donna audace che modernizzò la Russia dove era arrivata senza parlare neanche una parola della lingua”.
Claudia Gerini, il mio futuro tra cinema e tv
L’attrice in film di Edoardo Leo mentre scrive varietà tv
02 marzo 2020
19:37
Gelosa ma non troppo, molto aperta al cambiamento e con un futuro tra cinema e tv, mentre sul fronte coronavirus nessuna ansia di troppo. “Inizierò tra due settimane Lasciarsi un giorno a Roma un film di Edoardo Leo con Stefano Fresi che parla della fine delle storie d’amore. O meglio delle varie modalità della loro fine. Io interpreto la moglie di Fresi”, a parlare così è Claudia Gerini che a Berlino ha ricevuto il Premio Bacco. Il tradimento? “Se sono tradita non perdono – sottolinea – così preferisco non saperlo. Ognuno deve fare le esperienze che crede, questa la mia opinione, l’importante è che non se ne sappia nulla”. Sul fronte tv, dice: “Con Michela Andreozzi e Paola Minaccioni stiamo scrivendo un varietà musicale al femminile, ma molto classico e comico allo stesso tempo, dal titolo ‘Belle ma brave’. Dovremmo proporlo a breve alla Rai con la quale abbiamo già avuto qualche abboccamento”.
L’incontro è occasione di un bilancio sulla carriera: “Ho fatto tante commedie anche se a me piace variare, misurarmi in altre cose. E così spero che presto mi propongano un altro bel ruolo in questo senso. Il bello di questo mestiere – aggiunge – è il fatto che non si sa mai quello che ti arriva. Io credo però che i lavori in qualche modo li attiri, nel senso che ti devi predisporre, col tuo animo e col tuo cuore, perché questi arrivino. Questa è una cosa molto importante. Sono molto contenta di quello che ho fatto, ma mi sento aperta anche al nuovo. Credo insomma di poter dare ancora tanto. Non sono poi affatto rancorosa – spiega l’attrice -, se un ruolo lo fa una altra a me va bene cosi, non sono gelosa. Ho un bel carattere”.
Nessuna paura per il Coronavirus: “Non sono ansiosa e così cerco di prendere le precauzioni indicate senza panico. Quello che mi piace ora dell’Italia è il fatto che è davvero unita. Ringrazio comunque tutti gli operatori sanitari perché stanno facendo un grosso lavoro dimostrando ancora una volta che sono una grossa squadra”. La Gerini a Berlino, accompagnata dal suo compagno Simon Clementi, ha partecipato venerdì scorso alla ‘Notte delle Stelle’ con cena di gala piena di italiani che vivono da anni nella capitale tedesca. In questa occasione ha ricevuto il premio Bacco arrivato alla 27/a edizione, riconoscimento che viene assegnato nell’ambito del Festival Internazionale del Cinema di Berlino dai critici e dagli inviati italiani presenti. E questo grazie alla volontà di Massimo Mannozzi che ne è l’ideatore, finanziatore e presidente onorario. Un premio già assegnato, tra gli altri, a Sofia Loren, Claudia Cardinale, Stefania Sandrelli, Laura Morante, Volker Schlöndorff, Wolfgang Stumpf, Walter Veltroni, Giuliano Gemma, Zhang Yimou, Luciano Emmer e Bruno Ganz. “Un grande onore per me – conclude l’attrice – ricevere questo premio che ti dà l’occasione anche di capire quanto si è amati anche all’estero”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Incassi giù, Germano guida il cinema resistente
Esce anche l’horror The Grudge. Lonigro, puntiamo a 4 titoli buoni prossima settimana
03 marzo 2020
16:57
Le sale di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna serrate, i cinema delle altre regioni chiusi per mancanza di pubblico o semivuoti per la paura del contagio: l’emergenza coronavirus asfalta (anche) l’esercizio cinematografico e il box office del lunedì è un bollettino di guerra con tutti dati con il segno meno, tutti a doppia cifra: -63% sul weekend scorso (che già aveva segnato un -44% sul precedente), -75% sull’analogo lunedì del 2019. Cifre drammatiche, ma c’è chi trova il coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo e provare a invertire la tendenza.
“Non ci abbiamo dormito la notte”, confessa Luigi Lonigro di 01, presidente della sezione distributori di Anica, “poi abbiamo pensato che fosse la cosa migliore e anche un segnale”. Volevo Nascondermi, il film di Giorgio Diritti sul pittore ‘matto’ Antonio Ligabue, per il quale è tornato in Italia con l’Orso d’argento in mano il protagonista Elio Germano, previsto inizialmente il 26 febbraio e poi sospeso, viene distribuito dal 4 marzo ossia da mercoledì, nel pieno della seconda settimana di emergenza virus. Non è una mossa da poco e il rischio che si assumono Palomar e Rai Cinema che lo hanno prodotto e 01 che lo distribuisce è grande. Volevo Nascondermi è un film importante, con una lavorazione durata mesi, non è insomma un instant movie e dietro c’è un lavoro incredibile di un regista come Diritti, emblema di slow cinema, che fa film ogni 4-5 anni. “E’ un tentativo coraggioso – osserva il presidente Anica Francesco Rutelli – in uno scenario drammatico: vale come messaggio, “con tutte le precauzioni del caso venite al cinema”, bisogna uscire dall’angolo buio e invertire la tendenza, altrimenti tutto il sistema si ferma. Già adesso i film fatti non escono, quelli da fare non si fanno, quelli in sala non hanno pubblico, qui salta tutto proprio ora che il pubblico aveva dimostrato amore per il cinema da vedere nel buio della sala recuperando un’abitudine che era andata scemando”. Rutelli aspetta dal Mibact “risposte concrete alle proposte di sistema fatte, devono darci gli strumenti per impedire un pericoloso effetto domino”. Sulla strategia da tenere per l’esercizio cinematografico (alla crisi in atto si aggiunge la psicosi svuota sale per cui i costi dei cinema aperti non sono ricoperti) domani mattina è previsto un tavolo all’Anica tra i distributori. Intanto il cinema resistente, quello che prova ad emozionare e a distrarre dal pensiero fisso della pandemia imminente, guidato da capitan Germano si butta.
“Abbiamo deciso di essere nei cinema con il nostro film in un momento in cui è fondamentale superare le paure generate da una situazione difficile che coinvolge tutta la nostra società, fino alle sale cinematografiche e l’intero mondo della cultura”, dice il produttore Carlo Degli Esposti, mentre Paolo Del Brocco, ad Rai Cinema, sostiene che “è un dovere morale come società del servizio pubblico di fare il primo passo in uno dei momenti più complicati della storia recente della nostra industria e pertanto crediamo opportuno dare un segnale di fiducia in un momento di difficoltà del nostro Paese”.
Ecco aggiornato l’elenco dei film che sono in uscita e confermati (ad oggi): è piccolo, molti titoli importanti sono slittati ad aprile o a data da destinarsi (si prevede, ad emergenza superata, un ingorgo di uscite), molti sono documentari, molte sono produzioni che al di là della paura del contagio non avrebbero riempito comunque le sale e che anzi nel vuoto attuale potrebbero trovare comunque spazio. Domani 3 marzo e 4 marzo è confermato il documentario musicale evento Marianne & Leonard. Parole d’amore (Nexo digital),. They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani, il documentario prodotto e diretto da Peter Jackson realizzato in occasione del centenario della Grande Guerra il 2-3-4 marzo (Mescalito Film), il film d’animazione premiato ai Goya spagnoli Bunuel nel labirinto delle tartarughe dal 5 marzo (Draka), dal 5 marzo anche Marie Curie di Marie Noëlle interpretato da Karolina Gruszka, (Valmyn), Picciridda con i piedi nella sabbia di Paola Licata dal 5 marzo (Satine), Sono innamorato di Pippa Bacca di Simone Manetti (Wanted) e Sola al mio matrimonio di Marta Bergman (Cineclub), Show me the pictures: The story of Jim Marshall il 2-3-4 marzo (Zenit). All’uscita importante di Volevo Nascondermi si è aggiunta per questo fine settimana, da giovedì 5 marzo, quella del film di Sony, l’horror prodotto da Sam Raimi The Grudge, sbloccato dopo la sospensione (insieme ad altri due titoli della major Un amico straordinario e Charlie’s Angels). Il 3 marzo alla riunione straordinaria tra i rappresentanti delle distribuzione è stato fatto il punto per una strategia il più possibile comune e reattiva. “Sono confermate per la prossima settimana due uscite importanti: I Miserabili di Ladj Ly – ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes e ha trionfato ai César ottenendo tra l’altro il premio come Miglior Film ndr – e il film d’animazione Artic. Stiamo lavorando – dice Luigi Lonigro, direttore di 01 e presidente della sezione distributori dell’Anica – per mettere in piedi una programmazione che sia di richiamo. L’obiettivo è avere la prossima settimana quattro titoli importanti in uscita. Ci siamo dati appuntamento lunedì mattina. Abbiamo anche varato delle mini campagne di informazione per i circuiti in cui vogliamo informare che le sale sono salubri, perché ci atteniamo al protocollo dei luoghi pubblici e di lavoro emanato per l’emergenza coronavirus, e far capire alle persone che non bisogna avere paura e dunque a tornare in sala”.
Il 5 esce The Grudge, strategia d’attacco contro il coronavirus
Prossima settimana I Miserabili e Artic, si punta a 4 titoli top
03 marzo 2020
16:55
All’uscita importante di Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti con Elio Germano nei panni del pittore Ligabue, sull’onda dell’Orso d’argento come migliore attore al festival di Berlino, si è aggiunta per questo fine settimana, da giovedì 5 marzo, quella del film di Sony, l’horror prodotto da Sam Raimi The Grudge, sbloccato dopo la sospensione (insieme ad altri due titoli della major Un amico straordinario e Charlie’s Angels). Il cinema che tenta di invertire la tendenza si muove. Oggi alla riunione straordinaria tra i rappresentanti delle distribuzione è stato fatto il punto per una strategia il più possibile comune e reattiva.
“Sono confermate per la prossima settimana due uscite importanti: I Miserabili di Ladj Ly – ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes e ha trionfato ai César ottenendo tra l’altro il premio come Miglior Film ndr – e il film d’animazione Artic. Stiamo lavorando – dice Luigi Lonigro, direttore di 01 e presidente della sezione distributori dell’Anica – per mettere in piedi una programmazione che sia di richiamo. L’obiettivo è avere la prossima settimana quattro titoli importanti in uscita. Ci siamo dati appuntamento lunedì mattina. Abbiamo anche varato delle mini campagne di informazione per i circuiti in cui vogliamo informare che le sale sono salubri, perché ci atteniamo al protocollo dei luoghi pubblici e di lavoro emanato per l’emergenza coronavirus, e far capire alle persone che non bisogna avere paura e dunque a tornare in sala”.
Molestie: Timothy Hutton accusato di violenze su minorenne
Episodio risale ad anni ’80, vittima 14enne canadese. Lui nega
NEW YORK
03 marzo 2020
20:17
Anche Timothy Hutton finisce nella rete delle accuse per violenze sessuali. Secondo Sera Johnston, un’ex modella ed ex attrice canadese, oggi 50enne, l’attore premio Oscar per ‘Gente Comune’ avrebbe abusato di lei negli anni ’80 quando aveva solo 14 anni.
La donna ha detto che l’episodio si verificò a Vancouver mentre Hutton girava ‘Iceman’ (L’uomo dei ghiacci). I due si sono incontrati nella città canadese mentre lei era lì con delle amiche. Hutton, anche lui con amici, avrebbe invitato le ragazze nel suo hotel e offerto loro dei drink. La Johnson ha spiegato che ad un certo punto l’attore l’ha portata nella sua stanza e l’ha violentata mentre uno degli amici stava a guardare. La donna ha anche detto che all’epoca decise di non sporgere denuncia per paura di avere un’aspirante carriera da attrice rovinata.
Hutton ha negato completamente le accuse e nel frattempo ha ingaggiato una squadra di avvocati per difendersi.
Coronavirus: rinviato il Bif&st, festival cinema di Bari
Laudadio, non ci sono più le condizioni. Era previsto 21 – 28/3
03 marzo 2020
19:25
– Il direttore del Bif&st-Bari International Film Festival, Felice Laudadio, ha informato il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’Apulia Film Commission che, allo stato, “non sussistono più le condizioni per garantire alla manifestazione”, in programma dal 21 al 28 marzo prossimo, gli esiti desiderati che hanno caratterizzato il festival nei suoi primi 10 anni di attività. E questo a causa della difficoltà o, in molti casi, dell’impossibilità per una serie di ospiti importanti provenienti da tutto il mondo e dall’Italia, ad accompagnare a Bari i loro film, a tenere le lezioni di cinema e a partecipare ad un evento caratterizzato, come sempre in passato – ricorda in una nota la direzione del festival – da una massiccia presenza di pubblico a tutti i suoi appuntamenti. In particolare hanno inciso la cancellazione di voli e la sopraggiunta indisponibilità di molti ospiti legata alle misure che rendono difficoltoso il rientro nei Paesi d’origine per chi proviene dall’Italia. La Regione Puglia e l’Apulia Film Commission hanno condiviso l’indicazione del direttore Laudadio e, d’intesa, si adopereranno per organizzare a date da destinarsi la celebrazione del Bif&st 2020 anche sulla base dell’accurato e completo programma già predisposto. Non si terrà, quindi, la conferenza stampa fissata il prossimo 9 marzo.
Marra, racconto la zona nera del calcio
La volta buona con Ghini e Tortora, omaggio a Monicelli
05 marzo 2020
18:02
La zona nera del calcio, quella dei perdenti in un mondo pieno di soldi, è quella dove vive Bartolomeo (Massimo Ghini), procuratore sportivo, ormai senza speranze e pieno di debiti, protagonista di ‘La volta buona’ di Vincenzo Marra, già alla Festa del Cinema di Roma nella sezione parallela di Alice nella città e ora in sala dal 12 marzo con Altre Storie.
Bartolomeo negli anni ha sprecato le tante occasioni che ha avuto, anche per il vizio del gioco che gli ha fatto perdere soldi e famiglia, e ora passa le giornate nei campetti di periferia sperando di trovare il nuovo Maradona. A un certo punto gli arriva però dall’amico Bruno (Max Tortora) l’invito a raggiungerlo in Uruguay per conoscere Pablito (l’argentino 11enne Ramiro Garcia, che gioca nella Roma Calcio a 5), baby calciatore talentuosissimo che potrebbe sfondare nel calcio italiano. Bartolomeo, dopo aver incontrato il ragazzino, lo porta in Italia, ma il viaggio e il sogno si complicano quando l’uomo scopre che Pablito ha problemi di salute e che dunque il suo futuro calcistico è a rischio. “Questo film è un po’ un omaggio a Mario Monicelli che dopo aver visto due miei documentari a Napoli ha creduto in me prima di tutti – spiega Vincenzo Marra -. Così quando ho saputo della sua morte di getto ho scritto questa storia pensando di fargli un doveroso omaggio”. E va detto che questa dedica a Monicelli non è affatto un caso perché i personaggi brutti, sporchi e cattivi, ma pieni di una nascosta umanità, di ‘La volta buona’ ricordano molto quelli del regista toscano.
“La mia è una storia diritta, lineare, ma piena di allegorie. Tra queste – continua Marra che aveva già dedicato al mondo del calcio un bel documentario come ‘Estranei alla massa’ – sicuramente c’è anche quella dell’emigrazione che nel caso di una giovane promessa del calcio, non si sa perché, non viene vista in maniera negativa”. E ancora il regista: “Nei personaggi che ho inventato per La volta buona c’è comunque un comune denominatore, ovvero il senso di frustrazione come succede quando ci capita di vedere un vecchietto che compra il suo gratta e vinci sperando nella fortuna”. Dice infine Massimo Ghini: “Il tema del film non è solo legato allo sport, al calcio, ma all’unanimità dei personaggi, a queste vite disperate, cattive e ciniche che si incontrano. Quando ho letto il film – conclude l’attore – ho subito pensato a una sceneggiatura di Luciano Vincenzoni per Dino Risi”.
Torna saga horror The Grudge, con il terrore in provincia
A 20 anni dal debutto a cinema della saga di Takashi Shimizu
05 marzo 2020
13:43
– Case infestate, morti cruente, spiriti tormentati e vendicativi, ma anche tanti ritratti di famiglie stravolti dall’incubo. E’ il viatico della saga J-horror (film del genere provenienti dal Giappone) di The Grudge, che torna con un reboot/sequel anomalo diretto da Nicolas Pesce, in sala dal 5 marzo con Warner Bros. Un’uscita che in emergenza coronavirus “intende dare un segnale di fiducia e positività al mercato cinematografico” si spiega in una nota.
Il nuovo capitolo è un inquietante thriller horror ambientato in provincia, prodotto da un maestro del genere come Sam Raimi, che è stato anche produttore esecutivo della prima ‘sponda’ americana, The Grudge (2004) sempre diretto da Takashi Shimizu, creatore e regista della saga in Giappone, dov’è conosciuta come Ju-On. Fra i punti di forza del film di Pesce c’è il cast, guidato da Andrea Riseborough (Zerozerozero) e composto, fra gli altri, da Demian Bichir, John Cho, Betty Gilpin, Lin Shaye e Jacki Weaver. Shimizu, ha creato Ju-On, ispirandosi alle sue paure infantili, e ne ha posto le basi nel 1998 con i corti Katsumi e 4444444444. Vent’anni fa, nel 2000, arriva il primo lungometraggio, Ju-On: The Curse. E’ la nascita di un successo globale e un nuovo caposaldo del genere, che conta, compreso il nuovo, 13 film, con nove produzioni giapponesi e quattro Usa. Pesce nel suo The Grudge non riesce a tenere alto il filo della paura (o del colpo di scena), perdendosi spesso sulla strada dell’indie drama.
Mick Jagger torna in sala dopo quasi 20 anni
Rockstar protagonista in The Burnt Orange Heresy
NEW YORK
05 marzo 2020
19:57
Dopo quasi vent’anni Mick Jagger torna attore. La rockstar è infatti protagonista di ‘The Burnt Orange Heresy’, in uscita il sei marzo e distribuito da Sony Pictures Classics. L’ultimo suo impegno cinematografico risale al 2001 con L’ultimo gigolò (The Man from Elysian Fields) diretto da George Hickenlooper.
Jagger (nel ruolo di Joseph Cassidy) interpreta un diabolico collezionista d’arte che astutamente convince un giornalista (Claes Bang) ad usare una rara intervista con un artista solitario (Donald Sutherland) come un’opportunità per rubare i suoi dipinti. “Mi è sempre piaciuta l’idea – ha detto Jagger, 76 anni, in un’intervista a proposito della recitazione – mi piace il cambio dell’andatura (ritmo, ndr) e del focus della tua interpretazione. Quando mi esibisco di solito è in grandi spazi davanti a molte persone mentre quando sei su un piccolo set ti esibisci con più ricercatezza e con meno gesti elaborati”.
The Burnt Orange Heresy’ è diretto dal regista italiano Giuseppe Capotondi, dietro la macchina da presa anche per ultimi quattro episodi di Suburra, la serie di Netflix. Il film è stato presentato in anteprima alla 76ma Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia come film di chiusura.
Weinstein operato al cuore, aspetta trasferimento Rikers
ex produttore colpevole stupro, uno stent a Bellevue Hospital
NEW YORK
05 marzo 2020
20:33
– Harvey Weinstein e’ stato operato al cuore ed e’ ora in attesa di trasferimento a Rikers Island, il maxi-carcere di New York in attesa di sentenza. Lo riporta il New York Post. L’ex produttore, riconosciuto colpevole di molestie e stupro, era stato ricoverato d’urgenza al Bellevue Hospital subito dopo il verdetto della giuria.
Weinstein sarebbe stato sottoposto ieri notte a un intervento chirurgico di quattro ore per l’applicazione di uno stent, ha detto una fonte al New York Post. Weinstein ha 67 anni. “Ora che si e’ stabilizzato puo’ essere trasferito nell’infermeria di Rikers”, ha detto la fonte. L’ex produttore e’ ricoverato in una camera privata a Bellevue dal 24 febbraio, il giorno del verdetto, dopo aver sofferto di palpitazioni e pressione alta. A Rikers sara’ alloggiato in una cella sotto sorveglianza 24 ore su 24
Coronavirus non ferma Cannes, la conferenza stampa il 16/4
Sarà rivelata selezione ufficiale, il Festival da 12 a 23 maggio
06 marzo 2020
15:22
– A dispetto delle voci che circolavano in queste ore si svolgerà regolarmente il 16 aprile alle ore 11 la conferenza stampa in cui il delegato generale del Festival di Cannes Thierry Frémaux rivelerà la selezione ufficiale alla presenza del presidente Pierre Lescure presso l’UGC Normandie.
Gli accrediti continuano a ritmi sostenuti e finora sono aumentate del 9%. Le domande devono essere inviate sul sito ufficiale http://www.festival-cannes.com/fr/press/accredit La giuria del concorso, presieduta dal regista Spike Lee, sceglierà la Palma d’oro tra i film annunciati alla fine del Festival che si terrà quest’anno dal 12 al 23 maggio.
Biennale College Cinema, woorkshop in Virtual reality
Emergenza sanitaria non c’entra, era già programmato
VENEZIA
06 marzo 2020
16:45
– Si è svolto interamente in modalità virtuale – attraverso un’apposita piattaforma e in sintonia con il linguaggio dei progetti coinvolti – il workshop della 4/a edizione di Biennale College Cinema-Virtual Reality.
E’ la prima volta, sottolinea la Biennale, che un workshop completo, organizzato nel corso di più giorni, ha visto svolgersi l’intera attività in modalità virtuale. E l’emergenza sanitaria internazionale dovuta al Coronavirus non c’entra: l’iniziativa era già prevista in modalità virtuale.
Realizzato da martedì 3 marzo a oggi, il workshop ha collegato a distanza lo staff di Biennale College – Cinema, con i tre team selezionati dalla Germania, dalla Gran Bretagna e dall’Italia. Uno dei tre progetti sarà poi presentato nella sezione Venice Virtual Reality della 77/a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre), diretta da Alberto Barbera.
Cinema: Film Commission Piemonte,nuovi bandi da 800mila euro
Damilano, l’anno scorso sostegno a più di 170 produzioni
TORINO
06 marzo 2020
17:21
– Film Commission Torino Piemonte, d’intesa con Regione Piemonte, stanzia per i nuovi bandi di prossima apertura 450.000 euro per il Piemonte Doc Film Fund, 50.000 per lo Short Film Fund e 300.000 euro per il Piemonte Film TV Development Fund. “Proprio nell’anno del ventesimo compleanno – commenta il presidente Paolo Damilano – la Fondazione conferma il suo ruolo strategico per la valorizzazione dell’audiovisivo locale e il comparto cinematografico internazionale. L’aumento della dotazione economica dei Fondi per documentari e cortometraggi e del Fondo di Sviluppo, gestiti da Fctp, insieme ai Fondi europei Por Fesr erogati dalla Regione Piemonte a cinema e tv, ci permettono di intervenire a favore di tutta la filiera. È proprio grazie a queste fondamentali e sempre più strutturate misure d’aiuto che Fctp lo scorso anno ha potuto sostenere più di 170 produzioni, e può anche in questo momento difficile proseguire la sua opera”.
Il Piemonte Film Tv Development Fund ha annunciato il sostegno a 4 lungometraggi e 1 serie Tv.
L’Orso d’oro parla iraniano, è There Is No Evil di Rasoulof
Bloccato in Iran il regista, “Mohammad tu non sei solo” urlano
01 marzo 2020
16:41
L’orso d’oro della Berlinale 2020 è andato al film There Is No Evil dell’iraniano Mohammad Rasoulof.
“Siamo contentissimi, ma purtroppo è molto triste che Mohammad non sia potuto essere qui stasera”, ha affermato chi ha ritirato l’orso d’oro della Berlinale 2020 al posto del regista iraniano, sottolineando che al regista “non è stato permesso di lasciare il paese”. Molte lacrime nel pubblico della Berlinale, fra i componenti del cast del film : “Mohammad tu non sei solo”, gli è stato gridato dal palco del gala della Berlinale.
Il film, presentato come ultimo tra quelli del concorso e tanto potente da aver subito sparigliato i pronostici sarà distribuito in Italia da Satine. Dentro quattro storie piene di poesia con tanto di ‘Bella ciao’ cantata in italiano per far capire che questo film sa dove vuole andare. Il tema? La pena di morte, la repressione, la colpa e la capacità di schierarsi. “Un’opera protente e profonda- dichiara Claudia Bedogni, titolare di Satine Film- che sullo sfondo del dramma del popolo iraniano ci fa riflettere su dilemmi morali universali e sulla responsabilità delle nostre scelte”. Un’ opera che siamo davvero molto orgogliosi di aver acquisito e di far conoscere presto al pubblico italiano”.
E’ morta Giovanna Cau, l’avvocatessa del cinema
Figura di spicco per l’impegno politico e sociale, aveva 97 anni
07 marzo 2020
13:51
– Se ne va a pochi giorni dal suo 97/o compleanno (era nata a Roma l’11 marzo del 1923) Giovanna Cau, l’avvocatessa del cinema italiano.
Cresciuta nella buona borghesia del centro storico, staffetta partigiana sul finire dell’occupazione di Roma, diplomata al Liceo Tasso nel 1941, si laurea in giurisprudenza e apre il suo primo, piccolissimo studio nel 1947 con il collega Sergio Barenghi. Ma Giovanna è già una figura di spicco anche tra politica e impegno sociale: partecipa al movimento femminile per il voto alle donne del 1946, si avvicina al Partito Comunista, frequenta gli intellettuali che disegnano la rinascita italiana del dopoguerra. Dopo alcuni anni di gavetta entra nel quotato studio legale Cortina-Alatri, il primo ad occuparsi di materie cinematografiche. Giovanna è a sua volta una delle prime cinque donne ad esercitare la professione forense nella Capitale, ma la frequentazione con Moravia, Calvino, Visconti, Natalia Ginzburg l’attira inesorabilmente verso i problemi del diritto d’autore, delle normative sul cinema e l’editoria, fino a farla diventare specialista incontrastata della materia.
Compagna per oltre 30 anni dello psichiatra Emilio Benincasa Stagni, Giovanna Cau è stata premiata sia dal David di Donatello che dal Sindacato dei giornalisti cinematografici. I funerali si terranno lunedì 9 marzo in forma strettamente privata.
Dal 17 aprile su Sky ‘Diavoli’ con Alessandro Borghi
Nel nuovo thriller finanziario Kasia Smutniak e Patrick Dempsey
07 marzo 2020
13:36
– Arriva il 17 aprile su Sky, come annuncia il nuovo trailer appena rilasciato, Diavoli, il thriller finanziario internazionale targato Sky Original che dopo la première in Italia debutterà nei prossimi mesi anche negli altri Paesi del gruppo Sky e in Francia. Con un cast d’eccezione guidato da Alessandro Borghi (Il Primo Re, Suburra), Kasia Smutniak (Loro, Perfetti Sconosciuti) e Patrick Dempsey (La verità sul caso Harry Quebert), la serie – una storia di potere, segreti e disinganni ambientata nell’Olimpo della finanza mondiale – è stata girata tra Roma e Londra interamente in lingua inglese. L’appuntamento è per il 17 aprile dalle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming su Now Tv.
Diavoli, tratta dal bestseller “I Diavoli” di Guido Maria Brera (edito da Rizzoli), è prodotta da Sky Italia e Lux Vide e realizzata in collaborazione con Sky Studios, Orange Studio e OCS. La distribuzione internazionale è di NBCUniversal Global Distribution per conto di Sky Studios. La storia ruota attorno al profondo legame tra i due protagonisti: da un lato l’italiano Massimo Ruggero (Borghi), perfetto esempio di self-made man e spregiudicato Head of Trading di una delle più importanti banche di investimento del mondo, La New York – London Investment Bank (NYL); dall’altro, Dominic Morgan – interpretato da Patrick Dempsey – uno degli uomini più potenti della finanza mondiale, Ceo della banca e mentore di Massimo. Il sodalizio tra i due uomini inizierà a sgretolarsi quando, a causa dei segreti di Dominic, Massimo si troverà coinvolto in una guerra finanziaria intercontinentale e dovrà scegliere se fidarsi del suo mentore o se provare a fermarlo.
Da Loren a Hayek, su Netflix i film che ci ispirano
Nuova collezione “Scelti da lei” per celebrare l’8 marzo
07 marzo 2020
13:42
– E se per questo 8 marzo a scegliere un film o una serie per noi fosse Sophia Loren? Oppure Salma Hayek? E, perché no, la protagonista di Orange is the new black, Laverne Cox? Per la Giornata Internazionale della Donna, quest’anno dedicata al tema “I am Generation Equality: Realizing Women’s Rights (Generazione uguaglianza: per i diritti delle donne e un futuro di uguaglianza)”, Netflix e UN Women, l’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile, lanciano “Scelti da lei”: una speciale collezione di serie, film e documentari curata da creatrici e talenti femminili, davanti e dietro alla macchina da presa, in ogni parte del mondo. Una galleria, disponibile su Netflix tutto l’anno, composta da 55 titoli selezionati da altrettante pioniere del cinema, della tv e dell’intrattenimento, da Yalitza Aparicio a Millie Bobby Brown, Laurie Nunn, Lana Condor, Petra Costa, Ava Duvernay, Francesca Comencini, per (ri)scoprire le storie e i personaggi che hanno ispirato le donne che ci ispirano.
Si va da Unbelievable a Followers, Lionheart, Sex Education, Miss Americana, Storia di un matrimonio, Il silenzio degli innocenti, Joan Didion: il centro non reggerà, Nothing Hill, 2001: Odissea nello spazio, ma anche House of cards o Luna Nera.
“Tutti dovrebbero essere portavoce dei diritti e della libertà delle donne. È l’utopia più importante dei nostri giorni”, spiega Francesca Comencini, consigliando What Happened, Miss Simone, il documentario di Liz Garbus sulla cantante e attivista statunitense Nina Simone. “Avere un mondo in cui tutti siano realmente rappresentati è la vera democrazia”, aggiunge Laverne Cox, prima attrice transessuale candidata per un premio Emmy. Il suo suggerimento, il documentario Brené Brown: Trovare il coraggio. Mentre Sophia Loren ha scelto The Crown, la serie sulla royal family britrannica.
Vittorio Cecchi Gori agli arresti domiciliari, accolta l’istanza della difesa
Si attende adesso la decisione del giudice di sorveglianza
07 marzo 2020
13:38
Il giudice relatore del tribunale di Sorveglianza di Roma, accogliendo una istanza della difesa, ha dato parere favore a che il produttore cinematografico Vittorio Cecchi Gori sconti agli arresti domiciliari il cumulo pena per il crac Safin e quello relativo alla Fiorentina Calcio di cui era proprietario. La decisione del giudice dovrà essere ratificata dal tribunale di Sorveglianza.
Cecchi Gori, che è stato raggiunto nei giorni scorsi da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Corte d’Appello di Roma per un cumulo di pene di 8 anni, 5 mesi e 26 giorni, si trova attualmente piantonato al policlinico Gemelli per problemi di salute. Una volta dimesso potra’ fare ritorno a casa con possibilita’ di sottoporsi a controlli e terapie in ospedale come chiesto dalla difesa.
Torna Storia delle epidemie dell’infettivologo Ujvari
In libreria il 2 aprile
06 marzo 2020
10:41
STEFAN CUNHA UJVARI, STORIA DELLE EPIDEMIE (ODOYA, PP 352, EURO 20). Arriva una nuova edizione di ‘Storia delle epidemie’ di Stefan Cunha Ujvari, con la premessa dell’infettivologo Eugenio Paci e la prefazione di Moacyr Scliar, in libreria il 2 aprile per Odoya con illustrazioni.
Corpi “altri” rispetto a quello umano, che cercano rifugio nel nostro organismo, i virus sono i protagonisti di questa storia sociale delle epidemie. A noi “organismi ospiti” non resta che reagire nel migliore dei modi, ma cosa è successo nel corso della storia e in caso di contagio? L’infettivologo Cunha Ujvari, che esercita la professione in diverse strutture pubbliche e private in Brasile e Stati Uniti, ripercorre la storia delle epidemie più importanti, dalla peste di Atene del 482 a.C. a ebola, passando per la sifilide, il vaiolo, il colera e la Spagnola. E ci mette in guardia, insieme all’infettivologo italiano Eugenio Paci, sul nostro comportamento: se il virus è il nemico, la causa del diffondersi della malattia siamo noi e il nostro rapporto con l’altro, inteso come essere umano, a noi prossimo e con l’ambiente.
Nell’Ottocento una netta cesura fu prodotta dal lavoro di Pasteur e Koch che segnarono molti punti a favore di un ribaltamento dei rapporti di forza tra medicina e malattia; nel 1928 la penicillina ha infine ribaltato la situazione precedente. Fino agli anni Ottanta il genere umano ha vissuto nella convinzione che la scienza avesse vinto tutte le malattie più pericolose. Tuttavia, come la vicenda della mutazione del virus di immunodeficienza delle scimmie (Aids) ci ha insegnato gli antibiotici hanno vinto numerose battaglie, ma non la guerra. Cunha Ujvari in questo libro divulgativo ci spiega che per proseguire questa lotta, nel presente e nel futuro, bisogna analizzare la politica medica globale e le concause originate dai rapporti geopolitici.
Coronavirus: Vasco Rossi in California, ‘qui pochi casi perché un tampone costa 3.200 dollari’
Posta su facebook una foto con la mascherina con alcune sue considerazioni e hashtag #orgoglioitaliano
06 marzo 2020
10:38
“Corona… Che arrivato anche in California… I casi accertati sono pochi!? Anche perché i tamponi costano 3.200 dollari (sì, avete capito bene) e naturalmente pochissimi possono o potranno permettersi di farlo. Ecco spiegato il motivo per cui magicamente qui l’emergenza non è grave come da noi in Italia”: lo scrive Vasco Rossi in un post su facebook, pubblicando una sua foto con una mascherina.
“Chissà quanti sono già ammalati e lo saranno – conclude Vasco – senza che la CNN o STRUMP si debbano preoccupare. Meditate gente… Meditate! #laverità #coronavirus #news #paesechevaiusanzachetrovi #orgoglioitaliano #volicancellati #isteria #statiuniti #inghilterraitalia”:

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Donne d’oggi, Le ragazze stanno bene
Dal femminismo alle sfide del futuro
06 marzo 2020
10:29
GIULIA CUTER, GIULIA PERORA – LE RAGAZZE STANNO BENE – (HARPER COLLINS ITALIA, 16 EURO, PP 235) – “Al di là di tutto ciò che ancora ci manca, di tutto quello che è perfettibile e migliorabile della nostra epoca, ciò che ci interessa raccontare sono le sfide e le grandi possibilità che si aprono di fronte a noi. Non sarà un viaggio semplice, perché spesso non è semplice essere una giovane donna, ma di certo gli strumenti non mancano. Tutto sommato, le ragazze stanno bene”.
Giulia Cuter e Giulia Perora hanno affrontato nel loro nuovo libro, il secondo dopo “Senza rossetto”, podcast e newsletter per raccontare le donne di ieri e di oggi, i grandi temi dell’essere donna, attraverso le loro esperienze personali, le letture, la cronaca, le ricerche e il confronto con il passato.
Nel libro, intitolato ‘, Le ragazze stanno bene’, pubblicato Da Harper Collins Italia, le autrici raccontano le cose che le giovani donne contemporanee non vogliono più essere: non le spose sottomesse degli anni Cinquanta, tutte casa, cucina, marito e figli, ma nemmeno le femministe arrabbiate degli anni Settanta, con i loro falò di reggiseni e l’odio per i maschi.
Perché le ragazze contemporanee sono già donne in carriera, politiche impegnate, esseri umani indipendenti nella gestione del proprio corpo e della propria vita sentimentale e sessuale.
Eppure quelle ragazze continuano a essere anche figlie, fidanzate, madri, spose. Le due autrici si chiedono allora come non rimanere prigioniere dell’uno o dell’altro modello. Come ripensare al femminismo, quello storico e con la effe maiuscola che un po’ spaventa per la sua complessità e un po’ respinge per la sua fermezza, alla luce dei cambiamenti intercorsi fra quegli anni e questi. Per arrivare alla grande domanda: è possibile oggi non rinunciare al femminismo ma neppure alla femminilità? Per rispondere a queste domande le due Giulia partono dall’arrivo delle prime mestruazioni, tappa obbligata nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza di ogni donna: “Ti rovineranno ogni futura vacanza, perché ovviamente, arriveranno sempre la sera prima della tua partenza”. Oppure. “La notte prima della maratona di Londra mi è venuto il ciclo, faceva un male terribile. Sarebbe stata la mia prima maratona e ricordo ancora la mia agitazione. Avevo passato un intero anno ad allenarmi duramente, ma mai durante il ciclo” scriveva Kiran Gandi sull’Huffington Post nel 2015.
Dal corpo femminile, si passa poi ad affrontare il tema dell’educazione sessista: “Le bambine sono dolci e tranquille in quanto tali o perché insegniamo loro a esserlo? I bambini amano tutti automaticamente le macchinine e le pistole? Il rosa è da femmine e l’azzurro da maschi?”. Altri temi analizzati i rapporti affettivi e il mondo del lavoro, ma tutto dall’ottica esclusivamente femminile di due giovani donne contemporanee. Le due autrici ripercorrono alcune fra le prime più significative tappe della vita di ogni donna, dipinte in un momento storico, il nostro, in cui le questioni femministe sono diventate ormai quotidiane, e non si deve più temere di non esserne all’altezza.
Non ci resta che trovare una nuova strada su cui fare camminare insieme le femministe di ieri e le donne di oggi.
Ragonese, io ‘grande madre’ dei migranti a Palermo
Tutto il giorno davanti, su Rai1 il 10 marzo
06 marzo 2020
19:57
“E’ stata l’occasione di dare voce, senza falsa retorica, a persone, e voglio sottolineare persone, che vengono genericamente chiamati migranti, e sempre ridotti a dei numeri. Ci siamo liberamente ispirati a una storia vera che non è mai stata portata sullo schermo quella di una donna, Agnese Ciula, che nel film si chiama Adele che è stata lungimirante, una madre, assessore alla cittadinanza sociale a Palermo, non un’eroina, ma una persona in grado di guardare dove altri non distolgono lo sguardo”.
Isabella Ragonese, da sempre si divide tra cinema (candidata al David per Mio fratello rincorre i dinosauri) e tanta tv, (reduce dal successo della miniserie su Rai1 ‘La Guerra è finita’ con Michele Riondino) torna sull’ammiraglia Rai martedì 10 marzo alle 21.15 nel film tv con ‘Tutto il Giorno davanti’, di Luciano Manuzzi (che cura anche la sceneggiatura con Federica Pontremoli) nel ruolo di Adele ispirato a quello dell’ex assessora palermitana ai servizi sociali che mise a punto, racconta “Lo strumento del tutoraggio volontario dei minori non accompagnati, (durante l’emergenza sbarchi 2012 e il 2017)”. Il Tv Movie è prodotto da Angelo Barbagallo e Rai Fiction e vede nel cast Andrea Tidona, Paolo Briguglio, Sara D’Amario, Selene Caramazza, Aurora Quattrocchi, Massimo Sestini. Ragonese confessa “tra tanti film e serie tv che ho realizzato nella mia carriera è la prima volta che mi capita di girare nella mia città Palermo. E’ stato un regalo. Uno strumento quello messo a punto da Agnese – ricorda l’attrice – che non dimentichiamo è entrato nella legge, e questo grazie a una donna, una vera pioniera. Adele Cucci ha una vita decisamente intensa e faticosa. Ha due figli che comportano gli impegni a cui devono assolvere tutte le mamme”. Adele li accudisce, li accompagna a scuola, prepara loro da mangiare, se è il caso li rimprovera e li consola quando sono tristi. Nella vita della donna, però, oltre ai figli ci sono altri quattrocento ragazzi che ogni giorno hanno bisogno del suo aiuto. Da quando è assessore alle politiche sociali di Palermo, infatti, le sono stati affidati i minori sbarcati in città senza i loro genitori. Ufficialmente è la loro referente, la tutrice legale, ma in realtà è come una madre. Ogni giorno, Adele affronta mille ostacoli, problemi e imprevisti. Quando va a letto, però, è orgogliosa di avercela fatta ancora una volta. “Agnese – aggiunge Ragonese – ha preso atto di un’emergenza e ha proposto la sua soluzione, un piccolo gesto per lei normale che è diventato un esempio per tanti”.
Come si sviluppa il film? “E’ un taglio inedito- risponde – nell’arco di una sola giornata che parte come le altre nella vita di questa donna, all’alba, eccezionale per il solo risultato di arrivare alla sera. La giornata di una mamma che deve accompagnare a scuola, ascoltare, capire, sgridare e consolare i suoi due figli per poi scappare al lavoro dove l’aspettano altri quattrocento ragazzi e bambini a cui badare”. Infatti spiega Ragonese rispondendo proprio alla domanda della figlia più piccola che si sente defraudata della sua presenza del suo affetto perchè troppo presa dal lavoro con i ragazzi, e giustamente come tutti i figli reclama affetto, risponde nel modo più diretto ed elementare di fatto a tutti coloro che hanno paura dell’altro che temono l’appropriazione di un campo altrui: “ma se tu arrivassi in paese straniero non vorresti trovare qualcuno che ti accoglie?”. Le giornate di Adele sono così da quando, dopo la nomina ad assessore le sono stati affidati centinaia di minori stranieri non accompagnati sbarcati in città. Agnese è diventata il loro tutore legale, la loro responsabile, la loro referente. Insomma è diventata la loro… mamma. Il tempo sembra non essere mai abbastanza: decisioni, ostacoli, problemi, corse, sbagli, fallimenti e soddisfazioni riempiono ogni minuto della sua vita indissolubilmente intrecciata a le vicende personali delle centinaia di minori a lei affidati.
Ragonese dall’8 marzo darà voce a tutti i personaggi di Indomite – Storie di donne che fanno ciò che vogliono” è il box set che RaiPlay offre in esclusiva dall’8 marzo per celebrare il mondo femminile, in occasione della Giornata internazionale delle donne. Si tratta di 30 mini biografie in animazione. “audaci di tutte le epoche, dall’antichità ai giorni nostri, di differenti origini culturali, sociali o nazionali, la maggior parte di loro restate nell’ombra. Scopriamo il destino di Agnodice, una ginecologa dell’antica Grecia che è stata costretta a travestirsi da uomo per praticare la medicina, di Wu Zetian, ex concubina che divenne l’unica imperatrice nella storia della Cina, di Nzinga, regina di Ndongo e Matamba, due regni africani del XVII secolo nell’attuale Angola, che si è schierata contro i coloni portoghesi. E ancora: di Hedy Lamarr, attrice e produttrice di Hollywood, ma soprattutto inventrice della tecnologia alla base del Wifi, di Joséphine Baker, ballerina e partigiana, che si impegnò per i diritti civili negli Stati Uniti e marciò al fianco di Martin Luther King, dell’italo-americana Giorgina Reid, artefice del salvataggio del primo faro sulla costa di New York, di Leymah Gbowee, leader del Movimento Liberiano per la Pace delle Donne, vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2011 e tante altre”. La serie a cartoni animati, ispirata ai due libri dal titolo “Indomite – Storie di donne che fanno ciò che vogliono” dell’illustratrice e fumettista francese Pénélope Bagieu, è stata selezionata da Rai Ragazzi, che ne ha prodotto l’edizione italiana
Esordiente nel 2006 con Emanuele Crialese in “Nuovomondo”, Ragonese è stata protagonista di “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzi’, per cui e’ stata candidata al “Nastro d’argento” come migliore attrice, premio vinto nel 2010 per “La nostra vita” di Daniele Luchetti. Sono seguiti “Viola di mare”, “Due vite per caso”, “Oggi sposi” di Luca Lucini, “Dieci inverni” di Valerio Mieli. Ricordiamo la presenza nel cast de Il Giovane Favoloso, di Mario Martone con Elio Germano, in “Sole cuore amore” di Daniele Vicari ma anche in tutte le stagioni di Rocco Schiavone con Marco Giallini (nel ruolo della moglie defunta che appare in sogno al consorte) ed e’ stata madrina della 67/a Mostra del Cinema di Venezia.
L’amica Geniale chiude con 7 milioni e guarda al futuro
Andreatta, in fase di scrittura il terzo capitolo, è la bella tv
04 marzo 2020
10:18
Le vicende di Lila e Lenù raccontate nell'”Amica geniale”, anche nella seconda stagione della fiction (“Storia del nuovo cognome”), tratta dalla quadrilogia dei bestseller (e/o) di Elena Ferrante, si confermano tra le più amate dal pubblico televisivo. Gli ultimi due episodi, trasmessa lunedì 2 marzo su Rai1, sono stati seguiti rispettivamente da 7 milioni 110mila spettatori il primo (25.81 per cento di share) e da 6 milioni 757mila spettatori (31.05 per cento) il secondo.
Nelle ultime due puntate, Fantasmi e La fata blu, le due amiche sono lontane. Gli anni all’università di Pisa hanno trasformato Elena (Margherita Mazzucco) in una ragazza elegante, colta e disinibita. Tornata a casa per le vacanze trova molti cambiamenti nel rione. Lila (Gaia Girace) è sempre più avvilita e sfiduciata e dedica tutta la sua energia nel suo ruolo di madre del piccolo Rinuccio. Rientrata a Pisa, Lenù si concentra sullo studio, ma è distratta da ricordi e dalle pagine scritte dalla sua amica.
Con questi dati di ascolto la serie di Saverio Costanzo, per due episodi (quelli girati ad Ischia) firmata anche da Alice Rohrwacher (Lazzaro felice), sorella della nota attrice Alba che qui aveva il ruolo di voce narrante, si proietta direttamente nel futuro. La domanda che molti si pongono adesso è: vedremo una terza stagione? E quando? A sciogliere il dubbio e il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta che conferma che la terza stagione è in fase di scrittura. “L’eccellente conclusione di Storia del nuovo cognome – sottolinea – conferma la grande accoglienza e la continuità dell’ascolto da parte del pubblico in tutte le sue fasce e con dati importanti nei segmenti femminili, nei laureati (oltre il 35%) e in tutte le classi socio-economiche. Ha vinto la bella televisione, quella del racconto di sentimenti profondi come l’intensità anche dolorosa di un’amicizia e la forza aspra e generosa della vita. Un lavoro di questa qualità non può che nascere da una comunione di intenti e dal più alto livello creativo, professionale e produttivo. La potenza dei romanzi di Elena Ferrante e la regia innovativa e sfidante di un autore come Saverio Costanzo. E poi, con loro nella scrittura, Francesco Piccolo e Laura Paolucci, e la squadra dei produttori – con Rai Fiction, Fandango, The Apartment, Wildside e HBO – che hanno permesso a una storia italiana di competere con il meglio della fiction internazionale. E infine grazie a loro, a Lenù e Lila, a Margherita Mazzucco e Gaia Girace, due indimenticabili e vitalissime compagne di viaggio nel nostro immaginario. Intanto, il nostro lavoro continua con la terza stagione che è in scrittura”.
Il terzo capitolo della saga, intitolato “Storia di chi fugge e di chi resta”, si svolge negli anni ’70. Elena-Lenù sta per sposarsi con Pietro quando torna a Napoli e scopre che Lila sta male a causa del massacrante lavoro in fabbrica. Le loro vite poi si separano. Elena torna a Firenze, si sposa e ha due figlie, Adele ed Elsa, ma il matrimonio non funziona. A Napoli, Lila si fidanza con Enzo e lo aiuta a studiare informatica: diventano due programmatori. Nel rione, però, il clima sociale rimane molto teso e Lila chiede a Elena di ospitare suo figlio Gennaro per l’estate. Nino Sarratore, intanto, ritorna nella vita di Elena, diventandone l’amante e spingendola a separarsi da Pietro.
Le giovani interpreti avevano dichiarato di essere sotto contratto durante la conferenza stampa di presentazione, lasciandosi sfuggire che, se fosse stato confermato il terzo capitolo, sarebbero state presenti solo nelle prime due puntate e poi sostituite con attrici più adulte. Su chi dovrebbe prendere il loro posto si fa largo il nome della stessa Alba Rohrwacher nel ruolo di Lenù, ma è un ipotesi, la sua versione anziana dovrebbe essere invece Elisabetta De Palo, comparsa in un flash forward nella scena d’apertura del primissimo episodio.
Niente invece sul ruolo della Girace.
Intanto, la serie arriva negli Stati Uniti: My Brilliant Friend (questo il titolo internazionale) è trasmessa da Hbo e la seconda stagione, The Story of a New Name, va in onda negli Usa dal 16 marzo.
Il Met chiude l’esperimento Breuer con la mostra di Richter
Oltre cento pezzi in maxi-rassegna, al centro Birkenau 2014
NEW YORK
03 marzo 2020
19:43
– Per il Metropolitan Museum di New York l’esperienza del Met Breuer si chiude in bellezza: “Painting After All”, una rassegna di oltre cento opere del maestro della pittura concettuale Gerardt Richter sarà dal 4 marzo fino al 5 luglio l’ultima in otto anni di occupazione da parte del museo sulla Quinta Strada dell’edificio disegnato da Marcel Breuer e in precedenza sede del Whitney. La mostra, la prima in quasi 20 anni, include opere su un arco di sessant’anni dell’87enne artista di Dresda, tra cui pezzi mai visti negli Stati Uniti come la serie “Cage” del 2006, un omaggio al compositore e filosofo John Cage, i quattro controversi pannelli del ciclo “Birkenau” del 2014 e il nuovo lavoro in vetro “House of Cards” del 2020.
Il percorso espositivo esplora il dialogo pluridecennale tra rappresentativita’ e astrazione nella produzione di Richter, un artista che non ha mai usato il pennello se non negli anni della formazione come giovane esponente del realismo socialista nell’allora Germania dell’Est. “E’ uno dei piu’ grandi artisti del nostro tempo, nella cui opera vediamo un regolamento di conti con la storia e la memoria, sia a livello personale che collettivo”, ha detto il direttore del Met, Max Hollein.
“Birkenau” e’ un esempio di questo sforzo: punto di partenza sono le uniche quattro foto scattate segretamente da prigionieri del campo di sterminio che, contrabbandate fuori dal lager da partigiani polacchi, sono diventate potenti immagini degli orrori dell’Olocausto per generazioni a venire. Richter, nato sotto il regime di Hitler, aveva visto un particolare di queste foto da giovane e ne era rimasto ossessionato per decenni prima di riuscire ad affrontarle artisticamente con l’imprimatur dell’Auschwitz Birkenau Museum dove i negativi sono archiviati.
Allargate, lavorate e rilavorate fino a diventare una trasposizione astratta di quell’orrore, le quattro immagini dai toni cupi fanno da contrappunto alle luminose immagini astratte dello stesso tipo esposte in una galleria adiacente.
Con Richter si chiude l’esperimento del Met al Breuer: in luglio l’edificio del maestro del modernismo passera’ alla Frick Collection a sua volta impegnata in un progetto di ristrutturazione. Per il Metropolitan gli otto anni su Madison Avenue sono stati particolarmente intensi sul fronte dell’arte del nostro tempo: ma oltre a rassegne dedicate a nomi come Diane Arbus, Siah Armajani, Vija Celmins, Lucio Fontana, Marisa Merz, Nasreen Mohamedi, Mrinalini Mukherjee, Lygia Pape e Jack Whitten sono state organizzate mostre che hanno attinto alla vocanzione enciclopedica del museo: come “Like Life: Sculpture, Color, and the Body (1300-Now)” e “Unfinished: Thoughts Left Visible”.
Lady Gaga annuncia nuovo album, Chromatica
A pochi giorni da uscita singolo. Uscirà il 10 aprile
NEW YORK
03 marzo 2020
19:12
Si chiamerà ‘Chromatica’ e sarà il sesto album per Lady Gaga. Lo ha annunciato la stessa popstar con un post su Instagram. Si tratta del sesto album e uscirà il prossimo dieci aprile. La notizia di un nuovo album segue di pochi giorni l’uscita del singolo ‘Stupid Love’, accompagnato anche da un video in cui Gaga appare come un’eroina extra-terrestre tutta in rosa.
“Benvenuti in Chromatica – scrive Lady Gaga su Instagram – in uscita il 10 aprile”. Poi aggiunge che la foto del post non è quella della copertina. La foto è un logo in rosa con un simbolo che è la combinazione di uno sperma e una lancia.
Secondo quanto si vede sulla pagina di iTunes, l’album conterrà 16 brani e oltre al formato digitale sarà disponibile anche su cd, vinile e persino cassetta.
A due donne il premio Pritzker, il Nobel dell’architettura
Le irlandesi Yvonne Farrell e Shelley McNamara, tra i loro lavori la Scuola di Economia dell’università Bocconi di Milano
03 marzo 2020
20:19
Nel mondo dell’architettura non c’e’ premio piu’ prestigioso del Pritzker: quest’anno il riconoscimento considerato il Nobel per un architetto e’ andato a due donne, Yvonne Farrell e Shelley McNamara, le fondatrici dello studio Grafton di Dublino. Nel corso di una carriera pluridecennnale Farrell e McNamara hanno disegnato edifici iconici come la Scuola di Economia della Bocconi di Milano (la loro prima commessa internazionale) e nel 2018 hanno curato la Biennale di Architettura di Venezia all’insegna “della generosità di spirito e il senso di umanità che l’architettura colloca al centro della propria agenda, concentrando l’attenzione sulla qualità stessa dello spazio”.
Il premio viene assegnato dal 1979 dalla Fondazione Pritzker di Chicago: ando’ per la prima volta a Philip Johnson e poi tra gli altri, a Frank Gehry, Norman Foster, Rem Koolhaas, Robert Venturi, e, l’anno scorso, ad Arata Isozaki, l’ottavo giapponese. Due italiani hanno vinto un Pritzker, Aldo Rossi e Renzo. Solo altre tre donne pero’ hanno vinto un Pritzker in passato, a dimostrazione di uno sbilanciamento ai livelli piu alti della professione: Zaha Hadid nel 2004, Kazuyo Sejima nel 2010 (con Ryue Nishizawa) e Carme Pigem nel 2017 (con Ramón Vilalta e Rafael Aranda).
Quest’anno, nella motivazione, la giuria composta da architetti e professori e presieduta dall’ex giudice della Corte Suprema Stepher Breyer, ha ammesso che il mondo dell’architettura resta tuttora “dominato da maschi”. Note per i loro robusti edifici in cemento e pietra, Farrell e McNamara hanno costruito soprattutto in Irlanda da quando nel 1978 hanno fondato lo studio Grafton: tra le loro opere, il nuovo Ministero delle Finanze a Dublino e il Solstice Arts Center nella vicina citta’ di Navan. Grafton Architects sono famose soprattutto per scuole e universita’: fu proprio il design del campus della Bocconi, nominato Edificio Mondiale dell’Anno al Festival dell’Architettura di Barcellona, che fece guadagnare a Farrell e McNamara notorieta’ internazionale.
Altri edifici progettati per istituzioni accademiche sono all’University College di Dublino, la Scuola di Economia di Tolosa, la London School of Economics e il campus della scuola di ingegneria e tecnologia di Lima in Peru’, per il quale le due architette hanno vinto nel 2016 il RIBA International Prize.
Morta Elisabetta Imelio, tra i fondatori dei Prozac+
Acido Acida inno di una generazione alla fine degli anni ’90, uccisa dal cancro a 44 anni
PORDENONE
02 marzo 2020
10:06
Acido Acida è stato un pezzo che ha segnato una generazione, alla fine degli anni ’90, una hit popolare da sentire a loop con quel ritmo ossessivo e le sfumature punk. La bassista dei Prozac+, Elisabetta Imelio è morta, portata via da un cancro a soli 44 anni. Era ricoverata all’ospedale Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Pordenone) nella sua regione, il Friuli. Aveva fondato con Gian Maria Accusani ed Eva Poles il gruppo indie, una delle più note band di alternative punk di quegli anni Novanta che con il secondo album Acido Acida scalò le classifiche arrivando a vendere 200mila copie, una cifra altissima per una formazione indie underground lontana dal circuito mainstream. Imelio aveva fondato con Accusani anche il gruppo Sick Tamburo. Un concerto due anni fa a Treviso aveva festeggiato in un modo assolutamente autentico i 20 anni della loro canzone più nota, quella che sull’onda del ricordo e della commozione per la notizia della sua scomparsa prematura tutti i ventenni di allora ricordano con il cuore spezzato.
Il male era arrivato nel 2015, un cancro al seno per il quale si era sottoposta a cure pesanti, compresa la chemioterapia diventata poi oggetto di una canzone. Gian Maria Accusani aveva scritto per lei «La fine della chemio». Originariamente pubblicata nel quarto disco della band, «Un giorno nuovo» (2017), la canzone era stata reincisa nel 2018 per beneficenza con il contributo di Jovanotti, Tre Allegri Ragazzi Morti, Manuel Agnelli, Samuel, Elisa, Meg, Lo Stato Sociale, Pierpaolo Capovilla ed Eva Poles dei Prozac+. «L’ho ascoltata per la prima volta in macchina, mentre andavo all’ospedale – aveva rivelato la Imelio a Vanity Fair – È stato un istante, più potente della chemio, degli antidepressivi, degli incontri con la psicologa e di mille terapie coadiuvanti. Mi è arrivata addosso una bomba d’amore e di speranza, un’energia che mi ha dato gioia, forza e volontà indispensabili per affrontare tutto questo».
Dopo essersi sciolti informalmente nel 2007 dopo 5 album e un Greatest Hits, per dedicarsi ad altri progetti a distanza di più di 10 anni, nel 2018, i Prozac+ avevano organizzato due concerti-reunion, al Circolo Magnolia di Segrate il 26 maggio e il 31 agosto a Treviso nell’ambito di Home Festival. Con i Sick Tamburo (sotto i cui passamontagna neri c’erano Gian Maria-Mr Man e lei, Elisabetta – Boom Girl) avevano lavorato fino ad un anno fa, per Paura e l’amore, l’ultimo lavoro, poi la malattia era tornata a guastarle la vita, attaccando il fegato. Poco prima della fine aveva voluto sposare il compagno Francesco.
Insieme al marito lascia anche un figlio piccolo.
Berlino: Germano, dedico il premio a tutti gli emarginati
Orso argento per Volevo nascondermi, “un film molto faticoso”
BERLINO
01 marzo 2020
12:40
“Volevo ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a questo film, che è stato molto faticoso…Quindi tutte le persone coinvolte in questo lavoro, da Giorgio Diritti ai produttori e ai volontari, che ci hanno aiutato molto”. È quello che ha detto stasera Elio Germano, sul palco del Gala della Berlinale, nel ritirare l’orso d’argento come migliore attore della 70/ima edizione del festival. “Lo voglio dedicare, questo premio, a tutti gli storti, tutti gli sbagliati, tutti gli emarginati, tutti i fuori casta – ha aggiunto – e ad Antonio Ligabue e alla grande lezione che ci ha dato, che è ancora con noi, che quello che facciamo in vita rimane. Lui diceva sempre ‘Un giorno faranno un film su di me’, ed eccoci qui!
Da Murgia a Bowerman, in tv 20 Donne che sfidano il mondo
Per Festa della donna, su Tv2000 docuserie ritratti al femminile
28 febbraio 2020
09:48
Cosa hanno in comune la scrittrice Michela Murgia e l’operatrice anti tratta Francesca De Masi? La chef Cristina Bowerman, dalla Puglia agli Stati Uniti, andata e ritorno con stella Michelin, e la stuntwoman Romina Bobba? E la giornalista d’inchiesta Floriana Bulfon, che ha raccontato le pieghe nere dei Casamonica a Roma, e la direttrice d’orchestra Nicoletta Conti, che ha fatto della musica la sua vita? Sono tutte “Donne che sfidano il mondo”, come il titolo della docuserie di Tv2000, scritta da Riccardo Brun, Paolo Rossetti e Francesco Siciliano e prodotta da Panama film, in onda dal 3 marzo – proprio nella settimana della Giornata Internazionale della donna – dal martedì al venerdì alle 19.30. Venti puntate, per venti storie, raccontate dalle stesse protagoniste.
“Per una tv come la nostra affrontare il tema della donna non è solo un’esigenza di attualità, ma una precisa responsabilità”, esordisce il direttore di Tv2000 Vincenzo Morgante, presentando la serie nell’archivio centrale dell’Unione Donne Italiane.
“Ognuna delle venti protagoniste – spiega – offre un contributo personale, ognuna nel proprio campo, nel ridisegnare il ruolo femminile all’interno della società, che non può essere di secondo piano. Cosa hanno in comune? Nulla. Ognuna di loro è unica e irripetibile così come la vicenda che l’ha portate fino a qui. Ma sono anche legate da un filo rosso di eccellenza in quello che fanno, spesso sfondando una barriera, aprendo una porta chiusa, spostando ogni giorno la linea del proprio traguardo un po’ più in là. Lo fanno per loro stesse e per le donne di domani”.
“Non siamo partiti con l’idea di dover raccontare le donne come parte di una pinacoteca da costruire e alimentare con nuove figurine – aggiunge Francesco Siciliano – Ma di raccontare il presente attraverso un’angolazione particolare”. Ecco allora la campionessa di kick boxing Gloria Peritore, che “sul ring” ha scoperto “quanta forza avevo e come portarla fuori, anche nella vita”. O l’ecostilista Eleonora Riccio, che ha lasciato la sua carriera per importanti brand, per dedicarsi al Made in Italy e all’artigianalità. O l’architetta delle periferie Guendalina Salimei, la cui storia è stata raccontata al cinema da Paola Cortellesi. E poi ancora, una dopo l’altra, la restauratrice di auto d’epoca Giovanna Parascandolo; la campionessa di braccio di ferro Chiara Acciaio; la presidente AFEVA Giuliana Busto; la cercatrice di piante rare Isabella Dalla Ragione; l’insegnante ai bambini oncologici Daniela Di Fiore; la liutaia Ezia Di Labio; la docente di italiano e storia nel carcere minorile di Nisida Maria Franco; la ex direttrice dei Musei Capitolini e direttrice del Museo Barracco di Roma Marina Mattei; la chirurga vascolare Carmen Pediliggieri; l’ispettore capo commissario di Scampia, Veronica Quaranta; la presidente di Casamica onlus, Lucia Vedani.
Tutte donne animate da una passione che spesso le ha portate a discostarsi dalla strada che la società o la famiglia avevano tracciato per loro, intraprendendo una via nuova, non battuta, più difficile. “Le abbiamo scelte cercando l’unicità in quello che facevano e come lo facevano”, spiega Paolo Rossetti, magari con l’obiettivo di “ispirare altri a percorrere la stessa strada”. “Abbiamo anche cercato donne che onorassero il titolo della serie – aggiunge Riccardo Brun – Ognuna di loro ha sfidato qualcosa: uno stereotipo, se stessa o il brutto che vedeva. E cambiando un pezzettino di noi stessi, si cambia anche un po’ il mondo”.
I raffreddori di André Francois
In libreria il 27 febbraio per Orecchio Acerbo
28 febbraio 2020
10:25
ANDRE’ FRANCOIS, I RAFFREDDORI (ORECCHIO ACERBO, PP 84 EURO 10) – E’ cosa risaputa che i raffreddori non si devono prendere e sta qui la loro fortuna. Non si sono estinti, anzi questa circostanza ne ha favorito sia la diffusione sia la moltiplicazione di varietà. C’è quello di testa, quello trascurato e quello mortale. Ce lo racconta un piccolo capolavoro del doppio senso, ‘I Raffreddori’ di cui è autore e illustratore André François, maestro assoluto del libro illustrato per bambini, che arriva in libreria il 27 febbraio per Orecchio Acerbo nella traduzione dal francese di Paolo Cesari.
Un libro per i piccoli che con la sua bellezza ed ironia può risollevare l’animo anche agli adulti. Ecco dunque il Raffreddore passeggero che sfreccia a bordo di un’automobile con autista e il Raffreddore problematico disteso sul lettino dello psicoanalista. Ma i più diffusi sono i Raffreddori belli e brutti. Ci sono persone che passano a letto giorni interi con loro, altri li fanno passare, altri li prendono facilmente. La scelta vincente comunque è non prenderlo del tutto, visto che in giro ce ne sono davvero molti.
Nel libro anche le creature estinte che devono imputare la loro scomparsa a fattori esterni come il Kubo, poco utile con la sua forma: “Non aveva né ali, né mani, né gambe, né coda” o la Rana divoratrice di marmellata, molesta, oltre che ladra, che “è stata sterminata”.
Pittore, scultore, scenografo teatrale, illustratore e autore di libri, André François, morto a 90 anni nel 2005, è considerato uno delle personalità più significative in campo artistico del XX secolo. Il libro che lo ha reso famoso in tutto il mondo è ‘Les larmes de crocodile’, ha esposto nei principali musei di tutto il mondo da Amsterdam a Tokyo ad Hannover. Nato in Romania nel 1915, è emigrato nel 1934 e si è stabilito a Parigi dove si è fatto subito notare per la disinvoltura con la quale tratta i soggetti più diversi. Il suo talento dalle mille sfaccettature si mostra sulle copertine di riviste come Vogue, Citroën, le Nouvel Observateur. Pittore e scultore, André Francois ha illustrato Jacques Prévert, Boris Vian e Alfred Jarry, è stato creatore di manifesti, scenografo teatrale, pittore e scultore.Un terribile incendio ha devastato il suo atelier nella notte fra il 19 e il 20 dicembre 2002 dove è andata perduta la quasi totalità delle sue opere e i suoi archivianche i suoi archivi. Ma nella primavera del 2004, una mostra – oltre sessanta opere create dopo l’incendio – è stata allestita al Centro nazionale d’arte contemporanea George Pompidou.
La storia di un pesce rosso in un bar: ‘Aridatece Martin’
La lotta impari tra tre Guardie Zoofile e il proprietario di un pesciolino rosso, mascotte del bar ‘Il piccolo diavolo’ a Roma
27 febbraio 2020
11:22
C’era una volta un pesce rosso di nome Martin che viveva beato nella sua boule su uno scaffale del bar Il Piccolo diavolo in piazza Cola di Rienzo a Roma. Era l’attrazione dell’esercizio e tutti i clienti si informavano delle sue condizioni di salute. Il proprietario, il barista, rispondeva contento a tutti.
Fino a che la scorsa settimana hanno fatto il loro ingresso al Piccolo diavolo tre guardie zoofile : e anche loro cominciano ad informarsi delle condizioni di Martin. Lo guardano, lo riguardano, lo fotografano. Ma tutta questa notorietà non è a fin di bene. Infatti, dopo lunghe consultazioni le guardie informano il barista di aver deciso di sequestrare il pesciolino. Il ragazzo scoppia in lacrime, non può pensare di separarsi da Martin. E allora, per evitare il distacco definitivo, il barista propone un cambio di domicilio per la mascotte del Piccolo diavolo: il pesciolino traslocherà dalla sua boule in piazza Cola di Rienzo ad uno spazioso acquario a casa della mamma del ragazzo.
Le dubbiose guardie zoofile acconsentono ma elevano comunque al ragazzo una multa di 100 euro. E non paghe, nel pomeriggio vanno a verificare se le nuove condizioni abitative del pesce soddisfano i loro standard.
Tre guardie contro un pesciolino…ecco qui tutti i problemi di Roma. E il proprietario del bar, con la proverbiale ironia capitolina esibisce una maglietta con su scritto: ‘Aridatece Martin’
Tv: Amici serale riparte dalle Sardine
Dal 28 febbraio il talent di Maria De Filippi
26 febbraio 2020
19:48
“Amici” al tempo di nuove tecnologie, coronavirus, sardine e cyberbullismo. Il serale del talent di Canale 5, alla cui guida è sempre Maria De Filippi, è pronto a ripartire da venerdì 28 febbraio, in diretta in prima serata. Con un mese e mezzo di anticipo rispetto alla tradizione per “esigenze legate al palinsesto della rete”. Sei puntate e dieci ragazzi (sei cantanti e quattro ballerini) in gara per conquistare la vittoria finale, più altri tre appuntamenti “celebrativi”, una sorta di “festa” con il vincitore di questa edizione e alcuni dei protagonisti di quelle precedenti (già confermati Enrico Nigiotti e Michele Bravi per il canto, Vincenzo e Sebastian per il ballo). “La novità sarà l’assenza di squadre e dei direttori artistici: tutti saranno contro tutti fin da subito – svela Maria De Filippi, chiamata a un superlavoro in questi giorni tra Uomini e Donne, Amici e le ultime puntate di C’è Posta per te -. Ci saranno tre gironi a classifica, con tre giurie a votare: televoto, professori (e Var formata da Beppe Vessicchio e Luciano Cannito) e giuria tecnica con Loredana Bertè, Vanessa Incontrada e Gabry Ponte, più il jolly Tommaso Paradiso”. E ci sarà anche un segmento Amici Prof, con gli insegnanti che saranno giudicati a loro volta. Per il canto dovranno cimentarsi con i successi di Al Bano e Romina (ospiti fissi). “Un ribaltone”, lo definisce Maria. Conferme (come quella del coreografo Giuliano Peparini),,ma anche grandi cambiamenti dunque, per un talent, che nonostante qualche difficoltà riscontrate dal genere negli ultimi tempi, rimane sempre il più longevo della tv italiana e anche nel mondo. Novità è anche il trasloco al venerdì sera (con conseguente scontro diretto con l’amico Carlo Conti e la sua Corrida su Rai1), almeno per le prime tre serate. Poi con la conclusione stagionale di C’è Posta, traslocherà al consueto sabato. “Arrabbiata no, dispiaciuta sì – commenta Queen Mary, che schiva invece ogni commento sulla rivalità con Milly Carlucci – non sono contenta di andare contro Carlo, ma capita. E capita per tre puntate”. Sulla questione scherza anche Conti, intervenendo via videomessaggio: “Con tutti i giorni della settimana che ci sono, proprio il venerdì? Sono arrabbiato parecchio perché non posso vedere Amici”. Di amicizia a rischio non vuole sentir parlare nessuno dei due e all’unisono dicono: “Non è una gara. Vince solo il pubblico”. Nella prima puntata in studio arriveranno tre esponenti delle sardine: Mattia Sartori, Jasmine Cristallo, Lorenzo Donnoli per un intervento contro l’odio. “Sono molto contenta che abbiamo accettato il mio invito. Le sardine non sono un partito politico e non credo che la loro presenza possa essere strumentalizzata. Diverso è se avessi invitato Matteo Salvini”, ha sottolineato la conduttrice. Come ospiti hanno detto sì Ghali, Alessandra Amoroso, Elisa, Emma, J-Ax, Ermal Meta e Luciana Littizzetto in collegamento telefonico da casa (“ho preso spunto da Sanremo e dalla chiamata con Fiorello”, spiega De Filippi che sarebbe “pazza di gioia” se le proponessero di condurre il festival con Sabrina Ferilli, “andrei anche su una gamba sola”). “Gli stranieri? Chissà se li faranno arrivare in Italia – aggiunge, con riferimento alla situazione in continua evoluzione legata al coronavirus -. Staremo a vedere se ci saranno limitazioni alla presenza del pubblico in studio anche a Roma, dopo Milano”, dice serafica Maria che in 19 anni ha visto passare davanti ai suoi occhi centinaia di ragazzi. “E’ una soddisfazione sapere di aver dato un’opportunità a chi non l’aveva. Unico rimpianto è a volte non aver riconosciuto un talento. Due anni fa passò di qui Ultimo: chi fece le selezioni non se ne accorse”. In due decenni è cambiato anche l’atteggiamento dei ragazzi. “Ora sono meno tonti di quando abbiamo iniziato – racconta ancora la regina di Mediaset -, arrivano già con un produttore, con un progetto e hanno chiaro che il contratto con una casa discografica non è un punto di arrivo. Usano il programma come veicolo per far sentire i loro pezzi”. La differenza l’hanno fatta nel tempo soprattutto le nuove tecnologie e il web, il vero primo banco di prova dei loro lavori. “Ma i ragazzi vivevano meglio senza questi” e indica l’immancabile smartphone. “I commenti negativi li mettono in crisi, mentre quelli positivi neanche li considerano. Arrivano a chiedere e a prendere ansiolitici oppure decidono di smettere di cantare e ballare”, aggiunge Queen Mary. “Il nero su bianco fa più impressione delle chiacchiere di una volta”.
Strega, Vicari e Longo tra nuove segnalazioni
Arriva a 30 numero libri proposti da Amici della Domenica
1
26 febbraio 2020
14:16
Sale a trenta il numero dei titoli proposti dagli Amici della Domenica al Premio Strega 2020. Le segnalazioni si possono inviare fino al 3 marzo.
I nuovi cinque libri proposti sul sito del Premio http://www.premiostrega.it sono: Olimpio Talarico con ‘Cosa rimane dei nostri amori’ (Aliberti compagnia editoriale), proposto da Ferruccio de Bortoli; Lorenza Pieri con Il giardino dei mostri’ (E/O), proposto da Martina Testa; Francesco Longo con ‘Molto mossi gli altri mari’ (Bollati Boringhieri), proposto da Marco Cassini; Leonardo G. Luccone con ‘La casa mangia le parole’ (Ponte alle Grazie), proposto da Silvio Perrella e Daniele Vicari, “Emanuele nella battaglia” (Einaudi), proposto da Michele Dalai.
L’annuncio della dozzina sarà il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 10 giugno, quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo. La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.
Luini, la mia via della cura in 23 passi
Medico-scrittrice: Coronavirus? Non mettiamoci le parole sbagliate
25 febbraio 2020
12:24
Non è fuori ma dentro di noi che dobbiamo cercare la soluzione ai nostri problemi. In fondo lo sappiamo tutti, ma abbiamo perso la capacità di ascoltarci. Ed è proprio dall’ascolto di sè e dalle cose inaspettate e spesso salvifiche che arrivano dal praticarlo che parte Maria Giovanna Luini, medico e scrittrice, nel suo nuovo saggio ‘La via della cura’, pubblicato da Mondadori. Con quello sguardo speciale che unisce alle cure medico-scientifiche i rimedi di altre culture e filosofie orientali, dal Reiki alla meditazione, la Luini indica ventitré passi per superare le prove della vita e risvegliare il Guaritore nascosto dentro di noi che la mente razionale tende a zittire.
“Parto dal concetto che noi dentro abbiamo risorse molto sagge.
Quella voce unica, il Guaritore, che alcuni chiamano sesto senso, intuito. La via della cura è un percorso individuale che non si può esportare e parte dall’ascolto di sè. Il punto è imparare a lasciar affiorare le chiarissime indicazioni della nostra vita interiore” spiega
la Luini che nel libro propone anche alcuni esercizi pratici che ci aiutano a guardarci dentro, a perdonare e a superare i blocchi e le rimozioni che alla lunga possono diventare nocivi.
Un approccio che può essere utile anche nei giorni in cui dilaga il coronavirus. “Sta nascendo un grande movimento energetico pericoloso legato a troppa gente che parla del coronavirus in modo inutile. C’è un’onda comunicativa pazzesca e io credo al potere delle parole che fanno la differenza anche nella via della guarigione. Da medico mi attengo alle indicazioni date dagli enti medici e non voglio aggiungere altro se non ‘coraggio, qualunque cosa stia accadendo non mettiamoci le parole sbagliate’. Il disfattismo non ha mai aiutato nessuno e lo dico io che continuo a lavorare in oncologia” afferma la Luini.
Il percorso proposto da ‘La via della cura’ “può essere preso da tante parti, da una sola e anche criticando le vie che ho indicato perchè in realtà nel confronto con un metodo si possono scoprire comunque nuove cose e sviluppare una propria strada. Anche con i miei pazienti succede così” dice la Luini , che da oltre 25 anni lavora come senologa all’Istituto europeo di oncologia di Milano e dove per 16 anni ha assistito alla direzione scientifica Umberto Veronesi, ha due studi a Milano e uno a Crema, è master Reiki e operatrice energetica.
“Siamo abituati a dare valore assoluto alla razionalità.
Lasciamo affiorare e diamo credibilità al nostro Guaritore! Da una parte siamo bombardati da messaggi esterni continui su come e cosa dovremmo fare. Va benissimo, ma tu dentro cosa senti? Cosa ti succede quando ti comporti in questo modo o in quest’altro? Siamo abituati a cercare tutte le soluzioni fuori e quindi anche la relazione con chi ci cura diventa: ‘dimmi cosa devo fare?'” sottolinea la medico-scrittrice che oltre ad essere autrice di romanzi e saggi, molti dei quali insieme a Veronesi, ha collaborato a sceneggiature cinematografiche ed è stata consulente per ‘Allacciate le cinture’ di Ferzan Ozpetek.
‘La via della cura’ – con in chiusura le testimonianze di rinascita di Maria Grazia Cangelli, Lia Dubini, Barbara Garlaschelli e di Faustin Chiragarula – rappresenta una sorta di prosecuzione del libro precedente, ‘Il grande lucernaio’ e mostra anche e soprattutto la grande fiducia della Luini nelle parole che hanno il potere di cambiare il nostro stato d’animo e percorso. Per ogni passo del libro ne ha scelta una: la prima è Fare seguita da Dire, Ascoltare, Fermarsi, Tacere passando per Perdonare, Conoscersi, Amare fino a Recitare. E per ognuna ci sono suggerimenti di esercizi da praticare, storie che vengono dai tanti incontri, anche con i maestri della sua vita.
“La scrittura e la scelta delle parole sono una delle forme di cura che spero aiuti qualcuno. Il senso del libro è questo e poichè non amo, da lettrice, i saggi troppo pesanti ho usato elementi di autobiografia, cose che mi sono capitate ed esercizi. L’incontro è un momento di energia psichica. Le persone ci cambiano sempre e noi loro, possono diventare temporaneamente maestri, nel bene e nel male. Quello che ho imparato dai mie grandi maestri è stato di credere nella pulizia del nostro intento. Posso sbagliare mille volte però devo avere la pulizia del cuore” racconta. E poichè la via della cura è sempre in evoluzione ci sarà sicuramente un altro libro della Luini lungo questo cammino di riscoperta dell’energia che ci costituisce.
Coronavirus: anche i fumettisti in campo per le ‘buone pratiche’
La striscia di Gud, autore di opere e laboratori per bimbi
24 febbraio 2020
15:22
Anche i fumettisti in campo per comunicare le buone pratiche per evitare la diffusione del virus. E’ il caso di Gud, all’anagrafe Daniele Bonomo, autore di fumetti e laboratori didattici per bambini che ha realizzato una striscia con alcune delle indicazioni del ministero della Sanità contro l’espandersi dei contagi da Coronavirus.
Calabresi: ‘Altre Storie la mia nuova sfida’
Progetto tra newsletter e sito gratis, presto i podcast
21 febbraio 2020
19:44
“Non ci saranno editoriali, solo racconti di persone e recensioni: è un modo diverso, più approfondito di spiegare il contesto di un evento, è un esperimento, vediamo se i lettori apprezzeranno”. Nasce “Altre Storie”, il nuovo progetto editoriale di Mario Calabresi, già direttore de La Stampa e La Repubblica. Da oggi parte il primo numero della newsletter, gratuita, che ha già 20mila iscritti: basta iscriversi e arriverà ogni venerdì alle 7.30 attraverso la mail personale. L’altro elemento che dà vita all’ultima scommessa del giornalista è il sito web http://www.mariocalabresi.com, dove racconti e recensioni prendono il colore dei disegni di Olimpia Zagnoli.
Perché una newsletter? “Perché mi piace sperimentare, l’ho sempre fatto anche quando ero nei quotidiani”, dice Calabresi. Il giornalista e scrittore (il suo ultimo libro è La mattina dopo, Mondadori ndr) fa un ragionamento: “Perché la ritrovi. Perché la leggi quando vuoi. Perché la si può curare nei dettagli. Perché è un appuntamento fisso. Perché è antica e moderna. Ho deciso di fare una newsletter perché mi somiglia e serve a raccontare le storie che mi stanno più a cuore, come faccio con i mie libri”. Calabresi aggiunge: “Le storie mi sono arrivate dalle persone che mi hanno cercato, che hanno voluto condividere qualcosa con me”.
Avrà un riscontro concreto? “Non lo so, vediamo come evolve, ho tante persone che mi scrivono anche sui social. Comunque il progetto si amplierà: lancerò a fine marzo una serie in podcast e la integrerò con la newsletter”, risponde. C’è una domanda che viene fatta in Altre storie, che rimanda anche sul profilo social sia Twitter che Instagram, posta prima che partisse ufficialmente la piattaforma: “Preferisci passato o futuro?”. “Il risultato – spiega – è 50 e 50, con una leggera prevalenza del passato, sono andato a controllare oggi. Questo è significativo di tanto, della paura di quello che viene dopo. Io stesso nei miei libri ho parlato molto del passato, ma per guardare al futuro e comprendere il presente”
In Altre Storie di questa settimana Calabresi racconta la vicenda di Federica oncologa, di Assunta che cerca giustizia, di Silvana che tiene accesi i riflettori: le tre donne intervistate a Casale Monferrato, dove c’era la fabbrica Eternit e dove oggi si muore ancora, e di più, di amianto.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Mostre: Giacomelli e i fotografi ‘900 a Senigallia
Doppia esposizione, dialogo con autori italiani e internazionali
SENIGALLIA
20 febbraio 2020
20:57
-Una grande mostra “Sguardi di Novecento: Giacomelli e il suo tempo” rende omaggio da oggi fino al 5 luglio al celebre fotografo di Senigallia in occasione dele ventennale della scomparsa. A Palazzo del Duca è ospitata la sezione internazionale, a cura di ONO arte contemporanea: 20 fotografie di Mario Giacomelli sono messe a confronto con circa 90 scatti di grandi fotografi della metà del ventesimo secolo come Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, Gianni Berengo Gardin, Brassaï, Kikuji Kawada, Jacques Henri Lartigue, Herbert List, Nino Migliori, Paolo Monti, Leo Matiz, Ara Güler. L’esposizione si ispira a The Photographer’s Eye, la grande mostra curata da John Szarkowski al MoMA di New York nel 1964, il primo vero riconoscimento internazionale per Giacomelli: da lì trae spunto per focalizzarsi sullo sviluppo di un linguaggio comune, quello della fotografia che arriva nei paesaggi urbani e rurali del secondo dopoguerra, del neorealismo e che si sposta fino alla streetphotography, alle sperimentazioni e agli astrattismi. A Palazzetto Baviera gli eredi Giacomelli propongono “Sguardi di Novecento a Senigallia. L’Associazione Misa, per una fotografia artistica. Opere dal 1954 al 1958”, una selezione di opere fotografiche dei componenti dell’associazione Misa, il gruppo fotografico in cui Giacomelli mosse i primi passi, collaborando con Silvio Pellegrini, Ferruccio Ferroni, Adriano Malfagia, Alfredo Camisa, Paolo Bocci, Bruno Simoncelli, Giuseppe Cavalli, Riccardo Gambelli e Piergiorgio Branzi. Uno scorcio sull’opera del maestro senigalliese, affiancato ad artisti internazionali e italiani, anche coetanei, per far emergere lo spirito del ‘900, un secolo ricco di stimoli e denso di avvenimenti e riflessioni che hanno portato alla nascita di vari circoli fotografici, tra i quali, appunto, il gruppo Misa negli anni ’50.
Pelù, da 40 anni sul ring, anche da ‘Pugile Fragile’
Nel ventesimo disco ambiente e lotta a violenza contro donne
20 febbraio 2020
20:55
–  Quarant’anni su un ring, anche se da ‘Pugili fragili’, e con un avversario “che quel ring lo cambia ogni istante”. Piero Pelù, in questi quattro decenni, ha pubblicato, da solo o con i suoi “amatissimi” Litfiba, venti album e l’ultimo, “Pugili Fragili” (Sony) è una ‘summa’ dei generi che ha frequentato in tutto questo tempo in cui si è divertito parecchio, “perché se non ti diverti più è meglio andare a zappare l’orto”, spiega in conferenza stampa. Tra le dieci tracce del disco, che da domani sarà disponibile in cd, vinile e sulle piattaforme digitali, trovano spazio rock, cantautorato, blues, metal, grunge, gospel ed elettronica. Quest’ultima instillata con una sapiente mediazione tra le roventi chitarre rock di Pelù e l’elettronica di Luca Chiaravalli che ha insieme all’artista fiorentino ha arrangiato e prodotto l’album. “Io ho un retaggio da trio rock alla Stooges – sintetizza il front man dei Litfiba -, lui andava in direzione ostinata e contraria. Poi siamo andati nella stessa direzione”. “Dicono sempre che il rock è morto, poi ti ritrovi a Sanremo a scippare una signora della borsa”, racconta divertito sull’avventura nella Città dei fiori. In ‘Pugili fragili’ non vi è solo la volontà di rinnovare la propria cifra musicale (“non riuscirei mai a fare un disco uguale a un altro”): il rocker rafforza anche il suo impegno civile. Aggiunge, infatti, alla sua nota attenzione ambientalista – in ‘Picnic all’inferno’ compaiono anche brani, autorizzati, degli interventi di Greta Thunberg – altri, impegnativi argomenti da affrontare: le infanzie negate, la violenza sulle donne, la paura del diverso. Al disco, oltre alla Thunberg, collaborano Francesco Sarcina de ‘Le Vibrazioni’, Andrea Appino, degli ‘Zen Circus’ e Davide Simonetta. Con Appino, Piero Pelù canta ‘Fossi foco’, ispirata a Cecco Angiolieri “il primo poeta punk della storia”. Non potevano mancare tra le dieci canzoni ‘Gigante’, il brano molto apprezzato al festival di Sanremo e ‘Cuore matto’, che il rocker ha eseguito nella sezione cover all’Ariston. Dopo l’uscita del disco, Pelù sarà impegnato a promuoverlo in un instore tour in numerose città italiane; quindi la tournée estiva ‘Pugili fragili live 2020’ a cominciare dal 3 luglio. Compatibilmente con gli impegni del tour estivo porterà avanti il suo ‘Clean beach tour’, il progetto con Legambiente per sottrarre plastiche e microplastiche dall’ambiente. Sono passati 40 anni da quando, su consiglio del Diaframma Federico Fiumani, in un circolo Arci, l’allora misconosciuto Piero Pelù, si costruì il palco da solo usando i tavoli del locale. “Io continuo a pensare di appartenere a un mondo artigianale – spiega la sua attitudine -: preferisco essere un cesellatore e non essere invece in catena in montaggio” nel fare musica.
Dai Musei Vaticani a Milano uno Chagall mai esposto
In ‘Gauguin, Matisse, Chagall’, 20 opere ai Musei Diocesani
20 febbraio 2020
20:08
C’è anche la litografia di Chagall ‘Crucifixion grise’ mai esposta prima al pubblico e per la prima volta incorniciata, tra i capolavori in mostra a ‘Gauguin Matisse Chagall. La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani’, che sarà inaugurata al Museo Diocesano di Milano il 21 febbraio. Una selezione di venti opere di protagonisti dell’arte tra Ottocento e Novecento tra cui Gauguin, Matisse, Chagall, Rodin, Rouault, Denis, Buffet e Bernard, che ripercorrono i temi della passione e resurrezione. Temi “fortemente identitari per il nostro museo – ha spiegato la direttrice Nadia Righi, curatrice della mostra insieme a Micol Forti, responsabile della collezione di arte contemporanea dei Musei Vaticani -: la riflessione sui temi legati alla passione, in concomitanza con il periodo della Quaresima e la Pasqua, ha a che fare con l’identità del Museo Diocesano, chiamato a sollecitare nei visitatori una riflessione sulla fede cristiana”. “Una mostra piccola ma importante” che “coniuga i capolavori dell’arte con temi cristiani profondi”, le ha fatto eco la direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta “e in cui sono presenti alcune opere da tempo non esposte o mai mostrate al pubblico”, come la litografia di Chagall, ma anche le incisioni della via crucis di Bernard Buffet e due disegni raffiguranti la Madonna di Matisse, da tempo non esposti nella collezione vaticana. Per la curatrice Forti questa esposizione “testimonia che tutti i grandi artisti non hanno mai considerato i soggetti e temi religiosi come secondari”. Le opere sono state scelte dalle curatrici dal nucleo di arte francese presente nella collezione di arte contemporanea dei Musei Vaticani, voluta da Papa Paolo VI, amante dell’arte convinto che fosse un veicolo per affrontare e interrogarsi sui temi religiosi e che addirittura chiese a Pablo Picasso di confezionare un’opera per questa collezione; l’artista, invece, si rifiutò, pur riconoscendo il valore della proposta, perché troppo fedele alla tessera del partito comunista. Il percorso espositivo è diviso in quattro sezioni, corrispondenti ai temi sacri interpretati dagli artisti: il rapporto tra la Vergine Maria e Gesù e l’Annunciazione, la Via Crucis, il martirio di Cristo sulla croce e la resurrezione. La mostra, seconda collaborazione tra i due musei, sarà visitabile fino al 17 maggio.
Femminicidio: salvare le donne in fuga, uno spot con l’Italrugby
Da un’idea di Salvamamme, sabato l’anteprima video all’Olimpico per il Sei Nazioni
20 febbraio 2020
18:39
Salvare da un potenziale femminicidio le donne costrette a tornare a casa da sole per recuperare i propri effetti personali dopo l’allontanamento precipitoso causato proprio perché vittime di violenza. Sabato 22 febbraio, durante la terza giornata del 6 Nazioni di rugby, verrà presentato allo stadio Olimpico, lo spot “Valigia di Salvataggio. Per non tornare indietro”, realizzato dall’associazione Salvamamme in collaborazione con le Fiamme Oro Rugby della Polizia di Stato, la Federazione italiana rugby e Roma Best Pratic Awards (Bpa).
Protagonisti dello spot, prodotto da Alveare Cinema e diretto da Paolo Bianchini, sono gli atleti delle Fiamme Oro e della Nazionale Italiana Rugby. Lo spot è stato ideato e realizzato proprio da Salvamamme che da anni dona centinaia di trolley a donne in fuga che rischiano la vita. “Oltre all’immediato sostegno materiale e psicologico – sottolinea Grazia Passeri, presidente dell’associazione – sono poi vitali anche le informazioni salvavita che forniamo a queste donne attraverso avvocati e psicologhe”. Tra i protagonisti dello spot c’è anche l’attrice Monica Lugini. Le musiche sono del maestro Plivio, e la voce fuori campo della doppiatrice Laura Boccanera.
Moda: a Lineapelle Circular, il nuovo tessuto mangiaplastica
Si arricchisce gamma prodotti da bottiglie PET
20 febbraio 2020
14:17
Dalla bottiglia di plastica al tessuto, il passo è sempre più breve ed i prodotti sostenibili sono arrivati anche sulla scena di Lineapelle dove oggi viene presentato Circular, un vero e proprio tessuto ‘mangiaplastica”.
La produzione parte da fibre di poliestere da riciclo post-consumer, ottenute dal recupero di bottiglie di PET e garantite dal percorso di tracciabilità Global Recycle Standard.
Circular è l’ultimo nato di una gamma prodotta dalla vigevanese Fiscatech, ormai specialista nel settore. Frutto della fusione già negli anni ’60 di Sogetec e Fiscagomma, l’azienda è diventata leader nella produzione di materiali tecnici innovativi e sostenibili, soprattutto per il mercato del fashion: una conquista che, spiegano, ha trasformato un rischio visionario (costato fatica e bilanci in rosso) in un’azienda leader del cosiddetto SustainItaly, il made in Italy sostenibile.
L’azienda fondata da Achille Costamagna ha annunciato nella prima giornata di fiera, in accordo con la società Akea, l’acquisizione dei marchi, e del relativo ramo d’azienda, di Sisas S.p.A., industria specializzata nella produzione di finta pelle su base poliuretanica che porta in dote a Fiscatech brand come Stella McCartney ed il marchio vegano Will’s.
I Foo Fighters compiono 25 anni, in tour come allora
Partirà il 12 aprile dalla Talking Stick Resort Arena a Phoenix
19 febbraio 2020
17:20
I Foo Fighters compiono 25 anni e per festeggiare faranno una serie di concerti che ripercorrerà esattamente le stesse città del tour d’esordio della band nel 1995.
Il “Van Tour 2020” comincerà il 12 aprile dalla Talking Stick Resort Arena a Phoenix (AZ) e attraverserà quelle città americane che 25 anni fa la band raggiunse in furgone, esibendosi questa volta nei palazzetti e non più in piccoli club.
Anche perché molti di quei locali in cui i FF suonarono nel 1995 sono ormai chiusi e, inoltre, limitare oggi un loro spettacolo a luoghi così piccoli sarebbe impossibile… o forse si può? La band mette in campo l’originalità e l’energia che da sempre la contraddistinguono e lascia in sospeso la riposta che arriverà prossimamente! Oltre a Dave Grohl, Nate Mendel e Pat Smear, sul palco ci saranno anche i compagni ormai di lunga data Taylor Hawkins, Chris Shiflett e Rami Jaffee.
La maratona rock’n’roll dei Foo Fighters sarà impreziosita in ogni tappa dalla proiezione in anteprima di brevi estratti di “WHAT DRIVES US”, il nuovo documentario di Dave Grohl. Grohl approfondisce le motivazioni che spingono un gruppo di musicisti a lasciarsi alle spalle lavoro, famiglia, amici ecc., per chiudersi in un van e portare la propria musica alle folle, o almeno a qualche dozzina di persone qua e là.
“What Drives Us” esplora le cause, racconta aneddoti personali ed esplora la fatica fisica e psicologica di girare in furgone per mesi, attraverso interviste a coloro che questa esperienza l’hanno vissuta davvero, come i membri di Black Flag, Dead Kennedys, Metallica, The Beatles e molti altri. Comunque il gruppo sarà anche in Italia, e precisamente il 14 giugno agli I-Days in programma a Mind, il Milano Innovation District.
Marmi del Partenone, con la Brexit torna in ballo la restituzione
Fonti Bruxelles sminuiscono, Londra ribadisce la sua proprietà
LONDRA
19 febbraio 2020
18:57
Anche la cultura finisce al centro del confronto post-Brexit fra Regno Unito ed Europa.
In particolare la questione che da tempo divide Londra e Atene: la restituzione dei marmi del Partenone, conservati da oltre duecento anni al British Museum nella capitale britannica.
La stampa anglosassone rilancia allarmata la notizia di una bozza di intesa redatta dai diplomatici di Bruxelles in vista delle trattative post-divorzio che devono aprirsi a marzo e nella quale è contenuta una clausola a protezione di “oggetti culturali rimossi illegalmente nei loro Paesi di origine”.
E’ in particolare il Times che sottolinea come i colloqui sull’accordo commerciale potrebbero essere utilizzati dal governo greco per portare avanti la causa della restituzione, sempre sentita come motivo di orgoglio nazionale.
Immediatamente a Londra si è pensato a un modo per riaprire la vecchia diatriba legale ellenico-britannica e il governo conservatore del premier Boris Johnson ha ‘alzato le barricate’ a scanso di ogni equivoco. Un portavoce di Downing Street si è affrettato a precisare che la bozza è ancora in fase di definizione e soprattutto ha escluso che i celebri marmi recuperati da Lord Elgin all’inizio del 1800 possano rientrare all’interno delle trattative con l’Ue.
Anche fonti diplomatiche di Bruxelles hanno confermato che la clausola non riguarderebbe i tesori artistici arrivati dalla Grecia, ma è rivolta a contrastare il commercio illegale di antichità.
Carlo Conti, che emozione quel David a Sordi…
Torna anche con la Corrida. Amadeus a Sanremo? “Benissimo”
19 febbraio 2020
10:10
La quinta volta (nel 1999, nel 2000, e dal ritorno della manifestazione in Rai nel 2018), come conduttore della serata in diretta dei David di Donatello, il 3 aprile in prima serata sull’ammiraglia del servizio pubblico, e prima il ritorno con la Corrida, dal 21 febbraio sempre in prime time su Rai1. “Dai dilettanti allo sbaraglio al massimo della professionalità con il mondo del cinema, fra grandi attori e registi – commenta il presentatore a margine della conferenza stampa per la 65/a edizione del premio – E’ il bello del mio lavoro, poter passare da un genere all’altro, giocare con tutte le sfaccettature”. Per lui “è sempre un grande onore e una responsabilità” presentare i David, e le idee sulla serata sono già chiare: “Dare molto ritmo, giri di pagina veloci, in modo che tutti possano avere lo spazio che meritano sul palcoscenico, perché il cinema è un gioco di squadra. Naturalmente ogni tanto ci saranno momenti di intrattenimento, soprattutto musicali, per riprendere fiato”. Per il conduttore, uno dei ricordi più belli del premio, è “l’aver dato un David alla carriera ad Alberto Sordi, nel 1999: “Ci eravamo sentiti al telefono, per decidere cosa fare, ma quando siamo stati sul palco non ho resistito, l’ho guardato negli occhi e gli ho detto ‘Il giardino di mia zia è pieno di fuori’, citando la famosa scena dell’esame di francese in ‘Guardia, Guardia scelta, brigadiere e maresciallo’. Lui mi ha sorriso e ha iniziato ‘le jardin, de la soeur de ma mère…’ è stato uno dei momenti più belli della mia carriera”.
Conti, reduce dal successo di ascolti su Rai1 della serata speciale sullo show teatrale con Panariello e Pieraccioni (“Un programma insieme? Per l’amor di Dio, dopo tre anni con loro a teatro non li sopporto più” dice scherzando) è molto felice anche del ritorno de La Corrida: “E’ un programma nel quale si vive di quella leggerezza che oggi si sente sempre meno. Là si respira allegria. Non c’è mai stato un concorrente fischiato che fosse uscito triste, anche perché dopo i fischi c’è un grande applauso che ringrazia chi partecipa per mettersi in gioco”.
Novità di quest’anno sarà la presenza di ‘giurati/opinionisti’ “allo sbaraglio, che potrebbero essere concorrenti degli scorsi anni o persone prese dal pubblico”. Per la prima volta Conti avrà come avversaria diretta Maria De Filippi con Amici: “Mi ha chiamato lei per dirmelo quando hanno ufficializzato la sua messa in onda – spiega Conti -. Non ci penso, si può vincere o perdere ma l’importante è fare un bel prodotto. Per me però è un problema grosso, perché non potrò vedere uno dei miei programmi preferiti, Amici, e lei non potrà vedere forse uno dei suoi programmi preferiti, La corrida… ci dovremo registrare”. Ha seguito da casa Sanremo? “Certo, e si è verificato quello che avevo detto, Amadeus l’ha fatto benissimo. Lui è della mia stessa pasta, veniamo dalla radio, ha scelto delle ottime canzoni. Ha capito che quella è una meravigliosa messa cantata che va recitata nella sua sacralità e così è stato, Gli avevo detto fra l’altro, di ricordarsi che a Sanremo se fai uno starnuto è una broncopolmonite… Qualche giorno fa mi ha chiamato per dirmi che aveva capito cosa volessi dire”. Conti commenta, rispondendo ai giornalisti, anche il prossimo ritorno su Rai1 dell’amica Antonella Clerici: “Lei sa benissimo come agire, farà sicuramente la scelta giusta quando si confronterà con il direttore. Che torni adesso o a settembre comunque Antonella c’è, è un pezzo del cavallo, un pezzo della Rai”.
Benji & Fede si separano, il 3 maggio ultimo concerto
In un libro la storia della loro amicizia e della loro decisione
18 febbraio 2020
09:45
Come canterebbero Benji e Fede “succede tutto per una ragione e la ragione magari sei tu…”. Ma è anche vero che alle parole i loro fan, volendo, potrebbero “aggrapparsi” analizzando da cima a fondo il comunicato ufficiale diffuso da Warner Music, la major che da subito ha creduto nel duo artistico modenese che oggi ha annunciato che quella del 3 maggio all’Arena di Verona sarà per il momento l’ultima volta in cui si esibiranno insieme. Sarà un concerto evento che ripercorrerà la loro carriera dagli esordi fino all’ultimo album Good Vibes (il loro quinto numero uno in classifica) e sarà anche l’occasione di festeggiare un’incredibile storia di musica e amicizia. E proprio per raccontare questa storia, compresi i lati più inediti e delicati, Benji & Fede hanno deciso di raccogliere i loro pensieri nel libro Naked, in uscita il 17 marzo (Mondadori Electa). “Non è stata una scelta facile, Vi vogliamo bene” – scrivono ai fan.
Insomma i due artisti vogliono tornare a essere Banjamin Mascolo e Federico Rossi e per riprendersi nome e cognome hanno bisogno di riprendere in mano ciascuno la propria vita. Ora gli appuntamenti da non perdere sono due. Uno non procrastinabile, l’altro da gestire. Il 3 maggio a Verona per l’ultima volta, e sia chiaro per il momento, Benji &Fede si presenteranno insieme sul fronte del palco dell’Arena. Una storia artistica che è iniziata esattamente dieci anni fa: alle ore 20.05 (titolo del primo disco) del 10 dicembre 2010. Per approfondire, per entrare negli angoli più nascosti del loro sodalizio artistico ci sarà il libro nel quale confluiscono i loro pensieri. Si intitola Naked: pagine in cui il duo musicale svela tutti i retroscena di un incredibile successo.
Queste le parole con cui Benji & Fede hanno annunciato la loro separazione. “Il 3 maggio chiuderemo questa fase della nostra vita. Leggendo questo libro capirete che la nostra storia è stata bellissima, speciale, irripetibile ma anche intensa e faticosa. “Non so come fate a fare questa vita”, ci dicono qualche volta gli amici. La verità è che non avremmo potuto fare altro. Solo che non puoi vivere perennemente a duecento all’ora restando la stessa persona, e per ritrovare la magia di quello che facciamo abbiamo bisogno di ritrovare noi stessi.
Semplicemente Federico e Benjamin. Abbiamo scritto questo libro perché sentivamo di doverlo spiegare a tutti coloro che hanno creduto in noi, per far comprendere meglio la nostra scelta.
Abbiamo sempre condiviso tutto, sin dall’inizio, ed era giusto farlo anche ora. Vi racconteremo tutti i retroscena della nostra vita in questi anni, e perché abbiamo deciso che, per ora, l’Arena di Verona sarà il nostro ultimo concerto. Non è stata una scelta facile. Vi vogliamo bene”.
Naturalmente sul web si è scatenata l’isteria collettiva dei fan, disperati per queste parole che non lascerebbero spiragli per eventuali ripensamenti. Decine e decine i commenti sui social in queste due ore dopo che i cantanti dal loro profilo comune hanno annunciato questa decisione. C’è anche chi spera che sia solo una breve pausa, che non sia vero, alcuni non ci vogliono credere.
Benjamin Mascolo e Federico Rossi sono nati a Modena, rispettivamente nel 1993 e nel 1994. Si sono conosciuti nel 2010 su Facebook (Benji all’epoca viveva in Australia, Fede in Italia). Nel 2015 è uscito il loro primo album 20:05 e nel 2016 il secondo, 0+ entrambi certificati platino. Siamo solo noise” (2018)- Platino. “Good Vibes” (2019) – è Oro. Da segnalare tra i singoli Dove e Quando (2019) – Quadruplo Disco di Platino; Moscow Mule ( 2018) – Doppio Disco di Platino. La loro biografia illustrata Vietato smettere di sognare è un bestseller da 100.000 copie. Benji & Fede hanno realizzato uno speciale cameo nel film di animazione “Toy Story 4” dando voce a due ranocchiette, fra gli ambiti premi del luna park in cui è ambientata parte della nuova avventura, oltre a interpretare una nuova versione dell’iconico brano firmato da Randy Newman “Hai un Amico in Me” (“You’ve Got a Friend in Me”) che accompagna i titoli di coda del film.
Benji & Fede si sono impegnati e dato il loro volto per un una serie di attività legate al sociale, nell’ultimo anno in particolare hanno partecipato il 30 giugno allo spettacolo conclusivo del Pride Milano, sono stati tra i protagonisti dell’iniziativa del Comune di Milano #paritàdigenere “Mettiamoci la faccia” realizzata in occasione dell’8 marzo per difendere e celebrare i diritti delle donne e hanno dimostrato attenzione per i bambini ricoverati al policlinico di Modena andando a suonare per loro e coinvolgendoli nella realizzazione di uno dei brani dell’ultimo album. Tra le curiosità, mel 2017, è uscita in tutte le edicole la raccolta di figurine di “Benji & Fede”. Il duo modenese è stata la prima band italiana ad essere totalmente protagonista della nuova raccolta Panini che ha la sua sede proprio a Modena.
Franco Ferrarotti, la memoria e la vita
Il 19/3 con Marietti 1820 Scritti autobiografici del sociologo
07 marzo 2020
14:35
– FRANCO FERRAROTTI, OPERE. SCRITTI AUTOBIOGRAFICI (Marietti 1820, Vol.1, pp.852, 50 euro; Vol.2, pp.926, 50 euro) Un tuffo nei ricordi personali e familiari mediati e “contaminati” dalla sterminata cultura di uno dei principali intellettuali del nostro Paese, ma soprattutto un atto d’amore verso un bosco salvifico dell’infanzia che ha costituito una concreta via di guarigione per quello che, tanti anni fa, era un bambino fragile e malato: arriva con Marietti 1820 in libreria il 19 marzo, in due volumi, “Opere. Scritti autobiografici” di Franco Ferrarotti, padre della sociologia italiana e titolare della prima cattedra universitaria in Italia dedicata a questa disciplina nonché diplomatico e deputato indipendente al Parlamento italiano dal 1958 al 1963.
Negli Scritti, un autentico tributo in cui il sociologo di Palazzolo Vercellese oggi 93enne vuole rendere grazie al respiro di quel “rifugio” naturale mai dimenticato e sempre presente nel cuore e nella mente – il bosco della grande casa dei bisnonni materni, a Robella, provincia di Asti – che ha restituito aria e futuro ai suoi polmoni dati per spacciati quando era bambino, Ferrarotti parte dalla propria vita (dall’infanzia contadina e povera alla vita universitaria) e dalle riflessioni esistenziali per allargare lo sguardo e parlare dell’evoluzione del nostro Paese.
In questa imponente opera autobiografica Ferrarotti, professore emerito di Sociologia all’Università di Roma “La Sapienza” e direttore della rivista La Critica sociologica, presenta al lettore il racconto dei viaggi fatti negli Stati Uniti e in Amazzonia, i ricordi delle esperienze nella diplomazia e nella politica e gli omaggi agli amici e maestri Pavese, Abbagnano, Balbo e Olivetti.
Il grande sociologo è dunque ancora protagonista nelle scelte editoriali di Marietti 1920, casa editrice che di Ferrarotti ha già curato la pubblicazione degli Scritti teorici (due volumi usciti nel settembre 2019) e delle Ricerche sul campo (due volumi usciti a febbraio 2020), per un totale con questi due ultimi volumi di quasi 5000 pagine. Nel primo volume de “Opere.
Scritti autobiografici” sono contenuti i testi: Atman. Il respiro del bosco; L’anno della quota Novanta; Pane e lavoro! Memorie dell’outsider; I grattacieli non hanno foglie. Flash americani; 1951: oltre l’Oceano; La vera America; I doni dell’Amazzonia; Diplomatico per caso. La Parigi degli degli anni Cinquanta raccontata da un giovane osservatore; Nelle fumose stanze. La stagione politica di un “cane sciolto” (pagine 852, prezzo euro 50). Il secondo volume propone invece: Un anno qualunque. Pensieri, persone, circostanze. 1965; L’anno della svolta; L’anno dell’ottuagenario riluttante. 2006; Al Santuario con Pavese; Un greco in via Po; Il conte di Vinadio; La concreta utopia di Adriano Olivetti; L’uomo di carta. Archeologia di un padre; Il poligrafo svergognato (pagine 926, prezzo euro 50).

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DALLE 12:50 DI LUNEDì 10 FEBBRAIO 2020

ALLE 14:57 DI LUNEDì 17 FEBBRAIO 2020

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L’allarme di Brera, in Italia biblioteche a rischio
Nel 2022 alla Braidense un solo bibliotecario, non sostenibile
10 febbraio 2020 12:50
-Per capire i problemi che stanno vivendo le biblioteche nazionali in Italia basta guardare i numeri della Braidense, che è la terza per importanza dopo le biblioteche nazionali di Roma e Firenze: nel 2005 aveva 145 dipendenti di cui 32 bibliotecari, nel 2022 i dipendenti scenderanno a 27 e di bibliotecari, se non ci saranno nuovo concorsi, ne resterà uno solo. Un numero a dir poco esiguo considerando il suo patrimonio di un milione 500 mila volumi e 125 mila visitatori l’anno. “Questo trend non è sostenibile”, ha spiegato James Bradburne, il direttore di Brera, complesso di cui la Braidense fa parte. Per questo ha approfittato della conferenza stampa indetta per presentare le attività in programma quest’anno in biblioteca (mostre, conferenze, letture di grandi attori) per lanciare l’allarme: “ci sono biblioteche a rischio chiusura” o comunque in una situazione tale che “dobbiamo affrontare come società”. Alla Braidense “è diventata difficile anche la semplice apertura quotidiana dei servizi”, ha detto Maria Goffredo, la direttrice della biblioteca dove da qualche tempo la sala consultazione resta chiusa il venerdì e il sabato, la sala manoscritti il venerdì e il servizio di consegna lunedì e venerdì pomeriggio. C’è bisogno di “sostegno” anche perché, ha sottolineato Bradburne, le biblioteche, a differenza dei musei, non possono contare sugli introiti della biglietteria e nemmeno sulla consapevolezza che i turisti che attraggono a loro volta garantiscono guadagni a bar, ristoranti, negozi e hotel. In compenso hanno una enorme ricchezza e la mettono a disposizione, gratuitamente di tutti. “Dobbiamo trovare sostegno e sono sicuro che c’è”, ha detto spiegando che quello che pensa è a un mix di pubblico e privato. D’altronde a Brera dallo Stato sono arrivati fondi, anche importanti, che servono ad esempio a migliorare gli impianti, come quello di climatizzazione, ma che solo per questo possono essere utilizzati. Quindi, in attesa che arrivi nuovo personale (forse alla fine dell’anno) l’obiettivo che si è posto il direttore è di arrivare a trecentomila euro da sponsor per quest’anno. In questo modo si potranno affidare alcuni servizi con delle gare a cooperative, ad archivisti e intanto si potrebbe pensare a stage e borse di studio. “Credo che la soluzione sia agire a Milano. Se dobbiamo aspettare Roma…sappiamo che dobbiamo aspettare tanto”, ha aggiunto. Il problema principale è il personale (anche alla Pinacoteca di Brera capita che a causa di qualche malattia si debbano chiudere provvisoriamente uno o due sale), ma non è l’unico. Un altro è quello dei depositi. La Braidense è deposito legale della provincia di Milano. Questo significa che deve conservare ogni cosa che viene pubblicata nella capitale dell’editoria, non solo libri e giornali, ma anche ricettari e persino bollettini parrocchiali. E bisogna trovare il luogo adatto per ospitarli. Questione, questa, che si potrebbe affrontare con il Comune di Milano. “Di un grande deposito c’è un grande bisogno. Potrebbe essere un deposito aperto come a Parigi”.
Impressionisti segreti, una rivoluzione di bellezza
Documentario di Pini dedicato alla mostra di Palazzo Bonaparte
10 febbraio 2020
13:24
a luce come scintilla di vita, il colore per rappresentare la bellezza del mondo, e poi la creazione di una nuova tecnica per immortalare sulla tela l’istante perfetto: tutti i più affascinanti segreti di alcuni dei pittori più amati al mondo sono svelati in “Impressionisti segreti”, docu-film prodotto da Ballandi e Nexo Digital e diretto da Daniele Pini, che arriverà nelle sale cinematografiche il 10, 11 e 12 febbraio. Dedicato alla grande mostra in programma a Palazzo Bonaparte di Roma fino all’8 marzo, che a oggi ha registrato un pubblico di oltre 120.000 presenze e in cui per la prima volta la rivoluzione artistica del movimento impressionista viene raccontata attraverso cinquanta capolavori solitamente nascosti, il film propone al pubblico un’esperienza immersiva, complementare alla visita dal vivo dell’esposizione capitolina.
Da Manet a Caillebotte, da Monet a Berthe Morisot, e poi Cézanne, Sisley, Signac: ecco che il film, con un punto di vista privilegiato, dà l’opportunità di scoprire i capolavori di questi grandi artisti “vivendoli” dal di dentro, raccontandone la genesi e come vennero accolti dalla critica. Ma soprattutto il film spiega l’universo creativo dei pittori, la modalità del tutto peculiare con cui osservavano il mondo – tra luce, forme e colori – e come sperimentavano le varie tecniche per “forgiare” la rappresentazione sulla tela in base all’idea che nella mente avevano elaborato.
Nelle vesti di narratrici Claire Durand-Ruel e Marianne Mathieu, le due curatrici della mostra, che accompagnano gli spettatori dentro un racconto in cui le immagini dei quadri si uniscono alle analisi compiute da esperti, storici, artisti e altre figure legate al mondo della pittura moderna e della cultura visuale, tra cui gli storici dell’arte Alain Tapié e Sergio Gaddi, la scrittrice e saggista Melania Mazzucco, il fotografo e regista Fabio Lovino, l’artista Giuliano Giuman e il collezionista Scott Black.
“Abbiamo reso la mostra un confessionale intimo, dove il segreto degli impressionisti potesse essere evocato”, ha scritto nelle note di regia Daniele Pini, “Gli spazi sono stati trattati con l’utilizzo di luci a goccia e di riempimenti ai fondali per dare profondità e atmosfera all’ambiente. I quadri della mostra sono stati così resi i veri protagonisti del nostro film: le inquadrature larghe sono spesso accompagnate da lenti avvicinamenti con movimenti di camera fluidi che fanno perno sul quadro stesso”.
Per il pubblico è prevista anche la possibilità di accedere al cinema o alla mostra con uno sconto: conservando il biglietto della mostra e presentandolo alla biglietteria del cinema è infatti possibile avere una riduzione sul costo del biglietto per la visione durante i 3 giorni di programmazione. Inoltre, conservando il biglietto della proiezione al cinema del docu-film e presentandolo alla biglietteria di Palazzo Bonaparte è possibile vedere la mostra a tariffa ridotta.
Salone Libro: torna Adotta uno scrittore, 35 autori
Coinvolte per la prima volta 2 scuole del Sud
TORINO
10 febbraio 2020
13:47
– Torna Adotta uno Scrittore, progetto del Salone del Libro di Torino sostenuto da Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte in collaborazione con Fondazione con il Sud. Saranno coinvolti 35 autori per 34 adozioni: tra i nomi Marco Malvaldi, Mario Calabresi, Mauro Berruto, Ernesto Ferrero, Bruno Gambarotta, Alessia Gazzola, Paolo di Paolo, Chiara Valerio. Saranno adottati da 10 scuole secondarie di secondo grado, 4 secondarie di primo grado, 4 primarie, 2 università, due scuole del Sud e 12 scuole carcerarie. Gherardo Colombo e Fabio Geda saranno protagonisti di due adozioni particolari che vedono coinvolti detenuti e studenti.
Il progetto si estende a 8 regioni (Piemonte, Veneto, Campania, Sicilia, Basilicata, Puglia, Calabria e Sardegna), per la prima volta coinvolge due scuole del Sud e l’Università del Piemonte Orientale. In questi 17 anni ha coinvolto 11.521 studenti di 369 classi, 12 case di reclusione, un ospedale e un’università. Gli autori adottati sono stati 365.
Fotografia: Albert Ceolan Garden Photografer of the year
Grazie all’immagine ‘The Vaia Storm’
BOLZANO
10 febbraio 2020
13:50
– Il fotografo Albert Ceolan di Salorno è il vincitore dell’International Garden Photographer of the Year – Competition 13 – grazie all’immagine ‘The Vaia Storm’, sulla tempesta Vaia che ha colpito il Trentino-Alto Adige nell’ottobre 2018.
“Ceolan ha documentato una scena scioccante, ma nel contempo ben composta, che rappresenta da un lato la distruzione e dall’altro gli alberi rimasti, come segno di speranza”, si legge nella motivazione della giuria, capitanata da Tyrone McGlinchey.
Il concorso, così il presidente della giuria, ha introdotto la nuova categoria “Plants & Planet” per la nuova sensibiltà e presa di coscienza nei confronti dell’ambiente e dei cambiamenti climatici in questo momento di emergenza. Entrando a far parte di questa categoria gli iscritti al concorso hanno contribuito a piantare 78 nuovi alberi grazie al progetto WeForest in Brasile.
Ceolan è appena ritornato da Londra, dove gli è stato consegnato questo nuovo prestigioso premio che si somma agli altri sinora ottenuti.
Oscar: Yesterday, la canta Billie Eilish
Artista che ha sbancato ai Grammy il 17/7 a Milano in concerto
10 febbraio 2020
13:52
Memoriam, con le immagini dei grandi personaggi del cinema venuti a mancare nel 2019, fra i quali gli italiani Piero Tosi e Franco Zeffirelli. L’artista, che ha sbancato ai Grammy vincendo in cinque categorie, il prossimo 9 marzo debutta con un tour mondiale che il 17 luglio la porta anche a Milano (al MIND Innovation District dell’ex Area Expo), unica data italiana di sole 12 date europee. Suo è anche il tema musicale di No time to die, il prossimo James Bond, in sala dal 2 aprile.

Musica

Oscar Yesterday
James Bond
Franco Zeffirelli
Piero Tosi
Billie Eilish

RIPRODUZIONE RISE
Oscar: Gianni Morandi, mi chiamano come se avessi vinto io
Parasite bellissimo, contento dentro ci sia qualcosa di italiano
BOLOGNA
10 febbraio 2020
14:03
– “Oggi mi chiamano tutti come se avessi vinto l’Oscar ma l’Oscar l’ha vinto il film coreano non io…”. Così Gianni Morandi sui social commenta la statuetta più prestigiosa dell’Academy assegnata a Parasite di Bong Joon.
“Però la cosa bella – aggiunge il cantautore di Monghidoro – è che in questo film Parasite c’è dentro ‘In ginocchio da te’, una canzone che io ho inciso che non avevo nemmeno 20 anni”.
“Comunque sono contento”, conclude Morandi in un video messaggio sul social inframmezzato da spezzoni del film “il film è bellissimo e dentro c’è qualcosa di italiano”.
GruppoGiunti entra nel mercato di lingua inglese
Accordo con Quarto Group, grande editore di libri illustrati
11 febbraio 2020
09:33
– Il Gruppo Giunti e Quarto Group hanno firmato un accordo che sancisce l’acquisizione da parte dell’editore italiano del 20% della casa editrice fondata in Inghilterra nel 1976, quotata alla Borsa di Londra, con sede fiscale negli Stati Uniti e uffici nel Regno Unito, in Australia e ad Hong Kong. Nel 2016 la famiglia Giunti aveva acquisito la piena proprietà del marchio Bompiani. Un accordo – sottolinea il gruppo editoriale fiorentino – che guarda al futuro con un’idea chiara: “Siamo consapevoli delle evoluzioni che le nuove tecnologie impongono al mercato del libro e lavoriamo alla casa editrice del domani che avrà necessariamente un orizzonte internazionale. Portiamo grande attenzione alle possibilità offerte dalla distribuzione globale di Quarto, allo sviluppo di nuovi mercati anche ma non solo nel contesto anglosassone. Guardiamo con grande curiosità alla Cina, all’India, al sud est asiatico. Per l’editoria si aprono ancora opportunità infinite”, spiega il presidente Sergio Giunti.
Il patto, oltre ad una importante partecipazione economica da parte del marchio italiano, prevede la condivisione di competenze ed esperienze, il confronto continuo tra know how specifici nelle diverse attività editoriali, sinergie comuni per competere in nuovi scenari. Andrea Giunti, nipote di Sergio, avrà un posto permanente nel board di Quarto Group. “Sono molto lieto del supporto dato a Quarto dalla famiglia Giunti e dall’ingresso di Andrea nel consiglio di amministrazione”, commenta da Hong Kong Chuck Kin Lau, il socio di maggioranza di Quarto. Con un fatturato netto di 149 milioni di dollari, Quarto vende a livello globale in oltre 50 paesi, in 40 lingue, attraverso una grande varietà di canali. Dalla sua fondazione è uno dei più grandi editori globali di libri illustrati, per adulti e, da qualche tempo, ha sviluppato anche un importante area per ragazzi. Il marchio conta circa 350 dipendenti.
Daniela Tornatore, L’ultimo ricordo
L’importanza che hanno parole in una storia di vita e amore
10 febbraio 2020
15:10
– DANIELA TORNATORE, L’ULTIMO RICORDO (Leima, pp.144, 14 euro).
Ogni storia d’amore è, allo stesso tempo, unica, ordinaria nelle sue pecche e speciale quando esprime compiutamente l’impeto della passione. Anna e Paolo non sfuggono alla regola: si desiderano, si cercano, si feriscono, si allontanano per poi riprendersi e ricominciare tutto, chiusi come in un loop infinito di una relazione irrisolta, ma comunque capace di renderli in qualche modo felici.
Almeno fino al giorno in cui Anna, ormai stanca da una relazione logorante, sparisce definitivamente dalla vita di Paolo, soggetto schivo e a volte indisponente. Ma la fine di questa storia non è quella che ci si potrebbe aspettare. A portare alla luce questo intenso legame è Angela, testarda giornalista di razza. Sarà grazie a lei che la storia di Anna e Paolo potrà arricchirsi di un nuovo capitolo e compiersi nella sua straordinarietà. Il tutto a distanza di 20 anni. Daniela Tornatore, sorella del regista e premio Oscar, Giuseppe, firma della carta stampata e volto dell’informazione televisiva, al suo romanzo d’esordio, ci regala un’intensa testimonianza di come l’amore sia in grado di battere anche la malattia più subdola: quella che cancella una parte di noi, e che ci rende davvero umani, forse speciali, sicuramente più profondi. Quella malattia sulla cui gravità e sulle cui conseguenze troppe volte è stato calato un velo di silenzio che questo libro solleva con garbo e delicatezza.
‘L’ultimo ricordo’ (Edizioni Leima, dal 6 febbraio in libreria) è un libro sulle parole, ma anche una storia densa di emozioni. E’ delle parole che ci chiede di prenderci cura ogni giorno, senza sceglierle a caso, senza servircene come se ci fosse sempre tempo per rimediare. Perché le parole sono importanti e bisogna usarle. C’é più di una storia ne ‘L’ultimo ricordo’. Ci sono personaggi che diventano racconti, ci sono voglia di verità e informazione, ci sono unioni che sopravvivono, legami recisi, il bisogno di portare alla luce chi spesso viene relegato nell’ombra. E’ una storia travolgente in cui emerge una sola cosa: l’amore.
Jim Dine, la mia vita in mostra in 80 opere
Fino a 2/6 a Roma personale del gigante della pop art americana
10 febbraio 2020
21:30
( “Abbiamo lavorato tre anni per mettere insieme questa ‘storia’. Racconta cosa significhi essere me per tutto questo tempo e credo dica molto su ciò che sono come artista e come uomo. Come americano che vive in Europa”.
Ruvido, come solo i grandi possono, Jim Dine, il gigante della Pop Art americana e del Neo-Dada, 85 primavere a giugno e una collezione infinita di happening, creazioni, mostre, omaggi, arriva a Roma con la grande personale a cura di Daniela Lancioni, ospite di Palazzo delle Esposizioni che gli dedica anche un calendario di eventi fino al 2/6. In mostra più di 80 opere, dal 1959 al 2018, provenienti da collezioni pubbliche e private, al di qua e al di là dell’oceano, più immagini dei suoi celebri happening, con ricordi dalla voce dello stesso Dine, e una selezione di video interviste, oltre alle sue sculture in alluminio, i celebri Cuori, la sala tutta dedicata ai Pinocchio (con due poemi composti appositamente), la Black Venus del 2001 e due autoritratti: la testa di Head del 1959 e il dittico Two Large Voices Against Everything del 2016. Cosa è cambiato tra l’uno e l’altro? “Nulla, sono sempre io. Sono solo cresciuto e migliorato, come uomo e come artista”, risponde Dine, che vive ormai da tempo a Parigi e che sta già lavorando a una nuova mostra per l’autunno nella capitale francese. “Vivo qui, in Europa – racconta – non perché costretto, ma perché è una fonte di ispirazione e perché mi sento a mio agio, cosa che non sono negli Stati Uniti. Non so il motivo – mette le mani avanti – Oggi sono più libero, posso fare quello che voglio. No, non perché sono un grande artista, ma perché sono anziano. Anche perché – sorride – io non lo so se sono davvero un grande artista. Sono invece assolutamente certo di avere 85 anni”. Dine tornerà a Palazzo delle Esposizioni, il 18/3, per il reading House of Words con Fabrizio Ottaviucci al pianoforte e Daniele Roccato al contrabasso.
A Bard i capolavori della Johannesburg Art Gallery
Dal 14 febbraio al 2 giugno, con Degas, Picasso, Monet
AOSTA
10 febbraio 2020
16:05
– Dagli Impressionisti a Picasso, i capolavori della Johannesburg Art Gallery saranno presentati in una mostra al Forte di Bard dal 14 febbraio al 2 giugno. In esposizione una selezione di 64 opere “dallo straordinario valore artistico, provenienti dal principale museo d’arte del continente africano”.
Tra le opere esposte spiccano quelle firmate da alcuni dei grandi maestri della scena artistica internazionale tra Ottocento e Novecento, da Degas a Dante Gabriel Rossetti, da Corot a Boudin e Courbet, da Monet a Van Gogh, da Mancini a Signac, da Picasso a Bacon, Liechtenstein e Warhol, fino ai più recenti protagonisti del panorama artistico sudafricano, primo fra tutti William Kentridge. “Una serie inaspettata di capolavori – si legge in una nota – che permettono di percorrere un vero e proprio viaggio nella storia dell’arte del XIX e XX secolo, spaziando dall’Europa agli Stati Uniti, fino al Sudafrica.
Aperta al pubblico nel 1910, la Johannesburg Art Gallery è il principale museo d’arte del continente africano e ospita una collezione di altissima qualità. Principale protagonista della nascita e della formazione della collezione fu Lady Florence Philips.
Morto Ugo Esposito, artigiano simbolo di S.Gregorio Armeno
77 anni,napoletano. Collega, ‘coltivava il bello e la qualità’
NAPOLI
10 febbraio 2020
20:03
– “Ha sempre coltivato il bello cercando di portare a San Gregorio Armeno prodotti di qualità.
Con lui scompare uno degli ultimi rappresentanti di una generazione di artigiani napoletani che ha fatto conoscere nel mondo la via dei pastori e dei presepi”. Così Ulderico Pinfildi, maestro artigiano, ricorda la figura di Ugo Esposito, 77 anni, i cui funerali si sono svolti oggi a San Marco di Castellabate (Salerno).
Molto conosciuto nell’ambiente, riferimento per i colleghi e per gli amanti delle produzioni artigianali col suo ‘Il mondo dei Pastori’, Ugo aveva sempre un consiglio da dispensare col sorriso sulle labbra, la battuta pronta e un immancabile caffè per conversare meglio. Nel suo atelier si potevano ammirare produzioni di qualità (uno dei suoi riferimenti era Armando Del Giudice, amico e fine artigiano), tessuti particolari, ‘composizioni’ che toglievano il fiato. Un vero paradiso per gli appassionati e anche per i bambini. Ricorda ancora Pinfildi: “Era artigiano ma anche rivenditore, un commerciante capace di promuovere il bello; si battè per la rinascita di San Gregorio Armeno insieme con importanti operatori come Giuseppe Ferrigno, la famiglia Maddaloni e altri ancora”. Fece anche parte del Capan (Consorzio artigiani presepe artistico napoletano) assieme allo stesso Pinfildi, Giuseppe Ercolano, Alfredo Molli, Giovanni Sinno partecipando a Castel dell’Ovo a ”L’ultima scena”, mostra del presepe artistico napoletano.
Nerd Show, 36mila visitatori (+20%) per fumetti e videogame
Successo per la 3/a edizione della manifestazione a BolognaFiere
BOLOGNA
10 febbraio 2020
16:09
– Si è chiusa con 36mila visitatori, +20% rispetto allo scorso anno, la terza edizione di ‘Nerd Show’, manifestazione dedicata al fumetto, ai videogame e alle star del web, nel quartiere fieristico di Bologna.
L’evento, organizzato da BolognaFiere in collaborazione con ModenaFiere, ha visto sabato e domenica la presenza di generazioni diverse ma unite in un viaggio nell’intrattenimento con aree interattive, shopping a tema, musica e show dal vivo (Giorgio Vanni, Cristina D’Avena e Gem Boy).
Notevole successo anche per i talk show, tra cui l’intervista di Yotobi a Renato Pozzetto o i monologhi di Barbascura X e Cartoni Morti, lunghe file per incontrare le webstar più amate, come LaSabri, Sbriser e Pow3er, palchi ‘assediati’ dai fan di Space Valley e Giovanni Muciaccia (Art Attack). È stato inoltre possibile vedere all’opera oltre 120 autori di fumetti, da Mirka Andolfo a Matteo Scalera, da Samuel Spano a Otto Schmidt. Tra le aree più frequentate anche il Palco Cosplay, con più di 150 cosplayer in gara.
Il Premio Biblioteca Lunelli a miglior libro sul vino
Tra i giurati Oscar Farinetti, Chiara Maci e Matteo Marzotto
10 febbraio 2020
16:12
– Il vino che è tra le voci più rilevanti del pil con un giro d’affari che nel 2019 è stato valutato tra i 12 e i 13 miliardi di euro ed è tra gli ambasciatori nel mondo del miglior made in Italy sarà, da quest’anno, anche il protagonista di un premio letterario. La Biblioteca Bruno Lunelli (www.brunolunellilibrary.it), aperta nel 2019 nel complesso di Villa Margon (Ravina di Trento) per iniziativa di Franco e Marcello Lunelli, ha infatti bandito un premio che porta il suo nome e riservato a titoli, di contenuto sia scientifico sia letterario, che, editi nel nostro paese, riguardino, il vino italiano.
Ci sarà un unico vincitore al quale andranno 5 mila euro. Sarà proclamato da una giuria che è presieduta da Marcello Lunelli e della quale fanno parte: Oscar Farinetti, Chiara Maci, Matteo Marzotto, Luca Nicolini, Alessandro Saviola, Luca Segrè, Fabio Tamburini.
Il premio Biblioteca Lunelli avrà cadenza annuale e per la prima edizione saranno presi in considerazione dai giurati i titoli pubblicati tra l’1 luglio 2018 e il 31 dicembre 2019. Il vincitore sarà scelto e proclamato entro il 30 aprile del 2020. QUI TUTTE LE INFO

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Musica: due date estive per i Sum 41
Ad agosto a Majano e al Bay fest di Bellaria
10 febbraio 2020
17:14
– I SUM 41, gruppo di culto della scena pop-rock-punk mondiale, torneranno in Italia quest’estate per due date, il 14 Agosto a Majano (Udine) e il 15 Agosto al Bay Fest di Bellaria (Rimini), con la tranche outdoor del loro “No personal space tour”, una lunghissima tournée in tutto il mondo iniziato qualche mese fa per promuovere il loro ultimo LP “Order in decline”.
Sulle scene da oltre 20 anni, forti di oltre 15 milioni di dischi venduti, i canadesi guidati da Deryck Whibley a Majano e al BayFest suoneranno oltre 25 canzoni, dalle più recenti ai loro cavalli di battaglia come “Catching Fire”, “Pieces”, “Fat Lip”, Still Waiting”.
Moda: agli Oscar il red carpet torna al bianco o nero
Dimenticati gli eccessi vince l’eleganza sobria
10 febbraio 2020
17:29
– Il red carpet degli Oscar 2020 appena conclusi, segna il ritorno all’eleganza classica del bianco o del nero, due colori basici che costituiscono una tela perfetta per scolpire le silhouette sartoriali più sensuali sul corpo femminile. Gli abiti dalla linee minimali hanno archiviato per il momento gli eccessi visti finora sui tappeti rossi dei grandi eventi internazionali. Addio dunque ai colpi di testa, ai colori choc, ai ricami esagerati: la 92/ma edizione degli Academy Awards sarà ricordata invece per il ritorno allo stile minimale, agli abiti dal taglio perfetto, in colori sobri. Ha scelto il candore lunare delle paillettes bianche la trionfatrice degli Oscar nei panni di Judy Garland, Renée Zellweger che si è aggiudicata in abito lungo monospalla di Armani Privé. Anche Salma Hayek ha preferito l’abito total white drappeggiato su una spalla, di Alessandro Michele per Gucci. Total black, invece, peri Charlize Theron che ha scelto un abito lungo della maison Dior con profondo spacco sulla gonna e corsetto scolpito. Bianco interrotto sull’orlo della gonna arricciata da una fascia nera per Lea Seydoux in Louis Vuitton. Billie Eilish, che ha mostrato un look choc con capelli per metà verde ramarro e unghie lunghissime, si è esibita sul palco degli Oscar in una performance live, in camicia di Gucci nera, oversize a maniche corte e pantaloni con ricami GG in cristalli neri, maglia a collo alto con ricami all over in cristalli neri. Regale invece la mise indossata da Natalie Portman, in lungo verde scuro e oro, con cappa nera di Dior Haute Couture. Total black Chanel con broche appuntata al centro del corsetto per Margot Robbie.
Niente bianco o nero, ma color argento, per la doppiamente sconfitta (era candidata sia come protagonista che non) Scarlett Johansson, che si è consolata sfoggiando un abito in raso di seta silver, con una pioggia di collane di perline sul busto e piccola coda, firmato Oscar de la Renta. Silver anche per Janelle Monae in Ralph Lauren in abito con gonna larga e cappuccio incorporato. Penelope Cruz ha optato per un abito-bustier nero firmato Chanel, con gonna balloon e punto di vita segnato da un filo di perle bianche.
Oscar: made in Salento abito di Janelle Monae
Confezionato dalla stessa azienda della tutina di Achille Lauro
BARI
10 febbraio 2020
17:52
– Dopo il Festival di Sanremo, il Made in Salento approda anche alla 92/ma edizione dei premi Oscar dove la cantante e attrice statunitense Janelle Monàe ha indossato uno sfavillante abito chador in seta, tulle e lamé ricoperto da 168 mila cristalli Swarovski, realizzato e interamente cucito a mano per Ralph Lauren dalla Gda-Officina Tessile di Galatina (Lecce). Si tratta della stessa azienda che ha impreziosito con i cristalli la tutina indossata a Sanremo da Achille Lauro. Del peso di circa 35 chilogrammi, per realizzare l’abito della Monàe ci sono volute sei artigiane.
Musica: Mika a Umbria Jazz, al via la prevendita
Il suo “Revelation Tour” al Santa Giuliana il 15 luglio
PERUGIA
10 febbraio 2020
17:54
– Saranno disponibili da martedì 11 febbraio i biglietti per il concerto a Perugia di Mika che sarà a Umbria Jazz, il 15 luglio.
Si è conclusa da poco la sua tournée invernale – 12 concerti nei palazzetti dello sport, impresa nella quale mai nessun artista internazionale era riuscito – e già si lavora per preparare l’estate live.
Il “Revelation Tour”, prodotto in Italia dalla Barley Arts, farà quindi tappa a Perugia: lo conferma oggi Umbria Jazz in una nota dopo che lo stesso artista lo aveva annunciato giovedì, ospite del Festival di Sanremo.
I biglietti saranno disponibili da martedì alle ore 10 su https://www.umbriajazz.it/tickets/ Il tour di Mika è stato caratterizzato dall’introduzione del biglietto nominale, uno strumento per combattere il “secondary ticketing”.
Libri: presentato ad Assisi romanzo sulla Shoah
“Una luce nel buio” di Mirjam Viterbi Ben Horin
PERUGIA
10 febbraio 2020
17:56
– Presentato ad Assisi il romanzo inedito di Mirjam Viterbi Ben Horin “Gli abitanti del Castelletto, una luce nel buio della Shoah”. All’incontro, moderato dal giornalista del Tg1, Ignazio Ingrao, hanno partecipato il vescovo monsignor Domenico Sorrentino e il sindaco Stefania Proietti.
“In questo romanzo – ha detto il presule – c’è un dramma espresso con un codice straordinario che in definitiva è un giudizio di fuoco su quello che successe allora. Un giudizio dato con un codice da bimba di una fantasia spigliata, di una sognatrice che oppone al buio della Shoah un sogno luminoso che è un giudizio. Lei in qualche maniera ha tradotto il giudizio sull’orrore con una favola”.
Rivolgendosi in particolare agli studenti, la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, ha spiegato che oggi “continuiamo a fare ‘Memoria’ perché vogliamo trasmettere a voi ragazzi il senso della fiducia, ma anche della responsabilità”.
Il sindaco di Assisi, Stefania Proietti ha comunicato che “nel prossimo consiglio comunale verrà proclamata la cittadinanza onoraria per la pace a tutti i sopravvissuti italiani della Shoah”.
‘Torre Allianz, Milano’, un libro su un’icona dello skyline
Volume ricostruisce progettazione e costruzione del grattacielo
10 febbraio 2020
17:56
– ‘Torre Allianz, Milano’: è il titolo del libro presentato oggi al 47/esimo piano del grattacielo progettato dagli architetti Arata Isozaki e Andrea Maffei. Il volume, edito da Electa per la collana Electaarchitettura in collaborazione con Allianz, è anche un importante lavoro di ricostruzione ed illustrazione dell’ambizioso progetto urbanistico ed architettonico che ha dato vita al nuovo business district di CityLife. Torre Allianz, con la sua slanciata figura di cristallo e i suoi 207 metri d’altezza dal piano città, è il grattacielo più alto d’Italia per numero di piani (50) ed è divenuta un icona del nuovo skyline di Milano. La presentazione ha visto le testimonianze di alcuni tra i protagonisti: l’architetto Andrea Maffei, l’architetto Luigi Colombo, ad di Colombo Costruzioni, l’ingegnere Luca Buzzoni di Arup Italia, il professor Francesco Dal Co, direttore di Casabella, il curatore del volume Marco Biagi e il responsabile della comunicazione e dei rapporti istituzionali di Allianz, Carlo Rossanigo. Il volume ripercorre il processo progettuale e costruttivo della Torre Allianz di Milano con diversi contributi autoriali, in edizione bilingue italiano e inglese, ed è corredato da importante portfolio fotografico. Il libro ospita le prefazioni del Sindaco di Milano Giuseppe Sala e dei vertici di Allianz, a firma della presidente Claudia Parzani e dell’ad Giacomo Campora.
All’interno anche i “numeri da record” della Torre Allianz: 53.000 mq di superficie totale, 24.000 mq di vetrate in cristallo, 14.000 tonnellate di acciaio, 2.980 mq di murale dipinti lungo le scale dell’edificio, 800 km di cavi elettrici, 180 tonnellate di peso per ciascuna delle due belt trusses di 36,1 metri di lunghezza, posizionate a metà del grattacielo e visibili sulle facciate. La larghezza della pianta è di 24 metri, rapportati ai 61,5 metri di lunghezza per 207 metri di altezza, proporzioni che fanno descrivere il grattacielo come una slanciata lama di cristallo.
‘Torre Allianz, Milano’, un libro su un’icona dello skyline
Volume ricostruisce progettazione e costruzione del grattacielo
MILANO
11 febbraio 2020
15:11
‘Torre Allianz, Milano’: è il titolo del libro presentato oggi al 47/esimo piano del grattacielo progettato dagli architetti Arata Isozaki e Andrea Maffei. Il volume, edito da Electa per la collana Electaarchitettura in collaborazione con Allianz, è anche un importante lavoro di ricostruzione ed illustrazione dell’ambizioso progetto urbanistico ed architettonico che ha dato vita al nuovo business district di CityLife. Torre Allianz, con la sua slanciata figura di cristallo e i suoi 207 metri d’altezza dal piano città, è il grattacielo più alto d’Italia per numero di piani (50) ed è divenuta un icona del nuovo skyline di Milano. La presentazione ha visto le testimonianze di alcuni tra i protagonisti: l’architetto Andrea Maffei, l’architetto Luigi Colombo, ad di Colombo Costruzioni, l’ingegnere Luca Buzzoni di Arup Italia, il professor Francesco Dal Co, direttore di Casabella, il curatore del volume Marco Biagi e il responsabile della comunicazione e dei rapporti istituzionali di Allianz, Carlo Rossanigo. Il volume ripercorre il processo progettuale e costruttivo della Torre Allianz di Milano con diversi contributi autoriali, in edizione bilingue italiano e inglese, ed è corredato da importante portfolio fotografico. Il libro ospita le prefazioni del Sindaco di Milano Giuseppe Sala e dei vertici di Allianz, a firma della presidente Claudia Parzani e dell’ad Giacomo Campora.
All’interno anche i “numeri da record” della Torre Allianz: 53.000 mq di superficie totale, 24.000 mq di vetrate in cristallo, 14.000 tonnellate di acciaio, 2.980 mq di murale dipinti lungo le scale dell’edificio, 800 km di cavi elettrici, 180 tonnellate di peso per ciascuna delle due belt trusses di 36,1 metri di lunghezza, posizionate a metà del grattacielo e visibili sulle facciate. La larghezza della pianta è di 24 metri, rapportati ai 61,5 metri di lunghezza per 207 metri di altezza, proporzioni che fanno descrivere il grattacielo come una slanciata lama di cristallo.
Sanremo: Paolo, il ragazzo con la Sla, canterà nelle scuole
l’anticipazione a La Vita in Diretta su Rai1
10 febbraio 2020
19:37
– Paolo Palumbo, il rapper malato di Sla che ha commosso il pubblico del 70° Festival di Sanremo, girerà le scuole d’Italia con il brano “Io sono Paolo”, cantato all’Ariston grazie a un sistema di riproduzione vocale. La notizia è stata anticipata oggi nel corso de La Vita in Diretta, la trasmissione di Rai1 condotta da Lorella Cuccarini e Alberto Matano, da Nunzia De Girolamo, ex politica e noto volto tv.
“Dopo aver ascoltato Paolo a Sanremo – ha spiegato la De Girolamo – ho lanciato un’iniziativa. Avevo detto che sarebbe stato bello se il Governo avesse fatto girare nelle scuole la canzone di Paolo, per aprire un dibattito fra i giovani, per insegnare loro ad amare la vita e a non fare uso di alcol e droga che spesso la vita la rovinano. Ho sentito il ministro Franceschini, lui ha sentito la ministra dell’Istruzione e Paolo sarà in giro nelle scuole italiane con la sua canzone. In settimana incontriamo la ministra per mettere in campo questa iniziativa”.
Tutto quello che c’è da sapere sui Marlene Kuntz
Godano, frontman della band, racconta 35 canzoni
10 febbraio 2020
20:12
– CRISTIANO GODANO, NUOTANDO NELL’ARIA, LA NAVE DI TESEO, PP.350 , EURO 15,30 Si intitola “Nuotando nell’aria”, come una delle loro canzoni più note, edito da La Nave di Teseo, il libro in cui Cristiano Godano, frontman dei Marlene Kuntz si racconta e passa al setaccio della memoria ogni pezzo degli album che consegnarono il gruppo piemontese alla storia del rock italiano. Da Catarchica (1994) a Il Vile (1996) a Ho ucciso paranoia (1999): i primi tre album della carriera dissezionati con lucida autocritica e la voglia di portare il lettore “in tutto ciò che ha preceduto la scrittura dei testi”, sconfinando inevitabilmente (e piacevolmente) “nei territori dell’autobiografia”.
Venerdì 14 febbraio, il volume verrà presentato al pubblico a Roma al Contemporary Cluster di Palazzo Cavallerini Lazzaroni.
Sarà lo stesso Godano a raccontare – nel corso di una conversazione vis a vis con il pubblico moderata da Giacomo Guidi – l’inedita messe di aneddoti e notizie che costituisce uno dei principali punti di forza del volume.
Cristiano Godano Unplugged Nella seconda parte della serata, alcuni dei pezzi raccontati e commentati durante la conversazione con il pubblico saranno protagonisti di un intimo concerto unplugged.
Tv: Fiorello-De Filippi fa irruzione ai Soliti ignoti
Scherza con Amadeus, “non ci vedremo più, almeno non in tv”
10 febbraio 2020
21:08
– L’onda lunga di Sanremo travolge anche i Soliti ignoti. Amadeus ha appena aperto la puntata , presentando come ospite speciale Diodato, fresco vincitore del festival, quando in studio fa irruzione Fiorello travestito da Maria De Filippi. “Eccomi, sono il Solito ignoto. Il cerchio si chiuderà questa sera – scherza lo showman – dopo di che, te lo dico davanti a tutti, non ci vedremo mai più, non in tv almeno.
La nostra amicizia finisce qui!”.
“Mi sono rivisto”, continua Fiorello tra le risate generali.
“Per te ho fatto la De Filippi, il prete, il coniglio e la De Filippi insieme, ho inseguito Morgan che inseguiva Bugo che inseguiva Morgan per tutto l’Ariston. Mi sono abbioccato dietro le quinte, ho bevuto thermos di caffè per restare sveglio”.
Dopo aver giocato brevemente con i concorrenti, Fiorello saluta l’amico Ama: “Questo è il nostro ultimo abbraccio su Rai1″.
Conto alla rovescia per lo Strega, i primi 5 nomi
Da Veronesi a Ferrari. Per proposte c’è tempo fino al 3/3
11 febbraio 2020
15:27
Si apre il sipario del Premio Strega 2020. Arrivano i primi nomi degli autori segnalati dagli Amici della Domenica, la storica giuria del premio, tra cui il già annunciato Sandro Veronesi con il suo apprezzatissimo ‘Il colibrì’ (La Nave di Teseo) che, al suo secondo premio Strega dopo la vittoria nel 2006 con ‘Caos calmo’, è il nome più forte.E cominciano a circolare le prime indiscrezioni sugli autori proposti tra cui il ritorno di Feltrinelli, che da anni non partecipava alla competizione, con l’esordio di un grande protagonista dell’editoria italiana: Gian Arturo Ferrari con il suo ‘Ragazzo italiano’. C’è tempo fino al 3 marzo per inviare le proposte che dal 2018 prevedono la possibilità di essere presentati da un solo Amico della Domenica, non più da due come in passato, con effetti che anche quest’anno, c’è da scommetterci, vedranno un’esplosione di segnalazioni con più di titoli di uno stesso editore. E lo stesso Comitato direttivo, che sceglierà i 12 titoli che si disputeranno la gara, si riservadi poter segnalare altre opere.
Sul sito del Premio Strega http://www.premiostrega.it sono stati pubblicati oggi i primi cinque autori segnalati. Sono oltre a Veronesi, proposto dall’Accademia degli Scrausi”anche solo per ricordare agli Amici della Domenica la forza commovente del suo protagonista Marco Carrera. Preghiamo per lui e per tutte le navi in mare”;Errico Buonanno con ‘Teresa sulla Luna’ (Solferino Libri), proposto da Chiara Gamberale che nella sua motivazione sottolinea come “oltre a essere nipoti di Teresa siamo figli del Novecento, il vero personaggio chiave di questo romanzo raffinato, originale e spiazzante”. Angelo Ferracuti con ‘La metà del cielo’ (Mondadori), proposto da Paolo Di Stefano che ne parla come di “un libro fra il memoir autobiografico e il romanzo di formazione nel cui centro si accampa la figura di Patrizia, moglie dello scrittore, troppo presto perduta”.
Giorgio Ghiotti con ‘Gli occhi vuoti dei santi’ (Hacca Edizioni), proposto da Biancamaria Frabotta che sottolinea come questa raccolta di racconti sia “di grande valore sia dal punto di vista formale che nella sostanza del suo messaggio” ed Ezio Sinigaglia con ‘L’imitazion del vero’ (TerraRossa Edizioni), proposto da Lorenza Foschiniche “colpisce per l’eleganza e la ricercatezza della scrittura e per l’originalità del soggetto: un racconto amorale che ricorda per lo stile, l’ironia e la bellezza della prosa una novella di Boccaccio”.
Tra le voci che circolano sulle altre segnalazioni, il romanzo di Ritanna Armeni, ‘Mara. Una donna del Novecento’ su cui sembra puntare Neri Pozza, in cui si racconta il percorso di emancipazione di una donna fascista. In casa Mondadori si parla di Ilaria Bernardini con ‘Il ritratto’ e di Romana Petri con ‘Figlio del lupo’. Rizzoli dovrebbe puntare su ‘Le creature’ di Massimiliano Virgilio e Bompiani, trionfatrice nel 2019 con ‘M.
Il figlio del secolo’ di Antonio Scuratisu Marta Barone e il suo ‘Città sommersa’ma anche su ‘La nuova stagione’ di Silvia Ballestra e si parla con insistenza di ‘Gotico americano’ di Arianna Farinelli, primo titolo di narrativa della collana Munizioni di Roberto Saviano. Tanti i titoli in ballo anche per Einaudi, da ‘Il cuore non si vede’ di Chiara Valerio ad ‘Almarina’ di Valeria Parrella a ‘Pietro e Paolo’ di Marcello Fois. Mentre Einaudi Stile Libero dovrebbe presentare Viola Ardone con ‘Il treno dei bambini’e Sellerio la monumentale storia familiare lunga tutto il Novecento, raccontata da una voce contemporanea, ‘Prima di noi’ del Premio Campiello 2014 Giorgio Fontana. Marsilio potrebbe proporre ‘Breve storia del mio silenzio’ di Giuseppe Lupo.
I dodici finalisti che concorreranno alla cinquina verranno proclamati il 15 marzo a Libri Come, la festa del libro e della lettura all’Auditorium Parco della Musica di Roma e i primi di giugno sarà votata la cinquina anche quest’anno quasi sicuramente al Tempio di Adriano a Piazza di Pietra a Roma e non, come è tradizione a Casa Bellonci, sede della Fondazione, per i lavori di ristrutturazione che vedranno trasformato l’appartamento romano in via Fratelli Ruspoli di Maria e Goffredo Bellonci in casa museo, grazie al sostegno delle istituzioni nazionali e regionali e al contributo di BPER Banca.
Gotor, Storia d’Italia verso il futuro
I fatti dal ‘900 a oggi, da sconfitta di Adua a vittoria Amazon
11 febbraio 2020
09:31
MIGUEL GOTOR, L’ITALIA NEL NOVECENTO. DALLA SCONFITTA DI ADUA ALLA VITTORIA DI AMAZON (Einaudi, pp. 568, 22 euro). È una lettura corposa, per numero di pagine e per densità di informazioni, e al tempo stesso fluida grazie a un registro narrativo che punta sulla chiarezza quella proposta da Miguel Gotor nel suo ultimo volume “L’Italia nel Novecento”, edito da Einaudi. L’inizio del racconto rimanda alla fine del XIX secolo, precisamente al 1 marzo 1896, quando con la sconfitta di Adua si chiusero un’epoca e un ciclo politico caratterizzati da un un orientamento repressivo e reazionario e si aprì di fatto l’inevitabile, e complesso, cammino verso la modernità del ‘900, fatto di sfide e grandi opportunità. Sbaglia chi pensa di trovarsi davanti alla “classica” storia d’Italia: o meglio, solo in parte è così. Di certo Gotor senza mancare di rigore scientifico racconta fatti e personaggi con dovizia di date e di particolari. Quello che cambia è tuttavia l’approccio, per così dire meno “polveroso”, al grande, complesso, infuocato magma della Storia: l’autore percorre il secolo scorso cercando di rifuggire ideologie e dogmatismo, spiegando i nodi cruciali e riflettendo con una obiettività sempre cercata. Gotor utilizza un linguaggio chiaro e “moderno”, pur non riuscendo a evitare la grande mole di pagine (come è normale, in una storia d’Italia che voglia essere completa ed esaustiva), e sceglie di suddividere il suo lungo racconto in tanti, brevi paragrafi (intitolati spesso con accattivanti nomi, tra canzoni e film).
Dalle guerre mondiali al boom economico, dal ’68 al terrorismo, e poi Mani Pulite, il crollo della “Repubblica dei partiti”, l’antipolitica, fino ai nostri giorni, al 2016, con la sconfitta di Matteo Renzi al referendum: ecco allora sfilare tra le pagine temi centrali nella storia italiana, tragedie e conquiste, personaggi celebri, e complessità che l’autore tenta di spiegare senza cadere nella banalizzazione. E al termine del libro, quando si apre il capitolo conclusivo dedicato ad Amazon e alla vittoria schiacciante (e insidiosa) del suo modello economico-organizzativo, il discorso riannoda tutti i suoi fili e diventa unico, come se si potessero unire i puntini in un grande, infinito disegno: a queste ultime pagine Gotor affida la sua riflessione, amara, sul mondo del lavoro di oggi ormai disarticolato, una realtà in mano al predominio delle macchine che, nel presente e soprattutto per il prossimo futuro, chiama in causa la classe politica a livello internazionale per un intervento efficace e risolutivo capace di rimettere al centro l’uomo.
Caterina Bueno, ‘raccattacanzoni’ e artista
Docu premiato a Festival dei Popoli, in sala dal 13 febbraio
11 febbraio 2020
14:26
“Poi arrivò il mattino. E col mattino un angelo. E quell’angelo eri tu”. Inizia così ‘Caterina’ il brano che Francesco De Gregori ha dedicato a Caterina Bueno, una delle maggiori interpreti e ricercatrici di canto popolare in Italia, scomparsa a 64 anni, nel 2007, per la quale il cantautore appena ventenne, nel 1971 aveva fatto da chitarrista, accompagnandola in una tournée. E’ solo uno degli incontri artistici che viene ricordato in ‘Caterina’, il documentario/ritratto della musicista toscana, firmato da Francesco Corsi che dopo aver vinto due premi al Festival dei Popoli, arriva in sala per un tour in varie città con Kine’ che partirà da Roma All’Apollo 11 giovedì 13 febbraio.
Il film non fiction riflette la complessità e la ricchezza della personalità umana e artistica di Caterina Bueno, proponendo un percorso non cronologico, ma più basato sulla musica e le suggestioni. E’ arricchito da straordinario materiale d’archivio, insieme a riflessioni, foto, brani, registrazioni totalmente inediti, provenienti dagli archivi dell’artista. Mirate le testimonianze di amici, e collaboratori, da Giovanna Marini, ai musicisti che hanno lavorato con lei. E’ un’immersione nella vita di una protagonista della canzone popolare sin dagli anni ’60 che nel 1967 era già stata al centro di un altro documentario on the road, realizzato per la Rai, Caterina Raccattacanzoni di Luciano Michetti Ricci e Francesco Bolzoni, di cui Corsi ha ritrovato le immagini date a lungo per perse. Intensi occhi chiari, carattere forte, generosa e fiera: Caterina Bueno ha speso anni a ricercare nelle campagne, di casa in casa, le canzoni popolari tramandate oralmente di generazione in generazione, per poi portarle a un pubblico, anche internazionale “non solo nella forma originale, ma anche nel modo in cui si sono trasformate nel tempo, trasmettendone le tensioni attraverso l’interpretazione” spiegava la musicista in un’intervista con Ruggero Orlando da New York a inizio anni 60. Nel suo immenso repertorio, ci sono canzoni ritrovate come, Cade l’uliva, Tutti mi dicon Maremma, Il lamento del contadino, Mamma mamma, mi sento un gran male, Maggio di roselle, Le maledizioni. La sua voce inizialmente più squillante poi più scura (anche a causa di traversie personali) ma sempre potente e da riscoprire, segna il suo lavoro, condiviso in alcuni tratti con paladine della canzone popolare altrettanto appassionate come Giovanna Marini. E’ lei nel film a ricordare anche esperienze non facili come un concerto negli anni ’60 trasformatosi in un confronto con il pubblico, che contestava si cantassero canzoni delle lotte del lavoratori. Certo, Caterina Bueno non ha mai amato i compromessi e ha portato avanti il suo percorso sempre più in solitudine, soprattutto dagli anni ’80, quando nei media si era perso interesse per quel tipo di ricerca: “Non esiste un movimento folk in Italia ma una moda – spiegava in un’intervista – che lo rende in buona parte una falsificazione”. Per lei “ogni regione fa un percorso diverso e la canzone popolare è il termometro di queste differenze”. In un’intervista del 1997, Dario Fo, la definisce “non solo vocalmente impressionante ma anche una grande ricercatrice che conosce il valore politico e culturale dei canti”. Corsi che era è partito dal ricordo delle musicassette con i canti popolari in casa sua da bambino, ha pensato “di raccontare Caterina – spiega – nell’ambito di un mio interesse per il tema della memoria personale e collettiva, e su come sia possibile salvarla senza scendere nella nostalgia”. Il regista ha voluto “rendere giustizia a Caterina per la sua passione e il suo lavoro”.
Marietti 1820, iniziano le celebrazioni per il bicentenario
Casa editrice festeggia in 9 città con mostra, lezioni, libri
11 febbraio 2020
12:25
viaggio in 9 città italiane, 11 lezioni e uno spettacolo, incontri con intellettuali e autori, una mostra con opere letterarie storiche e documenti, tante nuove pubblicazioni e un taccuino da collezione: sarà una lunga maratona tra libri e suggestioni quella che con l’iniziativa “Parole in viaggio” la casa editrice Marietti 1820 intraprenderà a partire dal 14 febbraio per festeggiare la propria storia, lunga ben due secoli. Ad aprire il primo degli appuntamenti di “Parole in viaggio”, in cui a ogni città sarà abbinata una parola, è la filosofa del linguaggio Carola Barbero che a Palazzo Graneri della Roccia di Torino leggerà il proprio testo dedicato all’amore. Poi sarà la volta di “avventura” a Genova (27 febbraio) con Gabriella Airaldi, “sguardo” a Milano (7 marzo) con Roberto Piumini e lo spettacolo per voce e fisarmonica con Nadio Marenco, “memoria” a Venezia (12 marzo) con Anna-Vera Sullam Calimani; e poi ancora “Costituzione” a Firenze (26 marzo) con Paolo Grossi, “futuro” a Roma (7 aprile) con Franco Ferrarotti, “disobbedienza” a Napoli (20 aprile) con Goffredo Fofi e “rito” a Messina (6 maggio) con Berardino Palumbo. A Bologna la Biblioteca dell’Archiginnasio ospiterà la mostra “Marietti 1820-2020. Due secoli di libri da Torino a Bologna” che, dal 1 ottobre al 29 novembre, racconterà i 200 anni di attività editoriale attraverso 16 vetrine di volumi, lettere e fotografie. Tra le novità editoriali, le Opere del sociologo e intellettuale Franco Ferrarotti, la Bibbia di Doré, il romanzo di Roberto Piumini, intitolato La barba del Manzoni, l’edizione critica di Sindbad il marinaio e La favola delle api di Émilie du Châtelet. Inoltre i lettori che parteciperanno agli appuntamenti di “Parole in viaggio” riceveranno in regalo un taccuino tascabile per appunti realizzato per le celebrazioni del 2020.
Un viaggio in 9 città italiane, 11 lezioni e uno spettacolo, incontri con intellettuali e autori, una mostra con opere letterarie storiche e documenti, tante nuove pubblicazioni e un taccuino da collezione: sarà una lunga maratona tra libri e suggestioni quella che con l’iniziativa “Parole in viaggio” la casa editrice Marietti 1820 intraprenderà a partire dal 14 febbraio per festeggiare la propria storia, lunga ben due secoli. Nata a Torino nel 1820 e ora, dopo varie vicissitudini, con sede a Bologna, Marietti ha proseguito negli anni il suo cammino puntando sulla qualità, riflettendo nelle sue pubblicazioni i mutamenti della società in continua evoluzione. Ad aprire il primo degli appuntamenti di “Parole in viaggio”, in cui a ogni città sarà abbinata una parola, è la filosofa del linguaggio Carola Barbero, che a Palazzo Graneri della Roccia di Torino leggerà il proprio testo dedicato all’amore. Poi sarà la volta di “avventura” (Genova, 27 febbraio, a Palazzo Ducale con la storica del Mediterraneo Gabriella Airaldi), “sguardo” (Milano, 7 marzo, al Teatro LabArca con lo scrittore Roberto Piumini e lo spettacolo per voce e fisarmonica con Nadio Marenco), “memoria” (Venezia, 12 marzo, all’Ateneo Veneto con la storica della lingua italiana Anna-Vera Sullam Calimani); e poi ancora “Costituzione” (Firenze, 26 marzo, al Liceo classico Michelangiolo con Paolo Grossi, presidente emerito della Corte Costituzionale), “futuro” (Roma, 7 aprile, con il sociologo Franco Ferrarotti presso la Biblioteca del Senato della Repubblica), “disobbedienza” (Napoli, 20 aprile, con il critico e saggista Goffredo Fofi al Teatro Casa Regina Mundi di Melito) e “rito” (Messina, 6 maggio con l’antropologo Berardino Palumbo alla libreria Feltrinelli).
A Bologna la Biblioteca dell’Archiginnasio ospiterà la mostra “Marietti 1820-2020. Due secoli di libri da Torino a Bologna” che, dal 1 ottobre al 29 novembre, racconterà i 200 anni di attività editoriale attraverso 16 vetrine di volumi, lettere e fotografie. Molte novità anche sul fronte delle pubblicazioni, dalle Opere del sociologo e intellettuale Franco Ferrarotti alla Bibbia di Doré, con un’introduzione del cardinale Gianfranco Ravasi, dal romanzo di Roberto Piumini, intitolato La barba del Manzoni, all’edizione critica di Sindbad il marinaio, a cura di Aboubrak Chraïbi e Ulrich Marzolph, e La favola delle api di Émilie du Châtelet, compagna e amante di Voltaire, in una prima edizione integrale assoluta dell’opera, a cura di Elena Muceni con testo originale a fronte. Ai lettori che parteciperanno agli appuntamenti di “Parole in viaggio” poi la casa editrice offrirà in regalo un taccuino tascabile per appunti realizzato appositamente per le celebrazioni del 2020: in copertina la parola “taccuino”, tradotta in 10 lingue e sei diversi alfabeti, e un’illustrazione della grafica Simona Tonna dal titolo «Libro arancione, tazzina blu».
Sul set Bastardi a mano armata con Marco Bocci
Coproduzione italo brasiliana per thriller di Gabriele Albanesi
11 febbraio 2020
14:12
– Iniziano a Fiumicino, e proseguiranno tra Roma e altre località laziali, le riprese di Bastardi a mano armata, thriller diretto da Gabriele Albanesi (Il Bosco Fuori ).
I protagonisti del film, scritto dallo stesso Albanesi insieme a Luca Poldelmengo (Cemento armato, Calibro 9) e Gianluca Curti (Calibro 9), sono Marco Bocci e Fortunato Cerlino. A completare il cast della pellicola, che vede un criminale appena uscito dal carcere recarsi in uno chalet di montagna per recuperare una ricca refurtiva e prendere in ostaggio i proprietari per impossessarsi del bottino, Maria Fernanda Candido (Il traditore), Peppino Mazzotta (Anime nere) e la giovane emergente Amanda Campana (Summertime di Netflix).
“Entriamo in produzione – Gianluca Curti, Amministratore Delegato di Minerva Pictures, che oltre a produrre il film ne firma anche la sceneggiatura, ha dichiarato – con un film di genere action tarantiniano, con un cast formidabile e una storia che è una successione continua di colpi di scena, credo proprio che sia scoccata l’ora del ritorno del film di genere italiano con ambizioni internazionali. È il secondo film che produco con Marco Bocci protagonista, Marco è un professionista straordinario ed un grande attore, vi sorprenderà con l’alchimia che si è creta con Cerlino e Mazzotta, anche se nel film se ne daranno di santa ragione…”.
Bastardi a mano armata è una co-produzione italo-brasiliana, prodotta da Santo Versace e Gianluca Curti per Minerva Pictures con Rai Cinema, in coproduzione con Boccato Productions (opera realizzata con il sostegno della Regione Lazio avviso pubblico attrazione produzioni cinematografiche POR FESR LAZIO 2014 – 2020, progetto cofinanziato dall’Unione Europea). POLITICA MONDO ECONOMIA

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Skianto di Filippo Timi diventa show su Rai3. La clip
Per l’attore in uscita anche un disco omaggio a Buscaglione
12 febbraio 2020
13:18
Un omaggio alla televisione italiana e ai suoi programmi, Sanremo e Fantastico in particolare. È lo ‘Skianto’ di Filippo Timi, che porta su Rai3 (e su http://www.raiplay.it) due prime serate di ‘one-man show’ rivisitando e riscrivendo il suo ormai famoso spettacolo teatrale.
La prima serata sarà il prossimo 13 febbraio con ‘Skianto Sanremo ’67’, per un viaggio nel festival della canzone italiana tra ricordi inediti del passato, raccontati da un Pippo Baudo nei panni di una guida-Virgilio, e nuovi e inaspettati finali fatti di ‘se’ e di ‘ma’. Tra storiche canzoni riarrangiate da Raphael Gualazzi e reinterpretate da Mario Biondi, Petra Magoni, China Moses, Simona Molinari (solo per citare alcuni dei protagonisti della serata) Timi si è chiesto, ad esempio, “cosa sarebbe successo se Tenco non fosse stato escluso?”.
La serata del 20 febbraio, invece, sarà dedicata ai grandi show del sabato sera con ‘Skianto Fantastico Show’: “il mio Skianto è stato ‘televizzato’ – scherza l’attore umbro alla presentazione al teatro Parenti di Milano inventando nuove parole -. Non è lo stesso spettacolo, c’è il concept”: da un lato lo stupore, accostamenti che spiazzano, l’ironia, il gioco del Timi sul palcoscenico, dall’altro “i glitter, balletti, i costumi”. Con Timi in questa serata anche Ornella Vanoni, in una versione inedita, e Alba Parietti.
Due show complementari seppur diversi che – sulla falsa riga dell’originale portato in teatro da Timi nel 2014 – uniscono balli, sketch, monologhi e musica per riflettere e omaggiare la televisione che “è una finestra sul mondo”.
“In tutti i miei spettacoli- spiega – ci sono dei riferimenti alla televisione perché rispecchia un po’ il pensiero della società contemporanea”.
E dopo il teatro e la televisione, Timi si dedica anche alla musica con un disco (in uscita sempre il 13 febbraio) in cui reinterpreta i più grandi successi di Fred Buscaglione.
“Buscaglione è una passione per me, mi è sempre piaciuto come cantava. Ha creato all’epoca un immaginario sconvolgente, uno schianto, e ha una parte attoriale molto forte in cui mi riconosco, nelle canzoni ti racconta delle storie”, ha detto l’attore.
“Quando canto – conclude – non balbetto e cantare è una gioia enorme, qualcosa di nuovo che non avevo mai fatto. sono due prime volte per me”.

La prima puntata Skianto Sanremo ‘67 Giovedì 13 febbraio, ore 21.20
In uno studio che ricostruisce quel Festival fatidico, si parte per un viaggio emozionale nel mondo festivaliero aprendo una nuova strada fatta di “se” e di “ma”. A fare da guida Pippo Baudo, una sorta di Virgilio che accompagna Filippo nel magico mondo del Festival, tra ricordi inediti e consigli. Non ci si attiene alla concatenazione dei fatti, ma la fantasia di Timi trascina lo spettatore in un mondo meraviglioso costruito su quello che sarebbe potuto essere e quello che potrebbe essere. Ecco allora che le canzoni, elaborate dal talento di Raphael Gualazzi – qui direttore musicale ed esecutore insieme con la sua band – vivono di nuova vita e creano panorami inediti che mescolano epoche diverse, passando da “Vita Spericolata” a “Non ho l’età” in un battito di ciglia. A dare nuova vita alle canzoni uno straordinario ventaglio di cantanti che si mettono alla prova cimentandosi con arrangiamenti arditi ed emozionali: Petra Magoni, Mario Biondi, China Moses, Simona Molinari, Marialuna Cipolla, Serena Brancale e lo stesso Gualazzi. Intorno a quest’ossatura musicale si muove la cifra di Filippo Timi fatta di poesia e di ironia insieme che si diverte a raccontare, incontrare ospiti, interpretare anche ciò che una voce non ha, ma che può fornire un punto di vista inedito del Festival come i fiori, muti – almeno fino ad ora – testimoni di vittorie e cadute, di trionfi e sconfitte e di tutto quel mondo magico che rappresenta Sanremo interpretati dallo stesso Timi e dalle amiche Iaia Forte e Marina Rocco che, insieme a Filippo danno voce ai fiori di Sanremo.
La seconda puntata Skianto Fantastico Show giovedì 20 febbraio, ore 21.40
Lo scenario cambia notevolmente. Siamo negli anni 80, gli anni dei grandi show del sabato sera, dei balletti, dei costumi glitterati, dei colori forti. Ma al punto di vista di Timi si affianca quello di sua cugina Daniella – protagonista dello spettacolo teatrale Skianto -, “nata con la scatola cranica chiusa”: un mondo solo all’apparenza impenetrabile, ma che nasconde meraviglie, dove tutto può succedere e i personaggi della tv si mescolano con quelli reali per creare universi fantastici e comuni insieme. L’immaginario misterioso di Daniella ci aiuta a dare voce a tutto quello che ci circonda, aprire nuove dimensioni. I punti di vista si moltiplicano e l’impossibile diventa possibile. Tutto prende vita e, attraverso Timi e i suoi ospiti, scopriamo i pensieri e le emozioni delle Piccole Cose: dalle cianfrusaglie che dimentichiamo nei cassetti, ai sassi che distrattamente calciamo per strada. Ad interpretarle, oltre ad un gruppo di giovani attori, Paolo Calabresi e Lucia Mascino. Anche qui la musica è sempre in pieno stile Skianto con miscele improbabili tra Scialpi e Edith Piaf, Heather Parisi e i Nirvana sapientemente gestiti dalla direzione musicale di Fabio Frizzi. Le canzoni sono interpretate da Petra Magoni, che con la sua voce unica dà nuovi significati alle melodie e naviga con sicurezza tra gli accostamenti azzardati in duetto con Timi e da sola. Canta e “danza” con Filippo in questo Skianto Fantastico anche Ornella Vanoni in una versione inedita. Anche Alba Parietti gioca con Filippo uscendo completamente dalla sua “comfort zone”. Torna sempre in vesti nuove e dissacranti Iaia Forte.
Morto Shabalala, fondatore Ladysmith Black Mambazo
78 anni, 5 Grammy, ambasciatore cultura Sudafrica
11 febbraio 2020
14:29
– Il musicista sudafricano fondatore del gruppo Ladysmith Black Mambazo, Joseph Shabalala, è morto all’età di 78 anni in ospedale a Pretoria, in Sudafrica. Lo riportano i media locali.
Shabalala ha fondato nel 1960 il gruppo corale che ha vinto cinque Grammy. Conosciuto per aver cantato anche con Paul Simon nell’album ‘Graceland’, il gruppo è stato ambasciatore globale della cultura sudafricana.
In una dichiarazione via Twitter, la band ha affermato: “Celebriamo e onoriamo il tuo cuore gentile e la tua vita straordinaria. Attraverso la tua musica e le milioni di persone con cui sei entrato in contatto, vivrai per sempre”. Secondo il giornale sudafricano ‘TimesLive’, Shabalala aveva passato ufficialmente la leadership del gruppo Ladysmith Black Mambazo a suo figlio Sibongiseni circa tre anni fa.
Kirkland e la sua Marilyn in mostra a Mestre
“Freeze Frame, 60 anni dietro le quinte del Cinema” dal 15/2
VENEZIA
11 febbraio 2020
14:59
– Douglas Kirkland, a soli 24 anni, nel 1961 immortala Marilyn Monroe ricoperta solo da lenzuola bianche e desta l’attenzione del mondo. Sei mesi dopo l’icona di un’epoca sarebbe scomparsa. Il leggendario servizio fotografico entrò a far parte della storia. Il Centro Culturale Candiani, in collaborazione con Photo Op, inaugurerà sabato 15 febbraio alle ore 17 nell’area espositiva del terzo piano la mostra “Freeze Frame, 60 anni dietro le quinte del Cinema”, una panoramica sugli oltre 60 anni di carriera, evidenziandone i momenti cruciali. A cura di Marta Cannoni, Livia Corbò e Elisabetta Da Lio Mostra realizzata con il supporto tecnico di Canon e Moab Paper. Un’ampia serie di fotografie scattate sui set dei più celebri film di Hollywood e del cinema internazionale, dagli anni ’60 al 2010 saranno in mostra al Candiani dando vita così a un percorso fotografico unico nel suo genere.
Post Malone torna in Italia per evento unico live
Il 17 giugno al Milano Summer Festival
11 febbraio 2020
15:07
– Dopo l’incredibile show a Roma nel luglio del 2018, Post Malone, artista multi-platino e nominato ai Grammy Awards, torna in Italia per un live unico, prodotto da Vivo Concerti, previsto per mercoledì 17 giugno 2020 all’Ippodromo Snai San Siro di Milano.
L’attesissimo tour europeo celebrerà “Hollywood’s Bleeding” (Republic Records), terzo disco di Post Malone pubblicato lo scorso 6 settembre, che contiene importanti featuring, tra i quali Ozzy Osbourne, Travis Scott e Lil Baby.
Il talentuoso artista di Dallas inizia la sua carriera nel 2015 senza voler dichiarare alcun genere di appartenenza: nel 2016 esce ‘Congratulations’ feat. Quavo, il primo singolo di Post Malone, che esordisce al #1 posto della classifica Billboard Top 200, ricevendo innumerevoli certificazioni multiplatino in tutto il mondo e la certificazione disco di diamante dalla RIAA. Nello stesso anno, l’artista pubblica il suo primo album dal titolo ‘Stoney’, disco che ha ottenuto un successo globale ed è entrato nella Top 10 della Billboard 200, ottenendo la #1 posizione nella classifica R&B/Hip Hop Album e consacrando Post Malone il “primo artista hip hop esordiente del 2016”.
Sulla scia del primo successo, nel 2018 esce “beerbongs & bentleys” che batte ogni record: il disco debutta alla #1 posizione nella Billboard Top 200 rivelandosi uno dei progetti discografici che ha ottenuto più streaming nell’arco di una sola settimana. Post Malone si classifica contemporaneamente con 9 brani nella Top 20 della Hot 100 Chart, divenendo così l’artista che registra il maggior numero di tracce presenti all’interno di questa classifica. Stesso record anche per la Top 40 della Hot 100, con ben 14 canzoni. Nello stesso anno, il singolo ‘Rockstar’ feat. 21 Savage è nominata ai Grammy e ‘Sunflower’ feat. Swae Lee è parte della colonna sonora del film ‘Spider-Man: Un nuovo universo’. Inoltre, Post Malone è headliner di numerosi festival in Europa e Stati Uniti, tra cui il Pinkpop (Paesi Bassi), il Rock in Rio Lisbon (Portogallo), il Lollapalooza (Stoccolma) e il Tinderbox (Danimarca) e registra il tutto esaurito per quasi tutte le date dei sui tour.
Panariello-Conti-Pieraccioni, lo show su Rai1
Trio a Sanremo? “Mai dire mai, magari tra 25 anni”
12 febbraio 2020
10:35
A loro basta poco per riaccendere la scintilla della complicità. Un’ amicizia trentennale (risale a 25 anni fa il loro primo spettacolo insieme), solida, partita dalla gavetta, che non ha bisogno di un copione, le parole scivolano fluide, spontanee, c’è alchimia quando si raccontano e confessano ai cronisti in un ristorante della capitale alla vigilia dell’arrivo su Rai1 della serata evento il 14 febbraio in prima serata in occasione della presentazione di ‘Panariello, Conti, Pieraccioni, lo show’, che conclude il tour triennale dei record dei tre amici toscani, con 85 repliche in 22 città sempre sold-out in palasport e teatri da nord a sud dell’Italia.
“Sul palco – spiegano – siamo complementari, parliamo agli occhi e al cuore”. I tre si sono ritrovati tutti insieme su un palcoscenico da autentici numeri 1 del cinema, della comicità e dello spettacolo.
Lo show che sarà trasmesso da Rai 1 la prima serata di San Valentino ha come palcoscenico il Teatro Verdi di Montecatini Terme, in provincia di Pistoia.
Trattandosi di un attore e showman, di un conduttore televisivo e di un attore/regista tra i più celebri del panorama nazionale risulta anche un mistero di come facciano i tre a conciliare impegni personali e questo «gioco di squadra» : “Abbiamo studiato bene l’incastro dei rispettivi impegni – spiega Conti – poi diciamocelo siamo talmente amici, si conoscono le famiglie, ci si vedeva a casa dell’uno o dell’altro”. Forse quello che proprio non ci aspettavamo era questo successo che ci ha costretto da quattro date iniziali ad arrivare a 85. Siamo partiti con l’idea di fare uno show all’Arena di Verona, poi sono venuti i palazzetti, infine siamo passati alla versione teatrale”. Panariello sottolinea che in teatro o in tv “il perno è Conti e noi due gli ruotiamo attorno”. “La ricetta – aggiunge Pieraccioni – è quella della comicità che nasce dallo sfottò, dal vernacoliere per capirici a quella del film di culto ‘Amici miei’ – Noi toscani siamo implacabili a prendere, ma anche prenderci, in giro. Ma allo stesso tempo c’è rispetto o fai ridere e va bene ma se la battuta è fine a se stessa , inutilmente cattiva o di disprezzo, può calare il gelo e sei finito in un secondo”. Pieraccioni ricorda come l’idea dello spettacolo è nata nel 2014 “ci siamo ritrovati al Palasport di Firenze per il compleanno dei cinquantanove anni di Francesco Nuti, e c’era anche Marco Masini. Ritrovammo il gusto del trio, decidemmo di riprovarci”.
I prossimi progetti vedono i tre artisti impegnati a confezionare spettacoli per teatro, cinema e televisione.
Giorgio Panariello da marzo aprirà a il 16 marzo Pescara il tour teatrale “La favola mia”, un one man show che riprende il titolo di una canzone di Renato Zero. Ma affronterò tutta la mia carriera, i miei personaggi e la mia storia. “Ma i mie personaggi subiranno diciamo degli aggiornamenti con l’attualità, il bagnino ad esempio andrà all’Unione europea per parlare di clima e incontrerà Greta”.
Com’è nata la vostra amicizia? Conti: ” Leonardo nel 1982 dovevo presentare un programma in una tv locale toscana, avevo da poco lasciato il posto in banca dove ero entrato dopo il diploma ma non era la mia strada. ” Il titolo dl programma radiofonico era Un ciak per artisti domani”. Pieraccioni faceva il magazziniere e l’imitatore, aveva 17 anni, quello prima di lui non aveva fatto ridere. Gli ho detto che aveva un minuto per farci divertire. E ci è riuscito, la gente era piegata in due. Io lo andavo a prendere anche a casa, non aveva la patente. Giorgio l’ho conosciuto nel 1985 in un programma di Raitre. Lui imitava Renato Zero” Carlo Conti è al lavoro per portare in tv la nuova edizione televisiva de “La Corrida-dilettanti allo sbaraglio”, cinque prime serata in onda di venerdì 21 sempre su Rai1, al suo fianco torna Ludovica Ceramis. Leonardo Pieraccioni, infine, in questi ultimi giorni è stato protagonista di un simpatico siparietto social con il sindaco del comune fiorentino di Bagno a Ripoli, ma com’è noto sta lavorando alla preparazione del suo nuovo film, le cui riprese inizieranno a giugno: “non posso dire nulla ma il protagonista sarà Marcello Fonte, l’ho visto in Dogman di Garrone e sono rimasto fulminato”. Fissata l’uscita, a novembre-dicembre con Rai Cinema.
Presente oggi anche il direttore di Rai1 Stefano Coletta, reduce dalla settimana sanremese dei record, inevitabile una domanda al trio toscano, ma voi lo condurreste un festival insieme? Carlo Conti risponde “Ma, forse fra altri 25 anni, chissà mai dire mai. Io di Sanremo va detto ne ho fatti 3 sono contento, ora ripetere la formula degli amici…..insomma si fanno battute”. Stefano Coletta a proposito del trio toscano sul palcoscenico dell’Ariston dice “del prossimo Sanremo, adesso tutti mi chiedono se lo rifarà Amadeus. Ogni volta è meglio parlare a bocce ferme” in merito al trio toscano è innegabile “sicuramente loro lo farebbero molto bene”. Pieraccioni concorda con Conti sulla non attualità di un ‘loro’ Sanremo, mentre Panariello è lapidario “Io l’ho già fatto Sanremo, Dio me ne scampi e liberi”.
In tv ZeroZeroZero, in tre continenti sulla rotta della coca
Sollima su Sky con serie ispirata a libro Saviano affresco crime
11 febbraio 2020
15:43
– Tra militari corrotti, mercanti di morte, boss della ‘ndrangheta, con salti dall’arcaismo medioevale delle cosche calabresi al glamour della borghesia criminale americana. Ispirata al libro omonimo di Roberto Saviano (Feltrinelli), sbarca in prima tv assoluta la serie ZeroZeroZero in otto episodi Sky Original, creata e firmata da Stefano Sollima regista dei primi due episodi. Dietro la macchina da presa troviamo anche i talentuosi Januz Metz e Pablo Trapero. Prodotta da Cattleya – parte di ITV Studios – e Bartlebyfilm, debutterà su Sky Atlantic e NOW TV, dal 14 febbraio alle 21.15. L’Aspromonte, New Orleans e Monterrey. I tre vertici del triangolo su cui si concentra il mercato mondiale della cocaina diventano gli scenari dei protagonisti.
Creata da Stefano Sollima e dagli head writers Leonardo Fasoli e Mauricio Katz, basata sul trattamento degli stessi Fasoli e Sollima con Stefano Bises e Saviano.
Oltre 40mila biglietti per live Una. Nessuna. Centomila
In tre giorni, appuntamento il 19/9 a Rcf Arena di Reggio Emilia
11 febbraio 2020
15:50
– In soli 3 giorni, sono stati già venduti oltre 40.000 biglietti per il live contro le violenze sulle donne: “Una. Nessuna. Centomila. Il Concerto”, in programma il 19 settembre alla RCF Arena Reggio Emilia (Campovolo), per raccogliere fondi destinati ai centri antiviolenza.
Sul palco 7 grandi artiste del panorama musicale italiano: Fiorella Mannoia, Emma, Alessandra Amoroso, Giorgia, Elisa, Gianna Nannini, Laura Pausini, che si alterneranno con la propria band. E non saranno sole: ognuna di loro inviterà un collega, un uomo, perché per una causa così impellente, il messaggio che partirà dal palco deve essere univoco, tutti insieme, uomini e donne, contro le violenze.
I proventi del concerto verranno erogati a strutture selezionate sulla base di criteri di trasparenza e tracciabilità, assicurando la sostenibilità nel tempo delle attività da loro realizzate e fornendo un supporto solido e duraturo alle vittime.
Moda: Scervino Resort sfilerà alla Monte-Carlo Fashion Week
Ospite il 14 maggio in apertura della VIII edizione (14-18/5)
11 febbraio 2020
15:59
– La collezione Ermanno Scervino Resort 2021 sfilerà il 14 maggio prossimo allo Sporting Monte-Carlo, in apertura della ottava edizione della Fashion Week monegasca, manifestazione di moda che si svolge a Monte-Carlo con l’alto patrocinio della principessa Charlene di Monaco, in programma dal 14 al 18 maggio.
“Monte-Carlo rappresenta da sempre per me il glamour – commenta Ermanno Scervino -fin dai tempi di Grace Kelly e delle patinate atmosfere del film Caccia al ladro. Un posto speciale dove sfilare la mia collezione, un posto che colpì la mia immaginazione fin da bambino durante un bellissimo viaggio con mio padre”. La settimana della moda, ideata da Federica Nardoni Spinetta, presidente e fondatrice della Chambre Monegasque de la Mode (CMM) vuole porsi come vetrina privilegiata e palcoscenico per stilisti internazionali e case di moda locali. Inoltre, in sintonia con le linee guida e i valori suggeriti dal principe reggente Alberto di Monaco, la CMM porrà grande attenzione alla moda etica e sostenibile. Primario anche l’impegno in ottica charity, con il supporto per il quarto anno consecutivo, alla Princess Charlene of Monaco Foundation, nata per volontà della principessa che è stata in passato una campionessa di nuoto, con l’obiettivo di salvare vite lottando contro gli annegamenti. Le sue missioni sono quelle di sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli dell’acqua, indicando ai bambini le misure preventive e naturalmente insegnando loro a nuotare.
L’America ebraica anni ’30 di Arthur Miller
ottimo spettacolo di Pugliese con Elena Sofia Ricci e Donadoni
11 febbraio 2020
16:03
– Un bello spettacolo classico, tradizionale ma davvero di alto livello, coinvolgente grazie agli interpreti che strappano applausi a scena aperta e una regia senza eccessi ma giusta e incalzante di Armando Pugliese che fa ben affiorare in superficie tutto ciò che è dietro il testo di questo ”Vetri rotti” di Arthur Miller all’Eliseo sino al 16 febbraio, indagine serrata sulle fragilità della condizione umana attraverso quella esemplare di una coppia ebrea newyorkese a fine anni ’30, mentre dalla Germania arrivano notizie terribili sulla ”notte dei cristalli” e la violenza atroce delle persecuzioni.
I vetri rotti sono così quelli delle vetrine dei negozi di ebrei tedeschi ma anche alludono a quanto è andato in frantumi nel rapporto di coppia di Sylvia e Philip, che si vogliono bene ma non hanno più rapporti da vent’anni, da quando lei cercò di dimostrare la propria indipendenza volendo trovarsi un lavoro e lui sentì messo in crisi il proprio ruolo di uomo. E’ tutto un passato che viene al pettine nel momento in cui Sylvia si ritrova su una sedia a rotelle con le gambe molli che non la reggono più, terrorizzata dalle foto e gli articoli che legge su quel che sta accadendo in Germania e a lui, che le dice ”Ma non ti riguarda, è a seimila miglia di distanza”, lei replica che in un’immagine di umiliazione estrema c’era un uomo che le pareva proprio suo nonno. Su queste sue paure trasferisce anche quelle per la propria condizione di donna che non si ritrova più, che non riconosce più se stessa dopo una vita di rinunce ai propri bisogni e modo d’essere e la sua paralisi, per il dottor Harry, è di natura psichica, è il grido di allarme del suo inconscio, del suo bisogno di attenzione e amore.
Il dottore e il marito sono due ebrei che, in diverso modo, provano a dimenticare se non a negare la propria identità. Harry da medico colto e razionalista che ha sposato una non ebrea e Philp in maniera più complessa, da una parte orgoglioso dei propri successi e quelli di suo figlio militare nonostante questa ”diversità” che nell’America razzista è un ostacolo, dall’altra temendola e nascondendola come non esistesse, almeno sino al giorno in cui, davanti a ingiuste accuse del suo capo, la rivendica e denuncia drammaticamente. E’ il segno della sua crisi profonda, aperta da quel che il dottore gli va dicendo sulle ragioni psicologiche della situazione della moglie, che ora non accetta più la sua rozzezza e lo respinge continuamente.
Quella corazza che si era costruito di uomo solido e tutto d’un pezzo si incrina e anche con Sylvia, via via nasce un nuovo confronto.
In questo psicologismo il testo rivela un po’ di superficialità e schematismo, rispetto ad altri di Miller, ma riesce a mantenere un certo ritmo serrato (grazie anche alla traduzione di Masolino D’Amico), un coerente sviluppo, un bel gioco di personaggi tra empatie e insofferenze, anche quelli di contorno tutti ben costruiti, che vivono grazie alla verità in alcuni momenti emozionante che gli danno gli ottimi interpreti, a cominciare dai tre protagonisti: la appassionata, dolorosa, intensa e misurata Sylvia di Elena Sofia Ricci, il delicato, graduale passare dalla durezza a un’apertura portata via via sino alla umana estrema fragilità di Maurizio Donadoni, le ombre che riesce a dare David Coco al suo pur poco sfaccettato medico insinuante e seducente. Con loro, tutti giustamente applauditi, sono Elisabetta Arosio, Serena Amalia Mazzone e Alessandro Cremona, tutti sulla quasi nuda scena firmata da Andrea Taddei, un po’ un palcoscenico sul palcoscenico, dove via via salgono i personaggi a mostrarsi nei loro momenti di incontro e passaggio.
Orgoglio e pregiudizio per la prima volta a teatro
Prima ad Ancona. Cirillo, racconto diritto donne a felicità
ANCONA
11 febbraio 2020
16:13
– “Un percorso al femminile tra giochi di specchi, finzioni e realtà, dove finalmente anche le donne possono ambire alla felicità”. Questo nelle parole del regista Arturo Cirillo, il filo conduttore dello spettacolo ‘Orgoglio e pregiudizio’, dall’omonimo romanzo di Jane Austen, che va in scena, per la prima volta in Italia in versione teatrale, al Teatro delle Muse di Ancona dal 13 al 16 febbraio prossimi. Prodotto da Marche Teatro insieme al Teatro Stabile di Napoli, che lo ha rappresentato il 4 e 5 luglio al Napoli Teatro Festival, lo spettacolo, nell’adattamento di Antonio Piccolo, inizia da Ancona la sua tournée italiana che dopo le Marche sarà, tra le altre piazze, a San Marino, Brescia, Torino, Genova, Reggio Emilia, Udine e La Spezia. “L’ho scelto – ha detto Cirillo – perché penso che Austen sia una scrittrice folgorante per i dialoghi in cui i personaggi emergono non dal di dentro, ma per quello che accade fuori, per quello che dicono, per come si vestono e si muovono”.
Carmen Consoli, all’Arena anche Elisa e Irene Grandi
Il 25 agosto per concerto “25 Anni Mediamente Isterici”
11 febbraio 2020
16:14
11 febbraio 2020
16:14
– Ci saranno anche Elisa e Irene Grandi al concerto che Carmen Consoli terrà il 25 agosto all’Arena di Verona per festeggiare i suoi primi 25 anni di carriera, “25 anni Mediamente Isterici”.
I nomi delle due artiste si aggiungono a quelli già annunciati di Max Gazzè e Samuele Bersani, delineando così un cast di amici, riunito per una serata unica e senza repliche che vedrà oltre 3 ore di musica live.
Un viaggio tra le canzoni e i racconti di Carmen, in cui la cantantessa mostrerà le sue due anime, quella rock e quella sinfonica, accompagnata dalla sua storica rock band e da un’Orchestra Sinfonica di 50 elementi che vestirà di nuovo i suoi brani (un esperimento portato in scena nel 2001 a Taormina con “L’anfiteatro e la bambina impertinente”).
In scaletta dall’Ultimo Bacio a AAA Cercasi, da Eva contro Eva a Elettra, dall’anima rock di Mediamente Isterica, quello che lei definisce “album della vita”, ai suoi progetti più acustici come “Eco di Sirene”.
Sanremo: Rai, ascolto medio delle 5 serate più alto da 2000
Dati nella fascia 21:35-24:30 ‘omogenea’. Share top da 2002
11 febbraio 2020
16:38
– Il festival di Sanremo 2020 è il più seguito degli ultimi 20 anni, mentre lo share risulta il più alto dal 2002 nella stessa fascia oraria ‘omogenea’ 21.35-24.30, quella individuata cioè per permettere un confronto attendibile utilizzando l’ascolto medio per tutte le serate di tutte le edizioni storiche sulla base della messa in onda, variata con gli anni non solo con l’orario di chiusura ma anche di partenza.
Lo sottolinea una nota della Rai.
”In merito alla media dei telespettatori che hanno seguito Sanremo 70 si ribadisce quanto più volte evidenziato nei giorni scorsi. L’ascolto medio dipende dalla fascia oraria di messa in onda e le diverse edizioni del Festival di Sanremo hanno orari di trasmissione tutti diversi tra loro. Nel corso degli anni è cambiato non solo l’orario di chiusura ma anche quello di partenza”, precisa l’azienda. ”Se, invece, si vuole avere un confronto attendibile utilizzando l’ascolto medio, è necessario individuare una fascia oraria omogenea, ovvero una fascia all’interno della quale tutte le serate di tutte le edizioni storiche di Sanremo erano in onda. Individuando tale omogeneità nella fascia oraria 21:35-24:30 il confronto delle edizioni di Sanremo su tale fascia mette in evidenza come il Festival di Sanremo 2020 sia il più seguito dal 2000 anche sulla base della variabile “ascolto medio”. Per quanto riguarda lo share, sempre riferendosi alla stessa fascia oraria, risulta il più alto dal 2002, sottolinea ancora Viale Mazzini.
Abbado confermato per 3 anni a guida Festival Verdi
Triennale a direttore,3 nuove produzioni e una in forma concerto
11 febbraio 2020
16:49
– Il festival Verdi compie vent’anni e per la prossima edizione – dal 24 settembre al 18 ottobre – mette in cartellone tre nuove produzioni (I lombardi alla prima crociata con la regia di De Ana, Rigoletto, Macbeth nella versione francese) a cui si aggiunge Ernani in forma di concerto. “Lo abbiamo fatto per necessità – ha spiegato il direttore generale del Teatro Regio Anna Maria Meo alla presentazione a Milano – perché in sospeso abbiamo il ricorso al Mibac per il mancato contributo”. A questi in programma si aggiungono un recital verdiano di Luca Salsi, un concerto sinfonico diretto da Valery Gergiev e il Requiem diretto da Roberto Abbado, che ha firmato per restare direttore musicale del festival per altri tre anni. Oltre a tutte le iniziative di VerdiOff in programma in tutta la città.
Monique Veaute al Festival dei due mondi di Spoleto
Franceschini condivide nomina proposta da sindaco città
12 febbraio 2020
10:34
ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini, ha condiviso la proposta di nomina di Monique Veaute a Direttore Artistico del Festival dei due mondi di Spoleto formulata dal Sindaco della città umbra, Umberto de Augustinis. Lo rende noto il ministero sottolineando che Monique Veaute, fondatrice di Romaeuropa arte e cultura e direttrice artistica dell’omonimo festival, già amministratore delegato e direttore della Fondazione Pinault di Palazzo Grassi e Punta della Dogana a Venezia, verrà ora presentata dal Sindaco di Spoleto al Consiglio di Amministrazione del Festival dei due mondi per la nomina.
A Monique Veaute sono arrivati gli auguri del sindaco di Spoleto Umberto De Agostinis (“E’ una figura di grande prestigio e competenza”) e del direttore uscente Giorgio Ferrara, per 13 anni alla guida del Festival fondato dal Maestro Gian Carlo Menotti (“Sono felice e una punta orgoglioso della scelta di nomina per la mia successione. Questo Festival mi è entrato nella testa e nel cuore, e non poteva esserci soluzione migliore di quella appena decisa per un suo ulteriore rilancio come istituzione di alta cultura”).
Esce Yes I Know… Pino Daniele di Carmine Aymone
Dal 28 febbraio per Hoepli, viaggio tra pazzia e blues
11 febbraio 2020
17:48
A 65 anni dalla nascita (il 19 marzo) e a 5 dalla sua scomparsa (4 gennaio), esce il 28 febbraio “Yes I Know… Pino Daniele” (Hoepli) di Carmine Aymone con la prefazione di Maurizio de Giovanni, la postfazione di Peppe Lanzetta e a cura di Ezio Guaitamacchi.
Il libro ripercorre in maniera esaustiva la vita dell’artista napoletano più influente della musica italiana con testimonianze inedite e più di sessanta interviste al jet set italiano e internazionale. Camine Aymone ha intervistato e raccolto i contributi di: Chick Corea, Al Di Meola, Peter Erskine, Jim Kerr (Simple Mind), Phil Manzanera, Pat Metheny, Marcus Miller, Phil Palmer, Gino Vannelli, Edoardo Bennato, Roberto Vecchioni, Gino Paoli, Lucio Dalla, Negrita, Giuliano Sangiorgi, Niccolò Fabi…e di tutti gli eroi del neapolitan power. Il libro si avvale della collaborazione di Alex Daniele e della “Pino Daniele Trust ONLUS”.
Pino Daniele è uno dei principali rappresentanti della canzone d’autore italiana, tra i primi ad aprirsi a collaborazioni con artisti internazionali. Il libro racconta la storia di un “suonautore”, cresciuto nel cuore del centro storico di una città fatta di sole e mare, di tufo e musica, nata dal canto della sirena Partenope. Un luogo dove una storia millenaria si mescola a miti e leggende, in ultimo proprio alla sua, a quella di un bluesman scugnizzo, di un lazzaro felice che, chitarra in spalla e con un cuore malato, è andato alla conquista del mondo.
Il racconto si snoda attraverso scritti ad hoc e interviste realizzate dall’autore allo stesso Pino Daniele (dal 1989 al 2014), ai suoi familiari, amici e colleghi (circa 70), fatte in trent’anni di giornalismo, per quotidiani, mensili specializzati in musica e non, tv e radio.
La figlia di Saba fu anche autrice per il cinema
Scrisse due sceneggiature. Un saggio di Marina Silvestri
TRIESTE
11 febbraio 2020
17:49
LINUCCIA SABA E IL CINEMA, UN SOGNO NEGATO, con un saggio introduttivo di Marina Silvestri (Eut, pp. 110 – euro 12). Quando un pomeriggio dei primi di gennaio del 1941 Lionello Zorn Giorni, triestino di famiglia abbiente originaria della Svezia, annuncia a Umberto Saba l’intenzione di sposare Linuccia, sua figlia, il poeta lo gela rispondendogli dapprima con una scarica di epiteti – “Nello lei è un genio o un imbecille, forse un pazzo” – poi con una serie di domande: “Vorrebbe portarmi via la Linuccia? E pretenderebbe anche una dote? Quanti soldi sarebbe disposto a pagarmi un milione, due milioni, cento milioni?”. A raccontare l’aneddoto è la giornalista Marina Silvestri nel saggio introduttivo a “Linuccia Saba e il cinema, un sogno negato”.
Non è un episodio insignificante: i Saba erano angustiati da problemi economici, un tratto di cui – per eredità genetica dal padre o per consuetudine – Linuccia sarà pervasa. Forse non è un caso se i due soggetti cinematografici da lei scritti intorno al 1948 – e il cui ritrovamento ha dato vita al libro – hanno per argomento proprio il denaro. D’altronde, la stessa Linuccia – cita Marina Silvestri nel saggio introduttivo – sostenne che a spingerla a scrivere per il cinema fu solo una questione di soldi. La fonte è attendibile: Carlo Levi, nel 1950. Levi era il compagno di Linuccia, sebbene lei fosse sposata allo scenografo e sceneggiatore Zorn Giorni, il quale evidentemente non si fece intimidire dalla risolutezza di Saba padre e alla fine ottenne la mano dell’amata. I due si sposarono segretamente nel gennaio 1941 e Umberto Saba si arrabbiò molto: non rivolse più la parola al genero fino al luglio successivo.
Insomma, Marina Silvestri dal ritrovamento dei due soggetti cinematografici – conservati nel fondo Benco-Gruber Biblioteca Civica di Trieste – attraverso una approfondita ricerca ricostruisce, arricchendola di nuovi elementi, la personalità di Linuccia Saba e indirettamente di suo padre Umberto. Donna emancipata, divisa tra la Trieste di letteratura e cinema e la Roma del fermento neorealista, la stravagante Linuccia visse fuori dagli schemi. Scrisse articoli di giornale (firmandosi Annetta Pane; Saba in ebraico indica pane) e fu anche pittrice, incoraggiata da Corrado Cagli, partecipando dal 1950 in poi a numerose edizioni della Quadriennale di Roma e della Biennale di Venezia, esponendo in mostre collettive e personali. Fu inoltre depositaria del patrimonio artistico e letterario di Carlo Levi, che morì nel 1975. Vicende queste che si conoscevano. Di lei, invece, si ignorava che avesse scritto per il cinema. Ma Trieste in quegli anni con il cinema aveva un rapporto intenso: lo zio di Linuccia era Enrico Wolfler, gestore di cinema e teatri, noti e tanti erano i triestini che vivevano di cinema: Tullio Kezich, Franco Giraldi, Callisto Cosulich. E suo marito, Zorn Giorni.
I due soggetti scritti da Linuccia, riporta la Silvestri, sono “drammi della povertà, del disagio sociale, del riscatto, del sogno di un mondo migliore, temi privilegiati dal neorealismo”. “Una storia milanese” è la vicenda di una giovane donna che viene dissuasa dal suicidio da un uomo che le regala diecimila lire. “Il triangolo della virtù” è invece un intreccio completamente diverso, è la storia di un uomo che ruba a una donna anziana 50 mila lire per salvare dai debiti il fratello della donna amata.
Omaggio a Eleonora Abbagnato, suo addio alla danza a maggio
I ritratti giganti dell”etoile nel centro di Roma
11 febbraio 2020
17:58
– Il 18 maggio prossimo Eleonora Abbagnato, etoile dell’Opéra di Parigi, danzerà per l’ultima volta, dopo 25 anni, sul palco parigino.In occasione di questo evento che avverrà a maggio, una società romana di architettura che opera nel lusso, ha deciso di rendere omaggio all’artista con una installazione fotografica nel centro di Roma, che sarà esposta fino al 13 febbraio, in via del Babuino.
Lo straordinario talento e la costante dedizione hanno fatto di Eleonora Abbagnato una delle ballerine più importanti e conosciute al mondo. Direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma dal 2015, contribuisce all’ eccellenza italiana nel mondo della danza e al prestigio della cultura capitolina.
“Ricevere un simile omaggio, nella città che amo – scrive l’etoile – e che sono onorata di rappresentare, è un’emozione indescrivibile. Aver danzato per tanti anni a Parigi ha confermato, per me, l’importanza della danza italiana nel mondo.
Come direttrice del corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, lavoro per trasmettere la mia esperienza e la passione per la danza, con l’ambizione di rendere il nostro teatro un’eccellenza in Italia e nel mondo”.
“Siamo onorati – ha detto l’ architetto Giansandro Schina, proprietario e general manager della società che ha realizzato le installazioni – di rendere omaggio alla straordinaria carriera di Eleonora, alla quale ci lega un lungo rapporto di amicizia e collaborazione e che rappresenta un esempio di eccellenza italiana nel mondo. Per questo abbiamo deciso di omaggiarla con un’installazione che non era mai stata realizzata prima per nessun altro artista. È un evento speciale, come unica e speciale è per noi Eleonora.”

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Interventi di restauro su gruppi scultorei piazza Signoria
Accordo Comune-Salvatore Ferragamo, maison destina 1 mln euro
FIRENZE
11 febbraio 2020
19:18
– I grandi gruppi scultorei di piazza della Signoria a Firenze e il David bronzeo al piazzale Michelangelo saranno restaurati grazie a un milione di euro concesso da parte della maison Salvatore Ferragamo per il triennio 2019-21, nell’ambito della normativa Art bonus.
Il progetto, frutto di un nuovo accordo tra Comune di Firenze e la Salvatore Ferragamo, è stato presentato oggi in Palazzo Vecchio e prevede interventi sulla statua equestre di Cosimo I de’ Medici del Giambologna in piazza della Signoria, Ercole e Caco di Baccio Bandinelli e la copia del David di Michelangelo poste all’ingresso di Palazzo Vecchio, la copia di Giuditta e Oloferne sull’Arengario e la copia bronzea del David al piazzale Michelangelo.
Giovanni Sollima in concerto a Firenze
Torna dopo 5 anni, dirige Ort. Repliche ad Arezzo ed Empoli
FIRENZE
11 febbraio 2020
19:20
– Dal classicismo viennese al rock progressive, e poi ancora le note romantiche ed evasive di Čajkovskij. Dopo cinque anni Giovanni Sollima torna a Firenze per dirigere l’Orchestra della Toscana (Ort) in un concerto dal programma originale, che fonderà sonorità ed epoche diverse.
L’appuntamento è per il 12 febbraio al Teatro Verdi di Firenze, con repliche ad Arezzo il 13 febbraio, alla pieve di Santa Maria, e al teatro Shalom di Empoli il 14 febbraio.
Fiera Ragazzi: Sharjah ospite d’onore in anno Rodari
Debutta settore Comics e graphics novel
12 febbraio 2020
16:57
Saranno 1500 gli espositori da oltre 80 paesi e sarà Sharjah il Paese Ospite d’Onore, con oltre 20 illustratori, visual artist e narratori dagli Emirati Arabi Uniti e da tutto il mondo arabo, della Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna che si inaugurerà il 30 marzo 2020.
Nel centenario della nascita sarà reso omaggio a Gianni Rodari, nato il 23 ottobre 1920, nel giorno d’apertura con la conferenza internazionale ‘Gianni Rodari. Once upon a time: a revolution in children’s literature’. A fare il punto sulla modernità dell’autore di Favole al telefono, tra gli altri Pino Boero, Jack Zipes, Silvana Sola e Martin Salisbury. Alle numerose edizioni internazionali dell’autore è invece dedicato un focus al Caffè degli Autori, nel quale editori da diversi paesi racconteranno la sua popolarità oltre frontiera, dalla Russia agli Stati Uniti, dall’Iran alla Cina. Inoltre IBBY, di cui BolognaFiere è socio fondatore, proporrà il convegno Il coraggio di sognare in grande con un confronto tra i protagonisti dell’omonima antologia con la partecipazione di Berrnard Friot, scrittore, poeta e traduttore in francese di Rodari e l’illustratrice e autrice Beatrice Alemagna. La mostra Figure per Gianni Rodari: Eccellenze Italiane proporrà invece le opere originali di 21 artisti che hanno dato la loro personale interpretazione dell’opera del grande scrittore.
Tra gli ospiti più attesi : gli scrittori Timothée De Fombelle, Susie Morgenstern, Fabio Geda, Nicola Lagioia, Nadia Terranova e il filosofo Telmo Pievani. Tra gli illustratori spiccano Lorenzo Mattotti, Gilles Bachelet, Beatrice Alemagna, Giulia Orecchia, Simona Mulazzani, i Comics Artist Mariko Tamaki, Antoine Dole, Antoine Le Feyer, Françoise Mouly, Art Director del New Yorker, Maria Russo, Children’s Book Editor del New York Times. E tra gli studiosi Leonard S. Marcus e Jack Zipes. Leitmotiv di questa edizione che si concluderà il 2 aprile, sarà “Giving life to children’s content.
Fotografia Europea, la 15/a edizione dedicata alla fantasia
A Reggio Emilia dal 17 aprile al 24 maggio, Russia Paese ospite
REGGIO EMILIA
11 febbraio 2020
19:25
– Il festival Fotografia Europea torna ad animare Reggio Emilia dal 17 aprile al 24 maggio e dedica la 15/a edizione alla fantasia, nel centenario della nascita di Gianni Rodari. La rassegna presenterà progetti inediti di Joan Fontcuberta e Alex Majoli, una mostra tra pittura e fotografia alla Fondazione Palazzo Magnani, un ricco programma di eventi e oltre 300 mostre del ‘circuito Off’. La Russia sarà il Paese ospite, grazie alla collaborazione con il Museo Ermitage di San Pietroburgo.
‘Fantasie. Narrazione, regole, invenzioni’ è il tema del 2020, che sarà declinato con una serie di mostre fotografiche a partire dall’esposizione di Palazzo Magnani, dedicata al rapporto della fotografia con il mondo della musica. “Mettiamo la cultura al posto giusto, cioè fuori posto – dice il sindaco Luca Vecchi – Promuoviamo, muoviamo l’acqua, ascoltiamo, creiamo confronto, contaminiamo i saperi. A Reggio questa è la strada intrapresa per la cultura. E Fotografia Europea non sarà esente da questo approccio”.
Cultura, Orrico a Cosenza “Ottimo incontro per il Cis”
In ballo ci sono 90 milioni per qualificare il centro storico
11 febbraio 2020
19:57
– “Sono stati due giorni intensi quelli dedicati al Cis Cosenza. Intensi e, sono fiduciosa, proficui per la città”. Lo scrive su Facebook il sottosegretario ai beni culturali Anna Laura Orrico, di ritorno dalla città calabrese dove si è discusso del Contratto Istituzionale di Sviluppo (Cis) che va firmato per permettere alla città di usufruire dei fondi europei stanziati giù da tempo (la delibera Cipe è del febbraio 2018) per il Piano che prevedeva la valorizzazione attraverso investimenti su cultura e creatività dei centri storici di Napoli, Taranto, Palermo e Cosenza, ad ognuno dei quali vengono destinati 90 milioni di euro dai fondi Poin. Il Cis di Cosenza è l’unico che deve ancora essere firmato e si tratta di una scadenza urgente, per non rischiare di perdere il finanziamento.
“La tempistica nella quale ci muoviamo impone il rispetto di un cronoprogramma stringente per poter finalmente mettere a disposizione della città gli ormai noti 90 milioni del Contratto Istituzionale di Sviluppo”, sottolinea appunto Orrico. Il sottosegretario, che ha avuto da Franceschini la delega ad occuparsi di tutti i Cis, si è detta comunque fiduciosa “che attraverso un lavoro sinergico e costante si possano raggiungere dei risultati insperati fino a qualche tempo addietro, superando steccati e incomprensioni. Risorse, quelle del Cis Cosenza, è giusto ricordare anche questo, che devono innescare un meccanismo virtuoso capace di catalizzare altre ingenti risorse così come accaduto in altri Contratti Istituzionali di Sviluppo.
Un primo importante passo è stato comunque compiuto, – conclude Orrico – avere cioè dialogato con tutte le anime di Cosenza in un confronto all’insegna della massima trasparenza e franchezza.
Ora non rimane che mettersi all’opera convergendo tutti verso un unico obiettivo prezioso per la città e la comunità”.
Sollima, raccontiamo l’impatto globale della cocaina
Firma serie Zerozerozero. Sta montando thriller Without remorse
11 febbraio 2020
14:01
– Ha rinnovato il linguaggio della lunga serialità in Italia, da Romanzo Criminale a Gomorra e anche ad Hollywood ha dimostrato, con Soldado la sua capacità di dare uno sguardo nuovo, su noir, action e thriller mantenendo comunque centrale lo sviluppo dei personaggi. Stefano Sollima non ha mai avuto paura delle sfide. Lo dimostra ancora una volta con ZeroZeroZero, la serie internazionale Sky Original, ispirata dal bestseller di Roberto Saviano (Feltrinelli), che il cineasta romano firma come creatore e regista (dei primi due episodi), presentata in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia e al debutto su Sky Atlantic e Now Tv il 14 febbraio dalle 21.15.
Sollima è anche impegnato nel montaggio del suo secondo film hollywoodiano, l’action thriller Without remorse (Senza rimorso), con Michael B. Jordan e Jamie Bell, tratto dal romanzo di Tom Clancy, che sarà in sala a settembre 2020.
In cantiere poi ha anche uno spaghetti western, Colt, basato su uno degli ultimi soggetti scritti da Sergio Leone: “dovrei iniziare a gennaio 2021” spiega incontrando i giornalisti a Roma. In ZeroZeroZero, l’inchiesta giornalistica del libro di Saviano “è stata solo il punto di partenza, nel modo in cui racconta la cocaina in quanto merce che ha un impatto economico globale” dice Sollima. Ne è nato “un racconto potente ma complesso da mettere in scena produttivamente. Essere riusciti a realizzarlo è il più grande risultato”. La serie, che potrebbe svilupparsi in futuro con nuovi capitoli, ha alla base “l’idea di raccontare il singolo viaggio di un enorme carico di cocaina, che parte dal Messico e arriva in Italia”. Un percorso dal punto di vista di “tre mondi paradigmatici: una famiglia di americani, perbene e rispettata, che mantiene in piedi la propria impresa legale, facendo da broker per i trafficanti di droga; un gruppo di militari, addestrati a combattere il narcotraffico, che, complici la disillusione e gli scarsi mezzi a disposizione, decidono di creare un proprio cartello” e poi c’è la ‘ndrangheta, “una mafia sorprendentemente arcaica, per la quale è più importante il mantenimento del potere che i benefici portati dai soldi”.
Serie come Narcos “non c’entrano niente con questa. Qui la cocaina è un pretesto narrativo per parlare di noi. Dovendo pensare a un possibile paragone, Traffic (il film del 2000 di Steven Soderbergh, ndr) come concetto è molto più vicino”. Con gli altri due registi, il danese Janus Metz (True Detective) e l’argentino pluripremiato Pablo Trapero, “si sono creati degli switch inediti. Ad esempio, io ho girato molto in Messico, dove non mi capiva nessuno e Pablo ha girato molto in Calabria dove nessuno lo capiva”. Il Messico è anche il Paese dove ci sono stati i maggiori problemi, dal sindaco di Monterrey, che ha negato a lungo il permesso per le riprese, a una scena di inseguimento nella quale gli attori che facevano i militari, sono stati bloccati dai veri poliziotti messicani, armi in pugno. Invece Without remorse, ispirato dal romanzo di Clancy del 1993, nasce come primo film di un nuovo possibile franchise, dai libri dello scrittore americano. La storia ha per protagonista John Clark (Michael B. Jordan) navy seal che durante la ricerca del responsabile dell’omicidio della moglie, si ritrova al centro di una grande cospirazione. L’uscita a settembre farebbe pensare a un possibile debutto a Venezia, idea che Sollima accoglie con un sorriso: “Ho finito le riprese tre settimane, fa, ho appena iniziato il montaggio, devo ancora ben capire che film ho fatto…”.
BOX/Tv: Saviano, cocaina fiume sotterraneo
“Scrivere di cocaina, è come farne uso. Vuoi sempre più notizie”
11 febbraio 2020
14:02
– “Non esiste investimento finanziario al mondo che frutti come investire in cocaina. Nemmeno i rialzi azionari da record sono paragonabili agli “interessi” che dà la coca”. ZeroZeroZero, l’attesa serie Sky Original diretta da Stefano Sollima e tratta dall’omonimo libro di Roberto Saviano edito da Feltrinelli, sta per sbarcare in prima visione su Sky Atlantic dal 14 febbraio. “Scrivere di cocaina – fa notare Saviano nelle note di presentazione della serie (otto episodi prodotti da Cattleya – parte di ITV Studios – e Bartlebyfilm per Sky, CANAL+ , Amazon Prime Video e Studiocanal TV in esclusiva per l’Italia su Sky dal 14 febbraio 2020)- è come farne uso.
Vuoi sempre più notizie, più informazioni, tutte le storie che scovi sono importanti perché ti aiutano a completare il quadro”.
“In breve – aggiunge lo scrittore – non puoi farne a meno.
Davanti a te vedi l’asticella dell’assuefazione che non fa che alzarsi e preghi di non andare mai in crisi di astinenza. Sono fiammate che divampano accecanti. Assordanti pugni nello stomaco. A volte mi chiedo: ma perché questo rumore lo sento solo io? La coca è come un fiume impetuoso che scorre sotto le grandi città, un fiume che nasce in Sudamerica, passa dall’Africa e si dirama ovunque. Uomini e donne passeggiano per via del Corso a Roma e per i boulevard parigini, si ritrovano a Times Square e camminano a testa bassa lungo i viali londinesi. Sotto di loro il fiume bianco, impetuoso, scorre non visto, scorre inascoltato. A questo fiume ho dato una voce e un nome”.
ZeroZeroZero racconta di sistemi criminali e familiari diversi tra loro ma ugualmente violenti e assetati di potere, e come i cartelli messicani, la ‘ndrangheta e uomini d’affari americani corrotti si contendano la supremazia delle rotte della merce più distribuita al mondo: la cocaina. Internazionale il grande cast della serie, con protagonisti Andrea Riseborough e Dane DeHaan e con Gabriel Byrne, Harold Torres, Giuseppe De Domenico , Adriano Chiaramida, Francesco Colella e Tcheky Karyo. Con Stefano Sollima alla regia dei primi due episodi e poi con Janus Metz e Pablo Trapero .
Malore per Maria Grazia Cucinotta, portata via in ambulanza
L’attrice si è sentita male prima di uno spettacolo. Staff, nulla di grave
12 febbraio 2020
12:05
Improvviso malore ieri sera per l’attrice Maria Grazia Cucinotta che alle 21 avrebbe dovuto essere in scena nel Teatro Supercinema di Castellammare di Stabia (Napoli).
Cucinotta è stata portata via in ambulanza quando il sipario era già aperto. Era in programma la commedia ‘Figlie di Eva’ che le vedeva al fianco di Vittoria Belvedere e Michel Andreozzi, con la regia di Massimiliano Vado.
L’attrice era giunta in camerino già accusando un malessere, nonostante il quale, però, credeva di poter reggere alla serata. Ma poi sarebbe cominciata a peggiorare al punto che è stato chiamato un medico per una visita urgente e subito è giunta anche un’ambulanza con la quale l’attrice è stata portata nell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia.
Il suo staff ha poi rassicurato che l’artista sta meglio e che non si tratta di un malore grave. Ma lo spettacolo è stato rinviato a data da destinarsi.
Oscar: da regista di Parasite un thriller rurale
In sala Memorie di un assassino di Bong Joon-ho
12 febbraio 2020
10:32
Tra i meriti di ‘Parasite’ di Bong Joon-ho, Palma d’oro a Cannes e che ha appena sbancato ad Hollywood con ben quattro Oscar tra cui miglior film, c’è anche quello di aver più che sdoganato questo regista coreano dall’animo mediterraneo capace di sconfiggere grandi come Scorsese e Tarantino. E così ora, non a caso, si pesca nel suo passato e arriva in sala dal 13 febbraio con Academy Two ‘Memorie di un assassino’ film del 2003 che proprio lo stesso Tarantino definì semplicemente “un capolavoro”.
Siamo a Gyeonggi nel 1986 quando in piena campagna viene trovato il cadavere di una ragazza violentata e martoriata. Partono le indagini da parte della più inetta e confusa polizia locale ancora ammantata dai metodi spicci del recente regime che vive ancora nel dna di tutti i poliziotti. Le cose si complicano quando gli omicidi si susseguono e si capisce che ci si trova di fronte a un serial killer. Davvero troppo per la squadra dei ruspanti detective. Un ispettore arriva così da Seul per fare luce su quello che sta accadendo, ma la squadra investigativa alla fine come spesso capita si ostina più a cercare un capro espiatorio che a trovare il vero colpevole. E così interrogatori a suon di calci e pugni, anche nei confronti di innocui scemi del villaggio, sospetti sul nulla e, soprattutto, nessun rispetto per la scena del crimine attraversata da trattori e galline. Ma l’armata brancaleone della polizia locale, capeggiata dal detective capo (interpretato dallo straordinario Song Kang-ho) e dal confuso sergente di polizia (Byun Hee-bong) alla fine una sorta di sottile traccia lentamente la trova. Questi i pochi indizi raccolti: il sospettato è glabro, colpisce sempre quando piove e dopo aver ascoltato alla radio una particolare canzone triste. Ma in un commissariato di polizia pieno di personaggi degni della migliore commedia all’italiana queste tracce sono davvero troppo poco. Insomma non bastano a fare la differenza né il detective (Cho Yong-koo), anfibi d’ordinanza pronti al Taekwondo da praticare su ogni sospetto, né il commissario capo che, tra un amplesso e un altro, cerca di sfruttare le molte conoscenze della bella fidanzata che, facendo traffico illegale di farmaci, sa tutto di tutti.
“Memorie di un assassino – spiega il regista – è un dramma investigativo molto realistico e decisamente coreano. Non ci sono così eleganti detective in stile FBI con giacche di pelle e occhiali da sole scuri come quelli che si vedono di solito nei film americani. L’abbinamento di un poliziotto cittadino è un poliziotto di campagna potrebbe sembrare a prima vista una scelta convenzionale – continua Bong Joon-ho , ma persino l’investigatore che viene dalla capitale non corrisponde all’immagine di un detective di città che ama i rompicapi. Non è insomma un thriller classico che mette insieme tutti i tasselli di un puzzle – conclude – come è nel più tradizionale dei film hollywoodiani, ma piuttosto è descritta in modo molto realistico la rabbia e la follia di questi due investigatori che vogliono disperatamente catturare l’assassino, ma non riescono a farlo”.
Con Giulia Innocenzi Le Iene ancora più digital
Conduce la fascia che anticipa nuova stagione Italia1
12 febbraio 2020
13:57
Stare dentro alle storie con rigore, seguirle fino alla fine, per non tradire la fiducia riposta da milioni di persone che credono nella giustizia: è questo l’obiettivo di Giulia Innocenzi, che da giovedì 13 febbraio condurrà la nuova fascia digital “Iene.it: aspettando le Iene”, in diretta streaming alle 20.30 sul portale multimediale Mediaset Play, sul sito e sulla pagina Facebook del programma.
Un nuovo appuntamento pieno di contenuti extra e rigorosamente online che accompagnerà, anticipandola, la nuova stagione de “Le Iene Show”, in diretta e in prima serata su Italia 1, condotta a rotazione dal trio maschile formato da Giulio Golia, Filippo Roma e Matteo Viviani e da quello tutto al femminile composto da Nina Palmieri, Roberta Rei e Veronica Ruggeri. Poi dal 25 febbraio, si torna al doppio appuntamento: la Innocenzi anticiperà online anche la puntata del martedì, in onda in prime-time, condotta da Alessia Marcuzzi e Nicola Savino con la Gialappa’s Band.
“Abbiamo una community dai numeri incredibili, 6 milioni su Facebook, quasi 2 milioni su Instagram: per questo abbiamo pensato a un progetto solo digital, per tutte quelle persone che ci chiedono come vanno a finire le storie”, racconta Giulia Innocenzi. Questo appuntamento nasce proprio per scoprire e mostrare al pubblico cosa accade “dopo” che una storia viene messa sotto i riflettori: per capire cioè se si è ottenuta o meno giustizia, se un caso è stato risolto o come si sono evoluti i fatti dopo che si spengono le luci della ribalta.
‘Un sogno incontro Karajan’, testimonianza Freni in un libro
Sua la prefazione di volume scritto da ex marito Leone Magiera
BOLOGNA
12 febbraio 2020
12:16
– “Questo libro mi ha riportata agli emozionanti momenti del mio primo incontro con Herbert von Karajan. Era il 1963 e mi sembrava un sogno essere stata scritturata dalla ‘leggenda’ Karajan per cantare in Bohème alla Scala”. È questa probabilmente l’ultima testimonianza di Mirella Freni, la celebre soprano modenese morta lo scorso 9 febbraio e di cui oggi a Modena, nel Duomo, saranno celebrati i funerali. Le sue parole sono tratte dalla prefazione del volume ‘Karajan – Ritratto inedito di un mito della musica’ scritto dal suo ex marito e collaboratore artistico, Leone Magiera. Un libro edito da La nave di Teseo che nelle librerie italiane esce il 13 febbraio ed è dedicato al musicista salisburghese Herbert von Karajan, per molti il più importante direttore d’orchestra del secolo scorso, a trent’anni dalla morte. “A quella prima Mimì seguirono vent’anni di debutti e nuovi ruoli – ricorda Mirella Freni nella prefazione – sollecitati proprio dal Maestro, che non mancava mai di confrontarsi con Leone Magiera, allora mio marito e insegnante, per capire quali fossero le scelte migliori per me”.
A teatro, Popolizio, Brignano e Cecchi
Per la Ghiaurov, 1/a volta in Italia di Jezabel di Némirovsky
12 febbraio 2020
12:20
– Natalino Balasso in “Arlecchino servitore dei due padroni” di Goldoni, secondo Valerio Binasco, Anna Bonaiuto con “Giusto la fine del mondo” di Jean-Luc Lagarce e il ritorno di Enrico Brignano nel suo “Un’ora sola vi vorrei”, tutti a Roma. E poi Carlo Cecchi con il dittico su Eduardo De Filippo “Dolore sotto chiave / Sik Sik l’artefice magico”, a Milano, e Elena Ghiaurov per Paolo Valerio in “Jezabel”, dal romanzo di Irène Némirovsky, a Napol nel 75/o anniversario della liberazione di Auschwitz; fino a Giorgio Pasotti e Mariangela D’Abbraccio con “Hamlet” a Chieti e Massimo Popolizio in “Un nemico del popolo” di Ibsen, tra Milano e Torino: sono alcuni degli spettacoli teatrali in scena nel prossimo week end.
Opera Roma: Onegin, omaggio all’amore di Cajkovskij
Su podio Conlon, regia di Carsen, allestimento dedicato a Freni
12 febbraio 2020
14:38
– Un viaggio all’interno delle emozioni femminili, attraverso la storia di una fanciulla che, innamorata dell’idea dell’amore, dopo la sofferenza causata da un uomo senza scrupoli diventa finalmente donna: è l’omaggio ai sentimenti che Cajkovskij fa con la sua musica in “Evgenij Onegin”, capolavoro in tre atti tratto dal romanzo in versi di Puskin, in scena al Teatro dell’Opera di Roma dal 18 al 29 febbraio, con la direzione dell’orchestra affidata a James Conlon. Un allestimento nuovo, con la regia di Robert Carsen (per la prima volta in Italia uno dei primi, grandi successi internazionali del regista, uno spettacolo che debuttò al Met di New York nel 1997), per un’opera storica che torna al Costanzi per la quinta volta, l’ultima circa 20 anni fa: dopo le prime 3 rappresentazioni (1965, 1975 e 1981), nel 2001 a interpretare il ruolo di Tat’jana, l’eroina femminile, era stata Mirella Freni, grande soprano scomparso il 9 febbraio scorso, a cui il teatro capitolino vuole rendere omaggio dedicandole questa produzione.
Una scena minimalista, senza riferimenti temporali né geografici, in cui a suggerire il periodo ottocentesco sono i costumi d’epoca dei personaggi, sarà l’ambientazione di una storia di grande introspezione psicologica, capace ancora oggi di parlare al pubblico per l’universalità dei sentimenti che racconta: come spiega oggi a Roma il direttore Conlon, “non è importante se i personaggi siano moderni oppure no: la ragione per cui troviamo interessanti capolavori come questo è che i classici vanno al di là del proprio tempo e luogo, hanno una sostanza universale”.
La Quadriennale si rilancia, una mostra per costruire il futuro
L’appello di Croppi, imprenditori sostengano il contemporaneo
13 febbraio 2020
12:21
Una grande mostra che aprirà i battenti il 1 ottobre e occuperà tutti i due piani del Palazzo delle Esposizioni a Roma, con il racconto di quello che è stato nell’arte italiana a partire dagli anni Sessanta e di quello che sarà con almeno 40 artisti chiamati ad esporre. Ma anche un rilancio in grande stile che riporti la Quadriennale ad essere quello per cui è nata, nell’ormai lontano 1927, “un’istituzione degli artisti e per gli artisti”, motore del contemporaneo, voce dell’arte italiana “nel Paese e nel mondo”. Il neo presidente Umberto Croppi espone le linee del suo mandato e ne approfitta per lanciare un appello a privati e imprenditori perché tornino a sostenere l’arte e gli artisti, in altre parole “tornino a comprare” opere d’arte, “anche per riequilibrare il peso del mercato”, dice, e lo facciano attraverso la Quadriennale, “così com’è stato fino agli anni ’70”.
Niente di strano, ricorda alla platea gremitissima del tempio di Adriano, “succedeva così anche nell’antica Roma, dove l’arte era gratuita, ma erano proprio i commercianti a sostenerla”. Lo Stato “lo sta già facendo”, sottolinea citando il sostegno annunciato qualche giorno fa dal ministro Franceschini per il Maxxi, la Triennale, il Macro, ma anche la nuova direzione generale per il contemporaneo introdotta al Mibact. Non basta, però, “serve l’aiuto di tutti”. Anche di artisti, galleristi, collezionisti che con la Quadriennale sono chiamati a riallacciare i rapporti, “a farsi vivi”, “perché il prossimo autunno sia una stagione di rilancio”. Accanto a lui il sottosegretario ai beni culturali Lorenza Bonaccorsi sorride e acconsente: “la grande sfida è tenere insieme la tutela del passato e la costruzione del futuro, la rete è fondamentale”. Anche l’assessore alla cultura di Roma, Luca Bergamo, è d’accordo: “per evitare l’effetto Venezia bisogna lavorare sul contemporaneo – sostiene- noi lo stiamo facendo, dal 2016 lavoriamo per far parlare tra loro le diverse istituzioni”. E d’altra sono anche i numeri – ricordati dal presidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti – a sottolineare come arte e cultura siano ormai fondamentali per la crescita anche economica del Paese. Di cultura, fa notare Tagliavanti citando il Rapporto Symbola-Unioncamere 2019, “si occupano oggi in Italia 416.080 imprese ovvero il 6,8% del totale delle aziende italiane (in Europa è la quota più elevata), e il settore “dà lavoro a 1 milione e 55 mila persone con una crescita dell’1,5% solo nel 2019” (non poco visto che l’economia nel suo totale è cresciuta nello stesso anno solo dello 0,9%). Non solo: “per ogni euro investito in cultura se ne attivano 1,77 in altri settori. Il che vuol dire che i 95, 7 miliardi di euro investiti in cultura ne stimolano altri 169,6 in altri comparti, in primis il turismo , ma anche commercio, trasporti, agricoltura, cura e manutenzione del paesaggio, edilizia civile e recupero del patrimonio architettonico”. In totale la filiera culturale produce 265,4 miliardi di euro, ovvero il 16.9% del valore aggiunto totale nazionale.
Tant’è, mentre si attende il completamento dei lavori per la nuova sede nell’ex Arsenale Clementino di Porta Portese, che doterà la Fondazione Quadriennale di nuovi affascinanti spazi ma anche di una “grande piazza aperta alla città”, tra le ambizioni di Croppi, da poco chiamato alla direzione anche di Federculture, c’è quella di costruire “una rete stabile di relazioni e coordinamento con le altre istituzioni del contemporaneo, sia pubbliche sia private” e di rilanciare anche all’estero il ruolo della Fondazione nata 90 anni fa dall’intuizione di Cipriano Efisio Oppo. Obiettivo condiviso con il direttore artistico della Quadriennale, Sandra Cosulich, che con Stefano Collicelli Cagol sta curando l’evento di ottobre. Una mostra “che avrà un forte taglio curatoriale, innovativa rispetto alla tradizione”, assicura Coppi. Un’occasione e insieme una sfida: “per costruire, ora per il futuro, i legami con la città, il paese e il resto del mondo”
Sanremo: Cecchetto, Amadeus e Fiorello combinazione perfetta
Hanno espresso sia la loro amicizia che la loro professionalità
12 febbraio 2020
14:57
– “Amadeus e Fiorello sono due dei tanti ragazzi che ho scelto in questi anni, sono stato davvero contento che abbiano potuto esprimere sia la loro amicizia che la loro professionalità. Visto che abbiamo fatto fatto tante cose insieme, è chiaro che mi hanno reso partecipe di questa bellissima avventura e la cosa mi ha fatto piacere”. A dirlo è Claudio Cecchetto, che trent’anni fa scoprì i due talenti alla conduzione del festival di Sanremo, a margine della presentazione sulla riapertura del grande parco Zoomarine a Torvaianica (Roma) di cui è direttore artistico.
Sul livello generale del festival Cecchetto dice: “I dati parlano chiaro, non è piaciuto solo a me ma davvero a molta gente. La cosa che è stata apprezzata è che Amadeus era a servizio dello spettacolo e non viceversa. Non era il presentatore che sfrutta lo spettacolo. E poi c’era questo mattatore che era Fiorello. E mi sembra che la combinazione sia stata perfetta…”.
Libri: Ritratti di poesia, XIV edizione rassegna al via
Prima volta all’ Auditorium Conciliazione Roma dal 21 febbraio
12 febbraio 2020
15:00
– Tornerà il 21 febbraio a Roma “Ritratti di Poesia”, rassegna internazionale sulla poesia, giunta alla XIV edizione, per la prima volta all’Auditorium Conciliazione. Promossa e organizzata dalla Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, la manifestazione, ideata nel 2006 dal professor Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione che realizza l’evento, chiuderà con un grande concerto dedicato a Lucio Battisti a ingresso libero, dal titolo Emozioni. Viaggio tra le canzoni di Mogol e Battisti con la partecipazione di Mogol e del cantante Gianmarco Carroccia, accompagnati da un’orchestra dal vivo di 16 elementi. Nella rassegna si alterneranno per tutto il giorno incontri e interviste. Ospiti dello spazio dedicato alla poesia italiana, dal titolo Di penna in penna, che quest’anno prevede uno spazio dedicato alle Opere prime saranno i poeti Fernando Acitelli, Annelisa Alleva, Luca Benassi, Antonio Bux, Andrea De Alberti, Anna Elisa De Gregorio, Chiara De Luca, Giuseppe Grattacaso, Giovanni Ibello, Renato Minore, Marisa Papa Ruggiero, Alberto Pellegatta, Giusi Quarenghi, Stefano Simoncelli, Damiano Sinfonico, Francesco Maria Terzago, Giovanna Cristina Vivinetto, Gianni Zampi. Lo spazio Poesia sconfinata, dedicato alla poesia straniera, avrà come ospiti Jenny Mitchell (Gb), Germain Droogenbroodt (Belgio), Philip Morre (Gb), João Luís Barreto Guimarães (Portogallo), Samiya Bashir (Usa), Nicole Sealey (Usa), Eva Strom (Svezia) e il Premio Pulitzer per la Poesia 2008 Philip Schultz, ex dislessico, che ha scritto un libro di ricordi sul suo disturbo neurologico. Per il progetto Caro poeta, dedicato ai licei romani protagonisti Franco Buffoni, Maria Grazia Calandrone, Terry Olivi, Elio Pecora e Lidia Riviello. In programma anche gli incontri con la nuova collana di poesia (CapoVersi) della casa editrice Bompiani e con la rivista web NiedernGasse, nonché la consegna del premio nazionale e del premio europeo di Ritratti di Poesia.280, per riconoscere la capacità di comporre versi con Twitter. Il Premio Fondazione Terzo Pilastro – Ritratti di Poesia, sarà consegnato dal professor Emanuele a Paolo Valesio. Per il contesto internazionale, la Fondazione premia quest’anno la poetessa romena Ana Blandiana, per la sua lotta per l’affermazione dei diritti civili in Romania.
Uffizi: acquistate due sculture femminili di epoca romana
Schmidt, rinnovato interesse collezione marmi antichi del museo
FIRENZE
12 febbraio 2020
15:08
Gli Uffizi di Firenze hanno acquistato due sculture femminili di epoca romana ad un’asta.
Risalgono entrambe al primo secolo dopo Cristo. Nella collezione del museo entrano anche due epigrafi di grande interesse documentario dello stesso periodo. Le sculture arricchiscono la raccolta di oltre 1.200 marmi romani degli Uffizi e sono state comprate alla casa d’aste Pandolfini. “L’acquisto – commenta il direttore Eike Schmidt – testimonia nel modo più evidente il rinnovato interesse per la collezione di marmi antichi delle Gallerie degli Uffizi, storicamente il vero cuore del museo che per qualità e numero delle opere vanta pochi confronti”. Una statua a grandezza naturale, della prima metà del I secolo d.C., raffigura una donna abbigliata con veste rituale, forse un capo sfoggiato da novelle spose. L’altra è un busto con testa femminile con acconciatura che riproduce la pettinatura in voga fra età traianea e inizio della adrianea (110-130 d.C.). Delle due epigrafi, una proviene dall’area di Tivoli e ricorda Marco Aveieno, coactor argentarius, cioè esattore delle aste pubbliche vissuto nel I secolo d.C. L’epigrafe amplia il nucleo di iscrizioni latine di provenienza tiburtina già da secoli proprietà delle Gallerie fiorentine; è di provenienza tiburtina anche la seconda iscrizione, inedito frammento appartenente ad un’epigrafe monumentale che, probabilmente, accoglieva una dedica imperiale. “Questa incredibile raccolta, ricca di oltre un migliaio di statue – osserva ancora Schmidt – si deve interamente al collezionismo mediceo e lorenese che per secoli acquistò sistematicamente sul mercato le più belle opere marmoree restituite dal terreno. Queste ultime acquisizioni, dunque, rientrano pienamente in quella che, per secoli, è stata la politica culturale predominante nella formazione delle raccolte della Galleria”.
Tutte queste opere saranno oggi pomeriggio (ore 17,00) al centro di una conferenza all’auditorium degli Uffizi col curatore dell’arte classica del museo Fabrizio Paolucci e dalla studiosa Novella Lapini, sempre degli Uffizi.
Musica: #Iloveauditorium, Parco Musica apre per S.Valentino
Iscrizioni per visite il 14 febbraio da social Fondazione
12 febbraio 2020
15:30
– Per il 14 febbraio, giorno della festa degli innamorati, torna la quinta edizione per #Iloveauditorium, l’ormai consueto appuntamento che la Fondazione Musica per Roma offre al suo pubblico social: una visita guidata speciale e gratuita nel giorno degli innamorati al Parco della Musica per condividere sui social network foto ed emozioni di una serata nel complesso multifunzionale progettato da Renzo Piano. La visita rispecchia il format empty museum un’innovativa forma di fruizione dei luoghi di cultura diffusa in tutto il mondo per favorire la scoperta e la valorizzazione di musei, sale concerto, spazi di fruizione culturale. Anche quest’anno nel giorno di San Valentino la Fondazione aprirà le porte del tempio della musica romana alla città, facendo scoprire il “dietro le quinte” di questa grande “fabbrica della cultura”. Verranno svelati al pubblico i luoghi che normalmente sono accessibili solo agli addetti ai lavori, dai camerini degli artisti alla terrazza panoramica sui resti della Villa romana, fino ai backstage delle sale concerto, prima tra tutte la Sala Santa Cecilia.
L’appuntamento venerdì 14 febbraio alle 18.00 sarà aperto a tutti i visitatori che si sono iscritti nei giorni scorsi tramite i social della Fondazione.
Moda: Luigi Veccia direttore creativo del brand inglese Daks
Lo stilista campano alla guida del marchio che ha 150 anni
12 febbraio 2020
15:48
– Daks, brand inglese di ready-to wear di lusso celebre per i suoi trench doppiopetto che affondano le radici in 125 anni di storia, annuncia di aver nominato il nuovo direttore creativo per le collezioni uomo donna e accessori: l’italiano Luigi Veccia. Lo stilista, che ha un’esperienza decennale nell’ufficio stile del brand come head designer del womenswear e degli accessori, del marchio storico che dovrà coniugare il suo heritage con un nuovo linguaggio creativo, una sferzata di brit-cool che dovrà dare nuova linfa alla griffe che da settembre 2019 è tornata a sfilare nel calendario della London Fashion Week dove tornerà il 18 febbraio. Veccia avrà il compito, non facile di rimanere fedele all’identità timeless del marchio che risiede nel suo archivio di capospalla e trench iconici con la fodera rimovibile, nel cosiddetto house check che è il signature print del marchio, e sugli slacks trousers, i pantaloni regolabili con bottoni lanciati dal marchio negli anni Cinquanta, potenziando allo stesso tempo gli accessori e la pelletteria, nuovo focus del luxury brand.
“Partendo dalla sua ricca tradizione di stile, Daks oggi privilegia le evoluzioni – commenta Veccia – piuttosto che le rivoluzioni, perché, nonostante l’adozione di nuove soluzioni stilistiche, un capo Daks è per sempre. La rilettura dei codici del marchio passa per la reinvenzione del logo grafico della doppia D che dà luogo a sinuose stilizzazioni geometriche, e anche per l’elaborazione di nuove fantasie ispirate alla rigogliosa natura inglese e alle sontuose dimore dei lord britannici, senza dimenticare la sostenibilità che è un impegno che l’azienda intende assumersi oggi in prima persona, con l’obbiettivo di utilizzare in futuro prevalentemente tessuti riciclati o eco-compatibili”.
Lo stilista di origini campane (Caserta), dopo il diploma in fashion design conseguito allo Ied di Roma nel 1994, uno stage nella maison Valentino per l’alta moda femminile e altre prestigiose collaborazioni, nel 2010 approda nel team creativo di Daks.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

La ‘Storia’ di Guicciardini in italiano moderno
Prima volta in Italia per iniziativa di un’insegnante di Novara
NOVARA
12 febbraio 2020
16:07
– Ci sono voluti dieci anni di lavoro ma alla fine Claudio Groppetti, professore e preside in molte scuole del Novarese, ora in pensione, ce l’ha fatta: per la prima volta nel nostro Paese ha tradotto la monumentale opera di Francesco Guicciardini ‘Storia d’Italia’ in italiano moderno.
”Guicciardini, padre della storiografia moderna – spiega Groppetti – scrive in un italiano del Cinquecento, un linguaggio di assai ardua lettura e nel testo originale vi sono espressioni di cui oggi si è perso il significato. Mi sono impegnato per renderlo accessibile a tutti, così come è stato fatto negli altri Paesi: esistono infatti innumerevoli edizioni nelle principali lingue europee: francese, tedesco, inglese, spagnolo. Esiste anche una traduzione del 1566 in lingua latina, pubblicata a Basilea, del piemontese Celio Secondo Curione, esule in terra elvetica per motivi religiosi. Noi invece siamo obbligati a leggerla nel testo del Cinquecento ed è un vero peccato perché l’opera di Guicciardini è fondamentale”.
Il lavoro di Groppetti, in due poderosi volumi, è edito da Interlinea.
Scrittore cinese, ecco i falsi miti delle Chinatown d’Italia
La Costellazione del Dragone di Zhang Changxiao (Sean White)
12 febbraio 2020
16:46
– ZHANG CHANGXIAO (IN ARTE SEAN WHITE), ‘LA COSTELLAZIONE DEL DRAGONE’ (PIEMME, PAG. 192, EURO 17,50) Cosa succede nella Chinatowns, piccole città racchiuse all’interno di città italiane? Che cosa c’è dietro ai centri di massaggio che sempre più spesso ci capita di vedere? I cinesi mangiano davvero il cane? Perché il lavoro è così importante per loro? E la famiglia che ruolo ha nella vita di un cinese? Lo scrittore cinese Zhang Changxiao (nome d’arte Sean White) è autore del libro appena uscito “La Costellazione del Dragone” (edizioni Piemme), arrivato in libreria durante l’emergenza coronavirus. E attende di poter presentarlo per provare a combattere la psicosi e i pregiudizi contro i cinesi in Italia.
Perciò ha deciso di scrivere al Presidente Sergio Mattarella una lettera.
Scrittore e mediatore culturale fra Italia e Cina White ci porta a conoscere i cinesi in Italia, il loro cibo, come vivono l’amore e l’amicizia. Se vi sono mai sorte delle domande sui cinesi, se volete soddisfare qualsiasi curiosità, questo libro vi fornirà le risposte che cercate. Volete provare il vero cibo cinese in Italia? Volete fare affari con i cinesi? Volete capire la mentalità cinese? Volete fare un viaggio in Cina? Volete conquistare un ragazzo o una ragazza cinese? Tutte le risposte a queste domande sono in questo libro.
La Costellazione del Dragone (vede le prefazioni di Mogol e Roberto Vecchioni) con leggerezza e umorismo riesce a rivelare attraverso gli occhi di un cinese che, vivendovi ha imparato a conoscere il nostro Paese, le differenze e i punti in comune che il popolo italiano e quello cinese, a volte inaspettatamente, hanno.
Nella nostra vita quotidiana ci imbattiamo spesso in stereotipi e giudizi affrettati su tali questioni, ma se provassimo invece a conoscerle davvero? “Siamo tutti uguali – scrive l’autore (ricordando i pregiudizi sulla popolazione cinese) -. Non facciamo altro che lavorare.
Mangiamo i cani. Sputiamo a terra. Parliamo a voce troppo alta o troppo bassa. Non paghiamo le tasse. Non moriamo mai. Non ci vedete nei vostri ospedali, nelle vostre scuole, nei vostri cimiteri. Eppure siamo qui, condividiamo il vostro spazio. Siamo cinesi. I nostri prodotti sono sinonimo di scarsa qualità.
Venite da noi quando volete comprare qualcosa che costi poco e valga altrettanto; quando non sapete cosa fare con i vostri telefonini. O quando volete mangiare ravioli. E quello che sapete su di noi è per la maggior parte falso.” “L’infezione coronavirus si è creata in Cina, ma poteva accadere ovunque e quindi non è giusto affrontarla come un problema cinese. E la psicosi che si è venuta a creare mi fa pensare alla canzone di De André Bocca di Rosa. Tutti demonizzano una donna attraverso i pettegolezzi che passano di bocca in bocca, creando timori e paure. Io capisco – aggiunge Sean White -il sentimento della paura, ma credo che dietro la paura si celi l’incapacità di capire i cinesi. Un malinteso culturale che vorrei colmare con questo libro. ” Nelle città italiane ci sono delle isole. Non sono zone recintate o chiuse da muri, a volte nemmeno periferiche; non sono riconosciute, nominate o segnate sulle mappe. Ma una volta lì, gradualmente le cose cominciano a cambiare: le insegne in italiano spariscono, le fisionomie dei passanti sembrano diverse, si sentono profumi e suoni nuovi. Sono le Chinatown d’Italia.
Con La costellazione del dragone l’autore alza il velo che nasconde ai nostri occhi queste cittadelle, e nel farlo distrugge uno per uno i cliché sui cinesi, e sulla Cina tutta, più diffusi in Italia. I cinesi non sono più, o non sono interamente, un popolo di lavoratori indefessi che sopravvivono con un piatto di riso e dormono in otto nella stessa stanza. Non sono più, o forse non sono mai stati, un popolo che pensa soltanto ai soldi, capace unicamente di copiare le idee altrui.
Non saranno mai persone tutte uguali, interscambiabili, fatte in serie. Quello che sono, invece, è un gruppo di persone che si trova a vivere in bilico fra due patrie, due modi di pensare, due identità, due interi mondi. E da questo incontro…. nascono i cinesi di oggi, guidati da una costellazione di valori tutta nuova, fatta di stelle di volta in volta più vicine o più lontane ma che ora, grazie a questo libro, paiono più chiare, luminose, leggibili.
Nell’augurio che il popolo cinese smetta di essere un animale esotico da osservare da lontano e cominci a diventare un vicino comprensibile, forse persino un amico.
Vi siete mai resi conto che il mondo cinese non è poi così differente, soprattutto dal punto di vista del pensiero e delle tradizioni, dal sud Italia? E perché alcuni di loro scelgono proprio l’Italia, come punto di partenza per una nuova vita, soprattutto lavorativa?
LaLettura ora è anche in app
Si arricchisce l’inserto culturale del Corriere della Sera
12 febbraio 2020
16:47
– Corriere della Sera arricchisce il Sistema de laLettura, ora disponibile anche in app – iOS e Android, per smartphone e tablet – con nuovi contenuti per avere sempre a portata di mano il punto di vista sul mondo della cultura e della creatività dell’inserto culturale del Corriere della Sera, che fa dell’apertura e della contaminazione i propri tratti distintivi, tra libri, arte, scienza e nuovi linguaggi.
Gli appassionati con l’app laLettura ogni sabato avranno a disposizione in anteprima l’intero dorso e la newsletter settimanale con il dibattito della settimana, l’agenda su libri, mostre e festival del momento e il calendario degli eventi del mondo culturale da non perdere. Ogni giorno contenuti editoriali esclusivi e notifiche in tempo reale con aggiornamenti su anniversari, eventi, notizie del momento si affiancheranno ai contenuti del settimanale: dai dibattiti sui nuovi linguaggi, sui libri, sull’arte e sulle scienze, alle recensioni e alle graphic novel realizzate in esclusiva per laLettura, dai commenti alle biografie, alle interviste d’eccezione, ai reportage.
Disponibile inoltre, per la prima volta, l’intero archivio de laLettura, con oltre 400 numeri da novembre 2011 a oggi.
“Con la nuova app, laLettura completa il suo sistema informativo, copre tutte le piattaforme e sperimenta i linguaggi della contemporaneità”, sottolinea Antonio Troiano, responsabile de laLettura. La presentazione avverrà lunedì 24 febbraio al Piccolo Teatro Grassi di Milano in occasione della premiazione dei vincitori 2019 della Classifica di Qualità de laLettura, rispettivamente Sandro Veronesi autore del miglior libro per “Il colibrì” e Silvia Pareschi, miglior traduttrice per “La generosità della sirena” di Denis Johnson, votati da 317 tra redattori, collaboratori, traduttori e appassionati de laLettura. Il premio consiste in due pezzi unici, realizzati da Velasco Vitali, raffiguranti una barchetta in bronzo, il cui calco è stato creato utilizzando due pagine de laLettura.
Modigliani: gigantografia su silos porto Livorno
Ritratto dell’artista sarà visibile dalle navi in transito
LIVORNO
12 febbraio 2020
16:56
– Una gigantografia che ritrae Amedeo Modigliani sarà collocata sulla facciata di un silos che svetta all’ingresso del porto di Livorno: la grande immagine del grande artista livornese campeggerà dal 14 febbraio (giorno in cui sarà inaugurata) sulla parete della struttura per tutto il 2020 in omaggio al centenario della morte. Si tratta di un enorme telone di 250 metri quadri, che sarà visibile da più parti della città ed in particolare dalle navi, sia passeggeri che commerciali (crociere). La realizzazione è stata curata dal Comune di Livorno con Autorità Portuale, Camera di Commercio e Porto Immobiliare.
De Andrè e Pfm, è ancora emozione nel film-concerto di Veltroni
Nelle sale live ritrovato del ’79. D. Ghezzi, c’era naturalezza
13 febbraio 2020
15:07
“Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”, ha una storia unica e affascinante come, del resto, il suo protagonista. Il documentario del concerto che Faber tenne con la Premiata Forneria Marconi a Genova il 3 gennaio del 1979, con la regia di Walter Veltroni, quasi miracolosamente si potrà vedere in 370 sale cinematografiche italiane il 17, 18 e 19 febbraio prossimi. Sono le uniche immagini di quella tournée che sono tornate alla luce grazie a un’intuizione del batterista della Pfm, Franz Di Cioccio (“io non compaio, ma non me ne frega niente, l’importante è che tutti possano vederlo”, ha detto). Di Cioccio si rammaricava con qualcuno perché non esistevano immagini di quel tour e gli venne risposto: “Guarda che ci sono”. Si arriva quindi a Piero Frattari, regista ed ex cameraman che è andato a scovarlo nel suo archivio tra oltre 40mila cassette. Un lungo, paziente lavoro di restauro (le immagini erano girate da una sola telecamera e le luci non erano affatto delle migliori) ha fatto il resto. “Il ritrovamento di quelle cassette – ha spiegato l’ex sindaco di Roma – e la loro rigenerazione, specie nello spettacolare audio 5.1, consentono a tutti di fruire della testimonianza di uno dei tour più importanti della storia della canzone italiana di quegli anni”. Perché quel concerto ha unito due mondi e pubblici musicalmente diversi, il cantautorato italiano e il rock, in un periodo, anche storicamente convulso, in cui i generi musicali sembravano compartimenti stagni in Italia. Ed è Di Cioccio, che qualche mese prima fece visita a De Andrè a Nuoro e riuscì a vincere la sua ritrosia ad andare sul palco, a raccontare come ci riuscirono. “C’erano due pubblici – ha raccontato -, separati. Noi cominciavamo ogni brano con un’introduzione solo strumentale poi arrivava lui con la sua voce: ‘Questa di Marinella è la storia vera’. Ed entrambi i pubblici applaudivano”. Il documentario ha emozionato Dori Ghezzi, vedova di De Andrè, che pure gli si era avvicinata con un poco di timore: “In realtà – ha spiegato – ho scoperto che su quel palco c’era quella naturalezza, che forse deriva dalla consapevolezza di non essere ripresi e quindi non c’era la necessità di fare del proprio meglio ma lo facevano per il piacere di farlo”. “Era come se Fabrizio e la Pfm avessero sempre suonato insieme”, ha aggiunto. Poi un aneddoto, a dimostrazione di quanto Faber sia ancora attuale, ottant’anni dopo la sua nascita. “Due anni fa ero a Roma – ha raccontato – e una bambina di cinque mi ha cantato per intera ‘La Guerra di Piero’. Poi mi ha fatto una sola domanda:’Cos’è un cadavere?'”. Nel docufilm “Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”, prodotto da Sony Music con Except, trovano spazio La canzone di Marinella, Andrea, Il testamento di Tito, Un Giudice, Giugno ’73, La guerra di Piero, Amico fragile, Zirichiltaggia, Rimini, Via del campo, Avventura a Durango, Bocca di rosa, Volta la carta, Il pescatore. Tutte arricchite dai testi scritti a mano da Faber, che scorrono sullo schermo mentre si dipana il concerto.
Arriva il “Vocabolario sentimentale”
“Le parole che non ti ho detto”, romanzo di Martina Lorusso
PERUGIA
12 febbraio 2020
17:42
– Si intitola “Vocabolario sentimentale. Le parole che non ti ho detto” il romanzo semi-autobiografico e illustrato di Martina Lorusso, in arte Momusso, edito da Giunti.
Si tratta – spiega la stessa autrice – di un percorso emotivo in cinque fasi. Che spazia tra mancanza, tristezza, speranza, coraggio e amore. “Vocabolario sentimentale – scrive Martina Lorusso sulla copertina – nasce un giorno di fine agosto, da una pagina di diario scritta durante un viaggio in treno. Nasce da emozioni diventate troppo forti e ingombranti per non trovare espressione. Nasce dalla storia di un amore finito che si traduce nelle parole di questo speciale vocabolario”.
Momusso è una giovanissima grafica e illustratrice di Terni trapiantata da anni a Milano dopo avere vissuto in altre città del nord Italia.
Da Batoni a Chardin, sfida al Barocco alla Venaria
A Torino oltre 200 capolavori dai musei di tutto il mondo
12 febbraio 2020
17:43
– Da Pompeo Batoni (talmente apprezzato da essere chiamato a ritrarre 3 Papi, 22 monarchi e un numero impressionante aristocratici) a Jean Simeon Chardin (amatissimo da Vincent Van Gogh che lo riteneva “grande come Rembrandt”). E poi Maratti, Trevisani, Conca, Giaquinto, Pannini, Boucher, Cametti, Legros, Bouchardon, Ladatte e Collino. Ci sono spettacolari dipinti e pale d’altare, sculture, arazzi, disegni, incisioni, arredi e oggetti preziosi nella mostra “Sfida al Barocco, Roma Torino Parigi 1680-1750” allestita dal 13 marzo al 14 giugno a Torino. E precisamente negli spazi monumentali di una location che è di per sé un inno all’architettura barocca e tesoro dell’Unesco, ovvero la Citroniera Juvarriana della Reggia di Venaria.
La mostra, che conta su 200 capolavori provenienti dai più prestigiosi musei di tutto il mondo, istituzioni pubbliche e private, enti religiosi e collezioni private conduce i visitatori in uno straordinario viaggio nell’Europa delle arte tra fine ‘600 e metà ‘700. La sfida si gioca tra la Roma cosmopolita dei Papi che rinnova il suo ruolo di depositaria della grandezza dei modelli e la Parigi del re sole Luigi XIV e di Luigi XV che arriva a designare il primato della scuola moderna francese, cercando nell’Antico il naturale e scegliendo nuovi riferimenti per la rappresentazione del quotidiano nei maestri fiamminghi e olandesi. Tra loro la Torino di Vittorio Amedeo II e di Carlo Emanuele III, che grazie alla creatività dell’architetto regio Filippo Juvarra, si conferma come un laboratorio della città moderna presentando una straordinaria galleria dei pittori contemporanei delle Scuole d’Italia allestita nelle chiese e nelle residenze della corte.
In duomo a Modena l’ultimo applauso a Mirella Freni
Chiesa gremita per il funerale della stella della lirica
MODENA
12 febbraio 2020
17:45
– Centinaia di cittadini, e tra loro numerosi suoi allievi, hanno dato l’addio a Modena a Mirella Freni, stella della lirica morta a 84 anni domenica pomeriggio. La liturgia funebre si è tenuta nel Duomo dove la cerimonia è stata presieduta dal vescovo Erio Castellucci.
Precedentemente la salma era stata sistemata al Teatro Comunale che porta il nome del suo grande amico Luciano Pavarotti, luogo che Mirella Freni ha più volte definito come una sua seconda casa. Un corteo ha accompagnato la salma dal teatro al Duomo.
Numerose le autorità presenti al funerale, tra loro anche Laura Agea, sottosegretario alla Presidenza del consiglio. Sono stati alcuni degli allievi di Freni ad accompagnare il funerale con musiche di Mozart, Bach e Schubert. Protagonista anche la Corale Rossini che ha eseguito il Requiem di Puccini, l’Alleluia di Mozart, il Padre nostro gregoriano, la Messa Solenne di Luigi Cherubini (1808) e l’Ave Verum Corpus sempre di Mozart. Dopo la messa il congedo sulle note dell’Ave Maria di Franz Schubert e Perosi.
Sfilate New York, “coperte di linus” chic da Michael Kors
Eleganza e comfort in risposta a “tempi instabili”
NEW YORK
12 febbraio 2020
18:49
– “Viviamo in tempi instabili, ogni giorno c’e’ qualcosa difficile da assorbire: per questo serve una ‘security blanket’, una ‘coperta di Linus'”. Essendo Michael Kors un guru della moda globale, questa coperta non può essere altro che chic. Ed essendo il 2020 la vigilia di un compleanno importante, il 40/o anniversario nel 2021 della griffe, la definizione di chic nell’edifico Art Deco della ex American Stock Exchange viene rielaborata attraverso la memoria storica della casa. Una di queste “coperte” fu la mantella-coperta portata in passerella nel 1999 da Naomi Campbell per una collezione ispirata all’American West che la scrittrice e saggista Joan Didion chiese di avere e poi fu fotografata dalla grande ritrattista Tina Barney, avvolta in questa soffice corazza nel salotto di casa. Kors ha riportato in vita questo capo, l’inconfondibile banda arancione su campo color cammello, davanti a circa 600 invitati, tra cui Blake Lively e Valeria Bruni Tedeschi, con la colonna sonora country di Orville Peck, musicista canadese dalla misteriosa identità (indossa sempre una maschera): “I will always love you”. L’idea di fondo e’ quella che ispira Kors da 40 anni: un approccio alla moda senza tempo, un investimento basato su un grande lavoro di sartoria e sui materiali. Autunno 2020 e’ una di quelle stagioni “instabili” per l’America: tempo di elezioni presidenziali. Kors l’affronta all’insegna del “glamour comodo”, silhouettes languide, cappucci e colli alti, maniche lunghe in omaggio alla privacy.
Coach, show a sorpresa con Debbie Harry, alias Blondie
Nuova collezione ispirata da una New York inizio anni ’80
12 febbraio 2020
18:50
– Coach trasforma la sua passerella in un concerto live. A rubare la scena durante la presentazione della collezione autunno-inverno 2020 è Debbie Harry, front woman dei Blondie. La Harry si è improvvisata modella uscendo a fine show e ha preso il microfono unendosi alla Coathangers, un trio al femminile punk rock/garage che si è esibito in cover delle Blondie durante la sfilata. “E’ da tempo che pensavamo ad una collaborazione con Debbie – ha detto nel backstage il direttore creativo di Coach, Stuart Vevers – inoltre si era già esibita per noi durante l’apertura del nostro negozio a Parigi”.
La Harry e i Blondie, che hanno avuto il picco del loro successo a cavallo degli anni ’70 e ’80, incarnano a pieno anche lo spirito della nuova collezione del brand americano che prende spunto proprio dall’energia che ha caratterizzato la città di New York in quegli anni. “Posso dire – ha spiegato Vevers – che questa collezione ha una ‘sensibilità Gotham’ (come viene anche definita New York, ndr) e in essa ho cercato di giustapporre elementi della pop culture, della counter culture con quelli di un brand che ha 79 anni di storia”. La nuova collezione è stata reimmaginata con un guardaroba che è parte un Downtown-cool in parte con elementi collegiali. Vevers inoltre da sempre trae ispirazione dal mondo dell’arte, questa volta si è rivolto a Jean-Michel Basquiat in particolar modo per i disegni che appaiono sugli accessori. Parte della famiglia Basquiat era anche presente alla sfilata, sia tra il pubblico con le sorelle e la madre acquisita dell’artista in prima fila, sia in passerella con la nipote Jessica Kelly, che ha sfilato per lo show.
A Bologna una scultura e una targa per ricordare Lucio Dalla
Due donazioni al Comune da parte degli eredi dell’artista
BOLOGNA
12 febbraio 2020
18:59
– La giunta comunale di Bologna ha accettato con una delibera la donazione della statua che raffigura Lucio Dalla seduto su una panchina, che si trova già in piazza Cavour, e inoltre ha autorizzato la posa di una lapide commemorativa dell’artista bolognese sulla sua casa natale.
Entrambi gli interventi verranno inaugurati in occasione della rassegna per la celebrazione del compleanno dell’artista (che sarà presentata il 22 febbraio), curata da Fondazione Lucio Dalla.
La scultura è opera di Antonello Paladino ed è stata donata al Comune di Bologna da Lino Zaccanti, cugino ed erede di Lucio Dalla. La lapide commemorativa, che verrà apposta alla facciata della casa natale dell’artista in piazza Cavour, è stata voluta dai cugini del cantautore e curata dalla Fondazione Lucio Dalla.
Barbareschi “Vogliono farmi chiudere l’Eliseo”
Dopo stop a emendamenti per Eliseo, annunciato tavolo Mibact
13 febbraio 2020
09:43
“Dicono di aver aperto un tavolo di trattativa. Ma con chi? A me non hanno detto niente. Ho provato a telefonare a tutti, ho cercato al ministero, ma nessuno sa dirmi nulla”. E’ un fiume in piena Luca Barbareschi all’indomani della bocciatura da parte delle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio degli emendamenti al Milleproroghe che avrebbero dovuto salvare il suo Teatro Eliseo, con uno stanziamenteo di “quattro milioni di euro l’anno” per il triennio 2020-2022, per un totale di 12 milioni.
Dopo il parere negativo del governo, ieri gli esponenti dell’opposizione, firmatari degli emendamenti, parlavano di “decisione politica”. Ma il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, aveva annunciato la “disponibilità del ministro della cultura ad aprire immediatamente un tavolo, su un problema molto sentito dal governo e dai parlamentari”. Dal Mibact però fanno sapere che il tavolo al quale si sta lavorando non riguarderà solo il caso di Barbareschi, bensì tutte le situazioni di crisi del teatro italiano, un intervento sul modello di quanto avviene in altri ministeri, prima di tutto il Mise, dove vengono affrontate tutte le crisi.
“Nessuno ne sa nulla”, ribatte intanto Barberschi, che completo scuro e kippah in testa convoca “urgentemente” una conferenza stampa. “Vogliono farmi chiudere questo teatro, ma chiuderò solo quando mi porteranno via di peso”, tuona, sotto la gigantografia del francobollo emesso per i 100 anni dell’Eliseo nel 2018, ricordando che il teatro dà lavoro “a 80 persone più 320 di indotto ed è un polo di eccellenza, oltre che un gioiello storico della capitale”. Passo passo, ricostruisce le fasi da quando a marzo 2015 lo prende in mano dal fallimento della precedente gestione e al costo di “5 milioni di euro, più un altro per la facciata” lo rende agibile e lo ristruttura completamente (“tutto a mie spese, senza toccare un soldo dei finanziamenti pubblici”). Elenca i numeri: 650 mila presenze per la prosa dal 2015, 180 mila per gli appuntamenti di Eliseo Cultura, Eliseo Ragazzi ed Eliseo Musica più i 5 mila abbonati della stagione in corso. A non far quadrare i conti sono i costi fissi che accumulano indebitamento. “Solo i pompieri, 450 mila euro al mese”, dice. “Ieri pensavo che se raccontassi ciò che mi hanno detto negli ultimi tempi, qui viene giù il tempio e le colonne – prosegue – Ma non lo farò mai, io faccio l’attore, il mestiere più bello del mondo. Mi intristisce, però, non vedere qui amici che con me hanno lavorato tutti questi anni. Rubini mi ha bloccato sul cellulare. Martone, quando gli ho ricordato il mio sostegno ai tempi dell’Argentina, mi ha risposto: ‘ma io non te l’avevo chiesto'”. Il j’accuse, nomi e cognomi alla mano, è tutto contro “il teatro italiano che paga in nero”, le società presentate come cooperative, i teatri nazionali che a fronte di ben più generosi finanziamenti “non hanno nemmeno una compagnia” o “vendono biglietti a 3 euro: questo è dumping”, dice. E poi verso la sindaca Raggi o la Regione. “Se avessimo avuto sostegno dagli enti locali, forse, non avremmo avuto bisogno di altro”. E le associazioni di categoria schierate contro di lui. Respinge al mittente le accuse di traffico di influenze illecite, per cui è “rinviato a giudizio ad aprile. Ho solo lavorato per il mio teatro, andando ai ministeri per preparare una legge, così come feci per la pedofilia o il tax credit. Se poi traffico di influenze vuole dire andare a far il mendicante – dice citando colleghi direttori – allora lo sto facendo. Ma non ho mai voluto togliere niente a nessuno: per me vanno dati più soldi a tutto il teatro italiano”. Il futuro? “Prima di aprile non posso chiudere – dice – Non truffo gli abbonati. Dovrei mandare le lettere di licenziamento già domani, ma a chi, a gente che fa bene il suo lavoro?”. D’altra parte, invece, “entro due mesi dovrei annunciare tutti gli avvenimenti della stagione 2020-2021 al ministero”. Assicura che in ogni caso “tutte le compagnie verranno pagate”.
From the Past, passato, presente, futuro della Corea
Il patrimonio tradizionale reinterpretato con la tecnologia
12 febbraio 2020
19:46
– Tre sale per parlare della cultura coreana passata, presente e futura, attraverso la tecnologia: l’Istituto Culturale Coreano inaugura a Roma, il 25 febbraio, la mostra “From the Past”.
La mostra si presenta formalmente come una moderna rassegna di arte multimediale, ma la peculiarità si trova nel fatto che gli argomenti e le fonti delle opere provengono da patrimoni culturali tradizionali della Corea. Vale a dire che le opere sono nate ispirandosi al passato, reinterpretate attraverso la tecnologia culturale corrente, le arti multimediali, e racchiudono l’intento di mostrare la potenzialità della cultura tradizionale nel futuro all’interno della continuità del tempo.
Un’altra peculiarità di questa mostra si trova nell’interazione degli spettatori i quali, diversamente dalle mostre tradizionali, sono coinvolti in una partecipazione diretta e pratica: in questo modo viene sottolineata l’importanza della comunicazione. I contenuti temporali vengono collocati nello spazio e in questo spazio, attraverso il ciclo di comunicazione delle persone, gli spettatori si avvicineranno e comprenderanno in modo naturale le culture tradizionali della Corea.
La rassegna è strutturata in tre sale tra passato, presente e futuro, dove contenuti temporali sono stati collocati in uno spazio. La sala centrale rappresenta la sala del passato dell’artista Junghwan Sung, nella quale si può fare esperienza delle culture tradizionali della Corea attraverso la pittura tradizionale e la pittura buddista. La sala 1 è dedicata al presente con l’artista Seung ku Han, dove all’interno si potrà provare a suonare il Buk, uno degli strumenti tradizionali coreani tutt’ora utilizzato, e interagire personalmente per scoprire l’Hanbok (abito tradizionale coreano) indossato dagli antichi funzionari all’interno dei ritratti. La sala 2 rappresenta la sala del futuro del gruppo di artisti di arte multimediale Le Congpoje, che hanno reinterpretato il mondo del celebre letterato Jeong-hui Kim (1786-1856), del periodo Joseon, attraverso un linguaggio futuristico di video e suoni interattivi.
Gli anni più belli, Muccino celebra l’amicizia
800 copie film con Favino, Rossi Stuart,Santamaria e Ramazzotti
13 febbraio 2020
10:08
Il tempo, vero protagonista de ‘Gli anni più belli’ di Gabriele Muccino, macina tutto e non solo la giovinezza. Macina i buoni propositi, gli ideali, le relazioni, (comprese quelle familiari), per far sopravvivere alla fine solo l’amicizia e la speranza di un futuro migliore. L’ultimo lavoro di Muccino, in sala in quasi 800 copie dal 13 febbraio con 01, omaggio dichiarato e altrettanto malinconico al ‘C’eravamo tanto amati’ di Ettore Scola, racconta proprio questo, attraverso la commovente storia di un gruppo di amici, Giulio, Gemma, Paolo e Riccardo nell’arco di 40 anni (esattamente dal 1980 ad oggi). Un ‘C’eravamo tanto amati’ rivisitato, e con tanto di citazioni – tra cui quella della cena-rimpatriata dei tre amici ormai cinquantenni – che però ha al suo interno un gap generazionale: “Rispetto a quello di Scola – ha detto Muccino – che si chiudeva con una canzone partigiana, qui c’è una generazione cresciuta all’ombra di quelle che l’hanno preceduta. O meglio una generazione senza il sostegno delle ideologie e con un forte complesso di identità schiacciata, come è stata, dalla storia che l’ha preceduta”. Tra alcuni filmati d’archivio o ricostruzioni di eventi chiave di questi ultimi quarant’anni – dalla caduta del muro di Berlino a Mani Pulite, dall’11 settembre fino alla nascita del movimento Cinque Stelle – scorrono le vicende di questi quattro personaggi. Troviamo così Gemma (Micaela Ramazzotti), una ragazza, e poi una donna piena di fragilità, rimasta orfana a 16 anni che si ritrova a dividere nel corso degli anni il suo amore tra due grandi amici come Paolo e Giulio. E questo non senza conseguenze. Poi c’è appunto Paolo (Kim Rossi Stuart), ragazzo anche troppo corretto che vive a casa con un pappagallo. Una persona lineare, ingenua, piena di autentiche speranze anche rispetto al suo ruolo di professore.
Stessi ideali di Giulio (Pierfrancesco Favino), ma solo iniziali. Lui, il più povero e smart del gruppo, riscatta presto le sue origini diventando un brillante avvocato, un legale inizialmente disposto a difendere i deboli per poi diventare un pescecane capace di ogni compromesso. Infine c’è Riccardo (Claudio Santamaria) soprannominato ‘Sopravvissù’ perché sopravvissuto a un proiettile volante durante una manifestazione politica in cui si è trovato per puro caso. Anche lui come Paolo è un vero sognatore a cui però non riesce nulla ed è sempre senza soldi. Il matrimonio con Anna (Emma Marrone), da cui avrà un figlio, sarà per lui l’ennesimo fallimento. “Il tempo è il grande motore di questo film che è ovviamente anche un omaggio a Zavattini, Risi, Scola e Fellini tutti autori con cui sono cresciuto” ha proseguito il regista. E ancora Muccino: “In qualche modo Gli anni più belli racconta che la vita va avanti e molte cose che si sono guastate nel tempo possono essere rammendate. Da qui anche il suo finale rasserenante che devo a Favino perché io ne preferivo uno più amaro”. Come già aveva fatto per ‘A casa tutti bene’, Gabriele Muccino ha affidato la colonna sonora a Nicola Piovani, mentre il titolo del film è lo stesso di un brano inedito di Claudio Baglioni presente nel nuovo album del cantautore. Nel cast del film, costato 8 milioni e già venduto in Francia, anche Nicoletta Romanoff, Francesco Centorame, Andrea Pittorino, Paola Sotgiu, Francesco Acquaroli e Elisa Visari.
Falsi miti Chinatown d’Italia
La Costellazione del Dragone di Zhang Changxiao (Sean White)
13 febbraio 2020
10:19
ZHANG CHANGXIAO (IN ARTE SEAN WHITE), ‘LA COSTELLAZIONE DEL DRAGONE’ (PIEMME, PAG. 192, EURO 17,50) . Cosa succede nella Chinatowns, piccole città racchiuse all’interno di città italiane? Che cosa c’è dietro ai centri di massaggio che sempre più spesso ci capita di vedere? I cinesi mangiano davvero il cane? Perché il lavoro è così importante per loro? E la famiglia che ruolo ha nella vita di un cinese? Lo scrittore cinese Zhang Changxiao (nome d’arte Sean White) è autore del libro appena uscito “La Costellazione del Dragone” (Piemme), arrivato in libreria durante l’emergenza coronavirus.
E attende di poter presentarlo per provare a combattere la psicosi e i pregiudizi contro i cinesi in Italia. Perciò ha deciso di scrivere al Presidente Sergio Mattarella una lettera. Scrittore e mediatore culturale fra Italia e Cina White ci porta a conoscere i cinesi in Italia, il loro cibo, come vivono l’amore e l’amicizia. Se vi sono mai sorte delle domande sui cinesi, se volete soddisfare qualsiasi curiosità, questo libro vi fornirà le risposte che cercate. Volete provare il vero cibo cinese in Italia? Volete fare affari con i cinesi? Volete capire la mentalità cinese? Volete fare un viaggio in Cina? Volete conquistare un ragazzo o una ragazza cinese? Tutte le risposte a queste domande sono in questo libro. La Costellazione del Dragone (vede le prefazioni di Mogol e Roberto Vecchioni) con leggerezza e umorismo riesce a rivelare attraverso gli occhi di un cinese che vivendovi ha imparato a conoscere il nostro Paese, le differenze e i punti in comune che il popolo italiano e quello cinese, a volte inaspettatamente, hanno. Nella nostra vita quotidiana ci imbattiamo spesso in stereotipi e giudizi affrettati su tali questioni, ma se provassimo invece a conoscerle davvero? “Siamo tutti uguali – scrive l’autore (ricordando i pregiudizi sulla popolazione cinese) -. Non facciamo altro che lavorare. Mangiamo i cani. Sputiamo a terra.
Parliamo a voce troppo alta o troppo bassa. Non paghiamo le tasse. Non moriamo mai. Non ci vedete nei vostri ospedali, nelle vostre scuole, nei vostri cimiteri. Eppure siamo qui, condividiamo il vostro spazio. Siamo cinesi. I nostri prodotti sono sinonimo di scarsa qualità. Venite da noi quando volete comprare qualcosa che costi poco e valga altrettanto; quando non sapete cosa fare con i vostri telefonini. O quando volete mangiare ravioli. E quello che sapete su di noi è per la maggior parte falso.” “L’infezione coronavirus si è creata in Cina, ma poteva accadere ovunque e quindi non è giusto affrontarla come un problema cinese. E la psicosi che si è venuta a creare mi fa pensare alla canzone di De André Bocca di Rosa. Tutti demonizzano una donna attraverso i pettegolezzi che passano di bocca in bocca, creando timori e paure. Io capisco – aggiunge Sean White -il sentimento della paura, ma credo che dietro la paura si celi l’incapacità di capire i cinesi. Un malinteso culturale che vorrei colmare con questo libro. ” Nelle città italiane ci sono delle isole. Non sono zone recintate o chiuse da muri, a volte nemmeno periferiche; non sono riconosciute, nominate o segnate sulle mappe. Ma una volta lì, gradualmente le cose cominciano a cambiare: le insegne in italiano spariscono, le fisionomie dei passanti sembrano diverse, si sentono profumi e suoni nuovi. Sono le Chinatown d’Italia. Con La costellazione del dragone l’autore alza il velo che nasconde ai nostri occhi queste cittadelle, e nel farlo distrugge uno per uno i cliché sui cinesi, e sulla Cina tutta, più diffusi in Italia. I cinesi non sono più, o non sono interamente, un popolo di lavoratori indefessi che sopravvivono con un piatto di riso e dormono in otto nella stessa stanza. Non sono più, o forse non sono mai stati, un popolo che pensa soltanto ai soldi, capace unicamente di copiare le idee altrui. Non saranno mai persone tutte uguali, interscambiabili, fatte in serie. Quello che sono, invece, è un gruppo di persone che si trova a vivere in bilico fra due patrie, due modi di pensare, due identità, due interi mondi. E da questo incontro…. nascono i cinesi di oggi, guidati da una costellazione di valori tutta nuova, fatta di stelle di volta in volta più vicine o più lontane ma che ora, grazie a questo libro, paiono più chiare, luminose, leggibili. Nell’augurio che il popolo cinese smetta di essere un animale esotico da osservare da lontano e cominci a diventare un vicino comprensibile, forse persino un amico. Vi siete mai resi conto che il mondo cinese non è poi così differente, soprattutto dal punto di vista del pensiero e delle tradizioni, dal sud Italia? E perché alcuni di loro scelgono proprio l’Italia, come punto di partenza per una nuova vita, soprattutto lavorativa?
Casa Leopardi apre gli appartamenti privati di Giacomo
Dal 21 marzo nuovo itinerario nel mondo del grande poeta
ANCONA
14 febbraio 2020
10:24
Dal 21 marzo sarà possibile ‘immergersi’ ne Le Ricordanze: Casa Leopardi ha deciso di aprire al pubblico parte del piano nobile e degli appartamenti privati abitati dal poeta da giovane, inaccessibili da oltre 200 anni. Si potrà visitare la camera da letto e la finestra da cui Giacomo Leopardi osservava la luna e le “Vaghe stelle dell’Orsa”, il salottino dove si intratteneva con i fratelli Carlo e Paolina, il giardino posteriore da cui vedeva i ‘Monti Azzurri’, cioè i Sibillini, ma anche i saloni di rappresentanza di Palazzo Leopardi, la galleria con le sue collezioni d’arte, una parte del piano nobile.
Sono i luoghi della quotidianità di Leopardi, dei ricordi più intimi e anche dei primi amori: Teresa Fattorini, figlia del cocchiere e ispiratrice di Silvia, e Gertrude Cassi Lazzari, una lontana cugina di Pesaro, a cui è dedicato Il primo amore. Gli spazi recuperati con un accurato restauro, eseguito con la supervisione della Soprintendenza, vanno a comporre un nuovo itinerario di visita, intitolato ‘Ove abitai fanciullo’, un nuovo viaggio alla scoperta del mondo interiore del poeta, alimentato da ricordi, sogni e impressioni legati al ‘natio borgo selvaggio’ con cui per altro Giacomo ebbe un rapporto conflittuale.
Il percorso conduce a quelle che in casa sono sempre state chiamate “Brecce”. Il conte Monaldo Leopardi fece costruire queste camere fra i due giardini, quello di ponente e quello di levante, per lasciare ai figli ormai adolescenti indipendenza e intimità. L’infilata delle tre stanze è stata completamente restaurata, riportando alla luce gli originali decori pittorici. A volere il restauro e l’apertura degli ambienti privati è stato il conte Vanni Leopardi, morto lo scorso autunno, infaticabile ‘ambasciatore’ della figura e dell’opera di Leopardi. “Per la nostra famiglia è un momento importante – dice la figlia Olimpia Leopardi, che ha raccolto il testimone del padre – e mi auguro possa esserlo anche per tutti coloro che hanno Giacomo nel cuore. Un sogno che si avvera per i tanti che, negli anni, si sono emozionati visitando la Biblioteca e che, da oggi, potranno finalmente vivere in prima persona le suggestioni che toccarono l’animo del giovane Leopardi”.
Il nuovo percorso corona un progetto ventennale di ampliamento dell’accesso ai luoghi leopardiani che ha gradatamente trasformato Casa Leopardi in un vero e proprio complesso museale. Oltre alla celebre Biblioteca, da sempre aperta al pubblico, ci sono il rinnovato Museo Leopardi, che ripercorre la vita di Giacomo attraverso i suoi oggetti, ‘Io nel pensier mi fingo’, un viaggio virtuale nel suo immaginario poetico e ‘Con gli occhi di Silvia’, la casa abitata da Teresa Fattorini. Ma tutta Recanati è ormai una full immersion leopardiana: tra edifici storici, chiese e luoghi legati alla poetica di Giacomo, c’è anche a poche decine di metri da Palazzo Leopardi, il Centro Nazionale di Studi Leopardi, da cui parte un percorso multimediale dedicato a L’Infinito, il testo poetico più famoso della lingua italiana.
Libri: Vianello, Diario di un delirio
Narrazione cupa e drammatica di un’ossessione erotica
13 febbraio 2020
11:53
– LUCILLA VIANELLO, DIARIO DI UN DELIRIO (Santelli editore, pp.206, 14.90 euro). Una narrazione cupa e drammatica che racconta in modo dettagliato, tra piacere dei sensi, forza e sofferenza, un vero e proprio viaggio dell’anima: arriva il 5 marzo in libreria “Diario di un delirio”, edito da Santelli, che segna il debutto di Lucilla Vianello. Con la prefazione di Carlo Carlei, il libro utilizza un linguaggio crudo ed esplicito per narrare la storia di una donna che, malata di cancro al seno, affronta la malattia e la paura di morire attraverso una relazione dalla dimensione erotica totalizzante, ossessiva e alienante. Non riuscendo ad appoggiarsi alla famiglia – soprattutto per la crisi irrecuperabile del suo matrimonio dovuta alle incomprensioni con il marito – e sentendosi vuota e sfinita, la donna infatti si innamora del suo oncologo e inizia con lui una storia di sesso e di libertà solo apparente: ben presto questo rapporto non sarà più una valvola di sfogo dalla sofferenza della malattia e uno strumento di felicità e appagamento, quanto per lei una nuova occasione di frustrazione e “prigionia” che rischia di farla impazzire.
Teatro:applausi al Carlo Felice per prima Adriana Lecouvreur
Dedicato a M.Freni, non convince allestimento, bene l’esecuzione
GENOVA
13 febbraio 2020
12:03
E’ il destino di ‘Adriana Lecouvreur’. Il capolavoro di Cilea viene proposto raramente nei nostri Teatri eppure a ogni sua apparizione ottiene una calda accoglienza da parte del pubblico che ‘scopre’ un’opera italiana del primo Novecento forse più elegante, raffinata e piacevole nella sua varietà espressiva rispetto a tanti altri titoli normalmente in repertorio. E’ accaduto anche ieri sera al Carlo Felice. La prima di ‘Adriana’ – dedicata a Mirella Freni, scomparsa pochi giorni fa e che ne fu straordinaria interprete – è stata accolta con calorosi applausi da un pubblico non numerosissimo ma chiaramente soddisfatto.
L’allestimento arrivava dall’As.Li.Co. Il regista Ivan Stefanutti (firmatario anche di scene e costumi) ha ambientato l’opera non nel Settecento, epoca in cui visse la celebre attrice Adrienne Lecouvreur, ma nel primo Novecento ai tempi di Cilea quando le grandi attrici si avvicinavano al cinema. A parte inevitabili incongruenze con il libretto (difficile che nel primo Novecento il Re di Francia decida di rinchiudere Maurizio alla Bastiglia….) quel che viene a mancare è lo spirito settecentesco che interessava Cilea particolarmente attratto dalle atmosfere musicali di quel secolo. Una ‘sovrainterpretazione’ arbitraria che non ha dato nulla e ha tolto qualcosa.
Esecuzione musicale nel complesso di buon livello.
Valerio Galli sul podio di una orchestra particolarmente ricettiva, ha colto con intelligenza la molteplicità espressiva, la diversificazione di umori della partitura di Cilea. Qualche eccesso di sonorità ha in alcuni momenti compromesso l’equilibrio fra le voci e la buca, ma nell’insieme è stata una bella lettura.
Il ruolo di Adriana era affidato a Barbara Frittoli, artista di solido mestiere che tuttavia ieri non ci è parsa nella sua forma migliore. Un avvio poco limpido con un graduale riscatto e un apprezzabile quarto atto. Marcelo Alvarez è tenore dalla splendida voce e dalla indubbia generosità che a tratti si fa un po’ troppo trascinare dall’enfasi. Eccellente il Michonnet di Devid Cecconi, non ineccepibile Judit Kutasi (voce interessante) nella parte della Principessa. Bene gli altri, il coro e bravi i tre danzatori. Replica questa sera, ore 20.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Francesco Montanari, lotta dura alla mafia nel Cacciatore 2 /Video
Su Rai2 serie ispirata a storia magistrato antimafia Sabella
14 febbraio 2020
10:21
“Per stanare la preda bisogna bruciare il bosco”. Dal 19 febbraio su Rai2 in prima serata arrivano le quattro nuove puntate della serie tv tratta dal romanzo autobiografico “Cacciatore di mafiosi” (Mondadori) del magistrato Alfonso Sabella. Protagonista è Francesco Montanari che torna a vestire i panni del pubblico ministero Saverio Barone (l’alter ego di Sabella), sostituto procuratore del pool antimafia di Palermo.
“Questa è una stagione dolorosa – spiega Montanari nel corso della presentazione a Viale Mazzini, anche di solitudine – perchè Saverio, non è riuscito a mantenere la sua promessa, quella di salvare il piccolo Giovanni di Matteo, ed entra in un inferno feroce e sanguinolento di vendetta. Diventa un’ossessione e a farne le spese sono le persone a lui vicine. E’ un toro che vede rosso. Inizia la sua caccia ai malavitosi e sarà senza tregua. Terra bruciata: per mirare alla preda brucerà il bosco” Il Cacciatore 2 riprende da dove è terminata la prima stagione.
Siamo nel 1996 e Saverio Barone si sposa con la compagna Giada (Miriam Dalmazio). Sul matrimonio però incombe la sorte del piccolo Di Matteo, sequestrato dalla mafia per ricattare il padre pentito Santino e sciolto nell’acido per volontà di Giovanni Brusca (Edoardo Pesce). Una coproduzione Cross Productions, Beta film in collaborazione con Rai Fiction diretta da Davide Marengo. Nel cast Francesco Foti, Marco Rossetti, Roberto Citran, Francesca Inaudi, Alessio Praticò, Gaetano Bruno.
Montanari tiene a sottolineare: “Non è un biopic ma una storia ispirata a fatti veri. Per me, la sceneggiatura diventa una bibbia. Poi, con gli sceneggiatori, si decide una linea emotiva da seguire. Nella prima stagione, abbiamo lavorato sull’auto-affermazione. Nella seconda mi scontro con il fallimento, la voglia di vincere non basta più, Saverio si scontra con il muro per eccellenza. Barone cambia pelle. Tutti cambiamo pelle. Le persone che ne faranno alle spese sono anche quelle a lui vicine: la moglie e Carlo Mazza (Francesco Foti).
Comincerà per lui un grande processo di solitudine”. “Il Cacciatore” racconta la lotta alla mafia da entrambi i lati del fronte di guerra: i magistrati, ma anche i mafiosi. I cacciatori e le prede. E la preda numero uno, in questa seconda stagione, è Giovanni Brusca.
La prima stagione ha ottenuto un importante riconoscimento all’estero, vincendo nella categoria Best Performer a CanneSéries. Sabella tiene a rilevare: “In questi nuovi episodi, c’è lo spartiacque, poi mi sono anche confrontato con un fallimento, il fatto di non essere riuscito a salvare la vita a Giuseppe Di Matteo. Ancora oggi, mi porto dietro questo dramma.
Il personaggio di Saverio in questa seconda stagione è più simile a come ero io all’epoca. Questa, però, non è una storia di fallimenti ma è una storia di successi per quanto riguarda il nostro paese. Dobbiamo raccontare quella parte di storia in cui l’Italia ha vinto la battaglia contro la mafia. Abbiamo dato un colpo importante alla mafia: non ricordare questi successi è un errore. Se gli strumenti che ho avuto io, li avessero avuti Falcone e Borsellino, forse anche loro sarebbero qui a questo tavolo”.
Sabella ricorda: “A Palermo, scoprivamo gli omicidi un quarto d’ora dopo che erano stati commessi e molti omicidi, li abbiamo anche impediti. Questa realtà è ben raccontata nella serie. La mia esperienza a Ostia? Ho perso ma non ho il rimorso.
Non mi hanno dato il tempo, sono stato lì solo 4 mesi”. Il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta: “E’ una serie potente e innovativa, ispirata alla realtà e con una forte capacità di denuncia, prosegue sulle ali del successo in Italia e all’estero della prima. L’originalità della serie comincia dal protagonista scisso – e che si sdoppia anche nella voce off – l’ossessione della caccia e il risvolto della rabbia, dell’egoismo, del sospetto. L’originalità del Cacciatore sta nel porsi oltre i limiti di questi generi, nel punto di attrito dei due livelli che attraversa i protagonisti, Barone anzitutto, ma anche gli altri pm e gli antagonisti mafiosi”.
Alla domanda sul perchè si è scelto di mandare una serie pluripremiata e apprezzata all’estero come il Cacciatore su Rai2, Andreatta replica: “La Rai deve avere un’articolazione differenziata sulle varie reti. Il linguaggio di questa serie è più adeguato per Rai 2. E’ una serie dalla complessità narrativa più ricca. Il Cacciatore non è soltanto una storia di genere ma è una serie che mira ad un pubblico più giovane, in linea con gli obiettivi della seconda rete”. Montanari ha terminato a dicembre le riprese del film ‘Regina’: “opera prima – – di Alessandro Grande, stiamo lavorando per portalo a Cannes. E’ un autore neorealista. Racconta la storia tra un padre, io e una figlia, e come spesso accade talvolta i ruoli si invertono”. Poi , aggiunge, “sto per iniziare le riprese di un altro film sull ‘omicidio di Pier Luigi Torregiani”

Torna Maupal con Tira-Tira, opera sul governo giallo-rosso
Murales a Pietrasanta, Renzi minaccia la fune logora con forbici
13 febbraio 2020
13:35
– “Tira Tira la corda si spezza”. E’ la nuova opera dell’artista romano Maupal, già celebre per il Papa Superman a Borgo Pio e per il “Contratto”, altra opera di street art realizzata a via del Governo vecchio. Questa volta, la nuova opera di Maupal è comparsa nel centro storico di Pietrasanta, in Toscana, borgo noto per la sua vita artistica e intellettuale.
I protagonisti di “Tira tira la corda si spezza” sono i due più grandi partiti della maggioranza politica del governo: il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. “Due giganti mani che si sfidano al tiro alla fune”, racconta lo stesso Maupal. È una corda in rovina, quasi totalmente sfilacciata, unita ancora solo da un filo sottile che resiste alle potenti forze. Al centro c’è Matteo Renzi che, con fare dispettoso e divertito, provoca questa debole alleanza con un paio di grandi forbici.
“Con la forza non si ottiene nulla se non associata al controllo, e chi controlla, a volte, non ha nemmeno bisogno di forza” è il messaggio che Maupal vuole lanciare con la sua opera.
L’opera resterà esposta e visibile fino a giugno 2020 per poi esser messa all’asta ed i proventi verranno donati in beneficenza all’Associazione “Jeos” di Padova dedita al volontariato e alla street art.
I cinque nuovi titoli proposti al Premio Strega 2020
Da Bazzi a Vanzina, segnalati dagli Amici della Domenica
13 febbraio 2020
13:42
– Sul sito del Premio Strega (www.premiostrega.it) è stato pubblicato il secondo gruppo di libri proposti dagli Amici della domenica per l’edizione 2020.
Ecco i 5 nuovi autori e titoli: Jonathan Bazzi con ‘Febbre’ (Fandango Libri), proposto da Teresa Ciabatti; Giuseppe Lupo, con ‘Breve storia del mio silenzio’ (Marsilio), proposto da Salvatore Silvano Nigro, Alfredo Palomba con ‘Teorie della comprensione profonda delle cose’ (Wojtek Edizioni), proposto da Antonella Cilento, Remo Rapino con ‘Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio’ (minimum fax), proposto da Maria Ida Gaeta ed Enrico Vanzina, ‘Mio fratello Carlo’ (HarperCollins ), proposto da Masolino D’Amico.
Sono così dieci i titoli finora segnalati sul sito del premio.
H sceglie Los Angeles per la capsule SS Studio
Evento ospitato in una villa anni ’50 di Berverly Hills
13 febbraio 2020
13:52
– Presentazione a Los Angeles, per la nuova capsule SS Studio di H&M con uno evento seguito da spettacolo acrobatico sull’oceano, in una villa degli anni Cinquanta di Beverly Hills. Il particolare allestimento delle luci ha messo l’accento sui colori saturi dei capi, creando un forte contrasto con l’ambiente circostante. È stato un viaggio nell’isola svedese di Gotland a ispirare la capsule che ha come riferimento l’immagine di una surfista spensierata e sicura di sé, che abbina abiti casual e voluminosi con capi eleganti e tagliati a vivo, insieme a costumi sportivi. I capi chiave includono l’abito in poliestere riciclato rosa shocking, la giacca corta in lino e viscosa nella tonalità del grigio e i pantaloni ampi, il cardigan in nylon e cotone lavorato all’uncinetto, e gli iconici stivali alla caviglia in pelle con plateau. La palette di colori si compone di tonalità rosa acceso, blu cobalto e verde acido, in contrasto con il grigio e il crema. La collezione sarà presentata in due parti, nella seconda, disponibile da fine maggio su hm.com saranno presenti anche costumi da bagno e caftani, mentre la prima sarà disponibile, a partire dal 20 febbraio sul sito del gigante della moda low cost svedese e in selezionati punti vendita.
“La musa della collezione – afferma Ann-Sofie Johansson, creative advisor di H&M – è una donna dallo spirito libero e lungimirante, che pratica surf, si arrampica, esplora e che vuole sperimentare cose nuove. La collezione è grezza e raffinata allo stesso tempo: i tessuti naturali con finiture a taglio vivo vengono mixati ad elementi ricercati, come il lurex e gli accessori futuristici. C’è libertà anche nel modo in cui la collezione può essere indossata: vogliamo che le nostre clienti percepiscano che può essere abbinata a proprio piacere”.
San Valentino: a Milano, Vicenza e Napoli in mostra l’amore
Percorsi a tema e ‘2×1’ alle Gallerie d’Italia
San Valentino: a Milano, Vicenza e Napoli in mostra l’amore
Percorsi a tema e ‘2×1’ alle Gallerie d’Italia
13 febbraio 2020
14:12
– MILANO
– Un San Valentino all’insegna del connubio tra arte e amore quello proposto quest’anno da Gallerie d’Italia, il polo museale di Intesasanpaolo che popone per domani tre eventi a tema nelle sedi di Milano, Vicenza e Napoli, con la formula ‘2×1’ per tutte le coppie.
A Milano, in piazza Scala, l’iniziativa “Del perduto amore”, svela i backstage che si celano dietro le opere più suggestive della mostra ‘Canova | Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna’.
Dalle 16 alle 18 (partenze ogni mezz’ora) i visitatori “saranno accompagnati in un viaggio che racconterà i retroscena dei capolavori che hanno rivoluzionato il mondo della scultura – spiega una nota – rivelando i differenti risvolti dell’amore magistralmente evocati dalle sculture di Canova e Thorvaldsen”.
A Vicenza, a Palazzo Leoni Montanari, alle 18 e alle 19 viene proposto un evento multisensoriale dedicato alla giornata speciale: “Meraviglioso, bizzarro, esotico, San Valentino alle Gallerie d’Italia”, un’occasione diversa per esplorare la Polinesia attraverso i sensi con visita guidata al capolavoro di Paul Gauguin, Tahitiani in una stanza, in mostra fino all’8 marzo, proveniente dal museo Pushkin di Mosca.
L’esperienza multisensoriale, pensata apposta per le coppie che parteciperanno, comprende una degustazione di finger food ed esotici tiki-cocktails.
A Napoli, infine, a Palazzo Zevallos Stigliano, sarà proprio il palazzo a fare parlare di sé, svelando le avvincenti storie d’amore che si sono svolte fra le sue mura e le vicende dei protagonisti delle opere d’arte custodite nella residenza principesca.
Strega, Nessuna notte è infinita della Pansa proposto da Picca
E’ una “fiaba per adulti e romanzo famigliare”
13 febbraio 2020
14:13
– ‘Il romanzo di Francesca Pansa, ‘Nessuna notte è infinita’ (Rizzoli) è tra i primi titoli proposti dagli Amici della Domenica per l’edizione 2020 del Premio Strega.
A segnalare il romanzo è lo scrittore Aurelio Picca che nella motivazione scrive: “Bellissima, pur essendo un superlativo inflazionato, lo adotto lo stesso per usarlo come sinonimo di Favola: perché Nessuna notte è infinita di Francesca Pansa è appunto una fiaba per adulti, bambini, animali che si danno convegno sul monte Pollino: quella specie di Eden da dove si contemplano due mari. E’ altresì un romanzo famigliare come direbbe Natalia Ginzburg; anzi, una storia che racchiude molte famiglie in un concentrato umano che si protocolla nel proverbio Cu pucu si vivi e cu niente si mori (Con poco si sopravvive e con niente si muore). Nel nome della Madre sono le donne che hanno già raccontato oralmente chissà quante volte frammenti, dolori, gioie e canzoni della loro vita. Francesca Pansa afferra la musica della voce e la mette in bella copia. La stampa su carta per amore di figlia ma anche per passione civile e necessità di memoria non soltanto sua bensì anche nostra.
Dunque: le donne che raccontano la vita così fragile più di un finale repentino di tragedia, attraverso una di loro che si fa scrittrice, cioè testimone, estendono la conoscenza ai nuovi e sempre rinnovati invitati. Allora ecco lo struggente ritratto di Aldo Rosselli, il dolore di padre di Ennio Flaiano. La famiglia si allarga. La musica intona pure le strofe di un Renato Zero (è nel titolo del libro), o di un Carlo Buti (“Non dimenticar le mie parole…), e ancora di un Tino Rossi (“Tutta la mia vita sei tu!”). Francesca Pansa ha ereditato dalle sue donne anche la perizia letteraria e la gloria del Cantico dei Cantici che, in postilla da lei stessa ricomposta, campeggia in una unica epigrafe a ogni svolta di capitolo.
Nessuna notte è infinita si consuma nel miele di quando ‘le immagini vivevano del nostro sguardo’. Appare cosa lontana, carezza scancellata, invece è dietro l’angolo della nostra vita se ancora apparteniamo all’umanità”.
Mostre: Bartolini apre programma residenze d’artista a Parma
Dal 16/2 al Centro studi-Archivio comunicazione dell’Università
PARMA
13 febbraio 2020
15:45
– Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione (Csac) dell’Università di Parma riapre gli spazi rinnovati e restaurati dell’Abbazia di Valserena con l’installazione di Massimo Bartolini ‘On Identikit’, in programma dal 16 febbraio al 22 marzo, primo appuntamento del programma di residenze d’artista ‘Through time: integrità e trasformazione dell’opera’, realizzato in occasione di Parma Capitale ITALiana della Cultura 2020.
L’artista, riconosciuto a livello internazionale, è stato invitato a confrontarsi con l’Archivio-Museo dello Csac di Parma, che conserva oltre 12 milioni di materiali originali della comunicazione visiva e della ricerca artistica italiana a partire dai primi decenni del Novecento. Un patrimonio su cui l’artista ha lavorato, focalizzandosi in particolare sulle opere di due maestri dell’arte: Luigi Ghirri e Luciano Fabro.
Nella serie ‘Identikit’ (1979) di Ghirri, i titoli dei vinili fotografati dall’artista sugli scaffali della propria libreria, spesso erosi dall’uso e quasi illeggibili sulla spina dei 33 giri, hanno provocato in Bartolini una “curiosità da archeologo”, per poterli finalmente ascoltare, rigorosamente su vinile, in un luogo ben preciso e in compagnia di qualcuno.
Questo qualcuno è ‘Lo Spirato’ di Luciano Fabro (1968-73), opera allestita in una delle cappelle nobiliari della Chiesa dell’Abbazia di Valserena, una scena che per Bartolini sta “a metà tra un letto sfatto ed un letto posseduto” dove il corpo è allo stesso tempo presente e invisibile. La musica è nascosta dentro l’immagine di ‘Identikit’ come la figura è nascosta dentro il gesso de ‘Lo Spirato’. Con il lavoro ‘On Identikit’, Bartolini intende fare incontrare l’essere invisibile e presente dello ‘Spirato’ con l’essere, invisibile per natura, della musica, che risuonerà nei suggestivi spazi della Chiesa.
Mostre: la pittura di Ottone Rosai tra le due guerre
A Montevarchi esposizione a 100 anni prima personale fiorentina
AREZZO
13 febbraio 2020
16:40
– Nel centenario della prima personale fiorentina di Ottone Rosai (Firenze 1895 – Ivrea 1957), che impose il pittore all’attenzione del mondo dell’arte, la città di Montevarchi, nell’aretino, ha deciso di proporre un’ampia e del tutto originale retrospettiva dedicata al maestro toscano. Dal 9 aprile al 12 luglio prossimi, la storica sede di Palazzo del Podestà ospiterà cinquanta opere di Rosai, per metà disegni e altrettanti oli, tutti riferiti ad un momento preciso dell’artista: gli anni tra il 1919 e il 1932, il ventennio tra le due Grandi Guerre. L’esposizione e curata da Giovanni Faccenda, massimo esperto di Rosai e curatore del catalogo generale delle sue opere.
In mostra tutti dipinti da collezioni private, tra cui anche alcune opere inedite, emerse, si spiega, dalle ricerche che Faccenda continua a compiere nelle collezioni private e nelle case di chi, in Toscana ma non solo, ebbe rapporti con Rosai o con i suoi galleristi ed eredi. “Una delle maggiori peculiarità di questa esposizione pubblica – spiega Faccenda – deriva dalla riscoperta di una decina di capolavori assoluti di Rosai degli anni Venti e Trenta, tutti provenienti da una raccolta privata romana, presenti alla mostra di Palazzo Ferroni, a Firenze, nel 1932, e documentati nel primo volume del Catalogo generale ragionato delle opere di Ottone Rosai da me curato. Accanto ad essi, le eccellenze più note di un periodo, quello fra le due guerre, che rappresenta l’aristocrazia della pittura e del disegno di Rosai. Vi si aggiunga la volontà di superare una lettura esegetica ormai antiquata e limitata dell’opera di questo maestro fra i maggiori del Novecento, sovente priva dei necessari riferimenti culturali che vi si debbono cogliere (Dostoevskij, Campana e Palazzeschi, fra gli altri) e di una riflessione filosofica che tenga conto delle affinità con il pensiero di Schopenhauer e il pessimismo cosmico di Leopardi”.
Nastri d’argento, non solo cinema, premi anche a serie tv
Evento Sngci a Napoli 13-15 marzo con Film Commission Campania
13 febbraio 2020
17:35
– I Nastri d’Argento, da quest’anno, saranno anche per le grandi serie italiane che viaggiano nel mondo conquistando pubblico e mercati sempre più internazionali: è la novità che inaugura – dal 13 al 15 Marzo prossimi a Napoli, capitale della grande serialità, in collaborazione con la Film Commission Regione Campania – la lunga stagione dei Nastri 2020, un evento speciale che i Giornalisti Cinematografici dedicano alla grande fiction che ha ormai cambiato il pubblico e gli ascolti della televisione.
Protagonista delle giornate di Napoli con il sostegno del MiBACT sarà la qualità degli autori, della produzione, dei protagonisti italiani, in un incontro con la stampa che avvia con le Serie d’Argento un percorso dal prossimo anno stabilmente in linea con la formula dei Nastri che il Sngci assegna con il voto dei suoi iscritti dal 1946, quasi 75 anni fa. “Accanto ai lungometraggi, ai documentari e ai corti avremo d’ora in poi cinquine e Nastri ogni anno anche per le serie. E non è un caso che il partner di quest’evento che inaugura per i Nastri un vero e proprio ‘nuovo corso’ sia proprio la Film Commission Regione Campania che ha visto nascere e continua a produrre sul suo territorio serie cinematografiche di grande appeal anche internazionale, solo per citare un paio di eccellenze da Gomorra nata nel 2014 a L’amica geniale proprio in questi giorni in onda” sottolinea, a nome del Direttivo, la Presidente, Laura Delli Colli. Grande sintonia con Campania che saluta l’iniziativa con piena disponibilità ed entusiasmo. Dice Titta Fiore, Presidente della Film Commission Regione Campania: “La scelta di Napoli come location di quest’evento speciale premia la particolare accoglienza che la Campania ha riservato a titoli di successo e l’impegno con cui la Film Commisson Regione Campania ha contribuito ad attrarre grandi progetti seriali – dalla serie “Capri” a “L’amica geniale” – con un’azione di accompagnamento efficace, incentivi, agevolazioni e servizi, fra cui il primo nucleo del futuro Distretto Regionale dell’Audiovisivo.
Francesca Michielin, il 13 marzo esce nuovo album Feat
Dal 20 febbraio a Milano tre diversi set live
13 febbraio 2020
17:58
– Esce il 13 marzo il nuovo album di Francesca Michielin dal titolo FEAT (Sony Music). Undici tracce, 11 featuring, frutto delle collaborazioni della giovane cantautrice con i nomi più interessanti del panorama musicale attuale.
“Incontrarsi è difficile. Risulta sempre più semplice scontrarsi, elencare le differenze, usarle per allontanarsi.
Credo, però, non ci sia specchio migliore se non nell’Altro.
Credo ancora che le differenze siano belle perché non tolgono nulla, anzi, riempiono davvero – racconta Francesca – Questo progetto è stato un lavoro impegnativo ed ambizioso, fatto di incontri e paralleli, tesi a creare qualcosa che non avevo mai fatto prima, una storia di contrasto e unione, tra quei due mondi, Natura e Urban, che mi lasciano da sempre divisa e in bilico ma che mai come oggi mi appartengono. Il confronto è il mio Stato di Natura”.
Il nuovo disco, già anticipato dal singolo Cheyenne feat.
Charlie Charles, sarà accompagnato nelle tre settimane precedenti l’uscita del disco, a partire dal 20 febbraio, da un set live, costruito attorno alle sonorità del feat che sarà poi disponibile dalla mezzanotte. Tre brani, con tre sonorità diverse, in tre location, con tre arrangiamenti e tre set completamente diversi tra loro. Il primo brano dell’album ad essere presentato al pubblico sarà “Gange” con il rapper Shiva, il 20 febbraio al Rocket di Milano.
Proseguono intanto le vendite per il live del 20 settembre 2020 al Carroponte di Milano.
Capossela, a dittatura dell’attualità preferisco l’amore
Esce Bestiario d’amore, “appendice” delle Ballate
14 febbraio 2020
10:22
L’ambientazione è di nuovo quella dell’Evo Medio (come lo chiama lui) come nell’ultimo lavoro “Ballate per uomini e bestie” (uscito lo scorso maggio e vincitore del Premio Tenco come miglior album), ma stavolta il campo d’indagine è l’amore nelle sue diverse forme e protagonisti assoluti sono gli animali. Vinicio Capossela, nel giorno di San Valentino, torna con l’ep Bestiario d’amore (La Cupa/Warner Music). “Questo lavoro fa parte della stessa ‘covata’ delle Ballate, ma volevo che vivesse di vita propria, come una sorta di appendice”, racconta il cantautore irpino nato in Germania, che quest’anno festeggia i 30 anni di carriera (nel 1990 è uscito il primo album “All’una e trentacinque circa”). “In epoca di pestilenza, non solo letteraria, allegorica o morale ma di questi tempi anche epidemiologica, già denunciata nelle Ballate mi sottraggo alla dittatura dell’attualità per raccontare le casistiche dell’amore. Anche se sottrarsi alla pestilenza è poi un modo di andarci ancora più a fondo”, spiega ancora Capossela che ha sempre fatto di allegorie e metafore il suo tratto distintivo e che per il suo nuovo lavoro ha attinto all’opera di Richart de Fornival, erudito del 1200 che combinando le favolose descrizioni naturalistiche dei bestiari medievali e la fenomenologia dei comportamenti amorosi prova a descrivere scientificamente il sentimento più nobile. “Lavorare sul testo di Fornival è stata un’operazione alchemica, un corpo a corpo. L’operazione più sperimentale ed erudita che io abbia mai fatto. Con la difficoltà poi di rendere orecchiabile quello che avevo ottenuto, soprattutto per l’uso non spericolato che ho io della voce. Più che un cantante, io mi considero un rielaboratore del mondo”. La sintesi è un brano di 11 minuti, accompagnato da altri due brani a corredo. Ma non ci si illuda che l’amore sia fine a se stesso. Come in un infinito gioco di rimandi, anche i sentimenti possono avere più piani di lettura. “L’amore è la prima esperienza in cui misuriamo il nostro limite con il resto del mondo. Parlarne è parlare dell’incapacità, o della capacità, di andare oltre noi stessi”. E l’attualità, nonostante le iniziali intenzioni, incombe minacciosa. “Omicidi, violenze, femminicidi – argomenta Capossela – sono segno di una mancata crescita, di una incapacità di andare oltre se stessi”. Protagonisti, dunque, gli animali, “ai quali ci avvicina l’inconscio, l’istintività, la sessualità”, in un medioevo fantastico. “Mi affascina perché è stata l’ultima epoca in cui l’irrazionale ha avuto spazio e perché in quest’era preapocalittica in cui viviamo alcune allegorie come la danza macabra o la peste sono particolarmente calzanti”. “Bestiario d’amore”, composto da 4 brani di ambientazione trobadorica e arricchito da un notevole libretto illustrato da Elisa Seitzinger, sarà presentato dal vivo il febbraio alla Union Chapel di Londra, poi dal 22 partirà il tour italiano. “Sarà un modo anche per andare a spasso nell’antologia della mia produzione e celebrare questi 30 anni. Come il compleanno si festeggia non tanto per l’età ma per il fatto di esser venuti al mondo, così mi piace ricordare chi ha creduto in me e ha permesso che uscisse il mio primo disco, il produttore Renzo Fantini”. Trenta anni. Passati velocemente. “Il destino è come la balena, si riconosce dalla coda: è tardi per metterci riparo, ma ti permette di capire cosa hai combinato”.
Mango lancia collezione in denim sostenibile
14 capi in cotone certificato. Dal 2025 100% eco-collezioni
13 febbraio 2020
18:35
– Il marchio di abbigliamento spagnolo Mango lancia una nuova collezione per la primavera ispirata agli anni Ottanta e Novanta dove il denim è il protagonista. Vita alta, texture lavata e volumi dimostrano che questo tessuto ha infinite opzioni. Ma la novità riguarda la sostenibilità del denim. Seguendo l’impegno a favore di scelte che salvaguardino l’ambiente attraverso la moda, l’azienda ha creato una collezione composta da 14 capi realizzati con cotone sostenibile. L’uso di questo materiale proveniente da coltivazioni certificate e tecniche innovative a minore impatto ambientale nella finitura dei capi in denim consente di ridurre l’impiego di sostanze chimiche, di acqua ed energia. In tal modo si riesce a ottimizzare l’impatto sulle risorse naturali.
Inoltre, grazie alle fibre riciclate e a iniziative come Second Chances, l’azienda contribuisce a promuovere un’economia circolare.
L’azienda si è data tra gli obiettivi principali quello di aumentare la quota di fibre sostenibili nelle sue collezioni e a tal fine, il 100% del cotone impiegato nei suoi capi sarà di origine sostenibile entro il 2025. Infatti nel 2018 l’azienda si era già posta l’obiettivo del 50% di cotone sostenibile nel 2022 e nello stesso anno, è entrata nella Better Cotton Initiative (BCI) per rafforzare il supporto alla coltivazione di cotone sostenibile a livello globale.
Moda: nuova campagna Prada firmata da Jamie Hawkesworth
Cast di supermodelle volti nuovi e sconosciuti
13 febbraio 2020
18:51
– Uno nessuno centomila lati della stile Prada nella nuova campagna pubblicitaria della collezione donna per la primavera/estate, una serie di prospettive e punti di vista che riflettono il mutevole panorama femminile che è fonte inesauribile d’ispirazione per Miuccia Prada. La campagna si sviluppa attorno a una serie di acronimi composti sulle iniziali della parola Prada. Come le immagini cui sono affiancati, ognuno di essi dà un’interpretazione dell’idea di Prada, ma è solo una delle infinite possibilità. Ironici, surreali, ambigui, dicotomici, questi tentativi di definizione non fanno che dimostrare l’impossibilità di ridurre Prada a un singolo concetto o a un’idea.Realizzate da Jamie Hawkesworth, le immagini esprimono un senso di riformulazione del linguaggio fotografico, ribellandosi ancora una volta alle descrizioni e passando dal bianco e nero al colore, dal ritratto alla figura intera, dal rurale all’urbano, dalla spontaneità del reportage alle pose più classiche e studiate. Anche la scelta delle modelle è dicotomica, un ventaglio di volti nuovi e familiari per personificare un mondo di donne. Le foto ne catturano il carattere e il temperamento, ne celebrano l’unicità. Tra le modelle scelte, Freja Beha, Sara Blomqvist, Anna Ewers, Berit Heitman, Ruiqi Jiang, Ashley Radjarame, Kyla Ramsey, Charlotte Rose, Miriam Sanchez e Zso Varju.
Marc Jacobs, caos+forma e nostalgia di Ny che era
Designer americano chiude sfilate e porta in scena Miley Cyrus
13 febbraio 2020
20:09
– Caos e forma, passato e presente e la nostalgia di una New York che non c’è più. Una sfilata all’insegna della dicotomia per Marc Jacobs che come è ormai consuetudine con il suo show ha chiuso la controversa settimana della moda di New York e fa fare anche il bilancio dello stato del settore nella Grande Mela. Il designer americano ha abituato il suo pubblico allo stupore e non ha deluso le aspettative anche in questa occasione. In quella che è da diverse stagioni la sua location preferita, l’Armory su Park Avenue, ha disposto decine di tavolini in stile spettacolo di cabaret, ognuno con tre sedie, e oltre a 80 delle sue modelle ha usato una cinquantina di ballerini della compagnia di Karole Armitage, definita la punk ballerina. Da un lato la rappresentanza del caos, con i ballerini che si muovevano senza un ordine e confondendosi anche tra i tavolini, dall’altra la rappresentanza della forma, ossia la compostezza delle modelle che sembravano avere tutte la pacatezza e la classe di una Jacqueline Kennedy Onassis. Ciliegina sulla torta Miley Cyrus che ha sfilato indossando dei pantaloni neri a vita bassa e un reggiseno delle stesso colore. Miley, 27 anni, è da sempre una delle muse ispiratrici di Jacobs e nel 2014 è stata anche il volto della campagna primavera/estate. La rete si è immediatamente scatenata dopo la sua apparizione a sorpresa in passerella. Le modelle, dallo stile immacolato, indossavano tutte tinte pastello o colori sobri in rappresentanza di un guardaroba da sogno che caratterizzava una New York che non c’è più. “Facendo riferimento alla mia vita e alla mia carriera fino ad ora – ha spiegato Jacobs – prevale una fotografia sbiadita di una New York che scompare, ora straniera ed esotica nella sua estinzione, per sempre mitica e chic con la sua bellezza, speranza, il suo essere scintillante e coraggiosa”.
Con Miley Cyrus hanno sfilato anche altre Kloss, Gigi Hadid, Bella Hadid e Kaia Gerber. Tra il pubblico la splendida Noemi Campbell, anche lei ha manifestato il suo affetto alla Cyrus con delle emoji su Instagram.
Bufera Polanski in Francia, si dimettono i vertici dei Cesar
Gli ‘Oscar francesi’ senza guida a 15 giorni dalla cerimonia
14 febbraio 2020
16:16
Restano senza guida gli Oscar francesi del cinema, a 15 giorni dall’assegnazione dei prestigiosi “Cesar”, dopo le polemiche per il record di nomination al regista Roman Polanski, accusato di violenze sessuali, e le accuse di opacità nella gestione del premio. La direzione ha annunciato questa sera le proprie “dimissioni collettive”. “Per onorare i protagonisti del 2019 nel cinema – spiega in un documento l’Accademia, presieduta dal 2003 dal produttore Alain Terzian – per ritrovare la serenità e far sì che la festa del cinema rimanga una festa, il consiglio d’amministrazione dell’Associazione per la Promozione del Cinema ha preso la decisione all’unanimità di rassegnare le dimissioni”.
“Queste dimissioni collettive – si legge ancora nel comunicato dei Cesar – consentiranno di procedere al rinnovo completo della direzione”. Un’assemblea generale è prevista dopo la 45/a cerimonia, in programma il 28 febbraio, e sarà l’occasione per eleggere “una nuova direzione che prepari, sotto l’egida del Centro nazionale del cinema (Cnc), le modifiche allo statuto dell’associazione per la promozione del cinema e appliche le misure di aggiornamento annunciate”.
L’annuncio arriva dopo la pubblicazione, su Le Monde di lunedì scorso, di una lettera aperta in cui 400 personalità del cinema – fra cui Omar Sy, Bertrand Tavernier, Michel Hazanavicius, Jacques Audiard, Marina Fo&lsaquos e Agnès Jaoui – hanno chiesto una “profonda riforma” dell’Accademia dei Cesar. Fra le accuse, le “disfunzioni” e “un’opacità nei conti”, oltre a statuti “che non sono stati aggiornata da molto tempo” e si basano ancora sulla “cooptazione”.
L’amore con filosofia della Baruffaldi
Brevi lezioni sull’irrazionalità di un sentimento
14 febbraio 2020
10:19
VITTORIA BARUFFALDI, C’ERA UNA VOLTA L’AMORE (EINAUDI SUPER ET OPERA VIVA, PP 159, EURO 13,50). Innamorato della giovane Regine, inseguita e corteggiata a lungo, il filosofo danese Soren Kirkegaard, alle soglie del matrimonio la lasciò senza nessuna spiegazione. Ma quando lui morì, a 42 anni, venne trovato un testamento che la trasformava in ereditiera di tutti i suoi beni. Era il troppo amore ad averlo allontanato. Il matrimonio avrebbe reso tutto monotono. Mentre Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre erano una coppia aperta, ma con una regola ben chiara: “il loro era un amore necessario, gli altri avrebbero dovuto essere amori contingenti”.
Storie di vita vissuta da grandi filosofi che non sono poi così lontane da quelle che capitano a tutti noi perchè, quando c’e’ di mezzo l’amore, nulla tiene di fronte all’irrazionalità del sentimento. Lo scopriamo nel viaggio che si compie con il libro di Vittoria Baruffaldi , ‘C’era una volta l’amore’, pubblicato da Einaudi in Super Et Opera Viva. Sono “brevi lezioni per innamorarsi con filosofia” che ci lasciano con “la rassicurante consapevolezza che anche chi ha dedicato l’esistenza a speculare sul senso delle cose , quando si è trattato di faccende di cuore ci ha capito poco o niente” come viene sottolineato nel libro.
Con uno stile leggero, diretto e un po’ amaro, la Baruffaldi, che è nata a Torino nel 1977, insegna filosofia e storia ed è autrice di racconti, dopo gli ‘Esercizi di meraviglia’ , pubblicati sempre da Einaudi, questa volta intreccia in un modo davvero originale il passato e il presente per farci prendere atto di come siano inutili i buoni propositi e le regole di fronte a un sentimento che ci prende sempre alla sprovvista.
Vale per noi “che restiamo aggrappati in preda all’ansia attendendo un messaggio sul cellulare”, che per Abelardo ed Eloisa, Hannah Arendt e Martin Heidegger. Tra puntualizzazioni amorose come: “non finirò mai a fare l’amante. Non finirò mai a fare la moglie che sa di essere cornuta. Non finirò mai a non fare sesso per mesi. Non finirò mai a fare sesso quando lui alza il telefono, come per ordinare una pizza”, a segnali tipo quello in cui “diceva di non averti fatto le corna; erano solo 3467 cuoricini su Instagram ad Alexia71: un’assitente alla poltrona molto brava” la Baruffaldi in fondo ci mette davanti allo specchio con molta ironia. E ci fa sentire più vicini, quasi degli amici, i filosofi e i loro pensieri e atteggiamenti appassionati. “Il grande amore di gioventù è un errore di presunzione: scegliere l’esotico, sfidare le convenzioni, rompere con il modello familiare. Sono più furba io, l’hai pensato tu e Hannah (Arendt, ndr) e Simone (de Beauvoir, ndr) , facendo le smorfie alla mamma. Ti tornerà voglia della mamma quando sarai più grande e più stanca e più triste; più umile, insomma” dice la Baruffaldi.
E anche se il principe azzurro non esiste e “continuare a disegnare quell’ideale è una grande fregatura”, e anche se “solo perchè è amore, non significa che sia facile” e nonostante i separati con prole siano costretti a dedicarsi a un giochino molto in voga che “si chiama tetris dei weekend alterni” e tutto sia una gran confusione, vale la pena di essere vivi solo se si può dire di aver amato.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Alla mia piccola Sama, in sala il docu toccante su Aleppo
Premiato a Bafta e Efa, candidato a Oscar, è lettera d’amore
14 febbraio 2020
10:25
Con il patrocino di Amnesty International Italia e in collaborazione con Medici senza frontiere è in sala con Wanted Cinem, dal 13 febbraio, il documentario candidato all’Oscar, vincitore tra l’altro ai Bafta e agli Efa, “Alla mia piccola Sama”, passato anche al Festival di Cannes. Con la voce di Jasmine Trinca, il film di Waad al Kateab e Edward Watts è tanto duro quanto indispensabile, per capire l’evoluzione della politica del regime di Bashar al-Assad durante la rivoluzione siriana ad Aleppo dal 2005 al 2016. Una sorta di microstoria che nasce da immagini forti e dalle lettere a Sama, figlia della stessa regista siriana Waad al Kateab in cui racconta il perche’ alla fine sia rimasta in Siria nonostante l’inferno intorno. Cinque anni in cui questa donna si e’ innamorata, sposata e ha dato alla luce Sama dentro l’orrore della guerra. Sama significa “sole”, speranza, e cosi’ non a caso Waad al Kateab e Hamza, suo marito e medico, rimangono ad Aleppo anche quando tutti se ne vanno, anche gli uccelli. “I nostri canti coprivano il suono delle bombe – ha detto la regista a Cannes dove il film è stato presentato in anteprima mondiale – . La vita va avanti e batte ancora piu’ forte quando in ogni momento tutto sembra essere perduto. Dopo il bombardamento del secondo ospedale da parte degli aerei russi, i bambini dipinsero sulle carcasse degli autobus ancora fumanti.
Restare e’ dare un esempio a questi bambini e ai loro figli e dimostrare che non tutto e’ stato fatto invano”. Nel film la commovente storia della coppia di giovani coniugi siriani che si battevano contro il regime di Assad – lui medico, lei cineasta – da un certo momento in poi diventa memoria della loro vita alla figlia che sta per nascere. Ne viene una sorta di video-diario intimo di un tempo in cui guerra, rivoluzione, speranze e terrore si sommano in un ritratto sconvolgente della Siria raccontato dall’interno di una società in drammatica trasformazione. La storia di Waad inizia nel 2012, quando da studentessa alla Aleppo University decide di scendere in piazza per protestare contro la terribile dittatura di Bashar al-Assad.
Da quel momento, per cinque anni, documenta con la macchina da presa gli anni della rivolta, la sua vita. La sua camera raccoglie storie tragiche di perdita ma anche incredibili momenti in cui protagonista è la vita che continua, la sopravvivenza. Il dubbio di Waad pervade tutto il film: partire o restare. Fuggire significherebbe proteggere la vita di sua figlia ma anche abbandonare la lotta per la libertà per la quale ha già sacrificato così tanto.
“Questo non è solo un film per me, è la mia vita – ha spiegato la regista – Ho iniziato a raccontare la mia storia personale senza avere un piano, solo filmando le proteste in Siria sul mio cellulare, come facevano tanti altri attivisti. Non avrei mai immaginato dove mi avrebbe portato il mio viaggio. Ho continuato a vivere la mia vita. Mi sono sposata e ho avuto una figlia. Mi sono ritrovata a cercare di bilanciare diversi ruoli: Waad madre, attivista, giornalista, cittadina e regista.
Tutte queste parti di me hanno incarnato e portato avanti la mia storia, che non è così diversa da quella che hanno vissuto la maggior parte dei miei concittadini. Centinaia di migliaia di siriani hanno vissuto e continuano ancora oggi a vivere le medesime esperienze. Colui che ha commesso questi crimini è ancora al potere e sta uccidendo persone innocenti. La nostra lotta per la giustizia è rilevante oggi, come lo era quando è iniziata la rivoluzione.
Realizzare il film è stato davvero difficile, ma ho avvertito una grande responsabilità verso la città, la sua gente e i nostri amici affinché le loro storie non venissero mai dimenticate e nessuno potesse mai distorcere la verità rispetto a ciò che abbiamo vissuto”.
Musica: Billie Eilish, No time to die, la canzone per Bond
Vincitrice 5 Grammy canta canzone d’apertura
14 febbraio 2020
10:44
– La vincitrice di 5 Grammy, Billie Eilish, della Darkroom/Interscope Records, ha rilasciato la sua nuova canzone, No Time To Die, la canzone d’apertura ufficiale per il nuovo film di James Bond. La canzone è stata prodotta da suo fratello; Il vincitore come lei dei Grammy Award Finneas, insieme a Stephen Lipson, con gli arrangiamenti di Hans Zimmer e Matt Dunkley, la chitarra di Johnny Marr. No Time To Die viene rilasciata prima dell’uscita del film, che arriverà in Italia il 9 aprile. La diciottenne Eilish è ufficialmente la più giovane artista della storia ad aver scritto e cantato la canzone d’apertura di James Bond e si esibirà live, accompagnata da Finneas, e gli ospiti speciali Hans Zimmer e Johnny Marr ai Brit Awards a Londra il 18 febbraio. “Billie e Finneas hanno scritto una canzone incredibilmente potente e toccante per No Time To Die, che è stata concepita per funzionare perfettamente con la parte emotiva del film”, hanno detto Michael G. Wilson e Barbara Broccoli, produttori di No Time To Die. In No Time To Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa tecnologia. Diretto da Cary Joji Fukunaga, prodotto da Michael G. Wilson e Barbara Broccoli con Daniel Craig, Léa Seydoux, Ralph Fiennes, Rami Malek e Naomie Harris, Ben Whishaw tra gli altri il film Universal sarà in sala dal 9 aprile.
Teatro della Toscana, Stefano Accorsi direttore artistico
FIRENZE
14 febbraio 2020
11:06
L’attore e regista Stefano Accorsi è il nuovo direttore artistico del Teatro della Toscana. La presentazione oggi in una conferenza stampa convocata per le 12:30 al Teatro della Pergola di Firenze, a cui parteciperanno il presidente del Teatro della Toscana e assessore alla cultura di Firenze Tommaso Sacchi e il direttore generale del Teatro Marco Giorgetti.
Mostre: Forlì, ‘Ulisse l’Arte e il Mito’ ai Musei S.Domenico
Dal 15 febbraio itinerario attraverso capolavori di ogni tempo
FORLÌ
14 febbraio 2020
11:07
– Una mostra in programma dal 15 febbraio al 21 giugno ai Musei San Domenico di Forlì affronta il tema di Ulisse ‘L’Arte e il Mito’, che da tremila anni domina la cultura dell’area mediterranea ed è oggi universale. Mito che si è fatto storia e si è trasmutato in archetipo, idea, immagine. E che oggi, come nei millenni trascorsi, trova declinazioni, visuali, tagli di volta in volta diversi. Specchio delle ansie degli uomini e delle donne di ogni tempo.
La vasta ombra di Ulisse si è distesa sulla cultura d’Occidente: dal Dante del XXVI dell’Inferno allo Stanley Kubrick di ‘2001-Odissea nello spazio’, dal capitano Acab di Moby Dick alla città degli Immortali di Borges, dal Tasso della ‘Gerusalemme liberata’ alla Ulissiade di Leopold Bloom, l’eroe del libro di Joyce che consuma il suo viaggio in un giorno, al Kafavis di ‘Ritorno ad Itaca’, là dove spiega che il senso del viaggio non è l’approdo ma è il viaggio stesso, con i suoi incontri e le sue avventure.
Il contributo dell’arte è stato decisivo nel trasformare il mito, nell’adattarlo, illustrarlo, interpretarlo continuamente in relazione al proprio tempo. La mostra racconta un itinerario attraverso capolavori di ogni tempo: dall’antichità al Novecento, dal Medioevo al Rinascimento, dal naturalismo al neo-classicismo, dal Romanticismo al Simbolismo, fino alla Film art contemporanea. Nella chiesa di S.Giacomo, accanto ai Musei, sarà esposto il relitto di una nave databile tra il VI e il V secolo a.C., con il carico di oggetti che trasportava, visibile per la prima volta a 22 anni dal suo ritrovamento nel mare di Gela.
La sfida è confermare il grande livello espositivo che in 15 anni Forlì ha saputo creare, grazie alla forza propulsiva e culturale della Fondazione Cassa dei Risparmi e alla regia di Gianfranco Brunelli, che dei progetti espostivi della Fondazione è il responsabile. In questa mostra, spiega Brunelli, “la grande arte non appare ancella, per quanto meravigliosa, della storia e del mito e non ne è mera illustrazione. Ma evidenzia come dalla diretta relazione tra arte e mito, attraverso la figura paradigmatica di Ulisse, nasca e si rinnovi il racconto. Perché l’arte, figurandolo, ha trasformato il mito. E il mito ha raccontato la forma dell’arte”.
Musica: Gianni Morandi non stop a Bologna, due date a Pasqua
Salgono a 31 le repliche dello spettacolo al teatro Duse
14 febbraio 2020
11:13
– Gianni Morandi festeggerà la Pasqua 2020 sul palco del Teatro Duse di Bologna con due nuove date, sabato 11 (ore 21) e domenica 12 aprile (ore 17), del suo live ‘Stasera gioco in casa’. Dopo quattro mesi di continui sold out, a grande richiesta del pubblico, l’artista aggiunge altre due tappe alla maratona di concerti partita il primo novembre in esclusiva nazionale sullo storico palcoscenico della sua città.
Salgono così a 31 le repliche dello spettacolo che prende il titolo dalla canzone omonima, scritta per l’occasione dal nipote Paolo Antonacci, figlio di Marianna Morandi e Biagio Antonacci.
In concerto Morandi interpreta i più grandi successi e racconta, tra ironia e ricordi, la sua vita di canzoni.
Ultimo primo cantante ad andare in Africa per Unicef
Iacomini, grande prova di umanità. Missione in Mali
14 febbraio 2020
12:44
“La missione del cantante Ultimo in Mali è una grande prova di umanità e amore. E’ Ultimo tra gli ultimi, ma primo ambasciatore cantante a recarsi in Africa”. Così Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia in una nota che annuncia la missione del cantautore romano in Africa. “In queste ore siamo davvero orgogliosi di comunicare che il cantante e Ambasciatore di Buona Volonta’ dell’Unicef, Ultimo è in missione in Mali insieme ad una delegazione dell’Unicef Italia guidata dal direttore generale Paolo Rozera – prosegue Iacomini. – Ultimo sta visitando i progetti dell’ Unicef in Mali, tra i bambini dei villaggi del paese nei dintorni di Bamako di cui ci occupiamo ogni giorno. Porta con se’ la sua chitarra e la sua voce con una forza ed un amore fuori dal comune”. “Anche con Unicef come nella musica – aggiunge Iacomini – questo straordinario cantante ha stabilito un record. E’ il primo cantante ambasciatore a visitare un paese africano al seguito dell’Unicef Italia, il primo addirittura a recarsi in Mali, il primo cantante a partecipare ad una missione sul campo. La gioia con cui i suoi fans e non solo hanno accolto la notizia di questa missione umanitaria e le sue prime immagini riempie noi di gioia. Speriamo che la sua missione ci aiuti a supportare sempre più il lavoro dei nostri operatori in quelle zone difficili del pianeta e che squarci il velo di indifferenza nei confronti di bambini – conclude – che purtroppo sono nati in zone dove lottare contro malattie per noi prevedibili o curabili rappresenta la quotidianità. Insomma ‘Ultimo tra gli ultimi’ e’ un grande messaggio d’amore che cade proprio nel giorno di San Valentino”.
Ornella Muti reginetta Ballo dell’opera a Vienna
Dopo forfait della sciatrice americana Lindsey Vonn
BOLZANO
14 febbraio 2020
12:44
Sarà Ornella Muti la reginetta del Ballo dell’Opera, in programma il 20 febbraio a Vienna. Nei giorni scorsi l’ex sciatrice americana Lindsey Vonn aveva infatti declinato l’invito dell’eccentrico imprenditore austriaco Richard Lugner. In passato Lugner è stato accompagnato all’evento mondano più importante dell’anno a Vienna da Elisabetta Canalis, Kim Kardshian, Gina Lollobrigida, Sophia Loren e Claudia Cardinale. Nel 2011 aveva suscitato clamore la sua ospite Karima el-Mahroug, in arte Ruby Rubacuori. “Si tratta di un ospite straordinario”, ha commentato Lugner sulla stampa austriaca l’annunciata presenza dell’attrice italiana.
San Valentino: Banksy conferma, sue le rose di Bristol
Graffito di ragazza che le colpisce con la fionda è apparso ieri
14 febbraio 2020
12:43
E’ di Banksy l’opera comparsa nelle ultime ore in occasione di San Valentino sul muro di un edificio di Bristol, città natale del misterioso artista britannico. A farlo sapere, dopo i sospetti di ieri, è stato oggi lui stesso attraverso il suo website e il suo profilo Instagram.
Il disegno, divenuto subito un’attrazione a Marsh Lane, una via del quartiere cittadino di Barton Hill, raffigura una ragazza che con un lancio di fionda colpisce – a mo’ di Cupido – un mazzo di rose rosse che esplodono come una macchia di sangue.
Il graffito è apparso sul muro della casa di Edwin Simons, che giusto ieri ha compiuto 67 anni ed è stato fotografato dalla figlia, Kelly Woodruff, di 37, che ha poi diffuso l’immagine su Facebook. “C’è un sacco di entusiasmo, la gente viene, ammira, scatta foto, è fantastico. Il disegno è incredibile e bellissimo”, ha detto la stessa Woodruff all’agenzia Pa. Temo solo un po’ che la pioggia della bufera Dennis (in arrivo sul Regno Unito nel weekend, ndr) possa rovinarlo, e voglio davvero cercare di proteggere quelle rose”.
Barcolana: Elisa in un video canta per raccontare la regata
Gialuz, amore autentico per il Friuli Venezia Giulia
TRIESTE
14 febbraio 2020
13:16
– La cantante Elisa dona la sua voce alla Barcolana, in un video realizzato per raccontare la regata, e che è stato condiviso anche dalla stessa cantante sui social nel giorno di San Valentino, come segno d’amore per la sua terra. Per il patron della Barcolana, Mitja Gialuz, il gesto della cantante è la testimonianza di un “amore autentico per il Friuli Venezia Giulia”.
“Questa iniziativa, la disponibilità di Elisa a prestarci la sua voce, è un vero raggio di sole per la Barcolana, l’espressione dell’autentico amore per la regione”, ha proseguito Gialuz. “Volevamo realizzare un breve video che raccontasse il nostro evento: è stato pensato in particolare per avvicinare nuovo pubblico e per far vivere lo spirito della manifestazione. Elisa è grande amica della Barcolana, ci ha fatto un enorme regalo di San Valentino. Amare la propria terra significa metterla in evidenza per lei con entusiasmo: ognuno può farlo a modo proprio ed Elisa ha trovato quello più bello, attraverso la sua fantastica voce”.
Da Leonardo a biorobotica, nuovo Rinascimento
Marramao, nostro ‘interregno’ simile a passaggio ‘400-‘500
14 febbraio 2020
13:35
– GIACOMO MARRAMAO, ‘PER UN NUOVO RINASCIMENTO’ (ed. Castelvecchi – pp. 48 – 6,00 euro) Tante volte invocato o vagheggiato, il Rinascimento, almeno nella fase delle sue premesse, non è poi così distante dal tempo che viviamo oggi, rispetto al nostro futuro. Ne è convinto Giacomo Marramao, professore emerito dell’Università di Roma, dove ha insegnato Filosofia teoretica e Filosofia politica, e membro del Collège International de Philosophie di Parigi, che firma “Per un nuovo Rinascimento”, piccolo volume, quasi tre lectio magistralis, inserito da Castelvecchi nella collana Irruzioni.
Con quel titolo, ammette l’autore presentando il volume al Maxxi, “che è in realtà uno slogan, già molto usato negli ambiti più diversi, non solo culturali. Esattamente come espressioni come ‘La rivoluzione della Bellezza’ o ‘la bellezza ci salverà’.
La provocazione”, questa volta, “sta nel contenuto delle cose che cerco di dire, ovvero che c’è una straordinaria anticipazione di tutto ciò che stiamo vivendo nell’Italia a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento”.
Come scrive nel suo prologo, per Marramao, infatti, “nella temperie da ‘interregno’ del nostro presente, il futuro non può essere affidato a fondamenti o certezze, ma si trova a fronteggiare un’instabilità per molti aspetti simile a quella che aveva segnato la luminosa e tormentata fase di passaggio rappresentata dall’Umanesimo e dal Rinascimento”. Temi come l’intreccio tra Arte e Scienza, filosofia naturale e artificio tecnico non sono solo le nostre grandi sfide del futuro. Ma trovano tutti “una geniale anticipazione nel pensiero bio-cosmologico di Leonardo”, cui è dedicata la prima Lectio, e nel cui pensiero e lavoro la politica, la scienza, la natura, l’arte erano la stessa cosa (così come, specularmente, per Galileo). “Per lui – dice Marramao – l’Arte dovrebbe avere come sua sponda di riferimento soprattutto la Scienza. Anzi l’arte ha a che fare con tutto ciò che è comporre, costruire”.
Da Leonardo a Machiavelli, in quello straordinario laboratorio di sperimentazioni, che fu appunto segnato da un intreccio fecondo di arte e scienza, invenzione tecnica e mondi della vita, macrocosmo e microcosmo, nasce così un’immagine della natura umana sradicata da ogni essenza e affidata alla dimensione del possibile e del contingente.
Il volume prosegue tra umanità e umano, umanità e disumanità, postumano e transumano, navigando tra Marx e Daughters, Karl Marx, Aristotele, Cicerone, Petrarca, Pico, la “profezia” di Philip Dick. Fino alla Libertà, alla quale è dedicato il terzo e ultimo capitolo, “intesa non in modo statico, come valore o principio, ma come evento che irrompe inatteso in tempi e luoghi imprevedibili, a dispetto delle ferree ‘leggi di movimento’ della Storia”. Scene che ritornano. Oggi, però, in “un’Europa immersa nelle lacerazioni, nei contrasti e nelle sfide di un mondo divenuto globale”.
“E altro che globalizzazione – conclude Marramao presentando il volume – Quello che sta per investirci è un mix di intelligenza artificiale, digitale e genetica: la biorobotica”.
Daniele Silvestri torna live
Nel giorno di San Valentino annuncia su social una serie di date
14 febbraio 2020
13:48
– Daniele Silvestri torna live e annuncia la notizia sui suoi social nel giorno di San Valentino, regalo per tutti i fan. In attesa del calendario completo, le prime due date svelate nel post sono il 28 luglio a Roma e il 29 agosto a Taormina. “Allora, vorrei dire agli amici presenti in questa foto che alla fine ho deciso: quest’estate suoniamo. E pure parecchio – scrive Daniele sotto la foto di un suo live – Poi capiamo meglio come, ma intanto appuntatevi qualche data: il 28 luglio suoniamo alla Cavea del Parco della Musica a Roma, il 29 agosto torniamo al Teatro Antico di Taormina. Cominciate a memorizzare queste. Buon San Valentino”.
Il coronavirus spiegato ai bambini su Rai YoYo
Di che si tratta e che cosa è bene fare
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– Parlare ai bambini del coronavirus, spiegare di che si tratta e che cosa è bene fare, evitare allarmismi e diffidenze verso i tanti bambini di origine cinese delle nostre scuole? Ci pensa Rai Yoyo con la puntata del programma La Posta di Yoyo, dal titolo “Mascherine e Coroncine”, in onda lunedì 17 febbraio, alle 7.55 sul canale 43.
La conduttrice Carolina e il suo amico Lallo il Cavallo, prendendo spunto dalle lettere dei giovani spettatori, contribuiscono a fornire una corretta informazione sulla malattia, a evitare ansia e allarmismi, che per i più piccoli sono ancor più dannosi, a ricordare le basilari norme di igiene e corretta alimentazione, e invitano a stare vicini ai tanti compagni di scuola di origine cinese. Con il linguaggio e l’umorismo dei bambini, la Posta di Yoyo ci ricorda che in questo periodo le mascherine indispensabili per i più piccoli sono quelle del Carnevale.
“La posta di YoYo” è uno dei programmi più seguiti e amati di Rai YoYo. La casa de “La Posta di Yoyo” è allegra, piena di disegni e colori. Ci vivono Carolina, ragazza dolce, vivace e sorridente e Lallo il Cavallo, un pupazzo incredibilmente simpatico e un po’ folle. Entrambi amano giocare a “fare finta di” e la loro fantasia, come quella di tutti i bambini, non ha limite. E proprio i bambini, con le loro lettere, mail e disegni sono coprotagonisti del programma. Ogni giorno Lallo e Carolina alternano momenti di vera e propria sitcom, ricchi di sorprese e colpi di scena, a parentesi interamente dedicate alla posta inviata dai piccoli telespettatori, inquadrate in un contesto social attento alle nuove tecnologie e ai nuovi mezzi di comunicazione.
La panchina di Dalla di Susinni torna nella ‘sua’ Bologna
Opera acquistata da patron Radio Italia, sarà esposta nella sede
14 febbraio 2020
14:11
– La panchina di Lucio Dalla, realizzata dall’artista Carmine Susinni, torna a Bologna, la città natale del cantautore scomparso nel 2012. L’opera, infatti, è stata acquistata da Luigi Ferretti, patron del gruppo ‘7Gold – Radio Italia anni 60′ e sarà esposta tutti i giorni nella sede bolognese dell’emittente. Non solo: da giugno a settembre andrà ‘in trasferta’ nella Marina di Rimini, come omaggio al particolare rapporto che c’era tra Dalla e la ‘capitale’ della riviera Adriatica, mentre tra dicembre e gennaio farà capolino in un palazzo storico sotto le Due Torri.
Sempre accessibile gratuitamente per i fan, che potranno ripetere il rito dei selfie con l’immagine di Lucio.
Si tratta del secondo omaggio del genere che Bologna riserva all’artista di ‘Caruso’. Il Comune, infatti, ha comunicato nei giorni scorsi che il 4 marzo verrà installata un’altra panchina raffigurante Dalla in piazza Cavour, dove il cantante nacque nel 1943.
Quella di Susinni, invece, è stata realizzata nel 2015 per l’Expo di Milano ed è stata esposta a Bologna l’anno successivo, facendo il pieno di pubblico. L’amministrazione decise di non acquistarla e così Susinni la portò in tour, tra Matera e Sanremo. Ora, il ritorno a casa: “Penso a quest’opera da cinque anni e finalmente ho deciso di farmi avanti – ha spiegato Ferretti – Come tanti bolognesi ho avuto un forte legame con Dalla, abitavamo vicini e abbiamo suonato insieme nelle cantine della città”. La panchina sarà visitabile dal 14 febbraio nella sede del Centro Congressi 7Gold-Radio Italia in via dell’Arcoveggio 49/5, dalle 8 alle 18 (domenica 9-13).
Mudhoney in Europa, unica tappa italiana a Bologna
Il 9 ottobre al Tpo a sostegno del Ep ‘Morning in America’
BOLOGNA
14 febbraio 2020
15:31
– I Mudhoney hanno annunciato nuove date per il 2020 in Europa a sostegno del Ep ‘Morning in America’, pubblicato a settembre. Il tour autunnale, la prima esibizione oltreoceano della band in quasi due anni, inizierà l’11 settembre a Leuven, in Belgio, e terminerà un mese dopo ad Amsterdam. Unica data italiana, il 9 ottobre al Tpo di Bologna.
‘Morning in America’ è un Ep di sette canzoni registrate durante le sessioni dell’ultimo album del 2018 ‘Digital Garbage’.
Vascello del ‘600 a Modenantiquaria, 7000 ore per riprodurlo
Tre artigiani hanno lavorato dieci anni per completare l’opera
MODENA
14 febbraio 2020
15:35
– Due metri e mezzo di lunghezza, un metro e 80 di altezza. E’ imponente, nonostante si tratti di un modellino, la riproduzione della ‘Sovereign of the Sea’, vascello inglese del 1637: era una nave da guerra della Royal Navy voluta da re Carlo I d’Inghilterra, la più grande e pesante fino ad allora costruita, la prima nella storia munita di cento cannoni. Ora la perfetta riproduzione in scala del vascello (1:39), esemplare unico realizzato in legno fossile di mogano e rovere, si trova fino a domenica a ‘Petra’, nell’ambito di Modenantiquaria, alla Galleria Ivan Ceschin. Tre artigiani hanno lavorato insieme per dieci anni per completare l’opera, rifinita in oro zecchino: il modellista Lorenzo Bazzo, il decoratore Ivan Ceschin, lo scultore Lorenzo Schirato, hanno dedicato a questo pezzo unico oltre settemila ore di manodopera e passione.
E’ solo una delle rarità che si possono ammirare a ‘Petra’, il giardino indoor di Modenantiquaria, fino al 16 febbraio a ModenaFiere: un intero padiglione ‘verde’ che propone un’ambientazione totalmente differente da quella di una classica fiera. I visitatori trovano pezzi di antiquariato per esterni, per arricchire le aree verdi di abitazioni di pregio, ma non solo. La peculiarità di Petra è quella di donare una nuova vita e una nuova funzione agli oggetti del passato: per questo il salone è meta anche degli interior designer, soprattutto di negozi e locali, alla caccia del pezzo che garantisca un’anima alle loro creazioni.
Moda: campagna Gucci GG Psychedelic firmata Jordan Hemingway
Omaggio agli anni Settanta a cui è ispirata la collezione
14 febbraio 2020
15:56
– La nuova campagna per la Collezione Gucci GG Psychedelic ricrea un paesaggio da sogno fatto di rifrazioni e riflessi notturni. In sintonia con il colore, l’energia e il carattere onirico degli articoli, ispirati alla cultura psichedelica degli anni Settanta, caratterizzata da distorsioni visive, immaginario surreale e ampio spettro cromatico, la campagna ci porta in un fantastico night club dove i visitatori sono abbigliati per l’occasione.
Dal guardaroba alla pista da ballo, le immagini di Jordan Hemingway sono infuse con la luce riflessa delle sfere a specchi. Mentre gli amanti della notte s’incontrano e ballano, la sfera gira sempre più rapidamente in un ritmo ipnotico, finendo per trasportare i frequentatori del locale in uno spazio surreale con gigantesche pareti a specchio. Sono stati catturati dalla sfera? È un sogno ad occhi aperti? La campagna si avvale di un trattamento grafico che rispecchia l’energia delle immagini. I layout per i social media sono composti da molteplici istantanee “Polaroid”, che si rifanno al mezzo visivo per eccellenza delle discoteche degli anni Settanta. L’uso dinamico di immagini multiple suggerisce un’estetica rifratta, che richiama i riflessi di una sfera riflettente. Le immagini e il video che le accompagna prendono spunto dallo spirito della collezione, nella quale Alessandro Michele, direttore creativo della maison, ha reinterpretato in modo fantastico il monogramma Gucci, dando vita ad una versione che ne rivela tutta la potenzialità streetwear attraverso la sovrapposizione di un motivo a stelle multicolori. Il risultato è un motivo distintivo che caratterizza i diversi articoli, tra cui capi ready-to-wear uomo e donna, borse, valigie, calzature, articoli di piccola pelletteria, accessori e un modello di orologio, e ispira una linea di gioielli.
Una storia da cantare, l’onda lunga di Sanremo
4 puntate Rai1 Ruggeri-Guaccero al via con cantautori festival
NAPOLI
14 febbraio 2020
19:54
L’onda lunga di Sanremo riporta da domani in prima serata su Rai1 “Una storia da cantare”, in diretta dall’Auditorium Rai di Napoli, con quattro puntate speciali condotte da Enrico Ruggeri e Bianca Guaccero dopo il successo di ascolti della prima edizione (19 % la media di share). Si parte infatti da sei cantautori che hanno fatto la storia dell’Ariston: ad aprire sarà il ricordo di Luigi Tenco con un ‘Ciao amore ciao’ interpretata da Ruggeri e Ermal Meta in una versione ‘sorridente’ e piena di speranza. Seguiranno le storie di Vasco Rossi (con la sua “Vita spericolata”), Adriano Celentano (“24.000 baci” e “Chi non lavora non fa l’amore”), del recordman di vittorie Domenico Modugno (“Nel blu dipinto di blu” e “Dio, come ti amo”) di Ivano Fossati (autore di brani come “E non finisce mica il cielo” di Mia Martini o “Le notti di maggio” di Fiorella Mannoia, entrambe Premio della Critica) e non mancherà Sergio Endrigo (sul podio con “Canzone per te” e “Lontano dagli occhi”).
Amici, attori e personaggi dello spettacolo racconteranno il loro rapporto esclusivo con i cantautori e le loro canzoni. Ospiti della puntata anche Beppe Fiorello, Elio, Irene Grandi, Bugo, Leo Gassmann, Serena Rossi, Paola Turci, Stefano Fresi, Fabrizio Moro, Patty Pravo, Renzo Arbore, Sergio Cammariere, Noemi, Giuliano Palma, Giusy Buscemi, Maldestro, i Decibel e Funk Off. Sabato 22 febbraio, l’unica puntata monografica come quelle della prima edizione, sarà dedicata a Mina, che quest’anno spegnerà le 80 candeline; il 29 febbraio protagonisti saranno Pino Daniele, Enzo Jannacci e Rino Gaetano, mentre ancora non definito il tema dell’ ultimo appuntamento del 7 marzo, annunciato a sorpresa nella presentazione della vigilia a Napoli, con il vicedirettore della rete Claudio Fasulo. Tutte dal vivo le esibizioni, con la regia di Duccio Forzano e la grande band diretta da Maurizio Filardo. Nella scenografia sono state montate le ‘trombe’ originali dell’organo di ‘Senza rete’, mitica trasmissione musicale della Rai da Napoli. ”Un sogno per una cantante non professionista questa prima serata”, dice con modestia Guaccero, ricordando di aver imparato le canzoni della Carrà prima ancora di parlare e di essere cresciuta nel mito di Mina. ”Sono una ragazza vintage, questi cantanti li ascoltavo in auto con i miei genitori, per me l’attualità era quella. La musica è il mio Nirvana”.
Per Ruggeri ”ci sarà da divertirsi. Siano in uno studio che ha fatto la storia della Rai”. ”Questo programma è stato un ottima intuizione di Teresa De Santis, ha riportato nel sabato sera Rai ascolti e qualità – dice il direttore di Rai1 Stefano Coletta che, in collegamento da Roma, loda la trasmissione sottolineandone ”un codice narrativo da servizio pubblico che coniuga presente, passato e memoria. Come quello che a Sanremo ha riportato i giovani all’ascolto”. Complimenti di Coletta anche ai due conduttori: ”L’autorevolezza di Ruggeri viene dalla sua storia. Guaccero sa intrattenere bene con misura e sobrietà, deve restare in questa azienda, come altri incarna il servizio pubblico”. Il programma è scritto da Ernesto Assante, Gino Castaldo, Matteo Catalano, Alberto Di Risio, Angela Fortunato, Duccio Forzano, Pietro Galeotti ed Enrico Ruggeri. L’ hashtag#unastoriadacantare invita i telespettatori a condividere storie e ricordi.
Sfilano le Madonne lucane di Michele Miglionico
Omaggio couture alla terra d’origine dallo stilista lucano
14 febbraio 2020
16:49
– Le ‘Madonne’ lucane vestite con l’alta moda realizzata dallo stilista Michele Miglionico hanno sfilato tra le colonne di marmo e gli affreschi del prestigioso villino dove ha aperto la nuova sede romana Banca Generali Private. Il couturier lucano con atelier a Potenza ha mandato in passerella la sua ultima collezione dedicata ancora una volta alla Basilicata, terra di origine della sua famiglia, e alla suggestione del nero colore simbolo delle figure femminili della tradizione di questo territorio. Una collezione lavorata quasi esclusivamente in questo colore, con interruzioni di rosso o di oro, che mette a fuoco subito la costruzione e la silhouette dell’abito, come vuole una delle prime regole dell’alta moda.
Anche i dettagli profumano di couture: lane con trame di fibra di ginestra e cardo realizzate da artigiani tessitori lucani, broccati di seta, lurex, organza prodotta con sete riciclate e ricami realizzati completamente a mano. Dalla tradizione popolare è preso anche il riuso come espressione di continuità.
Molti degli abiti della collezione sono stati realizzati con tessuti presi da vecchi archivi o magazzini di tessutai con lo scopo di dare una seconda vita a materiali d’eccellenza.
In passerella, corte cappe portate su short in broccato, tubini in pizzo, anche lunghi, tailleur con giacche scolpite sulle silhouette e tasche a toppa ricoperte di piume, cuori ex voto ricamati con jais, robe-manteaux, abiti lunghi taglio Impero che evocano le Vergini del Rinascimento.
‘Mediterraneo frontiera di Pace’ a Bari per il Papa
Esposizione su dialogo fra culture, collegata a incontro vescovi
BARI
14 febbraio 2020
16:50
– Momento di “unione e incontro tra artisti” di varie nazionalità, un “contributo alla promozione della cultura del dialogo e della pace”: si presenta così l’esposizione ‘Mediterraneo Frontiera di Pace’, legata alle giornate di riflessione spirituale dei vescovi del Mediterraneo che si a confronteranno a Bari, dal 19 febbraio. L’evento si concluderà con la Messa del Papa, domenica 23.
La mostra sarà inaugurata il 15 febbraio alle 18.30 nella chiesa Santa Teresa dei Maschi. Saranno esposte sculture, installazioni e dipinti di artisti italiani, spagnoli, iracheni e palestinesi. Sarà possibile visitare la mostra tutti i giorni, dal martedì alla domenica, fino al primo marzo.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

‘Women’, la donna nelle foto del National Geographic
A Bologna dal 15/2 al 17/5, oltre 90 le immagini esposte
BOLOGNA
14 febbraio 2020
16:54
– Le ballerine di samba al carnevale di Salvador da Bahia e le raccoglitrici di foglie di tè in Sri Lanka; la donna afghana in burqa integrale rosso che trasporta sulla testa una gabbia di cardellini e quella di una ragazza in ‘pausa sigaretta’ a Lagos. E’ lo sguardo sulla condizione femminile visto dall’obiettivo dei reporter di National Geographic nelle oltre 90 foto in mostra a ‘Women. Un mondo in cambiamento’, a Bologna, a Santa Maria della Vita, dal 15 febbraio al 17 maggio, promossa in collaborazione con Genus Bononiae. Musei nella città e Fondazione Carisbo.
Il percorso espositivo, articolato in 6 sezioni (Beauty/Bellezza, Joy/Gioia, Love/Amore, Wisdom/Saggezza, Strength/Forza, Hope/Speranza) raccoglie immagini dell’archivio del National Geographic, disegnando un viaggio attraverso un secolo di storia delle donne in tutti i continenti, con diverse prospettive e focalizzando l’attenzione sui problemi e le sfide di ieri, oggi e domani nei vari paesi ed epoche. Completa la mostra la sezione Portraits/Ritratti, scatti intimi e biografici di un gruppo iconico di attiviste, politiche, scienziate e celebrità intervistate da National Geographic per il numero speciale della rivista pubblicato ai tempi della prima donna alla direzione del National, Susan Goldberg: tra esse Nancy Pelosi, Oprah Winfrey, il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern e la senatrice a vita Liliana Segre.
Un sacco ‘amici miei’, l’ultimo Verdone
700 copie Si vive una volta sola con Papaleo, Tortora, Foglietta
14 febbraio 2020
20:32
Molto ‘Amici miei’, nonostante le smentite di Carlo Verdone, un pizzico malinconico e con qualche volgarità di troppo: si presenta così ‘Si vive solo una volta’, in sala dal 26 febbraio in oltre 700 copie distribuite da Filmauro e Vision Distribution. Il nuovo film del regista romano, il 27/mo arriva a quaranta anni di distanza da ‘Un sacco bello’. Di scena una grande amicizia tra quattro medici: ovvero il primario chirurgo Umberto (Carlo Verdone), il suo assistente tombeur de femme, Corrado (Max Tortora), la ferrista Lucia (Anna Foglietta) e, infine, l’anestetista Amedeo (Rocco Papaleo).
Tutti grandi professionisti in sala operatoria, ma con vite fallimentari nel privato. Uniti da anni e molto affiatati, questi quattro amici sono un po’ ossessionati dagli scherzi la cui vittima è sempre e solo il povero e ingenuo Amedeo. Tutto si capovolge quando Umberto, Lucia e Corrado scoprono, dopo un controllo di routine, che la loro vittima preferita è gravemente ammalata, ha pochi mesi di vita. Ora il problema è come dirglielo. La soluzione viene ad Umberto: fare un viaggio tutti insieme in Puglia e trovare il momento in cui confidare ad Amedeo la dura verità sulle sue condizioni di salute.
“Non volevamo fare un omaggio ad ‘Amici miei’ – ci tiene a dire Verdone  -. Quel film aveva tutta un’altra struttura. Questo comunque – aggiunge – era davvero difficile da girare, rischiava di essere solo una storiellina, necessitava così di uno spessore. E in questo senso devo ringraziare Giovanni Veronesi che ha partecipato alla sceneggiatura insieme a Pasquale Plastino. Certo la comicità toscana di Veronesi è cinica e cattiva, mentre la mia è diversa, ma tutto questo crea un cortocircuito che secondo me funziona”. Da Verdone poi la voglia di continuare a fare film corali: “Credo che sarà questo il comune denominatore dei miei prossimi lavori. Per me è arrivato il momento di condividere i miei film con gli altri”.
Soddisfazione poi da parte dell’attore-regista romano per come sta andando il cinema italiano:”Quest’anno – dice – ha ottenuto un 15-16% in più e di questo dobbiamo essere contenti. Il fatto non è casuale, oggi si lavora con più cura”. Un film triste questo Si vive una volta sola? “Certo c’è un po’ di solitudine e i personaggi sono tutti un po’ smarriti, non sono felici – dice – , ma alla fine questo lavoro lancia anche un grande segnale, quello della speranza”. Scherzi nella vita di Verdone? “Ne ho fatti tanti. Uno l’ho fatto a mio figlio Paolo quando aveva otto anni. Lui giocava a calcio ed era molto bravo. Così un giorno imito la voce del procuratore di Francesco Totti e lo chiamo.
Gli dico che l’ho notato e che Totti vuole vederlo. Quando ha scoperto la verità non mi ha parlato per un mese e mezzo. Ancora adesso gli chiedo perdono. Da allora ho detto basta scherzi”.
Bolzano è la città che legge più romanzi rosa
Per Amazon.it, Anna Todd spopola nei primi 5 posti
14 febbraio 2020
17:28
– Bolzano, tra le città più fredde d’Italia, rivela un cuore caldo: è al vertice della classifica delle città italiane che leggono più romanzi rosa, seguita da Como e Trieste. Milano, regina della top 10 del 2019 cede così lo scettro e si attesta al quinto posto. Queste le sorprese emerse dalla lista delle 10 città più romantiche d’Italia elaborata da Amazon.it in base alla comparazione delle vendite pro capite su Amazon.it di romanzi rosa nell’ultimo anno, includendo sia gli eBook Kindle sia i libri cartacei, nelle città con più di 60.000 abitanti.
Il Triveneto resta protagonista, occupando anche il quarto posto con Vicenza. Mentre Verona, città dei Montecchi e Capuleti, la romantica per eccellenza, occupa la settima posizione; Trento si attesta all’ottavo posto e Padova si piazza al decimo.
A dominare sono i romanzi della giovane scrittrice statunitense Anna Todd che spopolano tra i cuori italiani occupando i primi 5 posti della classifica dei titoli più letti, venduti su Amazon.it nel 2019 in tutta Italia. Il più richiesto è ‘Un cuore in mille pezzi’ seguito da ‘Come mondi lontani’, ‘Anime perdute’ e, in quarta e quinta posizione ‘After’ e ‘Amore infinito’. Sveva Casati Modignani riesce a strappare ad Anna Todd il sesto posto della classifica con ‘Segreti e ipocrisie’, ma l’autrice americana piazza anche Before. After forever nella top 10 al settimo posto. Chiudono la classifica La stanza delle farfalle di Lucinda Riley, I love shopping a Natale di Sophie Kinsella, e Le pagine della nostra vita di Nicholas Sparks.
Nella classifica degli enook rosa più venduti su Kindle Store nell’ultimo anno è Felicia Kingsley a conquistare la prima e la terza posizione con ‘Due cuori in affitto’ e ‘Una Cenerentola a Manhattan’ mentre Anna Zarlenga si infila al secondo posto con Spiacente, non sei il mio tipo. Emily Orlando è quarta con La vita è una semplice piuma e Amabile Giusti, autrice di Amazon Publishing, ottiene il quinto posto con Come nessuno al mondo.
Al sesto posto si piazza Fabio Volo con Una gran voglia di vivere, mentre Anna Premoli segue con Questo amore sarà un disastro. Chiudono la top 10: La ragazza della luna (Giunti) di Lucinda Riley, Hot Stuff di Ava Lohan e La verità è che non ti odio abbastanza, sempre di Felicia Kingsley.
Ecco la top 10 delle città più romantiche: 1. Bolzano 2. Como 3. Trieste 4. Vicenza 5. Milano 6. Lucca 7. Verona 8. Trento 9. Pavia 10. Padova Tra le grandi città d’Italia che sono tradizionalmente scenario ideale per weekend romantici, Roma ottiene la 33/a posizione, mentre Firenze è 38/a. Venezia sale alla 62/a posizione rispetto all’anno precedente in cui era 80/a in classifica, mentre Napoli è 75/a.
Bolzano è la città che legge più romanzi rosa
Per Amazon.it, Anna Todd spopola nei primi 5 posti
14 febbraio 2020
17:28
– Bolzano, tra le città più fredde d’Italia, rivela un cuore caldo: è al vertice della classifica delle città italiane che leggono più romanzi rosa, seguita da Como e Trieste. Milano, regina della top 10 del 2019 cede così lo scettro e si attesta al quinto posto. Queste le sorprese emerse dalla lista delle 10 città più romantiche d’Italia elaborata da Amazon.it in base alla comparazione delle vendite pro capite su Amazon.it di romanzi rosa nell’ultimo anno, includendo sia gli eBook Kindle sia i libri cartacei, nelle città con più di 60.000 abitanti.
Il Triveneto resta protagonista, occupando anche il quarto posto con Vicenza. Mentre Verona, città dei Montecchi e Capuleti, la romantica per eccellenza, occupa la settima posizione; Trento si attesta all’ottavo posto e Padova si piazza al decimo.
A dominare sono i romanzi della giovane scrittrice statunitense Anna Todd che spopolano tra i cuori italiani occupando i primi 5 posti della classifica dei titoli più letti, venduti su Amazon.it nel 2019 in tutta Italia. Il più richiesto è ‘Un cuore in mille pezzi’ seguito da ‘Come mondi lontani’, ‘Anime perdute’ e, in quarta e quinta posizione ‘After’ e ‘Amore infinito’. Sveva Casati Modignani riesce a strappare ad Anna Todd il sesto posto della classifica con ‘Segreti e ipocrisie’, ma l’autrice americana piazza anche Before. After forever nella top 10 al settimo posto. Chiudono la classifica La stanza delle farfalle di Lucinda Riley, I love shopping a Natale di Sophie Kinsella, e Le pagine della nostra vita di Nicholas Sparks.
Nella classifica degli enook rosa più venduti su Kindle Store nell’ultimo anno è Felicia Kingsley a conquistare la prima e la terza posizione con ‘Due cuori in affitto’ e ‘Una Cenerentola a Manhattan’ mentre Anna Zarlenga si infila al secondo posto con Spiacente, non sei il mio tipo. Emily Orlando è quarta con La vita è una semplice piuma e Amabile Giusti, autrice di Amazon Publishing, ottiene il quinto posto con Come nessuno al mondo.
Al sesto posto si piazza Fabio Volo con Una gran voglia di vivere, mentre Anna Premoli segue con Questo amore sarà un disastro. Chiudono la top 10: La ragazza della luna (Giunti) di Lucinda Riley, Hot Stuff di Ava Lohan e La verità è che non ti odio abbastanza, sempre di Felicia Kingsley.
Ecco la top 10 delle città più romantiche: 1. Bolzano 2. Como 3. Trieste 4. Vicenza 5. Milano 6. Lucca 7. Verona 8. Trento 9. Pavia 10. Padova Tra le grandi città d’Italia che sono tradizionalmente scenario ideale per weekend romantici, Roma ottiene la 33/a posizione, mentre Firenze è 38/a. Venezia sale alla 62/a posizione rispetto all’anno precedente in cui era 80/a in classifica, mentre Napoli è 75/a.
Umberto Eco, a 4 anni morte ‘Il nome della rosa’ con disegni
Elisabetta Sgarbi, esce a maggio 2020 per La nave di Teseo
14 febbraio 2020
17:54
– A quattro anni dalla morte di Umberto Eco, avvenuta il 19 febbraio 2016, arriva in libreria ‘Il nome della rosa’ per la prima volta in un’edizione con i disegni preparatori realizzati da Eco mentre lavorava al suo bestseller mondiale, uscito 40 anni fa, nel 1980. La nuova edizione del romanzo sarà pubblicata a maggio 2020 da La nave di Teseo che sta ripubblicando tutti i libri di Eco via via che scadono i diritti del precedente editore, Bompiani.
“Con Mario Andreose, che ha seguito la complessa trattativa che ha portato ‘Il nome della rosa’ alla Nave di Teseo, con Stefano e Carlotta e Renate Eco, stiamo progettando una edizione che contenga anche alcuni disegni preparatori che Umberto Eco aveva fatto di ambienti, oggetti, abiti, personaggi. Sarà un’ edizione che dà conto del pensiero e dello studio che sta dietro la costruzione di un grande romanzo. Lo pubblicheremo a maggio 2020” dice Elisabetta Sgarbi che con Eco ha fondato La nave di Teseo di cui è direttore editoriale e generale.
“Prima di scrivere ‘Il nome della rosa’ Umberto Eco aveva buttato giù degli schizzi. Si immaginava i personaggi, come sarebbe stata l’Abbazia, la biblioteca. Lui lo chiamava l’arredo prima della scrittura. E’ una documentazione visiva del suo modo di lavorare. Questa mazzetta di disegni rimasti nel suo cassetto sono stati fatti presumibilmente tra il 1976-77. Nel 1978 ha cominciato a scrivere ‘Il nome della rosa’ e nel 1980 lo ha pubblicato. Li metteremo dopo le postille con una mia nota” spiega l’editore Andreose , presidente de La nave di Teseo.
Netflix, ciak per la quarta stagione di Stranger Things / CLIP IN ANTEPRIMA
David Harbour tornerà nel ruolo di Jim Hopper
15 febbraio 2020
11:52
I Duffer Brothers, creatori della serie fenomeno ‘Stranger Things’, annunciano le riprese della quarta stagione della serie Netflix con un messaggio diffuso dallo stesso colosso streaming confermando ufficialmente che David Harbour tornerà nel ruolo di Jim Hopper.
“Siamo entusiasti – fanno sapere diffondendo anche delle immagini – di poter ufficialmente confermare che le riprese dei nuovi episodi di Stranger Things sono attualmente in corso – e ancora più felici di annunciare il ritorno di Jim Hopper! Anche se forse questa non è proprio una buona notizia per il nostro “Americano”, che al momento è imprigionato lontano da casa nelle nevose terre desolate di Kamchatka, dove affronterà pericolosi esseri umani… e molto altro. Nel frattempo, negli Stati Uniti, segreti sepolti da tempo iniziano a salire in superficie, collegando ogni cosa… La quarta stagione sarà la più grande e la più terrificante fino ad ora, non vediamo l’ora che tutti possano vederla. Nel frattempo – pregate per il nostro Americano» – dalla Russia con amore, i Duffer Brothers.
Stranger Things è la serie originale Netflix creata dai Duffer Brothers e prodotta da Monkey Massacre Productions & 21 Laps Entertainment. I Duffer Brothers sono produttori esecutivi della serie con Shawn Levy e Dan Cohen di 21 Laps Entertainment e Iain Paterson.
A Verona 350 opere raccontano il XX secolo della pittura
Tra artisti Picasso, Mirò, Fontana, Burri a Palazzo Maffei
VERONA
14 febbraio 2020
17:56
– Un percorso espositivo tra antico e moderno, che attraversa oltre cinque secoli, con oltre 350 opere in dialogo tra le arti: pittura, scultura, arti applicate e architettura. Autentici capolavori dell’arte moderna e contemporanea e i grandi maestri del XX secolo: da Picasso a de Chirico, da Mirò a Kandinsky, da Magritte a Fontana, Burri e Manzoni. A Verona nasce la casa-museo Palazzo Maffei, frutto del restauro del più prestigioso palazzo seicentesco della città e dell’apertura al pubblico della collezione dell’imprenditore Luigi Carlon. Il museo propone un importante focus sulla pittura veronese e la passione per il futurismo italiano e la metafisica. Palazzo Maffei, quinta suggestiva di Piazza delle Erbe, con la sua facciata barocca, ospita questa raccolta d’arte che spazia dalla fine del Trecento fino ad oggi, frutto di oltre cinquant’anni di passione collezionistica dell’imprenditore Luigi Carlon. “Palazzo Maffei – Casa Museo” aprirà ufficialmente al pubblico il 15 febbraio.
Le lettere d’amore Artemisia Gentileschi da Firenze a Londra
Da Archivio Frescobaldi a National Gallery per mostra su artista
FIRENZE
14 febbraio 2020
18:38
– Quattro lettere d’amore, che rivelano anche una storia a tratti torbida, di bellissima pittura, di denaro e di potere. A scriverle fu Artemisia Gentileschi al suo amante ventenne, Francesco Maria Maringhi, ricco rampollo di un’antica famiglia dell’aristocrazia fiorentina. La prosa è scorretta ma profonda, sgrammaticata ma colta: nelle lettere si citano Petrarca e l’Ariosto, Ovidio, Michelangelo e il Tasso.
Le quattro lettere sono conservate nell’Archivio Frescobaldi, nobile famiglia fiorentina che, dopo il restauro, le ha presentate a Firenze prima che partano per Londra per la più grande mostra mai realizzata nel Regno Unito su Artemisia.
Saranno esposte dal 4 aprile al 26 luglio alla National Gallery insieme alle opere della pittrice sposata con Pierantonio Stiattesi, autore anche lui di 14 scritti indirizzati a Maringhi, alcuni ritrovati nell’Archivio Frescobaldi, e uno dei quali sarà sempre esposto a Londra.
A consegnare le preziose lettere a Letizia Treves, James and Sarah Sassoon curator di pittura italiana, spagnola e francese del XVII secolo presso la National Gallery, è stata Tiziana Frescobaldi, presidente Compagnia de’ Frescobaldi e direttore artistico del progetto Artisti per Frescobaldi, premio biennale d’arte contemporanea nato nel 2012 che da anni promuove la cultura e l’arte anche nel mondo vitivinicolo.
Le lettere a Francesco Maria Maringhi, che fu amministratore dei beni della famiglia Frescobaldi, sono state ritrovate nel 2011 dal professor Francesco Solinas durante i suoi studi nell’Archivio della nobile famiglia fiorentina: “Rappresentano – spiega Tiziana Frescobaldi – dei documenti unici nel loro genere per entrare nella vita privata e psicologica di questa grande artista italiana”. E per la famiglia Frescobaldi “è un grande onore essere sostenitrice della più illustre pittrice dell’età barocca, durante il suo periodo fiorentino, e aver conservato queste preziose lettere”.
I vincitori del premio Castello di Duino
Giunti duemila versi da 54 Paesi in 26 lingue
TRIESTE
14 febbraio 2020
18:43
– Primo premio alla giovane poetessa nigeriana May Ekene, con “The Butcher”; secondo all’haitiano Elbeau Carlynx con “Réminiscence”, terzo alla serba Slađana Lazić con ‘Freedom’, su circa duemila poesie giunte da tutto il mondo per la più importante competizione letteraria internazionale per giovani autori, come l’ha definita la Commissione nazionale Unesco.
Nelle diverse sezioni de ‘Il Castello di Duino’ quest’anno sono arrivate poesie da 54 Paesi e in 26 lingue, compreso un centinaio di progetti scolastici. Il concorso è riservato ad autori con meno di 31 anni con speciale graduatoria per i giovanissimi, una sezione per le scuole, una teatrale e una a sfondo storico. La giuria internazionale è composta da poeti, critici e docenti di letterature comparate. Ai giovani è stato chiesto d’ispirarsi al tema “Homo faber: fra libertà e destino”.
Una cinquantina tra i giovani autori sono invitati a Trieste e a Duino per partecipare dal 21 marzo al 4 aprile alla Festa della Letteratura e della Poesia.
Premi: poesia e teatro, i vincitori de ‘Castello di Duino’
Giunti duemila versi da 54 Paesi in 26 lingue
TRIESTE
14 febbraio 2020
18:43
– Primo premio alla giovane poetessa nigeriana May Ekene, con “The Butcher”; secondo all’haitiano Elbeau Carlynx con “Réminiscence”, terzo alla serba Slađana Lazić con ‘Freedom’, su circa duemila poesie giunte da tutto il mondo per la più importante competizione letteraria internazionale per giovani autori, come l’ha definita la Commissione nazionale Unesco.
Nelle diverse sezioni de ‘Il Castello di Duino’ quest’anno sono arrivate poesie da 54 Paesi e in 26 lingue, compreso un centinaio di progetti scolastici. Il concorso è riservato ad autori con meno di 31 anni con speciale graduatoria per i giovanissimi, una sezione per le scuole, una teatrale e una a sfondo storico. La giuria internazionale è composta da poeti, critici e docenti di letterature comparate. Ai giovani è stato chiesto d’ispirarsi al tema “Homo faber: fra libertà e destino”.
Una cinquantina tra i giovani autori sono invitati a Trieste e a Duino per partecipare dal 21 marzo al 4 aprile alla Festa della Letteratura e della Poesia.
Rai: Fornaro, multa Agcom grave, azienda dia risposte
14 febbraio 2020
18:58
– “La sanzione di 1,5 milioni di euro inflitta dall’Agcom alla Rai per violazioni degli obblighi di contratto di servizio è di una gravità assoluta perché è stato rilevato dall’Autorità garante il mancato rispetto di principi fondamentali quali l’indipendenza, imparzialità e pluralismo.
Ci attendiamo quindi da tutti gli organi della Rai risposte rapide, straordinarie e all’altezza della gravità della situazione messa in evidenza da Agcom”. Lo afferma il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro, componente della Commissione di Vigilanza Rai.
Umberto Eco, a 4 anni morte ‘simbolo per le sardine’
Elisabetta Sgarbi, esce ‘Il nome della rosa’ con disegni
14 febbraio 2020
19:56
A quattro anni dalla morte, avvenuta il 19 febbraio 2016, la grandezza di Umberto Eco parla anche alle nuove generazioni. E, a 40 anni dalla prima edizione nel 1980, il suo bestseller mondiale, ‘Il nome della rosa’ torna per la prima volta in libreria, a maggio 2020 per La nave di Teseo, con i disegni preparatori realizzati dallo scrittore. A raccontarlo è Elisabetta Sgarbi che con Umberto Eco ha fondato La nave di Teseo, di cui è direttrice editoriale e generale.
“Di un uomo come Umberto è bene distinguere due livelli.
Quello dello scrittore, saggista, romanziere che non può mancare perché c’è. E’ con noi, nelle sue innumerevoli opere che non basterebbe una vita per rileggerle e comprenderne tutti i significati. Pensa al ‘Fascismo eterno’ o ‘Migrazioni e intolleranza’: sono bestseller e risalgono agli anni ’90. E’ bastato ripubblicarli e sono diventati due libri simbolo, anche delle Sardine” dice la Sgarbi. “Poi c’è un livello personale: la curiosità che Eco aveva, la passione e il senso del divertimento che riusciva a coniugare magicamente con un rigore professionale ed etico senza pari. E il suo entusiasmo, quasi da bambino, quando fondammo La nave di Teseo. Ecco, queste cose, mi mancano ma le abbiamo vissute e stanno nella mia memoria” aggiunge la direttrice editoriale e generale de La nave di Teseo che sta ripubblicando tutta l’opera di Eco via via che scadono i diritti del precedente editore, Bompiani, dove ha passato tanti anni insieme allo scrittore, prima di lasciarla nel 2015. “Certamente tutto si sta muovendo verso una sempre maggiore concentrazione, ma questo pericolo Eco lo aveva visto benissimo.
Però aveva una fede incrollabile negli editori e nei libri, più importanti, per lui, delle grandi aziende che contornano questi libri e questi autori. In altri termini, un buon libro e un buon editore fanno la differenza. E questo avrebbe voluto vedere ne La nave di Teseo. Poi l’indipendenza aveva in lui anche un ulteriore risvolto: la velocità e la capacità di cogliere le occasioni. E poi la fondazione de La nave di Teseo, e dunque l’indipendenza, aveva per Eco un altro profondo significato: ‘Lo faccio per i miei nipoti’ disse a Repubblica. Me lo ricorderò sempre, un gesto indelebile” racconta la Sgarbi.
Per volontà di Eco i diritti dei suoi romanzi verranno ceduti via via a La nave di Teseo. Il 2020 sarà l’anno de ‘Il nome della rosa’ di cui scadono a marzo. “Con Mario Andreose, che ha seguito la complessa trattativa che ha portato ‘Il nome della rosa’ alla Nave, con Stefano e Carlotta e Renate Eco stiamo progettando un’edizione che contenga anche alcuni disegni preparatori che Eco aveva fatto di ambienti, oggetti, abiti, personaggi. Un’edizione – spiega la Sgarbi – che dà conto del pensiero e dello studio che sta dietro la costruzione di un grande romanzo.Il nome della rosa resta un libro letto e amato, con numeri straordinari, se si pensa che ha quarant’anni. E’ un libro rivoluzionario, che ha cambiato l’idea di romanzo. E anche oggi resta un esempio insuperato di alto e basso, nel senso di una cultura sconfinata che si scioglie in una narrazione avvincente, in un thriller”.
“A maggio 2020 pubblicheremo – annuncia – Il nome della rosa.
A ottobre sarà la volta del Cimitero di Praga e Baudolino che si affiancheranno al Pendolo di Foucault. La saggistica include già molti titoli di grande importanza nel catalogo di Umberto.
D’altra parte, mi sembra naturale che sia nella casa editrice che lui ha fondato e finanziato, con le persone con cui l’aveva fondata e in primis con Mario Andreose”.
“Prima di scrivere ‘Il nome della rosa’ Eco aveva buttato giù degli schizzi. Si immaginava i personaggi, come sarebbe stata l’Abbazia, la biblioteca. Lui lo chiamava l’arredo prima della scrittura. E’ una documentazione visiva del suo modo di lavorare. Questa mazzetta di disegni rimasti nel suo cassetto sono stati fatti presumibilmente tra il 1976-77. Nel 1978 ha cominciato a scrivere ‘Il nome della rosa’ e nel 1980 lo ha pubblicato. Saranno una ventina di pagine. Li metteremo dopo le postille con una mia nota. ” dice l’editore Andreose , presidente de La nave di Teseo. “C’e’ una miniera – aggiunge – di suoi scritti occasionali, come lui li chiamava, che sono quelli del lavoro di giornalista, saggista, conferenziere. In questi 4 anni ne abbiamo conservato e rilanciato la memoria con la riedizione di libri editi e con le proposte che vengono dalla sua eredità inesauribile. Quando si aprono gli archivi chissà che non ci siano altri spunti. Ha ricevuto 42 lauree honoris causa e ogni volta c’è una lectio di ringraziamento. Escluderei che ci siano inediti di narrativa. Il suo pensiero è di un’attualità estrema. Tra i libri che ristamperemo c’è ‘Come costruire il nemico’ che parla della pratica di trovare consenso attraverso la costruzione di un nemico”. I progetti dedicati a Eco sono “tanti e molto belli. Ma sono in fase di definizione” dice la Sgarbi.
Rai: Gualtieri, sia industria culturale di qualità
14 febbraio 2020
19:17
– La Rai deve essere “fedele alla sua storia e fare contenuti di qualità” così il ministro dell’economia Roberto Gualtieri rispondendo a una domanda di Gianni Minoli su Radio1. La Rai, ha aggiunto, “deve essere una grande industria culturale organizzata intorno ai prodotti di qualità e agli uomini che li producono”.
Francesca Manzini su Banco Striscia da 2 marzo con Scotti
Insieme a Gerry Scotti su Canale 5
14 febbraio 2020
19:34
– A Striscia la notizia (Canale 5, 20.35) continua la staffetta dei conduttori. Da lunedì 2 a sabato 7 marzo sarà la comica Francesca Manzini a debuttare dietro al bancone del Tg satirico di Antonio Ricci.
L’attrice, approdata a Striscia nei panni di una esplosiva e irriverente Mara Venier in uno dei deepfake più divertenti di questa stagione, condurrà in coppia con Gerry Scotti.
Nata a Roma nel 1990, Francesca Manzini è un’attrice e conduttrice radiofonica di RDS. Nel 2018 recita nel film Benedetta follia di Carlo Verdone. Partecipa a diversi programmi tv tra cui Avanti un altro!, Vieni da me, Matrix Chiambretti, Grand Hotel Chiambretti – Gente che va e gente che viene dall’Isola e Mai dire Talk, dove si è fatta apprezzare con le imitazioni di Simona Ventura, Asia Argento, Mara Venier, Maria De Filippi e tanti altri personaggi dello spettacolo. Nel 2019 prende parte alla prima edizione di Amici Celebrities nelle categorie canto e ballo. Dallo scorso 2 febbraio è nel cast di Enjoy – Ridere fa bene, il nuovo show comico di Italia 1.
Con Droit, la meraviglia di stupirsi
101 esperienze di filosofia, manuale per esplorare propri limiti
15 febbraio 2020
12:47
– ROGER-POL DROIT, 101 ESPERIENZE DI FILOSOFIA QUOTIDIANA (Blackie Edizioni, pp.336, 18.90 euro; traduzione di Sandro Mancini). Diventare musica, per uscire dal corpo e perdersi dentro la materia sonora. Provocarsi un piccolo dolore, per tornare con i piedi per terra e fuggire alla noia. Pensare a tutti i luoghi del mondo, per farsi rallegrare da una molteplicità continuamente diversa e senza limiti, sempre a disposizione semplicemente con il pensiero. Fare la doccia con gli occhi chiusi per sentirsi in pace, concentrandosi solo sull’acqua che scorre. Passeggiare qualche ora in un bosco e, tra gli alberi, fantasticare che quel bosco sia la nostra anima per prendere coscienza dei nostri chiaroscuri e rendere immaginaria la realtà stessa. O infine, provare a cercare “la carezza più lieve”, quella che si colloca tra l’essere e il nulla, e scoprire su di sé o sull’altro il suo effetto divino.
Arriva in libreria con Blackie Edizioni (la casa editrice indipendente spagnola che da pochissimo ha aperto la sua filiale italiana), il best-seller “101 esperienze di filosofia quotidiana”, scritto da Roger-Pol Droit, consigliere di filosofia dell’Unesco.
Definito un libro di “fitness filosofico”, questo volume invita chi legge a compiere un gesto rivoluzionario, ossia fermarsi a pensare: in questo modo, ponendoci cioè delle domande e provando a capire se le risposte che otteniamo sono vere o false, ognuno di noi può sperimentare su se stesso, in modo pratico (vivendo cioè 101 semplici esperienze), la forza dirompente della filosofia. La bellezza è che il “metodo” proposto dall’autore è di grande facilità, proprio perché il punto di partenza è il gesto quotidiano, la situazione banale, il superficiale, l’irrisorio: Droit offre le chiavi per cimentarsi in un gioco che aiuta a “scoprire lo stupore da cui nasce la filosofia” e che punta a “fabbricare microscopici eventi scatenanti, impulsi minimali”.
Concepito come un vero e proprio manuale, il libro, che in Francia ha venduto 100 mila copie, offre al lettore più di uno strumento per essere facilmente consultabile: nelle ultime pagine sono presenti infatti un indice delle durate delle esperienze (dalle non quantificabili a quelle che durano qualche secondo o qualche anno), un indice dei materiali necessari a realizzarle e uno che indica quali effetti si ottengono, così tutti possono scegliere in modo veloce quello in cui preferiscono cimentarsi.
Divertente, fantasioso, scritto con un linguaggio accessibile ma che di certo non banalizza le tematiche trattate (dai sentimenti alle questioni pratiche), anzi, apre una porta verso la conoscenza (di noi stessi e delle cose del mondo), questo libro è davvero un’ottima occasione per capire che la filosofia non è qualcosa di astratto e lontano, o di troppo difficile per essere alla portata di tutti: Roger-Pol Droit, da grande divulgatore, dimostra il contrario e ci mette alla prova, sfidandoci ad avere il coraggio di trovare la meraviglia in ogni gesto quotidiano.
Libro del giorno: con Droit, la meraviglia di stupirsi
101 esperienze di filosofia, manuale per esplorare propri limiti
15 febbraio 2020
12:47
– ROGER-POL DROIT, 101 ESPERIENZE DI FILOSOFIA QUOTIDIANA (Blackie Edizioni, pp.336, 18.90 euro; traduzione di Sandro Mancini). Diventare musica, per uscire dal corpo e perdersi dentro la materia sonora. Provocarsi un piccolo dolore, per tornare con i piedi per terra e fuggire alla noia. Pensare a tutti i luoghi del mondo, per farsi rallegrare da una molteplicità continuamente diversa e senza limiti, sempre a disposizione semplicemente con il pensiero. Fare la doccia con gli occhi chiusi per sentirsi in pace, concentrandosi solo sull’acqua che scorre. Passeggiare qualche ora in un bosco e, tra gli alberi, fantasticare che quel bosco sia la nostra anima per prendere coscienza dei nostri chiaroscuri e rendere immaginaria la realtà stessa. O infine, provare a cercare “la carezza più lieve”, quella che si colloca tra l’essere e il nulla, e scoprire su di sé o sull’altro il suo effetto divino.
Arriva in libreria con Blackie Edizioni (la casa editrice indipendente spagnola che da pochissimo ha aperto la sua filiale italiana), il best-seller “101 esperienze di filosofia quotidiana”, scritto da Roger-Pol Droit, consigliere di filosofia dell’Unesco.
Definito un libro di “fitness filosofico”, questo volume invita chi legge a compiere un gesto rivoluzionario, ossia fermarsi a pensare: in questo modo, ponendoci cioè delle domande e provando a capire se le risposte che otteniamo sono vere o false, ognuno di noi può sperimentare su se stesso, in modo pratico (vivendo cioè 101 semplici esperienze), la forza dirompente della filosofia. La bellezza è che il “metodo” proposto dall’autore è di grande facilità, proprio perché il punto di partenza è il gesto quotidiano, la situazione banale, il superficiale, l’irrisorio: Droit offre le chiavi per cimentarsi in un gioco che aiuta a “scoprire lo stupore da cui nasce la filosofia” e che punta a “fabbricare microscopici eventi scatenanti, impulsi minimali”.
Concepito come un vero e proprio manuale, il libro, che in Francia ha venduto 100 mila copie, offre al lettore più di uno strumento per essere facilmente consultabile: nelle ultime pagine sono presenti infatti un indice delle durate delle esperienze (dalle non quantificabili a quelle che durano qualche secondo o qualche anno), un indice dei materiali necessari a realizzarle e uno che indica quali effetti si ottengono, così tutti possono scegliere in modo veloce quello in cui preferiscono cimentarsi.
Divertente, fantasioso, scritto con un linguaggio accessibile ma che di certo non banalizza le tematiche trattate (dai sentimenti alle questioni pratiche), anzi, apre una porta verso la conoscenza (di noi stessi e delle cose del mondo), questo libro è davvero un’ottima occasione per capire che la filosofia non è qualcosa di astratto e lontano, o di troppo difficile per essere alla portata di tutti: Roger-Pol Droit, da grande divulgatore, dimostra il contrario e ci mette alla prova, sfidandoci ad avere il coraggio di trovare la meraviglia in ogni gesto quotidiano.
B.L.U.E. musical comico improvvisato con Cabello
Per il pubblico sarà come avere un personalissimo telecomando
15 febbraio 2020
14:37
– Lunedì 17 febbraio arriva al Teatro Nazionale di Milano B.L.U.E., il musical comico completamente improvvisato che sta rivoluzionando il genere in Italia. In linea con lo spirito del tempo dove il digitale la fa da padrone, arriva un musical interattivo in cui è lo stesso pubblico a decidere che cosa vuol vedere. Uno show dal vivo democratico e da ridere dove lo spettatore viene coinvolto per il luogo (un paese sovranista o progressista) o il periodo storico (passato, presente o futuro) in cui ambientare la storia. Per il pubblico sarà come avere un personalissimo telecomando ed essere in una puntata interattiva di “Black Mirror” su Netflix. Tutto può succedere sul palco di B.L.U.E.: ad ogni appuntamento del tour teatrale ci sarà, infatti, un ospite speciale che senza alcun copione dovrà cimentarsi nella difficile arte dell’improvvisazione e a Milano toccherà a Victoria Cabello mettersi in gioco sul palco de I Bugiardini. Ad ascoltare ed esaudire le richieste degli spettatori ci saranno i Bugiardini, una delle compagnie di improvvisazione più famose d’Italia, di cui fanno parte Francesco Lancia, per anni autore principe del Trio Medusa, e Fabrizio Lobello, ideatore e direttore artistico di B.L.U.E. Così B.L.U.E. cambia titolo ogni volta. E cambiano, ogni volta, testi, scenografia, musiche sulla base delle richieste della platea. A comandare, infatti, non è la compagnia sul palcoscenico, ma il pubblico in platea.
Ecco perché è uno spettacolo unico. Anzi, una “manita” di spettacoli unici che vi faranno vivere le atmosfere di Broadway.
A ogni tappa, partendo dal titolo, gli attori e i musicisti daranno vita a uno show improvvisato: un’esperienza irripetibile e immersiva che romperà qualsiasi barriera tra artisti e spettatori. Un musical letteralmente mai visto prima e che non si vedrà mai più. B.L.U.E. sarà il 17 al Teatro Nazionale di Milano, il 18 al Teatro Dehon di Bologna; ad aprile sarà al Teatro Auditorium Santa Chiara di Trento, il 4 al Teatro Nuovo di Verona e, infine, all’Auditorium Parco della Musica a Roma.
I biglietti sono disponibili in prevendita su http://www.ticketone.it, per la data di Bologna su vivaticket.it e per quella di Verona su http://www.geticket.it

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SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

‘Cattive acque’, il thriller green
Una storia vera firmata da Todd Haynes con Mark Ruffalo
16 febbraio 2020
15:36
‘Cattive acque’ di Todd Haynes, in sala dal 20 febbraio con Eagle, è un film green per l’ambiente, ma anche un legal-thriller ispirato a una storia vera, quella di Robert Bilott (Mark Ruffalo) avvocato ambientalista protagonista di una estenuante battaglia legale durata diciannove anni contro il colosso chimico DuPont. Una battaglia non da poco se si considera che si trattava di rappresentare 70mila cittadini dell’Ohio e della Virginia, la cui acqua potabile era stata contaminata dallo sversamento incontrollato di PFOA (acido perfluorooctanico).
Tutto inizia il 6 gennaio 2016, quando il New York Times parla di Bilott, socio dello studio legale Taft Stettinius & Hollister LLP, che ha scoperto come una sostanza chimica stava contaminando da anni una comunità rurale. Il film ha la cadenza di un horror: i Tennant, proprietari agricoli da generazioni, iniziano a perdere il bestiame. La loro pelle si riempie di lesioni, gli occhi si cerchiano di rosso, una bava bianca gocciola dalla bocca e i denti diventano neri. Convinto che la causa sia una fuoriuscita tossica dalla vicina discarica di Dry Run, dove l’impianto Washington Works di proprietà della DuPont scarica i suoi rifiuti, Wilbur Tennant, grazie anche al sostegno del suo superiore nello studio Tom Terp (Tim Robbins, premio Oscar per Mystic River), prova per anni a ottenere inutilmente delle risposte.
“Quello che Mark Ruffalo non poteva sapere, è quanto io fossi un fan segreto di questo genere di film – dice Haynes -. Dubito di essere l’unico ad avere una così grande ammirazione per ‘la trilogia della paranoia’ degli anni ’70 di Alan Pakula (e Gordon Willis) – Una squillo per l’ispettore Klute, Perché un assassinio e Tutti gli uomini del Presidente – o per i film che sono seguiti nei decenni successivi, come Silkwood di Mike Nichols e Insider – Dietro la verità di Michael Mann. Ad attirarmi verso questo genere c’è sempre stato qualcosa, che va ben oltre lo scoprire come i potenti possano fare una brutta fine”.
Mogol, di Lucio Battisti ce n’è soltanto uno
Canzoni attuali non hanno successo capace di durare anni
CAMERINO (MACERATA)
15 febbraio 2020
15:14
– “Di Lucio Battisti ce n’è soltanto uno, come c’è sempre solo uno di ogni grande artista”. Risponde così Giulio Rapetti, in arte Mogol, alla domanda se vede in giro qualcuno al pari di Battisti.
Mogol ha partecipato oggi a Camerino alla presentazione del nuovo bando di formazione, “Musica per il lavoro” della Regione Marche, la cui prima edizione era andata al suo Cet. “La musica attuale – osserva – propone cose buone e altre meno, il rap ha tolto la melodia, ma il trap l’ha in parte rimessa, però le canzoni di oggi non hanno più un successo capace di durare negli anni”. Parlando dell’ultimo festival di Sanremo, Mogol confessa di non “essere riuscito a seguirlo fino a tarda sera, ma ho avuto modo di ascoltare dei brani interessanti, anche se mi pare che questa edizione sia stata più ricca nel varierà”. Tra gli artisti musicali che oggi preferisce cita Simone Cristicchi, mentre ‘Anche per te’ è uno dei suoi testi a cui dice di essere più legato.
A Firenze ritratto ‘mai visto’ Elettrice Palatina
In mostra solo un giorno il 18/2 e ingresso a 1 euro
FIRENZE
15 febbraio 2020
17:33
– Il 18 febbraio, in occasione delle commemorazione di Anna Maria Luisa de’ Medici (Elettrice Palatina), al Museo de’ Medici di via dei Servi, a Firenze, sarà esposto nel museo – solo ed esclusivamente in quel giorno – uno straordinario ritratto d’epoca di Sua Altezza Elettorale, opera di inizio Settecento del pittore olandese Jan Frans van Douven, proveniente da una collezione privata, e quindi pressoché “mai visto”. Il 18 febbraio l’orario di apertura del Museo de’ Medici sarà il consueto – dalle 10 alle 18 – ma per quel giorno l’ingresso sarà al prezzo simbolico di un euro. Inoltre alle ore 17 è prevista la commemorazione ufficiale con Alberto Bruschi, curatore della mostra ‘Cosimo I. Spolveri di un grande affresco’, cui farà seguito un breve concerto di clavicembalo degli allievi del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze.
Carnevale Venezia: sfilano in piazza San Marco le 12 ‘Marie’
Corteo storico apre feste, domani Volo dell’angelo dal Campanile
VENEZIA
15 febbraio 2020
19:05
– Hanno attraversato tutta la città nei costumi d’epoca, per poi venire accolte dal “Doge” sul palco di piazza San Marco, le 12 “Marie” del Carnevale di Venezia 2020, nella sfilata che ha dato il via questo pomeriggio alle feste nel ‘salotto’ della Serenissima. Un’occasione per ammirare gli antichi costumi veneziani, e il ricordo dell’omaggio nuziale che il Doge portava ogni anno a dodici belle e povere fanciulle veneziane, dotandole per il matrimonio con i gioielli dogali. Le 12 reginette hanno attraversato la folla in piazza trasportate su sedie portate a spalla da otto giovani gondolieri e 43 sportivi, precedute da un corteo con 400 figuranti in costume.
Per le 12 belle seguiranno poi una serie di appuntamenti e feste nei vari luoghi della festa veneziana. Tra di essere infine sarà scelta, lunedì 24 febbraio alle Sale Apollinee della Fenice, la “Maria dell’anno”, che nella prossima edizione del Carnevale sarà la protagonista del ‘Volo dell’Angelo’.
Ad aprile su Sky Diavoli con Borghi, le prime immagini
Nel cast Patrick Dempsey e Kasia Smutniak
17 febbraio 2020
12:48
Un thriller internazionale sul palcoscenico dell’Olimpo della finanza mondiale, girato tra Roma e Londra interamente in lingua inglese. Arriverà ad aprile su Sky e Now Tv, e si mostra per la prima volta nel teaser rilasciato oggi, Diavoli, una storia di finanza, potere e disinganni con un cast all-star guidato da Alessandro Borghi (Il Primo Re, Suburra) e Patrick Dempsey (La verità sul caso Harry Quebert).
La serie, tratta dal best seller “I Diavoli” di Guido Maria Brera (edito da Rizzoli), è prodotta da Sky Italia e Lux Vide, realizzata in collaborazione con Sky Studios, Orange Studio e OCS. La distribuzione internazionale è di NBCUniversal Global Distribution per conto di Sky Studios. Alessandro Borghi è Massimo Ruggero, spregiudicato e ambizioso Head of Trading di una delle più importanti banche di investimento del mondo, la New York – London Investment Bank (NYL); Patrick Dempsey è Dominic Morgan, fra gli uomini più potenti della finanza globale, mentore di Massimo e CEO della banca. Il profondo legame tra i due uomini rischierà di incrinarsi quando, a causa degli interessi nascosti di Dominic, Massimo si troverà coinvolto in una guerra finanziaria intercontinentale. A quel punto il giovane italiano dovrà scegliere: schierarsi con l’uomo a cui deve tutto o fermarlo? Kasia Smutniak (Loro, Perfetti Sconosciuti) è Nina, la sofisticata e molto determinata moglie di Dominic Morgan, al quale è unita da sentimenti ma anche interessi.
Nel cast: Lars Mikkelsen (The Killing, Sherlock, House of Cards), Laia Costa (Victoria), Malachi Kirby (Radici), Paul Chowdhry (Live at the Apollo, Swinging with the Finkels), Pia Mechler (Everything Is Wonderful), Harry Michell (Chubby Funny) e Sallie Harmsen (Blade Runner 2049).
Regia di Nick Hurran (Sherlock, Doctor Who, Fortitude, Altered Carbon) e Jan Michelini (I Medici).
Sceneggiatura: Alessandro Sermoneta, Mario Ruggeri, Elena Bucaccio, Guido Maria Brera, Chris Lunt, Michael Walker, Ben Harris, Daniele Cesarano, Ezio Abate e Barbara Petronio.
Lunar City, missione Luna verso spazio profondo
In sala dal 17 al 19/2 il documentario di Alessandra Bonavina
15 febbraio 2020
20:30
– Il 2024 come anno di completamento della stazione orbitante intorno alla luna, per poi passare a costruire una base lunare, da utilizzare come appoggio per l’esplorazione dello spazio profondo, puntando innanzitutto a Marte. Sono fra gli ambiziosi traguardi del programma spaziale al quale sta lavorando la Nasa in collaborazione con vari Paesi nel mondo, Italia (con un ruolo di primo piano) compresa, raccontato da Lunar City, il documentario di di Alessandra Bonavina, realizzato in occasione dei 50 anni dall’arrivo dell’uomo sulla Luna, in sala dal 17 al 19 febbraio con Vision Distribution. Il film non fiction (che è stato evento speciale alla Festa Internazionale del Cinema di Roma), realizzato con il patrocinio e il sostegno di Asi – Agenzia Spaziale Italiana, in collaborazione con la Nasa, con il patrocinio di Ambasciata Americana in Italia Centro Studi Americani, è un percorso guidato dei volti simbolo del programma, come Jim Bridenstine Amministratore, della Nasa; Mark Malqueen,il Project Manager della stazione spaziale e per L’Italia, che sta curando la realizzazione di alcuni componenti chiave della stazione orbitante, fra gli altri, il presidente dell’ Asi Giorgio Saccoccia; Franco Fenoglio, capo dei programmi per i viaggi spaziali umani e di trasporto di Thales Alenia Space e Vincenzo Giorgio, Ceo di Altec.
Elton John interrompe concerto a Auckland: ‘Ho la polmonite’
Il cantante britannico perde la voce a metà esibizione
17 febbraio 2020
13:02
Un Sir Elton John visibilmente turbato è stato costretto oggi a interrompere un concerto in Nuova Zelanda per colpa di una polmonite. Lo riporta la Bbc.
A metà performance al Mount Smart Stadium di Auckland il musicista britannico, 72 anni, ha dovuto interrompere l’esibizione. “Ho appena perso completamente la voce. Non posso cantare”, si è scusato Elton John rivolgendosi alla folla. “Devo andare. Mi dispiace”, ha detto commosso sul punto di mettersi a piangere mentre si appoggiava al piano e scuoteva la testa.

Il pubblico ha risposto con un’ovazione estatica mentre lui si è allontanato dal palco aiutato da diversi assistenti. Prima di iniziare il concerto il cantante aveva avvisato il pubblico che gli era stata diagnosticata una polmonite. Il concerto in Nuova Zelanda rientra nel tour Farewell Yellow Brick Road.
Muccino debutta al top del botteghino, Parasite risale
In seconda posizione esordisce Sonic di Jeff Fowler
17 febbraio 2020
11:14
– Debutta in vetta alla classifica del box office italiano Gli Anni più belli di Gabriele Muccino con Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria ed Emma Marrone. L’incasso è di 2 milioni 898 mila in 4 giorni con una media 3.545 euro su 817 sale.
In seconda posizione esordisce Sonic di Jeff Fowler con James Mardsen e Ben Schwartz, tratto dalla serie animata popolare tra bambini e giocatori di videogame, che mette via 1 milione 445 mila euro.
Spinto dalla consacrazione agli Oscar, risale dalla settima posizione alla terza il pluripremiato Parasite di Joon-ho Bong.
L’incasso totale, grazie a 1 milione 445 mila guadagnati in questo week end, raggiunge i 4 milioni 142 mila. La media è 3.162 euro su 457 schermi.
In salita gli incassi totali che toccano i 9 milioni 904 mila euro con un +26% sulla scorsa settimana e un +8.29% sullo stesso periodo dello scorso anno.
Al via la 46/a edizione del premio Marineo
Il 6 settembre la cerimonia di consegna
17 febbraio 2020
13:04
– Al via la 46/a edizione del premio Marineo, curato dal Circolo culturale cattolico di Marineo (Palermo). Le opere – composte tra il 1 gennaio 2019 e il 30 aprile 2020 – dovranno essere inviate entro il 6 giugno alla segreteria del premio (Circolo culturale cattolico di Marineo – via Agrigento 35); la cerimonia di consegna si terrà a Marineo domenica 6 settembre.
Il premio si articola in quattro sezioni: A) poesia in lingua italiana edita; B) poesia in lingua siciliana inedita; C) poesia in lingua siciliana edita ; D) sezione speciale internazionale.
In passato il riconoscimento è andato, tra gli altri, agli scrittori russi Andrej Siniavskij e Evgenij Evtushenko, al poeta spagnolo Raphael Alberti, al fisico Antonino Zichichi, al paroliere Mogol, al cantautore Franco Battiato, agli attori Turi Ferro, Leo Gullotta, Arnoldo Foà, Gianfranco Iannuzzo, Lando Buzzanca, Giorgio Albertazzi, Luigi Lo Cascio, Pamela Villoresi, Lina Sastri, Sebastiano Lo Monaco, Giampiero Ingrassia, al soprano lirico-leggero Desiree Rancatore, al linguista Francesco Sabatini e allo scienziato Luc Montagnier.
Poesia: al via la 46/a edizione del premio Marineo
Il 6 settembre la cerimonia di consegna
17 febbraio 2020
13:04
– Al via la 46/a edizione del premio Marineo, curato dal Circolo culturale cattolico di Marineo (Palermo). Le opere – composte tra il 1 gennaio 2019 e il 30 aprile 2020 – dovranno essere inviate entro il 6 giugno alla segreteria del premio (Circolo culturale cattolico di Marineo – via Agrigento 35); la cerimonia di consegna si terrà a Marineo domenica 6 settembre.
Il premio si articola in quattro sezioni: A) poesia in lingua italiana edita; B) poesia in lingua siciliana inedita; C) poesia in lingua siciliana edita ; D) sezione speciale internazionale.
In passato il riconoscimento è andato, tra gli altri, agli scrittori russi Andrej Siniavskij e Evgenij Evtushenko, al poeta spagnolo Raphael Alberti, al fisico Antonino Zichichi, al paroliere Mogol, al cantautore Franco Battiato, agli attori Turi Ferro, Leo Gullotta, Arnoldo Foà, Gianfranco Iannuzzo, Lando Buzzanca, Giorgio Albertazzi, Luigi Lo Cascio, Pamela Villoresi, Lina Sastri, Sebastiano Lo Monaco, Giampiero Ingrassia, al soprano lirico-leggero Desiree Rancatore, al linguista Francesco Sabatini e allo scienziato Luc Montagnier.
Luisa Ranieri, La vita promessa tra emancipazione e svolte
Su Rai1 la seconda stagione con la regia di Tognazzi
17 febbraio 2020
13:11
– Da madre del suo tempo a donna coraggio, nell’America dei cambiamenti a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta, che “riesce con il sacrificio a vivere l’emancipazione del personaggio, impara a leggere e scrivere, a guidare, a parlare inglese, aprendo le porte a quelle che siamo noi oggi, con il lavoro, a non fare mai un passo indietro. Una storia che ha l’ambientazione nel passato, ma guarda al futuro”.
Reduce dal successo di pubblico della prima stagione, Luisa Ranieri torna con i nuovi episodi de La Vita Promessa su Rai1, in tre prime serate dal 23 febbraio, nei panni della protagonista Carmela Rizzo, per la regia di Ricky Tognazzi, una coproduzione Rai Fiction-Picomedia. Nella scorsa stagione si raccontava il viaggio della speranza di Carmela e dei suoi figli nella ‘terra promessa’, stavolta la crisi del ’29 fino allo sbarco degli alleati in Sicilia, ponendo l’accento sull’inserimento dei protagonisti in America che, pur se accogliente, cela molte insidie e li vedrà combattere contro il pregiudizio e le difficoltà che da sempre funestano la vita degli emigranti. Sono gli anni del sindaco italoamericano Fiorello La Guardia: lasciando sempre in primo piano i sentimenti, si fa vivere ai Rizzo il culmine della crisi economica (che ha tanti punti di contatto con quella attuale), la lotta per l’emancipazione femminile, le conseguenze dell’antisemitismo in Europa, la guerra, sempre più senza quartiere, a New York, tra legalità e criminalità. Nel cast Francesco Arca, Thomas Trabacchi, Miriam Dalmazio, Stefano Dionisi, Primo Reggiani.
Sofia Loren torna sul set con un film in esclusiva per Netflix
Interpreterà Madame Rosa ne ‘La vita davanti a sé’ dal romanzo di Romain Gary. Il film uscirà nel 2020
17 febbraio 2020
13:02
La vita davanti a sé, il film con il premio Oscar Sophia Loren, sarà in esclusiva su Netflix. Diretto dal figlio dell’attrice, Edoardo Ponti, e scritto da Ugo Chiti e dallo stesso Ponti, il film uscirà nella seconda parte del 2020 in tutto il mondo. Accanto a Sophia Loren fanno parte del cast Ibrahima Gueye, Renato Carpentieri e Massimiliano Rossi.
Loren interpreta Madame Rosa, una superstite dell’Olocausto che si prende cura dei figli delle prostitute nel suo modesto appartamento a Bari. Accoglie anche Momo, un dodicenne senegalese che l’ha derubata. Insieme supereranno la loro solitudine, formando un’insolita famiglia. Il film è l’adattamento contemporaneo del bestseller internazionale La vie devant soi di Romain Gary.
La vita davanti a sé è prodotto da Palomar – Mediawan Group, con il supporto di Impact Partners Film Service, Artemis Rising Foundation, Foothills Productions, Another Chapter Productions e Scone Investments.
“Non potrei essere più felice di collaborare con Netflix per un film così speciale – ha commentato Sophia Loren – Nella mia carriera ho lavorato con tutti gli studios più importanti, ma posso dire con certezza che nessuno ha l’ampiezza di respiro e la diversità culturale di Netflix. Ed è proprio questo che apprezzo particolarmente. Hanno capito che non si costruisce una casa di produzione globale senza coltivare talenti locali in ogni paese, senza dare a queste voci l’opportunità di essere ascoltate. Tutti hanno il diritto di essere ascoltati, il nostro film parla proprio di questo e proprio questo è quello che fanno a Netflix”. Ted Sarandos, Chief Content Officer di Netflix, ha sottolineato: “Sophia Loren è una delle attrici più importanti e celebrate di tutto il mondo. Siamo onorati di dare il benvenuto a lei, a Edoardo e al team che ha portato questo film nella famiglia di Netflix. La vita davanti a sé è una storia bella e coraggiosa che, proprio come Sophia, affascinerà il pubblico in Italia e in tutto il mondo”.
Al via la 46/a edizione del premio Marineo
Il 6 settembre la cerimonia di consegna
17 febbraio 2020
13:04
– Al via la 46/a edizione del premio Marineo, curato dal Circolo culturale cattolico di Marineo (Palermo). Le opere – composte tra il 1 gennaio 2019 e il 30 aprile 2020 – dovranno essere inviate entro il 6 giugno alla segreteria del premio (Circolo culturale cattolico di Marineo – via Agrigento 35); la cerimonia di consegna si terrà a Marineo domenica 6 settembre.
Il premio si articola in quattro sezioni: A) poesia in lingua italiana edita; B) poesia in lingua siciliana inedita; C) poesia in lingua siciliana edita ; D) sezione speciale internazionale.
In passato il riconoscimento è andato, tra gli altri, agli scrittori russi Andrej Siniavskij e Evgenij Evtushenko, al poeta spagnolo Raphael Alberti, al fisico Antonino Zichichi, al paroliere Mogol, al cantautore Franco Battiato, agli attori Turi Ferro, Leo Gullotta, Arnoldo Foà, Gianfranco Iannuzzo, Lando Buzzanca, Giorgio Albertazzi, Luigi Lo Cascio, Pamela Villoresi, Lina Sastri, Sebastiano Lo Monaco, Giampiero Ingrassia, al soprano lirico-leggero Desiree Rancatore, al linguista Francesco Sabatini e allo scienziato Luc Montagnier.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Al Foro romano emerge ambiente ipogeo con sarcofago
La direttrice Russo, vicino a Curia, è databile al VI sec. a.C
17 febbraio 2020
13:40
– Un ambiente ipogeo con un sarcofago in tufo associato a quello che sembra essere stato un altare. E’ la nuova straordinaria scoperta fatta a Roma, all’interno del Foro Romano, accanto al complesso della Curia-Comizio. Lo annuncia il direttore del parco, Alfonsina Russo, che venerdì 21 febbraio presenterà la scoperta alla stampa. Il ritrovamento, anticipano dal Parco Archeologico del Colosseo, è avvenuto nell’ambito delle indagini archeologiche programmate e a distanza di circa un anno dall’avvio degli studi sulla documentazione prodotta da Giacomo Boni all’inizio del ‘900, che aveva consentito di ipotizzare la presenza nel Foro Romano, a pochi metri dal Lapis Niger e dal Comizio, di un heroon dedicato al fondatore della città di Roma. Il sarcofago, realizzato con il tufo del Campidoglio, misura circa m 1,40 di lunghezza e dovrebbe risalire al VI sec. a.C.
“Il contesto ubicato al di sotto della scalinata di accesso alla Curia, realizzata negli anni ’30 del secolo scorso da Alfonso Bartoli- spiegano dal Parco Archeologico del Colosseo – risulta evidentemente preservato per il suo stesso significato simbolico dalla sovrastante Curia e coincide con quello che le fonti tramandano essere il punto post rostra (dietro i Rostra repubblicani) dove si colloca il luogo stesso della sepoltura di Romolo (secondo la lettura di un passo di Varrone da parte degli Scoliasti di Orazio, Epod. XVI)”. Non è un caso, fanno notare gli esperti, “che in asse con l’ambiente sotterraneo si trovi il Lapis Niger, la pietra nera indicata come luogo funesto perché correlato alla morte di Romolo”.
Lo scavo e le prospettive di valorizzazione di questo monumentum del culto di Romolo e della storia di Roma e delle sue origini saranno illustrati dal direttore del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo e dall’équipe di archeologi e architetti impegnati nelle ricerche, venerdì 21 febbraio alle 11.
Taika Waititi fa storia, primo Maori a vincere
Regista e attore di Jojo Rabbit è aborigeno della Nuova Zelanda
NEW YORK
10 febbraio 2020
17:05
– Non solo Parasite anche Jojo Rabbit, commedia nera drammatica sul nazismo, ha fatto storia alla 92ma edizione degli Oscar. Il film è stato premiato come miglior sceneggiatura non originale e il regista Taika Waititi, che interpreta anche una versione immaginaria di Adolf Hitler, è un maori, ossia un aborigeno della Nuova Zelanda. E’ il primo a ricevere questo riconoscimento.
“Lo dedico a tutti i bambini indigeni del mondo che vogliono cimentarsi nel mondo dell’arte, della danza o scrivere storie – ha detto Waititi, 44 anni -. Siamo narratori di nascita e possiamo farlo anche qui”. Il regista ha poi concluso il suo discorso usando una frase in maori, ‘kia ora’, che significa ‘state al sicuro’. Jojo Rabbit, con protagonisti tra agli Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie e Scarlett Johansson, ha ricevuto sei candidature, compreso miglior film.
Per la notte degli Oscar audience ai minimi storici
Controtendenza Sanremo; critici, “troppo bianco e troppo noioso”
W YORK
11 febbraio 2020
15:32
NE
– NEW YORK
– In controtendenza sui record di Sanremo, la notte delle stelle di Hollywood si e’ rivelata un fiasco clamoroso di audience. Le oltre tre ore di trasmissione della serata degli Oscar sulla rete tv Abc sono state viste da un minimo storico di 23,6 milioni di spettatori con un rating di 5,3 per la fascia di adulti tra 18-49 anni: bel al di sotto dei 29,56 milioni e 7,7 registrati dalla cerimonia dei premi del 2019. Il precedente minimo storico era del 2018 con 26,5 milioni. Non cosi’ in passato: per la maggior parte dei primi anni venti del secolo, l’audience degli Oscar oscillava tra i 35 e i 45 milioni di persone, spesso piazzandosi al secondo posto dopo il Super Bowl tra le trasmissioni televisive piu’ seguite.
A difesa dell’Academy, che organizza la telecast, il numero degli americani che si mettono davanti al piccolo schermo per una diretta tv e’ in generale diminuito drasticamente negli ultimi anni in parallelo all’esplosione della tv in streaming. Gli Oscar hanno perso il 20 per cento degli spettatori in un anno e il 31 per cento nelle simulazioni demografiche mirate alla raccolta pubblicitaria. Un flop che costringera’ gli organizzatori a rivedere le strategie.
“Troppo prevedibile, troppo bianco e troppo noioso”, ha sentenziato Tom O’Neil, fondatore dei sito GoldDerby.com specializzato in news sui premi, al cui avviso non ha aiutato il fatto che i premi per gli attori a Joaquin Phoenix, Renee Zellweger, Brad Pitt e Laura Dern fossero una fotocopia rispetto ad altri precedenti, levando agli spettatori il gusto della suspence. “L’unica sorpresa della serata e’ stata la vittoria di ‘Parasite’ su ‘1917’ come miglior film, ma lo spettatore medio non aveva ancora visto ne’ il film del sudcoreano Bong Joon ho, ne’ quello di Sam Mendes, di conseguenza non era coinvolto emotivamente”, ha osservato O’Neil. Criticata anche la scelta di non avere un “Amadeus” a moderare la serata.
Cinema: premio Verdone a Lecce, i 10 autori selezionati
Per migliore opera prima. Festival cinema europeo 18-25/4
Cinema: premio Verdone a Lecce, i 10 autori selezionati
Per migliore opera prima. Festival cinema europeo 18-25/4
11 febbraio 2020
16:48
– Nel corso della 11esima edizione del ‘Festival del cinema europeo’, a Lecce dal 18 al 25 aprile prossimi, sarà assegnato il premio Mario Verdone a un giovane autore italiano che si è contraddistinto nell’ultima stagione cinematografica per la sua opera prima. I registi selezionati sono dieci: Gianni Aureli con ‘Aquile randagie’, Phaim Bhuiyan con ‘Bangla’, Marco Bonfanti con ‘L’uomo senza gravità’, Simone Catania con ‘Drive me home’, Stefano Cipani con ‘Mio fratello rincorre i dinosauri’, Marco D’Amore per ‘L’immortale’, Roberto De Feo per ‘The nest-Il nido’, Karole Di Tommaso per ‘Mamma + mamma’, Manfredi Lucibello per ‘Tutte le mie notti’, e Carlo Sironi per ‘Sole’. A consegnare il riconoscimento saranno i fratelli Carlo, Luca e Silvia Verdone che scelgono il vincitore del concorso intitolato al loro padre. “Anche quest’anno – spiegano – ci troviamo di fronte a una scelta non facile. Tutti i giovani autori in concorso hanno talento e hanno dimostrato grande capacità nella realizzazione della loro opera”.
Cinema: Parasite approda su Hbo anche come serie tv
Regista Bong specifica che non sarà un remake del film
NEW YORK
11 febbraio 2020
16:52
– Dopo aver fatto storia agli Oscar vincendo ben quattro statuette, Parasite diventerà anche una serie televisiva. Il nuovo progetto sarà trasmesso da Hbo, e secondo le prime indiscrezioni trapelate, avrà la durata di circa sei ore.
Ancor prima che il film trionfasse alla 92ma edizione degli Oscar aveva fatto gola anche a Netflix, tuttavia il regista Bong Joon Ho ha scelto Hbo. Lo stesso Bong ha anche specificato che la serie non sarà un remake del film e che invece includerà materiale che non si è riuscito ad inserire nelle due ore della pellicola. Ancora stretto riserbo sul cast.
“Siamo in una fase prematura – ha detto il regista – abbiamo iniziato a discuterne con Adam McKay (produttore esecutivo di Succession, ndr) e faremo del nostro meglio per creare una serie limitata di alta qualità”. ‘Parasite’ segue le vicende di due famiglie coreane, una ricca e una povera.
Cinema: al Maxxi tra Sordi e Il richiamo della foresta
Verdone e Muccino nella 7/ma edizione che parte domani
11 febbraio 2020
17:17
– La settima edizione di ‘Cinema al MAXXI’ si apre il 12 febbraio con l’anteprima di Alberto Sordi, un italiano come noi documentario a firma di Silvio Governi. Il cartellone è stato presentato stamani a Roma da Giovanna Melandri, Laura Delli Colli, il critico Mario Sesti, Gianluca Giannelli e Fabia Bettini di Alice nella Città. Torna poi ‘Extra Doc Festival’, in concorso, come ogni anno documentari italiani con una giuria presieduta da Daniele Luchetti. Tra gli eventi della manifestazione (12 febbraio – 29 marzo) l’anteprima de Il Richiamo della Foresta di Chris Sanders, adattamento dell’omonimo classico letterario di Jack London. E ancora, Carlo Verdone e Gabriele Muccino incontrano il pubblico e tornano poi anche i Duetti come quello che ci sarà tra Giancarlo De Cataldo e Maurizio De Giovanni, che affrontano il noir, e quello tra Chiara Francini e Francesca D’Aloja che parleranno della loro esperienza come attrici e scrittrici. Sarà riproposto il restauro di ‘Apocalypse Now – Final Cut’ di Francis Ford Coppola che aprirà l’omaggio alla Cineteca di Bologna. Per sei domeniche il programma di Alice MAXXI Family punterà invece sulla scoperta dei classici moderni cari al pubblico di tutte le età. Oltre l’anteprima de Il Richiamo della Foresta , in programma anche il nuovo film di Giorgio Diritti, ‘Volevo nascondermi’, e ‘La famosa invasione degli orsi in città’ di Lorenzo Mazzotti. Una delle principali novità di Cinema al MAXXI 2020 sarà poi il Video Essay Film Festival (VEFF) che premierà le più innovative forme di critica e riflessione sull’audiovisivo.
In un film la storia del Delitto Mattarella
Con la regia di Aurelio Grimaldi, in sala dal 19 marzo
12 febbraio 2020
15:15
Uscirà il 19 marzo, con la regia di Aurelio Grimaldi, il film Il Delitto Mattarella che ricostruisce la tragica vicenda del fratello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Protagonista dell’opera distribuita da Cine1 Italia è David Coco, nel cast Francesco Di Leva, Donatella Finocchiaro, Antonio Alveario , Claudio Castrogiovanni , Nicasio Catanese , Lollo Franco, Sergio Friscia , Ivan Giambirtone , Leo Gullotta e Guia Jelo. E’ il 6 gennaio 1980 quando il Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella che si sta recando a Messa con la sua famiglia viene freddato in auto.
Pur nel disorientamento del momento con una serie di depistaggi verso il terrorismo di sinistra, il delitto apparve anomalo per le sue modalità. Il giovane Sostituto Procuratore di turno, quel giorno dell’Epifania, sarà Pietro Grasso, futuro Procuratore Antimafia e Presidente del Senato. Le indagini saranno proseguite dal Giudice Istruttore Giovanni Falcone, che scoverà pericolose relazioni tra Mafia, Politica, Nar e neofascisti, banda della Magliana, Gladio e Servizi Segreti. Il film ricostruisce il clima politico che ha preceduto l’omicidio, avvenuto due anni dopo il delitto Moro: protetto a Roma dal Segretario della DC e dal Presidente della Repubblica Pertini, Mattarella è totalmente avversato dai capicorrente siciliani del suo partito. Ma l’omicidio Mattarella, spiega Grimaldi, è anche la storia di una famiglia, di esseri umani, di valori e ideali perseguiti con sincero spirito di servizio e afflato solidale.
Cucinotta vittima influenza, malore ma subito dimessa
Spettacolo era previsto nel Napoletano, ora sta meglio
NAPOLI
12 febbraio 2020
12:14
– E’ stato un malore “conseguenza di un violento stato influenzale” ad impedire ieri sera all’attrice Maria Grazia Cucinotta di andare in scena al Teatro Supercinema di Castellammare di Stabia (Napoli) dove era in programma lo spettacolo ‘Figlie di Eva’. Un vero e proprio imprevisto visto che l’attrice “era partita da Roma per il tour previsto”, come spiega la società di produzione Bis Tremila. Nella nota si ripercorre quanto accaduto ieri, prima dello spettacolo. “Prontamente assistita dal medico di sala”, la Cucinotta, “è stata portata in ospedale dove, dopo averle fatto una serie di accertamenti, le hanno detto che poteva rientrare in albergo ma di restare a riposo fino a che la febbre e le sue condizioni generali non miglioreranno”.
Ora l’attrice “sta meglio”, non si è trattato di “nulla di grave, è solo una delle tante vittime di questa influenza.
Ringraziamo tutti per la partecipazione e per l’interessamento”, conclude il comunicato della società di produzione.
Jim Carrey mattatore contro il porcospino blu Sonic
In sala da 13 febbraio fantasy action comedy da videogame cult
12 febbraio 2020
14:27
– Trasformare un’icona dei videogame in film non è mai impresa facile: da Super Mario Bros la cui versione cinematografica del 1993 è stata considerata tanto ridicola, con tanto di flop al botteghino da diventare, con gli anni, a suo modo cult, a successi (almeno di pubblico) recenti come Warcraft, Angry Birds e Detective Pikachu. Ora la sfida riguarda uno dei simboli della Sega (nato proprio per contrastare il trionfo della Nintendo con Super Mario) il velocissimo porcospino blu Sonic (oltre 350 milioni di copie vendute e scaricate per la serie di videogame, dalla sua creazione, firmata da Yuji Naka e Naoto Oshima, nel 1991), che approda sul grande schermo nell’ibrido di live action e animazione in cgi Sonic – Il Film di Jeff Fowler, in sala dal 13 febbraio con 20th Century Fox. Valore aggiunto di questa trasposizione è Jim Carrey, mattatore assoluto nel ruolo del geniale e scatenato ‘cattivo’ Dr. Robotnik, tutto baffoni d’altri tempi e piani malefici. Fra gli attori anche James Marsden e Tika Sumpter. Robotnik “nasce da un senso di assoluta inutilità unita al genio – ha spiegato Carrey a Syfy -. E’ una combinazione perfetta per la commedia. Peter Sellers l’ha usata come nessun altro, nell’interpretare tonti assoluti con una grande sicurezza in se’ stessi”. La storia è basica: il velocissimo porcospino blu, ancora cucciolo, Sonic, è ricercato per i suoi grandi poteri, nel suo universo, da un esercito di malintenzionati. Il che spinge il gufo Longclaw, figura materna e protettrice, a inviarlo attraverso magici anelli che collegano gli universi, sulla Terra, precisamente a Green Hills, in Montana. Qui il porcospino, brillante e ironico, cresce e si ambienta, scoprendo le gioie di sneakers, fumetti, junk food, bibite e film, anche se soffre per anni la solitudine essendo costretto a nascondersi.
Il film vuole riflettere nel ritmo della storia e della comicità (a misura anche di bambino) la velocità simbolo del personaggio, attraverso la struttura di una fantasy action comedy on the road.
Gianni Di Gregorio, racconto i pensionati pigri
‘Lontano lontano’ con Colangeli e Fantastichini all’ultimo film
13 febbraio 2020
09:57
‘Lontano lontano’, già al Tff e in sala dal 20 febbraio con Parthènos, è un film pulito, delizioso e anche con una sua morale che si potrebbe sintetizzare così: i sogni dei vecchi devono viverli i giovani. E questo tanto più se i vecchi sono romani. Diretto e interpretato da Gianni Di Gregorio con Ennio Fantastichini (nella sua ultima interpretazione) e Giorgio Colangeli racconta appunto di sogni che non invecchiano mai. O almeno è quello che pensano Attilio (Fantastichini), tonico venditore di bric e brac a Porta Portese; Giorgetto (Colangeli), radicato scansafatiche con banco di verdure, e infine, il “Professore” (Di Gregorio). Tre pensionati romani, stanchi del quotidiano arrabattarsi, che sognano di scappare in qualche posto esotico dove la loro pensione valga di più. Cominciano così a raccogliere il capitale necessario e studiano anche, guidati dall’acuto Prof. Federmann (Roberto Herlitzka), dove andare: in un paese davvero sicuro in tutti i sensi, “senza violenza, meduse, terremoti e maremoti”. Alla fine il luogo scelto sono le Azzorre, ma i tre pensionati non sono più tanto convinti di partire. Anche perché, nel frattempo, si sono affezionati ad Abu (Salih Saadin Khalid) ,giovane migrante che Giorgetto ha praticamente adottato. L’idea del film, spiega oggi a Roma Di Gregorio (Il pranzo di ferragosto): “me l’ha data Matteo Garrone che mi ha stimolato a scrivere di un pensionato povero costretto ad andare all’estero. Così, dopo tre anni di lavoro, sono arrivato a scrivere prima un racconto e poi la sceneggiatura del film”. Dice di Fantastichini: “Mi manca tantissimo. Provo un dolore tremendo che non sia qui. È stato un uomo e un attore straordinario, che nascondeva dietro la sua leggerezza una grande tensione morale. Era poi un vulcano – aggiunge – che ci aveva schiavizzati tutti. La prima volta che l’ho incontrato, insieme a Colangeli, per pranzo dopo un po’ ha vinto tutte le nostre resistenze alimentari tanto che siamo usciti dal ristorante completamente stravolti”. Per Colangeli, ‘Lontano lontano’: “è un film a rilascio lento, difficile da raccontare. Quello che succede è banale, ma poi dentro ci sono cose molto complesse”. Sul fatto che i vecchietti protagonisti, a differenza dei loro coetanei di molte fiction Usa, non ce la fanno alla fine a partire e ad avere uno slancio di gioventù, spiega Gianni Di Gregorio con il suo accento dolce da romano vero: “Noi siamo piu acciaccati, più romani. Non ho mai fatto uno sport in vita mia”. Un modo di essere che incide anche nei ritmi lunghi tra un film e l’altro: “Il fatto è che mi arrovello, ci penso e ci ripenso: è la pigrizia romana” dice il regista-attore che ha annunciato che in primavera Sellerio pubblicherà un libro con tre suoi racconti. Nel cast del film, prodotto da Bibi Film con Rai Cinema in coproduzione con la francese le Pacte, anche Daphne Scoccia, Francesca Ventura, Silvia Gallerano, Iris Peynado e Galatea Ranzi.
Alice Rohrwacher tra 20 nuovi talenti per il regista di Parasite
Bong Joon Ho indica Lazzaro Felice su Sight and Sound
13 febbraio 2020
09:54
Bong Joon Ho, il regista che ha sbancato agli Oscar con Parasite, indica 20 registe e registi emergenti “che cambieranno il nostro immaginario nei prossimi 20 anni”. Tra loro anche un nome italiano, quello di Alice Rohrwacher. La prestigiosa rivista britannica Sight and Sound ha dedicato la copertina del numero di marzo al regista sud-coreano, fresco vincitore di quattro statuette e nell’intervista prende in esame tutta la filmografia della Rohrwacher, prodotta da tempesta di Carlo Cresto -Dina, partendo da Corpo Celeste fino a Lazzaro Felice, che Joon Ho definisce letteralmente “un incredibile miracolo cinematografico”. Tra gli altri talenti l’israelo america Alma Har’el, l’inglese Rose Glass, Mati Diop francese, gli americani Jordan Peele e Robert Eggers.
Claudia Gerini è Anna Rosenberg, storia di un femmicidio
Attrice ne parla a Castiglion Fiorentino, luogo riprese del film
CASTIGLION FIORENTINO
12 febbraio 2020
17:54
– “Quando ho visto il copione e il tema del film mi sono spaventata, anche perché era in lingua francese. Poi però sono andata avanti nella storia e sono rimasta fortemente colpita dalla stessa perché parla di una donna sottoposta ad un abuso”. Lo ha detto Claudia Gerini interprete principale di ‘Anna Rosenberg’, film con la regia di Michel Moscatelli e la partecipazione degli attori Christophe Favre e Pasquale Greco. Gerini ne ha parlato nella conferenza stampa di saluto all’amministrazione comunale di Castiglion Fiorentino (Arezzo) che ha sostenuto le riprese, interamente realizzate all’interno del municipio. “Il film è interamente girato in un ufficio perché al centro della vicenda c’è un interrogatorio – ha detto Claudia Gerini – e punta proprio l’attenzione sulle violenze che le donne devono purtroppo spesso affrontare. Quale donna non si è sentita sottoposta ad un sopruso anche piccolo? Affrontare questi temi è importante anche se per fortuna tanti uomini sono fuori da questa logica”.
Disney: oltre 200 dollari per ingresso a parchi
Annuncio a circa un anno dall’ apertura attrazione Star Wars
12 febbraio 2020
18:20
– La felicità costa cara a Disneyland.
Il colosso dell’intrattenimento ha infatti annunciato che aumenterà il costo del biglietto per l’ingresso in alcuni dei suoi parchi, in alcuni casi superando anche i duecento dollari per un pass giornaliero.
Il salasso per i fan della casa di Topolino è arrivato a meno di un anno dopo l’apertura di Star Wars: Galaxy’s Edge in California. Sono state inoltre portate le fasce di prezzo da tre a cinque per i livelli di ingresso. La Disney ha giustificato l’aumento sostenendo che le sue attrazioni offrono un’esperienza senza paragoni. Per la prossima estate, inoltre, sempre in California è prevista l’apertura di un nuovo parco a tema Marvel, Avengers Campus.
Cinema: A ‘Fantasilandia’ il sogno diventa incubo
In sala Fantasy Island, rilettura horror della serie tv cult
13 febbraio 2020
13:05
– Elegante nel suo completo bianco, gentile, affascinante, enigmatico, forse immortale: era il signor Roarke, misterioso ‘orchestratore’/ ‘supervisore’ di sogni e desideri da realizzare, incarnato da Ricardo Montalban nella serie diventata cult Fantasy Island, da noi conosciuta come ‘Fantasilandia’, in onda dal 1978 al 1984 (nel 1998 c’è stato anche un reboot, sempre televisivo con Malcolm McDowell, cancellato dopo una stagione). In ogni puntata si raccontavano le avventure, non sempre a lieto fine, degli ospiti che su una misteriosa isola avevano la possibilità di realizzare le proprie fantasie. Percorsi che potevano essere innocui quanto pericolosi, variando nei generi, dalla commedia, al dramma famigliare, al thriller. C’è voluto un produttore originale come Jason Blum, con la sua Blumhouse (Get out, Halloween) per riprendere il tema in chiave horror, con corposi inserti di commedia nera, in Fantasy Island di Jeff Wadlow, in sala dal 13 febbraio in 260 copie con Warner Bros.
Nel cast corale, che comprende, Maggie Q, Lucy Hale, Austin Stowell, Jimmy O. Yang, Portia Doubleday, Ryan Hansen, tocca a Michael Pena calarsi nel ruolo di Mr Roarke. Nel film, l’attore di Narcos toglie un po’ di raffinatezza alla parte, per renderne più evidenti le contraddizioni. L’elemento soprannaturale, legato al misterioso potere dell’isola, già molto presente nella serie, tra fantasmi, realtà parallele, e visite, in un paio di episodi, persino del diavolo, diventa protagonista nella versione cinematografica, che estremizza anche un altro caposaldo del racconto televisivo: l’obbligo, per ogni ospite di vivere la propria fantasia fino in fondo, affrontandone anche i più rischiosi e duri colpi di scena.
Scenari che trasformano i sogni in incubi per i vincitori di una vacanza sull’isola amministrata da Roarke.
Ospiti del Bif&st, Benigni, Loach, Hackford e Mirren
Premiati Garrone, Favino, Bellocchio e Servillo
14 febbraio 2020
10:23
Roberto Benigni, Ken Loach, Helen Mirren e Taylor Hackford saranno tra gli ospiti della 11/a edizione del Bif&st-Bari International Film Festival (21-28 marzo) presentata stamani a Roma alla Casa del Cinema da Felice Laudadio, direttore artistico, alla presenza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e della presidente dell’Apulia Film Commission, Simonetta Dellomonaco. Il Pinocchio di Matteo Garrone e Il traditore di Marco Bellocchio sono i film più premiati in questa edizione.
Il Bif&st ha conferito infatti il Premio Franco Cristaldi per il miglior produttore a Matteo Garrone e a Paolo Del Brocco, di RAI Cinema, per Pinocchio che ha ottenuto anche il Sordi, per il miglior attore non protagonista, andato a Roberto Benigni e il Piero Tosi per i costumi a Massimo Cantini Parrini. A Marco Bellocchio sono andati invece il Monicelli per il miglior regista per Il traditore che ha ottenuto anche: il Morricone per il miglior compositore a Nicola Piovani e il Gassman per il miglior attore a Pierfrancesco Favino, premiato anche per la sua interpretazione in Hammamet di Amelio cui è andato anche il Rotunno per la fotografia andato a Luan Amelio Ujkaj.
E ancora: il Magnani per la migliore attrice è andato Micaela Ramazzotti per Gli anni più belli di Gabriele Muccino, mentre l’Alida Valli per l’attrice non protagonista è toccato a Milena Mancini per ‘A mano disarmata’ di Claudio Bonivento. Antonio, Pupi e Tommaso Avati sono invece i vincitori del Tonino Guerra per il miglior soggetto originale per ‘Il signor Diavolo’ di Pupi Avati mentre a Maurizio Braucci e Pietro Marcello è andato il Vincenzoni per la sceneggiatura per ‘Martin Eden’ di Pietro Marcello. Lo scenografo Francesco Frigeri ha ottenuto Il Dante Ferretti per ‘Il primo natale’ di Ficarra e Picone e il montatore Luca Gasparini il Perpignani per ‘The Nest’ di Roberto De Feo.
Infine il Premio Maria Pia Fusco, per l’eccellenza tecnico-artistica, è stato conferito a Lorenzo Mattotti per La famosa invasione degli orsi in Sicilia da lui scritto e diretto. A questi riconoscimenti si aggiungono altri tre premi riservati alle opere prime e seconde: l’Ettore Scola per la regia è stato assegnato a Marco D’Amore per L’immortale; Il Melato per la migliore attrice protagonista a Paola Cortellesi per ‘Figli’ di Giuseppe Bonito mentre il Premio Gabriele Ferzetti per il miglior attore a Toni Servillo in ‘5 è il numero perfetto’ di Igort. Infine i due Premi Nuovo IMAIE per l’attrice e l’attore rivelazione sono andati a Benedetta Porcaroli per 18 Regali di Francesco Amato e a Claudio Segaluscio per Sole di Carlo Sironi. Tra i film selezionati per la sezione delle Anteprime internazionali troviamo Bombshell di Jay Roach; Emma di Autumn de Wilde; Les Traducteurs di Régis Roinsard con Lambert Wilson; The Auditiondi Ina Weisse con Nina Hoss e la prima italiana di Favolacce dei Fratelli D’Innocenzo, in concorso alla Berlinale. Sul fronte delle masterclasses affidate a grandi personalità del cinema inizieranno il 21 marzo con Raffaella Leone, figlia di Sergio Leone e amministratore delegato del Leone Film Group, ci sarà poi la lezione di Ken Loach e quelle eventuali di Benigni e Mirren. Costo del festival 1.2 mln di euro, un piccolo miracolo e “un’utopia realizzata” dice scherzando Felice Laudadio.
Coronavirus, Far East Film 22 si terrà regolarmente
A Udine. Lo assicurano gli organizzatori, nonostante emergenza
UDINE
13 febbraio 2020
17:01
– Il Far East Film Festival si terrà regolarmente, dal 24 aprile al 2 maggio. Lo hanno comunicato gli organizzatori, Centro Espressioni Cinematografiche, precisando che il “Coronavirus vincola l’annuncio alle norme istituzionali e all’evolversi della situazione, ma il 22/o Festival dedicato al cinema popolare Estremo Oriente si farà”. “È dal 1999 che il Far East porta centinaia di filmmaker e artisti asiatici qui in Regione – hanno commentato Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche, fondatori e responsabili del FEFF – e la prospettiva di dover per lo meno rinunciare agli ospiti di area cinese, ci crea ovviamente un grande dispiacere. Per fortuna – hanno aggiunto – viviamo un’epoca ipertecnologica e, ove mai le cose non dovessero prefigurarsi in modo positivo, garantiremo la presenza attraverso i collegamenti digitali”. Tiziana Gibelli, assessore Fvg alla Cultura: “Nella peggiore delle ipotesi ci collegheremo con facilità con chi dal Far East non riuscirà a raggiungerci e anche con chi da lì vorrà seguirci”.
Museo degli Oscar batte cassa, servono 100 milioni dollari
Apre in dicembre; nuovo direttore, “nessun tema tabù'”
NEW YORK
14 febbraio 2020
10:02
Il museo dell’industria dei sogni sta per diventare una realta’, ma a meno di 12 mesi dall’inaugurazione i libri dei conti del nuovo Academy Museum di Los Angeles disegnato da Renzo Piano sono ancora “sotto” di cento milioni di dollari, ha reso noto il nuovo direttore Bill Kramer in una intervista a Variety. Piu’ volte rinviata – avrebbe inizialmente dovuto aprire nel 2017 – c’e’ finalmente una data per il taglio del nastro: come annunciato alla serata degli Oscar da Tom Hanks, co-chair della campagna raccogli fondi, l’appuntamento per l’inaugurazione nel quartiere del “Miracle Mile” e’ adesso fissato al 14 dicembre. Kramer, che si e’ insediato iI primo gennaio dopo la brusca partenza del suo predecessore Kerry Brougher, sta lavorando alle prime mostre – una sara’ dedicata alla collezione di cimeli di cinema di Spike Lee – ma soprattutto a rastrellare I fondi mancanti.
Oggi il museo ha lanciato una offerta di bond che dovrebbe far salire il budget a 450 milioni, 200 milioni in piu’ di quanto inizialmente preventivato: “Con i tassi di interesse cosi’ bassi ci e’ sembrata la cosa giusta da fare”, ha spiegato Kramer a Variety pronosticando che il museo potra’ essere finanziariamente indipendente nell’arco di tre-cinque anni. Il nuovo museo e’ in costruzione a poca distanza dal Lacma (Los Angeles County Museum of Art), il cui Resnick Pavilion è disegnato anche quello da Piano: sara’ il primo nella citta’ di Hollywood dedicato al presente, passato e futuro dell’industria del cinema. Una donazione del regista George Lucas permettere ai minori di 17 anni di entrare gratuitamente.
“Puntiamo ad essere autosufficienti attraverso una combinazione di incassi dei biglietti, dei ristoranti, del negozio e di fundraising e un robusto programma di membership: non abbiamo ancora aperto e abbiamo gia’ tremila membri”, ha detto Kramer spiegando anche che nella programmazione nessun tema sara’ tabu’: “L’industria del cinema ha una storia complicata”. Nel progetto di Piano, le due anime del museo flirtano tra loro, toccandosi appena, grazie a corridoi aerei che collegano l’ala storica ricavata nella sede 1939 dei grandi magazzini May trasformati in spazi espositivi e il “vascello volante” da cui si sale al teatro da mille posti intitolato a David Geffen che in futuro dovrebbe ospitare la notte degli Oscar. L’edificio May, ribattezzato in Saban dal nome della famiglia che ha contribuito 50 milioni di dollari alla capital campaign e’ un esempio di stile Streamline Modern, che preserva il modo con cui la gente nel 1939 immaginava il futuro: accogliera’ cimeli come le scarpette di rubino di Dorothy nel Mago di Oz o il modello dell'”allunaggio” di 2001 Odissea nello Spazio diventando al tempo stesso “fabbrica” di cinema nella sua dimensione sperimentale e tecnologica.
Da Cinecittà a Hollywood, costumi Annamode a Torino
Al Museo del Cinema 100 costumi per 40 film
TORINO
13 febbraio 2020
17:04
– Per celebrare la Sartoria Annamode, eccellenza torinese del Made in Italy dagli anni Cinquanta a oggi nella realizzazione di abiti per il cinema, il Museo Nazionale del Cinema inaugura domani la mostra ‘Cinemaddosso, i costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood’, a cura di Elisabetta Bruscolini.
In mostra 100 costumi per 40 film, in un percorso dove ogni abito è esposto come un’opera d’arte e corredato da brani di film, citazioni, e pannelli touch. Lungo i 280 metri della rampa della Mole scorreranno 70 anni dell’avvincente storia imprenditoriale al femminile delle sorelle Anna e Teresa Allegri, che hanno reso celebre la Annamode nel mondo.
“La mostra – rimarca il presidente del Museo del Cinema, Enz Ghigo – è il primo grande evento organizzato dal Museo nell’ambito delle celebrazioni di Torino Città del Cinema 2020”.
L’esposizione, visitabile fino al 15 giugno, presenta i costumi di film come da Guerra e Pace di King Vidor (1956), Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica (1964), fino a Marie Antoinette di Sofia Coppola (2006).
Oscar: scontro McGowan-Portman su registe donne
Rose: Natalie, sei ipocrita. Lei “il mio non è coraggio”
NEW YORK
13 febbraio 2020
17:45
– Il gesto di Natalie Portman, che si e’ presentata agli Oscar indossando una cappa ricamata con i nomi di registe donne, non e’ andato a genio a Rose McGowan: l’attrice americana, accusatrice di Harvey Weinstein e in prima linea nel movimento #MeToo, ha accusato la collega di essere “un’ipocrita” che non traduce nei fatti quel che predica sul tappeto rosso.
“E’ proprio il tipo di protesta che attira recensioni estasiate sui media, mentre era solo un’attrice che recitava la parte di quella a cui queste cose importano”, ha sparato a zero Rose su Facebook: “Trovo questo tipo di attivismo profondamente offensivo per quante tra noi fanno il vero lavoro”.
Parole di fuoco: “Smetti di fingere di essere una campionessa di altro che non e’ te stessa. Hai lavorato con due registe donne nella tua lunga carriera, e una eri tu”. All’ira della McGowan, la Portman ha replicato in una intervista al Los Angeles Times, invitando il pubblico a non considerarla coraggiosa per i nomi ricamati sulla cappa: “Coraggio e’ un nome che associo alle donne che nelle ultime settimane hanno testimoniato contro Weinstein nonostante incredibili pressioni”.
E a Rose che l’ha accusata di aver fatto pochi film diretti da donne ha risposto osservando che “purtroppo i film non fatti che ho cercato di fare sono una storia di fantasmi”.
Wes Anderson, il nuovo film è sul New Yorker
Bill Murray guida un cast stellare, nelle sale Usa il 24 luglio
NEW YORK
14 febbraio 2020
20:17
Sarà ispirato al “New Yorker” il prossimo film di Wes Anderson con Bill Murray protagonista. “The French Dispatch”, nelle sale la prossima estate con un cast di superstar, è imperniato sulla vita di un settimanale che assomiglia molto alla “bibbia” degli intellettuali newyorchesi. Redattori e reporter, ma anche le tre storie al centro del racconto, sono riconducibili alla rivista di cui il regista di “The Royal Tenenbaums” è stato fedele lettore fin dall’adolescenza e di cui ha ammassato una collezione che risale agli anni ’40. Il film uscirà nelle sale Usa il 24 luglio.
“The French Dispatch” è il supplemento settimanale del “Liberty, Kansas Evening Sun”. Anderson ha collocato il suo magazine immaginario a metà Novecento nell’altrettanto immaginaria metropoli francese di Ennui-sur-Blasé che dalle foto di scena non ha molto da invidiare alla vera Parigi. Per il personaggio interpretato da Murray, Anderson si è ispirato al leggendario fondatore del New Yorker, Harold Ross, che veniva dal Colorado, con un pizzico dell’altrettanto leggendario inviato speciale A. J. Liebling. Nel film Tilda Swinton, Elizabeth Moss, Owen Wilson, Fisher Stevens, Griffin Dunne e Jeffrey Wright di “Westworld”, quest’ultimo per una parte ispirata allo scrittore e collaboratore del New Yorker James Baldwin.
Wilson nel film si chiama Herbsaint Sazerac, un personaggio modellato su Joseph Mitchell che per il vero settimanale creò ritratti indimenticabili di diseredati. Nella storia “Concrete Masterpiece”, Adrien Brody è il mercante d’arte Julian Cadazio e poi c’è Benicio del Toro, Frances McDormand e Timothée Chalamet.
Auguri Cenerentola, il classico Disney festeggia 70 anni
Ispirato alla fiaba di Perrault, colonna sonora intramontabile
15 febbraio 2020
14:15
Era il 15 febbraio 1950 quando fu proiettato la prima volta in assoluto a Boston il film di animazione Cenerentola, basato sulla fiaba di Charles Perrault, il 12/o classico Disney, uno dei più importanti dello studio statunitense. Una pellicola che fece tornare la Disney ad un nuovo periodo d’oro dopo le difficoltà economiche provocate anche dalla seconda guerra mondiale. La Walt Disney Company era in debito di 4 milioni di dollari e non aveva un successo al botteghino da 13 anni, dall’uscita di Biancaneve e i sette nani (1937). Costato 3 milioni di dollari, il film ne ha incassati, negli anni, 85.
Fu in seguito ridistribuito al cinema ben cinque volte in America del Nord e sette in Italia. Amatissima da più generazioni, dopo la versione del 1950, la storia della dolce orfana vessata dalla matrigna e dalle due sorellastre è stata trasposta in tanti altri film. Ricorderete A Cinderella Story e il suo sequel, e il più recente Cinderella diretto da Kenneth Branagh, con Lily James nel ruolo della protagonista. Una fiaba di Charles Perrault, che ha come tema il riscatto della protagonista. In aiuto della fanciulla arriva perfino la Fata madrina, una creatura in grado di regalarle una serata magica con un solo tocco di bacchetta. E basterà una delicata scarpina di cristallo a cambiare per sempre la vita della fanciulla.
Il film del 1950, diretto da Wilfred Jackson, Hamilton Luske e Clyde Geronimi, vede nella colonna sonora canzoni intramontabili: I sogni son desideri e Bibbidi-Bobbidi-Bu, scritte da Mack David, Jerry Livingston e Al Hoffman. Fu con questo lungometraggio che s’impose definitivamente il concetto di classico Disney. Esso è, come il precedente Biancaneve e i Sette Nani, ispirato a una favola europea, e fu il primo grande successo dell’azienda dopo quasi dieci anni di risultati mediocri al botteghino. Era infatti dal 1937 che lo studio non riscuoteva un così grande successo di critica e pubblico. Il 4 marzo del 1950 la pellicola 1950 venne distribuito in tutte le sale statunitensi e iniziò la leggenda Disney. Per questo film furono usati attori per i riferimenti dal vivo. Negli studi Disney venivano ricreate le scene dei film in veri e propri set, dove gli interpreti recitavano davanti agli animatori, che potevano così prendere spunto per le pose e le espressioni. Le modelle scelte per la parte di Cenerentola furono la sua doppiatrice Ilene Woods e Helene Stanley, che qualche anno dopo avrebbe interpretato anche Aurora (La Bella Addormentata nel Bosco) e Anita (La Carica dei 101).
La trasformazione dell’abito stracciato di Cenerentola in quello da ballo era la scena animata preferita di Walt Disney.
Non solo per la bellezza delle animazioni di Marc Davis, ma anche perché la scena rappresenta la filosofia Disney: i miracoli possono accadere se non si perde la speranza. In una scena poi eliminata il principe, a caccia nella foresta, decideva di risparmiare un cervo che sarebbe poi diventato suo amico. Questa scena è stata parzialmente ripresa dal live-action Disney del 2015 diretto da Kenneth Branagh. Durante la registrazione della colonna sonora, Walt Disney pensò di far cantare a Ilene Woods il brano Canta Usignolo registrando le armonie su una seconda e terza traccia. Era la prima volta che questo espediente veniva utilizzato al cinema.
Cenerentola è la grande protagonista ma inizialmente anche il Principe avrebbe dovuto avere più spazio, come ha optato invece il live molto amato dal pubblico di Branagh, con Richard Madden.
La versione di Cenerentola del 1950 che conosciamo in Italia è quella doppiata nel 1967. Non l’originale del 1950, che venne assai criticata perché secondo i detrattori la voce di Giuliana Maroni era poco adatta. Nelle foto promozionali e nei gadget legati al film, il vestito da ballo di Cenerentola è azzurro, mentre in realtà nel film è bianco-argento: il cambiamento è avvenuto negli anni ’90, quando gli artisti incaricati di disegnare il nuovo poster della versione restaurata hanno dato una sfumatura azzurra all’abito.
Giffoni Film Festival diventa caso di studio mondiale
Ricerca dell’Università di Salerno e della Washington University
SALERNO
14 febbraio 2020
18:22
– “Giffoni è caso di studio delle più importanti università di management al mondo”. A dirlo è il fondatore e direttore di Giffoni Opportunity, Claudio Gubitosi, in seguito alla pubblicazione della ricerca dell’Università degli Studi di Salerno e dalla Washington University, dal titolo ‘Giffoni Film Festival: come trasformare un’area rurale in un cluster innovativo delle industrie creative’.
Lo studio “è stato pubblicato nella Case Library di Sage e da oggi è a disposizione della comunità accademica mondiale. È per me – spiega Gubitosi – motivo di grande orgoglio, come si può immaginare”. Il lavoro è il frutto di un lavoro condotto dal professore Roberto Parente, direttore del Lisa Lab dell’Università degli Studi di Salerno, e dal professor Ayman El Tarabishy, docente di management alla George Washington University. La ricerca è durata oltre due anni. La presentazione il 24 febbraio all’Università degli Studi di Pavia dove si terrà l’incontro dal titolo “Dal Film Festival alla Multimedia Valley”.
Sordi, noi come lui, in un film risate e tristezza
Inediti e interviste in docu di Corallo, anteprima a Villa Sordi
16 febbraio 2020
10:23
“Mi metteva soggezione questa casa, rifletteva l’esatto contrario di come lui appariva in pubblico sorridente, magnetico, qui dentro rivelava la la sua vera natura rigorosa, introversa, quasi austera” dice Carlo Verdone dentro la villa di Alberto Sordi a Roma. Entrare qui dentro mette in effetti soggezione, è varcare un luogo sacro del cinema, pieno zeppo di ricordi dagli stivali del Vigile alla bombetta di Fumo di Londra, decine di foto, di premi, sparsi tra i tavolini e la libreria dell’enorme salone a elle con i divani di velluto senape, proprio simili a quelli di tante case borghesi dei decenni scorsi. Il luogo magico dove Alberto Sordi è vissuto dal 1958 alla sua morte a 82 anni il 25 febbraio 2003 sta per aprire finalmente al pubblico. Intanto è qui, in questa proprietà che domina l’incrocio tra via Appia Antica, la Cristoforo Colombo, via delle terme di Caracalla, via Druso che è ambientato ‘Siamo tutti Alberto Sordi?’ il film documentario di Fabrizio Corallo che come un’enciclopedia visuale racconta il grande artista a 100 anni dalla nascita. Le tapparelle sempre giù a tre quarti mentre fuori c’è lo spettacolo di Roma antica, di Caracalla.
“Presi coraggio – racconta Verdone che con Sordi ha avuto un rapporto di affetto, amicizia filiale – e una volta gli chiesi perchè. Lui mi rispose “non le tiro su perchè la luce mi rovina i quadri”. Questo Sordi malinconico, quello che dal 1972 alla morte dell’amata sorella Savina prese il posto del Sordi istrionico, brillante del dopoguerra e gli anni ’60 è raccontato per par condicio quasi fosse la sua parabola di vita coincidente con quella dell’Italia dal boom e dalla rinascita al progressivo buio sociale.
Tra le tante interviste realizzate in quelle stanze e tra i tanti materiali di repertorio sempre fantastici da rivedere anche se – dallo sfottò ‘lavoratori’ dei Vitelloni di Fellini al ‘io so’ io e voi nun sete un cazzo’ del Marchese del Grillo, passando per ‘maccherone m’hai provocato io te distruggo io me te magno’ di Un americano a Roma – tutta l’Italia in coro saprebbe replicarle, alcune sono chicche inedite. Come i materiali che De Laurentiis ha dato a Corallo per il film e che appartengono agli anni dell’accordo che Dino firmò con Sordi per alcuni film memorabili, molti dei quali con Silvana Mangano di cui Alberto era innamorato. “Stava sempre qui in casa nostra – racconta nel film la figlia Veronica De Laurentiis – io ero contento la faceva ridere, era vitale, a me piaceva”. Tra loro c’era una sintonia speciale, lui la venerava. O come l’immagine che stringe il cuore di Sordi anziano e già malato che agli ospiti dell’Ambra Jovinelli che lo aspettavano per una serata il 17 dicembre 2002 in suo onore, voluta da Adriano Pintaldi, l’artista in vestaglia e in poltrona mandò un video messaggio struggente “scusate se non posso venire, le mie condizioni non me lo permettono, non ha senso venire lì e non poter fare il saltino che tutti si aspettano. Volevo scusarmi non è colpa mia.
Addio” e fu davvero tale due mesi dopo. Tutta Roma e non solo gli rese omaggio, “la camera ardente non chiuse mai, neppure di notte”, ricorda Walter Veltroni, presidente onorario della Fondazione Alberto Sordi, che in quegli anni era il sindaco della città. “Siamo tutti Alberto Sordi?”, prodotto da Dean Film e Surf Film con il Luce e Sky Arte e La7 andrà in onda domenica 12 aprile alle 21.15 su Sky Arte e mercoledì 10 giugno alle 21.30 su La7. L’anteprima riservata nel cinema privato della sua villa ha avuto un sapore speciale: in quello spazio, un vero e proprio palco con il sipario, Sordi ha passato tante serata felici con gli amici a vedere i film e a fare spettacolo, del resto gli inizi con la compagnia di rivista di Aldo Fabrizi prima e di Guido Riccioli e Nanda Primavera ;durante gli anni della guerra e subito dopo erano nel suo dna.
Nel film di Corallo c’è davvero tutto Sordi, il pubblico e il privato, le amicizie fraterne con Fellini con cui divise gli anni della fame iniziali (“andavamo sempre nella solita trattoria e ordinavamo spaghetti ma sotto la cameriera ci metteva le bistecche”), con Scola, e poi con Risi, Monicelli, De Sica “complice perfetto” come racconta Christian, il sodalizio con l’alter ego sceneggiatore Rodolfo Sonego e con il musicista Piero Piccioni, la stima per Monica Vitti. Lo raccontano tra gli altri i critici Goffredo Fofi, Valerio Caprara e Masolino D’Amico, Giovanna Ralli, Anna Foglietta, Claudio Amendola, Renzo Arbore, Marco Risi, Enrico Vanzina, la giornalista Gloria Satta.
187 film in 60 anni: dentro c’è il nostro mondo, risate e tristezza. Da marzo finalmente la certezza: la villa apre al pubblico, diventa museo, un regalo per i 100 anni dalla nascita di Albertone .
Dopo 400 anni alla Sistina i 10 arazzi Raffaello
Visibili fino al 23/2, per cinquecentenario scomparsa Maestro
17 febbraio 2020
13:53
– Le barche sull’azzurro delle acque del Mar Morto, con i volti degli apostoli stupefatti per una pesca tanto miracolosa. La consegna della chiavi a Pietro, con Cristo risorto nella sua veste decorata in oro. E poi la Lapidazione di Santo Stefano, la Guarigione dello storpio, il Sacrificio di Listra, la Conversione di Saulo. Il 26 dicembre 1519, il cerimoniere della Cappella Papale, Paris de Grassis, annotò che “a giudizio universale non si era mai visto niente di più bello al mondo”. La meraviglia è la stessa oggi entrando nella Cappella Sistina adorna per la prima volta dopo 400 anni con tutti e dieci i preziosi arazzi con gli Atti degli apostoli, più due fregi, realizzati sui cartoni di Raffaello Sanzio. Un evento unico, per i visitatori dei Musei Vaticani dal 17 al 23/2, in occasione dei 500 anni della morte del Maestro. “È una grande emozione anche per noi – commenta la direttrice dei Barbara Jatta – Ci sono state altre due esposizioni degli arazzi, nel 1983 e nel 2010, ma era dalla fine del Cinquecento che non venivano posizionati tutti contemporaneamente nella Sistina. Si completa così la catechesi visiva della Cappella” raccogliendo “il recente messaggio di Papa Francesco che ha ricordato Raffaello come figura chiave del Rinascimento, che con la sua opera seppe esprimere valori come concordia, libertà e bellezza che conducono a elementi più alti e vanno condivisi”.
Commissionati da Papa Leone X per la Cappella Magna con le storie di Pietro e Paolo, gli arazzi furono realizzati sui cartoni di Raffaello nelle Fiandre presso la bottega del tessitore Pieter val Aelst. “Siamo consapevoli di quanto gli arazzi siano delicatissimi”, assicura la direttrice, rispedendo al mittente ogni eventuale polemica, “ma sono nati e sono stati realizzati per essere arrotolati e spostati. Dai documenti sappiamo, infatti, che vennero usati per molte occasioni nei diversi palazzi della corte pontificia”.
I Ricchi e Poveri diventano un cartone animato
Videoclip de L’ultimo amore, il primo brano della loro carriera inciso nel 1968
15 febbraio 2020
20:43
Angelo, Angela, Franco e Marina, i Ricchi e Poveri nella formazione originaria, diventano cartoon nel videoclip de L’ultimo amore, il primo brano della loro carriera inciso nel 1968, cover di Everlasting Love resa famosa dai Love Affair, rivisitato e riarrangiato da Matteo Cantaluppi con sonorità dance anni ’90.
Disponibile da oggi sui canali ufficiali del gruppo.
Il video – prodotto da Danilo Mancuso, ideato da Alessandro Cavaliere, disegnato e animato dal giovane illustratore Gabriele Caverzan – racconta un viaggio musicale lungo 50 anni attraverso il disegno animato che ricorda lo stile della famosa casa di produzione Hanna-Barbera: quattro ragazzi accomunati dalla passione per la musica partono da Genova, città d’origine, a bordo della decapottabile di Angelo per un viaggio che dall’Italia li condurrà nei Paesi dell’Est, negli Stati Uniti e in Sud America, tappe fondamentali della loro carriera, nelle quali calcano i palcoscenici più prestigiosi del mondo sino alla 70° edizione del Festival di Sanremo da cui parte la ReuniON.
Torna l’esodo Giuliano Dalmata nelle pagine di Ofelia
Sentimenti, profumi e paesaggi visti con gli occhi di una bimba
15 febbraio 2020
14:25
LUISA ANTONINI, ‘OFELIA. STORIA DI CANTO, DI TERRA E DI AMORE ‘(ERICKSON, pp.76 euro 12) – Ofelia racconta la storia delle sue radici che affondano nei ricordi dell’esodo giuliano dalmata, tratteggiando il dramma, così comune a molti anche oggi, di chi si sente strappato dalla propria terra madre, exclave italiana, Zara. Lo fa con la delicatezza dei ricordi che premono con forza dentro l’autrice, attraverso i personaggi della sua famiglia che hanno animato la sua vita in quegli anni tristi, ma veri, intensi e che oggi, di fronte al riaffiorare di istinti antisemiti e razzisti, rende queste pagine ancor più attuali.
“Zara. Dove il «veneto» era una lingua incontaminata, ancora antica, preservata all’interno delle comunità lontane dalla terra d’origine. Ma poi «la voce stridula di una donna nascosta dai balconi testimoniò l’idioma che non era più quello dell’altra vita». Un macigno. Una condanna senza scampo.
Definitiva. I personaggi, come anche le situazioni, gli oggetti, prendono vita nell’immaginario del lettore grazie alla generosità degli aggettivi che evocano epoche, odori, posture, colori, espressioni. Il bellissimo passo de «l’ainpren» racchiude, nel suo essere dono, commozione, dolcezza, amore, estasi. Ofelia – scrive ancora nella sua presentazione Stefania Gallana – riesce a riempire il suo dolore di ‘meraviglioso’ “.
È un riscatto d’amore alla terra del cuore e al cuore degli intimi affetti. Una toccante poesia dall’intenso sapore di tutto quel mondo che l’autrice voleva farci arrivare.
Il lettore “entra” nel romanzo affrontando la vecchia lingua che nel Veneto di oggi molti degli anziani riconoscono. Una lingua che con Arianna Costaura Boxin introduce al romanzo.
“Carezade dale onde dell’Adriatico, viva e sorridente nel mezo dela Dalmazia ghe jera una zità, la zità dela nostra fameja ‘Zara’. La ricordi cussì, co i sui tanti colori dove rivava i scojani e i morlachi co le zeste piene de fruti e de verdure, prodotti da lori, li animava el mercà. Se ciacolava in dialeto zaratin, in slavo, in italian, tuti se saludava e se conoseva”.
Poi la storia che si dipana pagine dopo pagine attraverso testimonianze come quella di «Uccio», Carlo Zohar di Karstenegg.
Pezzi di vita raccontati: “Mi son Carlo son nato a Zara nell’uno otobre 1932 da una fameja molto numerosa. Mio papà jera funzionario nela Manifatura Tabacchi col compito de ispezionar tute le piantagioni de tabacco che ghe jera in Dalmazia. Mia mama inveze jera profesoressa de musica, canto e pianoforte”.
Poi arrivano i ricordi che Luisa Antonini affida a queste pagine. “Ofelia, la terza di tre figli. Prima di lei due maschi sufficientemente più grandi perché lei si sentisse sempre la più piccola. Ofelia, da parte di madre, non aveva zie, ma uno stuolo di proZie e un proZio. Di tutte le età, forme, colori, sesso.
Erano le zie/zio della mamma, sorelle/fratello di sua nonna.
Erano otto. Sette femmine e un maschio. Cinque da un marito.
Tre da un altro marito. Tutti otto comunque fratelli”. E poi.
Poi arriva la guerra. “I bombardamenti di Zara durante la seconda guerra mondiale, ad opera delle Forze Alleate, causarono la quasi distruzione della città, exclave italiana in Dalmazia dai tempi del trattato di Rapallo e in seguito assegnata alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia dal Trattato di Pace del 1947. Per tutti otto – è il racconto -, anche per la quinta proZia, ci fu l’esodo come per la quasi totalità della popolazione autoctona italiana”. Vrso Venezia, la Serenissima.
Con Droit, la meraviglia di stupirsi
101 esperienze di filosofia, manuale per esplorare propri limiti
15 febbraio 2020
13:04
ROGER-POL DROIT, 101 ESPERIENZE DI FILOSOFIA QUOTIDIANA (Blackie Edizioni, pp.336, 18.90 euro; traduzione di Sandro Mancini). Diventare musica, per uscire dal corpo e perdersi dentro la materia sonora. Provocarsi un piccolo dolore, per tornare con i piedi per terra e fuggire alla noia. Pensare a tutti i luoghi del mondo, per farsi rallegrare da una molteplicità continuamente diversa e senza limiti, sempre a disposizione semplicemente con il pensiero. Fare la doccia con gli occhi chiusi per sentirsi in pace, concentrandosi solo sull’acqua che scorre. Passeggiare qualche ora in un bosco e, tra gli alberi, fantasticare che quel bosco sia la nostra anima per prendere coscienza dei nostri chiaroscuri e rendere immaginaria la realtà stessa. O infine, provare a cercare “la carezza più lieve”, quella che si colloca tra l’essere e il nulla, e scoprire su di sé o sull’altro il suo effetto divino.
Arriva in libreria con Blackie Edizioni (la casa editrice indipendente spagnola che da pochissimo ha aperto la sua filiale italiana), il best-seller “101 esperienze di filosofia quotidiana”, scritto da Roger-Pol Droit, consigliere di filosofia dell’Unesco.
Definito un libro di “fitness filosofico”, questo volume invita chi legge a compiere un gesto rivoluzionario, ossia fermarsi a pensare: in questo modo, ponendoci cioè delle domande e provando a capire se le risposte che otteniamo sono vere o false, ognuno di noi può sperimentare su se stesso, in modo pratico (vivendo cioè 101 semplici esperienze), la forza dirompente della filosofia. La bellezza è che il “metodo” proposto dall’autore è di grande facilità, proprio perché il punto di partenza è il gesto quotidiano, la situazione banale, il superficiale, l’irrisorio: Droit offre le chiavi per cimentarsi in un gioco che aiuta a “scoprire lo stupore da cui nasce la filosofia” e che punta a “fabbricare microscopici eventi scatenanti, impulsi minimali”.
Concepito come un vero e proprio manuale, il libro, che in Francia ha venduto 100 mila copie, offre al lettore più di uno strumento per essere facilmente consultabile: nelle ultime pagine sono presenti infatti un indice delle durate delle esperienze (dalle non quantificabili a quelle che durano qualche secondo o qualche anno), un indice dei materiali necessari a realizzarle e uno che indica quali effetti si ottengono, così tutti possono scegliere in modo veloce quello in cui preferiscono cimentarsi.
Divertente, fantasioso, scritto con un linguaggio accessibile ma che di certo non banalizza le tematiche trattate (dai sentimenti alle questioni pratiche), anzi, apre una porta verso la conoscenza (di noi stessi e delle cose del mondo), questo libro è davvero un’ottima occasione per capire che la filosofia non è qualcosa di astratto e lontano, o di troppo difficile per essere alla portata di tutti: Roger-Pol Droit, da grande divulgatore, dimostra il contrario e ci mette alla prova, sfidandoci ad avere il coraggio di trovare la meraviglia in ogni gesto quotidiano.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Tornano i Momix con Alice e compiono 40 anni
A Teatro Olimpico compagnia di Pendleton porta ”l’impossibile’
15 febbraio 2020
15:48
Quarantanni e non sentirli. Il teatro-danza dei leggendari Momix ritorna per l’Accademia Filarmonica Romana al Teatro Olimpico fino al’1 marzo con Alice, l’ultima creazione che porta la firma del fondatore e direttore artistico, Moses Pendleton. La ricerca visionaria è sempre quella che caratterizza anche questo nuovo lavoro, che torna in Italia in una nuova tournée dopo i sold out che hanno accolto lo scorso anno la sua prima mondiale. Il debutto è avvenuto proprio all’Olimpico per la Filarmonica Romana, di cui Pendleton è ‒ unico coreografo ad esserlo ‒ Accademico dal 2012 a riprova dell’ultratrentennale collaborazione fra l’artista americano, l’istituzione romana e il teatro capitolino. Lo stile rimane quello visionario che fa della danza acrobatica estrema e della ricerca visiva un marchio di fabbrica dei Momix che nel 2020 festeggiano il quarantesimo anno di vita, mantenendo una freschezza che non delude il pubblico degli appassionati fedeli che li seguono da sempre ma neanche chi li scopre per la prima volta. Si celebra, come racconta Moses Pendleton ”anche il primo anniversario di ‘Alice”, anche se dalla prima mondiale ad oggi è stato fatto un grande e costante lavoro di rifinitura. “Il cast è rimasto lo stesso – prosegue Pendleton -, quindi ognuno dei ballerini ha avuto un anno per approfondire i propri ruoli, sentirsene più sicuri e trovare nuovi modi di affrontare ogni momento dello spettacolo. Nulla è mai considerato ‘finito’ in MOMIX. Dico sempre ai ballerini alla chiusura di ogni sipario che è stata una grande performance che merita ulteriori prove, per rendere lo spettacolo un’esperienza migliore a tutto tondo. La premiere non è un punto di arrivo, per me, ma piuttosto l’inizio del processo evolutivo di una creazione”. Del resto gli spettacoli dei Momix sono veri e propri dipinti di action painting in cui colore, effetto dinamico e musica si fondono in una formula unica. “L’ho visto probabilmente più di duecento volte e continuo a scoprire nuovi dettagli ad ogni rappresentazione”, racconta Pendleton che si è ovviamente ispirato alla fiaba di Lewis Carroll Alice nel Paese delle Meraviglie. Ma qui Alice è ”un invito a inventare, a fantasticare, a sovvertire la nostra percezione del mondo, ad aprirsi all’impossibile. Il palcoscenico è il mio narghilè, il mio fungo, la mia tana del coniglio”, racconta ancora Pendleton, creatore come Carroll di mondi simili a sogni, popolati spesso da creature strane e stravaganti. La storia di Alice per Momix appare infatti senza una logica, e il racconto viene sezionato in una serie di quadri apparentemente slegati che trasformano il racconto in pura visione emozionale attraverso una prova fisica dei ballerini-atleti spinta fino all’estremo. nella fusione fra danza, luci, costumi, proiezioni. Lo spettacolo si inserisce nell’ambito delle Giornate della Danza della Accademia Filarmonica Romana e Teatro Olimpico. Dopo Roma, toccherà le città di San Donà di Piave (3-5 marzo), Thiene (7, 8 marzo), Torino (11-15 marzo) e Milano (18 marzo-5 aprile).
Esce primo fantasy da mondo ‘Diario di una Schiappa’
A maggio 2020 in Italia ‘Le avventure di un amico fantastico’
14 febbraio 2020
19:59
Primo libro fantasy del mondo di ‘Diario di una Schiappa’ di Jeff Kinney. Dopo il successo di ‘Diario di un amico fantastico’, con oltre 100.000 copie vendute nel nostro Paese, arriverà in Italia a maggio 2020 la seconda avventura dello spin off di Diario di una Schiappa, narrata nuovamente dalla penna di Rowley, il migliore amico di Greg Heffley, la Schiappa più famosa del mondo.
In ‘Le avventure di un amico fantastico’, questo il titolo italiano, i lettori seguiranno ‘Rolando Il Gentile’ e il suo migliore amico, ‘Grog Il Barbaro’ mentre lasciano la tranquillità del loro villaggio per andare a salvare la madre di Roland dal terribile Stregone Bianco. I nostri eroi sopravviveranno? I fan della Schiappa lo scopriranno insieme ai due amici alle prese con la loro prima avventura fantasy.
‘Rowley Jefferson’s Awesome Friendly Adventure’, questo il titolo originale dell’edizione americana, uscirà negli Stati Uniti il 7 aprile con una prima tiratura prevista di 3 milioni di copie e sarà pubblicato in oltre 20 paesi in tutto il mondo nel corso dell’anno. In Italia sarà disponibile sempre nella traduzione di Rossella Bernascone come per tutta la serie Diario di una Schiappa.
In occasione di questo secondo volume dello spin off del mondo Schiappa, Jeff Kinney sarà protagonista negli Stati Uniti di un tour molto speciale: Awesome Friendly Adventure Tour, un tour “a sorpresa” dove nessuno saprà dove sta andando, incluso lo stesso Jeff Kinney! Questo tipo di tour innovativo e “random” non è mai stato fatto prima: ogni mattina sarà svelata ai fan della Schiappa la tappa del giorno. I fan potranno seguire quello che accadrà attraverso i social ufficiali e il sito wimpykid.com/AwesomeFriendlyAdventureTour.
Effetto Sanremo, in vetta la compilation del festival
Secondi i Pinguini. Diodato e Gabbani dominano tra i singoli
14 febbraio 2020
18:41
E’ subito effetto Sanremo sulle vendite dei dischi. In base ai dati Fimi-Gfk, in vetta alla top ten degli album vola la compilation del festival 2020, seguita dai Pinguini Tattici Nucleari con Fuori dall’hype Ringo Starr, che contiene il brano presentato all’Ariston e piazzatosi al terzo posto nella classifica finale. Il vincitore del festival, Diodato, e Francesco Gabbani, arrivato secondo, dominano la classifica dei singoli, in attesa del riscontro per i rispettivi album, entrambi in uscita il 14 febbraio.
In terza posizione tra gli album-compilation resiste J-Ax con Reale (che la scorsa settimana era in testa), seguito da un terzetto di Big di Sanremo: Marco Masini con il lavoro che celebra i trent’anni di carriera; Levante (prima donna nella top ten) con Magmamemoria MMXX, l’edizione speciale dell’album di inediti uscito ad ottobre: Elodie con This is Elodie, che guadagna una posizione ed è sesto. Tallona la fidanzata il rapper e produttore Marracash, settimo con l’album Persona, seguito da Tha Supreme con 23 6451. Chiudono la classifica due new entry, i Green Day con Father of All Motherfuckers e Anastasio, anche lui reduce da Sanremo, con Atto Zero.
A ridosso della top ten ecco Tiziano Ferro con Accetto miracoli, (undicesimo, da dodici settimane in classifica); tredicesima con Twerking Queen Elettra Lamborghini, quinta nella classifica singoli con il brano sanremese Musica (e il resto scompare); diciottesima Giordana Angi con Voglio essere tua; ventunesimo Alberto Urso con Il sole ad est.
In vetta ai vinili Marco Masini. Tra i singoli da segnalare la quarta posizione di Achille Lauro, che ha lasciato il segno all’Ariston con le sue performance e il suo look, con Me ne frego, in attesa del nuovo album in arrivo in primavera.
Ecco la top ten Fimi/Gfk degli album più venduti della settimana dal 7 al 13 febbraio:
1) SANREMO 2020, ARTISTI VARI (UNIVERSAL STRATEGIC-UNIVERSAL MUSIC)
2) FUORI DALL’HYPE RINGO STARR, PINGUINI TATTICI NUCLEARI (RCA RECORDS LABEL-SONY)
3) REALE, J-AX (EPIC-SONY)
4) MASINI +1 – 30TH ANNIVERSARY, MARCO MASINI (LEGACY RECORDINGS-SONY)
5) MAGMAMEMORIA MMXX, LEVANTE (PARLOPHONE-WMI)
6) THIS IS ELODIE, ELODIE (ISLAND-UNIVERSAL MUSIC)
7) PERSONA, MARRACASH (ISLAND-UNIVERSAL MUSIC)
8) 23 6451, THA SUPREME (EPIC-SONY)
9) FATHER OF ALL MOTHERFUCKERS, GREEN DAY (WARNER RECORDS-WMI)
10)ATTO ZERO, ANASTASIO (RCA RECORDS LABE-SONY)
Ecco la classifica dei singoli più scaricati:
1) FAI RUMORE, DIODATO (CAROSELLO RECORDS-THE ORCHARD)
2) VICEVERSA, FRANCESCO GABBANI (BMG RIGHTS MANAGEMNT-WMI)
3) RINGO STARR, PINGUINI TATTICI NUCLEARI (RCA RECORDS LABEL-SME)
4) ME NE FREGO, ACHILLE LAURO (EPIC-SME)
5) MUSICA (E IL RESTO SCOMPARE), ELETTRA LAMBORGHINI (ISLAND-UNI)
Infine la classifica dei vinili:
1) MASINI +1 – 30TH ANNIVERSARY, MARCO MASINI (LEGACY RECORDINGS-SONY)
2) ATHER OF ALL, GREEN DAY (WARNER RECORDS-WMI)
3) CIP!, BRUNORI SAS (ISLAND-UNIVERSAL MUSIC)
4) THE DARK SIDE OF THE MOON, PINK FLOYD (PARLOPHONE-WMI)
5) THE WALL, PINK FLOYD (PARLOPHONE-WMI)
Romina Power sul set con Guillermo Del Toro
La cantante posta le foto sul suo profilo Instagram
14 febbraio 2020
10:21
– Romina Power sul set a Toronto del regista premio Oscar (per La forma dell’acqua) Guillermo del Toro. Sul set di “Nightmare Alley” sorseggiando un Martini analcolico. E’ la stessa cantante ad annunciarlo con un sul suo profilo Instagram ufficiale, corredato da due foto (è irriconoscibile) una dove appare da sola e una in compagnia con il regista premio Oscar.
Il lungometraggio sarà tratto dal romanzo scritto nel 1946 da William Lindsay Gresham. Un paio di settimane fa sono state annunciate le riprese nella città di Toronto, insieme al super cast formato da Bradley Cooper, Cate Blanchett, Toni Collette, Willem Dafoe, Richard Jenkins, Ron Perlman, Rooney Mara, e David Strathairn. Romina non fornisce dettagli se per Del Toro ha optato per un cammeo, o un ruolo, fatto sta che è li sul set vestita e acconciata di tutto punto. Dopo la partecipazione al festival di Sanremo dove ha cantato con Al Bano, Romina è tornata al cinema che aveva frequentato giovanissima negli anni Sessanta nei famosi musicarelli accanto all’ex marito. Del resto e sempre la figlia di due star di Hollywood, Tyron Power e Linda Christian.
Junior Cally, eventuali compensi contro violenza su donne
Non ho bisogno di altri lavori, solo per rispondere a dicerie
FIUMICINO
12 febbraio 2020
13:33
– “Mi rimetto gli scarpini: non prenderò un euro da questa mia iniziativa. La faccio con il cuore.
Qualora arrivasse qualche sponsor per la mia presenza in campo, i soldi li darò tutti ad un’associazione che combatte la violenza sulle donne. Se mai dovessi percepire un solo euro da questa mia esperienza, sarà tutto dato ad associazioni contro la violenza sulle donne”. Così il rapper di Focene (Fiumicino), Junior Cally, chiarisce, con un video pubblicato su alcune “stories” del suo profilo Instagram, le motivazioni che lo hanno portato a firmare ieri, dopo la sua partecipazione al Festival di Sanremo, per il Fiumicino Calcio 1926, primo nel girone A di Promozione laziale, pronto a scendere in campo il 23 febbraio contro il Tolfa. Con i suoi trascorsi calcistici giovanili nel Focene, una presenza in campo, da esterno d’attacco, per richiamare pubblico a sostegno della squadra, in piena corsa per vincere il Campionato ed essere promosso in Eccellenza. “Faccio il cantante, lavoro con la musica e non sono un calciatore. Non ho bisogno di fare altri lavori – ha chiarito Junior Cally – se l’ho fatto è semplicemente per rispondere a tutte le dicerie su di me nel mio paese, che amo con i suoi abitanti. Ed è una chiara risposta che dimostra quello che sono disposto a fare per la mia città. Onorerò quel campo e la città che mi ha cresciuto e aspetto tutti il 23 febbraio allo stadio Pietro Desideri di Fiumicino, per fare il tifo per la squadra: il calcio deve unire, come la musica. Spesso il calcio viene visto come possibilità di essere violenti a bordo campo o sugli spalti. Mi auguro che questa mia partecipazione serva per far unire il paese”.
Ritratti di poesia, XIV edizione rassegna al via
Prima volta all’ Auditorium Conciliazione Roma dal 21 febbraio
13 febbraio 2020
10:29
ornerà il 21 febbraio a Roma “Ritratti di Poesia”, rassegna internazionale sulla poesia, giunta alla XIV edizione, per la prima volta all’Auditorium Conciliazione. Promossa e organizzata dalla Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, la manifestazione, ideata nel 2006 dal professor Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione che realizza l’evento, chiuderà con un grande concerto dedicato a Lucio Battisti a ingresso libero, dal titolo Emozioni. Viaggio tra le canzoni di Mogol e Battisti con la partecipazione di Mogol e del cantante Gianmarco Carroccia, accompagnati da un’orchestra dal vivo di 16 elementi. Nella rassegna si alterneranno per tutto il giorno incontri e interviste. Ospiti dello spazio dedicato alla poesia italiana, dal titolo Di penna in penna, che quest’anno prevede uno spazio dedicato alle Opere prime saranno i poeti Fernando Acitelli, Annelisa Alleva, Luca Benassi, Antonio Bux, Andrea De Alberti, Anna Elisa De Gregorio, Chiara De Luca, Giuseppe Grattacaso, Giovanni Ibello, Renato Minore, Marisa Papa Ruggiero, Alberto Pellegatta, Giusi Quarenghi, Stefano Simoncelli, Damiano Sinfonico, Francesco Maria Terzago, Giovanna Cristina Vivinetto, Gianni Zampi. Lo spazio Poesia sconfinata, dedicato alla poesia straniera, avrà come ospiti Jenny Mitchell (Gb), Germain Droogenbroodt (Belgio), Philip Morre (Gb), João Luís Barreto Guimarães (Portogallo), Samiya Bashir (Usa), Nicole Sealey (Usa), Eva Strom (Svezia) e il Premio Pulitzer per la Poesia 2008 Philip Schultz, ex dislessico, che ha scritto un libro di ricordi sul suo disturbo neurologico. Per il progetto Caro poeta, dedicato ai licei romani protagonisti Franco Buffoni, Maria Grazia Calandrone, Terry Olivi, Elio Pecora e Lidia Riviello. In programma anche gli incontri con la nuova collana di poesia (CapoVersi) della casa editrice Bompiani e con la rivista web NiedernGasse, nonché la consegna del premio nazionale e del premio europeo di Ritratti di Poesia.280, per riconoscere la capacità di comporre versi con Twitter. Il Premio Fondazione Terzo Pilastro – Ritratti di Poesia, sarà consegnato dal professor Emanuele a Paolo Valesio. Per il contesto internazionale, la Fondazione premia quest’anno la poetessa romena Ana Blandiana, per la sua lotta per l’affermazione dei diritti civili in Romania.
La figlia di Saba fu anche autrice per il cinema
Scrisse due sceneggiature. Un saggio di Marina Silvestri
TRIESTE
12 febbraio 2020
10:04
– LINUCCIA SABA E IL CINEMA, UN SOGNO NEGATO, con un saggio introduttivo di Marina Silvestri (Eut, pp. 110 – euro 12) – Quando un pomeriggio dei primi di gennaio del 1941 Lionello Zorn Giorni, triestino di famiglia abbiente originaria della Svezia, annuncia a Umberto Saba l’intenzione di sposare Linuccia, sua figlia, il poeta lo gela rispondendogli dapprima con una scarica di epiteti – “Nello lei è un genio o un imbecille, forse un pazzo” – poi con una serie di domande: “Vorrebbe portarmi via la Linuccia? E pretenderebbe anche una dote? Quanti soldi sarebbe disposto a pagarmi un milione, due milioni, cento milioni?”. A raccontare l’aneddoto è la giornalista Marina Silvestri nel saggio introduttivo a “Linuccia Saba e il cinema, un sogno negato”. Non è un episodio insignificante: i Saba erano angustiati da problemi economici, un tratto di cui – per eredità genetica dal padre o per consuetudine – Linuccia sarà pervasa.
Forse non è un caso se i due soggetti cinematografici da lei scritti intorno al 1948 – e il cui ritrovamento ha dato vita al libro – hanno per argomento proprio il denaro. D’altronde, la stessa Linuccia – cita Marina Silvestri nel saggio introduttivo – sostenne che a spingerla a scrivere per il cinema fu solo una questione di soldi. La fonte è attendibile: Carlo Levi, nel 1950. Levi era il compagno di Linuccia, sebbene lei fosse sposata allo scenografo e sceneggiatore Zorn Giorni, il quale evidentemente non si fece intimidire dalla risolutezza di Saba padre e alla fine ottenne la mano dell’amata. I due si sposarono segretamente nel gennaio 1941 e Umberto Saba si arrabbiò molto: non rivolse più la parola al genero fino al luglio successivo. Insomma, Marina Silvestri dal ritrovamento dei due soggetti cinematografici – conservati nel fondo Benco-Gruber Biblioteca Civica di Trieste – attraverso una approfondita ricerca ricostruisce, arricchendola di nuovi elementi, la personalità di Linuccia Saba e indirettamente di suo padre Umberto. Donna emancipata, divisa tra la Trieste di letteratura e cinema e la Roma del fermento neorealista, la stravagante Linuccia visse fuori dagli schemi. Scrisse articoli di giornale (firmandosi Annetta Pane; Saba in ebraico indica pane) e fu anche pittrice, incoraggiata da Corrado Cagli, partecipando dal 1950 in poi a numerose edizioni della Quadriennale di Roma e della Biennale di Venezia, esponendo in mostre collettive e personali. Fu inoltre depositaria del patrimonio artistico e letterario di Carlo Levi, che morì nel 1975. Vicende queste che si conoscevano. Di lei, invece, si ignorava che avesse scritto per il cinema. Ma Trieste in quegli anni con il cinema aveva un rapporto intenso: lo zio di Linuccia era Enrico Wolfler, gestore di cinema e teatri, noti e tanti erano i triestini che vivevano di cinema: Tullio Kezich, Franco Giraldi, Callisto Cosulich. E suo marito, Zorn Giorni. I due soggetti scritti da Linuccia, riporta la Silvestri, sono “drammi della povertà, del disagio sociale, del riscatto, del sogno di un mondo migliore, temi privilegiati dal neorealismo”.
“Una storia milanese” è la vicenda di una giovane donna che viene dissuasa dal suicidio da un uomo che le regala diecimila lire. “Il triangolo della virtù” è invece un intreccio completamente diverso, è la storia di un uomo che ruba a una donna anziana 50 mila lire per salvare dai debiti il fratello della donna amata.
A teatro The Full Monty, quando a spogliarsi sono gli uomini
Dal 13/2 a Roma, musical Piparo con Ward-Conticini-Vaporidis
11 febbraio 2020
21:12
Metti sei operai disoccupati. Metti le bollette da pagare, l’affitto che incombe e un figlio che, senza alimenti, si rischia di perdere. E metti una folle idea: lanciarsi in uno streap tease, tutto al maschile. A vent’anni dalla prima americana a Broadway, e dopo più di 70 mila spettatori in tre mesi di repliche, arriva anche a Roma The Full Monty, versione italiana firmata da Massimo Romeo Piparo,del musical di Terence McNally e David Yazbech tratto dal film di Peter Cattaneo. In cartellone al Sistina dal 13/2 all’8/3 (e poi in tournée al sud), pronti a “spogliarsi” sono Paolo Conticini, Luca Ward, Gianni Fantoni, Jonis Bascir, Nicolas Vaporidis (al debutto nel musical) e Sebastiano Vinci.
“Quando nel ’97 il film usciva al cinema – racconta Piparo che dello spettacolo è anche produttore – si parlava di una piaga della società di quell’epoca: la grande trasformazione dell’economia industriale con perdite di milioni di posti di lavoro in tutta Europa. La disoccupazione sembrava un fulmine a ciel sereno, ma passeggero. Vent’anni dopo, invece, il tema è tutt’altro che superato, anzi sempre più attuale”. E tra “l’affidamento di un figlio, la separazione, la diversità – aggiunge Conticini – notiamo a volte che il pubblico si illumina, forse perché alcuni uomini si rivedono in noi”.
Spostata la vicenda dalle acciaierie di Sheffield in una Torino in crisi post industriale, il musical, tra l’orchestra dal vivo, canzoni e risate, è anche una bella storia di riscatto sociale.
Con spogliarello finale che diventa una festa di liberazione. Il più disinibito? “Fantoni”, rispondo tutti all’unisono. I più timidi, “Conticini e Ward. Ma è uno spettacolo per tutta la famiglia – assicurano – Il finale è un gioco di luci e fumo”.
Nel cast, Laura Di Mauro, Elisabetta Tulli, Valentina Gullace, Tancredi Di Marco/Christian Roberto e Paila Pavese nel ruolo di Janette
Mostre: al Mann le meraviglie di Pompei
Anche tesori mai visti, in parte proveniente dai depositi
17 febbraio 2020
14:23
– C’è anche uno splendido piatto in vetro cammeo bianco e blu della casa del Poeta Tragico di Pompei, mai esposto prima al pubblico, insieme ad altri preziosi reperti provenienti dai depositi, nella celebre Collezione degli oggetti quotidiani delle città vesuviane che riapre al Museo Archeologico di Napoli dopo un restayling di due mesi, il 19 febbraio.
Le cinque sale ospitano oltre cinquecento pezzi databili tra la fine del I sec. a.C. e l’eruzione del 79 d.C. strumenti chirurgici, strumenti da larario, lucerne, elementi di arredo (sala 89); ceramica invetriata, ossi ed avori (sala 88); vasellame bronzeo ed argenti dalla casa del Menandro (sala 87); vetri (sale 86-85).”C’è più Pompei da oggi al MANN: nella nuova sezione dedicata alla vita quotidiana delle città vesuviane trovano posto reperti mai visti – racconta Paolo Giulierini, direttore del museo – Come lo straordinario piatto in vetro cameo bianco e blu, numerose terrecotte preziose suppellettili sono emerse dai depositi”.
Luisa Ranieri, La vita promessa tra emancipazione e svolte
Su Rai1 la seconda stagione con la regia di Tognazzi
17 febbraio 2020
13:11
– Da madre del suo tempo a donna coraggio, nell’America dei cambiamenti a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta, che “riesce con il sacrificio a vivere l’emancipazione del personaggio, impara a leggere e scrivere, a guidare, a parlare inglese, aprendo le porte a quelle che siamo noi oggi, con il lavoro, a non fare mai un passo indietro. Una storia che ha l’ambientazione nel passato, ma guarda al futuro”.
Reduce dal successo di pubblico della prima stagione, Luisa Ranieri torna con i nuovi episodi de La Vita Promessa su Rai1, in tre prime serate dal 23 febbraio, nei panni della protagonista Carmela Rizzo, per la regia di Ricky Tognazzi, una coproduzione Rai Fiction-Picomedia. Nella scorsa stagione si raccontava il viaggio della speranza di Carmela e dei suoi figli nella ‘terra promessa’, stavolta la crisi del ’29 fino allo sbarco degli alleati in Sicilia, ponendo l’accento sull’inserimento dei protagonisti in America che, pur se accogliente, cela molte insidie e li vedrà combattere contro il pregiudizio e le difficoltà che da sempre funestano la vita degli emigranti. Sono gli anni del sindaco italoamericano Fiorello La Guardia: lasciando sempre in primo piano i sentimenti, si fa vivere ai Rizzo il culmine della crisi economica (che ha tanti punti di contatto con quella attuale), la lotta per l’emancipazione femminile, le conseguenze dell’antisemitismo in Europa, la guerra, sempre più senza quartiere, a New York, tra legalità e criminalità. Nel cast Francesco Arca, Thomas Trabacchi, Miriam Dalmazio, Stefano Dionisi, Primo Reggiani.
Capossela, a dittatura dell’attualità preferisco l’amore
Esce Bestiario d’amore, “appendice” delle Ballate
13 febbraio 2020
18:32
– L’ambientazione è di nuovo quella dell’Evo Medio (come lo chiama lui) come nell’ultimo lavoro “Ballate per uomini e bestie” (uscito lo scorso maggio e vincitore del Premio Tenco come miglior album), ma stavolta il campo d’indagine è l’amore nelle sue diverse forme e protagonisti assoluti sono gli animali. Vinicio Capossela, nel giorno di San Valentino, torna con Bestiario d’amore (La Cupa/Warner Music), un ep che esce nel trentesimo anniversario dall’inizio della sua carriera. “Questo lavoro fa parte della stessa ‘covata’ delle Ballate, ma volevo che vivesse di vita propria, come una sorta di appendice”, racconta il cantautore irpino nato in Germania.
“In epoca di pestilenza, non solo letteraria o allegorica ma di questi tempi anche epidemiologica, mi sottraggo alla dittatura dell’attualità per raccontare le casistiche dell’amore. Anche se sottrarsi alla pestilenza è poi un modo di andarci più a fondo”, spiega ancora Capossela che ha sempre fatto di allegorie e metafore il suo tratto distintivo e che per il suo lavoro ha attinto all’opera di Richart de Fornival, erudito del 1200 che combinando le favolose descrizioni naturalistiche dei bestiari medievali e la fenomenologia dei comportamenti amorosi prova a descrivere scientificamente il sentimento più nobile. “Lavorare sul testo di Fornival è stata un’operazione alchemica. Con la difficoltà poi di rendere orecchiabile quello che avevo ottenuto, soprattutto per l’uso non spericolato che ho io della voce”.
Bestiario d’amore, composto da 4 brani di ambientazione trobadorica e arricchito da un notevole libretto illustrato da Elisa Seitzinger, sarà presentato dal vivo il febbraio alla Union Chapel di Londra, poi dal 22 partirà il tour italiano.
Oscar: scontro McGowan-Portman su registe donne
Rose: Natalie, sei ipocrita. Lei “il mio non è coraggio”
NEW YORK
13 febbraio 2020
17:45
– Il gesto di Natalie Portman, che si e’ presentata agli Oscar indossando una cappa ricamata con i nomi di registe donne, non e’ andato a genio a Rose McGowan: l’attrice americana, accusatrice di Harvey Weinstein e in prima linea nel movimento #MeToo, ha accusato la collega di essere “un’ipocrita” che non traduce nei fatti quel che predica sul tappeto rosso.
“E’ proprio il tipo di protesta che attira recensioni estasiate sui media, mentre era solo un’attrice che recitava la parte di quella a cui queste cose importano”, ha sparato a zero Rose su Facebook: “Trovo questo tipo di attivismo profondamente offensivo per quante tra noi fanno il vero lavoro”.
Parole di fuoco: “Smetti di fingere di essere una campionessa di altro che non e’ te stessa. Hai lavorato con due registe donne nella tua lunga carriera, e una eri tu”. All’ira della McGowan, la Portman ha replicato in una intervista al Los Angeles Times, invitando il pubblico a non considerarla coraggiosa per i nomi ricamati sulla cappa: “Coraggio e’ un nome che associo alle donne che nelle ultime settimane hanno testimoniato contro Weinstein nonostante incredibili pressioni”.
E a Rose che l’ha accusata di aver fatto pochi film diretti da donne ha risposto osservando che “purtroppo i film non fatti che ho cercato di fare sono una storia di fantasmi”.
Cinema: incassi, Odio l’estate primo, Oscar Parasite ottavo
Secondo posto a new entry sequel Birds of Preys, segue Dolittle
10 febbraio 2020
12:55
– Mentre Parasite, neo vincitore dell’Oscar, torna in sala e nella top ten della classifica Cinetel in ottava posizione con un incasso di 333.065 (2.296.339 totali), è ancora “Odio l’estate”, la divertente commedia di Massimo Venier sul tema delle vacanze, con Aldo, Giovanni, Giacomo, e un ricco cast che vede la partecipazione tra gli altri, di Lucia Mascino, Carlotta Natoli, Maria Di Biase, Massimo Ranieri, Michele Placido, a dominare, per la seconda settimana di seguito, la classifica dei film più visti nei cinema italiani nel week end appena trascorso, con 1.808.586 euro, 5.550.450 totali. Debutta in seconda posizione Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, uscito in Italia il 6 febbraio in 559 copie con Warner Bros, esplosivo sequel dove si assiste alla fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, regia di Cathy Yan. Il film, dove la ormai ex compagna di Mr J(oker), in una Gotham City affollata di fuorilegge si difende dal ricco e sadico Roman Sionis/ Maschera nera (Ewan McGregor) facendo squadra con una supergang tutta al femminile, con Margot Robbie, Mary Elizabeth Winstead, Derek Wilson e Ewan McGregor, segna al botteghino 1.187.199 euro. Scivola di un gradino e si posiziona sul terzo Dolittle, con Robert Downey jr nei panni del veterinario che parla con gli animali, che ottiene 1.166.938 euro, 3.541.608 in due settimane di programmazione.
Perde una posizione e si ferma al quarto posto, il film di guerra 1917 che segna 884.656 euro, 5.645.397 in tre settimane. Quinto gradino per Jojo Rabbit film drammatico del 2019, diretto da Taika Waititi, con Roman Griffin Davis e Thomasin McKenzie e Scarlett Johansson, che registra 390.036 euro, 3.484.374 in quattro settimane.
Il totale degli incassi registra un forte calo rispetto alla scorsa settimana, 7.795.409 euro, -32% rispetto a 11.410.655 euro, e la situazione non migliora nel raffronto con gli incassi dello stesso periodo del 2019, che segnava 10.931.610 euro, dunque -28,69%.

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SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

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DALLE 11:55 DI DOMENICA 09 FEBBRAIO 2020

ALLE 12:50 DI LUNEDì 10 FEBBRAIO 2020

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Sanremo: Emiliano,Diodato figlio Taranto
‘Vince per talento, dopo gavetta e studio continuo’

BARI09 febbraio 2020 11:55

– “Un ragazzo pugliese, un figlio di Taranto, vince il festival di Sanremo con merito, per talento, dopo gavetta e studio continuo. Bravo Antonio Diodato, orgoglio di questa comunità”. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentando la vittoria del cantante tarantino alla 70esima edizione del festival di Sanremo.

Bignardi, torno con L’assedio e riparto dalle donneSul Nove dal 12/2. In collegamento anche ministro Provenzano

09 febbraio 202020:06

– Daria Bignardi, la signora delle “interviste barbariche”, torna sul Nove dal 12 febbraio con otto nuove prime serate de “L’assedio” e riparte subito dalle donne.
Prima ospite sarà infatti Elly Schlein, esponente della lista Emilia Romagna Coraggiosa, che alle ultime elezioni correva in sostegno a Stefano Bonaccini e ha ottenuto il maggior numero di preferenze regionali. “Ha dato prova che le sue non fossero solo chiacchiere, ma che c’è un suo reale legame verso questo momento politico – racconta la Bignardi – Non l’ho ancora conosciuta, ma mi sembra sia una donna, giovane, competente, non particolarmente piaciona, una che arriva al sodo, per intenderci”. Ci sarà poi la cantante Elodie, fresca del Festival di Sanremo, con “la sua storia di ragazza ribelle, non ‘capita’ ai tempi della scuola, ancora tutta da raccontare”. E poi la Dj e conduttrice Ema Stokholma, per la prima volta in libreria con l’autobiografico “Per il mio bene” (ed. Harper Collins). In collegamento, il Ministro per il sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano (in attesa di averlo in studio la settimana successiva). Finale tutto per Amanda Lear. “Una che ti sorprende sempre”, s’illumina la Bignardi. In ogni puntata, poi, anche la partecipazione di Michela Murgia e i contributi di Luca Bottura.Ma l’ospite “impossibile” che sogna la Bignardi? “Chi non vorrebbe Donald Trump o Papa Francesco?”, risponde la giornalista. E a chi offrirebbe la sua ormai tradizionale birretta? “A Papa Francesco. Non so se beve, ma sarebbe molto divertente. Tanto poi, lui non credo che debba guidare”.

Addio a Mirella Freni, voce italiana nel mondoLa soprano aveva 85 anni,amica e compagna di palchi di Pavarotti

MODENA10 febbraio 202003:07

E’ stata una delle voci più belle e riconoscibili del mondo della lirica, portando il bel canto italiano nei principali teatri del mondo. La soprano Mirella Freni è morta a 85 anni nella sua casa di Modena, dopo una lunga malattia.
Era coetanea e concittadina di Luciano Pavarotti: i due si conoscevano fin da bambini e tante volte, insieme, hanno trionfato sui teatri d’opera in giro per il mondo. “Ho perso un fratello”, disse lei, quando, nel 2007 Big Luciano se ne andò.

Oscar: al via la cerimonia della 92/ma edizioneGuida le nomination Joker di Todd Phillips con 11

10 febbraio 202002:05

– Ha preso il via al Dolby Theatre di Los Angeles la 92/ma edizione dei premi Oscar. Occhi puntati su Joker, che ha collezionato il maggior numero di nomination: 11.
Corrono in dieci categorie, invece, 1917, C’era una volta a…Hollywood e The Irishman. Tra le nomination per miglior film e miglior regia (e miglior film straniero) c’è anche il sudcoreano Parasite, vincitore della Palma d’oro a Cannes.

Oscar: il museo dell’Academy aprirà il 14 dicembreLo ha annunciato Tom Hanks durante la cerimonia

10 febbraio 202004:31

Il Museo dell’Academy a Los Angeles, disegnato da Renzo Piano, aprirà il 14 dicembre 2020, a otto anni dal varo del progetto. Lo ha annunciato Tom Hanks durante la cerimonia di premiazione degli Oscar.
Il museo, per celebrare il cinema e la sua storia, si trova all’incrocio tra Wilshire Boulevard e Fairfax Avenue, sulla cosiddetta “Museum Row” nel quartiere di Miracle Mile di Los Angeles, vicino ad altri musei di rilievo come il Los Angeles County Museum of Art (LACMA), il museo dell’automobile Petersen Automotive Museum, il museo di architettura e design A+D Architecture & Design Museum, il museo di arte popolare e artigianato Craft and Folk Art Museum e il sito preistorico e paleontologico dei La Brea Tar Pits.

Cinema: incassi, Odio l’estate primo, Oscar Parasite ottavoSecondo posto a new entry sequel Birds of Preys, segue Dolittle

10 febbraio 202010:55

– Mentre Parasite, neo vincitore dell’Oscar, torna in sala e nella top ten della classifica Cinetel in ottava posizione con un incasso di 333.065 (2.296.339 totali), è ancora “Odio l’estate”, la divertente commedia di Massimo Venier sul tema delle vacanze, con Aldo, Giovanni, Giacomo, e un ricco cast che vede la partecipazione tra gli altri, di Lucia Mascino, Carlotta Natoli, Maria Di Biase, Massimo Ranieri, Michele Placido, a dominare, per la seconda settimana di seguito, la classifica dei film più visti nei cinema italiani nel week end appena trascorso, con 1.808.586 euro, 5.550.450 totali. Debutta in seconda posizione Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, uscito in Italia il 6 febbraio in 559 copie con Warner Bros, esplosivo sequel dove si assiste alla fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, regia di Cathy Yan. Il film, dove la ormai ex compagna di Mr J(oker), in una Gotham City affollata di fuorilegge si difende dal ricco e sadico Roman Sionis/ Maschera nera (Ewan McGregor) facendo squadra con una supergang tutta al femminile, con Margot Robbie, Mary Elizabeth Winstead, Derek Wilson e Ewan McGregor, segna al botteghino 1.187.199 euro. Scivola di un gradino e si posiziona sul terzo Dolittle, con Robert Downey jr nei panni del veterinario che parla con gli animali, che ottiene 1.166.938 euro, 3.541.608 in due settimane di programmazione.
Perde una posizione e si ferma al quarto posto, il film di guerra 1917 che segna 884.656 euro, 5.645.397 in tre settimane. Quinto gradino per Jojo Rabbit film drammatico del 2019, diretto da Taika Waititi, con Roman Griffin Davis e Thomasin McKenzie e Scarlett Johansson, che registra 390.036 euro, 3.484.374 in quattro settimane.
Il totale degli incassi registra un forte calo rispetto alla scorsa settimana, 7.795.409 euro, -32% rispetto a 11.410.655 euro, e la situazione non migliora nel raffronto con gli incassi dello stesso periodo del 2019, che segnava 10.931.610 euro, dunque -28,69%.

Autografi e manoscritti illustri a mostra libro anticoProtagonisti a Cesena Fiera il 15 e 16 febbraio

CESENA10 febbraio 202012:03

– Autografi e manoscritti illustri sono i protagonisti della nona edizione di ‘C’era una volta…il libro’ a Cesena Fiera sabato 15 e domenica 16 febbraio.
Nella Fiera, che ospita la mostra mercato dedicata al libro antico con oltre 70 espositori italiani ed esteri, Autografia, l’associazione dei periti calligrafi certificatori, metterà per l’occasione in vetrina numerosi “pezzi” vergati da mani celebri: Napoleone, Chaplin, D’Annunzio, i Beatles, Verdi, Ungaretti, Garibaldi, Enzo Ferrari. In vetrina il ‘Liber Amicorum’ del Tenore Neri Baraldi, che durante la sua carriera artistica raccolse gli autografi musicali di oltre 30 tra i più grandi musicisti dell’epoca, tra cui Rossini, Meyerbeer, Gounod. In mostra poi una serie di falsi d’autore e la presenza di periti pronti a valutare l’autenticità o meno di firme ritenute celebri.
Un mercato quello degli autografi che non conosce flessione se si pensa che una rarissima firma di Shakespeare fu venduta a oltre quattro milioni di dollari, una di Ernest Hemingway 400mila dollari, Verdi a 105mila euro.

Oscar: Brad Pitt miglior attore non protagonistaAttore dedica premio anche ai figli, “faccio tutto per voi”

10 febbraio 202002:26

– Brad Pitt ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista per C’era una volta a…Hollywood di Quentin Tarantino. “Il cinema sarebbe triste senza di te. “Sei originale, davvero unico””. E’ rivolto a Quentin Tarantino il discorso di ringraziamento. “Quentin, tu cerchi sempre il meglio delle persone – ha continuato -. E ora dobbiamo cominciare a dimostrare il nostro affetto per i nostri stuntman”. “Quest’Oscar è per i miei bambini, faccio tutto per voi, vi adoro”, ha concluso Pitt che porta a casa la sua seconda statuetta in carriera, dopo quella vinta come produttore di 12 anni schiavo, la prima come attore.

Oscar: Natalie Portman contesta esclusione donne registeI nomi delle ‘snobbate’ Gerwig, Scafaria, Wang ricamati su mantello

NEW YORK10 febbraio 202003:06

Sul red carpet degli Oscar, Natalie Portman ha reso omaggio alle donne registe snobbate agli award di questa 92/ma edizione: il mantello indossato sopra l’abito da sera dall’attrice che è tra i presentatori dei premi, aveva ricamato sui bordi i nomi delle registe non prese in considerazione quest’anno tra cui Greta Gerwig (Piccole Donne), Lorene Scafaria (Hustlers) e Lulu Wang (“The Farewell”).

Oscar: Laura Dern migliore attrice non protagonista”E’ il miglior regalo di compleanno che si possa ricevere”

10 febbraio 202003:35

“E’ un onore essere qui”, ha detto Laura Dern ringraziando l’Academy per l’Oscar come miglior attrice non protagonista in Storia di un matrimonio di Noah Baumbach. L’attrice ha ringraziato regista e attori del film, distribuito da Netflix, ma in particolare ha voluto rendere omaggio ai genitori – entrambi attori Diane Ladd, Bruce Dern – definiti i suoi “supereroi”. Questo Oscar è “il miglior regalo di compleanno che si possa ricevere”, ha detto la Dern, nata proprio il 10 febbraio del 1967. L’attrice era alla sua terza nomination.

Oscar: vincono anche agli Obama, produttori miglior documentario’American Factory’ dalla loro Higher Ground.Barack, complimenti

WASHINGTON10 febbraio 202004:36

opo il premio Nobel per la pace, per Barack Obama anche un premio Oscar: “American Factory” (in italiano Made in Usa – Una fabbrica in Ohio) di Steven Bognar, Julia Reichert e Jeff Reichert. E’ il primo documentario di Higher Ground, la societa’ di produzione dell’ex presidente e di Michelle.
Obama ha subito twittato: “congratulazioni a Julia e Steven, i registi dietro American Factory, per aver raccontato una storia cosi’ complessa e commovente sulle conseguenze molto umane del difficile cambiamento economico. Sono felice di vedere due persone assolutamente perbene e talentuose portare a casa l’Oscar per la prima produzione di Higher Ground”.

Oscar miglior regia a Bong Joon Ho per ParasiteRingrazia i registi in gara e per Scorsese c’è standing ovation

10 febbraio 202005:04

– “Non avrei mai pensato di vincere.
Dopo il premio per il miglior film internazionale e la migliore sceneggiatura originale pensavo che la serata fosse finita” ha detto Bong Joon Ho dopo aver vinto la statuetta per la migliore regia per Parasite già Palma d’oro al festival di Cannes.
Durante il suo discorso di ringraziamento, Bong Joon-Ho ha ringraziato tutti i registi che erano in nomination con lui, a partire da Martin Scorsese che è stato poi omaggiato dalla platea con una standing ovation.
“Quand’ero a scuola ho studiato molto i film di Scorsese – spiega il cineasta – Quentin ha sempre messo i miei film nella lista dei preferiti anche quando non mi conosceva nessuno negli Usa. Todd (Phillips) Sam (Mendes) vi ammiro. Mi piacerebbe avere una motosega per condividere questo Oscar con tutti voi”.

Oscar: Joaquin Phoenix miglior attore per JokerAttore, facciamoci voce per i diritti contro ogni disuguaglianza

10 febbraio 202005:37

– Joaquin Phoenix ha vinto l’Oscar come miglior attore per Joker di Todd Phillips. “Dobbiamo lottare contro l’idea che una razza, un’idea sia dominante rispetto a qualcuno impunemente”. E’ un passaggio del discorso di ringraziamento dell’attore. “Il dono più grande che mi ha dato il cinema – ha detto – è quello di poter dare voce a chi voce non ce l’ha. E’ arrivato il momento di iniziare a farci portavoce di altre cause”. Durante il suo discorso, Phoenix ha lanciato un appello a lottare a favore dei “diritti” contro “le diseguaglianze di genere, il razzismo, o la discriminazione Lgbt”. “Siamo così disconnessi dalla natura, con un punto di vista egocentrico – ha sottolineato l’attore attivista impegnato – che andiamo nella natura e la distruggiamo. Commettiamo crimini contro gli animali. Abbiamo paura dell’idea di cambiare, ma dovremmo usare l’amore e la compassione come principi di guida”. Concludendo il suo discorso, l’attore ha ammesso di aver “fatto cose brutte nella vita, sono stato egoista, cattivo e crudele. Un collega difficile con cui lavorare. Molti di voi qui seduti in platea mi hanno dato una seconda possibilità – ha concluso -, ed è lì che viene il meglio dell’umanità”. Prima di lasciare il palco accompagnato da una standing ovation, ha citato commosso una frase del fratello (il prematuramente scomparso River?) quando aveva 17 anni: “corri verso il rifugio con amore e la pace seguirà”.

Oscar: Parasite fa la storia, primo ‘miglior film’ non ingleseQuattro statuette per opera coreana di Bong Joon Ho

10 febbraio 202005:57

– E’ un Oscar storico quello conquistato da Parasite come miglior film. Si tratta del primo film in lingua non inglese a conquistare la statuetta più importante di Hollywood, quella per il best picture, nei 92 anni di storia del premio assegnato dall’Academy. L’opera del sudcoreano Bong Joon Ho porta a casa in totale quattro Oscar.
Oltre a miglior film ha conquistato anche miglior regia, miglior film internazionale e miglior sceneggiatura originale. Il film, commedia, dramma, thriller insieme, nel maggio 2019 aveva conquistato la Palma d’oro a Cannes, cominciando da lì la lunga stagione dei premi

Oscar: Renee Zellweger migliore attrice per JudyUnicità ed eccezionalità sono ciò che ci ha lasciato la Garland

10 febbraio 202006:11

– Renee Zellweger ha vinto l’Oscar come migliore attrice protagonista, interpretando Judy Garland in Judy di Rupert Goold. L’attrice texana, al secondo Oscar della carriera (lo aveva vinto come non protagonista per Ritorno a Cold Mountain), dopo aver ringraziato le colleghe in gara con lei e molte altre persone, tra cui i genitori (papà svizzero, la mamma di origine lappone), si è detta “orgogliosa di aver potuto celebrare Judy Garland. Sono i migliori di noi ad ispirarci, donne e uomini coraggiosi, eroi non sempre celebrati”, ha detto.
“Judy non ha ricevuto questo onore – ha aggiunto guardando la statuetta dell’Academy stretta tra le mani – e sono sicura che questo momento è un’estensione della sua eredità, un modo per celebrare unicità ed eccezionalità che sono ciò che ci ha lasciato e che va al di là di ogni singolo successo”.

Nella notte degli Oscar il trionfo di Parasite4 statuette a sudcoreano.Phoenix-Zellweger migliori protagonisti

10 febbraio 202006:50

La 92/ma edizione degli Oscar ha visto il trionfo del sudcoreano Parasite. Già vincitore della Palma d’oro a Cannes, il film di Bong Joon Ho ha conquistato quattro premi, miglior regia, sceneggiatura originale, film internazionale (ex ‘straniero’) e, il più importante, miglior film. Mai nessuna pellicola non in lingua inglese era riuscita nell’impresa. Confermato il pronostico per le altre statuette artistiche: miglior attore il Joker Joaquin Phoenix, miglior attrice Renee Zellweger Judy, miglior attore non protagonista Brad Pitt (C’era una volta a…Hollywood) e miglior attrice non protagonista Laura Dern (Storia di un matrimonio). Tre premi per 1917 di Sam Mendes, tra i favoriti fino all’ultimo per miglior film: fotografia, sonoro ed effetti speciali. Secondo oscar in carriera per Elton John per la sua ‘(I’m Gonna) Love me Again’ in Rocketman. Senza premi Martin Scorsese e il suo The Irishman che aveva 10 nomination. Due statuette per Quentin Tarantino e C’era una volta a …Hollywood anche lui con 10 e due su 11 per Joker di Todd Phillips.

Oscar: Scorsese e la cabala sfortunata delle 10 nominationAnche nel 2003 Gangs of New York rimase a secco di premi

10 febbraio 202007:28

– Il 10 non dev’essere il numero fortunato per Martin Scorsese. Per la seconda volta nella sua più che cinquantennale carriera, costellata di premi di ogni tipo (compreso un Oscar per la miglior regia in The Departed nel 2007), il regista italo-americano lascia la cerimonia degli Academy Awards a bocca asciutta, nonostante le 10 nomination della vigilia. Il suo The Irishman, distribuito da Netflix, non è riuscito a spuntarla in nessuna delle categorie per le quali era in concorso, compresi i blasonati miglior film e miglior regia, andati al sudcoreano Parasite. Stessa identica situazione del 2003, quando era in concorso con Gangs of New York. Anche in quel caso 10 nomination e nessun Oscar portato a casa. A trionfare quell’anno come miglior film fu Chicago di Rob Marshall, mentre miglior regista venne premiato Roman Polanski per Il pianista. Questa volta Scorsese, che in carriera come regista ha conquistato 14 nomination totali agli Oscar, si è dovuto accontentare di una estemporanea standing ovation della platea quando il regista-rivelazione della 92/ma edizione degli Oscar, Bong Joon-ho, gli ha tributato un sentito omaggio.
“Quando ero giovane e studiavo cinema – ha detto – c’era un detto che recitava: il più personale è anche il più creativo.
Era una citazione dal nostro grande Martin Scorsese. A scuola ho studiato tutti i suoi film. Essere nominato al suo fianco è stato un grande onore, non avrei immaginato di poter vincere”. Home Mappa del sito

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Premio Oscar, miglior film Parasite. Joaquin Phoenix e Renee Zellweger migliori attori
La pellicola del sudcoreano vince come miglior film, miglior film internazionale, per la regia e per la sceneggiatura originale. Brad Pitt e Laura Dern vincono come non protagonisti

10 febbraio 202011:15

Parasite del sudocreano Bong Joon Ho vince gli Oscar come miglior film, miglior film internazionale, per la regia e per la sceneggiatura originale.
Joaquin Phoenix miglior attore per Joker di Todd Phillips, Renee Zellweger miglior attrice per Judy. Premiati Brad Pitt e Laura Dern come non protagonisti.A 1917 di Sam Mendes tre statuette per il sonoro, la fotografia e gli effetti speciali. Per Joker il riconoscimento per la migliore colonna sonora originale. Vincono anche gli Obama, produttori del miglior documentario ‘American Factory’ dalla loro Higher Ground. Sul red carpet, l’omaggio di Spike Lee a Kobe Bryant: uno smoking color viola e oro con il 24 sulla giacca.Oscar per il miglior attore non protagonista a Brad Pitt per C’era una volta a…Hollywood di Quentin Tarantino. “Il cinema sarebbe triste senza di te. “Sei originale, davvero unico””. E’ rivolto a Quentin Tarantino il discorso di ringraziamento di Brad Pitt dopo aver ricevuto l’Oscar come miglior attore non protagonista per C’era una volta a…Hollywood. “Quentin, tu cerchi sempre il meglio delle persone – ha continuato -. E ora dobbiamo cominciare a dimostrare il nostro affetto per i nostri stuntman”. “Quest’Oscar è per i miei bambini, faccio tutto per voi, vi adoro”, ha concluso Pitt che porta a casa la sua seconda statuetta in carriera, dopo quella vinta come produttore di 12 anni schiavo, la prima come attore.L’Oscar per la migliore attrice non protagonista va a Laura Dern per Storia di un matrimonio. “E’ un onore essere qui”, ha detto Laura Dern ringraziando l’Academy per l’Oscar come miglior attrice non protagonista in Storia di un matrimonio di Noah Baumbach.. L’attrice ha ringraziato regista e attori del film, distribuito da Netflix, ma in particolare ha voluto rendere omaggio ai genitori, definiti i suoi “supereroi”. Questo Oscar è “il miglior regalo di compleanno che si possa ricevere”, ha detto la Dern, nata proprio il 10 febbraio del 1967. L’attrice era alla sua terza nomination.1917 di Sam Mendes vince nelle categorie miglior sonoro (a Mark Taylor e Stuart Wilson) e  per la migliore fotografia (a Roger Deakins).

L’Oscar per il miglior cortometraggio documentario va a Learning to skateboard in a warzone (if you’re a girl) di Carol Dysinger e Elena Andreicheva.L’Oscar per il miglior montaggio sonoro va a Donald Sylvester per il film Le Mans ’66 – La grande sfida (Ford v Ferrari)Toy Story 4 di Josh Cooley ha vinto l’Oscar come miglior film d’animazione.Hair Love, regia di Bruce W. Smith, Matthew A. Cherry e Everett Downing Jr. ha vinto l’Oscar come miglior corto d’animazioneOscar per la migliore sceneggiatura originale a Bong Joo Ho e Han Jin Won per Parasite. “Questo va alla Corea del Sud”. E’ la dedica di Bong Joon-ho. “Grazie a mia moglie che è sempre fonte di grande ispirazione – ha detto – e grazie a tutti gli attori che hanno dato vita a questo film”. Sei le nomination per Parasite.L’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale va a Taika Waititi per Jojo Rabbit.The Neighbors’ Window, regia di Marshall Curry, vince l’Oscar per il miglior cortometraggioL’Oscar per la migliore scenografia va Barbara Ling (production design) e Nancy Haigh (set decoration) per C’era una volta a…Hollywood di Quentin Tarantino.Oscar per i migliori costumi a Jacqueline Durran per Piccole Donne di Greta Gerwig. Per la costumista si tratta della seconda statuetta dopo quella vinta nel 2013 per Anna Karenina Emozione per l’omaggio a Kobe Bryant sul red carpet degli Oscar da parte di Spike Lee, che indossa uno smoking color viola e oro con il numero 24 applicato sulla giacca. Lee, un fan del basket, nel 2009 ha diretto il documentario “Kobe: Doin’ Work” sulla celebre etica del lavoro della star dei Lakers morto tragicamente due settimane fa in un incidente di elicottero. “Tributo, onore, omaggio”, ha detto il regista: “Manca a tutti”.

LE CONTESTAZIONI: Sul red carpet degli Oscar, Natalie Portman ha reso omaggio alle donne registe snobbate agli award di quest’anno: il mantello indossato sopra l’abito da sera dall’attrice, una dei presentatori dei premi, aveva ricamato sui bordi i nomi delle registe non prese in considerazione quest’anno tra cui Greta Gerwig (“Little Women”), Lorene Scafaria (“Hustlers”) e Lulu Wang (“The Farewell”).”Mi hanno detto che avevo solo 45 secondi qui, 45 secondi in piu’ di quanto il Senato ha dato questa settimana a John Bolton”, ha detto Brad Pitt alla cerimonia degli Oscar, ricevendo il premio per il miglior attore non protagonista in “C’era una volta… a Hollywood”. Brad Pitt ha accusato il Senato a maggioranza repubblicana di aver bloccato la testimonianza di Bolton, ex Consigliere per la sicurezza nazionale, nel corso del processo per l’impeachment del presidente Donald Trump. Nel backstage, Pitt e’ tornato sui suoi commenti su Bolton: “Sono rimasto molto deluso. Quando i giochi bloccano la verita’ e’ un giorno molto triste, non dobbiamo lasciarlo passare”.

L’amico della Lollobrigida: ‘I familiari e l’ex Rigau vogliono il suo patrimonio’Giovedì il 32enne dal Gup per l’accusa di circonvenzione di incapace

09 febbraio 202017:56

“Sono tra le persone che Gina Lollobrigida ha accanto. E le sono talmente riconoscente per tutto che sono disposto a pagare con la mia vita per difenderla. Chiedo di lasciarla stare. Invece di preoccuparsi della salute di Gina, il figlio Miliko Skofich e il nipote Dimitri, assieme a Javier Rigau, il quale la sposò a sua insaputa, pensano solo al suo patrimonio”. A parlare è Andrea Piazzolla, 32 anni, amico dell’attrice Gina Lollobrigida, il quale giovedì prossimo affronterà al Tribunale di Roma l’udienza preliminare che lo vede imputato al procedimento per l’accusa – rivolta dagli stessi familiari – di circonvenzione di incapace.”Miliko e Dimitri, parti civili al processo con lo stesso Rigau, condividono persino lo stesso avvocato con quest’ultimo. Ricordo che Rigau aveva sposato Gina per procura e lei ha dovuto denunciare più volte quell’atto come una truffa. Nozze che per fortuna sono state annullate dalla Sacra Rota”, aggiunge Piazzolla.”Ad oggi quei due familiari – prosegue il 32 enne – hanno dimostrato solo un interesse economico nei confronti di Gina. E non sono corsi quando lei stava male, cosa che invece io faccio standole da sempre vicino. Dicono che lei è a Montecarlo, quando invece è qui a Roma. Io e lei abbiamo un rapporto di famiglia e Miliko non se la può prendere per questo”.

Oscar: Spike Lee, tributo a Kobe Bryant sul red carpetRegista fan del basket ha smoking viola e ora con il numero 24

NEW YORK10 febbraio 202000:29

Omaggio a Kobe Bryant sul red carpet degli Oscar su Hollywood Boulevard a Los Angeles. Se ne e’ reso protagonista Spike Lee, indossando uno smoking color viola e oro con il numero 24 applicato sulla giacca.
Lee, un fan del basket, nel 2009 ha diretto il documentario “Kobe: Doin’ Work” sulla celebre etica del lavoro della star dei Lakers morto tragicamente due settimane fa in un incidente di elicottero.
“Tributo, onore, omaggio”, ha detto il regista: “Ci manca a tutti”.

La lotta di classe secondo ParasiteCommedia nera di Bong Joon Ho racconta scontro ricchi e poveri

10 febbraio 202007:31

Una storia di ricchi contro poveri in Corea, una lotta di classe ravvicinata in cui a fare la differenza c’e’ anche l’olfatto. I poveri puzzano un po’ troppo per i ricchi coreani, o almeno e’ quello che capita nel film Parasite, scritto e diretto dal regista sud coreano Bong Joon-ho, che dopo aver vinto la Palma d’Oro al 72/o Festival di Cannes e molti altri premi internazionali, ha scritto la storia degli Oscar vincendo il premio per il miglior film (mai accaduto ad un film di lingua non inglese), miglior regia, miglior film straniero e migliore sceneggiatura. Parasite parte in commedia, ma poi atterra nel dramma, un family-drama con una forte valenza politica e sociale. Perche’ alla fine a giocarsi tutto in questa storia sono due famiglie agli opposti, i poverissimi Ki-taek e i ricchissimi Park. I primi vivono in un sottoscala che spesso viene derattizzato (da qui forse l’odore), i secondi in una stupenda villa con giardino arredata con gusto e senza badare a spese. Tutto inizia in casa Ki-taek quando l’intera famiglia, padre, madre, figlio e figlia e’ nel panico piu’ totale perche’ il wifi del vicino, a cui attingono tutti da sempre, ha cambiato password. Tutto cambia per questa famiglia di ‘brutti, sporchi e cattivi’, quando il primogenito, con un espediente non proprio corretto, si ritrovera’ a fare lezione di inglese alla figlia dei Park. Il ragazzo sara’ come un cavallo di Troia per aprire le porte dei Park all’intera sua famiglia che sara’ in pochissimo tempo tutta al servizio della ricca casa. Per i Ki-taek la poverta’ sembra finita, ma nel rifugio antiatomico della magione c’e’ un’orribile sorpresa e la pace tra le due famiglie sara’ rotta. L’ultima tragica scena si sviluppa, incredibilmente, sulle note di In ginocchio da te di Gianni Morandi. “L’ispirazione mi e’ arrivata con questa domanda: cosa accadrebbe se due famiglie – una ricca e una povera, che occupano quartieri molto diversi – si incontrassero? Cosa accadrebbe poi se quei due mondi dovessero alla fine scontrarsi?” ha spiegato il regista coreano. il film, distribuito da Academy Two dal 7 novembre 2019, ha incassato in Italia 2 milioni 300 mila euro circa ed è ancora in programmazione.

Ai social non piace il dissensoSaggio Simone Cosimi rivela meccanismi e implicazioni dei ‘like’

10 febbraio 202012:43

PER UN PUGNO DI LIKE. PERCHÉ AI SOCIAL NETWORK NON PIACE IL DISSENSO (Simone Cosimi, Città Nuova, 114 pagine, 18 euro).
Mettiamo decine di ‘mi piace’ sui social ogni giorno, a volte senza riflette sul significato di questo gesto veloce ma non banale. Mettere ‘like’ ad un post, infatti, rivela alle diverse piattaforme tante informazioni che spesso sfuggono al nostro controllo. E che si traducono in soldi per le campagne pubblicitarie. Senza contare che quel mi piace può generare un duplice effetto psicologico: ricerca di approvazione ed emulazione tra gli amici. Per questo e altri motivi, l’opzione ‘dislike’, quella che descrive il dissenso, pur richiesta da diversi utenti, forse non verrà mai adottata dai social media. A descrivere questi meccanismi e “attrezzare i lettori a diventare padroni della propria vita” è il libro di Simone Cosimi, giornalista ed esperto di mondo digitale, già co-autore di ‘Nasci, cresci e posta’.
“Viviamo in una dittatura dell’ottimismo che ruota fondamentalmente intorno a un principio: chi ha qualcosa di diverso da dire rispetto ad un banale pollice alzato deve faticare. Che, in termini digitali, significa che deve produrre contenuto. Tutte le piattaforme hanno dunque sposato la convenienza di un approccio tipico, rodato ed efficace che spesso viene giustificato con elementi di tecnospiritualità”, scrive Simone Cosimi che ripercorre gli esempi di Facebook, Instagram, Twitter, Tik Tok, Pinterest, YouTube e Netflix, spiegando come sui ‘like’ si fondino gran parte dei modelli di business dei social. E come l’eliminazione della visualizzazione dei mi piace, testata da diverse piattaforme, di fatto non cambi nulla ma si traduca in una mossa di marketing.
“Il libro vi sottoporrà a una specie di cura del dissenso che aiuta a scoprire qualcosa in più della realtà che ci circonda, proprio nel momento in cui siamo immersi fino al collo in una cultura del consenso (del like, appunto) che di quella realtà tende a oscurare parti importanti”, scrive nella prefazione Bruno Mastroianni, filosofo, giornalista e social media manager, descrivendo il testo “una specie di cassetta degli attrezzi minima, utilizzabile da tutti, per intervenire in modo efficace nella vita iperconnessa in cui siamo immersi”.
Tra gli “attrezzi” su cui il libro e il lettore possono contare, anche il parere di esperti che esaminano diverse implicazioni del fenomeno. Ernesto Belisario, avvocato ed esperto di diritto delle tecnologie, si occupa di quelli legali; Giovanni Boccia Artieri, professore ordinario di sociologia della comunicazione e media digitali all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, di quelli sociali; Alberto Rossetti, psicoterapeuta e psicoanalista, di quelli psicologici.

Cinema: Incontri di Sorrento con Spagna e Premi De SicaEdizione 42 dal 15-19 aprile segna ritorno riconoscimenti

10 febbraio 202012:30

– Sarà dedicata alla Spagna e alla sua cinematografia la 42/a edizione degli Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento, che si terrà dal 15 al 19 aprile 2020 e vedrà il ritorno degli storici Premi Vittorio De Sica.
La manifestazione, organizzata da Cineventi, è promossa dal Comune di Sorrento con il sostegno della Regione Campania, del Mibact e in collaborazione con la Film Commission Regione Campania. Il manifesto dell’edizione 2020 è ispirato al film ‘Volver’ di Pedro Almodóvar, ed è a cura di Studio Esse. Con il tradizionale confronto tra il cinema italiano e quello di un paese ospite, si riconferma quindi la formula che da sempre contraddistingue gli incontri: 5 giornate di lavori vedranno l’alternarsi di proiezioni, anteprime, retrospettive, tavole rotonde e incontri alla presenza di vari ospiti, italiani ed internazionali, del mondo del cinema e della televisione.La serata di premiazione si svolgerà a Sorrento sabato 18 aprile.

Teatro: Salemme torna al Diana per commedia dei recordNapoli, ‘Con tutto il cuore’ da domani all’8 marzo

10 febbraio 202012:32

– Vincenzo Salemme torna per il secondo anno ‘fuori abbonamento’ al Teatro Diana con la sua commedia dei record ‘Con tutto il cuore’, dopo il successo nei principali teatri Italiani (Sistina di Roma con più di 30.000 spettatori in 24 repliche, Manzoni di Milano con più di 16.000 presenze in 18 repliche) e nello stesso teatro vomerese con circa 40.000 spettatori in 7 settimane. A Napoli da domani all’8 marzo, lo spettacolo farà poi tappa a Padova (11-15 marzo), Ferrara (17-18 marzo), Faenza (24 -26 marzo) fino al ritorno al Sistina di Roma dal 1 al 26 aprile. La commedia, ironica e graffiante, caratteristiche queste della scrittura di Salemme, affronta un tema di grande umanità, quello del trapianto, capace di solleticare l’immaginazione dell’artista, in un gioco degli specchi per svelare all’essere umano, sentimenti, emozioni del profondo che spesso l’uomo non osa svelare neanche a sè stesso.

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SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA. DIODATO VINCE SANREMO EDIZIONE N. 70

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AGGIORNAMENTO DALLE 17:28 DI GIOVEDì 06 FEBBRAIO 2020

ALLE 11:55 DI DOMENICA 09 FEBBRAIO 2020

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Musica: torna al Carlo Felice Adriana Lecouvreur di Cilea
Manca da Genova da 30 anni. Soprano Frittoli è Adriana

GENOVA06 febbraio 2020 17:28

– Manca dalle scene genovesi dal 1989 ma ‘Adriana Lecouvreur’ il 12 febbraio (ore 20) farà il suo debutto al Carlo Felice in un allestimento dell’Aslico con la regia, le scene e i costumi di Ivan Stefanutti. Stamani il sovrintendente Claudio Orazi ha presentato l’opera con Stefanutti, il direttore d’orchestra Valerio Galli e buona parte del cast. Stefanutti ha sottolineato l’idea di base della sua regia che prevede l’ambientazione della storia non nel Settecento (epoca in cui visse effettivamente l’attrice francese Adrienne Couvreur, in arte Lecouvreur) ma all’inizio del Novecento: “Trovo che Adriana – ha detto il regista – assomigli molto alle attrici che operavano al tempo di Cilea, un momento storico importante che vede affiancarsi al teatro musicale il cinema. Ho pensato a una celebre artista di quel periodo come Lyda Borelli e mi sono ispirato a lei, cercando anche di recuperare le atmosfere decadenti di allora, pur rispettando in pieno le didascalie di Cilea e del librettista Colautti”.
“E’ un’opera di grande raffinatezza – ha aggiunto Galli -.
Trovo che ci siano opere estremamente interessanti e fra queste Adriana occupa una posizione a sé per eleganza e costruzione musicale”. Il cast prevede Barbara Frittoli nel ruolo di Adriana, Marcelo Alvarez nella parte di Maurizio.

Accordo tra Eagle e Paramount PicturesPresentato il listino 2020 tra distribuzioni e produzioni

07 febbraio 202010:32

Un importante accordo tra Eagle Pictures e Paramount Pictures International è stato presentato a Roma. Il primo film è ‘A Quiet Place – Parte II’ horror con Emily Blunt in sala dal 16 aprile. “La verità sul caso Harry Quebert ci ha aperto nuove prospettive e opportunità per produrre più contenuti di qualità e lavorare con i migliori talenti europei e americani”, ha detto Tarak Ben Ammar, presidente della Eagle Pictures. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la Eagle sta collaborando con Spy Glass Group e 3 Mary Entertainment per realizzare un remake in lingua inglese di ‘Perfetti sconosciuti’, il film Paolo Genovese. In produzione o in arrivo nelle sale molte opere prime italiane: ‘Il talento del calabrone’ di Giacomo Cimini, thriller con Sergio Castellitto nel ruolo dello psicopatico attentatore e con Lorenzo Richelmy in quello di un anchor radiofonico (5 marzo); ‘Un figlio di nome Erasmus’ di Alberto Ferrari con Luca e Paolo accanto a Daniele Liotti e Ricky Memphis (19 marzo), commedia sul ritorno in Portogallo di quattro ex studenti oggi quarantenni che, a distanza di 20 anni dall’Erasmus, scoprono che uno di loro ha messo incinta una ragazza. E ancora, ‘Sul più bello’ di Alice Filippi (3 settembre), storia di una ragazza malata che vuole far innamorare il ragazzo più bello di tutti. Arriverà poi in sala, il 20 febbraio ‘Cattive acque’ di Todd Haynes con Mark Ruffalo e Anne Hathaway, basato su una vicenda realmente del 2016, la battaglia di un avvocato per denunciare un caso di contaminazione delle falde acquifere provocato da un’azienda chimica. Ci sarà poi il 9 aprile la commedia ‘La sfida delle mogli’ di Peter Cattaneo con Kristine Scott Thomas e Sharon Horgan con mogli di militari al fronte impegnate in un coro. Da Paramount arrivano poi blockbuster come ‘Sponge Bob 2’ (28 maggio); ‘Top Gun: Maverick’ con Tom Cruise (15 luglio); Infinite di Antoine Fuqua con Mark Wahlberg (20 agosto); ‘Without Remorse’ di Stefano Sollima (8 ottobre) e Coming 2 America con Eddie Murphy e Wesley Snipes (25 dicembre).

Ornella Vanoni, tante vite ma con la musica si volaLa signora della musica ospite di Alberto Urso per cover

SANREMO06 febbraio 202019:50

L’artista affermata e il giovane che cerca di farsi strada. Ornella Vanoni e Alberto Urso. La prima torna al festival di Sanremo come ospite nel duetto con il secondo, star di Amici. Una coppia assortita, non c’è che dire, unita dall’esibizione della cover La Voce del silenzio, omaggio ai 70 anni del festival di Sanremo. “Ne avevamo due – racconta Ornella -, questa e L’eternità. E’ stata Maria de Filippi poi a scegliere, d’accordo con Amadeus”. Alberto, seduto accanto a lei, mostra un rispetto reverenziale nei suoi confronti. “Io non devo dargli nessun consiglio a livello vocale, forse solo che deve essere più moderno. Deve saper cantare bene e avere un animo rock. Ah, no, deve stare anche attento a come muove le mani sul palco. Non deve agitarle troppo – ammonisce -. Ma tutti i giovani devono imparare la tenuta di palco, questa è una cosa che si impara con il tempo”. O con un corso di teatro, suggerisce. Alberto, tenore e polistrumentista 22enne originario di Messina che esplora le possibilità del pop-lirico senza precludersi la possibilità di altri generi (“anche il rap, perché no?”), intanto, è concentrato sul suo primo Sanremo. “Mi godo questa esperienza, che mi sta facendo crescere, poi l’uscita del repack di Il Sole ad Est che conterrà quattro nuovi inediti oltre al brano di Sanremo, e infine le prime date live. Nei progetti c’è anche l’idea di portare la mia musica all’estero”. Anche la Vanoni, che ad 85 anni non ne vuole sapere di andare in pensione, è al lavoro. “Sto preparando un disco che uscirà tra settembre e ottobre, con la produzione di Mauro Pagani e testi di Mario Lavezzi, Giuliano Sangiorgi, Roberto Vecchioni, Fabio Ilacqua e Marracash”. Ma è un fiume in piena e risponde a tutto, Ornella. Sulla polemica del playback usato da Al Bano e dai Ricchi e Poveri (“perché glielo hanno permesso? non va bene. Forse lo hanno usato perché con la bionda non si conoscevano più”), su Junior Cally (“se pensasse davvero quello che scrive, sarebbe da internare”), su Monica Bellucci (“non ha accettato di venire qui non per il testo del rapper, ma perché non le hanno dato abbastanza soldi”), su Iva Zanicchi (“dice che io la odio? Ma non ci penso nemmeno, le diedi solo un consiglio che evidentemente non ha gradito”), promuove Rula Jebreal e boccia Diletta Leotta. E tra le sue tante vite, attrice, scrittrice, cantante, non ha dubbi: “Ho scelto la musica perché con la musica si vola”.

‘L’assaggio’ di Roald Dahl con immagini BarrenetxeaPer la prima volta esce con le illustrazioni dell’autore basco

06 febbraio 202020:20

– ROALD DAHL, L’ASSAGGIO (DONZELLI, PP 61, EURO 16,00), CON ILLUSTRAZIONI DI IBAN BARRENETXEA. Una bottiglia di vino pregiato, ma niente etichetta, niente annata, niente località di provenienza. La sfida è apparecchiata. In palio c’è una posta da brivido. Esce ‘L’assaggio’, uno dei più avvincenti racconti di Roald Dahl, per la prima volta con le illustrazioni del basco Iban Barrenetxea, pubblicato da Donzelli nella traduzione di Bianca Lazzaro.
E’ la storia, accompagnata dal tratto raffinato e ironico di Barrenetxea, autore e illustratore di oltre una dozzina di album, di un invito a cena con suspence. A servirla è Dahl, uno dei più amati autori per ragazzi, l’autore di ‘La fabbrica di cioccolato, che a ogni portata semina indizi. Calici di cristallo, posate e candelabri d’argento, tovaglia di lino bianco e rose gialle fresche di giardino ornano la tavola di un’elegante casa londinese. Ma l’apparenza inganna. Nel libro, che ha avuto nove edizioni in Spagna, l’oggetto del mistero è una bottiglia di vino pregiato che il padrone di casa sfida l’ospite d’onore a riconoscere affidandosi al suo palato di fine intenditore.
Dalla penna di Dahl, morto nel 1990, sono nati personaggi indimenticabili come gli Sporcelli, Matilde, James e la pesca gigante, il Grande Gigante gentile e Willy Wonka della Fabbrica di cioccolato.

Sanremo: scaletta 7 febbraio, atteso GhaliSi esibiscono tutti i 24 big. Arrivano anche Dua Lipa e Nannini

SANREMO06 febbraio 202020:55

– Venerdì 7 febbraio all’Ariston, nel festival delle donne, arriva Dua Lipa, la popstar da oltre 6 miliardi di streaming e la cantante più giovane in assoluto ad avere raggiunto 1 miliardo di visualizzazioni su YouTube.
Presenterà per la prima volta in Italia Don’t start now, il primo singolo già certificato disco d’oro in Italia ed estratto da Future Nostalgia, il nuovo album in uscita il 3 aprile.
Atteso anche Ghali (protagonista anche sul Nutella Stage per le iniziative “Tra palco e città”) che presenterà un medley dei suoi successi e il secondo estratto dal suo nuovo album DNA, in uscita il 20 febbraio. Si esibisce anche Gianna Nannini con un estratto dal suo ultimo album di inediti “La differenza” e un medley.
Regine della serata, Antonella Clerici, che torna sul palco che l’ha già vista nelle vesti di conduttrice, e Francesca Sofia Novello, fidanzata di Valentino Rossi – che potrebbe essere all’Ariston.
Previsto ancora l’ospite fisso Tiziano Ferro e torna – dopo un giorno di pausa – il mattatore e badante 2.0 Fiorello. Tornano in scena tutti i 24 Campioni con le canzoni in gara.
Prima dell’inizio delle esibizioni sarà resa noto la classifica generale. A esprimere il proprio voto è la Giuria della Sala Stampa, Tv, Radio e Web. La media tra le percentuali di voto ottenute in serata e quelle ottenute nei giorni precedenti determinerà una nuova classifica generale.
Spazio anche ai quattro semifinalisti delle Nuove Proposte, tra i quali sarà incoronato il vincitore di categoria. I giovani si esibiranno in due coppie a sfide dirette e la votazione avverrà con sistema misto: Giuria Demoscopica, Giuria della Sala Stampa, Televoto. I due finalisti si affronteranno per la sfida finale.

Sanremo: Zarrillo apre la serata cover in coppia con LealiBrano scelto per duetto è Deborah

SANREMO06 febbraio 202021:17

– Tocca a Michele Zarrillo, in coppia con Fausto Leali, aprire la terza serata di Sanremo, dedicata alle cover dei grandi successi della storia del festival. Il brano scelto è Deborah.

Sanremo: Junior Cally canta Vado al massimo e cita SardineIn coppia con i Viito cambia il testo del brano di Vasco Rossi

SANREMO06 febbraio 202021:20

– Nella sua esibizione per la serata cover di Sanremo, il rapper Junior Cally ha scelto Vado al massimo, che propone in coppia con i Viito, e cambia il testo del brano di Vasco Rossi citando le Sardine: “In mezzo a questi pesci grossi preferisco le Sardine”.

19 settembre concerto a Campovolo contro violenza donneSul palco Amoroso, Nannini, Emma, Elisa, Pausini,Mannoia,Giorgia

SANREMO06 febbraio 202022:08

All’Ariston si torna a parlare di violenza contro le donne: un video punteggiato di microfoni rossi, ‘Una nessuna centomila’ è lo spunto per Amadeus per lanciare un grande concerto, sabato 19 settembre all’Arena Campovolo a Reggio Emilia, per raccogliere fondi per i centri anti violenza. Le testimonial sono Alessandra Amoroso, Giorgia, Fiorella Mannoia, Laura Pausini, Gianna Nannini, Elisa ed Emma, ciascuna con un simbolo rosso. “Quando una donna lotta – dice Pausini – in fondo lo fa per tutte le altre donne, perché mai più una donna debba subire delle violenze. Centomila come le voci del pubblico che noi speriamo sia con noi nel nostro grande concerto di settembre”. Nannini: “Ci siamo schierate ancora una volta perché non ne possiamo più. Basta con le donne vittime”.
Quello di Campovolo il 19 settembre sarà il più grande evento musicale di sempre contro le violenze di genere: Una. Nessuna.
Centomila. Il concerto. Centomila è il numero delle voci che potranno unirsi alle 7 protagoniste di questo incredibile spettacolo: 100 mila persone, 100 mila per le donne. In passato altre esperienze hanno visto queste grandi artiste italiane insieme per supportare delle cause importanti in eventi tutti al femminile. Ma per questo evento, hanno spiegato sul palco dell’Ariston, le 7 artiste non saranno da sole: ognuna di loro inviterà a cantare un collega, un uomo, perché questa volta per una causa così impellente, il messaggio che partirà dal palco deve essere universale, tutti insieme contro le violenze.I proventi del concerto verranno erogati a strutture selezionate sulla base di criteri di trasparenza e tracciabilità, ha spiegato “la ragioniera del gruppo” come si è autodefinita Fiorella Mannoia

Sanremo: Tiziano Ferro polemico su orario esibizioneSu Instagram, “Niente, anche stasera dopo mezzanotte”

SANREMO06 febbraio 202021:24

“Niente, anche stasera sono stato posizionato in scaletta dopo mezzanotte”. Tiziano Ferro dopo aver lanciato l’hashtag #fiorelloStatteZitto torna a cavalcare, su Instragram, la polemica sull’orario della messa in onda delle sue esibizioni, a suo parere oscurata evidentemente dagli interventi di Fiore.
“Mi era stato detto sarei passato prima”, scrive il cantautore che in un post amareggiato.
Ferro ha anche postato la foto del messaggio lasciato nel camerino di Fiorello per scusarsi della battuta, stigmatizzata anche da Amadeus. “Ciao Fiorello, ti chiedo scusa se ti ho provocato un dispiacere. Sono lo stesso che a dicembre – nel tuo programma – si prendeva in giro cantando con te le parole di ‘Me lo prendi papà’ su una mia canzone. E in quello spirito ho pensato fosse normale scherzare con te che sei il re dei comici.
Sono rammaricato – Torno a fare il cantante.
#TizianoStatteZitto” .

Sanremo: Ornella Vanoni nel mirino sui social per esibizioneha duettato con Alberto Urso in ‘La voce del silenzio’

SANREMO07 febbraio 202000:23

– Ornella Vanoni è tra gli artisti più chiacchierati sui social nel corso della terza serata del Festival di Sanremo. La cantante, che ha duettato con il tenore pop Alberto Urso sulle note della celebre ‘La voce del silenzio’, è finita nel mirino per le incertezze nel corso dell’esibizione e gli errori di ingresso nelle parti a lei assegnate nel duetto.

Sanremo: Achille Lauro porta Ziggy Stardust sul palco”Anima ribelle, simbolo di assoluta libertà artistica”

SANREMO07 febbraio 202001:26

– Achille Lauro, durante l’esibizione di stasera, nel duetto con Annalisa su Gli uomini non cambiano, ha portato sul palco dell’Ariston il suo omaggio a uno dei personaggi più iconici della scena pop e rock mondiale: Ziggy Stardust, uno dei tanti alter ego di David Bowie.
“Ziggy Stardust, anima ribelle, simbolo di assoluta libertà artistica, espressiva e sessuale e di una mascolinità non tossica”, afferma Lauro in una nota.
Achille Lauro, con trucco glam rock dell’epoca e parrucca ispirata a Ziggy, è sceso dalla scala dell’Ariston in un look gender fluid – firmato Gucci – indossando un completo di raso verde smeraldo.

Tosca in testa nella serata delle coverAl secondo posto Pelù, terzi i Pinguini. Bugo e Morgan ultimi

SANREMO07 febbraio 202002:04

– E’ Tosca ad aggiudicarsi la serata dedicata alle cover, in omaggio ai 70 anni del Festival di Sanremo. Dietro all’interprete romana, Piero Pelù e i Pinguini Tattici Nucleari. Il compito di votare questa sera era affidato all’Orchestra.
Questa la classifica completa: 1) Tosca 2) Piero Pelù 3) Pinguini Tattici Nucleari 4) Anastasio 5) Diodato 6) Le Vibrazioni 7) Paolo Jannacci 8) Francesco Gabbani 8) Rancore 10) Marco Masini 11) Raphael Gualazzi 12) Enrico Nigiotti 13) Rita Pavone 14) Irene Grandi 15) Michele Zarrillo 16) Achille Lauro 17) Levante 18) Giordana Angi 19) Elodie 20) Alberto Urso 21) Junior Cally 22) Riki 23) Elettra Lamborghini 24) Bugo e Morgan.

Sanremo: 9,8 mln con il 54.5% per la serata coverFestival 2020 ancora da record, miglior share dal 1997

SANREMO07 febbraio 202010:38

– Sanremo 2020 ancora da record.
Sono stati 9 milioni 836mila, pari al 54.5% di share, i telespettatori che hanno seguito in media su Rai1 la terza serata, dedicata alla cover dei grandi successi della storia del festival, che ha visto l’intervento del premio Oscar Roberto Benigni. In termini di share è il miglior risultato dal 1997, quando la terza serata del festival, condotto da Mike Bongiorno con Piero Chiambretti, fece segnare il 55.5%, e supera anche il boom della seconda serata (53.3%). L’anno scorso la terza serata del festival aveva raccolto in media 9 milioni 409mila spettatori con il 46.7% di share.
La prima parte della terza serata del festival (dalle 21.23 alle 23.47) ha fatto segnare 13 milioni 533mila telespettatori pari al 53.6% di share; la seconda (dalle 23.51 all’1.59, orario in cui l’Auditel chiude le rilevazioni, anche se lo show è andato avanti per qualche minuto) ha ottenuto 5 milioni 636 mila con il 57.2%. Nel 2019 la prima parte della terza serata (dalle 21.21 alle 23.53) aveva avuto 10 milioni 851mila spettatori con il 46.4%, la seconda (dalle 23.58 alle 00.51) 5 milioni 99mila con il 49%.

Maratona Infernale, a Sarzana viaggio nella Divina CommediaI 34 canti danteschi illustrati con luoghi suggestivi Paese

SARZANA07 febbraio 202011:58

– Arriva a Sarzana ‘Maratona infernale’ che dall’8 febbraio, nella sala consiliare di Palazzo civico, offrirà un viaggio a puntate nell’Inferno di Dante. Il docu-film realizzato dal regista Lamberto Lambertini propone una rilettura contemporanea dell’Inferno dantesco e illustra i versi del Sommo Poeta attraverso le immagini del patrimonio storico-artistico e naturalistico dell’Italia, contribuendo a far riscoprire la Divina Commedia e a promuovere i luoghi più suggestivi del nostro Paese. 34 canti infernali, restituiti in suggestive immagini dalla regia di Lamberto Lambertini – ideatore del progetto insieme a Paolo Peluffo per un inedito viaggio emozionale. I luoghi si intrecciano in un viaggio dove immagini, parole ed esperienza del territorio propongono una visione corale. Dal Nord alle Isole, le storie di vita dell’Italia e degli italiani dei giorni nostri fanno da sfondo alla voce del Poeta, attualizzando la cantica dantesca e restituendo un’opera di altissima fruibilità.
L’appuntamento è organizzato dalla Società Dante Alighieri della Spezia in collaborazione con il Comune di Sarzana. Questa prima proiezione riguarderà i canti I-V dell’Inferno e sarà preceduta dai saluti del sindaco Cristina Ponzanelli.
Gli appuntamenti successivi sono previsti per sabato 15 febbraio (canti VI-X), sabato 22 febbraio (canti XI-XV), venerdì 28 febbraio (canti XVI-XX), sabato 7 marzo (canti XXI-XXX) e sabato 21 marzo (canti XXXI-XXXIV). Ogni singola proiezione, della durata di circa 60 minuti, sarà introdotta dalla Società Dante Alighieri della Spezia.

‘Monet e gli Impressionisti’ da Parigi a Bologna57 capolavori dal Museo Marmottan Monet a Palazzo Albergati

BOLOGNA07 febbraio 202011:59

– Dal Museo Marmottan Monet di Parigi, la “casa dei grandi impressionisti”, a Palazzo Albergati di Bologna arrivano 57 capolavori di Monet e di grandi esponenti dell’Impressionismo francese con opere che lasciano il museo per la prima volta dalla sua fondazione nel 1934. Principalmente Monet, ma anche Manet, Renoir, Degas, Corot, Sisley, Caillebotte, Morisot, Boudin, Pissarro e Signac saranno protagonisti della mostra ‘Monet e gli Impressionisti.
Capolavori dal Musée Marmottan Monet’ dal 13 marzo al 12 luglio.
Il percorso espositivo vedrà primeggiare – accanto a capolavori cardine come Portrait de Madame Ducros (1858) di Degas, Portrait de Julie Manet (1894) di Renoir e Nymphéas (1916-1919 ca) di Monet – opere inedite per il grande pubblico perché mai uscite dal Musée Marmottan Monet. È il caso di Portrait de Berthe Morisot étendue (1873) di Manet, Le Pont de l’Europe, gare Saint-Lazare (1877) di Monet e Jeune Fille assise au chapeau blanc (1884) di Renoir. La mostra è organizzata dal Gruppo Arthemisia. VAI A TUTTE LE NOTIZIE DAL MONDO VAI ALLE NOTIZIE ECONOMICHE

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A Lucca unica data italiana John Legend
Il 5 luglio per il Summer festival

LUCCA07 febbraio 202012:44

– Al Lucca Summer unica data italiana del tour di John Legend. Il cantante, pianista e compositore americano si esibirà il 5 luglio per il festival lucchese dove era già stato nel 2015.
Nel cartellone 2020 del Lucca Summer figurano anche Paul McCartney, Celine Dion, Yusuf Cat Stevens, Liam Gallagher, Paolo Conte, Lynyrd Skynyrd, Nick Mason e Ben Harper.

Sanremo: volano ascolti, Fiorello si vestirà da coniglioSi diverte all’Altro Festival e conferma ‘tornerò su RaiPlay’

Sanremo: volano ascolti, Fiorello si vestirà da coniglioSi diverte all’Altro Festival e conferma ‘tornerò su RaiPlay’

SANREMO07 febbraio 202012:51

– Dopo una giornata di pausa al Festival, trascorsa con una fuga da Sanremo a Bordighera per giocare a tennis con Sinner, un premio conferitogli da Assomusica e una cena con Roberto Benigni, Fiorello riappare all’Altro Festival con Nicola Savino, in diretta a notte fonda su RaiPlay. Bocca cucita sui retroscena dei malumori con Tiziano Ferro dopo la battuta del cantante sul palco dell’Ariston con l’hashtag #fiorellostattezitto. In un tweet Fiorello annuncia invece di essere pronto ad onorare una promessa legata agli ascolti: vestirsi da Coniglio con il costume dello show Il cantante mascherato. Nella seconda puntata si era travestito da Maria De Filippi per lo stesso motivo.
Con un cappello nero regalatogli da Achille Lauro, lo showman era pronto a duettare con lui all’Altro Festival nella notte, ma il cantante non è arrivato. Si è inventato allora opinionista, scherzando con i cantanti in studio, dai Pinguini Tattici Nucleari a Bugo e Francesco Gabbani. Quest’ultimo, arrivato in studio vestito da astronauta come sul palco dell’Ariston, si è anche esibito in una valida performance alla batteria. Presenti tra i tavolini dello studio che ospita l’aftershow, in un’atmosfera informale da club, anche l’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini e la direttrice di Rai Play Elena Capparelli. In trasmissione Fiorello ha anche confermato il suo ventilato ritorno su RaiPlay ad inizio marzo.

Sanremo: ordine uscita quarta serata dei Big, primo JannacciLe esibizioni dei 24 cantanti in gara

SANREMO07 febbraio 202012:54

– Questo l’ordine di uscita di stasera, per i 24 big al festival di Sanremo: Paolo Jannacci, Rancore, Giordana Angi, Francesco Gabbani, Raphael Gualazzi, Anastasio, Pinguini Tattici Nucleari, Elodie, Riki, Diodato, Irene Grandi, Achille Lauro, Piero Pelù, Tosca, Michele Zarrillo, Junior Cally, Le Vibrazioni, Alberto Urso, Levante, Bugo e Morgan, Rita Pavone, Enrico Nigiotti, Elettra Lamborghini, Marco Masini.

Sanremo: Amadeus, fantastico rapporto Fiorello-FerroConduttore, nessuna polemica solo battuta infelice

SANREMO07 febbraio 202013:10

– “Tra Fiorello e Tiziano Ferro c’è un fantastico rapporto. Nessuna polemica. Vorrei difendere il senso di amicizia, di rispetto e di famiglia che c’è in questo festival”: lo ribadisce Amadeus, all’indomani dei retroscena sui malumori tra i due ospiti fissi del Festival, dopo l’hashtag lanciato da Ferro #fiorellostattezitto. “E’ stata una battuta infelice – taglia corto Amadeus – ma non c’è nessun problema tra i due. Fiorello è in perfetta forma, ieri sera mi è mancato molto. Tiziano è splendido e si è anche scusato con Fiorello.
Tutto continua con il clima che c’era prima”.

Sanremo: quarta serata ospiti Dua Lipa, Nannini, Ghali, CoezOltre a Fiorello e Tiziano Ferro

SANREMO07 febbraio 202013:31

– Per la quarta serata, stasera, tornano Fiorello e Tiziano Ferro, presenze fisse del Festival di Sanremo. Ma ci saranno anche Ghali, Gianna Nannini, Tony Renis, Coez e la popstar internazionale Dua Lipa.

Benigni, Sanremo può reggere il Cantico dei CanticiRegista chiama Amadeus. Salini, emozione enorme per la Rai

SANREMO07 febbraio 202013:36

– “Amadeus, è stato bellissimo averti vicino. Sei tu che ispiri poesia, sei il più grande conduttore mai visto. Non ho dormito ripensando all’emozione di ieri sera, portare il Cantico dei Cantici a Sanremo, la cosa più straordinaria che sia mai stata scritta. Sanremo può reggere il Cantico dei Cantici, è un’emozione enorme”. La telefonata di Roberto Benigni è la sorpresa della conferenza stampa di oggi al festival, che continua a macinare ascolti record. Durante la partecipazione del premio Oscar gli ascolti sono stati vicini al 60%.
Benigni cita tra i momenti più emozionanti “l’ingresso con la banda, come un Capo di Stato”. E poi: “Volevo salutare tutti i giornalisti e ringraziarvi con tutto il cuore e ringraziare te, Amadeus, tanto tanto. Tutto il mio cuore per voi”.
“Aver portato il Cantico dei cantici in prima serata a una platea di 15 milioni di spettatori è un’emozione enorme per la Rai e per tutti coloro che ci hanno seguito”. Sottolinea l’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini. “Grazie a Roberto Benigni che ci ha parlato di amore in un Festival in cui Amadeus ci fa riflettere su temi fondamentali come l’amicizia, la lotta incessante alla violenza contro le donne, la disabilità, l’inclusione e la coesione sociale”, conclude.

Sanremo: Novello, attacco ingiusto contro di meNovello, sul palco ci sono io, Valentino non verrà all’Ariston

Sanremo: Novello, attacco ingiusto contro di meNovello, sul palco ci sono io, Valentino non verrà all’Ariston

SANREMO07 febbraio 202013:41

– “Credo che la polemica di tutte le femministe sul passo indietro sia stato un attacco non troppo giusto nei miei confronti. Tante donne sono state le prime a bullizzare e fare del maschilismo contro di me”. Lo ha detto la modella Francesca Sofia Novello, in conferenza stampa al Festival di Sanremo. “Devo ringraziare Rula. Mi ha detto: ‘fregatene, non devi dimostrare niente a nessuno’. Sul palco ho sentito tanto la sua forza di stare dalla parte delle donne”.
“Io salgo sul palco come Francesca Sofia Novello. Per questo Valentino – il suo fidanzato, il motociclista Valentino Rossi ndr – non ci sarà. E’ in Malesia a fare i test. ma anche fosse stato in Italia non lo avrei voluto qui per evitare che succedesse quello che è successo a Georgina, ovvero che l’attenzione fosse spostata su Ronaldo. Comunque lei si è presa il suo merito”. Lo ha detto Francesca Sofia Novello, in conferenza stampa al festival di Sanremo.

Sanremo: Amadeus, per Dorelli porte aperte fino a sabatoL’attore aveva dato forfait

SANREMO07 febbraio 202014:15

– Per Johnny Dorelli sono sempre aperte le porte del festival: lo assicura Amadeus, dopo che l’attore ha dato forfait nella prima serata per un’indisposizione. “Dorelli – spiega Amadeus in conferenza stampa – mi ha chiamato personalmente lunedì per dire che purtroppo non si sentiva bene e martedì non ci sarebbe stato.
Gli ho detto: qualora ti sentissi meglio, le porte sono aperte fino a sabato, mi puoi chiamare anche il giorno prima. Finora non l’ho sentito, verificherò nel pomeriggio”.

Sanremo: Amadeus ai big, accettate con sorriso di fare tardiIl festival dura tanto, non mi sono pentito

SANREMO07 febbraio 202014:26

– “Mi piacerebbe che tutti accettassero con il sorriso di fare tardi. Questo Sanremo è così: ci sono 24 big in gara, e non ho voluto averne di meno, più tanti ospiti. Inevitabilmente il Festival diventa lungo ma non mi sono pentito”: lo spiega Amadeus, rispondendo ad una domanda sulla durata delle serate della kermesse.
“Intorno alle canzoni ovviamente va costruito uno show. Non possono esserci solo i pezzi in gara: non è mai stato così. Il Festival permette anche a chi ci precede e a chi arriva dopo di avere un risultato estremamente importante. I risultati delle serate, a cascata, illuminano poi l’intera giornata”, aggiunge.
La durata e la ricchezza delle serate sono “la cifra di questo Festival che non non può finire all’una e mezza per come è concepito”, spiega. “Io ho il ritmo radiofonico che mi permette di non sbrodolare, ma ci sono tante cose. Dormiremo poco questa settimana – conclude Amadeus – e di più dalla prossima”.

Dieci anni senza il genio McQueen, resta la leggendaHarriet Verney racconta stilista e le sue sfilate trasgressive

07 febbraio 202016:55

– Avrebbe compiuto 51 anni il prossimo 17 marzo, Alexander McQueen, lo stilista britannico scomparso l’11 febbraio di dieci anni fa, nel 2010. Troppo presto per non lasciare un grande vuoto in tutti coloro che lo amavano e che ne apprezzavano il genio creativo. Lui, figlio di un tassista nato a Lewisham, in Gran Bretagna, divenuto presto uno stilista iconico. “Una leggenda” come lo definisce in un’intervista in occasione dell’ anniversario una sua stretta collaboratrice Harriet Verney, oggi editor di Love Magazine, che ha selezionato personalmente alcuni capi storici d’archivio di Alexander McQueen per un omaggio su Vestiaire Collective: dal Tiger Dress al Wool Dress fino ai Bumpster Trousers. The Tiger Dress, che è uno dei 2 realizzati, originariamente indossato da Stella Tennant durante la sfilata The Hunger (Spring96), The Wool Dress, che è il look 17 della sfilata “The Overlook” del 1999, una collezione poetica ispirata dal film horror The Shining e in cui ha mostrato tutta la sua maestria. McQueen lascia la scuola all’età di 16 anni per lavorare a Savile Row, per Gieves & Hawkes e per i celebri costumisti teatrali Berman & Nathans, all’età di 20 anni si trasferisce a Milano e collabora con Romeo Gigli. Nel ’92 ritorna a Londra per completare la propria formazione presso la prestigiosa Saint Martin’s School of Art. Nel 1996 McQueen viene assunto come direttore creativo di Givenchy al posto di John Galliano, dove rimarrà, fra alti e bassi, fino al 2001, anno in cui abbandonerà la maison definendola costrittiva per la propria creatività. In questo periodo Alexander McQueen fa conoscere il proprio nome nella scena dell’alta moda con sfilate trasgressive e scioccanti, al punto di essere definito “hooligan della moda”.

Pamela, rom in cerca di sè e del mondoIn sala dal 5 marzo ‘Sola al mio matrimonio’ di Marta Bergman

07 febbraio 202017:11

– Trovare se stessa e un mondo più grande di quello al quale sembra destinata. E’ il motore (universale) che dà il via al viaggio di Pamela (Alina Serban), giovane ragazza madre rom, protagonista di Sola al mio matrimonio, opera prima di fiction della documentarista Marta Bergman, che dopo il debutto nel 2018 ad Acid Cannes, la sezione autonoma e parallela del Festival, dedicata al cinema indipendente, e la conquista di vari premi in altre rassegne (dall’International Women’s Film Festival of Salé in Marocco al Rome Independent Film Festival) arriva in sala dal 5 marzo con Cineclub Distribuzione Internazionale.
La romena Marta Bergman, già realizzatrice di vari documentari sulla comunità rom, si è ispirata “a tante donne, come Pamela, che ho incontrato – spiega a Roma, la cineasta, già al lavoro sul suo secondo film di fiction -. Volevo che il personaggio fosse veritiero e al tempo stesso con un lato romanzesco. Pamela alla fine fa una scelta che nella vita reale, forse sarebbe stata diversa”. Piena di vita, ribelle, mamma di una bambina piccola, senza lavoro e senza istruzione, schiacciata da una vita difficile con la nonna (Viorica Tudor), in un villaggio rom alle porte di Bucarest, Pamela, decide di cercare una vita diversa rivolgendosi a un’agenzia matrimoniale per sposare un uomo straniero (” i nostri non ti rispettano” spiega). Una strada per poter aiutare economicamente dall’estero la sua famiglia che pare realizzarsi, quando online, incontra Bruno (Tom Vermeir) belga timido e introverso, che fatica ad esprimere le proprie emozioni. Pamela, pur sapendo solo qualche parola di francese, una notte lascia la figlia, la nonna e la Romania per il Belgio, per iniziare un complesso percorso di conoscenza con Bruno, fra mancanze, sogni, dolori, errori e nuove scelte.

75 anni Bob Marley, via celebrazioni per re reggaeSu YouTube video animato Redemption Song, ultima hit prima morte

07 febbraio 202017:14

– Il 2020 all’insegna di Bob Marley. Il re del reggae nasceva infatti il 6 febbraio del 1945 e quest’anno avrebbe compiuto 75 anni se un cancro non lo avesse stroncato a soli 36 anni nel 1981. Quasi quarant’anni dopo la sua morte, il suo mito rivive grazie ad una serie di iniziative chiamate semplicemente ‘MARLEY75’.
La prima in ordine di tempo un video in versione animata di uno dei suoi brani più significativi, ‘Redemption Song’, ultima traccia dell’album ‘Uprising’, uscito nel 1980, un anno prima della sua morte. Il video, pubblicato su YouTube, è opera degli artisti francesi Octave Marsal e Theo De Gueltzl e svela, con un’animazione mozzafiato, oltre duemila e 700 disegni originali con l’aggiunta di potenti simboli che amplificano la grandezza dei testi senza tempo della canzone e la loro importanza nel mondo attuale.
Il video evidenzia non a caso il contributo di Bob alla crescita della civiltà nera nonché la sua manifestazione di speranza per tutta l’umanità. “Dalla storia della schiavitù e della Giamaica – hanno spiegato Marsal e De Gueltzl – la cultura rastafariana, l’eredità dei profeti (Haile Selassie, Marcus Garvey, Malcolm X), così come la vita personale di Bob, accompagniamo il pubblico in un viaggio attraverso allegorie e rappresentazioni”. Si tratta infatti di una canzone rivoluzionaria che esorta le persone a liberarsi dalle catene mentali auto-imposte di cui Marley ne registrò una versione esclusivamente acustica, con lui che canta e suona una chitarra folk, senza accompagnamento.

Moda: Liu Jo lancia collezione gioielliLa capsule “Cuore” nella mostra “Be a Sweetheart”

07 febbraio 202017:43

– Liu Jo Luxury presenta in anteprima la capsule “Cuore” nella mostra “Be a Sweetheart, Il cuore nel gioiello moda”, organizzata da Homi Fashion & Jewels in collaborazione con il Poli.Design del Politecnico di Milano a Palazzo Giureconsulti, dall’8 al 18 febbraio a Milano, dedicata, giustappunto nel periodo di San Valentino, alle interpretazioni del cuore nella gioielleria fashion, nelle sue declinazioni in equilibrio tra arte e moda, sacro e profano, amore e sentimenti.
La capsule Liu Jo è caratterizzata da un design innovativo in cui la trama merlettata esprime il connubio tra femminilità e glamour. Cuori per collane, bracciali e orecchini.
“Il cuore – spiega l’ad di Liu Jo Luxury Bruno Nardelli – è un must delle nostre collezioni di gioielli e in questi dodici anni lo abbiamo proposto attraverso numerose rivisitazioni che hanno ottenuto sempre grande successo. Le collezioni di gioielli, visto il riscontro positivo sul mercato, sono e continueranno ad essere tra gli elementi caratterizzanti dell’offerta Liu Jo Luxury”. Con circa 120 milioni di fatturato e quasi tre milioni di pezzi venduti negli ultimi 12 anni Liu Jo Luxury, brand extension di Liu Jo per orologi e gioielli, rientra nel segmento di mercato del lusso accessibile. Il brand di gioielli e orologi nato come licenza di Liu Jo e che faceva capo alla Nardelli Luxury di Bruno Nardelli, è diventato nel 2017 Liu Jo Luxury Srl, joint venture di Liu Jo con Nardelli. La nuova società, vede Bruno Nardelli come ad e come presidente Marco Marchi, amministratore unico di Liu Jo, è nata con l’obiettivo di consolidare il posizionamento di Liu Jo Luxury sui mercati esteri, qualificandone la visibilità a livello internazionale.

Oscar: E’ qui la festa? La party guide della statuettaDal Governors Ball alle festa di Elton John, Madonna, Beyoncé

07 febbraio 202017:46

– Tra red carpet, viewing party e vip lounge la mondanità è di scena a Los Angeles in attesa della grande notte del cinema. La cerimonia per la 92ma edizione degli Oscar domenica sera è solo la ciliegina sulla torta di una serie di celebrazioni ed eventi a cui partecipano vip e celebrities e che fanno della città degli angeli uno dei luoghi più desiderati in questo periodo dell’anno. Il clou degli eventi in quella che è stata una settimana di iniziative sarà naturalmente sabato 8 e domenica 9 febbraio. In calendario il Film Independent Spirit Awards con quello che è considerato il party per eccellenza nel mondo dei film indipendenti oppure la cena organizzata dall’imprenditore inglese Charles Finch con la casa di moda francese Chanel.
Un altro degli eventi a cui non mancare è l’annuale post cerimonia, il Governors Ball dedicato ai vincitori: oltre mille e 500 invitati. Un esercito di 200 persone sarà in cucina per preparare un menu’ che per il 70% sarà ‘plant-based’ ossia a base vegetale. Un appuntamento fisso agli Oscar è anche il Vanity Fair Oscar Viewing Dinner and After Party. Per il 28mo anno ci sarà anche Elton John AIDS Foundation Oscar Viewing Party con naturalmente una raccolta fondi a sostegno della fondazione per la lotta all’Aids. Per celebrare le sue sei nomination viewing dinner e after party con menu coreano per il film Parasite.
In campo anche la coppia più famosa dello show business Beyoncé e Jay Z che hanno organizzato per la terza volta l’evento Gold Party, tra gli ospiti previsti Rihanna, Drake, Diddy, Ava DuVernay, Spike Lee, Mahershala Ali. Un altro evento esclusivo è il Madonna e Guy Oseary (suo manager) After Party.
Sarà in una residenza privata. In programma party anche da parte di Netflix e Warner Bros. si s.

Sanremo: Fiorello, Tiziano ed Amadeus insieme alle provePosano abbracciati in teatro, gesto di distensione dopo bufera

SANREMO07 febbraio 202019:21

– Prove tecniche di pace all’Ariston dove, durante le prove, Fiorello e Tiziano Ferro hanno posato per una foto abbracciando, al centro, Amadeus. Un gesto che sembra archiviare due giorni di tensione dopo che Ferro aveva lanciato l’hashtag #fiorellostattezitto causando il malumore dello showman, in particolare per i commenti degli haters che si erano scatenati subito dopo sui social.

Il testo di Albachiara ‘accende’ il paese di ZoccaRegalo dei compaesani per il 68/o compleanno di Vasco Rossi

MODENA07 febbraio 202019:46

– Il testo di Albachiara di Vasco Rossi illumina Zocca, il Comune da 4.500 residenti sull’Appennino Modenese dove il rocker è nato e cresciuto. Un po’ come è successo a Bologna con le luminarie dedicate a Lucio Dalla, infatti, anche i cittadini di Zocca hanno voluto celebrare il Blasco (in questo caso nel giorno del suo 68esimo compleanno) ‘accendendo’ le parole di una canzone in particolare: Albachiara.
L’evento ha dato vita a una vera e propria festa di paese, questa sera a partire dalle 19, che ha visto il suo culmine nella proiezione di un video messaggio proprio di Vasco Rossi per i suoi compaesani: “Ciao a tutti – le parole del Blasco – dalle colline di Hollywood mando un grosso abbraccio e un bacio grandissimo al mio adorato paesello natio e a tutti voi. Vi ho sempre nel cuore. Sono molto contento che festeggiate il mio compleanno. Le luminarie con le frasi di Albachiara sono state un pensiero stupendo, mi commuovo quasi. Vi abbraccio tutti.
Divertitevi più che potete”.

Sanremo: Fiorello canta Montagne verdi su note di GeneraleSotto il coniglio c’è Maria de Filippi

SANREMO07 febbraio 202021:58

– Sotto il coniglio c’è Maria de Filippi: Fiorello ripropone all’Ariston la parodia di dus ere fa e rivela: “Sotto lo smoking ho la tutina di Achille Lauro”. Poi scherza con Amadeus: “Sembro Caniggia, oppure uno di Gomorra 3.
E’ un festival straordinario. C’è Don Matteo, Il Cantico dei Cantici con Benigni pazzesco ieri sera, poi c’era Cristiano.
Insomma c’è del vaticanismo qui”.
Accenna alla “polemicuccia” con Tiziano Ferro, “sei tu, è colpa tua”, dice ad Amadeus. Poi lancia la sfida. “Se la puntata di stasera andrà bene, tocca a te domani iniziare con questa parrucca il festival”. Poi, “con il trucco di Maria, la testa da coniglio in mano e la tutina di Achille Lauro” Fiorello canta Montagne verdi sulla musica di generale di De Gregori.

Sanremo: Antonella Clerici sontuosa in rosso fuoco”Dopo di te festival non sarà più come prima”, dice ad Amadeus

ANREMO07 febbraio 202022:31

– Per tornare all’Ariston, Antonella Clerici ha scelto un abito dei suoi: sontuoso, rosso fuoco tempestato di strass. Entra in scena e dice ad Amadeus: “Dopo di te il festival non sarà più come prima e non potrà finire prima delle tre-quattro di notte”, ironizzando sulla durata monstre delle serate e sulle gaffe in conferenza stampa del direttore artistico.

Sanremo: Fiorello-Tiziano Ferro, duetto e bacio sulle labbraIl duetto sulle note di Finalmente tu

SANREMO07 febbraio 202022:52

– Il duetto sulle note di Finalmente tu e il bacio sulle labbra: con un fuori programma si celebra sul palco dell’Ariston la pace tra Fiorello e Tiziano Ferro dopo le tensioni delle ultime ore.
Sulla standing ovation per Ferro, entra sul palco Fiorello che lo abbraccia. “Nel ’96 – racconta Tiziano – alla mia prima gara di karaoke a Latina mi piazzai al terzo posto con Finalmente tu, un pezzo di Fiorello, e vinsi un’autoradio che oltre alla cassetta aveva il display digitale”. Di qui l’idea di cantarla insieme: “Avevo il sogno di fare questa cosa a Sanremo da prima che iniziasse il festival, dice Fiorello”. Accennano il refrain e su “Voglio guardare addormentarsi gli occhi tuoi…”, mentre incrociano intensamente gli sguardi, Fiorello bacia a sorpresa Tiziano sulle labbra e commenta: “Ti posso dire? C’è del bacismo!”. Poi saluta Victor, il marito di Ferro.

Sanremo: Ghali giù per le scale, ma è solo entrata a effetto (2)attacca a cantare un medley dei suoi successi.

SANREMO08 febbraio 202000:20

– Vincenzo Mollica annuncia Ghali, il rapper appare in cima alle scale e poi rotola giù. Paura, ma in realtà è solo un’entrata a effetto. E chi scivola non è neanche lui, ma una controfigura con una maschera che ha le fattezze di Ghali stesso. Il cantante entra in scena poco dopo, anche lui con maschera, e attacca a cantare un medley dei suoi successi.

Sanremo: Gianna Nannini travolge l’Aristonil pubblico, in piedi, ha acclamato la rocker

SANREMO08 febbraio 202001:12

– Tifo da stadio per Gianna Nannini all’Ariston: il pubblico, in piedi, ha acclamato la rocker che si è esibita in un medley dei suoi successi, Ragazzo dell’Europa, Meravigliosa creatura, Sei nell’anima. Prima aveva cantato Motivo con Coez.

Sanremo: Achille Lauro è la Marchesa Casatimusa ispiratrice di artisti come Marinetti, Depero, Balla

SANREMO08 febbraio 202001:35

– Achille Lauro per la terza performance sul palco dell’Ariston ha interpretato la Marchesa Luisa Casati Stampa. La nobildonna, figlia di ricchi commercianti di tessuti vissuta a cavallo tra ‘800 e ‘900, è stata musa ispiratrice dei più grandi artisti dell’epoca, tra i quali Filippo Tommaso Marinetti, Fortunato Depero, Giacomo Balla e Man Ray. Grande mecenate, è stata di una delle protagoniste della bell’epoque a Venezia, città che scelse come il proprio palcoscenico.
Lauro sceglie la Marchesa Casati perché amante dell’arte al punto di diventare essa stessa un’opera. Insofferente a regole e convenzioni, di cui – appunto – si è sempre fregata.
“È un personaggio iconico e mistico che mi ha colpito. Musa inarrivabile, eterea e decandente”.
Lauro ha interpretato questo personaggio istrionico ed eclettico, scegliendo un look disegnato da Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci. In testa, uno scenografico copricapo di piume con inserti di cristalli. Sotto, un abito di chiffon nero completamente trasparente e dei collant tailor made, con motivo geometrico di cristalli neri. A sorpresa, Lauro ha estratto da uno speciale guanto un rossetto Gucci con cui si è truccato le labbra.
La figura della Marchesa Casati, con la sua vita controversa, è stata un personaggio di grande rottura e in anticipo sui tempi: performer prima della performing art. Si circondava di un’umanità complessa variegata, frequentando i massimi intellettuali dell’epoca ma anche la gente di strada, eccentrica al punto da diventare anch’essa un’icona.
La direzione creativa di tutte le performance di Achille Lauro è seguita personalmente da Lauro con Nicoló Cerioni e la direzione del progetto è del manager Angelo Calculli.

Morgan cambia il testo, Bugo abbandona. SqualificatiColpo di scena , Fiorello corre in soccorso

SANREMO08 febbraio 202002:37

Colpo di scena all’Ariston. A esibizione iniziata del brano Sincero, Morgan si interrompe. Sul palco non c’è Bugo. Il clamoroso abbandono della scena da parte di Bugo sarebbe legato alla decisione di Morgan di cambiare il testo della canzone, rinfacciandogli “la tua brutta figura di ieri sera”. Dopo lo stop all’esibizione di Bugo e Morgan, tocca a Fiorello correre ai ripari e lo showman non si perde d’animo. Prima ammette: “Non ho capito niente di quello che è successo”. Poi, rivolto ad Amadeus, ironizza: “Proclamiamo il vincitore stasera, così ce ne andiamo a casa”. E ancora: “Uno in meno, meglio così”. COSI’ MORGAN HA CAMBIATO IL TESTO:   “Le brutte intenzioni, la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera, la tua ingratitudine, la tua arroganza, fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa”, “ma tu sai solo coltivare invidia”, “ringrazia il cielo se sei su questo palco, rispetta chi ti ci ha portato dentro e questo sono io”. In questo modo Morgan ha modificato il testo della canzone Sincero, provocando l’uscita di scena di Bugo che ha interrotto la performance sul palco dell’Ariston.QUESTO IL TESTO ORIGINALE:TESTO BUGO E MORGANTesti canzoni Bugo e Morgan, leggi il testo di “Sincero”:Le buone intenzioni, l’educazione
La tua foto profilo, buongiorno e buonasera
E la gratitudine, le circostanze
Bevi se vuoi ma fallo responsabilmente
Rimetti in ordine tutte le cose
Lavati i denti e non provare invidia
Non lamentarti che c’è sempre peggio
Ricorda che devi fare benzina
Ma sono solo io
E mica lo sapevo
Volevo fare il cantante
Delle canzoni inglesi
Così nessuno capiva che dicevo
Vestirmi male e andare sempre in crisi
E invece faccio sorrisi ad ogni scemo
Sono sincero me l’hai chiesto tu
Ma non ti piace più
Scegli il vestito migliore per il matrimonio
Del tuo amico con gli occhi tristi
Vai in palestra a sudare la colpa
Chiedi un parere anonimo e alcolista
Trovati un bar che sarà la tua chiesa
Odia qualcuno per stare un po’ meglio
Odia qualcuno che sembra stia meglio
E un figlio di puttana chiamalo fratello
Ma sono solo io
Non so chi mi credevo
Volevo fare il cantante
Delle canzoni inglesi
Così nessuno capiva che dicevo
Vestirmi male e andare sempre in crisi
E invece faccio sorrisi ad ogni scemo
Sono sincero me l’hai chiesto tu
Ma non ti piace più
Abbassa la testa, lavora duro
Paga le tasse buono buono
Mangia bio nei piatti in piombo
Vivi al paese col passaporto
Ascolta la musica dei cantautori
Fatti un tatoo, esprimi opinioni
Anche se affoghi rispondi sempre
Tutto alla grande
Però di te m’importa veramente
Aldilà di queste stupide ambizioni
Il tuo colore preferito è il verde
Saremo vecchi indubbiamente ma forse meno soli
Volevo fare il cantante
Delle canzoni inglesi
Così nessuno capiva che dicevo
Essere alcolizzato spaccare i camerini
E invece batto il cinque come uno scemo
Sono sincero me l’hai chiesto tu
Sono sincero me l’hai chiesto tu
Ma non ti piace più
Ma non ti piace più
Ma non ti piace”Bugo e Morgan non rientrano. Si tratta di defezione, quindi da regolamento sono squalificati dal festival di Sanremo”. Lo annuncia Amadeus dal palco dell’Ariston. “Li considero due grandi artisti e la loro è una bellissima canzone, come le altre 23. Spiace che non siano qui a cantare”.

Sanremo: 9,5 mln e il 53.3% per la quarta serataMiglior media share dal 1999. Ascolti prima parte al top da 2013

SANREMO08 febbraio 202010:16

– Sono stati 9 milioni 503mila, pari al 53.3%, i telespettatori che hanno seguito ieri in media la quarta serata del Festival di Sanremo, che ha incoronato Leo Gassmann vincitore tra le Nuove Proposte e ha visto poi, in chiusura, la squalifica di Bugo e Morgan.
L’anno scorso la quarta serata del festival aveva raccolto in media 9 milioni 552mila spettatori pari al 46.1% di share. Il festival di Amadeus continua a fare il pieno di ascolti, mantenendosi ancora sopra la media di 9,5 milioni e bissando lo share della seconda serata. Il 53.3% rappresenta la miglior media per la quarta serata dal 1999, quando l’edizione condotta da Fabio Fazio, con Laetitia Casta e Renato Dulbecco, fece segnare il 54.06%.
La prima parte della quarta serata (dalle 21.35 alle 23.54) ha raccolto 12 milioni 674mila telespettatori con il 52.3% di share, centrando il miglior risultato dal 2013; la seconda (dalle 23.58 all’1.59, ultimo minuto monitorato da Auditel, ma lo show è finito intorno alle 2.20) ha avuto 5 milioni 795mila con il 56%. Un anno fa la prima parte della quarta serata del festival (dalle 21.24 alle 23.39) aveva avuto 11 milioni 170mila spettatori con il 45.5% di share, la seconda (dalle 23.43 alle 00.51) 6 milioni 215mila con il 48.6%.

Legge libro: Franceschini, aiuta a recuperare ritardo Italia

FIRENZE08 febbraio 202012:05

– Abbiamo appena approvato la nuova legge sul libro che aiuta a recuperare un ritardo storico dell’Italia in materia di letture e di museo del libro. La legge sul libro consentirà anche di tenere aperte molte librerie che non hanno solo un valore commerciale ma anche culturale”. Lo ha detto il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini a margine di un’iniziativa a Firenze per i 200 anni del Gabinetto Viesseux.

Mostre: Previati ‘tra simbolismo e futurismo’ a FerraraOmaggio al Castello Estense nel centenario della morte

FERRARA08 febbraio 202012:13

– La sua città natale, Ferrara, rende omaggio a Gaetano Previati nel centenario della morte con una mostra al Castello Estense dal 9 febbraio al 7 giugno.
Organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Contemporanea, che conservano un vasto fondo di dipinti e opere su carta dell’artista, la rassegna ‘Tra simbolismo e futurismo’ presenta un centinaio di opere, accostando olii, pastelli e disegni delle collezioni civiche ferraresi ad un nucleo di opere concesso in prestito da collezioni pubbliche e private. Completano la selezione alcuni documenti inediti.
L’esposizione mette in risalto la tensione costante nella ricerca di Previati verso il superamento dei tradizionali confini della pittura “da cavalletto”, intesa come mezzo espressivo, codice visivo o modalità di interazione con il pubblico. Affascinato dall’espressione dei sentimenti e dall’impegno nei grandi formati per la sua educazione tardoromantica, l’artista mette in gioco un approccio sperimentale ai soggetti e ai meccanismi della visione che gli permette di raggiungere esiti inediti. La sua ricerca occupa un ruolo di snodo nel rinnovamento dell’arte italiana al volgere del secolo: Previati è stato considerato un erede dei maestri del passato, una figura guida del divisionismo italiano, ma anche un esempio per i giovani futuristi.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Torna a Barolo festival Collisioni il 18 e 19 luglio
La domenica sul palco cantautore Coez, biglietti dal 10/2

TORINO08 febbraio 202013:05

– Torna il festival Agrirock di letteratura e musica in collina, che da oltre dieci anni raduna in Piemonte nelle Langhe decine di migliaia di persone per assistere agli incontri e ai concerti nelle diverse piazze di Barolo.
L’appuntamento con la XII edizione sarà per sabato 18 e domenica 19 luglio: un ricco programma di incontri, concerti e spettacoli terrà impegnato il popolo dell’agrirock che da tutta Italia e dall’estero raggiungerà il piccolo borgo piemontese.
Sarà il cantautore italiano Coez a salire sul palco di Collisioni domenica 19 luglio, nella sua unica data in Piemonte.
Consacrato l’anno scorso come uno degli artisti di maggior successo in Italia, nel gennaio 2019 ha presentato in anteprima il nuovo singolo È sempre bello a Milano e Roma, il più ascoltato su Spotify Italia nel 2019, Biglietti in vendita da lunedì 10 febbraio.

“Canta Napoli” alla Reggia di CarditelloDal 15 febbraio concerti Bruno,Sarnelli,CaponiBrothers,PietrArsa

NAPOLI08 febbraio 202014:03

– La musica napoletana protagonista negli spazi della Reggia Borbonica di Carditello a San Tammaro (Caserta). A partire da sabato 15 febbraio, è in programma la prima edizione di “Carditello canta Napoli”, rassegna di quattro concerti organizzata dalla Fondazione Real Sito di Carditello in collaborazione con l’associazione Studio Tema. Napoli nel jazz, nel pop, nello swing e nella musica etnica con le proposte di Marina Bruno, Monica Sarnelli, Caponi Brothers, Mimmo Maglionico e PietrArsa che animeranno, fino al prossimo 28 marzo, la prima programmazione serale del ritrovato complesso borbonico del casertano. Un percorso storico e musicale che abbraccia epoche e stili diversi e che, nell’ambito della più ampia programmazione di “Carditello Spring”, integra le visite serali al sito storico ampliando alla musica la sua proposta culturale.
Si comincia sabato prossimo con la cantante Marina Bruno, al suo quarto disco da solista, già protagonista del capolavoro di Roberto De Simone “La Gatta Cenerentola”. In scena con il suo quintetto presenterà “Parthenoplay”. Il cartellone prosegue, sabato 29 febbraio, con Monica Sarnelli e la sua “Napoli@colori”, titolo sia del live che di un’imponente produzione discografica (4 album e 68 canzoni) dell’artista. Si continua, sabato 14 marzo, con lo swing di marca partenopea dei Caponi Brothers, gruppo rivelazione del 2019. Sabato 28 marzo, conclusione con la prima nazionale di “Mille volte meglio briganti” di Mimmo Maglionico ed i PietrArsa, realtà consolidata della world music internazionale che, per Carditello, propone un repertorio che attraversa anche in chiave storica la tradizione musicale popolare e contadina della regione Campania.

Martinez, gli angeli custodi dei personaggi famosiCome medium 36 autori, poi anche una mostra

MILANO08 febbraio 202014:39

– Dall’angelo custode di Franz Kafka, fino a quello di Adolf Hitler, e persino di Gesù. Filippo Martinez, artista poliedrico, regista, scrittore, sceneggiatore, ha dedicato un progetto a queste figure, con un libro, ‘Angeli Custodi Arcangeli e Milton Friedman’ (edito da Autori d’Impresa, 368 pp), al quale seguirà una mostra di 139 dipinti di altrettanti angeli custodi di personaggi famosi, viventi e non, realizzati dallo stesso autore che si cimenta così anche come pittore.
Una cinquantina di questi dipinti è contenuta nel volume scritto con il contributo di 36 autori (storici, teologi, monaci zen, scrittori, filosofi, giornalisti, sceneggiatori, musicisti) che hanno assunto il ruolo di medium, trascrivendo le voci di questi angeli custodi che raccontano i loro protetti. “Gli angeli custodi – scrive Filippo Martinez, 68 anni, nato a Oristano – sono l’infanzia del nostro desiderio di trascendenza”.

Franceschini, A Firenze un museo della lingua italianaSopralluogo a S.Maria Novella

FIRENZE08 febbraio 202017:51

– Potrebbe trovare casa in una parte del grande complesso di Santa Maria Novella a Firenze, che il ministro di Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini ha visitato oggi, il nuovo Museo della lingua italiana. Poche settimane fa, durante un’iniziativa in Palazzo Vecchio, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva lanciato la proposta di far sorgere la nuova struttura proprio nel capoluogo toscano, nella città dove dal 1583 ha sede l’Accademia della Crusca, la più antica accademia linguistica del mondo. Quello di creare un museo della lingua è un’idea avanzata da tanti importanti italianisti e non è stata più abbandonata da quando fu inaugurata, nel 2003, la grande mostra sulla lingua italiana agli Uffizi a Firenze, ‘Dove il sì suona. Gli italiani e la loro lingua’.
Franceschini, accompagnato dal sindaco di Firenze Dario Nardella e dall’assessore comunale alla cultura Tommaso Sacchi, ha svolto un sopralluogo nel complesso monumentale di Santa Maria Novella, che da una parte si affaccia sulla stazione ferroviaria e dall’altro sulla piazza dell’omonima basilica. In particolare la visita si è concentrata sull’ala che si affaccia su via della Scala, grande circa 2500 metri quadri. “C’è un’idea molto bella su cui hanno lavorato studiosi – ha detto il ministro – che hanno invitato lo Stato italiano ad avere un luogo che ricordi il lungo percorso della lingua italiana.
L’idea è molto positiva, non mi pare ci sia città più adatta di Firenze, e quindi stiamo ragionando su quello”. Franceschini ha spiegato che il futuro museo dovrà essere in collegamento con l’Accademia della Crusca, e ha sottolineato che il fatto che “questo progetto si realizzi mentre stiamo per entrare nei 700 anni dalla morte di Dante assume un significato ancora più forte”.

In mostra gli Oggetti migranti di Peggy GuggenheimA Venezia collezione arte non occidentale

VENEZIA08 febbraio 202018:26

– Nel 1959, una decina d’anni dopo la decisione di stabilirsi ‘quadri e bagagli’ a Venezia, sistemando nel palazzo sul Canal Grande i Picasso, i surrealisti e le opere del suo “protetto” Pollock, Peggy Guggenheim acquista a New York il suo primo nucleo di oggetti d’arte non occidentale, dall’ Africa all’Oceania alle Americhe. “Dodici fantastici oggetti” scrive nelle sue memorie; nucleo primario di una “nuova” collezione, accanto e in sintonia con quella dedicata alle massime espressioni delle avanguardie del ‘900, che nel giro di poco meno di un decennio aumenta di numero.
Dal 15 febbraio al 14 giugno, 35 opere non occidentali raccolte da Peggy saranno esposte nella mostra “Migrating objects”, nelle sale di Palazzo Venier dei Leoni.
A dare solo ascolto alle parole della collezionista-mecenate riguardo alle ragioni dell’acquisto – “Non riuscii a comprare niente di ciò che volevo, così mi dedicai a un altro campo” (Una vita per l’arte, Rizzoli) – forse il team di esperti che ha curato la mostra non avrebbe lavorato due anni prima di alzare il velo su una esposizione solo apparentemente “di nicchia”. Nel porsi in relazione con oggetti che originariamente avevano funzioni ben diverse da quelle di essere collezionate – maschere tribali, sculture funebri, copricapo per cerimonie religiose e tanto altro – forse in Peggy scattavano altre “molle”. Sullo sfondo da non escludere un gesto di ripicca verso l’ex marito, l’artista surrealista Max Ernst, che aveva riempito di questi artefatti la loro casa newyorkese negli anni ’40 prima della separazione, o le suggestioni di come questi oggetti erano entrati negli studi degli artisti del suo cotè, che se ne erano poi appropriati per i loro lavori – in primis Picasso

Bugo, io insultato da Morgan”Ha attaccato mia moglie e mi ha dato del perdente”

08 febbraio 202019:12

– “Sulla scala per arrivare sul palco, Morgan ha iniziato a insultarmi. Ha attaccato mia moglie, mi ha dato del perdente, del figlio di… e quando ha iniziato la canzone con il testo cambiato, l’unica reazione che ho avuto è stata quello di andarmene”. Lo ha detto Bugo, cercando di fare chiarezza su quello che è successo ieri sera sul palco e che è costata la squalifica alla coppia. “La cosa più assurda è che sono qua a giustificare la mia buonafede nei confronti di Marco, la bontà del progetto e la serietà con cui volevo fare questa cosa con lui. In nome dell’amicizia e della stima per lui”.
“Dopo che sono uscito dal palco non ho più incontrato Morgan”, ha aggiunto Bugo. “Sono uscito emotivamente turbato. La prima cosa che volevo fare era scusarmi con Amadeus”.
In quel momento, spiega, “non ho pensato: se esco, mi buttano fuori. Non solo aveva cambiato la canzone, ma mi insultava. Non potevo più rimanere lì sopra. Sapevo che avrei creato un problema alla Rai. Ma la mia prima reazione non è stata pensare che fosse stata una cazzata”.

Morgan: Bugo ha violentato EndrigoMi vergogno della firma sulla canzone, avrebbe venduto sua madre

08 febbraio 202019:27

– “Bugo ha violentato Sergio Endrigo nella serata delle cover, ero incazzato. Non ha saputo reggere quel palco”: così Morgan motiva l’exploit sul palco dell’Ariston contro l’artista con il quale, prima di essere squalificato, era in gara a Sanremo tra i big con la canzone ‘Sincero’. E conferma di averlo insultato un attimo prima di andare in scena.
“Valerio Soave è il responsabile della frattura tra me e Bugo. Un manager che gestisce un artista e gli rovina il sogno della sua vita è un bravo manager?”, si chiede Morgan rispondendo ai giornalisti. “Aveva l’intento di farmi andare via per fare emergere Bugo. ‘Morgan deve rinunciare’, pensava, e così ha iniziato a fare mobbing a me con la non assegnazione o il cambio di compiti e cose così”. Secondo Morgan, che è un fiume in piena, “Bugo si è fatto giostrare da un’associazione a delinquere all’insaputa di Amadeus. Volevano farmi le scarpe – aggiunge – e io mi sono divertito con le armi della parola”.
“Mi vergogno della mia firma sulla canzone ‘Sincero’. Sono stato io a fare un favore a loro prestando il mio nome e non il contrario ed è sempre grazie alla mia presenza che Bugo è stato preso a Sanremo” sottolinea Morgan prima di aggiungere che l’artista che era in gara in coppia con lui “avrebbe venduto sua madre per fare il Festival, la sua ultima chance. Fa brutta figura ogni volta che apre bocca – aggiunge – e hanno fatto di tutto per farlo emergere”.

Foa a Sanremo, “Bene Amadeus, lo volle De Santis””Giusto riconoscerne i meriti. Conduttore rassicurante”

SANREMO08 febbraio 202019:53

– Promozione a pieni voti per Amadeus, plauso a tutti i dipendenti Rai coinvolti nel progetto, soddisfazione per gli ascolti eccellenti, ma anche una sottolineatura: “A volere il conduttore e direttore artistico è stata Teresa De Santis”, ex direttore di Rai1. A poche ore dalla serata finale di Sanremo, il presidente della Rai, Marcello Foa, traccia il suo bilancio in un incontro informale con i giornalisti a margine del festival. “Sono molto contento del successo di questo festival, che assumeva un valore particolare anche perché si trattava del 70/o. – sottolinea – Ho auspicato fin dall’inizio che fosse, a tutti i livelli, un’occasione di serenità e di svago per il pubblico in modo corretto. I dati di ascolto sono eloquenti, le cifre impressionanti: merito di Amadeus, che ha saputo gestire bene e anche con autoironia, e di Fiorello, grande mattatore. Si è creato un mix di intrattenimento puro e canzoni, risate e musica. E la loro amicizia di lungo corso è stata un binomio vincente”. Foa definisce Amadeus “nazional popolare, non divisivo, rassicurante”, ma la scelta, precisa, è stata fatta “da Teresa De Santis che lo ha voluto già dalla scorsa primavera e alla fine ha avuto ragione. Stefano Coletta è stato molto bravo – aggiunge parlando del neo direttore dell’ammiraglia – e non c’è nulla da dire. Ma è giusto riconoscere i meriti di chi era prima al timone di Rai1”. Sulle polemiche che hanno preceduto il festival, in particolare quella sulla presenza di Junior Cally, che aveva definito una scelta “eticamente inaccettabile”, preferisce non tornare: “L’importante è che il festival vada a buon fine. Dopo, semmai, ci sarà tempo per ulteriori riflessioni”.

Amadeus, “Ho fatto il Sanremo che sognavo””Il mio uno show per tutti, sessismo la cosa più lontana da me”

SANREMO08 febbraio 202020:00

– “Sono stato in giro fino alle quattro e mezza a cercare Bugo…”. Occhi rossi, volto tirato, Amadeus è sfinito dopo il fuori programma di ieri notte, con l’artista che ha abbandonato il palco dopo la lite con Morgan.
Ma sorride soddisfatto per gli ascolti record di Sanremo, che anche nella quarta serata viaggia sopra il 50%, centrando con il 53.3% il miglior share dal 1999. Risultati che gli valgono il titolo di ‘conducator’ attribuitogli sul campo dal direttore di Rai1 Stefano Coletta, che plaude alle doti da “conduttore gentile, in un mondo che ha bisogno di gentilezza”, ma anche all’insospettato entertainer.
All’inizio, ammette ‘Ama’, la ribalta di Sanremo gli faceva davvero paura: “Non nascondo che al primo ingresso l’emozione è stata enorme, ma l’idea di riuscire a realizzare il sogno di una vita mi ha infuso una grande gioia e un’energia positiva”. Oggi “si chiude una settimana indimenticabile. Ho portato all’Ariston quello che sognavo, un festival che nel 70/o fosse in grado di unire il presente, se non addirittura il futuro, e la tradizione. Questi ingredienti hanno fatto sì che diventasse un evento davvero familiare”, sottolinea, entusiasta in particolare per quell’81% di media raccolto tra le ragazzine di 15-24 anni.
“Sono molto intelligenti, hanno capito che il mio festival è per le donne, con le donne”, rivendica dopo le polemiche della vigilia. “Il sessismo è la cosa più lontana dalla mia persona.
Chi mi ha aggredito avrebbe dovuto occupare quel tempo per fare meglio il proprio lavoro e aiutare tutti a fare qualcosa per le donne. Questo evidentemente le ragazze lo hanno capito, grazie a Dio”. Al tavolo della conferenza c’è anche l’amico Fiorello: “E’ lui che ha illuminato il festival”, ribadisce ancora Amadeus, sottolineando quell’alchimia speciale, frutto della loro lunga amicizia, che ha assicurato alla macchina una marcia in più.

Leo Gassmann, il festival cambia la vita”Niente bagordi, lunedì mi aspetta l’Università”

SANREMO08 febbraio 202020:23

– “Dedico la mia vittoria agli artisti che lottano tutti i giorni per portare un messaggio e che vivono di musica. E a tutte le persone che lottano per accettarsi e per accettare gli errori che commettono, a tutti quelli che ci provano”. Niente dediche alla nonna, alla mamma, alla fidanzata, come siamo abituati da tradizione. Leo Gassmann si distingue anche in questo. Dopo aver vinto le Nuove Proposte con il brano Vai Bene Così (battendo nello scontro finale Tecla Insolia) non perde il suo aplomb da giovane e garbato gentiluomo. Non ha fatto neanche le ore piccole la notte scorsa per brindare a una vittoria che dice “non mi aspettavo”. “Sono andato a cena con gli amici dello staff, poi sono tornato in albergo perché devo cantare alla finale e non volevo esagerare troppo: voglio essere all’altezza dell’onore che mi è stato concesso”.
Il 21enne (è nato il 22 novembre del 1988) ha un sorriso franco e gli occhi vivaci che tanto ricordano il padre Alessandro. “Credo che vedere un figlio che fa quello che gli piace è la soddisfazione più grande per un genitore, fare ciò che piace è la cosa più difficile e rischiosa. Io sono felice di aver reso orgoglioso mio padre, gli auguro tante cose belle”. La vittoria tra i giovani del festival di Sanremo (dopo la semifinale raggiunta a X Factor) è una tappa importante. “Il festival ti cambia la vita”. Ma la sua, in realtà, la cambia un po’ meno. “Mi sono ripromesso che avrei continuato a fare le solite cose. E poi lunedì alle 8.30 devo tornare all’università, ho la frequenza obbligatoria, tra poco ho gli esami e se non vado mi bocciano”.
Leo racconta di essere da sempre un grande appassionato del festival di Sanremo, di non averne perso uno. “Ma la prima volta che sono salito sul palco mi è mancato il fiato, a metà canzone ho pensato che non ce l’avrei fatta. C’è un’energia positiva che ti avvolge all’Ariston: è come se frammenti delle anime degli artisti che hanno cantato qui siano rimasti nel teatro”.

Sanremo: Pinguini Tattici Nucleari adottano 100 pinguiniRegalo per il loro animale simbolo in Antartide

08 febbraio 202021:11

– Insieme si può fare molto e i Pinguini Tattici Nucleari lo sanno: da oggi in Antartide ci sono 100 pinguini imperatore che portano i nomi di stelle della musica italiana, e che non sono più in pericolo. È proprio nella settimana in cui tutti i riflettori sono puntati sulla kermesse che il gruppo, da sempre sensibile alle tematiche ambientali, ha scelto di mettere a disposizione visibilità e attenzioni per sensibilizzare il pubblico su un tema così importante e attuale.
Tramite WWF Italia i ragazzi hanno adottato 100 pinguini imperatore in Antartide per regalarli ai compagni di viaggio dell’avventura Sanremese, un gesto simbolico per contribuire a proteggere una specie ad alto rischio di estinzione.
Il pinguino, creatura tenera, simpatica e un po’ imbranata è infatti l’animale-feticcio dei Pinguini Tattici Nucleari, la band che con il brano Ringo Starr, in gara al Festival di Sanremo, è da due giorni in vetta alla classifica dei brani più ascoltati su Spotify e in procinto di debuttare con uno straordinario tour nei palazzetti con il primo appuntamento sold out al Forum di Assago. I certificati di adozione, in cui ogni pinguino adottato porta il nome del suo nuovo “genitore” sono stati consegnati agli artisti in gara, generando momenti indimenticabili di stupore e meraviglia.
Oggi, in Antartide si contano solamente poco meno di 50 colonie di pinguini imperatore, composte da circa 270-350.000 individui. Alcune colonie di pinguino imperatore si sono dimezzate negli ultimi 30 anni, a causa della scomparsa di circa il 60% della banchina di ghiaccio dove vivono le colonie. Con l’attuale trend di aumento della temperatura globale si teme per la sopravvivenza di questa specie nel prossimo futuro.

La finale si apre con l’inno nazionaleEseguito dalla banda dell’Arma dei carabinieri

SANREMO08 febbraio 202021:38

– Insieme si può fare molto e i Pinguini Tattici Nucleari lo sanno: da oggi in Antartide ci sono 100 pinguini imperatore che portano i nomi di stelle della musica italiana, e che non sono più in pericolo. È proprio nella settimana in cui tutti i riflettori sono puntati sulla kermesse che il gruppo, da sempre sensibile alle tematiche ambientali, ha scelto di mettere a disposizione visibilità e attenzioni per sensibilizzare il pubblico su un tema così importante e attuale.
Tramite WWF Italia i ragazzi hanno adottato 100 pinguini imperatore in Antartide per regalarli ai compagni di viaggio dell’avventura Sanremese, un gesto simbolico per contribuire a proteggere una specie ad alto rischio di estinzione.
Il pinguino, creatura tenera, simpatica e un po’ imbranata è infatti l’animale-feticcio dei Pinguini Tattici Nucleari, la band che con il brano Ringo Starr, in gara al Festival di Sanremo, è da due giorni in vetta alla classifica dei brani più ascoltati su Spotify e in procinto di debuttare con uno straordinario tour nei palazzetti con il primo appuntamento sold out al Forum di Assago. I certificati di adozione, in cui ogni pinguino adottato porta il nome del suo nuovo “genitore” sono stati consegnati agli artisti in gara, generando momenti indimenticabili di stupore e meraviglia.
Oggi, in Antartide si contano solamente poco meno di 50 colonie di pinguini imperatore, composte da circa 270-350.000 individui. Alcune colonie di pinguino imperatore si sono dimezzate negli ultimi 30 anni, a causa della scomparsa di circa il 60% della banchina di ghiaccio dove vivono le colonie. Con l’attuale trend di aumento della temperatura globale si teme per la sopravvivenza di questa specie nel prossimo futuro.

Jova scrive a Sanremo, Saluti da in capo al mondoIl tweet: “complimenti e felicità Amadeus, boom meritatissimo”

08 febbraio 202021:59

– “Complimenti e felicità per #amadeus e il boom del suo@SanremoRai meritatissmo, applausi a lui e alla sua squadra e urla di gioia per Fiorello, la sua è la stella più luminosa dello spettacolo italiano! #iragazzidiviamassena spaccano!!! #salutidacapoalmondo”.

Amadeus arriva con la parrucca di De FilippiPoi canta con Fiorello ‘Un mondo d’amore’ di Gianni Morandi

SANREMO08 febbraio 202022:01

– Nel festival delle maschere e dei travestimenti, come da scommessa legata agli ascolti, Amadeus entra in scena con la parrucca bionda di Maria De Filippi nella serata finale dell’edizione numero 70 di Sanremo. Ad introdurlo è Fiorello, dopo aver incitato il pubblico, tra i sorrisi ed un pizzico di emozione, a fare un grande applauso per l’amico Amadeus. E’ poi il momento del duo Gli Amarello (Amadeus più Fiorello) nell’interpretazione di ‘Un mondo d’amore’ di Gianni Morandi.

l’Islam nei racconti di GigliottiAppassionato di Maghreb e Medio Oriente da 30 anni

TRIESTE08 febbraio 202022:18

IORGIO GIGLIOTTI, PANE E ALLAH (PONTE SISTO, pp.233, EURO 14). “Essere umile è virtuoso” dice Abdallah, scrittore affermato in Occidente, tornato a visitare il proprio maestro sufi Muhallim Sayd, ormai morente. E’ vero, gli risponde il vecchio ma “i virtuosi restano virtuosi fino a quando non riconoscono le proprie qualità”. In Tunisia Nabil, 13 anni, fa la guida ai turisti, soprattutto francesi, e si prostituisce, senza protezione e con una terrificante normalità, unica modalità di sopravvivenza in un mondo di poveri. Il mondo che Giorgio Gigliotti racconta in “Pane e Allah” oscilla tra questi due estremi, saggezza e cinismo, alta cultura e cinismo.
Non sono due mondi, sono soltanto due facce della stessa medaglia di un’area tra il Maghreb e il Medio Oriente, che Gigliotti conosce bene, essendone appassionato da trenta anni.
Il libro ospita undici racconti e un breve romanzo: a volte veloci diapositive di un mondo sconosciuto, a volte ritratti ricchi di dettagli. Tutti privi di giudizio e con un forte distacco, che si tratti di Emiliano G., ragazzo napoletano diventato Ahmed Abu Bakr, foreign fighter che sposa la causa del radicalismo islamico e va a combattere con l’Isis, oppure della bomba israeliana che semina strage a Gaza City e il racconto si conclude con una poesia di Mahmoud Darwish.
Qualche racconto lascia sorpreso il lettore sembrando troncato all’improvviso, la parentesi di una vita. Nel libro, comunque, due o tre argomenti ritornano: il turismo sessuale (visto dalla parte degli autoctoni), la terribile condizione della donna.
Se “l’amore è una frattura nella logica del mondo”, non tutti gli amori sono uguali e ogni età ha il suo: “Da bambini ci si amava con purezza, da ragazzi con violenza, da adulti con finzione e ipocrisia”, spiega l’autore nel breve romanzo finale.
Per certo, a pagare un prezzo troppo alto sono loro, i bambini: “Gli uomini li picchiano, le donne li maltrattano, gli adulti li violentano e li sfruttano”.
Le donne sono sempre un passo indietro, spesso non mangiano a tavola con i maschi, in caso di bisogno sono le prime a sacrificare gli studi. E in Afghanistan succede anche di peggio: la bella Armida è costretta dalla famiglia a diventare una bacha posh, cioè una di quelle ragazze che devono negare la propria sessualità e, per dare una mano alla famiglia – dunque uscire senza essere accompagnate da un uomo, poter lavorare e quant’altro i medievali dettami dei talebani – si vestono da uomo e si comportano da uomo. Un comportamento rischiosissimo: se scoperte rischiano forse anche la vita.
In questo mondo così crudele e così malinconico e profondo allo stesso tempo, la natura è bella in modo commovente. E’ splendido il chott, la depressione salina, le oasi con l’haffara (fonte di acqua sulfurea), la grandiosità dei tramonti nel deserto con in distanza le biet (tenda beduina). Perché è vero ciò che scrive Giovanni Filoramo nella Prefazione che è in corso un processo in cui la tradizione cede e il nuovo avanza causando una frizione da cui nasce un conflitto, ma è anche vero che ci sono luoghi dove nulla avviene e il futuro non incombe, come le oasi di Siwa e di Nefta. ACQUISTA SU AMAZON

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Fiorello, vertici Rai ci hanno proposto il bis
Festival ha fagocitato tutto, Salvini, Zingaretti dove siete?

SANREMO08 febbraio 202022:27

– “I vertici Rai ci hanno proposto di fare il Sanremo Bis: la la risposta la daremo alla fine di questa puntata, la settimana prossima”. Tra il serio e il faceto, ironizzando sulla durata monstre delle serate del festival, Fiorello lo annuncia a sorpresa all’inizio della finale, poi chiama l’applauso per Amadeus, “perché lo merita, veramente”, e si emoziona.
Lo showman scherza sul caso Bugo-Morgan: “Ieri sera là dietro era peggio di Delirio a Las Vegas, c’era Rita Pavone che giocava a burraco con Dua Lipa, Piero Pelù che struccava Achille Lauro… “. Poi si avvicina a Josè, il figlio di Amadeus in prima fila: “Quando è iniziato il festival aveva otto anni, oggi ne ha undici”. E ai vertici Rai in prima fila: “Non si può fare così, un festival che dura 600 ore, è sparito tutto, Sanremo ha fagocitato tutto. Zingaretti, Salvini, dove siete? Dove state Sardine, Cinque Stelle? Ho visto Floris che parlava di pensioni con Elettra Lamborghini”.

Amadeus e Fiorello salutano Cecchetto”Ci chiamavano i ragazzi di via Massena”

SANREMO08 febbraio 202022:31

– Amarcord sul palco dell’Ariston per Amadeus e Fiorello, che hanno iniziato la loro carriera nello spettacolo insieme a Radio Deejay. “Ci chiamavano i ragazzi di via Massena, e se siamo arrivati fino a qui – dice il conduttore – lo dobbiamo a Claudio Cecchetto”. “Ciao Claudio”, gli fa eco Fiorello.
Nei giorni scorsi in sala stampa, ritirando il premio Assomusica intitolato a David Zard, Fiore ha colto l’occasione per rendere omaggio anche a Franchino Tuzio e Bibi Ballandi ai quali sono legati i suoi esordi e i suoi grandi successi.
Ferro, la felicità non è privilegio, è un diritto”La mia storia si scrive da sé” dice emozionato

SANREMO08 febbraio 202022:49

– “E la felicità non è un privilegio, è un diritto. A 40 anni penso proprio non ci sia bisogno di raccontare da che parte sto. La mia storia si scrive da sé”. Tiziano Ferro sul palco dell’Ariston, al festival di Sanremo, si racconta a due settimane dal suo 40esimo compleanno.
“A 40 anni, per la prima volta ho sognato Dio. Aveva il viso di un adolescente e mi diceva che ho strappato a morsi la vita che volevo – ha raccontato nel suo breve monologo -. A 40 anni, ho scoperto che non voglio essere una persona alterata dal male.
Dove l’arroganza urla, il silenzio elegantemente afferma. A 40 anni ho imparato che non bisogna negarsi all’amore del padre e della madre, mai, né per orgoglio né per timore. L’amore è un lavoro lento e faticoso, fatto di mediazione e di pazienza.
Basta ascoltare”.
Emozionato, ha poi continuato: “A 40 anni so che nessuno può vedere quanto è bello l’amore se non condividi col mondo il tuo sorriso da innamorato. Ci ho messo 40 anni, ma adesso so che il brutto tempo non esiste. È tutto un susseguirsi di stagioni.
Solo questione di ripararsi o scoprirsi al momento giusto. A 40 anni guardo il mondo attraverso il filtro delle mie cicatrici. E grazie a loro curo le ferite che arriveranno. Ho 40 anni e voglio dire al mondo che nessuno dovrebbe mai decidere di vivere soffrendo. E nessuno dovrebbe mai voler morire. Perché subire non è una disgrazia, è una scelta”.
E poi ha concluso: “E la felicità non è un privilegio, è un diritto. A 40 anni penso proprio non ci sia bisogno di raccontare da che parte sto. La mia storia si scrive da sé.
Maniacalmente innamorato delle persone, tutte. Estremista da sempre dalla parte dei deboli. Dio non commette errori. E non credo abbia iniziato il 21 febbraio 1980. Non sono sbagliato.
Nessuno lo è. Non accetto speculazioni sul tema. Non provateci nemmeno. Ho 40 anni ormai”.

Pelù, scritta sul petto e “scippo” in plateaE’ stato poi lo stesso Amadeus a restituire il maltolto

SANREMO08 febbraio 202023:19

– Piero Pelù è entrato in scena, per la sua esibizione, con la giacca aperta sul torso nudo da cui si intravedeva la scritta “Tu 6 molto di +”.
Correndo tra il pubblico ha poi agguantato al volo la borsa di una signora del pubblico e l’ha portata sul palco. E’ stato poi lo stesso Amadeus a restituire il maltolto.

Ruggeri invita Bugo a Una storia da cantareAssieme a Bianca Guaccero dal 15 febbraio su Rai1

SANREMO08 febbraio 202023:51

– “Vorrei invitare Bugo in una delle puntate di Una storia da cantare”. E’ la proposta lanciata al cantante eliminato dal festival di Sanremo, da Enrico Ruggeri che insieme a Bianca Guaccero dal 15 febbraio su Rai1 sarà alla guida della seconda edizione del programma.

Gabbani, Diodato, Pinguini trio finalistaAl 70/o festival della canzone italiana

SANREMO09 febbraio 202001:17

– Francesco Gabbani, Diodato e Pinguini Tattici Nucleari sono i tre artisti finalisti al 70/o festival di Sanremo.

Elettra, sfiorato l’incidente sexyBalla coinvolgendo anche il direttore d’orchestra

SANREMO09 febbraio 202001:57

– Elettra Lamborghini canta Musica (e il resto scompare) sul palco dell’Ariston, ma sfiora l’incidente sexy: mentre balla coinvolgendo anche il direttore d’orchestra, si agita e la scollatura lascia intravedere il seno. Amadeus commenta: “Succede di tutto a questo festival…”.
Sanremo: terzi Pinguini Tattici NucleariCon il brano Ringo Starr

SANREMO09 febbraio 202002:09

– I Pinguini Tattici Nucleari si classificano al terzo posto del festival di Sanremo, con il brano Ringo Starr.

Sanremo: Diodato vince il 70/o festivalSecondo Gabbani, terzi i Pinguini Tattici Nucleari

SANREMO09 febbraio 202002:50

E’ Diodato, con il brano Fai rumore, il vincitore della 70/a edizione del Festival di Sanremo. Al secondo posto Francesco Gabbani, con Viceversa; al terzo i Pinguini Tattici Nucleari, con Ringo Starr. 4) Le Vibrazioni
5) Piero Pelù
6) Tosca
7) Elodie
8) Achille Lauro
9) Irene Grandi
10) Rancore
11) Raphael Gualazzi
12) Levante
13) Anastasio
14) Alberto Urso
15) Marco Masini
16) Paolo Jannacci
17) Rita Pavone
18) Michele Zarrillo
19) Enrico Nigiotti
20) Giordana Angi
21) Elettra Lamborghini
22) Junior Cally
23) Riki Diodato è il vincitore del 70/o Festival di Sanremo. Alla terza volta all’Ariston, la seconda tra i Big, il cantautore trionfa con l’intenso brano Fai rumore, un atto di ribellione che fotografa l’amore nel senso più ampio possibile e allo stesso tempo un invito ad abbattere i muri dell’incomunicabilità. Alle sue spalle Francesco Gabbani con Viceversa, al terzo la sorpresa Pinguini Tattici Nucleari con Ringo Starr. A Diodato vanno anche il Premio della Critica intitolato a Mia Martini e quello della Sala Stampa Lucio Dalla, per la sezione Campioni. Il verdetto suggella un festival che consacra Amadeus e Fiorello, il bravo presentatore e l’infallibile scaldapubblico, il gaffeur inconsapevole e il badante 2.0, il solito ignoto e il re del karaoke come coppia da show: il gioco di sponda è riuscito, la complicità ha spazzato via le polemiche della vigilia, ‘Ciuri’ ha contagiato ‘Ama’, come dimostrano lo sketch iniziale, con Amadeus travestito da De Filippi per onorare la scommessa degli ascolti.”I vertici Rai ci hanno proposto di fare il Sanremo bis: la risposta la daremo alla fine di questa puntata, la settimana prossima”, annuncia Fiore, tra il serio e faceto, all’inizio della serata che incoronerà il vincitore, ironizzando sulla durata extralarge del festival. L’apertura è sulle note dell’inno nazionale, perfetto per suggellare un festival che ha unito ancora una volta l’Italia, mantenendosi sempre sopra il 50% di share, risultati che non si vedevano da vent’anni. Fiorello riparte subito dal caso Bugo-Morgan: “Ieri sera là dietro era peggio di Paura e delirio a Las Vegas, c’era Rita Pavone che giocava a burraco con Dua Lipa, Piero Pelù che struccava Achille Lauro… “. Poi si avvicina a Josè, il figlio di Amadeus in prima fila: “Quando è iniziato il festival aveva otto anni, oggi ne ha undici”.E ai vertici Rai: “Non si può fare così, un festival che dura 600 ore, Sanremo ha fagocitato tutto. Zingaretti, Salvini, dove siete? Dove state Sardine, Cinque Stelle? Ho visto Floris che parlava di pensioni con Elettra Lamborghini”. Entra Amadeus in versione De Filippi, con tanto di imitazione di ‘queen Mary’: i due amici ballano e cantano Un mondo d’amore di Gianni Morandi. E mentre “da capo al mondo” arrivano via Twitter i complimenti di Jovanotti, gli ex ragazzi di via Massena, cresciuti a pane e Radio Deejay, salutano il loro mentore Claudio Cecchetto. Per un Ama che diventa performer, un Tiziano Ferro che si rivela monologhista: “La felicità non è un privilegio, è un diritto. A 40 anni – sottolinea a due settimane dal compleanno – penso proprio non ci sia bisogno di raccontare da che parte sto. La mia storia si scrive da sé. Maniacalmente innamorato delle persone, tutte. Estremista da sempre dalla parte dei deboli. Dio non commette errori. E non credo abbia iniziato il 21 febbraio 1980. Non sono sbagliato. Nessuno lo è. Non accetto speculazioni sul tema. Non provateci nemmeno. Ho 40 anni ormai”, scandisce visibilmente emozionato.”Parole da gigante di Tiziano Ferro. Chapeau!”, twitta il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Nel festival del ‘bacismo’, al termine della sua Me ne frego Achille Lauro stampa velocemente le labbra su quelle del fidato Boss Doms: il travestimento – altro tormentone di Sanremo 2020 – di questa sera è Elisabetta I Tudor, viso incorniciato da centinaia di perle, parrucca, gorgiera e crinolina. Fiorello accorre per il selfie di rito: “Lui è talmente avanti che è già lunedì”. Piero Pelù trasforma l’Ariston in un tempio del rock trascinando il pubblico con Gigante: la sorpresa è lo ‘scippo’ della borsetta a un’elegantissima signora. Sembra divertirsi questa sera nella sua esibizione su No grazie anche il rapper della discordia Junior Cally. A tutto ritmo i Pinguini Tattici Nucleari con Ringo Starr. Francesco Gabbani dedica la sua Viceversa “a tutte le persone deboli”.Incidente sexu sfiorato per Elettra Lamborghini: mentre balla sulla sua Musica (e il resto scompare), coinvolgendo anche il direttore d’orchestra, si agita e la scollatura lascia intravedere il seno. Amadeus consegna le chiavi dell’Ariston a Mara Venier: la conduttrice di Domenica in scende la scala togliendosi i tacchi, imitata poi da Tosca che emoziona ancora con Ho amato tutto. Tornano sul palco Diletta Leotta vestita da Palma d’oro, Sabrina Salerno e Francesca Sofia Novello. Superospite Biagio Antonacci con un medley dei suoi successi. L’abbraccio finale tra Ama e Fiore dopo un improbabile lento chiude la serata: “Questo festival non sarebbe stato così se non avessi avuto accanto a me tutti i giorni il mio amico da 35 anni, Rosario Fiorello”, sottolinea Amadeus. “E’ stato bello, bello bello”, chiosa Fiore, e la standing ovation è tutta per lui.

Sanremo: 11,4 milioni e il 60% per la finaleShare più alto dal 2002

SANREMO09 febbraio 202010:10

– Sanremo 2020 chiude in bellezza.
La serata finale del Festival, che ha incoronato vincitore Diodato, è stata seguita in media su Rai1 da 11 milioni 476mila spettatori con il 60.6% di share, il risultato più alto dal 2002 (quando il festival, condotto da Pippo Baudo con Manuela Arcuri e Vittoria Belvedere, raccolse il 62.66%). L’anno scorso l’ultima serata del festival aveva avuto in media 10 milioni 622mila telespettatori pari al 56.5%.
La prima parte della finale (in onda dalle 21.32 alle 23.52) ha fatto segnare 13 milioni 638mila telespettatori con il 56.8%, la seconda (23.57-1.59) 8 milioni 969mila con il 68.8%. Nel 2019 la prima parte dell’ultima serata di Sanremo aveva raccolto 12 milioni 129mila spettatori con il 53.1%; la seconda 8 milioni 394mila con il 65.2%.

Le luminarie di ‘Albachiara’ resteranno per sempre a ZoccaIl Comune ha deciso di non spegnere l’omaggio a Vasco Rossi

MODENA09 febbraio 202010:53

– Zocca non spegnerà le luminarie per Vasco Rossi con il testo di Albachiara: l’installazione che doveva essere provvisoria diventerà permanente, trasformandosi così in una sorta di monumento che il paese della montagna modenese dedica al suo figlio più illustre. Ad annunciarlo è il vicesindaco del comune sull’Appennino Modenese dove il rocker è nato e cresciuto, come riporta il Resto del Carlino.
Venerdì sera per celebrare il 68/o compleanno del ‘Kom’, a Zocca è stata accesa l’installazione in via Mauro Tesi. Ora l’amministrazione assicura che il testo di Albachiara non sarà più rimosso o spento, quando in un primo momento sarebbe dovuto restare lì solo fino a ottobre. “Dopo il successo dell’evento e le grandi richieste – spiega appunto Federico Ropa – abbiamo deciso che lasceremo le luminarie sempre installate.
Diventeranno parte dell’arredo urbano di Zocca”.

Sanremo: Benigni, la poesia d’amore del Cantico dei canticiStoccata a Salvini poi l’inno all’amore, “facciamolo di più”

SANREMO06 febbraio 202023:34

– Roberto Benigni torna all’Ariston a nove anni dall’ultima esibizione, quando entrò in sella a un cavallo bianco per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Ma il festival lo ha anche presentato “nel 1980, era il 30/o, ora con il 70/o raggiunto quota 100, Sanremo può andare in pensione”, dice il premio Oscar. Dopo un omaggio a Fellini e Sordi nel centenario, Benigni ricorda che nell’80 “vinse Toto Cutugno, eterno secondo che arrivò primo. Ora però è cambiato il sistema di voto, si può anche citofonare e dire: qui c’è gente che canta”. Dopo la stoccata a Matteo Salvini, annuncia che canterà “la più bella canzone del mondo”, Il Cantico dei Cantici. Roberto Benigni spiazza tutti e al festival di Sanremo porta l’esegesi del testo biblico.
“E’ una canzone d’amore, parla d’amore fisico di due ragazzi che cantano ognuno l’amore per l’altro. Non c’è canzone più ardente. E’ come avere Imagine o Yesterday dei Beatles e nessuno l’hai mai fatta in tv”, spiega il comico toscano.
“Il Cantico esalta l’amore fisico. E’ la vetta della poesia di tutti i i tempi – continua nel suo monologo – Talmente bello “che è diventato sacro” anche se “la sua presenza nella Bibbia è strana: dentro ci sono corpi nudi frementi, erotismo, baci. Cose molto molto forti”. Spiegando le parole del Cantico dei Cantici ha detto che è “puro diamante”. L’esegesi del Cantico dei cantici nella versione di Benigni è un inno all'”amore che è l’infinito messo alla portata di ognuno di noi. Noi che abbiamo avuto in sorte questo scherzo grandioso di essere al mondo, glorioso, ora lo sappiamo perché, per amore. E di amore ne facciamo sempre poco, anche i giovani che ne parlano tanto non è che fanno tanto all’amore. Sarei per farne di più, anche stasera all’Ariston, in diretta, tutti a fare l’amore diretti da Vessicchio e come va va, sarebbe una serata bellissima”.
Il Cantico dei cantici, continua il premio Oscar, “è la storia di una coppia, lei e lui che si amano, ma è la storia di tutte le coppie del mondo, la donna con il suo uomo, la donna con la sua donna, l’uomo con il suo uomo, addirittura ogni persona umana che ama per amare”. Dopo il monologo un diluvio di applausi

Maratona Infernale, a Sarzana viaggio nella Divina CommediaI 34 canti danteschi illustrati con luoghi suggestivi Paese

SARZANA07 febbraio 202023:41

– Arriva a Sarzana ‘Maratona infernale’ che dall’8 febbraio, nella sala consiliare di Palazzo civico, offrirà un viaggio a puntate nell’Inferno di Dante. Il docu-film realizzato dal regista Lamberto Lambertini propone una rilettura contemporanea dell’Inferno dantesco e illustra i versi del Sommo Poeta attraverso le immagini del patrimonio storico-artistico e naturalistico dell’Italia, contribuendo a far riscoprire la Divina Commedia e a promuovere i luoghi più suggestivi del nostro Paese. 34 canti infernali, restituiti in suggestive immagini dalla regia di Lamberto Lambertini – ideatore del progetto insieme a Paolo Peluffo per un inedito viaggio emozionale. I luoghi si intrecciano in un viaggio dove immagini, parole ed esperienza del territorio propongono una visione corale. Dal Nord alle Isole, le storie di vita dell’Italia e degli italiani dei giorni nostri fanno da sfondo alla voce del Poeta, attualizzando la cantica dantesca e restituendo un’opera di altissima fruibilità.
L’appuntamento è organizzato dalla Società Dante Alighieri della Spezia in collaborazione con il Comune di Sarzana. Questa prima proiezione riguarderà i canti I-V dell’Inferno e sarà preceduta dai saluti del sindaco Cristina Ponzanelli.
Gli appuntamenti successivi sono previsti per sabato 15 febbraio (canti VI-X), sabato 22 febbraio (canti XI-XV), venerdì 28 febbraio (canti XVI-XX), sabato 7 marzo (canti XXI-XXX) e sabato 21 marzo (canti XXXI-XXXIV). Ogni singola proiezione, della durata di circa 60 minuti, sarà introdotta dalla Società Dante Alighieri della Spezia.

Zeffirelli: iniziative a Firenze per celebrarne compleannoOrganizzate dalla Fondazione il 12/2

FIRENZE08 febbraio 202015:49

– Una giornata di eventi e spettacoli per celebrare Franco Zeffirelli nel giorno dell’anniversario della sua nascita. L’appuntamento è organizzato il 12 febbraio dalla Fondazione Zeffirelli e prevede un programma di iniziative con la partecipazione, tra gli altri, del rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei e del direttore del conservatorio Cherubini di Firenze Paolo Zampini che saranno protagonisti di una lettura in musica dell’Inferno dantesco. Per l’intera giornata i residenti dell’area metropolitana fiorentina potranno accedere gratuitamente al Museo dedicato a Zeffirelli.
Previsto anche un momento musicale. Lo stesso giorno la famiglia del Maestro parteciperà alle 16,30 alla messa commemorativa, celebrata da padre Bernardo nella basilica di San Miniato al Monte.

Sanremo: gli esclusi, da Bobby Solo a MorganNegli annali anche Claudio Villa. Ma defezione’ senza precedenti

SANREMO08 febbraio 202020:16

La squalifica per ‘defezione’, che è costata a Bugo e Morgan l’esclusione dalla gara di Sanremo 2020, è un caso senza precedenti nella storia del Festival di Sanremo, che annovera una lunga lista di estromissioni eccellenti, anche se legate a motivazioni diverse. Per Morgan è la seconda volta: nel 2010 viene estromesso, un paio di settimane prima dell’inizio del festival, per le dichiarazioni rilasciate al mensile Max sull’uso della droga come antidepressivo, smentite dal cantante e confermate dal direttore del mensile.
Fra le prime esclusioni per brani risultati non inediti c’è nel 1957 quella di La cosa più bella, eseguita da Carla Boni e Tonina Torrielli.
E’ del 1964 l’eliminazione di un giovanissimo Bobby Solo, in gara con Una lacrima sul viso. Il cantante, poco prima della serata finale, viene colpito da faringite e, non potendo eseguire dal vivo il brano, viene escluso dalla gara, ma gli viene consentito di cantarlo in playback.
Nel 1987, Patty Pravo canta Pigramente signora, ma un gruppo di appassionati pesaresi denuncia che si tratta di una copia fedele di To The Morning di Dan Fogelberg. Patty viene esclusa.
Ma tre anni dopo è protagonista di un altro caso: decide autonomamente di non partecipare perché non contenta della canzone che doveva cantare, Donna con Te. Viene sostituita da Anna Oxa che proporrà lo stesso brano.
Nel 1992 Jo Squillo viene esclusa alla vigilia del festival perché la sua canzone Me gusta il movimiento era stata accennata in un concerto. Viene sostituta da Pupo.
Nel 1996 a Ornella Vanoni viene preclusa la possibilità di esibirsi al festival: la sua canzone, Bello amore, viola l’articolo 18 del regolamento, cioè “l’esecuzione in pubblico della parte musicale del brano, pur con parole diverse, probabilmente senza che l’artista stessa ne fosse a conoscenza”. Qualche giorno prima, su Radio2, era stato trasmesso il brano Mare mare, interpretato da Emilia Pellegrino, con una melodia identica.
Nel cast dei big è inclusa anche Gerardina Trovato, ma la notte prima dell’ufficializzazione della lista, Caterina Caselli della Sugar, casa discografica della Trovato, avverte Baudo che il brano della cantante era già stato eseguito in un concerto dal vivo. Baudo la esclude.
Con la stessa motivazione, nel 1984, viene eliminata Silvia Conti, ammessa in gara fra i giovani con Favola triste. Nel 2006 nell’occhio del ciclone finisce Simone Cristicchi, in gara tra i Giovani, per avere presentato il brano ‘Che bella gente’, già eseguito dalla co-autrice Simona Cipollone, in una forma molto simile ma con altro titolo ‘Embe”, nel ’96 in un rassegna di talenti emergenti. Ma secondo il regolamento, la non originalità del brano deve essere eccepita entro le prime cinque ore successive alla prima prova a Sanremo. Cristicchi e’ ‘salvo’.
E’ del 2008 la vicenda di Musica e Parole di Loredana Bertè: dopo verifiche legali e accertamenti, il brano è escluso dalla gara perché la parte musicale è la stessa di Sesto Senso, un pezzo firmato da Alberto Radius e Oscar Avogadro nel 1988 per Ornella Ventura. Ma in considerazione della popolarità e del momento personale della Bertè, su richiesta di Baudo, le sarà consentito di esibirsi fuori gara, sia in duetto con Spagna, sia nella serata finale.
Nel 2012 restano in gara Chiara Civello, con ‘Al posto del mondo’, e la coppia Gigi D’Alessio-Loredana Berte’, con ‘Respirare’. Il brano della Civello era stato eseguito in versione diversa alle selezioni di Sanremo Giovani nel 2010 da Daniele Magro, mentre un ‘assaggio’ della canzone di D’Alessio-Bertè era stato diffuso dai due artisti sulle rispettive pagine Facebook e su YouTube.
Nel 2014 a finire fuori della gara è Riccardo Sinigallia: l’organizzazione esclude il suo brano, Prima di andare via, perché ai sensi del regolamento non è “nuovo”, in quanto “già eseguito in pubblico”. Il cantante, che si scusa sul palco e si assume ogni responsabilità pur rivendicando la sua “buona fede”, può esibirsi ugualmente durante la finale, restando fuori concorso.
L’esclusione da Sanremo è una sorte che non ha risparmiato neanche Claudio Villa, ‘reuccio’ della canzone italiana, 4 vittorie e 3 secondi posti: nel 1982, in polemica con l’organizzatore Gianni Ravera, accetta un consiglio del direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, Gigi Vesigna, e rifiuta di entrare nel gruppo di otto Big che hanno la finale garantita. Si presenta tra i Giovani, cui si era polemicamente iscritto, con il brano Facciamo la pace, ma viene eliminato al primo turno.
Esclusioni eccellenti anche tra i superospiti stranieri. Emblematico il caso di Rod Stewart, che nel 1991 arriva all’Ariston per uscirne pochi minuti dopo, ‘cacciato’ da Adriano Aragozzini, che non acconsente a fargli eseguire un solo brano al posto dei due previsti nell’accordo tra Stewart e la Rai. Il cantante inglese tornerà al Festival come ospite due anni dopo con un pezzo preso dal repertorio dei Rolling Stones.

Sky: A Milano ZeroZeroZero store oggetti ‘narcotrafficanti’Temporary store per serie su Sky Atlantic da 14/2

08 febbraio 202016:02

– Per i narcotrafficanti risolvere i problemi di trasporto è la sfida imprenditoriale più pressante», così scriveva Roberto Saviano nel suo libro ZeroZeroZero edito da Feltrinelli. E per far fronte a questi problemi “logistici”, l’inventiva supera spesso ogni aspettativa.
Uno dei metodi più usati dai trafficanti è infatti l’utilizzo di oggetti comunissimi, disponibili in tutte le nostre case, dove poter nascondere la cocaina e provare a farla franca.
Per vedere da vicino come questi oggetti insospettabili possono diventare loro malgrado strumenti della criminalità, sabato 8 (dalle 10.30 alle 19.30) e domenica 9 febbraio (dalle 10.30 alle 18.00) sarà possibile visitare in largo Carrobbio a Milano lo “ZeroZeroZero Store”, uno speciale “temporary store” dove niente è in vendita e dove si potrà scoprire qualcosa in più su uno dei traffici illeciti più diffusi al mondo.
L’attività è legata al lancio della nuova serie Sky Original ZeroZeroZero, dal 14 febbraio Sky Atlantic e NOW TV, creata da Stefano Sollima, Leonardo Fasoli e Mauricio Katz, e tratta dall’omonimo libro di Roberto Saviano. Una serie action drammatica che racconta il percorso della merce più distribuita al mondo, da chi la vende a chi l’acquista, passando per gli intermediari, coloro che muovono il carico, tutti connessi dal filo conduttore del traffico mondiale. Al centro della storia di ZeroZeroZero si trovano sistemi criminali e familiari diversi tra loro ma ugualmente violenti e assetati di potere: i cartelli messicani, la ‘Ndrangheta e uomini d’affari americani corrotti, che si contendono tutti la supremazia delle rotte della cocaina.

Sanremo: bookmaker, Diodato e Gabbani su podioI secondi favoriti, Elodie e I Pinguini Tattici Nucleari

08 febbraio 202015:32

– A poche ora dalla finalissima del Festival di Sanremo, cambia ancora la classifica dei favoriti stilata dagli esperti di Sisal Matchpoint. I candidati alla vittoria sono due, a pari merito: Diodato e Gabbani balzano davanti a tutti a quota 3.50 e staccano i secondi favoriti, Elodie e I Pinguini Tattici Nucleari, anche loro a pari quota ma proposti a 7.50. Il podio si chiude con un altro Gruppo, Le Vibrazioni, il cui successo si gioca a 9.00.
Piero Pelù e Tosca non sono lontani dalla vittoria, proposti a 12.00 mentre il favorito della viglia, Anastasio, scivola a 20.00. Irene Grandi e Achille Lauro si allontano dalla vetta e salgono entrambi a 25.00, ancora meno chance – nonostante l’entrata in gioco del televoto di stasera – per i due ex di Amici Alberto Urso e Giordana Angi, a 33.00, insieme a Levante e Marco Masini. Si confermano nella bassa classifica Michele Zarrillo, Rancore, Raphael Gualazzi, a 50.00, e Rita Pavone, Elettra Lamborghini ed Enrico Nigiotti a 66.00. Dopo la squalifica di Bugo e Morgan, ultimo posto per Junior Cally e Paolo Jannacci, entrambi a 100.00.

In un libro le vite straordinarie degli italiani di FranciaDi Maio: ‘Con Francia profonda amicizia. Nostra sorella latina’

08 febbraio 202012:19

Vite straordinarie, che contribuiscono a intessere quel rapporto unico e indissolubile che unisce l’Italia e la Francia: un folto pubblico ha assistito a Parigi alla presentazione del libro ‘L’Italia del Père-Lachaise. Vies extraordinaires des Italiens de France et des Francais d’Italie’, ulteriore testimonianza – se mai ce ne fosse bisogno – dell’eterno legame che lega due nazioni cardine dell’Europa.

Il volume di circa 300 pagine, curato da Costanza Stefanori per le edizioni Skira, ripercorre le storie di 59 personalità di origine italiana sepolte al Père-Lachaise, il più celebre e monumentale dei cimiteri parigini: Amedeo Modigliani, Gioacchino Rossini, Giuseppe De Nittis, Vincenzo Bellini o Piero Gobetti, ma anche altri immeritatamente finiti nell’oblio come l’artista circense Antonio Francon o il clown Achille Zavatta.

Altrettante espressioni di una relazione, quella tra Italia e Francia, che dopo gli attriti politici dello scorso anno tiene ora a celebrare Luigi Di Maio. “Le storie di così tanti personaggi illustri – afferma il ministro degli Esteri nella prefazione – consentono di esaltare il profondo legame di amicizia tra l’Italia e la Francia, nostra ‘Sorella Latina’, anche nel percorso verso l’Unità italiana”. Oltre che “riscoprire una identità tutta italiana ma al tempo stesso francese e profondamente europea”, come ha detto l’ambasciatrice d’Italia in Francia, Teresa Castaldo, nel discorso pronunciato dinanzi alla folta platea, tra cui l’attrice Monica Bellucci, che ha partecipato alla presentazione del libro nell’antico teatrino siciliano dell’ambasciata in Rue de Varenne. Rendendo omaggio ad un progetto editoriale che “testimonia la solidità e l’indissolubilità, come spesso ripetuto dal nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dei rapporti tra i due popoli, uniti da vincoli di una forza ed una intensità che non ha pari nel panorama delle relazioni internazionali del nostro Paese”, Castaldo ha quindi salutato il “rinnovato dinamismo delle relazioni italo-francesi”, alla vigilia del vertice di Napoli il 27 febbraio.

‘L’Italia del Père-Lachaise’ è anche frutto della tenacia e dell’entusiasmo della Console Generale d’Italia a Parigi, Emilia Gatto, al lavoro su questo progetto da oltre due anni e che ha detto di sentire una “fortissima gioia perché siamo giunti a questo giorno magnifico, in cui vediamo realizzarsi un sogno”. Mentre il Direttore Generale della Farnesina per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, Luigi Maria Vignali, presente a Parigi per partecipare alla cerimonia, ha insistito sull’importanza di un’iniziativa che “mette insieme memoria, arte e storia di una comunità” oltre che onorare la “straordinaria amicizia” franco-italiana. Corredato da una mappa ad hoc del Père-Lachaise e una specifica app da scaricare sullo smartphone, il progetto editoriale è stato sviluppato anche grazie al contributo dei Comites, Comitato elettivo degli italiani residenti all’estero di Parigi. Dopo la presentazione a Parigi, il volume riccamente illustrato verrà presentato lunedì a Palazzo Farnese, sede dell’ambasciata di Francia a Roma.

I Rolling Stones riprendono il tour in nord AmericaDopo stop anno scorso per intervento al cuore di Mick Jagger

07 febbraio 202023:39

I Rolling Stones tornano in tour in nord America. Dopo lo stop l’anno scorso a causa dell’intervento al cuore di Mick Jagger, la rock band è pronta a scatenarsi di nuovo sul palco con il ‘No Filter Tour’ dal prossimo maggio e facendo tappa in quindici città degli Stati Uniti.
“C’è qualcosa nel ritmo del mettersi di nuovo in marcia – ha detto Jagger in un video promozionale per il tour -. Ti arriva dentro. Mentre sei in tour vedi le città, incontri gente, rivedi vecchi amici. E’ una cosa magica”.

Hit parade, J-Ax resta in vetta alla top tenRapper sul podio con nuovo ingresso di Shiva e Tha Supreme

07 febbraio 202023:38

Non c’è stato ancora l’effetto Sanremo sulla nuova classifica dei dischi più venduti della settimana, secondo le stime di Fini/Jfk, tranne che per la nuova presenza di Elodie, al settimo posto degli album più venduti, con il suo This is Elodie, 19 tracce che non comprendono però Andromeda, brano scritto per lei dalla premiata ditta Mahmood-Dardust, con cui la cantante italo-francese si è presentata al festival. In vetta alla classifica per la seconda settimana resta J-Ax con il suo nuovo album intitolato Reale, che segna il suo ritorno sulla scena da solista, a distanza di cinque anni da “Il bello d’essere brutti”.
Secondo posto ad un’altra new entry, il rapper Shiva con il suo album Routine, nuovo progetto discografico del giovane talento (classe 1999) composto da 7 brani di cui 6 inediti che vedono la collaborazione di artisti del calibro di Marracash, Capo Plaza e tha Supreme. Sul podio, in terza posizione, ancora musica rap con Tha Supreme e 23 6451, suo primo album in studio.
Seguono Marrakesh con Persona, sul quarto gradino, e Brunori sas cob il suo Cip! sul quinto. Sesta posizione per Eminem con il suo album Music to be murdered by. Stabile sull’ottavo gradino, Ultimo con “Colpa delle favole”, da 44 settimane in classifica, mentre scivola dal quinto al nono posto il gruppo trap FSK Satellite, con FSK TRapshit revenge. Fermo sulla decima posizione chiude la top ten, Tiziano Ferro con l’album Accetto miracoli.
In testa ai singoli c’è la new entry, “Chance” di Shiva Feat.
Capo Plaza. Cip! di Brunori Sas si conferma per la seconda settimana in vetta ai vinili più venduti.

Fontana, istruzioni per superare la ‘fine del mondo’Ballando con l’apocalisse, tutto crolla o tutto inizia

07 febbraio 202023:37

ANDREA FONTANA, BALLANDO CON L’APOCALISSE (ROI EDIZIONI, 115 PP, 16 EURO) “L’apocalisse è iniziata. Non dura un giorno, ma anni. E’ come un virus, latente. Poi improvvisamente si manifesta. E tutto crolla o tutto inizia”. Andrea Fontana, saggista e sociologo della comunicazione, guida il lettore nella comprensione dei cambiamenti epocali che stiamo vivendo, per tentare di decriptarli e indicare un possibile strada per gestire questa complicata fase storica.
Da Greta Thunberg al climate change, dalle cripto-valute all’attivismo di marca, dal coding genetico alla realtà aumentata e alterata: tutto rema verso un cambiamento radicale, che – come diceva il grande antropologo Ernesto De Martino – può essere affrontato in modo patologico, tra paranoia e rancore, o in un modo salvifico, fatto di visione e strategia.
“La fine del mondo” l’hanno vissuta tante generazioni, con le guerre mondiali, il ’68, il Muro di Berlino. “Ora tocca a noi – scrive Fontana -. Prepariamoci a ballare con l’Apocalisse per vivere i tempi recenti e raggiungere le stelle”. Così, di capitolo in capitolo, salendo un piano alla volta con l’ascensore sul palazzo del mondo, si scoprono gli elementi di questa apocalisse, che è un affare per eroi comuni.
Il futuro sorriderà a chi saprà comprendere, per dirla con Dostoevskij, che il trucco dell’esistenza non risiede solamente nel vivere, ma anche nel sapere cosa si sta vivendo. In questa fase di transizione, così minacciosa da far presagire la fine dei tempi, bisogna cioè saper cambiare stato di coscienza per gestire la nuova politica, la nuova economia, la nuova cultura, la nuova cittadinanza.
“Io non voglio un nuovo imbarbarimento dell’umanità. Non voglio rabbia, paura, distruzione e morte. Ti prometto – dice al lettore – che farò di tutto per essere all’altezza del nuovo tempo. E tu?”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Gurrado, Quattro bravi ragazzi
Giallo contro bullismo. Per i bimbi Dai un bacio a chi vuoi tu

07 febbraio 202010:39

Una “malattia” contagiosa e pericolosissima, che va combattuta in casa, a scuola, ovunque ci sia il rischio di diffusione: è quanto ci ricorda la Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo del 7 febbraio, istituita per sensibilizzare bambini, ragazzi e adulti sulla necessità di non abbassare la guardia di fronte a un fenomeno dilagante che troppo spesso occupa la cronaca e che ha già rovinato le vite di tanti giovani. In questa battaglia che è principalmente culturale, e che deve essere affrontata insieme, con l’ascolto e la prevenzione, ma anche reagendo con decisione, un aiuto può venire dai libri, che da vari punti di vista possono affrontare il problema e indicare la strada per contrastarlo.
LELLO GURRADO, QUATTRO BRAVI RAGAZZI. STORIE DI ORDINARIO BULLISMO (Baldini+Castoldi, pp.144, 15euro). Un poliziesco in piena regola, dal grande impegno sociale e adatto a grandi e piccoli, è il romanzo di Lello Gurrado, “Quattro bravi ragazzi” (Baldini+Castoldi) che in una storia avvincente tratta il serissimo tema del bullismo. L’autore usa un linguaggio diretto, utile a veicolare la forza di una trama efficace e, purtroppo, di stretta attualità: un burbero commissario, dopo la morte misteriosa di 3 adolescenti della stessa classe liceale, capisce che non si tratta di disgrazie ma di veri e propri omicidi, dovuti all’appartenenza dei ragazzi a una banda dedita ad atti di bullismo. Le tre vittime infatti non sono per niente dei “bravi ragazzi”: dalle merende rubate ai compagni agli sfottò e ai soprusi ai danni di un ragazzino gay, dagli insulti a coetanei di colore fino alle pipì nelle tasche dei giacchetti a scuola, in questa escalation di prepotenze i bulli hanno poi fatto “il salto di qualità”, arrivando alla tragedia, con la morte di Sofia, lanciatasi dal ponte di un’autostrada dopo la diffusione a scuola e sui social di una sua (finta) foto senza veli.
Mentre il giallo si dipana alla ricerca del misterioso assassino dei bulli con esiti drammatici, emerge l’impegno civile dell’autore, che esprime con chiarezza il suo messaggio: se l’immaturità, la superficialità e la leggerezza – che spingono alcuni giovani a compiere azioni riprovevoli e meschine di cui non sanno valutare le conseguenze – sono una miccia pericolosissima per il dilagare del fenomeno, di certo il problema va affrontato unendo le forze, tra ragazzi, adulti e istituzioni, senza mai far sentire sole le vittime.
RACHEL BRIAN, DAI UN BACIO A CHI VUOI TU. IMPARA IL RISPETTO DEI CONFINI PERSONALI, TUOI E DEGLI ALTRI (De Agostini, pp.64, 12.90euro). Ha un approccio completamente diverso al problema del bullismo rispetto al romanzo di Gurrado il libro di Rachel Brian “Dai un bacio a chi vuoi tu” (De Agostini), un manuale ricchissimo di disegni e di testi semplici e incisivi, adatto ai più piccoli. Consigliato da Amnesty International, il libro usa toni umoristici e il linguaggio dei bambini per insegnare loro valori fondamentali come il rispetto, di sé e degli altri, l’ascolto e l’empatia. L’autrice fa la giusta scelta di mettersi sullo stesso piano dei suoi lettori: in questo modo evita le distanze, il paternalismo e i filtri e comunica chiaramente il suo messaggio. Tra le pagine i bambini troveranno alcuni concetti chiave da interiorizzare per una crescita serena: come comprendere e praticare il consenso in modo consapevole, anche in relazione al proprio corpo; come imparare a chiedere aiuto a persone fidate e a costruirsi “la propria squadra”, ossia un gruppo di amicizie fidate in cui tutti possono appoggiarsi all’altro e sentirsi ascoltati; esercitare il diritto di dire no e anche di cambiare idea; non fare agli altri ciò che a noi per primi provoca disagio. Ma soprattutto Brian pone l’accento sul fatto che nel rapporto grande-piccolo, quando i confini sono violati, non esiste colpa né responsabilità per il bambino, che invece sono sempre dell’adulto.

‘Alice e il sindaco’, politica e sentimentoDal 6 febbraio il film di Pariser con Fabrice Luchini e Heimann

07 febbraio 202010:20

‘Alice e il sindaco’ di Nicolas Pariser, in sala dal 6 febbraio con la Bim con protagonisti Alice Heimann e Fabrice Luchini, mescola passione politica e sentimento, una sorta di omaggio-sequel al film di Éric Rohmer, L’albero, il sindaco e la mediateca dove protagonista era un giovane Luchini insegnante dal cuore socialista nella Francia rurale. Questa volta l’attore francese è invece Paul Theraneau, sindaco di Lione a qualche mese dalle elezioni municipali. Un politico che dopo trent’anni di attività si sente come svuotato, non ha più un’idea. E così, con un azzardo di sceneggiatura molto francese, il sindaco chiama in suo soccorso una giovane ragazza, Alice (Heimann), una filosofa trentenne abbastanza disincantata, che ha come singolare missione dare nuove idee e stimoli al politico. Ora va detto che Alice, nonostante l’originalità del suo lavoro, è davvero brava tanto da diventare indispensabile al sindaco, una cosa che la renderà presto antipatica allo staff del politico. Il contributo di Alice sarà così fondamentale per ricucire quel rapporto con la società che questo politico socialista non ha ormai più. E questo in una deriva di linea più radicale che cerca di separare appunto le cose della politica con gli affari, le banche. Erede di Rohmer, Nicolas Pariser autore nel 2015 del thriller politico ‘Le Grand Jeu’, dice di questo suo film già passato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes:”La figura del sindaco era un mio capriccio, perché volevo qualcuno di rilievo, ma non un ministro o un deputato, bensì una figura padrona del suo ambiente. Volevo insomma ‘un piccolo re’, di un piccolo regno, con una piccola Versailles, quindi il sindaco di una cittadina era perfetto. Per quanto riguarda la filosofa – aggiunge il regista – , il punto di partenza era quello di voler ricreare la fiaba di La Fontaine, Il lupo e il cane, ovvero la storia di due personalità estremamente opposte. Così , i miei due personaggi sono da un lato qualcuno che ha vocazione ma riflette poco sulle cose, e dall’altro, una persona che pensa troppo e non sa che cosa farne della sua vita. Volevo mettere a confronto questi due paradossi”. Così spiega infine Pariser la ‘doppia’ anima di ‘Alice e il sindaco’: “Per me, nel cinema è un bene che ci siano due gambe. È necessario che ci sia una gamba sapiente, ovvero Orwell, La Fontaine, Rousseau e una gamba popolare come il teatro alla Sacha Guitry, uno dei miei registi preferiti. Cercavo un equilibrio tra i due aspetti”

Ginevra Elkann seduce Hollywood con ‘Magari’Premi a L.A. Italia e profumo di Oscar con Zaillian

NAPOLI06 febbraio 202019:49

Ginevra Elkann seduce Hollywood. La filmaker ha ricevuto il premio ‘Rivelazione dell’anno’ di ‘Los Angeles, Italia – Film, Fashion and Art Festival’ al termine della anteprima americana al TCL Chinese Theatres della sua commedia d’esordio ‘Magari’. L’Excellence Awards è andato all’attrice Alba Rohrwacher, alla sceneggiatrice Chiara Barzini, e al produttore Lorenzo Mieli: per tutti la maschera di Pulcinella, simbolo del festival, firmata dall’artista Lello Esposito. La 15ma edizione dell’happening italiano promosso dall’Istituto Capri nel mondo con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, il sostegno del Mibact (Dg Cinema e Audiovisivo) ha premiato nella stessa serata Steven Zaillian (già premio Oscar e nominato nel 2020 per la sceneggiatura del film diretto da Martin Scorsese, ‘The Irishman’)per il miglior script. A consegnargli il riconoscimento i presidenti del festival Gabriele Salvatores e Nick Vallelonga, entrambi premi Oscar, e l’attrice Madalina Ghenea. Ginevra Elkann si è laureata presso la London Film School e ha lavorato come assistente alla regia di Bernardo Bertolucci e Anthony Minghella; nel circuito indipendente è nota per aver prodotto titoli importanti come il dramma in lingua Swahili ‘White Shadow’, e ‘Land’ di Babak Jalali. La sua commedia ‘Magari’, ispirata alle atmosfere dell’infanzia, aveva aperto il festival di Locarno lo scorso anno e sarà nelle sale italiane dal 19 marzo distribuita da BIM. Al termine della premiazione, party a Beverly Hills nella villa del produttore Mitch Glazer , tra gli ospiti Danny Huston Casey Affleck, Pascal Vicedomini, Francesca Archibugi, Gabriele Salvatores, Elisa Amoruso.

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SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

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DALLE 21:33 DI VENERDì 31 GENNAIO 2020

ALLE 17:28 DI GIOVEDì 06 FEBBRAIO 2020

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Artbonus, superati i 435 milioni di donazioni
+ 25mln in 6 settimane. Franceschini: “modello per Europa” 31 Gennaio 2020 21:33

Cresce in Italia l’Artbonus, il meccanismo per il mecenatismo culturale lanciato nel 2014 dal ministro della cultura Franceschini. Grazie a 14.237 mecenati – annuncia il Mibact – le donazioni a favore del patrimonio italiano hanno superato i 435 milioni di euro, oltre 25 milioni di euro in più in sei settimane. Sono 3.538 gli interventi registrati sul sito artbonus.gov.it che hanno ricevuto erogazioni liberali per restauri o sostegni di vario tipo. “Numeri molto significativi – commenta Franceschini – l’Art Bonus sta funzionando bene e in pochi anni è diventato un modello in tutta Europa”.
Quanto alla distribuzione regionale delle donazioni, gli ultimi dati, spiegano dal dicastero del Collegio Romano, evidenziano che le donazioni si concentrano prevalentemente nelle regioni del centro Nord, mentre la misura ancora fatica nel Mezzogiorno.
La classifica regionale dei 435.441.00€ di donazioni vede in testa la Lombardia, dove 3.235 mecenati hanno donato 175.073.257€, a seguire il Piemonte con 58.092.655€ per 1.304 mecenati, il Veneto con 54.243.540€ per 786 mecenati, l’Emilia Romagna con 48.972.314€ per 2.615 mecenati e la Toscana con 46.501.347€ per 1.503 mecenati.
Seguono, con un maggior distacco, il Lazio (13.447.144€) e la Liguria (13.186.920€), poi il Friuli Venezia Giulia (5.938.887€), l’Umbria (5.389.709€), le Marche (3.884.481€), la Campania (3.819.220€), la Puglia (2.161.086€), la Sardegna (1.447.665€), il Trentino Alto Adige (1.364.893€), l’Abruzzo (1.003.573€). Sotto il milione di euro raccolti la Sicilia, la Calabria, il Molise, la Basilicata e la Valle D’Aosta.

Morta Mary Higgins Clark, regina della suspence92 anni. Oltre 50 libri, decine i best seller

01 febbraio 202010:51

Mary Higgins Clark, ribattezzata dai fan la “Regina della Suspense”, è morta all’età di 92 anni. Lo ha annunciato “con grande tristezza” il suo editore Carolyn K.
Reidy, ad di Simon & Schuster, specificando che l’autrice di decine di bestseller si è spenta il 31 gennaio in Florida per “complicazioni legate all’età”. Prolifica autrice nata a New York e di origini irlandesi ha scritto 56 romanzi, quasi tutti bestseller, con picchi da 80 milioni di copie l’anno in Usa. Il suo primo libro, dopo aver ricevuto diversi rifiuti, fu pubblicato nel 1975 ‘Dove sono i bambini’, arrivato alla 75 esima ristampa.

Eugenio Borgna, Il fiume della vitaAutobiografia intellettuale del grande psichiatra

05 febbraio 202021:36

IL FIUME DELLA VITA. Una storia interiore- EUGENIO BORGNA (FELTRINELLI, pp. 192. euro 16,00).
E’ l’autobiografia intellettuale del grandissimo psichiatra, e autore di innumerevoli libri, Eugenio Borgna che alla soglia dei 90 anni in un racconto straordinario mostra l’intreccio struggente tra la vita e il pensiero.
“A tredici anni una prima svolta nella mia vita: dopo l’8 settembre 1943, mio padre entrava nella Resistenza” È lungo il cammino che riporta alla luce le esperienze lontane, solo apparentemente perdute. Con la guida di Agostino e delle Confessioni, di Leopardi e di Emily Dickinson, di Thomas Mann e di Virginia Woolf, Borgna segue la scia dei ricordi dell’infanzia, segnata dal ritorno alla grande casa paterna devastata dai tedeschi durante l’occupazione, e si immerge nella memoria delle turbolenze dell’adolescenza. Nel corso di questo itinerario profondo e affascinante la psichiatria si rivela come un destino.
Noi siamo un colloquio, diceva Hölderlin. Per Eugenio Borgna, rivolgere lo sguardo alle illusioni, ai sogni, alla memoria, alle attese e alle febbri di una vita significa entrare in un dialogo infinito con gli abissi della propria interiorità e anche con quella dei suoi pazienti, alla ricerca di ciò che le unisce nel dolore e nella speranza.
La scoperta della neurologia a Milano, il lavoro al manicomio femminile di Novara. Poi la legge Basaglia cambia tutto e Borgna diviene il primario di psichiatria all’Ospedale Maggiore di Novara. Via via si spalanca davanti agli occhi dello studioso la vastità arcana e insondabile di esperienze umane di tristezza e angoscia, di attese e di speranze infrante, di ricerca di un infinito mai raggiungibile. La psichiatria diventa uno sguardo sulla vita delle emozioni e delle passioni, sulla fenomenologia del mondo sociale. L’attenzione, scrive Eugenio Borgna, è rivolta “non alla storia esteriore, ma alla storia interiore della mia vita: alle inquietudini e alle insicurezze, alle ansie e alle delusioni, alle tristezze e alle nostalgie, alle attese e alle speranze, alle scelte e alle decisioni che ne hanno fatto parte”. La psichiatria accoglie la fragilità delle emozioni e delle passioni, senza mai distogliersi dalla fenomenologia del mondo sociale. E fa parte del grande racconto di una vita geniale, nel quale si ricostruisce un passato capace di rivivere nel presente e anche nel futuro. L’autobiografia intellettuale del grande psichiatra, un racconto straordinario che mostra l’intreccio struggente tra la vita e il pensiero. Borgna Affida la chiusura del libro alla poesia leopardiana Alla luna.

Dopo 78 anni “Palla de’ Mozzi” di nuovo in scenaL’opera di Marinuzzi apre la Stagione del Teatro Lirico Cagliari

CAGLIARI01 febbraio 202011:50

– L’avvincente e raffinata partitura di Gino Marinuzzi, ripescata dall’oblio, apre a Cagliari la Stagione di Lirica e Balletto. Palla de’ Mozzi, melodramma in tre atti su libretto di Giovacchino Forzano, è andata in scena ieri sera al Lirico, per la prima volta in tempi moderni, 78 anni dopo la sua ultima esecuzione. Accolta dagli applausi del numeroso pubblico, l’opera risponde a un gusto già novecentesco ma rende omaggio attraverso vari rimandi e citazioni, al ricco patrimonio musicale dei secoli passati. E’ dal 1942 che non si sente risuonare in un teatro. Ancora una volta il Lirico sceglie di aprire il cartellone con un titolo raro e desueto. In sala, emozionate, le nipoti del compositore, Donatella e Oretta Pierotti Cei e sua figlia Valentina. Questa sera ci sarà il loro fratello, Fabio. “Grazie al Teatro Lirico di Cagliari per averla riproposta, è un’ emozione grandissima”, ha detto Oretta.
In questo dramma di ispirazione storica il compositore palermitano mescola le epoche in un gioco di sovrapposizioni di eventi: tra assedi e milizie in armi, luoghi di culto e preghiera, guerra e pace, fede e amore, rispetto filiale, onore e redenzione. L’ambientazione rinascimentale è ben resa dai costumi di Francesco Esposito, tra le corazze dei mercenari comandate da Palla de’ Mozzi, successore di Giovanni delle Bande Nere, sobrie e fastose vesti ecclesiastiche e abiti d’ epoca. Un dramma dal sapore ottocentesco dove non mancano richiami agli ideali patriottici.
Attento ai particolari di questa complessa partitura, il maestro Giuseppe Grazioli fa rivivere il caleidoscopico mondo di Marinuzzi. Ottima la prova del tenore Leonardo Caimi (Signorello), applauditi il soprano Francesca Tiburzi (Anna Bianca) e Elia Fabbian (Palla de’ Mozzi). Felice anche l’interpretazione di Francesco Verna (Il Montelabro) e di tutta la compagnia, sostenuti dalla valida prova di Coro e Orchestra del Lirico e Coro delle Voci Bianche del Conservatorio. La regia è di Giorgio Barberio Corsetti e Pierrick Sorin.

Milano Unica tessuti e accessori alto di gammaA Fiera di Milano 477 espositori dal 4 febbraio, 30/a edizione

MILANO01 febbraio 202012:06

– I tessuti e gli accessori dell’alto di gamma italiani ed europei, presentati da 477 espositori, sono i protagonisti della 30/ma edizione di Milano Unica che prenderà l’avvio il 4 febbraio nei padiglioni di FieraMilano a Rho. Si tratta di un significativo consolidamento, confermato anche dai numeri delle presenze degli espositori riconducibili al solo Salone Italiano del Tessile che sono 417 (2 in più dell’edizione di Febbraio 2019). Gli espositori europei sono 80 e confermano il dato precedente. Nell’ordine i Paesi più rappresentati sono: Francia, Gran Bretagna, Portogallo e Svizzera. La manifestazione si pone al servizio non solo degli espositori ma di tutti gli operatori del sistema moda italiano e internazionale in un momento nel quale la tessitura italiana ha chiuso in negativo il 2019 pur conservando un attivo della bilancia commerciale che risulta ancora superiore a 2,25 miliardi di euro.

Tosca, più spazio alle donne, quote rose necessarieIn gara con Ho amato tutto, “porto con me artisti di nicchia”

02 febbraio 202017:51

“Dopo che Amadeus ha faticato non poco a convincermi che la telefonata con cui mi annunciava che ero stata presa al festival non era uno scherzo di Fiorello, il primo pensiero è stato: correre, correre, correre”. Correre a completare gli arrangiamenti di un brano intenso e dolcissimo dal titolo Ho amato tutto, a pensare a quale cover scegliere per la serata del giovedì, a quali vestiti indossare sul palco dell’Ariston: quella di Tosca è diventata “una corsa contro il tempo, ma ne vale la pena. Gli abiti? Ancora non ho deciso!”, e ride dall’altra parte del telefono, mentre si districa nel traffico capitolino.
Entrata last minute nella lista dei big, passati da 22 a 24 a un mese dall’inizio della manifestazione, non si sente per questo penalizzata. “Avevo visto il cast ufficializzato. Ho pensato che era un peccato essere fuori da un festival ‘alla Baudo’, con tanti artisti dalla personalità diversa – racconta l’artista romana, che negli ultimi tre anni ha girato il mondo con il suo spettacolo teatrale -. Però sono convinta che Sanremo sia, sì, una grande festa e una bella occasione per far conoscere i propri progetti, ma non è Lourdes. Ed ero già passata oltre”. E invece nel giro di una settimana tutto è cambiato: dentro anche lei, interprete d’eccezione che dal festival ha ottenuto il riconoscimento più alto nel 1996 con la vittoria di Vorrei incontrarti fra cent’anni, in coppia con Ron.
L’ultima partecipazione risale al 2007, tredici anni fa. “Sono tornata perché mi sembrava il giusto vestito per questa canzone (scritta e arrangiata da Pietro Cantarelli) che amo molto”. Sul palco dice di voler “portare idealmente tutta la musica di ‘nicchia’, tutti gli artisti della famiglia di cui faccio parte.
Quelli un po’ in ombra che lavorano a testa bassa, che macinano chilometri e chilometri, quelli che ogni giorno si sentono dire che meriterebbero di più. E tutte le donne artiste con cui ho condiviso il palco e le emozioni in questi anni. Quelle che nonostante le chiusure, lavorano sodo, sorridono, sono mamme, compagne, rocce e sognatrici. E non mollano mai”.
Le donne, sulle quali il festival sta giocando una partita importante, tra frasi maldestre di Amadeus e vecchi testi sessisti di Junior Cally, ritirati fuori e contestati duramente sui social. “Volutamente sono stata in silenzio finora – spiega -. Avevo bisogno di pensare e metabolizzare. Credo che si sia spostata l’attenzione: parliamo degli effetti e non delle cause del problema. Tv del dolore, tv dell’esibizione, dove l(‘immagine della donna (seduttrice, pupa, tronista e così via) è svilita: siamo assuefatti. Ora due giorni di polemiche e poi di nuovo, come diciamo a Roma, finisce tutto a tarallucci e vino. Invece mi piacerebbe approfondire, parlare con Junior Cally, chiedergli perché scrive quei testi”. Ma la censura no, afferma risoluta.
“La censura non serve”. Tosca invita piuttosto a concentrarsi di più su quanta musica femminile non venga considerata da pubblico e discografici. “Non è vero che non ci siano artiste valide, esistono eccome. Carolina Bubbico, Margherita Vicario, Lavinia Mancusi, solo per citarne alcune… La donna va valorizzata in tutti i campi”. Anche ricorrendo alle quote rosa. “Certo.
Bisognerebbe vivere in una società che sappia riconoscere la bravura, ma finché non sarà così anche quella è una soluzione.
Non bisogna mai dimenticare da dove arriviamo: non bisogna mai abbassare la guardia. Guai a toccare quello che ci siamo guadagnate”, dice accalorandosi, lei da sempre attenta alla formazione dei giovani e che da cinque anni dirige la sezione canzone dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini a Roma.
A Sanremo per la serata delle cover ha scelto di portare Piazza Grande: “Un omaggio a Lucio Dalla, ma anche a Gianfranco Baldazzi, Sergio Bardotti e Ron, che l’hanno composta. Quattro in un colpo solo”. Ad accompagnarla la cantante spagnola Silvia Perez Cruz. “Da tempo volevo lavorare con lei. E in più volevo portare la mia visione dell’arte: un viaggio in culture diverse”. L’idea di farsi affiancare da Ron è tramontata ben presto. “Lui è un pezzo del mio cuore, ma come mi ha insegnato il mio primo maestro Renzo Arbore: mai rifare qualcosa che ha funzionato”.
Tosca da marzo sarà di nuovo in tour tra Europa e Italia.
Uscirà anche una ristampa dell’ultimo disco Morabeza, pubblicato lo scorso ottobre, con l’aggiunta del brano di Sanremo. “Mi piacerebbe fare anche un 45 giri: il lato A con Ho amato tutto, il lato B con Piazza Grande”.

A Gand la rivoluzione ottica di van EyckInsieme gli 8 pannelli dell’Adorazione dell’Agnello Mistico

GAND01 febbraio 202013:40

– Nel mondo, ci sono circa una ventina di disegni e dipinti di Jan van Eyck: dal 1° febbraio al 30 aprile più della metà di queste opere possono essere ammirate nelle sale del Museo delle Belle Arti di Gand (MSK) nella mostra “Van Eyck. Una rivoluzione ottica”. Il percorso accoglie, insieme a opere della bottega di van Eyck, anche copie di quadri del maestro ormai scomparsi e più di 100 altri capolavori. In particolare, il pubblico ha la possibilità di vedere insieme in un unico evento espositivo gli 8 pannelli del polittico dell’Agnello mistico (1432) di Hubert e Jan van Eyck, posti all’altezza dello sguardo del visitatore per poterne osservare da vicino i magnifici colori, gli straordinari dettagli e la rappresentazione quasi tangibile dei tessuti. Tra il 2012 e il 2016 infatti questi pannelli sono stati restaurati all’interno del museo dall’Istituto statale per la tutela del patrimonio artistico (KIK): grazie a questo lavoro di restauro perfettamente riuscito, sono stati rimossi vecchi strati di pittura e parti coperte, riportando l’opera al suo splendore originario. La mostra si snoda lungo 13 sale del museo e si apre con uno spaccato sulla lussuosa ed itinerante corte borgognona dei Paesi Bassi, procedendo poi a documentare come si siano sviluppate la carriera di van Eyck e le caratteristiche stilistiche della sua pittura.

Musei: al Fellini di Rimini nascerà giardino d’arte e poesiaOk a progetto con stanze naturali, pareti verdi, giochi luminosi

RIMINI01 febbraio 202013:47

– Stanze naturali, pareti verdi, giochi luminosi: nascerà un giardino d’arte e poesia a Rimini, tra il Museo Fellini e il Museo d’arte contemporanea. Il progetto, approvato dalla Giunta Comunale, nasce dall’opportunità di coordinare due nuovi interventi culturali: il Museo internazionale Federico Fellini – con i tre assi del Castel Sismondo, cinema Fulgor/Palazzo Valloni e della parte outdoor che si sviluppa tra i due luoghi – e il Museo d’arte moderna e contemporanea ospitato nei palazzi del Podestà e dell’Arengo, che aprirà le porte al pubblico il 14 marzo.
L’obiettivo, spiega l’amministrazione comunale, “è quello di rendere ancora più evidente e vivibile lo spazio armonico tra cultura, storia, arte, creatività e ambiente di questo straordinario quadrante urbano nel centro storico, che comprende anche il teatro Galli e la piazza sull’acqua al Ponte di Tiberio”. Il giardino, nella nuova configurazione, potrà ospitare eventi temporanei come proiezioni, conferenze, iniziative legate al Museo Fellini, e anche essere estensione outdoor del Museo d’arte, con la possibilità di posizionare all’esterno allestimenti permanenti e temporanei.

Zubin Metha apre l’8 aprile Bologna FestivalProgrammi da musica rinascimentale a brani in prima esecuzione

BOLOGNA01 febbraio 202015:23

– Toccherà a Zubin Mehta e all’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino aprire l’8 aprile prossimo all’Auditorium Manzoni la 39/a edizione del Bologna Festival.
La manifestazione, che da quest’anno ha in Maddalena Da Lisca la nuova sovrintendente e direttrice artistica dopo le 27 edizioni dirette da Mario Messinis, mantiene la struttura che il professore veneziano le aveva dato una ventina di anni fa: grandi interpreti, giovani talenti, una sezione dedicata alla musica antica e a quella di oggi, e tanta attenzione alla formazione fin dalla più tenera età. I programmi spazieranno dalla musica rinascimentale a brani in prima esecuzione assoluta. Nel primo appuntamento Mehta dirigerà la celeberrima Incompiuta di Schubert e quella cattedrale sonora che è la Settima Sinfonia di Bruckner.
Non mancherà Ludwig van Beethoven nell’anno del suo 250/o dalla nascita. Il 7 maggio Thomas Hengelbrock dirigerà Balthasar Neumann Ensemble nelle Sinfonie N. 5 e N. 6 mentre il 14 aprile il pianista Andras Schiff affiancherà due delle ultime Sonate beethoveniane, la N. 28 e la N. 32, a minuetti, gighe, rondò e fantasie mozartiane. Pianoforte il 15 giugno con il vincitore del Premio Ciajkovskij del 2019 Alexandre Kantorow e il 30 settembre con Evgeny Kissin con un programma che a Chopin affianca Berg e Gershwin.
Nutrita la sezione dedicata alla musica barocca con English Baroque Soloists diretti da John Eliot Gardiner in un tutto Monteverdi (19/4), l’Orchestra Barocca Zefiro con i Concerti Brandenburghesi di Bach (14/5) e The Tallis Scholars (26/5). La rassegna dedicata ai Talenti, sei appuntamenti, coinvolgerà giovani interpreti premiati nei principali concorsi italiani. Il Nuovo, l’Antico, sette concerti tra settembre e ottobre, tra le tante proposte segnerà il debutto (28/10) della nuova opera di Luigi Sammarchi ‘In alloro mutò il suo pianto. Il canto di Dafne sulle spoglie di Orfeo’, ancora in corso di composizione su un libretto di Guido Barbieri.

Sanremo: Gianna Nannini ospite nella serata di venerdìBrani storici e estratto nuovo album La Differenza

02 febbraio 202010:02

Gianna Nannini sarà ospite del 70° Festival di Sanremo nella serata di venerdì 7 febbraio. Sul palco del Teatro Ariston la rocker senese si esibirà live presentando un estratto dal suo ultimo album di inediti “La differenza” e un medley dei suoi più grandi successi.

Los Angeles, Italia al via con omaggio a Kobe BryantPremi il 2 febbraio a Diane Warren e Danny Huston

01 febbraio 202021:33

Los Angeles, Italia – Film, Fashion and Art Festival 2020 sarà dedicata alla memoria di Kobe Bryant, l’atleta tragicamente scomparso qualche giorno fa. L’omaggio a Bryant è previsto durante la serata inaugurale del festival, domenica 2 febbraio, e per l’occasione sarà mostrata l’intervista che Pascal Vicedomini, fondatore e produttore del festival, ha realizzato con Kobe nel 2018, dopo la vittoria da parte dell’atleta di un Oscar, per il corto d’animazione “Dear Basketball”. “Kobe Bryant – afferma Vicedomini – Era cresciuto in Italia, e ogni estate tornava a far visita al nostro paese, che sentiva anche suo, con tappa fissa a Capri. La lingua italiana, poi, era la sua seconda lingua, e la parlava benissimo. Con grande partecipazione, desideriamo rendergli omaggio e porgere le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia e ai suoi amici”.
LA ITALIA 2020 sarà testimone della sfida fra “The Irishman” di Martin Scorsese e “C’era una volta a Hollywood” di Quentin Tarantino, che si contendono l’Oscar, con la proiezione di entrambi i film, rispettivamente il 2 e il 6 febbraio.
Nella serata inaugurale della manifestazione Diane Warren e Danny Huston riceveranno il premio ‘LA ITALIA – Person of the Year’ mentre il musicista Frank Stallone riceverà il premio alla carriera. Nominata all’11/o Oscar della sua carriera per la canzone originale “I’m Standing With You” che fa parte della colonna sonora dell’intenso film drammatico “Breakthrough”, Diane Warren vanta un Emmy Award, un Grammy Award e un Golden Globe nonché un posto d’onore nella Songwriters Hall of Fame. “I’m Standing With You” è cantata da Chrissy Metz, protagonista del film.
Nato a Roma, Danny Huston è apparso in oltre 20 film fra cui “The Aviator”, “Via da Las Vegas” e il recente “Attacco al potere 3 – Angel Has Fallen”. Nel 2013 è stato nominato ai Golden Globe come migliore attore non protagonista per la sua performance nella serie TV “Magic City”.
In aggiunta, per celebrare il centenario della nascita di Federico Fellini, il festival aprirà con “Casanova” (1976) il 2 febbraio, e chiuderà con “Ginger & Fred” (1986) l’8 febbraio.
Tra gli altri momenti clou della sezione “The Italian Masters”, l’omaggio anche a Lina Wertmüller, che lo scorso ottobre ha ricevuto un Oscar alla carriera da parte dell’Academy, con la proiezione di “Travolti da un insolito destino…” (1974,), a Francesco Rosi con la proiezione di “Citizen Rosi”, il documentario diretto dalla figlia Carolina e da Didi Gnocch. E il ricordo del grande autore della fotografia Carlo di Palma con il documentario “Acqua e zucchero – Carlo Di Palma: i colori della vita”, diretto da Fariborz Kamkari e prodotto da sua moglie Adriana Chiesa Di Palma.
Il grande drammaturgo Eduardo de Filippo sarà inoltre ricordato con la proiezione del film “Il sindaco di Rione Sanità”, moderno adattamento dell’omonima opera teatrale diretto da Mario Martone e presentato in anteprima a LA, Italia da una delle star del film, Francesco di Leva.
“Il programma di quest’anno, con tutti gli eventi connessi, è il più forte di tutti i 15 anni della storia del festival”, aggiunge Vicedomini. “Abbiamo deciso di iniziare e terminare il festival con due film del leggendario Federico Fellini, e di rendere omaggio ai grandissimi artisti italo-americani che prenderanno parte al festival.” LA, Italia 2020 è presieduto dal regista premio Oscar Gabriele Salvatores, al fianco del filmmaker Nick Vallelonga (vincitore di due Oscar per “Green Book”). La delegazione italiana al festival comprende i produttori Andrea Iervolino (Iervolino Entertainment), Marco Cohen (Indiana Production) e gli attori Remo Girone (protagonista del film nominato agli Oscar “Ford v Ferrari” nel ruolo di Enzo Ferrari), Franco Nero, Marco Bocci, Francesco di Leva, Victoria Zinny e il “re” della commedia italiana Ezio Greggio; i registi Francesca Archibugi, Ginevra Elkann, Elisa Amoruso, l’icona della moda globale Chiara Ferragni, la super-modella italocubana Maylin Aguirre; i talenti della musica Clementino, Valeria Altobelli, Francesco Giammusso, Gianluigi Lembo.
La 15° edizione di Los Angeles, Italia – Film, Fashion and Art Fest è presentata dall’Istituto Capri nel Mondo con il sostegno del Ministero del Turismo, dei Beni e delle Attività Culturali (DG Cinema), Intesa Sanpaolo, Iervolino Entertainment, Rai Cinema, Rai Cinema, Rai Com, Rai Italia, Rainbow, Medusa e ISAIA, e con il patrocinio del Consolato Italiano e dell’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles.

Attrici in nomination, Zellweger favorita per l’OscarDebutta in gara Scarlett Johannson e ha doppia candidatura

01 febbraio 202017:40

– A 16 anni dal primo Oscar per Ritorno A Cold Mountain, come attrice non protagonista, Renee Zellweger pare vicina a vincere la sua seconda statuetta, stavolta come protagonista, per la performance più impegnativa della sua carriera, nei panni dell’icona Judy Garland in Judy di Rupert Goold. arriva da favorita alla notte degli Oscar, in programma il 9 febbraio, sull’onda delle vittorie ai Golden Globe e ai Sag Award.
La sorpresa in cinquina potrebbe essere Scarlett Johansson, in gara per la prima volta e con una doppia candidatura: fra le protagoniste per il dramma famigliare Storia di un matrimonio di Noah Baumbach e fra le non protagoniste per Jojo Rabbit di Taika Waititi. Doppio debutto in competizione anche per l’unica attrice di colore in gara fra tutti i gli interpreti candidati quest’anno, Cynthia Erivo, in competizione fra le protagoniste per il dramma storico Harriet di Kasi Lemmons, e come coautrice della canzone originale del film, Stand Up. Torna in shortlist anche un’altra vincitrice della statuetta, Charlize Theron, Oscar nel 2004 per la serial killer di Monster e qui in gara con Bombshell, sugli abusi di cui si è reso responsabile l’ex capo operativo di Fox News Roger Ailes, morto nel 2017, poco dopo il suo licenziamento. Come per Lady Bird due anni fa, la 25enne Saoirse Ronan (qui alla quinta candidatura) torna in competizione per un film di Greta Gerwig, la rilettura di Piccole donne, tanto fedele al classico di Louisa May Alcott, quanto moderna.

Rai1: Speciale Tg1 Kinderblock, L’ultimo ingannoDocumentario toccante sulla tragedia dei bambini di Auschwitz

01 febbraio 202017:43

Domani, domenica 2 febbraio su Rai1 alle 23.30, Speciale Tg1 propone un documentario toccante sulla tragedia dei bambini nella realtà concentrazionaria di Auschwitz, trasmessa attraverso le testimonianze di sopravvissuti che all’epoca erano bambini.Il film, con la regia di Ruggero Gabbai e Marcello Pezzetti come autore, prodotto dalla Fondazione Museo della Shoah in collaborazione con Rai Cinema e la Goren Monti Ferrari Foundation, narra la storia di Sergio De Simone, nato a Napoli, e delle due cugine, Andra e Tatiana Bucci. I loro ricordi, vividi e al contempo frammentari, sono le tessere di un mosaico complesso e doloroso che fa emergere con forza narrativa le atrocità dei campi di sterminio, quali la sperimentazione medica sui bambini condotta dal Dottor Mengele, l’Angelo della Morte. Un susseguirsi di eventi porta il piccolo Sergio a quel fatidico passo avanti che rappresenta l’ultimo inganno: nell’illusione di ritrovare la propria madre, Sergio va incontro alla più atroce delle sperimentazioni e infine alla morte, insieme ad altri 19 bambini in uno scantinato della scuola di Bullenhuser Damm ad Amburgo.

Tornano a Policoro le Tavole di HeracleaInaugurata la mostra che sarà visitabile fino al 7 giugno

MATERA01 febbraio 202018:56

– Tradizione classica, ricerca archeologica e un legame ideale con la stagione della Riforma fondiaria degli anni ’50 nel Metapontino: sono gli elementi di interesse che caratterizzano la mostra, allestita presso il Museo archeologico di Policoro (Matera), su “Le Tavole di Eraclea. Tra Taranto e Roma”.
La mostra, inaugurata in serata e visitabile fino al 7 giugno – è stata ideata e organizzata dal Polo Museale della Basilicata in collaborazione con il Museo archeologico nazionale di Napoli (Mann) e il Museo archeologico nazionale di Taranto (Marta), la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, e promossa insieme al Comune di Policoro.
L’evento – che celebra il 50/o anniversario della fondazione del Museo della Siritide – ruota attorno a un prestito delle Tavole di Eraclea, ritrovate nel 1732 nei pressi del fiume Cavone e conservate al Mann: sono state considerate tra i più importanti documenti epigrafici della Magna Grecia.

Librerie: Alba Donati, è tutto un grande bookstorePoetessa e creatrice piccola libreria in Toscana

01 febbraio 202019:07

– Librerie sempre più in difficoltà, bruciate, protagoniste di una crisi che sembra inarrestabile.
“In parte è dovuto all’aver trasformato la produzione in un grande bookstore. Bisogna scartare tremila libri insulsi per arrivare a un libro decente.” dice la poetessa Alba Donati, presidente del Gabinetto Viesseux, che il il 7 dicembre 2019 ha inaugurato a Lucignana, a un passo dalla Garfagnana, in Toscana, la piccola libreria, ‘Sopra la Penna’, andata a fuoco per un cortocircuito elettrico il 29 gennaio 2020.
“Bisogna – sottolinea – trovare il modo di far innamorare di nuovo la gente della letteratura perchè si diventa più aperti verso gli altri leggendo. I roghi delle librerie sono da condannare, sono delle bravate pericolose, come le citofonate.
Vanno combattuti con azioni differenti. Bisogna dare un esempio alternativo. Dimostrare che una cosa bella e buona si può fare.
E’ evidente che siamo in un momento di regressione”. E racconta: “il commento che ho sentito più spesso fare dalle persone che sono venute in questo mese e mezzo a ‘Sopra la Penna’ è stato: ‘tutto quello che in una libreria normale troverei in 4 settimane, qui lo ho davanti agli occhi subito. Ho fatto una divisione tra scrittori e scrittrici, autori stranieri e italiani, dedicato una sezione ai libri che ho definito salvavita. Dato spazio a case editrici più piccole e a libri illustrati meravigliosi. Prima che andasse a fuoco avevo fatto un incontro sul Giorno della memoria con i bambini. E ogni fine settimana faccio una lista che pubblico su facebook dei libri che i lettori hanno preso. Non mi aspettavo un pubblico così colto. I noir e i thriller non se li fila nessuno” spiega Alba Donati.
Lei ci ha provato con questo piccolo gioiello, nato con il sostegno di una raccolta fondi in crowdfunding , aperto il sabato e la domenica che ospita circa 600 libri scelti accuratamente dalla Donati, andati carbonizzati o seriamente danneggiati nell’incendio.
“Ci siamo subito rimboccati le maniche. Le ragazze del paese con cui abbiamo creato un corposo gruppo Whatsapp che si chiama la Setta della penna, stanno pulendo i libri che sono recuperabili, ma non più vendibili. Vogliamo riaprire entro un mese. Il 2 febbraio facciamo partire un’iniziativa in cui invitiamo le persone a fare una donazione e in cambio potranno scegliersi il libro che vogliono. Poi chiederò agli editori, a Giunti, a Bompiani, a La nave di Teseo, di aiutarmi regalandomi qualche libro di quelli che avevo per ricostruire la bella collezione di scrittori e scrittrici che avevo creato. E in estate faremo diversi incontri con gli scrittori e le scrittrici nel giardino che ha una cinquantina di posti” racconta la poetessa.
I danni sono stati di “8-10 mila euro. I libri che non posso vendere valevano circa 4 mila euro. In questo mese e mezzo la libreria era diventata un piccolo oggetto di culto.La gente è venuta un po’ da tutte le parti d’Italia, organizzando pullman.
Faccio le cose in cui credo, non mi interrogo sul riscontro pratico. Non mi importa se non divento ricca ma voglio fare una cosa che mi da piacere” spiega la Donati che ha sempre operato nella mediazione culturale, facendo l’editor e l’ufficio stampa di case editrici, da Bompiani a La nave di Teseo, che con il crowdfunding aveva raccolto 10 mila euro per ‘Sopra la Penna’, costata il doppio. Home Mappa del sito

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Restauri: completata la cripta degli affreschi di Aquileia
Assessore, località diventi principale polo attrattivo Fvg

AQUILEIA01 febbraio 202019:51

– E’ stato completato il restauro della cripta degli affreschi della Basilica di Aquileia.
L’opera, commissionata dalla Fondazione Società per la conservazione della Basilica, è stata avviata nel 2015, suddivisa in tre lotti e quattro fasi ed eseguita – afferma la Regione Fvg – dalla società Opera Est di Trieste con un costo di 131 mila euro, coperti da finanziamento delle tre Fondazioni bancarie regionali.
La struttura architettonica della cripta risale al IX secolo, mentre il ciclo di affreschi è della seconda metà del XII. Sulla volta appaiono 19 scene con le storie di Ermacora che raccontano le origini del cristianesimo ad Aquileia; nelle 4 lunette sono raffigurate le scene della Passione di Cristo e la morte di Maria; nei pennacchi figure di santi; nella volta centrale la Madonna in trono col Bambino fra i simboli degli evangelisti e Cristo in trono fra gli angeli. “Aquileia – ha detto l’assessore alla Cultura del Fvg, Tiziana Gibelli – deve diventare il principale polo attrattivo del Fvg”.

Da Scola a Montalbano, addio al grande scenografo Ricceri80 anni, tra i nomi della storia del cinema

ORTE02 febbraio 2020

Addio a Luciano Ricceri, uno dei più grandi scenografi del cinema e della televisione italiana. E’ scomparso ad 80 anni ad Orte (Vt) . E’ stato protagonista della storia del cinema italiano: dopo gli studi di scenografia alla scuola di Piero Gherardi cominciò come suo assistente in due film di Federico Fellini, 8½ (1963) e Giulietta degli spiriti (1965). . Poi seguì L’Armata Brancaleone di Mario Monicelli.
E’ stato lo scenografo sodale di Ettore Scola: dal realismo quasi nascosto di Una giornata particolare a Brutti, sporchi e cattivi, C’ eravamo tanto amati, La famiglia, Ballando ballando, La terrazza, Splendor Che strano chiamarsi Federico. Tanti i premi: ha ricevuto il Nastro d’argento alla migliore scenografia 1991 per il film Il viaggio di Capitan Fracassa e il David di Donatello per il miglior scenografo 2001 per Concorrenza sleale.
Ha poi curato le scenografie per vari registi italiani tra cui Giuliano Montaldo e Liliana Cavani. In mezzo e fra l’altro le grandi serie televisive Odissea, Eneide, Marco Polo, Quo Vadis e tutti gli episodi della serie de Il Commissario Montalbano.
Lo scorso 1 ottobre era stato premiato a Venezia nella settima edizione degli “Opera Star -International Opera Award”. Si deve a Luciano Ricceri la scelta di girare gli episodi di Montalbano nella provincia di Ragusa dove ha ambientato Vigata e Montelusa invece che a Porto Empedocle. E le scelte di Ricceri finirono poi per condizionare lo stesso Camilleri nelle scelte riguardanti le ambientazioni dei suoi racconti sul commissario.

Oscar, gli attori in nomination, Phoenix è il favoritoGli sfidanti del 9 febbraio: Driver, Pryce, Banderas e DiCaprio

02 febbraio 202014:31

– La sua performance nei panni dell’uomo/ ‘clown’ annientato emotivamente, emarginato socialmente, travolto dalla sua stessa violenza, in Joker di Todd Phillips, dovrebbe portare a Joaquin Phoenix, viste anche tra le altre le vittorie ai Golden Globe e ai Sag Awards, il primo meritatissimo Oscar come miglior attore protagonista. E sarebbe la seconda volta che il personaggio di Joker porta al suo interprete un Academy Award: era già andato postumo nel 2009, come non protagonista a Heath Ledger, per Il Cavaliere Oscuro.
Non mancano comunque nella cinquina degli Oscar, che verranno consegnati il 9 febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles, gli avversari pericolosi, a cominciare da Adam Driver, regista, padre, e marito in crisi, in Storia di un matrimonio di Noah Baumbach; Antonio Banderas, alter ego di Pedro Almodovar in Dolore e gloria; Jonathan Pryce, nei panni del Cardinal Bergoglio/Papa Francesco, a confronto con Papa Ratzinger (Anthony Hopkins, candidato fra i non protagonisti) in I due papi di Fernando Meirelles e Leonardo DiCaprio, attore appena popolare e già in caduta libera in C’era una volta a…
Hollywood di Quentin Tarantino.

I versi evergreen di Prévert a 120 anni da nascitaSognatore impenitente.Negli anni ’80 rese poesia un best seller

02 febbraio 202015:03

– Intellettuale poliedrico e quindi modernissimo, Jacques Prevert, scomparso nel 1977 di cui il 4 febbraio si contano 120 anni dalla nascita, fu innanzitutto poeta, molto popolare ma anche amato da grandi letterati; autore di versi che musicati sono divenuti canzoni intense e indimenticabili grazie a interpreti come Juliette Greco o Gilbert Bécaud e basti ricordare ”Les feuilles mortes” (Le foglie morte); sceneggiatore che collaborò con J. Renoir, A.
Cayatte, C. Autant-Lara e soprattutto con Marcel Carné firmando ”Quai des brumes” e ”Les enfants du paradis” per citare titoli che hanno fatto storia; artista creatore di apprezzati collages, ma anche, agli inizi, negli anni ’30, drammaturgo impegnato. Insomma vero uomo del XX secolo, nato appunto il 4 febbraio del 1900. Il padre del surrealismo, Andre’ Breton, lo definì ”sognatore impenitente”, capace ”di svelare, in un lampo, tutte le sensazioni possibili”, tanto che il pubblico esaurì subito la prima edizione di quello che in breve divenne il primo best seller internazionale di poesia.
Eppure la sua versatilità, quella sua immediatezza scambiata per facilità superficiale che ne fece subito un poeta famoso come un cantante, lo fecero guardare a lungo con sospetto dalla cultura ufficiale. Il suo destino e’ stato quello di essere il poeta degli adolescenti, degli innamorati, della poesia come gioco ironico, e basti ricordare la cantilena sui Luigi di Francia, che gli ha procurato la fortuna di essere tradotto in oltre 80 lingue, anche se oggi non vende più come un tempo, come negli anni ’80, quando le sue raccolte raggiungevano le 20 mila copie l’anno.

Zucchero ospite nella serata di mercoledìZucchero nei prossimi mesi sarà impegnato con il tour di D.O.C.

03 febbraio 202010:03

– Zucchero “Sugar” Fornaciari, uno degli artisti italiani più amati e apprezzati nel mondo, ritorna sul palco del Teatro Ariston come ospite del 70/o Festival di Sanremo, nella serata di mercoledì 5 febbraio.
Zucchero nei prossimi mesi sarà impegnato in tutto il mondo con il tour di presentazione di D.O.C, ultimo disco di inediti da cui sono stati estratti i singoli Freedom e Spirito nel buio.

Premio Lunezia a Diodato per brano Fai rumoreTra i giovani si distingue Matteo Faustini

SANREMO02 febbraio 202016:19

– E’ Diodato, con il testo di Fai rumore, ad aggiudicarsi, a poche ore dall’inizio del Festival di Sanremo, il Premio Lunezia.
“La struttura e l’intensità del testo annunciano un emozionante appuntamento con la musica”, afferma il patron del Premio Stefano De Martino. Per il critico musicale Dario Salvatori, membro della Commissione del riconoscimento “Diodato sembra suggerire l’arte del conversare ‘smooth’. Riproporsi in amore è quasi un gesto dovuto. Ma non avvicinatevi troppo e cercate il contatto visivo senza esagerare. Nessun imbarazzo. Un intonarumori sussurrato”.
Tra gli 8 giovani in gara il Comitato d’ascolto presieduto da Loredana D’Anghera (direttore artistico Lunezia Nuove Proposte) indica il brano “Nel bene e nel male” di Matteo Faustini. “Nel brano di Faustini l’alternanza con il recitato è in equilibrio con il crescendo della canzone. Uno stile di scrittura e interpretazione che evoca il passato e che per fortuna qualcuno non ha dimenticato”, spiega D’Anghera.
La XXV edizione del Premio Lunezia (Festival della Luna), si svolgerà su più date nel periodo estate/autunno 2020 tra Aulla e La Spezia.

Sanremo:Alketa Vejsiu, i miei modelli? De Filippi e BonolisDalla tv albanese a Sanremo. “E ora sogno un one woman show”

SANREMO02 febbraio 202017:13

– I suoi modelli? “Stimo molto Paolo Bonolis, è fantastico. E adoro Fiorello perché ha una dinamica e un’energia che ti coinvolgono: quanto mi diverto!”. La sua conduttrice preferita? “Maria De Filippi: ammiro la sua potenza, la sua capacità di non sbagliare mai nelle scelte che piacciono al pubblico. E poi è una forza della natura, c’è tanto da imparare da lei”. Senza dimenticare “grandi protagoniste come Raffaella Carrà e Lorella Cuccarini, che sanno cantare e ballare”. Ma alla fine “l’importante è studiare, ispirarsi alle doti migliori di tutti e creare uno stile originale, tutto tuo”.
Parola di Alketa Vejsiu, star della tv albanese, 36 anni appena compiuti, pronta al debutto come co-conduttrice di Sanremo.
“Amadeus mi aveva invitato mesi fa, ma ero convinta di avere solo uno spazio per condividere un messaggio importante con il pubblico”, racconta la biondissima Alketa, fisico da top model, sorriso perfetto, laurea in economia aziendale e grinta da imprenditrice. Da Tirana ha imparato l’italiano e l’amore per il nostro Paese proprio attraverso la tv: “Seguo tante trasmissioni e naturalmente non ho mai perso un’edizione di Sanremo!”, assicura Alketa, sposata con un noto costruttore albanese, mamma di due figli, una carriera iniziata come speaker radiofonica che l’ha poi portata a condurre, sul canale Tv Klan, Dance with Me e le edizioni albanesi di programmi internazionali. “Ho imparato tantissimo anche dalla tv britannica e americana, mi piace molto la stand up comedy”. E ora l’Ariston, che condividerà con Georgina Rodriguez nella terza serata di giovedì 6 febbraio.

Sanremo: Pinguini, da indie all’Ariston W la libertàIn gara con Ringo Starr, omaggio al Beatle più in ombra

SANREMO02 febbraio 202017:50

– “La prima volta che ti senti in radio mentre sei in macchina e pensi: ora potrei fare un incidente e sarei contento comunque. La prima volta che ti chiamano per fare un concerto a Roma davanti a una ventina di persone e ti chiedi come facciano a conoscerti anche laggiù”.
Sono tante le prime volte dei Pinguini Tattici Nucleari che nell’ultimo anno hanno bruciato una tappa dietro l’altra, scalato classifiche, riempito palazzetti. Conquistato un pass per il Festival di Sanremo, al via martedì, con il brano Ringo Starr. “Solo qualche mese fa era impensabile immaginare tutto questo, qualcosa è cambiato con il singolo Verdura (uscito a gennaio 2019). Siamo come muli e andiamo dritti per la nostra strada”, racconta Riccardo Zanotti, anima e voce della band indie da lui creata da adolescente con Nicola Buttafuoco, Lorenzo Pasini, Simone Pagani, Matteo Locati, Elio Biffi, che alla definizione artista preferisce quella di artigiano (“quasi muratore, artista mi dà fastidio come parola”). Alle porte il festival, poi l’album Fuori dall’hype Ringo Starr (in uscita il 7 febbraio per Sony Music che oltre alle 10 tracce di Fuori dall’hype, uscito il 5 aprile, conterrà le nuove versioni di Irene e di Cancelleria e tre brani inediti: Ringo Starr, Bergamo e Ridere), a seguire un tour nei palazzetti da fine febbraio (che chiude con un bis al Mediolanum Forum di Milano il 19 marzo). A Sanremo i PTN arrivano con un omaggio al batterista dei Beatles.

60 anni fa La Dolce Vita, film icona made in ItalyPalma d’oro a Cannes, boicottato ma salvato dal pubblico

03 febbraio 202009:48

Un film capolavoro, fonte di ispirazione per gli anni a venire (La grande bellezza di Paolo Sorrentino, l’omaggio più recente), e icona del made in Italy, quasi un brand: dici La dolce vita e pensi all’Italia, al bagno seducente di Anita Ekberg ‘Marcello come here’ nella Fontana di Trevi, a Mastroianni indolente e bellissimo. E lo pensano in tutto il mondo. Il film di Federico Fellini, che vinse la Palma d’oro al festival di Cannes nella giuria presieduta da George Simenon, Oscar per i costumi (Piero Gherardi) e decine di altri premi internazionali, compie 60 anni e altrettanti di influenza culturale. E’ inserito in tutte le classifiche dei film della storia del cinema mondiale e, nonostante accoglienza critica negativa, richieste di censura ecclesiastica, divieto ai minori di 16 anni è il sesto film tra i più visti in italia dal 1950 ad oggi: solo nell’anno di uscita lo videro 13 milioni 600 mila persone e le foto delle file fuori al cinema sono immortalate in Divorzio all’italiana di Pietro Germi e Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore.
Al cinema Fiamma di Roma (oggi tristemente chiuso) nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 1960 ci fu l’anteprima e il 5 febbraio al Capitol di Milano, prima di uscire in sala: i fischi coprirono il sonoro degli applausi. Leggenda vuole che il maestro di Rimini fu oggetto di sputi. ‘La sconcia vita’ titolò l’Osservatore Romano pubblicando un anonimo commento (attribuito a Oscar Luigi Scalfaro futuro presidente della Repubblica), i giovani pensarono ad un film del peccato, uno di quelli con il fascino del divieto da andare a vedere con il documento del fratello più grande. Fellini ricevette in un solo giorno a Milano 400 telegrammi che lo accusavano di essere comunista, traditore ed ateo. Scritto con Ennio Flaiano, Tullio Pinelli (e Brunello Rondi), fotografato da Otello Martelli, scandito dalle musiche celebri di Nino Rota il film prodotto da Angelo Rizzoli e Peppino Amato (dopo che Dino De Laurentiis si sfilò dall’impresa) fu girato a Roma tra la primavera e l’estate del ’59 tra la casa di Fellini, ossia Cinecittà, e location nella capitale in periferia a Tor de schiavi e a Piazza San Giovanni Bosco, all’Eur, nella pineta di Fregene, a Passo Oscuro e Bassano di Sutri.
Via Veneto fu esattamente ricostruita negli studi, mentre la Fontana di Trevi no: anche qui leggenda vuole che la nordica Anitona non abbia avuto problemi a stare nell’acqua gelida mentre un Mastroianni recalcitrante abbia avuto bisogno di farsi forza con i superalcolici e pare persino di una muta sotto i vestiti. Protagonista del film è Roma, quella a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 dove si muove Marcello (Mastroianni), un giornalista che si occupa di gossip e scandaletti, ma frustato nella sua ambizione di diventare scrittore, attratto dalla bella vita, dall’aristocrazia e dalle belle donne come l’inquieta aristocratica Maddalena (Anouk Aimee). “Il grottesco messo in luce dallo sguardo antropologico di Fellini è scambiato per un elogio acritico dell’Italia euforica e mondana nelle stagioni del boom. Una svista dovuta al titolo zuccheroso del film, la cui ironia è surclassata dallo scandalo”, scrive il critico Oscar Iarussi in Amarcord Fellini (Il Mulino), uscito per il centenario del regista. A ripensarci 60 anni dopo, al di là di scene cult, di tutto l’immaginario che si è portato dietro neologismi compresi (paparazzo ad esempio, ispirato a Tazio Secchiaroli e diventatonel film un personaggio, interpretato da Walter Santesso) il visionario Fellini ci ha anticipato una molto attuale epoca di fake news e di commistione tra cronache e gossip di sconfinamenti giornalistici, oltre che di crisi delle elite sociali e culturali delle quali il regista firma decadenti rituali aristocratici al limite del patetico.

Incassi Usa, il poliziotto Will Smith resta in testaSul podio Bad Boys for Life, secondo 1917 e terzo Dolittle

02 febbraio 202019:03

Bad Boys for Life, il thriller con Will Smith e Martin Lawrence poliziotti d’elitè intenti a sventare le attività di un pericoloso criminale di Miami a capo del locale cartello della droga, mantiene il primo posto al botteghino degli incassi cinematografici americani del weekend con 17.7 milioni di dollari e un totale mondiale di circa 245 milioni di dollari. Al secondo posto si conferma 1917 il film di Sam Mendes candidato a 10 premi Oscar: 9.7 milioni di dollari per complessivi 249 milioni tra incassi Usa e mondo . Al terzo il divertente Dolittle con Robert Downey jr nei panni del veterinario che parla con gli animali (il film è uscito nel weekend in Italia): ha incassato in America 7.7 milioni di dollari nel fine settimana e 126 milioni globali.

Torna la prima domenica gratis ed è successoDal Colosseo agli Uffizi, visitatori in fila

03 febbraio 202014:41

– Oltre 20 mila visitatori per il Colosseo, quasi 9mila per Pompei, 7 mila 200 per gli Uffizi. Torna la domenica gratis per i musei e i luoghi della cultura statali ed è di nuovo successo, anche se i numeri non sono ancora quelli toccati prima dello scorso anno, quando l’iniziativa lanciata da Franceschini nel 2014 è stata dimezzata dal governo giallo verde. Intanto la promozione, diventerà permanente, grazie ad un decreto annunciato da Franceschini. Dal 2014 ad oggi la domenica gratis ha portato nei musei oltre 17 milioni di visitatori. Di seguito alcuni numeri di domenica 2 febbraio 2020: Colosseo (20.619) ;Pompei (8.790)-;Galleria degli uffizi (7.240);- Museo nazionale romano (7.723); Musei Reali Torino (6.512);Palazzo Pitti (6.505); Giardino di Boboli (6.444);-Museo archeologico nazionale di Napoli ( 6.328); Galleria dell’Accademia di Firenze: (5.710); Palazzo Reale di Napoli (4.489);-Gallerie Nazionali Barberini Corsini( 4.344); Palazzo Barberini (3.443); Galleria Corsini (901); Musei del Bargello (4.240 );Museo Cappelle Medicee (1.820); Museo Nazionale Bargello (1.360); Museo Palazzo Davanzati (1.060)- Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea (3.964); Museo di Capodimonte (3.867 -1974 nel Real Bosco. E ancora: Pinacoteca di Brera (3.738);- Complesso della Pilotta di Parma (3.550); Castello scaligero di Sirmione: (2.945); Villa d’Este: (2.479); Grotte di Catullo ( 2.427); Palazzo Ducale di Mantova (2.407);- Parco Archeologico di Paestum (2.322); Gallerie dell’Accademia di Venezia ( 2.138);- Museo archeologico di Reggio Calabria (2.131); Villa della Regina a Torino ( 2.121);- Museo etrusco di Villa Giulia (1.706);- Palazzo Reale di Genova e Palazzo Spinola ( 1690);- Museo delle Civiltà (1.676); Galleria nazionale delle Marche (1.578); Parco Appia antica (1.391). Cenacolo vinciano (1.328);- Museo archeologico di Taranto (1.116);- Galleria nazionale dell Umbria (873);- Museo Collezione Salce di Treviso (760).

Teatro: ‘Ocean terminal’ racconta vita e lotta di WelbyInterpretato da Emanuele Vezzoli al Teatro Due di Parma

PARMA03 febbraio 202010:38

– “Non esiste un’arte privata, un artista ha l’obbligo morale di incidere sulla realtà”. Ne era convinto Piergiorgio Welby, intellettuale e attivista per i diritti dell’uomo, impegnato per il rifiuto dell’accanimento terapeutico a partire dalla sua condizione di malato, prigioniero di un corpo attaccato alle macchine che lo hanno mantenuto in vita artificialmente fino alla fine.
È dalla sua vita, dalla sua lotta e dalla sua arte che prende le mosse lo spettacolo ‘Ocean Terminal’, interpretato e diretto da Emanuele Vezzoli, artista che da anni fa parte dell’Ensemble Stabile Teatro Due, tratto dal romanzo pubblicato postumo di Welby, edito da Castelvecchi, con la cura e la collaborazione all’adattamento drammaturgico di Francesco Lioce. Lo spettacolo sarà presentato al Teatro Due di Parma dal 7 al 9 febbraio.
Un’occasione anche “per portare avanti il dibattito pubblico su temi scottanti dell’attualità politica, scientifica ed etica, che coinvolgono la collettività intera chiamata a fare scelte comuni”.

Musica: Carmelo Bene inedito per 100 anni di Bruno MadernaIuc ripropone opera ‘Hyperion’ con direzione di Marcello Panni

03 febbraio 202011:10

– Il rinvenimento e il restauro della registrazione sonora Rai inedita di una interpretazione del 1981 dell’ ”Hyperion” di Holderlin di Carmelo Bene, gran maestro delle possibili sonorità espressive della voce scomparso nel 2002, fa sempre notizia, specie se questa diventa parte di una serata musicale di rilievo. Il nastro farà sì che Bene sia protagonista ”in absentia” dell’opera omonima di Bruno Maderna, con la quale la Iuc – Istituzione Universitaria dei Concerti il 4 febbraio a Roma nell’Aula magna della Sapienza vuole onorare il centenario della nascita di questo compositore veneziano, che fu un protagonista dell’avanguardia musicale della seconda metà del Novecento, così come Carmelo Bene fu il protagonista dell’avanguardia teatrale.
A oltre cinquant’anni dalla prima rappresentazione ”Hyperion” resta uno dei più affascinanti ed enigmatici lavori musicali del secondo Novecento. A dirigerlo in quest’occasione sarà Marcello Panni, che partecipò giovanissimo alle avanguardie artistiche di quegli anni ed è ora uno dei pochi in grado di riprodurre fedelmente lo spirito della complessa partitura di Maderna, nato nel 1920 e scomparso nel 1973 a Darmstad, dove nel dopoguerra si tennero i corsi biennali estivi di composizione per la Nuova Musica che richiamando nomi come Stockhausen, Cage, Xenaxis, con Berio, Nono e appunto Maderna, fecero della cittadina una delle capitali della ricerca musicale contemporanea.

Incassi +5%, in vetta Odio l’estateSeguono la new entry Dolittle, terzo negli Usa, e 1917

03 febbraio 202013:04

E’ “Odio l’estate”, divertente commedia di Massimo Venier sul tema delle vacanze, con protagonisti Aldo, Giovanni, Giacomo, e un ricco cast che vede la partecipazione tra gli altri, di Lucia Mascino, Carlotta Natoli, Maria Di Biase, Massimo Ranieri, Michele Placido, a dominare la classifica degli incassi dei film più visti nei cinema italiani (uscito in 588 sale) nel week end appena trascorso, con 3.080.987 euro. Una classifica generale che, in tempi di paura da contagio di coronavirus tiene bene, segnando 11.339.267 euro d’ incassi generali , +5% rispetto alla settimana precedente (10.802.991), ma -9.47% con 12.524.873 euro, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Secondo posto per un altro nuovo ingresso nella hit, il divertente Dolittle, con Robert Downey jr nei panni del veterinario che parla con gli animali, che negli Usa è al terzo posto con 7.7 milioni di dollari e 126 milioni globali, mentre da noi ottiene 2.016.854 euro. Segue il film di guerra 1917, favorito a sorpresa alla serata degli Oscar per le sue 10 nomination e la vittoria ai Golden Globe: 1.523.182 euro, 4.354.862 in due settimane di programmazione. Quarta posizione per ‘Figli’ di Giuseppe Bonito, nato dal monologo scritto per Valerio Mastandrea da Mattia Torre, morto la scorsa estate a meno di 50 anni. Grazie a Lorenzo Mieli e a Wildside il film, con Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi, è stato realizzato a tempo record e racconta una storia d’insicurezze, comiche imprese, delusioni e illusioni di una coppia felice che affronta l’impervia scalata del “secondo figlio”. Ottiene 832.589 euro, 2.580.587 in due settimane. A seguire, sul quinto gradino Jojo Rabbit film drammatico del 2019, diretto da Taika Waititi, con Roman Griffin Davis e Thomasin McKenzie e Scarlett Johansson, che segna 659.679 euro, 2.941.187 in tre settimane. Nuovo ingresso anche al sesto posto con Il diritto di opporsi, legal thriller di Destin Daniel Cretton con Michael B. Jordan, Jamie Fox, che registra 548.856 euro.

Arte: Modenantiquaria torna dall’8 febbraio con 160 gallerieApprofondimenti con esperti e ‘fuori mostra’ a Palazzo dei Musei

MODENA03 febbraio 202012:37

– Si rinnova dall’8 al 16 febbraio l’appuntamento con Modenantiquaria, manifestazione internazionale di alto antiquariato, giunta alla 34/a edizione.
Secondo il presidente di ModenaFiere, Alfonso Panzani, è “un evento in grado di calamitare pubblici nuovi, che ora si spinge alla conquista del mercato europeo”. In programma anche tre momenti di approfondimento con esperti (tra questi Valerio Massimo Manfredi e Philippe Daverio) e un ‘fuori mostra’ serale sabato 15 febbraio a Palazzo dei Musei, con visite accompagnate da esibizioni musicali.
Dai trenta espositori del 1987, su 1.500 mq, la mostra è passata ad ospitare oltre 160 gallerie tra le più prestigiose sul mercato, su un’area di oltre 15mila mq. Oggi la rassegna – con i saloni Petra, riservato alle antichità per parchi e giardini, Modenantiquaria ai tesori dell’antiquariato, Excelsior dedicato alla pittura dell’800 – è definita la più completa mostra di alto antiquariato italiana: negli ultimi tre anni ha superato il record di 36mila visitatori.

Sanremo: anche Gigi D’Alessio ospite del FestivalProbabilmente nelle seconda serata

SANREMO03 febbraio 202012:45

– Gigi D’Alessio ospite a Sanremo.
Secondo quanto si apprende, il cantante dovrebbe avere un pass per l’Ariston per esibirsi, con ogni probabilità, nella seconda serata mercoledì.

Oscar: La Siria in guerra e la dottoressa eroicaIn gara fra docu The Cave, in onda 9/2 su National Geographic

03 febbraio 202012:51

– L’esplodere delle bombe, rumori amplificati, urla, pianti; continue affluenze di feriti, fra i quali tantissimi bambini, malnutriti, coperti di sangue e in stato di shock; poche medicine, cibo mai sufficiente. Una realtà quotidiana da incubo a Ghouta est, area vicino Damasco, rimasta per cinque anni sotto un violentissimo assedio. Un viaggio tra morte, coraggio e abnegazione, nel quale ci immerge The cave di Feras Fayyad, film non fiction , vincitore, fra gli altri, del premio del pubblico a Toronto e in gara per l’Oscar come miglior documentario, che debutterà su National Geographic il 9 febbraio alle 20.55, proprio poche ore prima dell’assegnazione degli Academy Awards a Los Angeles.
Fino al 2018 migliaia di vite sono state salvate in un ospedale sotterraneo, dallo staff di medici e infermieri guidato dalla pediatra di 30 anni (compiuti nel pieno dei bombardamenti), Amani Ballour, prima donna direttore di un ospedale in Siria.

Cinema: al via L.A.Italia con Warren, Huston, Frank StalloneFino all’8 febbraio l’Istituto Capri nel mondo a Hollywood

NAPOLI03 febbraio 202014:29

– La grande compositrice Diane Warren candidata all’Oscar 2020, l’attore Danny Huston e il cantante Frank Stallone hanno aperto Los Angeles Italia 2020, evento promosso dall’Istituto Capri nel Mondo al Teatro Cinese di Hollywood (fino all’8 febbraio). La Warren che ha ritirato il premio Persons of the Year, è stata nominata agli Oscar 2020 per l’ undicesima volta nella sua carriera per la canzone originale “I’m Standing With You” nella colonna sonora di “Breakthrough”, cantata dalla protagonista Chrissy Metz. Riconoscimento anche per Danny Huston, nato a Roma, figlio del regista John Huston, e fratellastro di Anjelica, apparso in oltre 20 film fra cui “Attacco al potere 3”. Stallone (‘Career in Music award)è l’autore di “Far from Over” scritta e cantata per “Staying Alive” (1983) film del fratello Sylvester. Nel 2020 la sua vita sarà celebrata nel documentario di Derek Wayne Johnson “Stallone: Frank, That is”. Riconoscimento anche al produttore Enzo Sisti.

Beethoven 2020, Belcea Quartet per la Filarmonica RomanaIl 6/2 nel programma dell’ integrale dei quartetti per archi

03 febbraio 202015:51

– Il Belcea Quartet, considerato tra le formazioni di musica da camera più prestigiose della scena musicale internazionale, sarà ospite della Filarmonica Romana al Teatro Argentina il 6 febbraio nel progetto dell’integrale dei Quartetti per archi di Beethoven, programmata nel 2020 per celebrare i 250 anni della nascita del genio di Bonn. Per l’ omaggio al compositore tedesco la Filarmonica Romana ha affidato l’ esecuzione a formazioni di assoluto. Dopo l’avvio del ciclo lo scorso 5 dicembre con il Pavel Haas Quartet, giovedì 6 febbraio alle 21 il Belcea Quartet proporrà il Quartetto op. 59 n. 1, primo della raccolta dei tre Quartetti “russi” composti fra il 1805 e il 1806, dedicati al conte Rasumowsky, ambasciatore russo a Vienna e mecenate del musicista. Di vent’anni successivo è il dodicesimo Quartetto, l’op. 127, primo della serie degli ultimi quartetti, con lo splendido Adagio, fra le pagine più belle dell’ultimo Beethoven. Fondato al Royal College of Music di Londra nel 1994, il Belcea risiede in Gran Bretagna, ma la violinista romena Corina Belcea e il violista polacco Krzysztof Chorzelski, i due fondatori, vi trasmettono la tradizione musicale dei paesi d’origine, che si allarga ai colleghi francesi Axel Schacher (violino) e Antoine Lederlin (violoncello). Tra i tanti riconoscimenti, ha ottenuto un Gramophone Award proprio per la registrazione dal vivo dell’integrale dei Quartetti di Beethoven. I quattro musicisti della formazione suonano preziosi strumenti costruiti fra il Seicento e l’Ottocento.

Il Castoro si apre ai supereroi, accordo con Dc ComicsPer uscita collana ‘DC Graphic Novel for Young Adult’ in Italia

03 febbraio 202020:52

L’Editrice Il Castoro si apre al mondo dei supereroi. la casa editrice ha siglato un accordo con DC Comics, il grande editore americano dei fumetti di Batman, Superman, Wonder Woman, per la pubblicazione in Italia della nuova collana di graphic novel ‘DC Graphic Novel for Young Adult’ dedicata ai ragazzi e ai lettori young adult e destinata alle librerie.
La partnership di lungo termine, annunciata dalla casa editrice il Castoro, sarà inaugurata dalla pubblicazione, il 27 febbraio 2020, di ‘Harley Quinn. Gotham arrivo!’ (Harley Quinn. Breaking Glass’) dell’autrice best seller canadese Mariko Tamaki, vincitrice dell’Eisner Award, con i disegni del fumettista britannico Steve Pugh. Il libro uscirà a ridosso del film ‘Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn’ con Margot Robbie, nelle sale dal 6 febbraio.
Annunciata nel giugno 2019 negli Stati Uniti, ogni titolo della collana è stato affidato alla narrazione dei più grandi autori best seller per ragazzi e young adult americani e alle matite di importanti talenti del fumetto mondiale del momento.
“Riconoscendosi in questo progetto editoriale, affine per target di giovani lettori e finalità, avendo introdotto per la prima volta nelle librerie italiane i graphic novel di Raina Telgemeier, Victoria Jamieson e Shannon Hale con enorme successo, Editrice Il Castoro lo ha acquisito per l’Italia, ottenendo da DC Comics i diritti di pubblicazione di tutti i titoli della nuova collana di graphic novel per young adult nel nostro paese” spiega una nota de Il Castoro.
Tra i prossimi volumi previsti, ‘Wonder Woman. Warbringer’ dell’autrice best seller del New York Times Leigh Bardugo, in uscita a maggio 2020, nell’adattamento di Louise Simonson e con i disegni della fumettista americana Kit Seaton. ‘Raven’, graphic novel best seller del New York Times e Usa Today firmato da Kami Garcia, illustrato dal grande artista e fumettista DC, Gabriel Picolo, in uscita a ottobre 2020. E a novembre 2020 arriva ‘Under The Moon. A Catwoman’ dell’autrice bestseller Lauren Myracle, con i disegni dell’artista Isaac Goodhart.

Musica: la Missa Solemnis di Beethoven apre stagione BolognaIl 4 febbraio la prima del cartellone sinfonico 2020

BOLOGNA03 febbraio 202016:21

– Archiviato il successo del Tristan und Isolde, che ha inaugurato la stagione lirica, il Teatro Comunale di Bologna apre il 4 febbraio all’Auditorium Manzoni il cartellone sinfonico 2020 con un’altra cattedrale sonora, la Missa Soleminis in re maggiore Op. 123 di Ludwig van Beethoven, che a Bologna non si ascolta dal 2003 (presentato dal Bologna Festival) e al Comunale dal 1980 (diretto da Vladimir Delman), e comunque di rara esecuzione nel panorama musicale italiano al contrario di quanto avviene al di la delle Alpi. “Nell’anno del 250/o della nascita del compositore tedesco, la Fondazione bolognese – spiega il sovrintendente, Fulvio Macciardi – è l’unica ad avere in produzione la Missa Solemnis”.
Il motivo, anche secondo il direttore del concerto, l’israeliano Asher Fisch, “risiede soprattutto nelle difficoltà interpretative della partitura beethoveniana, che riguardano soprattutto il Coro e i quattro solisti di canto impegnati per tutta l’ora e mezza di durata del brano”.
Assieme all’Orchestra e al Coro del Teatro Comunale canteranno il soprano Siobhan Stagg, il tenore Antonio Poli, il mezzosoprano Stefanie Irányi e il basso Felix Speer. Con questo impegno Asher Fisch consolida il suo rapporto privilegiato con il Comunale, ente con il quale collabora ormai da alcuni anni e che nei prossimi mesi lo impegnerà in altri due concerti sinfonici e in due produzioni operistiche (Adriana Lecouvreur e Otello).
Il suo nome è al primo posto tra i papabili alla carica di direttore principale dei complessi artistici bolognesi: “Sarebbe per me un onore – ha spiegato – con questa orchestra e con questo coro lavoro benissimo e, dopo averli ascoltati anche da spettatore nel recente Tristan und Isolde, posso dire che a loro si possa chiedere qualsiasi cosa”. La nomina potrebbe arrivare a breve, dopo quella del nuovo Consiglio d’indirizzo della Fondazione (quello in carica è appena scaduto) e la conferma di Fulvio Macciardi alla sovrintendenza.

Il Macro di Lo Pinto pensato come un magazineDa 24/4 Museo Immaginazione preventiva. Collezione solo in foto

03 febbraio 202021:11

–  Un Museo immaginato come un magazine tridimensionale, in cui ogni spazio è ripensato come una rubrica. Una meta-collezione che vedrà nascere una “collezione del presente e del futuro”. E quel titolo che rimanda esplicitamente al movimento lanciato a Roma nel ’73 da Benveduti, Catalano e Falasca, per un’arte capace di rivoluzionare la società.
È il Museo per l’Immaginazione Preventiva, il programma triennale del nuovo direttore artistico del Macro, Luca Lo Pinto, classe 1981, che dall’1 gennaio ha preso il testimone dal Macro Asilo di Giorgio De Finis. Un unico progetto espositivo, sempre gratuito, che evolverà in modo organico fino alla fine del 2022, nel tentativo, racconta Lo Pinto, “anche di ripensare il paradigma del museo, le mostre e le opere, mettendo gli artisti sempre al centro”. Dopo un periodo di lavori di restyling, il Macro aprirà nuovamente le porte il 24 aprile, con un “primo editoriale” e una prima esposizione nel museo riportato “alla condizione neutra di uno stadio iniziale”. Grand opening il 3 ottobre con tutti gli spazi-rubrica attivi contemporaneamente. Al budget di “700 mila euro l’anno per le attività culturali”, dice il presidente del Cda dell’Azienda Speciale Palaexpo, Cesare Pietroiusti, anche se “non è escluso possano arrivare risorse aggiuntive con sponsor, mecenati o bandi”, il progetto è fortemente votato all’intedisciplinarietà e vedrà mostre monografiche, incontri, con grande attenzione all’arte in fieri delle nuove generazioni. Una sorta di nuova “collezione del futuro” del Macro che crescerà rimanendo esposta in maniera permanente, mentre quella “storica” del museo (1.200 pezzi del XX secolo da Carla Accardi a Sanfilippo, Schifano, Pascali, Ontani, al momento nei depositi) sarà visibile nelle grandi fotografie di Giovanna Silva.

Musei Reali Torino, in 4 anni +61% di visitatoriPresto catalogo opere online e restauro altare cappella Sindone

TORINO03 febbraio 202016:24

– Sono stati 596.000 i visitatori dei Musei Reali di Torino nel 2019, il 61% in più del 2016. Una crescita rilevante – spiega la direttrice Enrica Pagella – raggiunta grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo e della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici, ma anche all’impegno di istituzioni, associazioni e imprese. “Una crescita che ha basi solide e deve essere valorizzata”, ha detto l’assessora alla Cultura, Francesca Leon.
Il 2020 chiude la prima fase del progetto promosso dal Ministero per i beni e le attività cultural, che dal 2014 ha riunito in un’unica realtà museale Palazzo Reale con la Cappella della Sindone, l’Armeria, la Galleria Sabauda, il Museo di Antichità, i Giardini Reali, le Sale Chiablese e la Biblioteca Reale. Dal primo marzo sarà disponibile online il catalogo delle opere dei Musei Reali con 15.000 schede e 20.000 immagini. Nuovi percorsi arricchiranno dall’8 aprile i Giardini Reali ed è imminente l’avvio del restauro dell’altare nella Cappella della Sindone. PIEMONTE

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Botta, fragilità per un viaggio esistenziale
Alla Gnam 4 focus da Novello a Cassinelli, al centro precarietà

03 febbraio 202016:25

– La materia reale e quella spirituale, il sasso accanto al respiro, fino ad arrivare all’acqua intesa come sublimazione e a un enorme dodecagono di ferro che protegge la fiamma misteriosa della vita: così Gregorio Botta costruisce per il visitatore un viaggio circolare dentro la fragilità dell’uomo e del suo esistere nel mondo, nella personale “Just measuring unconsciousness”, primo dei 4 progetti espositivi presentati oggi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e in programma dal 4 febbraio al 13 aprile. A cura di Massimo Mininni e dedicata a Lea Mattarella, la mostra ha nel titolo un verso di Emily Dickinson per indicare il terreno di indagine, la transitorietà dell’esistenza, tema che l’artista affronta provando appunto a “misurare l’inconsapevolezza”, sempre osservando la realtà in punta di piedi. Mostra parallela e allestita in contemporanea è “Each second is the last” di Maria Elisabetta Novello, a cura di Ilaria Gianni. Anche questa personale riflette sulla precarietà, con 3 gruppi di lavori che raccontano l’idea di temporalità infinita provando a interpretarla visivamente. Terzo progetto è “Notturno con figura. Primo corollario sulla vibrazione” (4 febbraio-13 aprile), rassegna a cura di Lucrezia Longobardi, con le opere di Carlo e Fabio Ingrassia ed Eugenio Tibaldi. Le opere esposte si legano tra loro e agli spazi del museo al punto da costituire un unico dispositivo, in cui in una sorta di paesaggio esistenziale prendono forma i concetti di precarietà e disillusione che caratterizzano il XXI secolo. C’è anche il linguaggio dell’illustrazione, per la prima volta ospitato nelle sale della Gnam, ad animare il quarto progetto presentato oggi, dal titolo “Evergreen” (4 febbraio-22 marzo), a cura di Marcella Cossu e Nunzia Fatone, e dedicato ad Attilio Cassinelli, illustratore, poeta, narratore, nato a Genova nel 1923.

Coronavirus: Allevi una disegno musicale per Spallanzaniposta vignetta con pentagramma sui social

OMA03 febbraio 202016:48

– Da sempre vicino al mondo orientale, con diverse tournée di successo realizzate e in programma in Cina, Giovanni Allevi entusiasta per il lavoro svolto dal Laboratorio di Virologia dello Spallanzani, si è fatto interprete di un sentimento collettivo di orgoglio tutto italiano per una genialità scientifica all’avanguardia nel mondo, e realizza un post con una melodia inedita dedicata all’eccezionale team scientifico che ha isolato il coronavirus “Le mie più vive congratulazioni al Laboratorio di Virologia dello Spallanzani, per aver isolato il coronavirus, primo passo per metterlo in fuga”, cita il post sulle sue pagine social accompagnato da una simpatica vignetta fatta dallo stesso artista, tra un pentagramma e il virus in fuga.
Moltissimi i commenti positivi arrivati dai fan.

Coronavirus: Land Art Gambarin su campo veroneseRealizzata con trattore, aratro ed erpice rotante

VERONA03 febbraio 202018:21

– Performance di Land Art di Dario Gambarin in un campo veronese dove ha ‘disegnato’ col trattore l’immagine di un Coronavirus. La malattia che si è diffusa dal mercato di Wuhan in Cina provocando l’emergenza planetaria è stato spunto per l’artista scaligero per una rappresentazione su un terreno di 20.000 metri quadrati, lo stesso che Gambarin ha utilizzato a marzo dello scorso anno per fare un ritratto Xi Jinping il presidente della Repubblica Popolare Cinese in occasione della sua visita in Italia. A fianco del logogramma cinese (vaccino), l’immagine del coronavirus è stato cancellato dalla scritta Vax, per sottolineare dice l’artista Gambarin l’urgente necessità di sostenere la scienza con tutta la comunità scientifica internazionale sperando, che riesca a produrre un vaccino in tempi rapidi per debellare, questo virus epidemico che si sta diffondendo a livello globale. L’opera è stata realizzata a Castagnaro (Verona) con trattore, aratro ed erpice rotante a mano libera.

Libri: un vigile urbano detective fra fascisti e migranti’Ninna Nanna per gli aguzzini’, giallo di Celi e Santangelo

03 febbraio 202018:46

– Gli investigatori dei romanzi gialli sono tanti e vari: sacerdoti, anziane e distinte signore, giornalisti, collezionisti d’arte, poliziotti più o meno ligi alle regole. Ma è la prima volta, forse, di un vigile urbano. E nel libro ‘Ninna nanna per gli aguzzini’, scritto a quattro mani da Lia Celi (scrittrice, giornalista e autrice televisiva) e Andrea Santangelo (saggista ed esperto di storia militare) il protagonista è Marco Pellegrini, ventiseienne studente fuoricorso di Storia antica, vincitore suo malgrado del concorso per vigile urbano nel borgo natio dell’Appennino romagnolo, Monteperso.
Marco si divide fra le sue sue mansioni di poliziotto-tuttofare della zona, e badante di nonno Gualtiero, ottantenne appassionato di storia e ricercatore di cimeli militari fra le trincee della Linea Gotica. Fino a quando, come in ogni giallo che si rispetti, viene rinvenuto il cadavere di un albergatore locale, Fabrizio Gironi, che ospitava un gruppo di migranti. Il paese dimenticato sale così agli onori delle cronache nazionali e Marco ne scopre l’inquietante ‘cuore nero’.
Il vigile urbano suo malgrado si ritrova al centro di un’indagine che presto prende una piega preoccupante, tra ronde fasciste e festini in uniforme. Il libro, 256 pagine, è edito da Solferino.

Torna la musica sotto la Piramide, Cocoricò riapre a PasquaDebutto atteso l’11/4 dopo passaggio locale a nuova gestione

BOLOGNA03 febbraio 202018:47

– Si tornerà a ballare sotto la piramide di vetro del Cocoricò. Lo storico locale riccionese – uno dei templi internazionali del mondo della notte – è atteso a riaprire i battenti il prossimo 11 aprile. Dopo il ‘tam tam’ e le indiscrezioni online la data è comparsa su Facebook in una pagina-evento organizzata da Aries Vip Cocoricò in cui la ‘festa’ è fissata per sabato 11 aprile dalle 23 alle 5.30, la notte di Pasqua.
Il celebre locale, chiuso in seguito al fallimento della società che lo aveva in gestione decretato lo scorso giugno, è stato rilevato, lo scorso ottobre, dall’imprenditore Enrico Galli già patron di una delle discoteche storiche della Riviera romagnola, l”Altromondo Studios’ che ha siglato con la proprietà dell’immobile un accordo della durata di otto anni per la gestione del ‘Cocco’, pronto a rinascere e a aprire una nuova stagione nella cornice di un progetto a lungo termine e di ampio respiro.
La discoteca, simbolo delle notti trasgressive degli anni ’90, era stata dichiarata fallita lo scorso 4 giugno dal Tribunale di Rimini che aveva respinto la richiesta di concordato preventivo e accolto la richiesta di fallimento presentata dall’Agenzia delle Entrate per una cifra superiore gli 800.000 euro.
Nel corso degli anni il gruppo Cocorico’ ha vissuto vicende alterne, dalle indagini penali condotte dalla Guardia di Finanza sui bilanci a partire dal 2012 per evasione d’Iva, per finire ai problemi legati ai mancati pagamenti di artisti, tra cui il dj Gabry Ponte che ha aveva chiesto il sequestro dei marchi Titilla e Memorabilia. Nato nel 1989, il Cocoricò si era affermato negli ambienti della musica techno, ospitando star della consolle internazionali e diventando uno dei ‘fari’ del divertimento notturno italiano ed europeo. Nel 2015 la discoteca era stata chiusa 4 mesi per ordine del Questore di Rimini dopo la morte di un 16enne di Città di Castello stroncato all’interno del locale a seguito dell’assunzione di ecstasy.

Fiorello mattatore, “la colpa è sempre di Amadeus”‘Non condurrei mai Sanremo, ma tornerei da cantante in gara’

SANREMO03 febbraio 202020:47

– La giornata sanremese inizia alle 5 quando spesso è lui “a dare la sveglia alla sveglia”, prima ancora che suoni, mentre fuori è buio: Fiorello al Festival non perde le sue abitudini, in hotel butta giù dal letto Amadeus, che dorme nella stanza di fronte alla sua, fa l’avvocato d’ufficio del conduttore e direttore artistico (si definisce il “badante 2.0”), ironizza sulle sue gaffe, assiste alle prove all’Ariston, esce a piedi, fa selfie fuori dal teatro, risponde ai cronisti e non rinuncia a giocare a tennis, la sua più grande passione degli ultimi anni.
Qualcuno dice che sarà il suo Festival ma lui, sponsor di Amadeus della prima ora, il primo a candidarlo quando ancora i giochi per la successione a Baglioni non erano fatti, non ci sta. “In che misura avverto la responsabilità del successo di questa edizione? Zero. Non ho ansia perché non sono ufficialmente ospite”, risponde. “Il successo del Festival sarà decretato dalle canzoni. Sono veramente belle. Il livello è altissimo e sono sicuro che rimarrete stupiti”, aggiunge. L’imprevedibilità dei suoi interventi e la libertà di entrare ed uscire dalla complessa macchina della kermesse lo rendono particolarmente solare e sereno. A chi gli chiede cosa farà, Fiorello risponde: “Entrerò in sala, magari farò un monologhetto, canterò, ballerò. Imiterò Tiziano Ferro? No, se c’è l’originale, mai fare la sua imitazione”, risponde ai cronisti a caccia di anticipazioni.
Con Tiziano, con ogni probabilità la sera dalla finale, canterà ‘Finalmente tu’, la canzone con cui nel ’95 lo showman entrò al Festival da Papa e ne uscì da cardinale, quinto classificato.
Con Benigni, invece, difficilmente duetterà. “Non ha bisogno né di me né di nessuno, quando arriva lui automaticamente divento pubblico”.
Respirando l’aria del Festival, Fiorello ha maturato un desiderio inaspettato: “Non lo condurrei mai, ma mi è venuta proprio voglia di tornare a Sanremo come cantante in gara”, rivela. “Ho un ricordo straordinario della mia unica partecipazione nel ’95, mi verrebbe voglia di rifarlo. Diventare un cantante e partecipare al Festival era il mio sogno da bambino. Lo coronai anni fa, ma non andò benissimo con l’intonazione”, ironizza imitando se stesso mentre stona.
Usare sempre l’arma dell’ironia e dell’autoironia è, si immagina, il consiglio dato ad Amadeus che non vuole che il sogno del Festival si trasformi in incubo a causa delle polemiche, anche violente, che si sono abbattute sulla sua direzione artistica. “Dicci la verità: mi hai scelto per l’aspetto fisico”, infierisce Fiorello. “Hai pensato: sei migliorato, fra tre mesi fai 60 anni, ti voglio al mio fianco, né avanti né indietro”, ironizza, richiamando la polemica sul ‘passo indietro’ della fidanzata di Valentino Rossi, Francesca Sofia Novello. “Sanremo ha la capacità di trasformare le persone – aggiunge – sei il migliore del mondo, come lui che li batte tutti per bontà d’animo e generosità, eppure il Festival ti ha trasformato in un mostro”. Con il pass ‘Amico del conduttore’, Fiorello, vestito “da cantante di destra” – scherza, in riferimento agli attacchi di Salvini – racconta del passato di Amadeus, quando “di noi era quello messo peggio a rimorchiare.
Tutto quello che ha fatto in quel campo lo deve a me”, ride. Poi uno degli aneddoti ‘irripetibili’ come una volta quando a Ibiza, nel 1990, “si trovò a ballare su un cubo senza rendersi conto che aveva accanto due ballerini di colore da 1.90 completamente nudi e con il ‘corredo importantissimo'”.
In un gioco dei ruoli, come il gatto e la volpe, Fiorello e Amadeus rivelano una grande complicità, frutto di 35 anni di amicizia. La sintesi dell’arringa dell’avvocato Fiorello è nella frase: “Non è colpa sua, Amadeus non si rende conto, è fatto proprio così”.
Una stoccatina divertente allo sponsor unico del Festival, “la concorrenza”. Lui, storico testimonial Wind, si rivolge a Luca Josi, direttore brand strategy, media e multimedia entertainment di Tim, e dice: “Certo, voi dei telefonini, voi e vostri testimonial, il demonio, ci avete rovinati. Ieri ero ad una festa e c’era Anastasio, ma oramai non puoi parlare più con nessuno. Tutti con questi telefonini…”. Ma la battuta più divertente forse è quella sul rapper della discordia: “Junior Cally? L’ho invitato alla cresima di mia figlia, mi ha detto che viene”.

Amadeus, le polemiche non hanno spento il mio sogno”Coscienza a posto e massima responsabilità per 70/o Sanremo”

SANREMO03 febbraio 202021:08

–  La coscienza è “a posto”. Lo spirito è quello di “un bambino da sempre grande fan di Sanremo”. La speranza, ribadisce ancora, è realizzare “un festival imprevedibile”. Il gioco di sponda, riuscito, è con l’amico Fiorello: il gatto e la volpe, il gaffeur inconsapevole e il difensore pirotecnico, Candido e Pangloss in versione goliardica da villaggio turistico. A poco più di 24 ore dal debutto all’Ariston come conduttore e direttore artistico, Amadeus prova a lasciarsi alle spalle i veleni della vigilia, “un incubo che non ha spento i miei sogni”, e a spiegare il senso delle sue scelte.
“Sapevo che le polemiche fanno parte del festival. Ma non mi hanno colpito o ferito, perché sento di avere la coscienza a posto. Quello che ho fatto e detto non è stato per mancare di rispetto a nessuno, ma pensando solo alla musica”, sottolinea ‘Ama’. Per un Sanremo che deve essere “di tutti”, ha voluto un cast che puntasse sulla contemporaneità: “Alcuni nomi appartengono a polemiche presenti o passate: Achille Lauro, Morgan, Junior Cally, non li ho scelti pensando a una provocazione, ma alla qualità dei loro brani”. Respinge al mittente anche le accuse di sessismo: “So bene che quello della violenza e del femminicidio è un tema fondamentale. E allora quale miglior vetrina del festival per raccontare la storia di diverse donne? Volevo qualcosa che non fosse stato fatto prima in 69 anni. Se prendi decisioni che vanno fuori dalla normalità, è ovvio che questo può dividere”.
Ora però, “con grande senso di responsabilità”, è tempo di pensare a uno show che sia “un intreccio di emozioni che appartengono alla storia del festival, al presente e possibilmente al futuro”. Con l’appoggio di “una redazione meravigliosa” e soprattutto dell’azienda: “Ringrazio l’amministratore delegato Fabrizio Salini e il direttore di Rai1 Stefano Coletta per avermi dato completo sostegno. Ho sentito incondizionatamente solidarietà e un atteggiamento di fiducia nel lavoro che sto facendo”, scandisce Amadeus.
A stargli ‘accanto’, dalla sveglia alle 6.45 del mattino documentata su Instagram all’incursione in sala stampa, ai blitz annunciati sul palco tutte le sere, è però innanzitutto Fiorello, che per primo lanciò la candidatura di Amadeus per il festival, ricevendone in cambio le chiavi dell’Ariston. “Lo conosco da 35 anni, non so cosa farà, ma questo mi piace”, alza le spalle Amadeus mentre l’antico sodale, ovvero ‘badante 2.0′, lo dipinge come il re dell’inconsapevolezza, stigmatizza tra le risate l’assoluto silenzio che regna di notte nella stanza d’albergo di Ama e della moglie Giovanna (“Ai tempi di Baudo e della Ricciarelli sì che c’era rumore”), racconta quando il loro guru era Sandy Marton e Amadeus ballò sul cubo a Ibiza con due colossi di colore alti 1.90, nudi e con “il corredo importantissimo in bella evidenza”. Ma non c’è da scandalizzarsi, “Ama non lo fa apposta, non si rende conto”, giura l’avvocato Fiorello perorando la causa.
Con il gatto e la volpe, insomma, la cifra goliardica lascerà il segno. Ma il festival sarà anche altro, promette il direttore di Rai1 Stefano Coletta: “restituirà un codice valoriale” e racconterà “i legami stretti”, aprendo spazi di riflessione.
Nella prima serata il tema centrale sarà la violenza sulle donne: sul palco l’atteso monologo della giornalista italo-israeliana Rula Jebreal (“Non sarà un discorso né di destra né di sinistra”, anticipa a Vanity Fair), ma anche l’intervento di Gessica Notaro, Miss Romagna 2007, sfregiata con l’acido dieci anni dopo dall’ex fidanzato, che ha fatto della sua esperienza una testimonianza di coraggio e lotta ai soprusi.

Coronavirus: Capasa, per settore moda prevediamo -1,5%’Atteso un trimestre negativo, è la prima volta, Cina rallenta’

04 febbraio 202011:00

– “Prevediamo per la prima volta un primo trimestre negativo al -1,5%. Il settore subisce il rallentamento fortissimo della Cina”: così ha spiegato il presidente della Camera della moda Carlo Capasa a margine della presentazione della fashion Week milanese. Insomma anche sulla moda c’è l’effetto Coronavirus che si stima porterà a un 1,5-1,8% in meno.
“Contiamo – ha subito aggiunto Capasa – che sia un effetto temporaneo e già nella seconda metà dell’anno ci sia una ripresa della Cina”. Si tratta infatti, ha concluso, di una “situazione legata solo a quanto accade nel Far East”.

Sanremo: tutti alle prove, Cally senza mascheraTra i più convincenti Irene Grandi, Rancore, Tosca

SANREMO04 febbraio 202011:25

All’Ariston fervono i lavori. Il calendario segna -1 al via della 70/a edizione del festival di Sanremo e sul palco del piccolo teatro ligure è tempo di ultime prove, aperte anche alla stampa. La scenografia di Gaetano Castelli è imponente, con le sue spire che ricordano un’astronave, la voluttuosità delle onde o anche i tentacoli di qualche antico mostro marino. Al centro la scalinata da cui scendono tutti i cantanti, nessuno escluso. E’ l’ultima occasione per qualche piccolo aggiustamento, per verificare che tutto funzioni a dovere. E allora via, uno dietro l’altro in un rito che ha ormai le sue regole e la sua sacralità.
Le prove scorrono senza grossi intoppi (in rigoroso – o quasi – ordine alfabetico), con Amadeus che fa una breve apparizione in sala ma non interviene. Falsa partenza solo per Piero Pelù, che deve rifare l’entrata ma poi si vendica scendendo tra le prime file dell’Ariston, e per Riki che è costretto, suo malgrado, a un bis per un problema tecnico. Tra i più attesi alla prova live c’era Junior Cally, al centro delle polemiche delle ultime settimane: in realtà lui spiazza tutti, niente maschera, completo scuro elegante e un inchino al pubblico a fine esibizione, ma a dare la scossa al teatro è la sua canzone (che niente ha a che fare con i versi sessisti e violenti del passato).
Rispetto al primo ascolto, con l’accompagnamento dell’orchestra qualcuno ci guadagna (su tutti Francesco Gabbani, che abbandonati maglioncini colorati e scimmie nude si siede al pianoforte prima di alzarsi e diventa padrone del palco con i suoi strambi passi di danza, poi anche Bugo e Morgan, coppia insolita ma particolarmente a fuoco) e qualcuno ci rimette (delude un po’ l’esibizione di Elettra Lamborghini, molto casta e molto poco twerking queen, sembra quasi a disagio. Ma c’è da immaginare che la prova abbia poco a che fare con l’esibizione che vedremo effettivamente sul palco). Un po’ sottotono Giordana Angi, che si presenta con chiodo di pelle nera, ed Enrico Nigiotti (che si regala un assolo di chitarra elettrica), mentre sono trascinanti la grinta e l’energia di Irene Grandi e di Rita Pavone, alla quale il pubblico in sala tributa l’applauso più caloroso.
Il compito di aprire le danze spetta ad Achille Lauro, look anni ’90 e il fido Boss Doms al seguito. Poi un cambio di registro repentino con Alberto Urso e il suo mondo pop-lirico che piacerà sicuramente al pubblico che già premiò Il Volo.
Anastasio tinge di rosso tutta la scenografia con la sua rabbia, protagonista del brano. Dai bookmaker è considerato uno dei favoriti alla vittoria. Nella tradizione classica rientrano Diodato, con un pezzo elegante e convincente che può ambire al Premio della Critica; Tosca (che magia, che poesia, che voce); Paolo Jannacci, con tanto di smoking e papillon (e chissà se riuscirà a reggere il confronto con il geniale genitore).
Elodie è un po’ ingessata sui suoi tacchi vertiginosi, ma la sua interpretazione è elegante e sensuale allo stesso tempo. Più sicura di sé Levante, molto fisica, molto teatrale nella sua interpretazione. Strizzano l’occhio alle radio Le Vibrazioni, che sul palco ospitano un interprete del linguaggio dei segni che ‘traduce’ in tempo reale il testo. Marco Masini, seduto al pianoforte, si concentra sull’interpretazione di un pezzo molto suo, mentre Michele Zarrillo si mette in gioco con un brano diverso dal solito e anche impegnativo dal punto di vista vocale: entrambi hanno esperienza, qualità e niente da perdere.
Rompe gli argini anche Raphael Gualazzi, cappello a falde larghe, occhiali scuri e ritmi caraibici tutti da ballare, anni luce dalla sua immagine più tradizionale. Alle sue spalle la Mauro Ottolini jazz band, un po’ carnevale di Rio, un po’ strade di New Orleans.
A chiudere il quadro, i Pinguini Tattici Nucleari, i bravi ragazzi un po’ sopra le righe, che hanno il compito di divertire. Nel finale il frontman Riccardo Zanotti “stacca” un piatto dalla batteria e lo suona al centro del palco, in onore al Ringo Starr della loro canzone; Rancore, con un brano potente e un’interpretazione molto convincente.

Coronavirus: Milano Fashion Week via web per cinesiIniziativa ‘China we are with you’ con contenuti e backstage

04 febbraio 202011:58

– Sono un migliaio almeno i compratori, giornalisti e addetti del settore cinesi che non potranno essere presenti alla settimana della moda di Milano.
Per loro la Camera della Moda ha lanciato ‘China we are with you’, una campagna per permettere loro attraverso la tecnologia di assistere a tutte le sfilate, di vedere interviste, backstage e anche interagire. “Siamo i primi a farlo – spiega il presidente della Camera della Moda Carlo Capasa – ma è una iniziativa aperta ad altre settimane della moda e ad altre manifestazioni”.
Secondo le stime della Camera della moda, l’impatto del coronavirus “sull’economia e sul mercato della moda è attualmente sconosciuto” e “rende incerte le previsioni per il primo semestre 2020”. Comunque, ha spiegato Capasa, “il realizzarsi di uno scenario ‘intermedio’ determinerebbe una contrazione del fatturato dell’industria moda tra -1,5% e 2,5% rispetto al primi semestre 2019 causata da una contrazione dell’export fra -0,5% e -1%”.

Sanremo: apre Irene GrandiA votare, oggi e domani, sarà la giuria demoscopica

04 febbraio 202016:17

– Sarà Irene Grandi ad aprire la gara dei Big al 70/o Festival di Sanremo. Questo l’ordine di uscita dei cantanti questa sera: Irene Grandi, Marco Masini, Rita Pavone, Achille Lauro, Diodato, Le Vibrazioni, Anastasio, Elodie, Bugo e Morgan, Alberto Urso, Riki, Raphael Gualazzi.
A votare, oggi e domani, sarà la giuria demoscopica.

L’abito da sposa di Gattinoni va in Qatar per nozze regaliQuattro mesi di lavorazioni sartoriali, 2500 ore di ricami

04 febbraio 202016:22

– L’abito da sposa di Gattinoni vola in Qatar per un matrimonio principesco. Ci sono voluti 4 mesi di lavorazioni, 2.500 ore di ricamo, 80 ore di pittura dei tessuti a mano per realizzare il capolavoro sartoriale degno di nozze da mille e una notte. Una storia, quella della maison Gattinoni che affonda le sue radici nel 1946, nel mondo della haute couture.
Quella vera, quella degli atelier degli anni Cinquanta frequentati dalle signore per soddisfare i loro capricci. Mente le dive facevano la coda per farsi realizzare abiti che avrebbero portato in giro per il mondo contribuendo a diffondere quello che oggi è riconosciuto come made in Italy. Una storia che continua nell’atelier di via Toscana, a Roma, dove tante signore del je set di tutto il mondo continuano a frequentare per avere abiti unici, dove la tradizione incontra la sperimentazione grazie alla maestria di Guillermo Mariotto direttore creativo dell’atelier. “Sublimi armonie” è il titolo degli abiti creati dalle artigiane di casa Gattinoni per uno dei matrimoni più importanti mai celebrati a Doha in Qatar.
La sposa indosserà un maestoso abito nuziale realizzato in candido doppio raso duchesse con una imponente coda di sei metri. Sull’ampia sottana sono stati dipinti, a mano vedute di castelli e scorci di paesaggi rigorosamente italiani, seguendo la volontà di chi indosserà la creazione che è interamente impreziosita da ricami in cristallo, fili di seta e duemila boule foderate in raso. Durante il party la sposa indosserà un prezioso bustier realizzato con un pizzo antico intarsiato su tulle di seta, su pantaloni effetto smocking, in mikado bianco.
Completa la regale mise uno strabiliante mantello realizzato con undicimila piume di pernice e candidi anserini, applicate a mano, una ad una, su una base di organza per un totale di tremila ore di lavoro.

Jebreal: a Nadia Murad metà del mio compenso al FestivalL’annuncio della giornalista, che non rivela l’entità del cachet

SANREMO04 febbraio 202016:23

– Rula Jebreal devolverà “metà del compenso per il festival di Sanremo a Nadia Murad”, l’attivista irachena yazida che è stata rapita e stuprata dall’Isis, “anche lei consigliere come me del presidente francese Macron”: lo annuncia in conferenza stampa la stessa giornalista, senza rivelare l’entità del cachet. “Il vero tema – sottolinea – è capire perché nel 2020 le donne vengono ancora pagate il 25% in meno rispetto agli uomini che fanno il loro stesso lavoro”.
“Ancora prima della trattativa con Rai il mio compenso era già sulla vostra stampa: anche questo dovremmo chiederci, perché si usa la stampa per portare avanti numeri non ancora accertati”, aggiunge.
Quanto a Michelle Obama, “mi sarebbe piaciuto – dice – avere un suo contributo, magari non sul palco per ragioni di sicurezza, ma in collegamento satellitare. Spero che un giorno questo si riesca a realizzare perché è una donna straordinaria, di una famiglia semplice del sud di Chicago, diventata dal nulla First Lady degli Stati Uniti”.

Junior Cally: Salvini pesce grosso, non rispondo”Polemiche? No grazie. Qualunque cosa accada rispetterò palco”

04 febbraio 202016:30

“Io sono un cantante, non sono un politico. Matteo Salvini è un pesce grosso quindi non credo di rispondere ai suoi attacchi”. Junior Cally, dopo le polemiche dei giorni scorsi per i suoi versi sessisti e violenti de La Strega (brano del 2017), ci mette la faccia, e a poche ore dal via del festival di Sanremo parla con la stampa. L’occasione è la partita di calcetto Junior Cally Team vs Sanremo All Stars, composto da alcuni giornalisti che il cantante ha perso pur segnando 5 goal.”Mi fa strano che nessuno abbia detto niente sulla mia presenza fino a quando non è stata resa nota quella parte di testo” e il riferimento è ai versi in cui si fa accenno proprio al leader della Lega. “Non posso dire che si sia scatenato tutto per questo motivo, ma certo mi viene da pensarlo…”. Un po’ di amarezza si avverte: “Questo Sanremo me lo immaginavo diverso, da sconosciuto. Arrivare lì in questa maniera è un’altra cosa. Lo affronterò con professionalità. Qualsiasi cosa accada devo rispettare quel palco, la musica italiana, la canzone che porto. Non ho paura delle possibili contestazioni, vedremo quello che arriverà”, dice ancora il rapper, che per il festival ha abbandonato definitivamente la maschera. “Io sono venuto qua per cantare il mio brano, non vedo l’ora – rivendica -. Ho portato quel brano e di quel brano bisognerà parlare nel momento in cui io salgo su quel palco. Polemiche? – conclude – No grazie”, come il titolo della canzone che porta in gara. Dopo il caos, Junior Cally (all’anagrafe Antonio Signore) è sparito per qualche giorno. “Ho sentito il bisogno di tornare a casa dei miei, di stare con persone che mi conoscevano. Il male più grande è stato quello psicologico”, ammette senza tirarsi indietro.”Siamo partiti dal dire ‘chi è questo’ a essere il nemico pubblico numero 1″. Dopo i primi attacchi sono passati cinque giorni dalla sua replica via Instagram. “Ho aspettato a rispondere perché farlo d’impulso poteva portare magari a degli errori. Io sono una persona molto educata che ragiona su quello che fa e quindi ho preso tempo per capire realmente quello che stava succedendo”. Junior difende comunque La Strega, il brano finito nella bufera. “Non ha qualcosa di sbagliato, è un testo che va capito. La canzone rappresenta uno spaccato di società, ma io sono contro la violenza di ogni tipo. Le prime quattro righe di quella canzone sono un elogio alla non violenza. Poi esiste pure quella parte lì. Ma nella mia discografia troviamo anche canzoni d’amore”.

I diari di Ettore Bernabei conservati a FirenzeArchivio sarà catalogato associazione Arctom

FIRENZE04 febbraio 202023:33

Sarà conservato a Firenze l’archivio di Ettore Bernabei. Lo ha annunciato oggi Marco Bernabei, figlio del direttore generale della Rai e fondatore della società di produzione televisiva Lux Vide scomparso nel 2016, in occasione di una conferenza stampa a Firenze.
L’archivio si compone di 60 diari per un totale di quasi 4mila pagine che saranno catalogate e trascritte dall’associazione Arctom, in collaborazione con la Fondazione Giorgio La Pira.
Un’operazione resa possibile dal contributo della Fondazione Cr Firenze di cui Bernabei è stato socio fino alla sua morte), della Regione Toscana e del Comune di Firenze.
Gli eredi, è stato spiegato, hanno chiesto che si possa pubblicare almeno un primo volume entro fine 2020: l’anno prossimo cade il centenario della nascita di Bernabei.

Arte: statua Sant’Eufemia di Irsina, restauro a vistaNel 1996 fu attribuita a Mantegna, altri dicono Pietro Lombardo

POTENZA04 febbraio 202018:15

– E’ cominciato nella cattedrale di Santa Maria Assunta di Irsina (Matera) il “restauro a vista” della statua lignea di Sant’Eufemia, che risale al ‘400 e che, nel 1996, fu attribuita da Chiara Gelao ad Andrea Mantegna (1431-1506), indicazione contestata l’anno dopo da Matteo Ceriana, che invece l’attribuì a Pietro Lombardo (1435 circa-1515). Lo ha reso noto la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio della Basilicata, spiegando che si tratta del “primo restauro scientifico dell’opera”, che suscita da anni “ammirazione e curiosità”. Il restauro è curato dal Consorzio Iconos sotto la direzione della Soprintendenza e si svolge in un “cantiere aperto al pubblico” nella cappella di Santa Calcedonia, nel duomo di Irsina.

Moda: Gucci Cruise sfilerà a San Francisco, icona libertàDefilè il 18 maggio per scelta di Alessandro Michele

04 febbraio 202018:18

– La collezione Gucci Cruise 2021 avrà luogo a San Francisco, lunedì 18 maggio 2020. Ad annunciarlo il direttore creativo della maison Alessandro Michele, che fa sapere di aver scelto la città della California settentrionale “per la sua storia come centro dell’attivismo liberale. Crogiolo culturale e sfondo di molti avvenimenti storici che hanno cambiato il mondo, San Francisco è un simbolo di libertà: il luogo dove si sono sviluppati gli antidoti alla discriminazione, dove per molti sono stati piantati i semi della libertà di espressione”. Questo spirito rappresenta la visione di Alessandro Michele per Gucci: “l’accettazione della diversità e il diritto di essere se stessi”. Far sfilare la collezione in questa città si ricollega quindi alla filosofia di vita a lui più cara: celebrare e convalidare l’espressione della propria personalità, dell’emancipazione e della libertà. La sfilata Cruise 2021 segue la tradizione ormai quinquennale di sfilate Gucci Cruise che si sono svolte in luoghi storicamente e culturalmente significativi, tra cui la Dia-Art Foundation di New York, i Chiostri dell’Abbazia di Westminster a Londra, la Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze, la Promenade Des Alyscamps di Arles e i Musei Capitolini a Roma.

Raffaello e l’incisione europea dal ‘500 all’800Reggio Emilia, alla Biblioteca Panizzi nel 5/o centenario morte

REGGIO EMILIA04 febbraio 202018:34

– ‘Raffaello e l’incisione europea dal Cinquecento all’Ottocento’ è il tema della mostra in programma dall’8 febbraio al 5 aprile alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, nel quinto centenario della morte. L’iniziativa rientra nel programma di Reggio per Emilia2020, complesso di eventi organizzati dal Comune in concomitanza con Parma capitale italiana della cultura.
L’esposizione inizia dalla ‘bottega’ di Raffaello, con una documentazione essenziale su Marcantonio Raimondi, il miglior incisore italiano del tempo, al quale il genio consegnava i suoi disegni o appositamente studiava disegni da tradurre in incisioni, e i suoi collaboratori. La mostra presenta poi una scelta di incisioni del secondo Cinquecento, alcuni esempi di ritratti, la produzione delle grandi serie di stampe con i dipinti delle stanze e delle logge vaticane, le ricerche settecentesche sui disegni, qualche esempio dell’uso didattico delle opere di Raffaello per insegnare come si disegna un volto o si rende un’espressione.
Conclude l’esposizione una panoramica sulle grandi Madonne nelle quali l’Ottocento, superato lo sconvolgimento della rivoluzione francese, ricercava quell’ideale di una classicità armoniosa e di una religiosità intima che era stato caratteristico della stagione ottimistica del Rinascimento italiano, si era incarnato in Raffaello ed era scomparso con lui, ed ora riappariva come sogno e auspicio di un futuro in cui finalmente si realizzassero l’armonia tra l’uomo e la natura e tra la razionalità e il bene nella storia..

Premi: un’app in giuria per Rtl 102.5-Mursia per romanzoCon ‘mi piace’ su Booksgram sarà scelto undicesimo finalista

04 febbraio 202019:05

– Un’app in giuria: Fiorenza Mursia, presidente della casa editrice annuncia l’introduzione di Booksgram nella giuria del Premio RTL 102.5 – Mursia per il Romanzo Italiano.
“Anche quest’anno per il Comitato di Lettura abbiamo scelto professionalità diverse del mondo della comunicazione alle quali spetterà il duro e preziosissimo lavoro di selezione dei primi dieci finalisti tra le numerose opere che stanno già arrivando.
Abbiamo introdotto però una grande novità, a questi primi dieci titoli se ne aggiungerà un undicesimo scelto attraverso Booksgram” dice Fiorenza Mursia, spiegando che dal 16 marzo, utilizzando l’app Booksgram sarà possibile leggere gli incipit dei libri e mettere il proprio “mi piace/non mi piace”. Il libro che avrà raggiunto il numero maggiore di “mi piace” verrà aggiunto alla decina di finalisti scelta dal Comitato di Lettura Mursia diventando così l’undicesimo finalista.

JW Anderson entra tra collaboratori Moncler GeniusNordirlandese si aggiunge alle altre firme dell’hub creativo

04 febbraio 202019:35

– Il designer nordirlandese JW Anderson, con la sua visione di moda non binaria, entra a far parte dell’hub creativo di Moncler Genius, unendosi a Sergio Zambon e Veronica Leoni per 2 Moncler 1952, Sandro Mandrino per 3 Moncler Grenoble, Simone Rocha, Craig Green, Matthew Williams di 1017 ALYX 9SM, Fragment Hiroshi Fujiwara, Richard Quinn e Poldo Dog Couture.
Moncler Genius ha anche lanciato un progetto con il brand di valigie Rimowa, per raccontare un nuovo concetto di viaggio, e uno con MATE.BIKE, presentando una bicicletta elettrica pensata per i terreni estremi di montagna e adatta anche per raggiungere le cime innevate.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Ceneri tenore Merighi diventeranno ‘diamante memoria’
Procedimento in Svizzera. Moglie,scritto in testamento biologico

JESI04 febbraio 202019:38

– Le ceneri del famoso tenore Giorgio Merighi, scomparso a Jesi il 12 gennaio all’età di 80 anni, saranno trasformate in un “diamante della memoria”. A darne notizia sono la moglie Elena Cervigni e l’azienda svizzera Algordanza che si occuperà del complesso procedimento chimico e fisico che renderà possibile l’estrazione del carbonio dalle ceneri delle spoglie del tenore e trasformarlo in un gioiello.
“Mio marito – spiega Cervigni – era venuto a conoscenza di questa possibilità una decina di anni fa quando ancora la malattia era lontana. Da grande uomo di teatro, brillante e ironico aveva esclamato con entusiasmo ‘Io mi sento un diamante’. Giorgio ha sempre affrontato la vita con gioiosità e consapevole leggerezza – aggiunge – così la volontà di essere trasformato in diamante si è progressivamente radicata nel suo pensiero tanto da parlarne spesso con amici e conoscenti, fino al punto da scriverlo nel suo testamento biologico”. Per completare il procedimento ci vorranno circa 6 mesi.

Raffaello: 40 mila visitatori per ‘Una mostra impossibile’Riproduzioni 1:1 da Aeroporto Marche a Bruxelles e poi in Europa

ANCONA04 febbraio 202019:48

– Ha totalizzato 40 mila visitatori ‘Raffaello. Una mostra impossibile’ ospitata negli spazi dell’Aeroporto delle Marche nell’ambito delle manifestazioni per i 500 anni dalla morte del pittore di Urbino. E’ stato reso noto oggi durante la presentazione delle iniziative della Regione Marche alla Bit. Circa 6.000 i visitatori che si sono recati appositamente in aeroporto, più gli oltre 34 mila che sono sbarcati a Falconara nell’arco degli 80 giorni di esposizione.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Enit e Aerdorica e con il sostegno del Mibact, ideata e curata da Renato Parascandolo, ha presentato negli spazi dello scalo 45 dipinti di Raffello, compreso l’affresco de La Scuola di Atene, riprodotti in scala 1:1. Riuniti insieme permettono di ammirare in un unico allestimento opere disseminate in 17 paesi diversi, un’impresa che non riuscì nemmeno allo stesso artista. La mostra ha cominciato un tour internazionale: tra le tappe Bruxelles, Parigi, Mosca, Ekaterimburg, Sofia, Monaco di Baviera, Vienna.

Addio al critico letterario George SteinerMorto a 90 anni nella sua casa di Cambridge

04 febbraio 202020:01

– Il critico letterario George Steiner, eclettico uomo di lettere che nella sua opera si e’ spesso dedicato al paradosso del potere morale della letteratura e della sua impotenza di fronte ad un evento come l’Olocausto, è morto il 3 febbraio all’eta’ di 90 anni nella sua casa di Cambridge, in Inghilterra. Ne da’ notizia il figlio David citato dal sito del New York Times.
Saggista, scrittore, insegnante e, appunto, critico letterario, Steiner era succeduto a Edumnd Wilson come critico del New Yorker, svolgendo tale attivita’ per oltre 30 anni, dal 1966 al 1997. Al centro della sua concezione, come sottolineato da lui stesso nel suo ‘Grammars of Creation’, basato su un ciclo di lezioni tenute all’Universita’ di Glasgow nel 1990, era lo “stupore, che puo’ sembrare ingenuo alla gente, davanti al fatto che si puo’ usare il discorso umano per amare, costruire, perdonare, ma anche per torturare, odiare, distruggere e annichilire”.
Nelle sue memorie intitolate ‘Errata: An Examined Life’, del 1998, Steiner aveva sottolineato come sulla sua formazione avesse influito il fatto di essere cresciuto poliglotta, parlando il francese, il tedesco e l’inglese. In Italia la maggior parte della sua opera è stata pubblicata da Garzanti che sta ristampando molti titoli introvabili. Il più recente è ‘Una certa idea di Europa’ nella collana PGL (Piccoli Grandi Libri).

Sanremo: Tecla, siate voi stessi con coraggioVincitrice Sanremo Young, “anche delicatezza può essere potente”

SANREMO04 febbraio 202020:46

– “Non si è mai troppi piccoli per fare qualcosa di grande”. Con questo spirito Tecla Insolia si è preparata per il suo primo Sanremo, in gara tra le Nuove Proposte. Il secondo, se si considera la partecipazione a Sanremo Young, il talent condotto da Antonella Clerici, che l’ha vista vincitrice nel 2019. Nonostante la giovane età (ha da poco compiuto 16 anni) Tecla – nata a Varese da genitori siciliani, trasferitasi da subito in Toscana -, è una ragazza con la testa sulle spalle. “Strana, dice di me qualcuno ogni tanto. Perché a volte preferisco studiare, invece di uscire. Perché seguo poco i social, per la paura di perdere la cognizione della realtà. Mi sento un salmone che risale la corrente”. Tecla, come anche Greta Thunberg. Giovani che hanno voglia di cambiare il mondo.
“Molti hanno paura del cambiamento, ma dobbiamo capire che tanti piccoli cambiamenti creano movimento”.
Si spiega allora come abbia deciso di portare al festival una canzone dal titolo 8 marzo (scritto da Rory Di Benedetto e e Piero Romitelli), che parla della forza femminile “perché nessuno può decidere cosa dobbiamo fare, dire o essere”, afferma sicura. “A me fa rabbia che molte ragazzine si lascino umiliare dai maschi, ma anche dalle compagne di scuola – aggiunge -.
Dobbiamo avere il coraggio di presentare noi stessi al mondo”. E lei si presenta al mondo, almeno in questa occasione, con una maglietta che recita Pink is the new black. “Solitamente associamo il rosa alla femminilità e alla delicatezza, magari anche alla timidezza – dice -. Mi piace questa frase: sta a significare che la delicatezza può essere forte e potente”.
Una ragazzina che stupisce anche negli ascolti, non comuni per una della sua età. I grandi cantautori del passato come Lucio Dalla e Fabrizio De André, ma anche quelli di oggi come Mannarino. “E c’è anche Billie Eilish, il jazz, la musica classica. Sono molto trasversale”. Le sue preferenze al festival vanno a due artisti agli opposti: Tosca da una parte, Anastasio dall’altra. “Non sono solita ascoltare il rap, però capisco che abbia qualcosa da dire”. Polemiche comprese? “Si deve montare la panna su tutto. Normale che ci siano fraintendimenti, ma le reazioni sono un tantino esagerate”.

Sanremo: Rula alle donne, non dobbiamo più avere pauraJebreal racconta il dramma della madre suicida dietro lo stupro

SANREMO05 febbraio 202000:19

– “Non dobbiamo più avere paura, noi donne vogliamo essere libere nello spazio e nel tempo, essere silenzio e rumore e musica”. L’urlo di Rula Jebreal contro la viole nza sulle donne ha il tono pacato e durissimo insieme della denuncia, del racconto del dramma della madre suicida dietro lo stupro, delle canzoni scritte da uomini, Battiato, Vasco Rossi e Francesco De Gregori che dimostrano che “è possibile trovare le parole giuste per raccontare l’affetto, il rispetto e la cura”.
Il monologo di Rula Jebreal, che è un pugno nello stomaco, inizia con le domande più frequenti rivolte alle donne vittime di violenza nelle aule di tribunale (“Aveva la biancheria intima quella sera?”, “Trova sexy gli uomini con i jeans”) per denunciare “una verità amara, crudele: noi donne non siamo mai innocenti, perché abbiamo denunciato troppo tardi o troppo presto, p perché siamo troppo belle o troppo brutte, insomma ce la siamo voluta”. E’ toccante il ricordo della sua esperienza da bambina, in orfanotrofio, “dove sono cresciuta – racconta la giornalista e scrittrice nata ad Haifa in Israele da padre con ascendenze nigeriane e arabo palestinesi e madre palestinese – con centinaia di bambine e tutte le sere una per volta ci raccontavamo favole tristi, non favole di mamme che conciliano il sogno, favole di bimbe sfortunate, perché le nostre madri erano state spesso stuprate o uccise o torturate”. I numeri dipingono una realtà spietata: “negli ultimi tre anni 3 milioni 150mila donne sono state vittime di violenze sessuali sul posto di lavoro, negli ultimi due anni 88 donne al giorno hanno subito abusi e violenze, una ogni 15 minuti, ogni tre giorni viene uccisa una donna, sei donne sono state ammazzate solo la scorsa settimana. E nell’80 per cento dei casi il carnefice non ha bisogno di bussare, ha le chiavi di casa”.

Al Mic 35 pezzi degli anni ’30 decorati ad aerografoAlla Project Room faentina le opere donate da Giorgio Levi

FAENZA05 febbraio 202010:09

– Il Museo internazionale delle ceramiche (Mic) di Faenza ospita dall’8 febbraio al 3 maggio una mostra di opere donate da Giorgio Levi. Si tratta di 35 pezzi, per lo più servizi da tavola, decorati ad aerografo di manifattura italiana ed europea degli anni ’30.
I primi esempi della tecnica dell’aerografo applicata alla ceramica risalgono al clima modernista della Repubblica di Weimar e del Bauhaus in Germania, poi la tecnica si diffuse anche in Italia a partire dalle metà degli anni ’20, in pieno gusto Decò. In mostra nella Project Room alcuni esemplari di ceramiche tedesche affiancati a pezzi delle principali manifatture italiane.
Levi, professore ordinario di Informatica all’Università di Pisa fino al 2013, è collezionista e studioso di ceramica italiana del Novecento. Ha pubblicato una decina di volumi dedicati a manifatture toscane ed è tra l’altro fondatore della rivista scientifica ‘Ceramica e Arti Decorative del Novecento’.

Sanremo 2020 debutta con il 52.2% e oltre 10 milioniIn percentuale è il miglior risultato dal 2005

ANREMO05 febbraio 202010:21

– Il Festival di Sanremo di Amadeus debutta con una media di 10 milioni 58mila telespettatori e del 52.2% di share. Un risultato in termini percentuali che è il più alto dal 2005, quando il festival condotto da Paolo Bonolis aveva ottenuto il 54.10%.
La prima parte della prima serata è stata seguita da 12 milioni 480mila spettatori con il 51.2% di share, la seconda da 5 milioni 709mila con il 56.2%. Nel 2019, la prima parte della prima serata del festival aveva raccolto 12 milioni 282mila spettatori con il 49.4% di share, la seconda 5 milioni 120mila con il 50.1% La media era stata invece del 49.5% di share con 10 milioni 86mila telespettatori.
“52.2% Minchiaaaaaaaa… @SanremoRai #Sanremo20”, scrive su Twitter Fiorello, commentando a modo suo gli ascolti.

70 anni di festival per immaginiViaggio fotografico nella manifestazione più discussa del Paese

05 febbraio 202012:18

– 70 SANREMO – STORIA FOTOGRAFICA DEL FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA (a cura di John Vignola, Rai Libri, pp. 258, 30 euro) – “Se vuoi capire il Paese c’è poco da fare, devi guardare Sanremo”, sostiene da tempo il sociologo Domenico De Masi. Certo è che, a 70 anni dalla sua prima volta, il festival è ancora in grado di catalizzare l’attenzione come poche altre manifestazioni.
“Sanremo non è solo un concorso canoro, ma anche uno spettacolo in sé, con tutto ciò che si porta dietro (…) un caleidoscopio di musica, parole, televisione, fiori, abiti, gossip, polemiche e chi più ne ha più ne metta. (…) Al netto della magnifica giostra, da sempre e per sempre, a Sanremo, sono le canzoni le uniche vere protagoniste”, scrive Amadeus nella prefazione al bel libro fotografico curato da John Vignola, giornalista e conduttore radiofonico che da quasi 30 anni si occupa di musica.
Vignola, con un accurato lavoro, ha ripercorso la storia del festival per immagini: a partire da quel 1951, quando fu affidato a Nunzio Filogamo il compito di salutare “amici vicini e lontani” e di dare il via al primo Festival della Canzone Italiana, Tre concorrenti per 20 canzoni, vinse Nilla Pizzi con il suo Grazie dei Fiori. Giusto riconoscimento alla città che proprio dei fiori fa il suo marchio di fabbrica. Foto in bianco e nero che rimandano ad anni e atmosfere lontanissime. Le cantanti in abiti da sera e guanti lunghi, gli uomini in doppio petto e papillon d’ordinanza. La guerra ormai alle spalle, l’Italia viveva la sua rinascita, tra sogni ancora da venire e speranze non ancora infrante. Sono gli anni di Achille Togliani, del Quartetto Cetra, di Carla Boni. Debuttano Claudio Villa, Johnny Dorelli e Domenico Modugno (nel 1958 rivoluzionerà la musica con Nel blu dipinto di blu e le sue braccia aperte ad abbracciare il mondo intero).
Arrivano veloci gli anni Sessanta, con la rivoluzione giovanile che da lì a poco travolgerà tutto. Il bianco e nero comincia a lasciare il posto al colore, la melodia classica deve fare i conti con il rock che all’estero è già realtà. Il pubblico inizia a conoscere Mina, Adriano Celentano, Milva, Little Tony e Giorgio Gaber. Nel 1966 arriva a Sanremo anche Lucio Dalla. Mike Bongiorno è il presentatore simbolo. Il 1967 è l’edizione più tristemente celebre di sempre, per la morte di Luigi Tenco.
Gli anni Settanta sono considerati gli anni del declino, in un Paese che vive profonde lacerazioni. La manifestazione quasi sparisce dal palinsesto. Ma non mancano passaggi che sono pietre miliari: Lucio Dalla nel 1971 canta 4/3/1943 e arriva terzo. Una giovanissima Anna Oxa nel 1978 stupisce con il suo look da punk londinese, Rino Gaetano contesta il festival. Si allungano i capelli e le barbe. Nel 1977 dal Casino ci si sposta all’Ariston. “Solo per alcuni anni”. Più di 40 anni dopo, siamo ancora lì. Gli anni Ottanta sono quasi uno schiaffo in pieno viso.
Eccessivi, vivaci, segnano un ritorno agli antichi fasti e sono zeppi di ospiti stranieri. Arrivano i Duran Duran, i Queen, Peter Gabriel, i Dire Straits, tra scenografie e costumi appariscenti. Pippo Baudo mette il suo sigillo, ma nell’86 Loretta Goggi è la prima donna a condurre. A segnare quegli anni, Vasco Rossi, Zucchero, Jovanotti e Al Bano e Romina e l’apertura alle Nuove Proposte nel 1984 (che vince Eros Ramazzotti). Fa discutere Loredana Bertè con il suo finto pancione nel 1986.
La golden age è quella degli anni Novanta. Grandi canzoni, il lancio di artisti capaci di lasciare il segno per i 20 anni successivi (da Laura Pausini a Giorgia, passando per i nuovi cantautori come Max Gazzé, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Carmen Consoli). Si fa notare nel 1994 tra le Nuove Proposte Andrea Bocelli, poi promosso a Big. Mattatore ancora per un po’ Pippo Baudo, ma torna anche Mike Bongiorno; Fabio Fazio a fine decennio, innova e trasforma. Viene anche reintrodotta l’orchestra, eliminata a favore del playback negli anni precedenti. Ancora grandi ospiti stranieri: Annie Lennox, Rod Stewart, Elton John, Madonna, che provoca un’invasione di fan nella cittadina ligure, Tina Turner, David Bowie.
Il festival di inizio millennio è improntato al rinnovamento e si apre a sonorità meno sanremesi. Fa discutere nel 2001 la presenza di Eminem, nell’anno in cui vince Elisa e in cui conduce Raffaella Carrà. Dalla fine del decennio inizia la presenza sempre più massiccia dei protagonisti dei talent, nati da poco. Nel 2009 vince Marco Carta, l’anno dopo Valerio Scanu, poi nel 2012 Emma e nel 2013 Marco Mengoni. I primi tre da Amici, l’ultimo da X Factor. In mezzo Roberto Vecchioni. Belen cattura tutta l’attenzione possibile sulla sua farfallina. Il fenomeno mondiale Il Volo si fa conoscere anche in Italia (2015) ed è successo per Virginia Raffaele chiamata da Carlo Conti (per tre anni consecutivi alla guida del festival, macinando record su record). Chiude il decennio il Baglioni bis che segue la linea della valorizzazione del nuovo cantautorato.

L’incanto delle Janas per un viaggio nel BarigaduMiti e leggende di Sorradile nel progetto di Sabrina Barlini

CAGLIARI05 febbraio 202010:47

– Un viaggio a Sorradile, nell’Oristanese, nell’incantato paese delle “minuscole fate” e nei paesaggi che esse abitano nella nostra fantasia. Si svela sfogliando le pagine di “Janas s’incantu” (Alfa Editrice), una moderna favola ispirata ai miti e alle leggende della Sardegna nello scenario delle Domus de Janas, i siti archeologici di cui la Sardegna è costellata.
Scritta da Sabrina Barlini e illustrata da Alessandra Murgia si può leggere, grazie al testo “bifronte”, in italiano e sardo, nelle due varianti campidanese e logudorese. Il volume nasce in seno a Janas-Lab, finanziato dal Bando regionale Culture-Lab: progetto identitario finalizzato a valorizzare i beni culturali attraverso un connubio di arte e tecnologie di ultima generazione.
In primo piano la Necropoli di Prunittu, il Complesso nuragico e la mostra archeologica di Su Monte dove si può ammirare la celebre vasca con modello-simulacro di nuraghe. Di pagina in pagina, come attraverso una serie di fessure, grandi e piccoli lettori spiano la vita delle minuscole creature, tessitrici di vesti e arazzi preziosi. Il volume sarà presentato l’8 febbraio, alle 10, nella struttura turistica “Il Borgo sul Lago” in località Monte Simeone a Sorradile, splendido Borgo Autentico d’Italia sulle sponde del Lago Omodeo, nel Barigadu, con le sue case in trachite rosa e che, come sottolinea il sindaco Pietro Arca, “è una delle Green City”.
Occasione per svelare i dettagli del progetto con itinerari “interattivi” e performance e spettacoli che “abiteranno” i luoghi trasformando le antiche tombe rupestri e il tempio a pozzo in scenografie per storie poetiche e fantastiche. Fin nel nome il progetto Janas-Lab si richiama alla storia e alla preistoria dell’Isola, in particolare al periodo nuragico e prenuragico e agli antichi culti dedicati alla Dea Madre. “Janas s’incantu” sarà disponibile anche in versione multimediale.

Sanremo: le pagelle della prima serataPromossi e bocciati tra cantanti, ospiti e conduttori

SANREMO05 febbraio 202012:12

Queste le pagelle della prima serata, in ordine di apparizione.
FIORELLO: A lui l’onore di benedire il Festival. Compito che ha preso molto sul serio, tanto da presentarsi in abito talare.
“Quello di Don Matteo, l’unico Matteo che funziona in Italia”, ha punzecchiato. Chi si aspettava una sua presenza debordante è rimasto deluso: il celebrante è Amadeus, e stavolta il passo indietro lo ha fatto Fiorello. In nome dell’amicizia. VOTO: 7 AMADEUS: Il bravo conduttore. Misurato, preciso, si presta a qualche gag con Fiore e con Diletta Leotta. Le polemiche per le gaffe della vigilia sembrano lontane. VOTO: 7.5 TIZIANO FERRO: Ospite fisso a disposizione dei 70 anni del Festival. Prima omaggio un po’ troppo american swing a Domenico Modugno con Nel blu dipinto di blu. Poi un’emozionante versione di Almeno tu nell’universo di Mia Martini che finisce con un suo pianto liberatorio. Ferro, ma con il cuore tenero. VOTO: 7.5 IRENE GRANDI, FINALMENTE IO – Lei canta “Finalmente io”. E noi non possiamo che rispondere “finalmente tu”. Grinta, energia, mestiere e un pezzo di Vasco Rossi. Ricetta vincente che dà la sveglia all’Ariston. VOTO: 7.5 DILETTA LEOTTA – Da un lato si gioca la carta simpatia sul filo della metafora calcistica, dall’altro quella della donna che vuole essere accettata per quello che è oltre alla bellezza.
Paga un po’ di rigidità e poca scioltezza, porta comunque a casa il risultato. VOTO: 6 MARCO MASINI, IL CONFRONTO – Nono festival per il cantautore fiorentino che con onestà porta sul palco se stesso. E’ sempre lui, pregi e difetti. VOTO: 6 RITA PAVONE, NIENTE (RESILIENZA 74) – E’ la decana del festival, ma a 74 anni è più giovane di tanti altri artisti in gara. Voce e grinta non hanno età. Giamburrasca è tornata e l’Ariston le tributa la prima standing ovation. VOTO: 7.5 RULA JEBREAL – Lascia senza parole. E non per la sua innegabile bellezza, ma per il monologo che tanto aveva fatto discutere nel pre-festival. E’ un pugno allo stomaco, un graffio al cuore, una carezza alle vittime di violenza, un dito puntato contro i carnefici. C’è la sua storia personale e quella di 3 milioni di italiane abusate negli ultimi tre anni. Necessaria.
VOTO: 10 ACHILLE LAURO, ME NE FREGO – Esibizione fuori dagli schemi.
Aveva annunciato che avrebbe osato, e così ha fatto, presentandosi in tutina lamé, in una libera interpretazione della spoliazione di San Francesco. L’artista più eclettico e innovativo del panorama italiano. Un po’ Renato Zero, un po’ David Bowie, un po’ Freddie Mercury, molto Lauro De Marinis (e il brano infatti ricorda tanto Rolls Royce dell’anno scorso).
VOTO: TUTTA LA SCALA DA 1 a 10.
DIODATO, FAI RUMORE – Eleganza e intensità. Uno dei brani più belli del festival. Il cantautore tarantino è maturato, si candida a Premio della Critica (e magari anche qualcosa di più).
VOTO: 8 LE VIBRAZIONI, DOV’E’ – Il pezzo è radiofonico con ritornello ipnotico, ma da Sarcina e soci, forse, ci si poteva aspettare di più. Hanno il merito di riportare all’Ariston il maestro Peppe Vessicchio, vera star del festival. VOTO: 6 AL BANO E ROMINA – Momento amarcord. Platea tutta in piedi per cantare a squarciagola Felicità. Poi un inedito insieme dopo 25 anni (firmato da Malgioglio). Ma forse per l’anniversario d’argento bastava “un bicchiere di vino con un panino”. VOTO: 6.5.
ANASTASIO, ROSSO DI RABBIA – Un brano che mischia rap, rock ed elettronica. Lui c’è, la canzone anche. La dimostrazione che arrivare da un talent non è un marchio a vita. VOTO: 7.5 ELODIE, ANDROMEDA – La coppia d’oro Mahmood-Dardust che l’anno scorso si portò a casa il festival con Soldi, si mette al servizio della cantante romana con un brano che gioca su sonorità molto simili. Elodie ci mette un corpo statuario, una voce che gioca con le evoluzioni melodiche e un’interpretazione convincente. VOTO: 7 BUGO E MORGAN, SINCERO – La strana coppia che si rifà a Franco Battiato si diverte sul palco e si vede. Forse qualche imprecisione, ma rivedere Morgan all’Ariston è comunque un piacere. VOTO: 6.5 EMMA – Dopo il passaggio promo per il film Gli anni più belli, torna per celebrare 10 anni di carriera. Canta Stupida Allegria, con il coinvolgimento di tutta l’orchestra e di 8 percussionisti, e poi un medley dei suoi successi. VOTO: 8 ALBERTO URSO, IL SOLE AD EST – Il classico che più classico non si può. Pop lirico nella via segnata già da Andrea Bocelli e da Il Volo. Ma la strada è ancora lunga. VOTO: 5.5 RIKI, LO SAPPIAMO ENTRAMBI – E’ tornato alla ribalta dopo un lungo silenzio. Forse un po’ di riflessione in più poteva aiutare. Brano poco incisivo. VOTO: 5 RAPHAEL GUALAZZI, CARIOCA – E’ un musicista vero, a tutto tondo. E si sente. Look da turista americano in vacanza e ritmi latino-caraibici. E’ festa. VOTO: 7

A teatro, Ricci, Fracassi e RoccaRiccardo III per Vetrano-Randisi; Faust secondo Tiezzi

05 febbraio 202012:22

– Elena Sofia Ricci con Maurizio Donadoni in “Vetri rotti” di Arthur Miller e il “Riccardo 3.
L’avversario” per Enzo Vetrano e Stefano Randisi, tutti a Roma; Stefania Rocca e Massimiliano Gallo diretti da Alessandro Gassmann ne ”Il silenzio grande” di Maurizio De Giovanni, a Milano, e “Scene da Faust” secondo Federico Tiezzi, a Napoli; Federica Fracassi nei panni de “La monaca di Monza” di Giovanni Testori per Valter Malosti, a Torino, e Lella Costa in “Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione” tra Jesolo (VE) e Verona: sono alcuni degli spettacoli teatrali in scena nel prossimo week end.

Museo del Bisso è salvo, 70mila euro per acquisto sedeSbloccato finanziamento della Regione Sardegna a Chiara Vigo

CAGLIARI05 febbraio 202012:44

– Il Museo del bisso a Sant’Antioco (nel Sulcis Iglesiente) è salvo. E’ stato sbloccato, infatti, il finanziamento di 70mila euro della Regione Sardegna all’associazione culturale no profit “Filo dell’acqua” per l’acquisto della sede destinata al Museo curato dall’artista Chiara Vigo.
“La valorizzazione del patrimonio identitario della Sardegna – commenta il presidente della Regione Christian Solinas – passa anche e soprattutto per il recupero e la salvaguardia delle sue tradizioni. La tutela dell’arte millenaria del bisso, e il sostegno ai suoi tenaci e coraggiosi custodi, va nella direzione seguita da questa Giunta, che dal suo insediamento sta lavorando per preservare e accrescere le ricchezze naturali e culturali della nostra Isola”.
Chiara Vigo è l’unica al mondo a saper usare questa tecnica, che consiste nel lavorare il materiale grezzo per ottenere la “seta del mare”, filato e poi tessuto, dal quale si ottenevano pregiati indumenti.
“L’interesse per questa tradizione di alto artigianato e grande patrimonio culturale – affermano gli assessori dei Beni Culturali, Andrea Biancareddu, e del Lavoro, Alessandra Zedda – è tuttora vivo e deve essere tramandato alle future generazioni.
Abbiamo perciò voluto contribuire alla riapertura del museo della preziosa fibra tessile perché riteniamo che custodire questo straordinario patrimonio gestuale e misterioso faccia parte delle nostre tradizioni, della nostra storia e cultura.
Grazie alla solidarietà e al sostegno che da più parti sono arrivate al Maestro e grazie all’impegno di questa Giunta regionale si è scongiurata la chiusura del museo che avrebbe causato una perdita di grande valore per tutta la nostra Isola”, concludono gli esponenti della Giunta Solinas.

Sanremo: Coletta, nessuna censura su WatersSaltato video del musicista previsto prima del monologo Jebreal

SANREMO05 febbraio 202012:56

– “Le scalette ammettono possibilità di variazione. E quando l’abbiamo rivista, proprio io ho pensato che il preludio di Roger Waters fosse uno start ritardante al monologo di Rula”. Lo ha spiegato il direttore di Rai1 Stefano Coletta, negando che ci sia stata alcun censura legata a posizioni politiche dell’ex Pink Floyd.
“Questo quadro si bastava da solo. Ho pensato che non avesse bisogno di alcuna introduzione, non parlavamo di fiction ma di dato biografico”, ha aggiunto. Ha poi spiegato che la messa in onda a mezzanotte è stata dettata solo da “una valutazione narrativa. Parlare di suicidi dopo le 22.30 è uno dei cardini che dobbiamo osservare”.

Sanremo: Grandi, aprirò i concerti di Vasco a Circo MassimoPer lei il rocker ha scritto ‘Finalmente io’, in gara a Sanremo

SANREMO05 febbraio 202013:15

– “Aprirò i concerti di Vasco Rossi a Circo Massimo”, (il 19 e 20 giugno a Roma) lo annuncia con orgoglio Irene Grandi che si sente l’alter ego femminile, “ma non in gonnella”, del rocker di Zocca. Irene Grandi è una delle muse preferite di Vasco Rossi che per lei ha scritto ‘Finalmente io’, il pezzo in gara a Sanremo con cui ha aperto la prima serata del Festival. Oltre che per la stessa Grandi, Vasco ha scritto in passato anche per altre artiste come Patty Pravo, Noemi, Laura Pausini e, di recente, Emma. “Non sono gelosa – commenta Irene – perché il nostro rapporto è bello e speciale.
Anche ieri sera, dopo l’esibizione, mi ha mandato messaggi di grande incoraggiamento”.

Pelù pulisce spiaggia Sanremo con il Clean beach tour”Raccogliere rifiuti non è da sfigati, è gesto rivoluzionario

SANREMO05 febbraio 202013:20

– “Non abbiamo paura di raccogliere ciò che troviamo in terra, perché non è un gesto da sfigati, ma rivoluzionario”. Lo ha detto Piero Pelù durante la tappa del Clean Beach Tour di Legambiente sulla spiaggia di Bussana a Sanremo. Pelù e altre decine di attivisti, tra cui molti giovani, si sono rimboccati le maniche per un’operazione di pulizia del litorale. “Quarant’anni di carriera e quarant’anni di Legambiente – ha detto – in questa occasione ho messo in piedi il Clean Beach Tour, di cui siamo molto orgogliosi, perché oltre che parlare di musica, si parla anche dell’impegno quotidiano per salvare l’ambiente e noi stessi”.
Sollecitato a parlare della sua canzone in gara al Festival e a spiegare il titolo “Chi è questo gigante?”, Pelù ha risposto: “Gigante è chi viole cambiare le cose”.

Sanremo: Piero Pelù apre gara Big della seconda serataDedicata a Frizzi che avrebbe compiuto 62 anni.

SANREMO05 febbraio 202013:32

– Questa l’uscita dei Big in gara per la seconda serata del 70/mo festival di Sanremo: Piero Pelù, Elettra Lamborghini, Enrico Nigiotti, Levante, Pinguini Tattici Nucleari, Tosca, Francesco Gabbani, Paolo Jannacci, Rancore, Junior Cally, Giordana Angi, Michelle Zarrillo. La sfida tra le Nuove Proposte vedrà affrontarsi Martinelli e Lula contro Fasma, e Marco Sentieri contro Matteo Faustini. I due vincitori degli scontri diretti approderanno alla semifinale, che vede già qualificati Tecla e Leo Gassmann.
La seconda serata del Festival di Sanremo, stasera 5 febbraio, sarà dedicata idealmente a Fabrizio Frizzi che oggi avrebbe compiuto 62 anni. Sul nome dell’amatissimo presentatore, morto due anni fa, i giornalisti della sala stampa si sono alzati in piedi ad applaudire, in segno di omaggio.

Baci famosi sulle T-shirt Miu Miu per S.ValentinoCapsule con cinque scene del grande cinema

05 febbraio 202013:34

– Cinque baci famosi, cinque momenti amorosi tra i più celebri della storia del cinema diventano i protagonisti di una nuova capsule collection di T-shirt, Miu Miu Kisses. Si può scegliere tra la delicatezza e il potere vivificante del bacio del Principe Azzurro in Snow White & The Seven Dwarves (Biancaneve e i sette nani) di Walt Disney e l’atmosfera dolcemente inquietante dell’abbraccio spettrale in Corpse Bride (La sposa cadavere) di Tim Burton.
Più intensi da un punto di vista emotivo sono il bacio d’addio tra Bogart e la Bergman in Casablanca (Casablanca) e la stretta appassionata tra Clark Gable e Vivien Leigh in Gone With The Wind (Via col vento). Infine, chi desidera un bacio al passo di danza, si lascerà catturare dal feeling tra Jennifer Beale e Michael Nouri nel classico degli anni Ottanta, Flashdance.

Sanremo: Fiorello al festival mai più ospite, magari in gara”Mi ha colpito Achille Lauro. Con Amadeus sketch improvvisati”

SANREMO05 febbraio 202013:42

– “Ve lo dico, da ospite al festival di Sanremo non tornerò più. L’ho fatto già troppe volte. Da conduttore non è proprio il caso. Ma potrei tornare da cantante”. Tra il serio e il faceto Fiorello apre alla possibilità in un futuro di tornare a cantare e di farlo al Festival. “Mi piacerebbe tornare a fare il cantante serio, Ho anche un sacco di amici che potrebbero scrivere per me canzoni davvero belle. Da Lorenzo Jovanotti a Giuliano Sangiorgi”.
“Il momento che mi ha colpito di più? Achille Lauro mi ha fatto morire”, dice Fiorello nella sua incursione a sorpresa in sala stampa. “L’esibizione del cantante è stata teatro, spettacolo.
L’ho visto entrare in scena e ho pensato, guarda c’è Belfagor.
Poi mi sono girato un attimo e l’ho visto nudo. Mi ha divertito molto”. Con Amadeus, racconta, “eravamo d’accordo che dopo il numero iniziale sarei andato via e mi sarei fatto sentire magari al telefono. Invece ho pensato: ma dove vado? Solo in albergo? E sono rimasto lì. Tutto quello che è successo dopo è nato così, anche gli sketch con Amadeus. So quello che sa fare. poco, ma lo fa bene. fa ridere perché lo fa a modo suo “. Quanto agli ascolti della prima serata, oltre 10 milioni di spettatori, “non pensavo che andasse così bene. Mi vesto da De Filippi come ho promesso? Non lo so, ci sto pensando anche se sui social insistono”.Nella seconda serata del festival, stasera 5 febbraio, annuncia lo showman, “canterò una canzone inedita talmente bella che se fosse stata in gara avrebbe avuto l’opportunità di vincere qualcosa, La classica canzone di Sanremo”.

Mostre: a Stelline Milano il Gange e le sue contraddizioni’Gange Ma’ 10 anni di foto fra natura e inquinamento

05 febbraio 202014:01

– Ci sono voluti dieci anni di lavoro a Giulio Di Sturco per realizzare le immagini di ‘Gange Ma’, in mostra fino al 22 marzo alla Fondazione Stelline di Milano.
Dieci anni di lavoro fotografico lungo il Gange, dalla sorgente sull’Himalaya, fino alla foce a 2.500 km di distanza nel golfo del Bengala, che raccontano la magnificenza della natura, ma anche il disastro dell’inquinamento di un fiume che è sull’orlo del disastro ecologico e della crisi umanitaria, considerando il numero di persone per cui è fonte di sussistenza.
In mostra (la curatrice è Eimear Martin) sono visibili 24 fotografie e due wallpaper, realizzate per la maggior parte con la luce dell’alba, che mostrano insomma il rapporto conflittuale che l’uomo ha con la natura che lo circonda.
A corredo della mostra, la fondazione Stelline ha anche ideato il laboratorio per bambini dai 5 ai 10 anni ‘Come stai, fiume?’ (domenica 1 e 22 marzo e sabato 7 e 14).
“La cultura alla sostenibilità è uno dei valori identitari della Fondazione Stelline – ha sottolineato il presidente PierCarla Delpiano – Ci fa quindi particolarmente piacere che la prima mostra del 2020 in Fondazione sia proprio Ganga Ma, un percorso espositivo in cui il rapporto tra uomo e ambiente”

Fuga da New York, stilisti snobbano la Grande MelaFord, Scott, Hilfiger diserzioni star. Coincidenza Oscar e virus

NEW YORK05 febbraio 202014:16

– Fuggi fuggi da New York: diserzioni eccellenti gettano ombra sulle passerelle che prendono il via il 7 febbraio. Da Ralph Lauren ancora abbottonato sui programmi per la settimana della moda, a Tommy Hilfiger e Jeremy Scott che si sono tirati fuori per puntare verso altri lidi, fino a Tom Ford, il presidente del Council of Fashion Designers of America, alcune grandi firme snobberanno la manifestazione durante la quale verranno presentate le collezioni per il prossimo autunno inverno. Ford ha tirato una pugnalata al cuore della Fashion Week quando in dicembre ha annunciato che sfilerà a Los Angeles e Jeremy Scott, a inviti gia’ spediti, due settimane fa ha cancellato il suo show previsto per lo stesso 7 febbraio, inducendo “Vogue” a chiedersi se New York non debba cancellare la sua Fashion Week.
Non bastava d’altra parte il coronavirus che blocca i voli e alimenta la paura. A sabotare la stagione newyorchese ci si erano gia’ messi gli Oscar. La serata degli Academy Awards anticipata quest’anno al 9 febbraio avra’ un duplice effetto: sul tappeto rosso del Dolby Theater, dal momento che molti stilisti spesso attingevano alle oro ultime collezioni per vestire le star, e sulla presenza di star di serie A usualmente sedute in prima fila, altrimenti impegnate a vestirsi per gli appuntamenti a Hollywood.
Tom Ford, regista oltre che stilista, sfilerà a Los Angeles due giorni prima dei premi. Sfileranno nella mecca del cinema anche M Missoni e Baja East, che ha appena vestito Billy Potter ai Grammy, rispettivamente il 4 e 7 febbraio.
Quanto a Jeremy Scott, che disegna anche Moschino, volera’ a Parigi in luglio per la linea che porta il suo nome, mentre Hilfiger per questa stagione ha scelto Londra.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Carnevale Venezia: 50 eventi per il programma culturale
In 18 giorni musica, prosa, mostre, film e laboratori bimbi

VENEZIA05 febbraio 202014:18

– Circa 50 eventi, in 20 realtà coinvolte, per 18 giorni. E’ il calendario culturale del Carnevale di Venezia, che è stato presentato oggi.
Musica, prosa, mostre, proiezioni cinematografiche, visite guidate e laboratori per i bambini compongono l’articolato programma, che coinvolge l’intero territorio di Venezia e Mestre e raccoglie in un unico palinsesto le iniziative di istituzioni ed enti culturali della città tra cui Biennale, Teatro La Fenice, Museo M9, Fondazione Musei Civici, Collezione Peggy Guggenheim, Centro Culturale Candiani, Ateneo Veneto e Palazzo Grassi.
“Vedo il carnevale culturale – ha commentato il direttore artistico, Massimo Checchetto – non come un carnevale ‘parallelo’, quanto un percorso guidato attraverso una visione artistica all’interno del dna del Carnevale di Venezia”.
“Al mondo – ha sottolineato l’assessore al Turismo del Comune di Venezia, Paola Mar – non c’è carnevale uguale, anche per la declinazione dal punto di vista culturale. Questo è un programma dedicato soprattutto ai veneziani, per offrire loro l’occasione di ritagliarsi un momento da dedicare all’accrescimento della loro conoscenza”.

Mia Martini, a 25 anni dalla scomparsa il ricordo in TvFammi sentire Bella. Il 27 febbraio prima serata su Rai3 con inedito in uscita

06 febbraio 202009:31

“Mia Martini, fammi sentire bella”, é il docufilm di Indigostories prodotto da Alessandro Lostia con la regia di Giorgio Verdelli, a 25 anni dalla scomparsa della grande artista. giovedì 27 febbraio in prima serata su Rai3 con Sarà Sonia Bergamasco a guidare lo spettatore attraverso un racconto a più voci narrato da coloro che con Mimì hanno realmente condiviso la vita e i momenti della sua carriera, dagli esordi all’abbandono delle scene, dal ritorno a Sanremo fino alla sua morte: dai ricordi della famiglia – con le sorelle Loredana, Leda e Olivia, e i nipoti Luca e Manuela, alle testimonianze di colleghi e amici, come Caterina Caselli e Dori Ghezzi, e dei grandi autori che per lei hanno scritto canzoni senza tempo.
Un ritratto originale che, anche grazie a un intenso lavoro di ricerca, attraverso filmati esclusivi, interviste mai pubblicate e rarità, restituisce una Mia Martini inedita: non solo l’artista fragile dipinta dalle cronache musicali di quegli anni, ma la donna capace di regalare “quella risata che arrivava sempre, anche quando era ferita a morte” e un’interprete che non ha mai perso lo smalto e la qualità anche nei momenti più bui.
“Fammi sentire bella” è una fotografia del suo “spirito libero”, difficile da collocare in una qualsiasi delle categorie di genere della musica italiana, e per questo così grande e attuale. Raccontarla è anche descrivere un pezzo importante del nostro passato prossimo, facendo arrivare anche ai giovani, che magari l’hanno scoperta su YouTube o dai social network, la sua immensa capacità espressiva, l’esigenza di vivere e fare sua ogni canzone, rendendola immortale.
Lo speciale contiene anche il nuovo singolo “Fammi sentire bella” che dà il nome al docufilm: il brano, scritto da Giancarlo Bigazzi e da Angelo Valsiglio e pubblicato postumo da Sugar, sarà disponibile in tutti gli store digitali e sulle piattaforme streaming dal 28 febbraio.
MIA MARTINI, FAMMI SENTIRE BELLA è un docufilm Indigostories prodotto da Alessandro Lostia, con Sonia Bergamasco, scritto da Giorgio Verdelli in collaborazione con Michaela Berlini.
Organizzatore generale Ramona Di Marco, produttore esecutivo Silvia Fiorani. La regia è di Giorgio Verdelli.
Giorgio Verdelli, affermato autore di programmi televisivi e ideatore di “Unici”, torna alla regia di docufilm dopo il successo ottenuto con il lungometraggio “Pino Daniele – Il tempo resterà”, che ha fatto registrare il record di incassi per un documentario musicale e premiato con il Nastro d’argento nel 2018.

Serie Scapece di Pino Imperatore opzionata per filmI diritti cinematografici a Red Film

06 febbraio 202010:50

I diritti cinematografici della serie dell’ispettore Scapece, partita con ‘Aglio, olio e assassino’ di Pino Imperatore e proseguita ‘Con tanto affetto ti ammazzerò’, pubblicata da DeA Planeta, sono stati opzionati da Red Film. Lo comunica la casa editrice DeA Planeta.
Imperatore, che con i suoi libri ha venduto oltre oltre 150.000 copie, è l’autore del bestseller ‘Benvenuti in casa Esposito’ (Giunti), sulle avventure tragicomiche di una famiglia camorrista e ‘Allah, San Gennaro e i tre camorristi’ (Mondadori), già opzionati per il cinema.
L’ispettore Gianni Scapece con la sua scoppiettante squadra investigativa della trattoria Parthenope e la famiglia Vitiello, insieme al commissario Carlo Improta, sono i protagonista di una serie noir umoristica dove la napoletanità si esprime in tutte le sue sfumature.
Nato a Milano nel 1961 da genitori emigranti napoletani, Imperatore vive in Campania dall’infanzia. Ha vinto i maggiori premi italiani per la scrittura comica ed è autore di opere teatrali, racconti, saggi umoristici e romanzi bestseller.

Moda: al V&A viaggio nel mondo delle borseBags: Inside Out dal 25 aprile al 31 gennaio 2021

05 febbraio 202016:01

– L’iconica Baguette bag di Fendi mostrata da Sarah Jessica Parker in una delle scene più popolari di Sex and the City. La valigetta rossa che conteneva i dispacci di Winston Churchill. La custodia della maschera anti-gas appartenuta alla Regina Maria durante la Seconda Guerra Mondiale. La borsetta Asprey grigia di Margaret Thatcher che ha rappresentato la sua armatura, determinante nel costituire l’immagine della Lady di Ferro. Saranno questi alcuni tra i “pezzi forti” della grande mostra sulle borse ospitata dal Victoria & Albert Museum, intitolata “Bags: Inside Out”, in programma dal 25 aprile al 31 gennaio 2021 a Londra. Si tratta della più completa esposizione mai fatta nel Regno Unito sulla borsa, dai modelli più venduti delle grandi griffe alle valigette per dispacci, dai beauty-case agli zaini militari, la mostra esplorerà la durevole fascinazione per la borsa.
Attraverso l’esposizione di design innovativi, da Mulberry a Karl Lagerfeld, dall’ heritage di Hermès fino allo streetwear di Off-White, oltre a uno sguardo all’interno del mondo della fabbrica e dell’atelier. Con circa 300 pezzi, da piccole borsette tenute sulla punta di un dito fino a lussuosi bauli di viaggio, la mostra tematica esplorerà la storia di questi oggetti del desiderio,dal XVI secolo fino ad oggi. La prima sezione sulla Funzione, esamina le borse nella veste di oggetti pratici custodi dei nostri effetti personali. Tra gli articoli rari figurano una grande borsa ricamata usata per contenere la matrice d’argento del Grande Sigillo d’Inghilterra di Elisabetta I e la valigia porta-documenti di Vivien Leigh. Intitolata Status e identità, la seconda delle tre sezioni della mostra guarda al ruolo centrale rivestito dalla borsa tra le celebrità.
Attraverso una Kelly di Hermès, così chiamata in onore di Grace Kelly, e la borsa Lady Dior, denominata così in omaggio alla Principessa Diana, la mostra esplorerà l’influente mondo delle celebrities. che hanno determinato il fenomeno delle It bag cominciato a fine anni ’90 e inizio del 2000. La sezione finale guarderà al processo di design Design and Making, dal bozzetto al campione, dalla cucitura alla vendita, materiali utilizzati.

Francescani, buona intenzione Achille Lauro, non il modo”Non si può ridurre scelta radicale nudità a delle paillettes”

PERUGIA05 febbraio 202018:09

– “Del gesto e delle parole di Achille Lauro – scrive padre Enzo Fortunato, direttore della rivista San Francesco, in un editoriale – vorrei rispettare la sincerità dell’intenzione”. Egli stesso, ricorda, fa riferimento alla celebre scena attribuita a Giotto in una delle storie di S.
Francesco della basilica superiore di Assisi.”Rimane discutibile il modo – sottolinea – e forse il luogo. Non possiamo ridurre quella scelta di radicale nudità e affidamento a Dio che si rivela come padre di ogni uomo a delle paillettes color carne.
Forse per questa scena sarebbe stato preferibile il titolo: I Care e altri abiti. Dove è necessaria una coerenza tra i contenuti del testo, le intenzioni e i gesti. La differenza è proprio qui”.”La prima serata del festival – aggiunge, fra l’altro, padre Fortunato – ci consegna tre ‘verità’: abbiamo bisogno di senso e significato; abbiamo bisogno di pace; abbiamo bisogno di solidarietà. E se oltre la musica concorrono i fatti tutto è più semplice o se volete più francescano”.

Musica: a Milano ‘Italiana in Algeri’ fra Trump e FallaciAllestimento di VoceallOpera allo Spazio Teatro 89

05 febbraio 202018:18

– – Un Bey di Algeri trumpiano sfegatato e misogino, una schiava Isabella, capace di ingannarlo, che ricorda in tutto e per tutto Oriana Fallaci: è un allestimento insolito dell’Italiana in Algeri di Rossini quello che VoceallOpera metterà in scena il 15 e 16 febbraio allo Spazio Teatro 89, teatro alla periferia di Milano.
L’associazione nata con l’obiettivo di avvicinare un pubblico più ampio possibile all’opera e di permettere a giovani cantanti di debuttare (il cast ha un’età fra i 20 e i 30 anni) conferma così la sua vocazione ad accostare l’opera all’attualità come già accaduto ad esempio con il Gianni Schicchi con protagonisti Renzi e Salvini. “Ho voluto tributare un omaggio al lavoro della Fallaci, svolto – ha spiegato il regista Gianmaria Aliverta, che è anche presidente e direttore artistico dell’associazione – in un’epoca in cui era molto difficile farlo da donna”.

Premi: i finalisti dell’Alessandro LeograndeDal 2020 unica sezione di giornalismo narrativo d’inchiesta

05 febbraio 202018:41

– Il ‘Premio Alessandro Leogrande’ dall’edizione 2020 sarà dedicato esclusivamente al giornalismo narrativo d’inchiesta. Una scelta motivata dal voler concentrare l’attenzione proprio sul genere che Leogrande, morto a Roma il 26 novembre 2017, praticava nella sua attività di saggista e autore di reportage.
Il Premio nella quarta edizione passa così da due sezioni – narrativa e narrativa d’inchiesta- ad un’unica sezione.
La giuria tecnica composta dai finalisti della scorsa edizione, ha selezionato i cinque titoli e i sette autori (due dei libri sono infatti scritti a quattro mani). Sono: Annalisa Camilli, La legge del mare (Rizzoli), candidato da Vanessa Roghi; Fabio Ciconte – Stefano Liberti, Il grande carrello. Chi decide cosa mangiamo (Laterza), candidato da Pietro Del Soldà; Francesca Mannocchi, Io Khaled vendo uomini e sono innocente (Einaudi), candidato da Lorenzo Tondo; Dania Mondini – Claudio Loiodice, L’affare Modigliani (Chiarelettere), candidato da Marco Grasso e Marcello Zinola; Sergio Ramazzotti, Su questa pietra. Storia di un uomo che andava a morire (Mondadori), candidato da Giada Ceri. La serata finale si svolgerà al Teatro Fusco di Taranto il 29 marzo 2020, alla presenza degli autori in concorso e della giuria di esperti.
“Abbiamo scelto di caratterizzare il Premio dedicandolo al giornalismo letterario d’inchiesta in omaggio ad Alessandro Leogrande e alla sua opera. Il genere consente di conoscere e approfondire temi di grande attualità attraverso il linguaggio letterario più vicino alla nostra sensibilità. Per i Presìdi del libro è l’occasione non solo di promuovere la lettura, come di consueto, ma di offrire spunti di riflessione sull’impegno civile, interrogandosi sul ruolo dell’intellettuale e sulla presa di consapevolezza dei singoli in anni particolarmente difficili” ha sottolineato Anna Maria Montinaro, presidente dell’Associazione Presìdi del Libro che promuove il Premio in collaborazione con la Regione Puglia – Assessorato all’Industria Turistica e Culturale.

Ricchi e Poveri a Sanremo “La prima cosa è l’amicizia”Parte dall’Ariston la ReuniON del quartetto, poi disco e live

SANREMO05 febbraio 202019:38

– ‘La prima cosa bella’ oggi è solo una: “l’amicizia”. Lo dicono all’unisono i Ricchi e Poveri, a Sanremo per festeggiare i 50 anni della hit portata al successo con Nicola Di Bari. L’entusiasmo per l’inaspettata ReuniON del quartetto è tangibile sin dal loro arrivo in sala stampa. Angela Brambati, Marina Occhiena, Angelo Sotgiu e Franco Gatti sono sempre rimasti nell’immaginario collettivo la brunetta, la bionda, il biondo e il baffo dei Ricchi e Poveri. A 39 anni dall’uscita di Marina dal gruppo, eccoli di nuovo tutti al festival, dove presentano anche il nuovo singolo, ‘L’ultimo amore’, cover di ‘Everlasting love (anno 1968)’, in una nuova versione inedita.
Ad orchestrare l’operazione ReuniON, che prevede un doppio album e un grande progetto live, è stato il manager Danilo Mancuso con la complicità di Gessica Giglio che ha gestito la riservatezza della notizia fino al giorno dell’annuncio ufficiale. “Ho parlato con ciascuno di loro – racconta Mancuso – e, non molti mesi fa, ci siamo ritrovati un pomeriggio a casa di Angelo. E’ stato incredibile come, dopo poco, si siano ritrovati a cantare sul divano come se il tempo non fosse mai passato”. Sanremo rappresenta tanto per ciascuno dei Ricchi e Poveri, nel bene e nel male. Era il 1981 quando Marina lasciò il gruppo. I giornali scrissero che aveva “rubato il marito” alla mora e il gossip prese il sopravvento su tutto. Sempre mentre erano a Sanremo, nel 2013, per ritirare un Premio alla carriera, Franco fu raggiunto dalla terribile notizia del ritrovamento del corpo senza vita del figlio Alessio, un dolore che lo convinse a ritirarsi dalle scene.
Ricordando Fabrizio De Andrè, Franco Califano ed Edoardo Vianello, che per primi li presero sotto la loro ala (il Califfo ideò il nome Ricchi e Poveri), i quattro amici ritrovati fanno pace con il loro passato..

Achille Lauro, “Porto il teatro sul palco”San Francesco “la prima di 4 storie”

SANREMO05 febbraio 202019:45

– “San Francesco è la prima storia delle 4 che vedrete raccontate sul palco dell’Ariston. La performance di ieri nasce dalla mia nuova esigenza di portare il teatro sul palco come succede già in tutti i miei live. La musica è la mia vita e ogni giorno scrivo e compongo ovunque mi trovi, Sanremo è la manifestazione musicale più importante in Italia e anche una grande opportunità per presentare il mio modo di intendere le performance”. Lo scrive Achille Lauro in una nota, all’indomani della performance che ha stupito tutti.
“Mi fa piacere che sia stata apprezzata”, ha aggiunto l’artista romano.

Arriva la legge per la lettura, nasce città del libroLimite a sconti, albo librerie qualità, carta elettronica

05 febbraio 202019:57

– Il Senato ha approvato all’unanimità e in via definitiva, il disegno di legge per la promozione e il sostegno alla lettura. ”E’ una grande soddisfazione”, dice il senatore Pd Francesco Verducci, vicepresidente della commissione cultura del Senato e relatore del disegno di legge. Per il Ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini è ”un importante passo avanti. Non è l’ultima tappa, adesso tutti insieme dobbiamo lavorare a una legge per l’editoria che sostenga complessivamente il settore del libro, sul modello della legge del cinema”. La legge approvata prevede un Piano Nazionale d’Azione per la promozione della lettura con un Fondo che ha una dotazione di 4.350.000 euro annui a decorrere dal 2020. Nelle librerie, store online, grande distribuzione, lo sconto ordinario massimo passa dal 15% al 5% (ma rimane il 15% per i libri scolastici). I punti vendita possono organizzare promozioni, una volta l’anno, con il limite di sconto del 15% mentre oggi le promozioni sono rimesse solo agli editori. Per le promozioni, gli editori hanno la possibilità di uno sconto massimo del 20%, non più del 25%. DaL 2020 il Consiglio dei ministri assegna annualmente ad una città italiana il titolo di ‘Capitale italiana del Libro’ sulla base dei progetti presentati. Arriva la carta elettronica di importo nominale pari a 100 euro, per i nuclei familiari svantaggiati. Nasce l’albo delle librerie di qualità. “Oggi è una giornata storica per la cultura italiana. Con l’approvazione definitiva del DDL Lettura, finalmente la nostra filiera italiana del libro viene dotata di un impianto normativo che ci allinea ai migliori standard europei”. Così Cristina Giussani, presidente di Sil, il Sindacato italiano librai Confesercenti. Rimane contraria l’Aie: ””Con questa legge a perdere saranno i lettori”, secondo il presidente dell’Associazione Italiana Editori, Ricardo Franco Levi.

Paolo Guerra, addio a produttore e fondatore AgidiScompare a Modena. Aveva iniziato con film Aldo Giovanni Giacomo

06 febbraio 202009:53

– Paolo Guerra è mancato oggi a Modena, sua città natale dopo una breve e fulminante malattia. Era nato il 26 dicembre 1949: produttore teatrale e produttore cinematografico italiano, fondatore della casa di produzione e management Agidi. Modenese, si laurea nel 1976 in Economia e Commercio. Fin da giovanissimo si interessa di musica dal vivo, sia come esecutore pur non professionista, che come coordinatore di iniziative, collaborando con uno degli enti allora più attivi, l’ARCI. Nel 1981, assieme ad altri operatori dello spettacolo tra cui Emanuela Rossi, fonda a Modena la Agidi, management autonomo, attivo sul mercato, con l’obiettivo di produrre e distribuire spettacoli propri mantenendo comunque i rapporti con l’ambito pubblico.
Guerra inizia l’attività di Produttore cinematografico dal 1997 con il primo, fortunato film scritto e diretto da Aldo Giovanni e Giacomo con Massimo Venier: Tre uomini e una gamba si rivela il caso cinematografico di quegli anni, con oltre 45 miliardi di lire di incasso e la candidatura ai David di Donatello come miglior opera prima. L’attività di produzione filmica con il trio prosegue negli anni successivi: nel 2008 esce Il cosmo sul comò; nel 2010 La banda dei Babbi Natale, premiato col biglietto d’oro dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinema; nel 2014 Il ricco, il povero e il maggiordomo, il film più visto delle festività natalizie, e, nel 2016, Fuga da Reuma Park, quasi una riflessione sul trascorrere del tempo anche per chi lavora sulla comicità. Nel 2018 Guerra produce “Scappo a casa”, interpretato da Aldo Baglio (affiancato dal francese Jacky Ido) per un suo progetto personale, film in parte girato all’estero e ricco di tematiche attuali, mentre è attualmente in sala la nuova opera del “trio”: “Odio l’estate” (uscita 30 gennaio 2020).
Accanto agli Artisti citati, di cui produce da decenni i diversi progetti in vari ambiti, e che il grande pubblico ha avuto modo di conoscere ed apprezzare sia in teatro, che sul grande e piccolo schermo, ad esempio in note trasmissioni come Zelig, Mai dire Gol, Domenica in, Mai dire domenica, Che tempo che fa, Ballarò, Parla con me.

DAZN e Unione consumatori presentano Guida Anti PirateriaUna bussola per gli utenti con rischi e consigli

06 febbraio 202010:07

DAZN e l’Unione Nazionale Consumatori scendono in campo contro la pirateria televisiva, un atto criminale punibile con multe e reclusione che in Italia ha un giro d’affari di oltre 200 milioni di euro. La piattaforma di streaming dedicata allo sport e l’Unione Nazionale Consumatori hanno realizzato la Guida Anti Pirateria dedicata al fenomeno della Pay Tv illegale, con l’obiettivo di informare tutti ma soprattutto i giovani sugli aspetti meno conosciuti “ma molto pericolosi” legati all’accesso illegale a canali o programmi che in realtà sarebbero a pagamento. Tutto questo partendo da un dato di fatto: fruire illegalmente di contenuti audiovisivi comporta un danno economico enorme.
Nel 2018 in Italia oltre 600 milioni di euro di fatturato sono stati persi dall’industria audiovisiva a causa della pirateria e gli utenti sono spesso inconsapevoli del fatto che i loro soldi vanno ad alimentare alcune tra le più pericolose organizzazioni criminali d’Europa.

Sanremo: bookmaker, avanti ElodieGiù dalla vetta Anastasio, con Achille Lauro è al terzo posto

05 febbraio 202020:35

– La prima serata del Festival di Sanremo, con l’esibizione dei primi 12 artisti e il voto della giuria demoscopica, modifica alcuni giudizi dei bookmaker e consegna una nuova classifica con alcune sorprese, secondo gli esperti di Sisal Matchpoint. Elodie butta giù dalla vetta Anastasio, che scende al terzo posto con Achille Lauro, Alberto Urso e i Pinguini Tattici Nucleari. Anche Diodato convince e vola al secondo posto. La sorpresa della serata sono Le Vibrazioni che guidano la classifica provvisoria della giuria.
Il quintetto pop-rock compie un notevole balzo in avanti passando dalla 16esima posizione ai margini del podio insieme a Giordana Angi, Rancore, Levante e Francesco Gabbani, che esordiranno tutti stasera. Guadagna qualche posizione anche Marco Masini, alla pari con Raphael Gualazzi. Stabili Michele Zarrillo, Enrico Nigiotti, Junior Cally, Elettra Lamborghini e Tosca in attesa delle loro esibizioni di stasera. Rita Pavone resta ultima con Riki. Penultimi Bugo e Morgan con Piero Pelù e Paolo Jannacci.

Sanremo: Fiorello entra travestito da De FilippiPoi arriva anche la telefonata della vera Maria

SANREMO05 febbraio 202021:19

La musica di C’è posta per te in sottofondo, Fiorello entra in scena all’Ariston travestito da Maria De Filippi, per onorare la scommessa fatta ieri sera in caso di successo del festival. Tacchi, parrucca bionda, abito nero, l’immancabile caramella in bocca, prova a imitare la conduttrice di Canale 5. “Il problema è una parola sola: Techetechetè, questa cosa rimarrà per sempre, ma io ho una famiglia a casa”, ironizza lo showman. “Sembro Boris Johnson piastrato”. Poi arriva anche la telefonata della vera Maria.

Sanremo: standing ovation in omaggio a FrizziSul palco la moglie Carlotta Mantovan

SANREMO05 febbraio 202021:53

– La seconda serata del Festival di Sanremo è dedicata idealmente a Fabrizio Frizzi che oggi avrebbe compiuto 62 anni e al quale l’Ariston tributa una standing ovation. “Sono convinto che se Fabrizio ci fosse stato ancora, questo 70/o festival lo avrebbe presentato lui”, dice commosso Amadeus, presentando la moglie del conduttore scomparso, Carlotta Mantovan. “L’ho voluta qui per farle sapere che Fabrizio è sempre nei nostri cuori”, sottolinea.

Sanremo: giovani, Fasma in semifinaleBattuto il duo Martinelli e Lula

SANREMO05 febbraio 202021:58

– Con il 51% delle preferenza della giuria Demoscopica, passa alla semifinale delle Nuove Proposte Fasma con il brano Per sentirmi vivo. Il giovane artista ha battuto il duo Martinelli e Lula che presentavano il brano Il gigante d’acciaio.

Sanremo: Elettra Lamborghini, ed è subito carnevale di RioTuta oro e cipria per dare una scossa all’Ariston

SANREMO05 febbraio 202023:12

– Arriva Elettra Lamborghini e l’Ariston si trasforma in un Sambodromo. In una tuta fasciante color oro e cipria con pantaloni ricchi di rouches, l’erede della casa automobilistica tenta di dare una scossa all’Ariston.
Sul finale del suo brano Musica (e il resto scompare) si conferma anche twerking queen. Ad annunciarla, le giornaliste del Tg1 Emma D’Aquino e Laura Chimenti, molto eleganti ma un po’ ingessate nel ruolo di annunciatrici.

Sanremo: Gabbani domina classifica seconda serataIn base al voto della giuria demoscopica di 300 persone:

06 febbraio 202001:41

– Questa la classifica della seconda serata del 70/o Festival di Sanremo, in base al voto della giuria demoscopica, composta da 300 persone: Francesco Gabbani, Piero Pelù, Pinguini Tattici Nucleari, Tosca, Michele Zarrillo, Levante, Giordana Angi, Paolo Jannacci, Enrico Nigiotti, Elettra Lamborghini, Rancore, Junior Cally.

Arte: sarà tumulata a Todi la scultrice Beverly PepperNel cimitero della frazione dove si trova la sua casa-studio

TODI06 febbraio 202012:27

– Rimarrà per sempre a Todi, dove ha vissuto per quasi 50 anni, la scultrice americana Beverly Pepper, novantasettenne, morta ieri nella città umbra. Sarà infatti tumulata nel cimitero della frazione di Torregentile dove si trova la sua casa-studio (un castello medievale definito Beverly’s Hills).
Nella stessa abitazione verrà allestita la camera ardente mentre non sarebbero previsti funerali.
Nata a New York nel 1922, Beverly Pepper proprio a Todi aveva trovato la sua dimensione d’artista, realizzando le sue opere più celebri in una splendida e sperimentando materiali e forme per le sculture, presenti nei musei di tutto il mondo, e i suoi progetti di Land Art. A settembre era stato inaugurato il parco che porta il suo nome, con le sculture monumentali in acciaio che l’artista aveva donato alla città umbra.

Libri: nei centri commerciali tutti possono essere feliciCon Savoriti nei nuovi templi surreali delle relazioni sociali

06 febbraio 202012:32

– DARIO SAVORITI, ‘NELLA REALTA’ SARA’ TUTTO DIVERSO’ (IL SEME BIANCO, PP. 131, 13,90 EURO) – In Italia ci sono 948 centri commerciali che ospitano tra i 4 ed i 6 milioni di clienti al giorno: ormai un “polo sociale”, perché oltre allo shopping è un “luogo di aggregazione in cui trascorrere il tempo libero senza necessariamente mettere mano al portafogli”. E dove si vivono le più classiche situazioni, come l’ossessione sentimentale di un dipendente verso una collega. In questo micro-cosmo, in realtà sempre più macro, si dipana ‘Nella realtà sarà tutto diverso’, romanzo del diplomatico italiano Dario Savoriti, al suo esordio da scrittore, che propone con leggerezza un viaggio in un mondo apparentemente distopico, ma più verosimile di quanto potrebbe sembrare.
Nell’inverno “più freddo degli ultimi 127 anni” all’interno del centro commerciale “la temperatura era perfetta, 25 gradi, con un sistema di areazione che diffondeva profumi tropicali: un bunker a prova di stagioni dove si poteva trovare ogni cosa” ed in cui “tutti potevano essere felici e far crescere i propri figli”. Il protagonista della storia, “matricola 7489”, ottiene un incarico di alto profilo, un “rapporto diretto dialettico con i Clienti”, considerati una “divinità di cui interpretare gli umori e assecondare i capricci”. Ma l’idillio finisce quando incontra una collega, la “matricola 0438”, del reparto lamentele, di cui si invaghisce, che però sembra “comportarsi in maniera troppo espansiva, se non civettuola, con i Clienti”.
Così Savoriti racconta le imprese del nostro alla conquista della sua bella “che lo avrebbe definitivamente trasformato in una persona di successo”. Ma la sua spasimante ha altri piani, quindi la passione del protagonista si trasforma in un’ossessione. Nella sua impresa, incontrerà una serie di personaggi e vivrà situazioni stravaganti. Ad esempio, cerca conforto in un amico che “certamente aveva commesso errori ignoti che gli avevano impedito” di fare carriera e che passava le sue giornate ad “incartare uova di quaglia di collina” per i Clienti.
Per trionfare, il signor “7489” si vedrà costretto ad adottare misure straordinarie, con effetti devastanti sul surreale sistema di vita dentro cui è imprigionato, apparentemente immutabile nella logica consumatore-venditore.
Dove, scrive Savoriti con divertito sarcasmo, “c’erano in gioco libertà e liberazione, amore e giustizia, il Bene ed il Male, ma tutto dipendeva dalla possibilità di reperire un semplice accendino”.

Lettori bookabook scelgono ‘l’influenza del blu’romanzo distopico di esperto marketing digitale Giulio Ravizza

06 febbraio 202012:35

– Esperto digitale, Giulio Ravizza in passato ha ricoperto il ruolo di responsabile marketing per Twitter, eBay e Amazon, per cui ha lanciato Kindle in Italia. Si è formato alla Bocconi, ad Harvard, all’Università di Pechino e alla Koç Üniversitesi di Istanbul e proprio la Turchia e la contemplazione del Bosforo lo hanno ispirato per il suo romanzo d’esordio ”L’influenza del blu”, che non a caso ha deciso di affidare a bookabook.it, la prima casa editrice italiana che pubblica libri attraverso il crowdfunding proponendoli in rete.
Nata nel 2014 per iniziativa di uno dei più importanti agenti letterari italiano, Marco Vigevani, bookabook rende i lettori protagonisti della vita dei libri: dopo una pre-selezione qualitativa delle proposte a cura di editor professionisti, i libri vengono proposti alla community di lettori che può accedere alle bozze, interagire con l’autore, scambiare opinioni, mettersi a disposizione per eventi di presentazione. I lettori possono scaricare l’anteprima di un libro e, se desiderano, continuare la lettura possono pre-ordinare i manoscritti inediti nel formato che preferiscono (cartaceo o ebook), contribuendo così a renderne possibile la pubblicazione. I libri che raggiungono durante la campagna di crowdfunding l’obiettivo della pubblicazione e distribuzione attraverso le Messaggerie hanno avuto almeno pre-ordini per 200 copie mentre se superano le 350 hanno anche assistenza nella diffusione, invece 60 copie non garantiscono la pubblicazione, ma solo un light editing e l’invio a chi ha pre-ordinato con i diritti che tornano all’autore.
”L’influenza del blu” è stato appena pubblicato (venduto in rete cartaceo a 15,00 euro e ebook a 6,99) è ambientato tra le strade di Istanbul, tornata a chiamarsi Costantinopoli, in un futuro distopico in cui non c’è posto per il blu, eliminato e sostituito da altri colori per cancellare dalla terra anche i sentimenti di tristezza, dolore, infelicità e violenza che ad esso sono legati. All’improvviso questa civiltà felice e dominata dall’edonismo viene scossa dal misterioso suicidio di Leone Ippoliti, la cui esistenza è strettamente legata al colore blu e alla sua scomparsa. Mehmet, incaricato di formulare il discorso di commiato per il defunto, parte alla ricerca di informazioni e arriva a scoprire una sconvolgente verità sul blu, di cui una traccia è rimasta ben nascosta nel Bosforo, ed è chiamato a compiere scelte che potrebbero cambiare il futuro dell’umanità.

In scena il Dio che ride di Moni Ovadiatra parole e musica continua suo discorso contro le ingiustizie

06 febbraio 202013:31

– Moni Ovadia prosegue il suo discorso sull’ebraismo, la diaspora e quell’essere stranieri tra stranieri che vede come qualcosa di universale, legato alla natura dell’uomo in senso reale metaforico. Lo fa, sino a domenica 9 febbraio al Teatro Vascello, con l’ultimo di quei suoi varietà fatti di parole e musiche klesmer, di notazioni filosofiche, religiose e soprattutto storiche cui si legano per tema alcune di quelle storielle ebraiche in forma di scenetta-dialogo dalla beffarda comicità yiddish.
Prodotto dal Ctb bresciano, si intitola ”Dio ride – nish koshe”, perché anche Dio si diverte e lo fa magari alle spalle degli uomini, come quando fa compiere un davvero eccezionale colpo sportivo a un rabbino peccatore che non rispetta il sabato e, per questo, non ha alcun spettatore e non lo potrà mai raccontare e vantarsene.
Ovadia racconta che questa serata è un po’ il sequel di quella che propose a Roma sempre proprio al Vascello portandovi nel 1992 lo spettacolo ”Golem” che gli diede fama, che definisce il suo primo ”Oylem Goylem”. Il fatto è che i tempi sono cambiati, ma in peggio, sottolinea l’attore, e quindi si è costretti a continuare a spiegare e cercar di far ragionare la gente. E evidentemente bisogna farlo nel modo più diretto e chiaro possibile. Il discorso sul nazionalismo israeliano, sulle e condizioni del popolo palestinese di Ovadia è quindi netto, esplicito, diretto, partendo dal muro che si è abbattuto a Berlino nell’89 per arrivare ai muri che si innalzano oggi, tra i quali spicca per assurdità e imposizione violenta quello appunto costruito dagli israeliani attorno alle enclaves palestinesi.

Il Maxxi compie 10 anni e apre all’AquilaFranceschini, “Più soldi per creatività e collezioni”.

06 febbraio 202014:49

– Oltre 3,3 milioni di visitatori in 10 anni, incassi per 12,7 milioni di euro di incasso da biglietteria (+14% nel 2019), quasi 15 mila abbonamenti, la collezione passata da 235 a 531 opere, 14 allestimenti della collezione, 106 mostre. Sono solo alcuni dei numeri del Maxxi , il museo delle arti e dell’architettura del XXI secolo che oggi compie i suoi primi 10 anni e si avvia a vivere la sfida di una nuova sede nel centro storico dell’Aquila ferita dal terremoto, che sarà inaugurata il 31 marzo e aperta al pubblico dal 21 di giugno. “Dieci anni in cui siamo stati laboratorio di creatività e di sfide, luogo non elitario, poroso alle idee e ai sentimenti degli artisti, alla ricerca”, sottolinea con orgoglio la presidente Giovanna Melandri. Accanto a lei, nella sala conferenze del grande edificio progettato da Zaha Hadid ed inaugurato a maggio 2010, il ministro della cultura Franceschini applaude: “L’idea di dare vita a questa istituzione è stata lungimirante”. E’ stato lui, appena tornato al Collegio romano nel settembre 2019 a ripristinare al museo romano i fondi che il governo giallo verde aveva tagliato. E nel milleproroghe, anticipa Melandri, ci sono fondi in più soprattutto per il 2020 per l’acquisizione delle opere: “Va fatto un investimento sulla creatività contemporanea – sottolinea il ministro ricordando che nella riforma andata in vigore ieri – è stata istituita una direzione generale interamente dedicata a questo settore”.
Quanto al Maxxi: “Continueremo a supportare il museo che ha accompagnato e accettato l’idea di aprire una sede all’Aquila e può darsi che in prospettiva al museo romano chiederemo anche altro”. Parole, commenta Melandri, “che per noi sono il modo migliore per festeggiare il nostro compleanno, siamo prontissimi ad accogliere altre sfide”. Al ministro un ringraziamento pubblico per i fondi; “ha corretto un taglio doloroso” per il futuro, dice, l’auspicio è di poter contare sulla “continuità” di finanziamenti pubblici.

Carnevale Venezia: al via sabato con Festa sull’acqua”Amoris causa”, show lungo Rio di Cannaregio

VENEZIA06 febbraio 202015:07

– Si aprirà con lo show sull’acqua “Amoris causa, onore alla più saggia delle follie” sabato prossimo, alle ore 19.00, l’edizione 2020 del Carnevale di Venezia.
Il Rio di Cannaregio diventerà ancora una volta un ‘teatro all’aperto’ per accogliere lo spettacolo sull’acqua che interpreterà i temi del gioco, dell’amore e della follia tra acrobazie, danze, musica, giochi di luci e performance spettacolari.
“Amoris Causa” è realizzato da Wavents, compagnia fondata da Massimo Andreoli che nasce dall’unione di varie esperienze e competenze artistiche, dalla musica al teatro, passando per la rievocazione storica, con la partecipazione di Opera Fiammae, compagnia diretta da Antonio Bonura. Elementz Art curerà la parte acrobatica e Molecole Show le evoluzioni aeree. Completano il cast i ballerini Elena Friso e Roberto di Camillo e il Duo Fire Acrobats. La regia è di Alessandro Martello con il coordinamento artistico di Gabriele Bonvicini. Lo spettacolo verrà replicato alle 21.00.

Uffizi: Corte Usa vieta uso domini, sentenza anti-bagariniSchmidt, vittoria giudiziaria storica contro bagarini on line

FIRENZE06 febbraio 202016:29

Per la prima volta in assoluto un tribunale – la Corte dell’Arizona – ha vietato l’utilizzo da terzi dei domini uffizi.com, uffizi.net, uffizigallery.com, uffizigallery.net, uffizigallery.org e altri simili. Per il museo si tratta di “una storica vittoria giudiziaria delle Gallerie degli Uffizi contro il bagarinaggio online”. Sono siti finora sfruttati per vendere biglietti a prezzi maggiorati, usando indebitamente il nome Uffizi per ingannare i visitatori.
“Vittoria storica – commenta il direttore Eike Schmidt – Abbiamo assestato un colpo devastante contro i vampiri della Rete che per anni, come parassiti, hanno illegalmente e in malafede sfruttato il nostro patrimonio e la nostra immagine. Ma non solo: questi siti pirata infatti hanno tratto in inganno visitatori di tutto il mondo”. La battaglia legale è stata tra il museo fiorentino e la società BoxNic Anstalt, che in Arizona aveva registrato numerosi domini contenenti il nome degli Uffizi utilizzandoli per anni a proprio esclusivo profitto.  Abbiamo assestato – commenta il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt – un colpo devastante contro i vampiri della Rete che per anni, come parassiti, hanno illegalmente e in malafede sfruttato il nostro patrimonio e la nostra immagine. Ma non solo: questi siti pirata infatti hanno tratto in inganno visitatori di tutto il mondo”.
Non si è trattato di un contenzioso qualsiasi, spiegano dagli Uffizi: dietro il fenomeno del bagarinaggio online girano somme enormi, guadagni sottratti alla collettività che vanno a finire nelle tasche dei furbetti del web. La battaglia legale è stata tra il museo fiorentino e la società BoxNic Anstalt, che in Arizona aveva registrato numerosi domini contenenti il nome degli Uffizi. La società li ha utilizzati per anni a proprio esclusivo profitto, esercitando di fatto un’attività di secondary ticketing a danno della Galleria e della sua reputazione. Ma la Corte Federale dell’Arizona ha dichiarato il “superiore diritto del museo” italiano rispetto alla società ad usare nome, marchio e logo degli Uffizi.
La corte dell’Arizona ha giudicato la società colpevole di cybersquatting (occupazione abusiva di spazio informatico), trademark infringement and dilution (violazione e sfruttamento del marchio identitario e commerciale) e unfair competition (concorrenza sleale). La sentenza ha dunque imposto a BoxNic il divieto di usare sia il nome sia il logo degli Uffizi (anche in versioni simili), nonché di autorizzare altri a farlo, obbligandola a trasferire agli Uffizi stessi, entro 15 giorni, la registrazione dei domini dei quali si era appropriata.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Libri: I gatti del Louvre, scoprire l’arte in modo naturale
Manga in due volumi di Matsumoto ambientato nel celebre museo

06 febbraio 202015:27

– TAIYO MATSUMOTO, I GATTI DEL LOUVRE (J-POP Manga, pp.200, 20 euro). Occhi di gatti puri e meravigliati come quelli dei bambini, per scoprire con naturalezza e profondità la sublime bellezza dell’arte: affascina e diverte “I Gatti del Louvre”, opera in due volumi di Taiyo Matsumoto, edita da J-POP Manga. Con il primo volume disponibile dal 12 febbraio (il secondo arriverà in libreria il 4 marzo), il mangaka Matsumoto presenta questa volta una storia ambientata a Parigi: al centro della vicenda una guida del museo Louvre che, ormai stanca di portare ad ammirare la Gioconda di Leonardo le solite orde di turisti poco interessati, scopre una colonia di gatti e altre strane creature che vive nell’edificio.
Grazie alla presenza di questi nuovi amici, la guida imparerà un nuovo modo, più magico, di fruire le opere d’arte e di muoversi all’interno dello spazio austero del museo parigino. Nato nel 1967 a Tokyo, formatosi in Francia, autore apprezzato di “Go Go Monster”, “Sunny” e “Tekkon Kinkreet”, Matsumoto anche in questo lavoro si conferma capace di mescolare vari ingredienti in un mix vincente: il fascino di una storia surreale si unisce infatti alle atmosfere senza tempo di uno dei musei più celebri e visitati al mondo, in un libro che propone al pubblico disegni semplici ma al tempo stesso molto realistici.

H lancia Athleisure Uomo, tra sportswear e streetPresentazione a Berlino. Campagna con campioni freerunner

06 febbraio 202015:29

– H&M ha lanciato la sua nuova collezione uomo Athleisure con un evento che si è tenuto a Berlino. La collezione comprende giacche, top, pantaloni e accessori per uomo. Capi chiave, la giacca nera in nylon con tasche anteriori e pantaloni cargo abbinati, il giubbotto nero leggero, la felpa con cappuccio con jogger abbinati, il parka con cappuccio e tasche laterali. Tutti i capi hanno una silhouette precisa: pantaloni affusolati, polsini larghi e giacche boxy a collo alto. I dettagli come tasche e cerniere a contrasto sono mixati con materiali tecnologici leggeri, antivento e resistenti all’acqua. La palette spazia dal nero, al bianco, al crema, al verde kaki e al grigio. “I confini tradizionali tra casual, sport e streetwear sono diventati sempre più permeabili e questa capsule trae spunti da diversi punti di vista: tecnico, funzionale e sportivo” spiega Ross Lydon, responsabile del Menswear Design di H&M. Come protagonisti della campagna che accompagna il lancio ci sono professionisti freerunner, break-dancers e esperti di arti marziali.

Mostre: a Milano de La Tour, il Caravaggio francesePrima retrospettiva italiana per pittore riscoperto nel 1900

06 febbraio 202015:50

– Un artista enigmatico, che ritrae angeli presi dal popolo, santi senza aureola né attributi iconografici, e che predilige soggetti presi dalla strada, come i mendicanti, dipingendo in generale gente di basso rango più che modelli storici o personaggi altolocati. E’ il ‘Caravaggio francese’ Georges de La Tour (1593-1652), cui Milano dedica una grande mostra che apre domani a Palazzo Reale.
“Georges de La Tour. L’Europa della luce” nasce dalla rete di collaborazioni tra Palazzo Reale e 28 istituzioni internazionali. Un’esposizione unica – viene sottolineato – considerato che in Italia non è conservata nessuna opera di La Tour e sono circa 40 le opere certamente attribuite all’artista, di cui in mostra ne sono esposte 15 (più una attribuita).
I pochi quadri riconosciuti come autografi sono perlopiù di piccolo o medio formato, intimi, privi di sfondo paesaggistico, notturni. Le sue tracce, e quelle della sua opera, si persero durante tutto il XVIII e XIX secolo, ma i suoi lavori vennero riscoperti e catalogati dalla critica del Novecento.

Sanremo: favoriti Elodie e GabbaniIn discesa Anastasio, Alberto Urso e Giordana Angi

06 febbraio 202015:53

– Dopo l’esibizione di tutti i cantanti in gara, nella classifica dei favoriti degli esperti di Sisal Matchpoint Elodie resta in testa a 5, ma non è più da sola, viene infatti raggiunta da Francesco Gabbani, ieri primo per la giuria demoscopica. Secondo resta Diodato a 6, mentre I Pinguini Tattici Nucleari sono terzi con Le Vibrazioni a 9. Anastasio, fevorito della vigilia, scivola al quarto posto a 12 con Achille Lauro, Alberto Urso e, sorpresa, a Piero Pelù protagonista di una vertiginosa risalita da 50. La classifica prosegue con Irene Grandi 16, Giordana Angi e Levante, entrambe in calo a 20, e il trio Marco Masini, Rancore e Tosca a 25. Convincono poco Nigiotti, Gualazzi e Zarrillo a 33, lontani dalla vittoria anche Elettra Lamborghini, Junior Cally, Rita Pavone e Riki a 50.
Ultimi Bugo e Morgan a 66. Tra i cantanti provenienti da un talent, solo Elodie – ex Amici – resta ai primi posti in attesa del televoto. Al momento quindi è più probabile la vittoria di un non talent 1,57 contro 2,25.

Serie Scapece di Pino Imperatore opzionata per filmDiritti cinematografici a Red Film

05 febbraio 202015:50

– I diritti cinematografici della serie dell’ispettore Scapece, partita con ‘Aglio, olio e assassino’ di Pino Imperatore e proseguita ‘Con tanto affetto ti ammazzerò’, pubblicata da DeA Planeta, sono stati opzionati da Red Film. Lo comunica la casa editrice DeA Planeta.
Imperatore, che con i suoi libri ha venduto oltre oltre 150.000 copie, è l’autore del bestseller ‘Benvenuti in casa Esposito’ (Giunti), sulle avventure tragicomiche di una famiglia camorrista e ‘Allah, San Gennaro e i tre camorristi’ (Mondadori), già opzionati per il cinema.
L’ispettore Gianni Scapece con la sua scoppiettante squadra investigativa della trattoria Parthenope e la famiglia Vitiello, insieme al commissario Carlo Improta, sono i protagonista di una serie noir umoristica dove la napoletanità si esprime in tutte le sue sfumature.
Nato a Milano nel 1961 da genitori emigranti napoletani, Imperatore vive in Campania dall’infanzia. Ha vinto i maggiori premi italiani per la scrittura comica ed è autore di opere teatrali, racconti, saggi umoristici e romanzi bestseller.

Moda: 100% cotone di Mango sarà sostenibile entro il 2025L’azienda aumenterà il poliestere riciclato entro il 2030

06 febbraio 202016:22

– Il marchio di abbigliamento spagnolo Mango annuncia in una nota che il 100% del cotone utilizzato nelle collezioni Mango sarà sostenibile entro il 2025. L’azienda prevede inoltre di aumentare l’uso di poliestere riciclato nei suoi capi fino al 50% entro il 2025 e il 100% delle fibre di cellulosa impiegate saranno di origine controllata entro il 2030. La collezione Mango Committed diventa dunque una collezione permanente e comprende tutti i capi del marchio con caratteristiche sostenibili. Infatti, già nel 2018 l’azienda si era già posta l’obiettivo del 50% di cotone sostenibile nel 2022 e, nello stesso anno, è entrata nella Better Cotton Initiative (BCI) per rafforzare il supporto alla coltivazione di cotone sostenibile a livello globale. Mango prevede inoltre di aumentare l’uso di poliestere riciclato nei suoi capi. L’obiettivo è quello di aumentarne l’uso fino al 50% entro il 2025. Un altro dei punti del progetto prevede che, entro il 2030 il 100% delle fibre di cellulosa utilizzate sia di origine controllata. Si tratta di un traguardo molto importante poiché contribuirà a migliorare la tracciabilità dei materiali impiegati per le collezioni di Mango. “Gli obiettivi che abbiamo definito per la nostra collezione – scrive Toni Ruiz, direttore generale di Mango – sono il risultato di una solida volontà di continuare nella trasformazione sostenibile di Mango come pilastro strategico dell’azienda, processo nel quale sono coinvolti tutti coloro che ne fanno parte”.

Theyskens nuovo direttore creativo AzzaroLa prima collezione all’haute couture a luglio a Parigi

06 febbraio 202016:23

– Olivier Theyskens è il nuovo direttore creativo della maison Azzaro. La nomina del designer franco belga è annunciata dallo stesso brand, che spiega che si occuperà delle collezioni per lui e per lei portando in rue du Faubourg Saint-Honoré la sua visione moderna e la sua sensibilità alla silhouette Azzaro. La prima collezione disegnata per la maison sarà presentata durante l’Haute Couture Week di Parigi del prossimo luglio.
“Loris Azzaro – commenta Theyskens – ha lasciato un’eredità considerevole e molto stimolante. Sono emozionato, entusiasta e onorato di avere l’opportunità di portare la mia visione in questa leggendaria, iconoclasta Casa, per la quale la libertà e il piacere rimangono valori fondanti sempre attuali. Vorrei portare avanti questo universo atipico attraverso le mie collezioni, infondendovi la mia prospettiva”.

Piemonte, un anno di eventi dedicati al baroccoAl via palinsesto, oltre 200 eventi in programma

TORINO06 febbraio 202016:27

– Sinuose geometrie e infinite prospettive, ma anche ordinario straordinario ed esageratamente essenziale. E’ racchiuso in questi binomi il 2020 che il Piemonte dedica al barocco. Sono oltre duecento gli eventi del programma ‘L’essenziale è Barocco’, progetto della Regione Piemonte sostenuto da Compagnia di San Paolo e in collaborazione con Città di Torino, Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Fai, Fondazione Torino Musei e Abbonamento Torino Musei.
Momento clou di questo ricco palinsesto la mostra ‘Sfida al Barocco – Roma Torino Parigi 1680-1750’, che espone alla Reggia di Venaria oltre 209 capolavori dal 13 marzo al 14 giugno. In programma anche 150 visite guidate, 24 concerti, un programma di MiTo dedicato alla musica barocca. E ancora il nuovo Gran Tour, con 50 itinerari dedicati al barocco, aperture straordinarie di siti di norma non visitabili. Un anno dedicato, insomma, ad uno degli stili che più di ogni altro caratterizzano l’identità, la storia e l’anima del territorio piemontese.

L’eterna lotta di Montuschi vince al Ferrara FilmTerza edizione festival

FERRARA02 febbraio 202013:06

02 FEB – l cortometraggio ‘L’eterna lotta’ di Andrea Montuschi ha vinto la 3/a edizione di Ferrara Film Corto. Lo ha stabilito una giuria di esperti presieduta dal regista Franco Piavoli, che ha visionato 17 opere ammesse in concorso. Il premio è stato assegnato “per la poeticità dello sviluppo del racconto, l’espressività e la riuscita dell’intero impianto scenografico, fotografico e recitativo”.
A ‘Candidato n.3’ di Corradino Janigro è stato attribuito il premio per la miglior sceneggiatura, a ‘La foresta perduta’ di Niccolò Voltolini e Francesco Biscaglia è stata assegnata la targa del Comune di Ferrara per il miglior documentario. Premio per il miglior attore o attrice all’attrice Francesca Cellini del cortometraggio ‘Apocalypse’ di Andrea Cecconati, miglior Montaggio a ‘Across the universe’ di Andrea Moneta, migliore Fotografia a Emanuele Genduso, direttore della fotografia di ‘Life evolution ecology: genesis’ diretto da Antonio Pesce, targa per la migliore Opera Prima a ‘99,9%’ di Achille Marciano.

Cinema: Yalda premiato al Sundance, uscirà in ItaliaTeodora distribuirà anche Doppio Sospetto, 9 Magritte in Belgio

02 febbraio 202017:10

Uscirà in Italia con Teodora quest’anno Yalda, di Massoud Bakhshi, che ha ricevuto il Gran premio della Giuria al Sundance Festival, il più alto riconoscimento per un film non statunitense. Il regista iraniano, che non ha potuto partecipare alla premiazione a causa delle tensioni recenti tra Usa e Iran, ha dichiarato nel video di ringraziamento inviato al festival: “Credo fermamente che potremmo cambiare in meglio questo mondo se solo credessimo nell’umanità che condividiamo”. Yalda sarà presentato in anteprima in Europa al Festival di Berlino nella sezione Generation.
E’ l’opera seconda di Bakhshi dopo A Respectable Family, presentato con successo a Cannes nel 2012 e tuttora bandito in patria per aver denunciato la corruzione diffusa nella società iraniana. Anche Yalda affronta temi sensibili raccontando una vicenda sconvolgente basata su fatti reali: protagonista è la giovane Maryan, accusata ingiustamente dell’omicidio dell’uomo con cui aveva contratto un matrimonio temporaneo, controversa istituzione ancora in uso in Iran. L’unico modo per evitare la pena di morte sarà ottenere il perdono dalla famiglia dell’uomo, ma dovrà farlo in diretta televisiva nel più popolare reality show del paese. Il film, che è stato sviluppato anche grazie al TorinoFilmLab, è un duro atto d’accusa al regime degli ayatollah, soprattutto riguardo alla condizione delle donne.
Doppio Sospetto (Duelles) conquista 9 premi Magritte, l’Oscar del Belgio, battendo a sorpresa L’età giovane dei fratelli Dardenne. Il film di Olivier Masset-Depasse, in uscita in Italia con Teodora il 27 febbraio, ottiene tra gli altri i riconoscimenti come miglior film, miglior regia e miglior attrice protagonista, una straordinaria Veerle Baetens, già interprete pluripremiata di Alabama Monroe – Una storia d’amore.

Chiara Ferragni icona moda, premio a HollywoodA ‘Los Angeles Italia’ con la regista Elisa Amoruso

NAPOLI02 febbraio 202017:03

Chiara Ferragni riceverà il 3 febbraio il premio ”LA Italia – Global Fashion Icon Award” nella seconda giornata di Los Angeles, Italia – Film, Fashion and Art Festival. La celebre imprenditrice digitale (18,3 milioni di followers su Instagram) è tra gli ospiti della 15.ma edizione dell’happening italiano a Hollywood promosso dall’Istituto Capri nel mondo con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, il sostegno del Mibact (Dg Cinema e Audiovisivo). Ad annunciare l’omaggio alla Ferragni è il fondatore di LA ITALIA, Pascal Vicedomini, ”Chiara è un’assoluta eccellenza italiana nel mondo, un genio della comunicazione che dopo essere stata la piu’ potente influencer della moda è diventata un’imprenditrice digitale di rilevanza globale. Quale miglior occasione della prima californiana del documentario di Elisa Amoruso ‘Chiara Ferragni – Unposted (docu campione d’incassi 2019,ndr) per esaltare a Hollywood uno dei principali talenti del nostro nuovo cinema, la Amoruso, insieme ad una ‘maestra’ dell’imprenditoria moderna come Ferragni, che si dà il caso sia italiana!” conclude Vicedomini.
Tra i protagonisti del festival Remo Girone, Franco Nero, Francesco di Leva; i registi Gabriele Salvatores (presidente), Francesca Archibugi, Ginevra Elkann, i produttori Andrea Iervolino e Marco Cohen, Ezio Greggio ‘padrino’ del Festival.
Intervenuti alla serata inaugurale di LA Italia 2020 anche i premi Oscar Nick Vallelonga (Green Book), Bobby Moresco (Crash), Barry Morrow (Rain Man) insieme a Diane Warren (in corsa per la 11esima volta per l’Academy Award categoria Miglior Canzone), Danny Huston, David O. Russell, Eli Roth, Robert Davi, Alex Meneses e Frank Stallone (celebre musicista e fratello di Sly).

Phoenix ai Bafta, c’è razzismo sistemico’Il messaggio inviato a persone di colore è non sei benvenuto’

LONDRA03 febbraio 202001:45

– “Penso che inviamo un messaggio molto chiaro alle persone di colore: non sei il benvenuto qui”.
Joaquin Phoenix non ha usato giri di parole nel suo discorso di ringraziamento per la vittoria come migliore attore ai Bafta.
Dopo le polemiche e le accuse di razzismo giunte nei confronti degli ‘Oscar britannici’ per la nomination quasi esclusivamente di attori bianchi, l’interprete di Joker ha accusato l’industria del cinema di “razzismo sistemico” e “oppressione”, senza sconti, neppure per se stesso. “E’ per me un onore e un privilegio essere qui, ma sono combattuto perché molti dei miei colleghi che lo meritano non hanno il privilegio di esserci”, ha proseguito. “Penso che le persone vogliano solo essere riconosciute, apprezzate e rispettate per il loro lavoro”. E ha aggiunto di non provare “vergogna” nel dirsi “parte del problema”. Poi ha concluso: “Dobbiamo fare un duro lavoro per comprendere veramente il razzismo sistemico.

I fratelli D’Innocenzo, “Noi a Berlino come alla Champions””Partiamo senza stress”. E presentano il primo libro di foto

04 febbraio 202011:19

gisti rivelazione al Festival di Berlino 2018 con La Terra dell’Abbastanza, i giovani fratelli D’Innocenzo tornano alla Berlinale 2020, questa volta in concorso, con il loro secondo film, Favolacce. Ma hanno già mille progetti in mente, hanno appena pubblicato con Contrasto un libro di fotografie, Farmacia notturna, hanno in cantiere una serie tv che “si interroga su come sopravvivere alla solitudine declinata su un contesto horror” e stanno scrivendo su quaderni “che è il momento più bello e ingenuo”. Tutto questo li aiuta a partire più sereni per la Germania,, come raccontano.
“Questa promozione alla Champions League di Berlino, quindi alla competizione, non la sto vivendo in maniera tragica, facendomi le classiche paranoie incontrerò i miei idoli, i registi che ho sempre amato. E ce ne sono molti in questa selezione da Kelly Reichardt a Sally Potter allo stesso Giorgio Diritti che ci ha chiamato, ci ha fatto gli auguri, è stato un gentleman. Siamo giustamente contenti però stiamo scrivendo. Siamo già proiettati sulle prossime cose e questo ci mette in una situazione leggermente e giustamente distaccata”, dicono Fabio e Damiano prima della presentazione di Farmacia Notturna , pubblicato con il contributo di Gucci, in un evento al Caffè di Palazzo delle Esposizioni.
Gemelli, nati a Tor Bella Monaca nel 1988, da una famiglia semplice, cresciuti tra Anzio,e Nettuno, autodidatti, con una grande passione per il disegno, la fotografia, il cinema e la poesia. Una grande creatività che hanno sempre vissuto insieme.
“Abbiamo sempre diviso tutto. Tra fratelli è abbastanza ovvio che accada, tra gemelli è palese. L’unica cosa che non riusciamo a sistemare è con le ragazze. Con loro la divisione non ci sta, anzi diventa l’unica lotta concreta, reale”, scherzano. “Sulla fotografia, sul disegno cerchiamo di fare le cose assieme e spesso abbiamo uno sguardo speculare che è sempre quello, estremamente vulnerabile, che non ha paura di essere tenero, livido, di rendere palesi le proprie paure, sofferenze e inclinazioni sentimentali. Tutte cose che le persone oggi tendono a nascondere come se fosse uno sbaglio provare sensazioni. Siamo così, felicemente dolenti”, raccontano i due fratelli che non amano ripetersi artisticamente. “Il primo film aveva a che fare con due ragazzi, questo film ha a che fare con le famiglie, ma dal punto di vista dei bambini e il terzo film avrà a che fare con gli adulti e sarà un thriller”, annunciano.
“La Terra dell’Abbastanza’ era un film nel quale la periferia aveva un grande peso narrativo in quanto indirizzava i destini e le scelte dei protagonisti. In Favolacce andiamo in un territorio di provincia in cui tutto quello che accade è frutto della componente mentale, antropologica dei personaggi. E’ un modo per entrare nell’ottica della provincia in quanto stato d’animo piuttosto che luogo geografico, alla Raymond Carver”, spiegano.
E lo stesso accade nelle foto di Farmacia notturna, scattate con un Motorola e poi con una Ricoh, “una macchina giapponese, compatta, tascabile, che non mette in soggezione le persone e spesso noi fotografiamo gli sconosciuti”, dicono. Dove a dominare sono i contrasti e le immagini scure, i volti delle persone tra Roma, Nepi, Parigi, New York, Los Angeles, Malta e Durazzo.
“La foto è un atto di intimità. C’è un grande coinvolgimento emotivo, spesso inconsapevole. Farmacia notturna è un anti libro canonico, fotografico. Un libro che ci mette a nudo. Ed è coerente con quello che facciamo nel cinema e nella poesia. Più che capire cosa mettere dentro un quadro ci interessa che cosa lasciare fuori. L’idea di inquadrare. Noi viviamo in un epoca in cui tutto è massimale. E’ come se ci fossimo dimenticati del piccolo, del sottile, del poco. Con queste foto volevamo andare in quella direzione. Non ci sono foto posate. Ci interessa ricollegarci alle cose scritte in minuscolo della vita”, dicono i gemelli D’Innocenzo che dedicano un ritratto a New York al fotografo del cinema italiano Pietro Coccia, morto lo scorso giugno. “Per noi è stato una specie di Caronte verso questo stranissimo mondo del cinema italiano che ancora adesso facciamo fatica a decodificare. Ci siamo sentiti al telefono due giorni prima che se ne andasse”.

Luca Marinelli nella giuria internazionale di BerlinoL’attore era già stato a Berlinale 2013 come Shooting Star

05 febbraio 202012:17

In un’edizione del festival di Berlino, la 70/ma (20 febbraio – 1 marzo) , ricca d’Italia arriva anche Luca Marinelli che farà parte della giuria internazionale presieduta da Jeremy Irons. Gli altri giurati sono Bérénice Bejo (Argentina / Francia), la produttrice Bettina Brokemper (Germania), la regista Annemarie Jacir (Palestina), il drammaturgo e regista Kenneth Lonergan (USA), il critico e regista Kleber Diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, Luca Marinelli a teatro ha lavorato con Carlo Cecchi, il suo primo ruolo da protagonista è in La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo del 2010. Segue Tutti i santi giorni di Paolo Virzi, girato nel 2013, anno in cui viene scelto come European Shooting Star alla Berlinale. Tra i suoi film più importanti Non essere cattivo di Claudio Caligari; Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, che gli è valso il David di Donatello come miglior attore non protagonista nel 2016; Una questione privata di Paolo e Vittorio Taviani; Martin Eden di Pietro Marcello, Coppa Volpi a Venezia 2019.Mendonça Filho (Brasile).

Morto il produttore premio Oscar Gianni MinerviniAveva lavorato con Avati, Salvatores e Benigni

04 febbraio 202023:08

azione Il film premio Oscar di Gabriele Salvatores Mediterraneo si chiude con una didascalia significativa ed emblematica: “Dedicato a tutti quelli che stanno scappando”. Più che un talent scout del cinema Gianni Minervini era un produttore che sapeva guardare lontano. Si è spento a Roma, all’ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina, Minervini, napoletano di origine nato nel 1928, figlio del giornalista Roberto e fratello della scultrice Annamaria.
Nel 1976 fondò la AMA Film in società con Antonio e Pupi Avati.
Oscar per il miglior film straniero con Mediterraneo nel 1991 (coprodotto con Mario e Vittorio Cecchi Gori) ha anche prodotto il primo film di Roberto Benigni, Berlinguer ti voglio bene e i primi film di Gabriele Salvatores. Come attore aveva interpretato il ragazzo fiorentino che fa una sonora pernacchia ad Alberto Sordi nel film Souvenir d’Italie. All’Isola Tiberina previsti i funerali domani alle 15 nella chiesa di San Bartolomeo.
“Un produttore innovativo capace di prendere i suoi rischi con il quale nel 1976 avevamo fondato, insieme a mio fratello Pupi, la Ama Film” dice Antonio Avati del produttore Gianni Minervini”. “Con lui – prosegue – abbiamo fatto film di Pupi come ‘La casa delle finestre che ridono’ e ‘Una gita scolastica’ e soprattutto abbiamo prodotto il primo film di Benigni, ‘Berlinguer ti voglio bene’ che ci aveva fatto assistere a un suo spettacolo, con noi due soli spettatori, al Teatro Alberichino di Roma. E pensare che la collaborazione con Gianni Minervini – conclude – era iniziata nel 1975 con un film sfortunatissimo come ‘Bordella’ che fu anche sequestrato”. La sua filmografia, specie tra gli anni 80 e 90 coincide con vari film importanti del cinema italiano tra cui Mi manda Picone del 1983 diretto da Nanni Loy con Giancarlo Giannini e Lina Sastri per il quale Minervini vinse anche il Nastro d’argento.
Con il lungometraggio Mediterraneo, premiato agli Academy Awards nel 1992 come miglior film straniero, si conclude la cosiddetta “trilogia della fuga”, composta da Marrakech Express del 1989 e da Turné del 1990, ovvero il trittico di film diretti da Salvatores dedicati alla poetica della fuga verso una nuova forma di interiorità, di individualità, di impegno non condizionato da fattori ideologici, da miti collettivi, da figure guida carismatiche ma corruttibili. Nel ’96 aveva prodotto l’intenso Pianese Nunzio, 14 anni a maggio diretto da Antonio Capuano di cui aveva realizzato anche il premiato L’amore buio nel 2010.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Cyberbullismo, Michele Placido protagonista di un corto in realtà virtuale
“La stanza” di Giuseppe Alessio Nuzzo, realizzato in collaborazione con la Polizia di Stato, è ispirato al primo caso mondiale di denuncia

04 febbraio 202017:07

Il 10 ottobre 2012 la quindicenne canadese Amanda Todd si tolse la vita, ma prima di suicidarsi pubblicò un video su YouTube in cui con una serie di flash cards descrisse la sua esperienza di vittima del bullismo e del cyberbullismo. Era il primo caso al mondo di denuncia.È ispirato a questa vicenda il film breve “La stanza” di Giuseppe Alessio Nuzzo, un lavoro di denuncia che vede protagonista Michele Placido, che torna a vestire i panni di un poliziotto, Nicoletta Romanoff (madre), Michele Rosiello (padre), Pamela Camassa (insegnante), Gina Amarante (Andrea).

La storia è raccontata in piani sequenza e realizzata con l’ausilio della tecnologia di ripresa in realtà virtuale 360° 3D. Per la prima volta lo spettatore diventa protagonista assoluto della storia, tutto si muove intorno, tutto e tutti si relazionano allo stesso. Il protagonista si chiama Andrea, senza mai alcun riferimento al suo sesso, al fine di permettere una completa immedesimazione nel caso in cui lo spettatore sia di sesso femminile o maschile.Le prime immagini verranno mostrate il 7 febbraio, Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo, in piazza Colombo a Sanremo, durante il 70° Festival della Canzone Italiana, sul truck della Polizia Postale “Una vita da social.“La stanza”, realizzato anche in una versione lineare, è una produzione Paradise Pictures, in associazione con An.Tra.Cine e Eduardo Bellotta, con il contributo di MIBACT e SIAE nell’ambito del programma “Per chi crea”, con la collaborazione della Polizia di Stato e della Film Commission Regione Campania, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale per i Giovani e del Comune di Acerra, e distribuito su Rai Cinema Channel e su Rai Cinema Channel VR.

Shannen Doherty ha di nuovo il cancro al senoAttrice di Beverly Hills 90210, difficile da digerire

NEW YORK04 febbraio 202016:54

Shannen Doherty ha di nuovo il cancro al seno. Lo ha rivelato lei stessa durante un’intervista a Abc. La ribelle di Beverly Hills 90210, 48 anni, ha detto che è allo stadio 4 ed è ritornato dopo che nel 2017 era in fase di remissione. “E’ difficile da digerire – ha detto -. E’ una pillola amara da ingoiare sotto molti aspetti”.
L’attrice ha confessato che ci sono giorni in cui si chiede, perché è capitato proprio lei? Oppure in altri si chiede perché non a lei. “Chi altri oltre a me merita questo – continua – Nessuno di noi”. La Doherty ha spiegato che inizialmente ha cercato di mantenere riserbo sulla sua malattia soprattutto dopo la morte di Luke Perry nel marzo del 2019 a causa di un’ischemia aggiungendo anche che essere presente nel reboot di Beverly Hills 90210 era il minimo che potesse fare per onorare la memoria dell’attore.
“E’ stato cosi strano per me essere diagnosticata – ha detto – e vedere invece qualcuno che era apparentemente più sano di me venire a mancare”. “Uno dei motivi oltre a Luke – spiega ancora – che ho fatto 90210 e per cui non ho detto niente è per dimostrare che una persona con un cancro stadio 4 può lo stesso lavorare nonostante il suo stato di salute”. Ha concluso dicendo che la vita non finisce nel momento in cui si riceve una diagnosi e che c’è ancora da vivere.

Hamilton, dal musical un film per il grande schermoAccordo record con Disney per capolavoro hip-hop Lin Miranda

NEW YORK05 febbraio 202012:18

Appuntamento nelle sale il 15 ottobre 2021: “Hamilton”, il musical hip-hop che ha sbancato i botteghini a Broadway, arriverà sul grande schermo grazie alla Disney con il cast originale di attori ispanici e neri del capolavoro di Lin-Manuel Miranda.
Ispirato alla vita del primo segretario al Tesoro americano Alexander Hamilton e ai Founding Fathers, “Hamilton” e’ stato il primo musical a vincere un Pulitzer nel 2016 oltre ad aver fatto man bassa di Tony, l’equivalente dell’Oscar per il teatro.
Elogiato a destra e a sinistra, e’ stato adottato nei piani di studi delle scuole di New York, mentre l’album originale e’ diventato un best-seller.
Lo stesso Miranda, che apparira’ sul palcoscenico nel ruolo di Hamilton assieme Daveed Diggs (Lafayette e Thomas Jefferson) e Jonathan Groff di “Frozen” (Re Giorgio), ha dato l’annuncio su Twitter in simultanea con la Disney, mentre secondo “Deadline”, che cita sue fonti esclusive, l’accordo con Disney avrebbe un valore di 75 milioni di dollari per la distribuzione worldwide, un record.
A differenza di altri musical arrivati sul grande schermo come “Les Miserables,” “Chicago” e piu’ di recente “Cats” che sono stati girati in studio, la versione cinematografica di “Hamilton” sara’ quella filmata a tre riprese nel giugno 2016 sul palcoscenico del Richard Rodgers Theatre di Broadway due settimane prima dell’uscita di scena del cast originale.
Fino a quattro anni fa, quando il musical andava in scena a Broadway con il cast originale, un biglietto di “Hamilton” costava una media di 500 dollari a poltrona: “Sara’ una esperienza con la stessa immediatezza del teatro dal vivo, ma al vostro cinema di quartiere”, ha detto Miranda: “Siamo felici di questa alleanza con Disney per portare la produzione originale al pubblico piu’ vasto possibile”.
Per Robert Iger, CEO Disney, “Lin-Manuel Miranda ha creato un’esperienza teatrale indimenticabile e un fenomeno culturale.
Con buoni motivi Hamilton è stato accolto come un’incredibile opera d’arte. Siamo elettrizzati per poter condividere questa stessa esperienza in stile Broadway con milioni di persone intorno al mondo”.
Libretto e musica originale di Miranda, “Hamilton” ha debuttato off Broadway nel febbraio 2015 e quella stessa estate si e’ trasferito a Broadway. Il musical ha vinto 11 Tony e un Grammy oltre al Pulitzer. Dopo le proiezioni nelle sale, sara’ disponibile in streaming sulla nuova piattaforma Disney+.

Serie Scapece di Pino Imperatore opzionata per filmDiritti cinematografici a Red Film

05 febbraio 202015:58

– I diritti cinematografici della serie dell’ispettore Scapece, partita con ‘Aglio, olio e assassino’ di Pino Imperatore e proseguita ‘Con tanto affetto ti ammazzerò’, pubblicata da DeA Planeta, sono stati opzionati da Red Film. Lo comunica la casa editrice DeA Planeta.
Imperatore, che con i suoi libri ha venduto oltre oltre 150.000 copie, è l’autore del bestseller ‘Benvenuti in casa Esposito’ (Giunti), sulle avventure tragicomiche di una famiglia camorrista e ‘Allah, San Gennaro e i tre camorristi’ (Mondadori), già opzionati per il cinema.
L’ispettore Gianni Scapece con la sua scoppiettante squadra investigativa della trattoria Parthenope e la famiglia Vitiello, insieme al commissario Carlo Improta, sono i protagonista di una serie noir umoristica dove la napoletanità si esprime in tutte le sue sfumature.
Nato a Milano nel 1961 da genitori emigranti napoletani, Imperatore vive in Campania dall’infanzia. Ha vinto i maggiori premi italiani per la scrittura comica ed è autore di opere teatrali, racconti, saggi umoristici e romanzi bestseller.

Joker torna in sala dal 6 febbraioFilm candidato a 11 nomination esce anche in home video

06 febbraio 202010:01

Joker, il film diretto, co-scritto e prodotto da Todd Phillips, attualmente in corsa agli Oscar con 11 Nomination, già vincitore di 2 Golden Globe (Miglior attore protagonista in un film drammatico” per l’interpretazione di Joaquin Phoenix e “Miglior Colonna Sonora Originale” per il lavoro di Hildur GuÐnadóttir), di tre Bafta inglesi tra cui miglior protagonista e del Leone D’Oro alla 76/a Mostra di Venezia, a partire dal 6 febbraio torna al cinema ed arriva in DVD, Blu-Ray (che includerà film e contenuti speciali in alta definizione) e 4K UHD, oltre che per il noleggio in digitale. Il film ha superato la soglia dei 4 milioni di spettatori in Italia e incassato più di 1 miliardo di dollari nel mondo, è inoltre già disponibile per l’acquisto in digitale su molte piattaforme. In occasione dell’arrivo in Home Video del film, i primi 10 minuti di Joker sono disponibili sul canale Youtube ufficiale di Warner Bros. Italia.

Cinema: Harley Quinn rinasce a colpi di girl powerMargot Robbie protagonista e coproduttrice per Birds of prey

05 febbraio 202018:08

– E’ stato da subito evidente che nell’avventura dei supercattivi Dc Comics in Suicide Squad (2016), Margot Robbie avesse reso vera rivelazione del film, la sua Harley Quinn, imprevedibile e scatenata fidanzata di Joker (nella versione interpretata da Jared Leto). I fan speravano di rivedere il personaggio con più spazio a disposizione e a Hollywood non si sono fatti scappare l’occasione. Esce il 6 febbraio in 500 copie con Warner Bros, l’esplosivo e irriverente ‘Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn)’ di Cathy Yan, dove la ormai ex compagna di Mr J(oker), in una Gotham City affollata di fuorilegge si difende dal ricco e sadico Roman Sionis/ Maschera nera (Ewan McGregor) facendo squadra con una supergang tutta al femminile.
A comporla ragazze e donne forti, tutte con complesse battaglie personali da combattere e destinate a essere tra i volti simbolo del superteam disfunzionale e ‘rapace’ ‘Birds of prey’ (nato nei fumetti Dc nel 1996): Cacciatrice (Mary Elizabeth Winstead), Black Canary (Jurnee Smollett-Bell), la poliziotta Renee Montoya (Rosie Perez) e un’adolescente Cassandra “Cass” Cain (Ella Jay Basco). Una rinascita personale nel segno del girl power per Harley Quinn in attesa del ritorno corale di Suicide Squad 2 diretto da James Gunn, in fase di riprese. Margot Robbie (anche coproduttrice di Birds of prey’ e di nuovo in corsa per l’Oscar per un’altra storia al femminile, ma ancorata alla cronaca, Bombshell) trova “affascinante” la possibilità di recitare il personaggio con registi diversi e in linee narrative spesso non connesse: “Mi permette di esplorare tanti aspetti diversi della personalità di Harley” ha spiegato a Cinema Blend.

Addio a Paolo Guerra, produttore e fondatore AgidiScompare a Modena. Aveva iniziato con film Aldo Giovanni Giacomo

06 febbraio 202009:54

Paolo Guerra è mancato oggi a Modena, sua città natale dopo una breve e fulminante malattia. Era nato il 26 dicembre 1949: produttore teatrale e produttore cinematografico italiano, fondatore della casa di produzione e management Agidi. Modenese, si laurea nel 1976 in Economia e Commercio. Fin da giovanissimo si interessa di musica dal vivo, sia come esecutore pur non professionista, che come coordinatore di iniziative, collaborando con uno degli enti allora più attivi, l’ARCI. Nel 1981, assieme ad altri operatori dello spettacolo tra cui Emanuela Rossi, fonda a Modena la Agidi, management autonomo, attivo sul mercato, con l’obiettivo di produrre e distribuire spettacoli propri mantenendo comunque i rapporti con l’ambito pubblico.
Guerra inizia l’attività di Produttore cinematografico dal 1997 con il primo, fortunato film scritto e diretto da Aldo Giovanni e Giacomo con Massimo Venier: Tre uomini e una gamba si rivela il caso cinematografico di quegli anni, con oltre 45 miliardi di lire di incasso e la candidatura ai David di Donatello come miglior opera prima. L’attività di produzione filmica con il trio prosegue negli anni successivi: nel 2008 esce Il cosmo sul comò; nel 2010 La banda dei Babbi Natale, premiato col biglietto d’oro dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinema; nel 2014 Il ricco, il povero e il maggiordomo, il film più visto delle festività natalizie, e, nel 2016, Fuga da Reuma Park, quasi una riflessione sul trascorrere del tempo anche per chi lavora sulla comicità. Nel 2018 Guerra produce “Scappo a casa”, interpretato da Aldo Baglio (affiancato dal francese Jacky Ido) per un suo progetto personale, film in parte girato all’estero e ricco di tematiche attuali, mentre è attualmente in sala la nuova opera del “trio”: “Odio l’estate” (uscita 30 gennaio 2020).
Accanto agli Artisti citati, di cui produce da decenni i diversi progetti in vari ambiti, e che il grande pubblico ha avuto modo di conoscere ed apprezzare sia in teatro, che sul grande e piccolo schermo, ad esempio in note trasmissioni come Zelig, Mai dire Gol, Domenica in, Mai dire domenica, Che tempo che fa, Ballarò, Parla con me.

Bolano inedito, il golpe, i surrealistiEscono tre affascinati racconti lunghi, abbozzi di romanzi

04 febbraio 202012:09

– ROBERTO BOLANO, ”SEPOLCRI DI COWBOY” (ADELPHI, pp. 166, 18,00 euro – traduzione di Ilde Carmignani) – In quest’ultimo volume di inediti di Roberto Bolano, lo straordinario autore di ”2666” e altri straordinari romanzi di culto, che raccoglie gli inizi, gli abbozzi ben articolati di tre romanzi mai completati, si parla con la consueta inventiva e il particolare suo umorismo del Gruppo Surrealista Clandestino, della rivista ”Pittori cileni di Qui e di Là”, di un Masserschmitt della Luftwaffe che sorvola la città cilena il giorno del golpe militare contro Allende e di Arturo Belano.
E’ proprio la presenza di quest’ultimo personaggio a attirare l’attenzione degli amanti di Bolano e della sua scrittura, che lo conoscono bene, protagonista di romanzi come ”I detectives selvaggi” quale alter ego letterario dell’autore stesso, dai tempi della giovinezza di poeta infrarealista in Messico, poi la sua vita esule in Spagna tra Girona e Barcellona, sino alla sua fine. Ecco ora nel pezzo più lungo (65 pagine databili a inizio anni ’90) che da il titolo al volume, ”Sepolcri di cowboy” e in ”patria”, la sua infanzia cilena e poi il suo ritorno a Santiago, con un lungo viaggio, per portare sostegno a Allende in pericolo, arrivandovi proprio l’11 settembre 1973 il giorno del golpe militare di Pinochet. Una narrazione composta da quattro parti, tra l’infanzia con la madre che si commuove leggendo Neruda e il padre, un pugile selvaggio e coraggioso che vorrebbe essere un cowboy e legge solo romanzi western; i primi trasalimenti amorosi, le prime letture con un libro ‘galeotto’ di Rilke, l’incontro col grande poeta e matematico Nicanor Parra; il lungo viaggio dal centroamerica a Valparaiso con un gesuita filosofo e una spogliarellista seducente e intraprendente sino alla mattina del golpe, incredulo, poi in cerca di compagni e i primi tentativi difficili di preparare una qualche resistenza.
Non è solo però la storia di Arturo Belano a intrigare il lettore, quanto quei personaggi e situazioni che in un continuo gioco di rimandi, continuazioni e riflessi lo scrittore ripropone sempre da un romanzo all’altro, da ”Chiamate telefoniche” a ”La letteratura nazista in America” o in questi abbozzi e così via. In più se ”Sepolcri” si legge come un racconto lungo, ”Patria” appare come una sequenza di frammenti, illuminazioni affascinanti poetiche e spiazzanti, sono ”Commedia dell’orrore in Francia” le 25 pagine che sentiamo ricche di possibili sviluppi alla Bolano, momenti di fascino come i tre che vede al bar ballare durante un’eclisse di sole, sviluppi tra illusioni e disincanto. E’ la storia del diciassettenne aspirante poeta Diodoro Pilon che, alla fine di una giornata, tornando a casa risponde al telefono di una cabina pubblica che sta squillando in Calle dell’Olmo, dove però sono solo pini, e dalla Francia gli parla una persona che milita nel Gruppo Surrealista Clandestino – GSC e gli spiega che si tratta di alcuni poeti che Breton stesso ha portato a vivere sottoterra, nelle fogne di Parigi, dove devono resistere per 10 anni, potendo anche uscire per poi ritornarvi, per preparare la rivoluzione. Volendo coinvolgerlo lo invitano a presentarsi alle 8 di sera in Rue Réunion il 28 luglio vicino a cimitero di Père-Lachaise. Il problema per lui sarà come procurarsi il biglietto per traversare l’oceano.

Miriam Leone volto della campagna di Now TvLa protagonista delle serie Sky Original presenta il servizio in streaming

03 febbraio 202019:44

zione     “Now tv, la tv come sei tu” è il claim della nuova campagna di comunicazione del servizio in streaming di Sky. Online e on air da oggi, rappresenta un manifesto di brand per descrivere un nuovo modo di vedere la televisione, quando e dove si desidera, assecondando il proprio modo di essere. A fare da portavoce all’intera campagna di comunicazione è Miriam Leone, la stella del cinema italiano e protagonista delle Serie TV Sky Original 1992, 1993, 1994.
Varietà di scelta grazie all’ampia programmazione di Film, Serie TV, Show e Sport in streaming, con la flessibilità di combinare la propria offerta in base ai gusti personali e al proprio stato d’animo. Libertà di accedere in pochi click da vari dispositivi e disdire in ogni momento senza impegno. Queste le due parole chiave che contraddistinguono il posizionamento di Now tv raccontato nello spot con Miriam Leone dal tono di voce spontaneo, vivace e originale che contraddistingue il brand.
Il video infatti mostra la testimonial in una sequenza serrata ed eclettica di occasioni quotidiane di fruizione: durante serate con amici, tra una pausa e l’altra di un set cinematografico e addirittura al supermercato, trovando sempre qualcosa di adatto al mood del momento e alle proprie preferenze.
Now tv si presenta quindi come servizio unico nel suo genere con un ricchissimo catalogo di contenuti live e on demand che spazia dalle Serie Tv di successo, i titoli più premiati, e le produzioni Sky Original come Gomorra, ZeroZeroZero e Diavoli, a un’ampia selezione di oltre 1000 Film come il pluripremiato Bohemian Rhapsody, agli show più amati come MasterChef Italia e X Factor, fino ai grandi appuntamenti del Calcio e dello Sport live.
“Il nostro sogno è poter rendere le persone libere di scegliere cosa, dove, quando e se guardare un contenuto di qualità e accontentare i loro gusti e i loro mood ogni singolo giorno. Un bel film da vedere in coppia, una partita di calcio con gli amici la domenica o la propria serie TV preferita in pausa pranzo. – afferma Federico Sisinni, Head of Brand & Communication Now tv.

Arianna Farinelli, chi sa chi è non ha nemiciEsordio narrativo e primo romanzo di Munizioni di Saviano

05 febbraio 202021:37

ARIANNA FARINELLI, GOTICO AMERICANO (BOMPIANI MUNIZIONI, PP 278, EURO 18,00). Chi sono? E’ la domanda che tutti si pongono in ‘Gotico americano’, primo romanzo di Arianna Farinelli e primo titolo di narrativa della nuova collana Munizioni di Bompiani, diretta da Roberto Saviano.
Filo conduttore del libro – ambientato negli Stati Uniti del 2016, l’anno del presidente Donald Trump, che non viene mai nominato – è l’identità. “Quando non si risponde a questo quesito arriva il nemico. Se sapessimo tutti chi siamo non avremmo bisogno di nemici. Prima gli italiani. Ma chi sono gli italiani?” dice la Farinelli che è nata a Roma nel 1975, ma vive negli Stati Uniti da vent’anni dove insegna Scienze Politiche al Baruch College della City University di New York come la protagonista del libro, Bruna.
Sposata con il medico Tom e madre di due figli, Bruna, italiana negli Stati Uniti per amore e per lavoro, si è persa. “La sua carriera è a un binario morto, il marito è assente e i suoi genitori lo vorrebbero divorziato. Mario, il loro figlio è un bambino transgender, si sente una bambina e ha un’identità in transizione, fluida, come quella di molti giovani in America” racconta la scrittrice, che è amica di Roberto Saviano e in questi giorni è in Italia per l’uscita del libro.
E poi c’è Yunus, giovane afroamericano, jadista, con cui Bruna riscopre a 40 anni il sesso e dal quale la professoressa avrà un figlio, ma lui non lo saprà mai. La vera lezione di Yunus e, se si può parlare di lezione per un romanzo, è l’amore, non quello di coppia, per la propria famiglia o i propri cari, ma quello che si moltiplica nel mondo, come dice una toccante lettera di Yunus a Bruna. “Sarà sempre il tuo amore, Bruna, che in mille rivoli e in mille gocce d’acqua si spargerà ovunque, penetrerà la terra, creerà falde acquifere, pozzi inesauribili, sorgenti purissime, fiumi tumultuosi, cascate furibonde, oceani imperturbabili, pieni del tuo amore. Questo è il lascito più importante che farai al mondo” le dice Yunus.
Lo studente afroamericano non è “un radicale. Il motivo per cui se ne va in Siria e in Iraq è per proteggere il suo migliore amico. Bruna non si innamora di lui, ma gli vuole molto bene.
Questo ragazzo le da l’opportunità di conoscere meglio se stessa e il posto in cui vive” spiega la Farinelli. E ammette: “c’e’ tanto di me in questo personaggio, con tutte le differenze. Le mie insicurezze, il senso di colpa”.
‘Gotico americano’ prende il titolo da un quadro del 1930 di Grant Wood , con un uomo e una donna anziani in abiti coloniali dallo sguardo enigmatico. “Due figure respingenti, impaurite.
Per decenni il quadro è stato oggetto di parodie, con i Simpson, Con Bill e Hillary, con Trump e Melania” dice l’autrice del libro che fa incontrare sapientemente la cronaca e l’immaginazione, la realtà e la fantasia. E’ un romanzo che ci racconta come siamo e ci mostra l’America di oggi che ci dice qualcosa del nostro paese. Come si usa dire: “Se l’Italia fosse un libro sarebbe l’edizione tascabile degli Usa”.
“Nel 2020 l’America è la stessa del 2016. Non è cambiato molto.
E’ cominciato un nuovo anno elettorale, non è emerso un candidato carismatico. Trump non ha un avversario veramente forte ed è possibile che vinca di nuovo. Per l’impeachement sembra si stia andando verso l’assoluzione” dice la Farinelli.
E aggiunge: “Viviamo nell’epoca del razzismo, dell’antisemitismo, della paura degli immigrati, della polarizzazione dell’elettorato. E’ un fenomeno generale. Si cerca l’uomo forte, non solo in Occidente, che promette protezione a chi ha paura” afferma la Farinelli che è riuscita a raccontarci il presente ma lo ha fatto per la prima volta in un’opera di narrativa, scritta in meno di un anno però dopo molte ricerche e letture, e in italiano, a differenza dei saggi in inglese, per raggiungere le emozioni e l’empatia. “Volevo far sentire al lettore cosa vuol dire essere transgender per un bambino, far capire perchè un uomo non riesce a essere padre e marito. La speranza – dice – è nel futuro. Chiunque abbia un nemico deve accettarlo e con amore”. Ora la Farinelli, che ha concepito questo percorso come una trilogia, ha già cominciato a scrivere il secondo libro. “Non è un sequel, non li amo.
Racconta delle deportazioni di immigrati irregolari negli Stati Uniti, sempre dal punto di vista di una donna italiana” racconta la scrittrice che un giorno vorrebbe tornare in Italia.

Il diritto di opporsi al razzismoIn sala il legal thriller ispirato a una storia vera

03 febbraio 202009:58

Non bisogna scomodare classici come ‘Il buio oltre la siepe’ o ‘La calda notte dell’Ispettore Tibbs’. Ma ‘Il diritto di opporsi’ sicuramente ricalca quell’esplosiva miscela che unisce legal thriller, diritti civili e razzismo. Il film, diretto da Destin Daniel Cretton e distribuito da Warner Bros Italia dal 30 gennaio, in più racconta una storia vera, quella dell’avvocato Bryan Stevenson, un uomo diventato famoso negli States per le sue battaglie legali e il suo coraggio.
Stevenson (Michael B. Jordan), ora sessantenne, è un avvocato americano, attivista per la giustizia sociale e fondatore / direttore esecutivo della Equal Justice Initiative e professore clinico presso la New York University School of Law. Un avvocato che fin da subito sceglie di impiegare la sua professione per lottare contro le ingiustizie e così, dopo la laurea ad Harvard, decide di rinunciare a una professione remunerativa per intraprendere, al contrario, una strada più difficile e meno battuta. Si ritrova così nella difficile piazza dell’Alabama, dove lavora fianco a fianco con la collega Eva Ansley (Brie Larson) per difendere ogni ingiustizia a sfondo razziale. Il primo caso che il giovane avvocato deve affrontare è un omicidio: una diciottenne è stata uccisa e l’unico sospettato, Walter McMillian (Jamie Foxx), è stato accusato e condannato a morte. Ci sono molte prove a suo favore, ma basta la testimonianza di un criminale, con tanto di movente per mentire, a incastrarlo. Walter rischia la morte e il motivo è probabilmente legato più al colore della sua pelle che a un reale coinvolgimento nell’omicidio. Questo è il caso perfetto per Bryan, che cercherà di scagionare l’uomo, mentre il sistema gli rema contro e il razzismo nel frattempo esce fuori in modo sempre più chiaro.
Il film, tratto dal pluripremiato romanzo best-seller autobiografico di Bryan Stevenson, ‘Just Mercy’, è stato girato quasi interamente nei pressi di Atlanta, in Georgia, con alcune scene anche a Montgomery, in Alabama. Frase cult del film quella che dice a un certo punto lo stesso Bryan Stevenson: “Quando prendi un nero e lo metti nel braccio della morte un anno prima del processo, quando ogni prova della sua innocenza viene occultata e chiunque cerchi di dire la verità viene minacciato, non è un processo… non è giustizia!”.

Torna nelle sale Il dottor Stranamore con Peter SellersDal 3/2 nel quarantennale della morte grazie a Cineteca Bologna

BOLOGNA02 febbraio 202012:03

Il 24 luglio 1980 moriva Peter Sellers: nel quarantennale la Cineteca di Bologna porta nelle sale italiane dal 3 febbraio il restauro in 4k del film ‘Il dottor Stranamore’, capolavoro sulla Guerra fredda che Stanley Kubrick trasse nel ’64 dal romanzo ‘Red Alert’ di Peter George, nel quale Sellers interpreta ben tre ruoli, quelli del capitano Lionel Mandrake, del presidente degli Stati Uniti Merkin Muffley e del leggendario e diabolico Dottor Stranamore. ‘Il dottor Stranamore. Ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba’ è distribuito dalla Cineteca nell’ambito del progetto ‘Il Cinema Ritrovato. Al cinema, per la distribuzione dei classici restaurati’.
“Geniale e spericolato – commenta il direttore della Cineteca, Gian Luca Farinelli – satira sulle paure e le miserie della politica, Il dottor Stranamore è un film profondamente figlio dei suoi anni di guerra fredda e allo stesso tempo così disancorato da ogni tempo da essere attualissimo oggi, nel nostro tempo di impazzimento globale”.

L’Italia in otto documentari tra cronaca e arteIn sala il ‘cinema del reale’ di Racconti italiani

01 febbraio 202017:55

Attenti al documentario e al suo passo artistico che negli ultimi anni ha ridotto le distanze, se mai ci fossero state, con il ‘cinema cinema’. Ora, con otto documentari, parte la V edizione di RACCONTI ITALIANI, l’iniziativa della FICE (Federazione Italiana Cinema d’Essai) che propone, negli oltre 400 schermi associati, una selezione dei migliori documentari di ultima produzione. Queste le otto opere in programma, riunite sotto il comune denominatore della qualità e con una selezione a cura della stessa Fice e di Maurizio Di Rienzo: CERCANDO VALENTINA di Giancarlo Soldi; MARCO POLO di Duccio Chiarini, un anno tra i banchi di scuola a Firenze; MOTHER FORTRESS di Maria Luisa Forenza; SANTA SUBITO di Alessandro Piva; SCHERZA CON I FANTI di Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna, il sofferto e ironico rapporto tra italiani e mondo militare; SE C’È UN ALDILÀ SONO FOTTUTO di Simone Isola e Fausto Trombetta, sulla vita e l’arte del trasgressivo Claudio Caligari ; SHELTER – ADDIO ALL’EDEN di Enrico Masi, storia di Pepsi militante transessuale, e SONO INNAMORATO DI PIPPA BACCA di Simone Manetti.
In SANTA SUBITO – vincitore del premio del pubblico alla Festa del cinema di Roma – di Alessandro Piva c’è la serrata ricostruzione della breve vita di Santa Scorese, attivista cattolica di Bari che per anni subì le morbose attenzioni di uno stalker fino al tragico epilogo.
Molto bello anche CERCANDO VALENTINA di Giancarlo Soldi, documentario sulla storia artistica e culturale di Guido Crepax, artista che intercettò con la sua Valentina tutti i fermenti della dinamica Milano fine anni 60. Una Valentina che diventa il suo alter ego e un’icona amata da più generazioni. MOTHER FORTRESS di Maria Luisa Forenza racconta invece di Madre Agnes che con la sua comunità internazionale di monache e monaci affronta la guerra in Siria nel monastero ai piedi delle montagne dove si nasconde l’Isis. E tutto questo per portare aiuti ai siriani intrappolati. Infine, MI SONO INNAMORATO DI PIPPA BACCA di Simone Manetti con la triste vicenda di Silvia e Pippa, due artiste che nel 2008 vestite da sposa intendevano attraversare in autostop paesi sconvolti dalla guerra trasmettendo un messaggio di pace tra i popoli. Un’avventura purtroppo interrotta tragicamente dopo 23 giorni. “Lo sguardo del nuovo cinema documentario – sottolinea Maurizio Di Rienzo – per sua vocazione narrativa coglie e rappresenta non solo le diverse articolate realtà di questi anni sempre più difficili e inquieti, ma sa anche inquadrare vite e cammini di reattiva positività e rielaborare poi eventi storici con accurate scelte di filmati d’archivio. Riscoperte, analisi, ritratti: il cinema del reale anche in Italia sta dando vera visibilità all’umano. Per questo – conclude Di Rienzo – è più visibile e necessario”.

Sony: rivede al rialzo stime utili 2020Cresce domanda sensori immagine, compensa calo tv e videogiochi

TOKYO04 febbraio 202010:56

La domanda di sensori di immagine per la telefonia mobile spinge i risultati di Sony, che rivede al rialzo le stime sui profitti per l’anno in corso. L’azienda giapponese dell’elettronica e dell’intrattenimento prevede un utile netto di 590 miliardi di yen, l’equivalente di quasi 5 miliardi di euro, dai 540 miliardi precedenti. Migliorate di 40 miliardi di yen anche le stime sull’utile operativo, ora a 880 miliardi, e sul fatturato, pari a 8.500 miliardi di yen.
Sony ha spiegato che l’espansione delle richieste dei sensori servirà di gran lunga a compensare il declino delle vendite dei software per videogiochi, degli apparecchi televisivi e delle fotocamere digitali. La società con sede a Tokyo è leader di mercato nel comparto con il 50% del mercato mondiale, e anticipa che la domanda continuerà a essere sostenuta per il loro utilizzo in tutte quelle componenti elettroniche che interagiscono con lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale (AI), tra i quali i veicoli a guida autonoma.

E’ morto Kirk Douglas, aveva 103 anni

06 febbraio 202000:50

Un secolo leggendario vissuto sotto la luce dei riflettori, tra successi strepitosi, tragedie devastanti e tanta filantropia: centotre anni per, Kirk Douglas, nato Issur Danielovitch ad Amsterdam il 9 dicembre 1916 -, iconico attore dell’era d’oro di Hollywood, è scomparso oggi.  Raccontava, festeggiando i cento anni, a cosa doveva la sua longevita’.”Sono stato cosi’ fortunato da aver incontrato la mia anima gemella 63 anni fa”, scrisse  l’attore sulla rivista ‘Closer Weekly’, parlando della seconda moglie Anne. Oggi centenaria, Anne e’ stata al suo fianco fino all’ultimo. Protagoosta di film iconici come ‘Spartacus’, ‘Orizzonti di Gloria’, ‘Il bello e il brutto’.  Il giorno del suo compleanno da anni lo festeggiava domnando agli altri: “Dare in beneficenza e’ un atto egoistico – diceva – perche’ mi fa stare bene”. Nel 2015 la coppia ha donato 15 milioni di dollari ad una clinica di Los Angeles per ex attori e lavoratori di Hollywood colpiti dal morbo di Alzheimer.   Nominato all’Oscar tre volte, Douglas ha ricevuto l’onorificenza piu’ prestigiosa dell’Academy:l’Oscar alla carriera nel 1996. Nato poverissimo da genitori immigrati bielorussi ebrei, Kirk da ragazzo vendeva piccoli snack ai passanti per riuscire a comprare il latte per la famiglia. Autodidatta, ma salito rapidamente nel firmamento di Hollywood per il suo straordinario talento, Douglas sposo’ la seconda moglie nel 1954. Aveva gia’ due figli – Michael e Joel – poi con Anne nacquero Eric e Peter. Ma Eric mori per overdose giovanissimo. Altre due tragedie colpirono l’attore negli anni Novanta:nel 1991 Douglas sopravvisse per miracolo ad un incidente di elicottero dove due dei suoi compagni di volo persero la vita. Nel 1996 un ictus gli tolse la parola. Ma tenace come sempre, con ore ed ore di terapie riabilitative, Kirk riprese almeno un po’ la capacita’ di comunicare.

Addio Kirk Douglas, icona di Hollywood, aveva 103 anniStar di film classici come Spartacus e leggenda del cinema 06 Febbraio 2020 02:01

E’ stato probabilmente l’ultimo dei ”duri’ della Hollywood degli anni d’oro e la leggenda vuole che si sia spaventato una volta sola quando è stato colpito da un ictus all’inizio del 1996 e arrivò in ospedale ”letteralmente terrorizzato” come si affrettarono a raccontare i medici ai cronisti. Ma poi è arrivato alla meravigliosa età di 103 anni, ictus a parte Issur Danielovitch, vero nome di Kirk Douglas, icona di Hollywood e star di film classici come Spartacus Fisico roccioso, carattere spigoloso come ben sanno i registi che lo hanno diretto, Douglas ha affrontato con orgogliosa caparbietà la difficoltà che la vita gli ha posto davanti: dalla cronica povertà dell’infanzia ai rapporti difficile con il il padre che pure lo incoraggiò nella sua carriera, alla non facile gestione dei quattro figli maschi: oltre a Michael, anche Joel, Peter ed Eric dei quali fu padre-padrone egocentrico ed invadente. Ma il ruolo di ‘macho’ non è stato l’unico che amava ricordare in una lunga ed articolata carriera..Nato ad Amsterdam nello stato di New York il 9 dicembre 1916 da una famiglia di russi analfabeti (il padre, come ricorderà nella sua autobiografia era un ”venditore di stracci”) si mantenne agli studi facendo il cameriere, poi il lottatore, poi finalmente il direttore dell’Accademia d’arte drammatica lo ammise gratuitamente per merito. Il suo esordio nel cinema dopo l’apprendistato a Broadway si deve a Lauren Bacall. Fu infatti la moglie di Bogart a segnalarlo al produttore de ”Lo strano amore di Marta Ivers”, che segnò l’inizio della sua carriera nel 1946. Proprio ai suoi primi film faceva riferimento per parlare della versatilità della sua carriera, accanto alla Stanwyck era stato infatti un procuratore alcolizzato in ”Letterá a tre mogli’, poi nel 1949 sarà nel film che gli darà la popolarità e una candidatura all’Oscar (”Il grande campione’), nei panni di un pugile egoista. Intanto due anni prima sul set de ‘Le vie della città” aveva incontrato Burt Lancaster, l’amico di una vita con cui girerà altri sedici film fino a ”Due tipi incorreggibili”.Tutti film nei quali incarnava il classico duro. Protagonista di film iconici come ‘Spartacus’, ‘Orizzonti di Gloria’, ‘Il bello e il brutto’. Il giorno del suo compleanno da anni lo festeggiava donando agli altri: “Dare in beneficenza e’ un atto egoistico – diceva – perche’ mi fa stare bene”. Nel 2015 insieme alla moglie Anne Buydens – anche lei centenaria -, con la quale aveva condiviso la vita per oltre 60 anni, ha donato 15 milioni di dollari ad una clinica di Los Angeles per ex attori e lavoratori di Hollywood colpiti dal morbo di Alzheimer. Nominato all’Oscar tre volte, Douglas ha ricevuto l’onorificenza piu’ prestigiosa dell’Academy: l’Oscar alla carriera nel 1996.Dopo la morte del figlio Eric per overdose, altre tragedie colpirono l’attore negli anni Novanta: nel 1991 Douglas sopravvisse per miracolo ad un incidente di elicottero dove due dei suoi compagni di volo persero la vita. Nel 1996 un ictus gli tolse la parola. Ma tenace come sempre, con ore ed ore di terapie riabilitative, Kirk riprese almeno un po’ la capacita’ di comunicare fino a conquistare l’oscar e superare il secolo. Di lui, tra gli ultimi rappresentanti della Hollywood degli anni d’oro, rimane il fisico atletico, lo sguardo azzurrissimo e un inconfondibile fossettá in mezzo al mento. La notizia della morte della leggenda del cinema è stata data da suo figlio, l’attore Michael Douglas, con un post su facebook: “E’ con grandissima tristezza che io ed i miei fratelli annunciamo che Kirk Douglas ci ha lasciati, all’età di 103 anni. Per il mondo era una leggenda, un attore dell’epoca d’oro del cinema che ha vissuto a lungo nei suoi anni d’argento, un attivista umanitario la cui dedizione alla giustizia ha indicato uno standard al quale tutti noi possiamo aspirare. Ma per noi era solo un papà”.

Sanremo, le pagelle della seconda serataPromossi e bocciati tra cantanti, ospiti e conduttori

SANREMO06 febbraio 2020

Queste le pagelle della prima serata, in ordine di apparizione.
GARA: Gara, quale gara? Quella tra un ospite, un promo, una gag? Quella che alla 22 non era ancora iniziata e che a mezzanotte e venti aveva visto esibirsi solo 6 artisti? Lo spettacolo ok, ma allora facciamo un festival di soli(ti) ospiti. VOTO: 3 AMADEUS: Il bravo presentatore, lungaggini dello show a parte, si conferma anche stasera. Ogni tanto si fa rubare la scena dall’amico, ma è una coppia comica che funziona. Anche l’acqua sputata sull’orecchio, come i ragazzini dell’asilo. Ma lo spirito è proprio quello. VOTO: 7 FIORELLO: Nei panni di Maria De Filippi (pegno per la scommessa fatta ieri) è esilarante, in quelli di ballerino sulle note di Stayin’ Alive è divertente, invoca il premio della Sala Stampa per le sue doti canore e fa il quinto dei Ricchi e Poveri. Entra ed esce quando e come vuole, le chiavi dell’Ariston sono sue. Ma ha promesso che a fine settimana le restituirà, e non tornerà mai più da ospite. Già manca. VOTO: 7.5 PIERO PELU’, GIGANTE – Nonno sì, ma non per questo meno rock.
E’ la sua prima volta in gara al festival e piazza bene la sua zampata. Però, Piero, il completo che sembra fatto con la plastica raccolta sul lungomare anche no. VOTO: 6.5 EMMA D’AQUINO E LAURA CHIMENTI: Entrambi elegantissime, mantengono il piglio da giornaliste d’assalto anche negli annunci dei cantanti. Relegate a un ruolo ben più che secondario. Spazi ridotti per un monologo sulla libertà di stampa (D’Aquino) e per una lettera alla figlia (Chimenti).
SENZA VOTO ELETTRA LAMBORGHINI, MUSICA (E IL RESTO SCOMPARE) – La rampolla della casa automobilistica doveva dare una scossa reggaeton all’Ariston. Ma, look a parte, il resto scompare davvero (voce compresa). La twerking queen invece di stregare è rimasta stregata. VOTO: 4.5 ENRICO NIGIOTTI, BACIAMI ADESSO – Ci prova, ma il cantautore toscano rimane intrappolato in un limbo che non sa né di rock né di pop. VOTO: 5 SABRINA SALERNO – Le gambe sono ancora quelle di una volta, ma non si capisce esattamente quale messaggio avrebbe dovuto portare al festival. Spacco inguinale, e poi? SENZA VOTO LEVANTE, TIKIBOMBOM – Sicura di sé, molto fisica, molto teatrale nella sua interpretazione. Il palco è suo e la canzone è bella. VOTO: 7.
PINGUINI TATTICI NUCLEARI, RINGO STARR – I bravi ragazzi un po’ sopra le righe danno una scapigliata alla platea. L’Ariston non è uno dei palazzetti dello sport che riempiono, ma loro se ne fanno una ragione. VOTO: 7 TIZIANO FERRO E MASSIMO RANIERI – Padre e figlio, artisticamente parlando. Ma Tiziano non è completamente in palla (va meglio quando attacca il suo medley) e Ranieri con la sua Perdere l’amore è una spanna sopra. VOTO: 7 TOSCA, HO AMATO TUTTO – Entra lei, e di colpo si viene catapultati in una magia. La voce di Tosca è una carezza, sostenuta dal piano che l’accompagna. Emoziona, ma chissà se il brano riuscirà a farsi strada anche fuori dal festival. VOTO: 7.5 RICCHI E POVERI – Il momento karaoke per la seconda serata è tutto loro. E se lo sono guadagnato dopo 40 anni che non si esibivano nella formazione originale a quattro. Sanremo ha ricucito dissidi e litigi (e piallato qualche ruga). E la platea agee, tutta in piedi a ballare e cantare, sembra apprezzare molto. VOTO: 8 ZUCCHERO – The soulman sbarca in Riviera. L’ennesimo asso nella manica di Amadeus, gli piace vincere facile, tra vecchi e nuovi brani. Tiziano, Massimo, Adelmo… ma perché per una volta non accettate tutti insieme di fare un festival in gara? Magari chiamiamo anche Gianna, Laura, Lorenzo, Vasco e Luciano. VOTO: 7.5 (e 10 al festival che vorremo) FRANCESCO GABBANI, VICEVERSA – Brano difficile, che merita più di un ascolto. Gabbani lascia a casa scimmie nude che ballano e i maglioncini colorati del passato e si cala – credibile – nel cantautore più intimista. VOTO: 7 PAOLO JANNACCI, VOGLIO PARLARTI ADESSO – Il figlio di Enzo ce la mette tutto, ma il brano non decolla. Intimista, ma poco emozionante. VOTO: 5.5 GIGI D’ALESSIO – L’Ariston gli tributa il giusto omaggio per i 20 anni di Non dirgli mai. Toccata e fuga. E nonostante la lunga carriera alle spalle si emoziona per la standing ovation.
VOTO: 7 RANCORE, EDEN – C’è lo zampino di Dardust nel brano potente del rapper romano. Si muove bene e con scioltezza sul palco, non canta soltanto, interpreta. VOTO: 7.5 JUNIOR CALLY, NO GRAZIE – Junior 1, polemiche 0. Tanto rumore per nulla. Il rapper arriva sul palco senza maschera e con la giusta emozione. Il brano? Sì, grazie. VOTO: 7+ GIORDANA ANGI, COME MIA MADRE – Cantautrice di razza, ma forse poteva osare. Rimane nell’ambito degli affetti familiari, ma non sembra particolarmente ispirata. VOTO: 6 MICHELE ZARRILLO, NELL’ESTASI E NEL FANGO – Zarrillo versione Mango. Sfida se stesso e la sua storia. Penalizzato sicuramente dall’ora tarda alla quale si esibisce (1.25). VOTO: 6.5.

Sanremo, 9,7 mln e il 53.3% per la seconda serataMiglior media dal 1995, festival cresce di un punto sul debutto

SANREMO06 febbraio 202010:30

Sono stati 9 milioni 962mila i telespettatori che hanno seguito in media ieri sera su Rai1 la seconda serata del Festival di Sanremo di Amadeus, pari al 53.3% di share. Un risultato che migliora di un punto gli ascolti del debutto (52.2%) e soprattutto rappresenta la miglior media dal 1995, quando il festival, condotto da Pippo Baudo, ottenne il 65.42%.
La prima parte della seconda serata (dalle 21.35 alle 23.54) ha avuto 12 milioni 841mila spettatori con il 52.5% di share; la seconda (dalle 23.58 all’1.43) 5 milioni 451mila con il 56.1%. Un anno fa la prima parte della seconda serata del festival di Claudio Baglioni aveva ottenuto 10 milioni 959mila spettatori con il 46.4%; la seconda 5 milioni 260 mila con il 52%. La media era stata di 9 milioni 144mila spettatori con il 47.3%.

Mastrangelo, I padri e i vintiAppassionante passeggiata nel ‘900 tra grande storia ed emozioni

06 febbraio 202010:22

GIOVANNI MASTRANGELO, I PADRI E I VINTI (La nave di Teseo, pp.298, 18 Euro). Un affresco emozionante che si compone di sentimenti autentici e di grande storia; il racconto di tre generazioni che provano a venire a patti con la colpa e il perdono; il ritratto del nostro Paese attraverso quello di una famiglia: è una lettura che sorprende e coinvolge il nuovo romanzo di Giovanni Mastrangelo, dal titolo “I padri e i vinti”, in libreria con La nave di Teseo dal 6 febbraio. Il registro narrativo fluido e sempre partecipe, con una scelta accurata del lessico, è il valore aggiunto di un romanzo intenso, che racconta la vicenda di una famiglia e dei suoi componenti lungo il secolo scorso, dalla fine della seconda guerra mondiale agli anni ’70.
Mastrangelo, fotoreporter e scrittore, mette al centro del suo libro la lunga esistenza dei Cristaldi, Pietro, Flora, Vera e Alberto, raccontandone i destini, le responsabilità, private e politiche, le differenze ideologiche, la forza per pentirsi e per perdonarsi, la loro voglia di scappare l’uno dall’altro e l’amore che li ha invece sempre tenuti legati, anche quando la vita li ha divisi. L’autore con grande efficacia ma con un tocco lieve penetra nel mondo dei singoli personaggi e delle loro relazioni, riuscendo calarsi di volta in volta in ognuno di loro: seppur dalla trama complessa, il romanzo è sempre del tutto focalizzato sul rapporto tra le generazioni, sulle responsabilità dei padri ma anche su quelle dei figli, sul tema della memoria, su quanto conti il caso nelle vite di ognuno di noi o in che misura possiamo scegliere di vivere dentro o fuori la storia, di estraniarci o prenderne parte. Sempre – nei passaggi più duri, o in quelli più commossi e nostalgici – Mastrangelo racconta con maestria – anche nei dialoghi – la forza dei sentimenti, e quanto essi tornino prepotenti, che lo vogliamo o no, anche nei momenti della vita in cui ci trinceriamo nel distacco come forma di protezione. E quando si trova a raccontare gli eventi storici – la guerra e la resistenza, le esecuzioni sommarie, la ricostruzione e l’inizio del consumismo, le derive violente della contestazione e il terrorismo negli anni ’70 – l’autore pone sempre l’accento su come ciò che accade si riverberi nella vita dei personaggi, come cioè il fatto collettivo modifichi e influenzi la vita del singolo.
Per questo il romanzo trascina come un fiume in piena e chi legge è chiamato a partecipare al costruirsi complesso di una storia intricata come un puzzle che racconta molto del nostro essere italiani. In pagine densissime che si leggono però tutte d’un fiato – non mancano mai le dettagliate descrizioni dei luoghi, l’introspezione psicologica per entrare “dentro” il pensiero dei tanti componenti di questa famiglia, né la rievocazione puntuale dei fatti storici – emerge la figura di Mastrangelo come grande narratore, che con una penna sensibile, sicura anche nel trattare la materia dei sentimenti, porta con sé il lettore in questa appassionante passeggiata nel ‘900 italiano.

Sanremo, Junior Cally: io dalla parte di Gessica Notaro La replica del rapper ‘bisogna separare la fiction dalla realtà’

06 febbraio 202014:22

“Sono dalla parte di Gessica, e deve essere chiaro che io sono totalmente contrario a ogni tipo di violenza, compresa quella sulle donne”. Junior Cally risponde questa mattina a Gessica Notaro che ieri aveva attaccato il cantante dicendo che “entrambi indossiamo una maschera. Ma lui la usa per fare show e idolatrare la violenza, io per per rimediare ai danni della violenza subita”. Junior Cally ha tenuto a spiegare che “bisogna separare fiction e realtà. Il linguaggio rap fa fatica ad essere capito o non vuole essere capito”.

Harley Quinn rinasce a colpi di girl powerMargot Robbie protagonista e coproduttrice per Birds of prey

06 febbraio 202010:34

E’ stato da subito evidente che nell’avventura dei supercattivi Dc Comics in Suicide Squad (2016), Margot Robbie avesse reso vera rivelazione del film, la sua Harley Quinn, imprevedibile e scatenata fidanzata di Joker (nella versione interpretata da Jared Leto). I fan speravano di rivedere il personaggio con più spazio a disposizione e a Hollywood non si sono fatti scappare l’occasione. Esce il 6 febbraio in 500 copie con Warner Bros, l’esplosivo e irriverente ‘Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn)’ di Cathy Yan, dove la ormai ex compagna di Mr J(oker), in una Gotham City affollata di fuorilegge si difende dal ricco e sadico Roman Sionis/ Maschera nera (Ewan McGregor) facendo squadra con una supergang tutta al femminile.
A comporla ragazze e donne forti, tutte con complesse battaglie personali da combattere e destinate a essere tra i volti simbolo del superteam disfunzionale e ‘rapace’ ‘Birds of prey’ (nato nei fumetti Dc nel 1996): Cacciatrice (Mary Elizabeth Winstead), Black Canary (Jurnee Smollett-Bell), la poliziotta Renee Montoya (Rosie Perez) e un’adolescente Cassandra “Cass” Cain (Ella Jay Basco). Una rinascita personale nel segno del girl power per Harley Quinn in attesa del ritorno corale di Suicide Squad 2 diretto da James Gunn, in fase di riprese. Margot Robbie (anche coproduttrice di Birds of prey’ e di nuovo in corsa per l’Oscar per un’altra storia al femminile, ma ancorata alla cronaca, Bombshell) trova “affascinante” la possibilità di recitare il personaggio con registi diversi e in linee narrative spesso non connesse: “Mi permette di esplorare tanti aspetti diversi della personalità di Harley” ha spiegato a Cinema Blend.
Ill film, che perde un po’ di ritmo e coesione quando la protagonista non è in scena, unisce azione adrenalinica, violenza e estetica da fumetto, humour (spesso molto nero), battute fulminanti e una grande cura per le scene di combattimento corpo a corpo, guardando fra i modelli, a Quentin Tarantino, al cinema action orientale ma anche a John Wick di Chad Stahelski (che ha collaborato a Birds of prey anche dirigendo la seconda unità in alcuni reshoots). La storia si affida al punto di vista schizoide, nel continuo mix di piani narrativi, messo in scena da Harleen Frances Quinzel alias Harley Quinn, ex psichiatra che ha abbandonato tutto per il suo amour fou con Joker. Qui la ritroviamo nel pieno di un’esperienza molto umana: il dolore per la rottura dallo storico fidanzato. Il fatto però che l’uomo in questione sia un temuto supercattivo ha delle controindicazioni per Harley decisamente meno comuni, come perdere di colpo l’immunità e l’impunità per tutte le sue pazzoidi malefatte. La bad girl, che ha come ‘pet’ una iena, deve difendersi a colpi di fucile da paintball e maglio di legno, da un piccolo esercito di nemici, fra i quali il più pericoloso è Roman Sionis, multimilionario, con l’hobby di scuoiare i nemici (compito in cui l’aiuta l’inquietante serial killer Victor Zsasz, interpretato da un ottimo Chris Messina) e l’ambizione di diventare il padrone criminale di Gotham. Diventa per Harley risolutivo l’incontro/scontro con altre eroine/antieroine piene di risorse: la ladruncola Cassandra Cain (Basco), che ha sottratto a Sionis un anello molto prezioso; la cantante Dinah Laurel Lance alias Black Canary arruolata da Sionis come autista (Smollett-Bell); la poliziotta tanto abile quanto poco apprezzata dai colleghi uomini Renee Montoya (Perez) e Helena Bertinelli/Cacciatrice (Winstead), vendicatrice armata di balestra, sopravvissuta da bambina alla strage della sua famiglia mafiosa.
Birds of prey, ottavo film del DC Extended Universe, è il primo superhero movie con al centro un team di donne: “Abbiamo anche una regista, la sceneggiatura è di una donna, e due dei tre produttori sono donne. C’è molto Girl power! – ha detto Margot Robbie a Graham Norton -. Sono serviti quattro anni per realizzare il progetto e ora possiamo mostrarlo al mondo”. Una curiosità finale: Cacciatrice e Cassandra Cain, sono diventate, nei fumetti, in tempi diversi, anche incarnazioni di Batgirl, stella Dc sulla quale c’è un progetto cinematografico per ora sospeso, basato su uno script sempre di Christina Hodson, la sceneggiatrice di Birds of prey.

Oscar: pronostici vigilia penalizzano Netflix1917 front-runner, scontati attori, attesa Parasite

NEW YORK06 febbraio 202016:56

– Preceduto da una app in tilt che “ha spoilerato” le previsioni della vigilia, la cerimonia piu’ glamour di Hollywood arriva la notte tra il 9 e il 10 febbraio sugli schermi worldwide. Voti contati e buste ormai chiuse, i pronostici sono d’accordo almeno su un punto: a dispetto delle 24 candidature agli Oscar questo non sara’ l’anno di Netflix.
Nonostante un battage pubblicitario da 70 milioni di dollari il colosso dello streaming potrebbe chiudere la “notte delle stelle” con solo due statuette, secondo gli esperti di Gold Derby: miglior documentario per American Factory prodotto da Barack e Michelle Obama e Laura Dern, migliore attrice non protagonista in Storia di un matrimonio (Marriage Story). The Irishman di Martin Scorsese rischia di restare a bocca asciutta nonostante 10 candidature anche sulla base di come sono andate le cose nei premi che hanno preceduto gli Oscar, l’ultimo dei quali, i Bafta britannici, ha incoronato 1917 di Sam Mendes, come avevano fatto un mese fa i Golden Globes: il film, ispirato alla vita del nonno del regista durante la prima guerra mondiale, e’ il favorito nella categoria “Best Film”. Senza storia, secondo i pronostici della vigilia, le categorie degli attori: Joaquin Phoenix per “Joker” e Renee Zellweger per “Judy” saranno i migliori protagonisti mentre, oltre alla Dern, domenica potrebbe essere il giorno di Brad Pitt come “best supporting actor” in “C’era una volta …a Hollywood”. Che “Parasite” di Bong Joon-ho vinca come miglior film straniero e’ dato per scontato: il sudcoreano potrebbe aspirare anche alla statuetta del miglior regista. Tra i presentatori di una serata anche quest’anno senza conduttore ci saranno Jane Fonda, Tom Hanks, Sandra Oh, Natalie Portman,Spike Lee, Penélope Cruz, Diane Keaton, Steve Martin, Keanu Reeves, Maya Rudolph, Sigourney Weaver, Timothée Chalamet, Will Ferrell, Gal Gadot e Lin-Manuel Miranda.

Sanremo: Tecla vince Premio Enzo Jannacci 2020″Per aver raccontato il ruolo della donna” nel suo brano 8 marzo

SANREMO06 febbraio 202016:49

– E’ Tecla la vincitrice del Premio Enzo Jannacci 2020, ideato e promosso dal NuovoImaie. Il riconoscimento, giunto alla quarta edizione, è dedicato alla miglior interpretazione per la categoria Nuove Proposte. E’ stato assegnato alla giovane interprete con la sua 8 marzo “per aver raccontato il ruolo della donna spesso drammaticamente inserito in difficili contesti sociali. Un tema di grande attualità e spessore affrontato nel testo di una canzone ben scritta, dai toni lievi ed eleganti, e cantato da Tecla che ha una bellissima vocalità e un grande talento”.

Metheny e big italiani jazz a festival ‘Crossroads’Settanta concerti in 20 località dal 28 febbraio

BOLOGNA06 febbraio 202017:05

– Il chitarrista Pat Metheny sarà il nome più atteso di Crossroads, il festival itinerante dell’Emilia-Romagna, dal 28 febbraio al 9 giugno, con 70 concerti (in oltre 20 comuni) e 500 artisti, promosso da Jazz Network con l’assessorato alla cultura dell’Emilia-Romagna articolato. Metheny suonerà a il 9 maggio al festival ‘Ravenna jazz’, mentre il cartellone si aprirà a Casalgrande (Reggio Emilia) con il concerto di Fabrizio Bosso e Mauro Ottolini, che saranno tra gli ‘artisti residenti’ insieme Paolo Fresu, Enrico Rava, Petra Magoni, Peppe Setrvillo e Javier Girotto, tutti impegnati in vari progetti. ‘Uomini in frac’, ad esempio, sarà l’omaggio a Domenico Modugno del 10 aprile a Imola in un quintetto che schiera oltre a Servillo e Girotto, anche Rita Marcotulli, Furio Di Castri e Mattia Barbieri.
L’Orchestra Ottovolante, diretta da Ottolini, presentà il 23 maggio a Correggio (Re) un progetto dedicato a Fred Buscaglione.
Fresu sarà in duo a Piangipane (Ravenna) il 13 marzo con il chitarrista Bebo Ferra; poi il 17 a Rimini per un omaggio a David Bowie, e il 30 aprile a Russi (Ra) con Daniele di Bonaventura bandoneon e Jaques Morelenbaum violoncello. Rava sarà il 22 a Rimini con un quintetto co-diretto con il sassofonista Joe Lovano, a Piangipane (17 aprile) in duo con la chitarra di Roberto Taufic, mentre a Castelfranco Emilia (28 aprile) sarà l’ospite d’onore dei Lo Greco Bros. Oltre che per l’omaggio a Bowie, Magoni si esibirà nel celebre connubio artistico Musica Nuda con il contrabbassista Ferruccio Spinetti il 5 giugno a Parma. Il Cartellone di Ravenna jazz, ‘festival nel festival’ dal 7 al 16 maggio, sarà completato anche da produzioni originali con gli artisti residenti: con l’Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio Petretti, Fresu e Magoni saranno in ‘Que sera, sera’, il repertorio di Doris Day in versione jazz-sinfonica, poi Rava e Ottolini, con il direttore Tommaso Vittorini e il beatboxer Alien Dee, saranno nel cast monumentale di ‘Pazzi di Jazz’, orchestra e corale formata da 250 giovanissimi musicisti, con un omaggio a Miles Davis.

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SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Guillermo Del Toro sul set, ciak per Nightmare Alley
Bradley Cooper e Cate Blanchett nel cast film del premio Oscar

31 gennaio 202020:10

Il nuovo film di Guillermo Del Toro , premio Oscar per La forma dell’acqua, è sul set. Sono cominciate le riprese, annuncia Searchlight Pictures di Nightmare Alley questa settimana a Toronto, in Canada. Il film è interpretato da Bradley Cooper con Cate Blanchett, Toni Collette , Willem Dafoe , Richard Jenkins , Rooney Mara, Ron Perlman e David Strathairn.
In Nightmare Alley, un giovane e ambizioso giostraio (Bradley Cooper) con un talento nel manipolare le persone con poche parole ben scelte frequenta una psichiatra (Cate Blanchett) che è ancora più pericolosa di lui.
Al luna park lavorano anche Molly (Rooney Mara), il capo imbonitore Clem (Willem Dafoe) e Ron Perlman nei panni di Bruno the Strongman. Richard Jenkins fa parte del pubblico dell’alta società nel ruolo del ricco industriale Ezra Grindle.
Il film è scritto dallo stesso del Toro insieme a Kim Morgan e prodotto dallo stesso Del Toro con J. Miles Dale ed è basato sul romanzo di William Lindsay Gresham. Il film sarà supervisionato dai Presidents of Production for Film and Television di Searchlight Pictures David Greenbaum e Matthew Greenfield e dal Vicepresidente Senior DanTram Nguyen.
Searchlight distribuirà la pellicola in tutto il mondo.
“È per noi un’emozione fortissima nonché un onore collaborare ancora una volta con Guillermo. Ha creato quella che è a tutti gli effetti una squadra di attori e talenti creativi da sogno, per contribuire a portare la sua eccezionale visione di Nightmare Alley sul grande schermo”, hanno dichiarato Greenbaum e Greenfield.
Il regista e sceneggiatore Guillermo del Toro ha dichiarato: “Sono ispirato e felice di lavorare con questo magnifico cast.
Io e Kim Morgan abbiamo lavorato con grande passione per portare sullo schermo il mondo oscuro e crudo e il linguaggio di William Gresham e ora siamo affiancati da un eccezionale gruppo di artisti e tecnici per dargli vita”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA
In ‘Lourdes’ tutto il dolore del mondoIn sala dal 24 al 26 febbraio il film di Demaiziere e Teurlai

31 gennaio 202020:10

Un vero e proprio pugno nello stomaco questo ‘Lourdes’, documentario di Thierry Demaizière e Alban Teurlai in sala dal 24 al 26 febbraio con 102 Distribution, perché dentro questo film c’è tutto il dolore del mondo. Attraverso lo sguardo laico dei due registi si entra come in un trittico del dolore a firma Hieronymus Bosch dove a prevalere è l’umanità, quella di chi soffre e spera, e anche di chi assiste. In una delle scene più toccanti c’è una volontaria che guida gli addetti all’assistenza dei malati con grande garbo indicando loro quanta delicatezza dovranno avere nel lavare, pulire ed assistere dei malati non abituati ad essere toccati da altre mani, nè ad essere visti nudi se non dai loro cari. Immagini di pura emozione. E così ha ragione il sito francese Allociné a considerare Lourdes tra i 15 migliori documentari degli ultimi dieci anni perché il caravanserraglio di persone sofferenti, di infinite speranze, di capacità di accoglienza e sacrificio di chi assiste è pura poesia. Dicono Thierry Demaizière e Alban Teurlai che sono stati quasi un anno a Lourdes per realizzare il filmato: “Lourdes è quel luogo dove si possono mettere da parte le proprie convinzioni private per individuare un ‘qualcosa’ di straordinario. È questo ‘qualcosa’ che ci incuriosiva, avevamo l’intuizione che Lourdes dovesse essere un crogiolo di umanità dove accadeva ‘qualcosa’ di eccezionale sulla condizione umana, ‘qualcosa’ che superava persino la fede e che ci portava ad interrogarci sul nostro rapporto con la sofferenza e la morte”. La grotta di Lourdes, visitata ogni anno da milioni di persone, è raccontata poi dai registi anche attraverso una decina di personaggi che parlano della loro vita davanti alla telecamera. Non solo, questa località, come si vede nel film, accoglie ogni anno anche delle prostitute che vengono da Parigi in cerca di una possibile redenzione. Cosa che spesso accade. Il Santuario di Lourdes, dove avvenne l’apparizione della Madonna a Bernadette Soubirous nel 1858, va detto infine è il terzo santuario cristiano al mondo per numero di pellegrini all’anno, dopo la basilica di San Pietro in Vaticano e la basilica di Nostra Signora di Guadalupe. Comunque, per quanto riguarda i numeri, dopo il 1858 i medici hanno constatato 7000 guarigioni inspiegabili e la Chiesa ha riconosciuto 70 miracoli.

Le parole del Papa per i più piccoli
In libreria per Salani ‘I bambini sono speranza’

30 gennaio 2020

13:30

– PAPA FRANCESCO, I BAMBINI SONO SPERANZA (SALANI, pp. 34 – euro 12,90), A CURA DI ANTONIO SPADARO.
Papa Francesco parla ai più piccoli invitandoli ad abbracciare lo spirito di condivisione, tolleranza e pace, sintonizzandosi con il loro sguardo schietto, in modo semplice e diretto, nel libro ‘I bambini sono speranza’, in libreria il 30 gennaio per Salani. E’ un volume illustrato cartonato, che si compone di alcune brevi e semplici frasi del Pontefice raccolte da padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, con vivaci e colorate immagini di Sheree Boyd, illustratrice newyorkese nata in Italia, con un passato di disegnatrice tessile per il mercato dei bambini.
Papa Francesco invita i bambini a essere generosi, a non aver paura di piangere, a fare del bene nella vita, ma anche a sorridere, a fare sempre squadra, a gioire e sprigionare allegria. E, perché no, anche a ballare.
“Ibambini non sono diplomatici: dicono quello che sentono, dicono quello che vedono, direttamente. E tante volte mettono in difficoltà i genitori, dicendo davanti alle altre persone: ‘Questo non mi piace perché è brutto’. Ma i bambini dicono quello che vedono, non sono persone doppie, non hanno ancora imparato quella scienza della doppiezza che noi adulti purtroppo abbiamo imparato” aveva detto il Papa in In una Udienza.
‘I bambini sono speranza’ è un piccolo libro speciale con un messaggio universale per rendere il mondo un posto migliore.

vinti 1 mln euro a Chi vuol esser milionario?Enrico Remigio entra nella storia quiz condotto da Scotti

30 gennaio 202013:30

– A “Chi vuol essere milionario?”, il manager pescarese Enrico Remigio ha vinto 1 milione di euro, entrando di diritto nella storia del quiz condotto da Gerry Scotti. Il trentenne bocconiano con grande concentrazione e sangue freddo ha risposto esattamente alla quindicesima e ultima domanda del quiz aggiudicandosi il montepremi massimo.
La domanda che gli ha regalato la vittoria era: “Cosa lasciò scritto sul suolo lunare Gene Cernan, l’ultimo uomo che mise piede sulla Luna?”. La risposta esatta (data da Enrico Remigio dopo un’ora di ragionamento e quattro opzioni tra cui scegliere) è stata “Le iniziali della figlia”.
Il concorrente vive e lavora a Singapore, ha una fidanzata francese che vive a Bangkok, e con questo superpremio vorrebbe tornare a vivere in Italia per avviare una sua attività imprenditoriale.
Gerry Scotti, che conduce “Chi vuol essere milionario?” fin dalla prima edizione italiana nel 2000, ha commentato così la straordinaria puntata di ieri sera: “Un grazie particolare a tutti i telespettatori che hanno scelto di vivere insieme a me le emozioni che solo questo programma può dare: sono orgoglioso di fare una televisione come questa! Enrico Remigio è il quarto concorrente ad aggiudicarsi il massimo del montepremi nella storia ventennale di “Chi vuol essere milionario?”. L’ultima vincita milionaria risale a 9 anni fa, quando, nel 2011, la casalinga pavese Michela De Paoli rispose esattamente alla domanda delle domande senza utilizzare nessuno dei quattro aiuti a sua disposizione. Prima di lei, nel 2004, fu la volta dello studente d’ingegneria Davide Pavesi.
Prima ancora, nel 2001, l’impiegata di Pistoia Francesca Cinelli vinse 1 miliardo di lire.

Uffizi: ‘Cavallo’ Jackie Kennedy entra in Collezione disegniFoglio Foggini acquistato NY da Friends of the Uffizi Galleries

FIRENZE30 gennaio 202013:32

– Il ‘Cavallo’ di Jackie Kennedy entra nella collezione dei disegni degli Uffizi: si tratta di un foglio di Giovanni Battista Foggini appartenuto all’ex first lady statunitense, acquistato all’asta a New York insieme ad altre opere da Friends of the Uffizi Galleries, associazione no profit che sostiene il museo fiorentino.
In totale Friends of the Uffizi Galleries ha acquistato per gli Uffizi 4 disegni, due del pittore seicentesco Baldassarre Franceschini, gli altri dello scultore barocco Giovanni Battista Foggini: uno di questi è appunto la raffigurazione di un cavallo da dietro, appartenuto a Jackie Kennedy. Oltre a questo, comprato da Christie’s, del Foggini i Friends of the Uffizi Galleries sono riusciti ad aggiudicarsi, in questo caso da Sotheby’s, anche il foglio ‘Nettuno insegue Coronis’. Sempre nella stessa asta, sono stati acquisiti anche i due disegni di Baldassare Franceschini (detto il Volterrano): si tratta di due studi di Apostoli inginocchiati, preparatori per il suo affresco nella basilica della Santissima Annunziata a Firenze.
“Siamo felici di poter arricchire, grazie alla generosità dei Friends of the Uffizi Galleries, la nostra raccolta – spiega il direttore degli Uffizi Eike Schmidt -. I due fogli di Franceschini integrano e completano una serie di disegni preparatori per l’affresco della Santissima Annunziata già presenti nella nostra collezione”, e hanno “un grande valore artistico autonomo”. “Allo stesso modo anche il Foggini era anche un celebre disegnatore, e queste opere lo testimoniano in modo esemplare”. “Iniziamo il 2020 dando il nostro contributo all’ampliamento della collezione del museo che più amiamo”, le parole della presidente di Friends of the Uffizi Galleries Maria Vittoria Rimbotti.

Anna, prime foto da set in Sicilia serie di AmmanitiCreata e diretta dal regista e scrittore, andrà su Sky

30 gennaio 202020:17

– Prime foto dal set siciliano di Anna (working title), la nuova serie Sky Original creata e diretta da Niccolò Ammaniti dal suo romanzo omonimo, fra i più amati della sua produzione, edito in Italia da Einaudi.
Le immagini svelano per la prima volta il cast e la protagonista: l’esordiente Giulia Dragotto (13 anni, scelta fra oltre duemila candidate) è Anna, una ragazzina che in un mondo devastato da un virus, in cui gli esseri umani vivono quattordici anni, parte alla ricerca del fratellino rapito, Astor, interpretato da Alessandro Pecorella (9 anni, anche lui alla sua prima apparizione in tv.).
Anna, il secondo progetto per la tv dello scrittore Premio Strega, ancora per Sky dopo il successo de Il Miracolo, è una serie prodotta da Mario Gianani e Lorenzo Mieli con Lorenzo Gangarossa per Wildside, parte di Fremantle, in coproduzione con ARTE France e Kwaï. Niccolò Ammaniti è showrunner e regista della serie, di cui firma la sceneggiatura con Francesca Manieri (Veloce come il vento, Il Primo Re, Il Miracolo).
Fra i giovanissimi attori esordienti, Clara Tramontano interpreta Angelica, mentre Giovanni Mavilla è Pietro. Nel cast anche Roberta Mattei (Non essere cattivo, Veloce come il vento, Il primo Natale) e Elena Lietti (La pazza gioia, Tre piani), che torna davanti alla macchina da presa di Ammaniti nei panni della madre scomparsa di Anna e Astor, dopo l’esperienza sul set de Il Miracolo in cui dava il volto a Sole Pietromarchi, l’inquieta moglie del premier interpretato da Guido Caprino.
Una ragazzina cocciuta e coraggiosa parte alla ricerca del fratellino rapito. Fra campi arsi e boschi misteriosi, ruderi di centri commerciali e città abbandonate, fra i grandi spazi deserti di un’isola riconquistata dalla natura e selvagge comunità di sopravvissuti, Anna ha come guida il quaderno che le ha lasciato la mamma con le istruzioni per farcela. E giorno dopo giorno scopre che le regole del passato non valgono più, dovrà inventarne di nuove. Anna, distribuita all’estero da Fremantle, sarà in Italia in esclusiva su Sky.

Quattro cantanti selezionano le sneaker estive per Aw LabIn nuova campagna Dani Faiv, Low Kidd, Madame, Ana Mena

30 gennaio 202013:55

– Il global retailer Aw Lab (240 store nel mondo) lancia la campagna Selected by Musica Edition 2020 con la straordinaria partecipazione dei cantanti Ana Mena, Dani Faiv, Madame, Low Kidd, artisti del momento, che hanno selezionato le sneaker più cool per le stagioni spring/summer 2020. La nuova campagna ha come protagonisti tre artisti tra i più ascoltati e seguiti della scena musicale italiana, Dani Faiv, Low Kidd e Madame, la rivelazione dell’anno. Assieme a loro Ana Mena, cantante super “streammata” in Spagna ma conosciuta ed apprezzata anche nel nostro paese.
Gli artisti hanno selezionato i modelli di sneaker più trendy della nuova stagione e sono stati protagonisti di uno shooting fotografico le cui immagini sono al centro della nuova comunicazione digital ed in-store su tutto il network del brand.
Il range selezionato dagli artisti spazia tra i bestseller dei big brand di sneaker internazionali. Dalle Nike Air Force One e Diadora MI Basket per l’uomo alle Adidas Supercourt e Puma RS-X per la Donna, con un total look composto dai nuovi capi must have di Nike, Fila, Champions e Diadora.

Riki, ero stufo e così sono sparito per un po’Nel mirino per aver spoilerato cover, “l’ho fatto ingenuamente”

31 gennaio 202009:51

Nel 2017, grazie alla partecipazione ad Amici di Maria De Filippi e alla vittoria nella categoria Canto, è l’artista italiano che vende più dischi in assoluto (310mila copie fisiche con l’ep Perdo le Parole e l’album Mania). L’anno successivo è un sold out dietro l’altro per il suo primo tour, che comprende anche il Forum di Assago. Si moltiplicano i like sui social (solo su Instagram ha oltre un milione di follower). Successo, fan, popolarità: sembra tutto facile per Riki Marcuzzo. Ma ad un certo punto qualcosa si rompe e lui dice basta. “Non lo nego, mi ero stufato – racconta il 28enne di Segrate -. Al ristorante ero assalito, non potevo andare in giro. Ero assuefatto, non mi stupiva più quello che mi succedeva intorno. Il successo, cui sono comunque grato, mi toglieva ogni energia. E così sono sparito per un po'”.
Ora, dopo un anno di pausa, è tornato: più maturo, più consapevole (anche del fatto che non sarà più come prima), con un’esperienza oltreoceano in America Latina e le idee chiare.
“Non rinnego niente e rifarei tutto, ma non voglio più essere etichettato solo come il belloccio da talent – si sfoga, lui che è laureato in design e nel frattempo ha messo su un’azienda di merchandising per artisti e una di interior design -. Voglio dimostrare di avere un pensiero a 360 gradi. So che non avrò più quel fanatismo di tre anni fa, ma a dirla tutta neanche lo cerco”.
Per ripartire ha scelto il Festival di Sanremo, dove sarà in gara con la ballad Lo sappiamo entrambi, che lui stesso ha scritto. “Era la canzone giusta per questo momento, senza facili strizzate d’occhio alla stampa o al pubblico. Ultima spiaggia? Non posso dire di non sentire la pressione, ma quello che sarà, sarà. Non mi interessa il risultato, sono in pace con me stesso – aggiunge -. All’Ariston cercherò di essere quello che sono, consapevole della risonanza che può dare quel palco”.
Anche commettendo qualche errore, come quello che l’ha fatto finire nel mirino per aver spoilerato sui social una parte della cover L’edera di Nilla Pizzi, presentata a Sanremo nel 1958.
“L’ho fatto ingenuamente, sono abituato a condividere tutto sui social e non sapevo andasse contro il regolamento. Quando mi hanno fatto notare che avevo commesso un errore, ho eliminato immediatamente i 20 secondi di video dai social”. La Rai, tenuto conto della buona fede dell’artista, non procederà alla sua esclusione. “Sono arrivato ben ultimo nella consegna del titolo della cover. Ero molto indeciso, volevo portare l’Italiano di Toto Cutugno, ma ci aveva già pensato Francesco Gabbani. Poi ho pensato che recuperare un pezzo di storia come questa fosse l’omaggio più vero che potessi fare al festival”, spiega poi.
La partecipazione al festival ha reso necessario anche rimandare l’uscita del suo nuovo album (vedrà la luce prima dell’estate) e posticipare, rispettivamente al 3 e all’11 ottobre, le due date nei palasport di Roma e Milano, previste inizialmente per febbraio. “Il disco – spiega – è il giusto passaggio tra quello che ero prima e quello che sono ora”. Il progetto racconta la nuova fase artistica di Riki e si nutre anche dell’esperienza in Sud America dove ha iniziato una collaborazione con la band latina CNCO ed ha debuttato in Argentina, Messico, Colombia. “Ma non sarà un disco reggaeton”, dice come a tranquillizzare i fan.
L’ultima domanda è sulle polemiche su Junior Cally che hanno avvelenato la vigilia. “Lui è un rapper, e i rapper hanno un certo tipo di linguaggio, e parlano di droga e sesso. Se il festival vuole il rap deve accettarlo. Io non assolvo e non condanno, faccio musica diversa. Ma mi rendo conto che queste canzoni arrivano anche a bambini di 8 anni che non hanno gli strumenti per comprendere cosa stanno ascoltando”.

Muccino, il mio omaggio a Scola e al tempoGli anni più belli con Favino, Ramazzotti, Santamaria, R.Stuart

31 gennaio 202018:16

Il tempo, vero protagonista de ‘Gli anni più belli’ di Gabriele Muccino, macina tutto e non solo la giovinezza. Macina i buoni propositi, gli ideali, le relazioni, (comprese quelle familiari), per far sopravvivere alla fine solo l’amicizia e la speranza di un futuro migliore. L’ultimo lavoro di Muccino, in sala in 500 copie dal 13 febbraio con 01, omaggio dichiarato e altrettanto malinconico al ‘C’eravamo tanto amati’ di Ettore Scola, racconta proprio questo, attraverso la commovente storia di un gruppo di amici, Giulio, Gemma, Paolo e Riccardo nell’arco di 40 anni (esattamente dal 1980 ad oggi). Un ‘C’eravamo tanto amati’ rivisitato, e con tanto di citazioni – tra cui quella della cena-rimpatriata dei tre amici ormai cinquantenni – che però ha al suo interno un gap generazionale: “Rispetto a quello di Scola – dice oggi a Roma Muccino – che si chiudeva con una canzone partigiana, qui c’è una generazione cresciuta all’ombra di quelle che l’hanno preceduta. O meglio una generazione senza il sostegno delle ideologie e con un forte complesso di identità schiacciata, come è stata, dalla storia che l’ha preceduta”. Tra alcuni filmati d’archivio o ricostruzioni di eventi chiave di questi ultimi quarant’anni – dalla caduta del muro di Berlino a Mani Pulite, dall’11 settembre fino alla nascita del movimento Cinque Stelle – scorrono le vicende di questi quattro personaggi. Troviamo così Gemma (Micaela Ramazzotti), una ragazza, e poi una donna piena di fragilità, rimasta orfana a 16 anni che si ritrova a dividere nel corso degli anni il suo amore tra due grandi amici come Paolo e Giulio. E questo non senza conseguenze. Poi c’è appunto Paolo (Kim Rossi Stuart), ragazzo anche troppo corretto che vive a casa con un pappagallo. Una persona lineare, ingenua, piena di autentiche speranze anche rispetto al suo ruolo di professore. Stessi ideali di Giulio (Pierfrancesco Favino), ma solo iniziali. Lui, il più povero e smart del gruppo, riscatta presto le sue origini diventando un brillante avvocato, un legale inizialmente disposto a difendere i deboli per poi diventare un pescecane capace di ogni compromesso. Infine c’è Riccardo (Claudio Santamaria) soprannominato ‘Sopravvissù’ perché sopravvissuto a un proiettile volante durante una manifestazione politica in cui si è trovato per puro caso. Anche lui come Paolo è un vero sognatore a cui però non riesce nulla ed è sempre senza soldi. Il matrimonio con Anna (Emma Marrone), da cui avrà un figlio, sarà per lui l’ennesimo fallimento.”Il tempo è il grande motore di questo film che è ovviamente anche un omaggio a Zavattini, Risi, Scola e Fellini tutti autori con cui sono cresciuto” dice il regista. E ancora Muccino: “In qualche modo Gli anni più belli racconta che la vita va avanti e molte cose che si sono guastate nel tempo possono essere rammendate. Da qui anche il suo finale rasserenante che devo a Favino perché io ne preferivo uno più amaro”. Come già aveva fatto per ‘A casa tutti bene’, Gabriele Muccino ha affidato la colonna sonora a Nicola Piovani, mentre il titolo del film è lo stesso di un brano inedito di Claudio Baglioni presente nel nuovo album del cantautore. Nel cast del film, costato 8 milioni e già venduto in Francia, anche Nicoletta Romanoff, Francesco Centorame, Andrea Pittorino, Paola Sotgiu, Francesco Acquaroli e Elisa Visari.

The New Pope, il risveglio di Lenny Belardo (Jude Law)nei nuovi episodi su Sky Atlantic della serie di Paolo Sorrentino

30 gennaio 202019:22

L’attesissimo e miracoloso risveglio di Lenny Belardo, il “Papa giovane” interpretato da Jude Law che dopo un sonno lungo un anno è pronto per una nuova rivoluzione.
A un passo dal gran finale di venerdì prossimo, arrivano il 31 gennaio dalle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming su NOW TV i nuovi episodi, settimo e ottavo, di The New Pope, la serie Sky Original creata e diretta dal regista Premio Oscar Paolo Sorrentino, prodotta con The Apartment e Wildside, parte di Fremantle.
Con l’uscita di scena di Voiello (Silvio Orlando), le ambigue politiche del suo successore, il Cardinale Assente, intaccano notevolmente la credibilità della Chiesa. Nel frattempo, il Vaticano riesce finalmente a far cessare le trasmissioni del respiro di Pio XIII ma questa decisione accende gli animi dei fanatici che idolatrano Belardo che, dopo l’interruzione, si dividono tra chi prosegue l’infinita veglia e chi ipotizza che la Chiesa abbia fatto staccare la spina delle macchine che tengono in vita il giovane Papa. Non possono immaginare la verità: in realtà Pio XIII si è miracolosamente svegliato dal coma, evento straordinario, che neanche la medicina riesce a spiegare. Dopo la prodigiosa ripresa, Lenny si rifugia a casa del medico che lo ha assistito durante il coma. L’uomo vive in un sontuoso palazzo veneziano con la moglie e il figlio gravemente malato.
Disperata, la moglie del medico chiede a Pio XIII un miracolo che guarisca il figlio. Nel frattempo, a Roma, il terrorismo attacca il Vaticano nel cuore della cristianità.
Nell’ottavo episodio, Voiello discute con il misterioso faccendiere Bauer dell’incapacità di Assente come Segretario di Stato, e da lui viene a sapere l’insospettabile segreto di Sir John. Gli attentati terroristici e il risveglio di Lenny spingono Giovanni Paolo III a rifugiarsi sulle Dolomiti, dove Sofia lo raggiunge per convincerlo a tornare. Intanto, Lenny Belardo fa il suo ritorno a Roma, dove incontra il fidato Gutierrez nella Basilica di San Pietro. Circondati da macerie morali e materiali, i due cercano una via d’uscita. Sarà Voiello, una volta di più, a indicarla. L’ex segretario di Stato, infatti, nel frattempo ha sancito una inaspettata alleanza con le suore in sciopero: è giunta l’ora che Pio XIII faccia la sua rivoluzione.

Amadeus, Fiorello? Non so cosa farà”Mi piace proprio perchè è imprevedibile”

30 gennaio 202019:18

– “Fiorello a Sanremo? Davvero non so cosa farà”. Ad assicurarlo è Amadeus, padrone di casa del prossimo Festival della canzone italiana, ospite questa sera di Bruno Vespa, in collegamento dall’Ariston, per la speciale puntata di Porta a Porta in onda su Rai1 in seconda serata.
“Conosco Fiorello da 35 anni – racconta Amadeus – Mi piace proprio perché è imprevedibile. Non so cosa farà al Festival. So solo che arriverà domani e alloggerà nella camera di fronte alla mia. Mi ha detto: ‘non ti dico nulla, stai sul palco e vedrai'”.
Possiamo aspettarlo presente tutte le sere? “Per me si”, risponde Amadeus.

Amadeus, Perdere l’amore “mia” canzone del Festival”Era il mio primo anno al festival”

30 gennaio 202019:33

– “La mia canzone della storia di Sanremo? Perdere l’amore di Massimo Ranieri”. A raccontarlo è Amadeus, prossimo padrone di casa sul palco del Festival della canzone italiana, ospite questa sera di Bruno Vespa, in collegamento dall’Ariston, per la speciale puntata di Porta a Porta in onda su Rai1 in seconda serata.
“Era il primo anno che venni a Sanremo – racconta Amadeus – Ero qui per la radio e potevo restare solo fuori dall’Ariston. E ricordo che vinse proprio Massimo Ranieri (che sarà nuovamente sul palco dell’Ariston in questa edizione ndr) con Perdere l’amore”.

Giochi: con Barbie Welness bimbe imparano la cura del corpoSono 5 diversi modelli con accessori e abiti a tema

30 gennaio 202019:50

– Barbie Wellness è la nuova collezione della Mattel con cui la più nota bambola del mondo insegna alle bambine la routine quotidiana per ottenere il benessere emotivo includendo tre temi chiave: riposo, benessere fisico e cura di sé. Grazie all’aumento delle pratiche di benessere emozionale fra le bambine, come ad esempio lo yoga (aumentato del 63%) e la meditazione (fino al 90%) negli ultimi 5 anni, Barbie ha deciso d’introdurre le bambine ai benefici della cura di sé attraverso il gioco.
Attraverso i prodotti multisensoriali, le bambine potranno esplorare le diverse sfaccettature del benessere e potranno riproporre pratiche come il corretto riposo e la cura di sé.
Barbie Spa Doll è un set di accessori e bambole a tema wellness che celebra la cura di sé con una bambola dal look chic e sportivo, dotata di piccoli accessori per incoraggiare la bambina a giocare come la maschera per gli occhi al cetriolo in doppio formato per adattarsi anche al suo cucciolo, per simulare la cura del benessere anche dell’animaletto. Barbie può godersi la giornata con i prodotti spa e i prodotti per il bagno che includono un’anatra di gomma, una rivista, spazzola da bagno, asciugamano, scatola di bombe da bagno e una candela. Barbie Wellness Dream Doll può rilassarsi prima di dormire con una tisana, un giornale, il suo laptop ed il cellulare indossando un pigiama tropical. Barbie Fitness Doll è pronta per fare attività fisica e ricaricarsi. Il playset include una bambola, un cucciolo e 9 accessori a tema, tra cui un tappetino yoga, un cerchio di hula-hoop, un orologio e una bottiglia d’acqua e consente alle bambine di giocare e dedicarsi del tempo di qualità. Barbie Fizzy Bath Playset Vasca da Bagno il playset viene venduto con una bambola, un cucciolo, una vasca idromassaggio e accessori per simulare un vero bagno frizzante. Gli accessori includono un porta oggetti, vari prodotti da bagno, una spugna, una spazzola per la schiena ed un asciugamano. La bambola indossa un costume da bagno e un asciugamano attorno alla vita.

Musei Veneto +12% visitatori in 5 anniIn testa il museo archeologico, seguono Gallerie Accademia

VENEZIA30 gennaio 202019:59

– I visitatori dei musei e siti archeologici statali del Veneto sono cresciuti del 12% rispetto a cinque anni fa, passando dai 914.397 ingressi del 2014 a 1.023.867 del 2019. Lo rileva una nota del Mibact. “L’autonomia concessa ai musei – aveva ricordato ieri il ministro Franceschini nel presentare i nuovi bandi di selezione internazionale per i direttori – insieme alla promozione condotta anche attraverso l’ingresso gratuito nella prima domenica del mese, ora reintrodotto in maniera permanente, si sono rivelate un mix vincente”.
La classifica regionale del 2019 vede primeggiare il Museo Archeologico di Venezia con 316.461 ingressi, seguito dalle Gallerie dell’Accademia con 304.999 biglietti staccati che valgono un aumento del 5,7% di pubblico e dal Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra con 122.579 visitatori. La quarta posizione è occupata dalla Galleria “Giorgio Franchetti” alla Ca’ d’Oro con 85.066 visitatori, con un +49,3% di pubblico in più rispetto al 2018, la quinta dal Museo d’Arte Orientale con 70.814 ingressi. Home Mappa del sito TECNOLOGIA POLITICA ECONOMIA MONDO CRONACA

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

A Roma torna a splendere la beata del Bernini
Restaurata cappella Albertoni, capolavoro barocco a Trastevere

ROMA30 gennaio 202020:10

-Il marmo di Carrara che dopo vent’anni recupera candore e lucentezza, il volto della beata che ha ritrovato tutta la sua magia, così come le membra contorte dallo spasmo dell’estasi, le vesti, il drappo che ricopre il giaciglio, persino i pizzi del cuscino. Mentre tutto intorno la doratura degli stucchi quasi abbaglia e i deliziosi puttini, che il grande Bernini volle far volare giocosi sotto alla tela che ritrae Sant’Anna, tornano a mostrare il loro volto. Grazie a sei mesi di pulitura e restauri curati dalla soprintendenza speciale di Roma in accordo con il Fondo Edificio di culto, torna a splendere nella chiesa di San Francesco a Ripa, a Trastevere, la strepitosa cappella Albertoni, che un intervento dello  scultore, allora già 76enne, trasformò in un luogo magico, capolavoro del barocco, grazie all’architettura, alla scultura e alla sua insuperabile maestria con la luce. “Un delicato restauro che unisce alla salvaguardia e alla tutela un miglioramento per la fruizione”, spiega la soprintendente Daniela Porro, sottolineando che i lavori, finanziati dalla soprintendenza ed affidati alla restauratrice Elisabetta Zatti, sono costati in tutto 39mila euro.Per questa commissione, che gli era stata chiesta dal principe Angelo Paluzzi e che l’ormai anziano scultore portò a termine con incredibile velocità, straordinaria anche per la fatica fisica che deve essere costata, Bernini non volle essere pagato. “Forse perché aveva bisogno di ingraziarsi il papato per consentire il ritorno in Italia di suo fratello, esiliato dopo lo scandalo di uno stupro”, spiega il funzionario storico dell’arte della soprintendenza speciale Carlo Mastroianni. Un’ipotesi che sarebbe suffragata anche dalle ultime scoperte fatte da Federica Di Napoli Rampolla negli archivi della famiglia Altieri, dove è stata trovata tutta la documentazione di questo lavoro senza però nessuna fattura che attesti un pagamento allo scultore.Tant’è, la mano di Bernini potrebbe essere – è l’ipotesi della restauratrice – anche in uno dei puttini che volano sulla beata, il più vicino a lei da sinistra. La pulitura del marmo (anche del diaspro rosso nel quale è realizzato il drappo appoggiato ai piedi del letto della beata, realizzato più tardi su disegno di Bernini) ha portato in evidenza, spiega la restauratrice, la tipica modalità di lavoro del Bernini, che era solito lavorare il marmo delle sue statue con finiture diverse, dal lucido al grezzo, proprio per consentire alla luce di metterne in evidenza i chiaroscuri, “quasi usasse un pennello”. Un grande lavoro anche di scenografia, quello di Bernini in questa cappella, con il fondo arretrato in modo da consentire la creazione di due quinte e nascondere due finestre che da destra e da sinistra facessero arrivare sulla sua opera la luce naturale. Purtroppo una di queste finestre oggi è chiusa. E anche se venisse riaperta all’esterno c’è un edificio – che all’epoca di Bernini non c’era – che non permette alla luce di arrivare come un tempo.Proprio per questo i lavori proseguiranno ora, spiega la soprintendenza, con uno studio per ricreare la giusta illuminazione con un investimento che è stato stimato intorno ai 15 mila euro. Non solo: proprio per consentire una pianificazione per i lavori di manutenzione e di restauro delle chiese romane di proprietà del Fec, annunciano la soprintendente e il prefetto Angelo Carbone, è stata creata una commissione con uno storico dell’arte, un architetto, un restauratore e un esponente del Fondo che lavorerà ad un cronoprogramma degli interventi. “Per tutti i restauri necessari alle chiese italiane di proprietà del Fondo – sottolinea il prefetto – stimiamo una necessità di 70 milioni di euro. Soldi che il Fec al momento non possiede. Il ministero dell’Interno sta cercando di recuperare fondi da destinare a questi lavori”.A Roma ci sono grandi lavori da fare con due assolute priorità: “La chiesa della Minerva e la chiesa di San Biagio e San Carlo, entrambe ora chiuse al pubblico”.Nella penombra della splendida chiesa di San Francesco a Ripa , intanto, l’estasi della beata commuove. “Come soprintendenza sono decisa a lavorare per questo – conclude Porro – valorizzare i nostri tesori e renderli visibili e accessibili ai turisti e prima di tutto ai cittadini. L’arte si salva anche così, facendo crescere intorno a noi l’orgoglio dell’appartenenza”.

Underwater, horror-thriller simil AlienNel cast Kristen Stewart, Vincent Cassel e Jessica Henwick

31 gennaio 202010:03

– Claustrofobico, pieno di acqua, con tanto d’inquietante presenza (quasi una citazione di Alien di Ridley Scott) e con un’eroina tutta al femminile più tosta e piena di testosterone di qualsiasi macho. ‘Underwater’ di William Eubank (The Signal), in sala dal 30 gennaio con The Walt Disney Company Italia, si presenta come un horror-thriller molto sottomarino e buio dove i protagonisti hanno quasi sempre addosso una tuta non molto diversa da quella degli astronauti e dove spicca la presenza esile, ma solo fisicamente, di Kristen Stewart nei panni di Norah coraggioso ingegnere elettronico. Ci troviamo nel più profondo degli oceani. Qui una enorme struttura, ovvero una base mineraria che ricorda tanto le atmosfere di Solaris, scava con la sua trivella sottomarina extra-large costruita per sopportare l’incredibile pressione del fondo del mare. Ma dopo quello che sembra un devastante terremoto, si scatena l’inferno tra i membri dell’equipaggio dell’operazione mineraria Kepler. Gli allarmi suonano all’impazzata mentre tutta la struttura minaccia di essere spazzata via da fiumi d’acqua che si aprono la strada dappertutto con violenza inimmaginabile.
Norah e gli altri pochi sopravvissuti, come il capitano Lucien (Vincent Cassel) e la studentessa di biologia marina Emily (Jessica Henwick), non riescono a inviare una richiesta di soccorso e non possono neppure fare affidamento al sottomarino di salvataggio che è andato distrutto. Per loro un’unica scelta per avere una speranza: camminare sul fondale marino per raggiungere una trivella distante e abbandonata, la Roebuck, sperando che le sue apparecchiature siano ancora funzionanti, o che ci sia un numero di capsule di salvataggio sufficiente a portarli tutti in salvo. Ma il loro viaggio diventa sempre più inquietante quando iniziano a sospettare di non essere soli e che c’è qualcosa di molto grosso che li sta inseguendo da vicino. “All’inizio del film Norah viene colta completamente alla sprovvista – afferma Kristen Stewart che nel film recita con capelli cortissimi ossigenati -. Quando la trivella esplode, viene colta letteralmente con le braghe calate, al mattino, mentre si sta lavando i denti. Nei momenti traumatici, le persone tendono a lasciarsi sopraffare dalle emozioni o mostrare lati diversi, mentre Norah è chiusa in se stessa e un po’ distaccata dal punto di vista emotivo. Nel corso del film – continua l’attrice – , scopriamo che si trova nel bel mezzo di un processo piuttosto intenso di elaborazione del lutto, e pensa di non avere più nulla da perdere. Proprio quando potrebbe essere troppo tardi, si accorge che c’è sempre qualcosa da perdere. C’è sempre qualcosa per cui combattere. La vita è preziosa. In quel momento si rimette in piedi e diventa un’eroina”.

L’orrore de Le furie di HitlerLower racconta storie di donne che appoggiarono il Reich

31 gennaio 202010:10

WENDY LOWER, LE FURIE DI HITLER. COMPLICI, CARNEFICI, STORIA DELLE DONNE CHE APPOGGIARONO IL REICH (Rizzoli, pp. 344, 13 euro). Erano giovani, le classiche ragazze della porta accanto, molte con gli occhi blu come il cielo e i capelli color del grano, tutte di purissima razza ariana tedesca. Erano segretarie, infermiere, insegnanti, alcune guardie, moltissime solo semplici mogli o amanti di ufficiali e burocrati: eppure tutte, nel delirio tragico dell’Olocausto, si trasformarono più o meno consapevolmente in spietate assassine.
Racconta una terribile pagina di storia ancora non del tutto nota “Le furie di Hitler”, indagine condotta dalla storica statunitense Wendy Lower, ripubblicata in Italia da Rizzoli (con la traduzione di Andrea Zucchetti), dopo una prima edizione nel 2013. Il libro mette al centro molte di queste donne che sposarono il credo nazista, narra i crimini di cui si macchiarono, cercando di spiegare contesto e possibili motivazioni, e quale poi sia stato il loro destino dopo la guerra.
Come scrive Lower, se è vero che “il regime nazista insegnò a migliaia di tedesche a essere complici, a essere spietate con i nemici del Reich”, in realtà non ci si aspettava che – al di fuori dei lager, dei manicomi e delle prigioni – le donne dovessero trasformarsi in efficienti killer senza umanità.
“Quelle che decisero di farlo – spiega Lower – sfruttarono l’occasione di trovarsi all’interno di un ambiente sociopolitico fertile, aspettandosi ricompense e riconoscimenti, non ostracismo”. Quando si delineò il disegno criminale di Hitler, il regime chiamò ogni tedesco a prenderne parte, anche le donne, che presto ebbero il loro ruolo: un ruolo divenuto poi centrale, che tuttavia è stato poco documentato. Omicidi di bambini, torture e sevizie, esperimenti medici, discriminazioni: di questo molte ragazze si macchiarono, a volte con un sadismo e un odio difficili da immaginare per una donna. E’ vero che poiché non ricoprirono incarichi di comando queste donne non vennero processate a Norimberga insieme alle figure di spicco del Reich: la maggior parte di loro fu giudicata in tribunali di zona.
Alcune furono fortunate, sopravvissero e raccontarono la loro storia più avanti, in anni ormai lontani dalla guerra, senza mai vedere se stesse come efferate criminali; altre pagarono per i loro delitti, altre invece morirono.
Proprio con l’idea di raccontare le loro storie, l’autrice ha condotto una serie di accurate ricerche basandosi su documenti tedeschi del periodo bellico, atti investigativi, verbali di processi, inchieste sovietiche su crimini di guerra, diari, corrispondenze, memorie pubblicate, interviste, ma soprattutto sui cosiddetti “ego-documenti”, ossia auto rappresentazioni create dalle protagoniste, resoconti che vanno interpretati e “sfrondati” da esagerazioni o memorie rese “parziali” o edulcorate, ma che comunque sono fondamentali per comprendere ciò che è accaduto. La maggior parte dei crimini nazisti vennero compiuti dalle donne nei territori orientali. Nell’Est infatti, nelle terre tra la Germania e la Russia, i nazisti vedevano tante opportunità per creare un vero e proprio Eden per la Germania: a patto però di “estirpare” con ogni mezzo la vera “minaccia” di quei luoghi, ossia coloro che li abitavano, gli storici nemici ebrei, considerati esseri inferiori, e gli oppositori politici che andavano sterminati. E proprio qui a giovani tedesche ambiziose Hitler offriva l’opportunità di far carriera. Molte di loro scelsero di trasformarsi in “assassine in gonnella” e non necessariamente erano infermiere, insegnanti o segretarie, quanto semplicemente mogli e segretarie che, trovandosi vicino a uomini impegnati negli omicidi di massa, si lasciarono coinvolgere, molte di loro partecipando attivamente.
Con acume, rigore e lucidità, ma mai con distacco, Lower propone al lettore fatti e informazioni che non possono lasciare indifferente e che ci rimandano ai giorni nostri, facendoci riflettere su quanto sia ancora possibile il rischio di cadere nella spirale dell’odio e del pregiudizio.

Esce in Italia primo volume della saga ideata da Kobe BryantCoach Wizenard. Magico Basket Camp a ottobre per Electa Junior

31 gennaio 202013:20

KOBE BRYANT, COACH WIZENARD. MAGICO BASKET CAMP (ELECTA JUNIOR), CON WESLEY KING. Uscirà in Italia postumo, a ottobre 2020 per Electa Junior, ‘Coach Wizenard.
Magico basket camp’, il primo libro di una serie ideata da Kobe Bryant, il mito del basket mondiale tragicamente scomparso il 26 gennaio, già al numero 1 dei bestseller del New York Times. ‘Coach Wizenard. Magico Basket Camp’, scritto con l’autore canadese Wesley King, ha dato il via alla Wizenard Series, saga in cui la pallacanestro incontra il fantasy. Nel libro, uscito negli Stati Uniti nella primavera 2019, si racconta la storia di Wizenard, nuovo allenatore di una squadra di basket del campionato giovanile americano, capace di condurre i ragazzi al riscatto e alla vittoria grazie ai suoi metodi inconsueti, che mescolano autorevolezza, motivazione e magia.
Un progetto fortemente voluto dell’ex giocatore dei Lakers che ha unito due sue grandi passioni, il basket e il mondo della magia in stile Harry Potter. Il libro è dedicato ai giovani atleti, agli allenatori, agli educatori e a tutti quelli che credono nello straordinario potere di crescita e maturazione grazie allo sport.

Torna nelle sale Il dottor Stranamore con SellersDal 3/2 nel quarantennale della morte grazie a Cineteca Bologna

BOLOGNA31 gennaio 202013:16

– Il 24 luglio 1980 moriva Peter Sellers: nel quarantennale la Cineteca di Bologna porta nelle sale italiane dal 3 febbraio il restauro in 4k del film ‘Il dottor Stranamore’, capolavoro sulla Guerra fredda che Stanley Kubrick trasse nel ’64 dal romanzo ‘Red Alert’ di Peter George, nel quale Sellers interpreta ben tre ruoli, quelli del capitano Lionel Mandrake, del presidente degli Stati Uniti Merkin Muffley e del leggendario e diabolico Dottor Stranamore. ‘Il dottor Stranamore. Ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba’ è distribuito dalla Cineteca nell’ambito del progetto ‘Il Cinema Ritrovato. Al cinema, per la distribuzione dei classici restaurati’.
“Geniale e spericolato – commenta il direttore della Cineteca, Gian Luca Farinelli – satira sulle paure e le miserie della politica, Il dottor Stranamore è un film profondamente figlio dei suoi anni di guerra fredda e allo stesso tempo così disancorato da ogni tempo da essere attualissimo oggi, nel nostro tempo di impazzimento globale”.

Ciak per film Mario Martone ‘Qui Rido Io’ con Servillosul re dei comici napoletani, Eduardo Scarpetta

31 gennaio 202015:57

Sono iniziate le riprese di Qui Rido Io il nuovo film di Mario Martone sul re dei comici napoletani, il grande attore e commediografo Eduardo Scarpetta, che sarà interpretato da Toni Servillo.
Scarpetta, che fu padre naturale di Titina, Eduardo e Peppino De Filippo, dedicò tutta la sua vita al teatro, realizzando opere che sono diventate dei classici intramontabili, come Miseria e Nobiltà. Ottenne straordinari successi e fu protagonista della celebre disputa con Gabriele D’Annunzio per Il figlio di Iorio, parodia dell’opera del Vate, che fu oggetto di un memorabile processo.
Le riprese del film si svolgono in questi giorni al Teatro Valle, storico teatro romano in cui nel 1889 debuttò Miseria e Nobiltà. Dopo una prima parte a Roma, il set si sposterà a Napoli.
Il film, scritto da Mario Martone e Ippolita di Majo, è una coproduzione italo-spagnola Indigo Film con Rai Cinema per l’Italia e Tornasol per la Spagna. La fotografia è firmata da Renato Berta, il montaggio da Jacopo Quadri, la scenografia da Giancarlo Muselli, i costumi da Ursula Patzak. Interpreti del film, insieme a Toni Servillo, sono Maria Nazionale, Cristiana Dell’Anna, Antonia Truppo, Eduardo Scarpetta, Paolo Pierobon, Lino Musella, Roberto De Francesco, Gianfelice Imparato e Iaia Forte.
La produzione “ringrazia il Teatro di Roma per la gentile concessione del Teatro Valle” e per aver “individuato uno spazio all’interno delle attività previste in un luogo così prestigioso e importante per tutto il teatro nazionale”.

Marco Masini, Bella Stronza è figlia del suo tempoIl cantautore festeggia 30 anni con nono festival, album e tour

31 gennaio 202014:03

– “Trenta anni non sono un traguardo, ma una tappa per fare il punto della situazione e ripartire”.
Marco Masini è pronto a festeggiare tre decenni passati in musica. “Ho fatto un bel pezzo di strada, 30 anni sono tanti, e tante sono state anche le soddisfazioni. Ho vissuto avventure meravigliose ed è bello poterle riassumere ora”. Prima tappa dei festeggiamenti è il festival di Sanremo, dove torna per la nona volta con il brano “Il confronto”, che lui stesso ha scritto con Federica Camba e Daniele Coro. Un brano che permette a Masini di guardarsi allo specchio e di fare qualche bilancio. “Qualche collegamento c’è, ma io sono sempre partito dalla mia autobiografia per allargare lo sguardo a tutti”.
Il brano è contenuto nell’album “Masini + 1, 30th anniversary”, che esce il 7 febbraio, nella settimana del festival – secondo step dei festeggiamenti. Un disco nel quale il cantautore toscano ha chiamato amici e colleghi per ripercorrere la sua carriera. Sedici i duetti, oltre a 4 inediti: da Eros Ramazzotti a Giuliano Sangiorgi, da Ermal Meta a Umberto Tozzi, da Ambra Angiolini a Luca Carboni, passando per Francesco Renga, Modà, Nek, Gigi D’Alessio, Jovanotti, Annalisa, Bianca Atzei, Giusy Ferreri, Fabrizio Moro e Rita Bellanza.
Tra i brani che ripercorrono la sua carriera c’è anche Bella Stronza, nei giorni scorsi tirata in ballo per i suoi versi crudi a seguito delle polemiche sui testi di Junior Cally.
“Bella Stronza, come anche Vaffanculo, non li considero degli sbagli. Sono state scritte prendendo spunto dalla realtà che ci circonda. C’è da dire però che ogni canzone è figlia del proprio tempo ed è inutile tirar fuori certe polemiche dopo anni. Quando sono stato citato, la cosa mi ha fatto sorridere, mi rende comunque orgoglioso che ancora oggi faccia parlare”.
Terzo capitolo dei festeggiamenti sarà il tour, in partenza ad aprile, che culminerà con l’appuntamento del 20 settembre all’Arena di Verona.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Tiziano Ferro devolve in beneficenza compenso per Sanremo
Donazione destinata a 5 associazioni della provincia di Latina

31 gennaio 202014:21

– Tiziano Ferro ha scelto di devolvere in beneficenza il compenso frutto della sua partecipazione alla 70/a edizione del Festival di Sanremo, dove sarà ospite per tutte le cinque serate.
Cinque sono anche le associazioni destinatarie della donazione, tutte con sede a Latina: Avis (della quale Tiziano è ambasciatore da quasi vent’anni); Lilt (la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, alla quale già nel luglio scorso sono stati indirizzati i regali degli ospiti al matrimonio di Ferro); Centro Donna Lilith (che dal 1986 si occupa di dare accoglienza, assistenza e supporto alle donne e ai minori vittime di maltrattamenti); Associazione Valentina Onlus (che su base volontaria offre assistenza ai malati oncologici; e infine l’Associazione Chance For Dogs, un’organizzazione senza fine di lucro che si prende cura dei cani randagi e abbandonati nonché della loro adozione.
“Siamo tutte strutture della provincia di Latina, che assistono quotidianamente, con estrema fatica e immenso amore, chi ha urgente bisogno di supporto – hanno dichiarato congiuntamente i cinque enti beneficiari -. Tiziano ha scelto di dedicare la sua partecipazione a Sanremo alla città che l’ha visto nascere, sperare e sognare. E quei sogni diventano oggi una speranza in più per chi lotta ogni giorno sotto quello stesso cielo. Grazie di cuore Tiziano, da tutti noi”.

Federica Levi e il giallo in crowdfoundingUna ‘piccola tragedia’ nel nord industriale

31 gennaio 202014:31

– FEDERICA LEVI, “UNA PICCOLA TRAGEDIA PER BENE” (Bookabook, 16 euro versione cartacea, 6,99 euro ebook) Dopo il successo di commissari, questori e vice, marescialli e giudici vari, sacerdoti e non, è una giornalista, Alice Veli, l’imperfetta protagonista di questo giallo ambientato nel Nord industriale, libro d’esordio dell’autrice, giornalista precaria non meno del suo alter ego letterario. Ma l’opera – oltre il suo valore – ha una particolarità che sta nella sua genesi: una campagna di crowdfunding tutt’ora in corso al sito https://bookabook.it/libri/piccola-tragedia-bene/. Il libro è stato infatti selezionato da Bookabook, la prima casa editrice italiana che pubblica attraverso un modello di business partecipativo, già molto utilizzato nell’universo start up e nella produzione di cinema (in particolare dei documentari), ma ancora poco conosciuta nell’editoria.
Dopo una selezione condotta da editor professionisti, i manoscritti inediti vengono proposti alla community tramite campagne di finanziamento. I lettori possono leggerne l’anteprima e partecipare all’intero processo di pubblicazione, dalla fase di editing alla distribuzione nelle librerie: i testi che raggiungono l’obiettivo di 200 copie pre-ordinate arrivano infine sugli scaffali delle librerie. Bookabook, nata nel 2014, ha raccolto – fanno sapere dalla casa editrice – 85.500 lettori, pubblicando 250 libri e vendendo più di 50mila copie nel 2019.
Detto questo, il romanzo di Federica Levi si apre con una sparizione: Danilo Colombo (per tutti l’idiota) – a capo di un piccolo impero di poltrone da cui dipendono la vita e la morte di un sonnacchioso paese di provincia – si volatilizza all’improvviso con i soldi della M&C, l’azienda fondata dal nonno. La vicenda ben presto diventa di dominio pubblico, facendo deflagrare il panico. Ma chi è veramente Danilo? Se lo chiede la famiglia, intossicata da decenni di rancori mai digeriti, se lo chiedono i dipendenti, pietrificati dallo spettro della disoccupazione, se lo chiede Alice Veli, una non più giovane giornalista alle prime armi che, con la storia della M&C, si gioca l’ultima possibilità di costruirsi uno straccio di carriera.
Sono proprio i suoi articoli ad accompagnare il lettore nelle viscere di una vicenda meschina che sembra prima chiudersi senza soluzione per poi riaprirsi a 10 anni di distanza grazie ad uno strano necrologio che riaccende la curiosità della giornalista, divenuta nel frattempo scrittrice di discreto successo. E questa volta Alice riuscirà a ricostruire i pezzi del puzzle in uno scottante libro-verità. Ma sarà vero il suo Danilo Colombo o frutto di una finzione? Per saperlo, basta leggere il libro.

Gregoraci al festival, inaugura la Suite 2020Lo spazio dedicato agli addetti ai lavori

31 gennaio 202014:36

– Il giorno di apertura del festival di Sanremo, martedì 4 febbraio alle 18.00 sarà la conduttrice televisiva e showgirl Elisabetta Gregoraci ad inaugurare la SUITE 2020 , la guest house che dal 4 all’8 febbraio sarà allestita a Villa Emma nei giardini del Miramare The Palace Hotel a Sanremo in occasione del 70esimo Festival della Canzone Italiana. La showgirl è attesissima perchè la sua presenza al festival è stata al centro di una dura polemica dopo la sua denuncia sui social di essere stata esclusa dall’Altro Festival.
La Gregoraci accusava Nicola Savino di averla discriminata per motivi politici, cosa smentita dallo stesso Savino. Questo è il primo appuntamento in cui se vorrà avrà modo di tornare sul tema.
Intanto SUITE 2020 è uno spazio dedicato ai giornalisti e agli addetti ai lavori, agli incontri con i protagonisti del mondo della musica, della cultura e dello showbiz realizzato da Fluendo, agenzia di comunicazione integrata, in collaborazione con Unic, Gilead, Fast Track Cities, Naj Oleari. Una cornice in cui le Università telematiche Pegaso e Mercatorum – spiega una nota -, si fanno promotrici di esperienze, testimonianze, progetti e network. SUITE 2020 si avvarrà della collaborazione di Radio Kiss Kiss che trasmetterà in diretta il Pippo Pelo Show con Pippo Pelo e Adriana Petro dalle 7:00 alle 9.00 dal martedì al venerdì, il sabato dalle 12.00 alle 15.00 e la domenica dalle 10:00 alle 12:00 con ulteriori finestre informative nel corso di tutte le giornate dell’evento. Per partecipare alle attività di SUITE 2020 le richieste di accredito vanno inviate a ufficiostampa@fluendo.it oppure possono essere effettuate sul sito dedicato.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Musica: scelti i 53 artisti in gara a Musicultura
Accedono a audizioni live. Nannipieri, musica italiana sta bene

SANTO STEFANO A MACERATA31 gennaio 202015:07

– Selezionati tra 760 proposte provenienti da tutta Italia i 53 artisti in gara per l’edizione 2020 di Musicultura, Festival della canzone Popolare e d’Autore. Si tratta di 40 solisti e 13 band, tutti autori delle proprie canzoni. Il più giovane ha 19 anni, il più maturo 56, Campania e Lombardia sono le regioni più rappresentate, seguite da Sicilia, Lazio, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. I 53 selezionati accedono alle audizioni dal vivo del concorso in programma tra febbraio e i primi di marzo.
La giuria di Musicultura selezionerà la rosa dei 16 finalisti, protagonisti di un concerto al Teatro Persiani di Recanati ad aprile e le cui canzoni comporranno il CD compilation della XXXI edizione. Due degli otto vincitori verranno scelti tramite social, gli altri dal Comitato Artistico di garanzia. “Mi sento di assicurare che tra i problemi italiani non c’è quello della scarsa vitalità delle canzoni” dice Ezio Nannipieri, direttore artistico di Musicultura.

I sogni di Ferretti e Lo Schiavo per FelliniCicutto, omaggio Fellini a Lido? Forse sì ma compito curatore

31 gennaio 202016:08

Una Fiat 125 s blu dalla quale Dante Ferretti, con blocco per gli schizzi in mano, racconta a Federico Fellini sogni inventati,. E’ l’immagine, ricostruita con il modello originale di auto, e i manichini iperrealisti realizzati da Makinarium, che accoglie, circondati dai poster e le immagini dei film del grande cineasta, in Felliniana – Ferretti sogna Fellini, l’istallazione permanente che apre dal 1 febbraio negli Studi di Cinecittà, in occasione delle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita del maestro del cinema.
Un percorso in tre sale, creato dagli scenografi tre volte Premi Oscar Dante Ferretti e la moglie Francesca Lo Schiavo, storici collaboratori del cineasta. I sogni, nell’installazione continuano nella casa di piacere ispirata a La città delle donne, un bordello lunapark con Marcello Mastroianni /Snaporaz, insieme a soubrette in bikini che scendono da uno scivolo bordato di rosso. Si arriva poi al cinema Fulgor, una rievocazione della sala di Rimini dove Fellini bambino ha sviluppato il suo amore per il cinema. “Grazie a Federico ho imparato che si può fare di tutto e che anche gli errori sono fondamentali, perché di consentono di rendere ciò che crei ancora più reale o ancora più una fantasia, a seconda dei punti di vista” spiega Ferretti.
Felliniana “arricchisce l’offerta espositiva degli studios e evidenzia la capacità di questo luogo unico di unire attività culturali, industriali e divertimento” spiega Roberto Cicutto, ad e presidente di Luce Cinecittà e neo presidente della Biennale di Venezia. L’omaggio a Fellini, iniziato l’anno scorso alla Mostra del Cinema, continuerà anche quest’anno al Lido? “Penso di sì – risponde Cicutto – ma decidere è compito del curatore dalla Mostra”.

Da Monet a Sargent, a Siena capolavori da JohannesburgA S.M.Scala dal 13 giugno ‘Il sogno di Lady Florence Phillips’

SIENA31 gennaio 202016:15

– ‘Il sogno di Lady Florence Phillips – La Collezione della Johannesburg Art Gallery’: questa la mostra ospita dal prossimo 13 giugno al 13 settembre 2020 al Santa Maria della Scala di Siena.
L’esposizione, promossa dal Comune, presenta una selezione dei capolavori conservati alla Galleria d’Arte di Johannesburg, nata grazie a lady Phillips, moglie del magnate dell’industria mineraria sir Lionel Phillips. Circa sessanta le opere che arriveranno a Siena, tra olii, acquerelli e grafiche, per ripercorrere oltre un secolo di storia dell’arte internazionale, dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento, attraverso i suoi maggiori interpreti: Van Gogh, Degas, Monet, Cézanne, Matisse, Modigliani, Turner, Rodin, Moore, Lichtenstein, Derain, Pissarro, Corot, Sargent, Sisley, Bacon, Rossetti, Warhol, Signac, Picasso e molti altri.

Ghost il musical conquista il SistinaApplausi ai cantanti-attori e agli effetti speciali dello show

31 gennaio 202016:16

– I fantasmi in scena piacciono e divertono, soprattutto se a tenerli in vita è l’ amore che sfida la morte. Ha riscosso applausi a scena aperta al Teatro Sistina di Roma la prima di “Ghost il musical”, trasposizione per il palcoscenico firmata da Bruce Joel Rubin, autore della sceneggiatura del film con Patrick Swayze e Demi Moore campione di incassi nel 1990. La love story del bancario Sam ucciso in una rapina che da fantasma cerca di proteggere la sua Molly grazie all’ aiuto della sensitiva imbrogliona Oda Mae, l’ unica in grado di comunicare con lui, ha coinvolto gli spettatori grazie al ritmo serrato, alla serie di brani musicali originali firmati dall’ ex Eurythmics David Stewart e Glenn Ballard, e in particolare agli effetti speciali con spettri che entrano ed escono dai corpi, levitano o passano attraverso le porte e oggetti che si muovono tra continui cambi di scena. Convincenti e molto affiatati, Mirko Ranù e Giulia Sol reggono il confronto con la coppia di star del grande schermo, e Thomas Santu che ha impersonato il cattivo Carl. Il merito di tenere alto il versante comico della vicenda è tutto della debuttante Gloria Enchill bravissima nel rendere la medium con una trascinante esuberanza soul che non ha fatto rimpiangere l’ attrice Whoopy Goldberg. Federico Bellone, regista e scenografo anche della versione coprodotta in Spagna dello show, guida con mano sicura il cast con l’ aiuto di Chiara Vecchi, che cura anche le coreografie tra le quali si muove l’ ottantaduenne Ronnie Jones, vecchia conoscenza della scena musicale anni ottanta, nel ruolo del fantasma dell’ ospedale.

Salvatores, dissi no a Weinstein e alla Hollywood del male’Dopo 28 anni torno da presidente Los Angeles, Italia’

31 gennaio 202016:28

– Senza rimpianti ma con grande curiosità Gabriele Salvatores torna a Los Angeles: nel 1992 vinse l’Oscar per il miglior film straniero con Mediterraneo. Lo fa in questi giorni, presidente del festival Los Angeles, Italia (2-8 febbraio) che si svolge nella settimana prima della Notte degli Oscar. “Mi spaventa molto tornare e allo stesso tempo ne sono affascinato, l’anno in cui vinse Mediterraneo in nomination c’era un film capolavoro, Lanterne Rosse di Zhang Yimou, in fondo non me lo sono mai perdonato”, dice Salvatores. Quel febbraio di 28 anni fa gli ricorda anche altro, uno ‘sliding doors’ della sua vita privata e professionale, “per il quale devo dire non ho alcun rimpianto”. E racconta: “Un certo Harvey Weinstein voleva che mi trasferissi qui dopo l’Oscar: mi offriva contratto, una villa a Malibu, ufficio, nuove produzioni per me e Maurizio Totti. Ma io dissi di no: a quell’epoca Hollywood era per me l’impero del male, forse non sbagliavo, comunque ne ero terrorizzato, spaventato, mi sembrava come vendere l’anima. E poi ad essere onesto il motivo era anche un altro per cui non accettai: ero innamoratissimo e l’idea di lasciare l’Italia era inconcepibile”. Salvatores è alle prese con il progetto del nuovo film, “per la prima volta sarà una storia d’amore” e con la preparazione del ritorno alla Scala “a maggio con il Ballo in maschera”. Intanto a Los Angeles con il premio Oscar Nick Vallelonga presiede la rassegna di cinema italiano presentata dall’istituto Capri nel mondo e organizzata da Pascal Vicedomini (tra gli eventi la premiere di Odio l’estate di Aldo Giovanni e Giacomo e gli incontri con Francesca Archibugi, Elisa Amoruso, Ginevra Elkann, Remo Girone, Franco Nero, Marco Bocci, Francesco Di Leva, Ezio Greggio, Chiara Ferragni). E respira l’aria febbricitante della vigilia degli Oscar.

Antonacci confermato super ospite per serata finaleCanterà “Ti saprò aspettare”,

31 gennaio 202016:37

– E’ confermata la presenza di Biagio Antonacci al 70/o Festival di Sanremo. Il cantautore sarà il super ospite della serata finale, in programma sabato 8 febbraio.
Produttore, musicista, autore e performer, Biagio (fotografato insieme ad Amadeus durante le prove all’Ariston) torna sul palco dell’Ariston con un medley dei suoi successi e con il brano “Ti saprò aspettare”, estratto dall’ultimo album “Chiaramente visibili dallo spazio”, quindicesimo lavoro di studio.

Lascaux a Napoli, al MANN il fascino della preistoriaGrotta e pitture 3.0, prima volta in Italia, fino al 31 maggio

NAPOLI31 gennaio 202016:53

– Lascaux sotto il Vesuvio: arriva al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per la prima volta in Italia, l’esposizione internazionale ‘Lascaux 3.0’, che permette di scoprire la celebre Grotta risalente al Paleolitico superiore (tra i 20mila e i 17mila anni fa), Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco e dal 1963 interdetta al pubblico per preservarne la conservazione (in Francia è visitabile solo la fedele ricostruzione). L’exibit che fino al 31 maggio incanterà ragazzi, e non solo, si collega al restyling della collezione permanente del MANN ‘Preistoria e Protostoria’ (dal 28 febbraio) formata da circa 3mila reperti, dal Paleolitico inferiore all’Età del Ferro, alcuni provenienti dai depositi ed esposti per la prima volta. “Si dice preistoria e si pensa a Lascaux, un luogo mitico, che all’origine dell’arte come ci ricordò Georges Bataille. Chi non conosce quelle pitture rupestri chiamate appunto ‘la Cappella Sistina della Preistoria’? ricorda il direttore del MANN, Paolo Giulierini.

Libri: una donna normale, moglie madre e agente segretoIl romanzo di Roberto Costantini racconta la doppia vita di Ice

31 gennaio 202017:46

– ROBERTO COSTANTINI, UNA DONNA NORMALE (Longanesi, PP.480, EURO 19.90). La “donna normale” del titolo è un’agente dei Servizi segreti italiani, nome in codice Ice, che sorveglia gli infiltrati nelle moschee.
Nella vita privata, Ice, è un’altra persona: Aba Abate, madre e moglie, che tutti – amici e familiari compresi – credono una semplice funzionaria ministeriale.
Gestire una doppia vita non è facile e anche se Aba è allenata a farlo da sempre, la missione in cui è coinvolta la mette a dura prova. Un little boy, un ragazzo addestrato a farsi esplodere, è in arrivo in Italia e Ice ha il compito di bloccarlo per evitare una strage.
Non si sa chi è il terrorista, né dove colpirà, e per intercettarlo è necessario addentrarsi in luoghi oscuri, in cui i valori personali sono continuamente messi in discussione.
Roberto Costantini, come ha dimostrato nella precedente serie dedicata al commissario Balistreri, è un raffinato tessitore di trame complesse. La complessità non risiede esclusivamente nel dipanarsi della vicenda, ma nell’approfondimento della psicologia della protagonista. Aba e Ice sono in crescente conflitto: l’agente segreto deve portare a termine la missione a qualunque costo, la donna deve preservare la propria umanità per non perdere se stessa.
Una spy story estremamente attuale, con ambientazione in parte italiana, in parte libica, in cui la suspence è presente in ogni pagina. Con un personaggio femminile tanto vero quanto straordinario.

Tv: Imelda Staunton sarà la Regina Elisabetta per The CrownNetflix, per V stagione. In corso riprese IV con Olivia Coleman

31 gennaio 202018:00

– “Ho guardato The Crown sin dalla prima stagione. Da attrice è stata una gioia vedere come l’interpretazione di Claire Foy prima e di Olivia Colman poi abbia arricchito la sceneggiatura di Peter Morgan. Sono sinceramente onorata di unirmi ad un team creativo eccezionale e di portare questa serie alla sua conclusione”. L’attrice Imelda Staunton (Harry Potter, Pride e Downton Abbey) presterà il volto alla Regina Elisabetta II nella quinta e ultima stagione appena annunciata dal colosso streaming Netflix. Intanto, sono in corso le riprese della quarta stagione che vedono il rinnovo di Olivia Colman nei panni della Regina, interpretata nelle prime due stagioni da Claire Foy. La quarta stagione debutterà prossimamente sulla piattaforma in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. Peter Morgan – creatore, sceneggiatore e produttore esecutivo di The Crown – ha affermato: «Sono entusiasta di annunciare che Imelda Staunton interpreterà Sua Maestà la Regina Elisabetta II nella quinta e ultima stagione, portando The Crown nel XXI secolo. Imelda ha un talento sorprendente ed è perfetta per il ruolo, già interpretato da Claire Foy e Olivia Colman. Inizialmente avevo immaginato sei stagioni per The Crown, ma ora che abbiamo iniziato a lavorare sulla sceneggiatura della quinta stagione, ho realizzato che rappresenta il momento perfetto per fermarsi. Sono grato a Netflix e Sony per avermi supportato in questa decisione”.
Cindy Holland – VP, Original Content, Netflix – ha aggiunto: “Le prime tre stagioni di The Crown hanno definito un’era e la quarta stagione consoliderà ulteriormente il successo della serie. È un esempio eccellente di serialità pluripremiata, creato nel Regno Unito e amato da milioni di fan in tutto il mondo. Sostengo pienamente la decisione creativa di Peter Morgan e non vedo l’ora di vedere come lui, Imelda Staunton, il resto del cast e la troupe porteranno questa serie storica alla giusta e straordinaria conclusione”.

Blatter,nuova collana Castelvecchi con Chomsky, KleinFilone saggistico in collaborazione con rivista politica tedesca

TRIESTE31 gennaio 202018:03

– Noam Chomsky, Naomi Klein e Paul Mason sono i protagonisti dei primi tre libri della nuova collana editoriale, Blatter, che la casa editrice Castelvecchi ha varato e sarà in libreria da febbraio in collaborazione con la rivista ‘Blatter fur deutsche und internazionale Politik’, a cura di Giorgio Fazio e Cristina Guarnieri. Il primo titolo in catalogo è ‘Illegale, eppure legittimo. Una dubbia dottrina del nostro tempo’ di Noam Chomsky, cui seguirà ‘Capitale contro il clima’ di Naomi Klein, e infine ‘Dopo il capitalismo?’ di Paul Mason. Blatter fur deutsche und internazionale Politik è una rivista politica tedesca fondata nel 1956, di orientamento democratico-repubblicano, da decenni al centro del dibattito culturale e politico europeo. La rivista ospita scritti anche di Thomas Piketty, Joseph Stiglitz, Jurgen Habermas. Di prossima uscita nella nuova collana sono opere di Wendy Brown, Micha Brumlich, Ralf Dahrendorf, André Gorz, Luiz Ruffato.

Scala:Luisotti, Trovatore attuale anche contro citofoni oggiRegista, chiedo scusa se qualcuno non si trova in allestimento

MILANO31 gennaio 202018:24

– Presentato al Festival di Salisburgo nel 2014 arriva per la prima volta alla Scala ‘Il trovatore’ nell’allestimento del regista Alvis Hermans. Un debutto (dal 6 febbraio in replica fino al 29) che riporta anche nel teatro milanese il soprano Liudmyla Monastyrska.
“Senza Verdi non esisterebbe neppure la Scala, l’opera, anzi gli italiani che lui ha unito con i suoi canti – ha detto il maestro Nicola Luisotti, direttore dell’opera – E il Trovatore è estremamente attuale per quel che racconta, una vicenda di indipendenza, la lotta di classe. La gitana Azucena è una migrante: la storia ci insegna che l’integrazione è importante per evitare roghi di ieri o citofoni oggi, siamo i portatori sani dei messaggi del passato”.
Il regista Alvis Hermans ripropone lo spettacolo come lo aveva pensato per il suo debutto ambientandolo in un museo.
“Dovevo dare un senso a tre livelli contemporanei diversi: la storia ambientata nel 1400, la musica dell’800 e il pubblico attuale a cui è destinata – ha spiegato – Il museo rappresenta un ponte tra queste tre epoche e andare all’opera oggi in qualche modo è come visitare un museo”. “Voi in Italia vivete in condizioni speciali per le tante opere arte che avete ma in altri Paesi quello che è antico viene semplicemente considerato come vecchio quindi in modo svalutativo – ha aggiunto – Dovevo trovare una continuità stilistica con opere del passato per un pubblico del presente quindi chiedo scusa se qualcuno non si ritroverà in questa allestimento, ma oggi le platee non hanno abitudini al classico ma piuttosto immagini del Pop e della televisione”. “Non mi piace il kitsch e non voglio provocare a tutti i costi – ha concluso – ma alla fine il regista segue la sua visione e mi spiace se qualcuno è scontento”.

Pratolini collezionista d’arte, all’asta le sue opereIl 22 febbraio da Pananti a Firenze, 121 i lotti all’incanto

FIRENZE31 gennaio 202018:40

– Tra i pezzi più importanti c’è la ‘Dattilografa’, scultura in ceramica di Leoncillo Leonardi, ma il valore dei lotti che andranno all’asta a Firenze il 22 febbraio è legato anche al proprietario delle opere all’incanto: Vasco Pratolini (1913-991). La Casa d’aste Pananti batterà quella che è stata la collezione d’arte dello scrittore e sceneggiatore fiorentino, autore tra l’altro di Metello e delle Ragazze di San Frediano.
In tutto sono 121 le opere, una raccolta costituita attraverso una quotidiana frequentazione e collaborazione con gli artisti con cui condivideva una profonda affinità culturale.
Nell’elenco dei lotti che andranno all’incanto, provenienti dagli ultimi eredi dello scrittore, compaiono opere di Ottone Rosai con cui mantenne uno stretto rapporto per tutta la vita come testimonia la lettera ‘Autoritratto’ in cui il pittore si rivolge a Pratolini elogiandone le qualità spirituali. Si alternano poi grafiche, disegni e incisioni tra gli altri di Carrà, Bartolini, Picasso, Dorazio, Guccione, Maccari e Magnelli. Nei dipinti prevalgono gli artisti toscani e in particolare fiorentini come Caponi, Marma, Grazzini, Bozzolini, Marcucci e Venturi, con i quali il sodalizio è testimoniato da una serie di suggestivi ritratti dell’autore di Cronache di poveri amanti, e di varie opere con dedica. Infine, il sodalizio con il poeta e storico d’arte Alessandro Parronchi è attestato da un nucleo di dipinti antichi, per lo più di scuola fiorentina, tra fine Quattrocento e primi Seicento.

Musei: in Basilicata in cinque anni +35% visitatoriIl ministro Franceschini, “indiscutibile l’effetto Matera 2019”

POTENZA31 gennaio 202018:50

– “Con la riforma Franceschini”, i visitatori dei musei e siti archeologici statali della Basilicata “sono cresciuti del 35% rispetto a cinque anni fa, passando da 227.402 ingressi del 2014 a 307.052 del 2019”. Per il ministro per i Beni e le attività culturali e per il Turismo, Dario Basilicata, c’è stato “un indiscutibile ‘Effetto Matera’ per l’anno della Capitale europea della Cultura, incentrato sul patrimonio culturale come leva per lo sviluppo. È per onorare questa sfida vinta che – ha concluso il ministro – è stato appena istituito il Museo nazionale di Matera, ora a bando internazionale”.

Hit parade, J-Ax si prende la vettaTutto rap sul podio con Tha Supreme e Marracash

31 gennaio 202018:54

– J-Ax con il nuovo album Reale, che segna il suo ritorno sulla scena da solista a distanza di cinque anni da Il bello d’essere brutti, conquista la vetta della hit parade settimanale sia tra gli album, che tra i vinili.
Sul podio ancora rap con Tha Supreme e 23 6451, suo primo album in studio, al secondo posto, seguito da Marracash con Persona, che risale dalla 13/a posizione. Perde la vetta Brunori Sas con Cip!, ora quarto. Quinto gradino, senza variazioni rispetto a una settimana fa, per il gruppo trap FSK Satellite, con FSK TRapshit revenge, seguito da Rocco Hunt con Libertà.
Perde tre posizioni ed è ora settimo Eminem, con l’album uscito a sorpresa Music To Be Murdered By, titolo ispirato al maestro dell’orrore Alfred Hitchcock. Ottavo posto per Ultimo con Colpa delle favole, da 43 settimane in classifica. Sono, invece, 64 le settimane di presenza di Salmo, nono con Playlist Live. Chiude la top ten Accetto Miracoli di Tiziano Ferro, che oggi ha annunciato che devolverà in beneficenza il compenso per la sua presenza come ospite fisso al festival di Sanremo.

Il commissario Montalbano per la prima volta al cinema’Salvo Amato, Livia Mia’ in sala evento 24-25-26 febbraio

31 gennaio 202016:03

In attesa del grande evento tv della primavera 2020, il commissario Montalbano, nato dalla penna di Andrea Camilleri – che con le sue opere ha venduto oltre 20 milioni di copie nel mondo – e interpretato da Luca Zingaretti, arriva per la prima volta al cinema per un evento straordinario di soli tre giorni (il 24-25-26 febbraio) in anteprima assoluta.
Montalbano è uno di famiglia: molti di noi ormai si sentono a casa tra le pareti del commissariato di Vigata, come tra i muretti a secco, sulla terra arsa e gli ulivi, nelle tonnare abbandonate, nei ristoranti sul mare e sulle terrazze con vista sul tramonto.
Dopo aver raccolto oltre un miliardo e duecento milioni gli spettatori in vent’anni su Rai1, il nuovo attesissimo episodio della collection evento si intitola “Salvo Amato, Livia Mia” ed è diretto da Alberto Sironi (scomparso il 4 agosto 2019 durante le riprese) e da Luca Zingaretti.
Interpretato da Luca Zingaretti che da sempre presta il volto al commissario, da Cesare Bocci (il suo braccio destro Mimì Augello), Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Sonia Bergamasco (la fidanzata Livia), arriverà in sala il 24, 25, 26 febbraio (ELENCO SALE A BREVE SU: http://www.nexodigital.it) in un evento speciale e prossimamente sarà in onda su Rai1.
In questo nuovo episodio, il brutale omicidio di Agata Cosentino, il cui cadavere viene ritrovato in un corridoio dell’archivio comunale, non può lasciare indifferente Montalbano. Perché la vittima era una cara amica di Livia, una ragazza timida e riservata, che concedeva la sua amicizia e il suo amore a poche persone. E su quelle si concentra l’indagine di Montalbano, perché gli è presto chiaro che a uccidere Agata è stato qualcuno che le era molto vicino. Si tratta forse di una violenza sessuale degenerata in omicidio, ma da subito questa ipotesi non convince Montalbano, che inizia la sua indagine partendo proprio dalle conoscenze della vittima.
“Salvo, Amato Livia Mia”, una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction, sarà distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Romanzi e saggi, tornano a crescere le vendite
Dati Aie. Il 31/1 presentazione a Scuola Librai Mauri a Venezia

31 gennaio 202010:17

Si rafforza nel 2019 l’editoria italiana di varia (romanzi e saggi in formato cartaceo ed e-book): crescono fatturato (+4,9%) e, per la prima volta dal 2010, le copie vendute (+3,4%) nei canali trade, ovvero librerie, grande distribuzione organizzata e store online. Il settore torna così a un giro d’affari superiore a quello del 2011 (1,493 miliardi, e-book compresi, contro 1,432), ma soffre gli effetti della pirateria che sottrae 247 milioni di euro di vendite nelle librerie ogni anno. Sono i principali dati dell’analisi del mercato del libro di varia in Italia, realizzata dall’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) in collaborazione con Nielsen, che saranno illustrati dal presidente Ricardo Franco Levi, il 31 gennaio a Venezia, nella giornata conclusiva del XXXVII Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri.
In particolare, secondo i dati della ricerca, il mercato di varia dei libri fisici nei canali trade vale, nel 2019, 1,422 miliardi di euro (+4,9% rispetto all’anno precedente). Nel 2011 il mercato valeva 1,432 miliardi. Le copie fisiche vendute nel 2019 sono state 90,1 milioni (+3,4%). Erano 109 milioni nel 2011. Il mercato degli e-book vale 71 milioni di euro, in crescita del 6% rispetto all’anno precedente. Sono performance migliori di quelle degli altri Paesi: nel 2019 il mercato francese si stima – secondo le rispettive associazioni di categoria – sia cresciuto del 2%, quello tedesco dell’1,4%. Gli Usa invece arretrano dell’1,3% in termini di copie vendute.
Tra i canali di vendita gli store online coprono oggi più di un libro su quattro (il 26,7%, in crescita di 2,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente) mentre prosegue la perdita di quote di mercato da parte delle librerie: coprono nel 2019 il 66,2% delle vendite di varia (in calo di 2,8 punti percentuali).
Stabile la grande distribuzione organizzata (dal 7% al 7,1%). In dieci anni gli store online sono passati dal 3,8% al 26,7% sottraendo spazi alla grande distribuzione (dal 18% al 7,1%) e alle librerie (dal 78,2% al 66,2%). I dati Istat, analoghi a quelli relativi ai maggiori paesi europei, Francia e Germania in testa, segnalano il calo delle librerie: nel 2012 erano attive nel nostro Paese 3.544 librerie, diventate 3.299 nel 2017, con un saldo negativo di 245 (-6,9%).
Concentrandosi sul genere dei libri venduti, ottima performance della narrativa italiana, che cresce sia a valore con 205,9 milioni di euro (+7,3%) che a numero di copie vendute con 13,8 milioni (+6,2%) e della non fiction specialistica con un +9% a valore per 261,3 milioni di euro e +5,1% a copie vendute per 10,4 milioni: in questo settore sono ricompresi i manuali per i concorsi pubblici, la psicologia, la filosofia. In calo la narrativa straniera sia a valore con 251,4 milioni di euro (-1%) che a copie vendute con 17,3 milioni (-2,8%). Rallenta un po’ la corsa, pur mantenendosi a livelli molto alti, il settore bambini e ragazzi: vendite a valore di 246,7 milioni di euro (+3,4%) e 20,9 milioni di copie (+2,9%).
Per la App18, il bonus riconosciuto a tutti i neo-diciottenni per la loro crescita culturale, nel 2018 sono stati spesi in libri 132,4 milioni di euro, il 69% della spesa totale. Nel 2019, 131,5 milioni, il 66% della spesa totale. Ma la dotazione della 18App si è via via ridotta: nel 2018 era pari a 290 milioni di euro, nel 2019 è stata portata a 240 milioni e nel 2020 a 160 milioni: “l’impatto sul mercato potrà essere pesante.
Tanto più se si assommerà agli effetti delle nuove norme sul prezzo del libro appena approvate dal Parlamento e che graveranno sui lettori e sulle famiglie” sottolinea l’Associazione Italiana Editori.
Pesante l’impatto della pirateria: secondo i dati della ricerca commissionata da AIE a Ipsos, presentata a Roma lo scorso 22 gennaio inun convegno organizzato da Gli Editori AIE e FIEG, la pirateria sottrae ogni anno al mondo del libro 528 milioni di euro, il 23% del valore complessivo del mercato escludendo editoria scolastica ed export. L’Ipsos calcola una perdita di posti di lavoro nel settore pari a 3.600 persone, 8.800 considerando anche l’indotto. Dei 528 milioni persi complessivamente dall’editoria, 247 milioni sono di vendite nelle librerie. Se questi consumi ritornassero nell’alveo del mercato legale, calcola AIE, potrebbero aprire circa 120 nuove librerie, per 300 nuovi posti di lavoro.

Opening Sanremo, note e moda per i 70 anni del FestivalMostra e sfilata dal Casinò presenta Chiara Giallonardo

31 gennaio 202009:54

L’abito bianco sartoriale modello new look indossato da Nilla Pizzi nel 1951 quando vinse il primo Festival di Sanremo con “Grazie dei fior” divenne subito imitatissimo. Lo stesso avvenne per il long dress nero realizzato dalla sartoria di Raffaella Curiel nel ’69 per Iva Zanicchi, vincitrice del festival con Zingara. Per non parlare dei capi-scandalo, come quello con spacco abissale di Fausto Puglisi per Belen Rodriguez nel 2012, che mostrò così al pubblico la sua farfallina tatuata sull’inguine. Oppure dell’abito firmato Fernanda Gattinoni per Julia de Palma che turbò il pubblico con Tua, canzone giudicata troppo sexy per l’epoca. Poi l’abito bianco della Sartoria Gulp per Marcella Bella con le sue Montagne verdi, o quello indossato da Mina quando vinse con Le Mille Bolle Blu (collezione Prail de Rado). Sono capi storici, indimenticabili, legati per sempre alle canzoni dell’epoca e alle loro interpreti, e saranno anche loro, non solo i brani, a raccontare 70 anni di storia del Festival della canzone italiana, attraverso la moda e i look passati sul palco del Teatro Ariston in sette decenni, nell’Opening Sanremo 2020, che alla vigilia del Festival della canzone italiana, lunedì 3 febbraio, celebrerà i 70 anni della gara canora, primo appuntamento del progetto Tra palco e città. Il fashion show di 12 capi, sviluppato da Rai Pubblicità, in collaborazione con Rai Teche (per i filmati), sarà presentato da Chiara Giallonardo dal Casinò di Sanremo e andrà in onda nel corso del festival il 4 febbraio. “Che emozione essere qui” rivela in anteprima Chiara Giallonardo. “L’Opening sanremo 2020 è una novità assoluta che celebra 69 anni del Festival attraverso gli abiti iconici, le canzoni più belle e le testimonianze dei protagonisti”. Per la moda si ricorda la collaborazione dello Studio Marver che dal 1995 porta le grandi griffe sul palco dell’Ariston. Grande apporto dalla maison Gattinoni che esporrà per l’occasione cinque creazioni appartenenti all’archivio storico Fernanda e Raniero Gattinoni, dichiarato nel 2008 dal ministero per le Attività Culturali, patrimonio storico nazionale. Gli abiti sono quello in duchesse blu con ricami sul decolleté realizzato da Fernanda Gattinoni nel ’53 per la cantante Flo Sandon’s; un long dress con coda in paillette nere e castoni in cristallo, disegnato da Raniero Gattinoni nel 1992 per Alba Parietti nelle vesti di co-presentatrice; un abito in cady rosso bordeaux con cintura in vita e fiocchi fatto da Fernanda Gattinoni nel ’95 per Maria Teresa Ruta; un tubino in paillette oro e ricami di cristallo realizzato da Fernanda Gattinoni nel ’67 per la presentatrice Renata Mauro; infine un abito lungo in cady lurex di colore rosso, firmato Fernanda Gattinoni nel ’73 per la cantante Lara Saint Paul. Tra “i pezzi forti”, la creazione che Gianluca Saitto ha firmato per Patty Pravo, indossato dalla cantante nel Sanremo 2016. Un lungo e scenografico vestito di velluto di seta nero con coda, pensato per sublimare lo stile teatrale della cantante, impreziosito da una costruzione speciale realizzata con tulle color carne per rendere le maniche lunghe quasi sospese e per far sembrare il ramage del ricamo sulla seta simile a un tatuaggio. In mostra c’è lo smoking in shantung di seta bianco e collo a scialle nero ricamato firmato da Carlo Pignatelli e indossato da Achille Lauro lo scorso anno a Sanremo. Ma ci sono tanti altri capi ‘storici’ delle più grandi griffe italiane: Giorgio Armani Privé (Michelle Hunziker), Alberta Ferretti (Rocio Munoz Morales), Francesco Scognamiglio (Giorgia ed Emma), Antonio Grimaldi (Fiorella Mannoia), Pucci (Elisabetta Canalis), Dolce & Gabbana (Simona Ventura), Giorgio Armani (Ines Sastre), Nicola Trussardi (Orietta Berti), Moschino-Jeremy Scott (Hunziker), Gianfranco Ferrè (Andrea Osvart/Bianca Guaccero), Philosophy (Virginia Raffaele), Etro (Bisio), Ferragamo (Carlo Conti), Giorgio Armani (Panariello), Piattelli (Pippo Baudo).

Amadeus, il festival era il mio sogno sin da bambino”Non vedo l’ora di partire il 4 febbraio”

30 gennaio 202020:01

ondurre Sanremo? È quello che sognavo sin da ragazzino”. Ad ammetterlo, è Amadeus, padrone di casa del prossimo Festival della canzone italiana, ospite di Bruno Vespa in collegamento da Teatro Ariston nella puntata di Porta a Porta dedicata alla kermesse. “Io in vita mia non ho mai avuto un piano B – dice Amadeus – a 15-16 anni guardavo la tv, la Rai, Sanremo, Rischiatutto, Canzonissima. Il mio sogno era fare il presentatore e ovviamente poi arrivare a Sanremo”. Emozionato? “Si, un filino sono emozionato – risponde a Vespa – Stiamo provando e scendere le scale, iniziare con la sigla è sempre una grande emozione”.Quanto alle polemiche che hanno preceduto il festival, “a settembre mi dicevo: io sono il presentatore della porta accanto, ma che vuoi possa succedere?”, risponde con ironia. “Sei ancora spaventato possa accadere qualcosa?”, domanda Vespa. “No, adesso non vedo l’ora sia il 4 febbraio e tutti possano parlare di tutto il bello che ci sarà – risponde il conduttore -. Quando ho Fiorello, Tiziano Ferro, Benigni. E poi un Sanremo femminile con 10 donne intelligenti, ognuna con la sua storia e il suo racconto. E ancora la reunion dei Ricchi e Poveri, Romina e Albano, le canzoni, come puoi pensare a tutto questo?”.”Fiorello a Sanremo? Davvero non so cosa farà”, ribadisce il direttore artistico. “Conosco Fiorello da 35 anni. Mi piace proprio perché è imprevedibile. So solo che arriverà domani e alloggerà nella camera di fronte alla mia. Mi ha detto: ‘non ti dico nulla, stai sul palco e vedrai'”. Possiamo aspettarlo presente tutte le sere? “Per me si”, risponde.    “Sei ancora spaventato possa accadere qualcosa?”, domanda Vespa.
“No, adesso non vedo l’ora sia il 4 febbraio e tutti possano parlare di tutto il bello che ci sarà – risponde il conduttore -. Quando ho Fiorello, Tiziano Ferro, Benigni. E poi un Sanremo femminile con 10 donne intelligenti, ognuna con la sua storia e il suo racconto. E ancora la reunion dei Ricchi e Poveri, Romina e Albano, le canzoni, come puoi pensare a tutto questo?”.

La Collezione Cavallini Sgarbi a disposizione di FerraraOltre 500 opere per percorsi in Castello, programmate 5 mostre

FERRARA30 gennaio 202019:44

– Oltre cinquecento opere tra dipinti, sculture e oggetti di pregio, per un viaggio, in più tappe, all’interno del Castello Estense di Ferrara, alla scoperta dell’arte italiana. Grazie a uno schema di convenzione, approvato dalla Giunta Municipale di Ferrara, il Comune potrà godere del prestito dell’intera collezione d’arte della Fondazione Cavallini Sgarbi per esporne le opere all’interno delle sale del Castello, nell’ambito di diversi percorsi tematici che si alterneranno nel tempo. Cinque quelli già programmati fino al 2024, con la prima esposizione intitolata ‘La scultura dell’Ottocento e Novecento – da Lorenzo Bartolini e Bruno Innocenti’, già prevista per la prossima estate al termine della mostra dedicata a Gaetano Previati, in programma dall’8 febbraio al 7 giugno.
“Si tratta – spiega l’assessore Marco Gulinelli – di un successo importante per questa Amministrazione, che grazie a un complesso lavoro durato 5-6 mesi è riuscita a garantire alla città di Ferrara la disponibilità dell’intera collezione Cavallini Sgarbi con l’obiettivo di incrementare ulteriormente il patrimonio culturale cittadino. Una raccolta di 500 opere, comprendente capolavori della pittura e della scultura italiane, sulle quali il Ministero per i Beni culturali ha apposto il proprio vincolo, dichiarandone l”eccezionale interesse storico artistico’ e sottolineando il carattere identitario che la collezione ha per Ferrara”. Centrale, tra gli obiettivi dell’Amministrazione, è la promozione di eventi artistici di grande richiamo che incentivino l’afflusso turistico anche alla luce della prossima chiusura del Palazzo dei Diamanti per lavori di restauro.

Iscrizioni:più licei, meno professionaliCresce l’interesse per gli indirizzi del Liceo scientifico 26,2%

31 gennaio 202017:58

– Iscrizioni on line verso la chiusura: il temine finale è previsto per stasera alle ore 20 ma un dato sembra consolidato: i licei sono sempre in crescita, i tecnici sono scelti da un terzo dei ragazzi, con i professionali in lieve calo. Sono questi i dati preliminari del ministero dell’Istruzione: le famiglie e gli studenti hanno effettuato le loro scelte a partire dal 7 gennaio attraverso la piattaforma messa a disposizione da viale Trastevere. Secondo i primissimi dati elaborati i Licei si confermano in testa alle preferenze.
Il 56,3% delle domande presentate per le classi prime della Secondaria di II grado ha riguardato, infatti, un indirizzo liceale. Un dato in crescita rispetto al 55,4% dell’anno scorso.
Gli Istituti tecnici passano al 30,8% dal 31% del 2019/2020.
Calano leggermente i Professionali, dal 13,6% al 12,9%.

Marchi moda si contendono spazi a MilanoDa Tod’s a Fendi Italia, da Bottega Veneta a Damiani e Prada

MILANO31 gennaio 202016:35

– Tredici offerte per due negozi in Galleria Vittorio Emanuele II, nel cuore di Milano, da Tod’s, a Fendi, fino a Bottega Veneta, Hermes e Dior. Le griffe della moda si daranno battaglia a colpi di rialzi per la prossima asta all’incanto, con cui il Comune assegnerà i due spazi nel ‘Salotto della città’ e che si dovrebbe tenere verso la fine di febbraio. Questa mattina si è svolta la prima fase dell’asta, con la presentazione delle offerte che sono state ritenute tutte valide.
Sono due gli spazi che andranno all’asta: il primo lotto è relativo al negozio attualmente occupato da Armani e a partecipare saranno Tod’s, Fendi Italia, Bottega Veneta, Damiani, Prada, Salmoiraghi e Viganò. Il secondo spazio che andrà all’asta è relativo al negozio attualmente occupato da Versace e a contenderselo saranno Hermes, Luxury Retail Srl, Maxima Srl (Max Mara), Christian Dior, Versace, Damiani, Prada.

Ghali superospite a Sanremo nella serata di venerdìPresenterà un medley dei suoi successi e pezzo da nuovo DNA

30 gennaio 202019:30

– Ghali parteciperà come super ospite italiano alla 70esima edizione del festival di Sanremo nella serata di venerdì 7 febbraio. Presenterà un medley dei suoi successi e il secondo estratto dal suo nuovo album DNA, in uscita per Atlantic Warner/Sto records il 20/02/2020. L’annuncio nella settimana in cui la sua “Boogieman”, il singolo che anticipa DNA, è il singolo n.1 della classifica ufficiale in Italia prelude il lancio del nuovo progetto internazionale che dopo l’uscita dell’album DNA lo porterà in tutta in Europa cominciando proprio dalla sua Milano dove si esibirà nell’unica data italiana al Fabrique di Milano l’8, 9 e 10 Maggio. Il concerto a Milano, è prodotto e organizzato da Live Nation.

Salvatores, quella volta che dissi no a Weinstein e alla Hollywood del male’Dopo 28 anni torno presidente Los Angeles, Italia e vedo Oscar’

31 gennaio 202019:24

Senza rimpianti ma con grande curiosità Gabriele Salvatores torna a Los Angeles: nel 1992 vinse l’Oscar per il miglior film straniero con Mediterraneo, storia corale di un gruppo di militari italiani di presidio su un’isola della Grecia durante la Seconda guerra mondiale e da quel momento esaltante non è più ritornato. Lo fa in questi giorni, presidente del festival Los Angeles, Italia che si svolge nella settimana prima della Notte degli Oscar.
“Mi spaventa molto tornare e allo stesso tempo ne sono affascinato, l’anno in cui vinse Mediterraneo in nomination c’era un film capolavoro, Lanterne Rosse di Zhang Yimou, in fondo non me lo sono mai perdonato”, dice con modestia Salvatores. Quel febbraio di 28 anni fa gli ricorda anche altro, uno ‘sliding doors’ della sua vita privata e professionale, “per il quale devo dire non ho alcun rimpianto”. E racconta: “Un certo Harvey Weinstein voleva che mi trasferissi qui dopo l’Oscar: mi offriva contratto, una villa a Malibu, ufficio, nuove produzioni per me e Maurizio Totti. Ma io dissi di no: a quell’epoca Hollywood era per me l’impero del male, forse non sbagliavo, comunque ne ero terrorizzato, spaventato, mi sembrava come vendere l’anima. E poi ad essere onesto il motivo era anche un altro per cui non accettai: ero innamoratissimo e l’idea di lasciare l’Italia era inconcepibile”.
Salvatores è alle prese con il progetto del nuovo film, “per la prima volta sarà una storia d’amore” e con la preparazione del ritorno alla Scala “a maggio con il Ballo in maschera”.
Intanto a Los Angeles presiede con Nick Vallelonga (Green Book) la rassegna di cinema italiano presentata dall’istituto Capri nel mondo e organizzata da Pascal Vicedomini (tra gli eventi la premiere di Odio l’estate di Aldo Giovanni e Giacomo e gli incontri con Francesca Archibugi, Elisa Amoruso, Ginevra Elkann, Remo Girone, Franco Nero, Marco Bocci, Francesco Di Leva, Ezio Greggio, Chiara Ferragni). E respira l’aria febbricitante della vigilia degli Oscar. “Non ho votato anche se ne avrei il diritto da ex premiato, perché non mi sono mai registrato”, ammette, ma i film candidati li ha visti e amati ed ecco cosa ne pensa. “1917 di Sam Mendes mi è piaciuto molto ha tanti momenti poetici emozionanti. La fotografia di Roger Deakins è pazzesca, spero vinca la statuetta anche lui. Ho visto il film con il mio direttore della fotografia, impressionante realizzare un piano sequenza così lungo con tutte quelle persone da truccare. E anche Storia di un matrimonio di Noah Baumbach mi è piaciuto molto, io penso che il cinema in Italia, in Europa debba andare in quella direzione lì, essere sempre più poesia e sempre meno romanzo, racconto fino a se stesso. Per quello ci sono le serie tv, le guardi, ti piacciono ma difficilmente ti lasciano qualcosa come accade con un film potente”.
Quanto a C’era una volta Hollywood di Tarantino Salvatores non è del tutto convinto, “lui mi piace molto ovviamente, ma da un po’ sembra aver preso a fare film per se stesso come se fosse importante più della credibilità del racconto la sua capacità di intrattenere. Brad Pitt? Solo lui poteva fare la controfigura a DiCaprio. E’ sempre stato considerato bello più che bravo, in fondo sconta un pregiudizio di solito legato alle attrici, ma qui da davvero una grande prova”. Joker di Todd Phillips “l’ho visto due tre volte trovandoci ogni volta altri dettagli interessanti, è un film di emozioni e pensieri che ti fa riflettere specie in questo momento di odio e rabbia. E poi ho amato quei riferimenti al cinema americano degli anni ’70 e trovo Joaquin Phoenix bravissimo”. Altro film “monstre” è The Irishman che Salvatores giudica “molto bello e con un cast incredibile, compreso Joe Pesci un attore che mi è sempre piaciuto molto”. Parasite di Bong Joon-ho “è potente e di grande attualità perché il tema delle classi sociali è sempre più centrale nella nostra società”.
Salvatores è andato a vedere Piccole Donne di Greta Gerwig “senza aver mai letto il romanzo e ho trovato la protagonista Saoirse Ronan un’attrice fantastica”. Giudizio sospeso per Jojo Rabbit e Ford v Ferrari: “Devo ancora andarli a vedere”.

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SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Musica: a Paolo Fresu la cittadinanza onoraria di Matera
“Ha operato diversi contaminazioni con diversi generi musicali”

MATERA27 gennaio 2020 17:51

– “Musicista e compositore che si è distinto nel panorama musicale del jazz, operando contaminazioni con diversi generi musicali, molto legato alla città di Matera ed a progetti sviluppati con la partecipazione di giovani musicisti lucani, sulla scena musicale e creativa materana”. E’ questa la motivazione contenuta nella delibera che il Consiglio comunale della Città dei Sassi approverà in serata in occasione della consegna della cittadinanza onoraria a Paolo Fresu, proposta nei mesi scorsi dall’Onyx Jazz Club.
L’assemblea municipale si è riunita nell’Auditorium “Raffaele Gervasio”: al termine vi sarà anche un esibizione dello stesso Fresu, il quale ha annunciato ai giornalisti che nella scaletta è presente pure un brano inedito sulla Shoah. Il jazzista renderà omaggio anche a Federico Fellini, nel centesimo anniversario della nascita del regista. “Per me – ha detto Fresu – è un onore ed anche un modo per condividere questa onorificenza con il mio quintetto e con tutta la comunità materana”.
“Sono stato – ha ricordato – in questa città per la prima volta nel 1987, con la prima edizione del Gezziamoci, organizzato dall’Onyx Jazz Club che – ha sottolineato l’artista – in questi anni ha fatto grandi cose per la promozione del jazz e della musica in generale. In questi 30 anni – ha aggiunto Fresu – ho visto la città trasformarsi fino ai risultati raggiunti a livello internazionale con l’anno da Capitale europea della Cultura 2019”.

Medaglia al padre di Vasco Rossi, la madre ringraziaIl riconoscimento al genitore del cantautore, deportato nel 1943

MODENA27 gennaio 202018:57

– “Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato per questa onorificenza, ringrazio da parte mia e da parte di Vasco, mio figlio. Spero tanto che ‘Carlino’ da lassù veda questa bella festa”. Con queste parole in prefettura a Modena Novella Corsi, mamma novantenne di Vasco Rossi, ha commentato la consegna della medaglia d’Onore a suo marito Carlo Giovanni Rossi, detto ‘Carlino’, tra i soldati italiani deportati in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel campo di Dortmund Stalag, perché si rifiutò di combattere per i tedeschi, Carlo Giovanni Rossi restò dal settembre dal 1943 all’ottobre 1945. Morì nel 1979 a 56 anni. Ad accompagnare, nel giorno della memoria, Novella Corsi da Zocca, paese che ha dato i natali al rocker, è stato il figlio del Blasco, Luca. “È stato Vasco che ha voluto questo riconoscimento e l’estate scorsa abbiamo saputo che avrebbero dato la medaglia – ha detto Corsi – Vasco è stato molto contento, era molto affezionato al papà che non ha potuto vedere tutta la sua carriera”.

Auguri Paperica! Topolino celebra Vincenzo MollicaCon una storia speciale disegnata da Giorgio Cavazzano

29 gennaio 202009:37

polino celebra il compleanno di Vincenzo Mollica, una delle più grandi e apprezzate firme del giornalismo televisivo, con un omaggio a fumetti: una nuova avventura a fumetti di Paperica, il più iconico giornalista di Paperopoli. Zio Paperone, Paperica e l’intervista definitiva è il titolo della storia disegnata da Giorgio Cavazzano e sceneggiata da Fausto Vitaliano sul numero 3349 in edicola da mercoledì 29 gennaio.
Come ricordato da Alex Bertani, direttore di Topolino, nel suo editoriale del numero 3348, Vincenzo Mollica è un grande amico del magazine ed è “grazie a lui e alle sue genuine intenzioni, se tutti quanti abbiamo scoperto film, romanzi, musicisti, fumetti e anche tanto altro!”. Il giornalista a fine febbraio “appenderà il microfono al chiodo” ed è proprio questo lo spunto da cui si origina Zio Paperone, Paperica e l’intervista definitiva.
Torna dunque in scena Paperica, un bizzarro cronista con la passione per il mondo del cinema, omaggio a Vincenzo Mollica, nato dalla matita del maestro Giorgio Cavazzano nel 1995 con la storia Paperino Oscar del centenario (pubblicata su Topolino 2074).
“Con Vitaliano abbiamo deciso di creare questa storia come gesto d’affetto nei confronti di Vincenzo, che per me è stato un vero amico” commenta il maestro Giorgio Cavazzano. “La nostra è una bella amicizia che dura tuttora e spero che questo gesto e che questa storia gli facciano piacere. Vincenzo è sempre stato un vulcano di idee e mi ha dato un sacco di opportunità straordinarie, come quando ha lasciato il mio numero di telefono a Federico Fellini: senza di lui non sarei mai entrato in contatto con il grande maestro!”.

Tra gli ospiti del Festival anche il tenore Vittorio GrigoloCanterà E Lucevan Le Stelle e Bohemian Rapsody

27 gennaio 202020:22

– Anche Vittorio Grigolo sarà, secondo indiscrezioni, tra gli ospiti del festival di Sanremo nella serata finale di sabato 8 febbraio. Sul palco dell’Ariston il tenore toscano interpreterà E Lucevan Le Stelle dalla Tosca di Giacomo Puccini e Bohemian Rhapsody dei Queen sotto la direzione del maestro Diego Basso.

Benigni premiato a Parigi, vi regalo il mio cuorePrix Lumière alla carriera. Riconoscimenti a Ladj Ly e Polanski

28 gennaio 202009:40

“Grazie, ecco il mio cuore, ve lo regalo, potete farne ciò che volete”. E’ l’emozione di Roberto Benigni, che ha ricevuto a Parigi il premio alla carriera dalla giuria dei Prix Lumières, assegnati ogni anno dall’associazione della stampa estera nella capitale francese, per la sua opera “intensa e poetica”. “E’ magnifico ricevere questo riconoscimento nel Paese che è il tempio del cinema e che crea nella gioia la cultura”, ha aggiunto il premio Oscar, atteso come superospite al Festival di Sanremo. Omaggio speciale anche al regista Costa-Gavras per il suo contributo all’influenza globale del cinema francese. Principali vincitori della serata sono stati Roman Polanski per il suo ultimo film “J’accuse” (L’ufficiale e la spia) e soprattutto “Les Misérables” di Ladj Ly, selezionato per gli Oscar per il miglior film straniero. Polanski, assente alla cerimonia e al centro di nuove polemiche per accuse di violenze sessuali, è stato premiato per la regia per il suo film, Gran premio della giuria della Mostra di Venezia a settembre, dedicato all’affaire Dreyfus. Premio della giuria a Cannes, “Les Misérables” di Ladj Ly è stato premiato con tre trofei Lumières (film, sceneggiatura e rivelazione maschile per Alexis Manenti). Trasmessa dall’Olympia a Parigi in diretta su Canal +, la cerimonia ha anche premiato “Ritratto della ragazza in fiamme” di Céline Sciamma con due riconoscimenti (migliore attrice per Noémie Merlant e miglior immagine per Claire Mathon). Roschdy Zem è stato premiato come miglior attore per la sua interpretazione in “Roubaix, une lumière” (Oh mercy!) di Arnaud Depleschin, mentre Nina Meurisse è stata incoronata rivelazione femminile in “Camille” di Boris Lojkine. Il premio Lumiere per il documentario è andato a “M” di Yolande Zauberman e quello per l’animazione a “I lost my body” (Dov’è il mio corpo) di Jérémie Clapin, in corsa per gli Oscar. Il trofeo per la migliore musica è stato assegnato ad Alexandre Desplat per “Adults in the Room” di Costa-Gavras. “Nevada” di Laure de Clermont-Tonnerre ha vinto il premio per il primo lungometraggio e “It must be heaven” (Il paradiso probabilmente) di Elia Suleiman quello per la migliore coproduzione internazionale.

Ferro, Canterò Mia Martini e ModugnoIntervista a se stesso su Instagram

28 gennaio 202009:56

– Ferro intervista Ferro. A pochi giorni dal suo debutto come ospite fisso al Festival di Sanremo, il cantautore si diverte a pubblicare sulla sua pagina Instagram un’intervista doppia di cui è assoluto protagonista nei panni dell’intervistato e dell’intervistatore. “Ma tu l’avresti mai detto che avresti fatto tutte e 5 le serate di Sanremo?”, chiede Tiziano Ferro all’altro se stesso che risponde: “Neanche sotto tortura”. Contento di fare parte del cast di Sanremo? “Di più di quello che lascio intravedere. E ho detto tutto”. Nel dialogo a due, svela anche qualche dettaglio sulla sua partecipazione. “Ho due idee: la prima è cantare alcuni dei miei successi, poi vorrei cantare alcune delle canzoni che hanno ‘fatto’ i miei Sanremo. Che sono entrate nella mia vita direttamente dalle porte del Teatro Ariston”. Ci sarà “Mia Martini. Niente come lei che guardava la galleria dell’Ariston mentre ci gridava addosso Almeno tu nell’universo. E noi le credevamo tutti. E poi Modugno”. Alla parola “duetti”, scherza, dicendo di voler portare sua mamma. Poi conferma che si esibirà con Massimo Ranieri. “1988. Perdere l’amore. Lui termina la sua prima esibizione, il salotto di casa mia cade nel silenzio più assoluto e mio padre dice ‘questo vince’. E io da quel giorno penso che voglio essere come lui”. Ferro annuncia anche una sorpresa: “Presenterò un progetto completamente nuovo e inatteso per quanto mi riguarda: un documentario. Un progetto sul quale lavoro da anni e che uscirà a giugno, per Prime Video. Un’opera che mi racconta, alla luce dei 40 anni quasi compiuti e che nasce dall’urgenza di dire qualcosa in più di me, rispetto a quello che tutti sanno già. Il titolo sarà: FERRO”.

Mostre: ‘La rivoluzione siamo noi’, 150 opere a PiacenzaCollezionismo italiano contemporaneo dall’1/2 in un nuovo spazio

PIACENZA28 gennaio 202010:35

– Nasce a Piacenza, nell’edificio ex Enel della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ‘XNL Piacenza Contemporanea’, un centro culturale interamente dedicato all’arte contemporanea. Ad inaugurarlo sarà la mostra ‘La Rivoluzione siamo noi. Collezionismo italiano contemporaneo’, in programma dall’1 febbraio al 24 maggio.
L’esposizione, curata da Alberto Fiz, presenta oltre 150 opere tra dipinti, sculture, fotografie, video e installazioni di autori quali Piero Manzoni, Maurizio Cattelan, Marina Abramovic, Tomás Saraceno, Andy Warhol, Bill Viola, Dan Flavin, provenienti da 18 collezioni d’arte, tra le più importanti in Italia, che indagano trasversalmente movimenti, stili e tendenze della contemporaneità.
Il percorso si completa alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, dove una serie di lavori di artisti tra cui Ettore Spalletti, Wolfgang Laib, Fabio Mauri, Gregor Schneider, Pietro Roccasalva, dialoga con i capolavori dell’Ottocento e del Novecento.

Massarini, Dear Mister FantasyA 10 anni da uscita, per raccontare con la musica chi eravamo

28 gennaio 202011:15

CARLO MASSARINI, DEAR MISTER FANTASY (Rizzoli, pp.480, 49 euro). Un libro “personale e generazionale insieme”: così Carlo Massarini definisce il suo “Dear Mister Fantasy. Foto-racconto di un’epoca musicale in cui tutto era possibile. 1969-1982”, in libreria dal 28 gennaio con Rizzoli in una rinnovata edizione a 10 anni dalla prima uscita. Il libro – che rievoca l’esperienza del programma Rai Mister Fantasy, in cui Massarini portò in tv la “musica da vedere” – non è pensato solo per gli appassionati: attraverso foto, aneddoti, incontri ed emozioni legati al rock, agli artisti (circa 250, tra grandi e di nicchia), ai concerti storici, l’autore infatti racconta i sogni e le scoperte di chi era giovane tra il 1970 e il 1980 e l’Italia di quegli anni.
“La memoria è un bisogno vitale. Perdere o dimenticare le nostre radici, il nostro vissuto e quello degli altri ci lascia impoveriti e senza riferimenti. Nell’affrontare la scrittura, come anche i miei programmi radio-tv, cerco sempre di stare sul doppio binario: raccontare il presente ricollegandolo al passato, per poter immaginare il futuro”, spiega Massarini. “Purtroppo il presente digitale ci sommerge di notizie, spesso fake, e tende a farti pensare che tutto quello che succede ora è fondamentale. Non è così, è un’epoca di enorme superfluità”. Questo racconto per immagini e parole è la colonna sonora di molti, come se la nostra vita scorresse tra le pagine. “La musica è potente, ha contribuito a cambiare il corso della storia più volte. E’ la forza comunicativa più universale che esista. E’ la colonna sonora, ma anche un fattore emotivo integrato nel DNA nella nostra esistenza. E il periodo degli anni 70/primi 80, che racconto in prima persona, non come una enciclopedia ma come un foto-diario di bordo, l’ho condiviso con i miei coetanei. Per questo dico che è un libro personale e generazionale insieme”, afferma.
Cosa c’è di diverso in questa edizione? “140 pagine e relative foto in più: ho scelto di includere anche artisti che non ho fotografato, come Battisti, De Andrè, Gaber, Pink Floyd. E ho trovato degli inediti dimenticati straordinari: per tutti un’intervista a Zappa che è stato puro piacere riascoltare, a partire dal titolo: ‘La stupidità è come l’idrogeno. E’ ovunque'”. Con l’obiettivo di rivolgersi a tutti – “A quelli che c’erano, e che magari non li conoscono o non se li ricordano tutti, e a coloro che sono curiosi di sapere cosa e chi c’è stato”, dice – Massarini affronta con sguardo personale un periodo denso di fasi diverse ma piene di creatività e coraggio, un’epoca in cui “tutto era possibile”. E oggi invece? “‘Tutto era possibile’ perché il territorio era ancora vergine, perché il rock conosceva il suo boom, perché a poco a poco è cresciuta l’ambizione di essere originali, di lasciare una traccia nella storia. Adesso, dopo un processo strisciante di omologazione, i diversi sono più ghettizzati di prima, non si vuol fare arte ma streaming, il livello culturale è forse più allargato, ma sicuramente meno fertile di quegli anni. Chi va ‘in destinazione ostinata e contraria’, come De Andrè, è guardato male. E poi, non ci sono più le Case Discografiche di una volta. Oggi è tutto così istantaneo che puoi diventare una star di YT in un giorno, ma anche scomparire il successivo”.
C’è ancora spazio per l’approfondimento musicale in tv? “Nel servizio pubblico non c’è un solo programma di cultura e approfondimento musicale. Quattro anni fa hanno chiuso su Rai5 Ghiaccio Bollente, nonostante 30mila persone avessero firmato una petizione che chiedeva alla Rai di non chiuderlo. Quello che i dirigenti non capiscono è che è la narrazione che fa la differenza. Tu puoi catturare l’ascolto anche di un non-esperto quando racconti una storia significativa in una maniera anticonvenzionale, competente, appassionata”.
Tra Sabrina Salerno a Sanremo, e, cambiando contesto, il dibattito su Craxi e la sua figura, le sembra che stiamo assistendo a una rinnovata “voglia” degli anni ’80? “E’ un fenomeno ciclico: nei momenti difficili si torna sempre col pensiero ai ricordi migliori e si lascia fuori il peggio. Quegli anni erano sicuramente divertenti, colorati e creativi, uscivamo dagli anni di piombo, eravamo più ricchi o quantomeno ci sentivamo tali, c’era un’esplosione tecnologica con la partenza della rivoluzione digitale. Insomma, c’era più fiducia nel futuro. E’ questo che ci manca, adesso”.

Musei: visite a Firenze, da Memoriale Auschwitz a BartaliTorna Domenica metropolitana il 2/2

FIRENZE28 gennaio 202012:23

FIRENZE28 gennaio 202012:23

– Ci sono anche il Memoriale di Auschwitz, il museo del ciclismo Gino Bartali e il museo Zeffirelli tra i luoghi visitabili il 2 febbraio a Firenze in occasione de La Domenica metropolitana fiorentina. L’iniziativa permette attività e visite guidate gratuite nei musei civici fiorentini e in Palazzo Medici Riccardi per i residenti nella Città metropolitana di Firenze. In molti casi è obbligatoria la prenotazione.
Tra i luoghi visitabili anche il Museo della Misericordia, Palazzo Vecchio, la Torre di Arnolfo, il Museo Stefano Bardini, la Fondazione Salvatore Romano, il Museo Novecento, e la Cappella Brancacci. Al momento della prenotazione, spiega una nota, è possibile riservare un solo appuntamento nel corso della giornata per un massimo di cinque persone.

Giochi: Barbie calva o con vitiligine in serie FashionistasAll’insegna dell’ inclusività, Ken ha capelli lunghi e rossi

28 gennaio 202013:37

– Barbie annuncia l’espansione della sua linea di bambole Fashionistas, nuove bambole inclusive in arrivo. La linea Barbie Fashionistas include una bambola senza capelli, una con vitiligine, una con protesi dorata, un Ken dai capelli lunghi e fluenti e il primo Ken dai capelli rossi. Le nuove bambole si uniscono a più di 170 diverse dolls all’interno di questa gamma dal 2015.
Barbie Fashionistas è la linea entro la quale il brand Barbie offre più diversità e inclusione, le bambine possono scegliere fra una varietà di tonalità di pelle, colori di occhi, texture e colori di capelli, look. La seriea è stata creata con l’intento d ispirare le bambine a trovare una bambola che si rivolga a ciascuna di loro. Nel corso degli ultimi cinque anni, la linea si è evoluta per essere ancor di più il riflesso del mondo che le bambine vedono intorno a loro, introducendo più di 170 nuovi look. Sono compresi modelli più incarnati, colori e texture di capelli, colori degli occhi e lineamenti del viso. Differenti forme del corpo tra cui Tall, Petite, Curvy e una doll con un busto più piccolo, un punto vita meno definito e braccia più robuste. Dolls che riflettono disabilità permanenti, inclusa una bambola con una protesi e una con sedia a rotelle e rampa di risalita. Look di Ken rinnovati con una varietà di carnagioni, corpi, colori degli occhi e acconciature. Mattel ora offre Barbie doll che sono disponibili in 5 tipologie di corporatura, 22 carnagioni, 76 acconciature, 94 colori di capelli e 13 colori di occhi. Ken è disponibile in 4 corporature, 18 tipi di lineamenti, 13 incarnati, 9 colori di occhi e 22 colori di capelli. Nel 2020 Barbie continuerà a rappresentare l’inclusività e le diversità a livello globale nel comparto delle fashion dolls, proponendo una visione di bellezza e di moda multidimensionale, aggiungendo altri modelli. Come la bambola senza capelli (bold), riflesso del trend dell’hairstyle che dalle passerelle delle sfilate di moda arriva fino alle strade del centro. Se una bambina, per qualunque motivo, sta subendo la perdita dei capelli, può vedersi comunque rappresentata nella sua bambola preferita. Una doll dall’incarnato più scuro e con una protesi dorata.

Da Brera a Pompei, dagli Uffizi al ColosseoIl 2 febbraio torna la domenica gratuita nei musei

28 gennaio 202013:47

– Torna il 2 febbraio la #domenicalmuseo, reintrodotta e resa permanente dal ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini, con l’ingresso gratuito in tutti i musei e i parchi archeologici statali e in quelli comunali che aderiscono all’iniziativa. Aperti e free tutti i musei e le aree archeologiche più prestigiose, dal Colosseo a Pompei, dalla Pinacoteca di Brera agli Uffizi, Capodimonte, La Reggia di Caserta Ma anche molto di più e l’iniziativa è ghiotta proprio per scoprire i tantissimi gioielli della cultura offerti dal territorio: dalla casa museo di Gabriele D’Annunzio a Pescara al tempio delle tavole palatine a Bernalda in Basilicata; dal museo e parco archeologico nazionale di Scolacium in Calabria all’area archeologica di Conza, in Campania. E ancora dagli Scavi di Oplontis, sempre in Campania all’Abbazia di Pomposa a Codigoro, in Emilia Romagna; dal Palazzo di Teodorico a Ravenna al museo archeologico di Aquileia; dalla Torre di Cicerone a Civitavecchia al Museo etrusco di Villa Giulia a Roma; dal Museo preistorico dei Balzi Rossi di Ventimiglia, in Liguria al santuario di Minerva di Breno, in Lombardia. L’elenco completo degli istituti coinvolti è consultabile all’indirizzo http://www.beniculturali.it/domenicalmuseo

Vasco Rossi, non fatevi incantare da sirene autoritarieIl rocker ringrazia via social per la medaglia al padre

BOLOGNA28 gennaio 202014:58

– “Sono orgoglioso e fiero, e anche un po’ commosso per questo riconoscimento. E’ molto importante ricordare gli orrori, le sofferenze, le vite che sono state sacrificate per la libertà e per la democrazia, soprattutto in questi periodi nei quali le sirene autoritarie e demagogiche tornano a farsi sentire così forte per incantare le masse con i loro slogan facili”. Mentre guarda le luci della città di Los Angeles, Vasco Rossi manda via social i ringraziamenti per la medaglia al valore conferita ieri a suo padre Giovanni Carlo, internato nel lager nazista di Dortmund perché rifiutò di combattere con i tedeschi. La medaglia è stata ritirata ieri a Modena dalla madre Novella Corsi.
“Ricordiamo che libertà e democrazia sono state conquistate a prezzo di enormi sofferenze – ha detto ancora – perché non vorrei che i miei figli dovessero rivedere cose così orribili.
Meditate gente, state svegli e non fatevi incantare”.

Valentina di Crepax, nudità e rivoluzioneIn sala il documentario sull’icona femminile dei fumetti

29 gennaio 202009:38

“Valentina è bella come Louise Brooks, disturbante come un taglio di Fontana, consapevole come una lirica di Bob Dylan e libera come la musica di Charlie Parker. Elegante e sofisticato sogno erotico per gli uomini e simbolo di indipendenza, fascino e seduzione per le donne”. Così a Roma Giancarlo Soldi, regista di ‘Cercando Valentina. Il mondo di Guido Crepax’ sintetizza il suo film-documentario prodotto e distribuito a febbraio da Bizef. Un viaggio in questa figura dei fumetti nata negli anni Sessanta con tanto di anima rivoluzionaria, come quella del suo creatore Guido Crepax, portata avanti attraverso trasgressione e nudità. La stessa operazione, con i dovuti distinguo, fatta da Tinto Brass e Milo Manara, entrambi, proprio come Crepax, col cuore a sinistra.Ci troviamo a Milano a fine anni Sessanta, una città internazionale dove arte, musica, design, cinema e moda si contaminano e cercano il più possibile la rottura di ogni schema. Qui il solitario e casalingo Guido Crepax intercetta, come una spugna, tutte le novità del mondo che lo circonda e anticipa il futuro. Valentina, pubblicata dalla storica rivista Linus, sarà così un po’ il suo alter ego: fotografa, sognatrice, colta, trasgressiva e aperta al piacere, più che ai sentimenti, la donna con il famoso caschetto alla Louise Brooks diventa ben presto un’icona amata da più generazioni.
Nel film di Soldi poi a un certo punto il mondo del fumetto prende vita e Philip Rembrandt, che nelle storie di Valentina è l’amante della fotografa, diventa presenza reale e ci conduce alla ricerca di tutti coloro che l’hanno amata e capita. Da qui, nel docu, gli interventi dei familiari come Luisa, Antonio, Caterina e Giacomo Crepax e poi quelli di Daniele Barbieri, Tinto Brass, Paolo Boccara, Francesco Casetti, Annamaria Gandini, Riccardo Vianello, Salvatore Gregorietti, Milo Manara, Rita Marcotulli, Mario Martone, Lucio Morawetz Giovanni Mastrangelo Maria Mulas, Josè Muñoz, Denis Santachiara ed Elena Stancanelli.”Milano, Via De Amicis 45, c’è scritto sulla carta d’identità di Valentina – dice il regista – , ma l’indirizzo è quello di Guido Crepax. Lei dunque abitava in realtà il suo sogno, il suo cassetto, la sua matita, la sua fantasia. Crepax è Valentina. Per cui sono partito da lì e dalla Milano che in quegli anni aveva artisti capaci di raccontare il mondo contemporaneo, e Guido Crepax – continua Giancarlo Soldi -, è stato un protagonista di quel magico incrocio di coincidenze che ha portato alla modernità”. Del film, scritto insieme a Stefania Casini, “testimone di quel periodo di liberazione femminile” e con la collaborazione di Marco Lodoli, dice infine il regista: “Per raccontare l’euforia di quegli anni, mi è sembrato necessario utilizzare stili espressivi con registri diversi, tecniche miste, dalle riprese ricolorate, a omaggi ad artisti sperimentali come la celebre performance di Ives Klein citata da Crepax in una storia di Valentina”. VAI A TUTTE LE NOTIZIE DI TECNOLOGIA Home Mappa del sito ACQUISTA SU AMAZON

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Luna nera, serie fantasy al femminile
Su Netflix tre registe donne (Comenicini, Nicchiarelli, Randi), da libro Triana

28 gennaio 202019:38

Ambientazione seicentesca, stregoneria e magia nera, amore e pregiudizi, cultura machista e paura del diverso. Sbarca il 31 gennaio su Netflix la terza serie originale italiana della piattaforma: si tratta di “Luna nera”, un fantasy tutto al femminile che vede dietro la macchina da presa tre registe (Francesca Comencini, Susanna Nicchiarelli e Paola Randi), basato sul romanzo “Le città perdute. Luna nera” di Tiziana Triana (Sonzogno) , primo libro della saga. La scrittrice ha anche lavorato alla sceneggiatura degli episodi insieme a Francesca Manieri (“Il miracolo”), Laura Paolucci (“L’amica geniale”) e Vanessa Picciarelli (“Bangla”).
Prodotta da Fandango, ambientata nell’Italia del XVII secolo, “Luna nera” ruota in sei puntate attorno ad Ade (Antonia Fotaras, giovane attrice astro nascente già vista nella serie tv Rai Il nome della rosa con John Turturro Ndr), una levatrice di 16 anni accusata di stregoneria, dopo la morte di un neonato che trova rifugio in una misteriosa comunità di donne al limitare del bosco. La ragazza dovrà scegliere fra l’amore impossibile per Pietro (Giorgio Belli), figlio del capo dei Benandanti, e il proprio destino che potrebbe portarla a diventare una leader delle ‘mistiche’ compagne; senza dimenticare il potere della Chiesa e la minaccia dell’esercito dei ‘Furiosi’.- “È una storia universale – fa notare Comencini (già tra i registi di Gomorra) – la stregoneria, o meglio il fenomeno che ha visto tante donne accusate e uccise. Per questo è durato secoli, non si è saputo per lungo tempo nulla di loro, non abbiamo il numero delle vittime. La parola è oggi diventata di grande attualità a partire dagli anni ’70. Ritengo che ogni donna, vecchia o giovane che sia, che non sta dentro certi recinti, con famiglia o senza, lavoratrice o meno che sia, ma che si sente semplicemente libera di essere se stessa e non ha nessuna intenzione di rimanere un passo indietro, rischi di essere bollata così. Luna nera è una storia di donne, che in un mondo mistico e ribelle vengono perseguitate per la loro forza”.Abbiamo voluto rappresentare la loro forza, ribellione, oltre alla fatica, e non perché siano deboli, ma in quanto coraggiose, è una storia di riscatto”.
Oltre ad Antonia Fotaras nel ruolo della protagonista Ade, nel cast troviamo Giada Gagliardi (interpreta Valente), Adalgisa Manfrida (Persepolis), Manuela Mandracchia (Tebe), Lucrezia Guidone (Leptis), Federica Fracassi (Janara) e Barbara Ronchi (Antalia). Poi ancora Giorgio Belli (Pietro), Gloria Carovana (Cesaria), Giandomenico Cupaiolo (Sante), Filippo Scotti (Spirto), Gianmarco Vettori (Nicola), Aliosha Massine (Benedetto), Nathan Macchioni (Adriano), Roberto De Francesco (Marzio Oreggi), Martina Limonta (Segesta), Giulia Alberoni (Petra), Camille Dugay (Aquileia) e Gaetano Aronica (padre Tosco).
“Nel racconto – dice Susanna Nicchiarelli (Nico, 1988) – c’è l’elemento reale della persecuzione delle streghe, di donne di cui non si comprendeva la diversità, ma mettiamo in scena anche la fantasia, con le protagoniste che sanno uscire dalla loro condizione di vittime della storia. Si uniscono, combattono e riescono a liberare le altre donne”. Un progetto entusiasmante – aggiunge Paola Randi, (Nastro d’argento per Tito e gli alieni).
Ci sono state fra tutte noi libertà e compartecipazione”. Nelle 16 settimane di riprese, si è girato anche in varie location del Lazio, come il castello di Montecalvello appartenuto negli anni ’60 a Balthus.
Luna nera, nonostante l’epoca dell’ambientazione “si rivolge alle nuove generazioni: possiamo ricollegarci al nostro presente per poter ancora una volta sottolineare cosa voglia dire la paura del diverso, l’ignoranza, la ricerca del capro espiatorio – osservano ancora la scrittrice e le registe – e parità di diritti, temi di grande attualità”. Il produttore Domenico Procacci chiosa: “E’ la la prima volta che Fandango si misura con un fantasy, in verità in Italia non se ne fanno quasi per niente. Luna nera è anche un atto di coraggio”.

A S. Cecilia Brunello e Bach, i capolavori per violoncelloSecondo appuntamento con i capolavori del genio del ‘700

28 gennaio 202015:15

– Secondo appuntamento, mercoledì 29 gennaio (ore 20:30, Auditorium Parco della Musica), con il violoncellista Mario Brunello che a Santa Cecilia sta presentando l’esecuzione integrale delle sei Suites per violoncello, delle tre Sonate e delle tre Partite per violino composte da Bach facendo precedere in ogni concerto la spiegazione dei brani scelti.
Il musicista di Castelfranco Veneto, considerato tra i massimi interpreti contemporanei della letteratura violoncellista, proporrà la Partita per violino n. 1 e la Partita per violino n. 3, eseguite su violoncello piccolo, strumento che assomiglia a un violoncello, ma accordato come il violino, molto di moda negli anni Venti del Settecento ma scomparso quasi del tutto verso la fine dello stesso secolo. Il programma sarà completato dalla Suite per violoncello n. 6.
Mario Brunello suona un prezioso violoncello Maggini dei primi del Seicento al quale affianca negli ultimi anni il violoncello piccolo a quattro corde per il quale ha sviluppato un profondo interesse. Nello scorso autunno l’etichetta Arcana ha pubblicato la sua nuova incisione al violoncello piccolo delle Sonate e Partite di Bach per violino solo, che inaugura la “Bach Brunello Series”.

Paul Bocuse, lo chef rivoluzionarioBiografia di Belleret a pochi giorni da declassamento Michelin

28 gennaio 202016:07

– ROBERT BELLERET, PAUL BOCUSE. LO CHEF, IL MITO (Giunti, pp. 249, 18 euro) Si sarebbe indignato, infuriato magari, di certo rattristato, oppure chissà, magari avrebbe alzato le spalle e si sarebbe lasciato consolare dalla convinzione di essere diventato uno dei migliori al mondo nel suo mestiere e di averne cambiato per sempre la storia: non sapremo mai come avrebbe reagito Monsieur Paul Bocuse, scomparso due anni fa ultranovantenne, alla notizia della recentissima perdita di una delle tre stelle Michelin, per 54 anni mantenute da L’auberge du Pont de Collonges, il suo ristorante storico.
E ora che sta per uscire la prima biografia del celeberrimo cuoco francese, dal titolo “Paul Bocuse. Lo chef, il mito”, in libreria dal 31 gennaio con Giunti, se lo chiede anche il suo autore, Robert Belleret. Del resto, afferma lo scrittore e giornalista, “per questo cuoco partito dal nulla e senza diploma, pioniere in tanti ambiti, capace di portare gli chef fuori dall’anonimato, le tre stelle contavano tanto quanto il suo titolo di Miglior operaio di Francia, ottenuto nel 1961”.
Il libro, che ripercorre la straordinaria carriera di Bocuse fin dagli inizi, assomiglia a un romanzo, più che a una classica biografia: nelle pagine infatti Belleret, che ha scritto il volume dopo numerose interviste allo chef, agli amici e collaboratori, ha saputo delineare a 360 gradi la figura del grande e iconico cuoco famoso in tutto il mondo, narrando dei suoi sogni, le stranezze, i viaggi e il suo savoir faire, svelandone la tenacia, la personalità eclettica, la capacità di anticipare i tempi.
“Detronizzando la locanda del Pont de Collonges, è una certa immagine della grande cucina francese che la guida Michelin intacca”, afferma all’editore italiano Belleret, “Dopo la locanda de l’Ill, gestita dalla famiglia Haeberlin in Alsazia, locale amico e molto vicino a Paul Bocuse, declassato l’anno scorso, così come il savoiardo Marc Veyrat, altra figura mediatica e grande ammiratore di Bocuse, sembrerebbe che la guida voglia attaccare una generazione portatrice di una certa tradizione, privilegiando i prodotti e le relazioni senza preoccuparsi troppo di moda e creatività”.
Quello che è certo è che nessuno, nemmeno i giudici della temutissima guida Michelin che hanno deciso di declassare il suo ristorante, potranno mai togliere a Bocuse il merito di aver valorizzato nell’alta cucina il gusto del vero e dell’autentico, di aver posto con forza l’accento sulla qualità delle materie prime e sui prodotti locali e “popolari” dei mercati, ma anche di aver saputo comunicare la sua rivoluzione culinaria a tutti, dagli addetti ai lavori alle casalinghe nei programmi tv.

Elodie, io irrequieta, vivo fuori da comfort zone”Mi piacciono le sfide e al festival vado a fare la ‘favolosa'”

29 gennaio 202009:33

“Altro che comfort zone, preferisco allargarmi, mettermi alla prova, prendere gli schiaffi dalla vita: sono un’irrequieta di natura e non ho paura del giudizio”. Elodie si presenta al suo secondo festival di Sanremo, con l’incalzante brano Andromeda – scritto per lei da Mahmood e Dardust -, più grintosa che mai. E pronta a cambiare pelle e a sperimentare. Partita come interprete classica, con gli ultimi lavori – complice anche l’amore che la lega al rapper Marracash – si è avvicinata pian piano all’hip hop, in una versione molto personale di pop-rap, senza disdegnare anche un po’ di swing, di urban, di soul. E tutto questo è finito nel suo nuovo album “This is Elodie”, in uscita il 7 febbraio (per Island Records), con un’inedita anteprima streaming dal 31 gennaio.”Il titolo che ho scelto è il modo che ho di affermare me stessa e quello che sono diventata, io figlia di padre italiano e madre della Antille francesi, espressione del melting pot culturale. E’ un disco inclusivo con sfumature diverse”, racconta Elodie, che si è ormai affrancata dall’etichetta di ex talent (partecipò ad Amici nel 2015, arrivando seconda) e negli ultimi due anni ha lavorato molto sulla strada da prendere a livello artistico.”E’ più di un disco, è quello che sono in questo momento, è quello che mi piace cantare, ballare e condividere: potrebbe essere tranquillamente una playlist del mio telefono, anche perché sono fan di tutti gli ospiti e dei produttori con cui ho lavorato”. Molti, infatti i duetti presenti: da Gemitaiz a Fabri Fibra, da Lazza a Ernia e Margherita Vicario, passando per The Kolors, Ghemon e lo stesso Marracash. E tra i produttori, oltre a Dardust, figurano anche Takagi e Ketra, Neffa, Michele Canova e Big Fish. Per arrivare ai sedici brani del disco, Elodie ne ha selezionati oltre 70 in due anni. “Un lavorone, ma volevo essere più che convinta di quello che facevo”.Oltre ai successi Nero Bali, Margarita e Pensare Male, c’è anche un omaggio al suo compagno, con una versione piano e voce di Niente canzoni d’amore. “Ero un po’ timorosa a fargliela ascoltare, ma poi mi ha fatto i complimenti”. A Sanremo, dove per la cover ha scelto Adesso tu di eros Ramazzotti accompagnata dal pianista Aeham Ahmad, approdò già nel 2017 e ne conosce l’atmosfera. “Più c’è tensione, più io me ne frego. Non vado per prendere una coccarda da appuntare sul petto, ma per far sì che la mia canzone duri più del festival. Tutti gli occhi puntati addosso… e quando mi ricapita. Vado lì a fare la ‘favolosa'”, scherza con il suo accento romano che stona un po’ con l’aria da francese raffinata che la contraddistingue. “Lo so, mi diverte giocare con le contraddizioni. Mi piace essere femminile, ma anche un po’ coattella”.E in un festival che sulle donne sta giocando una partita importante dice: “Per me essere donna è un regalo. Rispetto al passato molti passi avanti sono stati fatti ma ancora tanti ce ne sono da fare. Penso che lo strumento migliore per crescere, capirsi e poter evolvere sia la comunicazione, il dialogo, se manca quello mancano le basi. Ci vuole tempo e pazienza”. Non manca il riferimento alle polemiche su Junior Cally: “Ho letto qualche estratto dei suoi testi e sicuramente utilizza parole forti… il linguaggio musicale sa e può essere aggressivo e crudo come quello cinematografico, in molti film si racconta di fatti scabrosi e nessuno se ne stupisce o si indigna… non penso si possa considerare una canzone come un’istigazione alla violenza”.

Moda: couture in bianco e nero per Nino LettieriEvento fashion a Palazzo Ferrajoli per 10 anni Altaroma

28 gennaio 202016:38

– Con una statica a Palazzo Ferrajoli a Roma, dove ha mostrato la sua nuova collezione di haute couture, lo stilista campano Nino Lettieri ha festeggiato dieci anni con Altaroma. La capsule di dieci abiti è stata abbinata ai gioielli in diamanti, zaffiri, rubini e smeraldi del marchio di alta gioielleria De Parme Design, disegnato dalla principessa d’Olanda Margherita di Borbone Parma. Gli abiti di Lettieri rispecchiano tutti i crismi della sartoria di alta moda: volumi ampi per gonne sontuose con piccole code, vita segnata, corpetti scolpiti, tessuti esclusivi e pregiati, ricami disposti a disegni geometrici. Pettinature con eleganti chignon firmati dal maestro dell’hair style Sergio Valente. Centinaia gli ospiti che hanno ammirato le creazioni di Lettieri, tra i quali Gabriella Carlucci, lo stilista Alviero Martini Elena Russo, Jane Alexander, Fanny Cadeo, Beppe Convertini, Metis Di Meo, Alessia Fabiani, Miriam Fecchi. I tre tableaux vivants sono stati presentati con l’accompagnamento musicale live dalle violiniste, Angelika e Martina de La Semicroma.

Nino D’Angelo, nel 2020 un libro, un album e un tour’Il poeta che non sa parlare’, “così mi definì la mia maestra”

28 gennaio 202016:52

– S’intitola ‘Il poeta che non sa parlare’ il nuovo progetto di Nino D’Angelo che si articolerà in un libro, un album-raccolta con qualche inedito e uno spettacolo di teatro canzone, nato e pensato sullo stile di Giorgio Gaber.
Un tour che il musicista già definisce “intimo e poetico, nel segno dei grandi sentimenti e dei valori. Dopo le ultime tournée ora ho voglia di un rapporto più personale con il pubblico, mi piacerebbe quasi sussurrare a tutti le mie canzoni, mettendomi come si dice a nudo”. “La scaletta – precisa – verterà sul repertorio di oggi con canzoni come ‘O pate, Senza giacca e cravatta, Si turnasse a nascere, senza tralasciare alcuni tra i più vecchi successi”.
Sarà un grande appuntamento dal vivo, sulla scia del successo riscosso, per esempio, nel 2013 quando D’Angelo si esibì al Teatro San Carlo di Napoli con il melodramma ‘Memento-Momento’, dedicato al cantautore e compositore Sergio Bruni con il maestro Roberto De Simone che curò la composizione strutturale cameristica, oppure quando fece registrare nel 2017 il tutto esaurito allo stadio San Paolo di Napoli per festeggiare i 60 anni. Il libro invece raccoglierà una serie di aneddoti sulla vita e sulla carriera artistica di D’Angelo, ma anche la narrazione di episodi legati al privato.
L’artista intanto è al lavoro sul nuovo disco: “Nel corso della mia vita ho scritto tante canzoni, alcune di successo, altre invece non hanno avuto il giusto tributo. L’opera sarà una raccolta con alcuni inediti. Sono un uomo libero e come sempre mi affiderò al mio istinto”. Quanto al titolo, racconta, “ai tempi della scuola la maestra mi disse: Tu sei un poeta che non sa parlare, arrivi al cuore anche quando ti esprimi male.
Questa frase mi è rimasta impressa da allora ed è ora di condividerla con il mio pubblico”.

Venduti all’asta tre water di Frank SinatraQuelli dell’hotel di Atlantic City dove ha vissuto

NEW YORK28 gennaio 202017:04

– Utilizzare lo stesso gabinetto di Frank Sinatra è un’opportunità che capita una volta nella vita e per alcuni dei suoi fan vale migliaia di dollari. Tre wc di una suite del Golden Nugget Casino di Atlantic City dove la star usava alloggiare, infatti, sono stati battuti all’asta per oltre 11mila dollari. Il magnate dei casinò Steve Wynn ha selezionato decorazioni da tutto il mondo per arredare la gigantesca suite da oltre 550 metri quadrati dove dormiva Sinatra, che ha cantato per diversi anni nell’hotel. Nessun altro poteva dormire nella camera in sua assenza, come ha raccontato alla Cnn David Berenblilt, della casa d’aste che ha battuto gli oggetti. Uno dei servizi, in marmo italiano con la seduta dorata a forma di conchiglia, è stato venduto per 4.250 dollari, mentre altri due per 3.500 e 3.750 dollari.

Virus Cina, Bocca: per il turismo contraccolpo immediatoPer il presidente di Federalberghi i “danni saranno gravi”

28 gennaio 202017:55

“Per il turismo il contraccolpo è già stato immediato ma ci stiamo preparando a contare danni ancora più gravi. E non saranno perdite indifferenti, possiamo già dirlo. Sono infatti convinto che ancora non abbiamo percepito la vera dimensione del problema e che ancora non la sappiamo assolutamente tutta la storia. Penso che purtroppo il peggio debba ancora venire: anche perché visto il numero degli abitanti della Cina, il numero di contagiati e morti è molto basso. Noi di cancellazioni e disdette ne stiamo già vedendo moltissime, anche io personalmente all’interno del mio gruppo, specialmente a livello di gruppi e tour operator. Per il mercato cinese sarà un anno molto complicato”. Così il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca parlando, commenta gli effetti negativi della diffusione del Coronavirus sul mondo dei viaggi e del turismo.”La nostra speranza è che il fenomeno rimanga circoscritto in Cina – prosegue Bocca – Se i contagi si allargassero in tutta Europa questo significherebbe metterci in difficoltà anche su tutti gli altri mercati. Penso ad esempio al mercato americano, che è molto sensibile a questi fenomeni. Se cominciassimo a parlare di casi a Parigi, casi a Londra, casi in Italia gli americani si tirerebbero indietro senza dubbio”. “Il mercato del Far East – continua il presidente degli albergatori italiani – per gli alberghi in questo periodo di bassa stagione (che corrisponde al loro Capodanno in cui viaggiano molto) è molto importante ed è una grossa fonte di business. Le dico che ieri abbiamo avuto una cancellazione di 50 camere per febbraio… Poi bisogna considerare che è un danno per gli alberghi di fascia lusso (perché il turista individuale è un turista con alta capacità di spesa) – considera ancora Bocca – ma anche per tutti gli alberghi di fascia medio-alta perché i gruppi spendono di meno sull’accomodation e spendono tantissimo nello shopping, altro settore che sarà molto danneggiato”.    “L’altra cosa molto importante – conclude – è che nella causale delle cancellazioni specificano che è il loro Governo a non farli partire. Quindi anche a livello di rimborsi, essendoci una causa di forza maggiore, sarà un disastro”.

Il manoscritto delle streghe, fantasy drama su SkyCon Teresa Palmer e Matthew Goode. Dal 29 gennaio il mercoledì

28 gennaio 202017:55

– Lei giovane accademica appassionata di alchimia, nonché strega che ha rinnegato la sua vera natura.
Lui affermato genetista che è anche un affascinante vampiro vecchio 1500 anni. Il loro amore impossibile e la missione che li accomuna metteranno a rischio la pace secolare stabilita tra le creature soprannaturali. In arrivo su Sky Atlantic e in streaming su Now tv A Discovery of Witches – Il manoscritto delle streghe, il fantasy drama a tinte gotiche Sky Original dal 29 gennaio su Sky Atlantic, alle 21.15 tutti i mercoledì.
Protagonisti Teresa Palmer (Knight of Cups, La battaglia di Hacksaw Ridge) e Matthew Goode (Stoker, A Single Man, Downton Abbey).
Nell’adattamento televisivo della saga bestseller di Deborah Harkness, Trilogia delle anime, Diana Bishop (Teresa Palmer), storica dell’università di Oxford, abita un mondo in cui streghe, vampiri e demoni vivono e lavorano al fianco degli umani, nascosti in bella vista. Anche Diana è una strega, discendente di una delle congreghe più potenti al mondo. Ma il brutale omicidio dei suoi genitori, avvenuto quando era solo una bambina, la porta a rinunciare al suo magico retaggio e a dedicarsi anima e corpo agli studi. Durante le sue ricerche, Diana si imbatte però in un antico e polveroso manoscritto custodito nella Bodleian Library di Oxford, all’interno del quale è nascosto un pericoloso mistero. Questa scoperta la costringerà a venire a patti con la sua vera natura e a incrociare il cammino dell’enigmatico genetista Matthew Clairmont (Matthew Goode), nonché vampiro millenario. Con l’intento di proteggere il magico libro e di risolvere il mistero contenuto al suo interno, per i due inizia un viaggio, e un’alleanza, che metteranno a dura prova la già precaria pace intessuta tra streghe, vampiri e demoni, ma che li avvicinerà sempre di più, coinvolgendoli in una relazione che va contro ogni regola.

Mostre: uno ‘Zoo di carta’ nella Bologna dell’IlluminismoFino al 30/4 ‘ritratti di animali’ nell’Italia del Settecento

BOLOGNA28 gennaio 202018:11

– ‘Zoo di Carta. La diffusione delle immagini zoologiche dell’Histoire naturelle di Buffon nell’Italia del Settecento’ è il tema della mostra in programma alla Biblioteca di Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale, a Bologna, dal 28 gennaio al 30 aprile.
La mostra, curata da Pierangelo Bellettini, direttore di San Giorgio in Poggiale, offre una selezione di 132 illustrazioni zoologiche (sulle 200 della Collezione completa) recentemente acquisite dalla Biblioteca di San Giorgio in Poggiale, tutte stampate a Bologna negli anni Ottanta del XVIII secolo ad opera dei calcografi Antonio Cattani e Antonio Nerozzi. Pubblicazioni che grande fortuna ebbero nel corso del Settecento, in piena epoca illuminista, quando si diffusero in tutta Europa traduzioni e imitazioni dell”Histoire naturelle’ di Georges-Louis Leclerc conte di Buffon. In esposizione quasi una collezione di figurine ante litteram: gatti d’Angora, iene, barboncini, formichieri, raffigurati ora su sfondi naturalistici, ora in ambientazioni domestiche.

Ciak per Robert Pattinson, è ‘The Batman’Regia di Matt Reeves, maxi cast, in sala nel 2021

29 gennaio 202009:33

Sarà un pipistrello più aristocratico e diafano nell’aspetto di quelli visti sul grande schermo fino ad oggi, ma una cosa è certa: al buio è abituato da tempo. Sono iniziate le riprese di “The Batman” della Warner Bros. Pictures, diretto da Matt Reeves (i film “Il pianeta delle scimmie”), e Robert Pattinson (l’imminente “Tenet, “The Lighthouse”, “Good Time”) interpreta il vigilante e detective di Gotham City, Batman, e il miliardario Bruce Wayne.
Al fianco di Pattinson, recitano nei panni di personaggi famosi e famigerati di Gotham, la brava e sofisticata Zoë Kravitz (“Animali fantastici: i crimini di Grindelwald”, “Mad Max: Fury Road”) nel ruolo di Selina Kyle; Paul Dano (“Love & Mercy”, “12 anni schiavo”) nel ruolo di Edward Nashton; Jeffrey Wright (i film di “Hunger Games”) nel ruolo di James Gordon del GCPD; John Turturro (i film di “Transformers”) è di Carmine Falcone; Peter Sarsgaard ( “Black Mass – L’ultimo gangster”) nel ruolo del Procuratore Distrettuale di Gotham, Gil Colson; Jayme Lawson (“Farewell Amor”) è la candidata sindaco Bella Reál, con Andy Serkis (i film “Il pianeta delle scimmie”, “Black Panther”) nel ruolo di Alfred; e Colin Farrell (“Animali fantastici e dove trovarli”) in quello di Oswald Cobblepot.
Il film è prodotto da Reeves e Dylan Clark mentre Simon Emanuel, Michael E. Uslan, Walter Hamada e Chantal Nong Vo sono i produttori esecutivi. Il team creativo di Reeves che lavora dietro le quinte, include il direttore della fotografia nominato all’Oscar Greig Fraser (“Lion – la strada verso casa”, l’imminente “Dune”); il suo scenografo de “Il pianeta delle scimmie”, James Chinlund; i montatori William Hoy (i film “Il pianeta delle scimmie”) e Tyler Nelson (“Rememory”); il supervisore ai VFX premio Oscar, Dan Lemmon (“Il libro della giungla”); il supervisore SFX nominato all’Oscar, Dominic Tuohy, (“1917”, “Star Wars: L’ascesa di Skywalker”); il sound mixer nominato all’Oscar, Stuart Wilson (“1917”, il franchise di “Star Wars”); la costumista premio Oscar, Jacqueline Durran (“1917”, “Piccole donne”, “Anna Karenina”) ed i costumisti Glyn Dillon (la saga di “Star Wars”) e David Crossman (“1917”, la serie “Star Wars”); la hair designer Zoe Tahir (l’imminente “No Time to Die”, “Spectre”); e la truccatrice nominata all’Oscar, Naomi Donne (“1917”).
Batman è una creazione di Bob Kane con Bill Finger. Basato su personaggi della DC, “The Batman” uscirà nelle sale nel 2021 e sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures.

Villetta con ospiti, tutti molto ‘cattivi’In sala la commedia noir di De Matteo con Giallini e Gallo

29 gennaio 202010:21

In ‘Villetta con ospiti’, film diretto da Ivano De Matteo e che si svolge in sole ventiquattro ore, c’è una famiglia borghese piena zeppa di scheletri nell’armadio, di veri peccatori. E questo vale purtroppo anche per chi circonda questo nucleo familiare compreso il prete e il poliziotto.
Ci troviamo in una plumbea villetta benestante nel Nord Est d’Italia, una casa ai confini con il bosco dove la natura mette in scena le crudeli ordinarie dinamiche della sopravvivenza.
All’interno della villa si consuma un’inaspettata tragedia: un ragazzo innocente, rumeno, viene ucciso perché scambiato per ladro, ma nessuno in questa piccola comunità protagonista della storia si sente davvero colpevole di quello che è appena accaduto o, forse, a nessuno conviene denunciare la verità. Questi i protagonisti del film in sala dal 30 gennaio con Academy Two: Giorgio (Marco Giallini), sposato con Diletta (Micaela Cescon), con la quale ha due figli, gestore della proprietà della ricca moglie e fervente fedifrago. Anche se, va detto, pure Diletta ha le sue colpe. Nella villa è poi presente occasionalmente un’assistente domestica, Sonja (Cristina Flutur), che ha un figlio adolescente Adrian (Ioan Tiberiu Dobrica). Tra gli altri protagonisti, il goloso ortopedico De Santis (Bebo Storti), il commissario Panti (Massimiliano Gallo) e il lussurioso sacerdote Don Carlo (Vinicio Marchioni).
Scritto da De Matteo, insieme alla compagna Valentina Furlan, anche stavolta il regista attinge alla realtà ed esattamente allo scottante tema delle armi e della legittima difesa. Dicono i due sceneggiatori: “Ci aveva colpito un fatto efferato di cronaca accaduto in un contesto perbene e così abbiamo pensato di raccontare, con candore e leggerezza, una storia cattiva. L’abbiamo ambientata nel Nordest – aggiungono – perché nella provincia ricca c’è più l’idea di difendersi, anche se fatti così succedono ovunque”.
Nel film che guarda dichiaratamente a ‘Seven’, ma anche ad ‘Ascensore per il patibolo’ di Louis Malle, e in generale ai noir degli anni Cinquanta, spiega il regista: “Parto sempre dalla famiglia con l’idea che, alla fine, in questa istituzione nessuno è salvabile, neppure il mio stesso figlio che a un certo punto potrebbe ubriacarsi e uccidere qualcuno. È – continua – racconto in fondo una storia di ordinaria follia che instilla comunque il dubbio a tutti noi. Vale a dire: che cosa avrei fatto io al posto loro?”. Conclude De Matteo che ha annunciato che il suo prossimo film potrebbe trattare del rapporto di un padre con una figlia adolescente, “non mi metto neanche in questo film certo a giudicare, ma quello che in caso vorrei dalle istituzioni è che mi mettessero in condizione di non dovermi trovare in una situazione così”. Per il disincantato Marco Giallini, infine, il vizio capitale della contemporaneità: “È il fatto che tutti oggi si sentono più colti, pensano di sapere tutto, come capita sempre di vedere sui social. E questo è un vero e proprio schifo”.

Mostre: Helmut Newton. Works, retrospettiva alla Gam TorinoA cura di Matthias Harder, 68 fotografie in 4 sezioni

TORINO29 gennaio 202010:54

– La Gam – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino apre la stagione espositiva 2020 con la retrospettiva ‘Helmut Newton. Works’, promossa dal 30 gennaio al 3 maggio dalla Fondazione Torino Musei e prodotta da Civita Mostre e Musei, con la Helmut Newton Foundation di Berlino. Il progetto espositivo è di Matthias Harder, direttore della fondazione tedesca, che ha selezionato 68 fotografie con lo scopo di presentare un’ampia panoramica della carriera del grande fotografo: ritratti a personaggi come Andy Warhol, Gianni Agnelli, Paloma Picasso, Catherine Deneuve, Anita Ekberg, Claudia Schiffer e Gianfranco Ferrè, servizi per importanti campagne di moda. Un insieme di opere che hanno raggiunto milioni di persone grazie anche alle riviste e ai libri su cui sono apparse.
Nel percorso della mostra, in quattro sezioni, si spazia dagli anni Settanta con le numerose copertine per Vogue sino all’opera più tarda con il bellissimo ritratto di Leni Richensthal del 2000.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

A teatro, le dittature di Canetti e l’Apologia della Pozzi
In scena anche Timi, Cristicchi, Piroso e il debutto di Ghost

29 gennaio 202010:55

– “La commedia della vanità” del Premio Nobel Elias Canetti secondo Claudio Longhi, con Fausto Russo Alesi; “Ghost Il Musical” per Federico Bellone; e Antonello Piroso con “I nostri primi, splendidi 60 anni”, tutti a Roma. E poi Filippo Timi nel suo “Skianto”, tra Milano e Torino; Elisabetta Pozzi in “Apologia” dell’anglosassone Alexi Kaye Campbell, diretta da Andrea Chiodi, a Napoli; e Simone Cristicchi nel “Manuale di volo per uomo”, a Genova: sono alcuni degli spettacoli teatrali in scena nel prossimo week end.

Finissage Aurora Eterna, 100 anni di classe italianaStoria dell’azienda a confronto con eventi politici e culturali

29 gennaio 202012:46

– Una storia di 100 anni di bellezza e qualità del Made in Italy a confronto con i principali eventi politici, sociali e culturali del Paese: chiude a Torino il 31 gennaio “Aurora Eterna”, mostra organizzata e ideata da Officina della Scrittura in occasione dei primi cento anni della celebre azienda torinese di penne. Al finissage, sono attesi tra gli altri anche Gian Giacomo Della Porta, Régis Gonzalez e Leonardo Gaffo e alcuni degli artisti che hanno contribuito con le loro opere alla realizzazione della mostra. Il percorso, a cura di Cécile Angelini e allestito negli spazi di Officina della Scrittura, è suddiviso per decadi in cui il dialogo avviene tra due linee del tempo, il mondo di Aurora e l’aurora del Mondo, mentre una penna iconica si relaziona con opere d’arte, oggetti di design e documenti storici.
Tante le penne imperdibili e storiche che il visitatore potrà ammirare nell’itinerario della mostra: direttamente dagli anni ’20 arriva la R.A.00 (Rientrante Aurora), una piccolissima penna stilografica in ebanite di nemmeno 6 centimetri pensata per essere portata al polso dalle debuttanti; al decennio successivo appartiene la R.A.3 Egizia, laminata d’oro con fregi che ricordano l’antico Egitto. L’Asterope che si apre e si chiude con una sola mano dedicata agli uomini d’affari è degli anni ’40, mentre risale al 1947 l’Aurora 88, la straordinaria penna creata con Marcello Nizzoli e tuttora in produzione. Non potevano mancare dagli anni ’60 la mitica Auretta, frutto della collaborazione con Albe Steiner né tantomeno le iconiche Hastil e Thesi disegnate da Marco Zanuso negli anni ’70 e da allora esposte al Moma di New York. Infine le creazioni più recenti: Ipsilon, la penna dal fermaglio inconfondibile realizzata in collaborazione con Giampiero Bodino; Optima, l’attualizzazione di una penna degli anni ’30 caratterizzata da un’originale greca sull’anello e infine una Giuseppe Verdi, simbolo delle creazioni più prestigiose e più preziose della maison. Nell’ultima decade figurano le lettere scritte a mano con una penna Aurora da artisti e autori italiani e internazionali, da Emilio Isgrò a Giulio Paolini.

Mostre: a Roma arriva “Banksy, a visual protest”Al Chiostro del Bramante artista dialoga con Raffaello

29 gennaio 202012:57

– La guerra, la ricchezza e la povertà, gli animali, la globalizzazione, il consumismo, la politica, il potere, l’ecologia affrontati con un linguaggio sferzante, anticonformista, che rifiuta le regole del sistema e si rivolge al pubblico senza filtri: le opere dell’artista in incognito più celebre al mondo arrivano al Chiostro del Bramante nella mostra “Banksy a visual protest”, ideata da Madeinart in collaborazione con 24 Ore Cultura e allestita dal 21 marzo al 26 luglio.
Da Love is in the Air a Girl with Balloon, da Queen Vic a Napalm, da Toxic Mary a HMV, dalle prove di stampa per il libro Wall & Piece ai progetti discografici per le copertine di vinili e CD: in un percorso rigoroso, sono esposte circa 80 opere di Banksy databili dal 2001 al 2017, che dialogano con l’architettura cinquecentesca progettata da Donato Bramante, in un confronto dialettico tra antico e contemporaneo. La mostra propone al pubblico tutto il mondo di Banksy, documentando le tecniche utilizzate nei suoi lavori (stampe su carta o tela, olio o acrilico su tela, spray su tela, stencil su metallo o su cemento, sculture di resina polimerica dipinta o di bronzo verniciato) e le tematiche affrontate.
Insieme al progetto espositivo, il Chiostro del Bramante presenta, nel cinquecentenario della morte di Raffaello, anche l’iniziativa #ARTisalwaysCONTEMPORARY: un progetto di sensibilizzazione, per proporre un dialogo inedito, a 5 secoli di distanza, tra Banksy e il maestro rinascimentale, con l’obiettivo di dimostrare quanto l’arte sia sempre contemporanea. Chi visita la mostra avrà dunque la possibilità non solo di conoscere Banksy ma anche di ammirare, salendo al primo piano del Chiostro, l’affresco di Raffaello Sibille e Angeli, commissionato all’artista da Agostino Chigi nel 1515 come parte della decorazione della Basilica di Santa Maria della Pace e visibile da una grande finestra nella Sala delle Sibille.

Cercasi direttori, bando per 13 postiFranceschini richiama i licenziati. Torna domenica gratis, per sempre

29 gennaio 202020:54

“Oltre 10 milioni di visitatori in più in cinque anni di riforma, l’autonomia ha dato risultati che sono sotto gli occhi di tutti, si va avanti così”. Il ministro della cultura Franceschini presenta alla stampa estera il nuovo bando per l’assunzione di direttori di prestigio internazionale da destinare ai musei statali resi autonomi dalla legge che porta il suo nome. E l’occasione è buona per rivendicare il successo delle sue iniziative, dall’autonomia gestionale estesa a 32 istituti, alle domeniche gratuite al museo che dopo la parziale cancellazione decisa dal predecessore Bonisoli da oggi tornano in grande stile, rese stabili da un decreto annunciato alle Camere in Question Time. “In cinque anni hanno portato nei musei 17 milioni di persone, in qualche domenica più di quante ne entravano allo stadio per una partita di serie A”, sottolinea soddisfatto rivendicando forse con un significato più ampio rispetto alla cultura “il bisogno di stabilità degli italiani”. La nuova fase della riforma arrivata con il secondo mandato del politico ferrarese alla guida del ministero del Collegio Romano restituisce l’autonomia alle Gallerie dell’Accademia di Firenze, al Museo Nazionale Etrusco e al Parco Archeologico dell’Appia a Roma e riporta in sella i tre direttori “licenziati” tra le polemiche da Bonisoli.Mentre estende ancora l’autonomia gestionale e scientifica promuovendo 8 nuovi istituti, dall’Archeologico di Cagliari al Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila; dal Complesso napoletano dei Girolamini che dopo l’incresciosa vicenda della razzia di libri cerca una nuova vita, al Palazzo Reale di Napoli. E ancora, il Vittoriano e Palazzo Venezia che a Roma diventano un unico complesso museale e anzi -annuncia il ministro- potranno forse contare su un collegamento sotterraneo grazie alla nuova fermata della metropolitana che secondo un progetto condiviso con il comune di Roma dovrebbe consentire l’ingresso diretto nei due palazzi “sul modello del Louvre”. Promosso a Matera il Museo Nazionale, dove la sfida sarà tesaurizzare il successo della città Capitale della Cultura; promosso in Calabria il Parco Archeologico di Sibari, devastato anni fa dall’alluvione di fango e reso lontano dalla mancanza di efficienti collegamenti (“Una sfida da vincere” rilancia il ministro). Premiata, infine, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, ricca di tesori.Otto sfide che cercano otto direttori manager in grado di promuoverle come hanno fatto colleghi italiani e stranieri in tante realtà da Capodimonte a Brera, anche se Franceschini “per non far torto a nessuno” non fa nomi. Mentre servono professionisti per coprire i posti resi vacanti da pensioni, spostamenti e rinunce: a Roma per la Galleria Borghese (Anna Coliva andrà in pensione a giugno) e per il Museo Nazionale Romano (Anna Maria Porro è passata a dirigere la Soprintendenza Speciale) a Ostia per il Parco Archeologico(andrà in pensione anche Anna Rosa Barbera). E poi alle Gallerie nazionali delle Marche dove Peter Aufreiter se ne andato sbattendo la porta contro la mancanza di certezze della passata gestione (“Con l’Austria nessuna polemica” giura il ministro) per tornare al museo della tecnica di Vienna. Infine Palazzo Ducale di Mantova, dove Peter Assmann, nell’incertezza ha preferito lasciare per Innsbruck e i Musei del Tirolo. Franceschini evita le polemiche, preferisce concentrarsi sui visitatori “cresciuti di più rispetto a quelli di altri paesi confrontabili con il nostro”. Un cronista dell’Associated Press gli ricorda le polemiche seguite al primo concorso e quelle più recenti per le decisioni di Bonisoli: “Come pensate di riconquistare la fiducia dei candidati stranieri?”. Lui non si scompone: “Chi viene in Italia sa che farà un’esperienza straordinaria”, risponde sottolineando poi che le condizioni oggi sono più certe rispetto al 2014. Domani come cinque anni fa l’annuncio sarà sulle pagine dell’Economist. Il capo dei ministri pd ha fretta di tornare a Palazzo Chigi: “Mi aspetto tante candidature di italiani e stranieri. Nella cultura la nazionalità non vuol dire nulla, conta il merito”.

Emma, la prima volta da ospite al festivalAll’Ariston il 4 febbraio, celebra 10 anni di carriera

29 gennaio 202015:09

– Emma Marrone sarà ospite della serata di apertura del Festival di Sanremo, martedì 4 febbraio.
Vincitrice di Sanremo 2012 con il brano “Non è l’inferno”, co-conduttrice nell’edizione 2015 al fianco di Carlo Conti, Emma nel suo decimo anno di carriera torna a calcare il palco dell’Ariston, per la prima volta come ospite.
La cantante, oltre a presentarsi insieme al cast del nuovo film di Gabriele Muccino, Gli anni più belli, in cui interpreta il ruolo di Anna, si esibirà portando dal vivo un brano estratto dal suo ultimo album “Fortuna” e un medley dei suoi più grandi successi.

Scamarcio, padre criminale dal cuore melòIn sala dal 6 febbraio Il ladro di giorni di Guido Lombardi

29 gennaio 202019:35

Revenge movie, film di formazione e sicuramente di relazioni tra padre e figlio, ‘Il ladro di giorni’ firmato da Guido Lombardi e tratto dal suo romanzo omonimo (Feltrinelli). Il film, passato alla Festa del Cinema di Roma e in sala dal 6 febbraio con Vision Distribution, parte tra le montagne del Trentino e racconta l’incontro dopo sette anni di un ragazzino, Salvo (Augusto Zazzaro) con Vincenzo (Riccardo Scamarcio) il padre appena uscito di galera. Salvo, undici anni, vive infatti con gli zii dopo la morte della madre. Il giorno della sua prima comunione, mentre gioca a pallone con gli amici, compare inaspettatamente a bordo campo un uomo che scoprirà essere suo padre.Salvo non lo vede da troppo tempo per riconoscerlo subito ovvero da quando due carabinieri lo avevano portato via dalla loro casa in Puglia. Ora Vincenzo, appena uscito di prigione, ha deciso di trascorrere qualche giorno con il figlio e parte con lui verso il sud. Il ragazzino è diffidente e curioso allo stesso tempo verso questo padre dai modi spicci e armato di pistola. Ma durante questo viaggio lungo l’Italia Salvo imparerà a conoscere suo padre e ad essere meno diffidente e Vincenzo a provare affetto per questo figlio mai davvero vissuto.”Questo film non è un crime, ma un melò – ci tiene a dire Scamarcio -. Leggendo il copione ho subito pensato al film di Zeffirelli, ‘Il campione’, dove c’è appunto il rapporto tra un boxeur e un bambino. Un film che emozionava e faceva piangere. Un genere, il melò, che purtroppo in Italia non si usa fare più perché si preferisce fare film più asciutti”. E va detto che proprio su questo genere si è formato l’attore, che ha interpretato tanti ruoli da maledetto ma non manca di cuore tenero: “Ho tanto amato ‘Elephant Man’ o film come ‘Nuovo Cinema Paradiso’ di Tornatore che avrò visto almeno ventisei volte, ogni volta, lo confesso, piangendo”. E sempre da Scamarcio, attore e produttore, la sua idea di cinema : “per me il cinema è un’alchimia – dice – che si basa anche sui rapporti di amicizia e affinità. Oggi nell’ambiente sono tutti professionisti e il cinema italiano è finito”.Dice infine il regista Guido Lombardi, nato a Napoli nel 1975 e che ha collaborato, tra gli altri, con Abel Ferrara e Paolo Sorrentino: “Spero si capisca che questo film è solo una favola nera, un melò, per niente un film realistico. Quando ero piccolo – aggiunge – a scuola il primo della classe aveva il compito di mettere alla lavagna una linea che divideva buoni e cattivi: mi hanno sempre interessato le ragioni del superamento di quella linea”. Nel cast del film, prodotto da Indigo , Bronx Film con Rai Cinema e Minerva Pictures Group con il sostegno di ben tre film commission (Trentino, Campania e Apulia), anche Massimo Popolizio, Giorgio Careccia, Vanessa Scalera, Carlo Cerciello e Rosa Diletta.

Gualazzi, io anima divisa tra pop e jazzIn gara con Carioca. “Ho un piano”, nuovo album dopo 4 anni

29 gennaio 202019:37

Un’anima divisa a metà, tra il jazz – primo e immenso amore – e il pop. Tra la passione per un genere considerato di nicchia in Italia e la necessità di farsi ascoltare da tanti. Raphael Gualazzi, dopo quattro anni dall’ultimo disco (Love Life Peace del 2016), torna a proporre le sue sperimentazioni, le sue evoluzioni pianistiche, superando confini e orizzonti. E lo fa ripartendo dal festival di Sanremo, per la sua quarta volta all’Ariston, con Carioca, un brano lontano dall’immagine che si ha di lui, tra atmosfere urban e cubane, che promette ritmo e divertimento sul palco ed è contenuto nel nuovo progetto “Ho un piano”, in uscita il 7 febbraio per Sugar.”Il brano lo ha scelto lo stesso Amadeus, al quale ho fatto sentire tutto il progetto”, rivela Gualazzi. “All’estero sono percepito più come musicista jazz (e per questo dovrò fare una seconda pubblicazione del disco), ma in Italia il jazz, al di fuori della dimensione live, non è supportato, non ha abbastanza spazio, né in radio, né in tv, né sui media in generale. E così vivo questo dualismo, senza rimpianti né rimorsi. Un eterno crossover che asseconda la mia mai appagata curiosità e mi porta a sperimentare. Perché quello che può essere visto come un limite, alla fine diventa un’opportunità. Ed è incredibile vedere quali strade può prendere la musica”, racconta Gualazzi. Quattro anni di assenza discografica, che nel frattempo lo hanno portato in giro per il mondo. In Giappone, in particolare, “dove è uscito un Best of, il brano Unika è entrato nella Top40 e io ho suonato al Blue Note di Tokyo”, dice senza nascondere l’orgoglio. “Prima di mettere qualcosa in musica – aggiunge poi il 38enne artista marchigiano -, credo nella necessità di vivere esperienze, elaborarle, prenderne coscienza”. Il suo – spiega ancora – “è un approccio poliforme alla musica, perché non rinuncio alla tavolozza di colori che ho a disposizione. Ma senza mai tradire il jazz”.Colori e sfumature che sono finiti nel suo disco: 11 brani che raccontano in un unico fil rouge il presente, tra temi sociali (immigrazione in Italià, culto dell’immagine in Nah Nah, superficialità della società moderna in La Parodie) e ambientali (in Per noi), senza dimenticare l’amore (per la vita in Carioca, per la musica in Immobile Aurora), viaggiando attraverso la fusione di musica urban, pop, elettronica, soul, africana e vintage (come il suo nuovo look anni Settanta). “Quando mi sono seduto in studio ho dichiarato ai miei produttori: Ho un piano. E loro pensando al pianoforte – la mia cifra stilistica distintiva – mi hanno risposto che già lo sapevano. Ma Volevo che fosse proprio questo il titolo. Perché il mio piano era quello di aprirmi a nuove commistioni. Non mi piacciono gli album ‘stampino’, con canzoni tutte uguali: sarei il primo ad annoiarmi”. Si va dalla chanson d’autore a marcette da teatro-canzone, passando per atmosfere dal sapore rossiniano e per omaggi a Demetrio Stratos, George Gershwin, Serge Gainsbourg e Mina. “Mina, con E se domani, è anche l’artista che ho scelto di omaggiare nella serata delle cover. Una delle più grandi che abbiamo avuto. E Simona Molinari, che ho chiamato come ospite, è perfetta per interpretarla insieme a me”. Ad aprile Gualazzi porterà le nuove sonorità dal vivo, nei teatri italiani. Il via il 26 aprile da Senigallia.

Musei: Franceschini, torna prima domenica gratis “stabile”A question time, schema decreto inviato a Consiglio Stato

29 gennaio 202016:10

– Dalla loro introduzione sperimentale nel 2014 le domeniche gratis al museo “hanno dato risultati eccellenti”. Lo ribadisce in Question Time il ministro della cultura Franceschini che annuncia di aver “inviato al Consiglio di Stato il nuovo schema di decreto” per allargare l’iniziativa a tutte le prime domeniche del mese e renderla stabile.
L’esperienza di questi anni, spiega il ministro rispondendo all’interrogazione presentata dalle deputate Pd Flavia Piccoli Nardelli e Rosa Maria Di Giorgi , “ha portato nei musei statali italiani oltre 17 milioni di visitatori”, anzi, aggiunge, “in alcuni casi è stata festa di popolo, nei musei sono entrate più persone che in una domenica allo stadio”. Turisti, certo, “ma anche cittadini e famiglie. L’iniziativa ha funzionato anche perché ha portato al museo persone che pur abitandovi vicino non ci erano mai entrate”. Valore pedagogico quindi, sottolinea il ministro, ma anche finanziario: “perché le domeniche gratuite sono state il traino per i giorni successivi, hanno portato nei musei nuovi visitatori paganti”.
Nella passata legislatura, il ministro 5stelle Alberto Bonisoli aveva ridotto l’iniziativa a sei mesi l’anno accordando ai musei la possibilità di scegliere quando applicare la gratuità: un esperimento che secondo Franceschini non ha funzionato, portando anche ad una riduzione del numero complessivo di visitatori dei musei che nel 2019, per la prima volta dopo anni, non è aumentato anzi è calato, seppure di poco. “Sia i numeri, sia l’esigenza di stabilizzazione, che in Italia è importante, mi hanno convinto – conclude il ministro – a confermare la gratuità della prima domenica del mese per tutto l’anno”.

Marcuzzi rinuncia a Isola, per lei nuovi progettiIn accordo con Mediaset. Confermata puntata settimanale Le Iene

29 gennaio 202016:11

– Alessia Marcuzzi, “in pieno accordo con Mediaset, ha preferito rinunciare alla conduzione della prossima edizione dell’«Isola dei Famosi”. Lo ufficializza in una nota Cologno Monzese precisando che “sono alle porte per Alessia Marcuzzi nuovi progetti su Canale 5 che andranno ad aggiungersi alla sua puntata settimanale delle “Le Iene” (in onda da febbraio su Italia 1)”.

Lauren, Kate, da Miu Miu jeans con nomi donne celebriCapsule Denim Icons, 6 modelli, dai Capri alle zampe d’elefante

29 gennaio 202016:12

– Lauren, Brigitte, Francoise , Jane, Brooke, Kate, sono i nomi di donne famose con i quali il marchio di abbigliamento del Gruppo Prada, Miu Miu, ha deciso di chiamare i sei modelli di jeans della sua nuova capsule, denominata “Denim Icons”. Ognuno dei sei modelli di pantaloni è ispirato al decennio in cui è stato creato, mentre il nome richiama alla mente la donna sofisticata, elegante o ribelle più famosa per averli indossati. Dopotutto, sono pochi i capi in grado di rievocare un’epoca come un paio di jeans. Ormai sono diventati simbolo universale di democrazia nel guardaroba di tutti e ogni persona, anzi, ogni generazione, li indossa nel proprio, personalissimo modo.
Tagliato in denim pesante blu scuro, il modello Lauren (Bacall) ricorda il classico indumento da lavoro anni Quaranta, grezzo e soprattutto funzionale, largamente in uso allora. Negli anni Cinquanta, i jeans sono diventati più un’affermazione di stile: Brigitte (Bardot) è a vita alta in denim scuro, tagliato alla caviglia per richiamare la linea molto femminile dei pantaloni Capri.
Il modello Françoise (Hardy) è in denim bianco, dritto e a vita alta, tipico degli anni Sessanta: all’epoca i jeans erano già diventati onnipresenti, simboli di gioventù ed emancipazione; col crescere della loro popolarità, si moltiplicarono anche i tipi di peso e lavaggio e la varietà di colori disponibili.
In denim sbiadito e di forma svasata come in uso negli anni Settanta, i jeans Jane (Fonda) hanno la vita bassa appoggiata sui fianchi: il flower power era al culmine così come i pantaloni a zampa, e i jeans erano l’ultimo grido. Il modello Brooke Shields è unisex, nel denim scuro tanto amato negli anni Ottanta, ora con whiskers per un tocco più attuale. E infine Kate (Moss), un paio di jeans blue ampi che sembrano rubati al guardaroba di lui, dall’ eleganza naturale e minimale, come in voga nel corso degli anni Novanta.

Musei: Hollberg, concluderò lavoro lasciato a metà(v.’ Musei: tornano in sella Hollberg…’

FIRENZE29 gennaio 202016:13

– Si dice “molto contenta” della decisione del ministro Dario Franceschini, anticipatale nei giorni scorsi dal ministero: le consentirà “di portare a termine quanto avevo iniziato e che ero stata costretta a lasciare”. A parlare è Cecilie Hollberg che, come confermato oggi, torna alla guida della Galleria dell’Accademia di Firenze dalla quale era stata rimossa ad agosto scorso dopo la decisione di Alberto Bonisoli, predecessore di Franceschini, di togliere l’autonomia al museo fiorentino che custodisce il David di Michelangelo.
Hollberg ha ringraziato Franceschini per averla riportata alla direzione della Galleria dell’Accademia e si è detta molto “commossa per i tanti messaggi che sto ricevendo da Firenze e non solo: in particolare mi ha colpito un fiorentino che mi ha scritto ‘Sono veramente felice per noi'”.
Oggi Franceschini, sul ripristino dell’autonomia per Accademia e anche per il Parco Archeologico dell’Appia Antica e per il Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia, ha assicurato che “avverrà in tempi molto brevi”, comunque non prima del 5 febbraio, hanno chiarito i suoi uffici per i tecnici del decreto. Dal canto suo Hollberg non aggiunge nulla sulla data del suo ritorno.
Quando lasciò ad agosto, rivendicando i suoi risultati, Hollberg sottolineò che “le carte sono state messe in regola, gare importanti sono state pubblicate e ci stiamo avviando, con i grandi cantieri, a portare la Galleria dell’Accademia dall’Ottocento al XXI secolo”.

Autoritratto in blu sul Berlino-ParigiFlusso di coscienza in volo per musicologa Noemi Lefebvre

29 gennaio 202017:00

– “Aveva appena ordinato quel blenðded whisky on the rocks allungato con l’acqua quando gli ho fatto notare, con la disinvoltura che mi caratterizza, che era un vero americano per bere una roba simile, perché l’ho detto? Non trovo il perché per quanto cerchi, forse perché non sono stata capace di aspettare, seduta da agnello sulla mia poltrona club, che desse inizio lui alla conversazione, forse perché fin dal momento del suo arrivo mi è parso di notare nel pianista un leggero malessere, e per rassicurarlo non ho trovato di meglio che prenderlo come si deve per i fondelli, era forse un modo di mettere subito i nostri rapporðti sul piano di un franco cameratismo”. Quanto è lungo un volo Berlino-Parigi? Un’ora e mezzo di attesa. Un’ora e mezzo di pensieri, riflessioni, note che si affastellano nella mente per Noémi Lefebvre, musicologa e politologa francese, classe 1964, già autrice di tre romanzi acclamati dalla critica francese come L’état des sentiments à l’âge adulte, L’enfance politique, Poétique de l’emploi editi da Gallimard nell’originale marchio di ricerca Verticales, della quale arriva il 30 gennaio per la prima volta in Italia “L’autoritratto in blu” per Safarà. Proprio come Virginia Woolf in Mrs Dalloway aveva costruito un romanzo in un preciso giorno, Lefebvre, costruisce il suo nel tempo di un viaggio in aereo.
Protagonista, una donna francese, “perseguitata” dall’incontro con un pianista tedesco-americano a sua volta ossessionato dall’autoritratto di Arnold Schönberg (opera appartenente alla brevissima stagione pittorica del compositore pionere del sistema tonale), che vola verso casa in compagnia della sua vivace sorella e portando con sé un volume di lettere di Theodor W. Adorno a Thomas Mann. Tutto accade nella sua testa, in un flusso di coscienza molto vicino a una partitura musicale, nel quale le idee si rincorrono, si avvicendando e risuonano l’una con l’altra, raccontando quasi dieci anni della sua vita. Mentre lei rivela i suoi fallimenti sociali, il pianista compone un autoritratto musicale in cui risuona il blu appassionato e agghiacciante di Schönberg.
“Ripensare alla macchina del pianista mi ha fatto sentire male – si dice la protagonista – avevo le gambe molli e la testa in fiamme, poteva passare per mal d’aria ma in realtà era vergogna pura e semplice, e per associazione di vergogne mi sono rivista mentre esasperavo all’estremo il pianista guidatore facendogli scendere e risalire la Neue Kantstrasse perché non trovavo più l’ingresso della mia pensione polacca”. Dal finestrino si intravede Wannsee con la sua Isola dei pavoni e i laghi satellite dove i berlinesi facevano il bagno d’estate ed ecco che la mente corre alla Conferenza di Wannsee, quando gli alti ufficiali nazionalsocialisti vennero messi al corrente della Soluzione finale della questione ebraica. E poi il cinema e i leggendari caffè europei che la donna ha visitato, il fallimento del suo matrimonio, il mondo dell’arte tedesco, il nazismo e la felicità collettiva, la memoria, ancora Schönberg, Thomas Mann e Adorno, il comandante di volo.
“Dormire un po’, se soltanto! Chiudere gli occhi per dormire e non per pensare né pregare né sentire ma, sì, dormire, oh dormire finalmente! – sospira – Qui e ora senza pensarci troppo ma senza lottare né volere, ho chiuso gli occhi però non più di qualche secondo, dormire in aereo è impossibile di fianco a mia sorella con quella sua gioia di volare che non viene mai meno prima dell’atterraggio”. E allora ecco ancora l’immagine del pianista, le sue mani sui tasti, il vizio del fumo, Beethoven, Goring, l’educazione, quell’incomprensibile fascinazione della sorella per l’aereofreno.
“Mi sono immersa nel mio libro con smisurata energia, ho divorato una decina di lettere di Thomas Mann a Theodor W.
Adorno e una decina di lettere di Theodor W. Adorno a Thomas Mann, dicendomi non è mai troppo tardi per imparare”, ma i pensieri tornano ad avvitarsi fino a quel giorno nel parco e il pianista sotto l’albero. Quando finalmente, dal finestrino, ecco Parigi.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

S. Cecilia, il debutto di Malkki e Malofeev
Direttrice finlandese e pianista russo in concerto Cajkovskij

29 gennaio 202017:11

– Occhi puntati giovedì 30 gennaio su Susanna Mälkki e Alexander Malofeev al loro debutto sul palcoscenico per la stagione sinfonica di Santa Cecilia (alle 19:30, Auditorium Parco della Musica, repliche venerdì 31 alle 20.30 e sabato 1 febbraio alle 18). La direttrice finlandese, direttore principale della Helsinki Philharmonic Orchestra, Direttore ospite principale della Los Angeles Philharmonic e già nel 2006 alla guida dell’Ensemble InterContemporain di Pierre Boulez, dirigerà l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il giovanissimo pianista Alexander Malofeev, -enfant prodige pupillo di Valery Gergiev, nel Concerto per pianoforte n. 1 di Čajkovskij. Il programma della serata prevede inoltre la prima esecuzione italiana di Flounce, opera della finlandese Lotta Wennäkoski, considerata tra i nomi più interessanti della scena contemporanea internazionale, e il Concerto per Orchestra di Béla Bartók. Il Primo Concerto di Čajkovskij è una miscela esplosiva di virtuosismo, sensualità, composizione intima e monumentale al tempo stesso. Il tema dell’ Allegro iniziale resta uno dei più celebri dell’intera letteratura pianistica.
Scritto da Bartók nel 1943 nell suo esilio americano, il Concerto per orchestra fu accolto da un successo di pubblico tale da garantirgli per anni centinaia di repliche in tutto il mondo. Molti dei critici più intransigenti accusarono, però, l’autore di aver abbandonato la fedeltà nei confronti della dissonanza per assecondare i gusti facili del pubblico americano.

Helmut Newton Works, retrospettiva a TorinoAlla Gam, curata da Matthias Harder, 68 fotografie in 4 sezioni

TORINO29 gennaio 202017:28

– Helmut Newton fotografo di moda, ma anche artista. Donne e ritratti vip. Apre al pubblico domani la retrospettiva Helmut Newton. Works, che dà il via alla stagione espositiva 2020 della Gam – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Promossa dalla Fondazione Torino Musei e prodotta da Civita Mostre e Musei, con la Helmut Newton Foundation di Berlino, è un primo appuntamento in attesa della grande mostra che Berlino dedicherà a Newton nel mese di ottobre per celebrare il centenario della nascita e che nel 2022 sbarcherà, prima tappa internazionale, a Milano a Palazzo Reale.
Il progetto espositivo è di Matthias Harder, direttore della fondazione tedesca, che ha selezionato 68 fotografie con lo scopo di presentare un’ampia panoramica della carriera del grande fotografo: ritratti a personaggi famosi del Novecento, come Andy Warhol, Gianni Agnelli, Paloma Picasso, Catherine Deneuve, Anita Ekberg, Claudia Schiffer e Gianfranco Ferrè, servizi per importanti campagne di moda. Un insieme di opere che hanno raggiunto milioni di persone grazie anche alle riviste e ai libri su cui sono apparse. Nel percorso della mostra, in quattro sezioni, si spazia dagli anni Settanta con le numerose copertine di Vogue sino all’opera più tarda con il bellissimo ritratto di Leni Richensthal del 2000. Al centro le donne, il loro corpo, i nudi, ma anche l’interazione tra uomini e donne.
Alla Gam sono esposti alcuni servizi realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler nel 1998, oltre a una serie di fotografie ormai iconiche per le più importanti riviste di monda internazionali.
“Sono foto che parlano da sole”, afferma Maurizio Cibrario, presidente della Fondazione Torino Musei. “Ancora la fotografia protagonista a Torino”, sottolinea l’assessore comunale alla Cultura Francesca Leon. “La fotografia di Helmut Newton, che abbraccia più di cinque decenni – spiega Matthias Harder – sfugge a qualsiasi classificazione e trascende i generi, apportando eleganza, stile e voyeurismo nella fotografia di moda, esprimendo bellezza e glamour e realizzando un corpus fotografico che continua a essere inimitabile”.
Uno dei set fotografici preferiti era il garage del suo condominio a Monaco, con modelle e auto parcheggiate disposte a formare un dialogo visivo. Helmut Newton morì improvvisamente il 23 gennaio 2004 a Los Angeles, prima di poter assistere alla completa realizzazione della Fondazione a lui dedicata.
Helmut Newton Works è il titolo del grande volume edito da Taschen che comprende anche le foto esposte in mostra e ne rappresenta idealmente il catalogo.

Fellini 100:a 8 anni primo ‘articolo’ da giornalista MaestroSul periodico ‘Lucignolo, il giornalino dello scolaro’

BOLOGNA29 gennaio 202018:00

– Aveva 8 anni, Federico Fellini, quando scrisse il suo primo ‘articolo’: un tema di una decine di righe dedicato al riso, la pianta e il frutto, “ancora poco utilizzato in Italia”. Righe pubblicate, in pieni Anni venti, sul periodico ‘Lucignolo, il giornalino dello scolaro’ edito dalle scuole elementari ‘Tonini’ di Rimini frequentate da quello che poi sarebbe diventato uno del maestri del Cinema mondiale.
A svelarlo, in uno studio che comparirà domani sul settimanale riminese ‘il Ponte’, è Davide Bagnaresi, docente a contratto in Storia dei consumi e delle imprese turistiche all’Università di Bologna e studioso del Fellini bambino e ragazzo.
Tra i tanti articolisti della pubblicazione scolastica figura anche l’amico del regista Luigi ‘Titta’ Benzi, immortalato in ‘Amarcord’ che scrisse un pensierino sulla madre. A illustrare la composizione di Fellini – nonostante la sua passione per il disegno che lo portò, crescendo, a produrre vignette per diversi giornali – fu il coetaneo Ciro Angelini.

Matera 2019: Fondazione, venduti 70mila ‘passaporti’Capitale della cultura con tasso di crescita turistica più alto

MATERA29 gennaio 202018:44

– Matera è stata la capitale europea della Cultura “che, in assoluto, ha registrato il tasso di crescita turistica più alto”: è uno dei dati emersi a Matera – che è stata Capitale nel 2019 – in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione della Fondazione Matera-Basilicata 2019. I dati definitivi – è stato spiegato – sono in via di elaborazione e saranno definitivi nei prossimi giorni, ma ve ne sono già di disponibili. Fra questi, i 70mila “passaporti” venduti (il documento per assistere a tutte le manifestazioni in programma lo scorso anno, finito nelle mani di turisti nel 65 per cento dei casi e di lucani nel 44 per cento).

In edizione critica gli inediti diari americani di BorgesePresentazione a Firenze il 30 gennaio

FIRENZE29 gennaio 202019:13

– Presentazione a Firenze di ‘Cinque diari americani’, edizione critica degli inediti diari americani di Giuseppe Antonio Borgese (1882-1952) relativi agli anni 1928-1935, a cura di Maria Grazia Macconi per le Edizioni Gonnelli di Firenze. L’appuntamento è per il 30 gennaio alle 15:30 all’Accademia Toscana di scienze e lettere La Colombaria.
L’edizione è arricchita da un saggio di Gandolfo Librizzi e da una nota introduttiva di Luciano Canfora: entrambi parteciperanno alla presentazione insieme a Marino Biondi, Maria Grazia Macconi e Rosario Pintaudi.
“Il libro del diario resterà costantemente sullo scrittoio”.
Con queste parole Borgese si approccia a scrivere i suoi 15 diari in terra di America in un arco cronologico che va dal 29 dicembre 1928 al 26 novembre 1952, pochi giorni prima della sua morte avvenuta a Fiesole la notte del 4 dicembre. L’ingente mole dei suoi documenti manoscritti fu poi donata dalla moglie Elisabeth Mann alla Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze. Tra questi materiali erano conservati i 15 diari che il 24 marzo 1960 vennero sigillati alla presenza della donatrice con l’avvertenza che non venissero violati prima del 1979.
Scritti a piena pagina con una chiara e regolare scrittura, recano pesanti tracce dell’alluvione che colpì Firenze nel 1966.
Ora per la casa editrice Gonnelli di Firenze sono pubblicati per la prima volta i primi cinque scritti in lingua italiana (gli altri sono in inglese), che comprendono il periodo 1929-1935.

Mise di Antonio Grimaldi per Emma D’AquinoDue abiti dalle passerelle parigine e una creazione inedita

29 gennaio 202019:17

– Emma D’Aquino ha scelto lo stilista Antonio Grimaldi per il suo debutto da conduttrice sul palcoscenico del Festival di Sanremo 2020. Atelier a Roma e una presenza consolidata nel calendario ufficiale dell’haute couture di Parigi, dove presenta le proprie collezioni già da qualche anno, Antonio Grimaldi ha scelto per la giornalista del Tg1, per la serata di mercoledì 5 febbraio, due creazioni presentate sulle passerelle parigine. Sono capi della collezione Spring/Summer 2020, reinterpretati per Emma D’Aquino sulle sue misure: un abito monospalla color glicine, in crepe cady di seta, dal taglio asimmetrico, ricamato su tulle, con cannette di cristallo color argento; un abito décolleté con ampia gonna composta da curve ellittiche e tagli asimmetrici, in mikado color rosa cipria, abbinato a una T-shirt ricamata con fettucce di jais con un effetto tricot, color platino.
La terza creazione è inedita, disegnata e creata su misura per la conduttrice. Si tratta di un abito da sera con scollatura “all’americana”, color argento, su tulle di seta con ricami in filo lamé di cristalli e grovigli di fili di cuoio argentei.

La rinascita di Giulia Ligresti in ‘Love’ a MilanoNon c’è rabbia, ho vinto. Ora penso a chi sta in carcere

29 gennaio 202019:47

– L’amore a lettere cubitali: è quello della collezione di oggetti di arredo e design ‘Love’ di Giulia Ligresti, esposti in una prima mostra personale alla Galleria Glauco Cavaciuti di Milano.
L’amore delicato e avvolgente dei velluti delle sedute e quello forte e tenace dei metalli, come il ferro e il bronzo, delle strutture di sedie, sculture, consolle e tavolini, pezzi unici realizzati a mano e made in Italy. “L’amore, titolo della mostra, è il fil rouge della mia vita che mi ha permesso di superare ogni difficoltà. Ho scelto materiali resistenti e forti come mi sento io, indistruttibili, e questa mostra mi rappresenta al 100%”, ha detto l’imprenditrice milanese, protagonista di un calvario giudiziario in seguito alle accuse nell’ambito dell’inchiesta Fonsai, da cui poi è stata completamente assolta dopo aver trascorso però diverso tempo in carcere, ingiustamente.
Di quella esperienza “rimane la forza di essere riuscita a superare e affrontare con determinazione quello che la vita mi ha portato, nel bene e male. Non c’è rabbia, non esiste odio”, ha aggiunto Ligresti. Diversi pezzi, come ha detto il gallerista e Glauco Cavaciuti, sono già stati venduti. Il ricavato sarà utilizzato per altri progetti non solo riguardanti il design ma anche “charity”, ha detto Giulia Ligresti, che pensa ad un progetto “anche se in fase embrionale” per “aiutare le persone che non sono riuscite ad avere giustizia. Per me tutto è finito ed è finito bene. Ho vinto io, sono stata assolta da tutto; il mio pensiero va a chi invece subisce il carcere ingiustamente”.
La collezione ‘Love’ sarà visitabile alla Galleria Glauco Cavaciuti dal 30 gennaio.

Riki posta 20 secondi della cover, ma non rischiaStriscia solleva il caso. L’organizzazione, gara non compromessa

29 gennaio 202020:29

– Striscia la notizia, il tg satirico di Canale 5, ha sollevato il caso di Riki, uno dei 24 Big in gara a Sanremo 2020, segnalando che l’artista avrebbe “intonato su Instagram alcuni versi della sua versione de ‘L’edera’ di Nilla Pizzi, canzone in cui si cimenterà nella serata dedicata alle cover di giovedì 6 febbraio. Purtroppo per lui, però, il regolamento di Sanremo 2020 parla chiaro: ogni cantante è obbligato a non diffondere i brani partecipanti, incluse le cover, sino alla loro prima esecuzione nel Festival stesso, pena l’esclusione dal concorso. Ci saranno dei provvedimenti per Riki?”, si è chiesto il tg satirico.
A stretto giro la risposta dell’organizzazione del festival: trattandosi di un brano edito e tenuto conto della buona fede dell’artista (che ha prontamente rimosso i 20 secondi del brano dal suo profilo), non si procederà all’esclusione anche in considerazione del fatto che in quella serata saranno valutati principalmente l’interpretazione e l’arraggiamento. I 20 secondi svelati non compromettono in alcun modo il valore della gara del giovedì, visto che Riki si esibirà insieme a Ana Mena (che non appare nei 20 secondi pubblicati).

Sanremo: Romina Power, felice di cantare con Al BanoRaccogli l’attimo primo brano a trovarci d’accordo dopo 25 anni

29 gennaio 202020:43

– “Sono felice di partecipare come ospite d’onore insieme ad Al Bano alla 70esima edizione di Sanremo il 4 Febbraio ed in quella occasione presentare in anteprima il nostro nuovo singolo ‘Raccogli l’attimo’ scritta con Cristiano Malgioglio. Il primo brano a trovarci d’accordo dopo 25 anni e che da il via al nuovo album omonimo”: lo ha detto Romina Power, in vista della sua partecipazione al Festival.
“E inoltre – aggiunge Romina Power – ci sarà una grande Sorpresa!!!”.

Beni culturali:nuova illuminazione Cappella dei Magi FirenzeAll’interno del percorso museale di Palazzo Medici Riccardi

FIRENZE29 gennaio 202021:04

– E’ stata inaugurata la nuova illuminazione della Cappella dei Magi in Palazzo Medici Riccardi, sede della Città metropolitana, a Firenze.
L’intervento, presentato oggi alla presenza del sindaco Dario Nardella, è stato realizzato dall’azienda ‘Linealight’ e ha avuto un costo complessivo di 20mila euro: si tratta di un progetto messo in opera grazie a Muse, alla Direzione cultura e manutenzione e valorizzazione del patrimonio edilizio storico e artistico, in collaborazione con la Soprintendenza di Firenze. L’intervento permette una rinnovata vivibilità dello spazio museale e risolve alcune criticità che la vecchia illuminazione, risalente agli anni ’90, presentava: tra queste il surriscaldamento dell’ambiente, riconducibile alle sorgenti alogene, con disagi per i visitatori e rischi per tutela degli affreschi e degli arredi lignei, o la disposizione invasiva di lampade e dissuasori, che ostruiva in parte la visione dei dipinti e non consentiva l’accesso nella scarsella.

Downey Jr da supereroe a super medico DolittleFilm da 175 mln ma incassi Usa deludono. In cast anche Smutniak

30 gennaio 202010:38

La febbre (e i compensi) da blockbuster continuano a lasciare un segno nella carriera di Robert Downey Jr. Dopo aver interpretato, dal 2008, Iron man, una decina di volte, tra film su di lui, Avengers e altri superhero movies Marvel (potrebbe aggiungersi anche un cameo in Black Widow), l’attore resta nel terreno del fantasy, anche se in chiave di adventure comedy. Lo fa con Dolittle di Stephen Gaghan, in sala dal 30 gennaio con Universal. Alla base c’è il personaggio creato dal britannico Hugh Lofting per le lettere che spediva ai suoi figli dal fronte belga durante la I guerra Mondiale, poi diventato dal 1920 protagonista di una serie di libri per ragazzi.    Il super medico veterinario che sa parlare con tutti gli animali era già approdato sul grande schermo nelle interpretazioni di Rex Harrison nel 1967, per due film nel 1998 e il 2001 con Eddie Murphy più tre sequel dal 2006 al 2009 con Kyla Pratt. Questa nuova versione da 175 milioni di dollari che rispetta l’ambientazione viittoriana e ripesca molti dei personaggi dei libri, ha nel cast anche Antonio Banderas, Michael Sheen e Kasia Smutniak (nel ruolo quasi non parlante della moglie scomparsa di Dolittle) .Il film tuttavia è stato accolto male dalla critica e con poco entusiasmo dal pubblico Usa. In 10 giorni di uscita negli Stati Uniti ha incassato intorno ai 43 milioni di dollari e gli analisti parlano di un flop che potrebbe perdere intorno ai 100 milioni di dollari, a meno di un exploit sui mercati internazionali.
Sulla carta non mancano i punti di forza, come aver affidato nella versione originale le voci degli animali parlanti, realizzati in computer grafica, fra gli altri, a Emma Thompson per il saggio pappagallo Polinesia; Rami Malek per l’ansioso e pauroso gorilla Ci-Ci; John Cena per l’orso polare freddoloso Yoshi; Octavia Spencer per l’oca svampita Deb Deb; Kumail Nanjiani per lo struzzo asociale Plimpton; Marion Cotillard per la volpe Tutu; Tom Holland per l’affidabile cane occhialuto Jip e Ralph Fiennes per la tigre mammona e feroce Barry. Eppure proprio per integrare al meglio gli animali digitali nella storia, i produttori (tra i quali Susan Downey, moglie dell’attore, che è produttore esecutivo), dopo delle preview deludenti, hanno voluto rigirare delle scene, affidandole a due cineasti più a proprio agio con le creature in Cgi, Jonathan Liebesman (Tartarughe Ninja) e Chris McKay (Lego Batman), anche se Gaghan è l’unico a firmare da regista. Il risultato è un andamento del film macchinoso e confuso, con effetti digitali non proprio fluidi, che riserva comunque qualche momento divertente, in particolare di comicità slapstick.
Il Dolittle di Downey Jr, lo troviamo a inizio della storia nel pieno di una vita da eremita, insieme solo alla sua ‘famiglia’ di animali, nella dimora in Inghilterra dove si è rinchiuso dopo la scomparsa in mare, anni prima della moglie Lily (Smutniak). Quando la giovane Lady Rose (Carmel Laniado) , gli chiede di tornare ‘in servizio’ per curare di un’adolescente Regina Vittoria (Jessie Buckley), colpita da una misteriosa malattia che nessun altro dottore ha saputo individuare, Dolittle, è costretto a tornare nel mondo per un’avventura in mare, alla ricerca di un rarissimo antidoto. Insieme agli amici animali, lo accompagna un improvvisato e entusiasta assistente, il teenager Tommy Stubbins (Harry Collett). Non mancano però gli avversari, dall’infido ex compagno di corso, il Dr. Blair Mudfly (Sheen, nella performance più convincente del film) e re Rassouli dell’isola di Monteverde (Banderas), padre di Lily, che non ha perdonato a Dolittle di avergli portato via la figlia.
Nel guardare il film, “le persone possono commuoversi e divertirsi allo stesso tempo – spiega nelle note di produzione Robert Downey Jr -. La mia paziente signora ha detto che doveva incantare gli spettatori dai 4 ai 94 anni. Quindi, missione compiuta per la Team Downey! (la loro società di produzione, ndr)”. L’attore ora ha in cantiere anche un altro ritorno ad alto budget, con Sherlock Holmes 3, che al contrario dei primi due capitoli, non sarà diretto da Guy Ritchie ma da Dexter Fletcher.

Libro del giorno: Paolo Ruffilli, Le cose del mondoUna lunga elaborazione di un lavoro più che quarantennale

30 gennaio 202010:36

– PAOLO RUFFILLI, ‘LE COSE DEL MONDO 1978-2019’ (Mondadori, pag. 205, euro 20,00) – ”Opera unitaria”, ”costruzione poematica” frutto di una lunga ”elaborazione, di un lavoro più che quarantennale”, e che, appunto, attraversa tutta la produzione di Paolo Ruffilli, dal 1978 al 2019, per portare in un unico volume l’idea che, pure tra le forme diverse, fa da filo conduttore alla sua espressione, alla sua necessità di ”perlustrare il concreto mondo”, ”in un gioco di continui rimandi e rispondenze tra io e realtà esterna attraverso la pratica del linguaggio”. Ma non solo. Scrive l’autore che questo libro è ”una tappa fondamentale del mio percorso poetico”. Ma non solo aggiungerei ancora. ”Le cose del mondo”, che esce in questi giorni nella prestigiosa collana dello Specchio Mondadori, inizia con ”Nell’atto di partire”, dando subito l’idea dinamica di un viaggio, il suo viaggio non solo fisico. Anche se qui il poeta intende il viaggio piuttosto come lo sguardo che vede lontano per interpretare a modo suo e ”contro i rischi dell’ignoto”.
Ecco da evitare è proprio l’ignoto, intendendo la poesia prima di tutto come forma di conoscenza, ”scoprendo che la vita ci precede/ nel mentre stesso che rimane indietro”. Mai partito mai arrivato con la vita che pizzica in gola come un rimorso e spaventa il poeta che attraversa in treno l’esistente cogliendo la vita dal finestrino o da stanze d’albergo ”da lasciare all’alba”. Di passaggio, come la sua lingua che esita tra il quotidiano e l’aulico alla ricerca di una sua semplice classicità. Spoglia, lineare, priva di orpelli e in questo bellissima e immutata in quarant’anni di leggerezza come ”un soffio che respira su ogni cosa,/ una condensa di fiati e di sostanze” che però non dimentica di essere ”alito di morte”.
”Morale della favola”, sostiene Ruffilli nominando uno ad uno i suoi capitoli, è che ci sono un principio e una fine dentro i quali tutto accade, la rivolta, la paura, le bugie, il buio, l’intenzione, gli amici, la scuola, la seduzione, la resistenza, la fantasia, il successo, l’orrore o la semplicità di un pettine che scivola tra i capelli e molto altro. Fino all’evidente che ”ti impedisce di vedere la parte più importante”. Le cose nominate in un catalogo e racchiuse nei versi di una poesia da portare in tasca in treno, in un libro ”memoria e magazzino: la sorgente,/ nel cuore della vita, il laccio e /uncino, il continente che addita e ruota/ il divieto e la licenza, amore e disamore/ gioia e rimpianto”. Poi alla fine non potrebbe che esserci l’inventario dell’anatomia, che è carne ma anche sentimento e a chiudere la sua sublimazione nella ”Lingua di fuoco”, realtà e metafora, scrittura, sapere, fine.
Ed è forse la più antica.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Aldo Giovanni Giacomo tornano al passato con Odio l’estate
500 copie per la commedia agrodolce di Massimo Venier

28 gennaio 202010:09

Aldo, Giovanni & Giacomo con ‘Odio l’estate’ di Massimo Venier, in sala dal 30 gennaio con Medusa in 500 copie, tornano al passato in una commedia agrodolce che fa ridere e commuove. Una sorta di sequel ideale di ‘Tre uomini e una gamba’ ventitré anni dopo con Aldo, Giovanni e Giacomo più maturi con tanto di moglie e figli.
Questa la storia del loro decimo film. Il caso vuole che Aldo, Giovanni e Giacomo si ritrovino con le rispettive famiglie ad aver affittato per sbaglio la stessa villa in una località di mare. L’istinto iniziale è quello di litigare e rivendicare ognuno i propri diritti sulla casa, ma alla fine prevale la soluzione di convivere alla meglio nella villa che, tra l’altro, si presta perché è molto grande. E così inizia la loro folle vacanza nel segno della differenza.Aldo, il più naif del gruppo. è un impiegato assenteista e terrone appassionato di Massimo Ranieri, con un cane di nome Brian, una moglie extralarge (Maria Di Biase) con la quale consuma frequenti e rumorosi rapporti sessuali e tre figli. C’è poi Giacomo, dentista di successo, il più ricco del gruppo, con moglie non proprio simpatica (Lucia Mascino) e figlio adolescente problematico e, infine, Giovanni, l’uomo più pignolo di tutti, negozio fallimentare di forniture per calzolai, sposato con Paola (Carlotta Natoli) da cui ha avuto una figlia molto bella ormai adolescente. Il tutto per una miscela esplosiva di coesistenza coatta che però tirerà fuori in questa famiglia allargata e interclasse un’inaspettata amicizia e grande umanità.
Nel film due straordinari camei. Quello di Massimo Ranieri, nei panni di se stesso, che coinvolge durante un suo concerto Aldo Baglio, suo fan da sempre, e soprattutto quello di Michele Placido nei panni di un maresciallo dei carabinieri furbetto e scansafatiche, sempre pronto a correre a casa dalla moglie per mangiare la pastasciutta.
Il film è stato girato per una piccola parte a Milano, ma principalmente in Puglia, tra Bari, Mola di Bari e Parchitello.”Se si pensa bene Odio l’estate – spiega il regista milanese che ha esordito proprio con ‘Tre uomini e una gamba’ nel 1997 – racconta una storia che smentisce in qualche modo il titolo.
Volevo raccontare una fase della vita in cui le vacanze più che un godimento diventano una noia. E questo cercando quell’autenticità e umanità che ho sempre trovato in Aldo, Giovanni e Giacomo”.
Spiega invece Giacomo come siano del tutto casuali alcuni riferimenti politici del film come la spiaggia del Papeete: “Siamo fondamentalmente apolitici, noi amiamo più raccontare le tipologie umane che in questo lavoro ci sono tutte”.E sempre Giacomo sulla comicità del trio: “Non abbiamo certo una formula, ma la nostra comicità rispetta un po’ il nostro modo di vedere le cose. compresa la difficoltà dei rapporti con le persone. Comunque nulla di autobiografico, ma solo il nostro modo di essere”. Belle le musiche di Brunori Sas.

Oscar: sempre più green, menù vegan per le starA base di vegetali pranzo dei candidati e quello del 9 febraio

28 gennaio 202012:20

– Joaquin Phoenix, candidato per Joker, vegano e attivista ha già vinto: dopo i Golden Globe anche gli Oscar sono sempre più green ed etici. La sera del 27 gennaio al tradizionale festoso pranzo con i candidati alla statuetta per ogni categoria il menù è stato interamente a base di piante e così sarà anche al ricevimento al Dolby Theatre di Los Angeles dell’edizione 92 degli Oscar il 9 febbraio.
Il Governors Ball post cerimonia sarà composto per il 70% da piante e per il 30% pietanze vegetariane, pesce e carne. Tutto il cibo sarà di provenienza responsabile e coltivato in modo sostenibile. “L’Academy è un’organizzazione di storyteller da tutto il mondo e dobbiamo alla nostra appartenenza globale l’impegno a sostenere il pianeta”, ha dichiarato. “Negli ultimi dieci anni, l’Academy si è impegnata a ridurre la propria impronta di carbonio. Negli ultimi sette anni, lo spettacolo degli Oscar ha avuto un’impronta zero-carbon. Continuiamo ad espandere il nostro piano di sostenibilità con l’obiettivo finale di diventare carbon neutral. “.

Cesar 2020, domina ‘J’accuse’ di Roman PolanskiPresidente accademia, ‘il premio non assume posizioni morali’

PARIGI29 gennaio 202011:10

– “J’accuse”, il film di Roman Polanski, la cui uscita fu caratterizzata da polemiche e contestazioni per le nuove accuse di stupro contro il regista, domina le nomination per i Cesar 2020, gli “Oscar” francesi del cinema.
Il thriller storico sul caso Dreyfus è in lizza in 12 categorie, davanti a “Les Miserables” di Ladj Ly, il film sulle banlieue che ha scosso la Francia, e “La Belle epoque” di Nicolas Bedos, entrambi con 11 nomination.
Lo hanno annunciato gli organizzatori della 45/a cerimonia, in programma il 28 febbraio prossimo a Parigi.
“I Cesar – ha commentato il presidente dell’Accademia dei Cesar, Alain Terzian, interpellato sul record di nomination per Polanski – non è un’istanza che deve assumere posizioni morali”.
Diritti, grazie Ligabue, insieme a BerlinoIl regista in concorso con ‘Volevo nascondermi’, con Germano

29 gennaio 202013:13

– “Sono molto contento che Toni Ligabue “mi porti” a Berlino. Quando ho saputo della presenza del film in concorso me lo sono immaginato arrivare in moto a Potsdamer Platz, sfilare i guanti ed entrare dicendo “Grazie, grazie!” con quella sua strana cadenza tra emiliano e svizzero tedesco. Amo la sua storia, esprime la ricchezza della diversità e la voglia di riscatto” è il commento anche ironico di Giorgio Diritti all’annuncio che Volevo Nascondermi, il suo atteso nuovo film che vede Elio Germano interpretare il pittore Ligabue è in concorso a Berlino, insieme a Favolacce dei Fratelli d’Innocenzo, casualmente anche questo con protagonista Germano.
Terza produzione italiana Siberia di Abel Ferrara con Willem Dafoe. “Ringrazio il direttore della Berlinale Carlo Chatrian e tutti quelli che hanno reso possibile questo film”, ha concluso Diritti. Volevo Nascondermi, prodotto da Palomar con Rai Cinema, sarà in sala dal 27 febbraio distribuito da 01 Distribution.

Asia Argento, sull’Italia ho cambiato idea, c’è risveglio coscienzeAttrice, #metoo è ormai prodotto hollywoodiano

PARIGI29 gennaio 202016:55

L’Italia una ‘cattiva madre’? “Non lo penso piu’. All’inizio del caso Weinstein, i media di destra mi avevano assalita in modo abbastanza disgustoso. Da allora, c’è stato un bel risveglio delle coscienze”: lo dice l’attrice e regista italiana, Asia Argento, intervistata dal quotidiano Le Monde in occasione del Festival du Film Fantastique di Gérardmer, di cui quest’anno è stata scelta come presidente di giuria. “Per quanto riguarda le ingiustizie di cui sono stata vittima – prosegue Asia Argento – gli europei sono stati piu’ lungimiranti degli americani. In molti, qui ,hanno capito che l’attore che mi accusa di pedofilia, Jimmy Benett, è stato sfruttato. Questo slancio di solidarietà mi ha commossa, perché ho vissuto un terribile biennio 2017-2018”.
“All’inizio si trattava di denunciare gravi abusi di potere. Ma con il tempo questa vena militante si è dilapidata. #Metoo è diventato un prodotto hollywoodiano, qualcosa che instupidisce, di un po’ finto e bigotto. Un pass, un vestito da sera e basta.
La Democrazia Cristiana in tutto il suo splendore”, dice l’attrice intervistata dal quotidiano Le Monde.

Cinema: 60 corti e lungometraggi a Florence Korea Film FestOspite speciale l’attore Cho Jin-woong

FIRENZE29 gennaio 202019:09

– Sessanta titoli tra corti e lungometraggi, la maggior parte in anteprima italiana ed europea, saranno protagonisti dell’edizione numero 18 del ‘Florence Korea Film Fest’, il festival dedicato al meglio della cinematografia sud-coreana contemporanea, in programma dal 19 al 27 marzo al cinema La Compagnia di Firenze.
Ospite speciale sarà l’attore Cho Jin-woong, star del cinema sud-coreano, divenuto celebre per i tanti ruoli da ‘cattivo’, che interverrà in sala per promuovere il film ‘Black Money’ del regista Chung Ji-young. L’attore sarà poi omaggiato da una selezione di titoli dedicata al suo percorso artistico: dal thriller apprezzato dalla critica e dal pubblico ‘A hard day’ (2014) di Kim Seong-hun al dramma carcerario tratto da una storia vera ‘Man of will’ (2017) di Lee Won-tae passando per l’action poliziesco sul mondo della droga ‘Believer’ (2018) di Lee Hae-Young fino alla più recente commedia ‘Man of man’ (2019) del regista Yong-Soo in cui le strade di un avvocato in fin di vita e un gangster che vuole redimersi si incontrano.

Record nomination Polanski ai César ma è buferaFemministe indignate: ’12 come donne che lo accusano di stupro’

PARIGI30 gennaio 202009:29

Ancora polemiche in Francia contro Roman Polanski, l’ottantaseienne regista di origini polacche travolto dalle nuove accuse di stupro dall’ex modella e fotografa, Valentine Monnier. Ad indignare questa volta è stata la decisione dell’Académie des César, equivalente transalpino degli Oscar, di nominare ‘J’accuse’ (L’ufficiale e la spia), il suo ultimo film sull’affaire Dreyfus già premiato a Venezia con il Leone d’argento, in ben 12 categorie. Un record, davanti a “Les Miserables” di Ladj Ly, il film sulle banlieue che ha scosso la Francia e “La Belle Epoque” di Nicolas Bedos, entrambi con 11 nomination. “Il cinema francese deve evidentemente ancora portare a compimento la sua rivoluzione sulle violenze sessiste e sessuali”, deplora ai microfoni di radio RTL, la segretaria di Stato alla Parità tra Uomo e Donna Marlène Schiappa, furiosa per le 12 nomination a Polanski, tra cui quella per miglior film e miglior regia. Nella valanga di reazioni indignate e proteste, incluso sui social network, anche quella dell’associazione ‘Osez Le Féminisme’. “Dodici nomination per il film di Polanski ! – si legge su Twitter – 12 come il numero di donne che l’accusano di stupro! Vergogna ai César”.
Quindi l’appello a manifestare dinanzi alla Salle Pleyel di Parigi, in occasione della cerimonia di premiazione il 28 febbraio. “I César – ribatte il presidente dell’Académie, Alain Terzian, interpellato sul record di nomination per Polanski – non è un’istanza che deve assumere posizioni morali”. “Se non sbaglio – ha aggiunto – 1,5 milioni di francesi sono andati a vedere il film. Andate a chiedere a loro”.
La fotografa francese, Valentine Monnier, ha dichiarato lo scorso autunno di essere stata picchiata e violentata da Polanski nel 1975, quando lei era diciottenne, durante un soggiorno sciistico nello chalet del regista a Gstaad, in Svizzera. Accuse che lui smentisce in toto. Nella cruda testimonianza pubblicata a inizio novembre dal quotidiano Le Parisien, la donna precisò di non voler rivolgersi alla giustizia, anche perché i fatti sono ormai ampiamente prescritti, ma di voler lanciare un grido d’allarme contro i comportamenti del regista. La testimonianza si aggiunge ad altre simili accuse di stupro mosse in passato contro Polanski. Tra l’altro, il regista che ha lungamente beneficiato di forti appoggi in Francia continua ad essere nel mirino della giustizia Usa, per lo scandalo legato agli abusi su una minorenne, Samantha Geimer, nel 1977.

Berlino, Italia da record e Elio Germano raddoppia9 film selezionati. In concorso i D’Innocenzo, Diritti e Ferrara. Garrone special Gala

29 gennaio 202017:38

Numeri da record per l’Italia alla 70/a edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino (20 febbraio-1 marzo): 9 film selezionati, 2 registi e 2 titoli per un evento speciale, 4 classici riproposti, un cortometraggio, un progetto al Berlinale Coproduction Market ed un romanzo in Books at Berlinale. Senza dimenticare l’omaggio a Federico Fellini nel centenario della nascita, con il restauro de Il bidone a Berlinale Classics.
Il concorso ospita tre produzioni italiane: Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo, opera seconda di autori rivelati proprio dalla Berlinale, Siberia di Abel Ferrara, dove uno straordinario Willem Dafoe incontrerà sogni e ricordi e Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, poetica e toccante biografia del pittore Ligabue. Sia questo film che Favolacce hanno Elio Germano tra i protagonisti.
Pinocchio di Matteo Garrone sarà tra i Berlinale Special Gala, mentre in Panorama verrà presentato Semina il vento, secondo film di Danilo Caputo, ambientato tra i millenari ulivi pugliesi che combattono un parassita letale. Nella sezione Generation è stato selezionato Palazzo di giustizia, esordio nella finzione di Chiara Bellosi.
Due i titoli italiani invitati dal Forum: La casa dell’amore di Luca Ferri e Zeus Machine. L’invincibile di Nadia Ranocchi e David Zamagni. E il Forum che compie i suoi primi 50 anni festeggia riproponendo il programma della prima edizione del 1971, dove si videro e si rivedranno Ossessione di Luchino Visconti, Ostia di Sergio Citti, e Othon o Gli occhi non vogliono in ogni tempo chiudersi di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet.
Alla Settimana della Critica verrà programmato Faith di Valentina Pedicini, documentario su una comunità di monaci guerrieri. Nell’ambito degli eventi speciali per il settantesimo anniversario del Festival, nel programma On Transmission, Paolo Taviani riproporrà l’Orso d’Oro Cesare deve morire e introdurrà un nuovo autore ed un film da lui scelti: Carlo Sironi e il suo recente esordio, Sole.
Tra i dieci libri selezionati in tutto il mondo per altrettanti potenziali film per Books at Berlinale c’è il romanzo italiano di Romina Casagrande I figli di Svevia. E’ stato selezionato un italiano anche al Berlinale Co-production Market: il progetto The Long Run di Andrea Magnani.

Due film italiani in concorso a Berlino”Favolacce” di D’Innocenzo e “Volevo nascondermi” di Diritti

BERLINO29 gennaio 202011:56

Ci sono due film italiani in concorso alla Berlinale di quest’anno: “Favolacce”, di Damiano e Fabio D’Innocenzo, e “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti. Lo ha reso noto il direttore artistico della Berlinale Carlo Chatrian, rivelando in conferenza stampa il programma del festival del 2020.

Tornano in sella Hollberg, Nizzo, QuiliciL’annuncio del ministro Franceschini

29 gennaio 202011:48

– Cecilie Hollberg alle Gallerie della Accademia di Firenze, Valentino Nizzo al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, Simone Quilici al Parco dell’Appia Antica: con il ripristino della riforma Franceschini tornano in sella i tre direttori dei musei autonomi “licenziati” dall’ex ministro Bonisoli. Lo conferma il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini alla stampa estera presentando il bando che verrà pubblicato il 30 gennaio sull’Economist per cercare 13 nuovi direttori per altrettanti musei, 8 dei quali di nuova creazione.

Italia Independent, licenza occhiali CR7Lapo Elkann con Cristiano Ronaldo per collezioni eyewear

29 gennaio 202011:12

La società eyewear di Lapo Elkann, Italia Independent, e il brand di Cristiano Ronaldo hanno firmato un accordo globale esclusivo della durata di cinque anni per la creazione di collezioni eyewear sotto il brand CR7. La prima collezione CR7 Eyewear è stata interamente ispirata e disegnata per Cristiano Ronaldo e verrà presentata in occasione di Mido 2020 per poi essere disponibile sul mercato a partire dalla primavera-estate 2020.
“Sono sempre stato appassionato di occhiali e ho sempre voluto avere una mia linea. Sono davvero entusiasta di collaborare con Italia Independent su questo progetto. Sono molto attento ai dettagli ed ho sempre lavorato duramente per raggiungere la perfezione in tutto quello che faccio”, ha commentato il fuoriclasse della Juve. “Oggi per me e per tutta Italia Independent è una giornata da ricordare: aver ottenuto la licenza eyewear CR7 è un tassello di straordinaria importanza nel nostro percorso di crescita”, ha sottolineato Lapo.

Georgina Rodriguez, voglio mostrare quella che sonoLa compagna di CR7 si racconta a ‘Grazia’ prima del festival

30 gennaio 202013:01

– “Sono una persona nota, ma quello che desidero veramente è mostrarmi per quella che sono, farmi scoprire dalla gente e non c’è posto migliore del festival. Per me è un piacere e un orgoglio essere stata scelta tra le protagoniste femminili”. A raccontarsi a Grazia nel numero in edicola questa settimana è Georgina Rodríguez, uno dei volti femminili del Festival di Sanremo, al via il 4 febbraio.
Georgina sarà sul palco per la terza serata e nell’intervista spiega che cosa l’ha spinta ad accettare la proposta di Amadeus: “Anche se per me i miei figli sono la cosa più importante, sono comunque una donna e desidero lavorare ed essere autonoma. Non devo trascurare la mia sfera professionale e mi piace lavorare in campo artistico”.
Cresciuta sui Pirenei e trasferita a Madrid per lavoro, oggi vive in Italia insieme al compagno Cristiano Ronaldo, incontrato mentre lavorava in una boutique: “Davanti a lui tremavo, ma è scattata una scintilla”. E a proposito del fidanzato la modella confessa: “Cristiano è l’unico che riesca a farmi entusiasmare durante una partita. Ho la fortuna di essere la compagna del migliore calciatore di tutti i tempi. Quando è in campo fa provare un’infinità di emozioni. Non ha rivali”.
Ma che cos’è oggi la normalità per la compagna del calciatore più celebre del mondo?: “Conduciamo una vita privilegiata, ma proveniamo da famiglie umili. Ci siamo impegnati molto per ottenere ciò che abbiamo e questo è l’insegnamento che vogliamo trasmettere ai nostri figli”, spiega Georgina. “Vogliamo che loro siano combattenti come lo siamo noi. Il sacrificio, la disciplina, il senso di responsabilità, i sogni, la perseveranza e la gratitudine sono valori che desideriamo trasmettere loro ogni giorno”.

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Grammy Awards 2020, un minuto di silenzio per Kobe Bryant
Allo Staples Center dove Black Mamba giocava con i Lakers
27 Gennaio 2020 01:43

La cerimonia dei Grammy è iniziata con un minuto di silenzio per Kobe Bryant. Il campione del basket ha perso la vita assieme alla figlia 13enne Gianna ‘Gigi’ nello schianto di un elicottero in California. Nell’incidente hanno perso la vita in totale nove persone. La cerimonia per gli Oscar della musica si tiene allo Staples Center dove Black Mamba giocava con i Los Angeles Lakers. Al di fuori dell’arena compare un cartellone gigante con una foto di Bryant e centinaia di fan si sono radunati per rendere omaggio al loro campione.

Ai Grammy trionfa Billie Eilish, vince in cinque categorieLa popstar 18enne premiata per la sua ‘Bad Guy’

LOS ANGELES (USA)27 gennaio 2020 06:50

Billie Eilish storica ai Grammy: vince in tutte le principali categorie di quelli che sono considerati gli Oscar della Musica. La cantautrice 18enne, originaria di Los Angeles, ha vinto nella categoria miglior artista esordiente, miglior album dell’anno (When We Fall Asleep, Where Do We Go?), miglior canzone dell’anno e miglior registrazione dell’anno (Bad Guy). ‘When We All Fall Asleep, Where Do We Go?’ ha vinto anche nella categoria minore di Best Pop Vocal Album. Billie è risultata vincitrice quindi in cinque categorie rispetto alle sei in cui era stata nominata.Ma la festa per la 62ma edizione dei Grammy è stata rovinata dalla notizia della morte improvvisa di Kobe Bryant. La star del basket è morto assieme alla figlie 13enne Gianna quanto il suo elicottero si è schiantato non lontano da Los Angeles. “Questa notte è per Kobe” – ha detto Lizzo dando il via alla cerimonia ufficiale mentre un minuto di silenzio è stato osservato durante l’assegnazione dei premi minori e non trasmessa in tivù. Commossa anche Alicia Keys, la presentatrice dei Grammy, che ha improvvisato la canzone ‘It’s So Hard to Say Goodbye to Yesterday’ di Boyz II Men.”Ti vogliamo bene Kobe” – ha detto poi. Sullo sfondo dello Staples Center, che ha ospitato la cerimonia, e una seconda casa per Black Mamba durante la sua carriera sportiva con Los Angeles Lakers, i numeri con i quali aveva giocato, 8 e 24. Il tributo al campione anche fuori dall’arena con centinaia di fan che si sono radunati appena saputo della sua tragica morte. Con la sua straordinaria vittoria, Eilish ha superato anche Taylor Swift come vincitrice più giovane nella storia dei Grammy. Swift aveva infatti 20 anni quando dieci anni fa vinse con ‘Fearless’. “Non vi farò perdere tempo, davvero – ha detto semplicemente dopo essere stata premiata per il miglior album dell’anno -. Grazie per questo”. La giovane artista è cresciuta registrando canzoni con il fratello Finneas O’Connell, co-autore e produttore della sua musica, in una camera da letto della casa dei genitori a Los Angeles.

Downey Jr da supereroe a super medico DolittleFilm da 175 mln ma incassi Usa deludono. In cast anche Smutniak

27 gennaio 202010:08

La febbre (e i compensi) da blockbuster continuano a lasciare un segno nella carriera di Robert Downey Jr. Dopo aver interpretato, dal 2008, Iron man, una decina di volte, tra film su di lui, Avengers e altri superhero movies Marvel (potrebbe aggiungersi anche un cameo in Black Widow), l’attore resta nel terreno del fantasy, anche se in chiave di adventure comedy. Lo fa con Dolittle di Stephen Gaghan, in arrivo in sala dal 30 gennaio con Universal. Alla base c’è il personaggio creato dal britannico Hugh Lofting per le lettere che spediva ai suoi figli dal fronte belga durante la I guerra Mondiale, poi diventato dal 1920 protagonista di una serie di libri per ragazzi.
Il super medico veterinario che sa parlare con tutti gli animali era già approdato sul grande schermo nelle interpretazioni di Rex Harrison nel 1967, per due film nel 1998 e il 2001 con Eddie Murphy più tre sequel dal 2006 al 2009 con Kyla Pratt. Questa nuova versione da 175 milioni di dollari che rispetta l’ambientazione viittoriana e ripesca molti dei personaggi dei libri, ha nel cast anche Antonio Banderas, Michael Sheen e Kasia Smutniak (nel ruolo quasi non parlante della moglie scomparsa di Dolittle) .Il film tuttavia è stato accolto male dalla critica e con poco entusiasmo dal pubblico Usa. In 10 giorni di uscita negli Stati Uniti ha incassato intorno ai 43 milioni di dollari e gli analisti parlano di un flop che potrebbe perdere intorno ai 100 milioni di dollari, a meno di un exploit sui mercati internazionali.
Sulla carta non mancano i punti di forza, come aver affidato nella versione originale le voci degli animali parlanti, realizzati in computer grafica, fra gli altri, a Emma Thompson per il saggio pappagallo Polinesia; Rami Malek per l’ansioso e pauroso gorilla Ci-Ci; John Cena per l’orso polare freddoloso Yoshi; Octavia Spencer per l’oca svampita Deb Deb; Kumail Nanjiani per lo struzzo asociale Plimpton; Marion Cotillard per la volpe Tutu; Tom Holland per l’affidabile cane occhialuto Jip e Ralph Fiennes per la tigre mammona e feroce Barry. Eppure proprio per integrare al meglio gli animali digitali nella storia, i produttori (tra i quali Susan Downey, moglie dell’attore, che è produttore esecutivo), dopo delle preview deludenti, hanno voluto rigirare delle scene, affidandole a due cineasti più a proprio agio con le creature in Cgi, Jonathan Liebesman (Tartarughe Ninja) e Chris McKay (Lego Batman), anche se Gaghan è l’unico a firmare da regista. Il risultato è un andamento del film macchinoso e confuso, con effetti digitali non proprio fluidi, che riserva comunque qualche momento divertente, in particolare di comicità slapstick.
Il Dolittle di Downey Jr, lo troviamo a inizio della storia nel pieno di una vita da eremita, insieme solo alla sua ‘famiglia’ di animali, nella dimora in Inghilterra dove si è rinchiuso dopo la scomparsa in mare, anni prima della moglie Lily (Smutniak). Quando la giovane Lady Rose (Carmel Laniado) , gli chiede di tornare ‘in servizio’ per curare di un’adolescente Regina Vittoria (Jessie Buckley), colpita da una misteriosa malattia che nessun altro dottore ha saputo individuare, Dolittle, è costretto a tornare nel mondo per un’avventura in mare, alla ricerca di un rarissimo antidoto. Insieme agli amici animali, lo accompagna un improvvisato e entusiasta assistente, il teenager Tommy Stubbins (Harry Collett). Non mancano però gli avversari, dall’infido ex compagno di corso, il Dr. Blair Mudfly (Sheen, nella performance più convincente del film) e re Rassouli dell’isola di Monteverde (Banderas), padre di Lily, che non ha perdonato a Dolittle di avergli portato via la figlia.
Nel guardare il film, “le persone possono commuoversi e divertirsi allo stesso tempo – spiega nelle note di produzione Robert Downey Jr -. La mia paziente signora ha detto che doveva incantare gli spettatori dai 4 ai 94 anni. Quindi, missione compiuta per la Team Downey! (la loro società di produzione, ndr)”. L’attore ora ha in cantiere anche un altro ritorno ad alto budget, con Sherlock Holmes 3, che al contrario dei primi due capitoli, non sarà diretto da Guy Ritchie ma da Dexter Fletcher.

Eugenia, l’amore e l’antisemitismoRomanzo di Duroy attinge a storia vera di Mihail Sebastian

27 gennaio 202010:12

LIONEL DUROY, EUGENIA (FAZI, PP 463, EURO 19,00). Una storia d’amore e di antisemitismo, nel momento in cui diventa contagioso, sullo sfondo di una nazione contraddittoria: la Romania nel decennio dal 1935 al 1945. La racconta in ‘Eugenia’ il reporter e scrittore francese Lionel Duroy che con questo romanzo, in cui la grande storia del secondo conflitto mondiale si intreccia alle vicende intime dei protagonisti, ha vinto il premio Anais Nin 2019 e venduto in Francia, dove è stato per settimane ai primi posti in classifica, 50 mila copie.
Pubblicato in Italia da Fazi editore, nella traduzione di Silvia Turato, nel Giorno della memoria 2020, il libro ci mostra lo sguardo sull’odio razziale di una donna indimenticabile e ci fa sentire le voci degli intellettuali dell’epoca, in particolare quella dello scrittore romeno Mihail Sebastian alla cui vera storia Duroy si è ispirato. E’ di lui che si innamora Eugenia, cresciuta nella raffinata e cosmopolita città universitaria romena di Iasi (conosciuta all’estero come Jassi o Jassy) dove negli anni Trenta gli ebrei cominciano a essere perseguitati e cominciano a prendere piede le correnti nazionaliste, come nel resto della Romania. Giovane studentessa di Lettere e futura giornalista, Eugenia sarà l’unica della sua famiglia a schierarsi in difesa di Mihail che la ragazza raggiungerà poi a Bucarest. Tra i due nascerà una travagliata storia d’amore, vissuta sullo sfondo di una capitale europea profondamente sconvolta dalla guerra. Invitato nel 1935 per una conferenza all’Università di Iasi, lo scrittore ebreo viene aggredito da militanti di estrema destra e per Eugenia questo è il momento della presa di coscienza della barbarie che avanza e non si arresta, fino al pogrom.
“Mi ricordai di quella specie di sollievo, e anche di liberazione, che avevo provato il giorno in cui mi ero resa conto che un ebreo poteva essere allo stesso tempo anche romeno.
Che una cosa non escludeva l’altra” dice la protagonista. E ancora: “Tornando verso casa avevo di nuovo la sensazione di irrealtà: la ragione rifiutava di ammettere quello che vedevano gli occhi: corpi abbandonati ovunque, quando solo la sera prima per quelle stesse strade si passeggiava tranquillamente”, racconta nel libro. “Eravamo – sottolinea – nel mezzo di un pogrom e nessuno riusciva a crederci” che causò la morte di 13.266.000 persone , tra cui 40 donne e 180 bambini.
Duroy, che è stato reporter per il quotidiano ‘Libération’ ed è autore di più di una decina di romanzi spesso ispirati alla sua esperienza di giornalista, in questo libro, ci offre un’accurata ricostruzione storica e , nello stesso tempo, attraverso lo sguardo di Eugenia ci fa porre gli stessi interrogativi della protagonista sull’antisemitismo.
“La famiglia nettamente scissa in due: da una parte Stefan e i nostri genitori, favorevoli alla costruzione di un muro alle nostre frontiere perchè nessuno straniero, nessun ebreo venisse più a insozzare il puro sangue romeno; dall’altra io e Andre, convinti della superiorità dell’umanità sulle nazioni, che sognavamo una vera fraternità tra i popoli che avrebbe spazzato via i patriottismi e gli egoismi, sul modello della letteratura che non conosceva frontiere – come gli uccelli” dice Eugenia che percorre a ritroso quello che ha vissuto, a partire dalla morte di Mihail il 29 maggio 1945, travolto da un camion.
“Mihail aveva trovato nella guerra una buona ragione per vivere: aspettare che finisse chiedendosi ogni mattina se la sera sarebbe stato ancora qui. Una volta tornata la pace, si è ritrovato faccia a faccia con se stesso, con ciò che chiamava la sua ‘impotenza'” spiega Eugenia determinata a non rinunciare ai suoi ideali di libertà e a comprendere l’origine del male, per poterlo combattere.

Renee Zellweger da Oscar, è leggenda JudyIn sala dal 30 gennaio biopic sulla Garland con 2 nomination

27 gennaio 202010:12

“Non vi dimenticherete di me” dice Judy Garland nell’ultimo concerto a Londra nel 1969, quando depressa e piena di barbiturici vuole ancora una volta essere cullata dall’abbraccio del pubblico che da 40 anni la adora e a cui ha dedicato e anche sacrificato la sua vita. Ma il tempo con lei non è stato clemente: chi oggi si ricorda di quella performer incredibile, una delle più grandi di sempre, che a 16 anni già era la star bambina del Mago di Oz e a 47 è morta per overdose di pasticche? Per l’interpretazione della Garland, Renee Zellweger è candidata al premio Oscar in Judy, il film di Rupert Goold in sala in Italia dal 30 gennaio con Notorius.
Il film, che ha anche una seconda nomination per miglior trucco e acconciatura, vuole proprio far ‘ri-scoprire’ la leggenda ai giovani: “La Garland – ha detto Goold alla premiere alla Festa di Roma lo scorso ottobre- rappresenta una giovanissima diventata famosa e questo è qualcosa che i ragazzi che usano Instagram e hanno vite esposte con i social può essere capita. Quando abbiamo fatto le proiezioni test di questo film la risposta dei giovani è stata una sorpresa: anzichè la star che piaceva alla loro nonne, i ragazzi troveranno qualcosa di molto più vicino a loro: Judy, in una società rigida e patriarcale, non ha mai accettato le regole stabilite. Ci potranno trovare in lei piuttosto una Amy Winhouse”.
In Judy siamo lontani dalla struttura classica del biopic: si racconta il periodo finale della sua vita, con molti flashback sugli step più importanti. Ha detto Renée Zellweger: “Pensavo che in questo film ci fosse l’opportunità di esplorare qualcosa che non viene spesso considerata quando si pensa a questa personalità immensa: cosa lei riponeva nel suo lavoro e quanto ciò le sia costato”. Judy Garland rappresenta, nel bene e nel male, la Hollywood dell’epoca d’oro quando produttori e agenti controllavano ogni cosa della vita della loro star proprio per renderla una star (distruggendone il privato): alla Judy bambina e già popolare Dorothy del mago di Oz fanno una festa di compleanno in una data qualsiasi e con una torta che lei non potra mangiare, finta anch’essa, oggi la definiremmo fake news, solo ad uso dei media. “Garland è una star di Hollywood all’antica. È remota, come lo sono tutte le stelle dell’età dell’oro, ma – ha detto il regista – ero interessato a bilanciare la leggenda con la donna umana e reale: la madre e il mito”. Quattro matrimoni che non la salvarono dalla depressione, tre figli (la prima è Liza Minnelli), un continuo contrasto psicologico tra il richiamo del palcoscenico, dell’affetto dei fan e i sensi di colpa come genitrice perennemente in tour, un abuso di farmaci sin da ragazza quando gli agenti le inducevano il riposo con pasticche per dormire o per stare sveglia per lavorare, Judy dice nel film “voglio solo quello che vogliono tutti, l’amore, ma per me è stato molto più difficile”. La trasformazione di Zellweger è impressionante: il regista e i produttori l’hanno scelta per il suo lato comico, sexy, emotivamente disponibile che Judy ha sempre avuto ma certo l’attrice americana di Bridget Jones ha messo del suo, aiutata da tanto materiale originale e dalla monumentale biografia dell’ultimo marito Mickey Deans. “Renee è una grande lavoratrice sempre alla ricerca di ulteriori note, una perfezionista – ha detto il regista – c’è stato una grande lavoro sulla voce e sul fisico ma Reneè ha avuto tutto lo spazio libero per trovare lei stessa le connessioni con il personaggio: lei come Judy è una stella che tutti fermano per strada ma che vive solitudini e paure”

Sky omaggia Brunelleschi, una cupola moderna a LondraE a maggio documentario per celebrare 600/mo capolavoro Firenze

LONDRA27 gennaio 202010:13

Un’interpretazione in scala e in chiave moderna della cupola di Filippo Brunelleschi, per celebrare i 600 anni dalla costruzione del capolavoro che sormonta il duomo di Firenze di Santa Maria del Fiore. E’ l’opera commissionata da Sky Arte all’artista britannico Luke Jerram, scoperta questa settimana a Londra nel cuore della movimentata zona di King’s Cross, simbolo di uno dei maggiori progetti londinesi di riqualificazione urbana contemporanea segnato dal restauro o dalla realizzazione ex novo di numerosi edifici in stile postindustriale. Un’iniziativa legata al lancio di un sontuoso documentario che l’emittente manderà in onda a primavera sui canali 120 e 400 a suggellare il 600esimo anniversario della creazione per antonomasia partorita dal genio del grande maestro rinascimentale, in sfida alle conoscenze, allo scetticismo, alle convenzioni del proprio tempo.Il programma, intitolato ‘Brunelleschi e le grandi cupole del mondo’, è una produzione Sky Arts Production Hub destinata a raccontare e illustrare la nascita delle soluzioni tecniche utilizzate dal Brunelleschi per innalzare un capo d’opera ingegneristico e costruttivo mai visto prima, ha sottolineato nella capitale del Regno Unito il direttore di Sky Arte, Roberto Pisoni. Ma anche per mostrare come il concetto di cupola si sia reiventato nei secoli e fra le epoche: fino all’espressione di archistar di oggi quali Norman Foster o David Libeskind, protagonisti di interviste ad hoc. Una reinvenzione a cui offre adesso un contributo pure Luke Jerram – artista emergente della scena britannica e internazionale fattosi conoscere ad esempio per la sua Luna, installazione ammirata fra l’altro l’anno scorso a Milano – attraverso una diversa “idea di cupola” esposta al pubblico fino al 17 febbraio e collocata a Lewis Cubitt Square: piazza non lontana dalle grandi stazioni di King’s Cross e di St. Pancras, al centro di un’area elevata in questi anni a modello di rinnovamento urbano di una metropoli che si evolve sforzandosi di restare nel contempo ancorata alle radici del suo passato.L’inaugurazione dell’opera di Jerram – intitolata Palm Temple e realizzata a forma di spicchio, come una struttura di cupola con lamelle a spirale tagliata in due parti uguali e quindi ricomposta in verticale quasi come due mani giunte in preghiera – è coincisa con la fine delle riprese del documentario. Ed è avvenuta alla presenza dello stesso autore, il quale ha spiegato d’essersi “ispirato a Brunelleschi”, e al suo percorso “di artigiano-artista, non di architetto di formazione”, per dare anima a un’installazione ‘site-specific’ immaginata a mo’ di luogo di contemplazione (dove ogni visitatore può accedere) e di collegamento “tra cielo e terra”: grazie anche ai riflessi del pavimento a specchio e alle trasparenze di un’opera che cambia colore a seconda della luce. Un inno “alla natura”, in un mondo secolare, a surrogare il richiamo universale al divino di Filippo Brunelleschi, nella parole dell’artista di Bristol. Il cui messaggio si condensa nel tintinnio d’una campanella, al vertice del ‘Tempio’, sospinta dal vento a suonare decine di volte al giorno: “una per ciascuna specie vivente minacciata quotidianamente di estinzione”.

Levante, difendo diversità ma non quote rosa”In un mondo maschilista la rivoluzione parta dal linguaggio”

27 gennaio 202014:59

La gola secca, il battito accelerato durante le prove, ma anche tanta serenità. Levante vive con la giusta dose di ansia ed emozione il debutto, a 32 anni, al festival di Sanremo. “Ci avevo già provato due volte in passato, poi avevo rinunciato. Pensavo di non essere adatta all’Ariston: troppo impegnata, troppo border, mi dicevano. Mi ero convinta, dopo tanta gavetta, di non avere bisogno del festival come trampolino di lancio. Evidentemente ora ho abbassato le difese, annullato le percezioni sbagliate. E vado a Sanremo con una canzone che so di poter difendere su quel palco e anche fuori”, racconta la cantautrice siciliana. Levante (Claudia Lagona, all’anagrafe di Caltagirone) è una delle 7 donne in gara, sui 24 big scelti da Amadeus. Ma lei, che porta un brano che è un inno all’inclusione dal titolo provocatorio Tikibombom (“un titolo che è l’opposto al messaggio che voglio mandare”), non ci sta a essere paladina delle quote rosa, in un festival che proprio sul tema delle donne sta scontando polemiche su polemiche (per l’esigua presenza di artiste, per le parole di Amadeus su Francesca Sofia Novello – un passo indietro dietro al fidanzato Valentino Rossi -, per i versi violenti e misogini di un vecchio brano del rapper Junior Cally). “Sono anni che mi spendo per le donne, ma non sono a favore delle quote rosa. Non ci è dovuto un posto per forza, non abbiamo un deficit. Io mi conquisto quello che mi merito e se sono al festival mi auguro che sia perché la canzone è bella e io sono brava”, spiega la cantautrice siciliana che poi aggiunge: “è vero che esiste un maschilismo generalizzato, a livello sociale e politico, che passa anche dal linguaggio comune. Bisognerebbe partire da qui. Anche noi donne dovremmo fare più attenzione”. E lei è la prima a provarci, anche con la sua Tikibombom, un brano in cui “rivendico la diversità, che è una ricchezza e non un motivo di divisione. Una canzone inclusiva, come non l’ho mai scritta”, dice ancora, rivelando come anche lei si sia spesso sentita sola. “Nella sensibilità con cui affronto la vita, nell’empatia che sento solo mia”. La musica è stata la medicina che l’ha curata, “perché mi ha dato la possibilità di scoprire che non sono affatto sola”.
Legata a doppio filo con il concetto dell’inclusione è anche la scelta della cover del giovedì: Si può dare di più di Raf, Tozzi e Ruggeri. “E’ spesso sottovalutata, considerata una canzone buonista. Ma anche quello è un brano totalmente inclusivo”, sottolinea. Per proporlo all’Ariston ha chiamato accanto a sé Francesca Michielin e Maria Antonietta. Una presa di posizione per rispondere alle polemiche? “No, affatto. E’ una decisione che avevo preso prima del caos e non è una risposta alle frasi di Amadeus. Infelici, sicuramente, ma le cose gravi sono altre. Ho trovato strumentale anche l’attacco a Junior Cally. Perché non pensarci prima? Accettiamo che esista il rap oppure Sanremo riscriva delle regole chiare”. Il brano sanremese sarà contenuto in Magmamemoria MMXX, edizione speciale dell’album di inediti uscito lo scorso ottobre e che, nella nuova versione, in uscita il 7 febbraio, conta 31 brani, 4 bonus track e il live registrato al Forum di Assago.
Meglio Sanremo o meglio il Forum? “Come chiedere se vuoi più bene a mamma o a papà…”.

A Belgrado un recital dedicato a Primo LeviBasato sul testo di ‘Se questo è un uomo’

27 gennaio 202010:31

– In occasione del Giorno della Memoria, che viene celebrato il 27 gennaio di ogni anno in ricordo delle vittime dell’Olocausto, l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado, in collaborazione con il Teatro Drammatico della capitale serba, presenta il recital letterario Primo presso lo stesso Teatro Drammatico. Il protagonista è l’attore di origine svedese Jacob Olesen, presente sulle scene italiane ed estere da oltre trenta anni, la regia di Giovanni Calò e la produzione di Enrico Carretta.
Il recital letterario è basato sul testo di ‘Se questo è un uomo’, un libro del chimico e scrittore ebreo italiano Primo Levi sulle sue esperienze nel campo di sterminio di Auschwitz durante la seconda guerra mondiale. A volte si sopravvive per poter raccontare. Primo Levi è sopravvissuto per raccontare.
Primo vuole dare voce alla sua testimonianza, perché non si può dimenticare, non si deve. L’intensità e la leggerezza della parola di Levi, insieme alla grande valenza letteraria del suo racconto, hanno favorito il lavoro e mostrato la strada da seguire. Racconto storico e dolore, sentimenti umani e abominio si susseguono nella mimica perfetta di Olesen che rende gli spettatori partecipi di una delle pagine più dolorose della storia.
Lo spettacolo si svolge in lingua italiana con sovratitoli in serbo tratti dalla traduzione di ‘Se questo è un uomo’ in serbo da parte della traduttrice Elizabet Vasiljević e pubblicato dalla casa editrice Paidea (2005).

‘Una divisa per Nino’, il fascismo raccontato ai bambiniPer Gribaudo il libro di Francesca La Mantia

27 gennaio 202015:15

– FRANCESCA LA MANTIA, UNA DIVISA PER NINO (GRIBAUDO) Per conquistare una sua compagnetta di scuola, un bambino, Nino, in pieno fascismo e durante la guerra di Etiopia (1936), cerca di diventare un bravo “figlio della lupa”. “In quel momento avevo capito cosa volevo fare da grande: volevo essere il Duce, così lei sarebbe stata mia” dice il bambino nel libro ‘Una divisa per Nino: il fascismo narrato ai bambini’ di Francesca La Mantia, scrittrice e sceneggiatrice , regista cinematografica e teatrale, pubblicato da Gribaudo con le illustrazioni di Matteo Mancini.
Ma, quando Nino fa amicizia con il suo vicino di casa, l’antifascista Ruggerini, e con suo figlio Gabriele e quando il fratello maggiore torna dalla guerra, avverrà in lui un radicale cambiamento e un rifiuto totale del regime e della violenza.
Già autrice de ‘La memoria che resta’, docufilm storico sulla Resistenza, con le testimonianze dei partigiani milanesi, eletto film dell’anno e inserito nei programmi ministeriali delle 56.775 scuole d’Italia, La Mantia ci fa compiere un viaggio verso la consapevolezza e la scelta: da una divisa che non viene indossata per caso a una divisa che Nino sceglierà di non indossare. Oltre alle illustrazioni di Matteo Mancini, il libro contiene due appendici ‘Date e fatti storici’ e ‘Il Fascismo e la scuola’, strumenti utili per raccontare ai bambini, da un punto di vista comprensibile, un periodo difficile come quello del Fascismo e della guerra in Etiopia.

Al Forte di Bard le migliori immagini naturalisticheAnteprima italiana del Wildlife Photographer of the Year

AOUSTE27 gennaio 202013:17

– AOUSTE-SUR-SYE

– Il Forte di Bard ospiterà – dal primo febbraio al 2 giugno – l’anteprima italiana della 55/a edizione del Wildlife Photographer of the Year, il più importante riconoscimento dedicato alla fotografia naturalistica promosso dal Natural History Museum di Londra. Saranno presentate al pubblico oltre 100 immagini vincitrici nelle 19 categorie del premio, selezionate da una giuria internazionale tra 48.000 scatti provenienti da 100 paesi del mondo.
Vincitore del ‘Wildlife Photographer of the Year 2019’ è il fotografo cinese Yongqing Bao con lo scatto “The Moment”: l’immagine ritrae lo scontro tra una volpe e una marmotta, uscita dalla sua tana dopo il letargo, sull’altopiano del Qinghai, in Tibet. Il quattordicenne neozelandese Cruz Erdmann, invece, ha ricevuto il premio ‘Young Wildlife Photographer of the Year 2019’ con lo scatto “Night glow”, fatto durante una immersione notturna al largo di Sulawesi, in Indonesia (l’immagine raffigura un calamaro durante un corteggiamento).
Premiati anche due italiani: Riccardo Marchegiani con “Early riser” (categoria 15-17 anni) e Manuel Plaickner con “Pondworld” (‘Behaviour: Amphibians and Reptiles’). Altri tre fotografi italiani hanno ricevuto la menzione ‘highly commended’ come finalisti: Stefano Unterthiner (‘Animals in their Environment’), Lorenzo Shoubridge (‘Behaviour: Invertebrates’) e Roberto Zanette (‘Earth’s Environments’).

Parma celebra il 119/o anniversario della morte di VerdiPizzarotti, nel 2020 ancora più sentito con Capitale cultura

PARMA27 gennaio 202013:39

– Il 119/o anniversario della morte di Giuseppe Verdi è stato celebrato con una cerimonia commemorativa davanti al monumento dedicato al maestro, in piazza della Pilotta, presenti il presidente del Teatro Regio Federico Pizzarotti e il direttore generale Anna Maria Meo.
“E’ un anniversario importante – ha detto il sindaco – quello che celebriamo ogni 27 gennaio e nel 2020 è ancora più sentito: un momento che ci permette anche di riflettere sui valori che le opere di Verdi continuano a trasmetterci”. “In questo anno cruciale per Parma come Capitale Italiana della Cultura – ha sottolineato Meo – desideriamo ancor più valorizzare e mettere in evidenza l’eccellenza artistica del maestro”.
La presidente di Parma Lirica, Patrizia Monteverdi, in rappresentanza di tutti i gruppi e le associazioni musicali cittadine, ha introdotto il momento musicale conclusivo: il ‘Va’, pensiero’ interpretato dal Coro del Teatro Regio e dalla Corale Giuseppe Verdi di Parma.

Premio a Susanna Rigacci, la ‘voce’ di MorriconeA Modena il 5 marzo primo ‘Buk Film Festival Award’

MODENA27 gennaio 202014:05

– La soprano Susanna Rigacci, che da vent’anni interpreta nei concerti e nelle incisioni la musica di Ennio Morricone, riceverà il 5 marzo a Modena il primo ‘Buk Film Festival Award’, nella serata inaugurale del primo festival dedicato a cinema e letteratura (in programma fino all’8). Il riconoscimento – spiega il fondatore Francesco Zarzana – le è stato attribuito “per aver mirabilmente congiunto la voce alle note e alle immagini di pellicole che hanno fatto la storia del cinema contemporaneo”.
Susanna Rigacci, aggiunge Zarzana, “canta in sei lingue sia in opere barocche che in ruoli di coloratura dell’opera mozartiana, nonché nel belcanto italiano. E si è via via dedicata sempre più di frequente al repertorio contemporaneo, come nel 2011 sul palco di Sanremo, interprete d’eccezione per il brano dei La Crus”.
Il festival, diretto dalla filmmaker e produttrice francese Capucine Lemaire, si articolerà in un concorso di lungometraggi, tutti tratti da un libro o adattamento di un’opera letteraria. Home Mappa del sito

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Prima italiana di ‘Venezuela’ a Reggio Emilia
Coreografie di Ohad Naharin per la Batsheva Dance Company

REGGIO EMILIA27 gennaio 202014:17

– La stagione di balletto del Teatro Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia ospita il 29 gennaio alle 20.30 la prima italiana di Venezuela, uno spettacolo della Batsheva Dance Company, compagnia israeliana di danza contemporanea tra le più famose al mondo. In Venezuela, Ohad Naharin, ex direttore e ora coreografo residente della Batsheva, mette in atto il conflitto tra dialogo, corpi e culture.
Attraverso la sua colonna sonora, la rappresentazione fa riferimento a uno specifico contesto socio-culturale e politico: la prima parte include canti ecclesiastici, con luci che illuminano il palco, mentre la seconda parte introduce il rap di The Notorious B.I.G. e musica araba. Ancora una volta, Ohad Naharin mette in mostra le capacità tecniche dei suoi danzatori in una performance fisicamente estenuante e sorprendente.
Attraverso le incredibili qualità della Compagnia, creatività, musicalità e passione, il pubblico viene trasportato in un viaggio affascinante e irresistibile.
Naharin, ideatore del linguaggio del movimento “GAGA”, ha iniziato la sua carriera di danzatore proprio con Batsheva nel 1974, presentando la sua prima creazione coreografica a New York nel 1980. Nel 1990 è stato nominato direttore artistico della Batsheva Dance Company. Ha creato oltre trenta nuovi lavori e ha rimontato le sue coreografie per numerose compagnie, tra cui il Nederlands Dans Theater, il Ballet National de l’Opéra de Paris, Les Grand Ballets Canadiens de Montréal.

Diodato, all’Ariston per raccontare qualcosa di meIn gara con Fai rumore. Dal 14/2 l’album “Che vita meravigliosa”

27 gennaio 202015:49

– “Vado a raccontare qualcosa di mio e a dare al mio album l’attenzione che merita”. Diodato torna al Festival di Sanremo per la terza volta (la seconda tra i big) con il brano Fai rumore, un invito ad abbattere i muri dell’incomunicabilità, che sarà contenuto nel nuovo album di inediti Che vita meravigliosa, in uscita il 14 febbraio per Carosello Records.
“Non credo di essere mai stato così tanto me stesso, d’essere mai stato in grado di mettere così a fuoco il mio vissuto e tutte le sensazioni che mi hanno portato a dare questo titolo prima a una canzone e poi a questo album – racconta il cantautore pugliese -. Ero pronto a condividere, a raccontare questa condizione di perenne viaggiatore, navigante felicemente disperso, di osservatore talvolta malinconico, talvolta disincantato, di eterno bambino innamorato di questa giostra folle”.
Nella serata dei duetti del giovedì, per celebrare i 70 anni del Festival, Diodato ha scelto Adriano Celentano e una rivisitazione di “24mila baci”, che porterà sul palco con Nina Zilli. “Voglio fare un tributo speciale a Celentano, sono molto amante della sua musica, del suo stile; è uno dei promotori del rock ‘n roll in Italia, e sono grato a un artista come lui, uno dei più grandi, arrivato al resto del mondo. Ho curato io l’arrangiamento rivisitando il pezzo ma restando fedele allo spirito del brano. Vorrei che uscisse l’attitudine in cui mi diverto, e tirar fuori l’amore che ho per la grande musica italiana”.

Storia di Sergio, cuginetto delle sopravvissute BucciNel libro i bambini usati negli esperimenti di Josef Mengele

27 gennaio 202015:59

– ANDRA E TATIANA BUCCI CON ALESSANDRA VIOLA, STORIA DI SERGIO (RIZZOLI, PP 160, EURO 14,90). Le due sorelle Andra e Tatiana Bucci, dopo aver raccontato la loro storia di superstiti dell’Olocausto in ‘Noi, bambine ad Auschwitz (Mondadori)’, danno voce in ‘Storia di Sergio’ al loro cuginetto, anche lui deportato nei campi di concentramento senza mai farne ritorno. Nel libro, scritto con l’autrice e regista Alessandra Viola, anche una testimonianza di Mario De Simone, fratello di Sergio.
Ad Auschwitz, Birkenau e Neuengamme esistevano dei kinderblok, baracche in cui venivano alloggiati i bambini che sarebbero stati usati per gli esperimenti medici dei nazisti. Sergio è uno di loro, ma è anche un bambino coraggioso che non si perde mai d’animo. Insieme ad altri ragazzini viene sottoposto agli esperimenti voluti dal dottor morte Josef Mengele e sarà ucciso, insieme agli altri, nella scuola di Bullenhuser Damm, perché non restassero prove delle torture subite.
Il libro, pubblicato da Rizzoli, con una testimonianza del fratello di Sergio, Mario De Simone, è suddiviso in due parti.
Nella prima si racconta la storia di Sergio. Nella seconda parte si ripercorrono gli eventi storici in cui si inserisce la storia di Sergio e dei venti bambini di Bullenhuser Damm, vittime degli esperimenti , fino al processo e alle successive condanne del Tribunale internazionale.
Andra e Tatiana hanno ispirato anche ‘La stella di Andra e Tati’, il primo film di animazione europeo sulla tragedia dei campi di concentramento con la regia di Alessandra Viola.

Scenografia futuristica tra Broadway e il passatoFirmata da Gaetano Castelli, “un festival disegnato dalla luce”

27 gennaio 202016:39

– Nessuna “macchina” scenica, ma un palco disegnato – e animato – dalle immagini e da linee curve che danno profondità allo spazio. E’ un omaggio al passato, anche ammiccando un po’ a Broadway ma guardando al futuro, quello che Gaetano Castelli firma per la scenografia del 70/o Festival della Canzone Italiana. Per lui è il diciottesimo e segna il ritorno tra le quinte dell’Ariston dopo 8 anni: “La mia scelta – dice – è stata quella di eliminare completamente le automazioni, sostituendole con elementi scenografici volumetrici progettati in modo da dilatare lo spazio scenico e acquisire la maggiore profondità possibile. E in questo spazio faccio ‘danzare’ la luce”.
Ridotta, ma non eliminata la scala, Castelli riporta l’orchestra ai lati del palco – nel golfo mistico – e ha lavorato soprattutto sull’integrazione tra elementi della scenografia, apparati video e luci: “I principali, i fondali e le quinte – prosegue Castelli – contengono, all’interno, apparati video e sceno-luminosi che, per la prima volta, sono completamente integrati con le luci del direttore della fotografia Mario Catapano. La scena acquista dinamismo grazie alle sue forme sinuose, agli accorgimenti prospettici e alla sincronia con il ritmo musicale di tutti gli effetti luminosi e grafici, personalizzati per ogni artista e sottolineati dal dinamismo della ripresa firmata da Stefano Vicario”.

Premio Bagutta: Deaglio, piazza Fontana cambiò storia ItaliaCerimonia a Milano, Alessandra Tedesco tra i nuovi giurati

27 gennaio 202016:52

– La strage di piazza Fontana è un “evento che ha cambiato non solo la storia di Milano, ma la storia d’Italia. Ed è stata una cosa talmente grande che ne portiamo ancora adesso le conseguenze”. Lo ha detto ieri sera Enrico Deaglio, ritirando il premio Bagutta assegnato quest’anno al giornalista per il libro ‘La bomba’ edito da Feltrinelli. Un evento che è “utile raccontare alle nuove generazioni, che di questa storia non sanno niente”, ha aggiunto l’autore, ricordando chi ne ha scritto prima di lui: Camilla Cederna e Piero Scaramucci.
Alla cerimonia era presente anche il vincitore dell’opera prima, Jonathan Bazzi, autore di Febbre (Fandango).
Presidente e segretario della giuria, Isabella Bossi Fedrigotti e Andrea Kerbaker, hanno annunciato una nuova giurata: la giornalista Alessandra Tedesco, conduttrice del programma ‘Il cacciatore di libri’ su Radio24.

Libri: Nathalie Guetta, “Dodici in caso di stressattrice nota per Don Matteo pubblica suo primo libro

27 gennaio 202016:59

– “Aspetta qui, devo vedere se dorme.
Sai, da noi è peccato.” Le fa segno con la mano di aspettare e scompare dentro casa.
Lei rimane in piedi, comincia ad avere sonno e spera che la cosa non si protrarrà a lungo. Le piacciono questo silenzio e questa tranquillità, avrebbe quasi voglia di sdraiarsi per terra ad aspettare. Le viene in mente una situazione simile: tanto tempo prima, in vacanza in Spagna, un ragazzo le aveva detto aspettami qua, torno subito, e non era mai tornato. Solo che l’aveva lasciata su uno scoglio e, dopo tre ore di attesa, ne aveva passate altrettante a domandarsi dove andare: alla fine si era fatto giorno. “Dodici in caso di stress”, è il primo romanzo di Nathalie Guetta l’attrice di origine francese (sorella di David produttore discografico e Dj noto in tutto il mondo ndr.) protagonista per tanti anni della serie “Don Matteo”, e che ha stregato il pubblico sulla pista di Ballando con le stelle, dove descrive un nuovo spaccato della sua personalità. Pubblicato con il marchio Cut-Up, casa editrice di La Spezia, all’interno della Collana Qulture, gestita dalla “Associazione Qulture e.t.s.
In una Parigi adagiata sui suoi ponti e i suoi bar, sul cibo etnico e gli ascensori, si dipana la storia d’amore tra Chloé e Houssine. Lei, ebrea, ha 46 anni; lui, musulmano, di anni ne ha 28. Il loro rapporto è vitale nonostante le ansie e i sensi di inadeguatezza, le differenze culturali e anagrafiche, le idiosincrasie. Houssine è sempre sul punto di sposarsi con altre donne anche se sostiene di amarla, Chloé talvolta lascia trasparire le insicurezze legate alla paura dell’invecchiamento che sono proprie di tutti noi. Chloé possiede un gatto vivace e amante della libertà che le dà filo da torcere, contribuendo ad aumentarne lo stress. E le sigarette, per auto imposizione, non possono essere più di dodici al giorno. Alla fine, a sorpresa, sarà lei a sposarsi con un altro uomo, lasciando Houssine a fare i conti con un sentimento di cui non era pienamente consapevole.
Perché l’amore è confronto, è volo e caduta, ma non ha nulla di metafisico quando combatte e si rivela nel quotidiano, come un pane necessario anche se, a volte, difficile da masticare.
Una storia narrata con un linguaggio colloquiale, diretto eppure introspettivo, che ricorda tanta letteratura e cinematografia francese.
Così è la storia d’amore tra Chloé e Houssine: non fa in tempo a entrare in scena col passo circospetto e imbarazzato della sua protagonista, che già, come la vita, capitombola tra situazioni comiche, commosse e poi anche buffe e pensose, dolorose, litigiose, impacciate, ruvide… persino feline. Dodici, allora, come numero scaramantico per rabbonire le ansie della vita e il logorìo delle scelte che toccano. Oppure dodici come metaforica, difficile linea di galleggiamento da tenere, quando serve, per portarsi al riparo di un porto, il più lontano dai dolori dell’anima.

esce libro su leggende Basket, capitolo su Kobe Bryantcampione americano di basket morto in un incidente di elicottero

27 gennaio 202017:30

– A due giorni dall’uscita in libreria del volume Le leggende del Basket – prevista per martedì 28 gennaio, Kobe Bryant, il più importante e il più forte tra i giocatori nati negli anni Settanta, “The Black Mamba” considerato giustamente l’erede di Michael Jordan, è morto tragicamente il 26 gennaio in un incidente di elicottero vicino a Los Angeles, con lui ha perso la vita anche la figlia Gianna Maria di 13 anni.
Un intero capitolo del libro Le leggende del basket (Diarkos – pp 420, euro 18) di Giulio Molo dal sottotitolo è dedicato a lui e alla sua incredibile carriera sportiva. La storia del basket e delle grandi epopee raccontata attraverso le gesta di grandi campioni o insostituibili gregari.
Si raccontano le imprese sportive ma anche le battaglie dei diritti umani, la lotta alla discriminazione, le migrazioni di massa. Tanti giocatori, soprattutto di colore, sono nati nella povertà assoluta e hanno dovuto saltare gli ostacoli della vita prima di raggiungere grandi palcoscenici. Il libro è un susseguirsi di emozioni e statistiche, di aneddoti e colpi di scena, di capricci e scaramanzie, ripercorrendo tutto ciò che di bello (e meno bello) il basket ci ha regalato dal dopoguerra a oggi. Fra lacrime di gioia, rimpianti e record imbattibili.
Incassi, in vetta ‘1917’ , secondo ‘Me contro te’Figli da monologo di Mattia Torre al terzo posto, sesto Zalone

27 gennaio 202014:32

– Conquista la vetta del box office italiano ‘1917’, il film di Sam Mendes, ispirato all’autobiografia del nonno del regista che racconta una pagina minuta della grande guerra attraverso la storia di due amici e commilitoni cui viene affidata una missione suicida. Favorito a sorpresa alla serata degli Oscar per le sue 10 nomination e la vittoria ai Golden Globe, ‘1917’, con un incasso in quattro giorni di 2.154.953 euro, scalza al secondo posto ‘Me contro Te Il Film – La vendetta del Signor S’ , il film dei giovanissimi youtuber Sofia Scalia e Luigi Calagna che guadagna 1.743.190 euro per un totale in due settimane di 8.440.767 euro. Precipita dal secondo al sesto posto Checco Zalone in versione ‘Tolo Tolo’ , che ottiene nel week end 868.802 euro per un totale in 4 settimane di 45.665.368 euro.
Tra le new entry, subito al terzo posto ‘Figli’ di Giuseppe Bonito, nato dal folgorante monologo scritto per Valerio Mastandrea da Mattia Torre, morto la scorsa estate a meno di 50 anni. Grazie a Lorenzo Mieli e a Wildside il film, con Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi, è stato realizzato a tempo di record e racconta una storia di insicurezze, comiche imprese, delusioni e illusioni di una coppia felice che affronta l’impervia scalata del “secondo figlio”, con in quattro giorni un guadagno di 1.427.184 euro. Altro nuovo ingresso, al nono posto, per ‘Tappo-Cucciolo in un mare di guai’ di Kevin Johnson con un cagnolino viziato che viene estromesso dal suo mondo dorato quando la padrona muore, che guadagna 272.235 euro in 4 giorni. Saldo al quarto posto ‘Piccole donne’ con un incasso di 889.448 euro nel week end per un totale in tre settimane di 4.883.392 euro. Chiude la top ten Jumanji: the next level’ con 229.092 euro per un totale in 5 settimane di 12.238.885 euro.
Gli incassi totali dei dati Cinetel si fermano a 10.729.989 euro, con -30% sullo scorso fine settimana e -16.32% su un anno fa.

Franceschini, Cicutto nuovo presidente della Biennale”Una candidatura prestigiosa per un’istituzione importante”

27 gennaio 202012:34

– “Sarà il veneziano Roberto Cicutto il nuovo presidente de La Biennale di Venezia”. Lo comunica il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini che ha avviato questa mattina la procedura di nomina. “Una candidatura prestigiosa per una delle più importanti istituzioni culturali italiane” ha commentato Franceschini augurando “buon lavoro a Cicutto per questa nuova fantastica sfida”. Cicutto subentra a Paolo Baratta che il ministro ringrazia.
‘Negli ultimi anni la Biennale ha vissuto un processo di rinnovamento in tutti i settori di attivita’ e ha incrementato la sua gia’ notevole fama sulla scena internazionale. Questo e’ stato possibile grazie al prezioso lavoro di Paolo Baratta e della sua squadra che ringrazio. Sono certo che Baratta, con la sua autorevolezza, continuera’ a impegnarsi per La Biennale’ sottolinea il ministro Franceschini.
Cicutto dal 2009 ricopre la carica di presidente e amministratore delegato di Istituto Luce-Cinecitta’ srl. Nato a Venezia nel 1948, ha lasciato la citta’ dopo aver conseguito la maturita’ classica al liceo Marco Polo. Si e’ trasferito a Roma dove ha intrapreso la carriera cinematografica. Nel 1978 ha fondato la societa’ di produzione Aura Film, con cui ha vinto, dieci anni dopo, nel 1988, il Leone d’oro a Venezia per ‘La leggenda del santo bevitore’ con la regia di Ermanno Olmi. Nel 1984 ha costituito la societa’ Mikado Film, con cui ha distribuito e prodotto film dei piu’ rappresentativi registi italiani e stranieri. Nel 1993 con Angelo Barbagallo, Nanni Moretti e Luigi Musini ha fondato la Sacher Distribuzione; e’ stato inoltre partner di Ermanno Olmi nella societa’ di produzione Cinemaundici. Nel 1994, in occasione del centenario della nascita del cinema, e’ stato insignito dal presidente della Repubblica Commendatore con altre personalita’ del cinema.
Nel 2009 e’ diventato direttore del Mercato Internazionale del Film. Per alcuni anni e’ stato membro del Consiglio di Ace (Atelier du Cine’ma Europe’en), EFA (Euyropean Film Academy) e del Centro Sperimentale di Cinematografia.

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Pitti Filati al via con 136 marchi, 19 Paesi esteri
Fortezza da Basso Firenze accoglie novità delle collezioni
FIRENZE 21 Gennaio 2020 20:13

– Al via dal 22 gennaio Pitti Filati 86: alla Fortezza da Basso di Firenze saranno 136 i marchi in mostra, di cui 19 provenienti dall’estero (Australia, Cina, Germania, Giappone, Mauritius, Perù, Regno Unito, Hong Kong, Romania, Svizzera e Turchia). La manifestazione, fino al 24 gennaio, propone l’anteprima mondiale primavera/estate 2021 delle collezioni di filati per maglieria, con un allestimento ispirato al tema delle bandiere, come per gli altri saloni di Pitti, Uomo e Bimbo, appena conclusi.
‘Yarns United’ è il titolo del nuovo Spazio ricerca, in linea con il tema generale: come in un vero e proprio laboratorio di creatività, si osserverà il tema bandiera da sei angolazioni diverse. La customizzazione applicata al mondo del lusso è al centro di CustomEasy, progetto alla terza edizione che mostra una collezione unica di maglieria, frutto di una integrazione di filiera. Cresce l’area dedicata alla sostenibilità e alle sue molteplici sfaccettature, e torna il concorso Feel The Yarn.

Arriva in Italia Blackie EdizioniA 10 anni dalla nascita a Barcellona apre una sede a Milano

21 gennaio 202020:44

– Ha il nome di una buffa cagnolina, Blackie, la casa editrice indipendente di Barcellona che apre una sede italiana a Milano. Fondata nel 2009 da Jan Martí e Alice Incontrada, che si sono conosciuti alla scuola italiana di Barcellona, Blackie Edizioni è nata dal desiderio dei suoi fondatori di pubblicare in Spagna Il libro della fantasia Gianni Rodari. Con grande sorpresa, in poco tempo tantissime persone leggevano e collezionavano i i libri di Blackie Edizioni, sono arrivati i premi e tanti titoli sono entrati nelle classifiche dei più venduti.
Così, a dieci anni dal suo debutto, l’editore ha deciso di realizzare il sogno di portare i suoi libri anche in Italia, patria d’adozione di Alice, che è nata a Barcellona da papà romano e mamma del sud della Spagna, è cresciuta in Toscana ed è poi ritornata a Barcellona. E di Jan, che è catalano ma ha frequentato le scuole italiane, come suo padre e il suo bisnonno, poeta e amico di Ungaretti e Montale. Diretta da Mario Bonaldi – 15 anni di esperienza nell’editoria indipendente, e una collaborazione con Rolling Stone, distribuita da Messaggerie Libri e promossa da Pro Libro – la casa editrice italiana vuole conservare lo stesso spirito della casa madre spagnola: un gusto libero ed eclettico, dalla letteratura alla divulgazione scientifica, dai saggi politici all’umorismo, un tono spigliato, l’estrema cura per i materiali, una grafica inconfondibile, la mancanza di pregiudizi nel mescolare il vecchio con il nuovo, l’originalità nella comunicazione sui social e un rapporto di complicità con lettori e librai.
Blackie Edizioni proporrà autori in traduzione, narrativa e saggistica italiana e progetti speciali creati e pensati per l’Italia. Tra i libri in arrivo nel 2020: ‘Gli schifosi’ di Santiago Lorenzo, un thriller atipico da 150 mila copie vendute che racconta di un uomo che scappa da tutto e trova la felicità assoluta nella solitudine; un’edizione del Candido di Voltaire, illustrato dal maestro Quentin Blake, con prefazione di Italo Calvino e postfazione di Julian Barnes; 101 esperienze di filosofia quotidiana di Roger-Pol Droi e Il grande successore di Anna Fifield, la biografia definitiva su Kim Jong-un. In arrivo anche ‘Le divoratrici di Lara Williams’, un romanzo d’esordio che è stato definito “il Fight Club femminista”, I Simpson e la filosofia, un libro sui libri amati da David Bowie.

Le opere del writer Zed1 al Teatro Verdi di FirenzePer i 40 anni della Fondazione Orchestra della Toscana

FIRENZE21 gennaio 202020:49

– Zed1, noto writer di origine toscana, è protagonista di una mostra al Teatro Verdi di Firenze che si inaugura il 22 gennaio in concomitanza con i 40 anni della Fondazione Ort (Orchestra della Toscana) che ricorrono nel 2020. Le opere di Zed1 sono presenti in molti Paesi e tra le sue creazioni ci sono i burattini umanoidi, che, nella loro apparente asetticità, interagiscono con la realtà che li circonda. Zed1 si muove, attraverso una danza di forme e colori, in un surrealismo postmoderno, che anche nei suoi tratti più irrazionali rimanda a una lucida consapevolezza, a volte malinconica, a volte terribilmente ironica. Esposti oltre una ventina di pezzi, tecniche e materiali diversi tra loro, più una piccola galleria di foto per le opere esterne di grandi dimensioni. Per l’occasione l’artista ha preparato un’opera inedita in esclusiva per noi, intitolata ‘Il salvataggio’ che vede al centro un violoncellista. Di questo soggetto è prevista una tiratura di 20 stampe ‘fine art’ firmate e numerate a mano.

Anna May Wong, Google ricorda la prima star cinese di Hollywood Doodle dedicato all’attrice simbolo della comunità sino-americana

22 gennaio 202014:44

Google ricorda con un doodle Anna May Wong, la prima attrice cinese diventata negli anni ’20 una star del cinema americano. Nata a Los Angeles il 3 gennaio del 1905 Anna May Wong ebbe il merito di aprire per prima gli schermi americani a una non caucasian, diventanto un attrice simbolo della comunità sino-americana. E non fu un’impresa da nulla. Il doodle di Google dedicato a Anna May WongIl film èThe Red Lantern (1919) con Alla Nazimova, uno di quei polpettoni sull’Oriente misterioso, tanto in voga sia a Hollywood che a Berlino in quegli anni. Trecento cinesine con in mano le lanterne rosse devono sfilare dinnanzi alla macchina da presa: tra queste vi è la piccola Wong Liu, quattordici anni. È la prima volta di colei che diventerà più nota come Anna May Wong, qualche anno dopo, quando, diciottenne, impersonerà la schiava mongola in un film che avrà un grande successo, The Thief of Baghdad (1924), con uno scatenato Douglas Fairbanks. Per la prima volta un’attrice cinese diventava una star del cinema americano, allora assolutamente selettivo, dove gialli, neri, indiani, ma anche i «latins», molte volte, erano relegati a ruoli marginali, ed in genere raffiguravano personaggi negativi.Il doodle di Google dedicato a Anna May WongDopo il film con Fairbanks, che fece conoscere Anna al di là e al di qua dell’oceano, l’attrice interpretò un’eschimese in The Alaskan (1924); in Peter Pan (1924) fu Tiger Lily, capo-tribù indiana, mentre in Forty Winks (1925) fu una seducente vamp orientale. Pur se costretta in film dove i personaggi, cinesi o giapponesi che fossero, erano calati in storie di uno stucchevole esotismo, Anna ebbe un’attività cinematografica intensa, anche se limitata al ruolo di antagonista.

Musica: Leonidas Kavakos apre stagione di concerti a ParmaIl 23 gennaio, programma dedicato a Beethoven per 250/mo nascita

PARMA22 gennaio 202011:40

– Il violinista greco Leonidas Kavakos e il pianista riminese Enrico Pace inaugurano il 23 gennaio alle 20.30 la stagione concertistica del Teatro Regio di Parma, realizzata da Società dei Concerti di Parma in collaborazione con Casa della Musica. Per Kavakos si tratta del debutto nel teatro parmigiano.
Il programma della serata, interamente dedicato a Ludwig van Beethoven in occasione del 250/o anniversario della nascita, comprende la Sonata N. 2 in la maggiore, la Sonata N. 3 in mi bemolle maggiore, la Sonata N. 6 in la maggiore e la Sonata N. 7 in do minore. Brani che i due strumentisti hanno in repertorio ormai da molti anni e dei quali, nel 2012, hanno realizzato anche la registrazione integrale per Decca Classics aggiudicandosi il Premio Abbiati della critica italiana. La stagione concertistica del Teatro Regio proseguirà il 17 febbraio con Jordi Savall, il primo marzo con i Solisti di Zagabria, il 19 aprile con il pianista Alexander Lonquich, il 24 maggio con il chitarrista Manuel Barreco. Il 9 aprile, nell’ambito di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020, Marco Angius dirigerà un concerto di musiche del ‘900 composte da Edgard Varèse, Luciano Berio, Iannis Xenakis, Bruno Maderna e Giacinto Scelsi.

A teatro, tra Fellini 100 e Guerritore-SezuanGlauco Mauri è Re Lear; Natalino Balasso nei panni di Arlecchino

22 gennaio 202011:54

– Il doppio omaggio ai 100 anni dalla nascita di Federico Fellini con Francesco Sala “In viaggio con Fellini – Note, ricordi, sue fantasie” e il “Processo a Fellini” di Mariano Lamberti, con Caterina Gramaglia e Giulio Forges Davanzati, entrambi a Roma; Glauco Mauri e Roberto Sturno nel “Re Lear” di Shakespeare per Andrea Baracco e Franco Oppini nel “Cocktail per tre” di Santiago Moncada, ancora nella capitale. E poi Paolo Briguglia con “Nel mare ci sono i coccodrilli” dal bestseller di Fabio Geda, a Milano, e Natalino Balasso nell'”Arlecchino servitore di due padroni” di Goldoni secondo Valerio Binasco, a Firenze; fino a Monica Guerritore ne “L’anima buona di Sezuan” da Brecht, a Catania: sono alcuni degli spettacoli teatrali in scena nel prossimo week end.

La pirateria sottrae al mondo del libro 528 mln l’annoRicerca Ipsos per Associazione Italiana Editori-AIE

23 gennaio 202009:59

E’ allarme pirateria nel mondo del libro con un danno economico di 528 milioni di euro annui alla filiera editoriale (carta più digitale), pari al 23% del valore del mercato (escludendo scolastica ed export), con ricadute per il sistema Paese di 1,3 miliardi e la perdita di 8.800 posti di lavoro, considerando anche l’indotto. E dal governo arriva la proposta di una campagna istituzionale che diventa culturale. “Potremmo pensare a una campagna istituzionale nelle tv, sui social, nelle scuole con messaggi molto precisi. Si tratta di far capire che fare click qualche volta determina un colpo sull’editore, sul libraio, sul giornalista, sull’autore. Basta pensare alle librerie o edicole che chiudono per capirlo” ha detto il sottosegretario all’editoria Andrea Martella alla presentazione dei dati Ipsos, illustrati da Nando Pagnoncelli, commissionati dall’Associazione Italiana Editori, che fotografano in modo completo un fenomeno che coinvolge più di un italiano su tre sopra i 15 anni (36%). “Dati drammatici che vanno al di là di ogni previsione, che richiedono e impongono una forte azione di contrasto” come ha sottolineato il presidente dell’Associazione Editori Italiani, Ricardo Franco Levi. “Continueremo – ha detto Levi – a lavorare insieme” e poi ha invitato a riflettere sul fatto che “se di quei 528 milioni di danni se ne recuperassero solo 1/4 cambierebbero tante cose”. Pronto ad accogliere l’invito di Martella il presidente della Federazione Italiana Editori Giornali, Andrea Riffeser Monti: “Deliberiamo questa campagna istituzionale per l’anno 2020. Deve essere una campagna di tre-quattro argomenti, che sia una goccia tutti i giorni. Noi ci siamo come editori. Deve andare in televisione, nelle librerie, nei chioschi”. Educazione e repressione le due strade indicate, ma quello di cui dobbiamo essere consapevoli è che in ballo ci sono la nostra libertà e democrazia. “Dobbiamo combattere una battaglia che ha a che fare con la democrazia. Il danno non è solo economico ma incide sul pluralismo delle informazioni.In fondo si tratta di spiegare che scaricare dalla rete libri e articoli di giornale è un disvalore sociale e significa anche scaricare la democrazia e un pezzo di libertà degli altri” ha detto il sottosegretario. “Come governo -ha aggiunto – faremo la nostra parte. Una prima cosa abbiamo cominciato a farla con i 20 milioni di euro stanziati nella manovra di bilancio già approvata per promuovere la lettura nelle scuole e con l’estensione ai quotidiani della 18App” ha spiegato il sottosegretario che ha sottolineato anche la “mancanza di regole certe che dovrebbero riguardare la giusta remunerazione del lavoro editoriale” e ha invitato a “pensare anche alla leva fiscale per contrastare la pirateria e quindi può essere utile un nuovo sistema di incentivi fiscali che incoraggi e promuova la lettura e la legalità. Penso che questa sarà una riflessione del governo prossimamente”. Preoccupazione nel mondo editoriale: l’editore di Elena Ferrante, Sandro Ferri, ha pronta “una denuncia – – per circa 20 mila copie false dell’ultimo libro della scrittrice misteriosa, ‘La vita bugiarda degli adulti’ che girano da qualche mese su bancarelle e Amazon prime”. Selva Coddè, amministratore Delegato Area Trade di Mondadori Libri spiega che “l’obiettivo, come si è visto bene, deve essere quello di concorrere tutti insieme a elevare sia il tasso di lettura nel Paese che quello dell’acquisto del libro” e “quanto ai dati allarmanti sulla pirateria – aggiunge – ci sono settori più colpiti di altri; i più interessati appaiono essere i libri di saggistica e universitari”. E per Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato di GeMS, “stupisce che la pirateria la pratichino persino gli studi di commercialisti che rischiano di essere sanzionati dalla Guardia di Finanza”. Dato per certo che “non c’è proprio nulla di salgariano sulla pirateria attuale”, come ha affermato Martella, il presidente di Confindustria Cultura Italia Innocenzo Cipoletta ha spiegato all’incontro, a cui era presente anche il giovane scrittore Giacomo Mazzariol “come l’1% del prodotto interno lordo sia occupato dall’industria creativa” e Renzo Nisi, comandante del Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza ha fatto notare quanto sia difficile l’azione di contrasto di “un fenomeno così pulviscolare” e spiegato che sono “50 mila i testi cartacei sequestrati ogni anno. Mentre il presidente di Agcom, Angelo Marcello Cardani, ha insistito sul fatto che il problema “riguarda proprio la percezione di questa attività illegale”.

Pitti Filati, tendenza estate 2021 è sostenibilitàFilati ‘green’ e palette ispirata a natura, colore must è giallo

FIRENZE22 gennaio 202012:06

– Il mondo della maglieria parla il linguaggio della natura, declinando il rispetto per l’ambiente e per le sue risorse in forme sempre nuove e avanzate. A Pitti Filati 86, dove 136 aziende sono in mostra con l’anteprima dei filati per maglieria per la primavera/estate 2021, la passione per una moda ecosostenibile è al centro della scena. Ormai il concetto viene espresso a tutto tondo, non solo con i prodotti ma anche con l’organizzazione del lavoro e con le lavorazioni.
Nascono nuove famiglie di filati in fibre riciclate post-consumo, in molteplici strutture e finezze, e nuove viscose ecosostenibili. Migliorano le performance dei filati organici e certificati ecologici. Il pregiato cashmere si presenta in versione ‘recycled’, mentre il lino diventa ‘bio’ e la seta è ‘no cruelty’. Anche il cotone è bio: Monticolor lancia oggi FeelFine, il suo primo filato in cotone biologico. Naturali sono anche le tinture, ricavate da minerali e piante. Insomma tutta la filiera si evolve per ridurre l’impatto ambientale e dare nuova vita agli scarti: è sempre più presente il ritorno all’home made, al km 0, alla manualità. Il discorso prosegue anche con ricami e customizzazione, che diventano così sperimentazioni creative per recuperare antiche manualità e dare nuova vita alla maglieria. Anche i colori si rifanno al mondo della natura, con varie sfumature: dai verdi ai grigi, al beige, al nocciola, al cacao, poi azzurro acqua, blu navy, rosso, blu china, grigio profondo, fuxia, verde mela, corallo e arancio.
Assolutamente di tendenza è il giallo: limone, cedro, paglierino. Mentre tra gli effetti trionfano microbouclé, spugnette e ciniglie, cordonetti e fettucce, che creano superfici mosse e affascinanti. Spazio anche a stampe multicolor e decorazioni, e ad effetti speciali, come lino stonewash sportivo ed elegante, viscosa lucida e illuminata dal lurex. Per la sera arrivano pioggia di paillettes e strutture metalliche.

Umbria Jazz: 17 luglio Stefano Bollani e il Sfj CollectiveDal 23 prevendita per concerti dell’arena dell’11-16-17 luglio

PERUGIA22 gennaio 202012:07

– Venerdì 17 luglio Stefano Bollani torna a Umbria Jazz con la formula del piano solo, una delle più suggestive tra le tante cui ha dato vita nella sua intensa carriera. Il piano solo, dice Bollani, “è come costruire un ponte e al tempo stesso passarci sopra. Si tratta di cercare di tradurre il momento presente in suono, perché arrivi più diretto al cuore, senza passare necessariamente dal giudizio della vostra testa”.
Dire che Stefano Bollani è un musicista eclettico è poco. Anche classificarlo semplicemente come un musicista è riduttivo, perché scorrendo i tratti principali della sua carriera al fare musica bisogna aggiungere che ha scritto libri, condotto trasmissioni alla radio e alla televisione (con Renzo Arbore), lavorato in teatro.
A seguire il San Francisco Jazz Collective: un ensemble “democratico”, ovvero senza un leader, composto da otto star del jazz contemporaneo che generalmente ruotano nell’area californiana (ma non solo). La band – spiega Umbria Jazz – è espressione diretta del San Francisco Jazz, una delle maggiori istituzioni americane, che opera, senza fini di lucro, per promuovere e sostenere la musica afroamericana attraverso varie iniziative, dagli eventi live ai dischi, ma anche conferenze, seminari, ricerche. Sfjazz esplora l’intero spettro del jazz, dalle sue origini nella comunità afroamericana fino alle diverse evoluzioni moderne a livello internazionale: il jazz come forma d’arte viva, costruita su una tradizione in continuo divenire.

Franceschini, il videoclip è un’opera d’arteMinistro firma decreto, avrà accesso a tax credit.

22 gennaio 202012:43

– “Il videoclip è un’opera d’arte”.
Parola del ministro della Cultura Dario Franceschini, che ha firmato il decreto che riconosce a questo specifico prodotto audiovisivo i benefici del tax credit. La decisione, dopo la petizione firmata da tanti artisti, da Fiorello a Giovanni Allevi, da Gianna Nannini a Gino Paoli. “I video musicali- spiega Franceschini, hanno interpretato e interpretano al meglio l’immaginario popolare, facendo sognare intere generazioni e sono delle opere d’arte. Per questo motivo non c’era motivo di escluderli dalle agevolazioni fiscali. Nel 2017 sono stati esclusi dal tax credit , stamattina, quindi, ho corretto un errore”.
Il provvedimento individua i videoclip come opere artistiche universalmente riconosciute, frutto dell’ingegno con contenuti creativi analoghi a quelli di altri prodotti ammessi ai benefici fiscali della legge Franceschini sul cinema come ad esempio i film, la videoarte e i videogiochi.
Il primo applauso al decreto arriva da Fiorello, che twitta subito un “evviva il videoclip”

Non solo i film, anche un videoclip può essere arte. Dopo anni di battaglie e una petizione caduta nel vuoto, è un decreto firmato oggi dal ministro della cultura Franceschini a riconoscere la dignità, ma anche l’accesso ai contributi statali ai video musicali che la legge italiana equiparava alle pubblicità e ai video porno. “I video musicali hanno interpretato e interpretano al meglio l’immaginario popolare, facendo sognare intere generazioni e sono delle opere d’arte – sottolinea il ministro Pd – Per questo motivo non c’era motivo di escluderli dalle agevolazioni fiscali. Stamattina, quindi, ho corretto un errore”. Il primo ad applaudire è Fiorello, che sulla petizione al ministro (era Franceschini anche allora) aveva messo la faccia già nel 2017, quando proprio nei decreti che dovevano dare attuazione alla legge sul cinema e l’audiovisivo ne venne decisa, a sorpresa, l’esclusione dal tax credit. Con tutta probabilità, viene fatto notare ora negli ambienti musicali, si trattò di un abbaglio preso dai tecnici che si mossero ignorando i cambiamenti epocali arrivati con internet, dove i videoclip costituiscono la fetta in assoluto più grande – il 95 per cento secondo il regista Stefano Salvati – dei video cliccati. Un errore, sottolineano anche dalla Fimi, la federazione dell’industria musicale, ribadendo che oggi il “il videoclip è senza ombra di dubbio una delle più innovative e diffuse forme di comunicazione al mondo”. Tant’è che tra gli autori di videoclip si trovano tante stelle della regia, da Martin Scorsese, chiamato da Michael Jackson per Bad, a Roman Polanski, che insieme a Salvati, autorità italiana del settore, firmò Angeli di Vasco Rossi. E ancora: Tim Burton ha diretto i The Killers in Bones, singolo estratto dal loro secondo album Sam’s Town; David Lynch ha firmato un video per Wicked Game di Chris Isaak. E Sofia Coppola, che dopo il successo di Lost in translation si è provata nell’opera lirica, non si è negata incursioni nel settore musicale, dirigendo per esempio i The White Stripes in I just don’t know what to do with myself. Nato negli anni ’50, il videoclip sembra essere tra l’altro ‘un’invenzione’ tutta italiana. Un ruolo chiave – scrive Michele Bovi nel suo libro ‘Da Carosone a Cosa Nostra, gli antenati del videoclip’ (2007) sarebbe stato svolto dal Cinebox, in pratica un juke-box con lo schermo che riproduceva le pellicole dei video musicali realizzati dai cantanti dell’epoca. Costruito dai fratelli Angelo e Giovanni Bottani nel 1959, era stato pensato per la diffusione dei filmati musicali a colori nelle sale interne dei bar. Il primo videoclip sarebbe quindi il filmato musicale de La Gatta di Gino Paoli, girato proprio per il prototipo del Cinebox. Certo da allora si è fatta tantissima strada, a partire soprattutto dagli anni Ottanta con le prime televisioni tematiche con un palinsesto tutto musicale. “Oggi – racconta Salvati, regista di Sting come di Vasco, Venditti, Elisa e tantissimi altri – il videoclip è la palestra perfetta per far crescere qualsiasi filmmaker: c’è il racconto, c’è la tecnica, c’è tutto nel tempo di una canzone”. E i contenuti sono “i più visti del web”. Franceschini è d’accordo. Tanto da ammetterlo a viso aperto, in un videoclip per l’appunto, che lo vede intervenire in coda agli appelli lanciati dai vip della canzone. Disinvolto in maglione blu, il ministro sorride alle telecamere dal suo studio al Collegio Romano: “Mi avete convinto, rimedio”.

Cartabia, la Corte costituzionale e i diritti della donnaNel nuovo programma dal 23 gennaio su Rai Storia

22 gennaio 202013:53

– La Corte Costituzionale e i diritti della donna. Il lungo cammino verso la parità attraverso le tappe che hanno intrecciato la storia delle donne italiane con quella di un organo di garanzia che ha spesso fatto sentire la propria, autorevole voce: la Consulta, garante della nostra Carta costituzionale e dei diritti dei cittadini. Un’istituzione che, con i suoi interventi sulle leggi in vigore nel nostro Paese, ha contribuito allo sviluppo storico e giuridico della società italiana e che Marta Cartabia, neoeletta presidente della Corte e prima donna a ricoprire questo ruolo, racconta con la giornalista Stefania Battistini nel nuovo programma di Rai Cultura “Senza distinzione di genere”, in onda da giovedì 23 gennaio alle 20.40 su Rai Storia.
“A partire dalle sentenze della Corte Costituzionale che hanno contribuito maggiormente a modificare la condizione delle donne nella famiglia, nel mondo del lavoro e nei rapporti sociali, lungo le sei puntate della serie – spiega Cartabia – abbiamo inteso mostrare come lavora la Corte e come svolge la sua azione a tutela dei diritti dei cittadini, in particolare delle donne che tradizionalmente costituiscono una parte debole della società”. “Con questo programma – aggiunge Silvia Calandrelli, direttore di Rai Cultura – abbiamo voluto fare ‘cultura’ delle Istituzioni, nello spirito del servizio pubblico, facendo conoscere al pubblico il prezioso lavoro della Consulta. Un lavoro fondamentale per la società italiana e per il ruolo che le donne, proprio grazie alla Corte, hanno potuto rivendicare e affermare come risorsa importante per lo sviluppo del nostro Paese, nella vita pubblica e non solo”.

Moda: sindaco Lecce, Dior sfilerà qui a maggio’Presenterà collezione primavera/estate’. L’annuncio su Facebook

LECCE22 gennaio 202014:25

– “Ho il piacere di annunciare che ‘Christian Dior’ – prestigiosa e celebre società dell’alta moda – ha scelto Lecce e la Puglia per la presentazione della nuova collezione di primavera”. Lo annuncia il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, sulla propria pagina facebook, precisando: “Lavoreremo nei prossimi mesi al fianco di Dior, Curia e Prefettura per garantire il pieno successo di questo straordinario appuntamento”. La Curia di Lecce infatti ha avuto da ridire in più di un’occasione, in passato, nei confronti di iniziative laiche organizzate in piazza Duomo.
La scelta di Lecce, prosegue il sindaco, è stata “fortemente voluta da Maria Grazia Chiuri – direttrice creativa della maison – e Pietro Beccari – presidente e ceo di Dior – che ringrazio”.
“Nel mese di maggio i riflettori della moda internazionale saranno accesi quindi su Lecce” ed “equivale ad una promozione a livello mondiale”, conclude il sindaco: “negli ultimi anni le sfilate di primavera hanno visto Dior a Marrakech e Los Angeles”.

Le Vibrazioni, torniamo alle origini In gara con la ballad Dov’è, “ci rimettiamo il completo buono”

22 gennaio 202019:41

Il festival 2018 aveva sancito la reunion della band dopo una pausa durata cinque anni, quello che è ormai alle porte “è una conferma per noi stessi, un modo per rimettersi il completo buono, per fare ordine e concentrarsi solo sulla musica. Ci stava tornare, anche per tirare le somme dopo un anno intenso tra live e singoli”. Francesco Sarcina, leader de Le Vibrazioni, spiega così la scelta della band di tornare per la terza volta in gara a Sanremo con il brano Dov’è, una ballad old school firmata dallo stesso Sarcina, con Roberto Casalino e Davide Simonetta, che pesca nel passato e nella storia, ormai ventennale, del gruppo che – per ora – non ha nessuna intenzione di prendere altre pause.”L’abbiamo scritta esattamente con l’idea di fare Sanremo. Ed è stato un ritorno alle origini totale, a quel sound che ci ha caratterizzato fin dall’inizio, senza la volontà di voler colpire come avevamo fatto nel 2018 con Così sbagliato”. Nel brano, che racconta un amore finito e la voglia di ripartire, “c’è tanto di mio – racconta Sarcina, reduce da una turbolenta separazione dalla moglie Clizia Incorvaia -, c’è quello ho vissuto. La musica serve anche a curare le ferite, a vomitare fuori quello che ti ha colpito e fatto soffrire. Ora sto bene, la musica a volte è dannazione, ma anche salvezza”. In lavorazione c’è un album, “che spero uscirà entro la primavera”, ma nel frattempo, a partire da marzo, c’è un tour nei teatri, con un’orchestra di 20 elementi, che mescola rock e musica classica. “Sono generi meno distanti di quello che possiamo immaginare. La tensione che ti arriva oggi con l’elettronica, una volta ti arrivava dalla pressione sonora e fisica sullo strumento. E’ facile fare casino con il rock, ma anche con la classica c’è da divertirsi”.Al loro fianco, a dirigere l’orchestra, ci sarà Peppe Vessicchio. Ma il maestro più amato e atteso del festival, con i suoi papillon colorati e la sua presenza rassicurante, sarà anche all’Ariston? “Stiamo provando a portarlo con noi”, conferma Sarcina, che per la serata delle cover ha stupito con la sua scelta inconsueta: Un’emozione da poco, portata al successo nel 1978 da Anna Oxa. “La canzone scritta da Fossati è bellissima e lei un’artista che non le ha mai mandate a dire a nessuno. Ne faremo una versione prog, che sembrerà quasi un musical. E se la leggi dal punto di vista di un uomo è ancora più forte”. Come ospiti hanno chiamato i Canova. “Glielo dovevo. Ai tempi di Amici, si presentarono a metà programma: da giudice io li lasciai fuori a favore dei Dear Jack, che erano dentro dall’inizio. Feci quella scelta per proteggerli. Mi ricordano Le Vibrazioni dei primi tempi. E da band tifiamo per le band”. Sarcina interviene anche sulle polemiche che stanno agitando il festival. “Le critiche sono aria fritta – tuona sulla vicenda Junior Cally -. Chiacchiericcio. Un artista è libero di fare quello che vuole. E se è seguito, vuole dire che ha ragione lui. Quindi le critiche sono all’artista o ai suoi fan? E poi la coerenza dov’è finita? Lo avete scelto per il festival, dovete tenerlo. Sarà il pubblico a giudicare, un artista può piacere o non piacere. Squalificarlo sarebbe sbagliato”. E difende anche Amadeus, finito nel tritacarne per le frasi ritenute sessiste: “Può capitare di sbagliare, ha sulle spalle una macchina incredibile. In questa epoca le donne vanno portate su un petalo”. Home Mappa del sito

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Sordi, al cinema a febbraio il film con Edoardo Pesce
‘Permette? Alberto Sordi’ in sala 24-25-26 febbraio e poi Rai1

24 gennaio 202012:16

A cento anni dalla nascita, il cinema omaggia il grande attore romano con un evento. Solo il 24, 25 e 26 febbraio arriva sul grande schermo ‘Permette? Alberto Sordi’,(distribuito grazie ad Altre Storie) un film con la regia di Luca Manfredi che racconta le origini di una leggenda del cinema italiano. Una coproduzione Rai Fiction – Ocean Productions, il film andrà in onda prossimamente su Rai1. A vestire i panni dell’indimenticabile attore romano Edoardo Pesce (david di Donatello per Dogman di Garrone). Racconterà vent’anni di vita di Sordi (nato il 15 giugno del 1920 e morto il 24 febbraio del 2003) dal 1937 al 1957. Un film che vuole ricordare la straordinaria vitalità di Alberto Sordi, il suo immenso talento, la sottile ironia, l’artista e l’uomo, tra difetti e virtù. Il 27 febbraio 2003, partecipando ai funerali di Alberto Sordi, Ettore Scola disse: “Sordi non ci ha mai permesso di essere tristi”.
La sua capacità di scherzare e ironizzare sulle piccolezze, sulle nevrosi e le contraddizioni degli italiani, nel corso degli anni, ha lasciato un segno nella storia del costume del nostro Paese. Il figlio di Nino Manfredi, che ha già portato sul piccolo schermo grandi prodotti come “In arte Nino”, dedicato alla vita del padre interpretato magistralmente da Elio Germano, sul set delle riprese (sono svolte tra Roma e Tivoli) aveva anticipato gli snodi principali del film: “un Alberto Sordi giovane e inedito, con un lato della sua vita personale che pochi conoscono oggi. Tra questi la sua grande storia d’amore, con Andreina Pagnani, diva del teatro di posa e doppiatrice.
Sordi era giovanissimo, aveva 22 anni, questa relazione durò per nove anni facendo scalpore all’epoca, la Pagnani aveva 15 anni più di Alberto”. Da giovanissimo Sordi viene espulso dall’Accademia di Recitazione dei Filodrammatici a Milano per la sua incorreggibile parlata romana. Ma Alberto non si arrende e, tornato a Roma, con la sua ricerca della qualità attoriale e con impegno tenace, riesce a diventare l’inconfondibile voce di Oliver Hardy, si fa notare sui palcoscenici del Varietà e alla Radio con il personaggio di Mario Pio. In quegli anni stringe una grande amicizia con il giovane Federico Fellini (quando arriva a Roma è uno sconosciuto che si mantiene facendo il disegnatore), ma lì a poco diventerà un apprezzato regista e dirigerà l’amico ne Lo Sceicco Bianco e I Vitelloni (di Sordi la pernacchia più celebre del cinema italiano!). Alberto raggiungerà il trionfo con Nando Moriconi, l’Americano a Roma! ‘Permette? Alberto Sordi’ vuole essere “un affettuoso omaggio al grande talento di uno dei maggiori interpreti di un genere che ci ha reso famosi in tutto il mondo: la Commedia all’italiana – sottolinea Luca Manfredi – Un genere capace di raccontare i drammi e i vizi della nostra società̀, appena uscita dall’ultima guerra, con il sorriso e l’ironia. Un attore straordinario, dotato di un talento innato, che ci ha regalato con più̀ di duecento film una galleria di personaggi indimenticabili con un gioco di invenzioni e di “tic” sui loro modi di parlare e di muoversi, come il suo famosissimo saltello. Ma Alberto ha dovuto faticare non poco, per vedere riconosciuto il suo talento. Senza mai abbattersi, ma anzi, combattendo con una tenacia inarrestabile (che poi ha trasferito in uno dei suoi personaggi più noti, il Dentone) è riuscito a diventare uno degli attori più apprezzati del grande cinema italiano”.
Il film vede nel cast Pia Lanciotti nel ruolo di Andreina Pagnani, Alberto Paradossi in quello di Federico Fellini, con Paola Tiziana Cruciani, Luisa Ricci, Michela Giraud, Paolo Giangrasso, con la partecipazione amichevole di Giorgio Colangeli, Martina Galletta; Francesco Foti, Sara Cardinaletti e e Lillo Petrolo nel ruolo di Aldo Fabrizi.

A Venezia la nuova stagione del Teatrino di Palazzo GrassiSi parte con ‘Set up’ e si prosegue con 20 giornate incontri

VENEZIA22 gennaio 202016:02

– Il teatrino di Palazzo Grassi a Venezia si prepara ad una nuova stagione sotto la guida di Martin Bethenod, direttore e amministratore delegato di Palazzo Grassi – Punta della Dogana sistema espositivo della Pinault Collection. Il via il 7 febbraio con ‘Set up!’ giunto alla terza edizione con due serate di musica, danza e performance a Punta della Dogana. Il calendario culturale per il primo trimestre 2020 prevede 20 giornate di incontri, laboratori, proiezioni, concerti e performance con ogni settimana una nuova proposta dedicata agli appassionati di arte, letteratura, musica, danza e tanti laboratori per i più piccoli visitatori.
La totalità degli appuntamenti è aperta al pubblico gratuitamente, a eccezione di Set Up.

Mostre: le confische agli ebrei in ‘Storie restituite’I documenti della persecuzione antisemita alle Gallerie d’Italia

22 gennaio 202016:04

– Ricostruire pezzi di storia attraverso moduli, verbali e burocrazia. Nella mostra ‘Storie restituite. I documenti della persecuzione antisemita nell’archivio di Intesa Sanpaolo’, dal 23 gennaio al 23 febbraio alle Gallerie d’Italia di Milano, sono proprio le carte relative a confische, espropri e sequestri da parte dell’Ente gestione e liquidazione immobiliare (Egeli) verso ebrei italiani e stranieri a raccontare, da un nuovo punto di vista, le conseguenze delle Leggi razziali del 1938.
La mostra, organizzata anche in vista della Giornata della Memoria, è frutto di un lavoro durato più di due anni tra 300 faldoni e oltre 1500 pratiche nominative di ebrei spogliati dei loro beni: dall’intera casa alla caffettiera, tutto rigorosamente riportato ed elencato sui verbali con tanto di valore economico dai funzionari dell’Egeli, l’organo governativo creato ad hoc. Il percorso espositivo, allestito come un vero archivio con scaffali e faldoni, racconta sei storie simboliche.

Altaroma al via a teatro con “Lettere a Yves”Da libro di Bergé, Teatro Torlonia 23-26/1, con Pino Amendola

22 gennaio 202016:19

– Si possono scrivere lettere d’amore senza nascondere nulla? Pierre Bergé lo ha fatto alla morte del suo compagno Yves Saint Laurent, dopo cinquant’anni passati insieme tra baruffe e gelosie, abbandoni e riappacificazioni, estasi e tormenti. Le lettere di Bergé, raccolte nel volume “Lettere a Yves Saint Laurent”, sono state definite vere e proprie lezioni d’amore, perché sono del tutto sincere e non celano il lato oscuro dell’innamoramento, il dolore che sempre prima o poi lo accompagna. Sono il resoconto di “un’assenza sempre presente”, perché il ricordo di Yves segue il suo compagno ovunque: nelle case che hanno abitato, nei giardini di Marrakesh che amavano, persino nei luoghi dove Saint Laurent, sedentario e poco incline ai viaggi, non è mai stato. La nuova edizione di Altaroma a partire dal 23 al 26 gennaio nella ex caserma guido reni, chiude la sua prima giornata di eventi con lo spettacolo teatrale della lettura delle “Lettere a Yves”, tratte dall’omonimo libro che raccoglie le lettere scritte da Pierre Bergé al suo amato Yves Saint Laurent, il grande stilista, suo compagno di vita. Lo spettacolo in anteprima al Teatro Torlonia dal 23 gennaio sarà in replica la sera nello stesso teatro fino al 26. Con la partecipazione straordinaria di Maria Letizia Gorga, protagonista della lettura delle missive d’amore è Pino Ammendola, autore e attore di lungo corso teatrale, cinematografico e televisivo (Provaci ancora prof, il suo più recente successo) che ha lavorato con registi come Dino Risi, Lina Wertumüller e Giuseppe Tornatore, e come doppiatore ha prestato la voce a Antonio Banderas, Roman Polansky e Murray Abraham. Musiche originali composte ed eseguite al pianoforte da Giovanni Monti, regia di Roberto Piana. Laura Bosetti Tonatto, main partner dell’ anteprima dello spettacolo, ha creato per l’occasione il profumo Majorelle, ispirato al giardino di Marrakech più amato da Yves Saint Laurent e Pierre Bergé, che lo acquistarono riportandolo allo splendore originario. Le ceneri di Saint Laurent, per suo volere, sono state sparse tra le rose del giardino.

J-Ax, una ‘Beretta’ contro la violenza sulle donneIn nuovo album ‘Reale’ lei uccide lui dopo vita di abusi

22 gennaio 202019:43

“Così Salvini smette di dire che sono del Pd”, scherza J Ax parlando di ‘Beretta’, uno dei brani del suo nuovo album ‘Reale’, in cui racconta una storia di violenza domestica che finisce con lei che uccide lui. “Non sono per dogma contro la legittima difesa, la mia visione shifta a seconda di quello che succede” dice l’ex Articolo 31, spiegando che “la storia è presa dai fatti di cronaca e io giustifico il gesto della persona in questione”. “I giornali danno contro chi si fa giustizia da solo, io – sottolinea – sono in una zona grigia, sono libertario e sono per leggi più morbide sulla legittima difesa”.A chi gli chiede se Salvini, con cui il rapper ha spesso interloquito via social, commenterà questa sua presa di posizione, J Ax risponde che “non risponderà, perché non sottolinea la sua narrativa, lui deve dipingermi come il comunista con il rolex che vive in un attico, mi aspetto piuttosto – dice – delle accuse da parti sinistroidi”. Sulle polemiche sanremesi legate alla presenza di Junior Cally e ai suoi testi, Ax spiega invece che “se hai bisogno del rap perché è il genere che tira, poi non ti puoi lamentare”. Il decano dei rapper italiani ricorda quando Eminem nel 2001 partecipò come superospite al festival, “era strapagato e aveva appena fatto una canzone in cui raccontava a sua figlia come aveva ucciso sua madre. Ora rompete le palle? Almeno Cally è in gara e non è pagato, allora – si chiede – di cosa stiamo parlando? Eminem diceva cose più pesanti di Junior Cally ed erano tutti a rincorrerlo, mi sembra una cosa da poveretti anche perché una canzone è una canzone così come un film è un film. Ci sono mille motivi per cui un artista sente di dire certe cose, io non ho mai usato certi cliché del rap, ma a volte li si usa”.Essere definito femminista non gli piace, “è una cosa da zerbino per prendere i like delle tipe”, e poi “esiste anche la violenza sugli uomini”, ma con Chadia Rodriguez – una delle tanti ospiti dell’album insieme a Enrico Ruggeri, Il Pagante, Max Pezzali, Paola Turci, Jake La Furia – canta la possibilità di abbandonare un attimo la battaglia tra sessi per trovarsi a metà strada in ‘Pericoloso’, pezzo nato da una ricerca sul mondo degli incel, gli uomini che ritengono d’essere rifiutati perché non attraenti da un mondo di donne che li giudica solo per look, status e conto in banca. “Un problema che va affrontato e risolto perché – dice – potrebbe portare a spargimenti di sangue come già accaduto in America”. Se l’esperienza da genitore musicalmente dice che non lo ha cambiato, perché “voglio avere la mentalità dei primi anni senza limiti”, la fine del rapporto con Fedez e Newtopia – di cui non vuole parlare se non per dire “va bene che mi facciate passare per il cattivo, così la smettiamo con lo zio Ax” – è entrata indirettamente nell’album in uscita venerdì nel pezzo ‘Quando piove, diluvia’, che fotografa la settimana fantozziana vissuta subito dopo la rottura con l’ex socio, tra controlli della Finanza e la paura che l’erba legale di cui è testimonial avesse un tasso di Thc oltre i limiti consentiti dalla legge. “Odio i dischi sui problemi di chi ha successo ma noi – spiega – abbiamo ciò che altri non hanno, la paura di perdere tutto da un momento all’altro, non è una cosa superficiale, è la paura di perdere il futuro e io ho il complesso dell’impostore, sempre con il pensiero che il destino me la faccia pagare”. E invece no, perché tra cadute e risalite di una lunghissima carriera – come canta in ‘Sarò scemo’ – “ho vissuto già tre vite come fosse un videogioco”.

Moda: una mostra e un libro celebrano Milano e il cappottoIl giorno e la notte nelle immagini di Zoppellaro e Ribeiro

22 gennaio 202016:54

– Un libro e una mostra fotografica, che si terrà il 28 gennaio presso la galleria Still di Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, celebrano Milano ed un capo, il cappotto, che fa parte della storia della città e della sua gente. “Il Giorno e la Notte”, che raccoglie le opere originali dei fotografi Mattia Zoppellaro e Sha Ribeiro, nasce dall’incontro tra il brand made in Italy Paltò, e il magazine Perimetro che ha curato l’art direction del progetto.
Il testo nasce con una doppia cover, infatti si sviluppa lungo l’arco di un’intera giornata milanese, con le ore di luce descritte dallo sguardo di Ribeiro e quelle notturne da Zoppellaro, che hanno ritratto le storie di dieci ospiti che amano Milano: Antonio Moscogiuri, Carlo Antonelli, Antonio Diodato, Efisio Marras, Emiliano Salci, Gabriele Micalizzi, Isabella Potì, Martina Troni, Vinicio Marchioni e Woo Lee.

Moda: Ferretti sfila a Rimini con tributo a FelliniLa collezione resort sarà presentata il 22 maggio

22 gennaio 202017:27

– Sarà un tributo al cinema di Federico Fellini, in occasione del centenario della sua nascita, la sfilata della collezione Resort 2012 di Alberta Ferretti, che ha scelto di presentare le sue nuove creazioni il 22 maggio a Rimini, città natale del regista e terra in cui la stilista ha le sue radici.
“Sono felice di presentare la mia prossima collezione nei luoghi in cui sono nata e dove è cominciata la mia carriera, ancora oggi – dice Ferretti – la Romagna è la terra in cui vivo e ritrovo me stessa. Mi piace l’idea di rendere omaggio alla mia regione e a un artista come Federico Fellini, che è riuscito a rappresentare attraverso le sue opere la storia del nostro Paese e a far conoscere la cultura italiana nel mondo.”

Premi: il Bagutta 2020 a Enrico Deaglio per ‘La bomba’Jonathan Bazzi vincitore opera prima con ‘Febbre’

22 gennaio 202017:40

– Enrico Deaglio ha vinto il premio Bagutta con ‘La bomba’ (Feltrinelli), resoconto delle vicende di piazza Fontana scritto in occasione del cinquantesimo anniversario della strage. Il libro è stato scelto a larghissima maggioranza dalla giuria presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti. Il valore del testo di Deaglio, secondo la giuria, è anche didattico: in un’Italia ormai così diversa, dove la storia recente a scuola non viene studiata, “una ricostruzione tanto precisa svela a molti ragazzi un passato di cui sanno poco o nulla”.
Il premio per l’opera prima a ‘Febbre’ (Fandango) di Jonathan Bazzi, che racconta di un’esistenza difficile, tra la durezza della periferia, la scoperta dell’omosessualità e l’irrompere dell’HIV.
Come negli ultimi anni, dopo la chiusura del ristorante, il Premio verrà assegnato nella sede di via De Grassi messa a disposizione da Francesco Micheli, storico sostenitore del Bagutta. Lì, nella Sala dell’Ermellino, si terrà la cena a inviti di domenica 26 gennaio.

Teatro: a Bologna ‘La vita nuova’ di Romeo CastellucciIn anteprima come progetto speciale in occasione di ‘Art city’

BOLOGNA22 gennaio 202017:41

– Un parcheggio di auto ‘dormienti’, con i motori spenti, in cui si è dato convegno un gruppo di uomini, per cercare un modo nuovo e migliore di stare insieme.
E’ lo spunto di ‘La vita nuova’, prima nazionale dello spettacolo di Romeo Castellucci, in scena il 24 e 25 gennaio a Bologna, progetto speciale di Art City, negli spazi DumBo.
Il testo è di Claudia Castellucci, la musica di Scott Gibbons, con in scena Sedrick Amisi Matala, Abdoulay Djire, Siegfried Eyidi Dikongo, Olivier Kalambayi Mutshita, Mbaye Thiongane. Il lavoro è stato commissionato da Kanal-Centre Pompidou di Bruxelles, dove ha debuttato nel 2018, poi ospite di festival a Vienna, Atene, Helsingor e Parigi. La performance, in francese con sopratitoli in italiano, è ispirata da ‘Lo spirito dell’utopia’ do Ernst Bloch, un saggio, scritto tra il 1915 e il 1917 e rivisto in parte nel 1923, un classico del pensiero filosofico contemporaneo e si muove nella dimensione utopica del pensiero, delineando una ‘ontologia del non ancora’.

Sale della Comunità, cinema resilientiChiarulli racconta il lavoro sul territorio di cultura e ascolto

23 gennaio 202010:07

RAFFAELE CHIARULLI, SALE DELLA COMUNITA’, LA MAGIA CONTINUA. 11 STORIE SPETTACOLARI (Effatà Editrice, pp.96, 10 euro). Da Verona a Cento, da Bari a Firenze, da Genova a Pantelleria, sono undici le “storie spettacolari” che Raffaele Chiarulli racconta nel suo “Sale della Comunità, la magia continua” (Effatà Editrice), libro che accende i riflettori sulla realtà quotidiana delle circa 800 sale cinematografiche nate, in città o nei piccoli centri, in seno alle parrocchie. In questa piccola inchiesta, Chiarulli svela questi luoghi laici, creativi e dinamici, ma soprattutto resilienti, in cui spesso poche persone tra volontari e professionisti portano avanti un lavoro culturale importante sul territorio, di ascolto, incontro e confronto, capace di aggregare pubblici diversi, non necessariamente legati all’esperienza parrocchiale. Nel libro l’autore ha sottolineato la centralità delle persone che alimentano con passione l’attività di queste sale: sono loro a renderle uniche nella propria peculiarità, non omologate a un dettato comune, ma profondamente radicate nel territorio di cui sono espressione, “Luoghi in cui – scrive Chiarulli – la crescita personale di chi assiste a un evento culturale (un film, un’opera teatrale, una conferenza…) è anche crescita di una comunità che in quel progetto si riconosce”.

Editore e/o, girano 20 mila copie false ultima FerranteFalsi de La vita bugiarda degli adulti, pronta denuncia

23 gennaio 202009:57

ELENA FERRANTE, LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI (E/O).  Copie false de ‘La vita bugiarda degli adulti’, l’ultimo romanzo di Elena Ferrante pubblicato come i precedenti dalla casa editrice e/o, uscito a novembre 2019, girano da un po’ di tempo sulle bancarelle e sul Marketplace di Amazon. A lanciare l’allarme è l’editore Sandro Ferri che ha “pronta una denuncia da depositare”. “E’ stato un po’ macchinoso farla perchè per essere certi di poter denunciare dovevamo essere sicuri che nessuno degli attori regolari del mercato, il nostro distributore e i grossisti, avesse rifornito chi vende illecitamente” spiega Ferri che si sta muovendo da una parte per conto proprio e dall’altra insieme all’Associazione Italiana Editori”.
“Ci siamo accorti da un mese che c’erano in giro copie falsificate de ‘La vita bugiarda degli adulti’ e pare che ad oggi ne abbiano stampate circa 20 mila” racconta a margine della presentazione dei dati Ipsos, commissionati dall’Associazione Italiana Editori, sulla pirateria nel mondo del libro.
“le copie pirata sono fatte bene. Una persona qualsiasi non riconosce facilmente che sono false. Si vede dalla carta, dalla stampa, ma possiamo dirlo noi o il tipografo. Abbiamo comprato le copie false sulle bancarelle dove vengono vendute a 10 euro, mentre il romanzo costa 19 euro e poi su Marketplace dove su Amazon vendono i privati, con il 15% di sconto , cioe’ a 16,16 euro, a cui si devono detrarre 3 euro che il venditore deve dare ad Amazon e altre 3 euro per la spedizione, che è gratuita.
Quindi per una copia l’incasso di chi la vende è meno di 10 euro. E questo dimostra che è impossibile siano state comprate da noi, che non scendiamo mai a questa cifra, o dal distributore” sottolinea Ferri.
“Abbiamo anche saputo, attraverso un canale che non possiamo dire chi sia, che stanno stampando altri libri: diversi Oscar Mondadori e sotto le feste è stato stampato in modo illecito ‘Lungo petalo di mare’ di Isabel Allende pubblicata da Feltrinelli e il Fabio Volo di Mondadori”.
Alla e/o è “la prima volta che succede a questi livelli. Abbiamo stampato 300 mila copie della Ferrante. Per questi pirati diventa un business, per un libro di mille copie non lo farebbero. Noi non siamo riusciti a giustificare quante volte nell’online ci piratano i libri. Per sconfiggere questo fenomeno da una parte bisogna sensibilizzare ed educare partendo dalle scuole. Io avevo anche pensato di aggiungere nei libri da noi pubblicati una paginetta in cui ringraziavo il lettore di aver comprato il libro in libreria e a prezzo intero. Dall’altra parte bisogna agire con una risposta di repressione che però mi sembra debole e molto difficile perchè la tecnologia aiuta i pirati” dice Ferri.

Regista di Vasco, per video vinta lunga battagliaSalvati, “E pensare che mi consideravano come i porno…”

23 gennaio 202013:10

– E pensare che fino ad oggi noi registi di videoclip eravamo considerati al pari dei registi di video porno…”. Quarant’anni di carriera ai massimi livelli, autore di oltre 300 videoclip da Sting a Vasco Rossi, osannato nel settore, tanto da meritare il titolo di “Fellini del videoclip”, Stefano Salvati è “la testa d’ariete” che facendosi portavoce dei grandi nomi della musica italiana, da Gino Paoli a Bennato, passando per Fiorello, ha convinto il ministro della cultura Dario Franceschini a firmare il decreto che riconosce la natura artistica dei videoclip, ammessi così anche alle facilitazioni fiscali previste dal tax credit. Lui che ha diretto Sting, gli Aerosmith, Billie Preston, Toquinho, tanto per citarne qualcuno, persino una giovanissima Angelina Jolie alle prime armi per un video di Antonello Venditti (era Alta Marea), che ha girato un videoclip con Roman Polanski (era Angeli di Vasco Rossi, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia) , che ha lavorato come autore anche per l’ultimo progetto del grande Fellini, oggi è soddisfatto come un bambino. “Quasi il più bel giorno della mia vita”,

“perché finalmente questa lunga battaglia è vinta”. Dietro, spiega, c’è IMAGinACTION , primo (e unico) festival mondiale di videoclip, che Salvati ha lanciato e dirige, con il sostegno della Fimi, ma anche una vita di lavoro e di aspettative oggi condivise da un numero sempre crescente di persone (“su 100 video che si vedono in rete 95 sono videoclip”) che chiedevano considerazione per una forma d’arte in qualche modo bistrattata. “Tanti giovani”, sottolinea, “perché quella dei videoclip è la forma d’arte più seguita dalle nuove generazioni”.Nel 2017 una petizione firmata da tutti i nomi più blasonati del pop italiano, da Vasco Rossi a Venditti, non aveva raggiunto l’intento. Nell’incontro di una settimana fa al Collegio Romano è andata decisamente meglio: “C’ero io come portavoce – racconta – Franceschini mi ha accolto ed è stato un grande, si è mostrato molto disponibile, ha ammesso l’errore, si è impegnato a riparare con un decreto”. Una “cosa bellissima”, aggiunge, che grazie al tax credit potrà essere importante anche per il turismo: “Ve lo immaginate che pubblicità per il nostro paese se una grande star internazionale viene a girare un video in Italia? Ora sarà molto più facile”.

Danza: Sasha Waltz lascia Staatsballet Berlino a fine 2020Compagnia di balletto classico l’aveva contestata estate scorsa

BERLINO22 gennaio 202020:31

– Dopo 5 mesi alla guida dello Staatsballet di Berlino la coreografa Sasha Waltz e Johannes Oehman termineranno il loro mandato comune a fine 2020. Lo ha confermato il dipartimento della Cultura all’emittente Rbb, e lo riporta Die Zeit. La coreografa e ballerina Sasha Waltz era stata contestata dalla compagnia di balletto classico questa estate con la petizione “Salvate lo Staatsballet”. Alla base della contestazione, la scelta di una coreografa di teatro-danza per una compagnia di balletto classico. “Questa forma di danza richiede altre qualità artistiche rispetto a quelle di un danzatore di balletto”, “è come se mettessero un allenatore di tennis alla guida di una squadra di calcio”, si diceva nella petizione. L’artista di Karlsruhe ha giustificato lo scioglimento anticipato del contratto, spiegando la sua intenzione di non proseguire da sola la conduzione dello Staatsballet dopo le dimissioni del condirettore Oehmann, che andrà a dirigere la Dansenhus (la casa della danza) a Stoccolma.

Circolo Lettori, Elena Loewenthal nuovo direttoreSalone del Libro? Mi metterò subito a studiare

TORINO23 gennaio 202009:55

– Elena Loewenthal,scrittrice e traduttrice pluripremiata, editorialista, docente di Cultura ebraica all’Università Vita-Salute San Raffaele, è il nuovo direttore del Circolo dei Lettori di Torino. Sostituisce Maurizia Rebola.
Elena Loewenthal è stata scelta dal consiglio di gestione dell’ente tra i candidati che hanno risposto al bando per il nuovo direttore.”Il Circolo dei Lettori è una realtà unica, in Italia e non solo, un modello vincente da valorizzare ed esportare in Piemonte e oltre i confini. Sono davvero felice di iniziare questa nuova avventura, lavorerò con passione e impegno per una continuità vincente”, ha commentato la scrittrice.
“Il Circolo dei Lettori per me è da sempre una casa delle parole, mie e di altri, a cui guardo con stupore e ammirazione da sempre per la sua specificità nel fare e diffondere cultura.
Il Salone del Libro? Mi metterò subito a studiare tutto quello che è stato fatto finora”.

Lia Levi , un segreto tra amicizia e musica klezmerStoria di adolescenza e passioni nello sfondo nel dopoguerra

24 gennaio 202009:51

– LIA LEVI, ‘IL SEGRETO DI ISABELLA’. (ACCADEMIA NAZIONALE SANTA CECILIA/ EDIZIONI CURCI) .
Una ragazzina che custodisce un segreto, le amicizie dell’ adolescenza tra timori e speranze, le vicende della guerra e le esperienze degli scout che riprendono l’ attività dopo il divieto imposto dal Fascismo. E’ una finestra sulla cultura ebraica e sulla musica klezmer “Il Segreto di Isabella”, il nuovo romanzo di Lia Levi, Premio Strega Giovani nel 2018, pubblicato nella collana i Gusci da Accademia Nazionale di Santa Cecilia/ Edizioni Curci . “Il senso di questo libro – spiega – è unire una musica che non c’ è più e la vitalità dei bambini. Isabella, bambina misteriosa, viene scoperta dalla amiche a suonare da sola nel bosco la musica che il padre aveva abbandonato. E’ il recupero della tradizione con gli occhi e l’ energia delle nuove generazioni”. La scrittrice piemontese presenta il volume giovedi 23 gennaio agli studenti dai 9 ai 14 anni delle scuole romane in un incontro all’ Auditorium Parco della Musica che sarà intercalato da brani di musica klezmer eseguiti dal vivo dal clarinettista Gabriele Coen con gli allievi del corso di Alto Perfezionamento dell’ Accademia Nazionale.
Nel romanzo gioca un ruolo fondamentale proprio la musica degli ebrei ashkenaziti dell’ Europa dell’ Est e il clarinetto, lo strumento tipico di questo genere musicale che accompagnava balli, spettacoli e rappresentazioni per matrimoni e altre celebrazioni. Le protagoniste, Caterina e Serena, condividono un balcone che unisce le loro due case. Il loro legame affettivo è cementato dalla scoperta degli scout, dalle prime esperienze di autonomia e dall’incontro con Isabella, misteriosa e solitaria.
I suo segreto inizialmente mette a rischio il loro rapporto ma poi unirà il gruppo ancora di più. “La cultura ebraica – spiega l’ autrice – sta trovando nuovi modi per esprimersi. Il mondo Yddish è tramontato ma restano i grandi scrittori del passato.
Questo libro è un invito a mettere in moto la creatività”. Oltre alla musica, Levi ha voluto richiamare l’ attenzione sul mondo degli scout laici nel dopoguerra, di cui lei stessa ha fatto parte. “Fu la prima reazione dei movimenti giovanili dopo la fine del Fascismo – ricorda – i primi resistenti tra le tante difficoltà vissute dalle associazioni democratiche. Non avevamo nemmeno la stoffa per le divise”. Il libro – di cui è disponibile anche la versione audio – è illustrato da Laura Fanelli, ha una scheda di approfondimento e una playlist online con Gabriele Coen (clarinetto), Gianluca Casadei (fisarmonica) e Monica Demuru (voce narrante).

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Marietti 1820, celebrazioni per 200 anni di attività
Casa editrice festeggia in 9 città con mostra, lezioni, libri

23 gennaio 202010:06

– Un viaggio in 9 città italiane, 11 lezioni e uno spettacolo, incontri con intellettuali e autori, una mostra con opere letterarie storiche e documenti, tante nuove pubblicazioni e un taccuino da collezione: sarà una lunga maratona tra libri e suggestioni quella che con l’iniziativa “Parole in viaggio” la casa editrice Marietti 1820 intraprenderà a partire dal 14 febbraio per festeggiare la propria storia, lunga ben due secoli. Nata a Torino nel 1820 e ora, dopo varie vicissitudini, con sede a Bologna, Marietti ha proseguito negli anni il suo cammino puntando sulla qualità, riflettendo nelle sue pubblicazioni i mutamenti della società in continua evoluzione. Nel 2020 tanti saranno dunque gli appuntamenti di “Parole in viaggio” per celebrare al meglio questa grande festa del libro e della cultura. Si partirà con le lezioni svolte da alcuni autori Marietti, incontri speciali in cui a ogni città sarà abbinata una parola: si va da “amore” per Torino, il 14 febbraio, a “futuro” per Roma, il 7 aprile, fino a “rito” per Messina il 6 maggio. Non mancheranno interessanti novità editoriali tra cui a marzo le Opere di Franco Ferrarotti e in autunno la Bibbia di Dorè.

Scala: Muti torna al Piermarini e dà lezioni di armoniaIl Maestro con la Chicago Symphony Orchestra, mancava da 2017

MILANO23 gennaio 202011:21

– “Ci vuole armonia per stare insieme in una società in maniera civile. Una cosa che chi ha governato questo Paese non ha sempre tenuto conto non dico adesso, ma da diverse generazioni”. E’ il messaggio che Riccardo Muti ha trasmesso ai bambini della scuola elementare di Milano “Sorelle Agazzi”, uno dei 10 istituti coinvolti nel progetto ‘La Scala fa Scuola. Un Coro in Città’, che ieri sera alla Scala erano presenti al concerto della Chicago Symphony Orchestra, diretta appunto dal Maestro.
Il concerto è parte della 34/a tournée in Europa della grande orchestra americana di cui il Maestro Muti è Direttore musicale dal 2010. Al Piermarini, da cui mancava dal 2017, Muti è stato accolto con grande affetto e calore. Intensi applausi gli sono stati tributati e grida di ‘bravo’, al suo ingresso, al termine della prima parte e alla fine del concerto, che ha presentato l’ouverture di Der fliegende Holländer di Richard Wagner, la Sinfonia Mathis der Maler di Hindemith e la Sinfonia n. 3 di Prokof’ev.

Musica: Bastianich, da restaurant man a rocker in tourAl via a Milano presentazione album ‘Aka Joe’

23 gennaio 202011:22

– Da restaurant man e volto tv a rocker, Joe Bastianich ha dato il via al tour di presentazione del suo album ‘Aka Joe’ ieri sera allo Zio Live Music Club di Milano con lo show di musica, aneddoti, parole e ricordi “New York Stories”.
In questo spettacolo, Joe Bastianich svela la sua parte più intima e si racconta nei panni di musicista. Il lavoro, registrato a Los Angeles, esplora diversi generi come l’alternative rock, l’alternative country e l’American music, con sonorità legate al rock-blues e al funky. “La musica per me rappresenta l’espressione più pura, l’emozione più vicina al cuore. In questo album – racconta l’ex volto di Masterchef – ho raccolto l’essenza più vera della mia vita, quella più intima, tra passioni, paure, ambizioni e amore. Racconta molto di me, di ciò che sono, che ho fatto e che farò. È la mia rivelazione più personale e inedita”.

Altaroma apre con la petite robe blanche di Koefia40 tubini bianchi tra statue facoltà di Lettere a La Sapienza

23 gennaio 202011:26

– Apertura “in bianco” per Altaroma che inaugura la sua kermesse con la mostra dell’Accademia Koefia all’Università La Sapienza, facoltà di Lettere e Filosofia, intitolata Petite robe blanche. In realtà, fu il little black dress, o petite robe noir, a conquistare la copertina di Vogue nel 1926. Era l’abito simbolo di Coco Chanel uno dei capi più amati del XX secolo. Ma a renderlo desiderato da tutte sarà quello nero di Givenchy indossato da Audrey Hepburn nel film Colazione da Tiffany diretto da Blake Edwards (1961). Gli allievi dell’Accademia Koefia, in collaborazione con gli studenti del Corso di Laurea in Scienze della Moda e del Costume dell’Università La Sapienza di Roma, hanno immaginato un dialogo tra la petite robe blanche e non noir, e i calchi di gesso, copie tratte delle numerose statue originali dell’età classica, presenti nella Gipsoteca della Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza.
La mostra La petite robe blanche: un sogno in Bianco, mette in scena 40 tubini bianchi, allestiti sui tradizionali busti sartoriali, relazionarsi con le opere del Museo di Arte Classica che dal 1892, ha riunito una collezione di 1200 calchi che ripercorrono l’evoluzione della scultura antica greca e romana: un lavoro frutto dell’esercizio didattico del programma del secondo anno del Corso Triennale Bachelor in Fashion Design. I 40 abiti bianchi danno vita a una narrazione tessile che racconta le infinite evoluzioni possibili intorno a una forma semplice come quella del tubino. Ogni studente ha riletto il tubino. Un esercizio di stile che ha visto impegnati gli allievi nell’applicazione delle tappe fondamentali della modellistica e della confezione di alta moda che, con le sue complesse costruzioni, ripercorre la storia della moda nelle sue forme e tendenze, negli accenni di stile impero, negli appunti di romanticismo e nelle volute barocche, fino al modernismo degli anni ’50, e ai nostri giorni. Il bianco diventa struttura architettonica e ci immerge “nel silenzio”, come diceva Gianfranco Ferrè quando parlava delle sue iconiche camicie.

Venezia: Basilica S. Marco, scatta prenotazione a pagamentoDa primavera biglietti online per evitare sovraffollamento

VENEZIA23 gennaio 202011:45

– Evitare code all’esterno ed eccessivi affollamenti all’interno: partirà a primavera la ‘rivoluzione’ per le visite alla Basilica di San Marco, a Venezia. La Procuratoria di San Marco, come riporta il Gazzettino, sta studiando un nuovo sistema di visita per l’edificio sacro.
Due le modalità: si potrà prenotare a pagamento l’ingresso e scegliere online l’orario desiderato oppure, il giorno stesso, procurarsi un numero (fino ad esaurimento) per l’accesso dalla macchinetta che sarà posta all’esterno della Basilica. Nel secondo caso la visita sarà gratuita ma senza possibilità di garantirsi la fascia oraria d’ingresso. Il Procuratore di San Marco Pierpaolo Campostrini sottolinea che la prenotazione a pagamento consentirà ai turisti di ammirare anche alcune opere d’arte del luogo sacro (come la Pala d’oro) già fruibili solo con un biglietto. Attualmente, ricorda Campostrini, nei periodi di alta stagione è già in vigore un sistema ‘salta la coda’ a pagamento.
“L’acqua alta del 12 novembre ci ha costretti a ragionare su una gestione programmata degli ingressi – rileva – da un lato per ridurre il sovraffollamento e dall’altra per garantirci dei fondi da utilizzare per il ripristino di quanto si è danneggiato proprio a causa della marea”. Il Procuratore tiene a precisare che, per chi entrerà gratis, la biglietteria con numero alla mattina programmerà gli accessi per la mattinata e al pomeriggio quelli per la seconda parte della giornata. “La chiesa è piccola al suo interno e va difesa, osserva, ricordando che “resterà l’accesso sempre libero a qualsiasi ora dalla Porta dei Fiori per i fedeli che intendono entrare in chiesa per pregare”.

The New Pope, guest star Sharon Stone in nuovo episodiosu Sky Atlantic serie di Paolo Sorrentino alle 21.15

23 gennaio 202012:50

– Arrivano domani sera dalle 21.15 su Sky Atlantic e NOW TV gli attesissimi nuovi episodi, quinto e sesto, di The New Pope la serie creata e diretta dal regista Premio Oscar Paolo Sorrentino. Dopo la visita di Marilyn Manson, guest star in Vaticano questa settimana sarà Sharon Stone, che verrà ricevuta in visita privata dal nuovo Papa interpretato da John Malkovich nella serie Sky Original prodotta da The Apartment e Wildside, parte di Fremantle.
Papa Giovanni Paolo III continua infatti ad essere attratto dallo star system, e il colloquio con l’attrice darà a Sir John Brannox spunti di riflessione rivoluzionari, che l’aristocratico inglese approfondirà con Sofia Dubois. Infatti, mentre Voiello si rifugia negli Appennini con Girolamo, il rapporto tra Sofia e il Papa si fa sempre più profondo, e Giovanni Paolo III discute con lei un modo per sviare l’attenzione dai perenni scandali sessuali che coinvolgono la Chiesa. Nel frattempo, in Vaticano vengono discusse le potenziali implicazioni del discorso pronunciato dal Papa a Lourdes. La quinta puntata si conclude con un cambiamento inaspettato delle condizioni di salute di Pio XIII. Nel sesto episodio, Sofia viene sconvolta dalla soffiata di un prete dall’aspetto inquietante che, dopo averla avvicinata, la indirizza verso una misteriosa villa fuori città, dove la Dubois verrà a conoscenza di sconcertanti rivelazioni sul marito, il Cardinale Spalletta e il Ministro dell’Economia.
Sofia si confida con Voiello, che a sua volta si appella a Giovanni Paolo III. Brannox, però, sorprenderà tutti, prendendo un durissimo provvedimento. Intanto a Venezia, i sospiri di Papa Belardo, che si fanno sempre più fitti, vengono trasmessi via radio, aumentando l’entusiasmo dei fanatici che lo idolatrano, e persino l’intervento del Vaticano per interrompere le trasmissioni si rivelerà vano. Nel frattempo, Giovanni Paolo III deve affrontare un’intervista cruciale, ma qualcosa non va per il verso giusto.

Amazon prime video punta su Italia e arruola VerdoneIl 13 marzo Celebrity Hunted, poi Cracco, Ferro, Bang Bang Baby

23 gennaio 202016:36

100 milioni di abbonati nel mondo, una produzione che spazia dalla fiction ai film, dalla moda alla cucina e un ruolo protagonista tra i grandi player dello streaming: ora Amazon prime video comincia a puntare pesantemente anche sul mercato italiano. Sono stati annunciati a Roma nuovi titoli in occasione della missione in Italia dei vertici del gruppo, tra cui Jennifer Salke a capo di Amazon studios e James Farrell capo internazionale delle serie originali, che stanno incontrando talent e produttori del nostro paese per ulteriori sviluppi. A cominciare da Vita da Carlo con Verdone prodotto da Filmauro. “Sarà divertente, sento di avere grande libertà: racconterò cose assurde che mi capitano continuamente, ho una Treccani di aneddoti. Sarà la mia autoanalisi”, ha detto Verdone accennando ad alcuni episodi tra cui quelli legati alla sua passione/fissazione per la medicina.
Il titolo già noto, l’atteso reality di strategia (e comicità involontaria) Celebrity Hunted – Caccia all’uomo con tra gli altri Totti, Fedez, la coppia Santamaria-Barra in fuga sarà on line dal 13 marzo dopo una anteprima mondiale il 9 marzo a Roma.
Senza data ma già in produzione gli altri titoli: Bang Bang Baby la superserie di teen mafia ambientata nella Milano da bere anni ’80 con una adolescente (Arianna Becheroni) protagonista, il Dinner Club con Carlo Cracco in viaggio tra le cucine del mondo con una brigata di celebrity tra cui Luciana Littizzetto e Sabrina Ferilli e Ferro un documentario musicale su Tiziano Ferro. L’Italia sarà il primo paese in Europa ad avere un social brand ambassador: Fedez

Architettura: morto Aldofo Natalini, fondò SuperstudioTra sue opere anche il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze

FIRENZE23 gennaio 202013:19

– E’ morto la notte scorsa a Firenze, l’architetto Adolfo Natalini. Nato a Pistoia nel 1941, laurea a Firenze nel 1966, Natalini è stato tra i fondatori di Superstudio insieme tra gli altri a Cristiano Toraldo di Francia scomparso a luglio scorso e iniziatore della cosiddetta ‘architettura radicale’, tra le avanguardie più significative degli anni ’60 e ’70. Dal 1979 aveva poi iniziato una sua attività autonoma, lavorando a progetti per i centri storici in Italia e in Europa e nel 1991 aveva iniziato l’attività della Natalini architetti, realizzando tra l’altro il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.
Già professore ordinario alla facoltà di architettura di Firenze era anche membro onorario del Bda (Bund Deutscher Architekten) e del Faia (Honorary Fellow American Institute of Architects), accademico dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze, dell’Accademia di belle arti di Carrara e dell’Accademia di San Luca.

Leonardo500: al Castello Sforzesco atelier e Salvator Mundi

MILANO23 gennaio 202013:55

– La Sala dei Ducali del Castello Sforzesco di Milano accoglierà, da domani al 19 aprile, una nuova mostra su Leonardo da Vinci dal titolo ‘L’atelier di Leonardo e il Salvator Mundi’, che si inserisce nel palinsesto promosso dal Comune proprio al Castello Sforzesco per celebrare i 500 anni dalla morte del genio toscano.
La mostra è incentrata sul recente ritrovamento di un disegno, custodito nel Gabinetto dei disegni del Castello, mai esposto prima e che è stato attribuito con certezza alla bottega di Leonardo. Il disegno, esposto all’interno di una teca per consentire la visione da entrambi i lati, presenta da una parte figure copiate da studi anatomici di Leonardo risalenti a diverse epoche, dal 1487 circa al 1510-13. Un paio di questi disegni anatomici, realizzati da allievi del maestro, sono rifiniti a penna e inchiostro e sono stati tracciati seguendo un disegno sottostante a matita rossa, che potrebbe fare pensare ad un primo labile tracciato di Leonardo. Dall’altro lato del foglio c’è invece una scritta a matita nera che rimanda a uno dei dipinti più dibattuti attribuiti a Leonardo, ‘Salvator Mundi’. Forse si tratta di un primo abbozzo per un’epigrafe o una scritta esplicativa da includere nel dipinto del Salvator Mundi, a cui Leonardo stava lavorando proprio introno al 1510-13.
La mostra, curata da Pietro Marani e Alessia Alberti, è accanto alla Sala delle Asse per permettere al pubblico di immergersi all’interno dell’organizzazione del lavoro e del cantiere in cui sono state realizzate le decorazioni della grande sala, e che ha visto all’opera alcuni dei migliori allievi di Leonardo.

Bruce Springsteen e Dodi Battaglia, due padrini d’eccezione per Leo Meconi – Anteprima VIDEOEsce ‘I’ll fly away’, il nuovo singolo del cantautore e chitarrista bolognese

24 gennaio 202010:20

Non è da tutti ricevere il battesimo artistico sul palco allestito nello stadio di San Siro e nientepopodimeno che da Bruce Springsteen ‘the Boss’. Il giovane cantautore bolognese Leo Meconi ha avuto questo privilegio il 5 luglio 2016 quando lo stesso Springsteen lo ha invitato a salire sul palco per un duetto alla chitarra su ‘Dancing in the Dark’. Da quella magica serata è nata l’ispirazione per la prima canzone scritta da Leo, ‘Guitar Man’.La fortuna non si è fermata a quella notte di San Siro e Meconi ha incontrato sulla strada un altro padrino d’eccezione, Dodi Battaglia, che ha deciso di seguirlo nel suo percorso artistico partito con la pubblicazione dell’album di cover ‘It’s Just Me’ e proseguito con ‘I’ll Fly Away’, il primo disco di inediti prodotto dallo stesso Dodi. Ecco l’ANTEPRIMA VIDEO dell’omonino singolo ‘I’ll Fly Away’. Si tratta di un inno a non arrendersi mai e a combattere per vedere realizzati i propri sogni. “E’ la storia di un ragazzo nato in un piccolo paese di provincia, dove non succede mai nulla e che sogna di fuggire da quel posto”, spiega Leo Meconi. “Gli amici gli dicono di restare perché la loro vita è lì. La famiglia sembra non capire le esigenze del figlio che dovrebbe studiare e trovare un lavoro fisso ma il protagonista è certo che un giorno volerà via e con la sua musica realizzerà i suoi sogni”, conclude.
La canzone è stata scritta nel 2017 solo per chitarra, armonica e voce. Nel corso del 2018 è stata registrata presso gli studi della San Luca Sound da Renato Droghetti, con il quale Leo ha cercato un arrangiamento ‘acoustic pop’ che rispecchiasse pienamente anche i generi musicali con cui è cresciuto, soprattutto il folk americano. IL VIDEO IN ESCLUSIVA:

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Musica: un omaggio a Marco Stroppa apre ‘Assoli’ a Roma
A rassegna Filarmonica omaggi per 80 anni Panni e 90 De Pablo

23 gennaio 202014:08

– ”Assoli”, sei appuntamenti con il nuovo virtuosismo e la musica d’oggi per la quinta edizione di questa rassegna dell’Accademia Filarmonica Romana, che si apre venerdì 24 gennaio, alla Sala Casella nella sede della Filarmonica in Via Flaminia con un concerto-omaggio a Marco Stroppa, compositore fra i primi ad aver approfondito la musica elettronica, studioso di informatica, scienze cognitive e intelligenza artificiale. Nato nel 1959, appartiene alla prima generazione di compositori che hanno imparato ad usare il computer da studente al Conservatorio, considerandolo, alla stregua degli strumenti della nostra tradizione musicale, un mezzo di composizione normale. Nel 1996, ha ricevuto il premio di composizione del Festival di Pasqua di Salisburgo, nel 1999 è stato il primo compositore italiano ad essere nominato professore di composizione alla Hochschule di Stoccarda, quindi al Conservatoire National Supérieur di Parigi. La rassegna prosegue il 7 febbraio con due concerti speculari dedicati alla chitarra, classica ed elettrica, con Giuseppe Mennuti e Francesco Palmieri, e il 6 marzo con due concerti sulle percussioni, a suono determinato e indeterminato (con Domiziana Del Mastro, Luca Caliciotti e Luca Giacobbe). L’ultimo appuntamento il 27 marzo presenta numerosi brani per il duo flauto-chitarra eseguiti da Andrea Biagini (flauto) e Luigi Sini (chitarra) con un omaggio ai novant’anni di Luis De Pablo e gli ottanta di Marcello Panni con due loro nuove composizioni in prima assoluta, cui si unisce anche una prima assoluta di Lucio Gregoretti.
A eseguire il 24 la musica di Stroppa, alternandola a quella del compositore ungherese György Kurtág (1926), per cui Stroppa nutre profonda ammirazione e interesse, sarà il pianista olandese Erik Bertsch.

L’Italia delle navi, storia che solca i mariSu History da 27/1, da spedizione dei Mille a turismo di massa

23 gennaio 202014:32

– Una lunga storia in movimento che solca i mari e affronta il vento, che sa di sale e incontra luoghi e persone diversi, e che dalla spedizione dei Mille arriva all’emigrazione di milioni di italiani tra ‘800 e ‘900, passando per la tragedia delle due guerre mondiali fino al boom economico degli anni ’60 e poi al turismo di massa dei nostri giorni: è il racconto epico de “L’Italia delle navi”, docu-serie in onda da lunedì 27 gennaio su History (in esclusiva su Sky al canale 407) alle 21.50, che in 4 puntate ricostruisce l’impatto della navigazione sull’evoluzione della società italiana.
Realizzata da Stand by Me per A+E Networks Italia in collaborazione con Marina Militare e Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane, la serie arriva al pubblico televisivo dopo il successo dello scorso anno sempre su History de “L’Italia del treno” (143mila spettatori e 1.2 milioni di contatti unici).
Nelle vesti di narratori anche questa volta ci saranno Beppe Severgnini e Raffaele Di Placido, alle prese con un racconto emozionante, una vera e propria navigazione nella storia, nella società e nella politica del nostro Paese, a bordo di piroscafi e sottomarini, transatlantici, cargo, fregate e ferry-boat, e condotto utilizzando immagini attuali girate in 2 mesi e mezzo di riprese e filmati d’archivio inediti.

Vianello dopo l’ictus, attenzione alle manipolazioni al colloIl racconto della rinascita nel libro ‘Ogni parola che sapevo’

24 gennaio 202013:23

Ora “non vedo l’ora di riprendere il lavoro, ma non voglio perdere quello che ho compreso in questi mesi. Non voglio più perdere tempo nelle stupidate. Siamo portati a ripetere gli stessi errori, ma cercherò di ricordarmi tutto” Lo dice il giornalista, conduttore ed ex direttore di Rai3, Andrea Vianello, in un Auditorium del Maxxi strapieno, con il pubblico (tanti anche gli amici e colleghi) che ha riempito persino l’atrio del museo, parlando dell’ictus quasi mortale che lo ha colpito un anno fa (il 2 febbraio 2019) e delle tappe del suo percorso di riabilitazione grazie al quale ha recuperato le capacità di parlare. Esperienze che ha raccontato con grande verità nel libro Ogni parola che sapevo (Mondadori), del quale Francesco Siciliano ha letto alcuni emozionanti passaggi.”Fare il libro era una necessità e una terapia perché volevo scrivere e non ci riuscivo. L’ho fatto da solo, senza usare nemmeno la correzione automatica. E’ stata dura ma è stato anche bello – ha spiegato il giornalista – . Mentre scrivevo purtroppo io e mio fratello abbiamo anche perso il nostro papà, è stato un anno duro. E ho finito di scrivere il libro anche per lui, perché era un progetto che lo aveva reso felice”. Vianello ha ringraziato tutte le persone che gli sono state vicino, a cominciare dalla moglie Francesca (“una donna straordinaria e molto forte, chissà perché venti anni fa ha scelto proprio me”) e tutti i medici e gli operatori sanitari che l’hanno salvato, assistito e aiutato nella malattia e nel percorso di guarigione (molti erano in sala) all’Umberto I e nella Fondazione Santa Lucia di Roma (“ho trovato persone straordinarie nella sanità pubblica”). “Io – ha sottolineato – ero un cretino a dire che non volevo restare un uomo a metà. Chi ha avuto un ictus è un uomo intero, anzi è più forte di prima. Quando ti succede una cosa come questa si può usare quello strano periodo in cui l’abisso ti guarda per capire le priorità della vita”. Ictus “è una parola che fa paura, ha sopra un tabù, come l’ha avuto per tanti anni la parola tumore. E l’ictus fa paura prima di tutto a noi che l’abbiamo avuto. Sembra quasi ci sia arrivato per colpa nostra e non è assolutamente così. Io sono stato fortunato, ci ho messo un po’ di tempo, ma ho ripreso a parlare, anche se non sono la voce più veloce del west. Il danno ancora c’è, ma è una malattia che oggi si può prevenire, poi si può curare e c’è la riabilitazione: la medicina ha fatto grandi passi avanti”. Con il tempo “magari non riusciremo a tornare esattamente come eravamo, ma non è un problema, tutti cambiano, ogni giorno”. Ora “spero, parlandone, di aiutare qualcuno che ha vissuto quest’esperienza. Già dopo la mia partecipazione alla trasmissione di Gramellini, tante persone mi hanno ringraziato”.Vianello vuole inoltre far conoscere di più i rischi di ischemia cerebrale che sarebbero legati anche al sottoporsi a manipolazioni al collo violente fatte da osteopati o chiropratici: “Io ne avevo fatta poco prima che avessi l’ictus, non avevo colesterolo e non c’era altro motivo perché mi colpisse, se non un problema meccanico, anche se non ci sono certezze. Non ci sono numeri su questo, ma c’è l’esperienza dei neurologi, dicono che può succedere ed è una cosa che pochi sanno”.All’incontro insieme a Vianello hanno parlato dell’esperienza che ha vissuto e del libro, amici come Giovanna Melandri, presidente della fondazione Maxxi; Stefano Coletta, nuovo direttore di Rai1 (ed ex direttore di Rai3); il direttore di Radio3 Marino Sinibaldi, la scrittrice e sceneggiatrice Simona Sparaco. In platea fra gli altri, Edoardo Vianello, zio del giornalista, Michele Mirabella, Enrica Bonaccorti, Carlo Massarini, gli ex direttori generali della Rai Luigi Gubitosi e Mario Orfeo; Arturo Diaconale, Nino Rizzo Nervo, Marianna Madia, Francesco Verducci, Luciano Nobili, Francesco Boccia.

Piace in Germania il Beethoven della FilarmonicaMentre Muti era a Milano, standing ovation per Chailly a Colonia

COLONIA24 gennaio 202009:46

– Mentre Riccardo Muti ieri veniva applaudito con la Chicago Symphony a Milano, il suo successore come direttore musicale del teatro, Riccardo Chailly, ha ricevuto una (doppia) standing ovation alla Kolner Philharmonie nel concerto inaugurale della tournée europea della Filarmonica dedicata a Beethoven. Una scelta, a 250 anni dalla nascita del compositore tedesco, che ha premiato con un tour praticamente sold out: biglietti esauriti ad Anversa, Luxembourg, Essen, mentre restano una ventina di biglietti per i due concerti conclusivi alla Philharmonie di Parigi.D’altronde Chailly, quando era direttore della Gewandhausorchester di Lipsia, ha inciso un’integrale delle sinfonie di Beethoven che è rimasta nella storia. E quindi ha suscitato interesse la sua decisione di eseguire a Milano a distanza di un decennio con l’ensemble scaligero tutte le nove sinfonie e di portare in tournée con la “sua orchestra italiana” (definizione del programma di sala di Colonia) l’ottava – forse la più complessa da eseguire – e la quinta, che è in assoluto la più conosciuta. La lettura vibrante e non scontata di Chailly è piaciuta al pubblico della Philharmonie che ha applaudito prima l’overture di Egmont, e poi l’Ottava, ma soprattutto la Quinta.Alla fine otto minuti di applausi e due standing ovation (prima e dopo il bis con l’overture del Prometheus) sono state il modo in cui ha dimostrato il proprio apprezzamento. Il programma (bis escluso) è lo stesso che la Filarmonica aveva eseguito a Milano la settimana scorsa nella stagione sinfonica del teatro, ma grazie anche all’acustica della sala da concerti di Colonia sono apparse più nitide le sfumature e più alto il volume. Lo stesso programma sarà ripreso in alcune delle tappe della tournée in Germania di aprile e maggio, con appuntamenti alla Elbphilharmonie di Amburgo, Norimberga, Monaco e Friburgo, mentre il primo giugno Chailly dirigerà la Filarmonica a Varsavia per un concerto in occasione del centenario della nascita di Papa Giovanni Paolo II. Anche in questa occasione il programma sarà interamente beethoveniano con l’esecuzione della Nona.

All’Armeria Reale ‘Splendidi acciai’,ecco nuovo allestimentoArmi orientali nella vetrina progettata da Pelagio Pelagi

TORINO23 gennaio 202015:10

– Nuovo allestimento, che rappresenta un ritorno alle origini, e nuova vita per parte della collezione – oltre 500 esemplari – di armi orientali dell’America Reale di Torino, ‘Splendidi Acciai’. Da oggi 25 dei principali oggetti di questo nucleo tornano in una delle vetrine storiche della Rotonda, progetta da Pelagio Pelagi a completamento del percorso museale della Galleria Beaumont.
Si tratta di armi, alcune finora esposte solo in occasione di mostre temporanee, sottoposte a restauro o manutenzione conservativa. Si distinguono per la ricchezza degli ornamenti e la preziosità dei materiali, in particolare un pregiato tipo di acciaio, il damasco wootz.
Fra gli oggetti provenienti da una vasta zona, dai Balcani all’estremo Oriente, spiccano lance di stato di Giava, la spada della casta dei guerrieri dei Nair, una sciabola donata dal re del Siam Rama V a Umberto I e la sciabola ottomana Kili con invocazioni a Maometto incise sulla lama e un cartiglio con il nome di Solimano il Magnifico.

Vitali e al Nord Ovest, fondazioni private contemporaneoPer Civita, prime Lombardia e Piemonte. Settore chiede Art Bonus

23 gennaio 202015:16

– Modellate sul museo piuttosto che sulla galleria, in gran parte concentrate nel Nord Ovest (43%) con Lombardia e Piemonte capofila. Per il 90% situate in città e 7 volte su 10 aperte tutte l’anno. Promuovono arte e artisti, organizzano mostre ed eventi, ma fanno anche inclusione sociale, sono protagoniste della rigenerazione urbana, investono in giovani e ricerca e collaborano con le università.
È la fotografia scattata dal report “Le organizzazioni private dell’arte contemporanea in Italia. Ruoli funzioni attività”, promosso da Associazione Civita, Comitato Fondazioni Arte Contemporanea e Intesa San Paolo per una mappatura dettagliata e inedita, con focus sul “modello italiano delle Fondazioni”.
“Una ricerca – spiega Simonetta Giordani, segretario generale di Civita – che testimonia l’estrema vitalità del mondo delle fondazioni private. C’è una grande attenzione ai temi ambientali e agli obiettivi dell’agenda 2030, ma soprattutto si lavora a fianco delle istituzioni per coprogettare e non lasciare solo lo Stato”.
“Al Mibact – aggiunge Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente del Comitato Fondazioni Arte Contemporanea – oggi chiediamo di continure a collaborare per la cultura, magari con qualche aiuto in più” come “un’estensione dell’Art Bonus” al settore privato del contemporaneo.
“L’Art bonus – risponde il Direttore generale Creatività contemporanea e Rigenerazione Urbana del Mibact – si sta dimostrando uno strumento formidabile. Il fatto che molti settori chiedano di essere ricompresi ne testimonia la bontà. È uno dei temi all’ordine del giorno. Come tutti i temi che comportano oneri a carico del bilancio dello Stato deve essere studiato con particolare attenzione”.

Helena Christensen firma capsule per HDalle sue foto i fiori stampati su T-shirt e felpe

23 gennaio 202015:51

– La super top degli anni 90 Helena Christensen, oggi fotografa di moda e arte, firma una capsule per H&M che ruota intorno alle sue fotografie, con immagini di fiori stampate su una serie di magliette, felpe con e senza cappuccio. Helena ha anche scattato le immagini della campagna della capsule, che sarà disponibile dal 30 gennaio nei punti vendita di tutto il mondo, nonché su hm.com.
I capi, disegnati dal team interno di H&M, includono magliette over con orli stondati, felpe cropped e oversize. I colori variano dal bianco, al nero e al grigio, per permettere allo sfondo neutro di dare maggiore risalto alle immagini stampate. “Collaborare con H&M è stata un’esperienza molto interessante perchè le mie fotografie – dice la supertop danese – hanno preso vita su capi di abbigliamento. Volevo catturare le generazioni di domani, incoraggiandole a essere se stesse e lasciando risplendere le loro personalità”.

Littizzetto e Stash firmano le veline dei Baci PeruginaLei: ‘Quando ti guardo i miei ormoni organizzano un rave’

23 gennaio 202015:54

– “Quando ti guardo i miei ormoni organizzano un rave”: è di Luciana Littizzetto il cartiglio più ironico dei baci Perugina. La comica e attrice, insieme a Stash, frontman dei The Kolors, firma infatti 30 frasi destinate ad accogliere i celebri cioccolatini.
Venti sono frutto del lavoro a quattro mani dei due artisti: “quanto mi piaci, ti riempio di Baci, così almeno taci”. Le restanti 10, invece, sono della Littizzetto, con il suo punto di vista “satirico” sull’amore: “Dio li fa e i migliori li presenta alla tua migliore amica”. “Ammetto che fa un certo effetto ritrovarsi sui cartigli dei Baci Perugina! – dice la Littizzetto – Questa è la consacrazione di un amore che mostra l’altra faccia: un pizzico di cinismo e tanta ironia sono ingredienti che spesso aiutano a stare con i piedi per terra ma nello stesso tempo a prendere la vita con più leggerezza”.
“Lavorare con Luciana – aggiunge Stash – è stata un’esperienza fuori da qualsiasi schema. Scambiarci idee e visioni diverse dell’amore e farle coesistere nelle frasi dei mitici cartigli è sicuramente una delle avventure che più mi hanno stimolato e reso felice!”.
I 30 cartigli sono accompagnati da una web series in 4 episodi, disponibile da domani sui social di baci Perugina, che si apre con il “Sig. Baci Perugina” che viene tempestato di telefonate e messaggi da parte della Littizzetto, che lo implora per poter fare da testimonial. Dopo ripetuti no, il “Sig. Baci Perugina” cede e decide di affidare alla Littizzetto l’arduo compito di scrivere i cartigli, facendole, però, una premessa: “Luciana, trovati un aiutante. Un romantico moderno, che conosca bene il linguaggio dei giovani e che completi la tua ironia”.
Luciana, in preda alla più totale confusione, si mette a sfogliare una rivista ed è lì che le scatta la scintilla: è Stash l’uomo giusto.

Salone Libro: Altaforte, ‘siamo stati invitati per il 2020’Ma Fiera smentisce, ‘è solo un’e-mail automatizzata’

TORINO23 gennaio 202016:01

– Dopo le polemiche dello scorso anno, sfociate nella sua esclusione, la casa editrice Altaforte ha ricevuto per posta elettronica un invito dal Salone del Libro 2020. La notizia è comparsa sul periodico online ‘Il Primato nazionale’. La Fiera, però, afferma che non intende sottoscrive alcun contratto con la società, e che il messaggio è una comunicazione commerciale automatizzata partita dall’Aie (Associazione italiana editori) verso un database contenente i contatti di tutti coloro che hanno richiesto un codice ISBN negli ultimi due anni: tra questi compare anche la casa editrice SCA2080 srl con sede a Roma, che a quanto pare, risulta collegata al marchio Altaforte.
Nel 2019 l’editore era stato escluso per via dei legami di un suo responsabile, Francesco Polacchi, con Casa Pound. Il ‘Primato nazionale’ afferma che intende onorare l’invito ma anche a proseguire la causa civile per danno di immagine.

Paolo Jannacci, non mi fa paura confronto con papàIn gara con Voglio parlarti adesso.”Polemiche? Stemperiamo toni”

24 gennaio 202009:45

La musica è stata il suo mondo fin da bambino. L’aria che ha respirato, il cibo che lo ha nutrito. Un cognome importante che però non lo ha distratto dal suo percorso: Paolo Jannacci, 47enne figlio dell’indimenticabile Enzo, è un affermato musicista e compositore. Per lungo tempo ha tenuto lontana da sé la voce, come strumento. “Lavorando con mio padre, era chiaro che il genio fosse lui – dice senza falsa modestia, con l’aria di chi si stupisce se provi a ricordargli che è tra i più apprezzati jazzisti in circolazione -. A me stava bene essere il ghostwriter, il musicista che lo accompagnava. Conoscevo i miei limiti e mi concentravo sulla musica”, racconta. Poi qualche anno fa è arrivata la svolta, con il tributo a Enzo “che mi ha fatto capire come la mia voce non fosse così male”. Una svolta che ora lo porta sul palco dell’Ariston, in gara tra i Big con il brano Voglio parlarti adesso (che aveva già provato a presentare senza fortuna negli anni passati), una dolce ninna nanna dedicata alla figlia che cresce e inesorabilmente si allontana (e che sarà contenuta nel repack del suo ultimo lavoro “Canterò”, in uscita il 7 febbraio per Ala Bianca, distrib. Warner/Fuga). “Ho cominciato a sperimentare, anche per l’esigenza di risentire certe cose che cantava mio padre. E ho capito, in maniera molto lineare, che potevo cimentarmi con il cantautorato. Alcuni nascono geni, per altri il processo è più lungo”. Ma la differenza, aggiunge, è sempre la sincerità. “Se non sei sincero, il pubblico lo capisce”. In omaggio a Enzo, Paolo ha scelto (anche spinto dagli autori del festival) di portare per la serata delle cover, chiamando accanto a sé Francesco Mandelli, il brano Se me lo dicevi prima, che il padre presentò nell’89, sul delicato tema della tossicodipendenza. “Sarà una meravigliosa emozione. Nel 1989 ero a Sanremo e guardavo con apprensione mio padre esibirsi e raccontare ai ragazzi di non buttarsi via con l’eroina. Oggi ho l’occasione di portare nuovamente questo messaggio e penso che lui ne sarebbe fiero. Dedico questo brano a tutti quelli che fanno fatica, a coloro che sono caduti o che rischiano la vita per gli altri e per rendere il nostro Paese un posto migliore”. Jannacci interviene anche sulle polemiche che hanno travolto Junior Cally e che stanno infiammando la vigilia del festival. “Se da un lato penso debba essere lecita e civile la libertà dì espressione, dall’altro non approvo manifestazioni gratuite di odio e cattiveria legate soprattutto al mondo dell’arte. L’appello che faccio è quello di stemperare i toni e dedicarsi alla crescita culturale del nostro paese, che per quanto riguarda la musica, si basa anche sul Festival di Sanremo”. Un festival che lui – che lo ha vissuto da spettatore, ma anche da direttore d’orchestra e da membro della giuria di qualità, non riesce e non vuole concepire solo come lustrini, paillettes e chiacchiericcio. “E’ un palco importante che dà la possibilità di ascoltare al meglio l’offerta artistica”.

Moda e natura nell’Herbarium di A.I.Mostra d’Artisanal Intelligence ispirata alla Dickinson

23 gennaio 202016:32

– Ispirazione natura con l’Herbarium, nuovo progetto espositivo di A.I Artisanal Intelligence, curato da Clara Tosi Pamphili e Alessio de Navasques, che viene mostrato nella ex Caserma Guido Reni dal 23 al 26 gennaio. A.I.
Herbarium prende ispirazione da quello di Emily Dickinson datato 1845: la cura scientifica che la scrittrice mise nel suo erbario rivela il suo immenso amore per la natura che ha influenzato tutta la sua poetica.
La moda è purtroppo uno dei maggiori responsabili dell’inquinamento del nostro pianeta e oggi si torna ad un utilizzo responsabile di quello che la natura ci offre per creare fibre o tinture che non avvelenino più l’ambiente. il progetto di A.I. prende spunto dall’amore per le specie floreali della scrittrice. La scenografia è un piccola casa con giardino con gli interni realizzati con antichi testi e stampe botaniche, grazie alla collaborazione con Valentina La Rocca, proprietaria dell’Antica Libreria Cascianelli, e grazie al prestito di 13 antiche teche erbari del Museo dell’Orto Botanico di Roma. Il simbolo della couture è un abito di Galitzine su immagine di Dior della collezione della Sartoria Farani. La visione artistica è rappresentata dalla performance dell’artista Marina Viola Cavadini: Les Doigts En Fleur: immagini dei tableaux vivant dove performer indossano accessori progettati con proprietà tattili e visive. Le estremità morbide, lucide e appuntite del corpo umano sfumano nelle piante invitandoci a riconsiderare la nostra relazione con l’alterità. I performer si fondono con la flora circostante in una forma che predilige linguaggi non verbali. Come il laboratorio permanente che ospita l’atelier di osservazione della materia di Chiara Cavallo, designer di gioiello che in seguito alla partecipazione della designer al progetto Keur Design 2, organizzato a Dakar da Eunic (Eu National Institutes for Culture) con 8 designer europei e 16 artigiani senegalesi, racconta l’esperienza sul territorio africano con due artigiani locali, Serigne Bamba Guye e Ibrahima Diatta, guidati nella realizzazione di una collezione di gioielli contemporanei.

Omaggio a Fellini e Masina da Accademia MaianiStile unisex, visionario e circense, volumi over

23 gennaio 202016:37

– E’ un omaggio a Federico Fellini e a Giulietta Masina quello tributato dagli studenti della Maiani Accademia Moda, con la sfilata dei loro final work nell’ex Caserma Guido Reni. La celebrazione di un mondo in cui la realtà diviene visione filtrata da una follia benevola e scherzosa, un curioso gioco che cuce sogni e tessuti, ricordi e ricami, figure femminili eccessive e profili caricaturali, superando il limite tra i due sessi. Esiste una doppia realtà dove tutto è possibile: uomini con giacche-vestito che usano zip come elemento decorativo, donne in pantaloni over dalla vita bassa sorretti da bretelle su top iridescenti. I volumi sono over. Le modelle portano un velo di tulle bianco sulla bocca a nascondere il volto ricordando Sandra Milo in Giulietta degli Spiriti.
Calze maschili e reggicalze diventano elementi seduttivi. Il tubino blu ha per maniche le camicie da uomo, i decori sono ghirigori di corde colorate, il blazer s’indossa al contrario.
Prevale una linea unisex che utilizza una palette di colori dal grigio al verde smeraldo, con interventi di glitter. I pantaloni giocano su forme e lunghezze, dagli shorts ai ciclista. Sono anche in plissé di organza bianca e nera. Gli abiti anni ’60 sono in cromie contrasto, come arancio e fucsia.
Le gonne corte e le giacche sono tagliate a portafoglio. Rombi di organza dal verde al viola decorano corpetti, tasche e maniche. Il velluto grezzo s’illumina qua e là di bagliori.
Sfilano costumi da bagno a culotte, mute in jersey blu, cappe trasparenti. Visioni sospese grottesche attingono da personaggi dei film felliniani, seguendo il filo di quella lucida follia che disegna una moda prosperosa, giunonica. Tele bianche per piccoli coprispalle come quelle dei clown guarniscono tute pantaloni, drappi di chiffon rosso rifiniscono giacche da domatore incrostate di oro, camicie bianche spiccano sotto giacchette circensi rifinite da broccato e catene.
L’auto-caricatura di Fellini con cappello e sciarpa rossa, diventa il profilo ricamato su un vestito maschile.Il volto di Giulietta Masina è impresso su una camicia portata su pantaloni con le scritte di Via Margutta.

Turismo cresce tra Italia e Cina, i numeri5,3 mln nel 2018, con una spesa di 650 mln di euro (+40%)

23 gennaio 202017:04

Oltre 5,3 milioni nel 2018, con una spesa turistica complessiva di 650 milioni di euro in netto incremento sul 2017 (+40%) e ancora di più nel 2019, con un saldo provvisorio degli arrivi gennaio- novembre che indica un +16% rispetto al 2018, per soggiorni prevalentemente dalle 9 alle 13 notti, di due o tre persone. Forte di questi numeri, come ricorda nella giornata di apertura dell’anno della cultura e del turismo, la sottosegretaria Mibact con delega al turismo Lorenza Bonaccorsi (la fonte è Enit), “la Cina è il più grande mercato del turismo in termini sia di spesa che di numero di viaggi verso l’estero”.
Impossibile quindi per il nostro paese, nel quale il settore turistico “vale il 13 per cento del Pil”, non puntare tutte le forze sul paese della Grande Muraglia, i cui viaggiatori, sottolinea la sottosegretaria, indicano l’Italia come meta “preferita” davanti anche “a Francia, Germania e Spagna”. Un turismo in costante evoluzione per numeri che nel tempo ha anche cambiato obiettivi ed esigenze, viene fatto notare, e che oggi “preferisce e chiede sempre di più esperienze”, con visite culturali, quindi, ma anche la scoperta della cucina italiana “che a noi cinesi piace moltissimo”, come sottolinea Yao Jun, direttore e presidente del China Oct Group, gruppo leader nel turismo cinese.
Se l’Italia con il nuovo Piano strategico del turismo punta “alla sostenibilità, all’accessibilità e all’innovazione”, tentando come dice il ministro Franceschini di deviare i flussi dalle solite, note, città d’arte verso luoghi più piccoli e remoti, la stessa cosa vale per la Cina, che vorrebbe vedere per esempio più italiani nella ‘piccola’ Macao e in altre regioni attualmente meno gettonate. Un discorso che vale anche al contrario: “Sono stata a Siena, Montalcino, San Gimignano, bellissimi!”, racconta la Ceo di Trip.com Jane Sun, e potrebbe non essere la sola, “molti nostri turisti sono interessati”.
Le presenze dei cinesi negli esercizi ricettivi (5,3 milioni) sono aumentate del 5.2% nel 2018 sul 2017, una crescita notevolmente superiore rispetto a quella dovuta alla totalità dei turisti stranieri, ferma ad un +2,8%. Le presenze cinesi, indicano i dati forniti dall’Osservatorio Nazionale del turismo, sono cresciute nel 2018 del 4.1% negli hotel, ma ancora di più, ovvero il 12,8%, nell’extralberghiero. Segno che i turisti cinesi cominciano a prediligere agriturismi e bed and breakfast.
Il dato più significativo rimane comunque quella della spesa che nel 2018 fa segnare un +40,8%.
Proprio guardando alla spesa la regione al top per il turismo cinese è la Lombardia (174,3 milioni di euro), seguita dal Lazio (126,9 milioni), Toscana (122,7 milioni), Veneto (103,6), e Piemonte (47): queste regioni insieme raccolgono l’88,4% della spesa totale dei cinesi in Italia. Introiti che risultano in crescita in tutte queste regioni, ma soprattutto in Toscana, che nel 2018 ha segnato addirittura un +120.6% Alla vacanza culturale i cinesi hanno destinato 353 milioni di euro, ovvero il 56,8 della spesa totale (fonte Enit su dati Banca d’Italia).
Piace la cultura, attirano le città d’arte, ma da poco i cinesi sembrano aver scoperto anche il fascino delle montagne italiane, tanto che nel 2018 sono decuplicati i pernottamenti e anche la spesa in Alto Adige (+1118,0%). Quanto alla destinazioni nelle 5 regioni al top si afferma il Lazio, seguita da Veneto, Toscana, Lombardia ed Emilia Romagna.
Bonaccorsi è ottimista: “La buona notizia arriva proprio in questi giorni dal potenziamento delle rotte tra Italia e Cina, che saranno triplicate passando da 56 frequenze settimanali a 108 con decorrenze immediata per arrivare nell’estate del 2021 a 136 e nel 2022 a 164”. E l’Italia, ricorda la sottosegretaria, “sarà l’ospite d’onore al prossimo Global tourism economy forum di Macao, che si terrà nella seconda settimana di ottobre 2020 e sarà probabilmente dedicato al turismo culturale”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Nello spazio, un viaggio per celebrare la Luna
Al Museo del ‘900 di Mestre con astronauti, youtuber e chef

23 gennaio 202017:20

Un viaggio “spaziale” unico, in compagnia di astrofisici, astronauti, divulgatori scientifici, youtuber, chef “dello spazio”, registi per celebrare un evento che, 50 anni fa, cambiò per sempre la storia dell’umanità, l’allunaggio del 1969: inizierà l’8 febbraio a M9 – Museo del ‘900 di Mestre “Nello spazio – incontri a pochi passi dalla Luna”, il programma di eventi collaterali legati all’esposizione temporanea “Lunar City. Vivi l’esperienza” (visitabile fino al 3 maggio) e dedicati a un pubblico eterogeneo, dai giovani alle famiglie agli adulti. Sei le giornate evento previste: dopo l’8 febbraio, anche il 7 marzo e il 18 aprile, oltre al 3-4-5 aprile in cui il pubblico potrà sperimentare “Holodeck”, l’experience virtuale creata da Bigrock.
Tanti gli ospiti che interverranno al ciclo di incontri, tra cui il regista e video artist Fabio Massimo Iaquone, autore per M9 della videoinstallazione “Nello spazio” e del documentario “Infinito Hack, oltre l’infinito”, dedicato a Margherita Hack; l’astronauta Paolo Nespoli e l’astrofisica Sara Buson che racconteranno gli incredibili traguardi raggiunti dall’uomo nelle missioni spaziali; lo “chef dello spazio” Stefano Polato che rivelerà cosa c’è nel menù di un astronauta, e poi Daniele Bossari, il critico musicale Giò Alajmo e il divulgatore scientifico e youtuber Adrian Fartade.

Ghost, l’amore struggente di Sam e MollyDebutta al Sistina il musical made in Italy ispirato al film

24 gennaio 202009:48

Un fantasma sul palcoscenico protagonista di un amore che va oltre la morte, storia romantica di passioni e di amicizia tradita, thriller che alterna tensione paranormale a squarci comici, colpi di scena e magie a scene corali tra ritmi travolgenti e coreografie gospel e soul: sbarca nei teatri italiani “Ghost, il musical”, il racconto del legame struggente tra Sam e Molly che fece del film del 1990 con Patrick Schwayze e Demi Moore un successo planetario. Lo spettacolo, una produzione internazionale della Show Bees di Gianmario Longoni in collaborazione con Colin Ingram e Hello Entertnainment, debutta giovedì 30 gennaio al Sistina di Roma preceduto da due date “di riscaldamento” il 25 e il 26 a Bologna, forte della fortuna che dai sei mesi il pubblico di Madrid sta riservando al cast spagnolo diretto dallo stesso regista Federico Bellone.Il progetto – nato e realizzato interamente in Italia – è stato pensato per i due paesi, ma si candida a coinvolgerne altri. La trasposizione teatrale porta la firma di Bruce Joel Rubin, autore della sceneggiatura del film, con una colonna sonora originale che riporta la memoria al pop-rock di trenta anni fa grazie a due grandi nomi della musica, David Stewart (ex Eurythmics e produttore dei Ramones) e Glen Ballard, tra gli autori di Alanis Morrisette. Su tutto aleggia la mitica canzone “Unchained melody” dei Righteous Brothers, divenuta il marchio di fabbrica sonoro del film. Il pubblico tornerà a commuoversi per la vicenda che lega la giovane artista Molly al banchiere Sam, ucciso durante una rapina, che da fantasma cercherà di salvare la vita della sua donna grazie all’aiuto della medium truffatrice Oda Mae. A dare volti, corpi e voci ai protagonisti Giulia Sol, che non solo dai capelli a caschetto ricorda Demi Moore; Mirko Ranù il suo fidanzato fantasma; Thomas Santu, l’amico doppiogiochista Carl; e Gloria Enchill, piacentina di padre ghanese, al debutto teatrale nel ruolo della sensitiva, impersonata sullo schermo da una Whoopy Goldberg tanto scoppiettante da meritare un Golden Globe come attrice non protagonista.Accanto ai giovanissimi interpreti reciterà e canterà Ronnie Jones, vecchia volpe della scena musicale italiana e internazionale, che alla bella età di 82 anni torna al Sistina nel ruolo del fantasma dell’ospedale quasi mezzo secolo dopo aver partecipato al musical “Hair”, messo in scena nel 1971 da Giuseppe Patroni Griffi. “Qui ho trovato voci bellissime – dice -. Questi ragazzi cantano molto meglio di quelli che all’epoca erano sul palco con me. Sono contento di questo ritorno a casa”. Federico Bellone, che firma anche la scenografia e ha alle spalle altri musical di successo come Mary Poppins, Dirty Dancing, West Side Story, ha costruito un meccanismo complesso che prevede oltre trenta cambi di scena, corpi che lievitano e fantasmi che vi entrano così come attraversano porte chiuse, trucchi da antica scuola di illusionismo – alcuni realizzati per la prima volta su un palcoscenico – per merito di Paolo Carta, vero specialista del genere. Il regista ha detto che per il produttore di Broadway gli effetti speciali dell’edizione italiana superano quelli della versione originale. “Il pubblico che va a teatro per una cosa già vista al cinema – dice Bellone – non chiede la copia carbone ma vuole ritrovare l’essenza della storia. A Madrid, dove lo show registra il tutto esaurito quasi ogni sera e andrà avanti per altri due-tre anni, la scommessa ha funzionato: ho visto coppie di spettatori che si tenevano per mano, si baciavano e si dicevano di amo mentre anche gli attori lo facevano”. Ghost resterà al Sistina fino al 9 febbraio, sarà dall’11 febbraio al 1 marzo a Milano al Teatro degli Arcimboldi e proseguirà con una tournée italiana in una ventina di città.

Altaroma: Showcase con finalisti concorso Who is on next?Da questa edizione il supporto di Lazio Innova (Regione Lazio)

ROMA23 gennaio 202017:44

– Quinta edizione per Showcase Roma, progetto espositivo di Altaroma che stavolta mette in campo 56 designer, 14 brand al giorno a rotazione, nei giorni della kermesse, dal 23 al 26 gennaio, dando loro l’opportunità di presentare le proprie collezioni autunno/inverno 2020-2021 a buyer e stampa in un’esposizione di abbigliamento, accessori e gioielli negli spazi dell’ex Caserma Guido Reni. Il progetto implementa l’attività di scouting di Altaroma, aiutando i brand a posizionarsi sul mercato attraverso incontri con buyer e stampa. Tra i partecipanti tante start up, a sottolineare l’attenzione crescente che Altaroma riserva, grazie al sostegno del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’Agenzia Ice nei confronti di progetti focalizzati su innovazione tecnologica, sostenibilità e economia circolare, nonché alla loro promozione internazionale. Inoltre partecipano al progetto i finalisti dell’ultima edizione di Who is on next? e marchi di moda eco-sostenibile che utilizzano fibre naturali. In generale oltre il 60% dei partecipanti a Showcase ha cominciato la propria attività negli ultimi 4 anni e si tratta di ditte individuali o di imprese artigiane che provengono dal centro-sud Italia, con un fatturato inferiore agli 80mila euro. Da questa edizione, Altaroma fa sapere inoltre che Showcase si avvale della nuova partnership con Lazio Innova, società della Regione Lazio che destinerà ai designer del territorio laziale servizi di supporto alla crescita imprenditoriale.
“Tramite Lazio Innova – afferma l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Ricerca, Start up e Innovazione, Paolo Orneli – diamo il nostro contributo a Showcase mettendo a disposizione di 24 dei 56 designer che partecipano al progetto, un percorso di supporto d’imprenditorialità per aiutarli a sviluppare il proprio business. L’attività durerà due mesi e si svolgerà nello Spazio Attivo Roma Casilina di lazio Innova. Alla fine ai tre migliori progetti d’impresa verrà assegnato un premio di 3.000 euro ciascuno”.

Anello di Francesco Arena debutta al ColosseoArtista ospite Ass. Civita, “opera è riflessione sul Tempo”

23 gennaio 202017:45

– Un maestoso anello di quattro metri e mezzo di diametro. In bronzo. A riflettere sul senso del Tempo nel cuore dell’antica Roma. Si intitola, appunto, Anello, l’opera di Francesco Arena, che grazie all’Italian Council (il bando internazionale promosso dalla direzione generale Creatività contemporanea e Rigenerazione urbana del Mibact) debutterà nel Parco Archeologico del Colosseo “il 2 aprile”.
L’opera, posizionata sul Palatino “nello spazio vuoto della Vigna Barberini” che si affaccia proprio sull’Anfiteatro Flavio, “è stata pensata appositamente per quello spazio in relazione a ciò che la circonderà”, racconta l’artista, a margine della presentazione del report “Le organizzazioni private dell’arte contemporanea in Italia. Ruoli funzioni attività”, promosso da Associazione Civita e Comitato Fondazioni Arte Contemporanea e Intesa San Paolo.
“È un lavoro che mette in relazione il tempo umano, con quello invece della pietra – spiega – Al Parco archeologico, la pietra la fa da padrona, con i manufatti che sono lì da migliaia di anni. Hanno resistito così a lungo. Ma pietra erano originariamente e alla fine il tempo li sta ritrasformando in pietra naturale. Si distruggono e tornano a essere quello che erano prima. Anello è un’opera tutta in bronzo, materiale prezioso, la cui lavorazione è costosa – prosegue – Ed è grande.
È molto impegnativa da un punto di vista economico. È grazie all’Italian Council se è stato possibile realizzarla. Ora è pensata per rimanere esposta almeno un anno, ma sarei ben felice se entrando nel patrimonio del Parco Archeologico restasse permanente. Anche se personalmente non ci guadagno nulla”, sorride. “Ma si troverà in un contesto dove transitano milioni di persone. L’auspicio è che inviti i visitatori a una riflessione diversa del luogo”.

Noemi Letizia e le altre, le casalinghe vip di Napoli in tvIn chiaro su Realtime The real housewives Napoli

23 gennaio 202018:15

– Le casalinghe disperate napoletane ora arrivano anche sulla tv gratuita. Le “Real Housewives” di Napoli erano infatti approdate lo scorso novembre su “DPlay Plus”, il servizio a pagamento di “Discovery Italia”. Domani, invece, la prima puntata del nuovo reality verrà trasmessa alle ore 22.20 su Real Time, canale 31 del digitale terrestre. Sarà possibile seguire le vicende quotidiane di queste signore “ricche, sfrontate e a tratti eccessive” divise tra casa e mondanità, lavoro ed eventi esclusivi. Sei “casalinghe” fashion della cosiddetta Napoli bene che si riveleranno “amiche per la pelle ma anche rivali”.
Le “Real Housewives” sono Noemi Letizia : per lei le luci della ribalta sono arrivate il giorno del suo 18mo compleanno quando alla sua festa a sorpresa arrivò Berlusconi, sono passati 10 anni è oggi imprenditrice nel campo della cosmesi, si è sposata, separata e ha un nuovo compagno, vive a Chiaia con la sua famiglia moderna e allargata, e i suoi 3 figli. Poi ci sono Daniela Sabella, giornalista, impegnata nel sociale, possiede una villa all’interno della quale organizza eventi. Maria Consiglio Visco, sangue blu di famiglia, vive la sua vita aristocratica tra circoli privati e feste blindate: laureata con master, funzionario dei beni culturali per il Ministero, è una conduttrice radiofonica e una scrittrice, ha da poco infatti pubblicato il suo primo libro: un romanzo erotico.
Raffaella: vive a Torre del Greco ed è una mamma divorziata, discendente di una storica famiglia di commercianti di perle e coralli, ha una villa storica con piscina, campi da tennis e un bosco privato. Simonetta De Luca, psicologa, stilista, networker del benessere, vive con le sue due figlie. Stella Giannicola, sposata e divorziata tre volte, è titolare del più importante centro estetico di Napoli. I suoi “beauty party” sono diventati una vera e propria ricorrenza.

Fai apre cancelli Giardino degli aranci del Senato26/1 visita straordinaria nei cortili di Palazzo Madama a Roma

ROMA23 gennaio 202018:20

– Un impenetrabile e scuro cancello. E la sorpresa di un segreto Giardino degli aranci. Porte aperte nell’angolo meno conosciuto del Senato della Repubblica con una nuova apertura straordinaria del Fai, “Onori e segreti. I cortili di Palazzo Madama”, domenica 26 gennaio a Roma.
Durante gli scavi a Palazzo Madama, si scoprirà con i volontari del Fai, alla fine degli anni Ottanta furono rinvenuti alcuni reperti archeologici provenienti dalle terme neroniane-alessandrine, tra cui una grande vasca di granito di Assuan in frammenti. La vasca fu ricomposta e collocata nella attuale piazza della Costituente, inaugurata nel 1987 dal presidente del Senato Spadolini, come dono alla città per i 40 anni della firma della Costituzione. Partendo da qui si ammirerà poi la torre medievale delle case della famiglia dei Crescenzi; Palazzo Koch; Palazzo Carpegna, il cui isolato, tra Quattrocento e Cinquecento, apparteneva alla famiglia Jacovacci e che ora ospita le Commissioni parlamentari permanenti e i Gruppi parlamentari. Passando sotto il portico del Passetto con la Proclamazione della Vittoria si raggiunge il Cortile d’onore di Palazzo Madama, chiamato così in onore di Margherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V e duchessa di Parma e Piacenza.
Rettangolare e di impronta rinascimentale, il Cortile ha mantenuto il suo impianto anche durante i lavori di metà ‘600 con le sei colonne testimonianza dell’edificio dei tempi di Leone X. Una targa commemora i lavori di restauro eseguiti sotto il pontificato di Clemente XIII, successore di Benedetto XIV, che acquistò il palazzo nel 1755 per gli uffici per lo Stato della Chiesa. Al centro di un tappeto pavimentale di marmi colorati circondato da sarcofagi romani, anche la statua di Emilio Greco. Apertura 10-18 in Largo della Costituente/Via degli Staderari (ultimo gruppo alle 17).

Raffaello: la Fornarina da “vicinissimo”Palazzo Barberini, 3 giorni di studi, indagini, approfondimenti

23 gennaio 202018:37

– Tre giorni di studi, ricerche e approfondimenti sulla Fornarina, opera celeberrima di Raffaello, prima che la tela lasci Palazzo Barberini per raggiungere le Scuderie del Quirinale, dove il 5 marzo si apre la grande mostra dedicata ai 500 anni dalla morte di Raffaello. Ma anche un’occasione unica lunga tre giorni, per avvicinare come non mai uno dei capolavori più iconici dell’arte occidentale e carpirne i segreti. Curato da Alessandro Cosma e Chiara Merucci, parte martedì 28 gennaio nelle Gallerie Nazionali Barberini Corsini “Raffaello da vicino”. Il primo giorno sarà dedicato ad un’acquisizione fotogrammetrica Gigapixel+3D del dipinto, in pratica una ripresa ad altissima risoluzione ottenuta attraverso l’unione di più macrofotografie di dettagli di uno stesso soggetto, che consentirà ingrandimenti di gran lunga superiori rispetto a quanto l’occhio umano possa percepire, con una resa di colori, toni, dettagli, nitidezza e illuminazione non altrimenti raggiungibili. Il modello 3D che se ne ricaverà, spiegano gli esperti, permetterà di mappare la forma dell’oggetto, delle pennellate e delle crettature con una precisione nell’ordine di decine di micron, e potrà essere impiegato sia per monitorare lo stato di conservazione dell’opera, sia per la diffusione e valorizzazione dell’immagine di Raffaello.
Il secondo e terzo giorno saranno dedicati ad una campagna di scansione macro della fluorescenza dei raggi X (MA-XRF), analisi che fornirà immagini ad alta risoluzione degli elementi chimici presenti sul dipinto analizzandone i singoli punti. Ogni mattina alle 11.00 è previsto un incontro con i curatori e i restauratori del museo per conoscere meglio la storia e la tecnica di questo fondamentale ritratto. Le visite sono gratuite previo acquisto del biglietto e prenotazione in biglietteria.

Stati Generali Memoria, al via con maratona tv di 24 ore27 gennaio su Uninettunouniversity.tv

23 gennaio 202018:52

– Una maratona televisiva di 24 ore su Uninettunouniversity.tv, a partire dalle 8 del 27 gennaio, per celebrare il Giorno della Memoria, a 20 anni dalla sua nascita.
E’ il progetto ‘Stati Generali della Memoria’, ideato da Furio Colombo con il regista Vittorio Pavoncello, realizzato dall’Università Telematica Internazionale Uninettuno, in collaborazione con l’Associazione Culturale ECAD e la Fondazione Adriano Olivetti. Per tutto il 2020 gli Stati Generali della Memoria proporranno eventi culturali, convegni, dibattiti, tavole rotonde e concerti sul tema della memoria, in sedi istituzionali e prestigiose location di Roma.
Si parte il 27 gennaio con una intera giornata tv di approfondimenti, musica e film, alternati ai contenuti delle lezioni estratti dall’archivio di Uninettuno per ricordare la storia della Shoah, e un’indagine sulle diverse forme della memoria e sulle sue differenti modalità nell’uomo e nell’ambiente. Tra i film, ‘I semi del girasole’ di Vittorio Pavoncello, con la partecipazione degli attori Giuseppe Alagna, Beatrice Palme e Alessandro Haber.
“Il Giorno della Memoria è anche un giorno in cui le scienze sono tornate ad essere libere e non irreggimentate a delle ideologie. La memoria ci viene raccomandata come la chiave del futuro, ma prima di tutto è la password di identificazione, che rende possibile qualunque accesso al futuro” dice Furio Colombo.

Alberto Urso vola a Londra, duetto con Katherine JenkinsLa regina della pop opera lo ha voluto nel suo nuovo progetto

23 gennaio 202019:10

– Il 30 gennaio il tenore polistrumentista Alberto Urso, in procinto di affrontare la gara al 70/o Festival di Sanremo con il brano “Il Sole ad Est” e con la cover “La voce del Silenzio” in duetto con Ornella Vanoni, volerà a Londra per raggiungere il mezzo soprano di fama mondiale Katherine Jenkins.
La star gallese che unisce sapientemente musica pop a musica classica (unica star classica ad avere su 13 album 13 vette in classifica) lo ha chiamato a duettare con lei in un brano del suo nuovo progetto.

Libri: Guccini presenta a Firenze ‘ballata’ su sua PavanaIntitolato ‘Tralummescuro’, ‘è un racconto di civiltà contadina’

FIRENZE23 gennaio 202019:49

– E’ Pavana (Pistoia), il piccolo paese sull’Appennino tra Emilia e Toscana dove c’era il mulino di famiglia, il protagonista del libro di Francesco Guccini ‘Tralummescuro. Ballata per un paese al tramonto’ (Giunti, pp.
288, 19 euro) presentato oggi a Firenze nel teatro La Compagnia.
“Il vero protagonista di questo libro è il paese di Pavana – ha raccontato Guccini ai numerosi fan presenti in teatro -, è un racconto di una civiltà contadina che non esiste più, come non esistono più i personaggi che ci vivevano, molti dei quali se ne sono andati per ragioni anagrafiche, quindi la vita è sempre più assottigliata. Adesso non c’è più nessuno, non c’è più nemmeno il campo di camomilla davanti al mulino di mio nonno e i tanti animali delle famiglie”.
Nel suo ultimo libro il cantautore, ormai da anni ritirato dalla musica e dedito alla scrittura, racconta di un luogo sempre più spopolato e ricorda persone, rumori, cose, risate e amori della sua giovinezza. “Ho scritto questo libro – ha aggiunto Guccini – perché sono molto legato a questo paese in cui non sono nato, ma quasi, l’ho vissuto, ho vissuto la gente che ci abita e che ci abitava. L’ho scritto per raccontare delle storie, è il mio modo di raccontare”.

Altaroma: elogio dell’imperfezione da MorfosisContrasti e femminilità nella collezione di Alessandra Cappiello

ROMA23 gennaio 202020:06

– Elogio dell’imperfezione nella collezione del marchio Mofosis, disegnato da Alessandra Cappiello, che mette in scena nella pedana della ex Caserma Guido Reni, il rigore delle linee sartoriali addolcito da accenti sinuosi, la ricerca dei dettagli e di sfumature di colore poetiche. La preziosità dei tessuti e la dolcezza delle forme s’ intrecciano per dare vita a pantaloni a vita alta e long dress, completi composti da giacche e pantaloni e maxi coat che attingono dalle forme oversize del guardaroba maschile, mentre profili più rigidi e sottili caratterizzano bluse e pencil skirt. Apre una cappa beige dal taglio impeccabile, illuminata da due bottoni gioiello. La palette cromatica si veste dei toni decisi del blu, del nero e del ruggine alternandoli alle nuances del rosa e del fucsia. La morbidezza dei cappotti in panno, la matericità della pelle e la luminosità degli inserti in lurex sintetizzano in chiave contemporanea un concetto di graffiante femminilità. Da imperfezioni a contrasti Morfosis persegue e raggiunge il suo stile sofisticato, concettuale, raccontando percorsi che si snodano nelle forme di un vestire femminile adatto ad una donna contemporanea che cerca nell’ordinario la sua accezione di straordinarietà.
Alessandra Cappiello, fashion designer romana, ha lanciato nel 2004 il marchio Morfosis, che nel 2008 è tra i finalisti della IV Edizione di Who’s On Next?. Attraverso il concorso ha sfilato nelle maggiori capitali della moda internazionale, come Parigi, Tokyo e Milano. Mossa dagli studi classici e influenzata dall’arte, in particolar modo dalla nonna pittrice Anna Grauso, la designer concepisce l’abito come forma di sintesi perfetta tra ispirazione e e stile indossabile. La scelta del nome Morfosis è legata al significato della parola: la forma quale sintesi e evoluzione d’ intuizioni. I capi hanno come riferimenti le tavole di Rorschach, il lavoro di icone di eleganza come Elsa Schiaparelli e Madeleine Vionnet. Senza dimenticare quello di Miuccia Prada. regina ineguagliabile della moda concettuale e dello stile “imperfetto”. Il marchio è distribuito in Giappone, Usa, Egitto e Regno Unito.

Gaultier, “Il meglio deve ancora venire””Finale fedele a me stesso”, ma il suo è un arrivederci

23 gennaio 202020:21

– “Addio, ma il meglio deve ancora venire!” . Con queste parole che alludono a qualche altro progetto dei suoi, creativo e irriverente, Jean-Paul Gaultier, che a 67 anni ha chiuso 50 anni di carriera con un fashion show di quasi un’ora e mezza, Al Théâtre du Châtelet a Parigi, lasciando tutti i suoi numerosi fan con il fiato sospeso. Chissà cosa avrà in mente quel “ragazzaccio” che va per i 70, ma ancora si fa lanciare in aria a fine sfilata facendo smorfie e boccacce, sotto gli occhi attoniti del suo parterre, tra cui brillano una evergreen Amanda Lear, una conturbante Dita Von Teese, Boy George, Eva Herzigova, Paris Jackson, Jasmin Le Bon,, Rossy de Palma. Una passerella da urlo con top e celebrities come Irina Shayk, Karlie Kloss, Gigi e Bella Hadid, Joan Smalls, Coco Rocha, Erin O’Connor. Gaultier è tra gli stilisti che hanno fatto la moda del Novecento: ha uno stile riconoscibile, righe e bustini non mancano mai nelle sue collezioni, per disegnare una figura femminile curvilinea. È celebre anche per aver disegnato il reggiseno con seni a cono indossato da Madonna durante il Blonde Ambition Tour del 1990 e per aver vestito celebrità come Kylie Minogue, Nicole Kidman, Cate Blanchett, Lady Gaga e Rihanna. Per il gusto provocatorio dei suoi abiti e delle sue sfilate, è stato considerato l’enfant terrible della moda francese.

Salone Libro invita Altaforte, anzi no. E’ polemicaColpa di una comunicazione commerciale. Enti convocano vertici

TORINO24 gennaio 202009:22 (APPROFONDIMENTO)

Una comunicazione commerciale, di quelle automatizzate, non un vero e proprio invito. Ma la mail ricevuta da Altaforte, esclusa la scorsa primavera dal Salone del Libro di Torino perché vicina a CasaPound, è bastata per riaccendere le polemiche. “Accogliamo l’invito, ma la causa di risarcimento per il danno di immagine subito l’anno scorso andrà avanti”, fa sapere la casa editrice, mentre gli organizzatori della fiera si affrettano a precisare che non intendono sottoscrivere alcun contratto.
“Caro editore – è il testo della mail incriminata – ti abbiamo riservato uno spazio speciale al Salone internazionale SalTo Nuovi Editori” in quanto “ogni editore è per noi importante” in quanto con il suo lavoro “aiuta a preservare la pluralità delle idee”. Un messaggi partito dall’Aie, l’Associazione italiana editori, verso un database contenente i contatti di tutti coloro che hanno richiesto un codice ISBN negli ultimi due anni. Tra questi anche la casa editrice SCA2080 srl, con sede a Roma, che a quanto pare risulta collegata al marchio Altaforte.
L’invito non invito diventa pubblico e il Salone del Libro – lo scorso anno nella bufera per la presenza fra gli stand del Lingotto della casa editrice, poi esclusa – precisa che “i contratti son da perfezionare per volontà delle due parti”. E, “visto il pregresso avvenuto nel 2019, non intende sottoscrivere alcun contratto con le suddette società”.
Tanto basta perché le istituzioni locali chiedano un incontro ai vertici del Salone, ora che anche il Circolo dei Lettori ha una nuova direttrice, Elena Loewenthal, nominata da appena 24 ore. “Chiederò al presidente Cirio e all’assessore Poggio di invitare i vertici del Salone nella prima giunta regionale utile per discutere insieme su come intendano garantire la pluralità all’interno del prossimo Salone del Libro”, è la richiesta dell’assessore Fabrizio Ricca, segretario torinese della Lega di Matteo Salvini, di cui la casa editrice pubblica un libro intervista a firma di Chiara Giannini. “Incontreremo il sindaco Appendino e l’assessore Leon per parlare dell’evento e quello degli inviti sarà certamente uno dei temi all’ordine del giorno”, assicura l’assessora alla Cultura della Regione Piemonte Vittoria Poggio, leghista pure lei. Fuori dal coro la sindaca Chiara Appendino: “Incontrerò volentieri l’assessore Poggio – dice – ma sulla questione inviti la posizione della Città non cambia”. La partita, dunque, è aperta.

La divisa da lavoro nelle immagini di 44 artistiProgetto ‘Uniform’ dal 25/1 alla Fondazione Mast di Bologna

BOLOGNA24 gennaio 202010:45

– Un progetto espositivo dedicato alle uniformi da lavoro, che attraverso oltre 600 scatti di grandi fotografi internazionali mostra le molteplici tipologie di abbigliamento indossate dai lavoratori in contesti storici, sociali e professionali diversi. È ‘Uniform into the work/Out of the work’, nuovo progetto della Fondazione Mast di Bologna curato da Urs Stahel, in programma dal 25 gennaio al 3 maggio.
Nate per distinguere chi le indossa, le uniformi mostrano l’appartenenza a una categoria, un ordinamento o un corpo, senza distinzioni di classe e censo, ma possono evidenziare una separazione dalla collettività. Le parole italiane ‘uniforme’ e ‘divisa’ evocano, allo stesso tempo, inclusione ed esclusione.
L’esposizione comprende una mostra collettiva sulle divise da lavoro nelle immagini di 44 fotografi e un’esposizione monografica di Walead Beshty, che raccoglie centinaia di ritratti di addetti ai lavori del mondo dell’arte incontrati dall’artista nel corso della sua carriera.

Ligabue, ‘Europe 2020′ al via il 23 aprile in 8 dateIn attesa di ’30 anni in un giorno’ il 12 settembre

24 gennaio 202011:24

– In attesa di “30 anni in un giorno”, l’evento live in data unica il 12 settembre alla RCF Arena Reggio Emilia (Campovolo), che ha già registrato il sold out con 100.000 biglietti venduti, Luciano Ligabue da aprile tornerà a esibirsi nelle principali città europee con il tour “Europe 2020” in 8 date.
Prima tappa sarà il 23 aprile alla Melkweg di Amsterdam a cui seguiranno il 26 aprile Londra, allo Shepherd’s Bush Empire, il 28 aprile Parigi, al Bataclan, il 1 maggio Bruxelles, al Cirque Royal, il 5 maggio Monaco di Baviera, alla Muffathalle, il 7 maggio Stoccarda, al LKA Longhorn e il 9 maggio Barcellona, al Razzmatazz.
Inoltre, il 19 luglio Ligabue si esibirà a Locarno in occasione del Moon & Stars Festival 2020.
Tutte le informazioni sull’apertura delle prevendite per “Europe 2020” su http://www.friendsandpartners.it. Le 8 date di ‘Europe 2020′ saranno gli unici appuntamenti live di Ligabue prima di “30 anni in un giorno’, uno degli eventi più attesi dell’anno con cui il rocker celebrerà 30 anni di straordinaria carriera e inaugurerà la RCF Arena Reggio Emilia (Campovolo), uno spazio totalmente nuovo, con una capienza di massimo 100.000 spettatori e una pendenza del 5% per garantire una visuale e un’acustica ottimali.
’30 anni in un giorno’ (prodotto e organizzato da Riservarossa e Friends & Partners), nonostante l’anticipato sold out, rimarrà in data unica, proprio per permettere al pubblico di vivere un’esperienza irripetibile (inizio concerto alle 20.30).
Dal 2 marzo saranno disponibili su http://www.ligabue.com e http://www.friendsandpartners.it le informazioni su parcheggi, alle modalità di accesso all’area concerto, al campeggio e ai treni speciali. Eventi in Bus Mobility, partner di Ligabue – “30 anni in un giorno’ organizzerà servizio autobus A/R da tutta Italia all’area del Campovolo con diversi orari di arrivo e partenza da 150 città. TUTTE LE INFO: QUI.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Modigliani: Livorno celebra i 100 anni dalla morte
Tanti eventi in città, opere Modì proiettate su Terme del Corallo

LIVORNO24 gennaio 202013:42

Spettacoli teatrali, illuminazioni scenografiche, proiezione di film, letture e ricordi per celebrare i 100 anni dalla morte di Amedeo Modigliani, avvenuta a Parigi il 24 gennaio 1920. Sono alcune delle iniziative iniziative in programma a Livorno ma non solo per ricordare Modì.Oltre alla grande retrospettiva ‘Modigliani e l’avventura di Montparnasse’ al Museo della Città, la biblioteca dei Bottini dell’Olio propone una maratona cinematografica con la proiezione del film ‘Modì, vita di Amedeo Modigliani’ sceneggiato in tre episodi realizzato dalla Rai negli anni Ottanta. Un suggestivo gioco di luci, video-mapping e musica proietterà, oggi e il 25 gennaio, le opere di Modigliani sugli edifici storici delle Terme del Corallo. Al Teatro Goldoni andrà in scena lo spettacolo ‘Modigliani’ di Alessandro Brucioni e Michele Crestacci, e al Centro artistico Il Grattacielo il pubblico potrà assistere a ‘Modì, Paris, Follies! L’indecente Dedo” di e con Eleonora Zacchi.A Casa natale Modigliani ci sarà lo spettacolo ‘Le stanze di Amedeo’ e anche l’iniziativa ‘Omaggio A Modigliani’. Prevista anche una visita guidata al Cimitero Monumentale ebraico mentre al liceo classico Niccolini Palli si potrà visitare la mostra ‘A scuola di Dedo’. Aneddoti su Modigliani e piatti della tradizione francese e labronica sono invece i protagonisti di una cena a tema in programma all’ex cinema Aurora.

Il belcanto di Bellini per Romeo e GiuliettaSfida vinta da Daniele Gatti applaudito e regia di Denis Krief

24 gennaio 202012:54

– Un bel successo e calorosi applausi hanno salutato questo nuovo allestimento dell’Opera di Roma de ”I Capuleti e i Montecchi” di Vincenzo Bellini, proposta impegnativa e particolare ma affascinante, voluta e diretta con piglio e sensibilità da Daniele Gatti, nuovo direttore musicale del teatro romano con l’idea apprezzabile di costruire un repertorio storico ampio che comprenda appunto anche capolavori come questo del belcanto.
L’opera di Bellini, datata 1830, pur sostanzialmente giocata sull’intensità lirica, sulle arie e la personalità dei cantanti, riesce a mostrare una sua forza intrinseca e coerenza drammaturgica, senza troppe divagazioni nel procedere verso il tragico finale, che del resto l’interessante regia di Denis Krief, che pure ha avuto qualche contestazione, ha saputo ben sfruttare, puntando sui momenti chiave dei recitativi per dare senso anche agli approfondimenti poi introspettivi dei personaggi e dei due protagonisti innanzitutto, Giulietta e Romeo.
La scelta è stata di un cast essenzialmente giovane di alta qualità vocale, con l’uso, ultimo esempio di una tradizione precedente, per i due amanti di due voci femminile, mezzosoprano per Romeo e soprano per Giulietta, rispettivamente le brave e applaudite Vasilisa Bezhanskaya e Mariangela Sicilia. Sono loro, naturalmente, con la musica, a dare sostanza e emozione all’opera e al belcanto, senza però esagerare, in felice contatto con Gatti e l’orchestra che li segue e si ferma quando note tenute, vocalizzi o gorgheggi richiedono il proprio spazio.
Con loro sono da notare assolutamente il Tebaldo di Ivan Ayon Rivas e il Lorenzo di Nicola Ulivieri. Presente ieri sera, alla prima, la sindaca Virginia Raggi. Seguono cinque repliche sino a giovedì 6 febbraio.

Concerto omaggio a Brahms al Comunale di ModenaDomenica 26 gennaio in scena il trio Dego-Perrotta-Owen

MODENA24 gennaio 202013:18

– Il Teatro Comunale Pavarotti di Modena in collaborazione con la Fondazione Gioventù Musicale d’Italia ha in programma per domenica 26 gennaio alle 17 il concerto ‘Hommage à Brahms’ con il trio formato dalla violinista Francesca Dego, dalla pianista Maria Perrotta e dal cornista Martin Owen.
La locandina si apre con la Sonata N. 1 per violino e pianoforte di Robert Schumann, grande sostenitore e mentore di Brahms. A seguire il Trio per corno, violino e pianoforte di Brahms, un unicum nella musica da camera, nato nel 1865 dal dolore per la morte della madre del compositore: al violino e al pianoforte è accostato il suono “materno”, caldo e dolente del corno. Centocinquanta anni dopo la nascita del compositore di Amburgo, ci riprova l’ungherese György Ligeti col suo Trio ‘Hommage à Brahms’: forme e modi brahmsiani sono recuperati con uno stile tutto suo, sempre col corno come nume tutelare. Corno che qualche anno prima, nel 1974, si era fatto timbro, trillo, sordina, effetti speciali di staccato, oscillazioni, armonici e quant’altro per imitare il canto degli uccelli nel brano Appel interstellaire di Olivier Messiaen, un brano, per corno solo, che in cinque minuti sperimenta ogni tipo di sonorità di questo strumento. I brani verranno introdotti dagli stessi esecutori.

Sharon Stone a Papa tv ‘matrimoni gay quando finisce tabù?Attrice guest star di The New Pope su Sky

24 gennaio 202013:26

In Vaticano per una causa che le sta particolarmente a cuore, quella dei matrimoni omosessuali, guest star degli episodi in onda stasera dalle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming su Now Tv è Sharon Stone, una delle attrici più amate. Dopo la sorprendente visita di Marilyn Manson, la serie Sky Original creata e diretta dal regista Premio Oscar Paolo Sorrentino e prodotta da The Apartment e Wildside, parte di Fremantle, ospita nell’appuntamento di stasera l’attrice, che verrà ricevuta in visita privata dal nuovo Papa interpretato da John Malkovich. “Non sono venuta solo per umana curiosità, ma a chiederle un impegno: i matrimoni omosessuali, quand’è che questo inutile taboo verrà eliminato?”, chiede la diva a Giovanni Paolo III, che risponde: “Quando la Chiesa avrà un Papa rivoluzionario, risoluto e coraggioso, e io non possiedo nessuna di queste prerogative”. “Per la Bibbia l’unione sessuale deve essere solo a scopo procreativo, di conseguenze deve avvenire fra un uomo e una donna”. La Stone non ci sta: “Ma la Bibbia non si può aggiornare?”, chiede a Brannox, che spiega: “Ahimè la Bibbia non è un iPhone: tutto quello che si può aggiornare finisce nella spazzatura per poi essere rimpiazzato da un modello più costoso, mentre la Bibbia resiste ormai da moltissimo tempo proprio perché non può essere aggiornata”. Poi un’apertura improvvisa…

Wong, esce storia leader della protesta studenti di Hong KongIn libreria per Feltrinelli il 6/2 ‘Noi siamo la rivoluzione’

24 gennaio 202014:12

4 GEN – JOSHUA WONG CON JASON Y.NG ‘NOI, NOI SIAMO LA RIVOLUZIONE’ (FELTRINELLI, PP 224, EURO 15) Per la prima volta Joshua Wong, leader della protesta studentesca di Hong Kong, che ha 23 anni ed è già stato incarcerato tre volte e candidato al Nobel per la pace, racconta la sua storia, che fa rumore ovunque nel mondo, in ‘Noi siamo la rivoluzione – Perché la piazza può salvare la democrazia’, con Jason Y.Ng. Il libro esce il 6 febbraio per Feltrinelli, nella traduzione di Filippo Bernardini.
“Anche se siamo lontani, la nostra ricerca di democrazia e di libertà è la stessa. Vi prego di stare con Hong Kong, perché la nostra lotta non è ancora finita” dice Wong che ha cominciato questa battaglia quando era un adolescente. Mentre gli adulti stavano in silenzio, Joshua organizzò la prima protesta studentesca nella storia di Hong Kong per opporsi alla riforma dell’istruzione voluta dal governo filocinese. Da allora, ha guidato la Rivolta degli ombrelli, il grande movimento di resistenza pacifica al braccio sempre più lungo di Pechino sull’ex colonia britannica. Ha fondato un partito politico, Demosistō e ha attirato l’attenzione della comunità internazionale sulle proteste contro l’ingerenza della Cina nell’autonomia della città. Più di due milioni di persone sono scese nelle piazze e nelle strade di Hong Kong. La sua è la lotta della libertà contro la censura e dei valori democratici contro il titanismo totalitario della Cina.
Wong è un testimone straordinario della sua generazione, perché è ispirato da ideali che portano alla nascita di diritti nuovi. I diritti, infatti, non stanno fermi e la loro area non è definita per sempre. Le trasformazioni della società comportano nuove domande. Ed è proprio questa la trama della democrazia. Una democrazia sempre a rischio, in Oriente come in Occidente. La battaglia di Hong Kong è la testimonianza di una lotta che ci riguarda da vicino, che diventa anche nostra e restare in silenzio non è più possibile.

Marina Bruno canta Napoli in “Parthenoplay”In cd 14 capolavori da Viviani a Daniele.Pure interventi poetici

NAPOLI24 gennaio 202014:50

– “Un tributo a Napoli, incessante fonte di ispirazione per una moltitudine di musicisti, compositori, parolieri, poeti, arrangiatori, che si sviluppa in un percorso in quattordici brani proposto nei singolari arrangiamenti del pianista Giuseppe Di Capua”. Così Marina Bruno presenta il 24 gennaio a La Feltrinelli Musica e Dischi di Napoli, “Parthenoplay” titolo del suo ultimo lavoro discografico, il quarto della cantante napoletana, prodotto da MB Concerti e distribuito da Phonotype Record. Un’anticipazione del prossimo tour che inizierà con l’anteprima di sabato primo febbraio alla Domus Ars di Napoli e la prima di sabato 15 febbraio al Real Sito di Carditello.
In “Parthenoplay” vi sono, sottolinea una nota della produzione, “tracce musicali che restituiscono capolavori senza tempo” di Viviani, Bovio, Nicolardi, Denza, E.A.Mario fino a Renato Carosone e Pino Daniele, rivelando, per alcuni di essi, passioni inaspettate che prendono corpo nella voce testimoniante di Erri De Luca (nel brano “Io te vurria vasà”), di Lorenzo Marone (in “Napule è”) e di Mariano Rigillo (ne “O surdato ‘nnamurato”). Con la cantante, alla libreria di Via Santa Caterina, sono previsti gli interventi di Daniele Sepe e Lorenzo Marone insieme col pianista e arrangiatore Giuseppe Di Capua e ai musicisti Gianfranco Campagnoli, Tommaso Scannapieco, Claudio Romano e Peppe La Pusata.
“Questo lavoro – aggiunge Marina Bruno – sintetizza una ricerca musicale che basa su scelte consapevoli la necessità di incontro e di condivisione – di idee, opinioni, atmosfere – legate ad una visione di Napoli quale ‘città mondo’, crocevia di culture e stili, diversi sono in apparenza”. Si spiega così la doppia versione del brano “‘O surdato ‘nnamurato”, capolavoro del 1915 di Aniello Califano e Enrico Cannio, che avvia all’ascolto di “Parthenoplay” con una esecuzione solo voce e pianoforte introdotta dall’ispirato recitativo di Mariano Rigillo, per poi tornare, alla fine, “in un arrangiamento swing che ne ibrida in chiave dixieland cadenze e sonorità” si evidenzia.

Daniel Pennac, l’omaggio a Federico Fellini con un libro

24 gennaio 202015:01

Lo scrittore fara’ rivivere il mito di Fellini a teatro, nell’anno del centenario della sua nascita

Martino Midali, così vesto le donne vere’La stoffa della mia vita’ presentato con Altaroma

24 gennaio 202015:07

– Agli inizi della sua carriera nella moda come stilista, Martino Midali vestiva le signore milanesi, come lui stesso racconta nella sua biografia, “La stoffa della mia vita, un intreccio di trama e ordito” (185 pagine, 16 euro, edito da Cairo), scritta con Cinzia Alibrandi e ri-presentata nella capitale, nell’ambito degli eventi di Altaroma, dopo un recente debutto a Milano.
“Oggi vesto le radical chic di molti paesi”. Potrebbe rientrare in questa categoria l’attrice Stefania Sandrelli, che ha lo stilista ha scelto come testimonial e madrina della presentazione della biografia nella capitale. Conosciuto per l’uso dei colori accesi, da sempre sua cifra stilistica, e per la vestibilità e comodità delle sue linee, Midali, classe 1952, originario di Mignete, storica città lodigiana, si trasferisce a Milano giovanissimo, dove comincia la sua scalata nel mondo della moda. Fin da subito si distingue per essere uno stilista vicino alle donne ‘vere’, che tanto ama, ponendosi come missione principale quella di valorizzare il loro corpo. Oggi si parla tanto di inclusione e di curvy ma “la mia natura – rivela infatti lo stilista – è sempre stata quella di esaltare la bellezza femminile, in ogni sua forma”.
Ma il libro non è solo la storia di uno stilista che si è fatto da solo e che ha saputo entrare in sintonia con i mutevoli desideri delle donna, ma anche il racconto di un’azienda del made in Italy che negli anni è cresciuta in Italia e all’estero e oggi distribuisce e commercializza oltre 300.000 capi l’anno, conta circa 230 dipendenti e 60 punti vendita monomarca distribuiti su tutto il territorio italiano e 3 su quello spagnolo.

Madonna col bastone, nuovo stop a tourSalta altra tappa Madame X a Lisbona. Nove in totale

NEW YORK24 gennaio 202016:00

– I problemi al ginocchio costringono Madonna all’uso del bastone e a cancellare un’altra tappa di Madame X a Lisbona. Lo rivela lei stessa pubblicando un video su Twitter in cui si mostra mentre a fatica sale due rampe di scale.
“A Lisbona – si legge nel tweet – dove Madame X ha iniziato il suo viaggio. Grazie a Dio per il bel bastone vintage e tutti i grazie a Dino e Vittoria e agli straordinari musicisti che sono venuti”. E’ la seconda data a Lisbona che la popstar ha dovuto cancellare per problemi fisici.
Mentre sale le scale appoggiandosi anche alla ringhiera, si sente Madonna dire, ‘Santo cielo, ancora scale’. Le scale sono quelle della sua abitazione nella capitale portoghese. Poi entra nel soggiorno dove l’aspettano diversi musicisti a amici e dove Madonna ricorda come è nato Madame X. Poi segue un’esibizione musicale da parte di altri musicisti”. Da quando sono iniziati i guai al ginocchio, sono state cancellate nove date del tour.
La fine di Madame X è prevista per marzo 2020.

Cover, Anastasio chiama PFM, Diodato Nina ZilliE Giordana Angi sarà affiancata dal Solis String Quartet

24 gennaio 202016:08

– Ai duetti già annunciati per la serata del giovedì, dedicata ai 70 anni del festival di Sanremo, si aggiungono altre collaborazioni. Anastasio, per la cover di Spalle al Muro portata al successo da Renato Zero, ha chiamato la PFM. Diodato si esibirà con Nina Zilli in 24 mila Baci di Adriano Celentano e Giordana Angi sarà affiancata dal Solis String Quartet per La Nevicata del ’56.
Questo tutto l’elenco: Anastasio – Spalle al muro con PFM Piero Pelù – Cuore matto Elodie – Adesso tu con Aeham Ahmad Elettra Lamborghini – Non succederà più, con Myss Keta Giordana Angi – La nevicata del ’56 con Solis String Quartet Diodato – 24 mila baci con Nina Zilli Raphael Gualazzi – E se domani, con Simona Molinari Francesco Gabbani – L’italiano Alberto Urso – La voce del silenzio, con Ornella Vanoni Marco Masini – Vacanze romane, con Arisa Enrico Nigiotti – Ti regalerò una rosa, con Simone Cristicchi Michele Zarrillo – Deborah, con Fausto Leali Rita Pavone – 1950, con Amedeo Minghi Tosca – Piazza grande, con Silvia Perez Cruz Achille Lauro – Gli uomini non cambiano, con Annalisa Bugo e Morgan – Canzone per te Irene Grandi – La musica è finita, con Bobo Rondelli Le Vibrazioni – Un’emozione da poco, con Canova Levante – Si può dare di più, con Francesca Michielin e Maria Antonietta Junior Cally – Vado al massimo, con i Viito Paolo Jannacci – Se me lo dicevi prima, con Francesco Mandelli Pinguini Tattici Nucleari – Papaveri e papere, Nessuno mi può giudicare, Gianna Gianna, Sarà perché ti amo, Una musica più fare, Salirò, Sono solo parole, Rolls Royce Rancore – Luce, con Dardust e La rappresentante di lista Riki – L’edera, con Ana Mena.

Mostre: Basilico, lo sguardo sulle metropoliAl PalaExpo Roma il maestro della fotografia dello spazio urbano

ROMA24 gennaio 202016:16

– “La fotografia è un atto tecnico. Il fotografo è una persona che guarda” diceva Gabriele Basilico, maestro indiscusso del racconto per immagini dello spazio urbano. La grande rassegna “Metropoli” che il Palazzo delle Esposizioni di Roma gli dedica fino al 13 aprile è una lectio magistralis su come l’ occhio del fuoriclasse italiano dello scatto si sia posato per una vita intera sulle grandi città italiane e straniere rancontandone le trasformazioni, dalle stratificazioni storiche all’ espansione delle periferie, e al tempo stesso mostrando in che modo nel tempo sia cambiato il suo modo di guardare. Giovanna Calvenzi e Filippo Maggia, curatori della rassegna con la collaborazione dell’ archivio Basilico, hanno selezionato oltre 250 opere, di formati diversi fino alle grandi dimensioni, alcune esposte per la prima volta, dagli anni Settanta al Duemila riunendole i cinque capitoli in cui le metropoli italiane – Milano, Roma, Palermo – e le capitali internazionali come Madrid, Barcellona, Parigi, Buenos Aires, Gerusalemme, San Francisco, New York, Tel Aviv, Istanbul, Rio De Janeiro vengono affiancate secondo analogie e differenze, assonanze e contrasti. Gabriele Basilico (Milano 1944- 2013) ha fatto della analisi sul paesaggio antropizzato, sulla forma e l’ identità della città il cuore di una ricerca che lo ha impegnato per 40 anni e alla quale ha dedicato oltre cento libri.

Bertè, no Premio Critica a testi violentiMia sorella non avrebbe voluto nome associato a certi ‘soggetti’

24 gennaio 202016:31

– “Chiedo ai giornalisti della Sala Stampa dell’Ariston di escludere, a priori, una possibile candidatura al Premio della critica Mia Martini di qualsiasi artista che promuova attraverso i suoi testi violenza fisica o verbale verso le donne o misoginia in generale”. E’ l’appello lanciato sui social da Loredana Bertè, che – pur senza nominarlo – fa riferimento a Junior Cally e alle polemiche scatenate, in particolare, da un suo brano del 2017.
“Mia sorella è stata per anni vittima di bullismo ‘verbale’ e non credo che avrebbe mai voluto che il suo nome venisse associato a certi ‘soggetti’ che andrebbero SQUALIFICATI (come avvenuto di recente e giustamente in un’altra trasmissione di successo) per istigazione alla violenza sulle donne e per il pessimo messaggio che arriva ai giovanissimi”, scrive l’artista nel post.

Teatro: Hamlet con Pasotti e D’Abbraccio, parte tourneeIn quattro regioni, dal 15 febbraio al Marrucino di Chieti

24 gennaio 202016:37

– Giorgio Pasotti e Mariangela D’Abbraccio saranno a partire dal 15 febbraio, al Teatro Marrucino di Chieti, protagonisti con la tournee di Hamlet, per ora 20 date fra Abruzzo, Sicilia, Piemonte e Marche, per la regia di Francesco Tavassi. La tragedia, di Alessandro Angelini e Antonio Prisco, è liberamente tratta dall’opera di William Shakespeare.
In tutto il panorama dei personaggi shakespeariani non esiste forse un eroe più moderno di Amleto. Questo perché già diversi secoli prima della nascita della psicanalisi, Amleto s’impone come un personaggio dalla psiche profonda e complessa. La sua battaglia, prima ancora che col mondo esterno, è interiore e quindi attuale. In scena con Pasotti (Amleto) e D’Abbraccio (Geltrude) anche Claudia Tosoni (Ofelia), Gerardo Maffei (Re Claudio e lo Spettro), Rosario Petix (Polonio), Pio Stellaccio (Laerte), Andrea Papale (Guildersten) e Salvatore Rancatore (Rosencrantz).

Sanremo: Ospiti Gente de Zona e Romina Jr con Al Bano e RominaEx coppia della canzone torna con inedito scritto da Malgioglio

24 gennaio 202018:14

Insieme ad Al Bano e Romina, che tornano all’Ariston con un inedito scritto per loro da Cristiano Malgioglio dopo 25 anni, secondo indiscrezioni, ci sarà anche la figlia Romina Junior, di cui Romina era incinta nell’87 quando la coppia era in gara al Festival. La famiglia riunita sarà ospite della prima serata, martedì 4 febbraio.
Sembra confermata anche la presenza del gruppo cubano Gente de Zona, che porteranno all’Ariston il reggaeton. I Gente de Zona hanno raggiunto la notorietà grazie a collaborazioni con Enrique Iglesias (nel singolo del 2014 Bailando) e Marc Anthony con il quale pubblicano i singoli La Gozadera (“miglior canzone tropicale” ai Latin American Music Awards) e Traidora. Hanno duettato anche con Jennifer Lopez (Ni Tú Ni Yo nel 2017), con Laura Pausini (Nadie ha dicho (remix) nel 2018), Kylie Minogue (Stop Me from Falling, 2018) e Il Volo (Noche Sin Día, 2018).

Borowski, Paesaggio dopo la battagliaPer Giorno Memoria torna classico letteratura concentrazionaria

24 gennaio 202016:54

– TADEUSZ BOROWSKI, PAESAGGIO DOPO LA BATTAGLIA (Edizioni Lindau, pp.320, 24 euro, e-book 16.99 – traduzione dal polacco di Roberto Polce). Uno dei classici della letteratura europea ancora attuale per comprendere la Storia, una testimonianza cinica e vera sulle atrocità dei lager nazisti resa grazie allo sguardo lucido e disincantato sull’Olocausto di un autore ancora non completamente conosciuto in Italia: dal 23 gennaio è in libreria “Paesaggio dopo la battaglia” (Edizioni Lindau) di Tadeusz Borowski, in una nuova traduzione di Roberto Polce, in occasione del Giorno della Memoria. Borowski, prigioniero numero 119198 ad Auschwitz, vittima di sperimentazioni disumane, deportato poi a Dachau, e infine suicida a soli 29 anni nel 1951, racconta il funzionamento quotidiano e i meccanismi dei lager nazisti dalla sua prospettiva di “internato ariano” e svela, in modo brutalmente onesto, le caratteristiche di un inferno in cui la violenza veniva esercitata non solo dall’aguzzino sul prigioniero, ma anche da quest’ultimo sul compagno di detenzione. Nel libro è presente anche un glossario dedicato alla specifica lingua “concentrazionaria” che si creò ad Auschwitz, vista la compresenza nel lager di etnie, classi sociali e vari gruppi linguistici.

Mostre: ‘Festa’, collezione arte di Coveri a Viareggio40 opere in esposizione in occasione del celebre Carnevale

VIAREGGIO24 gennaio 202017:00

– La collezione d’arte di Palazzo Coveri a Firenze in mostra a Viareggio (Lucca) in occasione del celebre Carnevale. E’ ‘Festa – Enrico Coveri Art Collection’, esposizione ospitata alla Gamc dal 31 gennaio al 15 marzo, curata da Francesco Martini Coveri, nipote dello stilista e direttore artistico della maison, e da Beba Marsano.
In mostra una quarantina di opere, alcune mai esposte al pubblico, che evidenziano la positività, la gioia e l’amore per il colore che hanno reso unico lo stile di Enrico Coveri. Un “percorso appassionante e pieno di sorprese”, spiegano gli organizzatori che “attraverso la collaborazione con Andy Warhol, l’amicizia con Keith Haring e Renato Guttuso, gli straordinari progetti con tra i tanti, Romero Britto, Marco Lodola, Maurizio Galimberti, Daze”, documenta, aggiunge Francesco Martini Coveri, “la continua, reciproca ispirazione tra la maison e l’arte in un solco di continuità che da Enrico, attraverso la sorella Silvana, arriva fino alla nuova generazione”.
L’esposizione vuole raccontare la casa di moda e il suo rapporto “vitale, sostanziale ed irrinunciabile” con l’arte, attraverso “opere d’arte uniche, che hanno contribuito a costruire la sua storia, e gli abiti delle collezioni ad esse ispirate”. La famiglia Coveri insieme ad Antonio Recalcati, Bruno Prota, Marco Lodola, Adriano Buldrini ed Andrea Fumagalli, alcuni degli artisti che hanno realizzato le opere esposte, inaugurerà la mostra, il 31 gennaio alle 17.

Altaroma: The best of Naba tra inclusione e ricercaUndici stilisti in erba per il debutto dell’accademia a Roma

ROMA24 gennaio 202017:02

– Una modella esce in passerella con una abito lungo bianco con tanti oblo’ a forma di uovo di tessuto-piumino che contengono sullo sfondo i ritratti dipinti dei volti di bambini. Un nano sfila con una tuta di vinile argento con cappuccio. Un video mostra due ragazzi che si baciano, mentre sfilano modelli in outfit che attingono dal guardaroba femminile, come lunghe tute drappeggiate e bustier su busti velati dal tulle. Messaggi “forti”, liberatori da vincoli di genere, di sesso, d’inclusione, ma anche di libertà creativa, hanno accompagnato le collezioni e le clip proiettate sul fondo della passerella, nel debutto della collettiva degli studenti della Naba, Nuova Accademia di Belle Arti, che dopo aver aperto una sede nella capitale, partecipa per la prima volta alla Roma Fashion Week organizzata da Altaroma.
Con la sfilata The Best of Naba nella ex Caserma Guido Reni, undici tra i migliori alunni dell’area fashion di Naba hanno portato in passerella cinque outfit uomo e donna ciascuno, per un totale di 55 uscite, dove sono state esplorate identità e visioni legate a nuovi scenari e future tendenze. Attraverso ricerca e sperimentazione, i designer hanno cercato di raccontare sé stessi e il proprio percorso formativo, seguendo l’approccio “learning by doing” tipico di Naba. In pedana si sono visti cappotti over in eco-mongolia da temperature glaciali, completi in eco-pelle con volumi e lavorazioni sartoriali, cappotti con maxi gilet che dietro formavano lunghe code, abiti-grembiule con maniche a palloncino e bavagli sui volti delle modelle, piumini per lui con interni stampati fumetto manga, effetto mise da samurai.
Gli alunni del Triennio in Fashion Design e del Biennio Specialistico in Fashion and Textile Design che hanno visto sfilare le loro collezioni sono: Giacomo Baraldi, Manuel Capozzi, Alessandro Della Cella, Eva Fiorucci, Edoardo Guttadauro, Xhuliano Malaj, Lorenzo Seghezzi, Jessica Selvi, Xin Lin, Ning Wan, Yixuan Wang.

Pasquini, I membri della redazioneThriller ricco di personaggi ambientato in un grande quotidiano

24 gennaio 202017:03

– MASSIMO PASQUINI, I MEMBRI DELLA REDAZIONE (Alter Erebus, pp.198, 14.90 euro). Un grande quotidiano romano agli inizi degli anni ’90, una redazione che è un microcosmo ricchissimo di contraddizioni, tra invidie e competizione, intuito per la notizia, amicizia e generosità.
Qui, un pacchetto recapitato di primo mattino dal contenuto raccapricciante e scabroso scatena la fantasia di tutti i presenti al giornale, perché il mistero è talmente fitto che ogni ipotesi, anche la più bizzarra, può essere credibile. E’ l’inizio del giallo “I membri della redazione”, scritto da Massimo Pasquini per Alter Erebus, con la prefazione di Gino Castaldo. Una storia complessa, che si dipana con ritmo, coinvolgendo chi legge nella spasmodica ricerca del colpevole del misfatto e che al tempo stesso racconta non solo il mestiere del giornalista ma anche un’epoca precisa della nostra storia italiana, tra Mani Pulite e il declino della carta stampata. E proprio per permettere al lettore di orientarsi meglio in questo intricato thriller, l’autore all’inizio del libro elenca i tantissimi personaggi che prendono parte alla storia, tutti caratterizzati fin nei dettagli, compreso Eros Greco, l’ambiguo, affascinante e più famoso inviato del quotidiano.

Libri: Concas, 100 domande e 150 risposte su BanksyNel libro chatbot tanti contenuti extra per conoscere l’artista

24 gennaio 202017:27

– ANDREA CONCAS, BANKSY. 100 DOMANDE, 150 RISPOSTE. IL PRIMO LIBRO CHATBOT (Mondadori, pp.224, 9.90 euro). L’arte di Banksy è per tutti? Qual è la bomboletta più strana che ha utilizzato? E’ vero che ha venduto le sue opere su una bancarella, che ha affittato un tunnel a Londra e che ha un canale su YouTube? Una sua “incursione” è durata 47 giorni? Quando ha collaborato con l’artista più ricco del mondo? E poi, chi è davvero Banksy? Sono alcune delle domande a cui Andrea Concas cerca di rispondere nel suo “Banksy”, libro chatbot edito da Mondadori, e dedicato al misterioso, celeberrimo (e inafferrabile perché anonimo) street artist. In questo libro interattivo, Concas si propone non solo di offrire ben 150 risposte per 100 domande legate all’artista e alla sua produzione (il primo libro chatbot era dedicato a Leonardo da Vinci), ma soprattutto di stimolare la curiosità andando “oltre” la pagina, per vivere l’arte “quando vuoi e dove vuoi”: l’autore infatti invita il lettore a scrivere messaggi da smartphone, tablet e pc a ArteConcasBot, un sistema automatizzato programmato per rispondere a domande: in questo modo gli appassionati potranno conoscere molti contenuti extra grazie alle parole chiave presenti nel testo e scoprire video, foto, link, citazioni e anche fake news.

Altaroma: trionfo di stampe e leggende russe da Roi du LacAbiti in seta con figure mitiche tratte da Puskin

ROMA24 gennaio 202017:53

– Uccelli di fuoco, cavalli e cavalieri magici, matrioske, giostre e fiori fantasiosi, tutte le figure leggendarie tratte dal mondo poetico di Aleksandr Puskin e gli archetipi delle illustrazioni di Bibilin, portano nel mondo colorato e fantastico delle fiabe russe, con il marchio Roi du Lac, disegnato e realizzato dallo stilista italo-scozzese Marco Kinloch, nato a Castelfranco Veneto, da madre italiana e padre nato in Scozia, e da sua moglie, l’italianissima Antea Brugnoni.
In pedana con Altaroma, nella ex caserma Guido Reni, è il trionfo degli stampati su seta e jacquard, in un mix di colori e fantasie che riportano in un mondo magico e misterioso. Eppure le linee classiche di camicie e chemisier, il taglio sartoriale di giacche e pantaloni, hanno reso chiaro immediatamente che si era di fronte a creatività e artigianalità, indiscutibili in una collezione dove l’attenzione è stata posta sui dettagli di ogni singolo capo, dalla scelta di fodere e bottoni.
La palette cromatica varia dai toni caldi del marrone, chiaro richiamo alla terra, al rosso vivo, fino alle diverse sfumature di blu e azzurro, dal navy al carta da zucchero, colore identificativo del marchio e ricorrente nelle illustrazioni fiabesche. Ogni tessuto della collezione è stato realizzato in Italia: jacquard e stampe su seta a Como, ricami in Puglia, cachemire a Biella, fodere in Piemonte. Tra i pezzi forti della collezione gli abiti in paillette ricamati a a mano: 54 ore per i disegni, 36 ore di ricamo ininterrotto a macchina, 9 milioni di punti, 2,5 milioni di paillette per soli 3,87 metri di tessuto. I capi sono tagliati e finiti a mano nel laboratorio del marchio vicino Cremona.

Musei: tra fotografia e contemporaneo il 2020 del MamboA Pechino prima grande mostra in Cina di Giorgio Morandi

BOLOGNA24 gennaio 202017:58

– Dal contemporaneo alla fotografia, fino a Giorgio Morandi, protagonista, tra il 2020 e il 2021 di una grande mostra a Pechino. E’ ricco il programma espositivo del 2020 del Mambo (Museo d’arte moderna di Bologna) e delle altre sedi dell’area contemporanea. La stagione si è appena aperta con la collettiva di sette artisti ‘Againandagain’, (fino al 3 maggio); poi a giugno prevista ‘Safe and sound’, prima antologica di Aldo Giannotti in un’istituzione italiana.
Sempre gli spazi del Mambo ospiteranno, da aprile, ‘La Stanza Rossa 1992-1998. Trasversalità artistiche e realtà virtuali’, che documenterà otto anni di vita culturale e artistica legata alla rivista bolognese ‘La Stanza Rossa’; seguirà, tra giugno e settembre, ‘Hidden Displays. Il non realizzato a Bologna 1975-2020’, mentre ad ottobre partirà ‘Azioni in Super8. Film e performance allo Studio Bentivoglio’, un progetto di Home Movies sull’uso del medium filmico nelle esperienze dello storico laboratorio artistico bolognese. Fondato dal pittore Vasco Bendini e Pier Paolo Calzolari nel 1965, a Palazzo Bentivoglio, fu attivo fino alla prima metà degli anni Settanta.
A Villa delle Rose prosegue fino al 22 marzo la personale dedicata ad Antoni Muntadas, poi in primavera la quarta edizione di Rose Residency programme, con protagonista Helen Dowling. In occasione del 40/o anniversario della strage di Ustica è previsto ‘Stragedia’ di Nino Migliori: l’ex chiesa di San Mattia ospiterà una installazione che nasce da una rielaborazione di immagini scattate dal fotografo nel 2007, durante l’allestimento dei resti del velivolo negli spazi del Museo per la Memoria di Ustica. Gli 81 scatti, corrispondenti al numero di vittime della strage, sono eseguiti con la tecnica a ‘lume di candela’.
Infine, il museo Morandi curerà un’ampia personale dedicata a Giorgio Morandi in programma tra il 2020 e il 2021 negli spazi del Cafa Art Museum di Pechino, ‘Colore e forme del visibile’, con circa 140 opere, 40 delle quali prestate dal museo bolognese, per la prima retrospettiva sul maestro organizzata in Cina e la più completa finora realizzata.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Sabrina Salerno, quel mio ‘Siamo donne’ è sempre attuale
29 anni dopo torna a Sanremo, “non ho padrini, né eroi”

24 gennaio 202019:55

Si definisce “sincera, diretta, impulsiva, poco diplomatica anche a costo di essere impopolare, forse perché nella vita ho dovuto combattere contro luoghi comuni e stupidità”. Ma anche “serena” e pronta a divertirsi su un palco “che incute sempre un certo timore, ma al quale sono molto affezionata: a Sanremo ho vissuto tra i 5 e i 15 anni”. Con questo spirito Sabrina Salerno si prepara a tornare all’Ariston, dove fu in gara nel 1991 con Siamo donne insieme a Jo Squillo, stavolta tra le partner del festival di Amadeus.”Voglio illuminare Sanremo con la mia solarità”, dice

sorridendo la showgirl genovese, icona degli anni ’80, fisico esplosivo da sex symbol, una carriera tra programmi tv e hit come Boys o All of me che l’hanno proiettata in testa alle classifiche europee e sudamericane. “Canterò, ballerò, porterò il mio modo di essere donna insieme alle altre compagne di avventura”, dice, mantenendo il riserbo sulle sue performance. “Ognuna di noi porterà la sua storia, contribuendo con una diversa connotazione a comporre il quadro della femminilità di oggi. Non conosco le altre donne del festival, tranne Diletta Leotta, molto simpatica e solidale. Ma sono convinta che con Emma (D’Aquino ndr) e con Laura (Chimenti) ci divertiremo”. Con le due giornaliste del Tg1 sarà sul palco nella serata di mercoledì 5 febbraio, poi tornerà per la finale. A curarle il look sarà lo stilista Gabriele Fiorucci Bucciarelli. La polemica sulle dichiarazioni del direttore artistico? “Andrei oltre. E’ chiaro che le sue parole volevano essere un complimento, senza alcun intento sessista. E poi basta con i luoghi comuni sulla bellezza: aiuta, certo, ma non basta per avere successo. Servono coraggio, forza, talento e tanto, tantissimo impegno”.Ventinove anni fa quel ‘Siamo donne, oltre le gambe c’è di più’ le sembrava quasi “ovvio, scontato, una specie di ammissione di sconfitta. Ma oggi mi rendo conto che nel 2020 è un messaggio ancora attuale, con il maschilismo che regna sovrano e la difficoltà generalizzata ad accettare una donna al potere”, sottolinea Sabrina, 52 anni il prossimo 15 marzo, alle spalle 20 milioni di dischi venduti nel mondo, partecipazioni a programmi accanto alla Carrà (Ricomincio da 2) e a Carlo Conti (Cocco di mamma) ma anche a Mitici ’80 su Italia 1, passando per la cover di Call me con Samantha Fox o per il mega live Stars 80 & Friends che gira ancora per il mondo e che ha conquistato anche lo Stade de France a Parigi. “A fine marzo – racconta – torno in scena in Francia. Da dieci anni riempio stadi e palasport: lo spettacolo ha venduto 4 milioni di biglietti in dieci anni, è una realtà solida alla quale non rinuncio”. Ma intanto accarezza il sogno di “dare continuità” alla sua presenza in tv in Italia (“Ci sono idee in ballo, ma è un work in progress, non posso dire nulla”) e coltiva nuovi progetti musicali, dopo il singolo Voices, uscito nel 2018 con Sony. “Sto cercando un giovane produttore. Il mio genere resta il pop elettronico, anche se ascolto molto rock e adoro David Bowie da quando ero ragazzina”.E il rap, che occupa le cronache in questi giorni con il caso Junior Cally? “Il direttore artistico ha fatto le sue scelte, è giusto che le porti fino in fondo, anche perché l’artista ha preso le distanze dal brano contestato che è di tre anni fa. Certo, come mamma di un ragazzo di quindici anni ammetto che un certo linguaggio verbale mi preoccupa. Sono sempre stata molto attenta all’educazione di mio figlio e lo sono più che mai oggi, visto che il web ha sdoganato qualsiasi forma di violenza e crudeltà”. Molto attiva sui social, in particolare su Instagram, è “grata” ai fan per l’affetto, ma anche pronta a “bloccare o denunciare chiunque mi insulti. Altrimenti si avallano comportamenti riprovevoli”. E la politica? “L’arte non ha ‘colore’, per questo non mi sono mai schierata. Mio figlio ha simpatia per Salvini e io rispetto le sue idee. Ma io mi sento centrista. E comunque non ho padrini, né eroi. L’unico eroe che ho è mio marito – conclude con una battuta – che mi sopporta da una vita”.

Anastasio, il mio grido non è generazionaleCally? “Sbagliato giudicare arte da artista o artista da arte”

24 gennaio 202019:53

“Il rap non deve avere un ruolo, il rap è uno strumento: lo devi usare come meglio credi. Ed è sbagliato giudicare l’artista dall’arte o l’arte dall’artista”. Anastasio, 22enne rapper di Meta di Sorrento in gara al Festival di Sanremo con il brano Rosso di Rabbia, difende il collega Junior Cally nel mirino di chi lo vorrebbe fuori dalla manifestazione per le frasi violente e contro le donne, contenute in un suo brano del 2017. “Se fosse capitato a me? Ci sarei rimasto di sasso, ma il mio passato è inattaccabile”, racconta Anastasio (che all’anagrafe è registrato come Marco), vincitore di X Factor a dicembre 2018. “Sì, avrei potuto partecipare al festival anche l’anno scorso, ma liquidai subito l’opzione: non avevo le forze di affrontarlo. E’ stato un anno intenso”.Un anno tra tour nei club, un ep, la lavorazione del nuovo disco Atto Zero, in uscita il 7 febbraio per Sony. Anche lui però non è stato esente da polemiche per alcuni like sui social che in passato lo hanno bollato come “fascista”. “Nel momento mio di massima esposizione mi hanno buttato addosso delle accuse infamanti. Non mi sento di destra e credo che l’Italia abbia conosciuto soltanto destre becere. C’è chi ha giudicato il mio pensiero molto superficialmente, è sufficiente ascoltare un po’ di mie canzoni per capirlo. Prendere delle posizioni nella musica è una scelta personale dell’artista”. Polemiche a parte, Anastasio – uno dei migliori della sua generazione – è concentrato sul festival (“voglio andare lì e mangiarmi il palco, vado a dare il massimo. L’obiettivo minimo? Troppo facile: è arrivare ultimo, perché comunque andrà sarà un lusso”) e sull’album, il primo ufficiale. “Atto Zero, perché in fondo non ho ancora iniziato. E questo disco è il culmine di una ricerca che mi ha portato a capire cosa devo capire”.Il progetto ruota intorno al brano Il Sabotatore. “Un flusso di coscienza all’inseguimento della trance artistica che a volte, come un miracolo, ti travolge. Una valanga di versi mi ha travolto e il Sabotatore non sono io ma quell’oracolo dispettoso che a volte c’è e a volte no”. In tutti gli altri brani, aggiunge, però, “ci sono io, con la mia vita e le mie esperienze”. In Cronache di gioventù metese, canta di quando ragazzino ascoltava il rap solo per le parolacce. “Nel mio pc c’era una cartella nascosta perché mia madre non voleva che ascoltassi certe canzoni. Dentro c’era Fabri Fibra, Mondo Marcio, Caparezza. Le parolacce per me rappresentavano la ribellione e mi piaceva trasgredire le regole. Poi ho cominciato ad approfondire e mi sono innamorato dello stile discorsivo del rap”. C’è anche un brano che lui definisce “una presa in giro”, Il Giro di Do. “Voce e chitarra. Una cosa che non c’entra nulla con il resto e proprio per questo l’ho voluta inserire”. Ma nessuna velleità da cantautore della vecchia scuola. “No, solo uno scherzo. Ma ho ascoltato tanto Fabrizio De André e Rino Gaetano”. E fuga ogni dubbio anche su significati politici legati a Straniero, “un pezzo che racconta di un apolide, ma nessun riferimento ai migranti. Non mi piace ancorarmi al tempo, l’arte è slegata dal tempo”.Atto Zero conterrà anche Rosso di Rabbia, “è un grido di frustrazione, ma non chiamatelo generazionale. Mi sembra quasi un insulto. Io parlo per me e racconto me stesso, anche se poi in tanti si riconoscono in quello che canto”. E’ sicuro anche della scelta fatta per la cover del giovedì: Spalle al Muro di Renato Zero, che eseguirà con la PFM. “Quando mi hanno detto che dovevo fare una cover non ci credevo… dopo tutte quelle fatte a X Factor! E poi io non ho una grande cultura sanremese. Ho scelto Zero perché in quella canzone c’è tutto”.

100 anni Chiara Lubich, tv movie RaiRegia di Campiotti, per la Rai. Riprese in primavera

24 gennaio 202019:21

– Un tv movie su Chiara Lubich, nata cento anni fa a Trento, il 22 gennaio 1920, (scomparsa il 14 marzo del 2008), fondatrice del Movimento dei Focolari. Le riprese inizieranno nella prossima primavera e si svolgeranno tra Roma e la sua città natale, La regia è affidata a Giacomo Campiotti. Lo rendono noto Luca Barbareschi, produttore per Eliseo Fiction, e Rai Fiction “orgogliosi di annunciare la realizzazione del tv  movie su Chiara Lubich”.
Chiara è giovanissima quando, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, sente di essere chiamata a costruire un mondo migliore, un mondo più unito. Da allora si è posta l’obiettivo di costruire ponti tra gli uomini, a qualunque razza, nazione o fede religiosa appartenessero. La forza di una figura come quella di Chiara oggi è di farci guardare l’altro come possibilità, dono, portatore di un seme di verità da valorizzare e amare, per quanto distante possa essere. La fratellanza universale come presupposto di dialogo e pace. Il messaggio di Chiara non appartiene soltanto al mondo cattolico e la sua figura ha contribuito a valorizzare la donna e il suo ruolo anche e soprattutto al di fuori dell’istituzione ecclesiastica.

Altaroma: da Ied sei video sul tema dell’acqua, vince GolaRiunite varie discipline delle sedi di Roma, Milano, Firenze

ROMA24 gennaio 202018:25

– Non una sfilata collettiva ma sei corti ispirati al tema dell’acqua, così l’Istituto Europeo di Design ha partecipato alla nuova edizione di Altaroma.
Proiettati negli spazi della ex Caserma Guido Reni, la rassegna intitolata Amphibia, ha avuto anche un vincitore proclamato da una giuria tecnica: Gola di Simone Folli. Tra i sei short film in gara, realizzati da gruppi multidisciplinari di studenti Ied di Milano, Roma e Firenze, Gola ha vinto per aver trattato il tema dell’acqua in chiave ironica, riuscendo a sensibilizzare un pubblico trasversale con un effetto immediato.
Amphibia è una raccolta di suggestioni sull’acqua, l’acqua vista come una risorsa primaria dell’ecosistema, che genera e influenza la vita dell’uomo rappresentandone un motore primario.
Così che il filo conduttore dei 6 fashion film Crawled Ashore, Gola, Out.Create, Petricore, The Abstract Problem e Venus è la bellezza narrata della risorsa naturale per eccellenza del nostro Pianeta. Gola riaccende la questione di come le cattive abitudini alimentari dell’uomo hanno trasformato l’idrosfera in un oceano di plastica. Crawled Ashore è un’esortazione a prendere coscienza del cambiamento climatico ma anche ad imparare nuovamente l’alfabeto perduto della natura. Out.Create invita ad adottare un atteggiamento di speranza e ottimismo come fonte di un cambiamento reale. in Petricore si rivive la sensazione della terra bagnata dalla pioggia che emana il suo inconfondibile odore. The Abstract Problem affronta la realtà della costante decrescita o improvviso innalzamento del livello delle acque del Pianeta e ancora la Venere contemporanea di Venus ci parla di rinascita, di adattamento e di speranza.

Tarantino dichiara guerra ai blockbusterIn “guerra sui film” si allinea con Scorsese, uccidono cinema

NEW YORK25 gennaio 202013:24

Nel rush finale della corsa agli Oscar e mentre i giurati dell’Academy si preparano a votare, Quentin Tarantino dice la sua sulla “guerra dei film”: in pole position per far man bassa di statuette grazie alle dieci candidature del suo “C’era una volta…a Hollywood”, il regista si e’ allineato con Martin Scorsese nella polemica sui blockbuster Marvel che, dominando il mercato, “stanno uccidendo il cinema d’autore”.”C’e’ una guerra in corso” tra cinematografia “originale” e “prodotti commerciali proprieta’ intellettuale di conglomerati” come la Disney, ha detto Tarantino in una intervista a “Deadline”, in cui ha espresso preoccupazione per la posizione dominante che i certi grandi successi di cassetta, quelli che lui chiama i “blockbuster IP”, hanno stabilito sul panorama della distribuzione cinematografica negli Usa ma non solo. Il ragionamento e’ in linea con quello fatto da Scorsese quando la scorsa estate, anche per difendersi di esser andato da Netflix con il suo “The Irishman”, aveva sferrato un duro attacco ai film Marvel che a suo avviso “non sono vero cinema”.Con Scorsese si erano allineati altri “grandi vecchi” del cinema mondiale come Ken Loach e Francis Ford Coppola mentre figure chiave dei film in franchise tra cui il presidente degli Studi Marvel Kevin Feige e il regista degli “Avengers” Joss Whedon avevano difeso il loro lavoro. Tarantino, che ha 56 anni, e’ il nome finora piu’ di rilievo della sua generazione ad aver preso la parte del “cinema d’autore”. Grazie in buona parte ai film Marvel e alla franchise Lucas Film (oltre al catalogo di Twentieth Century dalla scorsa settimana non piu’ Fox), la Disney ha occupato nel 2019 il 40 per cento del box office nordamericano valutato a fine anno 11 miliardi di dollari.Nel 2019 “c’e’ stata una guerra sui film”, ha detto Tarantino: “Tanto il box office, quanto le conversazioni culturali sono state occupate negli ultimi anni dai film dei supereroi e dalle franchise, vuoi che siano Marvel Comics, Guerre Stellari, Godzilla o James Bond”. Poteva essere una Caporetto, “una supremazia globale”, ma non e’ successo, secondo il regista, perche’ nel frattempo “sono usciti tanti contenuti originali che reclamano di essere visti e che meritano di esser visti nelle sale”. Il regista si e’ detto particolarmente orgoglioso di esser stato candidato agli Oscar con altri film che rappresentano ‘l’altro cinema’, quello che “non rientra nella categoria dei blockbuster Ip” e che ha dimostrato di aver “tenuto la linea del fronte” nella guerra per l’anima di Hollywood.

Altaroma: Indocina e ‘900, Giada Curti ispirata da L’amanteLa stilista pensa al film di Annaud tratta dal romanzo di Duras

24 gennaio 202018:48

– Le atmosfere dei primi decenni del Novecento in Indocina, come dal film L’Amante di Jean-Jacques Annaud, tratto dal celebre romanzo omonimo di Marguerite Duras, hanno ispirato la nuova collezione di haute-couture S/S 2020 di Giada Curti, che ha sfilato con Altaroma scegliendo però come passerella gli spazi di un grande albergo romano. In pedana, dunque, si avvertono mille suggestioni dall’estremo Oriente e degli indumenti tipici della tradizione asiatica che si legano allo stile sartoriale europeo, convogliando in uno stile che richiama una femminilità sensualmente innocente, come quella delle geishe. In un perfetto equilibrio di forme, tagli e proporzioni, sfilano abiti oro e argento, ramage, bouquet floreali e pattern delicati su abiti con gonne balloon, a balze, on lunghe code. Nappe, raso e cordure tipiche dello stile orientale si depositano su lunghe mise in seta, in tessuti impalpabili come i gazar. Fitti ricami di paillettes illuminano i corpetti. Piccole pochette con catene si legano in vita. Tutto sembra voler trovare una sintesi equilibrata tra Ying e Yang.

Luca Guadagnino al Sundance per Cacciatori di tartufiProduttore esecutivo docu.Sequel Call me by your name in agenda

24 gennaio 202019:29

Luca Guadagnino è al Sundance per il documentario girato ad Alba in Piemonte, The Truffle Hunters, di cui è produttore esecutivo, sugli anziani cacciatori di tartufi nel nord Italia, con la regia di Michael Dweck e Gregory Kershaw.
“The Truffle Hunters – ha detto il regista a Deadline – parla di un gruppo alla fine della loro vita che vede il loro mondo sbiadire e il loro posto nella realtà sempre più al limite”, osserva il regista. “Allo stesso tempo, l’aggressività del nuovo va oltre le loro teste. Riguarda la mortalità e l’avvicinarsi della morte. L’immagine del cacciatore che non vuole più cacciare mi ricorda molto il film di Martin Scorsese The Irishman. È uno studio sulle persone alla fine della loro vita, le persone che erano al centro di qualcosa. La loro fragilità e la fragilità della vecchiaia sono toccanti nel film”.
Il regista palermitano, che recentemente in Piemonte ha acquistato una casa, è attualmente impegnato nella post-produzione a Parigi nella serie HBO We Are Who We Are di due adolescenti americani che diventano maggiorenni mentre vivono in una base militare americana in Italia. Non è stata ancora definita una data di lancio. Nell’intervista a Deadline, Guadagnino conferma di avere in agenda il sequel di Call me by your name: “Ho parlato delle mie idee a Timothée [Chalamet] e Armie [Hammer] e siamo tutti impazienti “. E sta lavorando su Blood On The Tracks, un progetto ispirato all’album seminale di Bob Dylan del 1975 e sul nuovo Il signore delle mosche per Warner Bros.

Bufera Grammy, Ciampi ‘difficoltà a votare’Unico italiano, mia preferenza a Billie Eilish e non a Bocelli

NEW YORK24 gennaio 202019:47

Anomalie e un meccanismo di nomination a rischio di manipolazione. Gabriele Ciampi, direttore d’orchestra e compositore trapiantato a Los Angeles, unico italiano presenta nella giuria dei Grammy, interviene sui premi e sulla recente bufera che si è abbattuta sugli ‘oscar della musica’ dopo l’allontanamento di Deborah Dugan, il primo presidente donna alla giuda della Recording Academy.”In fase di selezione – ha detto Ciampi

– è stato difficile ascoltare alcuni brani attraverso l’apposito portale al quale hanno acceso i giurati. In alcuni casi ho dovuto personalmente cercarli su internet. In una competizione come i Grammy è una cosa che non dovrebbe accadere”. Ciampi ha sottolineato che le anomalie si sono verificate solo per le categorie cosiddette minori e tra queste c’era anche quella per cui concorreva Barbra Streisand, ossia ‘Best Traditional Pop Vocal Album’. Nella stessa categoria era presente anche Andrea Bocelli.”Personalmente non ho votato per Bocelli – aggiunge – non perché non apprezzi il suo grandissimo talento, ma perché mi sto battendo per valorizzare il ruolo della donna musicista. Il mio voto è quindi andato all’artista emergente Billie Eilish e a Barbra Streisand, che torna in nomination ai Grammy Awards dopo ben 33 anni”. In una lettera inoltre Ciampi ha espresso piena solidarietà a Deborah Dugan, affermando che ancora una volta l’industria musicale si è dimostrata profondamente maschilista, contrastando una figura brillante come quella della Dugan che, sin dal suo arrivo alla guida della Recording Academy, ha tracciato l’inizio di un percorso di cambiamento, cercando di aprire le porte alle donne. Il compositore italiano si è anche detto molto preoccupato perché “si sta cercando di fermare un processo di cambiamento che vuole affermare la figura della donna musicista”.Poi ha auspicato un processo di cambiamento anche per l’Italia. “Con il Festival di Sanremo – ha spiegato – abbiamo una grande opportunità per intraprendere questo cambiamento. Sarebbe bello, in futuro, poter vedere una direzione artistica ‘al femminile’, con uomini pronti a fare un passo indietro rispetto ad una grande donna”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Colosseo, Uffizi e Pompei al top dei visitatori nel 2019
La top 30 dei musei e dei parchi archeologici statali regala conferme e novità

25 gennaio 202017:25

Oltre 55 milioni di visitatori nel 2019 per i musei italiani. Con un lieve calo rispetto al 2018 in gran parte dovuto alle ondate di maltempo, che ha fatto soffrire i parchi archeologici e siti all’aperto, ma anche alla parziale cancellazione delle domeniche gratuite, poi ripristinate e rese permanenti da Dario Franceschini con il suo ritorno al Collegio Romano a settembre di quest’anno.
Al top c’è sempre il Colosseo, da sempre il monumento più iconico e gettonato d’Italia, nel 2019 con 7,5 milioni di presenze, circa 100 mila in meno rispetto ad un anno fa. Seguono le Gallerie degli Uffizi – per la prima volta considerate nel loro insieme, cioè con il giardino di Boboli e Palazzo Pitti che si aggiungono alla celeberrima pinacoteca – con 4,5 milioni di visite, e quindi gli Scavi di Pompei, di fatto l’unico sito archeologico che non risente nemmeno di pioggia e bufere riuscendo nel miracolo di 160 mila presenze in più, per un totale che ormai si avvicina ai 4 milioni di biglietti staccati (erano 2,5 milioni non più di cinque anni fa).Tant’è, risultati comunque ” straordinari” commenta Franceschini, che mercoledì prossimo presenterà alla stampa i nuovi 12 bandi internazionali per altrettanti musei (dentro ce ne sono 8 che sono stati appena promossi, dal Complesso dei Gerolamini al Palazzo Reale di Napoli, dalla Pinacoteca di Bologna al duo romano di Palazzo Venezia e Vittoriano).Il ministro Pd al suo secondo mandato alla guida del ministero fondato da Spadolini sottolinea soddisfatto il successo dell’autonomia gestionale – perno della riforma che porta il suo nome – che ha permesso il rilancio di tanti gioielli della cultura, dalle Gallerie Nazionali delle Marche al Museo di Capodimonte, che oggi sono in buona posizione nella top ten dei 30 musei più visitati. “A qualche anno dalla riforma dei musei – dice – i risultati straordinari si vedono sempre di più grazie al lavoro dei direttori e di tutto il personale”.Se il numero dei visitatori quest’anno per la prima volta dopo anni di costante ascesa non è aumentato, sono comunque cresciuti gli introiti per le casse statali, con un +5% che equivale ad un incremento di circa 12 milioni di euro, in parte dovuti ai nuovi piani tariffari proprio dei tre big Colosseo, Uffizi e Pompei. “Più incassi vogliono dire più risorse per tutela e ricerca, servizi museali” ribadisce quindi Franceschini annunciando che si proseguirà “sul percorso dell’innovazione”.Nella top 30, che da sempre fa la parte del leone per numero di visitatori e incassi, ci sono conferme e novità. Con i casi più che positivi delle Gallerie Nazionali delle Marche (+36,8% ingressi) e del circuito dei musei napoletani (Museo Capodimonte +34,2%, Castel Sant’Elmo +18,7%, Palazzo Reale + 11% , Museo archeologico Mann da 616 mila a 670 mila visitatori) ma anche delle Terme di Caracalla a Roma (+10,9%) e il Museo di Miramare a Trieste (+10,7%). Dall’altra le situazioni più deludenti riguardano la Reggia di Venaria (che perde 120 mila visitatori), la Reggia di Caserta (che perde 125 mila persone) e a Firenze le Gallerie del Bargello (che perdono 60 mila visitatori) mentre a Roma la Galleria Borghese vede diminuire le sue presenze di circa 40 mila unità.
Tra i record segnalati dagli esperti del ministero anche quello del Pantheon a Roma , dove non si paga il biglietto e dove i visitatori sono stati nel 2019 più di 9 milioni (+4% rispetto al 2018). E poi Matera, che pur non entrando nella top 30, con l’anno della cultura ha visto crescere di 50 mila unità gli ingressi nel suo museo (+20%).Quanto alla soppressione parziale e temporanea delle domeniche gratuite, il riflesso negativo sul numero totale di visitatori c’è indubbiamente stato, ma secondo gli esperti di statistica Mibact ha colpito di più i musei piccoli, già svantaggiati in partenza anche dal fatto di trovarsi lontano dalle rotte più battute del turismo. Tra le regioni, infine, si conferma il primato del Lazio, regina assoluta della top, seguita dalla Campania che con il successo ritrovato di Pompei e il nuovo appeal di tanti istituti napoletani ha ormai strutturalmente scavalcato la Toscana, terza davanti alla Lombardia.

Giulio Regeni, un ricatto di StatoQuattro anni dopo, Arcuri firma inchiesta e apre nuovi scenari

25 gennaio 202015:12

CAMILLO ARCURI, “GIULIO REGENI. RICATTO DI STATO” (ed. Castelvecchi, pp. 144 – euro 16,50). È il 25 gennaio 2016. Al Cairo, in Egitto è il quinto anniversario della rivolta di Piazza Tahrir e si respira un’aria da stato d’assedio. Un giovane ricercatore italiano si prepara per una cena di compleanno. Manda un messaggio alla fidanzata. Esce, diretto alla fermata della Metro di El Behooth. E sparisce. Nove giorni dopo, il 3 febbraio, giorno della visita ufficiale della delegazione italiana, il suo corpo verrà ritrovato sulla desert road per le piramidi nei dintorni di Giza. Così violentemente martoriato e torturato, che sua madre lo riconoscerà solo “dalla punta del naso”.
Quattro anni ed è ancora un mistero l’omicidio di Giulio Regeni, il 28enne dottorando a Cambridge, che sapeva sette lingue, esempio dei nuovi giovani cresciuti senza frontiere, arrivato al Cairo per le sue ricerche di studio. Alla vigilia dell’anniversario della scomparsa, il giornalista Camillo Arcuri, già inviato per Il Giorno e il Corriere della Sera, prova a rimettere ordine fra le (poche) certezze e i molti sospetti con “Giulio Regeni. Ricatto di Stato” (in libreria per Castelvecchi), inchiesta che ripercorre i quattro anni di indagini, omertà, depistaggi, morti, allargando lo scenario alle alte sfere egiziane e alla politica internazionale. E inserendo la scomparsa di Giulio Regeni in una fotografia dell’Egitto ben diversa dal paradiso di spiagge dorate e faraoni.
“I dati non ufficiali, anzi clandestini – scrive il giornalista – sono agghiaccianti: uno o due cittadini scomparsi ogni giorno, come Giulio, ossia un paio di migliaia di desaparecidos dal 3 luglio 2013 (data d’insediamento della giunta golpista) ad oggi. In più, 60.000 detenuti politici, come dire tutti gli abitanti di una città come Salerno, anziani e bambini compresi, ingabbiati per avere condiviso opinioni non conformi”. Fra loro, per dirne uno, è finito anche Ibrahim Metwally, rappresentante dell’associazione famiglie delle vittime di “sparizioni involontarie”, arrestato un attimo prima di salire su un aereo per Ginevra dove lo attendeva il gruppo di lavoro Onu, proprio, “sui desaparecidos in Egitto”.
Quasi certamente Giulio venne creduto una spia. Anche lui, probabilmente sarebbe finito in quell’elenco di migliaia di persone, generalmente giovani, come dice nel libro la giovane giurista francese Khadidja Nemar, “sparite nel deserto, dopo essere state uccise sotto tortura” e che Arcuri oggi accosta ai desaparecidos dell’Argentina o del Cile degli anni Settanta.
Un conflitto tra gli apparati civili e quelli militari sarebbe invece la ragione della sua morte e del ritrovamento del corpo. Ma chi tradì Giulio? Noura Wahby, “la sua più cara amica di Cambridge”, come lei si autodefiniva, “che gli telefonava spesso e ogni volta chiamava subito dopo un contatto collegato ai servizi segreti del Cairo”? Il coinquilino, l’avvocato Mohamed El Sayed, che gli nascose di aver fatto entrare la polizia nella sua stanza durante le vacanze di Natale? Mohamed Abdallah, capo del sindacato dei venditori ambulanti? Nel paese dove il presidente al-Sisi è stato eletto con il 96% di voti nel 2014 e con il 97% nel 2018, il caso Regeni rischia di diventare un altro caso Alpi, tra falsi proclami, ostacoli continui, prove che spariscono (come i 20 minuti video delle telecamere della Metro che avrebbero ripreso la sparizione di Giulio) e resistenze delle autorità egiziane. E anche oltremare, tra ambasciatori ritirati e riassegnati ed ex ministri dell’Interno per i quali “l’anelito di una famiglia non può determinare la politica dello Stato”, la ricerca della verità si piegherebbe davanti a ben altre priorità nei rapporti Italia-Egitto, come le migrazioni, il petrolio, l’economia, il turismo.
Intanto la Procura di Roma ha deciso di procedere da sola contro gli ufficiali egiziani accusati dell’omicidio e del relativo depistaggio. Ma davanti al rischio che la verità storica non possa mai diventare verità giudiziaria, forse la virata decisiva, suggerisce Arcuri, potrebbe essere l’archiviazione e poi il ricorso all’Aja o alla Corte dei diritti umani di Strasburgo, sebbene, per paradosso, l’Egitto di al-Sisi venga classificato “tra i Paesi più rispettosi dei diritti umani” a livello di organismi internazionali. Sarebbe “non una resa”, spiega l’autore, ma “il passo necessario per accedere a un’istanza internazionale” mentre “il conseguente deposito degli atti, renderebbe di pubblico dominio il contenuto dei dieci faldoni dell’inchiesta, con i loro destabilizzanti segreti. Ciò che potrebbe innescare uno scandalo mediatico di dimensioni globali, da cui l’immagine ufficiale dell’Egitto uscirebbe a pezzi. Resta da vedere se un simile rischio potrebbe spingere Il Cairo a togliere finalmente il catenaccio, ossia scaricare almeno gli esecutori materiali di un delitto di Stato”.

La follia di Ligabue ha la faccia di GermanoIn sala ‘Volevo nascondermi’ di Giorgio Diritti

25 gennaio 202021:08

– Dopo la superba prova di Favino nei panni di Bettino Craxi in ‘Hammamet’, c’è chi aspetta quella di Elio Germano in ‘Volevo nascondermi’ di Giorgio Diritti.
L’attore romano vestirà infatti i panni di Antonio Costa, conosciuto come Ligabue, immaginifico pittore dalla tragica vita nato in Svizzera e cresciuto poi a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, dove morì nel 1965.
Un artista così folle tanto da essere capace di dipingere e dunque immaginare, leoni e giaguari, gorilla e tigri tra gli sterminati boschi di pioppi e sulle banchine del fiume Po. “Si può nascere con una fisicità sgraziata, una mente velata da una moderata follia, ci si può sentire sbagliati, soli, o avere voglia di nascondersi per la ‘vergogna di esistere…’ ma si può credere nel proprio talento e farlo diventare l’occasione del riscatto – dice il regista -. C’è sempre un modo per essere se stessi ed essere amati e Toni Ligabue lo voleva senza mollare mai”. ‘Volevo nascondermi’, prodotto da Rai Cinema e Palomar con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, sarà in sala dal 27 febbraio distribuito da 01 Distribution. Nel cast del film, oltre Elio Germano, troviamo anche Oliver Ewy (Ligabue da adolescente), Leonardo Carrozzo (Ligabue da bambino), Pietro Traldi (Renato Marino Mazzacurati), Orietta Notari (la madre di Mazzacurati), Andrea Gherpelli (il pittore Andrea Mozzali), Denis Campitelli, Filippo Marchi, Maurizio Pagliari, Francesca Manfredini, Paola Lavini e Gianni Fantoni.

Lifestyle, il negozio non deve morireA HoMi la contaminazione tra fisico e virtuale

RHO (MILANO)25 gennaio 202016:57

– L’uno, il negozio virtuale, ha bisogno di materializzarsi per avvicinare i suoi prodotti agli occhi e alle mani dei compratori. L’altro, quello fisico, per sopravvivere deve sdoppiarsi in un Avatar virtuale che faccia arrivare nel mondo le sue vetrine di strada. Il trend visto a HoMi. la rassegna internazionale degli stili di vita in corso alla Fiera di Milano, è quello di farli convivere nelle due dimensioni, partendo comunque dal punto fermo che il negozio tradizionale non deve morire, pena la desertificazione di paesi e quartieri di città.
Il negozio fisico d’altra parte – secondo i dati di indagini campione fatte per HoMi – resta il preferito dai consumatori, soprattutto nel settore dei prodotti per la casa, perché non tutti impazziscono per la scorciatoia dell’e-commerce. In tanti vogliono toccare con mano e lasciarsi consigliare da un negoziante sempre più ‘evoluto’ e preparato, tanto è vero che nell’ambito della rassegna milanese una serie di workshop sono proprio dedicati ai negozianti per aiutarli a stare sul mercato.
Sull’altro fronte, piattaforme di e-commerce che erano nate tali, stanno aggiungendo dei negozi fisici. Per tutti Facile.it che ha aperto in Corso di Porta Romana a Milano, Amazon che ha sperimentato la formula con dei temporary durante le festività natalizie e, all’estero, ‘Vestiaire Collective’ piattaforma department store con tanti prodotti anche per la casa, che ha piazzato un grande negozio in Oxford Street a Londra.

Musei: 55 milioni ingressi nel 2019, frena maltempoLieve calo sul 2018. Colosseo, Uffizi, Pompei sempre al top

25 gennaio 202017:25

Oltre 55 milioni di visitatori nel 2019 per i musei italiani. Con un lieve calo rispetto al 2018 in gran parte dovuto alle ondate di maltempo, che ha fatto soffrire i parchi archeologici e siti all’aperto, ma anche alla parziale cancellazione delle domeniche gratuite, poi ripristinate e rese permanenti da Dario Franceschini con il suo ritorno al Collegio Romano a settembre di quest’anno.
Al top c’è sempre il Colosseo, da sempre il monumento più iconico e gettonato d’Italia, nel 2019 con 7,5 milioni di presenze, circa 100 mila in meno rispetto ad un anno fa. Seguono le Gallerie degli Uffizi – per la prima volta considerate nel loro insieme, cioè con il giardino di Boboli e Palazzo Pitti che si aggiungono alla celeberrima pinacoteca – con 4,5 milioni di visite, e quindi gli Scavi di Pompei, di fatto l’unico sito archeologico che non risente nemmeno di pioggia e bufere riuscendo nel miracolo di 160 mila presenze in più, per un totale che ormai si avvicina ai 4 milioni di biglietti staccati (erano 2,5 milioni non più di cinque anni fa).Tant’è, risultati comunque ” straordinari” commenta Franceschini, che mercoledì prossimo presenterà alla stampa i nuovi 12 bandi internazionali per altrettanti musei (dentro ce ne sono 8 che sono stati appena promossi, dal Complesso dei Gerolamini al Palazzo Reale di Napoli, dalla Pinacoteca di Bologna al duo romano di Palazzo Venezia e Vittoriano).Il ministro Pd al suo secondo mandato alla guida del ministero fondato da Spadolini sottolinea soddisfatto il successo dell’autonomia gestionale – perno della riforma che porta il suo nome – che ha permesso il rilancio di tanti gioielli della cultura, dalle Gallerie Nazionali delle Marche al Museo di Capodimonte, che oggi sono in buona posizione nella top ten dei 30 musei più visitati. “A qualche anno dalla riforma dei musei – dice – i risultati straordinari si vedono sempre di più grazie al lavoro dei direttori e di tutto il personale”.Se il numero dei visitatori quest’anno per la prima volta dopo anni di costante ascesa non è aumentato, sono comunque cresciuti gli introiti per le casse statali, con un +5% che equivale ad un incremento di circa 12 milioni di euro, in parte dovuti ai nuovi piani tariffari proprio dei tre big Colosseo, Uffizi e Pompei. “Più incassi vogliono dire più risorse per tutela e ricerca, servizi museali” ribadisce quindi Franceschini annunciando che si proseguirà “sul percorso dell’innovazione”.Nella top 30, che da sempre fa la parte del leone per numero di visitatori e incassi, ci sono conferme e novità. Con i casi più che positivi delle Gallerie Nazionali delle Marche (+36,8% ingressi) e del circuito dei musei napoletani (Museo Capodimonte +34,2%, Castel Sant’Elmo +18,7%, Palazzo Reale + 11% , Museo archeologico Mann da 616 mila a 670 mila visitatori) ma anche delle Terme di Caracalla a Roma (+10,9%) e il Museo di Miramare a Trieste (+10,7%). Dall’altra le situazioni più deludenti riguardano la Reggia di Venaria (che perde 120 mila visitatori), la Reggia di Caserta (che perde 125 mila persone) e a Firenze le Gallerie del Bargello (che perdono 60 mila visitatori) mentre a Roma la Galleria Borghese vede diminuire le sue presenze di circa 40 mila unità.
Tra i record segnalati dagli esperti del ministero anche quello del Pantheon a Roma , dove non si paga il biglietto e dove i visitatori sono stati nel 2019 più di 9 milioni (+4% rispetto al 2018). E poi Matera, che pur non entrando nella top 30, con l’anno della cultura ha visto crescere di 50 mila unità gli ingressi nel suo museo (+20%).Quanto alla soppressione parziale e temporanea delle domeniche gratuite, il riflesso negativo sul numero totale di visitatori c’è indubbiamente stato, ma secondo gli esperti di statistica Mibact ha colpito di più i musei piccoli, già svantaggiati in partenza anche dal fatto di trovarsi lontano dalle rotte più battute del turismo. Tra le regioni, infine, si conferma il primato del Lazio, regina assoluta della top, seguita dalla Campania che con il successo ritrovato di Pompei e il nuovo appeal di tanti istituti napoletani ha ormai strutturalmente scavalcato la Toscana, terza davanti alla Lombardia.

Altaroma: Marseglia tra circo, zoo e riciclo con Fiona MayZoomantic al baule dei ricordi con materiali di scarto

25 gennaio 202017:50

– Lo Zoomantic di Italo Marseglia, che chiude la terza giornata di Altaroma con una sfilata che vedrà in passerella la bellissima Fiona May con cinque campioni della nazionale italiana di scherma, è un bestiario romantico all’insegna dell’upcycling, un safari nei ricordi dell’infanzia, tra giochi e animali. Seguendo l’idea del viaggio nel tempo, in toni caldi e sbiaditi come vecchie foto trovate in un baule, continua l’impegno dello stilista nel riutilizzo di materiale di scarto e conferma il suo impegno nell’upcycling, dando nuovo valore e contenuti a preziosi tessuti, pizzi, paillettes, pelli e accessori di sartoria. Un viaggio magico e fiabesco nell’ immaginario infantile, uno zoo romantico ispirato alla vita delle prime due domatrici circensi femminili, Claire Heliot e Olga Jeannet, e al loro affermarsi nel tardo ‘800 in un mondo così maschilista come quello del circo. Le sue eroine nei loro primi approcci al mondo animale e i loro ricordi di bambine rivivono nelle gonne di tulle ampio come tutù, nelle camicie dai colli arrotondati e dai volumi infantili, nella ricerca di proporzioni della fanciullezza. Ma queste figure non guardano ai generi maschile-femminile. Così le giacche rubate dal guardaroba maschile sono arricchite da dettagli femminili, come i polsini da cui spuntano piume di struzzo. Le abbottonature dei pantaloni si arricchiscono delle costruzioni tipiche della sartoria partenopea maschile, senza rinunciare alla femminilità.
Elefanti, giraffe, pantere, rane, leoni e uccelli, sono applicazioni tagliate a laser, ricami realizzati in perline di vetro riciclato, stampe serigrafiche realizzate con tecnica eco-green da Stamperia Fiorentina. I colori vanno dal bianco al nero, dai grigi al cammello fino al rosa e ai ross. Ogni materiale scelto all’insegna della sostenibilità e del riciclo, frutto di collaborazioni con aziende storiche come la Maison di pizzi Sophie Hallette (con sede a Calais, Francia) che fornisce il materiale destinato al macero per la produzione di un esclusivo patchwork di tirelle di vecchi campionari che per la prima volta si presenta con stampa in sublimatica digitale su tessuto ecosostenibile in alga.

Altaroma: Dark Celebration per Sylvio GiardinaEvento fashion con 12 capi di haute couture in total black

ROMA25 gennaio 202017:51

– Sylvio Giardina presenta le sue creazioni con Dark Celebration, un evento a metà tra la sfilata e la performance teatrale. Sono 12 look che costituiscono i primi esemplari della nuova collezione di haute couture per la primavera/estate. Le modelle compiono alcune movenze apparentemente casuali, per enfatizzare gli abiti che stanno indossando e renderli dinamici. Esprimo sensualità sebbene indossino giacche dai tagli rigorosi. Tute con pantaloni lunghi o corte con mini shorts, abiti e tubini sono scolpiti nei tagli enfatizzati dal colore nero assoluto.
Sylvio Giardina è nato a Parigi ma ha origini siciliane.
Dopo aver completato gli studi presso l’Accademia di Costume e di Moda di Roma inizia a lavorare presso la maison Fernanda Gattinoni dove, accanto alla grande couturier, apprende le fasi della progettazione e della realizzazione della haute couture.
E’ stato uno dei fondatori del marchio Grimaldi Giardina e dopo 12 anni ha intrapreso una nuova avventura con il brand eponimo Sylvio Giardina. Valori fondanti del suo stile sono la sartorialità, la tradizione, l’innovazione abbinati ad una continua ricerca e alla sperimentazione. Una strategia basata sulla complementarietà di elementi eterogenei: esclusività e portabilità, tagli virtuosi e costruzioni geometriche, texture preziose e dettagli minuziosi celebrano la silhouette femminile in chiave sartorial-chic, sia nel caso di creazioni di alta moda che nel caso del prêt a porter, dando vita a prodotti demi-couture. Il processo di ricerca che accompagna Sylvio Giardina nello sviluppo delle proprie collezioni è sempre parallelamente affiancato dalla concezione di un lavoro installativo attraverso il quale lo stilista esprime la controparte artistica che sottende intimamente la fase creativa della progettazione, quindi le ispirazioni e le visioni che muovono ogni suo nuovo progetto. Si tratta di una qualità propria della sua ascensione verso l’arte. Una consuetudine imprescindibile che ha trovato espressione, ad esempio, nei progetti multimediali “Crochet de Lunèville – Studio in fugato per otto ricamatrici e telaio amplificato” presentato a Roma nel 2011 e “Narrative Bodies” concepito per la Paris Fashion Week 2014.

Ranieri, un inedito e un duetto con FerroDirettore artistico? Perché no. Belli i festival senza politica

25 gennaio 202017:54

– A 32 anni dal trionfo al Festival di Sanremo, ‘Perdere l’amore’ tornerà a riecheggiare nel teatro Ariston. Massimo Ranieri la canterà insieme a Tiziano Ferro. Il Festival sarà anche l’occasione per presentare fuori gara una canzone inedita, ‘Mia ragione’, che anticipa la pubblicazione del nuovo album di Ranieri, in uscita in primavera. In futuro potrebbe anche accettare di fare il conduttore e direttore artistico. Dice: “Se me lo proponessero ci penserei, anche se mi si accappona la pelle”.
E’ contento dello “strano connubio” con Tiziano Ferro. Il duetto dovrebbe essere inserito in scaletta nella seconda serata della kermesse. “Tiziano ha dichiarato di essere rimasto fulminato quando nel 1988, davanti alla tv insieme al papà, mi vide a Sanremo con ‘Perdere l’amore’. E’ stato lui a cercarmi insieme ad Amadeus – racconta Ranieri – e sarò felicissimo di ricantarla con questo grande artista. Speriamo che sia un bel momento, la canzone lo merita, è ‘la’ canzone per antonomasia.
Proprio un anno fa ci lasciava l’autore Giampiero Artegiani”.
Il nuovo album, frutto di anni di lavoro a distanza con Gino Vannelli, che ha anche curato gli arrangiamenti, “includerà – spiega – qualche inedito e molte piccole grandi canzoni del passato che non sono state grandi successi perché non le ho promosse, avendo lasciato la musica, in quegli anni, per dedicarmi di più al teatro”.

Raffaello: celebrazioni a Urbino, mostre e ciclo attivitàA 500 anni da morte. Tra appuntamenti esposizione a cura Sgarbi

URBINO26 gennaio 202015:08

– Conferenze, mostre, convegni, spettacoli, scambi culturali internazionali, manifestazioni sportive, attività ludiche, percorsi di visita. Significa tutto questo a Urbino il 2020 nel segno di Raffaello a 500 anni dalla morte. Il ciclo di conferenze è iniziato in gennaio e andrà avanti fino a dicembre, con relatori di grandissime capacità comunicative. Uno degli appuntamenti più attesi è la mostra “Raffaello e Baldassarre Castiglione” a cura di Vittorio Sgarbi, Elisabetta Losetti e Pietro Di Natale (giugno-ottobre) nelle Sale del Castellare del Palazzo Ducale: tramite la figura dell’autore del Cortegiano, racconta la cultura di un’epoca: arte, oggetti, codici, diplomazia, letteratura, armi e vita a Corte. Un periodo che ha segnato la storia dell’Europa del Rinascimento e che ha avuto come protagonisti le grandi famiglie nobili, letterati, diplomatici, artisti, alti prelati e condottieri.
Un percorso dedicato a “Raffaello Bambino”, creato con l’Accademia Raffaello: immagini, testi e indicazioni per un circuito di scoperta, in vari punti, in cui la città parla ai bambini in visita e si racconta anche agli adulti. Da aprile, il visitatore scopre i luoghi legati all’infanzia di Raffaello, narrati in modo originale e accattivante. Di grande qualità il segmento di spettacoli dedicati a Raffaello e al Rinascimento. A Urbino produzioni originali con interpreti di assoluto rilevo che lavorano su progetti pensati per le celebrazioni 2020. Ad aprile, al Teatro Sanzio, Alessandro Preziosi sarà protagonista di “Raffaello. Una vita felice”, di Antonio Forcellino. A maggio, al Sanzio, arrivano David Riondino & Dario Vergassola con “Raffaello, la fornarina, il Cinquecento e altre storie”. Ad agosto, nella Sala degli Angeli di Palazzo Ducale, “Raphael Urbinas. Musica Picta de Divin Pictore”, anteprima nazionale dei Sonetti di Raffaello e le Rime di Giovanni Santi in musica, a cura di Simone Sorini: brani tratti da 5 sonetti autografi e uno apocrifo ritrovati nei cartoni preparatori di alcuni affreschi di Raffaello, oltre alle rime più significative del padre, Giovanni Santi. A Novembre in scena “La leggenda del pittore divino”, un progetto di e con Matthias Martelli.

Altaroma: Caterina Moro, ricamo il legno e uso tinte bioWood, la mia sostenibilità è ricerca

25 gennaio 202018:36

– “La mia nuova collezione è sostenibile per varie ragioni e l’ho intitolata Wood, Legno, perché stavolta ho utilizzato il legno di scarto che vicene dall’azienda Blu Italy, per lavorarlo e ottenerne quasi un tessuto con cui ho ricamato i capi della sfilata”. Caterina Moro, giovane stilista romana, votata alla sostenibilità dal suo esordio nella moda, dopo gli studi all’Accademia di Costume &Moda, ha cominciato “a pensare” dice lei, come poter realizzare una moda compatibile con l’ambiente. La stilista lo fa seguendo alcuni regole: “Realizzo stampe su tessuti naturali con tinture completamente biologiche, utilizzo materiali di scarto e li riciclo lavorandoli, e per quanto i tessuti prendo scarti di magazzino delle grandi aziende a prezzi convenienti attraverso la piattaforma Wastemark. Per il denim mi rivolgo ad aziende come la Berto, nel padovano, in Veneto, che produce certificazioni Gots per la produzione sostenibile della tela di Genova”. Svelati i suoi segreti la collezione Wood sfila attorno ad uno spoglio bosco fatto di scarti di legno naturale. Sono 30 outfits (ma la collezione completa conta 100 capi) che vanno dal trench più gonna in eco-pelle plissè color sigaro, ai maglioni color pervinca al completo color lime in velluto a riccioli effetto astrakan, fino all’abito in organza bianca con foglie di tessuto di legno che sembrano foglie di platano ricamate sulla gonna vaporosa.

Napoleone nero di Kehinde Wiley torna a BrooklynRitrattista di Obama riveste e dialoga con Bonaparte di David

NEW YORK25 gennaio 202019:05

– Dopo aver innalzato un monumento equestre a Times Square e in attesa che il suo ritratto dell’ex presidente Barack Obama vada in tournée attraverso i maggiori musei d’America, Kehinde Wiley porta al Brooklyn Museum la sua versione di “Napoleone che guida l’esercito attraverso le Alpi” in dialogo con il dipinto dello stesso soggetto del pittore francese Jacques Louis David.
“Pittura è parlare del mondo in cui viviamo. Uomini neri vivono in questo mondo. La mia scelta è includerli. Questo e’ il mio modo di dire ‘yes’ a noi”, proclama l’artista nigeriano-americano il cui ultimo “Rumors of War” – un cavaliere nero in posa eroica, i jeans strappati e i capelli rasta – è stato un mese fa trasferito da Times Square a Richmond in Virginia: installato in permanenza sull’Arthur Ashe Boulevard, lo storico viale intitolato all’unico nero ad aver vinto a Wimbledon, all’incrocio con Monument Avenue, finora ‘regno’ incontrastato dei generali della Confederazione sudista. Il Bonaparte nero di Wiley risale al 2005 ed è la prima volta che viene esposto a New York con il suo alter ego bianco di età neoclassica dopo la mostra che nel 2019 aveva visto abbinati i due dipinti al Castello di Malmaison in Francia. Visti assieme da questo week-end fino al 10 maggio, i due Napoleoni offrono l’opportunità di esplorare temi come il potere, la razza e mascolinità all’interno dello stesso formato: il ritratto.

Al via crowdfunding per co-fondare WikiPoesiaIniziativa per dare un futuro stabile alla community

25 gennaio 202019:06

– WikiPoesia, “La Wikipedia della Poesia”, dopo il primo congresso nazionale di Domodossola lancia una campagna di crowdfunding per raccogliere 1.258 euro necessari a proteggere il marchio “WikiPoesia” e dare un futuro stabile alla community che ruota intorno al mondo della poesia contemporanea.
“Chiediamo a tutti gli amanti della poesia di progettare con noi WikiPoesia – afferma Renato Ongania (presidente) – Il congresso di Domodossola ha incaricato gli organi di WikiPoesia di dare una struttura solida al progetto. La primissima raccolta fondi inizierà tra qualche giorno e servirà a registrare il marchio a livello comunitario. Il preventivo dell’ufficio brevetti che abbiamo interpellato ci ha notificato che servono 1.258,02 euro. Come presidente avrei potuto provvedere di persona, ma non si tratta di un progetto personale, la poesia è di tutti e anche questo progetto è aperto a tutti nella massima trasparenza. Con 40 persone o associazioni che versano 30 euro avremo le risorse necessarie per la registrazione del marchio”.
WikiPoesia è un progetto nato il 21 marzo 2019 e raccoglie informazioni enciclopediche relative a circa 500 premi di poesia che si svolgono in Italia. La piattaforma di crowdfunding scelta è eppela – http://eppela.com/wikipoesia il cui slogan è “Il futuro si fa in tanti” – ed il progetto si chiama “WikiPoesia – enciclopedia poetica”.
“Non vogliamo problematizzare la poesia – afferma Renato Ongania – ci adoperiamo perché divenga patrimonio di tutti e ci appelliamo a coloro che sono più sensibili alla Libertà di Pensiero e alla conoscenza condivisa”.

Altaroma: le fotografie di Tonelli ispirano Federico CinaProsegue l’omaggio sartoriale alla natia Romagna

ROMA25 gennaio 202019:07

– L’archivio fotografico di Vittorio Tonelli, maestro e scrittore, appassionato studioso della storia e della cultura romagnola hanno ispirato la collezione di abbigliamento maschile di Federico Cina che ha sfilato oggi con Altaroma nella ex Caserma Guido Reni. Nato a Sarsina in provincia di Forlì-Cesena, Tonelli esalta la bellezza della sua terra attraverso il racconto di piccole storie e raccolte fotografiche dove narra la cultura, la tradizione gastronomica e folcloristica della Romagna. Dal 1974 ad oggi ha scritto una trentina di volumi. Federico Cina, che già aveva presentato ad Altaroma la collezione “Romagna mia” decide di immergersi nell’aria del dopoguerra raccontata da Tonelli, esplorando il mondo classico sartoriale con un tocco di romantico e un mood raffinato, basato su approcci sperimentali di materiali e colori. Foderando il ternch in grigio topo con uno stampato fondo bianco a disegni maiolica, gli stessi stampati sulla T-shirt abbinata a classici pantaloni neri. Oppure utilizza gli stessi stampati effetto ceramiche per un completo unisex portato in pedana con cappello floscio in maglia ecru e monorecchino. Sfilano anche completi in pelle color verde oliva e completi in lucida seta grezza nera con giacca doppiopetto e mezze maniche, da cui spuntano quelle di una candida camicia in popeline. Un ampio cardigan in lana spessa e portato su pantaloni bianchi e T-shirt bianca e azzurra.

Altaroma: Accademia Costume&Moda apre a Milano, i premiatiVincono Eva Bureau, Alessia Di Seclì, Camilal Galletta

25 gennaio 202020:32

– L’ Accademia di Costume& Moda aprirà una nuova sede a Milano. L’annuncio è stato dato da Lupo Lanzara, nipote della fondatrice Rosana Pistelose, che gestisce assieme a suo fratello la storica scuola romana di moda, design, e ora anche di comunicazione e marketing con i nuovi corsi, durante il talent show 2020, presentato con Altaroma, nella ex Caserma Guido Reni. La giuria doc di esperti e addetti ai lavori ha premiato il lavoro di Eva Bureau per la categoria abbigliamento, Alessia Di Seclì per gli accessori, Camilla Galletta con il suo progetto di comunicazione. L’Accademia Costume & Moda ha presentato per l’edizione del Talents 2020, un progetto che interpreta la sintesi del diploma accademico triennale in Costume e Moda.
Un format didattico che con Roma apre anche a Milano a giugno 2020 con l’inaugurazione di una nuova sede in via Fogazzaro. Un progetto strategico per formare le nuove figure professionali che operano nel mondo della comunicazione e del management per il sistema moda.
Questa edizione ha visto la partecipazione di 18 studenti (10 per l’abbigliamento e 8 per gli accessori) che hanno avuto l’opportunità di collaborare con 47 aziende del Made in Italy per la realizzazione di 18 capsule collection (6 outfit ciascuna) che sono state presentate con Altaroma.
I giovani designer che hanno partecipato al talent sono: Sajith Amaratunga, Eva Bureau, Benedetta Cidonio, Elena D’Amico, Giulio D’Arpino, Alessia Di Seclì, Maddalena Gentile, Arianna Irato, Gabriele Larcher, Alessandra Mansi, Marco Passone, Federica Pironti, Alice Piscedda, Beatrice Scanni, Alessandro Tais, Giorgia Tavian, Irene Valandro, Marie Bernadette Woehrl.

Il sogno di musica del giovane malato di SlaPaolo Palumbo, chef sardo 22enne, rap con un comunicatore vocale

ORISTANO26 gennaio 202010:39

“Se esiste una speranza ci voglio provare. Per volare mi bastano gli occhi, sono la montagna che va da Maometto, pur restando disteso sul letto”. E’ una vera e propria sfida alla malattia che lo ha colpito quattro anni fa, quando lui ne aveva appena 18, la canzone che Paolo Palumbo, chef oristanese, il più giovane malato di Sla di tutta l’Europa, canterà mercoledì 5 febbraio sul palco del Festival di Sanremo.
Parole e musica sono sue. E la malattia che gli ha tolto la voce non gli impedirà di cantarla guidando con gli occhi il “comunicatore vocale” che gli ha ridato in qualche modo la parola. E pazienza, come recita proprio il testo della canzone, se la sua nuova voce sembra quella “di un casello autostradale”.
Sul letto in cui è costretto nella casa del centro storico di Oristano, dove vive con i genitori e il fratello Rosario (“che mi presta braccia e gambe”, dice) sta curando gli ultimi dettagli della sua partecipazione al festival. Aveva provato ad arrivarci partecipando alle selezioni di Sanremo Giovani, ma al secondo passaggio era stato escluso. Lo ha ripescato il direttore artistico e conduttore del festival, Amadeus, che era rimasto colpito dalla sua storia e dalla sua determinazione.
Sul palco del festival gli daranno una mano altri due sardi, il rapper Kumalibre, al secolo Cristian Pintus, e Andrea Cutri (autore del brano col quale Patty Pravo conquistò il sesto posto al Festival del 2009) che dirigerà l’orchestra. A Sanremo, Paolo Palumbo ci andrà in ambulanza con un’equipe medica che gli garantirà l’assistenza e l’ossigeno di cui ha bisogno per sopravvivere dopo l’intervento di tracheotomia a cui si è sottoposto solo una ventina di giorni fa.
“I vertici dell’Ospedale San Martino mi hanno dato una nuova vita”, racconta Palumbo. “Sanremo è il regalo più bello che la vita potesse farmi”, afferma ancora, spiegando che tutto quello che gli è successo può sembrare un buon motivo per abbattersi. “Ma il mio carattere – dice il giovane cuoco – non mi ha mai portato a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Sono sempre andato avanti malgrado le difficoltà che la vita mi ha messo davanti e la mia propositività mi ha permesso di fare cose che prima della Sla non avrei mai immaginato. E il mio sogno ora è di poter dire a tutti con la mia canzone che ciò che ci può fermare è solo un’apparenza: nulla ci può distruggere se noi non glielo permettiamo”.

Rai1: Unomattina dedicato al ricordo della Shoah

26 gennaio 202014:28

6 GEN – Nella ricorrenza del “Giorno della Memoria”, il ricordo della Shoah è al centro di “Unomattina”, in onda domani dalle 6.45 su Rai1. Dopo l’aggiornamento sui risultati delle elezioni regionali, il programma apre un’ampia pagina dedicata all’Olocausto, a 75 anni dalla liberazione dei prigionieri sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz.
Roberto Poletti sarà collegato dal binario 21 della stazione centrale di Milano da dove partirono fra il 1943 e il 1945 molti treni diretti verso i campi di concentramento. In quei vagoni erano stipati non solo ebrei, ma anche partigiani e dissidenti politici.
Roberto Poletti – da questo binario che è un luogo simbolo di quei terribili anni e ospita il Memoriale della Shoah – parla con Gadi Schoenheit, rappresentante della Fondazione memoriale Shoah Milano; Gadi Luzzatto Voghera, direttore CDEC, Fondazione di documentazione ebraica contemporanea di Milano; Maurizio Molinari, direttore della Stampa; Marco Steiner, Presidente del comitato pietre inciampo; Marco Vigevani e Roberto Lepetit.
Ospiti di Poletti da Milano anche Federica Astrologo, Walker Meghnagi e Daniele Levi Formiggini.
Tanti ospiti anche con Valentina Bisti da Roma: Ruth Dureghello, presidente della comunità ebraica di Roma; Alex Zarfati del Progetto Dreyfus e l’attore Michele Riondino.
Saranno lanciati, da Milano e Roma, reportage, testimonianze e un’intervista con Liliana Segre, oltre a collegamenti dalla Germania.

Libri: Mario Nanni, Il curioso giornalistaViaggio istruttivo nel mestiere più bello del mondo

26 gennaio 202014:51

– MARIO NANNI, IL CURIOSO GIORNALISTA.
COME VESTIRE LE NOTIZIE (Media & Books, pp.352, 19 euro). Un viaggio stimolante, istruttivo e approfondito nel mestiere più bello del mondo, condotto da un cronista parlamentare di razza: è ricco di curiosità e consigli teorici e pratici “Il curioso giornalista. Come vestire le notizie”, scritto da Mario Nanni per Media & Books. Gli elementi di storia di giornalismo, la deontologia, le fonti e gli scoop, e poi le frasi fatte e i modi di dire a cui prestare attenzione, l’importanza della lingua italiana e dello stile da adottare, molti suggerimenti e trucchi del mestiere, perfino un sintetico dizionario-prontuario con l’origine di affermazioni celebri usate nel lessico giornalistico e politico: giunto alla seconda edizione, il libro, scritto con un linguaggio brillante e chiaro, è dunque un valido strumento di studio per gli aspiranti giornalisti, ma è utile anche a chi esercita già la professione e a chiunque voglia interrogarsi sul futuro del giornalismo, partendo dalla sua storia.
Ne “Il curioso giornalista”, testo che l’Ordine dei Giornalisti ha indicato tra quelli da leggere per prepararsi all’esame professionale di Stato, Nanni consiglia ai futuri professionisti di coltivare sempre il dubbio come “atteggiamento critico” e “chiave di lettura” e sottolinea, oltre all’importanza di approfondire anche ciò che c’è “dietro” o “dentro” una notizia (appunto, la curiosità che deve animare sempre un reporter), la necessità di vestire quest’ultima, ossia di collocarla nel proprio contesto storico, sociale, politico e culturale.

Biagio Antonacci verso Sanremo, nuovo video su SkyPer il singolo ‘Ti saprò aspettare’, c’è anche Gigi Buffon

26 gennaio 202015:02

– Biagio Antonacci verso Sanremo.
L’indiscrezione è riportata dalla Gazzetta del Sud, secondo la quale il cantautore dovrebbe essere uno dei superospiti del Festival targato Amadeus.
Intanto arriva oggi su Sky in anteprima il video del nuovo singolo di Antonacci ‘Ti saprò aspettare’, un brano interamente scritto dal cantante ed estratto dall’album ‘Chiaramente visibili dallo spazio’, pubblicato il 29 novembre per Iris/Sony Music. Un’intensa ballad che impreziosisce il suo nuovo lavoro, mette in mostra la sua indiscussa capacità di tratteggiare profili con parole e immagini che diventano di tutti, merito di una lente d’osservazione profondamente umana e meravigliosamente imperfetta.
L’uscita del brano è accompagnata dal video, nato da un’idea di Antonacci e diretto da Mauro Russo, che vede la partecipazione straordinaria di Gigi Buffon. Il video andrà in onda in esclusiva su Sky Uno oggi alle 19 e 23.20 e sarà programmato anche su Sky TG24 e Sky Sport.
Raddoppiano, inoltre, gli appuntamenti del tour stanziale, saranno infatti 20 gli spettacoli inediti del tour stanziale del cantautore al Teatro Carcano di Milano che, dal 29 settembre permetteranno di conoscerlo in una veste più raccolta e personale per presentare dal vivo il disco ‘Chiaramente visibili dallo spazio’.

Levante, rivendico la diversità ma non le quote rosa”In un mondo maschilista la rivoluzione parta dal linguaggio”

6 gennaio 202015:56

– La gola secca, il battito accelerato durante le prove, ma anche tanta serenità. Levante vive con la giusta dose di ansia ed emozione il debutto, a 32 anni, sul palco del festival di Sanremo. Una delle 7 donne in gara, sui 24 big scelti da Amadeus. Ma lei, che porta un brano che è un inno all’inclusione dal titolo provocatorio Tikibombom, non ci sta a essere paladina delle quote rosa, in un festival che proprio sul tema delle donne sta scontando polemiche su polemiche (per l’esigua presenza di artiste, per le parole di Amadeus su Francesca Sofia Novello – un passo indietro dietro al fidanzato Valentino Rossi -, per i versi violenti e misogini di un vecchio brano di Junior Cally). “Sono anni che mi spendo per le donne, ma non sono a favore delle quote rosa. Non ci è dovuto un posto per forza, non abbiamo un deficit. Io mi conquisto quello che mi merito e se sono al festival mi auguro che sia perché la canzone è bella e io sono brava”, spiega la cantautrice siciliana che poi aggiunge: “è vero che esiste un maschilismo generalizzato, a livello sociale e politico, che passa anche dal linguaggio comune. Bisognerebbe partire da qui”.
Il brano sanremese sarà contenuto in Magmamemorie MMXX, edizione speciale dell’album di inediti uscito lo scorso ottobre e che, nella nuova versione, in uscita il 7 febbraio, conta 31 brani, 4 bonus track e il live registrato al Forum di Assago.
Meglio Sanremo o meglio il Forum? “Come chiedere se vuoi più bene a mamma o a papà…”.

Sky omaggia Brunelleschi, cupola moderna a LondraE a maggio documentario per celebrare 600/mo capolavoro Firenze

LONDRA26 gennaio 202016:16

– Un’interpretazione in scala e in chiave moderna della cupola di Filippo Brunelleschi, per celebrare i 600 anni dalla costruzione del capolavoro che sormonta il duomo di Firenze di Santa Maria del Fiore. E’ l’opera commissionata da Sky Arte all’artista britannico Luke Jerram, scoperta questa settimana a Londra nel cuore della movimentata zona di King’s Cross, simbolo di uno dei maggiori progetti londinesi di riqualificazione urbana contemporanea segnato dal restauro o dalla realizzazione ex novo di numerosi edifici in stile postindustriale.
Un’iniziativa legata al lancio di un sontuoso documentario che l’emittente manderà in onda a primavera sui canali 120 e 400 a suggellare il 600esimo anniversario della creazione per antonomasia partorita dal genio del grande maestro rinascimentale, in sfida alle conoscenze, allo scetticismo, alle convenzioni del proprio tempo. Il programma, intitolato ‘Brunelleschi e le grandi cupole del mondo’, è una produzione Sky Arts Production Hub destinata a raccontare e illustrare la nascita delle soluzioni tecniche utilizzate dal Brunelleschi per innalzare un capo d’opera ingegneristico e costruttivo mai visto prima, ha sottolineato nella capitale del Regno Unito il direttore di Sky Arte, Roberto Pisoni. Ma anche per mostrare come il concetto di cupola si sia reiventato nei secoli e fra le epoche: fino all’espressione di archistar di oggi quali Norman Foster o David Libeskind, protagonisti di interviste ad hoc.
Una reinvenzione a cui offre adesso un contributo pure Luke Jerram – artista emergente della scena britannica e internazionale fattosi conoscere ad esempio per la sua Luna, installazione ammirata fra l’altro l’anno scorso a Milano – attraverso una diversa “idea di cupola” esposta al pubblico fino al 17 febbraio e collocata a Lewis Cubitt Square: piazza non lontana dalle grandi stazioni di King’s Cross e di St. Pancras, al centro di un’area elevata in questi anni a modello di rinnovamento urbano di una metropoli che si evolve sforzandosi di restare nel contempo ancorata alle radici del suo passato.

Morto Parigi: in tanti a camera ardente per ultimo salutoSindaco, annuncia giornata dedicata a cantante

FIRENZE26 gennaio 202018:09

– Il sindaco di Firenze Dario Nardella, la vicesindaca Cristina Giachi, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, l’assessore Andrea Vannucci ed ancora Carlo Conti, Joe Barone, Giancarlo Antognoni ma anche centinaia di fiorentini e non solo da stamani stanno rendendo l’ultimo omaggio al cantante Narciso Parigi, alla camera ardente allestita nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio.
“Noi – ha detto Nardella uscendo dalla camera ardente – non dimenticheremo mai il sorriso e la voce di Narciso e credo che il modo più bello per ricordarlo sia proprio quello di cantare le sue canzoni, eseguire le sue musiche. Era questo il suo sogno: che la sua musica non tramontasse mai. Ha portato Firenze nel mondo, Narciso è stato amato non soltanto a Firenze e in Italia ma anche negli Stati Uniti. Tra un mese vogliamo dedicargli una giornata di musica con artisti e cantanti che inviteremo un po’ da tutta Italia per ricordarlo. Abbiamo chiesto al Maggio musicale di eseguire alcune sue musiche, vogliamo coinvolgere tutte le istituzioni musicali e faremo una bella giornata”. “Intanto ai familiari va il mio abbraccio e il cuore di tutta la città – ha ripreso il sindaco -. Sappiamo benissimo quanto Firenze sia legato a quest’uomo, l’affetto che c’era tra Narciso e i fiorentini, non solo i tifosi. E’ un affetto commovente”. Nardella infine ha annunciato che “con la Fiorentina ci piacerebbe vedere se possiamo dedicargli un luogo del Franchi. Io stavo già pensando a un luogo importante del nostro stadio e troveremo anche qui il modo”. Accanto al feretro i figli Daniela e Andrea, diversi familiari e amici. L’abbraccio di Firenze “è stato incredibile – ha detto il figlio Andrea -.
Siamo grati alla città di Firenze e a tutte le persone che hanno partecipato, ci hanno fatto sentire meno doloroso questo momento”. Sulla bara la maglia della Fiorentina con la scritta Narciso e sotto il numero 1. In sala presenti il gonfalone del comune di Firenze.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

A Rotterdam Chekpoint Berlin di Ferraro
Una riflessione sul Muro del regista al festival olandese

26 gennaio 202018:19

– Un pezzo d’Italia all’IFFR – International Film Festival di Rotterdam con ‘Checkpoint Berlin’ di Fabrizio Ferraro che passerà oggi nella sezione Bright Future. Il film in sala dal 17 Marzo 2020 distribuito da Boudu in occasione dell’uscita vedrà anche, in alcune istituzioni europee, la programmazione in contemporanea tra cui la Cinemateca Portoghese di Lisbona, Filmoteca di Barcellona, Cineteca Slovena di Lubjana e Museo del Cinema di Torino. Questa la storia.Un regista si trova a Berlino per la proiezione di un suo film. Camminando per la città riflette sul Muro e sull’esperienza leggendaria di un suo parente, uno zio mai più ritrovato, dissennato per amore e divenuto da quel momento passeur tra le due zone della Germania divisa.
 Nel cast di Checkpoint Berlin, Alessandro Carlini, Marcello Fagiani, Fabio Fusco, Marta Reggio, Marco Ciampani, Caterina Gueli, Freddy Paul Grunert.

Mastandrea e Cortellesi genitori tragicomici di FigliIn 400 copie esce commedia nello spirito di Mattia Torre

24 gennaio 202010:02

L’orrore delle feste mascherate, dei pediatri guru, delle suocere poco disponibili, delle chat scolastiche, dei pianti dei neonati, del sonno perso, della divisione dei compiti nelle coppie, insomma l’inferno dei ‘Figli’ da crescere nello spirito di Mattia Torre, l’autore di Boris. Sua infatti questa commedia brillante, in sala dal 23 gennaio in 400 copie distribuite da Vision con protagonisti Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea, ma poi firmata da Giuseppe Bonito dopo la sua scomparsa il 19 luglio 2019.In ‘Figli’ la storia surreal-comica di Nicola (Mastandrea) e Sara (Cortellesi), una coppia felice con una figlia di sei anni che entra in un incubo con l’arrivo di Pietro, il secondo figlio. Tutto cambia, non si dorme più, emergono vecchi rancori, i suoceri non collaborano, le babysitter, quelle giuste, non si trovano e anche gli amici possono fare poco in preda spesso alle loro stesse situazioni. Nel film, tratto dal celebre monologo ‘I figli ti invecchiano’, scritto per Valerio Mastandrea proprio da Mattia Torre, recitano anche tanti altri amici di Mattia Torre: Stefano Fresi, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Andrea Sartoretti, Massimo de Lorenzo, Gianfelice Imparato, Carlo De Ruggeri.Una curiosità, a produrre ‘Figli’, il cui primo ciak è stato battuto il 16 settembre 2019, è stato con Wildside, Lorenzo Mieli, produttore storico e grande amico di Mattia che aveva annunciato la realizzazione del film durante la serata di commemorazione organizzata al Teatro Ambra Jovinelli a Roma nel corso dell’estate. “Torre mi manca molto – ha detto Giuseppe Bonito -. Tutto è stato così repentino. Mattia mi ha chiamato e mi ha detto che aveva bisogno di un regista di sostegno. Ho subito detto di sì”. E ancora il regista sullo spirito del film: “È un tratto tipico della sua scrittura capace di passare dalla realtà alla surrealtà, dalla sfrontatezza all’inconscio e tutto questo con cambi di registro dal comico al tragico”. Per Paola Cortellesi il film non è solo una storia di figli: “Certo c’è il difficile equilibrio di coppia da mantenere in una lunga relazione, ma Figli è soprattutto un’opera sull’amore. Mi sono ritrovata in tante cose che succedono – ha aggiunto l’attrice – perché Mattia Torre non racconta solo cose surreali, ma cose vere in maniera surreale”.E che il film non sia certo solo un modo per parlare di figli è l’opinione anche di Mastandrea: “Non parla di figli e basta – ha detto l’attore -, ma piuttosto di come resistere agli urti della vita”. Personaggio cult del film, quello interpretato da Stefano Fresi, un amico giornalista di Nicola che vive perennemente frustato dai suoi due figli che si accaniscono sulle sue spalle con i loro tubi di plastica.

Cinema: Ferrara Film Corto dedicato a cambiamento climaticoDal 28 gennaio all’1 febbraio con 17 cortometraggi in concorso

FERRARA22 gennaio 202012:41

– È dedicata alle tematiche del cambiamento climatico la terza edizione del ‘Ferrara Film Corto 2020’, festival nazionale di cortometraggi organizzato dalla Ferrara Film Commission, dal 28 gennaio all’1 febbraio in sala Estense. Sono 17 i corti in concorso, che saranno valutati e premiati da una giuria di esperti.
Oltre alla collaborazione con il Roma Film Corto, del quale sarà proposta una selezione di cortometraggi, è in programma nella giornata conclusiva una tavola rotonda su ‘Essere filmaker’, coordinata dal direttore artistico del festival Paolo Micalizzi, per porre l’attenzione sugli autori di cortometraggi e metterli in contatto con realtà che possano favorire la loro opera creativa e produttiva.
Saranno inoltre proiettati i lungometraggi ‘Baraka’ di Ron Fricke, ‘The Human Element’ di Matthew Testa e ‘Una gita a Roma’ di Karin Proia (tra gli attori Claudia Cardinale e Philippe Leroy) in anteprima per Ferrara. Karin, madrina del Festival, ha recitato nella serie tv ‘Boris’.

Weinstein alla sbarra, per procura è stupratoreLa difesa porta email ‘affettuose’ con presunte vittime

NEW YORK23 gennaio 202011:13

“Adescava le sue vittime facendo balenare il miraggio di un futuro nel cinema, poi le continuava a seguire, esercitando influenza per prevenire denunce”: questa la tesi della procura di New York al processo contro Harvey Weinstein, entrato nel vivo a New York. Due anni dopo lo scandalo che ne ha travolto la carriera, l’ex “re di Hollywood” è sul banco degli imputati nel primo processo dell’epoca di #MeToo e il secondo, dopo quello contro Bill Cosby, che potrebbe vedere un titano dell’entertainment finire in galera per il resto dei suoi giorni per molestie sessuali e stupri.Oltre 80 donne lo accusano, tra cui quelle che nei giorni scorsi a Los Angeles hanno portato a ulteriori incriminazioni. A New York difesa e parte civile hanno argomentato il caso: foto delle vittime di Weinstein, tra cui Annabella Sciorra dei “Soprano”, sono state mostrate dalla procura che ha definito l’ex produttore “predatore sessuale e stupratore”. Gli avvocati di Weinstein hanno contrattaccato parlando delle “decine e decine e decine” di “affettuose email” scambiate con l’ex boss di Miramax con le “donne che verranno in aula ad accusarlo”.A giudicare Weinstein è una giuria sulla carta favorevole: per metà maschi bianchi, un uomo di colore e solo cinque donne. Zoppicando, l’ex produttore è entrato in corte appoggiandosi al braccio di un assistente mentre un altro reggeva il deambulatore che aveva fatto da co-star nella fase preliminare del processo.

Berlino: Palazzo di giustizia racconta Italia a GenerationIn corsa film di Bellosi e corto Progresso Reinassance

22 gennaio 202017:44

– ‘Palazzo di Giustizia’, opera prima di Chiara Bellosi è nella selezione ufficiale del 70. Festival di Berlino (20 febbraio – 1 marzo), in concorso nella sezione Generation. Il film, come indica il titolo, racconta di una giornata di ordinaria giustizia in un grande tribunale italiano.
Sul banco degli imputati, un giovane rapinatore e anche il benzinaio che, appena derubato, ha reagito, sparando e uccidendo il giovanissimo, complice del ladro. Di scena non solo il rituale, ma anche il linguaggio, le toghe, gli interrogatori, le prove, i testimoni, ma soprattutto quello che sta fuori: i corridoi, gli uffici, il via vai feriale del tribunale, il rumore, il disordine. E ancora protagoniste del film le famiglie degli imputati e delle vittime, fuori, in attesa. Nel cast del film prodotto da tempesta / Carlo Cresto-Dina e Rai Cinema in co-produzione con Cinédokké e distribuito da Istituto Luce Cinecittà: Daphne Scoccia, Bianca Leonardi, Sarah Short, Nicola Rignanese, Giovanni Anzaldo, Andrea Lattanzi. Infine in Generation 14+ anche il corto ‘Progresso Renaissance’ di Marta Anatra. Una coproduzione italo-francese ambientata a Portovesme, nel sud della Sardegna, un luogo dai mille volti, un tempo fiore all’occhiello industriale, oggi luogo di lavoro abbandonato.

Oscar: Sarandos, con Netflix tra i grandi studiosNuovi progetti animazione. Perdita Friends? E’ guerra streaming

22 gennaio 202018:28

– Netflix è di fatto lo studio con maggior nomination agli Oscar: un totale di 24 tra cui le 10 di The Irishman di Martin Scorsese e le sei di Marriage Story di Noah Baumbach.
“È eccitante che alla fine siamo diventati lo studio più nominato agli Oscar con quei film. La cosa più eccitante è che quei film sono tutti incredibilmente popolari anche tra i nostri clienti dello streaming”, ha detto Sarandos come riporta Variety. Il cco di Netflix ha sottolineato il debutto nell’animazione, nuova grande area di interesse per l’azienda.
“Klaus”, il primo film animato originale della piattaforma, è stato un “vero piacere per la folla” e ha conquistato un nomination agli Oscar, permettendo a Netflix di entrare nello stesso cerchio di star del settore come Disney e DreamWorks. E ha citato due nuovi titoli che usciranno entro la fine dell’anno: “The Willoughbys” e “Over the Moon” (con all’opera il disegnatore della Sirenetta Glen Kean). Nell’intervista riportata da Variety, Sarandos ha parlato anche della perdita dei diritti di streaming di Friends, dal 1 gennaio, “come segno dell’accresciuta battaglia delle guerre di streaming”: la storica sitcom è in esclusiva su Hbo Max, il servizio streaming di WarnerMedia.

Mostre: a Bologna prima personale del filmmaker Mika TaanilaÈ tra i ‘Main projects’ dell’ottava edizione di Art City

BOLOGNA23 gennaio 202011:23

– La prima personale in un’istituzione pubblica italiana dell’artista e filmmaker finlandese Mika Taanila è ospitata dal 24 gennaio al 22 marzo nel Padiglione de l’Esprit Nouveau di Bologna. Promossa da Istituzione Bologna Musei, MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna e Regione Emilia-Romagna, con il patrocinio dell’Ambasciata finlandese, la mostra è uno dei Main projects dell’ottava edizione di Art City Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.
Il progetto espositivo presenta un’ampia selezione di opere multimediali incentrate sulle continue trasformazioni dell’immagine in movimento: due videoinstallazioni, una serie di fotogrammi intitolati ‘Black and White Movies’, la serie Film Reader, una nuova produzione di collage (Family Films) e tre opere filmiche. Taanila ha esposto in musei e gallerie internazionali e i suoi film sono stati presentati in più di 300 festival cinematografici.

La goccia maledetta, noir sul femminicidioTerminate le riprese del corto di Pecoraro

23 gennaio 202018:54

23 GEN – Si sono concluse in questi giorni le lavorazioni de “La goccia maledetta”, nuovo cortometraggio diretto da Emanuele Pecoraro, prodotto da Angelo Bassi per la Mediterranea Productions srl. Il mini-film, tratto da un racconto originale di Roberto Ricci, contenuto nella raccolta “Nero corvino” (Edizioni Le mezzelane), è stato sceneggiato da Lorenzo De Luca e da Pierfrancesco Campanella.
“La goccia maledetta” è un thriller psicologico che tratta della violenza sulle donne. Un noir, spiega il regista, “che vuole essere una metafora della fragilità dei rapporti umani al giorno d’oggi e del senso di colpa generato dalla paura e dal dolore dell’abbandono, portati alle estreme e più crude conseguenze”.
Tra gli interpreti, Nadia Bengala, Lorenzo Lepori e Francesca Anastasi. Il film è stato girato tra Pescia Romana e Montalto di Castro. Art director Laura Camia, la direzione della fotografia è di Sacha Rossi, la colonna sonora è stata composta da Paolo Reale. Per Pecoraro un ritorno al genere horror, dopo il cortometraggio d’esordio “Solitudini pericolose”, ugualmente incentrato sul tema del femminicidio.

Captain Marvel, si pensa al sequelIl film potrebbe arrivare in sala entro il 2022

NEW YORK24 gennaio 202009:49

L’universo Marvel è pronto ad offrire ai suoi fan un nuovo capitolo di Captain Marvel. Secondo quanto scrive Hollywood Reporter è infatti in fase iniziale di lavorazione un sequel per il film che, in un mese dall’uscita, lo scorso anno ha incassato globalmente oltre un miliardo di dollari.La Marvel è in attesa di finalizzare un accordo con Megan McDonnell (di WandaVision) per il copione, mentre non sarebbero coinvolti Anna Boden e Ryan Fleck, che hanno lavorato alla sceneggiatura di Captain Marvel 1. La Marvel inoltre spera di trovare una regista donna e guarda al 2022 come possibile uscita del nuovo film. Per quanto riguarda la trama, secondo indiscrezioni la storia sarà ambientata nell’epoca attuale invece che negli anni ’90 come nella precedente pellicola.

Valeria Golino per esordio regia di Michela CesconOcchi Blu, primo lungometraggio attrice, sul set a Roma

24 gennaio 202013:25

Debutta nella regia l’attrice Michela Cescon. Sono iniziate questa settimana le riprese di Occhi Blu, il suo lungometraggio di esordio prodotto da tempesta e Palomar con Rai Cinema in coproduzione con la società francese Tu vas Voir. Nel cast: Valeria Golino, Jean-Hughes Anglade, Ivano De Matteo, Matteo Olivetti e Ludovica Skofic.
Dopo la straordinaria accoglienza di “Come un soffio” alla 67ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Michela Cescon passa dal corto al lungometraggio di finzione muovendosi tra il Western e il Polar francese.
Occhi Blu, scritto da Michela Cescon con Marco Lodoli e Heidrun Schleef, esplora il genere noir mettendo al centro una inedita figura femminile interpretata da Valeria Golino, che scivola tra le pieghe di una Roma metropolitana, nervosa e violenta.

A 100 anni dalla morte un film racconta ModiglianiMaledetto Modigliani, in sala evento 30 – 31 marzo e 1 aprile

24 gennaio 202014:08

In occasione delle celebrazioni a 100 anni dalla morte di Modigliani, arriva al cinema solo il 30 e 31 marzo e l’1 aprile Maledetto Modigliani, il docufilm che racconta la vita e la produzione di Amedeo Modigliani (1884-1920), un artista d’avanguardia diventato un classico contemporaneo amato e imitato in tutto il mondo.
Livornese dalla vita breve e tormentata, Dedo o Modì, come fu soprannominato, viene qui narrato da un punto di vista originale: quello di Jeanne Hébuterne, l’ultima giovane compagna, che si suicidò due giorni dopo la morte dell’amato, avvenuta all’Hôpital de la Charité di Parigi il 24 gennaio del 1920. All’epoca Jeanne era incinta e lasciava una figlia di un anno. È proprio a partire dalla sua figura e dalla lettura di un passo dai “Canti di Maldoror”, il libro che Modigliani teneva sempre con sé, che si apre il nuovo docufilm della stagione 2020 della Grande Arte al Cinema. Il docufilm trae ispirazione anche dalla mostra “Modigliani – Picasso. The Primitivist Revolution” curata da Marc Restellini che aprirà all’Albertina di Vienna nel settembre del 2020 ed è arricchito dalle immagini di opere esposte sia all’Albertina, sia alla National Gallery of Art di Washington, nei musei e nelle collezioni di Parigi e nella grande mostra “Modigliani e l’avventura di Montparnasse” del Museo della Città di Livorno. Il film è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital. Diretto da Valeria Parisi e scritto con Arianna Marelli su soggetto di Didi Gnocchi. Tra gli interventi Marc Restellini, Paolo Virzì, Simone Lenzi, Gérard Netter, Antonio Marras, Laura Dinelli, Emilia Philippot, Jacqueline Munck, Klaus Albrecht Schröder.   La Grande Arte al Cinema è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital.
Nel 2020 la Grande Arte al Cinema è distribuita in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it, Arte.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.

Filming Italy – Los Angeles, tutti i premiatiQuinta edizione con Gerini e Maria Sole Tognazzi tra ospiti

24 gennaio 202016:38

– Si è conclusa la quinta edizione di Filming Italy – Los Angeles alla presenza di personalità dell’industria cinematografica italiana e hollywoodiana. La madrina di questa edizione è stata Claudia Gerini, presente insieme ad ospiti, tra cui la regista Maria Sole Tognazzi, la pluripremiata attrice australiana Jacki Weaver, l’attore William Baldwin che ha ricevuto il “Filming Italy Region Lazio Award”, il Vicepresidente di Variety Steven Gaydos che ha ricevuto il “Filming Italy Women Power Impact Award” , Chelsea Winstanley, produttrice di Jojo Rabbit, film super candidato a tutti i premi importanti, Nana Ghana, che ha diretto il documentario prodotto da Rosario Dawson “LA Woman Rising”, Winston Duke (Black Panther), Jessica Marie Garcia (On My Block di Netflix), Jackie Cruz (Orange Is The New Black di Netflix), Lesley Nicol (Downtown Abbey), Alessandro Del Piero premiato con il Filming Italy Sport Award, Romina Arena Filming Italy Music Award. Tra i premiatori, Rosario Dawson e l’attore/modello Jason Lewis.
Creato e organizzato da Tiziana Rocca, Agnus Dei e Valeria Rumori, Istituto Italiano di Cultura Los Angeles, Filming Italy – Los Angeles promuove l’Italia come set cinematografico e ponte tra la cultura italiana e americana. Il Festival, con la direzione artistica di Tiziana Rocca, è presentato sotto gli auspici del Consolato Generale d’Italia a Los Angeles.

Lupo Wall Street fa causa ai produttori del filmJordan Belfort ha ispirato la pellicola con DiCaprio

NEW YORK24 gennaio 202020:13

Il lupo di Wall Street e’ tornato. Ancora una volta e’ protagonista nelle aule di tribunale, ma in questo caso sostiene di essere lui la vittima. Jordan Belfort, il leggendario truffatore che ha ispirato il film di Martin Scorsese ‘The Wolf of Wall Street’, ha fatto causa alla società di produzione della pellicola per 300 milioni di dollari per frode e violazione del contratto. Secondo quanto riportano i media americani, ha accusato la Red Granite Pictures di avergli nascosto che il film è stato finanziato con denaro rubato. Belfort, interpretato sul grande schermo da Leonardo DiCaprio, ha venduto i diritti sulla storia della sua vita alla società di Riza Aziz, che sta affrontando accuse di corruzione in Malesia per una presunta appropriazione indebita di oltre 200 milioni di dollari.Denaro che sarebbe stato sottratto a 1MDB, un fondo statale malese. L’avvocato di Belfort ha spiegato che “Red Granite non ha rivelato al suo cliente che stava usando fondi ottenuti da attività criminali, altrimenti lui non avrebbe mai accettato di stipulare il contratto”. Le indagini sui produttori, ha sottolineato il legale, stanno influendo negativamente sui diritti della sua storia e impedendo la creazione di un sequel del film tratto dal suo secondo libro. Per questo vuole rescindere il contratto che lo lega alla società, a cui ha fatto causa davanti alla Los Angeles Superior Court.Immediata la risposta dell’avvocato di Red Granite, che ha affermato ad Hollywood Reporter: “Questa causa è un tentativo disperato ed estremamente ironico di uscire da un accordo che per la prima volta ha reso Belfort ricco e famoso con mezzi leciti e legali”. Il primo libro di memorie di Belfort, ‘The Wolf of Wall Street’, è stato pubblicato nel 2007 dopo che l’uomo aveva scontato 22 mesi di prigione per frode con la sua società di intermediazione relativa ad attività dei primi anni Novanta (per cui gli fu ordinato di rimborsare oltre 110 milioni di dollari ai suoi clienti). Nel 2009 e’ stato pubblicato un secondo libro, ‘Catching the Wolf of Wall Street’, mentre il film e’ uscito nel 2013, ha ottenuto cinque nomination agli Oscar (ma non ha vinto nessun premio) e rimane la pellicola di maggior successo di Scorsese al botteghino.

Greggio ‘padrino’ di ‘Los Angeles, Italia 2020’Dal 2 febbraio l’appuntamento al teatro cinese di Hollywood

NAPOLI25 gennaio 202019:18

– Sarà Ezio Greggio il ‘padrino’ di Los Angeles, Italia – Film, Fashion and Art Festival (2-8 febbraio), classico appuntamento del cinema italiano al Teatro Cinese di Hollywood alla vigilia della Notte degli Oscar (domenica 9), promosso dall’Istituto Capri nel Mondo.
”Mai in passato a ricoprire questo incarico era stato un attore – ricorda Tony Renis, presidente onorario del Festival -.
Ma Ezio oltre ad un meritatissimo ‘Excellence Award’, per essere uno dei re della commedia, meritava anche questo riconoscimento essendo un habitué di Hollywood con alcuni dei suoi film girati proprio qui con tanti grandissimi della commedia USA come Mel Brooks, Leslie Nielsen, Dom De Louise, Billy Zane, Martin Balsam, Shelley Winter, Rudy De Luca, John Astin. Nonché nei suoi film da regista con camei di John Landis, John Carpenter, Joe Dante”.
Greggio riproporrà alcuni sui film (Killer per caso, Il papà di Giovanna e Box Office 3D) e presenterà recenti commedie di amici e colleghi a cominciare da ‘Odio l’estate’ di Massimo Venier con Aldo, Giovanni e Giacomo (in uscita italiana il 30 gennaio). Con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, il sostegno del Mibact (Dg Cinema e Audiovisivo) e la partecipazione di Intesa Sanpaolo, Rai Cinema, Rai Com, Rainbow, Medusa, Iervolino Erntertainment, Consolato Generale,Ice e Istituto Italiano di Cultura, il festival Los Angeles, Italia 2020 sarà presieduto dai premi Oscar Gabriele Salvatores e Nick Vallelonga e ospiterà Remo Girone (coprotagonista di Lemans66 in corsa per l’Academy Award), Franco Nero, Francesca Archibugi, Elisa Amoruso con Chiara Ferragni. E per la musica Clementino, Valeria Altobelli e Gianluigi Lembo.

Downey Jr da supereroe a super medico DolittleFilm da 175 mln ma incassi Usa deludono. In cast anche Smutniak

26 gennaio 202014:49

– La febbre (e i compensi) da blockbuster continuano a lasciare un segno nella carriera di Robert Downey Jr. Dopo aver interpretato, dal 2008, Iron man, una decina di volte, tra film su di lui, Avengers e altri superhero movies Marvel (potrebbe aggiungersi anche un cameo in Black Widow), l’attore resta nel terreno del fantasy, anche se in chiave di adventure comedy. Lo fa con Dolittle di Stephen Gaghan, in arrivo in sala dal 30 gennaio con Universal. Alla base c’è il personaggio creato dal britannico Hugh Lofting per le lettere che spediva ai suoi figli dal fronte belga durante la I guerra Mondiale, poi diventato dal 1920 protagonista di una serie di libri per ragazzi.
Il super medico veterinario che sa parlare con tutti gli animali era già approdato sul grande schermo nelle interpretazioni di Rex Harrison nel 1967, per due film nel 1998 e il 2001 con Eddie Murphy più tre sequel dal 2006 al 2009 con Kyla Pratt. Questa nuova versione da 175 milioni di dollari che rispetta l’ambientazione viittoriana e ripesca molti dei personaggi dei libri, ha nel cast anche Antonio Banderas, Michael Sheen e Kasia Smutniak (nel ruolo quasi non parlante della moglie scomparsa di Dolittle) .Il film tuttavia è stato accolto male dalla critica e con poco entusiasmo dal pubblico Usa. In 10 giorni di uscita negli Stati Uniti ha incassato intorno ai 43 milioni di dollari e gli analisti parlano di un flop che potrebbe perdere intorno ai 100 milioni di dollari, a meno di un exploit sui mercati internazionali.

Verdone, pronto a ruolo drammatico, aspetto proposta giustaAttore romano ospite al Teatro Politeama di Catanzaro

CATANZARO26 gennaio 202017:48

– “Mai dire mai. Sento che potrei fare benissimo anche il genere drammatico. Però ci vuole un regista, non io, che abbia una bella storia, un bel copione ed un personaggio adatto. Quando arriverà, io sono pronto. Anche perché sono nell’età adatta per farlo. Mi piacerebbe molto, spero che capiti. Così il pubblico potrà vedere un’altra mia sfaccettatura con cui potrei dare molto”. Così Carlo Verdone ha risposto ad una domanda sulla possibilità che possa interpretare in futuro un ruolo drammatico dopo la sua riuscita interpretazione ne “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino. Verdone è stato ospite della rassegna “Musica&Cinema” organizzata dal Teatro Politeama di Catanzaro ed ha a lungo intrattenuto il pubblico ricevendo una grande manifestazione di affetto, alla quale ha risposto inginocchiandosi sul palcoscenico davanti alla platea.
“D’altra parte – ha aggiunto – molti attori drammatici provengono dalla commedia. Spero sinceramente che possa fare anch’io questa esperienza”.

L.A. Italia nel segno di Fellini e dei ‘maestri’Il 2 febbraio apre Casanova, omaggi da Wertmuller a Rosi

NAPOLI26 gennaio 202018:46

– Nel segno di Federico Fellini e degli autori che hanno fatto la ‘grande storia’ del cinema italiano nel mondo, da Wertmuller a Rosi: la 15ma edizione di Los Angeles, Italia – Film, Fashion and Art Festival (2-8 febbraio) aprirà la sezione ‘The Italian Masters’, nell’anno del centenario del regista riminese, il 2 febbraio al Chinese Theatre di Hollywood, con il film ‘Casanova’ interpretato da Donald Sutherland (1976, musiche di Nino Rota, fotografia di Peppino Rotunno, montaggio di Ruggero Mastroianni).
Segmento della kermesse tricolore che come di consueto precede la notte degli Oscar (domenica 9 febbraio), la sezione dedicata ai maestri italiani si chiuderà sabato 8 febbraio con un altro capolavoro di Fellini ‘Ginger e Fred’ (1986) con Giulietta Masina e Marcello Mastroianni, scritto con Tullio Pinelli e Tonino Guerra(coetaneo di Fellini e dunque festeggiatissimo quest’anno) con musiche di Nicola Piovani, fotografia di Tonino Delli Colli ed Ennio Guarnieri, scenongrafie di Dante Ferretti.
Tra gli altri momenti clou di ‘The Italian Masters’, gli omaggi a Lina Wertmuller (premiata lo scorso ottobre con l’Oscar alla carriera) con la proiezione di ‘Travolti da un insolito destino…’ (1974), il tributo a Francesco Rosi con il docu ‘Citizen Rosi’ di sua figlia Carolina e di Didi Gnocchi (presentato a Venezia 2019). Ci sarà anche un omaggio al celebre direttore della fotografia Carlo di Palma (con il documentario Acqua e Zucchero: I colori della vita di Fariborz Kamkari prodotto da Adriana Chiesa Di Palma).
Un ricordo del grande drammaturgo Eduardo de Filippo accompagnerà ‘Il sindaco del Rione Sanità’ portato sul grande schermo da Mario Martone, che sarà presentato dal protagonista Francesco di Leva. La manifestazione è promossa dall’Istituto Capri nel mondo con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, il sostegno del Mibact (Dg Cinema e Audiovisivo) e la partecipazione di Intesa Sanpaolo, Rai Cinema, Rai Com, Rainbow, Medusa, Iervolino Erntertainment e Isaia, Consolato Generale,Ice e Istituto Italiano di Cultura.

Box office Usa, Bad Boys for Life mantiene la vettaTiene al secondo posto 1917, flop per Dolittle

26 gennaio 202019:43

– La coppia di investigatori interpretata da Will Smith e Martin Lawrence continua a fare incassi al box office Usa, mantenendo la vetta anche nella seconda settimana di uscita. Bad Boys for Life, terzo capitolo della serie di Bad Boys, fa suoi altri 34 milioni di dollari nel weekend per un totale 120 milioni nel mercato nordamericano.
Tiene al secondo posto 1917, film sulla Grande Guerra diretto da Sam Mendes, che porta a casa altri 13 milioni, superando quota 100 milioni in 5 settimane.
Solo terzo Dolittle, con Robert Downey Jr nei panni del super medico veterinario che sa parlare con tutti gli animali, che, costato 200 milioni di dollari, non è andato oltre i 44 nel mercato casalingo in due settimane (solo 12 milioni nell’ultimo weekend).
Quarto The Gentlemen di Guy Ritchie con 11 milioni nel primo weekend d’uscita.

Quanto ci riguarda la banalità di EichmannMassini immagina un colloqui tra la SS e Hannah Arendt

26 gennaio 202020:02

– STEFANO MASSINI, ”EICHMANN, DOVE INIZIA LA NOTTE” (FANDANGO, pp. 114 – 12,00 euro).
”Quando fa buio il cielo cambia colore tutto quanto, i tuoi occhi non possono fermarlo.Non potranno mai”, risponde il padre a Hannah Arendt bambina, che gli chiede dove inizia la notte. E’ la metafora con cui si chiude questo terribile dialogo immaginato e scritto da Stefano Massini con tutta la sua abilità teatrale, tra la filosofa e storica tedesca ebrea e Adolf Heichmann, il gerarca delle SS che pianificò e organizzò materialmente la deportazione e lo sterminio di milioni di ebrei, al processo del quale assistette, dopo che questi fu rapito in Argentina, dove viveva sotto mentite spoglie, e portato in Israele.
Come al processo anche in questo dialogo Heicmann racconta con distacco i momenti salienti della persecuzione, della ”evacuazione” degli ebrei e della ”soluzione finale”, storie terribili, come la scelta tra l’uso ”meno spietato” del gas e le truci, truculente fucilazioni di massa.
Allora la Arendt scrisse il suo saggio su quell’esperienza intitolandolo ”La banalità del male”, perché vide in Heicmann il burocrate puro che fa meglio che può per guadagnarsi meriti e essere lodato e promosso, non un perverso sadico, ma un ottimo capo organizzatore che aveva un certo distacco da quel che faceva, forse non rendendosi mai conto fino in fondo del male assoluto che aveva permesso si realizzasse.
In questo colloquio, che vive della perizia, il ritmo, la forza della scrittura di Massini, che ai documenti del processo e agli scritti della Arendt si ispira, il gerarca risponde alla filosofa, le racconta la propria storia, in cui lei cerca di capire quale è il momento in cui inizia la notte, in cui nasce e prende corpo il male. Lui racconta quanto anzi fece, specie sino a un certo punto, per evitare il peggio, per evitare le uccisioni di massa, per mandare molti nelle fabbriche invece che nei campi, dove comunque ne morivano due su tre sfruttati, e così via, e come lui non avesse direttamente mai ucciso qualcuno (anzi aveva orrore per la morte, anche degli animali) e come lavorasse in una gigantesca macchina ineluttabilmente ormai messa in moto, dove, se si fosse fermato, qualcun’altro avrebbe subito preso il suo posto. Riferisce, per esempio, della volta che dirottò un treno diretto a Auschwitz su Lodz, dove esisteva un ghetto e non c’era sterminio, e fu aspramente rimproverato e costretto a scusarsi con Himmler, dopo di che non prese più iniziative e si limitò sempre solo a eseguire gli ordini: ”L’unico onore è non tradire mai” e ” fare quello che va fatto”.
Così l’SS accusa la Arendt di avere visto tutto e giudicato da lontano, camminando per i prati di un college di Boston, mentre essere là, nei campi era tutto diverso: ”Lei non può pensare che vivere e morire siano la stessa cosa per chi cammina sull’orlo di un baratro…. mentre tutti muoiono si è disposti a far tutto pur di vivere”. Le parla dell’indifferenza di Dio o della Natura, come la si voglia chiamare, della natura dell’uomo, delle circostanze.
”Siccome non mi avete chiuso in un treno e non ho rischiato di morire col gas – replica lei – allora non ho neanche diritto di capire? Io lo devo a quella gente…. devo capire per loro, perché almeno abbia un senso”. E’ non c’è un vero senso in tutto quello che ha riguardato, giorno dopo giorno, l’olocausto, tranne il fatto che a compierlo erano uomini normali che svolgevano il proprio lavoro e eseguivano degli ordini superiori, uomini come ognuno di noi. Ed è solo questo, alla fine di un tale intenso dialogo, il senso su cui ognuno deve riflettere, per evitare che il male possa prendere forma per colpa delle circostanze e della miseria umana.

Sanremo: Ricchi e Poveri ospiti in quartetto originarioReunion Brambati, Gatti, Occhiena e Sotgiu al Festival

25 gennaio 202021:34

I Ricchi e Poveri saranno ospiti a Sanremo, eccezionalmente nella loro formazione originaria in quartetto, in occasione dei 50 anni del brano ‘La prima cosa bella’ e della prima partecipazione al Festival del 1970. La reunion nasce dall’idea del manager Danilo Mancuso che ha riunito Angela Brambati, Franco Gatti, Marina Occhiena e Angelo Sotgiu per realizzare un progetto speciale. A darne notizia è l’ufficio stampa del gruppo.I Ricchi e Poveri, nella loro formazione originaria, saranno ospiti a Sanremo con ogni probabilità il 5 febbraio, nella seconda serata. In trio, Angela, Angelo e Franco avrebbero dovuto ricevere un Premio alla Carriera al Festival nel 2013, ma la loro partecipazione saltò a causa del ritrovamento del figlio di Franco Gatti senza vita. Da allora l’addio dello stesso Gatti al gruppo, divenuto quindi un duo. Era stato Franco Califano a prendere il quartetto sotto la sua ala e a battezzarlo, in origine, ‘Ricchi e poveri’. “Siamo qui tutti e quattro insieme – dicono oggi – per onorare l’affetto che il pubblico ci ha sempre dimostrato. Celebrare i 50 anni dal nostro primo grande successo, ‘La prima cosa bella’, è come ritrovarsi in famiglia dopo un lungo viaggio e rinsaldare un legame essenziale”. Il progetto ReuniON vedrà i Ricchi e Poveri al completo nuovamente protagonisti della scena musicale. “La grande carriera di questa band che ha saputo rinnovarsi nel tempo imponendosi in Italia e all’estero mi ha spinto – spiega il manager Danilo Mancuso – a realizzare questo progetto per renderle merito e far conoscere meglio alle nuove generazioni, peraltro già legate a loro, un universo musicale unico che ha sempre creato condivisione proprio per quella leggerezza festosa e vocazione al sentimento che è la cifra stilistica del gruppo”. I particolari del progetto saranno resi noti nel corso della conferenza stampa in calendario, presso la Sala Stampa del Teatro Ariston di Sanremo, il 5 febbraio alle 16.30.

Spopola sul web la Dolly Parton ChallengeLa regina del country si fa in quattro, la rete accetta la sfida

NEW YORK25 gennaio 202019:50

Dolly Parton si fa in quattro e spopola sul web. La 74enne, regina del country e da novembre protagonista di una popolare serie su Netflix ispirata ai suoi brani musicali piu’ famosi, ha ispirato l’hashtag #DollyPartonChallenge postando su Twitter un fotocollage di quattro diverse versioni di se’ ispirate ai social piu’ di punta.
Star di Hollywood, influencer, serie tv, persino musei – il Musee d’Orsay, Sotheby’s, il Benaki di Atene e il Museum of Fine Arts sono solo alcuni – e ovviamente tanti millennials padroni di pets sono partiti all’imitazione.    Professoressa abbottonata fino al collo per LinkdIn; in maglione natalizio con le renne per Facebook; con la chitarra in uno scatto in bianco e nero in omaggio agli estetismi di Instagram, mentre per la popolare dating app di Tinder la scelta e’ caduta sul costume da coniglietta di quando nel 1978 poso’ per Playboy: queste le quattro Dolly Parton, “una donna che può far di tutto”, come ha scritto la cantante in una frase accompagnata dall’emoji della strizzatina d’occhio come a dire: “Sapete, anche se non sono su Tinder, sono abbastanza hip per capire cos’e'”.
Nottetempo l’hashtag #DollyParton Challenge e’ diventato virale. Come gli scatti condivisi da Dolly, le foto su LinkdIn tendono ad essere professionali, quelle su Facebook amichevoli e familiari. Instagram aspira allo scatto d’arte, Tinder a suggerire la potenzialità di un flirt o qualcosa di provocante.
Chi ha accettato la sfida si e’ adeguato interpretandola con ironia il piu’ delle volte, talora con narcisismo.
A spingere l’asta sul web e’ stata Miley Cyrus, la figlioccia di Dolly: “Sta facendo tendenza in tutto il mondo parlando di piattaforme che neppure usa”, ha commentato la cantante, rendendo omaggio alla “queen of meme” e a sua volta partecipando con la sua versione alla ormai a quel punto irresistibile sfida su Instagram.
Celebrità come Jennifer Garner, Oprah Winfrey, Donatella Versace e tanti altri ne hanno seguito l’esempio. Ellen DeGeneres e’ salita a bordo (con la moglie Portia De Rossi, i cani di famiglia e un gruppetto di amici celebri) e cosi’ Naomi Campbell che ha sostituito Facebook con YouTube.
Donne soprattutto, ma anche tanti uomini – dall’astronauta della Nasa Scott Kelly agli attori Mark Ruffolo e Will Smith – piu’ migliaia di utenti della rete non famosi sono andati dietro all’esuberante, platinata e ritoccata star di “Jonelle” interpretando la sfida come una scusa per postare quattro lusinghiere foto di se’ in una sola volta. Una sezione a parte per i pets adorati dai millennial: una occasione per raccontare con ironia lo spirito dei loro amici a quattro zampe.

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Hit parade, Cip! si conferma in vetta
Primo anche tra i vinili, Eminem debutta al quarto posto

24 gennaio 202018:55

Brunori Sas con Cip! si conferma per la seconda settimana consecutiva in vetta alla classifica dei dischi più venduti della settimana, secondo le rilevazioni Fimi/Gfk, e bissa anche il primo posto tra i vinili. Stabili sul podio anche 23 6451 di Tha Supreme e Persona di Marracash al terzo. Entra direttamente al quarto posto Eminem, con l’album uscito a sorpresa Music To Be Murdered By, titolo ispirato al maestro dell’orrore Alfred Hitchcock. Quinto gradino, senza variazioni rispetto a una settimana fa, per il gruppo trap FSK Satellite, con FSK TRapshit revenge, seguito da Rocco Hunt con Libertà.
Scivola di due posizioni Ultimo con Colpa delle favole, da 42 settimane in classifica, settimo davanti ad Accetto Miracoli di Tiziano Ferro, pronto a cimentarsi come ospite fisso del festival di Sanremo. Chiudono la top ten Salmo, con la versione live di Playlist, e Mina e Ivano Fossati con l’album che porta il loro nome. Primo tra i singoli Boogieman di Ghali in duetto con Salmo.   Ecco la top ten Fimi/Gfk degli album più venduti della settimana dal 17 al 23 gennaio 2020:1) CIP!, BRUNORI SAS (ISLAND-UNIVERSAL MUSIC)2) 23 6451, THA SUPREME (EPIC-SONY)3) PERSONA, MARRACASH (ISLAND-UNIVERSAL MUSIC)4) MUSIC TO BE MURDERED BY, EMINEM (VIRGIN-UNIVERSAL MUSIC)5) FSK TRAPSHIT REVENGE, FSK SATELLITE (THAURUS-UNIVERSAL MUSIC)6) LIBERTÀ, ROCCO HUNT (RCA RECORDS LABEL-SONY) 7) COLPA DELLE FAVOLE, ULTIMO (HONIRO-BELIEVE)8) ACCETTO MIRACOLI, TIZIANO FERRO (VIRGIN-UNIVERSAL MUSIC)9) PLAYLIST LIVE, SALMO (EPIC-SONY)10) MINA FOSSATIMINA & IVANO FOSSATI (PDU/IL VOLATORE-SONY)   Ecco la classifica dei primi cinque singoli più scaricati:1) BOOGIEMAN, GHALI FEAT. SALMO (STO RECORDS/ATLANTIC-WMI)2) BLUN7 A SWISHLAND, THA SUPREME (EPIC-SME)3) DANCE MONKEY, TONES AND I (ELEKTRA (NEK)-WMI)4) STU CORE T’APPARTEN, ROCCO HUNT (RCA RECORDS LABEL-SME)5) TI VOLEVO DEDICARE, ROCCO HUNT FEAT. J-AX & BOOMDABASH (RCA RECORDS LABEL-SME)   Infine la classifica dei vinili:1) CIP!, BRUNORI SAS (ISLAND-UNIVERSAL MUSIC)2) FONDAMENTA, COMA_COSE (BELIEVE-BELIEVE)3) THE WALL, PINK FLOYD (PARLOPHONE-WMI)4) WISH YOU WERE HERE, PINK FLOYD (PARLOPHONE-WMI)5) NEVERMIND, NIRVANA (GEFFEN RECORDS/USM-UNIVERSAL MUSIC).

Taylor Swift, ho sofferto di disturbi alimentariRivelazione cantante in un documentario di cui è protagonista

NEW YORK24 gennaio 202017:33

“Mi riducevo alla fame quando vedevo foto di me che non mi piacevano”. Lo ha rivelato Taylor Swift nel documentario Taylor Swift: Miss Americana diretto da Lana Wilson e di cui è protagonista. Il film è stato presentato in anteprima al festival cinematografico Sundance. La cantante parla dei suoi disturbi e del suo rapporto con il cibo definito dannoso e per il quale punta anche il dito contro le continue intromissioni nella sua vita da parte dei paparazzi, colpevoli dell’immagine di lei che davano in pubblico.
“E’ accaduto solo poche volte – racconta – ma non è una cosa di cui vado fiera. Una foto di me in cui mi sembrava di avere la pancia troppo grande o… qualcuno che mi diceva che sembravo incinta… e si innescava in me il desiderio di fare la fame… smettere di mangiare”.
In un’intervista a Variety ha aggiunto anche che con il suo rapporto con il cibo funzionava la stessa psicologia che applicava a tutto nella sua vita. “Se mi si dava una pacca sulla spalla – ha spiegato – la percepivo come una cosa buona, se mi si castigava la percepivo come una cosa cattiva”. Quando quindi vedeva foto di se’ non particolarmente piacevoli a sua detta si innescava il meccanismo di fare la fame.

Sicilia sottosopra, Ayala la prima volta a RomaAl Teatro dei Dioscuri dal 29/1 al 1/3 a cura di Enrico Menduni

24 gennaio 202013:42

La scoperta di un fotografo segreto.  Uno scrigno di immagini tenuto chiuso per 70 anni. Oggi aperto per restituire una storia antica, e uno sguardo sorprendente. La Mostra racconta la storia di un ragazzo, Gianfranco Ayala, che tra il 1948 e il ’52, tra i 15 e i 19 anni, a Caltanissetta, scatta decine, centinaia di fotografie, come una passione, come una liberazione. E’ un talento naturale, sono foto di pura bellezza, sulla città e la campagna, gli adulti e i bambini, sulla fatica, la povertà, il sorriso della vita. Senza formazione specifica, allievo solo di uno stampatore e di ciò che vede, Ayala incrocia senza saperlo le traiettorie del realismo cinematografico, di Cartier-Bresson, degli street photographers americani. Il ragazzo è amico del ‘professor’ Sciascia; è erede di gestori di solfatare, come Pirandello. La sua storia può essere quella di un racconto di Bufalino, di una vocazione postdatata.
E la mostra racconta la storia di Gianfranco Ayala, neurologo e docente di livello internazionale.Oggi ha 87 anni e la mostra Sicilia sottosopra porta per la prima volta a Roma questa promessa della fotografia. Sicilia sottosopra, promossa e organizzata da Istituto Luce-Cinecittà presso il Teatro dei Dioscuri al Quirinale, dal 29 gennaio al 1 marzo 2020, per la cura di Enrico Menduni, racconta in 75 immagini, e nel corto-gioiello del 1952 ‘Solfara.

Just Charlie, il coraggio adolescente di essere se stessiIl giovane talento Harry Gilby protagonista storia vera gender

24 gennaio 202010:02

Arriva in sala, dopo premi in molti festival, ‘Just Charlie diventa chi sei’, l’opera prima di Rebekah Fortune che racconta di Charlie, un adolescente della provincia inglese con un grande talento per il calcio. Una delle squadre più importanti, il Manchester City, gli offre un ingaggio da sogno, ma lui ha un segreto: è felice solo quando, di nascosto, può vestirsi da ragazza.
Intrappolata nel corpo di un fanciullo, Charlie è combattuta tra il desiderio di compiacere le ambizioni che il padre ripone in lei e il bisogno di affermare la propria identità. La scelta che la attende rischia di mandare in pezzi la sua famiglia e mettere a repentaglio i suoi affetti più cari. Ma il suo bruciante desiderio di abbracciare pienamente la propria vera identità, le fa trovare in sé la forza per farsi accettare e amare dalla comunità in cui vive.
Il film è ambientato a Tamworth, una piccola città di commercianti nelle Midlands, dove tutti si conoscono e dove il calcio domina qualsiasi argomento di conversazione. «Tutti i personaggi del film – dice la regista – sono ispirati a persone reali, con le loro difficoltà nell’aprirsi al di là della loro ‘zona di comfort’. Avendo io stessa sperimentato il rifiuto e la difficoltà nell’accettazione di individui che differiscono dalla norma, mi è sembrato il contesto perfetto in cui ambientare questa storia». Rebekah Fortune racconta una storia semplice, la storia di una famiglia e di una comunità. Una storia che è insieme appassionante, divertente, amara, commovente, e nel complesso molto gioiosa.
Charlie è interpretato dallo straordinario, giovanissimo Harry Gilby (l’acclamato interprete della versione teatrale di Billy Elliot) che per questo ruolo ha ottenuto la nomination BIFA come Miglior Esordiente. Il film è distribuito in Italia dal 23 gennaio da Valmyn e Wanted.

Laura Imai Messina e il telefono del ventoScrittrice, andiamo “dove si fa del pensiero parola”

25 gennaio 202021:07

LAURA IMAI MESSINA, QUEL CHE AFFIDIAMO AL VENTO (PIEMME, PP 248, EURO 17,50). Un telefono nero, di bachelite, di quelli di una volta, che i ragazzi di oggi non hanno mai usato, trasporta le voci del vento. E’ scollegato e ospitato all’interno di una cabina telefonica in un immenso giardino privato, chiamato Bell Gardia, nel nord est del Giappone. Da tutto il paese, ma anche dal resto del mondo, arrivano ogni anno migliaia di persone che alzano la pesante cornetta per parlare con chi non c’è più.
Parte da qui, da questo luogo dove regna la potenza dell’immaginazione, il viaggio compiuto da Laura Imai Messina nel suo nuovo romanzo ‘Quel che affidiamo al vento’, pubblicato come i precedenti da Piemme, che in due settimane è arrivato alla seconda ristampa, è il primo si Amazon, va a ruba nelle librerie ed è stato venduto in oltre 20 paesi. E’ un romanzo sorprendente dove lo tsunami dell’11 marzo 2011 in Giappone, il dolore, i lutti e l’immensa sofferenza della perdita, anche dei figli, vengono raccontati in una storia di rinascita e di amore, ambientato in uno dei “luoghi di resilienza più potenti del mondo”. “Le persone devono perdersi per trovarsi. Devono vagare, cioè entrare in uno stato meditativo che è quello che le aiuta a parlare dalla cornetta del telefono. Il punto è fare del pensiero parola. La cabina del telefono serve a questo. A smorzare i toni drammatici. Un lutto è capace di uccidere, invece fare parola ti aiuta ad ascoltarti. Nella cabina, oltre al telefono, c’è un quaderno dove chi vuole può anche scrivere” racconta Laura Imai Messina, romana d’origine, che vive in Giappone da 15 anni, dove insegna italiano in tre università, è sposata con un giapponese e ha due figli piccoli.
In questi giorni è in Italia per l’uscita del libro che verrà tradotto in Giappone. “Non mi aspetto mai niente, ma già prima della Fiera di Francoforte 2019 sono arrivate tante offerte di traduzioni. Quella arrivata dal Giappone è stata una vera sorpresa e consacrazione, una grande gioia. Mi ha fatto commuovere. Tendenzialmente i giapponesi non traducono gli autori stranieri che parlano di Giappone. In generale fanno pochissime traduzioni e i pochi che scelgono sono famosissimi” spiega la scrittrice. E ci tiene a sottolineare che Bell Gardia, sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, non “è un luogo turistico. Non ci sono indicazioni, cartine. Lo gestiscono Sasaki Itaru e la moglie, due ultrasettantenni. Il guardiano del romanzo è ispirato a lui che ha concepito questo luogo e lo ha condiviso con chi ne sente il bisogno.In effetti, “ci sono luoghi della terra che è importante continuino a esistere, al di là di noi e del nostro farne esperienza” sottolinea la Imai Messina e uno di questi è il Telefono del Vento dove la stessa autrice ha avuto remore ad andare: “la verità era che temevo di rubare qualcosa, di sottrarre tempo e disponibilità a qualcuno che ne aveva più bisogno di me”.Nel romanzo Yui, una donna di 30 anni, che nel marzo 2011 ha visto inghiottite dallo tsunami sua figlia e sua madre, va a visitare Bell Gardia dove incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo ed è padre di una bimba di 4 anni, muta dal giorno in cui è morta la madre. Quando un urgano rischia di abbattere quel Giardino, Yui fa di tutto per salvarlo, a costo della sua vita. “Andare lì è anche riconoscere che una persona non c’è più.
Rendersi conto di come ci si sente. Ammettere la mancanza. C’è chi non riesce a piangere. C’è chi scrive sul quaderno: ‘non ho sentito nulla’. E’ come una cartina di tornasole. E’ un luogo di grande bellezza, ‘consolante e rigenerante” sottolinea la Imai Messina. Bell Gardia è stato creato nel 2010, un anno prima dello tsunami, “in modo quasi poetico. Ed è proprio dalla poesia che vengono fuori cose magnifiche. La poesia è un distacco dal reale che te lo fa vedere in modo puro. Sasaki Itaru protegge quel luogo e io ho voluto scrivere una storia di rinascita, non raccontare il dolore per il dolore, sarebbe stato uno spreco. Ho voluto innestare un nuovo germoglio su un terreno bruciato” dice la scrittrice alla quale sono arrivate proposte per farne un film. “Se si realizzerà sarebbe bello che avesse lo stesso effetto che ha il libro sui lettori. Tutti mi dicono che è un romanzo che fa bene” dice la scrittrice che vorrebbe venisse privilegiata la “zona luminosa. In fondo un romanzo lo fa la parola, non tutta la storia” sottolinea la Imai Messina che in Giappone non vive sotto la pressione del mondo editoriale e riconosce e difende questa sua zona preziosa di libertà.

Il borgo che verrà, dal vino alle residenze per autoriSerrone si rilancia coniugando tradizione e contemporaneità

23 gennaio 202017:19

Rilanciare un borgo antichissimo partendo dalle sue tradizioni per arrivare a diventare una residenza per autori. È questo l’obiettivo a Serrone, in provincia di Frosinone, di ‘IN VINO FABULA Residenza delle Narrazioni’, un progetto frutto della sinergia tra territorio, cultura ed impresa. L’idea di Luca Calselli, curatore, e Rino Bianchi, direttore artistico, in collaborazione con le Istituzioni, la Rete e la cittadinanza, è quella di dar vita ad un progetto nuovo, capace di coniugare la scrittura con le altre discipline narrative e di ribadire il concetto che senza cultura un territorio è più debole. La cultura intesa come cardine dello sviluppo e volano per una nuova e dinamica coesione sociale. Il programma prevede l’ospitalità per ogni autore coinvolto, che scriverà a suo modo del territorio, del paesaggio, del vino, del lavoro.

“Alla base del progetto c’è l’idea, forte – spiega Bianchi – della contaminazione tra linguaggi narrativi, per riaffermare il principio che la cultura muove l’economia”. L’obiettivo è dare vita ad una frequentazione della città e del territorio, da parte di artisti, letterati, donne e uomini di cultura, che sappiano coglierne le specificità, le peculiarità, il vernacolo, le eccellenze dei prodotti dell’agroalimentare, la bellezza identitaria e, raccontarle al mondo. Ospitare artisti e cultori delle lettere e dei diversi linguaggi della comunicazione, significherà anche, dare modo di crescere ai cittadini, arricchire la biblioteca di nuovi autori, sapersi riconoscere in una comunità capace di guardare lontano e di volare alto.

Sinora, il progetto ha portato alla pubblicazione del libro  ‘In Vino in fabula’, ovvero una raccolta di narrazioni a più voci che vede protagonista il vino, nello specifico il Cesanese del Piglio, unica DOCG a bacca rossa del Lazio. Gli autori (Francesca Bellino, Rino Bianchi, Angelo Ferracuti, Emanuele Lelli, Eleonora Mazzoni e Marco Petrella) invitati sono stati ospitati per un periodo nel territorio per narrare il genius loci con racconti, graphic-novel e fotografia. Dalle narrazioni emergono con forza le suggestioni arrivate dal territorio, dalla gente, dal lavoro, quella stessa sensazione che deve aver vissuta Mario Soldati quando ha attraversato questi luoghi.

Il duca Farnese morì avvelenato? Esumati i resti dopo oltre 400 anniCold case rinascimentale, autopsia per risolvere il giallo sulla morte

22 gennaio 202017:46

Morì nel 1592, ufficialmente per una polmonite, ma quel decesso improvviso non convinse mai fino in fondo. Così oggi, ad oltre 400 anni di distanza, gli anatomo-patologi della medicina legale dell’Ospedale Maggiore di Parma insieme ai Carabineri del Ris della città emiliana cercheranno l’ultima verità sulla morte di Alessandro Farnese, terzo duca di Parma e Piacenza, forse il personaggio più importante della storia di Parma.Il giallo che ora si tenterà di risolvere è se, a soli 47 anni, il duca morì di morte naturale o fu avvelenato in un intrigo internazionale. Sì perché Alessandro Farnese, nonostante fosse a capo di un piccolo Stato, era un uomo di successo grazie alle sue grandi vittorie militari, al suo acume politico ma soprattutto l’uomo chiave di Filippo II di Spagna, il fondatore del Belgio moderno. Tanto onore per Farnese ma ovviamente tanti nemici e questo, da sempre, ha fatto pensare all’ipotesi dell’omicidio.Ad oltre quattro secoli dalla sua morte Anna Zaniboni Mattioli, grande appassionata di storia, e lo studioso Giuseppe Bertini, curatore del volume ‘La storia di Parma’ sui Farnese hanno così pensato di tornare ad investigare sulla morte del Duca Alessandro. Un progetto sostenuto anche dall’Ordine Costantiniano che ha permesso la riesumazione del corpo che riposa nella cripta della Steccata, la chiesa dove sono conservati i resti dei regnanti di Parma. Da ieri i resti di Alessandro Farnese e della moglie Maria di Portogallo sono stati trasferiti all’Istituto di medicina legale dell’Ospedale Maggiore dove sono iniziati gli esami autoptici a cui collaboreranno i Ris di Parma.”Alessandro Farnese era l’uomo chiave di Filippo II di Spagna – ha spiegato alla Gazzetta di Parma Anna Zaniboni Mattioli – I suoi successi suscitarono così forti invidie e il duca era diventato l’uomo più scomodo d’Europa. Al momento della morte si ipotizza che fosse malato di polmonite, ma c’è il sospetto che possa essere avvelenato per le invidie che aveva suscitato”. L’idea di esumare la salma di Alessandro Farnese arriva dopo analoghi interventi a grandi personaggi della storia, come ad esempio la famiglia Medici o Cangrande della Scala. E in quest’ultimo caso le analisi sulla salma hanno permesso proprio di attestare che morì avvelenato. Un altro giallo, questa volta di fine Rinascimento, rischia insomma di trovare una soluzione, nel 2020, 428 anni dopo il possibile delitto. E così sull’operazione Farnese sono già pronti un libro, un convegno e una mostra speciale. Manca solo da scrivere il capitolo finale.

Pfas alterano la coagulazione del sangueRicerca italiana scopre legame con le malattie cardiovascolari

24 gennaio 202011:50

– Individuato il legame tra inquinamento da Pfas, le sostanze chimiche che possono essere presenti in vernici, farmaci e presidi medici, e malattie cardiovascolari. Una ricerca italiana ha scoperto che questi inquinanti possono attivare le piastrine, rendendole più suscettibili alla coagulazione e predisponendo a un aumento del rischio cardiovascolare. La ricerca è dell’università di Padova sotto la guida di Carlo Foresta, ordinario di endocrinologia, con i gruppi di Luca De Toni e Andrea Di Nisio. La ricerca, pubblicata sull’International Journal of Molecular Sciences, nasce dalle osservazioni riportate sia in studi internazionali che dal Servizio Epidemiologico Regionale del Veneto che indicano un aumento del rischio cardiovascolare associato all’inquinamento da Pfas, i composti perfluorurati che vengono utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all’acqua molti prodotti, dai tessuti ai rivestimenti per contenitori di alimenti.

Musica: J Ax, una ‘Beretta’ contro violenza su donneIn nuovo album ‘Reale’ lei uccide lui dopo vita di abusi

22 gennaio 202016:37

– “Così Salvini smette di dire che sono del Pd”, scherza J Ax parlando di ‘Beretta’, uno dei brani del suo nuovo album ‘Reale’, in cui racconta una storia di violenza domestica che finisce con lei che uccide lui. “Non sono per dogma contro la legittima difesa, la mia visione shifta a seconda di quello che succede” dice l’ex Articolo 31, spiegando che “la storia è presa dai fatti di cronaca e io giustifico il gesto della persona in questione”.
“I giornali danno contro chi si fa giustizia da solo, io – sottolinea – sono in una zona grigia, sono libertario e sono per leggi più morbide sulla legittima difesa”. A chi gli chiede se Salvini, con cui il rapper ha spesso interloquito via social, commenterà questa sua presa di posizione, J Ax risponde che “non risponderà, perché non sottolinea la sua narrativa, lui deve dipingermi come il comunista con il rolex che vive in un attico, mi aspetto piuttosto – dice – delle accuse da parti sinistroidi”.

Al cinema a febbraio il film su Sordi con Edoardo Pesce’Permette? Alberto Sordi’ in sala 24-25-26 febbraio e poi Rai1

22 gennaio 202015:02

– A cento anni dalla nascita il cinema omaggia Alberto Sordi con un evento. Solo il 24, 25 e 26 febbraio arriva sul grande schermo ‘Permette? Alberto Sordi’, un film imperdibile che racconta le origini di una leggenda del cinema italiano, prossimamente in onda su Rai1.

La pirateria sottrae al mondo del libro 528 mln l’annoRicerca Ipsos per Associazione Italiana Editori-AIE

22 gennaio 202012:00

– La pirateria sottrae al mondo del libro 528 milioni all’anno, pari al 23% del valore del mercato (esclusi scolastica ed export), con ricadute per il sistema Paese di 1,3 miliardi di euro e 216 milioni di mancati introiti del fisco. Un italiano su tre, sopra i 15 anni (36%), ha compiuto almeno un atto di pirateria e il 66% ritiene poco o per nulla probabile l’ipotesi che gli atti illegali vengano scoperti e puniti. Emerge dalla ricerca commissionata dall’Associazione Italiana Editori -AIE a Ipsos che per la prima volta traccia le dimensioni del fenomeno.
E’ stimato in 324 milioni il danno economico annuo provocato all’editoria di varia, per 29 milioni di copie in meno vendute; in 105 milioni quello all’editoria universitaria (4 milioni di copie) e in 99 milioni il danno all’editoria professionale e banche dati (2,9 milioni di copie). I posti di lavoro persi nel mondo del libro sono 3.600, considerando anche l’indotto 8.800.

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Sanremo: Zarrillo, cambio pelle e canto il malessere
Cantautore in gara per la 13/a volta con Nell’estasi o nel fango

19 gennaio 2020 14:15

Sanremo val bene un po’ di stress, un po’ di pressione psicologica e anche tutto il chiacchiericcio che ci si fa su. Oneri e onori del mestiere più bello al mondo, quello del cantautore, almeno stando alle parole di Michele Zarrillo, pronto a partecipare ancora una volta, la tredicesima (la prima fu nel 1981, l’ultima nel 2017), al festival più chiacchierato d’Italia con il brano Nell’estasi o nel Fango, scritto con Valentina Parisse.
“Sanremo è Sanremo. A me ha dato tutto e continua a farlo. Mi ha permesso di vivere una vita serena e non posso che essergliene grato. E poi è la conferma che sono ancora in piena attività”, racconta il cantautore romano, che però non evita di rivolgere uno sguardo critico alla manifestazione. “Negli ultimi 30 anni le cose sono cambiate profondamente. Sono aumentati i salotti mattutini, pomeridiani, notturni, nei quali chiunque può dire la sua e salire in cattedra senza avere neppure le competenze. Non si possono giudicare le emozioni. E poi magari la canzone più criticata finisce per essere quella più canticchiata”, tuona con una certa vis polemica. Qualche ferita ancora aperta? “No, affatto. Nuove Proposte a parte, non ho mai vinto ma delle dodici canzoni che ho portato a Sanremo, posso dire serenamente che almeno dieci continuano a vivere da sole. E questo è un dato di fatto – rivendica con orgoglio -: Una rosa Blu, La notte dei pensieri o L’elefante e la farfalla sono diventate dei classici. Nessuna rivalsa a posteriori, quello che io faccio è scrivere canzoni canzoni e non si può dire che non abbiano avuto successo. Non sono uno di quegli artisti che dopo essere stato incensato sparisce dopo una settimana”. Tutto viene consumato velocemente – è la sua riflessione – “si cerca solo il godimento immediato, sterile e fine a se stesso, nel nome della passione usa e getta. Il problema è sia sociale che politico. E questo si riflette anche nell’arte che diventa meno profonda. Nell’ultimo decennio quante canzoni sono rimaste? Forse tre o quattro perché anche la musica è lo specchio di quello che succede intorno a noi”. Questo malessere, di un uomo alla ricerca della serenità che vede sempre più sfumare, l’ha portato anche ne brano in gara a Sanremo. “Una canzone molto diversa rispetto al mio passato. Segna un cambio nelle sonorità, con un ritmo molto dinamico, e nel testo.
Stavolta niente amore”.
Non c’è un album in arrivo, rivela Zarrillo, “perché questa partecipazione al Festival non era prevista, è arrivata un po’ per caso grazie alla forza del progetto. Se fossi stato al post di Amadeus anche io non l’avrei lasciata fuori”. Ci sono però almeno un paio di altri singoli già nel cassetto, pronti a vedere la luce. “Usciranno a scaglioni, poi li riunirò in un disco che potrebbe uscire il prossimo autunno”.
Con Amadeus, conduttore e direttore artistico del festival, si conoscono da un po’ e nel 2018 Zarrillo è stato chiamato da lui come giudice e coach di Ora o mi più, su Rai1. “Mi ha sempre dimostrato stima sincera e affetto, ma sono certo che mi ha scelto per la canzone e non per il nostro rapporto. Il cast? Molto eterogeneo, ce n’è per tutti i gusti”

S. Cecilia: Kavakos e Pace e le sonate di BeethovenPrimo appuntamento con le composizioni per pianoforte e violino

19 gennaio 202016:26

– Il violinista Leonidas Kavakos e il pianista Enrico Pace saranno protagonisti, mercoledì 22 gennaio (alle 20:30, Auditorium Parco della Musica) del primo dei tre appuntamenti che Santa Cecilia dedica all’ esecuzione integrale delle sonate composte per i due strumenti da Ludwig van Beethoven. Il concerto è inserito nel programma che l’ Accademia Nazionale propone nel corso del 2020 per celebrare il 250/mo anniversario della nascita del genio di Bonn. Kavakos, Pace proporranno quattro sonate. Il secondo concerto è in programma il 25 marzo, il terzo nella prossima stagione. Con il ciclo di Sonate, Beethoven cambiò i rapporti che fino a quel momento intercorrevano tra i due strumenti, nel senso che a entrambi viene dato lo stesso valore e peso. Nato ad Atene 52 anni fa e cresciuto in una famiglia di musicisti, Leonidas Kavakos è considerato uno dei massimi violinisti contemporanei. Suona uno Stradivari ‘Abergavenny’ del 1724. Enrico Pace, riminese di 53 anni, si è esibito nelle principali sale da concerto europee da solo e con orchestre e direttori prestigiosi. I due musicisti sono legati da una lunga collaborazione e hanno già inciso per Decca ne 2012 l’ integrale delle Sonate per pianoforte e violino di Beethoven accolta da un grande successo internazionale.

Letizia Battaglia racconta la ricca umanità dei pazziAttratta da follia, per 3 anni nel manicomio di Palermo

20 gennaio 202012:32

“I folli, una umanità ricca ed emozionante…”. Parola di Letizia Battaglia, la grande fotografa che alla fine degli Settanta documentò i malati di mente del manicomio di Palermo aprendo uno squarcio su un mondo nascosto che solo la legge del 1978 ispirata da Franco Basaglia riuscì a liberare da un isolamento e una negazione secolari. L’ artista, capelli rosa e 84 anni portati con energia e lucidità straordinarie, ha raccontato quella stagione irripetibile di lotte e tensioni politiche, passioni e impegno sociale al pubblico che ha gremito Palazzo Merulana per un incontro dedicato appunto ai manicomi a 40 anni dalla morte dello psichiatra veneziano.
“Entrai in manicomio perché ero attratta dalla follia – dice – sapevo che la legge Basaglia era stata approvata uno o due anni prima ma i manicomi erano ancora aperti. L’ intento non era la foto, ero attratta dalla vita e da quel mondo molto chiuso.
All’ inizio non volevano farsi fotografare, avevano vergogna, ma facendo la ruffiana e la stupida…”. Quegli anni tra i malati di mente furono scanditi da contatti normali, giochi a palla, cinema, teatro, piccole cose. Letizia Battaglia, che all’ epoca lavorava al quotidiano “L’ Ora”, scappava dalla redazione durante la pausa pranzo e ogni giorno dedicava due ore del suo tempo nella Real Casa dei Matti di via Pindemonte. “Delle tantissime foto che ho scattato lì dentro solo una trentina sono buone” spiega. Riuscì a convincere ad entrare nel manicomio siciliano anche il collega ceco Josef Koudelka, autore dello storico reportage sulla fine della primavera di Praga e l’ invasione sovietica con i carri armati nel centro della città.
“Ha scattato tantissimo anche lui ma non ha mostrato nulla” dice con rammarico.
I ricordi di Letizia Battaglia fanno affiorare tante storie drammatiche. Graziella, ad esempio, entrata in manicomio a quattro anni. “Quando la incontrai aveva 22 anni. Era diventata schizofrenica, la convinsi a venire a casa nostra ma non restò a lungo. ‘Voglio essere ammalata tutta la vita, voglio tornare in manicomio’, mi disse. Fu un fallimento, un insuccesso e un dispiacere’. O quella di Fara, portata in manicomio a 15 anni perché un parroco l’ aveva messa incinta: il bambino finì in un orfanotrofio ma il prete mantenne l’ incarico. “Fara teneva le sue cose più care sotto il materasso perché non c’ erano armadietti. Un giorno la suora fece pulizia e buttò tutto e lei morì di crepacuore. Organizzammo per lei un funerale cantando e ballando intorno alla sua bara”. Era possibile anche sorridere, però. “Una volta portammo un gruppo di punk e guardando il loro abbigliamento e il loro modo di fare i malati commentarono ‘questi sono pazzi’. In un filmato c’era anche mia figlia che feci rasare a zero: lei faceva la pazza, i malati del manicomio i normali. Eravamo felici”.
“Ho sempre fotografato i malati con rispetto come ho fatto per i mafiosi. Non ho mai avuto paura della follia. Quello fu uno dei periodi più stimolanti della mia vita”, dice oggi Letizia Battaglia. Accanto a lei, nell’ incontro organizzato da Palazzo Merulana con Collettiva, c’ era Goffredo Fofi, giornalista e saggista, amico della fotografa e come lei impegnato in tante battaglie di quegli anni. Parla dei manicomi come di “una tragedia di cui tutti dovremmo provare vergogna”, riferendosi alle persone fate rinchiudere dai familiari per questioni di eredità, ai mariti che si liberavano i questo modo delle mogli, a quanti costretti ad entrare sani in manicomio furono poi travolti davvero dalla malattia mentale. “Bisogna ripartire da Basaglia – dice -. L’ Italia è stato il primo paese al mondo a chiudere i manicomi, poi abbiamo perso via via terreno. Bisogna lottare, con la lotta qualcosa si ottiene, altrimenti non può cambiare nulla. Allora c’ era una sinistra… democristiani e comunisti pur con percorsi e motivazioni diverse erano accomunati dalla volontà di intervenire sui temi sociali”.
“Io ero terrorizzato dai malati di mente, mi mettevano a disagio. Letizia invece, no. Lei è una donna, è un po’ matta.
Ha una vitalità, una generosità, un’affettività non solo verso i matti, ma verso i bambini, i morti ammazzati”. Nel tessere l’ elogio della fotografa Fofi la definisce “non solo un’artista, ma una grande militante. E’ troppo….Letizia è troppo”.

Film al giorno: al cinema nel segno di FelliniTante le iniziative per celebrare i 100 anni dalla nascita

20 gennaio 202010:02

– Torna nelle sale italiane il grande Federico Fellini in occasione dei 100 anni dalla sua nascita.
Tra le tante iniziative organizzate per celebrare questa ricorrenza spicca quella promossa da Cineteca di Bologna, Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e Istituto Luce – Cinecittà, che dal 13 gennaio hanno riportato nelle sale cinematografiche, in versione restaurata, alcuni dei suoi film.
Un valore aggiunto se si pensa che Fellini era un grande sostenitore della visione in sala. Ecco comunque i cinque film che sarà possibile vedere nelle sale di tutta Italia: dal film d’esordio ‘Lo sceicco bianco’ a ‘I vitelloni’, del ’53, scritto con Ennio Flaiano, ai lavori che lo hanno reso celebre in tutto il mondo: ‘La dolce vita’, ‘8 e mezzo’ e ‘Amarcord’, preceduto da ‘Amarcord Fellini’. Ovvero un montaggio di otto minuti di provini e tagli curato da Giuseppe Tornatore.
In occasione dei 100 anni dalla nascita di Federico Fellini da stasera, al Cinema Nuovo Sacher di Nanni Moretti di Roma, si terrà Fellini 100 per I lunedì del Nuovo Sacher. Saranno proiettati: ‘Lo sceicco bianco’ (ore 16:15), I vitelloni (18:00), 8 ½ (20:00) e Amarcord (22:30).
La proiezione di 8 ½ sarà introdotta da Emiliano Morreale.
Il programma sarà in parte replicato lunedì 27 gennaio (anche con la proiezione di La dolce vita).
Per la visione dei cinque film è disponibile alla cassa la tessera abbonamento al prezzo di 15 euro.
Fellini, va ricordato, ha vinto quattro Oscar per il miglior film straniero, con ‘La strada’, ‘Le notti di Cabiria’, ‘8 e mezzo’ e ‘Amarcord’.
Candidato poi dodici volte al Premio Oscar, per la sua attività da cineasta gli è stato conferito nel 1993 l’Oscar alla carriera.
Ha vinto inoltre due volte il Festival di Mosca (1963 e 1987), la Palma d`oro al Festival di Cannes nel 1960 per ‘La dolce vita’ e il Leone d`oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985.

Marietti, dal 1820 a oggi due secoli di libriDa Torino a Bologna, casa editrice prosegue la sua storia

21 gennaio 202010:31

i piùEra il 1820 quando a Torino Giacinto Marietti aprì una libreria in via Po, a cui 5 anni dopo aggiunse una tipografia, imponendosi sul mercato con libri religiosi e testi scolastici di successo. Duecento anni dopo, la casa editrice Marietti 1820 prosegue l’attività festeggiando la sua storia, rievocando il passato ma continuando a guardare al futuro, cambiando pelle al passo con i tempi e mantenendo come il suo fondatore una vivace visione editoriale, commerciale e tecnologica. Pronta nel 2020 a celebrare con eventi, incontri e pubblicazioni i due secoli di libri, la casa editrice – oggi con sede a Bologna, dopo l’acquisto nel 2017 del catalogo e del marchio di Marietti 1820 da parte Centro editoriale dehoniano, proprietario delle Edizioni Dehoniane Bologna (EDB) – affronta il bicentenario con i conti in ordine e con prospettive positive, nonostante la crisi del settore: nel 2019 il fatturato è stato di 242 mila euro, rispetto ai 211 mila dell’anno precedente (+31 mila), con un margine operativo lordo salito da 51 a 62 (+11) e un’Ebitda in crescita da 24 a 30 (+6). In aumento anche la produzione: dai 25 titoli nel 2018, si è passati a 31 nel 2019, e nel 2020 saranno poco meno di 40 quelli previsti.Dal XIX secolo a oggi, un’attività di fatto mai interrotta, nonostante gli eventi storici e le trasformazioni sociali e tecnologiche, che la casa editrice è sempre riuscita ad affrontare con un approccio propositivo e vincente. Eppure tante sono state le sfide che la Marietti 1820 ha dovuto affrontare: all’inizio, i primi anni di attività, sono coincisi con il delicato passaggio dalla tipografia artigianale all’editoria industriale, con l’emergere di profili di nuovi lettori – le donne, i bambini e le classi operaie – e l’affermazione del romanzo; poi il passaggio dell’azienda a Pietro, figlio del fondatore, che incrementa l’attività della tipografia, e ancora un avvicendamento alla sua morte, nel 1875, con la casa editrice che passa al figlio Consolato e nel 1909 al nipote Edoardo. Neppure la grande depressione economica del 1929 e l’opera di censura e controllo intrapresa dal fascismo sono riusciti a frenare la produzione editoriale. Poi il dramma nel 1942, quando l’azienda viene distrutta da un bombardamento e solo 4 anni più tardi, nel ’46, rinasce trasferendosi a Casale Monferrato, con la direzione di Gian Piero, Annibale e Felice, figli di Edoardo, rimanendo comunque orientata su testi religiosi (con la pubblicazione per esempio dell’opera omnia di san Tommaso d’Aquino, un progetto poi interrotto nel 1969).Il cambio di rotta arriva negli anni ’80, con la Marietti che supera la crisi economica con una proprietà (la famiglia esce di scena) di imprenditori liguri e nuove scelte editoriali: la direzione viene assunta dal sacerdote genovese Antonio Balletto, che trasferisce la sede a Genova, e si avvale di nuovi collaboratori (non solo un valido comitato editoriale, ma anche direttori di collana come Claudio Magris che cura la narrativa, Adriano Prosperi la storia, Giovanni Miccoli la storia del cristianesimo) aprendo il catalogo alle grandi opere della filosofia, della cultura ebraica e islamica e della letteratura internazionale. Di quegli anni sono alcune scelte fondamentali, che hanno caratterizzato la qualità delle pubblicazioni della casa editrice: i romanzieri tedeschi come Stifter, Fontane, Kracauer, i grandi narratori yiddisch Sfurim e Aleichem, l’esordio di Pressburger, Pazzi, Abate, Rizzi, i grandi filosofi del ‘900 da Gadamer a Lévinas, da Gilson a Mancini e Austin, i testi religiosi e teologici di Rashi di Troyes, Origene, Lutero, Meister Eckhart, e altri. Nel 2001 ancora un cambiamento, con la maggioranza delle azioni che viene acquisita da una società milanese e il trasferimento della sede operativa a Milano, mentre la sede sociale resta a Genova. La storia della Marietti 1820 arriva così ai nostri giorni, con l’ingresso del Centro editoriale dehoniano, e il nuovo corso a Bologna, con un piano editoriale concentrato su filosofia, letteratura, scienze umane e sociali, una veste grafica e un logo rinnovati, con l’immagine di un cavallo con cavaliere rielaborata da un’incisione rupestre di 3200 anni fa.

A Milano mostra a tutto rock con la cover art di ThorgersonDal 23/1 all’Après-coup Arte con Arteutopia ‘Age of Acquarius’

MILANO20 gennaio 202011:49

– Après-coup Arte Milano, la galleria di via Privata della Braida, stringe, per il 2020, un sodalizio professionale con Luigi Pedrazzi di Arteutopia e inaugura una prima mostra il 23 gennaio: Age of Acquarius, le fotografie del grande Storm Thorgerson, l’ideatore delle più famose copertine dei Pink Floyd, Muse, Cranberries.
Fotografie, grafica, video, artworks con oltre 25 immagini di grande formato accompagneranno il visitatore nel tempio psichedelico e visionario del fotografo inglese, dove design, fotografia, cinema e grafica hanno saputo esprimere le intense emozioni di un artista che è ancora un riferimento originale per molti giovani creativi del XXI secolo. Dai Led Zeppelin a Peter Gabriel, da Paul Mc Cartney ai Nice, dai Cranberries ai Muse e soprattutto i Pink Floyd, amici d’infanzia e poi compagni di vita, le immagini di Storm Thorgerson rimangono come una insuperata sintesi di talento, tecnica e creatività.
Pochi artisti legati all’iconografia della musica rock hanno avuto un ruolo così determinante ed innovativo come Storm Thorgerson e non solo perché Storm ha illustrato con le sue nitide e visionarie immagini album ed artisti che oggi sono ormai leggenda ha fatto di più, ha legato indissolubilmente il suo lavoro a un’idea, allo spirito che quei suoni nuovi diffondevano nella cultura e nella società in cui si formavano.
Utopia e sogno, solennità e magia risolte in un iperrealismo visionario hanno conferito ai suoi lavori quella straordinaria forza evocativa e provocatoria che sono nel DNA stesso della musica rock. Una mostra per interpretare la musica come energia irrazionale e quasi magica, dove la creatività dell’artista si afferma negli infiniti mondi possibili che scaturiscono dal suo talento e dalla sua immaginazione.

Festival Bergamo e Brescia fa 57, con Armonie sospeseGrandi star internazionali per focus su Schubert e Bruckner

20 gennaio 202011:50

– E’ ‘Armonie sospese’ il titolo scelto per la 57/a edizione del festival di Bergamo e Brescia che dal 25 aprile al 30 maggio porta nelle due città grandi star internazionali del pianoforte e giovani di talento.
Il riferimento è alle caratteristiche compositive di Franz Schubert e di Anton Bruckner a cui la kermesse è dedicata con l’esecuzioni di pagine poco eseguite come rarità come la trascrizione di Liszt della Fantasia Wanderer di Schubert o la sesta di Bruckner eseguita dalla Russian National Orchestra diretta da Mikhail Pletnev con Dmitry Shishkin al piano.
L’apertura, nel giorno della Liberazione, sarà in grande con l’esibizione al Sociale di Bergamo di Martha Argerich e dell’orchestra del festival diretta da Pier Carlo Orizio, che è anche direttore artistico della manifestazione. Lo stesso concerto sarà poi ripetuto il giorno successivo al Teatro Grande di Brescia. In programma concerti anche di Alexander Lonquich, Arcadi Volados, Grigery Sokolov, ma anche della tredicenne Alexandra Dovgan.

Incassi: Me contro Te scalza Zalone in vettaTolo Tolo scivola 2/o con 44 milioni 354 mila totali, Hammamet 3/o

20 gennaio 202013:20

Me contro Te Il Film – La vendetta del Signor S scalza dalla vetta del box office italiano l’inossidabile Checco Zalone in versione Tolo Tolo. Il film dei giovanissimi youtuber Sofia Scalia e Luigi Calagna ha incassato in 3 giorni quasi 5 milioni e mezzo con la media “pazzesca” di 9.109 euro su 597 sale. Tolo Tolo, secondo, invece sale a 44 milioni 354 mila incassando nel terzo week end di programmazione altri 2 milioni 164 mila. La media è di 2.599 su 833 schermi.
In terza posizione continua la corsa di Hammamet di Gianni Amelio con Pierfrancesco Favino nei panni dello statista: guadagna 1 milione 614 mila per un totale di 4 milioni 431 mila in 15 giorni.
Le altre new entry sono Richard Jewell (di Clint Eastwood con Sam Rockwell, Olivia Wilde e Kathy Bates) al quinto posto con 1 milione 169 mila e Jojo Rabbit (di Taika Waititi che interpreta anche il Fuhrer e Scarlett Johansson) al sesto con 827 mila.
Gli incassi totali toccano 15.163.270 euro, +11% sullo scorso fine settimana e +31.26% su un anno fa.

Musica: Sting, prima data tour italiano 23 luglio a ParmaAnteprima festival ‘Parma Città della Musica’ con i Kraftwerk

PARMA20 gennaio 202013:24

– Sarà Parma, capitale italiana della cultura 2020, il palcoscenico della prima tappa italiana del nuovo tour di Sting: l’artista britannico si esibirà per la prima volta nella città emiliana il 23 luglio al Parco della Cittadella con il suo ‘My songs tour 2020’, nell’ambito della seconda edizione del festival ‘Parma Città della Musica’.
La rassegna quest’anno anticipa a luglio, invece che a settembre, e avrà come protagonisti – promettono gli organizzatori – importanti artisti italiani e internazionali. Ad aprire il festival, con un’anteprima al teatro Regio, saranno il 23 maggio i Kraftwerk, pionieri della musica elettronica, con uno show multimediale che fonde musica e arte performativa, una tappa speciale del tour ‘Kraftwerk 3-D’ 2020.

Al MANN 4 topolini mai visti per il Capodanno cineseStatuine in bronzo del I sec.aC, nell’atrio dal 24 gennaio

20 gennaio 202014:23

– Quattro topolini in bronzo del I secolo d.C, mai esposti al pubblico, uno di loro sgranocchia del cibo, una noce o del formaggio: sono la sorpresa che il Museo archeologico nazionale di Napoli riserva ai visitatori per il Capodanno Cinese 2020. Si darà il benvenuto all’anno del topo dal pomeriggio di venerdì 24 gennaio (dalle 17 ingresso gratuito), in perfetta sincronia con l’arrivo a Pechino del nuovo anno, svelando nell’atrio le opere provenienti dai ricchi depositi del Mann: due statuine, provengono dall’area vesuviana le altre due, appartenenti al nucleo della Collezione Borgia, mantengono una dubbia datazione, pur essendo verosimilmente coeve alle omologhe. ”Anche quest’anno al Mann si festeggia il Capodanno cinese, un’iniziativa che vuole mantenere vivo il dialogo con l’operosa comunità cittadina, ma anche porre sempre più attenzione verso il turismo che arriva dalla Cina, che tanta parte ha e avrà nello sviluppo del settore nel nostro paese” dichiara Paolo Giulierini, direttore del Mann.

Alla libreria Rinascita di Ascoli il 14/o premio MauriCerimonia consegna a 37/o seminario per Librai a Venezia

VENEZIA20 gennaio 202014:32

– Verrà consegnato a Giorgio Pignotti, della Libreria Rinascita di Ascoli Piceno, il 14/o premio per librai “Luciano e Silvana Mauri”, nell’ambito della giornata conclusiva del 37/o Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, all’isola di San Giorgio a Venezia.
La Libreria Rinascita, fondata nel 1976, dal 2001 ha sede al Palazzetto della Comunicazione, edificio gioiello del centro storico. Al suo interno sono presenti una sala conferenze e un cafè. Ha sviluppato anche un settore software, realizzando il più diffuso gestionale per librerie in Italia (MacBOOK) e ha attivato una piccola casa editrice, la Lìbrati. Contestualmente avverrà la presentazione e la consegna della prima Borsa di lavoro Nick Perren, istituita su iniziativa di James Daunt, amministratore delegato di Barnes & Noble e Waterstones, e assegnata a Irene Quercioli, della Libreria Rinascita di Empoli.

Madonna cancella di nuovo data, preavviso 45 minutiTappa di Lisbona. Sale a otto il numero delle date annullate

NEW YORK20 gennaio 202014:34

– Madonna cancella di nuovo una data del suo tour Madame X e da’ ai suoi fan solo 45 minuti di preavviso. E’ saltata così la tappa a Lisbona. “Grazie ancora Lisbona! – ha scritto su Instagram – Mi dispiace che ho dovuto annullare stasera ma devo ascoltare il mio fisico e riposare”.
Poi per sdrammatizzare ha aggiunto che deve essere stata colpa del Porto che ha bevuto durante il concerto della sera precedente.
Secondo quanto riferiscono alcuni media, una email è stata mandata la scorsa domenica alle 19.45 per informare che Madonna non sarebbe salita sul palco per il concerto previsto alle 20.30. La stessa Madonna l’anno scorso ha parlato di lesioni al ginocchio ma senza entrare nei dettagli.
Originalmente il tour Madame X, iniziato lo scorso settembre, prevedeva 93 date, 56 in nord-America e 37 in Europa. Ad oggi sono state cancellate otto date, due a New York, una a Los Angeles, tre a Boston, una a Miami Beach e l’ultima in ordine di tempo a Lisbona.

Fiorello, la politica pensi a un premier donnaSu Instagram ironizza, Amadeus sei il più cattivo d’Italia

20 gennaio 202014:36

– “Amadeus ti sei messo contro tutti, ti mancano gli anziani (dì qualcosa anche contro gli anziani) e soprattutto ti manca Fiorello. E’ l’unico rimasto che è ancora con te. Le donne ce hai tutte contro, la politica pure. Dammi del terrone e così hai fatto bingo”. Un Fiorello mascherato ironizza sulle polemiche che hanno travolto Amadeus, conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo. Su Instagram, a modo suo, fa il punto della situazione: “Io in qualità di anonimo proporrò per te la pena di morte: per quello che stai facendo, per quello che rappresenti. Da che eri un santo, ora sei l’uomo più cattivo d’Italia, un sessista”.
Il mattatore, poi, lancia però anche una frecciatina: “Vorrei dire una cosa alle 29 deputate che ti hanno accusato: proprio in politica cercate di fare un passo avanti, non state indietro.
Voglio vedere un presidente della Repubblica donna o un presidente del Consiglio donna. Allora sì che avremo fatto un passo avanti. Non lamentatevi di Sanremo”. Ciao, sei il Visitatore n. [CPD_VISITORS_TOTAL] dal 12 Marzo 2018 Home Mappa del sito

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Ma Cally non è solo: “Il rap ha un linguaggio crudo, si evitino censure”
Mazza (Fimi): “Le polemiche ci stanno, ma si prenda atto che questa è l’evoluzione naturale della musica”. Napoli (FI): “Anche la politica non è moderata”

20 gennaio 202015:57

“Quando si affrontano questioni che riguardano la creatività artistica, è evidente che si debba procedere con la massima cautela per evitare fenomeni di vera e propria censura. Il rap, e più in generale la musica urban, è costituito da forme di linguaggio spesso molto crude e dirette. È un genere musicale che non a caso, prima negli Stati Uniti, poi in Europa e Italia, ha goduto di un crescente successo tra le nuove generazioni. Streaming e smartphone ne hanno amplificato l’audience tra millennial e generazione Z”. A sottolinearlo è Enzo Mazza, ceo della Federazione dell’industria musicale (Fimi), interpellato in merito alle polemiche sul caso Junior Cally.”In questo contesto – sottolinea Mazza – negli ultimi anni il Festival ha cercato di avvicinarsi ai giovani e ha dovuto necessariamente fare i conti con un repertorio ‘difficile’ per il pubblico tradizionale. Ma è un’evoluzione irreversibile della quale bisogna comprendere gli scenari nei quali si sviluppa e il linguaggio che si traduce poi in musica e in liriche. Per i teenager di oggi i rapper sono spesso ciò che per le nostre generazioni hanno rappresentato Battisti, De André o i Pink Floyd. Se Sanremo vuole rappresentare al meglio la musica italiana, deve farsi carico anche di proporre questo genere musicale. È un’evoluzione naturale che abbiamo visto anche ai Grammy negli Usa o ai Brits a Londra. Le polemiche ci stanno, la censura, magari preventiva, certamente no”.Da registrare, poi, anche il commento di Osvaldo Napoli, deputato di Forza Italia. “Mi associo allo sdegno di quanti chiedono alla Rai di bandire un tale cantautore dalla manifestazione canora per antonomasia. Però, a tanti miei colleghi mi permetto un consiglio: non esageriamo con lo sdegno. Il fatto che Cally dia forma e contenuto a un fiume di violenza dovrebbe farci riflettere e magari possiamo porci qualche domanda. Quella parte di italiani che su Facebook si scatena in insulti irripetibili contro questo o quello, che insulta le donne in politica apostrofandole esattamente come, se non peggio di quanto fa Cally, sul conto di chi vanno messi? I leoni della tastiera con il grilletto facile non sono forse l’humus, il terreno di coltura di “fenomeni” come Cally? Sono sorpreso per molti colleghi che si sorprendono di quello che Cally incarna. La politica usa forse un linguaggio moderato, rispettoso, dialettico oppure è anch’esso un linguaggio in qualche modo violento e imparentato con quello di Cally?”.

Arbasino, i 90 anni di un grande maestroNato il 22 gennaio 1930, il suo percorso dal Gruppo ’63 a oggi

20 gennaio 202016:45

– Alberto Arbasino compie 90 anni e, pur costretto in questi anni a una vita appartata, continua ad essere seguito e consultato come un venerabile maestro, un grande punto di riferimento. Nato a Voghera il 22 gennaio 1930, laureato in diritto internazionale all’università di Milano, ha sempre vissuto a Roma da quando si è trasferito nel 1957, l’anno in cui ha esordito come scrittore con alcuni racconti, incoraggiato da Italo Calvino. Per i suoi 80 anni gli era stata dedicata, nel 2010, un’edizione critica nei Meridiani Mondadori.
Legato alla neoavanguardia, al Gruppo 63 che contestava, anche con impazienza e ironia, tutta una certa cultura di allora e i maestri che aveva creato, Arbasino, nella sua critica alla cultura italiana, sempre elaborata con un sorriso sotto i baffi, ha sempre messo in risalto il provincialismo, come dimostrano anche le sue collaborazioni e recensioni di mostre e spettacoli da tutta Europa per Repubblica, cui collabora da quando è nata.
Non a caso i suoi ultimi libri a questo rimandano sin dai titoli: ”America amore” o ”Pensieri selvaggi a Buenos Aires”, seguiti a ”La vita bassa” in cui una decina di anni fa (2008) prendeva, con un gioco di parole, una moda quale metafora di una situazione generale che non può non ricordare il suo celebre, polemico articolo degli anni ’60 su Il Giorno, in cui invitava i letterati a fare una ”gita a Chiasso”, ovvero oltre confine, per allargare il proprio sguardo e scoprire cosa si producesse nel resto d’Europa. Fedele a quell’invito, Arbasino ha sempre avuto una vita cosmopolita, frequentando il bel mondo intellettuale internazionale, i teatri, le sale da concerto e anche i salotti più importanti, riferendone sui giornali. I suoi primi scritti sono usciti su ‘Paragone’ e ‘Il Mondo’ e ha sempre collaborato a riviste e giornali, da Il Giorno a L’Espresso. Le caratteristiche della sua prosa e del suo riferire o narrare sono una certa leggerezza e frivolezza anche esibite, ma sempre temprate da un’acuta intelligenza, da un senso dell’umorismo e da uno sguardo erudito che ha lo scetticismo e il disincanto di chi si rende conto o almeno tende a dimostrare che il nuovo non è mai nuovo davvero, a trovare sempre un riferimento o un paragone col passato. C’e quindi una mole quasi ipertrofica di citazioni colte, di associazioni tra arti e autori, nei testi di Arbasino, che possono anche sembrare una sorta di muro di difesa tra sé e la realtà, che la sua vena ironica assieme esalta e mimetizza, facendosi lente d’ingrandimento per un’osservazione che non sia superficiale e mostri in trasparenza un senso del tragico.
Non per nulla le sue narrazioni sono come in presa diretta e vengono anche usate come documenti, testimonianze di un dato momento storico e di costume. Sia i testi giornalistici che quelli più narrativi, a cominciare dal celebre (e per certi versi anche generazionale) ”Fratelli d’Italia”. E lui torna sui quei testi, invece, negli anni, aggiustandoli e modificandoli, come a correggere la possibilità che una visione a distanza alteri quella originale. ”Ogni libro nuovo, veramente moderno, di quest’epoca (di quale epoca?) sarà così profondamente ambiguo, cioè polimorfo, così com’è ambigua e polimorfa l’epoca, da raccontare in realtà alcune storie sempre fingendo di raccontarne tutt’altre, anche molto diverse?”, scrive proprio in ”Fratelli d’Italia” uscito nel fatidico ’63, che gli ha dato i notorietà, quando aveva già pubblicato i racconti d’esordio di ”Le piccole vacanze” (1957) e il romanzo ”L’anonimo lombardo” (1959). Nel 1960 esce a puntate su Il Mondo ”La bella di Lodi”, che l’anno successivo verrà adattato per il cinema insieme a Mario Missiroli. Nel 1967 inizia una collaborazione con Il Corriere della Sera, terminata poi con la direzione di Giovanni Spadolini. È stato deputato al Parlamento italiano come indipendente per il Partito Repubblicano Italiano fra il 1983 e il 1987.
”Nell’idea di romanzo di Arbasino le citazioni sostituiscono l’intreccio o l’avventura del romanzo tradizionale: sono altre avventure verso altri mondi noti o meno noti o ignoti”, ha del resto scritto Raffaele Manica nell’introduzione al Meridiano. Mentre lo stesso Arbasino ha detto: ”Sento dire spesso che sarei uno scrittore barocco, ma la definizione non mi soddisfa. Mi considero piuttosto uno scrittore espressionista: l’espressionismo non rifugge dall’effetto violentemente sgradevole, mentre il barocco lo fa”.

Hunziker, su donne invertire cultura sbagliataVideo su Instagram,mi sarei aspettata sensibilità su questi temi

20 gennaio 202016:51

– Anche Michelle Hunziker dice la sua su Sanremo – festival che peraltro ha condotto nel 2018 insieme a Claudio Baglioni e Pierfrancesco Favino – attraverso i social.
Sul suo profilo ufficiale Instagram la showgirl ha postato un video e un articolato ragionamento: “Ho pensato molto – scrive – a quello che è successo in questi giorni… per fortuna siamo in tanti a cercare di invertire una cultura profondamente sbagliata rispetto alla percezione che hanno le donne in questo paese…
ma evidentemente non basta… avanti tutta!! #sanremo2020”.
Nel video, dove parla seduta a una scrivania con uno sfondo probabilmente artificiale dove si intravedono un laghetto e dei fiori, la conduttrice afferma tra l’altro: “Devo dire, per esperienza, che è davvero faticoso ogni volta avanzare, perché la vecchia e sbagliata cultura è davvero ancora profondamente radicata, difficile da estirpare. Dietro ogni piccola battaglia vinta, c’è un sacrificio fatto da donne e uomini che sono stufi di confrontarsi ancora nel 2020 con i soliti preconcetti, i quali tra l’altro portano inevitabilmente a discriminazione, violenza psicologica, fisica e, nei casi più estremi e purtroppo sempre più frequenti, al femminicidio…Sarebbe stato veramente bello – prosegue nel video – vedere che un appuntamento mediatico così importante come il festival di Sanremo avesse una particolare sensibilità per le donne. E invece no. E proprio nel 70mo compleanno del festival non hanno prestato attenzione e sensibilità verso un tema così importante: il nostro futuro.
Anche perché certe parole, dette con superficialità, possono diventare pesanti come macigni, soprattutto se dette in una conferenza stampa davanti a tutto il paese. Detto questo faccio i miei auguri e spero che vada tutto bene, resto la fan numero uno del festival”

Clerici, le polemiche ci sono sempre poi però bastaA Parigi per sfilata Tony Ward.”Nel mio festival il caso Morgan”

20 gennaio 202016:53

– “Le polemiche sono il sale del festival, fanno parte delle regole del gioco e ci sono sempre state. Io posso dirlo: nel ‘mio’ Sanremo ci fu il caso Morgan.
Ma poi devono esaurirsi, specie se fondate sul nulla, perché c’è un limite a tutto”, dice Antonella Clerici, intervistata nel backstage a Parigi della sfilata di Tony Ward, il couturier di origine libanese che la vestirò all’Ariston. Il riferimento è alla frase ‘sessista’ del conduttore alla conferenza stampa del 14 gennaio che ha scatenato il dibattito (prima che si passasse ai testi del rapper Junior Cally). I social, a dire della Clerici, “amplificano tutto sempre, figuriamoci un evento come il festival. Si facevano i gruppi d’ascolto discutendo di canzoni e look, ora il gruppo è trasferito online, ma bisogna dare il giusto peso alle cose e senza essere offensivi. A me quando capita di ricevere critiche pesanti non le accetto e banno il profilo”, aggiunge. Del prossimo festival dice: “Ama è un amico e io vivo questa cosa come un divertissement. Sarò nella serata del venerdì, quella abbinata ai giovani, e io la musica giovane l’ho sempre seguita da Ti lascio una canzone a Sanremo Young. L’idea insomma mi divertiva”.

Nicola Piovani, chi ruba poesie è un ladro’Rispettare l’opera dell’ingegno e tutelare i giovani autori’

BRUXELLES21 gennaio 202009:48

– “Chi ruba poesie è un ladro, come il ladro di biciclette. Quando ci sarà la discussione sul recepimento della direttiva sul copyright in Parlamento, faremo quel che potrà essere utile a difendere un principio: l’opera dell’ingegno, l’opera spirituale deve essere rispettata quanto l’opera manuale, quanto il prodotto materiale”. Così il pianista, compositore e direttore d’orchestra Nicola Piovani, in un’intervista, ribadisce l’impegno degli autori e musicisti affinché la normativa europea approvata lo scorso anno diventi legge anche in Italia. E avverte che la questione riguarda soprattutto la tutela del lavoro – e quindi del futuro – dei giovani creativi, cioè coloro che oggi sono meno tutelati.
Piovani è stato tra i primi firmatari dell’appello rivolto ai parlamentari europei alla vigilia del voto decisivo. “Ricordo l’emozione quella mattina, a Strasburgo, quando la direttiva è passata per quattro voti, un soffio, uno scampato pericolo. Il diritto d’autore è stato una conquista della rivoluzione francese; conquista che ora, curiosamente, viene messa in discussione dalla rivoluzione digitale”.
Le multinazionali tecnologiche che governano internet, secondo il maestro, hanno investito molto per cercare di non far passare la direttiva guidate dal principio del “massimo profitto” che perseguono in “modo fondamentalista”. “Non vogliono riconoscere il diritto degli autori, non vogliono pagarlo, fossero anche pochi spicci rispetto ai loro bilanci.
Questo naturalmente non ci meraviglia, visto che cercano anche, metodicamente, di non pagare le tasse. Ci auguriamo che la politica non sia totalmente al servizio delle multinazionali”.
Allo stesso tempo Piovani è convinto che i giganti del web possano rappresentare anche una risorsa per gli autori se rispetteranno le regole per lo sfruttamento delle opere.
“Personalmente trovo Spotify una bellissima epifania per gli ascoltatori di musica, un mezzo entusiasmante per diffondere la musica. Basta che la paghino e non la rubino, né la pretendano per diritto gratuito”.
Eppure nel dibattito intorno al tema alcuni ritengono che porre più restrizioni alla diffusione gratuita sul web di opere musicali e artistiche limiti la libertà di espressione e un’ampia diffusione della cultura in grado di raggiungere tutti.
“Penso che sia una balla della demagogia molto in voga in questi anni: come dire che far pagare il giusto prezzo di una mela al contadino che l’ha coltivata sia un limite alla libera circolazione delle mele. La libertà di espressione si difende difendendo chi si esprime, in versi, in prosa, su un pentagramma” ribadisce l’autore.
Non si tratta di una battaglia per difendere i privilegi di pochi musicisti famosi. La questione coinvolge e riguarda soprattutto i giovani. “I grandi autori si possono proteggere con contratti e con avvocati”, spiega Piovani. “I giovani emergenti, gli aspiranti poeti devono invece poter contare su un compenso automatico e non arbitrario, stabilito per legge”.
In Italia per ora c’è molto silenzio su un tema divisivo poichè al governo c’è il movimento 5S che si è opposto da sempre alla direttiva sul copyright. Il maestro però si mostra fiducioso. “Ho fiducia che questo governo arrivi a rendere effettiva in Italia la sacrosanta direttiva Ue per la quale il presidente Sassoli, come Ennio Morricone e tanti di noi, si è battuto con molto impegno”.

Villetta con ospiti, tutti molto ‘peccatori’In sala la commedia noir di De Matteo con Giallini e Gallo

21 gennaio 202009:47

In ‘Villetta con ospiti’, film diretto da Ivano De Matteo e che si svolge in sole ventiquattro ore, c’è una famiglia borghese piena zeppa di scheletri nell’armadio, di veri peccatori. E questo vale purtroppo anche per chi circonda questo nucleo familiare compreso il prete e il poliziotto. Ci troviamo in una plumbea villetta benestante nel Nord Est d’Italia, una casa ai confini con il bosco dove la natura mette in scena le crudeli ordinarie dinamiche della sopravvivenza. All’interno della villa si consuma un’inaspettata tragedia: un ragazzo innocente, rumeno, viene ucciso perché scambiato per ladro, ma nessuno in questa piccola comunità protagonista della storia si sente davvero colpevole di quello che è appena accaduto o, forse, a nessuno conviene denunciare la verità.Questi i protagonisti del film in sala dal 30 gennaio con Academy Two: Giorgio (Marco Giallini), sposato con Diletta (Micaela Cescon), con la quale ha due figli, gestore della proprietà della ricca moglie e fervente fedifrago. Anche se, va detto, pure Diletta ha le sue colpe. Nella villa è poi presente occasionalmente un’assistente domestica, Sonja (Cristina Flutur), che ha un figlio adolescente Adrian (Ioan Tiberiu Dobrica). Tra gli altri protagonisti, il goloso ortopedico De Santis (Bebo Storti), il commissario Panti (Massimiliano Gallo) e il lussurioso sacerdote Don Carlo (Vinicio Marchioni). Scritto da De Matteo, insieme alla compagna Valentina Furlan, anche stavolta il regista attinge alla realtà ed esattamente allo scottante tema delle armi e della legittima difesa.Dicono i due sceneggiatori: “Ci aveva colpito un fatto efferato di cronaca accaduto in un contesto perbene e così abbiamo pensato di raccontare, con candore e leggerezza, una storia cattiva. L’abbiamo ambientata nel Nordest – aggiungono – perché nella provincia ricca c’è più l’idea di difendersi, anche se fatti così succedono ovunque”. Nel film che guarda dichiaratamente a ‘Seven’, ma anche ad ‘Ascensore per il patibolo’ di Louis Malle, e in generale ai noir degli anni Cinquanta, spiega il regista: “Parto sempre dalla famiglia con l’idea che, alla fine, in questa istituzione nessuno è salvabile, neppure il mio stesso figlio che a un certo punto potrebbe ubriacarsi e uccidere qualcuno. È – continua – racconto in fondo una storia di ordinaria follia che instilla comunque il dubbio a tutti noi. Vale a dire: che cosa avrei fatto io al posto loro?”. Conclude De Matteo che ha annunciato che il suo prossimo film potrebbe trattare del rapporto di un padre con una figlia adolescente, “non mi metto neanche in questo film certo a giudicare, ma quello che in caso vorrei dalle istituzioni è che mi mettessero in condizione di non dovermi trovare in una situazione così”. Per il disincantato Marco Giallini, infine, il vizio capitale della contemporaneità: “È il fatto che tutti oggi si sentono più colti, pensano di sapere tutto, come capita sempre di vedere sui social. E questo è un vero e proprio schifo”.

Andrea Obiso, enfant prodige a Santa Cecilia26 anni, nuovo primo violino, diplomato con lode e menzione a 14 anni

21 gennaio 202009:59

Andrea Obiso, palermitano di 25 anni, è il nuovo primo violino dell’ Orchestra dell’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il giovane talento, enfant prodige tra i pochi al mondo a diplomarsi al conservatorio a 14 anni con lode e menzione speciale, ha vinto nello scorso fine settimana il concorso per oltre ottanta candidati per la selezione del nuovo primo violino spuntandola sugli altri tre concorrenti stranieri giunti in finale, un francese, un giapponese e un romeno. In questi giorni è con l’ orchestra ceciliana in Germania in tournèe fino al 27 gennaio e assumerà l’ incarico dopo l’ estate alternandosi con l’ attuale primo violino Carlo Maria Parazzoli. Il giovane violinista ha esordito come solista a tredici anni con la “Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana”. Nel 2005 è stato lo studente più giovane ad essere ammesso all’Accademia Chigiana di Siena. Tra i riconoscimenti internazionali, ha vinto il “66 ° Concorso Internazionale ARD 2017”, il 1 ° Premio e Premio del pubblico al Prix Ravel 2017, 2 ° Premio al prestigioso “Khachaturian Concorso Internazionale di Violino”, il Premio Speciale al sesto Concorso Tchaikovsky per Giovani Musicisti in Corea. Nel 2018 è stato in tournée in Germania e Finlandia e ha debuttato alla prestigiosa Berlin Philarmonie con la Deutches Symphonie Orchester Berlin. Nel 2019 si è laureato al prestigioso “Curtis Institute Of Music” di Philadelphia. “La prova finale per Santa Cecilia – racconta – è stata una esperienza unica, piena di tensione positiva. Uno dei test fondamentali era con tutta l’ orchestra. Il maestro Pappano che ha presieduto la giuria voleva valutare lo stile e le esecuzioni di ogni candidato. Io credo di aver fatto la differenza nei soli della Passione di San Matteo di Bach e in due composizioni di Strauss. Con Pappano nelle prove c’è stata subito una intesa molto particolare. Ci siamo capiti al volo”. Andrea Obiso si è avvicinato alla musica a 4 anni grazie ai genitori – papà insegnante di violino, la mamma di pianoforte – e a sei anni è entrato al conservatorio del capoluogo siciliano. Attualmente vive tra Roma, New York e Philadelphia. Quattro volte l’ anno vola a Tokyo, ospite del suo sponsor. “Essere il primo violino di Santa Cecilia è una bella responsabilità ma mi sento incoraggiato da tutta l’ orchestra – dice -. La mia sfida ora è crescere a 360 gradi, un musicista deve essere completo e in grado di mettersi alla prova in ogni contesto. Tra i violinisti che ammiro tantissimo c’ è Yo Yo Ma perchè porta la musica in tutto il mondo anche in posti lontani dove in genere non arriva. Anche questo è un mio obiettivo. Il sogno è poter suonare con tanti musicisti e sperimentare così linguaggi diversi”.

Musica: Umbria jazz sarà ancora presente in CinaDal 29 aprile a Xi’an, Nanjing e Chongqing

PERUGIA20 gennaio 202017:54

– Umbria Jazz conferma la sua vocazione internazionale annunciando anche per il 2020 la presenza del festival in Cina. Le città interessate saranno, dal 29 aprile al 12 maggio, Xi’an, Nanjing e Chongqing. Tra gli artisti confermati ci sono i Funk off e il progetto di Mauro Ottolini e Fabrizio Bosso “Storyville Story”, che il pubblico di Uj ha apprezzato nelle edizioni estive ed invernali del festival.
Il progetto è in collaborazione con Chic Investments, società che segue la pianificazione, la gestione e l’operatività, nonché lo sviluppo del business, di molte aziende in Cina.
“La sfida che ci si propone – sottolinea Umbria jazz – è di confermare, e rendere più stabile e duraturo, il dialogo da anni intrapreso con la realtà culturale e imprenditoriale, e con le profonde trasformazioni, della società cinese. Queste realtà possono incontrare nel messaggio libero del jazz una interlocuzione vitale e virtuosa”. “L’idea, in definitiva – aggiunge -, è di creare un interscambio sempre più fruttuoso tra la cultura contemporanea italiana e cinese, e il jazz italiano, una delle eccellenze culturali del nostro Paese sulla scena internazionale, è senza dubbio un veicolo efficace e di prestigio”.

Sardine, a marzo in libreria il libro dei fondatoriPubblicato da Einaudi, si intitola “Le sardine non esistono”

21 gennaio 202010:36

– “Le sardine non esistono”, l’unico libro dei quattro fondatori del movimento Andrea Garreffa, Roberto Morotti, Mattia Santori e Giulia Trappoloni sarà in libreria a marzo per Einaudi Stile Libero. Lo rende noto la casa editrice.
Il volume, viene sottolineato, è il frutto delle domande, degli spunti, delle speranze di chi sta tornando a vivere le città, le strade e la natura come spazi di libertà. Descrive un perimetro di valori e principi fondamentali, come la solidarietà, la tutela dell’ambiente, il rispetto del prossimo, i diritti, l’inclusione, la non-violenza, l’antifascismo. E fa i conti con un’esigenza viscerale e rivoluzionaria nel nostro presente minacciato dal populismo: quella dell’ascolto.
“Siamo tanti. Non importa se ci chiamano sardine. Potevamo essere storioni, salmoni o stambecchi. La verità è che siamo persone: migliaia di cittadini di ogni età che stanno riempiendo piazze, strade e sentieri dell’Italia intera. Tutto è successo grazie a un bisogno condiviso di tornare a sentirsi liberi di esprimere pacificamente un pensiero.”

Fellini: la Luna nell’alfabeto dei sogniEsce ‘Amarcord Fellini’ di Iarussi per Il Mulino

21 gennaio 202010:16

OSCAR IARUSSI, AMARCORD FELLINI-L’ALFABETO DI FEDERICO (IL MULINO, PP 256, EURO 16). Un alfabeto dei sogni che racconta Federico Fellini attraverso alcune parole chiave, dalla A di Amarcord alla V di Vitelloni, alla Z di Zampanò, passando per la E di Ekberg e la G di Giulietta, la P di Paparazzo e la R di Rex. A guidarci alla scoperta della poetica felliniana e della vita del grande regista, nel centenario della sua nascita, è ‘Amarcord Fellini.
L’alfabeto di Federico’ di Oscar Iarussi che arriva in libreria per il Mulino.
Nel libro, accompagnato da immagini, Iarussi, saggista, critico cinematografico e letterario, giornalista, che fa parte del Comitato esperti della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ci mostra anche e soprattutto come Fellini abbia colto il Paese in divenire e come la sua vita, affollata di incontri e ricca di onori, sia stata segnata dalla solitudine di una perenne ricerca.
Alla L di Luna Iarussi sottolinea: “La voce della luna arriva nelle sale a un anno di distanza dalla manifestazione della sinistra contro le interruzioni pubblicitarie nei film trasmessi in Tv, che si tenne nel Teatro Eliseo di Roma il 13 febbraio 1989. Fellini conia lo slogan ‘Non si interrompe un’emozione’ che sarà poi utilizzato nella campagna referendaria del 1995, ma infine il voto popolare sulla legge Mammì si esprime a favore degli spot durante la trasmissione dei film: le emozioni si possono interrompere”.
Così partendo della Luna l’autore del libro ci offre un ritratto del regista: “Il Fellini ‘politico’ certo in quegli anni ha in uggia il ‘decisionismo’ craxiano e il berlusconismo trionfante nei costumi ben prima che nelle urne (la ‘discesa in campo’ di Berlusconi ci sarà solo nel gennaio 1994). Sono dimensioni caratterialmente lontane dalle sue corde di eterno indeciso e di svagato satirista, come certifica la sublime battuta scritta per La dolce vita: ‘Siamo rimasti così in pochi a essere scontenti di noi stessi’. Amico personale di Giulio Andreotti e cattolico inquieto, vicino ai repubblicani sia pure in pigro ossequio alla tradizione romagnola di un Pri anarcheggiante, Fellini si dichiarava ‘riminese e politicamente esquimese’ e, di tanto in tanto, di sinistra, senza esserlo mai stato, ovvio, almeno non nei termini dell’ideologia marxista che tramonta nel 1989, con il crollo del Muro di Berlino. Come non riconoscere, in ogni caso, che egli sa cogliere l’Italia presente e indovinare quella a venire? Ancora una volta Fellini inquadra la deriva grottesca che altri – beffardamente – definiranno ‘felliniana’, scambiando la diagnosi per la malformazione!”. E ogni voce in questo viaggio, che Iarussi dedica al figlio Federico, è una fonte inaspettata di riflessioni, scoperte e racconti anche più personali come il rapporto con Rimini, il borgo, e con Roma.

Arriva ‘Sardine in piazza’ di ArcangeliIn libreria il 22 gennaio per Castelvecchi

21 gennaio 202010:37

azione MASSIMO ARCANGELI, SARDINE IN PIAZZA- UNA RIVOLUZIONE IN SCATOLA? (CASTELVECCHI, PP 62, EURO 9,00). Arriva in libreria il 22 gennaio ‘Sardine in Piazza- Una rivoluzione in Scatola?’ in cui Massimo Arcangeli, linguista, critico letterario e sociologo della comunicazione, ricostruisce la genesi del movimento che da mesi sta mobilitando l’Italia e cerca di indagare le ragioni del fenomeno nel contesto più ampio della politica degli ultimi dieci anni.
“Un movimento apartitico ma non apolitico, avverso a ogni colore ma tinto ogni volta di tutti i colori possibili. Una rivolta di piazza senza precedenti, che pare suonare come uno sberleffo ed è invece il sintomo di una singolare coesione interindividuale, antileghista e antisovranista fra cittadini convinti di dover disintermediare la politica dai partiti (e dai loro rappresentanti) senza però volerci entrare. E la nettissima impressione che non sarà un fuoco di paglia” come viene sottolineato nel libro.
Così la notte insonne di quattro giovani che decidono di sfidare Matteo Salvini con il primo flash mob “ittico” della storia vede dopo Bologna, e poi Modena, Palermo, Genova, Firenze, Napoli, Roma centuplicarsi le 6.000 sardine dell’iniziale sogno bolognese di partecipazione e di riscatto.
Aracngeli è autore, fra l’altro, per Castelvecchi di All’alba di un nuovo Medioevo. Comunicazione e informazione al tempo di internet (2016) e de Il Salvinario e Una pernacchia vi seppellirà (2019).

Musica: Ligabue sold out per concerto 30 anni di carrieraSpettacolo il 12/9 nella nuova Rcf Arena di Reggio Emilia

REGGIO EMILIA21 gennaio 202011:42

– È già sold out l’evento ’30 anni in un giorno’ di Luciano Ligabue, il concerto del rocker che si terrà il 12 settembre a Reggio Emilia, nella Rcf Arena Campovolo che sarà inaugurata proprio in quell’occasione.
A poco più di due mesi dall’apertura delle prevendite, sono già stati staccati 100.000 biglietti. La serata che inizierà alle 20.30 – prodotta e organizzata da Riservarossa e Friends & Partners – celebrerà i 30 anni di carriera del cantautore che ha cominciato la sua carriera nel 1990. “Nonostante l’anticipato pienone, l’evento rimarrà in data unica, proprio per permettere al pubblico di vivere un’esperienza irripetibile”, fa sapere l’organizzazione tramite una nota.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Moda: One x One, scienza e stilisti uniti per sostenibilità
Progetto Swarovski e Slow Factory Foundation

21 gennaio 202014:29

– Swarovski e Slow Factory Foundation, con il sostegno dell’Ufficio delle Nazioni Unite per le partnership, hanno annunciato i partecipanti e il comitato consultivo del progetto One X One, programma volto a promuovere collaborazioni sostenibili tra l’industria della moda e i giovani professionisti della tecnologia e della scienza. Con le prime partnership, One X One lancia lancerà le aree d’intervento: 3.1 Phillip Lim x Charlotte McCurdy, per promuovere l’innovazione scientifica e i materiali alternativi; Mara Hoffman x Custom Collaborative, per guidare la sostenibilità sociale attraverso il rispetto dei diritti umani; Telfar Global x Theanne Schiros per esplorare la circolarità attraverso l’uso di nuova materiali a basso impatto. I partecipanti riceveranno anche il supporto del One X One Advisory Panel, composto tra gli altri, dal cofondatore dello Studio One Eighty Nine, Abrima Erwiah, dal fotografo Alexi Lubomirski, dalla top model Amber Valletta, dal preside della Moda della Parsons School of Design, Burak Cakmak, dall’investitore Kikka Hanazawa, dalla stilista Rachael Wang, da Sasha Samochina, vice direttore del laboratorio operativo del Nasa Jet Propulsion Laboratory, da Valerie Craig, vice presidente di Impact Initiatives del National Geographic.
Direttore creativo e co-fondatore del marchio eponimo Phillip Lim lavorerà con Charlotte McCurdy, scienziata nota per la produzione di plastica alle alghe, neutra dal punto di vista del carbonio. La designer americana Mara Hoffman, impegnata nell’economia circolare lavorerà con Custom Collaborative, programma con sede a New York City che forma e sostiene le donne delle comunità a basso reddito e degli immigrati per lanciarle nel settore moda. Telfar Global, marchio guidato da Telfar Clemens collaborerà con Theanne Schiros – Assistant Professor of Science and Sustainability alla Fit, scienziata della Columbia University e co-fondatrice di AlgiKnit, azienda di biomateriali.
Uno dei partecipanti di X One sarà anche sostenuto da Nadja Swarovski; Celine Semaan e Colin Vernon, fondatori della Fondazione Slow Factory; Robert Skinner, direttore esecutivo dell’ufficio delle Nazioni Unite per le partnership.

Van Gogh multimediale ‘and Friends’ a ParmaDal 31 gennaio con dipinti di Renoir, Monet e Degas

PARMA21 gennaio 202013:04

– Un percorso multimediale porta a Parma un’esposizione dedicata a Vincent Van Gogh e al suo universo creativo, arricchita da dipinti di Renoir, Monet e Degas. È ‘Van Gogh Multimedia & Friends’, che approda nella Capitale della Cultura 2020 dal 31 gennaio al 26 aprile, a Palazzo Dalla Rosa Prati.
Riprodotti su supporti multimediali ad altissima qualità, ritratti e autoritratti, nature morte e paesaggi del genio olandese prendono vita permettendo al visitatore di vivere un’esperienza avvolgente e sentirsi totalmente immerso in opere che hanno fatto la storia dell’arte.
Il percorso si rivela come un labirinto vivente attraverso i cunicoli di una mente geniale e problematica che conduce in una stanza segreta dedicata ai dipinti degli amici dei quali l’artista si circondò durante la permanenza nella Ville Lumiere.
Provenienti da collezioni private, i capolavori di autori come Monet, Degas e Renoir aiutano a definire un contesto popolato da protagonisti dell’Impressionismo e del post-Impressionismo.

Musica:Domingo inaugura festival Donizetti e teatro ‘rinato’Dal 19 novembre a Bergamo al via la sesta edizione

21 gennaio 202013:23

– Parteciperà a una doppia inaugurazione Placido Domingo il prossimo 19 novembre a Bergamo: quella della sesta edizione del festival dedicato a Gaetano Donizetti nella sua Bergamo e quella della riapertura del teatro che porta il suo nome, dopo il restauro.
“Sono felice di debuttare il mio primo ruolo donizettiano come baritono – ha scritto Domingo che oggi compie 79 anni e non ha intenzione di ritirarsi – e mi dà tanta gioia farlo proprio nella città natale di Gaetano Donizetti. Non ho mai cantato a Bergamo e sarà un onore per me partecipare alle celebrazioni per la riapertura del Teatro Donizetti, interpretando Belisario”.
Dopo il Gala con Belisario in forma di concerto (replicato il 26 novembre), il cartellone include La fille du régiment (20, 28 novembre e 3 dicembre) nella nuova edizione critica, Marino Faliero (21, 27 novembre e 6 dicembre). Al teatro Sociale andranno in scena Le nozze in villa, opera scritta da Donizetti esattamente 200 anni fa e, come tributo a Beethoven, L’amor coniugale.

 

21 gennaio 202013:24

– Davide Toffolo è il Magister dell’edizione 2020 di Comicon, il salone internazionale del fumetto e dell’animazione che si svolgerà alla Mostra d’Oltremare di Napoli dal 30 aprile al 3 maggio, dopo il successo dello scorso anno che ha segnato il record di 160.000 visitatori. Toffolo è fumettista e musicista, conosciuto per essere la voce e la chitarra del gruppo Tre Allegri Ragazzi Morti, tra le prime e più influenti figure della scena indie rock in Italia. È tra gli autori più amati e originali del fumetto italiano, ha firmato opere quali Il re bianco, Graphic novel is back, Il cammino della Cumbia, ed è stato, venti anni fa con Pasolini, un pioniere del graphic novel di ambientazione italiana. Con i Tre Allegri Ragazzi Morti ha pubblicato nove dischi in studio e realizzato più di 2000 concerti. In qualità di Magister sarà protagonista di un ricco programma di attività culturali, tra cui: una mostra personale, una mostra collettiva dedicata ad alcuni fumettisti da lui selezionati, un ciclo di incontri tematici.

L’amica geniale, il ritorno di Lila e LenùSu Rai1 la seconda stagione dal 10 febbraio

21 gennaio 202014:16

– Dal 10 febbraio in prima visione su Rai1 arriva la seconda stagione de L’amica geniale, proiettata in anteprima mondiale nella sede Rai di viale Mazzini, tratta dal secondo libro dalla quadrilogia bestseller di Elena Ferrante (edizione e/o) . Gli eventi riprendono esattamente dal punto in cui è terminata la prima stagione. Lila (Gaia Girace) ed Elena (Margherita Mazzucco) hanno sedici anni e si sentono in un vicolo cieco. Se la prima stagione si muoveva sul piano orizzontale dell’infanzia che si affaccia con domande e prepotenza al mondo dell’adolescenza, in Storia del nuovo cognome Saverio Costanzo arriva a un nuovo livello di profondità, indagando le luci e le ombre di due giovani donne che non hanno chiaro dove vogliano arrivare.
Divise tra quello che è giusto è quello che sentono, Lila e Lenù saranno ancora una volta le protagoniste di una storia che è di tutti e che vede, sullo sfondo, l’Italia che cambia faccia, tra gli scioperi degli operai e dei movimenti studenteschi.
Un’anteprima al cinema solo il 27, 28 e 29 gennaio (distribuzione Nexo Digital) per la serie che conserva intatto il fascino della prima stagione, osannata dal pubblico e dalla critica per aver ricreato con infinita fedeltà il microcosmo tracciato dalla penna di Elena Ferrante. La regista Alice Rohrwacher, vincitrice nel 2014 del Grand Prix Speciale della Giuria per Le meraviglie e nel 2018 il premio per la Miglior sceneggiatura per Lazzaro Felice al Festival di Cannes, ha diretto due degli otto episodi, quelli ambientati ad Ischia.Una produzione Fandango, The Apartment e Wildside, parte di Fremantle In collaborazione con Rai Fiction n collaborazione con HBO Entertainment In co-produzione con Mowe e Umedia. La serie evento in quattro serate (8 episodi da 50’) sarà in onda in prima visione mondiale su Rai1 e online su RaiPlay.

Angela Merkel, la ‘regina d’Europa’ In un libro di Claudio Landi per Passigli editore il messaggio politico e la visione europea della Cancelliera tedesca

21 gennaio 202014:21

La conferenza di Berlino sulla crisi libica ha mostrato, ancora una volta, la centralità in Europa e l’ ‘innovatività’ dell’approccio di politica internazionale della Germania e della Cancelliera Angela Merkel. La recente matassa della crisi libica, sul piano geopolitico e diplomatico, si è dipanata sugli assi della sua politica: sull’asse Germania e Turchia e su quello fra Germania e Russia. La Cancelliera, dunque, può definirsi, anche per questo, la ‘Regina d’Europa’, come si legge nel sottotitolo del libro “Frau Merkel, Regina d’Europa”, scritto da Claudio Landi, giornalista parlamentare di Radio Radicale, edito da Passigli Editore.Angela Merkel, in questo quindicennio, secondo Landi, è stata una delle più importanti statiste dell’Occidente. Durante il suo incarico ha visto tre presidenti USA: George W. Bush, Barack Obama e Donald Trump. Ha costruito con il presidente della BCE Mario Draghi, gli strumenti di governance che hanno consentito all’eurozona di superare la crisi del debito e di consolidare il ruolo globale della moneta unica. Ma, specialmente, si sottolibea nel libro, ‘ha condotto la Germania come Repubblica Federale e come paese cardine dell’Unione Europa, attraverso le contraddizioni di questa epoca di grandi trasformazioni economiche, sociali, civili, che vedono il ‘ritorno dell’Asia’ e la fine del mondo prepotentemente occidental-centrico’.Il mondo globalizzato non è più un luogo dove è solo l’Occidente a dare le carte. Altri grandi attori sono diventati protagonisti. E l’innovativo approccio geopolitico della Merkel è quello di “coniugare i valori occidentali, della civiltà social-liberale, con il ‘ritorno dell’Asia’, attraverso una politica di ‘bilanciamento sofisticato’ fra tutti gli attori globali e una strategia di costruzione di istituzioni di governance: dalla BCE, all’Accordo del Clima di Parigi”, come sostiene Claudio Landi.
La Germania di Angela Merkel ha costruito, secondo la sua analisi, una serie complessa di rapporti e conseguenti ‘bilanciamenti’, fra Stati Uniti e Federazione russa e fra questi e i nuovi attori globali asiatici, Cina e Giappone in primissimo luogo. Allo stesso tempo ha cercato di mettere insieme l’Europa sotto la sua leadership, con le regole fiscali e monetarie, per quanto riguarda l’eurozona, e con la penetrazione capitalistica e il lavoro diplomatico serrato, per quanto concerne l’Europa centro-orientale. A cominciare dal Gruppo di Visegrad.
Questa costruzione geopolitica, complessa e raffinata, sembra particolarmente innovativa e collegata al mondo delle catene del valore globale disegnato da alcuni grandi politologi, da Prarag Khanna, studioso indiano, a Barry Buzan, grandissimo specialista inglese. Ma anche le innovazioni hanno un prezzo e presentano contraddizioni: la costruzione geopolitica di Angela Merkel non fa eccezione.
La crisi dei migranti del 2015 e i continui confronti geopolitici con gli Usa l’hanno messa a dura prova. L’approccio innovativo da ‘grande potenza civile’ della Merkel può funzionare bene ma, osserva Landi, “c’è una grande contraddizione: la Germania, pur con l’Ue al proprio fianco, non ha la ‘stazza’ per reggere la dimensione della competizione globale. Solo un’Europa più motivata da una sua ideologia e più disponibile a organizzare in maniera adeguata i suoi tanti strumenti e risorse geopolitiche, con la Germania (e la Francia) al centro, può reggere quella competizione globale”.
La costruzione di Merkel “può innovarsi poichè è una ‘geopolitica liberale’: ha un metodo basato sul compromesso e sui valori liberali, la forza delle istituzioni, della diversità, della libertà come responsabilità, che consente, in teoria, di innovare”, assicura l’autore. Ma ora la domanda è: l’Europa, che in questi anni merkeliani è stata capace di innovare, può continuare ed allargare i processi di innovazione anche con la fine del ciclo politico della Cancelliera? “E’ questa è la sfida dei prossimi anni – risponde Claudio Landi – imparare ed assorbire l’approccio di Angela Merkel sapendolo allargare. Ursula von der Leyen, Cristine Lagarde, lo stesso presidente francese e specialmente il prossimo Cancelliere tedesco ne saranno capaci? Su questa sfida si giocano le potenzialità della democrazia europea di contare nel mondo globalizzato e di partecipare alla costruzione di un Occidente liberale adeguato al mondo globalizzato. Per ora non possiamo che riconoscere che proprio a Berlino per la Libia, la Cancelliera tedesca ha dato prova, per l’ennesima volta, della sua abilità”.

Disney+ sbarca in Italia il 24 marzoAnche in altri paesi europei, prezzo 6,99 al mese

21 gennaio 202014:23

1 GEN – L’attesa per l’arrivo di Disney+ in Italia è terminata. Il colosso dell’intrattenimento ha fissato la data del lancio del proprio servizio di streaming per il 24 marzo 2020. A usufruirne da questa data potranno essere non solo gli utenti del nostro Paese, ma anche di Regno Unito, Irlanda, Francia, Germania, Spagna, Austria e Svizzera. Il lancio in altri paesi europei, quali Belgio, Scandinavia e Portogallo, avverrà successivamente, nell’estate 2020.
Nel catalogo prodotti Disney, ma anche targati Pixar, Marvel, Star Wars e National Geographic, assieme a contenuti esclusivi come film, serie tv, documentari e corti prodotti appositamente per il nuovo servizio.
Il prezzo del servizio, disponibile sulla maggior parte dei dispositivi mobili connessi, compresi console per gaming, lettori multimediali e smart TV, sarà di 6,99 euro al mese o 69,99 euro all’anno. Sarà possibile accedere a 4 stream simultanei in alta qualità e senza interruzioni pubblicitarie.
Il numero dei download sarà illimitato e su un massimo di dieci dispositivi. Gli utenti potranno fruire inoltre di suggerimenti personalizzati e avranno la possibilità di impostare fino a sette diversi profili. Sarà inoltre possibile impostare profili per bambini con interfaccia a navigazione facilitata e accesso a contenuti adatti alla loro età.
Tra le serie disponibili, “The Mandalorian”, scritta e prodotta da Jon Favreau; “High School Musical: The Musical: The Series”, versione moderna del franchise di successo; “The World According To Jeff Goldblum”, serie che esplora il mondo degli oggetti a noi più familiari; “Lilli e il vagabondo”, una rivisitazione del classico d’animazione del 1955. Tra gli altri titoli originali “Encore,” prodotto da Kristen Bell; “Diary of A Future President”, scritto e prodotto da Ilana Peña (“Crazy Ex-Girlfriend”) e da Gina Rodriguez (“Jane the Virgin”); “The Imagineering Story”, che racconta dell’eclettico gruppo di creativi che danno vita ai Parchi Disney.

Nasce una Fondazione per Biblioteca Capitolare VeronaAvviata collaborazione con Museo Egizio di Torino

VERONA21 gennaio 202014:27

– La Biblioteca Capitolare di Verona si costituisce in Fondazione, che si amplierà grazie anche al supporto della ricerca accademica e di realtà internazionali della cultura, tra cui il Museo Egizio di Torino.
Per mons. Bruno Fasani, presidente della Fondazione “intendiamo sviluppare tre aree di attività fortemente connesse fra loro: la consultazione, la ricerca e l’attività museale che abbraccerà le visite, le mostre dedicate, le mostre condivise anche fuori sede, il laboratorio didattico, eventi e conferenze, tutte attività che avranno lo scopo di fare conoscere le ricchezze e di contribuire al sostentamento dell’operazione complessiva”.
Nota a livello internazionale per l’antichità e la preziosità dei suoi manoscritti, la Capitolare è stata riconosciuta come la Biblioteca più antica al mondo ancora oggi funzionante. Ne dà conferma il celebre Codice Ursicino, datato 1 agosto 517 d.C.

Lusso: Sewelo, diamante grezzo più grande del mondo, 1758 ctLavorazione Vuitton con Lucara Diamond Corporation e Hb Company

21 gennaio 202014:34

– La maison Louis Vuitton annuncia la sua partecipazione, assieme a Lucara Diamond Corporation e a Hb Company di Anversa, alla lavorazione di un diamante raro ed eccezionale, da 1758 carati, il secondo il più grande diamante grezzo mai trovato: Sewelo, che significa “scoperta rara” in lingua setswana. Il 19 aprile 2019 rimarrà un momento storico: il giorno in cui il monumentale diamante grezzo da 1758 carati, è venuto alla luce nella miniera di Karowe in Botswana al 100% di proprietà di Lucara Diamond Corpation. È il secondo diamante grezzo più grande mai scoperto e il più grande ad aver mai lasciato il Botswana. Grande circa come una pallina da tennis, che misura 83 mm x 62 mm x 46 mm, pesa 352 grammi, Sewelo è il secondo diamante allo stato grezzo più grande della storia, superato solo dal Cullinan, a 3106 carati, scoperto in Sudafrica nel 1905, e trasformato in storici diamanti che ora sono parte della British Crown Jewels e della collezione reale. Sewelo è anche il più eccezionale e grande diamante grezzo recuperato dall’avanguardistica miniera Karowe di Lucara in Botswana. Il diamante è rimasto intatto grazie al circuito high-tech XRT di Lucara, un processo di recupero avanzato che evita la rottura della roccia contenente la pietra preziosa. L’analisi iniziale di Sewelo caratterizza la pietra come “gemma di qualità” con “prevalenza di gemma bianca di alta qualità”, mentre gli studi dettagliati sulla pietra, la sua composizione, qualità e potenziale continueranno per diversi mesi. Sewelo è spettacolare non solo per le sue incredibili dimensioni ma anche per le sue caratteristiche di forma, colore, formazione e composizione. Il cristallo grezzo è in gran parte coperto da uno strato molto sottile di carbonio nero, che custodisce al suo interno i segreti di 2 miliardi di anni. L’intera portata delle variazioni di colore e chiarezza della resa del diamante è ancora sconosciuta.

Mollica, Italia da Oscar, da Fellini a SorrentinoRicordi in volume, ‘vorrei statuetta per Giannini e Moretti

19 gennaio 202017:27

L’ironia di Fellini, l’entusiasmo incontenibile di Benigni, il fulminante ‘fuck you’ di Antonioni a Jack Nicholson “che faceva un po’ troppo lo splendido”. Sono fra i ricordi, momenti e aneddoti, “bellissime emozioni” che riportano alle persone e agli artisti dietro il glamour, vissuti da Vincenzo Mollica e condivisi in L’italia agli Oscar – Racconto di un cronista, il libro a cura di Steve della Casa (Luce Cinecittà /Edizioni Sabinae) realizzato in occasione dello storico accordo per una partnership almeno quinquennale fra Istituto Luce Cinecittà e il Museo dell’Academy of Motion Pictures di Los Angeles, di cui sono ancora in corso i lavori.
Mollica ha seguito la prima edizione degli Oscar da inviato a Los Angeles trent’anni fa: “Era candidato Peppuccio Tornatore, con Nuovo cinema Paradiso ed erano 15 anni che Italia non vinceva come miglior film straniero. Quando vinse Giuseppe era felicissimo, anche se non ebbe il tempo di parlare sul palco dopo il produttore Franco Cristaldi, riusci solo a dire grazie” racconta il maestro del giornalismo alla presentazione del libro, dove è venuto a salutarlo anche Francesco De Gregori. Tra gli eventi indimenticabili l’Oscar alla Carriera all’amico Federico Fellini: “Quando è arrivato a Los Angeles, l’Academy gli ha fatto un trovare un trono e tutti, da Billy Wilder in giù andavano a rendergli omaggio. Lui, ironico come sempre, quasi li benediva- dice Mollica -. Poi sull’aereo di ritorno in Italia, Federico mi parlò del rammarico per non aver mai lavorato con Sophia Loren (che gli aveva consegnato la statuetta insieme a Marcello Mastroianni, ndr) ma che stava scrivendo un film in cui sarebbe stata tra i protagonisti, intitolato Attore! Nel cast ci sarebbe stato anche Salvo Randone, che Fellini definiva il più grande rapinatore di applausi del teatro”. Come non ricordare poi le storiche vittorie di Roberto Benigni per La vita è bella (miglior film, miglior attore protagonista e la colonna sonora a Nicola Piovani, ndr): “quel momento straordinario nel quale Benigni arriva sul palco saltando sulle sedie è diventato uno degli spot simbolo dell’Academy – commenta sorridendo Mollica -. Nei giorni successivi, andai con Benigni a New York, e c’erano tassisti che quando lo vedevano gli urlavano ‘Roberto!’.
Lui per loro improvvisava un balletto in mezzo alla strada”.
Un’altra grande emozione furono le candidature postume a Massimo Troisi per Il postino: “Si riunirono le fidanzate di Massimo, che si sentivano tutte a loro modo vedove. E mi tornò in mente quando lui mi aveva raccontato per ore del progetto de Il Postino, in un’osteria di Roma. Mentre stavamo mangiando entrò all’improvviso Al Pacino con due sgallettate… e lo misero a mangiare un posto più riservato”. Il giornalista era a Los Angeles anche per la vittoria di Sorrentino: “E’ stata bellissima anche quella, oltre che inattesa. Il film era stato molto amato ma non si pensava che vincesse. Poi Sorrentino fece una dedica strepitosa, da Fellini a Maradona… che gli vuoi dire di più?”. Per Mollica, “il cinema italiano non è secondo a nessuno nel mondo perché è vitale e ha una forza che ha sempre rappresentato una guida”.
Sulla copertina del libro, Mollica e Della Casa hanno voluto Anna Magnani: “E’ la numero uno assoluta, rappresenta il cinema in tutte le sue forme, è L’italia, ed è stata la prima donna italiana a vincere un Oscar. Tutti i grandi protagonisti del cinema l’hanno sempre amata e rispettata. C’è un inchino da fare a questa donna così generosa e straordinaria, che ha regalato al cinema pagine di vita”. il giornalista è stato molto contento anche dell’Oscar alla carriera per Lina Wertmuller: “Mi piacerebbe ne arrivasse uno anche per Giancarlo Giannini e uno a Nanni Moretti… chissà cosa succederebbe su qual palcoscenico!”.

Remo Girone a Hollywood, premio nel nome di FerrariLos Angeles Italia, 7 febbraio, per Le Mans66 film da Oscar

NAPOLI19 gennaio 202019:26

– Remo Girone, che ha impersonato Enzo Ferrari in ‘Le Mans66-La grande sfida’ di James Mangold (in corsa per l’Oscar nella categoria Miglior Film), sarà premiato, venerdì 7 febbraio al TCL Chinese Theatre di Hollywood, in occasione del “Nominees Gala” del ‘Los Angeles, Italia Festival’.
Ad annunciarlo è il premio Oscar Nick Vallelonga, presidente della 15ma edizione della manifestazione promossa dall’Istituto Capri nel Mondo, con il patrocinio del MAECI ed il sostegno del MIBACT in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Accompagnato dalla moglie, l’ attrice Victoria Zinny, Girone riceverà il premio ‘L.A., Italia alla Carriera’ e subito dopo raggiungerà i colleghi Matt Damon e Christian Bale e il regista del film (titolo originale ‘Ford Vs. Ferrari’) all’evento pre-Academy Awards organizzato dalla 20th Century Fox in onore del cast del kolossal da cento milioni di dollari, tra i maggiori successi della stagione. Girone e la Zinny si aggregano dunque alla delegazione italiana che parteciperà all’ happening del cinema e dell’audiovisivo italiani a Hollywood promosso con la partecipazione di Rai Cinema, Rai Com, Rainbow, Medusa, Iervolino Erntertainment, Consolato Generale, Ice e l’Istituto di Cultura di Los Angeles.
Già annunciata la presenza del premio Oscar Gabriele Salvatores, Francesca Archibugi, Elisa Amoroso con Chiara Ferragni, Franco Nero e Clementino. Si tratta di un appuntamento significativo per la comunità italoamericana sulla West Coast che quest’anno festeggerà, con una retrospettiva, gli 80 anni dell’attore Al Pacino, cosi come tutta italoamericana sarà agli Oscar la sfida diretta tra Quentin Tarantino (Once Upon a Time in Hollywood) e Martin Scorsese (The Irishman ).
Tra gli altri artisti attesi a LA Italia 2020, i premi Oscar Nick Vallelonga (Green Book), Mira Sorvino (Mighty Aphrodite), Bobby Moresco (Crash), Barry Morrow (Rain Man) insieme con Diane Warren, Eli Roth, David O. Russell e Robert Davi.

Renee Zellweger da Oscar, è leggenda JudyIn sala dal 30 gennaio biopic sulla Garland con 2 nomination

19 gennaio 202019:45

“Non vi dimenticherete di me” dice Judy Garland nell’ultimo concerto a Londra nel 1969, quando depressa e piena di barbiturici vuole ancora una volta essere cullata dall’abbraccio del pubblico che da 40 anni la adora e a cui ha dedicato e anche sacrificato la sua vita. Ma il tempo con lei non è stato clemente: chi oggi si ricorda di quella performer incredibile, una delle più grandi di sempre, che a 16 anni già era la star bambina del Mago di Oz e a 47 è morta per overdose di pasticche? Per l’interpretazione della Garland, Renee Zellweger è candidata al premio Oscar in Judy, il film di Rupert Goold in sala in Italia dal 30 gennaio con Notorius.
Il film, che ha anche una seconda nomination per miglior trucco e acconciatura, vuole proprio far ‘ri-scoprire’ la leggenda ai giovani: “La Garland – ha detto Goold alla premiere alla Festa di Roma lo scorso ottobre- rappresenta una giovanissima diventata famosa e questo è qualcosa che i ragazzi che usano Instagram e hanno vite esposte con i social può essere capita. Quando abbiamo fatto le proiezioni test di questo film la risposta dei giovani è stata una sorpresa: anzichè la star che piaceva alla loro nonne, i ragazzi troveranno qualcosa di molto più vicino a loro: Judy, in una società rigida e patriarcale, non ha mai accettato le regole stabilite. Ci potranno trovare in lei piuttosto una Amy Winhouse”.
In Judy siamo lontani dalla struttura classica del biopic: si racconta il periodo finale della sua vita, con molti flashback sugli step più importanti. Ha detto Renée Zellweger: “Pensavo che in questo film ci fosse l’opportunità di esplorare qualcosa che non viene spesso considerata quando si pensa a questa personalità immensa: cosa lei riponeva nel suo lavoro e quanto ciò le sia costato”. Judy Garland rappresenta, nel bene e nel male, la Hollywood dell’epoca d’oro quando produttori e agenti controllavano ogni cosa della vita della loro star proprio per renderla una star (distruggendone il privato): alla Judy bambina e già popolare Dorothy del mago di Oz fanno una festa di compleanno in una data qualsiasi e con una torta che lei non potra mangiare, finta anch’essa, oggi la definiremmo fake news, solo ad uso dei media. “Garland è una star di Hollywood all’antica. È remota, come lo sono tutte le stelle dell’età dell’oro, ma – ha detto il regista – ero interessato a bilanciare la leggenda con la donna umana e reale: la madre e il mito”. Quattro matrimoni che non la salvarono dalla depressione, tre figli (la prima è Liza Minnelli), un continuo contrasto psicologico tra il richiamo del palcoscenico, dell’affetto dei fan e i sensi di colpa come genitrice perennemente in tour, un abuso di farmaci sin da ragazza quando gli agenti le inducevano il riposo con pasticche per dormire o per stare sveglia per lavorare, Judy dice nel film “voglio solo quello che vogliono tutti, l’amore, ma per me è stato molto più difficile”. La trasformazione di Zellweger è impressionante: il regista e i produttori l’hanno scelta per il suo lato comico, sexy, emotivamente disponibile che Judy ha sempre avuto ma certo l’attrice americana di Bridget Jones ha messo del suo, aiutata da tanto materiale originale e dalla monumentale biografia dell’ultimo marito Mickey Deans. “Renee è una grande lavoratrice sempre alla ricerca di ulteriori note, una perfezionista – ha detto il regista – c’è stato una grande lavoro sulla voce e sul fisico ma Reneè ha avuto tutto lo spazio libero per trovare lei stessa le connessioni con il personaggio: lei come Judy è una stella che tutti fermano per strada ma che vive solitudini e paure”

Box office usa, sequel Bad Boys al topSegue Dolittle, al terzo posto 1917

19 gennaio 202020:25

– La Sony ha impiegato 17 anni, ma l’ultimo sequel di “Bad Boys” sembra dare i suoi frutti, incassando circa 59,2 milioni di dollari per l’inizio di un fine settimana di vacanza negli Stati Uniti, secondo quanto riportato dalla France Press. “Bad Boys for Life” vede protagonisti Will Smith e Martin Lawrence come investigatori saggi che si riuniscono dopo anni di distanza (“Bad Boys II” risale al 2003, otto anni dopo l’originale “Bad Boys”) per affrontare un omicida cartello della droga a Miami . Le sue vendite di biglietti per il Nord America – stimate a 68,1 milioni di dollari quando sono incluse le vacanze nel giorno di Martin Luther King di lunedì – sono quasi due volte le previsioni originali, secondo Variety.com. Un’altra nuova uscita, la “Dolittle” della Universal, con Robert Downey Jr., si è classificata seconda con una stima di 22,5 milioni per il periodo da venerdì a domenica ($ 30 milioni per i quattro giorni). “Dolittle”, basato su un amato libro per bambini su un veterinario in grado di parlare con gli animali, è finito nel mirino della critica. La presenza di Downey, estremamente popolare nei film di supereroi Marvel, e di un cast di voci stellari tra cui Emma Thompson, Ralph Fiennes, Antonio Banderas, Rami Malek, Octavia Spencer e Marion Cotillard, potrebbero aver contribuito a rafforzarne la fortuna.
Al terzo posto il leader del box office dello scorso fine settimana, “1917”, sempre Universal. Ha incassato 22,1 milioni nella vendita dei biglietti (27 milioni per quattro giorni).
“Jumanji: The Next Level” di Sony è scivolato di un posto dall’ultimo fine settimana al quarto, guadagnando 9,6 milioni ($ 12,6 milioni). Il quinto posto è andato a “Star Wars: The Rise of Skywalker” della Disney a 8,4 milioni (10,6 milioni). A livello globale, il finale della Saga ha ormai superato il miliardo di dollari. A completare la top 10 sono stati: “Just Mercy” ( 6 milioni; $ 7,5 milioni per quattro giorni) “Piccole donne” (5,9 milioni; $ 7,4 milioni) “Knives Out” (4,3 milioni; $ 5,3 milioni) “Like a Boss” (3,8 milioni; $ 4,5 milioni) “Frozen II” ( 3,7 milioni; 5,1 milioni).

Cinema: Steve Della Casa racconta set d’autore di TorinoIl Salotto buono inaugura nuovo anno con appuntamento speciale

TORINO20 gennaio 202011:05

– Il Salotto Buono – In omaggio a Torino capitale del cinema 2020 – inaugura il nuovo anno domani con un appuntamento speciale di Aperitivo & Cinema in Salotto, ciclo di incontri condotti da Steve Della Casa, critico cinematografico e voce del programma cult di Radio3 Rai Hollywood Party.
Della Casa racconta questa volta ‘Torino e i suoi set d’autore’, con sequenze, curiosità, storie e aneddoti di backstage di film girati nella nostra città che hanno fatto entrare le location sabaude nell’immaginario universale: da Profondo rosso di Dario Argento a La donna della domenica di Comencini passando per Banditi a Milano di Lizzani, La seconda volta di Nanni Moretti e molti altri.
Il Salotto Buono è uno spazio per eventi privati “come a casa” nel cuore di Torino, creato dalla interior designer e stylist Isabella Giunto.

Fellini: Padiglione Italia lo celebra a Expo 2020 a DubaiLogo ed iniziative durante i sei mesi dell’Esposizione

20 gennaio 202011:45

– Il Commissariato per la partecipazione dell’Italia all’Expo 2020 di Dubai si unisce alle celebrazioni per il centesimo anniversario della nascita di Federico Fellini.
In onore del più noto regista della storia d’Italia, il simbolo iconografico del Commissariato italiano, si veste sui social network con sciarpa e cappello nello stile del cineasta riminese. A partire dal 20 ottobre, durante i sei mesi dell’Esposizione Universale di Dubai, Padiglione Italia celebrerà la grandezza del cinema tricolore e dei suoi protagonisti, incluso il grande Maestro de “La dolce vita” e “Otto e mezzo”.
Inoltre, spiega il Commissariato in una nota, nell'”Innovation Hub” che l’Italia porterà all’Expo, ci saranno spazi dedicati, eventi per grandi e piccoli e tante occasioni formative capaci di rappresentare al meglio le competenze e le eccellenze dei mestieri legati all’arte visiva, promuovendo così la filiera produttiva e occupazionale del settore.

Fellini: un autoritratto sul francobollo commemorativoEmesso il valore postale per il centenario della nascita

20 gennaio 202014:59

– Un autoritratto e’ stato scelto per illustrare il francobollo italiano emesso oggi per celebrare i cento anni dalla nascita di Federico Fellini.
Il disegno e’ nello stile tipico del regista che amava moltissimo creare illustrazioni: proviene – ricorda il comunicato di emissione – dal ‘Libro dei sogni’, ”un diario che il regista tenne dagli anni Sessanta fino al 1990 in cui ha annotato i suoi sogni sotto forma di disegni, un viaggio nella sua sconfinata creatività”.
Nato a Rimini il 20 gennaio 1920 e morto a Roma nel 1993, Fellini ha realizzato film che segnano la storia del cinema, dallo ”Sceicco Bianco” ai ”Vitelloni”, dalla ”Strada” alle ”Notti di Cabiria”, dalla ”Dolce Vita” a ”8 1/2”, da ”Roma” ad ”Amarcord, da ”E la nave va” a Ginger e Fred” e cosi’ via.
Il francobollo e’ valido per la posta ordinaria diretta in Italia; l’annullo speciale ”primo giorno di emissione” viene apposto negli uffici postali di Rimini e di Cinecitta’ Est a Roma.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Clandestine, l’altra Italia dell’arte
Da fotografa Carmi a street artist Pasquini in docu di Orlandini

21 gennaio 202012:56

– Lisetta Carmi, la fotografa 95enne dai molti talenti e plurime vite; la street artist Alice Pasquini, che dipinge muri in giro per il mondo; la poetrice Rosaria Lo Russo. E poi ancora, l’archeologa Marcella Frangipane che ha riportato alla luce una città turca del IV millennio a.C.; la pittrice e scultrice Cristina Crespo con il suo progetto di trasformazione delle rovine in giardini nei luoghi del terremoto delle Marche; Raffaella Formenti, che realizza le sue opere con la carta riciclata; Isabella Botti, guida nella Roma dei tesori nascosti e delle statue parlanti; Bianca Tosatti, massima esperta italiana di Art Brut, da lei ridefinita “arte irregolare”; fino alla fotografa e video artist, Agnese Purgatorio. Otto donne che hanno fatto dell’arte e della cultura la loro ragione di vita. Otto donne in alcuni casi conosciute e applaudite a livello mondiale, ma nel nostro paese “clandestine, costrette a compiere scelte e scalare vette per ottenere quello che spetta loro. Sono le protagoniste di “Clandestine – l’Altra Italia dell’Arte”, docu film ideato e diretto da Maria Paola Orlandini, Presidente dell’Associazione The Making Of, oggi in anteprima al Senato alla presenza del ministro per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, e nuova tappa del percorso integrato del Progetto didattico -formativo Clandestine realizzato col contributo del Dipartimento Pari Opportunità.
Un racconto del mondo dell’arte, declinato al femminile, e un viaggio di incontentabili esploratrici alla ricerca di forme e linguaggi nuovi che nella loro diversità rappresentano una prova concreta di come stereotipi e pregiudizi, causa dell’invisibilità evocata nel titolo, possano essere combattuti e vinti. Il docu-film diventerà strumento didattico insieme all’attivazione di Atelier di parità sentimentale e l’allestimento di mostre in scuole di Roma, Lastra a Signa (FI), Campobasso e Montefiascone (VT).

Cinema: Ferrara Film Festival premia Haber alla carriera’Professionista ammirevole in campo cinematografico e teatrale’

FERRARA21 gennaio 202013:24

– L’attore Alessandro Haber riceverà il Premio alla Carriera in occasione della quinta edizione del Ferrara Film Festival (28 marzo-5 aprile), in un evento pre-festival in programma il 21 marzo con altri personaggi del cinema nazionale.
“Alessandro Haber – spiega il direttore del Festival, Maximilian Law – è un professionista ammirevole sia in campo cinematografico che teatrale; la cosa meravigliosa è che mantiene una straordinaria carica di vitalità positiva, in linea con l’energia del nostro Festival. La carriera di Alessandro, ne sono certo, andrà avanti ancora molto a lungo e sono orgoglioso di potergli assegnare il primo riconoscimento della nostra quinta edizione del Festival”.
Haber ha interpretato oltre cento film, nell’arco di una carriera iniziata alla fine degli anni ’60, che lo ha visto protagonista o coprotagonista in pellicole dirette dai più grandi registi italiani, da Bertolucci a Pasolini, da Monicelli ad Avati, e ancora Bellocchio, Pieraccioni, Moretti, Salvatores e Tornatore.

Al bulgaro The Father il Trieste Film Festival 2020Assegnato a Kasia Smutniak l’Eastern Star Award

TRIESTE21 gennaio 202016:22

– Va al bulgaro The Father di Kristina Grozeva e Petar Valchanov il premio come miglior lungometraggio al Trieste Film Festival. L’elaborazione di un lutto attraverso il viaggio sgangherato di un padre e di un figlio, tra sensi di colpa e legami da riallacciare, si impone al 31/o appuntamento italiano dedicato al cinema dell’Europa centro-orientale, diretto da Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo.
Premiato come miglior documentario The Euphoria of Being dell’ungherese Réka Szabó, sulla figura di Éva Fahidi, unica della sua famiglia ad aver fatto ritorno dal campo di sterminio di Auschwitz Birkenau e oggi protagonista di una performance teatrale sulla sua vita. Tra i cortometraggi vince il bielorusso Lake of Happiness di Aliaksei Paluyan. Mentre va all’attrice Kasia Smutniak l’Eastern Star Award 2020, assegnato a una personalità del mondo del cinema che ha gettato un punto tra il cinema dell’Europa dell’est e quello dell’Europa dell’ovest.

La Divina Commedia rivive in un foglio di 97 metriL’artista Enrico Mazzone lo racconta

21 gennaio 202014:35

– Un rotolo di carta lungo 97 metri e alto 4, che pesa 276 chili. E’ la materia su cui fa rivivere la Divina Commedia l’artista torinese Enrico Mazzone, 38 anni.
Un’impresa folle, un sogno che ha cominciato a diventare realtà a fine 2016 a Rauma, in Finlandia, dove a Mazzone è stato regalato l’enorme rotolo di carta e dove è stato ospitato in diversi studi che gli hanno consentito di srotolarlo per cominciare a comporre l’opera che include le tre cantiche dantesche, Inferno, Paradiso e Purgatorio. Il lavoro è statp realizzato a matita: 6.240 quelle utilizzate di cui Mazzone ha conservato i moncherini “perché vorrei condividerli nel segno della passione”.

“Tutta la Divina Commedia su un foglio di 97 metri per 4, che mi è stato donato da U.P.M. Cartiera di Rauma, concentrando l’attenzione su alcuni personaggi e paesaggi. Ho terminato l’Inferno e il Purgatorio, adesso mi sto dedicando al Paradiso, ci sono ancora 35 metri da fare e c’è la possibilità di completare l’opera a Ravenna grazie all’interesse del gallerista Marco Miccoli che si sta occupando di vari eventi per le celebrazioni di Dante 2021” racconta l’artista, classe 1982, laureato all’Accademia di Belle Arti di Torino in scenografia teatrale. “Ma ho sempre avuto la passione per il disegno iconografico e la mitologia” spiega Mazzone che in questi giorni è in Italia ed è arrivato a Rauma con una borsa di studio per una residenza d’artista. Prima era stato in Islanda e poi in Groenlandia.
Non è, spiega l’artista, “una composizione iperrealista ma figurativa. Ha un taglio rinascimentale, con la tecnica a puntini ho creato i chiaroscuri. Realizzata in bianco e nero, a matita, ricorda le incisioni. L’unica vera sfida è stato operare su formati titanici dopo aver fatto schizzi e bozze su fogli A3.
Prima ho fatto le sagome e poi le ho puntinate. Non ho visto il disegno completo dei 62 metri finora realizzati e anche per me alla fine sarà una sorpresa la visione d’insieme. In orizzontale si può intuire, in verticale non lo so”. Ci sono cammei di Beatrice, di Paolo e Francesca, di Virgilio, Penelope, del Conte Ugolino e poi di Caronte, di Filippo Argenti, di Cerbero, Plutone, Orfeo, Minosse. “Quali sono i personaggi accattivanti e quelli che fanno da sfondo? Mi piacerebbe che la gente potesse accorgersi della fisiognomica, di quegli sguardi che si incrociano” sottolinea Mazzone che non è mai stato un “grande fan, ma la Divina Commedia mi ha sempre entusiasmato”.
L’ispirazione artistica in questo caso deve fare i conti con i problemi logistici. “Il trasporto non è semplice: può avvenire via terra e si potrebbe creare un evento nell’evento con il trasferimento su un camion da Rauma a Ravenna. Oppure si può trasportare via mare. Piano piano i tasselli si uniscono e si stanno creando delle sinergie con il coinvolgimento dell’Istituto Italiano di Cultura a Helsinki e delle autorità di Ravenna. Uno degli spazi che potrebbe ospitarlo potrebbe essere la Chiesa di Santa Maria dell’Angelo a Faenza che non viene utilizzata per funzioni religiose” spiega l’artista che non ha mai smesso di credere in questo progetto. E ora, dopo l’istituzione del ‘Dantedì’ e le celebrazioni nel 2021 per i 700 anni della nascita del Sommo Poeta, l’operazione acquista ogni giorno sempre maggiore attenzione.
“Piano piano il progetto prende spazio e in tanti fanno il tifo per averlo. La società Dante Alighieri è molto incuriosita.
Vittorio Sgarbi è al corrente del progetto. Dormo sonni tranquilli, ma questi anni non sono stati facili e sento la responsabilità non solo di progettare ma di saper anche presentare la commedia dantesca”. Le incisioni di Gustave Doré sono state un riferimento, ma Mazzone ha operato in modo diverso, mettendo tutta la prospettiva sul piano orizzontale.
“Mi sono permesso qualche licenza poetica. Ho seguito due binari. la sequenza delle varie cantiche, i gironi dell’Inferno, Purgatorio e Paradiso e poi un unico piano orizzontale visivo.
Sono stato tenace, ma ho grandi dubbi e incertezze. Più volte ho pensato ‘non ne esco vivo’, ma adesso il più è stato fatto e sono ad un punto cruciale, lo devo finire” sottolinea. Ma alcune certezze le ha: “Non lo vedo certo esposto in una parete unica, piana, dove occuperebbe 100 metri ma al centro di una stanza, come un ciclorama che avrebbe un raggio di 37 metri, una struttura alla quale si possa girare intorno” dice.

Costanzo, racconto ‘L’amica geniale’ evolve con la storia d’Italia

21 gennaio 202014:37

“Se i primi due episodi di Storia del nuovo cognome sono fortemente in continuità con la fine della prima stagione, dal terzo capitolo le cose iniziano a cambiare.
Lila ed Elena ci appaiono più grandi, adulte, amiche ma anche rivali, due brave ma anche ‘cattive’ ragazze”. Il regista Saverio Costanzo, nel corso della presentazione della seconda stagione dell’Amica geniale – dopo lo straordinario successo della prima, venduta in molti Paesi del mondo con critiche entusiastiche – che sbarca in prima visione su Rai1 dal 10 febbraio, ragiona sulla nuova serie (tratta dal secondo libro della quadrilogia di Elena Ferrante edito da e/o) che vedrà per due episodi la regia di Alice Rohrwacher (quelli ambientati a Ischia).
Costanzo ricorda: “Siamo negli anni ’60, piano piano si aprono gli orizzonte e la drammaturgia di Elena Ferrante accelera. Troviamo il desiderio di scoprire qualcos’altro. Il racconto filmico, invece, evolve con la storia italiana, con la condizione sociale”. E fa notare: “Se la prima stagione si è ispirata al racconto neorealista, la seconda si concede un’evoluzione anche cinematografica. La presenza di Alice è un vero regalo, è un’artista con uno sguardo proprio. E’ un cinema che strappa le inquadrature, che strappa la musica al racconto.
Ho avuto la possibilità di sperimentare dentro la formacinema e tutto questo è stato possibile grazie al romanzo. Se è stato possibile lavorare in modo così sensato e profondo, è grazie solamente al romanzo”. La macchina da presa e “la messa in scena, tentano di seguire questa loro crescita delle due protagoniste, facendo respirare le inquadrature con un tempo più posato e discontinuo insieme; qualcosa inizia a rompersi”. Alla domanda se ci sarà un seguito a questa seconda stagione, visti gli altri due libri della Ferrante, risponde: “Me lo auguro a prescindere da me”. Per Alice Rohrwacher, “l’intuizione di Saverio è stata quella di vedere, nel quarto e nel quinto episodio che io ho diretto, un romanzo a sé. Far entrare un altro regista è stato un elemento di rottura, soprattutto per le due ragazze”.

Quadro Klimt: fu pagata ricompensa per ritrovare il dipintoLibertà: a un piacentino per informazioni utili sull’opera

PIACENZA21 gennaio 202014:41

– Anche dopo il ritrovamento dell’opera, quello del ‘Ritratto di Signora’ di Klimt rubato e poi ritrovato a Piacenza, resta un giallo. Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano locale Libertà, nel 2015 sarebbe stata pagata una ricompensa a un piacentino che aveva avviato una trattativa con i carabinieri sostenendo di poter fornire informazioni utili per ritrovare il dipinto.
A pagare sarebbe stata la Banca di Piacenza e a confermare la notizia è stato il presidente onorario dell’istituto di credito Corrado Sforza Fogliani, che però non ha precisato l’entità della somma.
Un altro mistero ruota intorno ai due piacentini, entrambi pregiudicati, che nei giorni scorsi si sono autoaccusati del furto con una lettera al quotidiano Libertà. Oggi si apprende che i due starebbero per finire in carcere per un cumulo pene giunto al giudizio di Cassazione e relativo a vecchi reati.
Entrambi erano componenti della cosiddetta ‘banda del grimaldello bulgaro’, che mise a segno decine di furti tra Piacenza e province limitrofe. Venerdì scorso la Cassazione ha confermato le sentenze di secondo grado e reso definitive le condanne. Uno dei due deve scontare 7 anni e due mesi (in primo grado fu condannato a 14 anni), l’altro 4 anni e 8 mesi (contro gli 8 anni e 8 mesi del primo grado).
Dopo aver inviato la lettera a Libertà nella quale si ascrivevano il merito di aver restituito il quadro, entrambi sono stati ascoltati dagli investigatori della squadra mobile di Piacenza. La Procura della Repubblica ha confermato che vi è un’indagine in corso sul Klimt senza però precisare se a loro carico o meno, ma spiegando che vi sono due piste investigative.
Il reato ipotizzato è quello di ricettazione poiché il reato di furto è invece ampiamente prescritto.

Deliberata candidatura Portici Bologna a patrimonio UnescoDa Commissione nazionale italiana. Esito atteso nel 2021

BOLOGNA21 gennaio 202015:49

– Deliberata dal Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco – riunito oggi presso il ministro dei Beni Culturali – la presentazione della candidatura dei Portici di Bologna alla Lista del Patrimonio Mondiale per il 2020. L’esito della candidatura – spiega una nota dello stesso ministero – è atteso nel 2021.
Con la decisione di presentare la candidatura a patrimonio dell’Unesco i Portici vengono riconosciuti come “un elemento identificativo della città di Bologna, sia dalla comunità che dai visitatori, e sono un punto di riferimento per uno stile di vita urbano sostenibile, in cui gli spazi religiosi e civili e le abitazioni di tutte le classi sociali sono perfettamente integrate”.

Giorno memoria: nei libri tante voci di deportateDa ‘Le 999 donne di Auschwitz’ a ‘L’Alto Nido’

21 gennaio 202014:51

– La vera storia, mai raccontata, delle prime deportate ad Auschwitz e una delle operazioni di salvataggio più audaci della resistenza olandese all’occupazione nazista messa in piedi dalle sorelle Lien e Janny Brilleslijper.
Voci di donne, perdute, ritrovate, cercate, da ascoltare, sono le protagoniste di molti fra i libri in uscita per il Giorno della memoria che si celebra il 27 gennaio.
In dieci anni di ricerche l’attivista impegnata contro la negazione dell’Olocausto Heather Dune Macadam, ha raccolto in ‘Le 999 donne di Auschwitz’ (Newton Compton) le testimonianze inedite e le interviste alle sopravvissute che il 25 marzo del 1942 vennero condotte ad Auschwitz, da cui l’autrice ha tratto anche un documentario. Mentre nel romanzo verità ‘L’Alto Nido’ (Bompiani) l’avvocata e pubblicista olandese Roxane van Iperen ci racconta la vita in una villa nascosta a est di Amsterdam di dozzine di ebrei in fuga. Il nascondiglio è appunto l’Alto Nido dove le sorelle Brilleslijper creano un’operazione di salvataggio che verrà compromessa nel giugno del 1944.
Rimasto segreto fino ad ora, ‘Il diario di Renia 1939-1943’ (Neri Pozza), ci fa rivivere invece i sogni e le speranze di una ragazza polacca che, separata dalla madre e dalla sorella, viene trasferita dalla casa dei nonni al ghetto di Przemys’l dal quale riesce a evadere con l’aiuto di un importante medico ebreo. Ma, tradita da un informatore anonimo , viene giustiziata a 18 anni dalla polizia nazista, nel luglio del 1942. Ginette Kolinka, 95 anni, una delle ultime sopravvissute a Birkenau, dopo aver taciuto per 50 anni ha deciso di raccontare in modo diretto, semplice e coinvolgente la sua storia in ‘Ritorno a Birkenau’ (Ponte alle Grazie), scritto con Marion Ruggeri. Ed è ambientato nella Francia occupata dai nazisti ‘Mai più. Per non dimenticare’ (Giunti) il primo graphic novel della scrittrice bestseller R. J. Palacio, pseudonimo di Raquel Jaramillo, l’autrice di Wonder. In ‘Eugenia’ (Fazi), con cui lo scrittore e giornalista Lionel Duroy ha vinto il premio Anais Nin 2019, viene raccontata una storia d’amore segnata dalla persecuzione antisemita in Romania attingendo alla storia vera dello scrittore e intellettuale Mihail Sebastian.
Torna in libreria per Harper Collins, a 25 anni dalla prima uscita nelle edizioni e/o, il piccolo grande classico ‘Una bambina e basta’ di Lia Levi, impreziosito da originali tavole a colori dell’illustratrice Zosia Dzierzawska. La scrittrice, 89 anni, Premio Strega Giovani nel 2018, spiega ai più piccoli cosa voleva dire diventare grandi sotto le leggi razziali. Arriva anche una nuova edizione del ‘Diario di Anne Frank’ (Mondadori), a cura di Guia Risari, con illustrazioni di Giulia Tomai e la postfazione di Marco Missiroli.
E viene finalmente pubblicato in Italia, ‘Il maestro di Auschwitz’ (Newton Compton), un racconto autobiografico, ispirato alla vita dello scrittore pragahese Otto B Karus, che durante la sua prigionia ad Auschwitz sfidò le regole dei nazisti dando lezioni di nascosto ai 500 bambini ebrei che vissero nel Blocco 31 ad Auschwitz.
Basato sul diario segreto di Gustav Kleinmann dal campo di concentramento, esce per Harper Collins anche ‘Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz’, una storia vera raccontata da Jeremy Dronfield, originario del Galles. Dalla testimonianza diretta della prigionia nei lager e della storia d’amore con la diciottenne Friedel, raccontata in un diario dallo psicoanalista Eddy de Wind, che è stato uno dei primi a descrivere la sindrome del sopravvissuto, è nato ‘Ultima fermata Auschwitz’ (Rizzoli) che esce in contemporanea in diversi paesi. Ispirandosi a fatti reali, Franco Forte e Scilla Bonfiglioli raccontano in ‘La bambina e il nazista’ (Mondadori) i tormenti di un ufficiale di complemento delle SS che vuole salvare dalle camere a gas una bambina ebrea che somiglia a sua figlia. Una preziosa esplorazione dell’antisemitismo attraverso i testi sacri, la tradizione rabbinica e le leggende ebraiche, è quella di Delphine Horvilleur, rabbino francese del Movimento ebraico liberale di Francia, in ‘Riflessioni sulla questione antisemita’ (Einaudi) che esce nella traduzione di Elena Loewenthal.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Giorno Memoria: Gli eventi per non dimenticare
Mostre e concerti in tante città

21 gennaio 202015:02

– Sarà una moltitudine di concerti, mostre, incontri quella che anche quest’anno caratterizzerà la partecipazione di tante città italiane, da nord a sud, al Giorno della Memoria del 27 gennaio, nato per commemorare le vittime dell’Olocausto. “Là dove giace il cuore. Note e parole d’esilio” è il titolo del settimo Concerto per la Memoria in programma all’Auditorium Parco della Musica di Roma il 23 gennaio.
Gianluca Capozzi, Isabel Consigliere, Elisabetta Di Sopra, Bernhard Draz, Silvia Margaria, Nano Valdes, Theo van Keulen sono gli artisti che con le loro opere riflettono sul Giorno della Memoria nell’ambito della mostra “Segrete. Tracce di Memoria. Alleanza di artisti in memoria della Shoah”, dal 23 gennaio al 9 febbraio a Palazzo Ducale di Genova.
A Milano il 27 al Conservatorio G. Verdi si terrà “Il ballo di Irène. L’incredibile storia di Irène Némirowsky”, con Alessia Olivetti, scritto e diretto da Andrea Murchio in collaborazione con Bruno Maida, le musiche a cura degli studenti del conservatorio e l’introduzione di Ferruccio De Bortoli.
Al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, che il Giorno della Memoria resterà aperto dalle 10 alle 18, si può visitare il percorso multimediale “1938: l’umanità negata”, a cura di Paco Lanciano e Giovanni Grasso, inaugurato il 17 gennaio e allestito in modo permanente.
Il Museo Ebraico di Bologna accoglie dal 24 gennaio all’8 marzo le “Cariatidi” di Luca Freschi, installazione site-specific dedicata al concetto di memoria: l’artista romagnolo ha concepito sculture monumentali composte da elementi in terracotta ceramica dipinta ed objet trouvè che si inseriscono, rievocando la memoria storica collettiva, nel percorso museale.

Gabbani, mi sono preso il tempo che mi servivaSu Junior Cally, “libertà d’espressione non va censurata”

21 gennaio 202015:38

– Ci sono voluti tre anni per convincerlo a tornare al Festival di Sanremo, dopo la doppia vittoria tra le Nuove Proposte nel 2016 e tra i Big l’anno successivo. “Ho assecondato quello che sono. Mi sono preso il tempo necessario per arrivare a Viceversa, il brano che porto in gara quest’anno e che dà anche il nome al nuovo album”, spiega Francesco Gabbani senza ansia da prestazione, senza la necessità di dover dimostrare qualcosa a tutti i costi. “Non ho la presunzione di pensare di andare a vincere, questa soddisfazione già me la sono tolta – scherza il cantautore toscano -.
Piuttosto è l’occasione per presentare un brano che mostra un’altra faccia di me artista, quella più intimista ed emozionale. Non vado per stupire, ma per stupirmi”.
Subito dopo il festival uscirà il nuovo album per BMG. “Non vuole essere un concept album, ma c’è un filo conduttore che corre tra le canzoni: un inno alla condivisione e all’abbandono dell’individualismo. E’ anche un modo per guardarmi allo specchio e chiedermi chi sono io in rapporto agli altri, scoprendo di sentirmi soprattutto una persona libera che ha sempre rispettato gli altri”.
Sulla polemica che infiamma i giorni pre-festival, quelli legati alla presenza del rapper Junior Cally, si limita a dire che “la libertà di espressione non va limitata, altrimenti bisognerebbe aprire un’inquisizione per tanti altri artisti”.

Il parka disegnato da 18 stilisti del popolo Inuit90 capi Canada Goose, vendite a sostegno comunità attraverso ITK

21 gennaio 202015:46

– Canada Goose lancia una collezione artigianale di parka creata in collaborazione con 18 designers Inuit, l’antico popolo dell’Artico che risiede nel Canada del Nord. La collezione, nata per supportare Atigi, il progetto sociale per lo sviluppo di un programma d’impresa Inuit su larga scala, è stata creata proprio dai designer provenienti dall’ Inuit Nunangat, patria di questa popolazione. Costituito nel 2019, il progetto Atigi celebra l’ heritage dell’artigianalità Inuit che ha loro consentito loro di vivere nelle più difficoltose ed estreme condizioni climatiche. Costruito sul successo e l’impatto della collezione inaugurale, il progetto presenta 90 capi sartoriali creati da 18 designers Inuit che provengono da 12 differenti comunità della regione dell’Inuit Nunangat. In collaborazione con l’organizzazione Inuit Tapiriit Kanatami (ITK), Canada Goose ha commissionato a questo gruppo di abili designers la creazione di 5 giacche a testa che riflettessero il loro heritage, la cultura e le loro tradizioni artigianali. La collezione sottolinea la profonda tradizione sartoriale del Nord ed ogni designer ha plasmato i tessuti in qualcosa di funzionale. Dei ricavi delle vendite della Project Atigi collection beneficeranno le comunità Inuit canadesi attraverso l’organizzazione ITK che lavora con le quattro regioni che compongono l’Inuit Nunangat. Attraverso ITK i profitti dello scorso anno hanno supportato progetti educativi, occupazionali e di tutela culturale. La Project Atigi 2020 collection, che include modelli Uomo e Donna, sarà presentata in selezionati store Canada Goose attraverso il Nord America e l’Europa e saranno disponibili per gli ordini sul sito.

Cinema: omaggio ad Aldo Fabrizi al Festival di LecceIl 2 aprile 1990 moriva il genio comico

21 gennaio 202015:56

– A 30 anni dalla scomparsa di Aldo Fabrizi, il Festival del Cinema Europeo (Lecce – Multisala Massimo, 18-25 aprile 2020) diretto da Alberto La Monica, rende omaggio a una delle figure più carismatiche della cultura e del cinema italiani.
Il ricordo di Fabrizi, scomparso il 2 aprile 1990, si articola in diversi momenti: il regista e l’attore, con una retrospettiva dei suoi film, una mostra fotografica e un incontro/tavola rotonda dedicato alla sua arte a cui prenderanno parte addetti ai lavori, presieduto dalla nipote di Fabrizi, Cielo Pessione.
Dal varietà al cinema, alla televisione, definito dai critici americani “a comic genius”, dopo la rappresentazione a Broadway del celebre musical “Rugantino” di Garinei e Giovannini nel 1964, Fabrizi ha lavorato con i più grandi autori del nostro cinema. Dal debutto sul grande schermo nel 1942 con “Avanti c’è posto” di Mario Bonnard al ruolo, nel ’45 di Don Pietro in “Roma città aperta” di Roberto Rossellini. Nel 1950 riceve il Nastro d’Argento per “Prima comunione” di Alessandro Blasetti riconoscimento che si aggiudicherà anche nel ’75 per “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola. Al Festival di Cannes viene premiato come co-sceneggiatore di “Guardie e ladri” uno dei tantissimi film girati assieme a Totò verso il quale Fabrizi ha sempre nutrito un grande affetto e una profonda stima. Ha lavorato in oltre 60 film diretti, per citarne solo alcuni, da Monicelli, Steno, Mattoli, Magni, Bragaglia, Nanni Loy, Franciolini, Pabst, Zampa.
Ed è stato anche regista da Emigrantes del 1949 alla famosa commedia La famiglia Passaguai del ’51, in tutto 9 titoli.
Il Festival del Cinema Europeo, ideato e organizzato dall’Associazione Culturale “Art Promotion”, è realizzato dalla Fondazione Apulia Film Commission e dalla Regione Puglia con risorse del Patto per la Puglia (FSC).

Addio Severino, filosofo dell’eternoMorto a Brescia il 17 gennaio, solo oggi la notizia

21 gennaio 202017:12

– “Avvicinarsi alla morte è avvicinarsi alla gioia, ma alludo al superamento di ogni contraddizione che attraversa la nostra vita perchè siamo costantemente nello squilibrio e nell’instabilità: non ci attende la reincarnazione o la resurrezione, ma qualcosa di infinitamente di più”. Così scriveva e ripeteva spesso, nelle sue lectio e nei suoi incontri, Emanuele Severino, morto il 17 gennaio a Brescia, ma si è saputo solo oggi, che aveva compiuto 90 anni il 26 febbraio 2019. Un pensiero radicale, il suo, che per la negazione del ‘divenire’ lo ha portato ad un conflitto con la chiesa cattolica al punto che nel 1968, 4 anni dopo aver pubblicato ‘Ritornare a Parmenide’, su sua richiesta venne istruito un processo dall’ex Sant’Uffizio, che dichiarò la sua filosofia incompatibile con il cristianesimo. Un pensiero che Severino, considerato uno dei più grandi filosofi, scrittori e intellettuali del Novecento, ha coltivato facendo riferimento, oltre che a Parmenide, ad Aristotele, Eraclito, Hegel, Nietzsche, Leopardi. Per il filosofo bresciano l’Occidente vive nel nichilismo, ovvero nella convinzione che le cose, tutte le cose escono dal nulla e vi fanno ritorno. Nei numerosi libri pubblicati sin dagli anni ’50, Severino ha mostrato invece che tutto, anche le cose più insignificanti sono eterne per necessità e la convinzione che tutte le cose escono dal nulla e vi fanno ritorno è la ”follia estrema”. L’uomo ha sempre cercato il rimedio al terrore davanti al dolore e alla morte. Lo ha cercato con il mito, la poesia e la religione e proprio in questo contesto ha approfondito il pensiero di Eschilo ma anche di Giacomo Leopardi.

Miu Miu rilegge mito della colonia d’artisteScenario Casa Corbero vicino Barcellona. Nel cast Bella Hadid

21 gennaio 202017:22

– Una colonia di artisti, tutta al femminile le cui storie si svolgono in uno spazio tentacolare, labirintico: parte scenografia, parte installazione, parte galleria, parte dimora, in cui si muove una squadra di supermodelle capeggiate d Bella Hadid, è lo scenario della nuova campagna di Miu Miu per la primavera estate. ll mito della colonia di artisti rivive nella Casa Corberó costruita dall’artista catalano Xavier Corberó a Esplugues, nelle immediate vicinanze di Barcellona. La sua “casa sublim” si contraddistingue per le linee sofisticate che rivelano severità, disciplina e funzionalità. Queste caratteristiche si riflettono nella stessa collezione di Miu Miu, dove la creatività si esprime con chiazze di colore pitturate a mano, con bottoni “sbagliati”, con applicazioni di rouches e increspature a collage, contrapponendosi alla forma disciplinata, la silhouette severa e la funzionalità presenti negli esempi di uniforme e abbigliamento da lavoro, temi a cui Miuccia Prada ritorna ancora una volta.
I punti di vista fotografici di Liz Collins e Lynette Garland formano un collage con i video e i fotogrammi di Call This Number (Steve Mackey & Douglas Hart) e Robbie Mailer-Howatt. La campagna ritrae un cast di Miu Miu girls composto da Bella Hadid appunto, Tomiwa Adeshina, Pia Ekman, Bo Gebruers, Tang He, Léa Julian, Jordan Leftwich, Lila Moss, Patrycja Piekarska, Alexis Sundman, Xiao Wen Ju e Kaila Wyatt.

Dario Argento al lavoro, girerà serie thrillerProduzione con Iervolino Entertainment

21 gennaio 202018:13

– Dario Argento al lavoro per una coproduzione di una serie tv, ovviamente thriller. Lo annuncia Iervolino Entertainment di Andrea Iervolino e Monika Bacardi che la produrrà in associazione con la società di produzione maltese Talulah e con la partecipazione produttiva e creativa di Alberto Tarallo, in collaborazione con Neo Art Producciones, società spagnola con sede a Barcellona, e Talulah, casa di produzione maltese di cui fa parte l’italiano Alberto Tarallo.
La serie è articolata in 4 episodi della durata di 50 minuti ognuno. A Dario Argento sarà affidata la regia del primo episodio e la direzione, artistica in qualità di showrunner, di tutta la serie. La serie, che ha tutti gli elementi che hanno caratterizzato la fortunata carriera del maestro, spazia dal thriller al giallo fino a toccare gli incubi più profondi tipici del cinema horror.
Il primo episodio, diretto da Dario Argento, gira intorno alla figura della bellissima attrice americana Sharon Vieri che, dopo alcune disavventure a Hollywood, decide di ritirarsi in Italia, nella casa natale del padre. Nella tranquilla cittadina toscana di Alberi, però, si aggira un’inquietante figura intenta a rapire bambine. E nel suo mirino ora c’è Lisa, la figlia dodicenne di Sharon.

Costanzo, L’amica geniale evolve con l’ItaliaIl regista, “con Alice Rohrwacher valore aggiunto importante”
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21 gennaio 202014:57

– “Se i primi due episodi di Storia del nuovo cognome sono fortemente in continuità con la fine della prima stagione, dal terzo capitolo le cose iniziano a cambiare.
Lila ed Elena ci appaiono più grandi, adulte, amiche ma anche rivali, due brave ma anche ‘cattive’ ragazze”. Il regista Saverio Costanzo, nel corso della presentazione della seconda stagione dell’Amica geniale – dopo lo straordinario successo della prima, venduta in molti Paesi del mondo con critiche entusiastiche – che sbarca in prima visione su Rai1 dal 10 febbraio, ragiona sulla nuova serie (tratta dal secondo libro della quadrilogia di Elena Ferrante edito da e/o) che vedrà per due episodi la regia di Alice Rohrwacher (quelli ambientati a Ischia).
Costanzo ricorda: “Siamo negli anni ’60, piano piano si aprono gli orizzonti e la drammaturgia di Elena Ferrante accelera. Troviamo il desiderio di scoprire qualcos’altro. Il racconto filmico, invece, evolve con la storia italiana, con la condizione sociale”. E fa notare: “Se la prima stagione si è ispirata al racconto neorealista, la seconda si concede un’evoluzione anche cinematografica. La presenza di Alice è un vero regalo, è un’artista con uno sguardo proprio. E’ un cinema che strappa le inquadrature, che strappa la musica al racconto.
Ho avuto la possibilità di sperimentare dentro la forma cinema e tutto questo è stato possibile grazie al romanzo. Se è stato possibile lavorare in modo così sensato e profondo, è grazie solamente al romanzo”. La macchina da presa e “la messa in scena tentano di seguire questa loro crescita delle due protagoniste, facendo respirare le inquadrature con un tempo più posato e discontinuo insieme; qualcosa inizia a rompersi”. Alla domanda se ci sarà un seguito a questa seconda stagione, visti gli altri due libri della Ferrante, risponde: “Me lo auguro a prescindere da me”. Per Alice Rohrwacher, “l’intuizione di Saverio è stata quella di vedere, nel quarto e nel quinto episodio che io ho diretto, un romanzo a sé. Far entrare un altro regista è stato un elemento di rottura, soprattutto per le due ragazze”.

‘Alice e il sindaco’, politica e sentimentoDal 6 febbraio il film di Pariser con Luchini e Heimann

21 gennaio 202019:35

– ‘Alice e il sindaco’ di Nicolas Pariser, in sala dal 6 febbraio con la Bim con protagonisti Alice Heimann e Fabrice Luchini, mescola passione politica e sentimento, una sorta di omaggio-sequel al film di Éric Rohmer, L’albero, il sindaco e la mediateca il cui protagonista era un giovane Luchini insegnante dal cuore socialista nella Francia rurale.
Questa volta l’attore francese è invece Paul Theraneau, sindaco di Lione a qualche mese dalle elezioni municipali. Un politico che dopo trent’anni di attività si sente come svuotato, non ha più un’idea. E così, con un azzardo di sceneggiatura molto francese, il sindaco chiama in suo soccorso una giovane ragazza, Alice (Heimann), una filosofa trentenne abbastanza disincantata, che ha come singolare missione dare nuove idee e stimoli al politico. Va detto che Alice, nonostante l’originalità del suo lavoro, è davvero brava tanto da diventare indispensabile al sindaco, una cosa che la renderà presto antipatica allo staff del politico. Il contributo di Alice sarà così fondamentale per ricucire quel rapporto con la società che questo politico socialista non ha ormai più.

Sanremo, raccolte ventimila firme per escludere Junior Cally La polemica sul rapper dopo il forfait di Monica Bellucci. Rinuncia non legata alle ultime polemiche o al cachet

21 gennaio 202013:04

In 24 ore ha superato le 20 mila firme la petizione lanciata su Change.org da Carmen Cera a nome dei docenti del Liceo Scientifico Nicolò Palmeri di Termini Imerese per chiedere alla Rai di non fare esibire sul palco di Sanremo il rapper Junior Cally per i contenuti del brano e del videoclip di “Strega” da lui pubblicati 2 anni fa.L’appello cita il testo della canzone nella quale Cally utilizza un linguaggio “sessista, oltraggioso e pericoloso” (“L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera”) e descrive le immagini del video, in cui il rapper “si muove minacciosamente di fronte ad una ragazza legata mani e piedi ad una sedia con un sacchetto sulla testa”. “Noi, con la sua esclusione dalla kermesse sanremese, ribadiamo – si legge nella petizione – che la violenza sulle donne deve essere combattuta pubblicamente ed esplicitamente soprattutto a livello culturale e che i media hanno in questo un ruolo fondamentale, affinché il lavoro quotidiano degli educatori non venga vanificato in nome delle leggi del mercato”.IL FORFAIT DI MONICA BELLUCCI: Monica Bellucci si chiama fuori: non ci sarà “per cause maggiori”. A due settimane dal debutto, Sanremo 2020 deve fare i conti con il forfait della diva e con la bufera che imperversa su Junior Cally, il rapper mascherato romano al centro delle polemiche per le frasi violente e contro le donne contenute in un

brano del 2017, Strega.Dopo l’altolà del presidente Rai Marcello Foa, è il presidente della Vigilanza, Alberto Barachini (FI), a scrivere allo stesso Foa e all’ad Fabrizio Salini per chiedere di evitare che all’Ariston “vengano diffusi messaggi lesivi dei diritti e della dignità della persona, o inquadrabili nel fenomeno dell’hate speech”. Intanto continua – dalla Lega al Pd, da Forza Italia a Leu – il tam tam per chiedere a Viale Mazzini di intervenire.Il caso Cally è stato oggi al centro di una riunione tra Salini e il neo direttore di Rai1 Stefano Coletta, in costante contatto con Amadeus, impegnato a Sanremo nelle prove del festival. Una decisione arriverà a breve, ma secondo quanto si apprende solo dopo un’attenta valutazione delle posizioni emerse in queste ore, nel massimo rispetto di tutte le opinioni. Niente impulsività, ma cautela ed equilibrio, è la posizione dell’ad: in ballo ci sono temi urticanti, il cambiamento del senso comune, ma anche un’analisi ‘retroattiva’ dei testi che finora non è mai stata presa in considerazione e che richiederebbe una modifica del regolamento. Amadeus, come i direttori artistici che lo hanno preceduto, ha ascoltato i brani proposti (e quello di Junior Cally, No grazie, con riferimenti neanche troppo velati a Matteo Salvini e a Matteo Renzi, ha convinto anche la critica) e l’ufficio legale ha fatto le sue valutazioni sugli artisti.Bellucci, intanto, si sfila : “Il signor Amadeus ed io ci siamo incontrati mesi fa ipotizzando un progetto insieme. Purtroppo per cause maggiori non siamo riusciti nel nostro fine. Auguro un bel Festival a lui e al suo team e spero in un’altra possibilità nel futuro”, fa sapere l’attrice attraverso il suo ufficio stampa. Una defezione che arriva dopo quella di Salmo, ampiamente annunciato come ospite della prima serata. Ma è su Cally che si concentrano ancora le attenzioni del Palazzo, a conferma del fatto che Sanremo, l’evento per eccellenza della Rai, finisce con il catalizzare le tensioni politiche.”Sanremo ha avuto grandi interpreti a rappresentare il talento, la competenza e l’autorevolezza delle donne. Quest’anno si trasmette un brutto messaggio che offende le donne. Tutti siamo chiamati in causa”, scrive su Twitter il segretario dem Nicola Zingaretti, mentre Laura Boldrini parla di “testi agghiaccianti” di Junior Cally e chiede le scuse del direttore artistico. “La Rai e Amadeus prendano immediati provvedimenti”, auspica l’azzurra Mariastella Gelmini.Il più duro è Matteo Salvini: “Mi vergogno di quel cantante che paragona Donne come troie, violentate, sequestrate, stuprate e usate come oggetti. Lo fai a casa tua, non in diretta sulla Rai e a nome della musica italiana”, scrive su Twitter. Frasi che finiscono però nel mirino del Pd: a insorgere, in particolare, è Matteo Orfini che ricorda a Salvini la “bambola gonfiabile” che portò sul palco “per offendere la Boldrini”.Con l’amico Amadeus si schiera Fiorello. Il volto ‘mascherato’ da una sciarpa, posta un video su Instagram e ironizza: “Io in qualità di anonimo proporrò per te la pena di morte: per quello che stai facendo, per quello che rappresenti. Da che eri un santo, ora sei l’uomo più cattivo d’Italia, un sessista”. “Le polemiche ci sono sempre, ma poi basta”, gli fa eco Antonella Clerici, una delle signore del festival. Molto critica, invece, Michelle Hunziker: “Siamo in tanti a cercare i invertire una cultura profondamente sbagliata rispetto alla percezione che hanno le donne in questo paese… ma evidentemente non basta”.Dal fronte musicale, Enzo Mazza invita alla “massima cautela”: “Il rap, e più in generale la musica urban, è costituito da forme di linguaggio spesso molto crude e dirette”, ricorda il ceo di Fimi, sottolineando che, per avvicinarsi ai giovani, il festival “ha dovuto necessariamente fare i conti con un repertorio ‘difficile’ per il pubblico tradizionale. Ma è un’evoluzione irreversibile”. Per questo “le polemiche ci stanno, la censura, magari preventiva, certamente no”. Anche per Paola Zukar, signora del rap italiano, manager di artisti come Fabri Fibra, Marracash, Clementino, “non si può prendere il rap, portarlo al Festival, poi spacchettare i testi e decontestualizzarli. Così non si va da nessuna parte”.

Ai Sag Parasite fa la storia: è straniero e ‘miglior film’Joaquin Phoenix e Renee Zellweger come ai Golden, miglior attori

20 gennaio 202013:18

Parasite, il thriller/commedia nera coreana, che ha vinto la Palma d’oro a Cannes, continua la sua marcia trionfale tra i premi dell’anno e dopo i Golden Globe e le ben sei nomination agli Oscar ha fatto stanotte la storia al 26/mo Screen Actors Guild Awards, i Sag diventando il primo film in lingua straniera a vincere il premio ‘outstanding performance by a cast in a motion picture’ (l’eccezionale performance di un cast), che è l’equivalente della categoria Oscar per miglior film. Le piattaforme streaming protagoniste anche ai Sag: Netflix con la vittoria di “The Crown” best TV drama e Amazon per “The Marvelous Mrs. Maisel” best TV comedy. Gli attori che premiano gli attori hanno decretato le vittorie, in linea con i Golden Globes per Renee Zellweger (“Judy”) e Joaquin Phoenix (“Joker”) come attori protagonisti. Per la tv hanno vinto Peter Dinklage (“Il trono di Spade”) e Jennifer Aniston (“The Morning Show”) per la sezione drama. Phoebe Waller-Bridge (“Fleabag”) e Tony Shalhoub (“The Marvelous Mrs. Maisel”) nella categoria commedie.

Fellini racconta FelliniNuova edizione del libro della Chandler a 100 anni dalla nascita

20 gennaio 202009:50

– CHARLOTTE CHANDLER, ‘IO, FEDERICO FELLINI’ (BUR RIZZOLI, PAG. 350, EURO 16) – ”Io, Federico Fellini è tutte le cose che Federico Fellini mi confidò lungo l’intero arco del nostro sodalizio, durato quattordici anni, dalla primavera del 1980, a Roma, fino a poche settimane prima della sua morte, avvenuta nell’autunno del 1993. Io, Federico Fellini è stato più parlato che scritto”. Ed ora quel libro, che uscì nel 1994, torna in occasione dei 100 anni della nascita del grande regista, il 20 gennaio del 1920, in una nuova edizione tascabile quanto preziosa. ”Ho una sola vita, ed è quella che ti ho raccontato. Questo è il mio testamento finale, perché non ho altre parole da aggiungere”. Ha messo insieme quelle parole Charlotte Chandler, già biografa di Groucho marx, Alfred Hitchcock, Marlene Dietrich, Ingrid Bergman, Bette Davis e Billy Wilder in un libro in cui il grande regista parla in prima persona come fosse una vera e propria autobiografia.
Lui, che come racconta lo stesso Wilder nell’introduzione, amava così tanto raccontarsi parlando soprattutto di sesso e di donne, ”avventure amorose, passioni. Sapeva essere divertentissimo.
Gli piaceva stupire le persone”, seduto al tavolo della sua osteria preferita, in campagna, a pochi passi da Cinecittà, dove sui tavoli razzolavano le galline. Un luogo italiano, per un uomo dal carattere profondamente italiano, come lo racconta la Chandler, dal corpo che sembrava ancora più imponente di quanto fosse e la voce così flebile che ti costringeva al contatto fisico che lui amava. Sempre leggero, sempre ironico, anche e soprattutto quando parlava di cose troppo serie.
Un bambino solitario, un figlio unico per vocazione, che sapeva vivere nel suo mondo di fantasia, che aveva come eroi la nonna e il clown Pierino. Il ragazzo che credeva nei presagi, e aveva ”uno spiccato senso drammatico”. Poi dopo Rimini Roma, dove sentiva ”di essere arrivato a casa”, e voleva raccontare nel suo primo film il suo primo amore: una ragazza vista a 16 anni affacciata ad un balcone e che aveva pensato fosse un angelo. Poi la voglia di diventare giornalista perché gli era piaciuto il cappello di Fred MacMurray, Poi la sua timidezza, e la monogamia che ”non è una condizione naturale per un uomo”.
Lui che non fu mai un marito perfetto ma era convinto di essere ”un buon marito”. E cercava di spiegarlo alla sua Giulietta che però aveva un’altra opinione ”aveva il suo punto di vista, completamente diverso dal mio, e altrettanto implacabile”.
Convinto che ”gli uomini che amano le donne rimangono giovani”.
E poi Federico Fellini, da Lo sceicco bianco in poi. Quello che voleva essere un capo infallibile, con l’orrore per ”uniformità e irrigimentazione”: ”non mi è mai piaciuto fare l’amore il sabato sera. Non mi è mai piaciuto fare le cose che immagino gli altri facciano nello stesso momento”. Che non ha mai abbracciato movimenti, se non per vaghe iniziali ispirazioni neorealiste. La solitudine, la solitudine. Come un faro fino alla fine. ”So che tipo di morte non voglio; non che ce ne sia una che preferisco, comunque. A lungo ho vissuto con l’illusione che la morte sia qualcosa che accade agli altri. Ora sono vicino a quello che è considerato il limite medio della vita di un uomo e so che il mio futuro è limitato. Ho eliminato la maggior parte delle mie carte non lasciando nulla di imbarazzante per me o per Giulietta. Non ho figli di cui preoccuparmi. Ho i miei film a rappresentarmi nel futuro: almeno, spero che lo faranno”.

Sanremo, tutti contro Cally. Il rapper: ‘Arte è libertà’Lo attacca anche Salvini, ma con il suo intervento finisce a sua volta al centro di un mare di polemiche

21 gennaio 202014:28

Polemiche per la partecipazione del rapper Junior Cally a Sanremo. Ma lui respinge l’accusa di scrivere testi sessisti e populisti. ”E’ evidente dunque che su questa polemica non solo Junior Cally e le sue rime, ma anche le donne e il sessismo non c’entrano nulla. Due sono le cose: o si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano”. Il presidente della Rai Marcello Foa esprime “forte irritazione per scelte che vanno nella direzione opposta rispetto a quella auspicata. Il Festival, tanto più in occasione del suo 70esimo anniversario, deve rappresentare un momento di condivisione di valori, di sano svago e unione nazionale, nel rispetto del mandato di servizio pubblico. Scelte come quella di Junior Cally sono eticamente inaccettabili per la stragrande maggioranza degli italiani”. E chiede che Amadeus sappia ”riportare il festival nella sua giusta dimensione”.A Foa e all’amministratore delegato Fabrizio Salini è quindi pervenuta una lettera di Alberto Barachini, presidente della Commissione di vigilanza sulla Rai, in un cui passo si legge: “Il Festival di Sanremo costituisce indubbiamente l’evento Rai più importante della stagione televisiva, sia in termini di ascolti, sia di risonanza mediatica. Non è pertanto accettabile che nel corso di tale evento vengano diffusi messaggi lesivi dei diritti e della dignità della persona, o inquadrabili nel fenomeno dell’hate speech”.Attacca Junior Cally anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ma il suo intervento ottiene l’effetto di moltiplicare le polemiche. “Mi vergogno di quel cantante che paragona donne come troie, violentate, sequestrate, stuprate e usate come oggetti. Lo fai a casa tua, non in diretta sulla Rai e a nome della musica italiana”, protesta su Twitter l’ex ministro attirandosi, a stretto giro, un mare di repliche. Dal Pd arrivano quelle di Matteo Orfini, Valeria Valente e Alessia Morani. “Io invece – scrive quest’ultima – fossi in te #Salvini mi vergognerei perché hai detto che gli insulti alle donne vanno bene se fatti in casa. Che pena, mamma mia”. Si associa quindi il viceministro per gli Affari regionali Stefano Buffagni (M5s): “Quindi insultare, sequestrare, violentare, stuprare, usare le donne come oggetti, per te va bene ma basta farlo con discrezione dentro casa? Vergogna!”.Quindi, con la consueta ironia, prova a metterci un punto Fiorello, che si rivolge direttamente ad Amadeus con un messaggio su Instagram in cui appare mascherato come il rapper Cally: “Amadeus, ti sei messo contro tutti, ti mancano gli anziani (di’ qualcosa anche contro gli anziani) e, soprattutto, ti manca Fiorello. E’ l’unico rimasto che è ancora con te. Le donne ce l’hai tutte contro, la politica pure. Dammi del terrone e così hai fatto bingo. Io, in qualità di anonimo, proporrò per te la pena di morte: per quello che stai facendo, per quello che rappresenti. Da che eri un santo, ora sei l’uomo più cattivo d’Italia, un sessista”.Il mattatore, però, lancia anche una frecciatina: “Vorrei dire una cosa alle 29 deputate che ti hanno accusato: proprio in politica cercate di fare un passo avanti, non state indietro. Voglio vedere un presidente della Repubblica donna o un presidente del Consiglio donna. Allora sì che avremo fatto un passo avanti. Non lamentatevi di Sanremo”.Infine, tra le donne che affiancheranno Amadeus, oltre ad Antonella Clerici (vedere l’articolo associato), interviene sulla questione Cally Emma D’Aquino: “La polemica – osserva la giornalista del Tg1 – è su un suo pezzo precedente e un brano così è chiaro che non vorrei mai sentirlo”.

Riccardo Muti a carcere minorile Nisida, emozioni in musicaTra i minori detenuti con orchestrali della Chicago Symphony

NAPOLI19 gennaio 202017:23

– “Avevo detto ai nostri ospiti che questa è la città del sole ma ieri pioveva. Ho parlato con il Signore, spiegandogli che avrei fatto una brutta figura…”. Ed è un angolo di paradiso Nisida, che ha accolto il maestro Riccardo Muti, accompagnato dai musicisti Jennifer Gunn, Charles Vernon e Gene Pokorny della sua Chicago Symphony orchestra, in visita ai ragazzi dell’Istituto penitenziario minorile napoletano. L’incontro ha preceduto di qualche ora il concerto del San Carlo, prima tappa italiana con la Chicago che dirige da dieci anni. “Volutamente ho portato qui gli strumenti estremi, il più piccolo e acuto e quello più grave, ‘o gruoss e ‘o piccirill'”, scherza in napoletano il maestro presentando l’originale performance ai ragazzi raccolti sul Belvedere in una mattinata di sole.
Si parte con ‘Oculus non vidit’ di Carlo Santino, per flauto, trombone e tuba, segue il Concerto in Do minore per due violini di Bach. Ad accogliere gli ospiti è stato il direttore Gianluca Guida.

Auguri! Un sacco bello compie 40 anniEsordio da regista per Calo Verdone, ‘intuizione fu la solitudine’

21 gennaio 202010:14

Sono i numeri a fissare per prima cosa quell’epopea un po’picaresca e un po’eccezionale che oggi è diventata di culto come il titolo stesso del film, “Un sacco bello”. 40 anni dalla data dell’uscita (il 19 gennaio del 1980); 5 settimane e due giorni (invece delle sette previste, per la gioia di un produttore ufficiale, al secolo l’esperto Romano Cardarelli e di uno reale dietro le quinte, ovvero Sergio Leone); poco più di 500 milioni delle vecchie lire il budget garantito dalla distribuzione Medusa sulla parola di Leone e invece oltre due miliardi e mezzo lo strabiliante incasso che proiettò il neo-regista Carlo Verdone nell’olimpo delle maschere comiche di una nuova commedia italiana; 3 i premi vinti in poche settimane, dal Globo d’oro e dal Nastro d’argento per l’attore rivelazione al David di Donatello speciale a incoronare un novello Fregoli dell’interpretazione che si era diretto da solo dividendosi davanti all’obiettivo in 3 protagonisti e altrettanti comprimari. Ciascuno coi suoi tic, le sue manie, i suoi tormentoni indimenticabili che venivano dalla gavetta di teatrini off come l’Alberichino a Roma e poi dalla grande scuola del varietà televisivo “No Stop” firmato da Enzo Trapani e trampolino di lancio per il giovane Verdone, allora nemmeno trentenne. Romano, di buona famiglia e buoni studi (il padre è lo storico del cinema Mario), beniamino del pubblico come attore e regista di quasi 30 pellicole Carlo Verdone fissa oggi in un’istantanea nostalgica quel debutto. “La grande intuizione – dice oggi – è di aver collocato tre storie di solitudine, tre personaggi involontariamente comici, in una Roma agostana, assolata e deserta ma piena di un’umanità, di un calore, di suoni e scorci che oggi non esiste più, ma che il cinema rende immortale”. Questa dualità sottile e nascosta del film (solitudine e comicità) è certamente il segreto di un successo che Sergio Leone intuì per primo e consegnò a sceneggiatori esperti come Leo Benvenuti e Piero De Bernardi perché dessero alle maschere comiche di Verdone una struttura narrativa. Il modello deriva in qualche modo dal film a episodi della commedia all’italiana e rimanda soprattutto a “I mostri”, ma diversamente da quella stagione la sceneggiatura di “Un sacco bello” intreccia le cronache minute di Enzo, Leo e Ruggero con una libertà quasi situazioni sta che ha per ragione e sfondo comune proprio la città d’estate, terreno di solitudine e di destini incrociati. Così Enzo, che vorrebbe partire per una gita erotica nell’Europa dell’est si arena alle porte di Roma; Leo cerca in ogni modo di sfuggire al ferragosto a Ladispoli con la madre e finisce solo nonostante la speranza di un incontro amoroso che poteva dargli una via di fuga; Ruggero non può evitare il confronto col padre che vorrebbe riportarlo sulla “retta via” dopo una stagione di sogno hippie (o “capellone”). Non c’è dubbio che lo sketch prevale sulla storia e che i momenti indimenticabili del film sono tutti scritti sulla faccia, attonita e stranita, del protagonista; ma è altrettanto indiscutibile che il film conserva una freschezza e una vitalità che poche volte si sarebbero ripetute in quel decennio.
A dar forza a “Un sacco bello” sono poi senz’altro i grandi professionisti che Leone e Verdone seppero scegliere per sventare le paranoie e le legittime paure dell’attore che divenne regista controvoglia, giacché tentò di farsi guidare da maestri più esperti prima di cedere ai consigli del suo mentore che aveva scommesso sul suo talento. Così troviamo tra gli attori una storica maschera trasteverina come Mario Brega che nei western di Sergio Leone si era costruito una fama e un personaggio; alle scene c’è il fidato Carlo Simi e le musiche sono firmate da Ennio Morricone; la fotografia è di Ennio Guarnieri e il montaggio di Eugenio Alabiso che aveva lavorato con Leone a partire da “Per qualche dollaro in più”. Insomma un piccolo esercito di “pretoriani” di lungo corso che non potevano tradire e accompagnarono Carlo Verdone passo dopo passo verso il successo. Al resto pensò proprio lui che la notte prima dell’esordio si dice non avesse nemmeno il coraggio di presentarsi sul set. Finché nel cuore della notte, il papà adottivo Leone non suonò alla sua porta per trascinarlo fuori in una lunga passeggiata notturna attraverso la Roma deserta sotto la luna. Ed è forse proprio la riscoperta di questo protagonista a sorpresa (la città) che rassicurò l’incerto debuttante spingendolo a osare il massimo e ad ottenere il massimo.

Carlotto, gli amori della pensione LisbonaVite che si tingono di nero e c’è anche l’ombra dell’Alligatore

21 gennaio 202010:18

MASSIMO CARLOTTO, ”LA SIGNORA DEL MARTEDI” (E/O, pp. 212 – 16,50 euro) – ”Pensione Lisbona” avrebbe potuto intitolarsi questo libro, dato che è in fondo la vera, sempre presente protagonista di questo romanzo, ma visto che si tratta a sorpresa di un romanzo d’amore, anche se si tinge ma quasi per caso, praticamente per un incidente, di nero, forse è più giusto questa ”Signora del martedì”, che quando si troverà nei guai avrà anche l’aiuto di un signore innominato, ma in cui si riconosce l’Alligatore, quel Marco Buratti al centro di tanti romanzi di Carlotto, nel ruolo di risolutore di problemi un po’ alla ‘Pulp fiction’, con tanto di coppia specializzata nel far sparire cadaveri.
Insomma un Carlotto non spiazzante, ma che punta l’attenzione e porta in primo piano quei personaggi sempre apparsi nei suoi libri, ritenuti ‘diversi’ dalla maggioranza e quindi costretti ai margini, a nascondersi, a indossare una maschera, a vivere una vita sofferta in cui i loro sentimenti, forti, reali, vengono calpestati e riescono a vivere un propria libertà solo all’interno della Pensione Lisbona, in una qualsiasi cittadina del nord.
Innanzitutto Alfredo Guastini, vero motore della vicenda, benestante proprietario della pensione oramai quasi deserta e attempato omosessuale di buon cuore, capace di mettersi nei guai proprio per amore, magari egoistico, ma amore. Ha sempre amato vestirsi da donna, ex prostituto e amante un tempo di un rapinatore portoghese, oggi costretto a indossare gli amati abiti femminili con tanto di cappellini tipo regina Elisabetta e a truccarsi come gli piace solo appunto nella sua pensione per fuggire alla violenza della gente, perché ”una travesta che ha superato i sessanta è una vittima predestinata. E’ tollerata solo se è giovane, se riesce a suscitare fantasie. Ma un vecchio con la gonna e tacchi risulta grottesco, offensivo”.
Poi il suo unico pensionate rimasto dai tempi d’oro, che occupa la camera n. 3, Bonamente Fanzago, fortunato primattore di film porno, in arte Zagor, oramai costretto tristemente a chiudere la carriera, perché dopo un ictus per abuso di sostanze eccitanti legate al suo mestiere, deve fare molta attenzione e in più è diventato fragile sentimentalmente e piange per poco.
Bell’ uomo ha sempre avuto molte donne e talvolta ne ha approfittato per arrotondare i guadagni, ma oramai gli è rimasta solo la Signora del martedì, che ogni settimana quel giorno tra le 15 e le 16 lo va a trovare, lascia i soldi sul comodino e soddisfa le proprie voglie, senza mai avergli rivelato nulla di sé.
La Signora del martedì è in realtà Alfonsina Malacrida, un tempo nota come Nanà, protagonista di un celebre caso giudiziario che la portò innocente in carcere, ma da tutti ritenuta colpevole, per l’omicidio del ricco bruto cui l’aveva venduta giovanissima il padre. Oramai si sono tutti dimenticati di lei, che è stata fatta rinascere dall’avvocato Fontana che sa con certezza come sia stata vittima di un errore giudiziario e con cui convive nell’anonimato e senza sesso. Questo fin quando invece accade qualcosa che la riporta all’attenzione della polizia e della stampa scandalistica, in particolare di un giornalista senza scrupoli in cerca di scoop veri o finti, Pietro Maria Belli, che finirà male, per non parlare della ferocia persecutoria di social.
Tutti sono mossi dall’amore, ricambiato e meno. Lei ama come un padre l’avvocato e come un uomo un amico di Fontana dai torbidi trascorsi e dagli stivali da texano che la respinge. Lei è oramai amata dall’attore che frequenta, ma cui fa capire che a parte il sesso non può esserci nient’altro. La travesta Alfredo ha un amore ricambiato con un docente di ispanistica, Federico Bassi, che arrivava in città per le sue lezioni, ma ormai in pensione, mentre progetta di trasferirsi alla Lisbona e tenta di spiegare ragioni e verità ai figli, sarà da questi costretto a rinunciare a tutto per paura dello scandalo. Alfredo per non restar solo si darà da fare, un po’ troppo, per proteggere e trattenere in pensione l’amato vecchio attore. A questi si aggiunge anche l’amore di una donna che si sente tradita da chi l’ha privata del proprio amante.E così sono i sentimenti che pian piano fanno precipitare tutto e movimentano il bel racconto di Massimo Carlotto, dalla scrittura asciutta ma non scarna, essenziale nell’attenersi ai fatti, senza sentimentalismi e mettendo in luce sofferenze e tragedie di chi si trova perseguitato dalla società solo per la sua natura particolare.

Ecco i duetti del giovedì al FestivalOmaggi a Mia Martini, Celentano, Zero. Tra ospiti Arisa e Vanoni

21 gennaio 202018:13

– Nella serata speciale di Sanremo 70, giovedì 6 febbraio, per celebrare i 70 anni del festival, ogni Campione interpreterà un brano che ha segnato la storia della manifestazione. Questa è lista: Anastasio – Spalle al muro; Piero Pelù – Cuore matto; Elodie – Adesso tu con Aeham Ahmad; Elettra Lamborghini – Non succederà più, con Myss Keta; Giordana Angi – La nevicata del ’56; Diodato – 24 mila baci; Raphael Gualazzi – E se domani, con Simona Molinari; Francesco Gabbani – L’italiano; Alberto Urso – La voce del silenzio, con Ornella Vanoni; Marco Masini – Vacanze romane, con Arisa; Enrico Nigiotti – Ti regalerò una rosa, con Simone Cristicchi; Michele Zarrillo – Deborah, con Fausto Leali; Rita Pavone – 1950, con Amedeo Minghi; Tosca – Piazza grande, con Silvia Perez Cruz; Achille Lauro – Gli uomini non cambiano, con Annalisa; Bugo e Morgan – Canzone per te; Irene Grandi – La musica è finita, con Bobo Rondelli; Le Vibrazioni – Un’emozione da poco, con i Canova; Levante – Si può dare di più, con Francesca Michielin e Maria Antonietta; Junior Cally – Vado al massimo, con i Viito; Paolo Jannacci – Se me lo dicevi prima, con Francesco Mandelli; Pinguini Tattici Nucleari – Papaveri e papere, Nessuno mi può giudicare, Gianna Gianna, Sarà perché ti amo, Una musica più fare, Salirò, Sono solo parole, Rolls Royce; Rancore – Luce, con Dardust e La rappresentante di lista; Riki – L’edera, con Ana Mena.

Addio a Jimmy Heath, leggenda del jazzSassofonista e compositore originario Filadelfia, aveva 93 anni

NEW YORK21 gennaio 202018:51

Jimmy Heath, una delle leggende del jazz americano, è morto a 93 anni. La famiglia ha fatto sapere che il decesso è avvenuto per cause naturali. Heath, soprannominato Little Bird per l’influenza che Charlie ‘Bird’ Parker ebbe sul suo passaggio al sassofono tenore, è stato per 70 anni un ricercato sassofonista e un compositore geniale. Ha lavorato con nomi come Miles Davis, John Coltrane e Dizzy Gillespie oltre che con membri della sua stessa famiglia, era infatti il fratello del bassista Percy Heath e del batterista Albert Heath.Per la sua educazione musicale, Heath si nutrì di Louis Armstrong, Fats Waller e Marian Anderson oltre alla musica che il padre, Percy, un meccanico di auto che suonava anche il clarinetto, ascoltava e la madre Arlethia, che cantava in un coro di una chiesa. A 13 anni ebbe il suo primo sassofono e da allora non se ne separò più. Negli anni ’50 ebbe anche problemi con la droga e fu condannato a quattro anni e mezzo di prigione per spaccio. Durante la detenzione si liberò dalla dipendenza imparando a suonare il flauto e concentrandosi sulla composizione e l’arrangiamento. Il suo primo album da leader risale al 1959, ‘The Thumper’.

Ozzy Osbourne: ‘Ho il morbo di Parkinson’Lo ha rivelato lo stesso rocker, 71 anni, durante la trasmissione Good Morning America della Abc

21 gennaio 202018:51

Il cantante Ozzy Osbourne, già leader dei Black Sabbath e star dei reality tv in Usa e Gran Bretagna, ha il morbo di Parkinson. Lo ha rivelato lo stesso rocker, 71 anni, durante la trasmissione Good Morning America della Abc.”Ho fatto il mio ultimo concerto a Capodanno del 2019 al Forum di Los Angeles. Poi ho fatto una brutta caduta e ho dovuto sottopormi ad un intervento chirurgico al collo, che ha danneggiato i miei nervi. Così ho scoperto di avere una forma lieve di Parkinson”, ha raccontato Ozzy.”Prendo un sacco di medicine, soprattutto per le conseguenze dell’intervento – ha proseguito -. Questo braccio si addormenta, a causa dell’operazione, e le mie gambe si gelano. Non so se dipende dal Parkinson, ma questo è il problema”. Osbourne, che era accompagnato in tv dalla moglie e manager Sharon, andrà in Svizzera il prossimo aprile per tentare altre cure, con la speranza di tornare ad esibirsi: “Non vedo l’ora di star meglio e tornare in tour. Mi uccide non farlo. Ne ho bisogno, quella è la mia droga oggi”.

Opera Tua, dipinto ‘700 restituito a Pesaro dopo restauroScelto da soci Coop Alleanza 3.0, appartiene a Musei Civici

PESARO21 gennaio 202019:58

– Restituito ai Musei Civici di di Pesaro il dipinto Madonna col bambino, Sant’Andrea e teoria di angioletti, attribuito a Giovanni Venanzi (Pesaro 1627-1705), appartenente alle raccolte dei Musei Civici, dopo il restauro reso possibile grazie al voto dei soci di Coop Alleanza 3.0 per l’edizione 2019 di Opera Tua, progetto che sostiene la cultura, attraverso la valorizzazione e il recupero di capolavori locali.
Eseguito nei primi anni del XVIII secolo, il dipinto è stato danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale dalle schegge di un ordigno e crivellato da colpi di armi da fuoco.
Iniziato a fine settembre, il restauro è stato realizzato dalla ditta Pantone Restauri di Roma, con la possibilità di seguire le varie fasi dell’intervento sul sito di Coop Alleanza 3.0. Il santo raffigurato era stato erroneamente identificato con San Giuseppe, ma si tratta di Sant’Andrea apostolo. Il restauro ha reso più visibile la schiera di angeli che regge lo strumento del martirio: la croce a X, o ‘croce di S.Andrea’.