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Sette anni senza Giulio Regeni. Crosetto: 'Egitto collaborerà'

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Ultimo aggiornamento 25 Gennaio, 2023, 10:56:36 di Maurizio Barra

L’Egitto potrebbe finalmente offrire una piena collaborazione per fare luce sulla morte di Giulio Regeni. A sette anni dal rapimento del 28enne friulano, avvenuta al Cairo il 25 gennaio 2016, si apre l’ennesimo spiraglio di speranza sulla vicenda del giovane ricercatore torturato e ucciso. Lo stesso al-Sisi ha garantito che il suo Paese “farà di tutto per eliminare gli ostacoli che ci sono e che rendono difficile il dialogo con l’Italia”, riferisce il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando del suo incontro con il presidente egiziano lo scorso fine settimana, ma avverte: “io ho ascoltato e vedremo se alle parole seguiranno i fatti”. A favorire il dialogo potrebbe essere la delicata situazione in cui versa in questo momento il Nord Africa, con i tumulti di dissenso partiti dalla crisi economica in Tunisia, e l’Egitto che spero nel faticoso mantenimento degli equilibri nel vicino Maghreb. “Penso che avremo verità sul caso Regeni, penso ci sia la volontà da parte dell’Egitto di cooperare al 100% con l’Italia, perché c’è la necessità delle due nazioni di parlarsi e cooperare anche per la sicurezza e gli equilibri del Nord Africa. Hanno tutti interesse e volontà nel darci risposte chiare e serie nel tempo più veloce possibile”, spiega il ministro della Difesa, Guido Crosetto, per il quale “lo Stato deve chiedere tutta la verità e pretendere giustizia per Regeni, e contemporaneamente deve tenere rapporti con altri Paesi. Le due cose sono conciliabilissime”. Durante l’ultimo incontro con Tajani, sarebbe stato lo stesso al-Sisi a sollevare il ‘problema Regeni’. Il titolare della Farnesina, che risponderà nele prossime ore al question time in Parlamento sul caso di Giulio, garantisce che non ci sarà “nessun tentennamento” e si continua a lavorare “perché i colpevoli dell’omicidio vengano condannati. Ma – aggiunge – dobbiamo parlare con l’Egitto anche su altri temi perché noi abbiamo il dovere di garantire la stabilità del Nord dell’Africa e della Libia”.

Una fiaccolata silenziosa nella piazza di Fiumicello (Udine) ricorderà mercoledì sera Giulio Regeni, a sette anni esatti dalla sua scomparsa da Il Cairo. L’iniziativa è promossa, tra gli altri, dall’Amministrazione comunale di Fiumicello-Villa Vicentina assieme alla famiglia Regeni per ribadire la richiesta di verità e giustizia per il giovane ricercatore, torturato e ucciso in Egitto.

A Fiumicello, paese d’origine di Regeni, il programma di iniziative partirà già al mattino, con il laboratorio per le scuole “Parole e Diritti” e la firma di un protocollo d’intesa sul Comitato di coordinamento permanente del Governo dei Giovani, iniziativa di educazione civica di cui anche Giulio fu sindaco.

Nel pomeriggio, alle 18, avrà luogo la Camminata dei diritti insieme al Governo dei Giovani; seguirà la fiaccolata silenziosa.

Alle 19.41, ora in cui 7 anni fa Giulio inviò il suo ultimo sms, sarà osservato un minuto di silenzio. Alle 20.15 l’appuntamento sarà nella sala Bison, con l’iniziativa “Parole, immagini, musica per Giulio” con Paola e Claudio Regeni e l’avvocato Alessandra Ballerini. Tra gli ospiti annunciati, Pif, Carlo Lucarelli, Ascanio Celestini, Beppe Giulietti e Roberto Fico.

Lo scorso 15 gennaio Giulio Regeni avrebbe compiuto 35 anni. La mamma di Giulio, Paola Deffendi, ha postato sui suoi profili social per ricordare il figlio, il disegno di una torta di “non compleanno” a più strati, con in cima la scritta “Giulio 35” e subito sotto la richiesta di “Giustizia” e “Verità”. La torta è tinta di giallo, il colore che accompagna la battaglia per la richiesta di verità e giustizia per il giovane ricercatore friulano, torturato e ucciso in Egitto sette anni fa. Su Twitter il disegno era accompagnato dagli hashtag #veritaegiustiziapergiulioregeni e #setteannisenzagiulio.

 

 

Nel giorno del compleanno anche la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola ha scritto un messaggio su Twitter: “Giulio Regeni avrebbe compiuto 35 anni. Sette anni fa, mentre studiava in Egitto, è stato rapito e ucciso. Il Parlamento europeo non si fermerà finché non emergerà tutta la verità, e finché non sarà fatta giustizia”.

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