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Parlamento Ue aggiorna dossier infrastrutture: c'è Ponte sullo Stretto

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Via libera del Parlamento Europeo alle linee guida aggiornate per lo sviluppo della Rete transeuropea dei trasporti (Ten-T), che collega oltre 420 grandi città dell’Ue.

L’intesa raggiunta con gli Stati membri a dicembre – adottata a Strasburgo con 565 voti a favore, 37 contrari e 29 astenuti – prevede, tra i punti, l’inclusione di un riferimento allo Stretto di Messina, per aggiungere al cosiddetto corridoio “Scandinavo-Mediterraneo” un “collegamento fisso o un ponte” per collegare Villa San Giovanni a Messina, che potrebbe dunque accedere ai finanziamenti europei.

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Fisco, Portofino è il Comune più ricco d'Italia

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Fisco, Portofino è il Comune più ricco d'Italia - foto 1

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Dove vivono i contribuenti più ricchi e quelli più poveri

 Sono circa 42 milioni i contribuenti italiani, che dichiarano in media un reddito di 23.650 euro: i più ricchi vivono in Lombardia (27.890 euro) e i più poveri in Calabria (17.160 euro). Questa è la fotografia scattata dai dati resi noti dal Mef delle dichiarazioni Irpef e Iva presentate nel 2023 e relative all’anno d’imposta 2022.

 

Dal report emerge anche che il numero dei contribuenti è aumentato dell’1,3% rispetto al 2021 e che il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a oltre 970,2 miliardi di euro (58 miliardi in più rispetto all’anno precedente, +6,3%) per un valore medio di 23.650 euro.

 

 

L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (27.890 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (17.160 euro). I redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’83% del reddito complessivo dichiarato; il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 64.670 euro, il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 22.280 euro, quello dei pensionati a 19.750 euro. Crescono i valori medi di tutte le tipologie di reddito: reddito d’impresa in contabilità ordinaria (+19,6%) e in contabilità semplificata (+12,5%); reddito da partecipazione (+11,6%); reddito da lavoro autonomo (+6,9%); reddito da pensione (+4%) e reddito da lavoro dipendente (+3,6%).

 

L’imposta netta totale dichiarata ammonta a 174,2 miliardi di euro, (+1,9% rispetto all’anno precedente), è pari in media a 5.380 euro e viene dichiarata da quasi 32,4 milioni di soggetti, pari a circa il 77% del totale dei contribuenti. L’addizionale regionale Irpef ammonta nel 2022 a 13,9 miliardi di euro (+8,4% rispetto al 2021). L’addizionale regionale media è pari a 450 euro. L’addizionale comunale ammonta invece complessivamente a oltre 5,8 miliardi di euro, in aumento dell’8,8% rispetto al 2021, con un importo medio pari a 213 euro. Sono circa 4,2 milioni i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione IVA; Il volume d’affari dichiarato ha raggiunto i 4.870 miliardi di euro (+25,5% rispetto al 2021). Va evidenziata la variazione della divisione di attività “Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata” il cui volume d’affari cresce del 118,7% rispetto al 2021. L’ammontare dell’imposta dovuta nel 2022 è di 143,6 miliardi di euro (+9,6% rispetto al 2021), l’imposta a credito invece è pari a 50,7 miliardi di euro (+25,2% rispetto al 2021).

 

 

I dati nazionali sui Comuni

 Dalla pubblicazione delle analisi dei dati e delle tabelle relative alle dichiarazioni Irpef e Iva presentate nell’anno d’imposta 2022 nella sezione “Statistiche fiscali” del sito del ministero dell’Economia e delle Finanze, presentate nel 2023, a livello nazionale, a Portofino seguono Lajatico (Pisa) con 52.955,33 euro e Basiglio (Milano) con 49.523,91 euro. Quarta Briaglia (Cuneo) a 43.474,85 euro, seguita da Cusago (Milano) con 39.813,56 euro, Torre d’Isola (Pavia) a 36.840,84 euro, Bogogno (Novara) a 36.615,71 euro, Segrate (Milano) a 35.865,80 euro e Pino Torinese (Torino) con 35.378,32 euro. Milano si piazza decima con un reddito medio di 35.282,48 euro.

 

I dati regionali

 Prendiamo, per esempio, la Sardegna, dove aumenta del 4,4% il valore del reddito medio imponibile: si passa dai 18.597,61 euro relativi al dato del 2021 ai 19.411,35 euro del 2022. Ma in termini di crescita percentuale la Sardegna è al 19esimo posto, seguita solo da Umbria e Liguria: molto distante sia dalla media nazionale sia dal dato della Lombardia che ha registrato un valore pari al 10,8%. Se si guarda invece il valore assoluto la Sardegna è stabile al 15esimo posto, seguita da Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Molise e Calabria.

 

La Sardegna è ancora al 15esimo posto in Italia per quanto riguarda i redditi da lavoro dipendente col 52,8% delle dichiarazioni che riguardano questa tipologia: si tratta di un dato in leggera crescita (+0.9%) rispetto al 2021. Sardegna al nono posto per redditi da pensione, col 36% delle dichiarazioni relative al 2022 che includono tale tipologia, un dato in leggero calo rispetto all’annualità precedente.

 

Nella graduatoria dei comuni italiani in base al reddito imponibile medio a livello comunale il primo comune isolano al 324esimo posto è Cagliari con un reddito imponibile medio pari a 26.839,78 euro, seguito da Selargius con 22.642,62 euro al 2088esimo posto e Sassari con 22.478,41 euro al 2195/o posto. “Questi dati ci dicono che il reddito imponibile medio sardo è il 72% del reddito imponibile medio lombardo. Un dato che non stupisce affatto- commenta Mauro Carta, presidente delle Acli regionali della Sardegna. – Già a dicembre, le analisi sulle stime 2022 del reddito disponibile delle famiglie consumatrici, vedevano la Sardegna con i suoi 17.921,72 euro di reddito disponibile pro-capite stabile al 14esimo posto su 20 regioni con un dato standardizzato che diceva che laddove un italiano medio ha 100 euro a disposizione per le spese, un sardo medio ne ha appena 84,9 euro”.

 

 

Non solo Portofino: come va nel resto della Liguria?

 Se in cima al podio nazionale dei comuni italiani si piazza la ligure Portofino con i suoi 301 abitanti e un reddito medio di 90.609,62 euro, a livello regionale al secondo posto in Liguria troviamo il Comune di Pieve Ligure (Genova), con un reddito medio di 35.256 euro a contribuente; al terzo Bergeggi (Savona) con 33.608 euro, seguita da Zoagli (Genova) con 29.298 euro, Bogliasco (Genova) con 28.782 euro e Vezzi Portio (Genova) con 28.774 euro. Tra i comuni liguri capoluogo di provincia è Genova quello con il reddito medio pro capite più alto dichiarato nel 2023, con 23.659 euro all’anno, al 18esimo posto su 234 a livello regionale. E’ seguito da Savona al 23esimo, con 23.096 euro, La Spezia al 27esimo, con 22.900 euro, e Imperia al 68esimo, con 21.178 euro.

 

I tre Comuni più poveri della Liguria sono tutti in provincia d’Imperia: maglia nera a Castel Vittorio con 12.318 euro, preceduto da Baiardo con 12.348 euro e Apricale con 13.443 euro. In provincia della Spezia il Comune più ricco è Portovenere, al nono posto a livello regionale con 27.544; il più povero è Rocchetta di Vara, 207esima su 234 Comuni con 15.904 euro.

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Approvato il nuovo Patto di Stabilità europeo, ecco cosa prevede  

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Via libera dal Parlamento europeo al pacchetto di regole di bilancio per i Paesi membri. L’obiettivo è superare anni di austerità e si applicherà già alle manovre finanziare del 2025



Approvato il nuovo Patto di Stabilità europeo, ecco cosa prevede   - foto 1

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Cos’è il Patto di Stabilità e crescita

 E’ l’insieme di regole comuni che garantiscono la disciplina di bilancio dei Paesi Ue per aumentare la convergenza dei conti pubblici. L’obiettivo resta quello di portare i deficit pubblici sotto il 3% del Prodotto interno lordo e i debiti pubblici sotto il 60% del Pil. È stato siglato nel 1997, poi nel corso degli anni sono stati aggiunti regolamenti che lo hanno complicato, da qui la decisione di riformarlo. Il vecchio Patto era stato sospeso a inizio pandemia ed è stato riattivato a inizio 2024.

 
 

Obiettivo delle nuove regole

 I governi con un debito pubblico superiore al 60% del Pil dovranno presentare entro il 20 settembre un piano di riduzione del debito a medio termine della durata di quattro o sette anni (sono fissati massimali di sforamento). La traiettoria sarà poi negoziata con Bruxelles. Il parametro di riferimento sarà la spesa pubblica, piuttosto che il deficit. Per dar più tempo al risanamento verranno considerati anche gli impegni sul Pnrr.

 

Paletti sul debito

 La traiettoria dovrà portare a un calo medio annuo minimo dell’1% del rapporto debito pubblico/Pil per i Paesi con un debito oltre il 90% del Pil, come l’Italia (lo 0,5% per chi ha il debito tra 60 e 90%). Viene introdotta anche una ‘salvaguardia’ che impegna gli Stati con deficit/Pil già entro il tetto del 3% di ridurlo ulteriormente all’1,5%.

 

 

Nuova procedura per deficit eccessivo

 

Se il disavanzo è superiore al 3% del Pil e il Paese è stato messo in procedura per deficit eccessivo, allora la riduzione annua è dello 0.5% ma può anche essere più alta, dipende dalla dimensione del deficit. Tuttavia, per gli anni dal 2025 al 2027 ci sarà la possibilità di scontare dall’aggiustamento le spese per interessi e lo sforzo medio richiesto sarà comunque inferiore rispetto alle vecchie regole. Inoltre nei periodi di crescita economica gli Stati membri dovranno lasciare un cuscinetto fiscale pari all’1,5% del Pil al di sotto della soglia obbligatoria del 3%. Per costruire questa riserva l’aggiustamento annuale dovrebbe essere pari allo 0,4% del Pil (in caso di piani di rientro in quattro anni) che potrebbe essere ridotto allo 0,25% del Pil (nei piani di rientro di sette anni)




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Chiara Ferragni-Balocco, il Tribunale civile: "Pratica scorretta, consumatori ingannati"

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Chiara Ferragni-Balocco, il Tribunale civile:

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In particolare “le modalità di pubblicizzazione e diffusione della pratica commerciale poste effettivamente in essere (anche) dalla società Balocco S.p.A. hanno lasciato intendere ai consumatori, contrariamente al vero, che, acquistando il Pandoro PinkChristmas, avrebbero contribuito direttamente e proporzionalmente al reperimento dei fondi utili al finanziamento in favore l`Ospedale Regina Margherita di Torino per l’acquisto di un nuovo macchinario, che avrebbe permesso di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da osteosarcoma e sarcoma di Ewing”, si legge nella sentenza. 

 

“Anche la rilevante differenza di prezzo del Pandoro PinkChristmas rispetto al suo equivalente pandoro Balocco classico ha evidentemente contribuito ad indurre nel consumatore il convincimento che nel maggior prezzo vi fosse una diretta contribuzione al reperimento dei fondi utili al progetto di beneficenza – si spiega nella sentenza del tribunale di Torino -. Dunque, attraverso la diffusione di tale comunicato stampa, è stato lasciato chiaramente intendere ai consumatori che, acquistando il pandoro PinkChristmas, gli stessi avrebbero contribuito direttamente e proporzionalmente alla sponsorizzata donazione in favore l’Ospedale Regina Margherita di Torino, tant’è che è stato utilizzato un verbo futuro (“le cui vendite serviranno a finanziare”).

 

 

“Come correttamente evidenziato dalle parti ricorrenti, non è stato tanto il prezzo di per sé del Pandoro PinkChristmas, liberamente determinabile trattandosi di un mercato libero, quanto la sua messa in vendita a un prezzo circa due volte e mezzo superiore rispetto a quello del classico pandoro Balocco ad aver evidentemente rafforzato il convincimento in capo al consumatore che, con l’acquisto del prodotto, egli avrebbe contribuito al reperimento dei fondi per il macchinario per la ricerca dei tumori ossei infantili in favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino e che tale contributo alla donazione fosse incluso proprio in tale maggior prezzo”.

 

Per il Tribunale di Torino, quindi, “deve accertarsi e dichiararsi la responsabilità della parte resistente società Balocco S.p.A. per pratica commerciale scorretta ai sensi 20, comma 2, 21 e 22 del Codice del Consumo, secondo quanto indicato in motivazione”.

 

Partito dal pandoro Pink Christams della Balocco il lavoro dei magistrati milanesi a febbraio si era allargato ad altre iniziative commerciali griffati dall’influencer. All’industria cuneese e a Chiara Ferragni l’Antitrust ha inflitto una multa di 1 milione e 400mila euro che è stata impugnata davanti al Tar.

 

Balocco: “Tribunale ha ripreso decisione Agcm”

  “Il decreto del Tribunale civile di Torino ha respinto la richiesta di alcune associazioni dei consumatori (Codacons, Adusbef e Assourt) di corrispondere un milione e 500mila euro quale risarcimento del danno nell’ambito dell’operazione ‘Pandoro Pink Christmas'”. Lo precisa l’industria dolciaria Balocco. “L’azienda – si legge in un comunicato – si riserva il diritto di presentare reclamo nelle sedi opportune contro il decreto per la parte in cui, con un’istruttoria parziale, il Tribunale si è limitato a riprendere il contenuto della decisione dell’Agcm (autorità garante della concorrenza e del mercato, ndr) già impugnata da Balocco spa davanti al Tribunale regionale del Lazio”.

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Stellantis, stop totale di un mese a Mirafiori: non si produrranno auto fino a giugno

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“Il governo deve incalzare Tavares”

 Per Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino, e Gianni Mannori, responsabile di Mirafiori per la Fiom Cgil, questa “è la dimostrazione che un unico modello per Mirafiori non basta, è troppo poco, serve una diversificazione di modelli e gamme in modo tale che, se uno non tira, è compensato da un altro che va meglio. Inoltre, questa chiusura rende evidente che i reparti di corollario, come il riciclo dei componenti del motore, i cambi ibridi e il testaggio delle batterie non sono determinanti al rilancio di Mirafiori e alla cessazione degli ammortizzatori sociali. Non c’è più tempo, il governo deve incalzare Tavares per aprire una trattativa con le organizzazioni sindacali”.

Non c’è pace per Mirafiori nonostante la Cig

 Non c’è pace per Mirafiori: la cassa integrazione, che va avanti dall’inizio del 2024, durerà fino a settembre, quindi a partire da oggi e fino al 4 agosto, quando lo stabilimento torinese chiuderà per le ferie estive. I sindacati, infatti, avevano annunciato di aver accettato l’offerta di cassa integrazione per i 1.174 lavoratori sulla linea della Fiat 500 elettrica e per i 986 delle linee della Maserati. Di fatto, la decisione ferma la produzione dell’impianto di Stellantis fino alla fine dell’estate, dopo una forte riduzione già patita negli ultimi mesi. Il contratto di solidarietà prevede una riduzione sia dell’orario di lavoro che dello stipendio. “Una perdita di 4-500 euro al mese”, dicono i lavoratori.

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Amazon, dall'Antitrust multa da 10 milioni di euro per pratica commerciale scorretta

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Per un’ampia selezione di prodotti, viene pre-impostata l’opzione “acquisto periodico” anziché “acquisto singolo”, limitando così la libertà di scelta dei consumatori




Amazon, dall'Antitrust multa da 10 milioni di euro per pratica commerciale scorretta - foto 2

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La pre-spunta grafica dell’acquisto ricorrente induce a comprare periodicamente un prodotto, anche senza effettivo bisogno, limitando la facoltà di scelta. Inoltre, la condotta attuata dal gruppo è stata ritenuta in contrasto con il canone di diligenza professionale perché un operatore dell’importanza di Amazon sarebbe tenuto a costruire le interfacce online, relative ai processi di acquisto, in modo da consentire ai consumatori di effettuare scelte commerciali libere e consapevoli”.

 

In avvio di istruttoria, aggiunge l’Agcm, “era stata contestata anche la pre-selezione della consegna veloce a pagamento. Rispetto a questa condotta, l`Autorità ha accolto gli impegni proposti da Amazon che in futuro predefinirà soltanto l’opzione di consegna gratuita. Inoltre le due società erogheranno un ristoro a favore dei consumatori che durante il 2023 si sono rivolti al Servizio Clienti per lamentarsi di questa condotta”.



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Bce: salvo sorprese, un taglio dei tassi a giugno è certo

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La Bce si avvia verso un taglio dei tassi dopo mesi di attesa.

“Se le cose vanno nella stessa direzione delle ultime settimane – ha spiegato il vicepresidente della Banca centrale europea, Luis de Guindos, a Le Monde – allenteremo la nostra posizione restrittiva a giugno. In assenza di sorprese è un fatto compiuto”.

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Chiara Ferragni-Balocco, il Tribunale civile: "Pratica scorretta, ingannò i consumatori"

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Chiara Ferragni-Balocco, il Tribunale civile:

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In particolare “le modalità di pubblicizzazione e diffusione della pratica commerciale poste effettivamente in essere (anche) dalla società Balocco S.p.A. hanno lasciato intendere ai consumatori, contrariamente al vero, che, acquistando il Pandoro PinkChristmas, avrebbero contribuito direttamente e proporzionalmente al reperimento dei fondi utili al finanziamento in favore l`Ospedale Regina Margherita di Torino per l’acquisto di un nuovo macchinario, che avrebbe permesso di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da osteosarcoma e sarcoma di Ewing”, si legge nella sentenza. 

 

“Anche la rilevante differenza di prezzo del Pandoro PinkChristmas rispetto al suo equivalente pandoro Balocco classico ha evidentemente contribuito ad indurre nel consumatore il convincimento che nel maggior prezzo vi fosse una diretta contribuzione al reperimento dei fondi utili al progetto di beneficenza – si spiega nella sentenza del tribunale di Torino -. Dunque, attraverso la diffusione di tale comunicato stampa, è stato lasciato chiaramente intendere ai consumatori che, acquistando il pandoro PinkChristmas, gli stessi avrebbero contribuito direttamente e proporzionalmente alla sponsorizzata donazione in favore l’Ospedale Regina Margherita di Torino, tant’è che è stato utilizzato un verbo futuro (“le cui vendite serviranno a finanziare”).

 

 

“Come correttamente evidenziato dalle parti ricorrenti, non è stato tanto il prezzo di per sé del Pandoro PinkChristmas, liberamente determinabile trattandosi di un mercato libero, quanto la sua messa in vendita a un prezzo circa due volte e mezzo superiore rispetto a quello del classico pandoro Balocco ad aver evidentemente rafforzato il convincimento in capo al consumatore che, con l’acquisto del prodotto, egli avrebbe contribuito al reperimento dei fondi per il macchinario per la ricerca dei tumori ossei infantili in favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino e che tale contributo alla donazione fosse incluso proprio in tale maggior prezzo”.

 

Per il Tribunale di Torino, quindi, “deve accertarsi e dichiararsi la responsabilità della parte resistente società Balocco S.p.A. per pratica commerciale scorretta ai sensi 20, comma 2, 21 e 22 del Codice del Consumo, secondo quanto indicato in motivazione”.

 

Partito dal pandoro Pink Christams della Balocco il lavoro dei magistrati milanesi a febbraio si era allargato ad altre iniziative commerciali griffati dall’influencer. All’industria cuneese e a Chiara Ferragni l’Antitrust ha inflitto una multa di 1 milione e 400mila euro che è stata impugnata davanti al Tar.

 

Balocco: “Tribunale ha ripreso decisione Agcm”

  “Il decreto del Tribunale civile di Torino ha respinto la richiesta di alcune associazioni dei consumatori (Codacons, Adusbef e Assourt) di corrispondere un milione e 500mila euro quale risarcimento del danno nell’ambito dell’operazione ‘Pandoro Pink Christmas'”. Lo precisa l’industria dolciaria Balocco. “L’azienda – si legge in un comunicato – si riserva il diritto di presentare reclamo nelle sedi opportune contro il decreto per la parte in cui, con un’istruttoria parziale, il Tribunale si è limitato a riprendere il contenuto della decisione dell’Agcm (autorità garante della concorrenza e del mercato, ndr) già impugnata da Balocco spa davanti al Tribunale regionale del Lazio”.

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Bankitalia: l'Europa invecchia, serve flusso regolare immigrati

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L’Europa invecchia, e per questo serve “uno sforzo significativo per consentire un ingresso regolare e controllato di immigrati e la loro integrazione nel mercato del lavoro”.

A indicarlo è il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, secondo il quale in caso contrario nei prossimi anni “si rischia un forte calo dell’offerta di lavoro e quindi della crescita potenziale dell’economia europea”. La questione, però “non può essere affrontata dagli stati membri singolarmente” e serve una “politica di immigrazione comune” per evitare squilibri di “fronte alla pressione asimmetrica” degli arrivi.

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Irpef e Ires, verso la revisione

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