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Ultimo aggiornamento 16 Ottobre, 2018, 17:34:26 di Maurizio Barra

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DI MARTEDì 16 OTTOBRE 2018

SOMMARIO

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Da pagine Facebook si può predire depressione
Un programma calcola rischio ‘leggendo’ contenuti

Facebook vieta informazioni ingannevoli su votoAmplia politiche trasparenza in vista elezioni Usa

Huawei raddoppia, svela a Londra il Mate 20 ProPunta su sicurezza e tripla fotocamera. Il Ceo Yu, senza rivali

Arriva il nuovo Kindle Paperwhite di AmazonSpazio archiviazione raddoppiato e resistente all’acqua

Spesa alimentare online per 28% famiglieIl dato di consumo emerge da una ricerca Nielsen – Vedova Jobs ospite Osservatorio Giovani-Editori
Laurene Powell inaugura nuova edizione ‘Quotidiano in classe’

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Facebook può svelare se una persona soffrirà di depressione: rivelatrici messaggi e parole che si scrivono sul social, ad esempio è a rischio di andare incontro a disturbi depressivi chi fa uso di parole come ‘lacrime’, ‘sentimenti’, e della prima persona, o più in generale parole che esprimano ostilità, solitudine, pensieri eccessivamente ricorrenti. Lo rivela uno studio di esperti delle University of Pennsylvania e Stony Brook University apparso sui Proceedings of the National Academy of Sciences, che ha portato allo sviluppo di un ‘software’ atto proprio a predire le future diagnosi di depressione in base ai contenuti apparsi sulla pagina facebook di un campione di individui.
Gli esperti sono arrivati a un algoritmo in grado di predire il rischio depressione su Facebook partendo dall’analisi di dati estratti dalle pagine Fb di quasi 1200 persone, col consenso dei rispettivi interessati e confrontati con i dati medici elettronici del campione (114 partecipanti avevano diagnosi di depressione). Dopo questa fase l’algoritmo è stato testato con successo su un’enorme mole di dati estratti dalle pagine Facebook di un gruppo di individui cui successivamente è stata diagnosticata la depressione e un gruppo di controllo.
“Ciò che le persone scrivono sui social cattura aspetti della vita molto difficili da individuare in ambito clinico e di ricerca” – spiega l’autore principale del lavoro Andrew Schwartz. “Si possono trovare numerosi segnali di condizioni come depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico in ciò che le persone esprimono nella loro vita digitale”.
“I social contengono ‘marcatori’ di malattia in modo simile al genoma”, riferisce Johannes Eichstaedt, un altro autore. “Con metodi sorprendentemente simili a quelli usati in genomica, possiamo studiare i dati raccolti dai social per identificare questi marcatori. La depressione sembra essere particolarmente ravvisabile in questo modo perché muta realmente il modo in cui le persone usano i social”.
Facebook vieterà informazioni ingannevoli sulle modalità di voto: in vista delle elezioni di medio termine, il social network di impegna a vietare informazioni false e sbagliate che puntano a impedire e prevenire il voto. Lo afferma Facebook.”Gia’ vietiamo l’acquisto o la vendita di voti, ma anche le informazioni sbagliate sulle date e l’orario per votare. Lo scorso mese abbiamo ampliato ulteriormente la nostra politica e ora vietiamo informazioni non corrette su come votare, quali ad esempio il voto via messaggio, e quelle sul conteggio dei voti (‘ad esempio ‘se hai votato alle primarie, il tuo voto nelle elezioni generali non sara’ contato’)” mette in evidenza Facebook, precisando di aver ”introdotto di recente una nuova opzione che consente di riportare a Facebook informazioni non corrette e creato canali dedicati per le autorita’ degli stati in modo che possano fare lo stesso”.
Dopo il P20 Pro della scorsa primavera, Huawei raddoppia nel segmento degli smartphone top di gamma. A Londra il colosso cinese svela il Mate 20 Pro, un dispositivo che guarda a chi lavora in mobilità. Sicurezza, potenza e durata della batteria sono le caratteristiche di spicco, in cui – dice dal palco il Ceo Richard Yu – il nuovo smartphone è “ineguagliabile”. Così come senza rivali, spiega l’azienda, è la fotocamera. Obiettivo è tenersi alle spalle Apple, superata per volumi di vendita globali, e andare all’inseguimento di Samsung, leader del settore ‘mobile’.Sul fronte della sicurezza, come l’iPhone X il Mate 20 Pro integra un sistema di riconoscimento tridimensionale del volto, ma aggiunge un lettore di impronte digitali inserito sotto lo schermo, un display Oled in vetro curvo da 6,39 pollici.Lo smartphone – che ha anche un fratello minore, il Mate 20 – integra il processore Kirin 980, primo chip a 7 nanometri al mondo (presentato ad agosto, un mese prima dell’omologo di Apple) che migliora le performance e riduce i consumi. Su questo fronte il Mate ha una batteria che promette di durare ben oltre una giornata, e che può persino ricaricare un altro smartphone in modalità wireless.Il processore ha a bordo l’intelligenza artificiale, che si vede nella tripla fotocamera posteriore sviluppata con la tedesca Leica. Nei ritratti, ad esempio, all’effetto bokeh si aggiunge la possibilità di avere il soggetto a colori e lo sfondo in bianco e nero.Nel dettaglio, il Mate 20 pro monta sul retro una grandangolare da 40 megapixel, un’ultra-grandangolare da 20 mp e un teleobiettivo da 8 mp, che con il flash formano un nuovo design quadrato. I sensori consentono di scattare da distanza molto ravvicinata, fino a 2,5 centimetri. Migliora il riconoscimento di oggetti e scenari, e la messa a fuoco delle foto multilayer. Nel notch frontale, insieme ai sensori del 3D Face Unlock con cui accedere anche alle app, c’è invece una fotocamera da 24 megapixel.Tra le curiosità, la possibilità di scannerizzare con la fotocamera l’immagine 3D di un oggetto, ad esempio un orsacchiotto di peluche, e farne una emoji tridimensionale animata. La fotocamera usa il 3D anche per calcolare le calorie nel piatto, con il riconoscimento sia del tipo di cibo, sia della quantità.La batteria è da 4.200 mAh, si ricarica al 70% in mezz’ora (“è più veloce del 440% rispetto ad iPhone Xs Max”) e ha il wireless reverse charging con cui caricare un altro smartphone a mo’ di power bank. Diventa wireless anche il Pc projection, cioè la possibilità di trasferire lo schermo da telefono a tv.Il Mate 20 Pro arriva con 6 GB di Ram e 128 GB di memoria interna, espandibile con le nuove e più piccole schede nano SD. Il sistema operativo è Emui 9, basato su Android 9 Pie. Resistente ad acqua e polvere (IP68, può scattare foto sott’acqua), è disponibile in sei colori, tra cui il verde smeraldo e il blu mezzanotte con un nuovo pattern rigato nella scocca posteriore, cui si aggiungono nero, oro rosa, argento e twilight.
Il Mate 20 si presenta invece con uno schermo Lcd da 6,53 pollici.Le fotocamere posteriori sono da 12, 16 e 8 megapixel, mentre la frontale resta da 24 mp. Processore e sistema operativo sono gli stessi del fratello maggiore, così come la memoria interna, mentre la Ram è da 4 GB. Non mancano lo sbocco con il riconoscimento del volto e l’impronta digitale, ma con tecnologie diverse dal modello di punta. Il notch, di conseguenza, è più piccolo.Huawei Mate 20 e Mate 20 Pro sono disponibili nei mercati europei da oggi. Il Mate 20 ha un prezzo di 799 euro per la versione con Ram da 4GB, 849 euro per 6 GB. Il Mate 20 Pro ha un listino di 1.049 euro.
Il Mate 20 X sarà disponibile dal 26 ottobre a 899 euro; il Mate 20 RS Porsche Design dal 16 novembre a 1.695 euro (256 GB di memoria interna) e 2.095 euro (512 GB).
Il Huawei Watch GT è venduto a 199 euro nella versione sport e a 249 euro nella versione Classic, mentre la Band 3 Pro ha un prezzo di 99 euro.Huawei a sorpresa a Londra svela anche il Mate 20 X, con schermo da 7,2 pollici (praticamente un tablet), batteria da 5mila mAh che garantisce 23 ore di riproduzione video. E’ compatibile con un pennino, dedicato a chi con il dispositivo studia o lavora. Strizza poi l’occhio ai videogiocatori, con un joypad attaccabile che trasforma lo smartphone in una console portatile. Nel corso della presentazione Huawei ha poi svelato il Mate in versione Porsche, con scocca posteriore in pelle, 8 GB di Ram e fino a 512 GB di memoria interna. In conclusione, il Huawei Watch GT: non un vero smartwatch, ma uno sportwatch pensato prevalentemente per l’attività fisica, così come la nuova smart band dell’azienda cinese, la Band 3 Pro.

Un dispositivo più sottile con spazio di archiviazione raddoppiato e resistente all’acqua: è il nuovo Kindle Paperwhite di Amazon. “Siamo felici di aggiungere al nostro Kindle più popolare caratteristiche premium – dice Eric Saarnio, Head of Amazon Devices, Europe – Con il nuovo Kindle Paperwhite non è mai stato così facile immergersi in una storia, ovunque ci si trovi”.Il dispositivo ha uno spessore di 8 millimetri e 182 grammi di peso, “meno della metà di molti libri tascabili” fa notare Amazon. Inoltre lo schermo da 6 pollici ad alta risoluzione da 300 ppi “presenta un testo nitido della stessa qualità tipografica della carta stampata”. Include cinque Led per una luce integrata regolabile che consente di non avere riflessi anche alla luce diretta del sole. E’ possibile conservare ancora più contenuti sul dispositivo grazie allo spazio di archiviazione raddoppiato. E si può portare in spiaggia o in piscina perché resistente all’acqua. Tra le altre caratteristiche anche la possibilità di una maggiore personalizzazione che comprende una pagina Home aggiornata o il salvataggio di diverse impostazioni di lettura.Il nuovo Kindle Paperwhite è disponibile al prezzo di 129.99 euro per il modello da 8 GB e 159.99 per quello da 32 GB. Il modello da 32 GB con connettività mobile gratuita è disponibile a 229.99 euro. Tutti i modelli sono disponibili da oggi 16 ottobre in pre-ordine. Le spedizioni inizieranno a partire dal 7 novembre.
E’ pari al 28% la quota delle famiglie italiane che hanno fatto almeno una spesa alimentare online (6,9 milioni, +23% con il 35% a Nord-Ovest del Paese). A rilevarlo è un’indagine Nielsen elaborata tra marzo e settembre e presentata a Milano dal responsabile Grande distribuzione organizzata (Gdo) Romolo de Camillis nel corso dell’incontro di Retail Plaza by Tuttofood sul tema “Cibo: territorio, servizi ed innovazione”, organizzato da Fiera Milano e Tuttofood. Dai dati di scenario presentati emerge in particolare che il maggiore tasso di crescita (+28%) è registrato per i baby boomers, dei quali, oltre la metà (53%), acquista oggi cibo online. Tra le le motivazioni di acquisto risultano invece vicinanza e velocità insieme con facilità ed efficienza. Infine i nuovi prodotti vengono scelti principalmente per comodità (22%) o perché “semplificano la vita” (19%). Da notare infine – segnala la ricerca Nielsen – che il negozio fisico rimane fondamentale: vengono infatti effettuate in-store il 63% delle scelte di prodotto e il 67% di quelle di brand.

Laurene Powell Jobs sarà ospite a Firenze dell’Osservatorio permanente Giovani-Editori. La vedova di Steve Jobs ha accettato l’invito di Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio, e inaugurerà il 9 novembre, nel capoluogo toscano, l’edizione 2018/2019 del progetto ‘Il Quotidiano in classe’, incontrando gli studenti coinvolti nell’iniziativa di media-literacy.Laurene Powell Jobs è fondatrice e presidente di Emerson Collective, tra le organizzazioni, spiega una nota, “più attive nel comparto sociale, incentrata sull’eliminazione delle barriere alla giustizia per le persone, le famiglie e le comunità negli Stati Uniti e nel resto del mondo”. ‘Il Quotidiano in classe’ è un progetto dedicato a sviluppare, si spiega, “il pensiero critico dei giovani, che nell’era dominata dalle fake news, dalle verosimiglianze e dalle post verità, ha conquistato un ruolo da protagonista, assolvendo ad un bisogno tra i più avvertiti e contemporanei: quello di allenare i giovani a distinguere le fonti credibili da quelle che non lo sono, insegnando loro a riconoscere l’attendibilità di una notizia”.L’incontro degli studenti con Laurene Powell Jobs si inserisce nell’ambito dei ‘Nuovi Incontri per il Futuro’, ciclo di appuntamenti pubblici dell’Osservatorio permanente Giovani- Editori, che da diversi anni riunisce i grandi leader del mondo dell’hi-tech della Silicon Valley e non solo: sono stati già ospiti il presidente di Google Eric Schmidt, il fondatore di WhatsApp Jan Koum, il Ceo della Twenty Century Fox James Murdoch e il Ceo di Apple Tim Cook.   [print-me title=”STAMPA”]

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