Ultimo aggiornamento 10 Giugno, 2018, 00:21:51 di Maurizio Barra
DALLE 09:00 DI SABATO 9 GIUGNO 2018
ALLE 02:22 DI DOMENICA 10 GIUGNO 2018
Pa: Cgia, tempi lunghi per pagamenti
Media 2018 104 giorni, Spagna 56, Germania 33 e Regno Unito 26
VENEZIA09 giugno 201809:00
Tornano ad aumentare i tempi di pagamento della nostra Pa che ‘privano’ di 30 miliardi alle imprese. Lo segnala la Cgia la quale ricorda che dopo alcuni anni di progressiva diminuzione, dallo scorso gennaio ad oggi sono tornati a salire i tempi medi di pagamento della Pa.Se nel 2017 il compenso veniva corrisposto dopo 95 giorni dall’emissione della fattura – contro i 30 stabiliti dalla normativa europea che possono salire a 60 per alcune tipologie di forniture, come quelle sanitarie – nell’anno in corso la media è salita a 104 giorni.Nessun altra pubblica amministrazione (Pa) in Ue salda i debiti commerciali con tempi così lunghi. Rispetto alla media europea, ad esempio, in Italia i ritardi sono superiori di oltre due mesi (precisamente 63 giorni). Se in Italia i giorni medi necessari riferiti al 2018 sono saliti a 104, in Spagna e in Francia ci vogliono rispettivamente 56 e 55 giorni per liquidare i fornitori. In Germania, invece, il dato è salito a 33 giorni, mentre nel Regno Unito si è attestato a 26.
Boccia, Governo ora alla prova dei fattiBasta campagna elettorale, cominciare a lavorare per il Paese
RAPALLO (GENOVA)09 giugno 201820:31
Voglio lanciare un messaggio chiaro, chi vuol capire capisca: chi è contro l’industria è contro l’Italia” dice il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, di fronte alla platea dei giovani imprenditori al convegno di Rapallo. Sintetizza così due giorni in cui gli industriali hanno misurato gli spazi ed hanno delineato i confini per il confronto da aprire con il nuovo Governo Lega-M5s. Dopo il passo verso il dialogo degli under-40 (che hanno proposto la strada di un ‘patto generazionale’ con i giovani della nuova scena politica), il leader degli industriali sottolinea la “responsabilità” delle parti sociali di non sottrarsi al confronto, coglie e apprezza le parole di “moderazione” del premier Giuseppe Conte e del ministro e vicepremier Luigi Di Maio che “aprono un fronte di confronto” ma soprattutto avverte: con le amministrative “finisca la campagna elettorale e si cominci a governare il Paese. Evitiamo una nuova campagna elettorale” fino alle europee. “Ora il Paese va governato. Servono scelte. E queste scelte devono essere chiare. Non si può dire oggi una cosa e oggi un’altra”. I giovani imprenditori avrebbero voluto il neoministro del Lavoro e dello Sviluppo ospite al convegno, per avviare un confronto diretto. Senza interlocutori del nuovo Governo a Rapallo, come all’assemblea annuale dello scorso maggio, Confindustria si è quindi rivolta ad un convitato di pietra: “Ora Lega e M5s sono al governo del Paese, sono l’establishment, abbiamo bisogno di scelte coerenti”, dice Boccia; “E’ arrivato il momento in cui la politica deve trasformare le speranze in certezze, il tempo in cui le parole devono trasformarsi in fatti, scelte, priorità”.
Visco: ‘Sì a calo tasse ma rispetto vincoli’Bisogna vedere tempi e modi. Reddito inclusione positivo
BOLOGNA09 giugno 201812:50
“È una buona cosa riuscire a ridurre tutte le imposte perché dopo 50 anni ci vuole una riforma fiscale, ma bisogna vedere i modi e i tempi”.Lo ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco interpellato su Flat Tax e reddito di cittadinanza alla Repubblica delle idee, spiegando che “l’obbiettivo è positivo ed è ovvio che bisogna difendere i più deboli”.A suo avviso poi “il reddito d’inclusione va nella direzione che vuole essere rafforzata dal Governo, perché bisogna dare opportunità a tutti, ma bisogna capire i modi e i tempi e avere chiari i vincoli di bilancio”.
Per Visco, il rialzo dello spread è una “reazione emotiva” a cui si deve risponere con “elementi di razionalità. E’ evidente – ha proseguito – che i rischi sono percepiti, parliamo di tassi d’interesse e non di spread. Il nostro debito pubblico – ha spiegato – sta per 1/3 all’estero, il tasso è salito da sotto il due a sopra il 3% ed è salito perché è più difficile collocare i titoli di stato italiani” a suo avviso ci sono “rischi emotivi che hanno sempre dietro un tasso di razionalità: la componente del debito pubblico è rilevante, nel resto del mondo spesso si discute sul nostro Paese, parlando di corruzione, giustizia e tasso partecipazione al lavoro, ma il debito delle famiglie italiane è il più basso e la capacità delle imprese di esportare è alta”. “Di fatto – ha aggiunto- il debito degli italiani non è più alto della media dell’Ue, casomai il contrario”.”Fare una riforma fiscale – haq concluso il governatore – richiede delle scelte che debbono essere fatte con un approfondimento. Bisogna cercare di non avere troppe vie nazionali perché in Europa ci stiamo da europei e bisogna avere dei sistemi il più possibile uniformi sicuramente nel campo delle imposte ma credo che valga per molte altre cose”.