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BAGHDAD
– Il segretario alla Difesa americano pro tempore Patrick Shanahan è arrivato oggi a Baghdad in una visita a sorpresa durante la quale dovrebbe incontrare i vertici istituzionali iracheni.
Al centro dell’agenda della sua visita, fanno sapere i media panarabi e iracheni, c’è il ridispiegamento delle truppe americane dalla Siria e il rafforzamento del contingente Usa nella regione occidentale irachena di al Anbar.
– “Il governo è preoccupato per l’emergenza umanitaria e sta operando per fornire soluzioni non conflittuali. Il governo considera inaccettabile e condanna fermamente ogni tipo di violenza e si esprime a favore di una soluzione pacifica. Il governo ritiene che le scorse elezioni presidenziali non attribuiscano legittimità democratica a chi ne è uscito vincitore, cioè Nicolas Maduro”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi in una comunicazione alla Camera sulla crisi in Venezuela. Moavero ha poi precisato che per il governo italiano le ultime elezioni presidenziali “sono state inficiate nella loro correttezza, equità e legalità”. Per questo chiediamo nuove elezioni “libere, trasparenti e credibili, in condizioni di piena democrazia e giustizia”, ha aggiunto. “Le nuove elezioni presidenziali restano per noi la via per una soluzione”, ha concluso Moavero, sottolineando che “restano valide le elezioni dell’Assemblea nazionale tenute successivamente”.
– Il fotoreporter italiano Gabriele Micalizzi, ferito ieri sul fronte tra Isis e forze curde nella Siria orientale, ha perso la vista da un occhio dopo esser stato colpito da schegge di un razzo Rpg mentre seguiva i combattimenti sulla riva orientale dell’Eufrate. Lo riferiscono fonti concordanti in contatto con i familiari di Micalizzi, attualmente ricoverato nell’ospedale militare americano di Baghdad.
– MADRID
– Dimostranti hanno bloccato stamane le autostrade in Catalogna in segno di protesta contro l’avvio, nelle aule della Corte Suprema a Madrid, del processo all’ex vicepresidente catalano Oriol Junqueras ed altri 11 leader separatisti accusati di ribellione, appropriazione indebita e disobbedienza, per il loro ruolo nel referendum del 2017.
In seguito alle proteste le autorità hanno chiuso al traffico alcune strade principali di Barcellona. Il processo viene trasmesso integralmente via web in streaming e in tv.
Harrison Ford si scaglia contro coloro che “negano o denigrano la scienza” ed ignorano gli effetti del cambiamento climatico sull’ambiente, inclusi alcuni leader americani: il celebre attore non nomina il presidente americano Donald Trump, ma il riferimento al tycoon è chiaro.
“Nel mondo elementi di leadership, incluso nel mio stesso Paese, pur di preservare il loro stato e lo status quo, negano o denigrano la scienza – ha detto la star di Indiana Jones al World Government Summit in corso a Dubai -. Essi sono sul lato sbagliato della storia”.
Il 76enne Ford, che da anni si batte per l’ambiente, ha sottolineato l’importanza di riconoscere gli effetti del cambiamento climatico sul mondo, commentando che “siamo davanti a ciò che credo sia la più grande crisi morale dei nostri tempi”: “Coloro che sono meno responsabili per la distruzione della natura soffriranno le conseguenze maggiori”. E poi: “Abbiamo bisogno più che mai della natura perche’ la natura non ha bisogna della gente, la gente ha bisogno della natura”.
MONDO
– CARACAS
– Il governo di Nicolas Maduro ha iniziato a distribuire cibo e medicine gratis alla frontiera con la Colombia, a poca distanza dal ponte di Las Tienditas, bloccato dalle autorità di Caracas per impedire l’ingresso nel paese degli aiuti umanitari raccolti su richiesta di Juan Guaidò, il presidente del Parlamento che ha assunto i poteri dell’Esecutivo.
“Eccoci al puente di Las Tienditas, che è attualmente al centro di una minaccia che ci è stata lanciata, per fare entrare truppe, nascoste dietro a una presunta assistenza umanitaria, che tutti sappiamo non è assistenza né è umanitaria”, ha detto Diosdado Cabello, numero due del partito di governo e presidente dell’Assemblea Costituente, composta solo da membri chavisti.
Gli ha fatto eco Freddy Bernal, responsabile del sistema di approvvigionamento pubblico noto come Clap, secondo il quale “qui non ci sarà guerra, come vogliono i gringos e l’oligarchia colombiana, qui ci sarà salute, sicurezza, pace”.-
CANBERRA
– Il partito di maggioranza australiano è stato battuto in Parlamento su una proposta di legge volta a facilitare l’accesso alle cure mediche sul territorio a richiedenti asilo che ne abbiano necessità.
L’opposizione ha infatti votato con alcuni partiti minori e indipendenti determinando l’approvazione della norma alla Camera dei Rappresentanti 75 voti a 74. Il Senato dovrebbe dare la sua approvazione definitiva già domani.
Il primo ministro conservatore Scott Morrison ha osservato che la legge rischia di minare la stretta imposta dal governo sui rifugiati, volta a scoraggiare i richiedenti asilo dal raggiungere l’Australia indirizzandoli verso i campi di accoglienza delle nazioni isolane di Papua nuova Guinea o Nauru.
La proposta approvata prevede che siano i medici e non i burocrati a decidere quali rifugiati hanno diritto o meno di essere accolti in Australia per farsi curare.
– BANGKOK
– Il presidente filippino Rodrigo Duterte sta considerando l’idea di ribattezzare il Paese ‘Maharlika’, una parola locale traducibile come “creato nobilmente”, e che fu proposta già dall’ex dittatore Ferdinand Marcos nel tentativo di dare un’impronta nazionalista che potesse cancellare l’eredità coloniale spagnola. Lo riportano i media locali.
In un discorso pronunciato ieri sera mentre distribuiva titoli terrieri nella provincia di Maguindanao, a maggioranza musulmana nell’estremo sud dell’arcipelago in gran parte cattolico, Duterte ha accarezzato l’idea. “Cambiamola, un giorno”, ha detto il leader di Manila. “Marcos aveva ragione.
Voleva cambiare il nome in Maharlika, perché è una parola in lingua malay”.
Le Filippine furono chiamate così nel 16esimo secolo in onore del re spagnolo Filippo II. Duterte è un aperto ammiratore di Marcos e gioca spesso la carta nazionalista anche contro l’influenza degli Stati Uniti, che rilevarono il controllo dell’arcipelago dopo una guerra con la Spagna nel 1898.
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