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TECNOLOGIA: TUTTE LE NOTIZIE DI GIOVEDì 26 APRILE 2018

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Ultimo aggiornamento 27 Aprile, 2018, 07:09:53 di Maurizio Barra

Facebook, una pagina sui quotidiani sulla nuova privacy
Spiega il regolamento europeo in vigore dal 25 maggio

26 aprile 2018

ROMA – “Il nuovo regolamento europeo garantirà una migliore protezione dei tuoi dati”. E’ il messaggio firmato Facebook che campeggia a piena pagina su alcune testate nazionali in vista del 25 maggio 2018, quando diventerà effettivo il nuovo regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr).

Fra le novità, ricorda Facebook, “ti verrà chiesto di rivedere le modalità con le quali possiamo utilizzare i tuoi dati personali. Potrai inoltre accedere, scaricare ed eliminare i tuoi dati in qualsiasi momento”. Il colosso statunitense si sta già muovendo sul fronte della privacy, introducendo una sorta di parental control per gli under 15 e rendendo opzionale il riconoscimento facciale.
Fake news, arriva la stretta dell’UeCodice per social resta volontario. C’è piattaforma fact-checker

BRUXELLES26 aprile 2018

BRUXELLES – Arriva l’attesa stretta Ue anti fake news, con misure per i social network da Facebook a Twitter e aiuti ai media tradizionali per sostenere l’informazione di qualità. Nasce anche la prima piattaforma targata Ue per fact-checkers ‘certificati’. Il codice di buone pratiche per i social, però, resta volontario e non ha valore giuridico vincolante.

La Commissione Ue a fine anno farà una valutazione della sua applicazione e valuterà se sarà necessario adottare una vera e propria legislazione per combattere le fake news. Nella comunicazione sulla disinformazione di Bruxelles, si prevede di lanciare un forum di alto livello per riunire piattaforme, industria della pubblicità, media e società civile per coordinare gli sforzi nella lotta alla fake news. Sarà questo forum a dover delineare per luglio il Codice sulle pratiche che Facebook e simili dovranno seguire, con l’obiettivo di avere una prima valutazione misurabile del loro impatto a ottobre.

Tra le misure suggerite dalla Commissione Ue, i social dovranno monitorare meglio il fenomeno del click-baiting, ridurre le opzioni di targeting mirato per il marketing politico, assicurare la trasparenza dei contenuti politici sponsorizzati, aumentare gli sforzi per chiudere i profili falsi e dei troll e identificare i bots che diffondono disinformazione. Inoltre dovrà essere facilitata la valutazione degli utenti delle fonti affidabili e dei contenuti di qualità e mesi a punti strumenti facili per poter segnalare online le fake news, facilitare l’accesso a contenuti che rappresentano punti di vista differenti e consentire ai ricercatori di analizzare le dinamiche della disinformazione sui social e il funzionamento degli algoritmi.

In parallelo, la Commissione sosterrà la creazione prima dell’estate di un rete europea indipendente di fact-checkers e a settembre di una piattaforma europea sulla disinformazione per aiutarli nel loro lavoro. Inoltre Bruxelles lancerà un nuovo bando quest’anno per la produzione e la diffusione di informazione di qualità sull’Ue attraverso notizie fondate sui dati.
Da Amazon a Booking, Ue chiede chiarezzaRegolamento a tutela imprese che usano piattaforme per vendere

BRUXELLES26 aprile 2018

BRUXELLES – Stop ai risultati delle ricerche online di prodotti e servizi senza trasparenza, dai voli aerei su Skyscanner alle camere d’hotel su Booking sino ai libri su Amazon o accessori su eBay. E’ l’obiettivo del nuovo regolamento proposto dalla Commissione Ue nell’ambito del mercato unico digitale.

D’ora in poi le piattaforme che agiscono da intermediari tra i venditori e i consumatori dovranno fare chiarezza nei confronti delle imprese sui criteri e gli algoritmi utilizzati per visualizzare i risultati, i prezzi di questi servizi, la differenza di pubblicità tra i servizi ‘interni’ offerti dalla piattaforma e quelli di aziende esterne, da cui in ultimo dipendono le vendite di chi offre i propri prodotti o servizi online. E influenzando quindi la scelta dei consumatori, a seconda che i risultati diano più o meno visibilità e posizioni di prominenza, per esempio, a un hotel o una compagnia aerea piuttosto che a un’altra.
Samsung: +52% utili in primo trimestreConferma stime preliminari profitti operativi record e vendite

PECHINO26 aprile 2018

PECHINO – Samsung Electronics chiude il primo trimestre con utili netti in rialzo annuo del 52,11%, a 11.600 miliardi di won (10,7 miliardi di dollari), in scia al positivo andamento dei microchip e degli smartphone.

I profitti operativi si portano al nuovo record di 15.600 miliardi (+58,03%), migliorando del 3,27% il precedente di 15.100 miliardi segnato appena nei tre mesi precedenti.

Le vendite, si legge in una nota, sono in progresso del 19,82% a 60.500 miliardi. Dai dati, che confermano le stime preliminari di inizio mese, emerge che dal settore dei microprocessori viene la spinta più forte avendo riportato utili operativi per 11.550 miliardi, quasi doppi rispetto a 12 mesi fa, su vendite a 20.780 miliardi: si tratta dei massimi storici della compagnia nel comparto, grazie a un rapporto profitti/vendite del 55,6% a segnalare un deciso miglioramento della profittabilità.
Sistema assistenza catastrofi ToyotaProgetto in Giappone per raccogliere e analizzare i Big Data

ROMA26 aprile 2018

– ROMA, 26 APR – Toyota lavora, assieme a KDDI Corporation e OYO Corporation, alla creazione di un sistema di sostegno e di informazione destinato alle autorità governative e locali, come misura contro le calamità naturali. Grazie all’utilizzo delle tecnologie leader nell’internet delle cose e all’analisi dei Big Data, questo sistema permetterà alle autorità di di conoscere, in caso di catastrofe, quali sono le strade più percorribili e di conoscere in tempo reale lo stato delle infrastrutture chiave, per aumenterà la precisione e la rapidità delle decisioni relative al lancio di avvisi di evacuazione e di restrizioni del traffico oltre che per garantire la sicurezza dei residenti. Una versione dimostrativa di questo sistema sarà presentata al Forum Asia Pacifico Fukoka 2018, che si terrà l’8 maggio nell’omonima città giapponese, in attesa del rilascio della versione definitiva entro il 2019. Estendendo la collaborazione all’operatore telefonico HDDI e agli esperti nel monitoraggio delle calamità OYO, Toyota metterà a disposizione del sistema li veicoli e gli smartphone come ‘sensori mobili’ inseriti nello IoT (internet delle cose) e integrare così i dati raccolti attraverso sensori fissi installati dal Governo e dalle amministrazioni locali. KDDI lavorerà per sviluppare un modo per eseguire un’analisi completa di dati utilizzando – tra l’altro – l’enorme quantità di dati con informazioni di posizionamento da telefoni cellulari. Ciò consentirà, ad esempio, di far muovere in modo efficiente soccorsi e attrezzature in caso di catastrofi. Il consulente geologico giapponese OYO si avvarrà invece della sua esperienza per installare vari sensori, come sismografi e sensori di alluvione, e confrontando i dati con quelli a bordo delle auto, per valutare la situazione dinamica e l’inclinazione del mezzo.

Social e chat, i limiti alla privacy per i ragazziFacebook, WhatsApp e Twitter già allineati alle nuove regole Ue

ROMA26 aprile 2018

Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento Ue sulla privacy (Gdpr), il 25 maggio prossimo, social e chat dovranno modificare le condizioni d’uso sul consenso al trattamento dei dati personali. L’articolo 8 del Gdpr prevede infatti che, per chi ha meno di 16 anni e vuole usare tali servizi, “un genitore o un tutore debba acconsentire a suo nome ai termini d’utilizzo”. I singoli Paesi membri possono decidere autonomamente di abbassare il limite d’età fino ai 13 anni.

Facebook, WhatsApp e Twitter si sono già adeguati alla norma europea, mentre altre app – da SnapChat a Signal passando per Telegram – devono ancora farlo. Quasi tutte le app, tuttavia, sono vietate a chi ha meno di 13 anni per via di una legge statunitense, il Children’s Online Privacy Protection Act del 1998. Va detto che tali limiti anagrafici sono più che altro formali e vengono facilmente aggirati da bambini e ragazzi, a cui basta mentire dicendo di essere più grandi.
FACEBOOK Con l’adeguamento al Gdpr, i giovani tra i 13 e i 15 anni hanno bisogno del consenso di un genitore per usare il social come tutti gli altri. In mancanza di questa autorizzazione, i ragazzi vedranno una versione meno personalizzata della piattaforma, con condivisione limitata e annunci meno rilevanti. Il sistema di controllo prevede che l’under 16 indichi il contatto sul social o l’indirizzo email del genitore che darà il consenso. La novità varrà per tutti, non solo per gli europei, e non è l’unica. Facebook ha detto che vieterà il riconoscimento facciale a chi ha meno di 18 anni.
MESSENGER La chat di Facebook, come il suo social, sta chiedendo agli utenti di aggiornare le impostazioni sulla privacy in vista del 25 maggio. Anche sulla app varrà la soglia dei 16 anni.
WHATSAPP La chat più gettonata al mondo, di proprietà di Facebook, richiederà un’autorizzazione ai genitori di ragazzi tra i 13 e i 15 anni, ma solo nell’Unione europea. In mancanza dell’ok genitoriale, in teoria gli under 16 non potranno usare la chat. In pratica non è ancora chiaro come la app intenda controllare l’età dei suoi utenti europei. E’ possibile che si limiterà a chiederla, incassando le bugie dei più piccoli.
TWITTER Il microblog ha iniziato ad aggiornare i suoi termini di servizio per allinearsi al Gdpr. Sui minori, ha innalzato da 13 a 16 l’età minima richiesta agli europei per usare Periscope. La app, acquistata da Twitter ne 2015, serve per fare dirette video con lo smartphone. Anche qui, non è chiaro come avverrà il controllo dell’età.
INSTAGRAM Il social delle immagini, appartenente alla galassia Facebook, ha iniziato l’adeguamento alle nuove norme consentendo all’utente di chiedere una copia di tutto quanto ha condiviso sulla piattaforma (foto, video, messaggi). Il limite d’età non è stato aggiornato, al momento resta fermo a 13 anni.
SNAPCHAT La chat “usa e getta”, popolarissima tra i più giovani, per registrarsi richiede una mail o un numero di cellulare. L’età non viene chiesta. Leggendo le condizioni d’uso, si scopre che “i servizi non si rivolgono a persone sotto i 13 anni. Questo spiega perché non raccogliamo consapevolmente dati personali di soggetti con un’età inferiore ai 13 anni”. Nel 2013 ha creato SnapKids, una versione ridotta della app per chi ha tra 8 e 12 anni.
TELEGRAM e SIGNAL Le due chat “a prova di intrusione”, apprezzate per la riservatezza, in fase di registrazione chiedono solo il numero di telefono. Per ora non sono stati fatti annunci di conformità al Gdpr

Circuiti elettronici, stampa 3D su pellePotrebbero diventare sensori, versione biologica ripara ferite

ROMA26 aprile 2018

– ROMA, 26 APR – Per la prima volta circuiti elettronici sono stati stampati in 3D direttamente sulla pelle: potrebbero diventare sensori per armi chimiche per i soldati, oppure celle solari per ricaricare i computer indossabili. La versione biologica di questa tecnologia è stata, inoltre, sperimentata nei topi per riparare ferite e curare malattie della pelle. Pubblicato su Advanced Materials, il risultato si deve ai ricercatori dell’università americana del Minnesota, guidati da Michael McAlpine. Il segreto dei circuiti è un inchiostro fatto di scaglie d’argento che si stampa a temperatura ambiente, a differenza di altri materiali che avrebbero richiesto temperature di circa 100 gradi, tali da bruciare la pelle. Inoltre, questo inchiostro si rimuove facilmente, staccando il dispositivo con una pinzetta oppure lavando la pelle con l’acqua. “Siamo entusiasti del potenziale di questa tecnologia che utilizza una stampante portatile che costa meno di 400 dollari” ha rilevato McAlpine. “Immaginiamo – ha aggiunto – che un soldato possa estrarla dallo zaino per stampare sulla sua mano un sensore”.
La tecnica apre la strada anche ad applicazioni mediche, a esempio per trattare malattie che causano la lacerazione della pelle. Collaborando con l’esperto di queste malattie, Jakub Tolar, il gruppo ha stampato una pelle sintetica sulla ferita di un topo. In questo caso è stato usato, come inchiostro, un gel a base d’acqua, arricchito con cellule della pelle coltivate in laboratorio.

Migliaia app per bimbi violano privacy6 su 10 condividono con terze parti dati senza consenso genitori

ROMA26 aprile 2018

– ROMA, 26 APR – Migliaia di app per bambini, facilmente scaricabili dagli store dei telefonini e per lo più gratuite, raccolgono e condividono con terze parti i dati personali di minori di 13 anni e ne tracciano le abitudini senza il consenso dei genitori. A far luce sul rischio è un’indagine realizzata da un gruppo internazionale di sette ricercatori che ha analizzato quasi 6 mila app destinate ai più piccini. Nel momento in cui Facebook è nell’occhio del ciclone per aver condiviso in modo improprio informazioni appartenenti a 87 milioni di persone con Cambridge Analytica, uno studio su larga scala che sarà presentato al 18/mo Privacy Enhancing Technologies Symposium a Barcelona, ha puntato l’attenzione sulle app per bambini, da quelle per imparare le lingue ai giochi più popolari. Sono state analizzate 5.855 app per bimbi negli Usa ed è stato rilevato che il 57% potrebbe violare la legge sulla protezione della privacy. Tra le app analizzate, il 4,8% ha presentato violazioni evidenti condividendo con terzi la posizione o le informazioni senza consenso, il 40% condivide le informazioni personali senza applicare ragionevoli misure di sicurezza, il 18% ha condiviso identificativi con servizi o attività commerciali partner per scopi come il targeting degli annunci e il 39% “non sembrano prendere misure sufficienti per proteggere la privacy”. Ciascuna delle app studiate è stata installata, in media, oltre 750.000 volte, il che significa che potrebbero essere potenzialmente utilizzate da milioni di dispositivi. Una legge per la regolamentazione della privacy su Internet per controllare l’uso di dati personali che scorrono in rete esiste negli Stati Uniti e dal 25 maggio anche l’Unione europea si doterà di una nuova legislazione in materia.
Tuttavia, conclude Narseo Vallina-Rodriguez, ricercatore presso l’IMDEA Networks Institute di Madrid e l’International Computer Science Institute della University of California, Berkeley, “ad oggi i tentativi di regolamentazione sembrano aver avuto scarso effetto nel frenare queste pratiche”.
Apple e Google contro il dietrofront sul climaLa lotta al cambiamento climatico è una priorità

ROMA26 aprile 2018

Google si unisce a Apple nel condannare la possibile marcia indietro dell’Epa, l’Agenzia Usa per la protezione ambientale, dal “Clean Power Plan”, il piano voluto da Barack Obama per ridurre le emissioni legate alla produzione di elettricità. Il colosso di internet, riporta il sito The Verge, ha inviato un’osservazione in cui sostiene la misura.
Il piano, scrive Google, incoraggia le utility e le compagnie a investire nelle rinnovabili, che sono sempre più economiche, piacciono ai consumatori e agli investitori, e sono inoltre una fonte di posti di lavoro.
Accanto a questo, Google evidenzia come il contrasto al riscaldamento globale sia “una priorità mondiale urgente, che richiede un solido impegno politico e un’azione forte da parte degli imprenditori”.
La presa di posizione di Big G è in linea con quella espressa agli inizi del mese da Apple, secondo cui il dietrofront sul taglio della CO2 generata dagli impianti elettrici mina la competitività degli Usa nelle energie rinnovabili. La lotta al cambiamento climatico, ha sostenuto Apple, è “un imperativo morale e ambientale che ha anche un risvolto positivo negli affari”.

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