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DALLE 09:36 DI DOMENICA 16 DICEMBRE 2018

ALLE 02:27 DI LUNEDì 17 DICEMBRE 2018

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In Italia si eredita sempre più istruzione e status
Bankitalia, genitori decisivi per figli non solo per ricchezza

16 dicembre 2018 09:36

L’ascensore sociale in Italia non funziona molto, anzi forse si è rotto. Secondo uno studio dei ricercatori della Banca d’Italia, istruzione, reddito da lavoro e ricchezza continuano a ereditarsi da genitori ai figli, con una tendenza tornata in aumento negli ultimi anni e che portano il nostro paese fra quelli con meno mobilità fra generazioni. Le “condizioni di partenza” restano così decisive e largamente preponderanti per lo status specie se si considerano poi anche tutti gli altri fattori ‘ambientali’ come quartieri di provenienza, scuole frequentate, amicizie familiari. Nello studio non si danno ‘ricette’ ma si sottolinea come “la mobilità intergenerazionale costituisca un elemento cruciale in termini di uguaglianza” ed evita forme di “tensioni nella popolazione svanytaggiata”. “Uno dei canali di trasmissioni delle condizioni di benessere dai genitori ai figli è l’istruzione” e “le stime mostrano una elevata persistenza intergenerazionale nei livelli di istruzione”. sottolinea la ricerca.
Bri: in arrivo altri shock mercatiTappa di cammino ritiro misure straordinarie banche centrali

16 dicembre 201818:12

“Non è stato il primo e non sarà l’ultimo. È stato semplicemente un nuovo ostacolo nello stretto cammino verso la normalizzazione della politica monetaria”. La Bri, la banca dei regolamenti internazionali, nel suo rapporto trimestrale definisce “non un evento isolato” lo shock dei mercati mondiali di questi mesi. “E’ un’ulteriore tappa di un percorso iniziato diversi anni fa” e che muove dalle misure straordinarie degli istituti centrali che ora, dopo un loro ritiro o quanto meno di ammorbidimento, fanno i conti con le tensioni commerciali e l’incertezza politica.SCONTRO CON UE HA PESATO SU SPREAD Le tensioni politiche e “il peggioramento delle prospettive, già fragili, delle condizioni di bilancio dell’Italia, in seguito al braccio di ferro tra la Commissione europea e il governo nazionale” sono alla base dell’aumento dello spread fra Btp e Bund delle scorse settimane, poi parzialmente rientrato per il cambio di rotta del governo. La Bri, la banca dei regolamenti internazionali, certifica come “ci siano segnali che gli investitori stanno percependo un aumento di una eventuale ridenominazione del debito sovrano italiano” (uscita dall’euro) con un effetto sui Cds. L’aumento, nota la Bri, è comunque inferiore al picco di maggio quando uscirono le indiscrezioni sul ‘piano’ della maggioranza per la cancellazione del debito Bce. E rispetto ad allora il contagio agli altri titoli sovrani della ‘periferia’ europea c’è stato ma molto più limitato. Effetti si segnalano anche sui titoli bancari italiani ed europei sia per la vicenda italiana che, seppure in tono minore, per le incertezze legate alla Brexit.
Bri:scontro Italia-Ue pesa su spreadRapporto, ma contagio ad altri titoli europei è più limitato

16 dicembre 201818:04

– Le tensioni politiche e “il peggioramento delle prospettive, già fragili, delle condizioni di bilancio dell’Italia, in seguito al braccio di ferro tra la Commissione europea e il governo nazionale” sono alla base dell’aumento dello spread fra Btp e Bund delle scorse settimane, poi parzialmente rientrato per il cambio di rotta del governo.
La Bri, la banca dei regolamenti internazionali, certifica come “ci siano segnali che gli investitori stanno percependo un aumento di una eventuale ridenominazione del debito sovrano italiano” (uscita dall’euro) con un effetto sui Cds. L’aumento, nota la Bri, è comunque inferiore al picco di maggio quando uscirono le indiscrezioni sul ‘piano’ della maggioranza per la cancellazione del debito Bce. E rispetto ad allora il contagio agli altri titoli sovrani della ‘periferia’ europea c’è stato ma molto più limitato. Effetti si segnalano anche sui titoli bancari italiani ed europei

Entro lunedì pagamento saldo Imu-Tasi, esborso 10 miliardiConfedilizia, va ridotto carico su settore.No ad aumento aliquote

16 dicembre 201819:12

Lunedì 17 dicembre è l’ultimo giorno per il pagamento del saldo Imu-Tasi che porterà nelle casse dei Comuni (e dello Stato, per quanto concerne la quota relativa agli immobili di categoria catastale D) circa 10,2 miliardi di euro secondo alcune stime. In totale, complessivamente per il 2018, l’esborso è pari a 20,4 miliardi di euro.
“Entro domani vanno versate Imu e Tasi. Dal 2012, questa mega-patrimoniale ha pesato per 150 miliardi, facendo crollare il valore degli immobili e deprimendo l’immensa economia collegata”, afferma il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa secondo cui “bisognerebbe ridurre questo carico.
Invece si consente ai Comuni di aumentare le aliquote”.
Secondo recenti calcoli della Uil, con una media di 2.064 euro è Roma la città capoluogo dove l’Imu-Tasi costa di più. A Milano, invece, si pagheranno 2.040 euro medi; a Bologna 2.038 euro; a Genova 1.775 euro; a Torino 1.745 euro. Si spenderà meno invece ad Asti con un costo medio di 580 euro, Gorizia (582), Catanzaro (659), Crotone (672), Sondrio (674 euro).
Il saldo (a differenza dell’acconto che si è pagato a giugno) va eseguito sulla base delle aliquote e delle detrazioni stabilite dal Comune di riferimento (quello cioè dove è sito l’immobile) per l’anno 2018.
Se per un qualsiasi motivo, non si riuscisse a provvedere al versamento entro il 17 (oppure se lo si effettuasse pagando meno del dovuto), la sanzione irrogata è pari al 30% della somma non versata (sanzione che si riduce al 15% in caso di pagamento effettuato entro i 90 giorni). Confedilizia segnala che vi è la possibilità di sanare il tutto avvalendosi dell’istituto del ravvedimento operoso sia per l’Imu sia per la Tasi.
Borsa: Tokyo, apertura piatta (+0,08%)Cambi: yen più forte su dollaro ed euro

TOKYO17 dicembre 201802:27

– TOKYO

– La Borsa di Tokyo avvia la prima seduta della settimana all’insegna della cautela, dopo il ribasso di venerdì a Wall Street e in attesa di maggiori indicazioni questa settimana sul fronte macroeconomico dalle banche centrali di Stati Uniti e Giappone. Il Nikkei segna una variazione appena positiva dello 0,08%, a quota 21.391,73. Sul mercato dei cambi lo yen si apprezza leggermente sul dollaro a 113,40 e sull’euro a 128,20.      [print-me title=”STAMPA”]