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Monaco, al via la Conferenza sulla sicurezza. Zelensky: "Noi Davide contro il Golia russo"

Tempo di lettura: 4 minuti

Ultimo aggiornamento 18 Febbraio, 2023, 05:26:40 di Maurizio Barra

In una località che sembra scelta non a caso, una città che, per eredità storica, richiama ad un’altra, ben più nota e fatale Conferenza di pace, si è aperta oggi a Monaco la Conferenza sulla sicurezza. Sul tavolo intorno a cui sono seduti i leader mondiali, il tema dei temi: la guerra in Ucraina, le modalità con cui proseguirà, ad un anno dallo scoppio dei combattimenti; ma, soprattutto, le prospettive di tregua, il cessate il fuoco che faccia tacere le armi e apra ad una trattativa di pace tra le parti in conflitto.

 

Zelensky: “Siamo il Davide del mondo libero contro il Golia russo”

Al momento, le premesse non sono buone: i leader occidentali schierati con Kiev sono pronti a una guerra lunga, ma per Volodymyr Zelensky, che ha aperto i lavori con un videomessaggio, “il Golia russo può perdere entro quest’anno”. Ricorre al paragone biblico il capo di Stato ucraino, dal momento che, se la Russia è Golia, gli altri, gli ucraini, non sono “il Davide del Dnipro. Siamo il Davide del mondo libero e dobbiamo batterlo”, perché oggi ad essere minacciato è tutto il continente, “il Tamigi come la Sprea” ha precisato Zelensky. Il presidente ucraino ha specificato anche che il conflitto in corso è qualcosa di molto più ampio, in gioco c’è di più: gli ucraini vogliono vedere sconfitti tutti i Putin del mondo. “Non c’è alternativa: l’Ucraina deve vincere. Non c’è alternativa: l’Ucraina deve entrare nell’Ue. E non c’è alternativa: l’Ucraina dovrà entrare nella Nato” ha scandito ancora Zelensky, aggiungendo “spero di poter venire di persona alla conferenza di Monaco dell’anno prossimo, a guerra finita. Ribadite le richieste di invio di più armi e di caccia (mai nominati ma elemento delicato di tutta la discussione). Ma il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito che “non sono all’ordine del giorno” mentre sollecitava la consegna dei Leopard da parte di quei Paesi che li hanno annunciati e ora tentennano.

Olaf Scholz Ap

Olaf Scholz

Macron: “Non è il momento del dialogo con Mosca”

L’intervento più deciso è stato senza dubbio quello del presidente francese Emmanuel Macron, il quale ha messo in guardia: “Non è il momento del dialogo con la Russia: siamo disposti a sforzarci, ma siamo anche pronti a una guerra più lunga” ha scandito il capo dell’Eliseo, che ha anche confessato di non credere alla caduta di Putin.

“Kiev deve opporre resistenza fino ad indurre i russi a sedersi al tavolo del negoziato” ha poi aggiunto Macron, specificando che “non è il momento di parlare adesso, ma le vie e i mezzi ci sono”. Il presidente francese ha invitato a considerare l’imprescindibilità di future relazioni con la Russia: “Non si può cambiare la carta geografica. La Russia fa parte dell’Europa. E la pace in Europa non è possibile senza una risposta alla questione russa”.

Secondo il capo dell’Eliseo, l’Europa deve investire di più sulla difesa, deve convocare una conferenza sulla difesa aerea e assicurarsi di far parte dell’architettura della sicurezza globale nel futuro. Macron ha rilanciato anche la questione della deterrenza nucleare: è importante che l’Europa sia in grado di garantirla; fermo restando il ruolo essenziale della Nato, che il continente vuole contribuire a rafforzare. Il leader francese ha insistito infine sull’idea di un’Europa più grande, che veda al suo interno anche Moldavia e Ucraina.

L'intervento di Macron Ap

L’intervento di Macron

Presenti anche 60 parlamentari americani, domani ministeriale del G7 con Tajani

Il sostegno all’Ucraina, insomma, non è in discussione e verrà garantito fino a quando sarà necessario, si ribadisce a Monaco. La situazione è molto seria, insistono tutti, proprio nelle ore in cui viene confermato che il presidente Usa Joe Biden parlerà al castello di Varsavia il prossimo 21 febbraio, stesso giorno in cui è annunciato un atteso discorso di Putin alla Duma. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Monaco domani, ha rivelato – dopo un incontro ufficiale a Roma con il capo della diplomazia del partito comunista cinese Wang Yi – che il leader di Pechino Xi Jinping terrà “un discorso di pace” in occasione dell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina, il 24 febbraio. Insomma, le cancellerie di tutto il mondo fremono in vista della data-simbolo, quando scoccherà un anno esatto di guerra, l’inizio delle ostilità su larga scala tra Mosca e Kiev.

Nella grande sala del Bayerischer Hof, per il forum diretto da Christof Heusgen, siedono anche 60 parlamentari americani. “La buona notizia è che siamo tanti – ha detto Lindsay Graham prendendo la parola – quella cattiva è che siamo qui perché abbiamo un messaggio. Noi non dimenticheremo questa aggressione russa. L’atto barbarico di Putin ci dà l’occasione di fare meglio nel mondo. Se non avremo successo sarà peggio per tutti”. Domani è prevista anche una ministeriale del G7 che vedrà partecipare per l’Italia il ministro Tajani. Interverranno al vertice il segretario di Stato americano Antony Blinken, la vicepresidente Kamala Harris, il cinese Wang Yi e il segretario della Nato Jens Stoltenberg.

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