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Scandali e affluenza alle urne. «La politica ha perso credibilità»

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Ultimo aggiornamento 19 Aprile, 2024, 12:28:24 di Maurizio Barra

Voto di scambio. Favori. Correnti. Commenti al vetriolo lanciati tramite le pagine dei giornali e nei palazzi del potere. Le ultime inchieste giudiziarie hanno scosso la politica italiana da nord a sud. Tra le fila del Partito democratico si è parlato persino di commissariamento dei vertici. E ora si teme che l’eco della “questione morale”, che in Piemonte fa riferimento all’inchiesta che coinvolge il Salvatore Gallo, possa riflettersi sulla partecipazione al voto delle prossime elezioni regionali ed europee. L’allarme astensionismo corre veloce, in particolare, tra i giovani.

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«La politica ha una responsabilità enorme e deve dimostrare con il buon governo che il voto dei cittadini è un atto utile alla collettività» commenta netto l’assessore regionale alla Sicurezza della Lega Fabrizio Ricca. «L’astensione è un problema dovuto a troppi anni di promesse irrealizzabili lanciate spesso in modo trasversale, a ogni appuntamento elettorale» gli fa eco amaramente il segretario di Forza Italia Torino Marco Fontana che pone l’accento sulla «credibilità della classe politica». E ancora Fontana: «Certamente la vicenda Gallo inciderà sull’astensione. Sento cittadini disgustati che votavano Pd che ora voteranno noi. Ma anche altri che dicono che non voteranno più». Non nasconde una certa preoccupazione anche l’onorevole europarlamentare Mercedes Bresso (Gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento Europeo). «È necessario fare pulizia» premette. «La politica non è un fatto di interessi. È una questione di grandi progetti e di ideali – prosegue -. Quando a votare andava l’80-90% degli italiani c’era un senso maggiore di appartenenza». Sulla stessa linea anche Elena Accossato, segretaria dei Giovano democratici Piemonte . «Serve ritornare tra le persone e soprattutto tra i giovani per comprendere e invertire il trend dell’astensionismo – spiega -. Chi non vota è perchè non si sente rappresentato, per cui è importante uscire dalle sedi di partito e ascoltare le istanze delle persone. Come giovani democratici del Piemonte ci stiamo impegnando per raccogliere le battaglie generazionali».

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«Credo che i giovani siano sempre più sfiduciati dalla politica» conferma anche Marco Giusta, ex assessore ai Giovani della giunta di Chiara Appendino, oggi candidato in provincia di Cuneo con Alleanza Verdi Sinistra. «Oltre il 40% dei ragazzi non va a votare. Non è solo una questione morale. Anche se certamente incide. Il problema è che la politica fatta dai giovani è fuori dai palazzi. È nelle piazze, è coi corpi e la vicinanza e di collettività. In risposta alle loro mobilitazioni ricevono silenzi, paternalismi o sempre più spesso repressione» conclude Giusta. «Quello tra astensionismo e metodi opachi nella ricerca del consenso è un circolo vizioso che va spezzato» tuona Alice Ravinale, capogruppo di Sinistra Ecologista in Sala Rossa a Torino. «La politica non dovrebbe mai servire per fare favori, ma per raggiungere il bene comune. Se questo non avviene, è comprensibile che tanti si allontanino dal voto – prosegue -. Il dato davvero allarmante è però quello dell’astensionismo tra i giovani: oltre il 50% degli under 35 non vota. Questo dipende certamente dalle norme che non consentono a pieno il voto a studenti e lavoratori fuori sede, una grave ingiustizia su cui siamo ancora troppo indietro, ma c’è di più».
Non vede il tema dell’astensionismo come una fonte di preoccupazione per Fratelli d’Italia, il segretario regionale Fabrizio Comba. «Abbiamo un elettorato estremamente attento rispetto alle dinamiche del partito e siamo fiduciosi che andrà a votare» commenta. «Giorgia Meloni è una garanzia per la politica nazionale e anche per tutta la coalizione del centrodestra» conclude.

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