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DALLE 10:32 ALLE 17:58
DI LUNEDì 19 NOVEMBRE 2018
SOMMARIO
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Brexit: Barnier, il momento è decisivo
Nessuno perda di vista progressi raggiunti
itiGermania vieta l’ingresso a 18 sauditiSarebbero collegati al delitto Khasho
Brexit: May, ‘avanti’. Business applaudePremier a Confindustria,migranti Ue non saranno più privilegiati
Argentina: 4mld per recupero sottomarinoMinistro sostiene che sarebbe follia spenderli
Iran-Gb: incontro Zarif-Hunt a TeheranIn colloquio anche situazione irano-britannica Zaghari-Ratcliffe
Netanyahu, ‘governeremo ancora un anno’Delicata situazione di sicurezza, niente fughe di notizie
Iran chiede ‘fatti’ a Ue contro sanzioni’Europei mostrino loro vero ruolo politico’
Gilet gialli, ‘sabato blocchiamo Parigi’Appello su Fb a formare ‘una marea umana’ il 24 nella capitale
Macron non commenta i gilet gialli’Risponderò a tempo debito, questo non è il luogo giusto’
Migranti: premier Sanchez a RabatIncontro con re Mohammed e primo ministro El Othmani
Macedonia: protesta contro cambio nomeChieste dimissioni governo e elezioni anticipate
Sanzioni a Russia,’pressing Usa su Roma’BuzzFeed: ‘Washington preoccupata dal governo filo-Cremlino’
Brexit, solo 25 firme per sfiducia a MayTimes ipotizza quorum di 48 fra 2 giorni ma al momento è stallo
Trump a carovana migranti: ‘Go home”Anche noi, come Messico, mal preparati per questa invasione’
India: donne salvano foresta in Odisha’Le donne che abbracciano gli alberi’ vincono la loro battaglia
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BRUXELLES
– “Siamo ad un momento decisivo, nessuno perda di vista i progressi raggiunti a Bruxelles e Londra”, sull’accordo per il divorzio e sulla dichiarazione per la relazione futura. Così il capo negoziatore dell’Ue per la Brexit, in una conferenza stampa col ministro austriaco per gli Affari europei Gernot Bluemel, al termine del Consiglio affari generali.
– BERLINO
– Il governo tedesco reagisce al caso dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi emettendo divieti di ingresso in Germania per 18 cittadini sauditi. Le persone colpite dal provvedimento sarebbero collegate al delitto, ha spiegato il ministro degli Esteri Heiko Maas a Bruxelles.
– LONDRA
– “L’ultima tappa è sempre la più dura, ma non abbiate dubbi: sono determinata ad attuare” la Brexit e l’intesa di divorzio raggiunta da Bruxelles. Così Theresa May in un discorso alla Confindustria britannica (Cbi), accolto da un lungo applauso. La premier ha chiesto il sostegno del business, evocandone un ruolo diretto nella pianificazione del dopo Brexit. E ha promesso che in futuro i migranti Ue “non salteranno più la fila” e che le aziende potranno scegliere manodopera qualificata dall’estero solo secondo “il merito”.
– BUENOS AIRES
– Il ministro della Difesa argentino Oscar Aguad ha sostenuto che il sottomarino ARA San Juan si è inabissato nell’Oceano Atlantico un anno fa per “un guasto tecnico” e non per un errore umano.
Il ministro ha ribadito che l’Argentina non dispone della tecnologia necessaria per recuperare l’unità ritrovata tre giorni fa a 907 metri di profondità, e sostenuto che comunque “sarebbe una follia” investire quattro miliardi di dollari per riportarlo in superficie. Tenendo fra l’altro conto degli indici di povertà che si registrano nel Paese. Ipotizzando una delle possibili cause dell’incidente, Aguad ha spiegato che “quando si produce un incendio nel settore delle batterie del sottomarino, si libera idrogeno che consuma ossigeno. E questo può generare una esplosione”. Il responsabile della Difesa argentina ha poi ricordato che nel 1995 questa unità aveva sofferto un guasto simile nel porto di Mar del Plata e che i vigili del fuoco impiegarono 48 ore per spegnere l’incendio.
– TEHERAN
– Le iniziative dei Paesi europei per continuare le transazioni con l’Iran anche dopo le sanzioni introdotte dagli Usa sono state al centro di un incontro oggi a Teheran tra il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif e il suo omologo britannico Jeremy Hunt, alla sua prima visita nella Repubblica islamica.
I Paesi europei hanno ripetutamente affermato la loro volontà di salvare l’accordo sul nucleare del 2015, dopo il ritiro degli Usa annunciato dal presidente Donald Trump nel maggio scorso. Ma dopo sei mesi non è ancora stato costituito lo Special Purpose Vehicle (Spv), uno strumento finanziario che permetterebbe di continuare a fare affari con Teheran sfuggendo alle misure punitive previste da Washington.
Hunt ha anche affrontato la questione della cittadina iraniano-britannica Nazanin Zaghari-Ratcliffe, in carcere a Teheran dall’aprile del 2016 e condannata a 5 anni di reclusione perché riconosciuta colpevole di avere complottato per rovesciare il sistema di governo islamico.
– TEL AVIV
– Superato per il momento il rischio di elezioni anticipate seguito alle dimissioni del ministro della difesa, Avigdor Lieberman, e all’uscita del suo partito dalla coalizione di governo, il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha detto che prevede ora di poter governare ancora per un anno, ossia fino alla fine nat della legislatura nel novembre 2019.
“Abbiamo ancora un anno fino alle politiche” con “molto da fare”, ha detto alla lista parlamentare del Likud. Riferendosi all’esile maggioranza di cui dispone (61 deputati sui 120 della Knesset) ha aggiunto: “Dovremo però dar prova della massima disciplina in seno alla coalizione. Ognuno si assuma le proprie responsabilità”. Il premier ha inoltre evocato ancora, per la terza volta in 24 ore, la “situazione delicata di sicurezza” in cui versa Israele e ha ricordato ai ministri che questa è una “ragione di più per astenersi da fughe di notizie circa le consultazioni interne del governo”. “La sicurezza ha la precedenza sulla politica”, ha concluso.
– TEHERAN
– L’Iran ha rinnovato oggi la richiesta ai Paesi europei di accelerare la realizzazione degli strumenti finanziari necessari per continuare le transazioni con Teheran nonostante le sanzioni bancarie imposte dagli Usa. “E’ chiaro che i Paesi europei sono impegnati a mantenere l’accordo sul nucleare, ma sfortunatamente le loro iniziative per la realizzazione del sistema finanziario sono lente”, ha lamentato il portavoce del ministero degli Esteri, Bahram Ghasemi.
“Nonostante alcune ambiguità in materia – ha aggiunto il portavoce – l’Iran spera che gli europei possano trasformare le loro parole in fatti, mostrando il loro reale potenziale e il loro ruolo sulla scena internazionale”.
Ghassemi ha aggiunto che, “come ha detto la Guida suprema”, Ali Khamenei, l’Iran continuerà ad avere colloqui con gli europei, ma “non aspetterà” all’infinito le loro decisioni, riservandosi di applicare i propri strumenti.
– PARIGI
– “Atto II: Tutta la Francia a Parigi!!!!”: questo il titolo del gruppo Facebook che invita i ‘gilets-jaunes’ – il movimento di protesta contro l’innalzamento delle tasse sulla benzina diesel voluto dal presidente Emmanuel Macron – a formare una marea umana sabato prossimo 24 novembre a Parigi. Obiettivo, si legge sul gruppo Facebook promosso da Eric Drouet – sconosciuto camionista di Seine-et-Marne fino a pochi giorni fa – è “dare un colpo di grazia e convergere tutti su Parigi con tutti i mezzi possibili (car-sharing, treno, bus…), perché è lì che si trova il governo. Vi aspettiamo tutti – si insiste nel messaggio – camion, bus, taxi,Ncc, agricoltori…tutti!”. All’invito hanno già risposto positivamente 23.000 internauti, mentre 163.000 si dicono ‘interessati’.
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BRUXELLES
– “Risponderò a tempo debito ma oggi non è il luogo giusto” per farlo. E’ quanto ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron in conferenza stampa oggi a Bruxelles ai giornalisti che gli chiedevano di commentare la protesta dei gilet gialli. Lo riferiscono i media belgi. Macron e la moglie Brigitte sono in visita ufficiale in Belgio.
– RABAT
– È l’immigrazione clandestina il tema caldo dei colloqui in Messico del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, arrivato stamane in visita a Rabat cinque mesi dopo la sua nomina. Sanchez ha in programma incontri con il re Mohammed VI e con il capo del governo marocchino Saad-Eddine El Othmani. Al centro dei colloqui anche la cooperazione economica, la sicurezza e la questione del Sahara occidentale. Il 10 dicembre, a Marrakech, è in programma il summit delle Nazioni Unite sulle migrazioni; è possibile che Sanchez evochi la prossima convocazione della riunione bilaterale di alto livello tra Marocco e Spagna, che dovrà svolgersi sotto la presidenza dei due primi ministri e dovrà tenersi, questa volta, in Marocco.
Una protesta contro il cambio di nome della Macedonia in Macedonia del Nord, deciso con l’accordo con la Grecia della scorsa estate, si è svolta ieri sera a Skopje, con i manifestanti che hanno chiesto le dimissioni del governo, lo scioglimento del parlamento e elezioni anticipate. Nel raduno, davanti al parlamento, sono state duramente criticate le procedure avviate per cambiare la costituzione macedone e introdurre il nuovo nome del Paese ex jugoslavo, che con l’intesa dei mesi scorsi ha chiuso una lunga disputa con Atene durata oltre 27 anni. Tale accordo, che spiana la strada all’integrazione della Macedonia in Ue e Nato, è stato approvato dal parlamento di Skopje alcune settimane fa, con l’avvio della procedura per gli opportuni emendamenti costituzionali. Anche la diaspora macedone si è detta contro l’accordo sul nome, invitando a manifestare contro il governo del premier Zoran Zaev.
Gli Stati Uniti hanno fatto pressioni sull’Italia perché continui a sostenere le sanzioni dell’Unione europea contro la Russia. Lo riporta il sito online BuzzFeed, citando alcune fonti diplomatiche, secondo le quali “l’amministrazione Usa è preoccupata che il governo italiano populista e filo-Cremlino possa togliere il suo sostegno a tali misure”. “Non é chiaro se Donald Trump sia a conoscenza di questa azione di lobby”, si spiega, precisando che simili pressioni furono esercitate anche sul precedente governo italiano.
Rischia d’incepparsi, almeno per ora, il tentativo dell’ala più oltranzista dei conservatori brexiteers di arrivare al voto su una mozione di sfiducia contro la leadership di Theresa May nel partito. Lo segnalano i media, stimando un numero di deputati favorevoli all’iniziativa fermo, al momento, a quota 25, contro un quorum minimo di 48 (il 15% del gruppo Tory ai Comuni) necessario per avviare l’iter.
Fra coloro che risultano aver inviato una lettera a sostegno della mozione al Comitato 1922, l’organismo interno preposto nel caso a convocare il voto, spiccano i nomi del rampante Jacob Rees-Mogg, di Steve Baker (viceministro per la Brexit fino all’estate), di John Whittingdale (già ministro della Cultura nel governo Cameron), di Ben Bradley (nominato mesi fa da May vicepresidente del partito e responsabile dei giovani Tory) e di Zac Goldsmith (ex candidato sindaco di Londra), come riporta la Bbc. Mancano tuttavia figure di peso quali Boris Johnson, anche se Goldsmith annuncia al Times nuove adesioni.
“Go home!”: così Donald Trump su Twitter ai migranti della carovana arrivati al confine col Messico. “Il sindaco di Tijuana, Messico, ha appena dichiarato che la città è mal preparata a gestire così tanti migranti, l’arretrato potrebbe durare 6 mesi”. Allo stesso modo, gli Usa sono mal preparati per questa invasione e non la tollereranno. Stanno causando crimini e grandi problemi in Messico”, ha scritto.
– NEW DELHI
– Si deve alle donne di Balarampur, un villaggio in Odisha, la salvezza della foresta di Jhinkargadi, che oggi è stata graziata dall’abbattimento. Più di 500 alberi, che gli abitanti della zona avevano piantato quarant’anni fa, e coltivato amorevolmente, su 12 acri di terreno, avrebbero dovuto essere abbattuti nei prossimi mesi, per far posto ad uno stabilimento per l’imbottigliamento della birra, un investimento milionario della P&A Bottles Private Limited. Il progetto aveva tutte le autorizzazioni governative, e il primo ministro dello stato, Naveen Patnaik, aveva partecipato, lo scorso 3 novembre, alla cerimonia di posa della prima pietra. Questa mattina, quando ormai le speranze stavano scemando, lo stesso Patnaik ha annunciato la cancellazione dell’insediamento. Le donne di Balampur sono diventate famose sul web come “le donne che abbracciano gli alberi”: le foto che le ritraggono sedute a terra, mentre stringono i tronchi per proteggerli dalle asce, hanno fatto il giro del mondo. [print-me title=”STAMPA”]