Tempo di lettura: 5 minutiUltimo aggiornamento 31 Luglio, 2023, 22:22:59 di Maurizio Barra
Prosegue a luglio, il rallentamento dell’inflazione, che
torna allo stesso livello di aprile 2022 (+6,0%). La dinamica dell’inflazione, ancora fortemente influenzata dall’evoluzione dei prezzi dei Beni energetici, riflette anche il rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei prodotti alimentari lavorati e dei servizi. Lo rileva l’Istat diffondendo la stima preliminare sui prezzi al consumo. Rallenta, inoltre, l’inflazione di fondo (che esclude i prezzi di energia, cibo, alcol e tabacco, che tendono ad essere più volatili di altri) che a luglio si attesta al +5,2%.
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo. L’Istat segnala come si attenui la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +7,5% a +7,1%) e quella dei servizi (da +4,5% a +4,1%), mantenendo stabile il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -3,0 punti percentuali. L’aumento congiunturale dell’indice generale si deve principalmente all’aumento dei prezzi degli Alimentari lavorati (+0,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti (+0,4% entrambi), dei Beni non durevoli e dei Servizi vari (+0,3% entrambi); tali effetti sono stati in parte compensati dal calo dei prezzi degli Energetici, sia regolamentati (-1,5%) sia non regolamentati (-1,3%), degli Alimentari non lavorati (-0,8%) e dei Tabacchi (-0,6%).
In base alle stime preliminari, continua l’Istat, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo diminuisce dell’1,5% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e aumenta del 6,4% su base annua (in decelerazione da +6,7% di giugno).
L’inflazione annuale dell’area dell’euro dovrebbe attestarsi invece al 5,3% nel luglio 2023, in calo rispetto al 5,5% di giugno. E’ quanto emerge dalla stima flash di Eurostat pubblicata oggi.
Pil italiano -0,3% nel secondo trimestre per il calo del valore aggiunto di agricoltura e industria, in calo la domanda interna
Nel secondo trimestre del 2023 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,6% in termini tendenziali. È quanto emerge dai dati Istat sulla stima preliminare del Pil per il secondo trimestre. La variazione acquisita per il 2023 è pari allo 0,8%. La variazione congiunturale, precisa l’Istituto di statistica, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sia in quello dell’industria, mentre il valore aggiunto dei servizi ha registrato un lieve aumento. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto nullo della componente estera netta.
Nel secondo trimestre del 2023 il Pil nell’Eurozona è aumentato invece dello 0,3%, lo rileva Eurostat. Nel primo trimestre del 2023 l’Eurozona aveva fatto registrare una crescita zero, mentre il Pil era aumentato dello 0,2% nell’Ue. Su base annua, rispetto al secondo trimestre del2022, il Pil fa registrare un aumento rispettivamente dello 0,6 e dello 0,5% nelle due aree, restando in territorio positivo dopo il +1,1% registrato nel primo trimestre.
Rainews
Carrello della Spesa a Luglio 2023
Mef: proseguiremo su politiche responsabili e prudenti
L’obiettivo di crescita per il 2023 indicato nel Def “è ancora pienamente alla portata e si continuerà a perseguirlo con le politiche economiche di responsabilità prudente apprezzate e riconosciute come valide in ambito internazionale”. E’ quanto si legge in una nota del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
“L’arretramento del PIL nel secondo trimestre stimato dall’Istat, lievemente superiore alle più recenti stime interne, appare principalmente dovuto alla caduta del valore aggiunto dell’industria, mentre i servizi hanno continuato a crescere, seppure a un ritmo più moderato – sottolinea il Mef – Sui risultati hanno influito, in particolare, la flessione del ciclo internazionale dell’industria, il rialzo dei tassi di interesse e l’impatto della fase prolungata di rialzo dei prezzi sul potere d’acquisto delle famiglie; in Italia, come nel resto d’Europa, la fiammata inflazionistica è stata una delle conseguenze negative del conflitto in corso, che continua a rappresentare il principale fattore d’incertezza”.”In ogni modo – prosegue Via XX Settembre – tale dato allo stato non influisce sulla previsione annua formulata nel DEF; questo obiettivo di crescita è ancora pienamente alla portata e si continuerà a perseguirlo con le politiche economiche di responsabilità prudente apprezzate e riconosciute come valide in ambito internazionale”. “Il Governo continuerà ad operare per assicurare l’attuazione degli investimenti pubblici e del PNRR a sostegno della crescita e per favorire l’ulteriore discesa dell’inflazione”.
Coldiretti: +20% prezzi verdura, pesa il caro benzina
Il sistema agroalimentare subisce le conseguenze dei rincari di benzina e gasolio: i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei prezzi al consumo per frutta e verdura che fanno registrare rispettivamente un aumento del 13,9% e del 20%. Lo afferma la Coldiretti nel commentare i dati Istat sull’inflazione a luglio.
“In un Paese come l’Italia dove – sottolinea la Coldiretti – l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori. Uno scenario preoccupante – continua la Coldiretti – che alimenta l’inflazione e pesa sul carrello degli italiani che hanno speso quasi 4 miliardi in piu’ per mangiare di meno.”
“Una situazione che aggrava anche il gap competitivo dell’Italia a causa dei ritardi infrastrutturali con il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante che a livello nazionale è pari a 1,12 euro/ chilometro, piu’ alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro)” secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga. “In tale ottica l’aumento delle risorse per la logistica e’ strategico in un Paese come l’Italia – continua Coldiretti – dove il trasporto merci su gomma e’ sempre piu’ soggetto al caro carburanti”.
Federdistribuzione: l’inflazione rallenta ma i consumi restano deboli
“Registriamo ulteriori segnali di rallentamento della crescita dei prezzi rispetto ai mesi scorsi. Tuttavia, i consumi rimangono ancora deboli, in particolare per quanto riguarda i volumi di vendita del settore alimentare, a causa del livello dei prezzi acquisito e dall’incertezza che hanno caratterizzato i mesi scorsi”, ha commentato Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione.
“Negli ultimi diciotto mesi le aziende della Distribuzione Moderna hanno dimostrato grande senso di responsabilità, rallentando il più possibile l’aumento dei prezzi al consumo dovuto ai rincari dei prezzi di produzione e sacrificando in maniera importante le proprie marginalità, con l’obiettivo di tutelare il potere d’acquisto delle famiglie. Questo impegno continua e proseguirà nei prossimi mesi, così come sta già avvenendo con l’iniziativa ‘Dedicata a te’, la carta istituita dal Governo a sostegno delle famiglie più fragili e a basso reddito per l’acquisto di beni di prima necessità. Ai beneficiari della card le imprese della Distribuzione Moderna applicano uno sconto del 15% nell’utilizzo del plafond disponibile, in aggiunta alle promozioni già in corso nei punti vendita. In questi giorni il settore è anche impegnato con il Governo a definire un accordo anti-inflazione su un paniere di prodotti a prezzi calmierati. È però necessario che anche l’industria di produzione dei beni di largo consumo faccia la sua parte con senso di responsabilità, abbassando, laddove possibile, i propri listini di vendita. Un’azione, questa, che consentirebbe l’abbassamento dei prezzi al consumo su alcune categorie di prodotti, a beneficio delle famiglie e delle filiere d’eccellenza del Made in Italy”.
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