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Ucraina: 'Parte l'offensiva di Kiev', allarme a Zaporizhzhia

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Ultimo aggiornamento 8 Giugno, 2023, 23:24:41 di Maurizio Barra

Feroci combattimenti, nei quali “si lotta per ogni metro di terreno”, sono iniziati sui fronti caldi dell’Ucraina: nella regione del Donbass e soprattutto in quella di Zaporizhzhia, a sud. E “l’inizio della controffensiva ucraina”, come viene definita dai media occidentali, ha avuto ripercussioni anche a Kherson, sommersa dall’acqua per 600 chilometri quadrati, dove si contano già almeno 6 morti accertati. L’area è stata visitata da Volodymyr Zelensky, salutato da bombardamenti russi che hanno fatto almeno nove feriti fra la popolazione alluvionata. Un’accusa speculare a quella rivolta dagli occupanti filorussi sull’altra sponda allagata del fiume Dnipro, secondo cui le forze di Kiev hanno ferito a cannonate due civili. E’ c’è allerta alla centrale di Zaporizhzhia, che secondo gli ucraini non riceverebbe acqua a sufficienza dalla diga. In serata, tuttavia, è l’Aiea ad assicurare che l’impianto continua ad essere raffreddato. Sul fronte la situazione è confusa: gli stessi ucraini ammettono di incontrare una “forte resistenza” dei russi, che reagiscono con ogni mezzo, costringendo a combattere “per ogni metro”. 

Ucraina, strade allagate a Nova Kakhovka dopo il crollo della diga

Ma sebbene alcuni media americani citino fonti militari ucraine anonime per suffragare l’inizio della tanto attesa controffensiva, supportata da armi e attrezzature occidentali, le fonti ufficiali di Kiev si limitano a descrivere la situazione come una intensificazione dei combattimenti, presentati più come “azioni di difesa attiva” da parte dei russi. Si combatte a sud, nella regione di Zaporizhzhia, dove gli ucraini starebbero spingendo verso il fronte di Orikhiv e dove il nemico”, come ha scritto la viceministra alla Difesa ucraina, Hanna Malyar, “è attivamente sulla difensiva”. Situazione ovviamente opposta quella descritta dal ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, secondo cui le forze di Mosca hanno “respinto un tentativo di sfondamento del fronte nella provincia di Zaporizhzhia”, uccidendo almeno 350 soldati nemici e 30 tank. Ma lo stato maggiore di Kiev in un comunicato diramato in serata ha detto che gli attriti più feroci con i russi sono in quattro direzioni, tutte ad est, nel Donbass: a Lyman, a Bakhmut, ad Avdiivka e a Marinka, sul fronte di Donetsk. Solo a Bakhmut, stando a Serghy Cherevaty, portavoce delle armate orientali, le forze di difesa ucraine “sono avanzate di 1.600 metri sui fianchi meridionale e settentrionale” della città martire, riconquistata alcune settimane fa dai miliziani Wagner e dove ora i russi “stanno resistendo ferocemente con l’artiglieria”. 

 Droni distribuiscono bottiglie d’acqua nella regione di Kherson sono sott’acqua

Razzi e cannonate sono piovuti anche sulla regione disastrata di Kherson, alluvionata dalla diga distrutta di Nova Kakhovka, con il solito rimpallo di accuse: almeno nove civili, fra cui un poliziotto e due operatori della protezione civile ucraina feriti da una serie di colpi d’artiglieria russi piovuti poco dopo la visita di Zelensky. “A Kherson, ho visitato un punto di guado dove la gente viene evacuata dalle aree inondate. Il nostro compito è di proteggere le vite e di aiutare la gente il più possibile. Ringrazio i soccorritori e i volontari! Ringrazio tutti coloro che sono coinvolti in questo compito!”, ha dichiarato il presidente ucraino, che ha incontrato soccorritori e alluvionati, stretto mani e visitato alcuni feriti in ospedale, chiamandoli tutti “eroi”. I morti accertati, annegati nell’acqua e nel fango esondati dal Dnipro, sono già sei, cinque dei quali nella zona della diga crollata e uno in un villaggio in riva al fiume a Mykolaiv, cioè fuori dall’ondata di piena principale. Oltre allo spettro delle malattie e delle mine dissotterrate dal fango, si aggiunge anche quello del potenziale disastro per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi e già più volte minacciata dalla guerra, che alimenta il suo sistema di raffreddamento proprio con l’acqua del bacino sul Dnipro che sta lentamente svuotandosi sulle pianure a valle: secondo il capo della società statale Ukrhydroenergo, Igor Syrota, il livello dell’acqua è “al di sotto del punto critico di 12,7 metri”. Il che significa che non può più rifornire “i bacini della centrale nucleare per raffreddare l’impianto”. Alcune ore dopo, tuttavia, l’Aiea di fatto smentisce l’allarme. Riferendo che la centrale “continua a pompare acqua di raffreddamento dal bacino idrico di Kakhovka”.

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