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Dagli scavi metro C emerge 'Roma', donna simbolo della città

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Ultimo aggiornamento 2 Febbraio, 2023, 22:55:48 di Maurizio Barra

(ANSA) – ROMA, 02 FEB – L’elmo, la lancia, il profilo fiero:
dagli scavi della metro C di Roma, alla stazione di Porta
Metronia, torna alla luce dopo centinaia di anni un
raffinatissimo reperto dell’antica Roma, una personificazione
della Città Eterna. Un tema iconografico già noto, ma è il primo
e unico caso finora al mondo in cui ci è arrivato eseguito su un
vetro dorato. “Già un vetro dorato è un reperto molto raro –
spiega all’ANSA la funzionaria archeologa della Soprintendenza
speciale di Roma Simona Morretta – ma questo non ha confronto
allo stato attuale degli studi. Non si era mai trovato un vetro
dorato con la personificazione della città di Roma”.
   
Si tratta, prosegue l’esperta, di un reperto di
“straordinaria finezza esecutiva”. Originariamente era il fondo
di una coppa, “un oggetto particolare che spesso veniva
utilizzato come dono”. In sostanza, come avviene del resto anche
ai giorni nostri con alcuni particolari bicchieri o boccali, il
bevitore, mentre consumava il contenuto della coppa, poteva
guardare in trasparenza l’immagine sul fondo: “Noi non sappiamo
– sottolinea Morretta – se venisse usato realmente per contenere
qualcosa o come soprammobile, ma certamente mettere una immagine
sul fondo rispecchia quell’idea”. Il manufatto ha vissuto
diverse ‘vite’ prima di arrivare fino a noi: “Era un oggetto
prezioso – spiega ancora – e quando si è rotto o scheggiato non
l’hanno voluto buttare. Ma dato che una coppa di vetro non si
poteva riparare, ne è stato ‘ritagliato’ il fondo, e può darsi
che sia stato esposto su un mobile o appeso a una parete”. Il
reperto non appartiene alla caserma trovata negli scavi. La
struttura militare fu abbandonata alla metà del III secolo, e in
seguito ‘rasata’, i muri tagliati, le macerie buttate
all’interno e tutto ricoperto di terra. Il vetro dorato è emerso
proprio da questi strati di interro, ed è posteriore: “Da questo
primo studio – aggiunge l’archeologa – ci sembra un manufatto
degli inizi del IV secolo”. Ora vivrà un’altra vita, “quella che
gli daremo noi, rendendola di fruizione pubblica: avrà una teca
dedicata nella stazione-museo della metro di Porta Metronia”.
   
(ANSA).
   

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA


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