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>>>ANSA/ Nicola Crocetti, in Italia il potere ignora i poeti

Tempo di lettura: 3 minuti

Ultimo aggiornamento 19 Marzo, 2023, 01:50:27 di Maurizio Barra

(di Mauretta Capuano)
(ANSA) – ROMA, 18 MAR – Tutti scrivono poesie ma nessuno le
compra, oggi più che mai. “Provate a digitare su qualunque
motore di ricerca online la parola poesia, o meglio poetry in
inglese, e verranno fuori centinaia di milioni di pagine. Una
cosa assolutamente iperbolica” dice all’ANSA Nicola Crocetti,
mitico editore di libri di poesia e traduttore, che ha
partecipato, coinvolto dallo scrittore greco Vassilis
Vassilikòs, per diversi anni ambasciatore della Grecia
all’Unesco, alla riunione per l’istituzione nel 1999 della
Giornata Mondiale della Poesia che si celebra il 21 marzo.
   
“Potrà sembrare una cosa notarile, però è un dato di fatto.
   
In Italia si calcola siano tre milioni quelli che compongono
versi, secondo recenti statistiche. E’ un fenomeno di massa
senza uguali, grazie anche a un’alfabetizzazione senza
precedenti. A fronte di questo ci sono i dati di vendita: i
libri di poesia non vendono o vendono un numero limitatissimo di
copie, mediamente in Italia 1000 copie a titolo, a volte solo
poche centinaia. C’è questa discrasia” spiega Crocetti,
fondatore della rivista ‘Poesia’, nata nel 1988, che ha
pubblicato 4 mila poeti da 38-40 lingue, caso unico al mondo, e
autore a quattro mani con Jovanotti della fortunata antologia
‘Poesie da spiaggia’.
   
Come si spiega tutto questo? “Essendo milioni e milioni quelli
che scrivono libri di poesie ognuno si reputa poeta e lo
considera quasi una forma di status symbol. Ogni poeta si pasce
dei suoi versi e non gli interessano gli altri, non si vendono
anche per questo i libri, come discorso generale. Poi ci sono
poeti che studiano, leggono, ma sono una infima minoranza. La
stragrande maggioranza è fatta di persone che scrivono molto
spesso a sproposito, senza aver mai letto nemmeno i
fondamentali. Questo è lo squallido panorama attuale, non solo
italiano. Conosco un po’ la situazione degli altri Paesi, è più
o meno uguale dappertutto” afferma Crocetti. Ma come sono
considerati in Italia i poeti? “Non sono figure rilevanti a
livello sociale. Negli Stati Uniti, in Germania, in Inghilterra,
in Francia, in Russia, nella stessa Grecia, che è un piccolo
paese, invece i poeti hanno una grande importanza a livello
sociale, vengono invitati a insegnare all’Università, gli
vengono date borse di studio, vengono aiutati economicamente. Io
sono di origine greca e in Grecia quando muore un poeta, non un
Nobel, un poeta di medio livello e popolarità, ai suoi funerali
vanno il sindaco, il ministro, il Capo dello Stato. In Italia ha
mai visto un’autorità al funerale di un poeta? Mai. Forse
l’ultimo caso risale a quando morì Pasolini, ma era per motivi
del tutto diversi dalla poesia. A fronte di questa situazione ci
sono migliaia e migliaia di case editrici che continuano a
pubblicare libri di poesia che non si vendono o si venderanno
pochissimo. Questa è la situazione desolante, sconsolante”.
   
E’ sempre stato così? “No. Nell’Ottocento e nel secolo scorso
le persone che scrivevano versi erano un numero limitato e
questo dava loro un rilievo. Oggi sono milioni, tutti scrivono
poesie e quindi in questa baraonda tutto si confonde ed è
difficile spiccare, anche quando si è molto bravi”.
   
Cosa pensa di instant poet e performer? “Sono fenomeni dovuti
alla modernità. Prima per un poeta pubblicare i propri versi era
difficile, doveva cercare un editore, aspettare anni. Oggi
chiunque da un giorno all’altro può mettere sul web i propri
versi e considerarsi un poeta. In questa situazione così confusa
e generalizzata ci sono poi persone che riescono a spiccare per
caso come la poetessa americana di origini indiane, Rupi Kaur
che vende milioni di copie dei suoi libri che sono fatti di
versi elementari, insignificanti, che non sono poesie”.
   
Cosa si augura per il futuro della poesia? “Da quando è stata
istituita la Giornata Mondiale della Poesia in tutti i paesi del
mondo si fanno incontri, festival. L’augurio è che in Italia,
dove si sponsorizzano le manifestazioni più disparate, si
finanzino un po’ di più i poeti bravi. Che ci sia una maggior
considerazione sociale dei poeti da parte delle istituzioni”
sottolinea Crocetti, 82 anni, entrato nel 2020 nel gruppo
Feltrinelli. “L’operazione dell’antologia a quattro mani con
Jovanotti è stata molto denigrata, per invidia più che altro.
   
Il libro ha avuto successo, ha venduto qualche decina di
migliaia di copie. La poesia, di cui non importa nulla a nessuno
dei politici o delle persone che sono al potere, ha bisogno di
qualcuno che ne faccia parlare, di qualcuno che la promuova, di
qualche testimonial” afferma. (ANSA).
   

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