Ultimo aggiornamento 1 Giugno, 2018, 21:46:35 di Maurizio Barra
Federici, ciak per Uno di famiglia
Nel cast Sermonti, Ocone, Felberbaum e Frassica, cameo Marcorè
ROMA01 giugno 2018 10:08
– ROMA, 1 GIU – E’ sul set in questo giorni la nuova commedia di Alessio Maria Federici, “Uno di famiglia”, protagonisti Pietro Sermonti, Lucia Ocone, Sarah Felberbaum e Nino Frassica. Nel cast anche il giovane Moisè Curia e Neri Marcorè, in uno speciale cameo. Il film, scritto da Giacomo Ciarrapico, Alessio Maria Federici e Andrea Garello, si girerà per 6 settimane a Roma. Prodotto da Warner Bros Entertainment Italia e Cinemaundici, uscirà nelle sale il 22 novembre con Warner. Luca (Sermonti), 43enne mite e sornione, sbarca il lunario insegnando dizione. Un giorno, per caso, salva la vita al suo allievo Mario (Curia), un giovane desideroso di fare l’attore a cui va corretta l’inflessione dialettale. Ad insaputa di Luca però, il ragazzo è il rampollo di una potente famiglia malavitosa calabrese: i Serranò, ora in debito con lui. Nella sua vita e in quella della fidanzata Regina (Felberbaum), irrompono la spietata Zia Angela detta “Della Morte” (Ocone) ed il capo “fammigghia” Peppino Serranò (Frassica).
Martone al Madre, 40 anni in film-flussoFino al 3 settembre, oltre 9 ore, 4 schermi, visitatori in scena
NAPOLI01 giugno 201819:52
NAPOLI – Mario Martone al Museo Madre di Napoli: si apre la prima retrospettiva dedicata al regista napoletano, che ripercorre quarant’anni tra teatro, cinema, opera lirica e azioni performative, e che ‘mette in scena’ i visitatori-spettatori di un film-flusso della durata di nove ore e mezzo. Al centro della sala buia sono posizionate, su una pedana, trentasei sedie girevoli, ciascuna collegata ad una cuffia con accesso diretto ai canali audio corrispondenti a quattro schermi. Un allestimento che rielabora musealmente lo spettacolo teatrale di Martone del 1986, ‘Ritorno ad Alphaville’, ispirato al film di Jean-Luc Godard. Lo spettatore potrà così orientare la propria attenzione girando la seduta per seguire alternativamente l’andamento delle proiezioni del film e cogliere, oltre che le singole immagini, anche le possibili connessioni visive o tematiche fra di esse.Dalla ‘Salita’ di Tony Servillo sul Vesuvio alla ‘Ginestra’ del ‘Giovane Favoloso’, dalle performance, anche inedite e rare, di attori come Andrea Renzi e Renato Carpentieri, alle immagini di Lucio Amelio e a quelle di uno sconosciuto Dogman-Marcello Fonte comparsa al teatro Valle occupato, fino alle tante declinazioni del percorso di Martone su Edipo (un film nel film di un ora): il materiale è ricco e per questo si potrà tornare al museo con lo stesso biglietto per continuare la visione. ”Ogni mio lavoro nasce da una tabula rasa e per questo ognuno è così diverso dall’altro – dice Martone – Ma c’è un processo che li collega e li unifica tutti, un fluire dell’esperienza che da mia personale si fa collettiva, che in questa mostra è possibile cogliere per la prima volta nel suo insieme. Per me è molto significativo che questo accada in un museo di arte contemporanea come il Madre, perché ho sempre guardato agli artisti Fluxus (da John Cage a Joseph Beuys) come a un grande esempio di libertà e di vitalità”. E non a caso il suo prossimo film ‘Capri batterie’, in sala in autunno, ha lo stesso titolo dell’opera (una lampadina gialla che idealmente prende energia da un limone) che il tedesco Beuys realizzò nel 1985 con il gallerista napoletano Lucio Amelio. Uno scenario che viene evocato all’ingresso della mostra, curata da Gianluca Riccio, dall’immagine di un bosco e da alcuni materiali di scena.Prodotto dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee con fondi POC della Regione Campania, il film (documenti e video anche inediti, immagini di repertorio, brani di film, riprese di spettacoli teatrali) entra a far parte della collezione permanente del museo regionale, ed è realizzato con il supporto della Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia. ”1977 2018. Mario Martone Museo Madre è a tutti gli effetti un percorso espositivo inedito che, nel suo allestimento museale, va ad arricchire il patrimonio della Fondazione – spiega Laura Valente, presidente della Fondazione Donnaregina – Si contribuisce, così, a ridefinire l’identità e la fruizione stessa del museo: uno spazio fisico in cui si concretizzano i principali spunti estetici che Napoli ha saputo esprimere nel dibattito sul contemporaneo dagli anni Sessanta ad oggi. La mostra, inoltre, conferma il sistema virtuoso di relazioni non solo economiche, che comprendono la collaborazione con Campania dei Festival e la produzione esecutiva di PAV”. Per il direttore Andrea Viliani l’omaggio a Martone ”è un passaggio importante nella storia di un museo performativo come il Madre ed è frutto di due anni di lavoro. Dopo il 3 settembre il film potrà essere riproposto poi in altre sedi”. Dal 3 giugno il Madre aderirà alle domeniche gratuite del Mibact.
Giorgio Locatelli giudice di MasterChefAntonia Klugmann tornerà in puntata nuovo MasterChef All Stars
ROMA01 giugno 201813:43
– ROMA, 1 GIU – Lo chef stellato Giorgio Locatelli è il nuovo giudice di MasterChef Italia, il talent show culinario di Sky prodotto da Endemol Shine Italy che quest’anno raddoppia con MasterChef All Stars, un’edizione speciale del cooking show di Sky Uno che vede in gara i più talentuosi concorrenti delle 7 edizioni del programma.
Giorgio Locatelli, 55 anni, di Corgeno di Vergiate, sulla sponda varesina del Lago Maggiore e londinese d’adozione è stato il primo chef italiano a conquistare all’estero una stella Michelin con un ristorante italiano, la sua Locanda Locatelli a Londra. Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Antonino Cannavacciuolo confermati: la nuova formazione debutta a gennaio 2019 su Sky Uno.
Locatelli non è l’unica novità nelle cucine di Sky.
MasterChef All Stars, che prenderà il via a dicembre sarà in 4 serate. A giudicare i due veterani Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo affiancati, in ogni puntata, da un giudice ospite: da Joe Bastianich ad Antonia Klugmann, da Iginio Massari a Giorgio Locatelli.
Hunt, l’Europa è modellata dai ventiL’inglese in viaggio sulle tracce di Helm, Bora, Föhn e Mistral
MILANO01 giugno 201814:01
– MILANO, 1 GIU – NICK HUNT, ‘DOVE SOFFIANO I VENTI SELVAGGI’ (NERI POZZA, PP. 304, EURO 17) Le persone, le sue campagne e le sue città proprio come le montagne e i boschi sono modellate dal vento. E’ un paesaggio umano e naturale sempre mutevole, che l’inglese Nick Hunt attraversa in ‘Dove soffiano i venti selvaggi’, edito da Neri Pozza: un reportage di viaggio in solitaria, letterario e meteorologico, sulle tracce di Helm, Bora, Föhn e Mistral, venti mitologici che tagliano e uniscono l’Europa come antichissime vie. “Mi affascinava l’idea di qualcosa di invisibile che ha un effetto profondo sulle persone e il territorio, un potere invisibile che tocca agricoltura, architettura e religione”, racconta all’ANSA Hunt, arrivato in Italia per alcuni incontri tra cui il 1 giugno a Padova e il 3 giugno a Ivrea. I suoi cammini donchisciotteschi a caccia dei venti sono tra foreste e campi, ma non è solo qui che si misura l’effetto di questi antichi ‘spiriti’: “La vita urbana moderna ha cercato di eliminare l’influenza degli effetti atmosferici: porte e finestre ci vogliono proteggere, ma in qualche modo è un tentativo fallimentare. Si nota Trieste con la Bora, o in Svizzera: qui quando soffia il Föhn per qualche ragione si registrano più crimini e suicidi”.
Tra una citazione di Schiller e Tolkien, tra le poesie di Rainer Maria Rilke e le lettere di Joyce o di Van Gogh, Hunt unisce passato e presente misurandoli con il mito e il folklore: “Conferire un carattere positivo o negativo ai venti è cosa antica, e molti disapprovano in quanto antiscientifico. Ma io mi sento vicino all’antropomorfizzazione: in un’era in cui siamo sempre più separati dalla natura, è interessante notare quanto ancora ci sentiamo immersi nel clima, ad esempio quando diciamo che la pioggia è deprimente”. E questo ha esiti di straordinaria attualità: “Nel viaggio della Bora ho notato che esiste una xenofobia dei venti: la Bora da nord è percepita come positiva e rinfrancante, mentre lo Jugo da sud è ritenuto foriero di malattie. In quel momento ero al confine con la Croazia, nel bel mezzo della crisi migratoria: mi sembrava che le persone incontrate parlassero dello Jugo come si parla dei rifugiati”.
Di questi pensieri Hunt rintraccia le origini: “Ippocrate credeva che gli abitanti di regioni troppo fredde o calde fossero inevitabilmente esposti alla barbarie, gli inglesi lo dicevano dei popoli mediterranei, e questo pensiero in fondo esiste ancora: Grecia, Italia e Spagna sono percepiti dai nordici come pigri. Sembra ridicolo se si pensa che la civiltà europea è nata qui: il clima ha effetti sull’uomo, ma sono storici, non permanenti”, spiega l’autore 37enne, che nei prossimi viaggi intende proprio indagare la natura più indomabile e selvaggia dell’Europa. Un continente attraversato da tribolazioni e cambiamenti, così come i venti mutati dal riscaldamento globale: “Il cambiamento del clima non potrà che comportare un diverso approccio culturale ai fenomeni atmosferici. Come le stagioni degli uragani più lunghe nei Caraibi e sulla costa est americana, o le tempeste più frequenti e imprevedibili in Gran Bretagna: le forze stagionali non sono più affidabili, e questo non può che suggerire un senso di incertezza e instabilità, dall’agricoltura in giù”.
Al PontedilegnoPoesia 57 opere in corsaLa rassegna Pontedilegno-MirellaCultura 2018 dedicata a Paolo VI
MILANO01 giugno 201813:52
– MILANO, 1 GIU – Sono 57 le opere che partecipano alla nona edizione di PontedilegnoPoesia, premio nazionale di poesia edita che sarà assegnato il 22 agosto nella località turistica dell’Alta Valle Camonica. Ora la parola passa alla giuria, presieduta da Giuseppe Langella e composta da Milo De Angelis, Vincenzo Guarracino, Eletta Flocchini e Alberto Toni.
Dovranno esaminare i 57 volumi e designare i sei poeti finalisti, che dovranno presentare personalmente le loro opere al pubblico (il 20 e il 21 agosto). PontedilegnoPoesia 2018 sarà l’atto conclusivo della rassegna “Una montagna di cultura…la cultura in montagna”, organizzata da Pontedilegno-MirellaCultura e dedicata quest’anno a Paolo VI, che era molto legato a Ponte.
Fra il 27 luglio e il 22 agosto previsti incontri su temi di attualità, cultura, sport. Per il secondo anno torna la musica classica di “In montagna con Bach-2” con grandi interpreti come i pianisti Ramin Bahrami e Francois-Joel Thiollier e il violinista Guido Rimonda.
Tv, reality show per le case ad un euroCoppie olandesi a Ollolai, richieste da New York alla Malaysia
OLLOLAI (NUORO)01 giugno 201813:59
– OLLOLAI (NUORO), 1 GIU – Hanno lasciato tutto, in Olanda, lavoro, amici e abitazioni, e si sono trasferite in un piccolo comune della Sardegna, a Ollolai nel Nuorese, per ricominciare. Sono cinque coppie, età media 30 anni, scelte dall’amministrazione come primi assegnatari delle “case ad un euro”, l’iniziativa promossa dal sindaco Efisio Arbau, già quando era consigliere regionale, per ripopolare il piccolo centro della Barbagia partendo dalla ristrutturazione delle abitazioni abbandonate nel paese. Un progetto di sviluppo locale dal basso che è già un successo: oltre 500 domande da tutto il mondo, dalla Malaysia agli Stati Uniti, due case già ristrutturate, altre sette assegnate, di cui cinque alle coppie olandesi, ed altre 20 in assegnazione.
Ma non solo. il richiamo per la vita “slow”, tra buon cibo e clima mite, ha attirato l’attenzione della tv dei Paesi Bassi Rtl7, che ha iniziato a girare un reality show che andrà in onda a metà luglio. “In Sardegna si compra una casa per un euro”, recita lo spot televisivo olandese. La troupe di 25 persone sta seguendo passo passo la vita dei connazionali che si sono trasferiti ad Ollolai e hanno iniziato a ristrutturare le case.
Accolti a braccia aperte da tutta la comunità, coinvolta anche nelle opere di ristrutturazione, gli olandesi lavoreranno in Sardegna: c’è chi fa lo stilista, chi il wedding planner e chi si sta organizzando per investire sul turismo residenziale o sul commercio.
“Non solo stiamo ripopolando un centro dell’interno della nostra Isola – spiega all’ANSA il sindaco Arbau – ma abbiamo anche un doppio ritorno per la comunità: uno di immagine, che si allarga per tutta la Sardegna anche grazie alla tv olandese, e uno diretto in chiave economica per l’intero territorio. Ora abbiamo pensato di ampliare il progetto con la sperimentazione delle misure dell’affitto ad un euro, per coppie con figli in età scolare e con un reddito o una professione dimostrata, e – aggiunge – dell’affitto dei locali commerciali sempre al prezzo simbolico di un euro alla stessa categoria di richiedenti”.
50 anni TuffatoreZuchtriegel, vogliamo spiegare ciò che non si spiega
SAPAESTUM (SALERNO)01 giugno 201820:
Nel cinquantenario della scoperta della Tomba del Tuffatore, il Parco Archeologico di Paestum organizza una mostra che inserisce la tomba più famosa della Magna Grecia in un percorso fatto di materiali archeologici e opere moderne, da Guido Reni a De Chirico. L’obiettivo della mostra, curata dal direttore Gabriel Zuchtriegel, è di “spiegare perché la tomba, oggi come oggi, non si spiega”, come annuncia la guida-catalogo.Gli oggetti archeologici e le opere moderne esposte in mostra raccontano come sin dal Settecento nuovi scavi e scoperte, ma anche correnti artistiche e ideologiche hanno creato il presupposto per una delle controversie più accese dell’archeologia: quella sul significato dell’immagine del tuffatore, che ancora oggi è del tutto aperta. Più che dare una risposta univoca, schierandosi con l’una o l’altra scuola di pensiero, la mostra cerca di spiegare le basi culturali e scientifiche di questa controversia, mettendo i visitatori nella condizione di ripercorrerla e di farsi una propria opinione.”Non è una mostra sulla bellezza, anche se personalmente la trovo bellissima. Ma il vero tema è il senso e la verità di un’immagine di 2500 anni fa che era fatta per rimanere invisibile per sempre, una volta chiusa la tomba. Come possiamo pensare di scoprire il vero senso di un’immagine che non è fatta per noi? Credo che siamo i primi ad aver posto questa domanda in una mostra archeologica in maniera così radicale”, dice Zuchtriegel.La mostra apre al pubblico domenica 3 giugno 2018, esattamente 50 anni dopo la scoperta avvenuta in quello stesso giorno dell’anno 1968. Per l’occasione si apre al pubblico il “Giardino di Hera” – alle spalle della Sala Mario Napoli che ospita la Tomba del Tuffatore – realizzato in occasione dell’ampliamento del Museo firmato dall’architetto Ezio De Felice e inaugurato nei primi anni ’70. Grazie al contributo degli Amici di Paestum, il Giardino è stato riqualificato con un orto archeo-botanico con piante tipiche del territorio e un percorso didattico che metterà in evidenza il rapporto tra le piante e l’archeologia.
Arriva su Sky Pertini – Il combattenteIl ritratto pop del più amato degli italiani
ROMA01 giugno 201819:53
In occasione delle celebrazioni per la Festa della Repubblica Italiana, Sky Cinema il 2 giugno presenta in prima tv Pertini il combattente, il film scritto e diretto da Graziano Diana e Giancarlo De Cataldo, che racconta la storia, dagli anni della Resistenza alla Presidenza della Repubblica del ‘più amato dagli italiani’, in una chiave pop e con la speranza di arrivare al pubblico delle nuove generazioni. Prodotto da Anele, in collaborazione con Altre Storie, Sky Cinema e Rai Cinema, andrà in onda alle 21.15 su Sky Cinema Uno HD e Sky Arte HD e alle 23 su Sky Cinema Cult HD.Attivista, detenuto, partigiano, politico integerrimo e infine Presidente della Repubblica: questo e molto altro è stato Sandro Pertini. Giancarlo De Cataldo – autore del libro “Il combattente – Come si diventa Pertini” a cui il film si ispira – ripercorre, anche come narratore presente in scena, la vita di Pertini attraverso i racconti di testimoni illustri come Giorgio Napolitano, Emma Bonino, Gad Lerner, Eugenio Scalfari, Paolo Mieli, Domenico De Masi e Gherardo Colombo ma anche di molti personaggi dello spettacolo e dello sport come Antonello Venditti, Raphael Gualazzi, Ricky Tognazzi e Dino Zoff. Un inedito mosaico di opinioni, racconti e aneddoti accompagnato dalle tante canzoni dedicate al Presidente da artisti italiani di generi ed epoche diverse: da Antonello Venditti (“Sotto la Pioggia”) a Daniele Shook (“Caro Presidente”), dagli S.C.O.R.T.A. (“Pertini Dance”) agli Skiantos (“Babbo Rock”), da Marco Stella (“Mio nonno era Pertini”) a Raphael Gualazzi (“L’estate di John Wayne”) fino agli Ex-Otago (“Pertini Is A Genius, Mirinzini Is Not Famous”) e Toto Cutugno (“L’italiano”).Un ritratto mai convenzionale di un grande ‘combattente’ che ha attraversato il Novecento e le sue più laceranti contraddizioni: due guerre mondiali, il fascismo e l’antifascismo, il boom, il terrorismo e le nuove speranze economiche e sociali della prima metà degli anni ’80. Le testimonianze si mescolano con repertorio d’epoca e linguaggi innovativi che catturano l’attenzione anche delle nuove generazioni, come la graphic novel animata, a cura dell’illustratore Manuelle Mureddu, e il fumetto, con i richiami al celebre avatar di Pertini creato da Andrea Pazienza. “‘Non può esserci libertà senza giustizia sociale’. A questo ideale Sandro Pertini ha dedicato l’intera sua esistenza di socialista, combattente, partigiano, uomo politico e infine Presidente della Repubblica. E a queste sue parole, che amava ripetere costantemente, ci siamo ispirati – raccontano Graziano Diana e Giancarlo De Cataldo – per raccontare il suo pensiero e la sua vita. Senza pretesa di completezza, perché tante e troppe sarebbero state le storie intorno a Sandro Pertini, ma con la ferma volontà di far conoscere ai ragazzi di oggi il messaggio unico di un uomo unico. Per questo abbiamo scelto una chiave nient’affatto seriosa, anche laddove si parla di fatti gravi, a volte terribili. Una chiave ‘pop’, adatta a chi questo aggettivo se l’è visto affibbiare all’età di ottant’anni. Un intrattenimento colorato e fuori dagli schemi, per ripercorrere una biografia eccezionale, di per sé così avventurosa da sembrare una sceneggiatura, con la sua alternanza di azioni, movimento e rischio e animata dalla costante tensione a battersi, sempre e comunque, per un mondo più giusto”. “Raccontare la storia privata e pubblica di una figura carismatica e importante come quella di Sandro Pertini sperimentando un linguaggio nuovo, divertente, divertito e per certi versi audace, se confrontato alla più diffusa documentaristica italiana e internazionale, rappresenta per me e per la mia casa di produzione una vera sfida produttiva – afferma Gloria Giorgianni produttrice e CEO di Anele – Il progetto di Diana e De Cataldo mi ha subito coinvolta e sono felice di averlo realizzato e di aver trovato degli ottimi partner in Sky Cinema, Rai Cinema e Altre Storie”.
Clerici, addio tra lacrime alla Prova del cuoco”Arriva Isoardi, a ottobre farò Portobello”. Il web esplode
ROMA01 giugno 201815:38
“Vorrei ringraziare tutti coloro che in questi 18 anni hanno fatto la storia del programma, un programma storico perché ha rotto gli schemi, portando la cucina in tv per la prima volta. Credo che tutti debbano qualcosa a questo programma”. Lacrime ed emozione per il passo d’addio di Antonella Clerici alla Prova del cuoco, il programma del mezzogiorno di Rai1. Una scelta già annunciata nelle scorse settimane eppure accolta con grande affetto dal pubblico, che sta sommergendo i social di commenti.
“La conduttrice ha anche ufficializzato il passaggio di consegne a Elisa Isoardi (“Sarà lei a prendere il mio posto, non più come supplente come qualche anno fa, ma come titolare, le auguro tutto il bene del mondo”) e ha dato appuntamento al pubblico: “Ci rivedremo a fine ottobre con Portobello, storica trasmissione del grandissimo Enzo Tortora. Poi avrò Sanremo Young e ad aprile-maggio una nuova trasmissione di cui non voglio dirvi nulla. Mi mancherà però il rapporto quotidiano con voi, lo porterò sempre con me”.
Benny Golson al Festival Jazz SpeziaManifestazione compie 50 anni, attesi Hart e Nick the Nightfly
LA SPEZIA01 giugno 201815:12
– LA SPEZIA, 1 GIU – Il festival internazionale di Jazz della Spezia taglia il traguardo dei 50 anni e consolida il primato di festival jazzistico più longevo d’Italia: per questo grande anniversario, che si celebra dal 23 al 29 luglio, è previsto l’arrivo di grandi nomi della musica jazz come Benny Golson, mito vivente del jazz che ha arrangiato e scritto musica anche per John Coltrane, Miles Davis e Ella Fitzgerald, ma anche Billy Hart e Joshua Redman, Nick the Nightfly 5tet e Kansas Smitty’s House Band solo per dirne alcuni. Il festival che varca il suo primo mezzo secolo di successi ha deciso di allargarsi.
“Ci saranno concerti anche a Porto Venere, Lerici e a Aulla, in Lunigiana. Ma porteremo il festival nella Grande Mela a ottobre per l’Italian Jazz Days grazie a un bando vinto con Siae” ha spiegato l’assessore alla cultura Paolo Asti. La direzione artistica è stata affidata al direttore della programmazione jazz del Lincoln Center Antonio Ciacca
Giorgio Locatelli è il nuovo giudice di Masterchef ItaliaIl programma raddoppia con Masterchef All Stars
01 giugno 201815:35
È lo chef stellato Giorgio Locatelliil nuovo giudice di MasterChef Italia, il talent show culinario di Sky prodotto da EndemolShineItaly che quest’anno raddoppia con MasterChefAll Stars, un’edizione speciale del cookingshow di Sky Uno che vede in gara i più talentuosi concorrenti delle 7 edizioni del programma.Giorgio Locatelli,55 anni, di Corgeno di Vergiate, sulla sponda varesina del Lago Maggiore e londinese d’adozione è stato il primo chef italiano a conquistare all’estero una stella Michelin con un ristorante italiano, la sua Locanda Locatelli a Londra. Affiancherài confermatissimi giudiciBruno Barbieri, JoeBastianich e Antonino Cannavacciuolo.La nuova formazione è pronta a debuttarea gennaio 2019 su Sky Uno.Giorgio Locatelli ha dichiarato:”Per me è un grande onore essere stato scelto per far parte di un programma di così grande impatto come MasterChef Italia. Ho trascorso tre quarti della mia carriera all’estero e ho sempre pensato che sarei stato considerato solo per il mio lavoro fuori dai confini italiani: uno chef d’oltralpe. Far parte di MasterChef è quindi per me il riconoscimento più grande, quello di essere considerato Ambasciatore della cucina italiana anche nel mio paese. E poi sono felice perché so che mia mamma sarà contentissima di sapere che sono un MasterChef e che potrà guardarmi in televisione.”“Siamo molto felici di dare il benvenuto a Giorgio Locatelli, il cui talento, passione e simpatia abbiamo avuto modo di apprezzare già nella scorsa edizione di MasterChef- dichiara Nils Hartmann, Direttore produzioni originali di SkyItalia. Vogliamo inoltre salutare e ringraziare Antonia Klugmann, professionista straordinaria, per la passione e l’energia che ha portato aMasterChef e che ritroveremo, insieme ad altre eccellenze italiane, nel nuovo appuntamento con MasterChefAll Stars. Sarà una festa per chi ha seguito da sempre con passione il programma e il talento e le storie che, nel corso degli anni, MasterChef ha raccontato”.“Sarà un anno ricco di novità per MasterChef – aggiunge Leonardo Pasquinelli di EndemolShineItaly. Siamo contenti che un’altra eccellenza del panorama gastronomico italiano e internazionale, come Giorgio Locatelli, abbia deciso di entrare nella grande famiglia di MasterChef. A lui il nostro più caloroso benvenuto e ad Antonia Klugmann, il nostro più sentito grazie per averci offerto la sua professionalità nella scorsa stagione. MasterChef è un format così forte in tutto il mondo, che ha dato vita a ben quattro spin off. E, dopo la versione Junior e la versione Celebrity, il pubblico potrà conoscerà anche la versione All Stars che avrà per protagonisti alcuni degli ex talenti del programma”.Locatelli non è, dunque, l’unica novità nelle cucine di Sky.MasterChefAll Stars,che prenderà il via a dicembre, sarà l’appuntamento speciale per rivedere ai fornelli quei talenti che nelle passate edizioni diMasterChefsi sono distintiper passione, creatività e amore per i dettagli nella preparazione dei propri piatti e che negli anni, forti di queste doti,hannocontinuato a lavorare nell’ambito della gastronomia. Lagarasi svolgerà in 4serate, tra appassionanti sfide fatte di sorprendenti Mystery Box, avvincenti Invention Test, esterne in cornici mozzafiato e Pressure Test sempre più ardui. A giudicare gli aspiranti al titoloi due veterani Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuoloche saranno affiancati, in ogni puntata,da un giudice ospite: da JoeBastianichad Antonia Klugmann, dal Maestro Iginio Massari alla new entryGiorgio Locatelli.La squadra e il pubblico di MasterChefavranno così la possibilità di ritrovare la Chef triestina che ha salutato il cooking show per potersi dedicare all’ampliamento del suo piccolo e rinomato ristorante stellato, L’Argine a Vencò, e al suo orto che cura in prima persona.
GIORGIO LOCATELLI
Locatelli vive e lavora a Londra dal 1986, dove è arrivato per inseguire il suo sogno, che ha raggiunto rimanendo legato fortemente alla tradizione gastronomicaitaliana, coniugandola al tempo stessocon quelle internazionali, grazie ad una continua ricercae alla scelta di fornitori giusti che ogni giorno gli offrono l’eccellenza dei prodotti italiani.
La sua carriera d’oltremanica inizia al Savoy Hotel di Anton Edelmann. Dopo una parentesi parigina di 3 anni al Laurent e al Tour D’Argent, Giorgio Locatelli ritorna nellacapitale britannica e lavora al ristorante “Zafferano”, che con lui guadagna una Stella Michelin nel 1995. L’anno della realizzazione del suo sogno professionale è però il 2002 quando insieme a sua moglie Plaxy apre Locanda Locatelli, nella centralissima Seymour Street, un luogo intimo che vuole rappresentare la cucina italiana nel Regno Unito. A pochi mesi dall’apertura arriva una stella Michelin che non ha più perso. Giorgio Locatelli è proprietario anche di Ronda Locatelli, ristorante all’interno dell’hotel e resort5 stelle Atlantis The Palm di Dubai: un’ulteriore conferma della sua fama mondiale e una conquista per la cucina italiana.
Nel 2014 il ristorante a causa di una fuga di gas che ha causato un’esplosione, ha dovuto chiudere per alcuni mesi. Questo è stato un momento di svolta: su consiglio di sua moglie Locatelli ha iniziato a partecipare come giudice a diversi cooking show (Bake Off Rival, The Big Family Cooking Showdown). Tra i numerosi libri che portano la sua firma si ricordano il libro di ricette “Made In Italy, Food& Stories” (2008) e “Made in Sicily” (2011), considerato ad oggi il libro sulla cucina siciliana scritto in inglese migliore al mondo.
Tomba dell’Atleta intatta da 2000 anniStraordinaria scoperta a Roma, 4 persone sepolte e corredo
ROMA01 giugno 201820:31
Gli scheletri di tre uomini e una donna, sepolti accanto al corredo che li avrebbe accompagnati nell’ultimo viaggio, tra splendide ceramiche a vernice nera, alcune anche decorate con motivi geometrici e vegetali, una moneta in lega di bronzo con la testa elmata di Minerva e la scritta “Romano” sul rovescio, i piatti con i resti delle offerte alimentari a base di coniglio, pollo e capretto, e due strigili in ferro, usati dagli atleti per detergersi dal grasso dopo le attività fisiche. E’ tutto esattamente com’era, immobile e intatto da oltre 2000 anni, nella tomba a camera di epoca repubblicana, eccezionalmente scoperta alle porte di Roma, località Case Rosse, durante i lavori di archeologia preventiva per il raddoppio dell’acquedotto Castell’Arcione-Salone.La Tomba dell’Atleta o degli strigili, così è stata chiamata dagli archeologi della Soprintendenza speciale di Roma, rappresenta davvero un ritrovamento eccezionale, proprio per via del perfetto stato di conservazione in cui si trova e perché è rimasta inviolata. Una fortuna che non sia stata depredata perché per scavarla c’è voluto pochissimo: a separare questa testimonianza del mondo antico dalla frenesia della modernità (e dalle case che la circondano, costruite al massimo un ventennio fa), solo poca terra, dal momento che la tomba è a una profondità di circa 2 metri sotto l’attuale piano di campagna.Durante gli scavi effettuati da Acea per l’acquedotto, è stato notato il vano che custodisce questo incredibile tesoro, chiuso da una lastra di calcare bianco e pietrame di tufo: la tomba, larga 2.50 metri, lunga 3.30 metri e con un’altezza di 1.75 metri, ha subito rivelato la sua importanza. Gli esperti hanno rimosso la pochissima quantità di terra penetrata nel vano nel corso dei secoli e hanno sottoposto la tomba a un rilevamento laser (funzionale a una ricostruzione in tre dimensioni della sepoltura), mentre i reperti saranno poi oggetto di studi approfonditi da parte della Soprintendenza nei prossimi mesi.Quello che già è emerso durante lo scavo è che si tratta di quattro persone appartenenti, secondo gli archeologi, a una famiglia medio borghese, viste le caratteristiche del corredo (circa 30 pezzi): le quattro inumazioni sono avvenute in momenti differenti e riguardano due uomini adulti ritrovati sui lati lunghi, uno di 50 anni (probabilmente l’atleta, per la presenza degli strigili accanto al suo scheletro) e uno di 30-39 anni, e un uomo e una donna posti a terra, lui tra i 35-45 anni e lei di età indefinita.
Proietti, festeggiamo 15 anni del GlobeAttore, Governo Conte? Gli auguro di lavorare bene per noi
ROMA01 giugno 201816:38
– ROMA, 01 GIU – “Oggi è una giornata un po’ particolare… saranno du’ mesi che è una giornata un po’ particolare”. E’ la battuta con cui Gigi Proietti cita, presente anche la sindaca di Roma Virginia Raggi, la coincidenza della presentazione nello stesso giorno, del nuovo governo e della stagione del Silvano Toti Globe Theatre a 15 anni dalla creazione del teatro circolare dedicato al repertorio shakespeariano e elisabettiano, nella romana Villa Borghese, sul modello di quello londinese. Una realtà nata proprio da un’idea di Proietti, che del Globe è direttore artistico: “E’ un anno di festa per noi che celebreremo riproponendo i nostri più grandi successi di critica e pubblico”. Si apre il 27 giugno con Molto rumore per nulla, per la regia di Loredana Scaramella e si chiude a ottobre con The merchant of Venice in lingua originale, passando fra gli altri per La tempesta messa in scena da Daniele Salvo con Ugo Pagliai. A margine Proietti torna sull’attualità: “Auguro a Giuseppe Conte di lavorare bene per noi”.
Mariotti debutta nel Don Carlo di VerdiA Bologna dal 6 giugno con la regia di Henning Brockhaus
BOLOGNA01 giugno 201816:52
– BOLOGNA, 1 GIU – Debutto nel ‘Don Carlo’ di Giuseppe Verdi, dalla prossima settimana al Teatro Comunale di Bologna, per Michele Mariotti che dirigerà l’opera con la regia di Henning Brockhaus. Come nel marzo del ’98 – ultima apparizione dell’opera nei cartelloni bolognesi – è stata scelta la versione in italiano in quattro atti del 1884, una delle tante approntate dal Maestro parmigiano dopo la prima parigina del 1867 in lingua francese, in cinque atti e con le immancabili danze tanto care al pubblico d’oltralpe.
Mariotti disporrà di un cast unico che per i ruoli principali comprende Roberto Aronica (Don Carlo), Maria José Siri (Elisabetta), Luca Salsi (Rodrigo), Veronica Simeoni (Eboli) e Dmitry Beloselskiy (Filippo II). Brockhaus, torna al Comunale dopo ‘Otello’ nel ’96 e ‘Jackob Lenz’ nel 2012. La rappresentazione del 6 giugno sarà trasmessa in diretta su Radio3 Rai a partire dalle 20.
A Pompei trovato il tesoro del fuggitivoOsanna, un sacco con l’equivalente di 500 euro e una chiave
POMPEI (NAPOLI)01 giugno 201820:28
Ha aspettato in casa fino all’ultimo. Chissà forse sperava che la terra avrebbe smesso di tremare e che quella pioggia di cenere che ormai da diciotto lunghe ore cadeva da cielo in quell’agosto assurdo si sarebbe in qualche modo fermata. Purtroppo non è stato così e deve averlo capito anche lui a un certo punto che la situazione si faceva davvero disperata. Per questo ha cercato il borsellino di cuoio, lo ha riempito con tutte le monete che aveva in casa- venti d’argento e altre di bronzo- ed è uscito trascinando la gamba rotta e dolente. Disperato e solo, sì, ma non era un nullatenente il fuggiasco zoppo ritrovato qualche giorno fa a Pompei all’angolo tra il vicolo delle Nozze d’Argento e il vicolo dei balconi. Sotto il suo scheletro, che è stato da poco rimosso e portato in laboratorio, gli archeologi hanno trovato i resti di un sacchetto, insieme con il tesoretto di monete e le tracce di quella che potrebbe essere stata una chiave.Tutti particolari, fa notare
il direttore del Parco archeologico Massimo Osanna, “che portano a pensare ad un esponente della classe media, forse un commerciante, che proprio per la sua gamba malmessa aveva deciso a dispetto di tutto di rimanere a casa e si è convinto a fuggire solo all’ultimo, quando ormai era troppo tardi”. Le monete che aveva addosso, “esemplari interessanti e di tante epoche diverse” sono ora all’esame dei numismatici che ne stanno definendo il taglio e il valore, gli archeologi hanno contato al momento venti denari d’argento e due assi di bronzo per un valore nominale, almeno in apparenza, di 80 sesterzi e mezzo.”In pratica circa 500 euro di oggi – dice Osanna- una somma con la quale nell’antica Roma una famiglia media di tre persone poteva vivere più o meno due settimane”. Nel gruzzolo ci sono monete imperiali come un denario legionario di Ottaviano Augusto e due denari di Vespasiano, insieme anche ad un denario legionario di Marco Antonio, comune a Pompei, con l’indicazione della XX legio. Non un gran tesoro, quindi, ma una cifra comunque ragguardevole, soprattutto se si pensa che il poveraccio deve averla radunata in tutta fretta, negli attimi di concitazione in cui deve aver trovato il coraggio per avventurarsi zoppicando sulla coltre di lapillo rovente. A vederlo oggi, quel gruzzolo di monete con l’argento ossidato e il verderame, fa veramente impressione.Gli archeologi, racconta ancora il direttore del parco, “si sono accorti della sua presenza dopo aver riconosciuto del materiale organico sotto le costole del torace, spezzato dal masso di 300 chili che gli era caduto addosso”. Prima sono apparse tre sole monete, poi rimuovendo l’intero scheletro si sono trovate le altre. Nella sacchetta, che secondo Osanna il fuggiasco portava appesa al collo, sono stati riconosciuti anche i resti di un oggetto in ferro, “con tutta probabilità una chiave, forse proprio quella di casa, da tenere al sicuro insieme al denaro”. La parola ora passa ai tanti esperti del team che dovranno esaminare ogni resto nel laboratorio di ricerche applicate del Parco. Ma dopo la grande emozione dello scheletro anche questo nuovo ritrovamento, fa notare il direttore, “è di grande interesse: sono gli oggetti che ci aiutano a ricostruire il contesto, che ci raccontano le storie delle persone, la vera vita quotidiana della Pompei di 1900 anni fa”.
Il Libro Possibile dedicato a PascaliRassegna giunta alla 17/a edizione. A Polignano da 4 al 7 luglio
BARI01 giugno 201817:19
– BARI, 1 GIU – “Questa 17/a edizione del ‘Libro possibile’ è dedicata a Pino Pascali, di cui si celebrano i 50 anni dalla morte, personaggio eclettico tra i primi a combinare i materiai industriali con quelli della natura, stigmatizzando nella sua opera ‘Ricostruzione della natura’ il rapporto tra attività industriale e ambiente che è il filo conduttore della nostra rassegna”. Così Rossella Santoro, direttrice artistica del Festival del Libro possibile in programma dal 4 al 7 luglio a Polignano a Mare, ha presentato la rassegna giunta alla 17esima edizione. Principale sponsor della manifestazione è da quest’anno la Pirelli che sarà rappresentata da Marco Tronchetti Provera e Antonio Calabrò. Sono 141 gli incontri che si terranno in sei piazze del centro storico della cittadina. Moltissimi gli ospiti d’eccezione: tra gli altri il cardinale Gerhart Ludwig Muller (la chiusura del Festival coinciderà con l’arrivo del Papa a Bari), lo scienziato Alfio Quarteroni, Brunello Cucinelli, il premio Pulitzer Andrew Sean Green.
La prima volta di Fierrebras di SchubertOpera ‘eroico-romantica’ diretta da Harding con regia di Stein
MILANO01 giugno 201819:46
Per la prima volta alla Scala va in scena l’opera ‘eroico-romantica’ di Franz Schubert ‘Fierrabras’, in cartellone con 7 rappresentazioni dal 5 al 30 giugno, tutte precedute da una presentazione del musicologo Franco Pulcini. Si tratta della produzione firmata da Peter Stein per il Festival di Salisburgo, che vede il ritorno alla Scala di Daniel Harding, assente da Milano con un’opera dal 2014. Proposta importante anche perché legata a Claudio Abbado, che contribuì più d’ogni altro alla sua ‘rinascita’ novecentesca dopo che l’opera, composta da Schubert nel 1823, non era mai stata rappresentata durante la vita dell’autore e molto poco nell’800.Il 26 giugno, giorno in cui Abbado avrebbe compiuto 85 anni, la Scala ospiterà nel ridotto dei palchi l’incontro ‘Claudio Abbado e la riscoperta di Fierrabras’. La vicenda narrata nell’opera affonda le sue radici nelle leggende medioevali legate all’epopea di Carlo Magno, al tempo della spedizione dell’imperatore cristiano in Spagna per riconquistare le reliquie sottratte dai Mori guidati dal re Boland. Mentre si fronteggiano i due sovrani, le vicende dei loro figli Emma, Fierrabras e Florinda e dei paladini Orlando ed Eginardo si intrecciano in triangoli amorosi e schermaglie cavalleresche che porteranno alla conversione al cristianesimo del moro Fierrabras e alla pace fra i regni.Una drammaturgia complicata, una sfida che Peter Stein risolve cercando di ricreare lo spirito del Romanticismo con una scenografia tradizionale: 10 diversi fondali, ispirati alle stampe del Piranesi, per portare l’azione in luoghi molto differenti fra loro, dove sono aboliti i colori per lasciare solo il bianco e il nero, che rappresentano i due imperi. La musica di Schubert? “E’ opinione diffusa che Schubert non fosse capace di scrivere opere – dice Harding – ma anche che Verdi non sapesse scrivere commedie.E come ‘Falstaff’ smentisce quest’ultima diceria, pure ‘Fierrabrass’ è la smentita alla prima. In realtà, questa è un’opera straordinaria con meravigliosi pezzi di ensemble e che contiene l’unico lied per orchestra scritto da Schubert, di una bellezza unica”. Le scene sono di Ferdinand Woegerbauer, i costumi di Anna Maria Heinreich, le luci di Joachim Barth. Le voci: Annett Fritsch (Emma), Dorothea Roeschmann (Florinda), Marie-Claude Chappuis (Maragond), Bernard Richter (Fierrabras), Tomasz Konieczny (Carlo Magno), Markus Werba (Orlando), Peter Sonn (Eginardo), Lauri Vasar (Boland), Martin Piskerski (Ogier), Gustavo Castillo (Brutamonte).
Musica: a Ferrara gli Lcd SoundsystemIn piazza anche Kasabian, Cosmo, Colpesce, Cigarettes e Breeders
BOLOGNA01 giugno 201818:05
– BOLOGNA, 1 GIU – L’unica data italiana dei Lcd Soundsystem, poi i Kasabian, Cosmo, Colapesce, i Cigarettes After Sex. E’ il cartellone del Ferrara sotto le stelle che prende il via il 5 giugno con The Breeders.
Il festival ferrarese si conferma così come uno dei più importanti d’Italia, presentando alcuni dei più interessanti esponenti della scena indie, sia italiani, sia stranieri. I concerti si terranno nel cortile del Castello estense e in piazza Castello.
La data più attesa è quella del 13 giugno, quando saranno in piazza i Lcd Soundsystem, la bande electro-punk newyorkese capitanata da James Murphy, che ha prodotto uno dei dischi più apprezzati dell’anno scorso e che farà a Ferrara la sua unica apparizione in Italia.
Nelle altre date si esibiranno Cosmo (28/6), Colapesce (08/7), Cigarettes After Sex (06/7) e Kasabian (17/7).
Mattiacci al Forte Belvedere a FirenzeDal 2 giugno a ottobre. Opere grafiche esposte per prima volta
FIRENZE01 giugno 201820:50
Un dispiegamento di sculture di Eliseo Mattiacci negli spazi esterni ed interni del Forte Belvedere, sopra il centro di Firenze ed una ricca raccolta di disegni, oltre sessanta, per la prima volta esposti a documentare la fitta e variegata produzione grafica. E’ Gong, esposizione antologica dedicata all’artista contemporaneo originario di Cagli (Pesaro), in corso da domani al 14 ottobre nel capoluogo toscano. Affacciati sui bastioni del Forte, sono disposti i lavori realizzati da Mattiacci a partire dalla fine degli anni Ottanta fino a gli anni più recenti, come i due totem Verso il cielo (1987) e Vedere verso l’alto (1992), Equilibri precari quasi impossibili (1991), Segno Australe – Croce del Sud (1991), Colpo di gong (1993), Vie del cielo (1995), il ciclo di orbite di Ordine cosmico (1995-96), Totem con nuvola (1996) e l’inedita Scultura che guarda (2008-2009). Nella Palazzina della rocca, il pubblico, oltre ad altre una sequenza di stanze dedicate ad altre sculture, troverà una vera e propria mostra nella mostra dedicata ai disegni di Mattiacci: 60 lavori dagli anni 70 ai giorni attuali, che includono anche il ciclo Predisporsi ad un capolavoro cosmico-astronomico del 1980-81, i frottages su metallo dei Campi Magnetici, le Cosmogonie, fino ai recenti Corpi Celesti del 2005-15. A presentare l’esposizione sono stati il curatore Sergio Risaliti e il sindaco Dario Nardella. Presente anche Dimitri Bianchini, general manager area territoriale Toscana di Banca Mps, main sponsor dell’evento. “Con questa esposizione di Eliseo Mattiacci al Forte di Belvedere, tutta Firenze rafforza la sua immagine di città contemporanea che assieme agli artisti riflette sulla storia civile e sul patrimonio artistico, sui grandi lasciti culturali del passato e sulla società attuale”, ha commentato Risaliti. Mentre Nardella ha osservato come con questa esposizione Firenze riesca “ancora una volta a non essere banale, a essere una città capace di stimolare discussioni e dibattiti ed un modello di sperimentazioni artistiche e culturali valido in tutto il mondo”.
Cinema: La Terra dell’abbastanza, opera prima da non perdereDramma di periferia, Fratelli D’Innocenzo nuovi talenti
ROMA01 giugno 201819:07
1 GIU – Arriva in sala, dopo il grande successo di critica al Festival di Berlino, La terra dell’abbastanza, opera prima geniale dei gemelli Damiano e Fabio D’Innocenzo. La porta in sala Adler Entertainment dal 7 giugno. Chi sono i fratelli D’Innocenzo? I due ventottenni sono cresciuti tra il periferico quartiere romano di Tor Bella Monaca, Lavinio e il litorale di Anzio. Famiglia semplice, il padre aveva un negozio di pesca, e cultura anomala, anti-accademica, sgangherata, piena di libri (“non avevamo la televisione”), pochi Vhs (“vedevamo sempre gli stessi, tra cui Natale in casa Cupiello e Dumbo”), scuola alberghiera e passione, prima per la fotografia, e poi per il cinema con i tanti film da scaricare al computer. Per loro, che sembrano usciti da un film di Tim Burton e che uniscono ad accento romano, introversione, occhi bassi e lampi di cultura non da poco (dal neorealismo a Wes Anderson, da Pasolini fino ad Abel Ferrara e Bacon) arriva il secondo film.
“Sarà un western al femminile – dicono oggi a Roma – che ha come titolo provvisorio Ex vedove, un film girato nell’Italia di fine Ottocento con attori dai vari dialetti”.
Tra l’altro la sceneggiatura di Ex vedove sembra avere già i suoi fan, è stata infatti selezionata per un workshop del Sundance Festival, che si terrà in Grecia a giugno.
Ne La terra dell’abbastanza c’è la poetica della periferia romana, della coattagine cantata da Claudio Caligari da Amore tossico fino a Non essere cattivo. Anche se ci tengono a dire i registi: “Il nostro più che altro è un film sull’amicizia in un posto di preannunciata sconfitta. Come si può sfuggire alla coattagine? Semplice, a noi ha aiutato la cultura che avevamo in casa “.
Nel film c’è un’iniziazione involontaria alla delinquenza da parte di quelli che sarebbero potuti diventare davvero dei bravi ragazzi. Ovvero Mirko (Andrea Carpenzano), e Manolo (Matteo Olivetti) due giovani amici della periferia di Roma che vanno alla scuola alberghiera e sognano di fare i bartender. Due ragazzi come tanti, il primo con solo il padre (Max Tortora) e l’altro con madre separata (Milena Mancini). Una notte però si ritrovano ad investire con la loro utilitaria un uomo e decidono di scappare. L’uomo che hanno ucciso non è però uno qualsiasi, è un traditore, un infame. E questa tragedia si trasforma per loro in un colpo di fortuna: la vittima è un pentito di un clan criminale di zona e, facendolo fuori, i due ragazzi si sono guadagnati un ruolo, rispetto e denaro che non hanno mai avuto. Insomma un biglietto d’entrata dentro la malavita. Nel cast anche Luca Zingaretti nel ruolo di un boss.
“Con questo film volevamo raccontare com’è maledettamente facile assuefarsi al male – dichiarano-. In un mondo in cui la sofferenza è sinonimo di debolezza, i nostri protagonisti si spingeranno oltre il limite della sopportazione: vedere fin dove si può fingere di non sentire nulla”.
Il film, girato a Porta di Nona, (“una periferia magica con le casette colorate tra Pasolini, Tim Burton e Wes Anderson”) è già stato venduto dalla Cina ai Paesi Bassi, e ha già in vista due remake (in Usa uscirà con il titolo Boy Cry e in Francia con quello di Freres de sang).
Formidabili gli incontri felici dei due gemelli, quello con il produttore Agostino Saccà, agganciato in un teatro e subito innamorato della loro sceneggiatura e quello con Matteo Garrone che, dopo averli conosciuti, li ha coinvolti subito nella sceneggiatura di Dogman. Ma per loro a prevalere è sempre, su tutto, “la tenerezza e il valore dell’abbraccio” e così non a caso nel loro futuro anche una fiaba dark “tra Italo Calvino e Gianni Rodari che però – dicono – non gireremo in Italia”.
Hit parade, top Calcutta e Shawn MendesIl cantautore di Latina al vertice anche tra i vinili
ROMA01 giugno 201821:20
Doppia new entry al vertice della classifica Fimi-Gfk degli album più venduti della settimana: guadagna subito la vetta Calcutta con Evergreen, che segna il ritorno sulle scene del cantautore di Latina, seguito dal talentuoso Shawn Mendes, reduce dai Billboard Music Awards, con il suo terzo, omonimo disco.In una top ten che parla ancora il gergo multiforme del rap, scivola in terza posizione Notti brave di Carl Brave, nome d’arte di Carlo Luigi Coraggio. A seguire, perde due posizioni ed è quarto Capo Plaza con il suo disco di debutto, 20. Poi Davide, terzo album da solista di Gemitaiz. Risale tra le prime dieci posizioni (era 17/o la scorsa settimana) Thomas, sesto con Thomas 18 Edition, l’album con cui il finalista di Amici 17 festeggia la maggiore età, e precede Sfera Ebbasta con Rockstar, da ben 19 settimane in classifica.Chiudono la top ten Ultimo con Peter Pan, Post Malone con Beerbogns & Bentleys e Noyz Narcos con Enemy.Al primo posto dei singoli più venduti si conferma Italiana di J-Ax & Fedez, che questa sera concludono a San Siro un progetto trionfale di collaborazione. Tra i vinili, è in testa Calcutta con Evergreen.Ecco la top ten Fimi/Gfk degli album più venduti della settimana dal 25 al 31 maggio:
1) EVERGREEN, CALCUTTA (BOMBA DISCHI-SONY)
2) SHAWN MENDES, SHAWN MENDES (ISLAND-UNIVERSAL MUSIC)
3) NOTTI BRAVE, CARL BRAVE (UNIVERSAL-UNIVERSAL MUSIC)
4) 20, CAPO PLAZA (PLAZA MUSIC/STO RECORDS/ATLANTIC-WMI)
5) DAVIDE, GEMITAIZ (TANTA ROBA-UNIVERSAL MUSIC)
6) THOMAS 18 EDITION, THOMAS (WM ITALY-WMI)
7) ROCKSTAR, SFERA EBBASTA (DEF JAM RECORDINGS-UNIVERSAL MUSIC)
8) PETER PAN, ULTIMO (HONIRO-BELIEVE DISTRIBUTION SERVICE)
9) BEERBONGS & BENTLEYS, POST MALONE (UNIVERSAL RECORDS-
UNIVERSAL MUSIC)
10) ENEMY, NOYZ NARCOS (THAURUS-UNIVERSAL MUSIC)
Questa è la classifica dei singoli digitali più venduti:
1) ITALIANA, J-AX & FEDEZ (EPIC-SME)
2) TESLA, CAPO PLAZA FEAT. SFERA EBBASTA & DREFGOLD (PLAZA
MUSIC/STO RECORDS/ATLANTIC-WMI)
3) PEACE & LOVE, CHARLIE CHARLES, SFERA EBBASTA & GHALI
(UNIVERSAL MUSIC-UNI)
4) ZINGARELLO, GHALI FEAT. SICK LUKE (WM ITALY-WMI)
5) LA CINTURA, ALVARO SOLER (AIRFORCE1-UNI)
Questa, infine, la classifica dei vinili:
1) EVERGREEN, CALCUTTA (BOMBA DISCHI-SONY)
2) THE DARK SIDE OF THE MOON, PINK FLOYD (PARLOPHONE-WMI)
3) IL BELLO DI ESSERE J-AX – 25 ANNI DI SUCCESSI, J-AX (RCA
RECORD LABEL-SONY)
4) TRANQUILITY BASE HOTEL & CASINO, ARCTIC MONKEYS
(DOMINO-SELF)
5) PULSE, PINK FLOYD (PARLOPHONE – WMI)
Rubelli, l’archivio nel palazzo famigliaNuovo show room e in mostra tessuti Giò Ponti e sete del Bolshoi
VENEZIA01 giugno 201819:39
– VENEZIA, 1 GIU – Un simbolico ritorno alle origini per scommettere sul futuro: è la sfida che ha spinto il Gruppo Rubelli, storico nome di tessuti e arredamento, a trasferire il proprio showroom di vendita e la sede dell’archivio storico di Venezia a Ca’ Pisani Rubelli, a pochi passi da Palazzo Grassi, dimora che dalla fine dell’Ottocento è di proprietà della famiglia. Nel cuore dell’edificio gotico c’è ora l’archivio storico, che custodisce circa 7.000 documenti tessili e cartacei. Per il battesimo ufficiale sono stati allestiti due percorsi espositivi: uno sul tema dell’interpretazione dei filati d’oro dal Quattrocento (epoca del ‘Ganzo’, una seta quasi interamente coperta di decorazioni luminescenti) ad oggi, fino ad arrivare al prezioso tessuto Aurum in seta e fili d’oro dell’ultima collezione, realizzato appositamente per il sipario del Teatro Bolshoi. L’altro percorso è dedicato alla collaborazione con Rubelli, nei decenni, da parte di designer e stilisti, da Giò Ponti, a Roberta di Camerino.
Torna gnomone in Duomo FirenzeIl pubblico potrà assistere al fenomeno dal 7 giugno
FIRENZE01 giugno 201820:43
FIRENZE – Sarà visibile al pubblico anche quest’anno lo spettacolo dello ‘Gnomone’ del Duomo di Firenze, quando i raggi del sole scenderanno attraverso la Cupola del Brunelleschi per formare un’immagine del disco solare che andrà a sovrapporsi perfettamente a quella posta sul pavimento della cattedrale. Il fenomeno, nella cappella della Croce a sinistra dell’altare maggiore, sarà visibile al pubblico nei giorni 7, 12, 19 e 21 giugno 2018, dalle ore 12.30 alle 13.30, grazie all’Opera di Santa Maria del Fiore e al Comitato per la divulgazione dell’astronomia. Il 19 giugno la spiegazione sarà fatta in lingua inglese. Entrato probabilmente in funzione nel 1475, lo Gnomone fiorentino fu progettato per misurare la posizione del sole nel cielo, e con i suoi 90 metri di altezza è il più grande al mondo. L’altezza è tale che i raggi del Sole, passanti per il foro, colpiscono il pavimento della chiesa solo dalla fine di maggio al termine di luglio, e per pochi minuti prima e dopo mezzogiorno.
2 volte al mese al Cenacolo fino alle 22Tutte prime domeniche mese con ingresso gratuito e terzo sabato
MILANO01 giugno 201820:48
– MILANO, 1 GIU – Fino alla fine dell’anno per due volte al mese il Cenacolo sarà visitabile fino alle 22, con delle aperture straordinarie che permetteranno l’ingresso di 360 persone in più al giorno.
Grazie alla partnership fra JTI e il polo museale della Lombardia, che gestisce il Cenacolo, infatti l’Ultima cena di Leonardo si potrà ammirare dalle 19 alle 22 tutte le prime domeniche (quando l’ingresso è gratuito) e il terzo sabato di ogni mese.
Dei 360 posti disponibili, 180 posti non prenotabili in anticipo, ma acquistabili direttamente in cassa prima della visita per un massimo di cinque a persona. Gli altri sono in vendita online su vivaticket o possono essere acquistati chiamando il call center.
L’iniziativa prevede anche tre aperture straordinarie infrasettimanali, dalle 19.30 alle 21.30, rivolte ai detenuti delle strutture penitenziarie lombarde.
Il dito al Louvre è di mano Costantino ai CapitoliniForse si uniranno in mostra Un sogno d’Italia
ROMA01 giugno 201821:10
Appartiene alla mano della colossale quanto celebre statua di Costantino, uno dei capolavori dei Musei Capitolini, il dito in bronzo dorato che dal 1863 il Museo del Louvre possiede nelle sue raccolte. Il dito lungo 38 cm, viene dalla collezione del banchiere romano Giampietro Campana.
La scoperta è stata effettuata nell’ambito del progetto di ricerca sulla tecnica di produzione di grandi bronzi antichi condotto dal Museo del Louvre e dal Centro per la Ricerca e il Restauro dei Musei di Francia. L’identificazione si deve all’intuizione di Aurélia Azéma, studente di dottorato associato al programma di ricerca, e fa affidamento sull’analisi della composizione della lega e sullo studio delle tecniche di produzione. In vista dell’allestimento della mostra Un sogno d’Italia. La collezione del marchese Campana, che si terrà al Louvre dal 7 novembre 2018 all’11 febbraio 2019, in collaborazione con il museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, e per la quale si sta studiando la possibilità di una ulteriore tappa in Campidoglio, il Dipartimento del Museo delle Antichità Greche, Etrusche e Romane del Louvre ha voluto verificare questa ipotesi insieme ai Musei Capitolini.L’eccezionale scoperta è stata confermata il 17 maggio 2018, quando Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente Capitolino e Direttore dei Musei Civici di Roma Capitale, Françoise Gaultier, Direttore del Dipartimento delle Antichità Greche, Etrusche e Romane del Louvre, i ricercatori del Louvre e del C2RMF hanno verificato che la riproduzione in resina del dito, realizzata con un modello 3D, si adattava perfettamente alla mano. La ricerca in corso nella vecchia documentazione e negli archivi dovrebbe aiutare a capire quando il dito è stato staccato dalla mano e come è arrivato nella collezione Campana.
Secondo Presicce: ”Il dito verosimilmente si è staccato in occasione della separazione tra la mano e il globo che reggeva originariamente, quando nel 1584 quest’ultimo è stato collocato alla sommità della colonna miliaria del I Miglio della Via Appia, posta a decorazione della balaustra che chiude la piazza capitolina verso il Campo Marzio. In un’incisione pubblicata nel 1759 dall’abate Diego Revillas – continua – la mano risulta già priva del suo indice”. I Musei Capitolini stanno valutando l’ipotesi del prestito della mano di Costantino al Museo parigino in occasione della mostra ”Un sogno d’Italia. La collezione del marchese Campana”, mentre il Louvre sta studiando la possibilità di un accordo che permetterebbe di presentare, dopo la mostra di Parigi, la mano integrata dal dito ai Musei Capitolini.