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SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

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Ultimo aggiornamento 7 Gennaio, 2019, 02:21:02 di Maurizio Barra

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

TUTTI GLI AGGIORNAMENTI

DALLE 02:29 DI DOMENICA 06 GENNAIO 2019

ALLE 02:21 DI LUNEDì 07 GENNAIO 2019

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

1969, storia anno che cambiò la musica
Da Woodstock all’esordio dei Genesis, da ‘Tommy’ agli Stones
06 Gennaio 2019 02:29
PIù AVANTI LA NOTIZIA APPROFONDITA

– La notizia che in agosto si svolgeranno due mega eventi per celebrare i 50 anni di Woodstock, il festival più famoso della storia della cultura popolare, spinge a tornare a guardare a quel 1969 che rimane uno degli anni “magici” del rock. La densità di eventi è impressionante, la cultura giovanile è ancora in piena esplosione, divisa tra istanze di pace, battaglie per i diritti civili, ricerca di metodi alternativi di aggregazione sociale e un dirompente desiderio collettivo di nuovi modi di espressione artistica. Tra i tanti avvenimenti e incredibile uscita di album ed esordi l’ultima performance dei Beatles sul tetto della Apple a Londra il 30 gennaio, le 250 mila persone ad Hyde Park per i Rolling Stones che dicono addio al fondatore Brian Jones, il primo disco dei Led Zeppelin che già a ottobre pubblicheranno il secondo titolo, l’esordio dei Genesis, i Chicago e Joe Cocker, “Crosby, Stills & Nash”, primo album del trio e Tommy, il capolavoro di Pete Townsend e degli Who, prima opera rock della storia

Morricone applaude Bonelli che interpreta Magnani e FerriPrima al Golden di Roma per Vite da Romanzo, regia Stefano Reali

06 gennaio 201917:50

Il maestro Ennio Morricone ha applaudito entusiasta lo spettacolo di Elena Bonelli con la regia di Stefano Reali alla prima il 5 gennaio al Teatro Golden di Roma dello spettacolo dedicato a due miti del cinema e della canzone Anna Magnani e Gabriella Ferri, Vite da Romano. Il Maestro, in un suo commovente intervento sul palco, ha espresso l’apprezzamento per l’artista, per come è riuscita ad interpretare in contemporanea due miti del cinema e della canzone e a far rivivere le due eccellenze della romanità. E’ stato talmente commovente che alla fine il Maestro e la Bonelli hanno pianto insieme. La cosa davvero unica di questo spettacolo, in scena fino al 13 gennaio, è che unisce lacrime e risate, recitato e musica. Un secolo di storia dello spettacolo italiano raccontato attraverso gli aneddoti e le canzoni che hanno reso immortali Magnani e Ferri: da Dove sta Zazzà a Quanto Sei Bella Roma, da Reginella a O Surdato ‘nnammurato. Sul palco il regista Stefano Reali al pianoforte e voce recitante, e regista dell’opera e tre straordinari nomi della musica: Dario Rosciglione al contrabbasso, Gianni Oddi al sax e clarinetto, Giandomenico Anellino alla chitarra.
Tra gli ospiti che hanno affollato la platea della prima illustri nomi dello spettacolo quali: Carla Vistarini, Renato Balestra che ha curato i costumi della piece, Mita Medici, il Manager Andrea Quattrini, Roberta Garcia, Cesare Rascel, Imma Piro, il look maker Aldo Signoretti, Mariano Rigillo, Maria Rosaria Omaggio, Il premio Oscar Gianni Quaranta, Graziella Pera e Pier Francesco Pingitore che al termine esprime i suoi sinceri complimenti all’artista romana, confessando di essersi emozionato e di aver ripercorso con lo spettacolo tutti i meravigliosi anni d’oro del Bagaglino passati con la Ferri.
A Los Angeles – Italia omaggio a CoppolaRetrospettiva su regista nell’anno di Matera capitale europea

LOS ANGELES06 gennaio 201916:46

Sara’ dedicato al regista Francis Ford Coppola, 80 anni il prossimo 7 aprile e alla città di Matera, capitale europea della cultura 2019, il 14.mo Los Angeles Italia – Film Fashion and Art Fest. Dal 17 al 23 febbraio, al Teatro Cinese di Hollywood, la manifestazione sulle eccellenze nazionali ed italoamericane, come da tradizione precederà la notte degli Oscar (domenica 24). “Un’altra favolosa occasione di aggregazione per le nostre culture nel mito del leggendario autore Coppola e di una città-perla italiana, Matera, esaltata dal grande cinema internazionale”, sottolinea Hayma Washington, già presidente degli Emmys, nella sua veste di Chairman di LA-Italia 2019, che per l’occasione sarà affiancata da una madrina lucano-americana: l’attrice Sofia Milos originaria di Picerno (Potenza). “Quale migliore occasione per celebrare Coppola nell’anno in cui la terra di cui la sua famiglia e’ originaria, la Basilicata, è al centro dell’attenzione del mondo?”, dice Pascal Vicedomini, fondatore di LA Italia

Torna in sala Gli Uccelli di HitchcockDal 7 gennaio da Cineteca Bologna film con Tippi Hedren

06 gennaio 201917:54

– Il 2019 inizia nel segno del brivido: Gli uccelli, 50 film di Alfred Hitchcock, è il nuovo classico restaurato distribuito dalla Cineteca di Bologna nelle sale italiane a partire da lunedì 7 gennaio, grazie al progetto Il Cinema Ritrovato. “Fantasia apocalittica” (come l’ha definita il critico americano Jonathan Rosenbaum) diretta nel 1963, Gli uccelli segna l’esordio, se non consideriamo il musical del 1950 The Pretty Girl, nel quale appare non accreditata, per Tippi Hedren, che Hitchcock vorrà anche nel suo film successivo, Marnie, nel ruolo della protagonista.
Elena Sofia Ricci, suor Angela stavolta è in crisiAttrice, 2018 anno professionale bellissimo ma ho subito perdite

06 gennaio 201912:03

“Come leggiamo nel primo atto del Macbeth, non avevo mai visto un giorno così bello e brutto allo stesso tempo”. Per Elena Sofia Ricci, si è chiuso un 2018 denso di soddisfazioni professionali al cinema (nastro d’argento come miglior attrice per Loro di Sorrentino), ha ricevuto anche il Premio di miglior attrice teatrale della stagione per Vetri rotti di Arthur Miller e lanciato una sua linea di profumo, allo stesso tempo emotivamente doloroso nel privato. Raggiunta a New York dove si trova con la famiglia (in procinto di rientrare in Italia) l’attrice racconta: “Alla morte di mia madre (Ricci Poccetto, scenografa nota sul panorama internazionale) s’è aggiunta quella del mio amico fraterno Ennio Fantastichini, non so spiegare il vuoto, lo smarrimento, non l’ho trovato giusto, ecco mi sono molto rifugiata nella preghiera”. Torna ora come protagonista della quinta stagione della serie tv, Che Dio Ci Aiuti ambientata nel convento più bizzarro del piccolo schermo, con la regia di Francesco Vicario, su Rai1 dal 10 Gennaio, ogni giovedì in prima serata. Una produzione Lux Vide in collaborazione con Rai fiction prodotta da Matilde e Luca Bernabei.
Elena Sofia Ricci è suor Angela, una religiosa sui generis, scorretta, bizzarra e fallibile, che prima di tutto è una donna piena di difetti, ma anche una mamma insostituibile per le ragazze del Convento. Al suo fianco Valeria Fabrizi (suor Costanza) e Franchesca Chillemi (Azzurra), non ci sarà Lino Guanciale ma tante conferme, new entry come Sergio Romano, guest star tra queste Piera degli Esposti. Nel cast Gianmarco Saurino (Nico), Arianna Montefiori, Simonetta Columbu, Laura Adriani.
“La forza della serie è la capacità di raccontare temi di grande rilevanza sociale con un tono mai giudicante. Si va in profondità, ma con leggerezza e ironia. La violenza sulle donne, le problematicità legate alle fake news su internet, la diffamazione sui social, le sfide Blue Whale, la dipendenza da alcolismo nei giovanissimi e molto altro”. “Non sono mai arrivata a girare una quinta stagione”, racconta Elena Sofia Ricci. “L’unica cosa che mi poteva convincere a continuare è che suor Angela vivesse una crisi profonda. E così è stato. Per questo mi sono confrontata con delle suore, una in particolare che ci affiancano per chiedere se fosse verosimile che si potesse vivere una crisi anche tra le religiose, e mi è stato risposto che è assolutamente normale. In fondo come esistono nei matrimoni, anche chi sposa nostro nostro signore può vivere dei dubbi passeggeri nel proprio cammino, poi le cose si rimettono a posto, ma sempre nella vita ci interroghiamo”.
Così anche quest’anno Suor Angela, insieme all’insostituibile Suor Costanza, non si stancherà di portare avanti la sua missione: confortare, consigliare e guardare con amore tutti coloro che incontrerà sulla sua strada, chi per chiedere aiuto, chi per scappare, chi solo per ricevere quelle attenzioni mai avute prima. Tutti, nonostante le tante difficoltà che si presenteranno nelle loro vite, saranno da lei accompagnati per mano nella scelta più difficile, ma in fondo l’unica possibile: compiere il bene.
Tante le novità al convento degli Angeli Custodi: un neonato che metterà in crisi non solo le abitudini dei nostri personaggi, ma anche le loro scelte; Azzurra che ritorna portando dentro di sé un dolore che le ha stravolto la vita; un incidente che costringe Valentina ad accettare un cambiamento radicale nella sua vita; una nuova novizia e due gemelline che porteranno tanta allegria insieme a tanto scompiglio.
In questa quinta stagione, i nostri personaggi saranno messi definitivamente sotto scacco. Perderanno ogni cosa e arriveranno nel punto più profondo del loro cuore. Tematiche come il male, il dolore, le sconfitte esistono, nella vita come nella narrazione. I nostri personaggi capiranno che a volte bisogna perdere tutto per ritrovare se stessi. “Ma sarà Suor Angela che in questa stagione dovrà affrontare il nemico più grande: la perdita dell’Amore che l’ha sempre guidata. Anche lei, sempre pronta ad accogliere e sostenere chi ha accanto, passerà attraverso la rabbia, la fuga. Per poi tornare a casa”. E Per il 2019? “Sarà un anno intenso- replica Elena Sofia – tanti progetti, per scaramanzia non parlo ma punto a stupire e non deludere il mio pubblico che amo e dal quale mi sento riamata”.
Vite brevi di tennisti eminentiCodignola racconta 20 storie esemplari di vita e sport

06 gennaio 201912:40

– MATTEO CODIGNOLA, ”VITE BREVI DI TENNISTI EMINENTI” (ADELPHI, pp. 290 – 22,00 euro).
Facendo il verso alle ”Vite brevi di uomini eminenti” di John Aubrey, pubblicato quaranta anni fa proprio dalla casa editrice, la Adelphi, per cui ”fa libri”, è editor e traduttore (per esempio di Mordecai Richler), Matteo Codignola ci parla di tennisti celebri e meno, confessando come già altri autori che ”la scrittura ha una valenza terapeutica e raccontare un vizio una volta per tutte sia il modo migliore per lasciarselo alle spalle e girare pagina”.
Il vizio di Codignola è naturalmente il tennis, sport che pratica da quando aveva sette anni e naturalmente, nonostante quella convinzione ”ingenua e pericolosa” per chi fa il suo mestiere, è convinto dell’impossibilità di guarire, come ha capito durante la ”semi di Wimbledon 2018 tra Isner e Anderson” che non ha trovato insopportabile e noiosa, ma si è ”goduto quelle sette ore di servizio e quasi nient’altro” senza soffrire, anzi. In più lui ha l’ossessione per un gioco che ritiene irraccontabile (pur avendo fatto lui pubblicare in italiano ”Levels of games” di McPhee) , perchè se ne descrivono e ricostruiscono i particolari esteriori, cosa invece impossibile per ”la meravigliosa fluidità che rende questa danza con una palla diversa da qualsiasi altro sport”.
Questo sino al momento in cui, vero o espediente letterario che sia, al mercatino di Cormano un suo amico non avesse trovato una valigia di cuoio che conteneva una busta con un centinaio di foto scattate nel circuito amatoriale del secondo dopoguerra, che fino al 1968 corrispondeva al circuito ATP come lo conosciamo oggi. Ne sono uscite venti storie, alcune delle quali già Codignola conosceva, altre che ha ricostruito partendo da un dettaglio e che ora formano questo volume. Storie di vite, di passione, di momenti diventati esemplari, quindi capaci di raccontare e rivelare qualcosa anche ai non appassionati, mentre questi ultimi non si le lasceranno scappare. Del resto il tennis ha sempre avuto una sua storia letteraria che ”Open” di Agassi ha rilanciato alla grande, e solo restando da noi tutti ricordano ”Il giardino dei Finzi Contini” di Giorgio Bassani, tennista lui stesso tutta la vita, come i romanzi o i libri storici di un esperto quale Gianni Clerici, ultimo dei quali è un grande volume, ”Il tennis nell’arte” (Mondadori, pp. 338 – 36,00 euro) che parte dalle donne in bikini che giocano a palla nei mosaici romani di Piazza Armerina e arriva a oggi, passando per Tiepolo, Carrà, Campigli e Hopper.
La galleria di Codignola va invece dall’ebreo barone Gottfried von Cramm, spirito libero capace di rispondere a tono anche Goering, giocatore elegante dai ”larghi gesti europei” che non abbandonò mai e forse gli costarono l’essere ”il più forte giocatore a non aver mai vinto Wimbledon”, per arrivare a Dick Savitt che introdusse ”nel mondo fin lì sfrontato wasp del tennis…. il nervosismo ebraico” su cui teatro, cinema e letteratura avrebbero vissuto per decenni ”fino ai limiti della decenza”. Tutti tipi a loro modo eccentrici, esemplari nel loro essere eccezionali e dotati di una propria umanità questi di cui ci parla il libro, passando per Torben Urlich, musicista, suonatore di clarinetto che cercava, in stadi o palazzetti che fossero, di cogliere il suono perfetto della palla sulle corde, tanto da rifiutare per queste ragioni sonore le nuove racchette di metallo, o ‘Teach’ Tennant che cercava di trasformare in ”statue di tennis” due giocatrici come Carole Lombard e Joan Crawford, sino a Whitney Reed, giocatore maledetto dalla vita sregolata, il quale poteva arrivare a un torneo col ritardo di una giornata, che aveva perso appresso a una hostess incontrata in aereo.
Fiorello, tornare a Sanremo? Chi lo saIntanto dal 7 su Radio Deejay con ‘Il Rosario della Sera’

06 gennaio 201916:04

“Tornare ospite a Sanremo? E chi lo sa…”: dopo il picco di ascolti, il più alto di tutto il Festival, lo scorso anno, l’impresa di Fiorello si potrebbe ripetere. Al direttore artistico Claudio Baglioni piacerebbe avere di nuovo l’amico Rosario al teatro Ariston, ma lo showman risponde sibillino con un video postato su Instagram dal bar.
Sfogliando i quotidiani, Fiorello inquadra con il suo smartphone un articolo sul Festival, gioca a mettere filtri divertenti sulle foto di Baglioni, Claudio Bisio e Virginia Raffaele definendoli “un cast fortissimo”. “Presenta una coppia di comici: ecco la differenza con l’edizione dell’anno scorso, condotta da Michelle Hunziker con un attore, Pierfrancesco Favino. Un Festival che iniziò con uno, come si chiamava quello che aprì? Ero io. E andò malissimo, 17 milioni!”, esclama ironico, prima di aggiungere: “Tornare quest’anno? E chi lo sa… È un attimo Roma-Sanremo”. Intanto lunedì alle 19 ripartirà con “Il Rosario della Sera” su Radio Deejay. Ospite Manuel Agnelli”Mica devo avvisare, mica devo avere il pass? Io sono un pass vivente. Mi presento lì e dico: ‘Scusate, devo parlare con Baglioni’. Poi entro e vado sul palco”. E conclude: “Si potrebbe fare, volendo. Certo, sarebbe una ripetizione. Già fatto una volta, è andata bene un anno… Che faccio – conclude – torno di nuovo?”.

Ice Music Festival, concerti sul PresenaFino a marzo, saranno suonati soltanto con strumenti di ghiaccio

06 gennaio 201915:20

– Un igloo come teatro e strumenti di ghiaccio per una serie di concerti sottozero: è l’Ice Music Festival che ha preso il via ieri sera sul Ghiacciaio Presena, a 2.600 metri di altezza. I ‘The bastard sons of Dioniso’, trentini doc, sono stati la prima band a esibirsi. In programma 4 concerti a settimana (il giovedì e il sabato), fino al 30 marzo. Il giovedì sul palco la ‘Ice Music orchestra’, con un cartellone ‘da brivido’ che spazia tra i grandi temi della musica classica: da Vivaldi a Čajkovski, con incursioni nella musica popolare ed alcuni brani inediti ed originali. Il sabato, invece, la musica del ghiaccio spazierà dal jazz, al pop, dal rock con alcuni tra i nomi più interessanti del panorama musicale italiano e internazionale. Tutti i concerti saranno suonati rigorosamente con gli strumenti di ghiaccio dell’artista americano Tim Linhart. Il progetto è a cura di Azienda Turismo Val di Sole, Consorzio Pontedilegno-Tonale e Trentino Marketing.
Auguri Celentano, a gennaio cartoon C5Adrian la serie. Video su blog auguri clan con canzone Morandi

06 gennaio 201919:30

Adriano Celentano compie 81 anni.    L’artista tornerà presto in tv, in questo mese di gennaio, in formato animato: è attesa su Canale 5 la serie Adrian con Milo Manara all’iconografia per una produzione Clan Celentano. Oggi è stato inaugurato il nuovo sito in cui si raccontano i personaggi, in particolare Adrian e Gilda, della serie originale in animazione ideata, scritta e diretta da Adriano Celentano con le musiche del Molleggiato e di Nicola Piovani e che vede la firma di Vincenzo Cerami (scomparso nel 2013) come collaborazione ai testi. Lo staff e il clan per fargli gli auguri hanno pubblicato un video che si rifà al cartoon ma ha come colonna sonora In ginocchio da te di Gianni Morandi. “Quale miglior sorpresa per il compleanno di uno scherzo e l’augurio di mantenersi sempre così: giovane e allegro! Auguri, Adriano, da tutti i tuoi più stretti collaboratori di Adrian.”, c’è scritto.
Un video scherzoso che prende spunto dall’amicizia dei due artisti. Ieri sera su Raidue lo speciale C’è Celentano dedicato all’artista è stato il secondo programma più visto in tv con 2 milioni 907 mila spettatori e il 14,4 di share

Enzo Fusco, mia Blauer sempre più greenPiume e nylon riciclati per imbottire capi. Bilancio 2018 + 18%

06 gennaio 201916:19

– “La mia Blauer diventa sempre più green. Per le imbottiture dei giacconi già da tempo utilizziamo piume riciclate che un’azienda italiana molto seria ci fornisce dopo averle recuperate da vecchi piumini o da coperte usate, lavate, sterilizzate e asciugate. In alcuni capi aggiungiamo imbottiture di nylon proveniente da bottiglie di plastica riciclate che vengono fuse e filate. Anche alle tinture siamo molto attenti che vengano utilizzati prodotti rispettosi dell’ambiente”. Ecco la formula conscious della nuova collezione maschile della Blaur Usa, che Enzo Fusco, il patron del marchio in Italia dell’azienda statunitense che fornisce le divise ai poliziotti americani dal 1936, presenterà nei prossimi giorni a Pitti Uomo. “Sono soddisfatto dei dati economici di Blauer che a fine anno festeggerà 20 anni in Italia. Chiudiamo il bilancio 2018 con un +18%, 52 milioni di euro di fatturato più 6 milioni dalle licenze di calzature, profumi e accessori. Risultati ottenuti al 70% dal mercato italiano il 30% dall’estero”.
Le Monde, Verdone è l’anti cinepanettoneOmaggio per uscita ‘Benedetta follia’, Usa studiano remake

PARIGI06 gennaio 201918:35

“Carlo Verdone, il rovescio del ‘cinepanettone'” ha titolato a tutta pagina Le Monde un incontro con l’attore e regista autore di film di grande successo. Il giornale parla di “Benedetta follia” (Folie benie in francese), che ha presentato a Parigi dopo oltre 9 milioni di euro incassati in un anno in Italia.
Il quotidiano francese si interroga sulle difficoltà del cinema italiano di esportare i “cinepanettoni”. Verdone, ricorda le parole del padre Mario, famoso critico cinematografico e dice: “senza poesia la commedia non serve a niente, diceva papà – racconta Verdone – i cinepanettoni ne sono crudelmente sprovvisti. Sono come cartoni animati semplicissimi e un generee non più praticato. Nei miei film il pubblico cerca di ritrovare le proprie fragilità, i tic”.   Nel ritratto tracciato da Le Monde, l’attore viene paragonato a Nanni Moretti, a differenza del quale però “non osserva i suoi contemporanei dell’alto”.E, interrogato sulla situazione politica del suo paese, dichiara: “gli italiani hanno perso ogni senso civico, si consegnano a commedianti che eccitano le passioni senza mai approfondire né spiegare nulla”   Benedetta follia, venduto in 15 paesi, potrebbe avere un remake Usa.”In questi giorni De Laurentiis è lì per trattare”, dice Verdone.

Ficarra e Picone tornano a StrisciaIl duo comico siciliano per la 15/ma volta al tg satirico Ricci

06 gennaio 201917:50

Da domani, lunedì 7 gennaio, Ficarra e Picone tornano a condurre Striscia la notizia (Canale 5, ore 20.35), prendendo il posto di Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti.
Per il duo comico siciliano, si tratta della quindicesima stagione consecutiva dietro al bancone del Tg satirico di Antonio Ricci, dove resteranno fino a sabato 13 aprile.
Salvatore Ficarra e Valentino Picone hanno debuttato alla conduzione dello storico varietà dell’access prime time di Canale 5 nella stagione 2004/2005 e a oggi hanno condotto 1014 puntate.
Nicoletta Orsomando compie 90 anniPioniera annunciatrici Rai, per 40 anni ogni giorno in tv

06 gennaio 201921:35

La televisione nelle case degli italiani era ancora cosa rara tanto che i genitori per poter vedere il suo primo annuncio andarono in un negozio di elettrodomestici. Era l’ottobre 1953 e la televisione cominciava le sue trasmissioni con lei. Nicoletta Orsomando, la più famosa delle ‘signorine buonasera’ compie 90 anni, è nata a Casapulla(Caserta) l’11 gennaio del 1929. Per 40 anni è entrata ogni giorno nelle nostre case con quel garbo e quella gentilezza che l’hanno caratterizzata e che facevano parte di una tv che non c’è più. ”Signore e signori buonasera” disse la sua prima volta davanti alle telecamere, annunciando un documentario del National Geographic, e quella frase è diventata un marchio di fabbrica. Oggi vive nella sua bella casa a Trastevere. Nelle interviste che ha concesso negli ultimi anni ha raccontato di una televisione cresciuta con lei, molto diversa da quella attuale, di cui rimpiange la trasmissione dei concerti, delle opere liriche e soprattutto delle commedie teatrali.

Anni ’50: il Paese, all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale, e’ povero dal punto di vista economico ma ricco di vitalita’. Sono anche i tempi in cui la tv irrompe nelle case degli italiani.

Nicoletta Orsomando, all’anagrafe Nicolina, Signorina Buonasera per antonomasia, donna dal volto sereno, dizione perfetta e look rassicurante, nasce a Casapulla l’11 gennaio 1929. E’ quarta di sette figli. Il papa’ musicista, chiamato da Mussolini a dirigere la banda della milizia, si impegna affinche’ i suoi bambini imparino una dizione perfetta.Per lei l’avvento della tv coincide con il nuovo indirizzo dalla sua vita. Il primo annuncio, che ha dato il via ad una carriera da record di 40 anni, risale al 22 ottobre ’53. Nel ’93 va in pensione e da allora e’ considerata un’icona, tanto da essere poi imitata da Fiorello e dai suoi ospiti di Viva Radio 2… minuti su Raiuno. Di recente il ritorno in tv nella trasmissione ‘Hotel Patria’, con Mario Calabresi su Raitre. Orsomando, insignita nel ’93 ‘commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana’ dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, ricorda che negli anni Cinquanta ”c’era solo la tv sperimentale, arrivata a Roma dopo Torino e Milano”.Del giorno del debutto ricorda di essere arrivata all’appuntamento ”molto tranquilla, un po’ perche’ sapevamo poco di televisione noi romani e un po’ perche’ ero presa da un altro lavoro, che pure mi piaceva, l’assistente sociale”, racconta. A spronarla fu il papa’. ”Era presente alla visita che mi fece una collega di un corso per annunciatori radio e mi disse ‘Scusa, che cosa ti costa, vai a vedere, per curiosita’. E cosi’ ho partecipato a questo primo provino, poi ne sono scaturiti altri”, ricorda. Il cambiamento portato dalla tv ”avvenne molto pacatamente – racconta Nicoletta Orsomando – a quei tempi si compravano pochi televisori perche’erano molto costosi. La tv si vedeva piu’ che altro nei bar, che avevano approfittato di questa novita’ e avevano addirittura organizzato delle sale da visione, o al cinema. Quelli che avevano la tv in casa ospitavano gli altri inquilini del palazzo”.Com’era Rai in quegli anni, come si entrava? ”All’inizio – racconta – miravano a prendere persone che potessero diventare qualcuno. C’erano Eco e altri personaggi che poi sono diventati grandi nomi della cultura italiana”. Lei fu la prima donna nella redazione di un telegiornale in Italia? ”Si’ – risponde con orgoglio – addirittura nel ’68, nel primo tg in onda alle 13.30”. Ma Nicoletta Orsomando non era giornalista e, per questo motivo, qualcuno remo’ contro. Un direttore, di cui per delicatezza non fa il nome, le suggeri’ di cercare uno sponsor perche’, anche allora, dice, servivano quelli che lei chiama ‘aiutini’. Torno’ a fare gli annunci.Con una lunga esperienza alle spalle, che include la presentazione di un Festival di Sanremo con Nunzio Filogamo nel ’57 e trasmissioni come ‘L’amico degli animali’ con Angelo Lombardi o ‘Oggi al Parlamento’ con Jader Jacobelli, oggi Orsomando, da telespettatrice, predilige la diretta. ”Non mi piacciono le trasmissioni registrate”, dice, e mostra apprezzamento per ”i dibattiti purche’ siano condotti da personaggi che si fanno capire”.Delle Signorine Buonasera degli anni Duemila dice: ”Quelle di oggi non sono piu’ annunciatrici. Sono signorine carine, che si presentano molto bene, ma non hanno assolutamente l’allure che poteva avere l’annunciatrice”. Si e’ trovata in difficolta’ qualche volta? ”Si’, purtroppo si’ – risponde – puo’ succedere quando uno e’ colpito emotivamente dalla mancanza di una persona o personaggio che ti e’ piaciuto tanto. Parlo di Anna Magnani. Proprio la sera che abbiamo dato la notizia della sua morte andava in onda il suo ultimo film che lei non e’ riuscita a vedere. Mi tocco’ fare l’annuncio e devo dire che mi e’ venuto veramente un groppo”.

1969, la storia dell’anno che cambiò la musicaDa Woodstock all’esordio dei Genesis, da ‘Tommy’ agli Stones

06 gennaio 201919:20 APPROFONDIMENTO

La notizia che in agosto si svolgeranno due mega eventi per celebrare i 50 anni di Woodstock, il festival più famoso della storia della cultura popolare, spinge a tornare a guardare a quel 1969 che rimane uno degli anni “magici” del rock. La densità di eventi è impressionante, la cultura giovanile è ancora in piena esplosione, divisa tra istanze di pace, battaglie per i diritti civili, ricerca di metodi alternativi di aggregazione sociale e un dirompente desiderio collettivo di nuovi modi di espressione artistica. Il 30 gennaio i Beatles, ormai immersi nel loro lungo addio alle scene, suonano per l’ultima volta in pubblico: con intento beffardo si esibiscono sul tetto del palazzo che ospitava la Apple (l’etichetta del gruppo) al numero 3 di Savile Row a Londra. La performance sarà interrotta dalla polizia, come raccontato nel film “Let It Be”. I rapporti tra John, Paul, George e Ringo sono ormai catastrofici eppure la band pubblica “Yellow Submarine”, colonna sonora del cartoon, e, il 26 settembre, il leggendario “Abbey Road”.Eventi simbolici che inaugurano un anno straordinario segnato da raduni di massa di segno diverso: il più celebre è la tre giorni di Woodstock, ospitata dal 15 al 17 agosto alla Max Yagur’s Farm di Bethel, New Jersey: 500mila persone che celebrano amore e musica in una confusione totale e in modo inconsapevole anche la fine della Summer of Love. In un certo senso all’opposto di questo spirito c’è il festival di Altamont, in California. Doveva essere la risposta della West Coast a Woodtsock è passato alla storia come un incubo a causa dell’uccisione di un ragazzo da parte degli Hell’s Angels, chiamati dai Rolling Stones a fare il servizio d’ordine. Proprio gli Stones, il cinque luglio, avevano radunato più di 250 mila persone ad Hyde Park, per un concerto dedicato a Brian Jones, il chitarrista fondatore della band, trovato morto nella piscina della sua villa due giorni prima, poco tempo dopo aver lasciato gli Stones, Al suo posto era subentrato Mick Taylor.Il 15 novembre a Washington 500mila persone sfilano per protesta contro la guerra del Vietnam: ad accoglierli Pete Seeger, Peter, Paul and Mary, Arlo Guthrie, John Denver. Impressionante poi la pubblicazione di album destinati a cambiare la storia della musica: a gennaio esce il primo disco dei Led Zeppelin che in pieno furor creativo già a ottobre pubblicheranno il secondo titolo, Whole Lotta Love. A febbraio, da Detroit arriva “Kick Out The Jams”, leggendario live degli MC5, la band che ha piantato i semi del Punk e della musica come espressione rabbiosa del disagio. I loro fratellini fuori di testa, gli Stooges, guidati da Iggy Pop, debuttano ad agosto. Più o meno nello stesso periodo i Cream, primo super gruppo della storia formato da Eric Clapton, Jack Bruce e Ginger Baker danno alle stampe “Goodbye”, ultimo titolo in studio della loro abbagliante e tormentata storia. In marzo debuttano i Genesis con quel “From Genesis To Revelation” che sarà ripudiato dalla band. Ad aprile escono “Nashville Skyline” di Bob Dylan e “Songs From a Room” di Leonard Cohen, che contiene “Bird on a Wire”, uno dei brani fondamentali dell’artista canadese. Debuttano i Chicago e Joe Cocker, con l’album intitolato “With A Little Help From My Friend”, proprio il brano che lo trasformerà in un divo a Woodstock. Maggio è segnato da due titoli. “Crosby, Stills & Nash”, primo album del trio, e da “Tommy”, il capolavoro di Pete Townsend e degli Who, prima opera rock della storia. A giugno, con “Empty Sky” inizia la carriera in studio di Elton John, escono “More” dei Pink Floyd e “Beck Ola” di Jeff Beck, in luglio debuttano gli Yes, in agosto i Santana, altri eroi di Woodstock. Ma in luglio con “In A Silent Way” è Miles Davis a indicare la nuova strada per la contaminazione del jazz. Ma proprio a ridosso dell’11 luglio, il giorno del primo allunaggio esce “Space Oddity”, avventura spaziale di Major Tom destinata a rimanere uno dei capolavori di David Bowie, all’epoca ancora in cerca del successo. In ottobre c’è un altro debutto clamoroso. “In The Court of the King Crimson King”, primo album dei King Crimson, la band di Robert Fripp che ancora oggi è un simbolo di ricerca musicale, mentre Frank Zappa dà alle stampe “Hot Rats”, uno dei più riusciti esempi di fusione tra rock e jazz, e i Pink Floyd realizzano “Ummagumma”. A novembre esce il primo titolo degli Allman Brothers e David Bowie dà alle stampe il suo secondo album, destinato a essere ripubblicato nel 1972 con il titolo “Space Oddity”. Sul piano del rock, dicembre chiude questo anno straordinario con “Let it Bleed” dei Rolling Stones, quello con canzoni come “Gimme Shelter”, “You Can’t Always Get What You Want”, “Midnight Rambler”. Due delle più adorate icone della musica popolare tornano al successo. Elvis Presley, dopo una serie di 57 concerti a Las Vegas, pubblica “Suspicious Mind” e “In The Ghetto”. Frank Sinatra addirittura “My Way”, destinata a rimanere uno dei più celebri evergreen del suo repertorio e della storia. Ma anche la musica Black, nel pieno della lotta per il riconoscimento dei diritti civili degli afro americani, produce titoli fondamentali: i Temptations escono con “Clound Nine”, l’album che segna la svolta funk lisergica della Motown, Dusty Springfield, regina del pop rock British, pubblica “Dusty in Memphis”, gioiello del Soul, James Brown “Say It Loud I’m Black and Proud”, manifesto dell’orgoglio Black, Sly And The Family Stone, una delle band più influenti del periodo, produce “Stand”, altro disco manifesto, con “I Want To Take You Higher”, la title track, “Everyday People”, un mega successo amplificato dall’incendiaria performance di Woodstock, debuttano i Meters, band decisiva per il Funk, Isaac Hayes incide “Hot Buttered Soul”, uno dei titoli più importanti della black music (tra l’altro è uno dei primi casi in cui viene usata la parola “rap” per definire un parlato sulla musica), Diana Ross incide l’ultimo singolo numero 1 in classifica con le Supremes “Someday We’ll Be Together”, i Jackson 5 si presentano con il primo album della loro carriera.

Louvre batte Met, 10 milioni ticket 2018’Complice’ video Beyonce-Jay Z. Guggenheim verso i 60 anni

NEW YORK06 gennaio 201918:08

– Grazie a Jay-Z e a Beyonce’ il Louvre batte il Metropolitan: il museo parigino ha accolto oltre 10 milioni di visitatori nel 2018, il 25 per cento in piu’ rispetto all’anno precedente. Sarebbe stata altrimenti una corsa sul filo di lana. Il Met si e’ dovuto accontentare di 7,36 milioni di ingressi nelle sue tre location della Quinta Strada, il Breuer per l’arte contemporanea su Madison e il remoto “monastero” medievale dei Cloisters sulla punta nord di Manhattan. Come spiegare il successo del Louvre? Il direttore Jean-Luc Martinez ha dato credito al video “Apes**t” uscito a giugno e che i Carter, come si sono firmati il rapper e la moglie nel loro primo album in coppia, hanno girato in mezzo ad alcuni dei piu’ famosi capolavori del mondo. Secondo il Louvre, nessun museo al mondo ha mai toccato la magica cifra dei 10 milioni di visitatori. Se Met e Louvre fanno bilanci il Guggenheim guarda al futuro. Il 2019 e’ l’anno del 60esimo anniversario della rotonda di Frank Lloyd Wright.

Serie evento in tv, si comincia con EcoDalla storia di Mia Martini ai nuovi Montalbano

06 gennaio 201919:18

Un 2019 che si apre nel segno delle serie dove non mancheranno quelle che faranno sicuramente parlare, per protagonisti e temi affrontati.Su RAI1 tra le serie evento più attese dell’anno (ancora senza data) arriva la coproduzione internazionale prodotta da Matteo Levi, Carlo Degli Esposti, Rai Fiction e Tmg tratta dal bestseller Il nome della rosa di Umberto Eco (Bompiani). Quattro prime serate con la regia di Giacomo Battiato e un cast internazionale a partire da John Turturro, (è Guglielmo da Baskerville) e Rupert Everett (il grande inquisitore), il diciottenne tedesco Damian Hardung (il novizio Adso da Melk), Sebastian Koch, Roberto Helitzka, Stefano Fresi, Greta Scarano (la tentatrice), Alessio Boni. Martedì 12 febbraio sarà imperdibile su Rai1 Io sono Mia. Serena Rossi nei panni di Mia Martini per ripercorrere le tappe più importanti della carriera dell’artista: gli inizi da bohémienne, il rapporto complesso col padre. La carriera tra alti clamorosi e bassi vertiginosi, il buio e l’apparente serenità ritrovata. Una vita intensa vissuta lottando contro i pregiudizi ma senza mai scendere a compromessi, pagando a duro prezzo le proprie scelte artistiche e personali. Nel cast Lucia Mascino (nel ruolo della giornalista che intervista la cantante che ripercorre la sua vita), Maurizio Lastrico, Antonio Gerardi e Edoardo Pesce nei panni di Franco Califano. Il film uscirà nei cinema solo per tre giorni, il 14, 15 e 16 gennaio e poi sarà in tv. Intanto la ripresa della stagione di fiction su Rai1 è da domani 7 gennaio con la nuova serie di Ivan Cotroneo “La compagnia del cigno”. Tra gli altri titoli C’era una volta Vigata – la stagione della caccia, con Francesco Scianna e la regia di Roan Johnson: a febbraio su Rai1 dopo il successo di La mossa del cavallo, arriva un altro giallo storico firmato da Camilleri ispirato a vicende realmente accadute alla fine dell’Ottocento in Sicilia. Mentre i due nuovi episodi di “Il commissario Montalbano” con Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta e Sonia Bergamasco, sono fissati, al momento, per il 18 e 25 marzo.Su RAI2 il 13 febbraio arriva la seconda stagione della serie noir rivelazione ‘La porta rossa’ con Lino Guanciale e Gabriella Pession interpretare rispettivamente il poliziotto morto Leonardo Cagliostro e sua moglie, il PM Anna Piras in attesa di una bambina. A corredare la storia inoltre Ettore Bassi e Andrea Bosca.CANALE 5 – Grande attesa per il ritorno nei panni di attrice di Barbara d’Urso nel ruolo della dottoressa Giò dal 13 gennaio su Canale 5. Sull’ammiraglia Mediaset arriva anche Non Mentire di Gianluca Maria Tavarelli a febbraio: è una serie thriller con Greta Scarano che interpreta un’insegnante, Alessandro Preziosi un celebre chirurgo. Lui la corteggia, una sera escono insieme. Ma mentre il giorno dopo il medico, infatuato, confida agli amici di volerla rivedere presto, la donna denuncia di aver subito violenza. Cos’è successo davvero?NETFLIX – Tra le produzioni originali italiane arriva Suburra 2 la serie di Andrea Molaioli, dal 22 febbraio. Dal libro di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo un affresco nero di Roma con Alessandro Borghi, Giacomo Ferrari e la dark lady Claudia Gerini.Su SKY ATLANTIC Gomorra – quarta stagione, dal 29 marzo torna la produzione originale Sky, Cattleya e Fandango. Dopo l’inaspettata morte di Ciro (Marco D’Amore) che ha chiuso la terza stagione, Genny (Salvatore Esposito) e Patrizia (Cristiana Dell’Anna) devono stabilire un nuovo equilibrio nel sistema, mentre Enzo (Arturo Muselli) e Valerio (Loris De Luna) hanno confermato la posizione del loro clan nel centro di Napoli. Nuove minacce e nemici spietati attendono i protagonisti. Confermati alla regia Francesca Comencini, a cui è affidata anche la supervisione artistica della quarta stagione, e Claudio Cupellini. Esordio alla regia per Marco D’Amore, con due episodi, già protagonista della serie che dal 2014 gli ha dato grande popolarità.        [print-me title=”STAMPA”]

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