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SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

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Ultimo aggiornamento 6 Novembre, 2019, 15:12:14 di Maurizio Barra

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA TUTTE LE NOTIZIE IN TEMPO REALE

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ALLE 15:12 DI MERCOLEDì 06 NOVEMBRE 2019

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‘Bikeconomy’, fra memoria e visione
Volume scritto da avvocato Santilli e giornalista Soldavini

03 novembre 2019 13:04

– Itinerario, cammino, passione, futuro, storia che si fa prospettiva, memoria che guarda al domani. In due parole lo sguardo su un mondo antico e ora visionario, ma con le radici ben piantate nella società, e allo stesso tempo un impianto di analisi concreto e reale. Appaiono queste le linee guida – l’esplorazione di un universo non così conosciuto – di ‘Bikeconomy’, sottotitolo ‘Viaggio nel mondo che pedala’, che in maniera originale affronta un settore molto più complesso di quello che sembra e che potrebbe riservare più di una sorpresa sullo scacchiere dello sviluppo globale.
Il libro, edito da Egea casa editrice dell’Università Bocconi (18 euro, 166 pagg.), è stato scritto dall’avvocato d’affari Gianluca Santilli, che si definisce “ammalato delle due ruote”, e dal giornalista del Sole 24 Ore, Pierangelo Soldavini, esperto di tecnologia e innovazione e “innamorato della poesia del mondo legato alla bicicletta”.
Nel volume – ricco di dati, excursus, storie, ricordi – si affrontano tutte le potenzialità del settore della bicicletta e si aprono interrogativi, alla società civile ma anche nei fatti al mondo della politica, sui quali varrebbe la pena interrogarsi su più piani. La viabilità nelle città e nelle megalopoli, la nuova economia della condivisione, la logistica delle consegne a domicilio, la filosofia del benessere e del movimento lento, la sostenibilità, l’epica dell’avventura. Tutto però approfondito in modo rigoroso cosicché il contributo non sia solo di idee.

La paura tra Dustin Hoffman e Toni ServilloIn sala il nuovo thriller di Donato Carrisi

03 novembre 201913:50

Thriller, mistery, noir, horror, fantasy e anche un po’ fumetto, ‘L’uomo del labirinto’ di Donato Carrisi non manca certo di generi ed è labirintico anche riguardo a tempo e luogo. Tratto dal libro omonimo di Carrisi (Longanesi), il film, in sala da mercoledì 30 ottobre con Medusa in 400 copie, mette in campo un super cast con Toni Servillo, Dustin Hoffman, Valentina Bellè e Vinicio Marchioni per raccontare una storia nera dove a fare paura è un coniglio alla Donnie Darko. Di scena la storia di Samantha Andretti (Bellè), una ragazza rapita mentre si recava a scuola. L’investigatore privato Bruno Genko (Servillo) ha l’incarico di ritrovare la ragazzina, ma ogni tentativo risulta vano. Quindici anni dopo la ragazza si risveglia in un letto d’ospedale, è cosciente, ma non ricorda nulla. Ad assisterla un profiler, il dottor Green (Dustin Hoffman), che cerca in tutti i modi di recuperare la sua memoria. Chi l’ha tenuta prigioniera? Samantha si ricorda solo di un oscuro e buio labirinto dove è stata prigioniera tra fame, sete e terrore. Nel frattempo Genko, a cui è stato comunicato che ha solo due mesi di vita per una rara malattia di cuore, quando viene a sapere che Samantha è riapparsa, torna alle sue indagini. Tra agenti con tanto di distintivo al collo, un dipartimento persone scomparse che sembra uscito da un libro di Kafka, bar malfamati, un caldo che rende tutti sudati, un investigatore privato in bretelle alla guida di una Saab cabrio 900, il film scorre tra atmosfere alla David Lynch, tra realtà e fantasia, ma forse tutto quello che vediamo è solo nella testa dei protagonisti. “Sono partito da un dato di fatto – spiega oggi Carrisi, già autore de La ragazza nella nebbia -: la mia storica claustrofobia. Poi ci ho messo anche la mia paura del buio e inserito nel labirinto delle porte dietro le quali ci sono altrettante paure. Tutti abbiamo l’illusione di aver superato i nostri timori infantili e invece sono ancora lì”.
Dustin Hoffman? “È bastato raccontargli la storia e dirgli che c’era Toni Servillo ed ha subito accettato. Erano anni che non faceva ruoli da protagonista – spiega sempre Carrisi -. Dustin si è tanto divertito che non voleva andare più via da Cinecittà che per lui era come un tempio anche perché ci aveva girato Fellini”. Film di riferimento? “Sicuramente quelli di Lynch, ma anche ‘Game’ e ‘Il silenzio degli innocenti'”. Dice infine Servillo di questo film che va forte nelle vendite all’estero: “C’è il racconto di una città immaginaria non collocabile nel tempo e nello spazio, una sorta di labirinto mentale dove il mio personaggio, un detective chandleriano, si inoltra nei suoi personali gironi infernali”.

Moda green, dalle piume riciclate alla fur freeStella McCartney lancia gli stivali sostenibili con Hunter

03 novembre 201915:53

– Mentre Stella McCartney, pioniera della green fashion, in collaborazione con Hunter presenta i primi stivali in gomma sostenibile, e prepara il lancio della Koba Fur Free Fur, la prima pelliccia biologica prodotta con l’utilizzo d’ingredienti vegetali, giunge notizia che anche Thindown, primo unico tessuto di piuma al mondo interamente prodotto in Italia da Nipi (Natural Insulation Products Inc.) è ora disponibile nella nuova versione realizzata con piuma 100% riciclata.
Una “notiziona” perchè Thindown Recycled conferma l’attenzione da parte di chi l’ha creato, verso i prodotti naturali e lo sviluppo sostenibile: due requisiti ai quali si stanno convertendo la maggior parte delle case di moda, soprattutto quelle che realizzano piumini e capospalla imbottiti. Ma anche le aziende di ski e outdoor, sportswear, accessori, home, footwear, abbigliamento militare. Inoltre il nuovo material rispecchia il modello di produzione dell’economia circolare, che si basa sul riutilizzo delle materie prime estendendo il ciclo di vita dei prodotti per creare un sistema virtuoso. Il nuovo tessuto è “upcycle”, ovvero dona nuova vita e valore a un prodotto dismesso, riducendo al minimo gli scarti, consuma poca energia e produce un impatto minimo sull’ambiente.
La piuma utilizzata per Thindown Recycled, certificata GRS (Global Recycled Standard, standard internazionale della piuma riciclata) viene ricavata da piumini e coperte che hanno terminato il loro ciclo di vita. Di provenienza europea la piuma dismessa viene lavata, igienizzata depolverizzata, sterilizzata, rigenerata

L’autrice di ‘Piccole donne’ non amava Jo MarchLo racconta una nuova biografia su Louisa May Alcott

03 novembre 201916:02

03 novembre 201916:02

– Chiunque abbia letto e amato ‘Piccole donne’ ha identificato l’autrice Louisa May Alcott con la vivace ed esuberate protagonista del romanzo, Jo March. Se si considera poi che la giovane eroina fa di tutto per diventare scrittrice la sovrapposizione è completa. Ma un libro appena uscito per le edizioni ‘Jo March’, l’omonima piccola casa editrice umbra, viene a scardinare questo profondo credo che ha accomunato le appassionate lettrici di ‘Piccole donne’. Dunque, mentre attendiamo l’uscita del nuovo film sulle gesta delle quattro sorelle March, programmata per la fine di gennaio con un cast d’eccezione di cui fanno parte Saoirse Ronan, Emma Watson, Timothée Chalamet, Laura Dern e Meryl Streep, apprendiamo che la Alcott faticava moltissimo a riconoscersi nella sua eroina e ancor più nella famiglia esemplare e unita che aveva costruito intorno a lei. L’autrice della biografia sulla Alcott, Martha Saxton, americana nata a New York, insegnante all’all’Università di Amherst, lo ha scoperto andando alla ricerca della verità sulla scrittrice, scandagliando la sua vita lontano dal successo editoriale, nelle zone d’ombra della sua produzione letteraria più inquieta , nel profondo e sofferto rapporto con i genitori.

Fiorello testimonial traghetta nuovo pubblico su RaiPlayViva RaiPlay, lo show debutta per la app streaming

03 novembre 201919:47

Con un testimonial entusiasta come Fiorello, parte rinnovata la piattaforma RaiPlay, un catalogo praticamente infinito di film, fiction, documentari, programmi con lo spettatore-direttore a decidersi il palinsesto e a fruire di contenuti da pc, ta blet, smartphone e smart tv. Fiorello, che ha fatto un blitz da Mara Venier a Domenica in, si è lasciato contagiare dalla possibilità di traghettare nuovo pubblico tra i meandri contemporanei dello streaming. Si comincia ‘come esca’ su Rai1: dopo il Tg1 delle venti di lunedì 4 novembre partirà “Viva RaiPlay!”, il nuovo varietà di Fiorello, appuntamento quotidiano di quindici minuti che sarà in onda su Rai1 e RaiPlay per cinque giorni, fino all’8 novembre. Sarà un’anteprima dello show di 50 minuti che dal 13 novembre si vedrà in esclusiva sulla rinnovata piattaforma della Rai ogni mercoledì, giovedì e venerdì, sempre alle 20.30. Nella “multilocation” di via Asiago 10, storica sede di Rai Radio, andrà in scena un insolito e innovativo varietà, dove per varietà s’intende proprio la contaminazione e la diversificazione di stili, idee e linguaggi portati in scena da Fiorello. Il flusso di ospiti darà vita ad un imprevedibile spettacolo nello spettacolo con grandi nomi del mondo della musica e giovani star del web che si alterneranno sul palco, anzi sui palchi, di “Viva RaiPlay”. Al fianco di Fiorello ci sarà un cast composto da vecchie e nuove conoscenze: l’immancabile maestro Enrico Cremonesi, Danti, gli Urban Theory, i Gemelli di Guidonia, l’attore e regista Phaim Bhuiyan, un “inedito” Vincenzo Mollica e il tiktoker da 7 milioni di follower Luciano Spinelli.
“Il ‘Buonasera signori e signore’ sarà abolito, non c’è più sera, mattina o pomeriggio, è un contenuto che può essere visto in qualunque orario”. Con 18 show live pensati per la app di RaiPlay, Rosario Fiorello a quasi 60 anni torna in campo. La app con nuova grafica, menu semplificato e ricerca più intuitiva sbarcherà su tutti i device ma, soprattutto, RaiPlay diventerà un vero e proprio canale OTT che proporrà sia programmi in diretta che contenuti on demand e vere e proprie esclusive, come appunto il “Viva RaiPlay” di Fiorello. “Questo di VivaRaiPlay – ha detto Fiorello alla presentazione è un inizio, come la tv a colori, la terza rete. A volte mi sorprendo di come faccio ad accettare certe cose. Ho 60 anni, mi piacciono le sfide, se mi avessero chiesto di fare un programma di 4 puntate su Rai1 avrei detto di no, sarebbe statofacile, ma non altrettanto interessante. Farò uno show in 50 minuti, tutto da inventare, libero come sono sempre stato”.

Arrivano gli alieni di War of the WorldsByrne e McGovern nella serie Fox dal romanzo di H.G.Wells

03 novembre 201919:48

Il countdown all’invasione aliena è iniziato. Dal 4 novembre alle 22.05 su Fox (Sky, 112), andrà in onda War of the Worlds, la serie tratta dal romanzo fantascientifico e apocalittico di H.G. Wells ambientata ai giorni nostri e prodotta da Canal+ e Fox Networks Group Europe & Africa. Al centro della trama il primo contatto extraterrestre grazie all’intercettazione di una trasmissione proveniente da un’altra galassia che conferma definitivamente l’esistenza di vita intelligente fuori dal pianeta Terra. Mentre l’umanità attende l’evolversi degli eventi, lo scenario diventa presto catastrofico. La Terra viene pian piano invasa dagli alieni e la razza umana rischia lo sterminio. I sopravvissuti sono pochissimi e dovranno cercare di restare in vita cercando un rifugio sicuro in una nuova realtà dominata dagli alieni.
Il vincitore del Golden Globe e protagonista in Hereditary e In Treatment, Gabriel Byrne, guida il cast della nuova serie insieme a Elizabeth McGovern, candidata all’Oscar e di recente tornata alla fama per il ruolo della contessa Cora Crowley in Downton Abbey. La serie scritta e creata dal vincitore del premio Bafta Howard Overman (Misfits, Crazyhead, Merlin) ha in Gilles Coulier (De Dag, Cargo, The Natives) il regista dei primi quattro episodi e Richard Clark (Innocent, Versailles) per gli episodi dal quinto all’ottavo. Questa nuova versione, dopo gli illustri precedenti di Steven Spielberg e Orson Welles, è composta da 8 episodi da un’ora, e verrà trasmessa sui canali Fox di oltre 50 Paesi fra Europa e Africa.

Baudo, pronto a tornare, se nasci torero lo sei per sempreDa Diaco racconta “cinema e giornali, ma la tv mi manca”

3 novembre 201917:53

“Se non mi emozionasse, sarebbe tutto finito. L’emozione si trasmette attraverso la telecamera, la gente la percepisce a casa. Quindi io ogni volta che appaio in televisione, guardo la telecamera e quando si accende la lucetta rossa, io provo dei sentimenti” così Pippo Baudo intervistato da Pierluigi Diaco a io e Te su RaiUno ha parlato del suo rapporto con la tv. L’artista, colonna della televisione italiana, ha spiegato di trascorrere le sue giornate sempre in attività: “Vado molto al cinema, seguo sia il cinema italiano sia straniero. Devo dire che mi interesso molto. Leggo, ovviamente, tutti i giorni, sono informatissimo… i giornali per me sono un patrimonio del quale non posso fare a meno”. Baudo ha raccontato di non sentirsi in pensione ma anzi pronto se la tv lo chiamasse ancora: “Ci penso ci penso, certo, la voglia di stare sempre nell’arena c’è! Caro Diaco, quando uno nasce torero, deve fare il torero per tutta la vita, non c’è niente da fare!”. La tv gli manca e non ne fa mistero. I ricordi sono infiniti ma la giornata speciale della sua carriera risale al 1967, “quando fui chiamato da Guido Sacerdote che mi disse: “Tu sei il quarto presentatore per studio 1, devi partecipare assieme a Corrado, Mike, Tortora con Mina a una puntata di Studio 1 di Antonello Falqui”.

Festival Popoli, sold out Film Sea WatchFirenze,documentario illustra attività della ong in Mediterraneo

FIRENZE03 novembre 201917:53

Tutto esaurito in sala per la prima italiana del documentario ‘Sea-Watch 3’ al cinema La Compagnia di Firenze per l’inaugurazione del 60/o Festival dei Popoli, il festival dedicato al film documentario più antico d’Europa.
Presenti alla proiezione i registi Jonas Schreijäg e Nadia Kailouli che hanno raccontato come “hanno documentato, fin dal primo giorno, l’equipaggio della Sea Watch 3, da quando salvarono 53 persone su un gommone alla deriva e poi nei tempi successivi”. Il documentario illustra il susseguirsi delle vicende della ong fino a filmare quando la guardia costiera è salita a bordo per consegnare una comunicazione firmata dall’ex ministro Matteo Salvini. Il documentario dà particolare attenzione al ruolo ricoperto da medici e personale di bordo tra cui Carola Rackete. “Ci tengo a sottolineare – ha spiegato la regista – che il documentario non è su Carola Rackete ma un lavoro corale sulle vicissitudini di bordo dando spazio ai profughi e al personale”.

A gennaio 2020 The New Pope di Sorrentino

Diffuso teaser serie Sky-Hbo-Canal+ con John Malkovich e Jude Law

03 novembre 201918:42

Andrà in onda in esclusiva per l’Italia su Sky a gennaio 2020, The New Pope, la serie originale SKY-HBO-CANAL + creata e diretta dal Premio Oscar Paolo Sorrentino e ambientata in Vaticano. “Indolente, presuntuoso, irresponsabile, vanitoso” si autodefinisce il nuovo papa interpretato da John Malkovich nel nuovo trailer diffuso oggi e in cui tutta l’atmosfera provocatoria e trasgressiva della serie sembra venir fuori, a concludere con il sorriso irresistibile e beffardo di Pio XIII ossia Jude Law, il papa che è in coma ma ancora vivo. The New Pope, scritta da Paolo Sorrentino con Umberto Contarello e Stefano Bises, è in nove episodi, tutti diretti dal premio Oscar Sorrentino (ora in America a preparare il nuovo film, con Jennifer Lawrence protagonista, Mob Girl).
Prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside, parte di Fremantle, e co-prodotta da Haut et Court TV e The Mediapro Studio, la serie è distribuita da Fremantle. Il cast, oltre ai due volte nominati agli Oscar Jude Law e John Malkovich, include Silvio Orlando, Javier Cámara, Cécile de France, Ludivine Sagnier, Maurizio Lombardi, già protagonisti in “The Young Pope”. New entry nella serie sono Henry Goodman, Ulrich Thomsen, Mark Ivanir, Yuliya Snigir e Massimo Ghini e le guest star Sharon Stone e Marilyn Manson.The New Pope è una serie Sky Original, legata alla crescita di investimenti in produzioni originali Sky annunciati per il lancio di Sky Studios, la nuova casa di produzione e sviluppo pan-Europea. Ed è l’ultima, in ordine di tempo, delle serie esclusive targate Fremantle.
Fremantle ha ideato molte serie TV di successo tra cui L’amica geniale prodotta da Wildside in Italia, American Gods prodotta da Fremantle North America, Picnic a Hanging Rock prodotta da Fremantle Australia, The Rain prodotta da Miso e Deutschland 86 prodotta dalla UFA in Germania.

Casey Affleck padre post-apocalitticoAttore, Light of My Life è solo una storia per i miei figli

04 novembre 201909:37

A lui, uomo di oltre quarant’anni (Casey Affleck), tocca fare anche la mamma alla figlia Rag (Anna Pniowsky) di undici anni e spiegarle con grande imbarazzo che se un domani vedrà del sangue tra le gambe non deve preoccuparsi troppo. E questo poi in un mondo post-apocalittico, alla deriva, dopo che un virus ha sterminato gran parte della popolazione femminile e dove la figlia deve nascondersi. A raccontare tutto questo è ‘Light of My Life’ diretto, scritto ed interpretato da Casey Affleck, già film di chiusura ad Alice nella città e in sala dal 21 novembre con Notorious Pictures. “Un lavoro – dice oggi a Roma l’attore premio Oscar per Manchester by the sea – che parte proprio dalle storie che raccontavo per la buonanotte ai mie figli e nipoti e in cui, alla fine, parlo un po’ di me”. Siamo in un futuro prossimo dove una misteriosa malattia ha ucciso la maggior parte delle donne, sterminando quasi del tutto la popolazione femminile, e reso, anche per questa innaturale assenza, molto più violenti e brutali gli uomini sopravvissuti. Rag e suo padre cercano però di sopravvivere nascondendosi tra i boschi del Midwest pieni di neve. Al padre poi il compito di nascondere la figlia, a cui fa tagliare i capelli per farla sembrare un maschio e soprattutto quello di darle un’etica e i mezzi per sopravvivere da sola in caso lui venisse meno. Ma, nonostante precauzioni e accorgimenti, i due si troveranno a un certo punto ad affrontare una situazione che farà precipitare in un attimo il loro precario equilibrio. “Noi tutti cerchiamo di proteggere i nostri figli dal mondo, una cosa del tutto normale – spiega Affleck oggi a Roma -. Mentre scrivevo la sceneggiatura avevo un bambino molto piccolo perciò conosco bene cosa sia la voglia di proteggerli ed educarli. Anche se va detto – sottolinea – che il vero pathos nel film non viene tanto dalla minacce di questo mondo alla deriva, ma dall’inevitabile perdita d’innocenza”. Per quanto riguarda poi le tematiche del film e il suo significato più intimo, Affleck spiega come abbia fatto tesoro dell’esperienza sul set con Gus Van Sant in ‘Gerry’. “Ogni volta gli chiedevo dove stavamo andando – dice – lui mi spiegava che non lo sapeva affatto e che bisognava lasciar andare avanti le cose da sole”. Tanti i film e i libri a cui si è ispirato Casey Affleck come ‘I am legend’ o ‘La strada’ di Corman McCarty, “ma ho sempre cercato di essere originale per quanto possibile” dice l’attore 44enne che viene da una famiglia di artisti. Perché tanti film in Usa con un futuro negativo? “Forse perché non ci sono aspettative positive negli States”. Film femminista? “Forse sì, anche se non sono uno scrittore capace di indicare un particolare messaggio politico. Tiro solo fuori cose personali nei miei film”. L’Oscar? “Non credo abbia cambiato troppo la mia vita. Alla fine mi piace essere al servizio di una storia, ma ancor più forse stare sia avanti che dietro la macchina da presa. E questo per raccontare storie che parlano di me e di come vedo la vita”.

Artissima chiude con 55mila visitatoriA Torino 400 curatori e direttori musei, 5.500 collezionisti

TORINO03 novembre 201920:06

– Si chiude a Torino la 26esima edizione di Artissima, unica fiera italiana dedicata solo al contemporaneo, che si conferma tra i grandi appuntamenti internazionali del contemporanea. Sono stati 55 mila i visitatori all’Oval nelle quattro giornate di apertura, con 43 Paesi rappresentati da 208 gallerie, di cui 49 per la prima volta in fiera, 129 straniere. Oltre 400 i curatori e i direttori di musei presenti, il 68% provenienti dall’estero, e 5.500 i collezionisti.
“Sono soddisfatta per l’alto livello delle proposte e per essere riuscita a portare a Torino gallerie assenti da tempo”, commenta Ilaria Bonacossa, che ha diretto Artissima per il terzo anno consecutivo. “I commenti dei collezionisti e degli addetti ai lavori me lo confermano – aggiunge -: alla fiera sono stati riconosciuti un’energia creativa senza precedenti e un’attenzione particolare verso le pratiche sperimentali. Molti l’hanno definita la migliore edizione degli ultimi anni”.
L’appuntamento è per la prossima edizione a novembre 2020.
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Incassi Usa, in testa Terminator “delude attese”29 mln dollari per sesto film saga. Seguono Maleficent e Joker

04 novembre 201909:54

Il ritorno di Linda Hamilton, di nuovo in coppia con Arnold Schwarzenegger per il sesto capitolo del franchise Terminator (Terminator – Destino oscuro) ha deluso le attese, secondo gli analisti, al botteghino americano: appena 29 milioni di dollari al debutto per la pellicola diretta da Tim Miller e di nuovo con James Cameron produttore.
Nel weekend hanno debuttato anche Harriet, il film d’animazione Arctic Dogs (realizzato dall’italiano Iervolino), Motherless Brooklyn con Edward Norton. Per il secondo e terzo posto al b.o. Usa è battaglia tra Maleficent: Mistress of Evil e Joker: entrambi intorno ai 12.5 milioni di dollari nel fine settimana. Joker potrebbe sfiorare nel totale i 300 milioni di dollari dall’uscita 5 settimane fa (934 milioni worldwide) e diventare il settimo più grande successo americano di adattamento di un fumetto DC Comics. Quanto al secondo capitolo di Maleficent siamo intorno, secondo i dati Mojo, a 84 milioni di dollari per incasso Usa, 383 milioni worldwide in tre settimane.

The Irishman, i malinconici mafiosi di ScorseseDe Niro, Pacino e Pesci star film su sparizione Jimmy Hoffa

04 novembre 201909:42

Arriva in sala dal 4I al 6 novembre (p oi dal 27 su Netflix) il nuovo film di Martin Scorsese, The Irishman, una saga epica dove il passare degli anni e’ sottolineato dalla tecnologia digitale che ha ‘giocato’ con l’eta’ dei suoi principali protagonisti, tutti attori da Oscar come Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci. Un film molto malinconico, quasi un testamento, dove aleggia sempre la difficile condizione umana, la sua precarieta’. The Irishman e’ un’epica storia sulla criminalita’ organizzata nell’America dal dopoguerra ad oggi. La vicenda è raccontata da Frank Sheeran (De Niro) veterano della Seconda Guerra Mondiale, imbroglione, eterno gregario e soprattutto sicario che ha lavorato al fianco di alcune delle figure piu’ importanti del XX secolo tra cui il leggendario sindacalista Jimmy Hoffa (Pacino) con cui instaura un autentico rapporto di amicizia. Tratto dall’omonimo libro di Charles Brandt, il film racconta, nel corso di decenni (si arriva fino al 2000), uno dei piu’ grandi misteri irrisolti della storia statunitense, la scomparsa di Hoffa, basandosi anche su anni di interviste rilasciate da Frank Sheeran a Charles Brandt, noto procuratore che ha condotto innumerevoli inchieste sulla malavita americana. E l’Irlandese, come rivela il film e il libro, alla fine si e’ detto responsabile di piu’ di venticinque omicidi, tra cui quello dello stesso Jimmy Hoffa.
Sullo sfondo di rivelazioni come il coinvolgimento della mafia nell’assassinio dei Kennedy e il racconto del tradizionale rapporto tra politica e mafia in Usa, il film ci porta dentro il mondo criminale degli anni Settanta. Un mondo tutto maschile, fatto d’onore, rituali da rispettare, pistole da scegliere (secondo l’omicidio da perpetrare), camicie sporche di sangue da farsi lavare dalla disponibile moglie. Centrali in The Irishman i ‘duetti’ tra De Niro e Al Pacino, cosi’ bravi da fagocitare il film e farlo scomparire di fronte ai loro teatrini. Al Pacino/Hoffa e’ pieno di vezzi fino all’ossessione: intanto non sopporta i ritardi, ama il gelato e trova sconveniente ritrovarsi a un incontro di lavoro, anche fosse con il peggiore dei killer, con una persona non vestita adeguatamente. A rendere questo film una sorta di ibrido, tra classicita’ e avanguardia, e’ soprattutto il confronto con il tempo grazie alle tecnologie messe in campo per ringiovanire i protagonisti del film, che ha reso, tra l’altro, The Irishman un lavoro piu’ che travagliato a livello economico. Cosi’, non a caso, il film e’ passato dalle mani di una Paramount, spaventata dall’elevato costo della pellicola. Per l’effetto fontana della giovinezza delle attempate superstar – da Ray Romano a Jack Huston, da Bobby Cannavale a Stephen Graham da Harvey Keitel a Kathrine Narducci – e’ stata chiamata la “Industrial Light & Magic” gia’ resa celebre dalla saga di Star Wars. Si’ perche’, va detto, che questo film racconta di fine vita e destino umano, inizia non a caso in un ospizio dove troviamo un De Niro molto vecchio, un uomo che ha gia’ scelto e comprato la sua bara, che prega con un sacerdote e che dice, con immensa complicita’, a una giovane infermiera che lo assiste: “Stia attenta il tempo va veloce”.
Frase cult del film, quella cinica di Sheeran: “Perche’ tre persone mantengano il segreto, due devono essere gia’ morte”.

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Lilli Gruber, è tempo di dire ‘Basta!’
Giornalista firma pamphlet contro “politica del testosterone”

04 novembre 201909:44

LILLI GRUBER, ‘BASTA! IL POTERE DELLE DONNE CONTRO LA POLITICA DEL TESTOSTERONE’ (SOLFERINO, pp. 192 – 13,90 euro). Aggressioni scioviniste sul web, risse, stuðpri, omicidi. L’invisibilità delle donne, escluse dai ruoli decisionali. In una parola: il machiðsmo al potere. “E’ tempo di dire ‘basta'”. Dalla scrivania di Otto e mezzo Lilli Gruber scende in campo, anzi, in libreria, con il suo ultimo lavoro, vero e proprio reportage dal fronte della battaglia per il potere femminile, che quel monito lo incide persino sul titolo in copertina: “Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone”, edito da Solferino.
“E’ evidente, in questi tempi travagliati, che esiste un rapporto diretto tra suprematismo bianco, razzismo e machismo”, denuncia lei. Ma attenzione. “Questa non è una battaglia femminista, come non è un libro contro i maschietti ma di giustizia, di democrazia – precisa presentando il libro – Un mondo costruito solo da uomini non può funzionare, anche per molti di loro”. E per sgombrare subito ogni dubbio, prosegue: “La battaglia per la parità tra uomini e donne non è di destra né di sinistra. Anzi, siccome la nostra politica e le politiche hanno dato prova di saper fare battaglie bipartisan quando si tratta di donne, lancio loro un appello. Sono sicura che anche le parlamentari della Lega non possono essere favorevoli, ad esempio, a certi linguaggi sessisti quando i loro colleghi maschi si rivolgono a loro”.
E proprio dall’incontro con l’allora vicepremier, Matteo Salvini, parte la riflessione, ricostruendo nel libro quello scambio di battute alla vigilia di una puntata di Otto e mezzo.
“Domani devo andare da Lilli Gruber: simpatia portami via”, disse lui a un comizio. “Se le sue promesse elettorali sono così farlocche come il mazzo di fiori per me – replicò lei davanti alle mancate scuse – non sono messi tanto bene i suoi elettori”.
Da lì la Gruber parte per un viaggio nel modo sessista e maschilista che ha assediato e insultato la capitana Carola Rakete; delle donne che accusano Trump di molestie; o di Canan KaftancÕoğlu, responsabile regionale del Chp, condannata a oltre nove anni di carcere perché, dice, alle elezioni Erdogan “ha perso e noi abbiamo vinto. Perché sono una donna e i maschi misogini hanno paura delle donne”. E ancora le calciatrici azzurre (ma non solo) che nonostante l’exploit ai Mondiali non sono considerate professioniste e non godono di nessuno dei diritti (o stipendi) dei loro colleghi maschietti.
“Il problema è che invece noi ci ritroviamo a discutere del muscolo centrale che gli uomini non sanno controllare – prosegue la Gruber – È un dato di fatto. Le cose devono cambiare. Lo dicono anche i numeri”. Nel libro ne riporta di emblematici.
Come il 22% di giovani donne in più, rispetto ai loro coetanei, che vivono in estrema poverðððtà. I 200 milioni di bambine che hanno subito mutilazioni genitali. Le 39 nazioðni dove la legge ereditaria non è uguale per figli e figlie o i 49 paesi dove non esiste una norma sulla violenza doðmestica. Mentre ogni tre giorni si piange un femminicidio in Italia. E ancora, “a chi appartiene il terreno coltivabile sul pianeta? – chiede – Alle donne, per il 13%”, mentre per la FAO se le donne se avessero parità di accesso alle riðsorse produttive i raccolti potrebbeðro aumentare di quasi un terzo. Senza contare che il 75% del lavoro mondiale non retribuito è svolto da donne (McKinsey ne calcola il valore in circa 10 trilioni di dollari), mentre le aziende con cda anche femminile contano il 20% in più di profitto e se l’intero pianeta accelerasse sulla via verso la parità di genere, nel 2025 la crescita del Pil globale sarebbe di 12 trilioni.
Tre le proposte da mettere in atto subito. “La tecnologia a servizio delle donne, contro la violenza – scrive la giornalista – Tolleranza zero per la volgarità, sui social come in strada.
Quote rosa: vere e ovunque”. E qualche consiglio per le ragazze, a partire da “non abbiate paura del potere”. Anzi, “dopo aver ben studiato il campo di gioco, andate a prendervi ciò che vi spetta. E studiate. Sempre, tutto, un sacco. Il lato positivo dell’intollerabile lassismo di questi tempi è che incontrerete uomini impreparati. Autocompiaciuti. Rilassati. Hanno dalla loro millenni di storia in cui sono stati ascoltati solo in quanto maschi”.

Iggy Pop negli scatti di Esther FriedmanGli anni berlinesi, dal 1976 al ’78, in 25 foto a Bologna

BOLOGNA04 novembre 201910:56

– Una mostra fotografica su Iggy Pop, ‘The Passenger’, per celebrare il 30/o anniversario della caduta del muro di Berlino. La ospita dal 7 novembre all’8 dicembre la galleria Ono arte contemporanea di Bologna: si compone di 25 immagini realizzate dalla fotografa tedesca Esther Friedman, sua compagna per sette anni, oltre a una proiezione che ricostruisce il landscape urbano di Berlino, Est e Ovest.
Dal ’76 al ’78 Iggy Pop e David Bowie vissero nella Berlino divisa dal muro al numero 155 di Hauptstrasse, in un quartiere abitato in prevalenza da immigrati turchi. Quei due anni diedero vita ad alcuni dei dischi più importanti e innovativi della storia della musica pop. La relazione sentimentale che Esther e Iggy iniziarono nel ’77 permise alla fotografa tedesca di ritrarre James Newell Osterberg, alias Iggy Pop, nel loro appartamento, in giro per Berlino, in tour negli Usa, in vacanza in Kenya: negli scatti perlopiù in bianco e nero di quegli anni emerge l’aspetto creativo-distruttivo dell’ex Stooges.

Incassi, in testa gli Addams e Siani secondoContinua il successo di Joker che supera i 27 milioni totali

04 novembre 201914:19

Halloween e il Ponte di Ognissanti spingono in alto gli incassi del box office in generale e soprattutto quelli di un film a tema come La Famiglia Addams. Il botteghino italiano sfiora i 17 milioni in crescita dell’89% sulla settimana scorsa e del 12.05% rispetto alla stessa settimana di un anno fa. Il film di Greg Tiernan e Conrad Vernon dedicato a Morticia e Gomez va in testa 3 milioni 543 mila euro incassati in 4 giorni. La media è di 6.712 euro su 528 schermi.
Parte bene la “favola” Il giorno più bello del mondo di e con Alessandro Siani: il guadagno è di 2 milioni 925 mila euro con una media di 5.781 euro su 506 sale.
In calo del 12% e di due posizioni, scende al terzo posto l’Angelina Jolie-Maleficient che incassa 2 milioni 219 mila per un totale di 10 milioni 570 mila. Continua il successo di Joker con Joaquin Phoenix che mette via 2 milioni 209 mila con complessivo record di 27 milioni 36 mila e una media di 5.523 su 400 schermi.

Il maltempo non ferma la domenica gratis nei museiBoom per l’archeologia, oltre 22mila presenze al Colosseo

04 novembre 201912:19

– Ancora record di ingressi per la prima domenica gratuita di novembre. La forte ondata di maltempo – sottolinea in una nota il ministero dei Beni culturali e del Turismo – non ha ridotto il numero dei visitatori nei musei e nei parchi archeologici dello Stato. Ecco alcuni dati del 3 novembre: Parco del Colosseo: 22.373; Pompei: 9.324; Musei Reali di Torino: 8.911; Museo Nazionale Romano: 7.482; Museo Archeologico Nazionale di Napoli: 6.848; Palazzo Barberini e Palazzo Corsini: 4.682; Galleria Nazionale delle Marche: 3.878; Pinacoteca di Brera: 3.782; Museo e Real Bosco di Capodimonte: 3.757; Gallerie dell’Accademia di Venezia: 2.135; Paestum: 1.686; Museo Archeologico Nazionale di Taranto: 1.516; Palazzo Reale di Genova: 1.457; Parco Archeologico di Ercolano: 1.299.
La #domenicalmuseo è l’iniziativa introdotta nel luglio del 2014 dal ministro per i beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini, che prevede l’ingresso gratuito in tutti i musei e nei parchi archeologici statali ogni prima domenica del mese e che dalla sua introduzione ha portato al museo circa 15 milioni di visitatori.

Blade Runner, quando il futuro diventa il presenteFilm cult di Ridley Scott è ambientato nel novembre 2019

NEW YORK05 novembre 201914:58

Quando il futuro diventa il presente. Blade Runner, il capolavoro di Ridley Scott ispirato al racconto di fantascienza di Philip K. Dick “Il cacciatore di androidi”, ha raggiunto il target della data in cui e’ ambientato: novembre 2019. Nel 1982 Scott aveva immaginato una Los Angeles in disfacimento. Palle di fuoco esplodono nel cielo di una metropoli distopica perennemente avvolta dallo smog che offusca il Sole e produce una pioggia continua, probabilmente acida.Inquinamento, clima impazzito, avidità delle corporation, governi repressivi e una popolazione che fatica a mantenere la propria umanità. Sui social media i primi fotogrammi del film hanno fatto trend assieme alla consapevolezza che 37 anni fa in tante cose il regista aveva visto giusto. Rutger Hauer, il replicante filosofo Roy Batty il cui monologo cult “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare… e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia” segna l’epilogo del film, non ce l’ha fatta a vedere il giorno in cui il film che lo rese icona ha raggiunto la sua data di scadenza. L’attore olandese dagli occhi di ghiaccio, che in Blade Runner recitava accanto a Harrison Ford e Sean Young, e’ morto in luglio a 75 anni, ancora grato per aver avuto l’opportunità di far parte del cast, a differenza di Ford, che aveva trovato la lavorazione troppo scomoda, soprattutto per la pioggia incessante. Mentre nella vera Los Angeles un novembre secco e caldo alimenta gli incendi che hanno messo in allerta milioni di persone, su Twitter gli ammiratori del film si sono impegnati a confrontare come il futuro di Ridley Scott coincida con il loro presente.Se le auto volanti che solcano il cielo lasciandosi dietro una scia di fuoco non esistono ancora, se la robotica dietro gli androidi “piu’ umani dell’umano” Zhora, Pris, Roy e Leon non e’ ancora realta’, l’intelligenza artificiale sta diventando ogni giorno sempre piu’ intelligente. Non esistono cellulari e smartphone nel mondo di Blade Runner, ma Harrison Ford (il cacciatore di replicanti Rick Deckard) parla in video call con Zhora, anticipando le videochiamate di Skype, Whatsup e FaceTime, mentre gli assistenti vocali usati da Deckard e da Eldon Tyrell, il fondatore dell’azienda che fabbrica i replicanti, evocano gli attuali Siri di Apple o Alexa di Amazon.

Padova, concerto 60 anni Solisti VenetiIn programma Tchaikovsky e Strauss per ‘eredi’ Claudio Scimone

PADOVA04 novembre 201913:02

– Compie 60 anni il 10 novembre prossimo l’Orchestra “I Solisti Veneti” storico ensemble diretto dal Maestro Giuliano Carella, erede della bacchetta di Claudio Scimone, che celebrerà l’anniversario con un concerto speciale all’Auditorium Pollini.
Due opere costituiscono il programma: la Serenata per archi op. 48 di Tchaikovsky e “Metamorfosi” per 23 archi solisti di Richard Strauss. Composta a San Pietroburgo nel 1880, dedicata a Karl Albrecht ma eseguita la prima volta solo l’anno successivo, la Serenata di Tchaikovsky è opera che Scimone amava particolarmente ed è apparsa già nei primi programmi dei “Solisti”. Altrettanto emblematica la “Metamorfosi” di Strauss, scaturita da alcuni versi di Goethe.

Bolaffi, asta opere Boetti e Carol RamaLa vendita all’incanto a Torino mercoledì 6 novembre

TORINO04 novembre 201913:26

– Dalle opere di Alighiero Boetti al design di Gio Ponti passando per gli scatti di Nobuyoshi Araki e alle litografie di Joan Mirò. Sono oltre 550 le opere, provenienti da prestigiose collezioni, che Bolaffi vende all’asta mercoledì 6 novembre a Torino. In catalogo arte italiana e internazionale del XX secolo storicizzato nelle sue principali espressioni – dalla fotografia e il design alla pittura e i multipli – con alcune incursioni nel XXI secolo.
Top lot due importanti lavori di Alighiero Boetti: il grande arazzo “1978”, opera iconica dell’ultimo anno dell’avventura in Afghanistan, del valore superiore ai 165 mila euro; e “Aerei” un trittico con una esplosione di aerei sullo sfondo di un cielo/mare di onde d’inchiostro blu (stima 145-165 mila euro).
All’incanto anche ‘On the road’ di Carol Rama (60-80 mila euro), tre opere di Felice Casorati e un’importante opera di Ugo Nespolo. L’asta propone anche un ricco insieme di oggetti di design e di fotografie d’autore.

Il premio Goncourt 2019 a Jean-Paul DuboisPer il romanzo ‘Tous les hommes n’habitent pas le monde de la meme façon’. Non ce l’ha fatta la Nothomb

PARIGI05 novembre 201910:51

Lo scrittore francese Jean-Paul Dubois, 69 anni, ha vinto il Prix Goncourt 2019 per ‘Tous les hommes n’habitent pas le monde de la meme façon’, romanzo nostalgico sulla felicità perduta: l’annuncio è stato fatto, come di consueto, durante la cerimonia di premiazione al ristorante Drouant di Parigi. Non ce l’ha fatta l’autrice best-seller belga, Amélie Nothomb, in corsa con ‘Soif’, già grande successo di libreria a tre mesi dalla sua uscita.

Moda: Zac Posen dice addio alla sua House of ZEx enfant prodige Usa su Instagram, cercava socio finanziatore

04 novembre 201913:59

– “Voglio esprimere il mio apprezzamento al nostro straordinario team e a tutti coloro che hanno sostenuto me e il marchio. Devo molta gratitudine per il loro costante sostegno e dedizione alla società. Sono grato alla squadra che ha prestato il suo incomparabile talento e impegno lungo il mio cammino. Rimango incredibilmente orgoglioso di ciò che abbiamo creato e speriamo per il futuro. Love ZP”. Con questo messaggio postato due giorni fa su Instagram, Zac Posen, enfant prodige della moda americana che ha creato incredibili mise da red carpet – tra corsetti, taffetà, strascichi, volants: le silhouette a sirena h stregato star come Katie Holmes e Rihanna, Dita Von Teese e Sarah Jessica Parker, Oprah Winfrey e Natalie Portman- ha annunciato di dover chiudere il suo atelier.
La House of Z, dopo mesi di tentativi per salvare l’etichetta, chiude per non aver trovato partner finanziatori, come rivela il designer a Vogue Us. Ma l’uscita di scena potrebbe essere momentanea come si evince dal post che accompagna una foto del team che lo stilista ringrazia con affetto sul social network.
Classe 1980, Posen è americano di origine boema. Diplomatosi giovanissimo alla Central Saint Martins, nel 2002 fonda la propria casa di moda. Le sue sfilate e i suoi abiti scultorei diventano presto i più apprezzati negli Usa. Posen viene premiato nel 2004 ai CFDA Awards. Crea la linea low-budget ZAC, Posen diventa direttore creativo per Brooks Brothers, disegna le divise di Delta Airlines e per sei anni partecipa al talent show Project Runway.

Nasce il ‘Dizionario che cura le parole’Omaggio al linguista scomparso due anni fa, edito da Sui Generis

TORINO04 novembre 201915:03

– Da ‘odio’ a ‘verità’, da ‘politica’ a ‘populismo’, ma anche ‘cura’ e ‘coraggio’: sono alcune delle parole che compaiono nel ‘Dizionario che cura le parole’ della casa editrice Sui Generis, realizzato dal Fondo Tullio De Mauro con il sostegno della Fondazione Crt, presentato oggi a Torino.
“La mancanza di parole, l’incapacità di usarle o di comprenderle – si legge nella prefazione firmata dal presidente della Fondazione Crt, Giovanni Quaglia – possono lasciare spazio alla paura e alla diffidenza. Avere a cuore le parole significa occuparsi del bene della comunità e delle persone”.
Le voci del Dizionario sono compilate ciascuna da un esperto diverso: sociologi, filosofi, politologi, storici, scrittori. Il volumetto non è un testo finito, ma si arricchirà con ulteriori termini, frutto degli appuntamenti del ciclo Il Potere delle Parole organizzati nella sede del Fondo De Mauro, nel centro di Torino, dove è ospitato un migliaio dei libri del linguista scomparso quasi due anni fa.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

The Affair, arriva l’ultima stagione
New entry il premio oscar Anna Paquin

04 novembre 201915:17

– La vita, quello che siamo, non sono che le conseguenze delle scelte che compiamo. E accettarne le ripercussioni non è mai facile, specialmente quando figli e sentimenti si mettono di mezzo. Tra amori senza fine, matrimoni finiti in pezzi e strazianti addii, ritorna, per una quinta e ultima stagione, The Affair, la serie Showtime firmata da Sarah Treem (House of Cards) e Hagai Levi – già insieme per In Treatment – che partirà il 5 novembre, tutti i martedì alle 21.15 su Sky Atlantic.
Attraversoo i ricordi e le diverse prospettive dei protagonisti, la quinta stagione racconta gli effetti provocati dalle travolgenti relazioni extraconiugali intavolate nelle passate stagioni dai personaggi che, adesso, non possono più restare indifferenti alle conseguenze delle loro scelte. Ma la cosa ancor più difficile sarà fare i conti con la realtà: per cambiare il loro futuro, devono prima venire a patti con il loro passato. Mentre Helen, interpretata da Maura Tierney (E.R. The Good Wife) che con questa serie ha conquistato un Golden Globe, si ritrova coinvolta in una nuova e inebriante relazione con una carismatica star del cinema (la guest star Claes Bang, The Square), Noah (Mona Lisa Smile, The Wire) deve mettere da parte orgoglio e gelosia per occuparsi della loro famiglia. Ma proprio quando le cose sembrano essersi stabilizzate, qualcuno riemerge dal passato mettendo di nuovo in subbuglio la loro vita. Il tempo passa per tutti, ma non sempre cancella il dolore. Lo sa bene Joanie Lockhart (Anna Paquin, al suo debutto nella serie), la figlia di Alison e Cole che, ormai adulta, ritorna per scoprire cosa è successo veramente alla madre, chiudendo così il cerchio dell’intera storia.
A completare il cast insieme a Maura Tierney, Dominic West, Anna Paquin e Claes Bang, Julia Goldani Telles (Bunheads) e Jadon Sand nei panni dei figli di Noah ed Helen; Sanaa Lathan (Now You See Me 2, American Assassin, Nip/Tuck) torna a vestire i panni della fidanzata di Noha, nonché preside della scuola dove lui insegna. Tra le guest star Jennifer Jason Leigh (Patrick Melrose), Lyriq Bent (She’s Gotta Have It), Russell Hornsby (Barriere), Emily Browning (American Gods), Omar Metwally (Mr. Robot), John Doman (I Borgia), Kathleen Chalfant (The Guardian), Max Fowler (The Killing), Michael Braun, Abigail Dylan Harrison e Jake Siciliano.

Morto Vanni Leopardi, discendente e testimonial di GiacomoUna vita per accompagnare la poetica leopardiana nella modernità

RECANATI04 novembre 201915:28

– E’ morto il conte Vanni Leopardi, discendente del poeta. Aveva 77 anni ed era malato da tempo.
Considerato il decano di Casa Leopardi, è stato molto attivo nel promuovere la figura e l’opera di Giacomo in Italia e all’estero, un testimonial a tutti gli effetti della poetica leopardiana che ha accompagnato con successo nella modernità. la morte lo ha colto al culmine delle celebrazioni per il bicentenario de L’Infinito. A settembre aveva partecipato all’inaugurazione dell’Orto dell’Infinito con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma sono state moltissime lo occasioni che lo hanno visto in prima linea nella valorizzazione dell’opera leopardiana, dal’apertura di Palazzo Leopardi al pubblico, alle manifestazioni di giugno a Recanati, alla celebre diretta Tv con Carmelo Bene affacciato sulla piazzola del Sabato del Villaggio nel 1987, fino alle celebrazioni per l’Infinito.
Lascia la figlia Olimpia, con i tre nipoti e il fratello Mimmo.
I funerali mercoledì alle 16 a Recanati.

Santa Cecilia, Brunello e i capolavori di BachAl violoncello piccolo con le Sonate 1 e 2 e la Suite n. 5

04 novembre 201915:56

– Mario Brunello, considerato ra i massimi interpreti contemporanei della letteratura violoncellistica, torna ospite dell’Accademia di Santa Cecilia per la Stagione da Camera mercoledì 6 novembre ore 20.30 (Sala Sinopoli, Auditorium Parco della Musica) con una monografia dedicata a Bach. Il violoncellista veneto, come ogni concerto, unisce alla bellezza del repertorio la spiegazione dei brani scelti, per questa occasione le Sonate per violino numero 1 e 2, eseguite su violoncello piccolo, strumento che assomiglia a un violoncello, ma accordato come il violino, molto di moda negli anni venti del Settecento, scomparve quasi del tutto verso la fine dello stesso secolo.
“Così la musica acquista più colore e grana” spiega Brunello, che completerà il programma con la Suite per violoncello n. 5, opera tra le più virtuose mai scritte per violoncello solo. Il concerto del 6 novembre sarà il primo dei quattro appuntamenti – due in questa stagione e due nella prossima – in cui Mario Brunello racconta ed esegue tutto il repertorio di Bach per arco utilizzando il violoncello piccolo. Il prossimo concerto è in programma il 29 gennaio con l’esecuzione della Partita per violino n. 1 e n. 3 e la Suite per violoncello n. 6.

Ken Follett fan di Donato CarrisiGrande giallista twitta trailer L’uomo del labirinto

04 novembre 201916:02

– Ken Follett ‘fan’ di Donato Carrisi.
L’illustre collega dopo aver visto il film, L’uomo del Labirinto’, secondo lungomentraggio del giallista, fa il suo endorsement twittando sul suo profilo ufficiale: Watch out for “Into the Labyrinth” (L’Uomo Del Labirinto), written by Donato Carrisi. Intriguing and very scary.
https://t.co/4qqindVGfK— Ken Follett (@KMFollett) November 3, 2019 Prodotto da Gavila e Colorado Film e distribuito da Medusa, il film con Toni Servillo e Dustin Hoffman nel primo week end di programmazione ha raggiunto un incasso pari a 1.262.000 euro mentre “Doctor Sleep”, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, si ferma a 1.118.000.

Moda: svolta da Camicissima con il “Non Iron”Camicie che non si stirano già diffuse da anni negli Usa

04 novembre 201918:23

Camicissima lancia la camicia Non Iron, che, come lascia intuire il nome, non ha bisogno di essere stirata. #Noniron24h – 24 Hours Perfection, è un progetto link tra Digital e Retail che ha l’obiettivo di approfondire il mondo Non Iron. Per Camicissima e per il mercato italiano, una svolta, visto che negli Stati Uniti le camicie che non si stirano sono in vendita da diversi decenni .
Da lunedì 4 novembre una speciale installazione pop appare nei flagship in tutta Italia, per segnalare la novità che in realtà esisiteva già per l’azienda ma non era stata pubblicizzata con una  campagna dedicata.
Parallelamente le social properties del brand inizieranno a proporre la novità attraverso gli scatti realizzati da Nima Samiee, fotografo e video-maker di origini persiane, già autore di importanti campagne digital per prestigiose maison.
“La camicia Non Iron è un prodotto innovativo e multi-generazionale allo stesso tempo- commenta Fabio Candido, ad di Fenicia spa, società a cui fa capo il marchio -. Ideale per i giovani e le loro occasioni speciali, ma anche per un uomo più maturo con la sua routine”.

Moda: campagna Natale di Coach con Kate MossWonder for all. Foto di Juargen Teller

04 novembre 201916:33

– Coach svela “Wonder For All”, la campagna per le festività natalizie 2019 con un cast stellare che include l’attrice Yara Shahidi, la top model Kate Moss, il rapper Megan Thee Stallion nella sua prima campagna di moda, Spike e Tonya Lee. La campagna segue il gruppo di festaioli mentre si riunisce a un party improvvisato in una brownstone di New York.
Catturando l’atmosfera magica del periodo, la campagna difende la credenza di riunirsi per le feste e lo spirito inclusivo di New York. Fotografata da Juergen Teller, che ha debuttato con la sua prima campagna per Coach lo scorso autunno, la campagna colorata e irriverente evidenzia l’individualità dei membri del cast. Ambientata nell’Upper West Sidela campagna vede i protagonisti che comprendono anche l’attore Miles Heizer e un’inaspettata amica piumata, riuniti in scene allegre e non filtrate che mettono in risalto lo spirito giocoso della casa.
La campagna introduce anche la nuova collezione Horse and Carriage di Coach, che reinventa l’iconico motivo degli anni ’50 come un modello colorato e vivace su abiti e borse, tra cui la nuova versione della Kat Saddle Bag, indossata da Kate Moss.

Hans Zimmer torna in Italia nel 2021Il 17 marzo a Bologna, il 18 a Milano

04 novembre 201917:05

– Hans Zimmer, uno dei produttori musicali tra i più celebri al mondo, tornerà in Italia nel 2021 con band, orchestra e coro per l”Hans Zimmer Live The New Experience Europe Tour’, durante il quale proporrà le colonne sonore più significative della sua carriera. Due le date in calendario: il 17 marzo all’Unipol Arena a Bologna e il 18 marzo al Mediolanum Forum di Assago (Milano).
Zimmer, tra i compositori più richiesti di Hollywood, vanta una lista incredibile di riconoscimenti: nel 1995 vince un Premio Oscar nella categoria Miglior colonna sonora per Il re leone, della Disney, due Golden Globes, il primo sempre per Il re Leone, il secondo per la Miglior colonna sonora per Il Gladiatore (2001), quattro Grammy Awards e tre Brit Awards. A questi si aggiunge un numero considerevole di candidature per le colonne sonore di Inception di Christopher Nolan, Sherlock Holmes, Rain Man, Qualcosa è cambiato, La sottile linea rossa e Il principe d’Egitto, film d’animazione della DreamWorks. Nel 2003, la ASCAP (American Society of Composers, Authors and Publishers) gli conferisce il premio Lifetime Achievement per i suoi risultati. L’artista ottiene anche una stella a suo nome sulla Hollywood Walk of Fame nel dicembre del 2010.
Oltre che alla cinematografia, l’artista si dedica spesso ad altri settori. Nel 2014 firma l’inno ufficiale del Tomorrowland, celebre festival di musica elettronica, mentre nel 2018, in occasione dei Mondiali di Calcio in Russia, scrive, insieme a Lorne Balfe, il tema ufficiale per la FIFA, dal titolo ‘Living Football’. Nello stesso anno è autore della colonna sonora per il film Widows, diretto da Steve McQueen, regista con il quale aveva già lavorato per la pellicola 12 anni schiavo.

Piero Pelù torna in tourSei date dal 13 novembre, il via da Roma

04 novembre 201917:45

– Piero Pelù, in pausa dai Litfiba, torna live dal 13 novembre con “Benvenuto al mondo Tour”: 6 date in stile Pelù! Ospiti sul palco Andrea Appino degli Zen Circus, Erriquez e Finaz della Bandabardó, Rancore e opening act di Alosi e i Life in the woods.
“Sono felice e orgoglioso di condividere il palco di questo tour di riscaldamento, oltre che con i miei magnifici Bandidos, anche con artisti di grande calibro come Andrea Appino degli Zen Circus, Erriquez e Finaz della Bandabardó, Rancore, Alosi e i Life in the woods”, ha dichiarato il rocker.
Queste le date: 13 novembre Roma (ospiti Andrea Appino degli Zen Circus e Rancore), 15 novembre Bologna (opening act Alosi), 16 novembre San Biagio di Callalta (Treviso) (opening act Alosi), 19 novembre Milano (opening act Alosi), 20 novembre Venaria Reale (Torino) (opening act Alosi), 22 novembre Firenze (ospiti Erriquez e Finaz della Bandabardó e opening i Life in the woods).

Hit parade, Emma si prende la vettaTra le new entry anche Mengoni, Fabri Fibra, Willie Peyote

04 novembre 201919:27

Emma la guerriera ha vinto anche la battaglia della hit parade: il nuovo album Fortuna (uscito in un momento difficile per la salute dell’artista) si piazza al debutto in vetta alla classifica dei dischi più venduti della settimana, secondo le rilevazioni Fimi/Gfk.Dietro di lei, Marco Mengoni che ha ripubblicato l’album doppio platino Atlantico nella versione On Tour, in doppio cd con tre inediti. Scivolano al terzo posto Benji & Fede, in testa una settimana fa, con Good Vibes. A seguire ancora tre new entry: Fabri Fibra con la raccolta Il tempo vola 2002-2020, seguito dal nuovo lavoro di Willie Peyote Iodegradabile, e da Enzo Dong con Dio Perdona io no. Franco Battiato è settimo con il live album Torneremo ancora, davanti alla follia creativa di Renato Zero con Zero il Folle. Il ritorno dei Modà con Testa o Croce dopo 4 settimane è nono. Chiude Ultimo, con Colpa delle Favole. Tra i singoli, primo posto per l’australiana Tones and I con Dance Monkey, mentre per i vinili la vetta è della Legacy Edition di “Lucio Dalla”, a 40 anni dalla pubblicazione dell’album del cantautore bolognese.Ecco la top ten Fimi/Gfk degli album più venduti della settimana dal 25 al 31 ottobre:1) FORTUNA, EMMA (POLYDOR-UNIVERSAL MUSIC)2) ATLANTICO ON TOUR, MARCO MENGONI (RCA RECORDS LABEL-SONY)3) GOOD VIBES, BENJI & FEDE (WARNER RECORDS-WMI)4) IL TEMPO VOLA 2002-2020, FABRI FIBRA (ISLAND-UNIVERSAL MUSIC)5) IODEGRADABILE, WILLIE PEYOTE (VIRGIN-UNIVERSAL MUSIC)6) DIO PERDONA IO NO, ENZO DONG (BELIEVE-BELIEVE)7) TORNEREMO ANCORA, FRANCO BATTIATO (RCA RECORDS LABEL-SONY)8) ZERO IL FOLLE, RENATO ZERO (TATTICA-INDIPENDENTE MENTE/BELIEVE)9) TESTA O CROCE, MODÀ (F&P-BELIEVE)10) COLPA DELLE FAVOLE, ULTIMO (HONIRO-BELIEVE)Questa la classifica dei singoli digitali più venduti:1) DANCE MONKEY, TONES AND I (ELEKTRA (NEK)-WMI)2) TI VOLEVO DEDICARE, ROCCO HUNT FEAT. J-AX & BOOMDABASH (RCA RECORDS LABEL-SME)3) NON AVERE PAURA, TOMMASO PARADISO (ISLAND-UNI)4) POOKIE (REMIX), AYA NAKAMURA FEAT. CAPO PLAZA (REC. 118-WMI)5) UNA VOLTA ANCORA, FRED DE PALMA FEAT. ANA MENA (WM ITALY-WMI)E infine la classifica dei vinili:1) LUCIO DALLA LEGACY EDITION, LUCIO DALLA (RCA RECORDS LABEL-SONY)2) IODEGRADABILE, WILLIE PEYOTE (VIRGIN-UNIVERSAL MUSIC)3) FORTUNA, EMMA (POLYDOR-UNIVERSAL MUSIC)4) TORNEREMO ANCORA, FRANCO BATTIATO (RCA RECORDS LABEL-SONY)5) ABBEY ROAD, THE BEATLES (UNIVERSAL STRATEGIC-UNIVERSAL
MUSIC)

Brachetti a studenti Accademia, mondo cambia, troverete lavoroNapoli, artista presenta Costumi di de Vincentiis e Carbone

NAPOLI04 novembre 201919:24

– “Disoccupati? Il mondo stacambiando, per fortuna mia e vostra. Non è un caso se grandimultinazionali stiano comprando spazi teatrali per esibizionidal vivo.
Troverete lavoro”. E’ il messaggio che l’attore ArturoBrachetti lancia agli studenti dell’Accademia di Belle Arti diNapoli in occasione della presentazione del libro di Zaira deVincentiiis e Marianna Carbone “Costumi, 10 lezioni diprogettazione (Dino Audino Editore). Costume e corpo, colore,tessuti e materiali, le fasi di realizzazione del bozzetto sonogli argomenti al centro del lavoro: “Questo libro – aggiunge ilnoto trasformista 62enne – spiega come fare anche, ad esempio,nell’impostare il rapporto con il regista o come ‘consumare’ uncostume”. Oltre a Brachetti, al centro dell’incontro con iragazzi – introdotto dallo scenografo Renato Lori – l’artista escenografo Toni Stefanucci (“la scenografia è un’artefinalizzata non finale”) ed il direttore dell’Accademia,Giuseppe Gaeta: (“Condividere percorsi e segreti è un atto digenerosità” ha detto parlando del libro che “non è un manuale maun racconto di esperienze”). E nella dimensione chedeve tener conto di tradurre il pensiero in prodotto, ciò checonta, spiega Zaira de Vincentiis, docente di Costume per loSpettacolo nell’Accademia di Belle Arti di Napoli, “è ilprogetto”. “La forza è nel progetto – aggiunge – tutto deve partire dalla testa, e il bozzetto è tutto, elemento anche, ‘protettivo’, che certifica il lavoro. Occorre difendere la professionalità e ridare autorevolezza a questa arte antichissima”.

Libro del Giorno: Il Ciarlatano di Isaac Bashevis

05 novembre 201910:04

– IL CIARLATANO DI ISAAC BASHEVIS SINGER (ADELPHI, PP. 268, euro 20).
Appena arrivati a New York, nei primi anni della guerra, gli ebrei polacchi dicono tutti la stessa cosa: «L’America non fa per me». Ma poi, un po’ alla volta, molti ricominciano a «sguazzare negli affari» come pesci nell’acqua. Altri invece, e più di chiunque il protagonista di questo romanzo Il Ciarlatano di Isaac Bashevis Singer – a cura da Elisabetta Zevi (traduzione di Elena Loewentha), girano a vuoto, si barcamenano, vivono alle spalle degli amici ricchi, o delle donne, tante, troppe, che riescono a sedurre. Ci sono due amici che non potrebbero essere più diversi: tarchiato, pragmatico, dotato di un prodigioso fiuto per gli affari, l’uno; affilato e erudito, svagato e inconcludente, l’altro il nostro protagonista. Hertz è coltissimo: ha frequentato diverse università senza mai conseguire una laurea, lavora da decenni a un libro, ha vissuto alle spalle di chiunque senza mai guadagnare un centesimo, ha abitato in ogni città senza mai conoscerne nessuna a fondo, scrive in tutte le lingue senza parlarne alcuna – a parte lo yiddish -, ha avuto quattro mogli e innumerevoli donne senza che neppure una gli sia rimasta attaccata. Perennemente senza un soldo e alla ricerca di qualcuno che gli risolva i problemi, ha uno straordinario talento per cacciarsi nei guai. Tanto seduttivo e bugiardo è Hertz, quanto tachless e generoso è Morris sempre pronto a venirgli in aiuto, compreso aiutarlo ad arrivare in America. «Stammi a sentire,» disse ora al suo amico Hertz Minsker «lascia perdere le tue assurdità. Datti agli affari, come tutti gli altri ebrei. Si tratta solo di fare il primo passo, credimi. Non è con Freud che ti guadagnerai da vivere». «Se non la smetti di blaterare di psicoanalisi non ti parlo più!». «Bene, bene, non mi immischio nella tua scienza, ammetto che non ne so niente. Ma sono un uomo pratico. In America bisogna cambiare. Qui, anche un rabbino deve diventare un businessman….”.”Persino il Messia, se arrivasse a New York, dovrebbe mettere un annuncio sul giornale… ». Morris disse ora a Hertz: “Se proprio non vuoi metterti in affari, apri uno studio. A New York i matti non mancano». «Ci vuole un’abilitazione”. “Ma tu hai studiato, sei discepolo di Freud”.
“Non posso iniziare una carriera Singer nel mezzo di una catastrofe mondiale. Questo Hitler non scherza. È l’arcidiavolo in persona, venuto a spegnere l’ultima scintilla di luce: lui da una parte e Stalin, sia cancellato il suo nome, dall’altra”. Il tallone di Anchille è lui il ‘ciarlatano’ del libro, sono le donne, di queste ultime Hertz Minsker non può fare a meno: sono «il suo oppio, le sue carte, il suo whisky»; le loro gambe, le loro ginocchia contengono «una sorta di promessa», e lui ha bisogno ogni giorno di nuove avventure amorose, di «nuovi giochi, nuovi drammi, nuove tragedie o commedie». Minsker, che pure è un erudito e ha familiarità con il Talmud e può «recitare poesie in greco antico e in latino», ha avuto una corrispondenza con Freud, sembra capace solo di finire nei guai, anche se aveva conosciuto Alfred Adler, Martin Buber e altre personalità note in tutto il mondo. I suoi articoli erano apparsi in antologie ebraiche e in pubblicazioni tedesche e francesi. Ma la sua è una natura indolente. In genere, però, le catastrofi che provoca, a sé stesso e a chi gli sta intorno, si risolvono in una strepitosa commedia – una commedia alla Lubitsch, con mariti traditi, amanti imbufalite, sedute spiritiche fasulle, crisi di nervi, mercanti di quadri falsi, audaci e fumose teorie edonistico-cabbalistiche. Anche qui, come sempre in Singer, il comico e il grottesco si intrecciano mirabilmente con un pathos lacerante.

ArcelorMittal,100 disegnatori contro inquinamento Strega RossaA Taranto una mostra sull’impatto ambientale del siderurgico

TARANTO05 novembre 201910:51

– Sarà inaugurata venerdì 8 novembre alle 19 la mostra collettiva “Ilvarum Yaga: cento disegnatori contro la Strega Rossa”, ovvero la mega acciaieria ex Ilva, ora ArcelorMittal. Protagonista dell’esposizione sarà il fumetto con le tavole realizzate da 100 autori di importanti case editrici che raccontano l’inquinamento prodotto dall’industria pesante nella città di Taranto.
“Ilvarum Yaga – spiegano gli organizzatori – è il nome di una strega malefica capace di trasformarsi in vento e polvere: così s’insinua nelle case degli uomini, si nasconde nei corpi dei bambini e lentamente si nutre dei loro pensieri, dei loro sogni, del loro futuro”. Scopo della rassegna, che negli ultimi due anni è già stata allestita in cinque comuni del tarantino e del leccese, è sensibilizzare su questa tematica e raccogliere fondi per l’acquisto di libri da donare, tramite i pediatri, ai genitori dei bambini del quartiere Tamburi, il più esposto alle emissioni del Siderurgico.
La mostra è promossa da ‘Manuscripta-Festival della letteratura a fumetti’, con la collaborazione del Centro Servizi Volontariato di Taranto ed altre associazioni. L’inaugurazione si terrà nel Centro di Ricerca Arte Contemporanea (Crac Puglia) della Fondazione Rocco Spani Onlus. Sarà possibile visitare l’esposizione, con ingresso gratuito, fino a sabato 30 novembre.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

A febbraio prima sfilata co-ed Versace
Donatella, ‘non si tratta di inclusività ma di parità’

05 novembre 201911:04

– Prima sfilata co-ed per Versace, che a febbraio presenterà insieme in passerella le collezioni Autunno-Inverno 2020 per lui e per lei. La decisione di combinare gli show – dicono dalla maison – nasce dalla volontà di evidenziare la vicinanza stilistica tra le collezioni uomo e donna di Versace, che da tempo parlano un solo linguaggio.
“Viviamo in una società in cui tutti parlano con tutti e questo fa sì che ci si influenzi a vicenda nel modo di vedere le cose. Questo è successo anche a me ed è per questo motivo – spiega Donatella Versace – che ho sentito il bisogno di concentrare la mia creatività e disegnare una collezione che avesse un unico punto di vista, una sola visione, che comunicasse un mondo Versace. Non si tratta solo di voler essere inclusivi o abbracciare le diversità, ma di parità, anche in passerella”.

Arte: due opere per Fondazione CarisboDipinti di Pupini e Beccadelli aggiudicati con asta a Vienna

BOLOGNA05 novembre 201911:20

– Due nuove acquisizioni per le Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo: sono il ‘Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria’ di Biagio Pupini e ‘Ragazza che accorda un liuto’ di Antonio Beccadelli, dipinti che bene illustrano la cultura figurativa del loro tempo. La Fondazione riporta così in Italia due opere di artisti bolognesi in precedenza immesse sul mercato d’arte internazionale e infine aggiudicate con l’asta Dorotheum di Vienna il 22 ottobre.
Biagio Pupini, attivo dal 1511 al 1551, è presenza costante a Bologna: eseguito a olio su tavola attorno al 1530, il dipinto riflette schemi raffaelleschi e partecipa del classicismo che si sviluppa a Bologna negli anni dell’incoronazione di Carlo V.
Antonio Beccadelli (1718-1803), pittore e ‘negoziante di quadri’, riprende su tela a distanza di tempo un soggetto caro a Giuseppe Maria Crespi, destinato al collezionismo privato: quello della giovane che, girando la chiave, accorda il liuto, una sorta di allegoria dell’udito.

Morto l’attore Omero Antonutti’Padre padrone’ per i Taviani e voce narrante de ‘La vita è bella’

05 novembre 201914:44

Addio a Omero Antonutti, attore, doppiatore indimenticabile interprete di tante pellicole a cominciare da Padre padrone dei fratelli Taviani. Nato a a Basiliano, Friuli Venezia Giulia, nel 1935, si è spento in ospedale a Udine dove era ricoverato per le complicanze di un tumore che lo aveva colpito da tempo, al suo fianco la moglie.Noto al grande pubblico soprattutto per la sua attività di doppiatore, ha negli anni prestato la sua voce a importanti interpreti internazionali (tra i quali C. Lee , M. Parks, J. Hurt, O. Sharif). Voce narrante in film come La vita è bella (1997) e Il mestiere delle armi (2001).Tra le sue interpretazioni: Padre padrone (1977); La notte di S.Lorenzo (1982); Kaos (1984); tutti dei fratelli Taviani. L’attività di Antonutti fin dagli anni settanta proseguì alternando cinema e teatro con continuità: tra i film più intensi interpretati nel cinema si ricordano Farinelli – Voce regina di Gérard Corbiau, Un eroe borghese di Michele Placido, I banchieri di Dio – Il caso Calvi di Giuseppe Ferrara e Tu ridi ancora dei fratelli Taviani. Tra le produzioni recenti, la serie televisiva Sacco & Vanzetti, N (Io e Napoleone), La ragazza del lago e, nel 2008, Miracolo a Sant’anna.Omero Antonutti è una delle figure più eclettiche del panorama artistico italiano. Esordì nel cinema nel 1966 con una piccola parte in Le piacevoli notti con Vittorio Gassman, Gina Lollobrigida e Ugo Tognazzi.Nel 1974 fece parte del cast di Processo per direttissima e Fatevi vivi, la polizia non interverrà, ma il suo primo ruolo di spessore è del 1977, quando venne scritturato per il ruolo del padre di Gavino Ledda in Padre padrone di Paolo e Vittorio Taviani

Marcella, i miei 50 anni di musica con passioneL’11 novembre al Dal Verme per evento ’50 anni di Bella Musica’

05 novembre 201919:49

Mezzo secolo di carriera di Marcella arriva sul palco del Teatro Dal Verme per l’evento ’50 anni di Bella Musica’. L’appuntamento è in calendario per lunedì 11 novembre, quando Marcella Bella replicherà anche sul palco milanese lo spettacolo già andato in scena lo scorso aprile al Brancaccio di Roma. Il secondo evento dedicato alla lunga avventura musicale della cantante segue anche la pubblicazione del vinile dedicato al concerto romano, in occasione del quale la cantante aveva anche registrato un doppio album.”Il concerto al Brancaccio – ha raccontato l’artista siciliana – è stato emozionante per tanti motivi. Ho ricevuto tanto affetto dal pubblico ed ero molto concentrata perché stavamo registrando tutto in vista dell’album. A Milano sono sicura che torneranno tutte quelle emozioni’. In scaletta, per il concerto speciale che vedrà la voce di Marcella affiancata anche dalla musica di un’orchestra di venti elementi, ci sono molti dei grandi successi collezionati durante mezzo secolo di canzoni. “Ho voluto mettere un po’ tutta la mia storia – ha detto la voce di ‘Montagne verdi’ – dagli esordi fino ad oggi, passando per il Festival di Sanremo. Non potevano ovviamente mancare le canzoni di Mogol e Bigazzi e un momento dedicato a mio fratello Gianni”. Un percorso , quello portato in scena da Marcella, che non rappresenta solo la storia di un’artista ma anche lo spaccato di cinquant’anni di storia della musica italiana. “Per carattere sono più portata a guardare al futuro – ha commentato l’artista a proposito del giro di boa dei cinquant’anni di carriera – ma so bene anche che senza passato non c’è né presente né futuro. Quello che è certo, in tempi in cui le regole le dettano i talent show e le case discografiche non investono in progetti di lunga durata, la melodia è quello che resterà sempre nella musica Italiana”.Quella stessa melodia che Marcella ha sempre cercato nella sua musica, tra palcoscenico e vita privata. “Sono una persona passionale – ha detto – e la musica per me è stata davvero la colonna sonora di tutta una vita, anche quella privata. Ci sono stati momenti in cui ho deciso di lasciare perdere le note per dedicarmi ad altro, perché ho sempre voluto vivere ogni parte della mia vita intensamente e con la giusta attenzione. Poi è sempre arrivato Gianni con una canzone bella per me e io sono sempre tornata alla musica”. Alcuni momenti dello show saranno infatti dedicati anche a Gianni Bella, fratello, protagonista della canzone italiana e ‘spalla’ fondamentale della carriera di Marcella, per la quale ha scritto alcuni dei più grandi successi. L’artista durante lo spettacolo sarà accompagnata anche dalla sua storica band, composta da Tony De Luca (basso), Roberto Palladino (batteria), Cristiana Polegri (sax e cori), Rosario Bella (tastiere), Dario Zeno (pianoforte), Simona Malandrino (chitarre).

Il Volo, la trap non fa per noi, avanti con il pop liricoEsce nuovo album con il meglio della loro carriera mondiale

05 novembre 201920:32

Pronti per altri dieci anni insieme, forse anche venti, magari di più. I tre ragazzi del Volo celebrano il primo decennio di carriera e successi con una serie di eventi, un nuovo tour, un nuovo album e soprattutto facendo il bilancio della loro esperienza, cominciata nel 2009 dal talent show canoro per bambini ‘Ti lascio una canzone’. Con alcuni punti fermi ai quali, ammettono, sono arrivati dopo aver provato anche altre strade: la chiave del loro successo è il pop lirico, vorrebbero essere gli eredi di Pavarotti e Bocelli, non trascureranno altri progetti ma sempre all’insegna della tradizione e il loro obiettivo resta portare per il mondo la cultura musicale italiana che ”non è quella di Sfera Ebbasta, con tutto il rispetto, e del genere trap”. Anzi: “secondo me – ha aggiunto, in un incontro con il trio nella sede Sony, uno dei tre componenti, Piero Barone, 26 anni – bisognerebbe controllare alcuni testi, alcuni messaggi che si mandano ai giovani, credo che un ordine, un messaggio pulito sia necessario darlo ogni tanto. Oggi ascoltando alcuni testi, senza generalizzare o giudicare perché c’è chi giudica noi, penso che dovrebbero prima essere controllati, forse dalle case discografiche o comunque da qualcuno”.”Questo è un giudizio soggettivo – è intervenuto subito Ignazio Boschetto, 25 anni – da anni esiste la libertà di espressione degli artisti ma ogni tanto passano dei messaggi brutti”. “Radio, internet, streaming hanno una influenza molto importante sui dischi e sugli artisti e sicuramente il Volo non è un gruppo da streaming, lo ascolti due o tre volte al giorno, mentre un gruppo di trap 150 volte – ha aggiunto il trio – Il nostro messaggio riusciamo a trasmetterlo soprattutto attraverso la tv, le persone si sono affezionate a noi vedendoci cantare, rimane l’unico mezzo con quale possiamo farci conoscere: del resto siamo nati in un talent show”. “Io all’inizio volevo fare cose più giovanili – ha ammesso Gianluca Ginoble, 24 anni – Poi ho capito quale era strada giusta”. L’album, che esce in tutto il mondo l’8 novembre, si intitola ’10 Years’ (Sony Music), racchiude i migliori successi della carriera dei due tenori e il baritono (da ‘O sole mio’ a ‘My Way’), sia con brani registrati che con nuove registrazioni live. E’ disponibile anche in versione CD + DVD dello spettacolo del concerto di Matera a giugno.Dal 9 novembre Il Volo sarà impegnato in un Instant tour, al via da Roma (il 10 a Milano con uno speciale mini live in Piazza Duomo) e il 19 novembre Canale 5 dedicherà una serata evento, con le immagini del concerto di Matera e i momenti più significativi della vita artistica del gruppo. Quindi il trio, che ha venduto 2 milioni di dischi in tutto il mondo, reduce da un tour in America Latina davanti a oltre 70mila persone, partirà a gennaio per i live in Nord America. La prossima estate tornerà in concerto in Italia per due date speciali: il 30 agosto all’Arena di Verona e il 4 settembre al Teatro Antico a Taormina. I tre ragazzini di 10 anni fa intanto sono diventati adulti insieme superando anche le inevitabili differenze di carattere. “I momenti più difficili sono quelli in cui uno di noi sta male e bisogna portare a casa lo spettacolo – hanno detto – Li salta fuori la vera amicizia”.

Parte tournee Aggiungi un posto a tavolaGenova prima tappa, con orchestra e coro

GENOVA05 novembre 201913:41

– Quarantacinque anni dopo il debutto con l’indimenticabile Johnny Dorelli torna sui palcoscenici italiani “Aggiungi un posto a tavola”, la commedia musicale dei record che continua ad entusiasmare le platee di tutto il mondo.
Lo spettacolo di Garinei e Giovannini (da un’idea di Jaja Fiastri che trasse ispirazione da un romanzo di David Forrest, “After me the deluge”) ripartirà giovedì sera (ore 20) dal Carlo Felice di Genova per una nuova tournée che toccherà molte città della penisola. La nuova edizione realizzata tre anni fa vede Gianluca Guidi nel doppio ruolo di regista e protagonista, affiancato da Marco Simeoli (il sindaco Crispino), Piero Di Blasio (Toto), Camilla Nigro (Clementina), Francesca Nunzi (Ortensia), Lorenza Mario (Consolazione) mentre “la voce di lassù” sarà quella di Enzo Garinei. “Siamo felici – ha spiegato Guidi – perché possiamo contare per la prima volta su una orchestra sinfonica e su un vero coro. Il successo di questa commedia si spiega innanzitutto con la qualità degli autori: Garinei e Giovannini sono i padri del nostro teatro leggero, la musica porta la firma di Armando Trovajoli, le coreografie sono di Gino Landi. E poi è una commedia attuale: chi oggi non desidererebbe un diluvio per ripartire da zero”? Il “veterano” del cast è Enzo Garinei che a 93 anni, dopo aver vestito i panni del sindaco Crispino, ora presta la sua voce a Dio: “Mi guarderò lo spettacolo da un palchetto. Essere in un teatro come il Carlo Felice sarà davvero emozionante”.
Nel cast, anche un’esordiente di lusso, Lorenza Mario, ballerina, cantante, attrice: “Sono emozionatissima, è una commedia meravigliosa che ho visto recitare da Johnny Dorelli e poi da Giancarlo. Certo il mio è un personaggio particolare che Giancarlo mi sta cucendo addosso. Sarà una Consolazione diversa dalle precedenti”.

Torna a Firenze unica firma LeonardoRestauro digitale per contratto per ‘La Vergine delle rocce’

05 novembre 201914:00

– L’unica firma nota di Leonardo da Vinci, posta in calce al contratto per la realizzazione del dipinto “La Vergine delle Rocce” – esposto al Museo del Louvre – ha lasciato l’Archivio di Stato di Milano, per raggiungere l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. “Già ci manca – dice il Direttore Benedetto Luigi Compagnoni- ma lo scopo è nobile: sottoporre il contratto a indagini diagnostiche sullo stato di salute, per procedere poi a un restauro digitale del documento, che renderà leggibile a occhio nudo anche la parte attualmente interpretabile solo con l’ausilio della lampada di Wood”.
Il documento è stato restaurato nel 2010, in quanto presentava danni dovuti all’umidità, che aveva indebolito il supporto cartaceo e dilavato in parte la traccia grafica. Oggi la porzione mancante risulta leggibile solo tramite la lampada di Wood, che emette radiazioni elettromagnetiche prevalentemente nella gamma degli ultravioletti. Ma presto, con il restauro digitale sarà possibile leggere a occhio nudo l’intero atto.

L’adolescente Giovanna della nuova FerranteEsce il 7 novembre ‘La vita bugiarda degli adulti’

05 novembre 201914:56

– E’ una ragazzina di dodici anni, Giovanna, detta Giannina, che vive in una casa con tanti libri, è figlia di due insegnanti e non vorrebbe deludere le loro aspettative, la protagonista e voce narrante del nuovo attesissimo romanzo di Elena Ferrante, ‘La vita bugiarda degli adulti’, che sarà in libreria il 7 novembre per le edizioni e/o, dopo l’anticipazione nella notte alla stampa in versione digitale con la protezione di una password.
A cinque anni dall’uscita di ‘Storia della bambina perduta’ del 2014, l’ultimo dei quattro volumi della saga bestseller de ‘L’Amica geniale’, che ha venduto oltre 10 milioni di copie nel mondo, il nuovo romanzo della misteriosa scrittrice, sulla cui identità si sono fatte numerose ipotesi, ci porta ancora a Napoli, ma in quella del Rione Alto e del Vomero. ‘La vita bugiarda degli adulti’ (euro 19) ci racconta in 336 pagine le trasformazioni e turbamenti del crescere, il disincanto, i tradimenti, le menzogne dei grandi seguendo la vita di Giovanna fino ai 16 anni, fino allo sgreatolarsi delle certezze, alla separazione dei suoi genitori, a una poco esaltante iniziazione sessuale.
Non ci sono Lila e Lenù, ma il rapporto tra Giovanna e la zia paterna Vittoria che è la cosa più intensa e forte di questo nuovo romanzo, che a questo punto potrebbe essere il primo di una nuova saga. Ed è proprio la ricerca e la scoperta di questa zia, con la quale da tempo il padre di Giovanna ha rotto ogni rapporto, ad alimentare le paure, le scoperte, le menzogne e le verità della ragazzina. Di Vittoria, cancellata dalle foto, si parla come di una persona brutta e malvagia e quando Giovanna viene paragonata a lei dal padre, la ragazza va in crisi, si specchia ovunque per capire se è davvero così brutta, finchè fa di tutto per incontrare questa zia e quando la vedrà sarà una rivelazione per tante cose.
“Le guardai per pochi secondi il viso senza trucco, poi fissai il pavimento. Vittoria mi sembrò di una bellezza così insopportabile che considerarla brutta diventava una necessità” scrive la Ferrante.
Ci sono anche e come sempre le donne e le amiche del cuore come Angela e Ida. Con quest’ultima Giannina parte in treno per Venezia in un viaggio che ha tutti gli ingredienti per proseguire.
Si accendono le inziative alla vigilia dell’uscita, che ci riporta alle attese notturne in libreria per l’arrivo dei romanzi di Harry Potter. Il 6 novembre dalle ore 21.30 fino a mezzanotte nelle librerie Feltrinelli di Milano (Buenos Aires), Roma (Torre Argentina) e Napoli (Piazza dei Martiri) , saranno prposte letture in anteprima di brani tratti dal romanzo . Nella serata anche la proiezione del docu-film Ferrante Fever realizzato a partire dalle interviste di testimoni autorevoli, dalla traduttrice della Ferrante ai colleghi scrittori come Roberto Saviano, Francesca Marciano, Elizabeth Strout e Jonathan Franzen. A laFeltrinelli Roma il film sarà introdotto dallo stesso regista e sceneggiatore Giacomo Durzi e dalla co-sceneggiatrice Laura Buffoni. E allo scoccare della mezzanotte si potrà acquistare il romanzo in anteprima. Anche al Circolo dei Lettori di Torino il 6 novembre dalle 22 ci sarà una Ferrante Night con Nicola Lagioia.

Neshat racconta Oum Kulthum, voce del mondo araboFoto e video sulla cantante a Parigi, in sede Associazione Alaia

05 novembre 201915:47

– “Ogni primo giovedì del mese dovevamo cenare presto. Dovevo stare tranquillo, per non fare rumore, perché mio nonno stava cercando di catturare le onde radio provenienti dall’Egitto: Oum Kulthum stava cantando.
Questa è la prima grande voce che ho ascoltato durante la mia infanzia”. Partendo dal fatto che le canzoni di Oum Kulthum, cantante simbolo egiziana, che univa tutto il mondo arabo con la sua voce, erano molto amate da Azzedine Alaia, che aveva cominciato ad apprezzarle durante la sua infanzia in Tunisia, per poi trasformarle nella colonna sonora delle sue giornate lavorative in atelier a Parigi e della vita privata, in occasione della Paris Photo Week, l’Associazione Azzedine Alaia presenta nella sua sede a Parigi la mostra “Alla ricerca di Oum Kulthum”, foto e video dell’artista iraniana Shirin Neshat (6 novembre-5 gennaio 2020) omaggio a Oum Kuorthum.
Nota per il suo lavoro fotografico e cinematografico, che riflette la complessità della società islamica, Neshat, fotografa e videoartista iraniana – premiata alla Biennale di Venezia del 1999, e con la regia di Donne senza uomini, tratto dal romanzo omonimo di Shahrnush Parsipur, Leone d’argento per la miglior regia alla Mostra del Cinema di Venezia del 2009 – offre per la prima volta in Francia i suoi nuovi lavori ispirati all’omonimo film Looking for Oum Kulthum, presentato al Festival di Venezia nel 2017. Cara in tutto il mondo arabo, la figura di Oum Kulthum, straordinaria cantante, attivista politica e donna indipendente in una società conservatrice, e il forte fascino che esercita sul pubblico sono i punti di partenza delle otto fotografie e due video di Neshat.

A Viola Ardone il Premio ‘Amo Questo Libro’Con il romanzo ‘Il treno dei bambini’

05 novembre 201916:15

– E’ Il treno dei bambini di Viola Ardone (Einaudi) il romanzo vincitore della seconda edizione del ‘Premio Amo Questo Libro’. Il riconoscimento è attribuito dalle libraie e dai librai della catena Giunti al Punto presente in tutte le regioni del Paese.
Grande la partecipazione inquesta edizione con circa 500 voti provenienti da tutta Italia. La Ardone ha prevalso nettamente nella cinquina di finalisti preselezionata da un gruppo di esperti librai GAP. Sono state esaminate opere di tutte le case editrici per una partecipazione al concorso, senza distinzioni di genere.
Già caso letterario a poche settimane dall’uscita, Il treno dei bambini, che verrà tradotto in trenta paesi, racconta la storia di Amerigo, un bambino di sette anni che, nel 1946, lascia il suo rione di Napoli per ritrovarsi a migrare in un’Italia in costruzione, in mezzo alle macerie della seconda guerra mondiale.
Il Premio Ama Questo Libro da diritto all’opera vincitrice a una vetrina dedicata nelle librerie Giunti al Punto dal 5 all’11 dicembre e garantisce l’impegno di tutte le libraie e i librai GAP a vendere e consigliare l’opera in vista del Natale.

Selena Gomez, in radio dall’8/11 Lose you to love meSingolo anticipa la pubblicazione del terzo album della cantante

05 novembre 201916:17

– Arriverà in Italia dall’8 novembre “Lose you to love me”, il nuovo singolo di Selena Gomez, che ha già conquistato il vertice della classifica ufficiale singoli americana e di tutte le playlist radio di tutto il mondo. Il brano ha raggiunto anche la vetta della classifica Globale di Spotify, la n.1 di Apple Music e di iTunes America (per la prima volta un artista raggiunge simultaneamente la vetta delle classifiche di Rolling Stone Usa e di Billboard Usa). A oggi il brano ha totalizzato oltre 87 milioni di stream. Un risultato arrivato anche grazie al video che accompagna il brano, diretto da Sophie Muller e girato con il nuovo iPhone 11 Pro. Il video, che ha totalizzato oltre 112 milioni di views in una settimana, è l’unico video internazionale in tendenza in Italia su Youtube.
Il singolo anticipa la pubblicazione del terzo album della cantante americana.
Il brano è stato scritto dalla Gomez insieme a Julia Michaels (già autrice delle hit di Justin Bieber e molte altre pop star americane, Justin Tranter e Mattias Larsson, a cui si è aggiunto per la produzione Finneas (fratello, co-autore e coproduttore di Billie Eilish).
“L’ispirazione per questo brano arriva dalle tante cose che sono accadute nella mia vita da quando ho pubblicato l’ultimo album ad oggi – ha raccontato Selena -. Ho pensato che fosse importante condividerle nella musica, dato che sono in tanti quelli che potranno rivedersi nel percorso per la scoperta di sé stessi, che generalmente inizia con le cicatrici della vita.
Vorrei che le persone si sentano speranzose e sappiano che il lato più forte di noi può venire fuori, così rivelando la versione migliore di noi stessi”.

Mick Jagger, in vinile gli album da solistaI 4 dischi, pubblicati tra il 1985 e il 2001, usciranno il 6/12

05 novembre 201916:50

– Il catalogo completo della carriera solista di Mick Jagger arriva in vinile. I quattro dischi, pubblicati tra il 1985 e il 2001, usciranno in Vinile 180 grammi il 6 dicembre. Si tratta degli album She’s The Boss (1985), Primitive Cool (1987), Wandering Spirit (1993) e Goddess In The Doorway (2001).
Questi quattro dischi dimostrano la creatività del frontman dei Rolling Stones da artista solista e mettono in luce la tavolozza artistica che ha successivamente influenzato innumerevoli frontman rock.
Gli album sono stati recentemente rimasterizzati dai nastri analogici originali con masterizzazione half speed da Miles Showell agli Abbey Road Studios di Londra. Lo stesso procedimento di rimasterizzazione audio in alta definizione è stato recentemente utilizzato per tutti gli album del box-set “The Rolling Stones, Studio Albums Vinyl Collection, 1971 – 2016”.
Jagger pubblicò vari progetti a suo nome all’inizio della sua carriera, ma dopo il suo cameo nel singolo del 1984 ‘State Of Shock’ dei Jacksons, fu “She’s The Boss” del 1985 ad aprire ufficialmente la sua carriera da solista.

Musica: Harry Styles, il 13/12 esce il nuovo disco Fine LineGià in radio e in digitale il primo singolo Lights up

05 novembre 201917:38

– Uscirà il 13 dicembre Fine Line, il nuovo album di inediti di Harry Styles (Columbia Records/Erskine Records), a due anni di distanza dall’omonimo album di debutto solista (Harry Styles, certificato Oro in Italia).
Fine Line sarà disponibile in formato CD, vinile e in una speciale edizione con un booklet di 32 pagine con foto del dietro le quinte della registrazione dell’album.
Il disco, con 12 nuove tracce, contiene anche il singolo Lights up, attualmente in radio, che ha già totalizzato complessivamente più di 100 milioni di visualizzazioni e streaming in tutto il mondo.
Il cantante degli One Direction (ufficialmente la band è in pausa) festeggerà l’uscita dell’album con un evento speciale il 13 dicembre a Los Angeles: “Harry Styles – Fine Line live at the Forum – One Night Only”. Il 16 novembre, inoltre, Harry condurrà per la prima volta il famoso “Saturday Night Live”, in onda su NBC, e presenterà dal vivo in anteprima tv il nuovo album.

Argerich e Pappano incantano ParigiEmozioni e successo per Orchestra Santa Cecilia alla Philarmonie

05 novembre 201921:05

“Philarmonie” gremita, pubblico in adorazione, alla fine entusiasmo, emozione e molti in piedi ad applaudire Martha Argerich con l’Orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano. La serata del 4 novembre a Parigi, straordinaria per la sua intensità, è stata la prima tappa di una tournée dell’orchestra diretta da Pappano – con la Argerich e Francesco Piemontesi in alcune date – che inaugura la stagione concertistica fuori sede che ogni anno la porta ad esibirsi nei teatri e sale da concerto più prestigiosi al mondo.Il pubblico francese è arrivato all’atteso appuntamento accogliendo con calore gli orchestrali e il direttore, impegnati in avvio di concerto con l’Ouverture da Euryanthe di Carl Maria von Weber per poi trasferire ogni emozione sull’arrivo in scena del pianoforte e dell’attesissima pianista argentino-svizzera. L’esibizione della Argerich – il Concerto per pianoforte e Orchestra n. 1 di Franz Liszt – è andata via tutta d’un fiato e senza un battito di ciglia nella grande sala. La Argerich, 78 anni, ha emozionato, c’è voluto un istante di sospensione affinché il pubblico uscisse dalla sensazione di incanto prodotta dalla grande pianista. Poi un tributo entusiasta di applausi e grida di incitamento, con l’artista e Pappano richiamati più volte in scena fin quando la Argerich – che molto raramente concede bis – ha essguito, quasi in punta di piedi e a mo’ di saluto, “Kinderszenen” (Scene d’infanzia) di Robert Schumann.Nella seconda parte, pubblico ancora molto vicino all’orchestra italiana – che per la terza volta si esibiva alla Philarmonie di Parigi – impegnata nella Sinfonia n. 2 di Robert Schumann. Finale con applausi, e l’Orchestra di Santa Cecilia e Pappano ad eseguire, fuori programma, le “Antiche danze e arie per liuto” dall'”Italiana” di Ottorino Respighi e “La danza delle Ore” da “La Gioconda” di Amilcare Ponchielli.

A Cremona l’abito gourmet di marshmallowEsposto a Il Bontà, salone eccellenze enogastronomiche

CREMONA05 novembre 201919:05

– Vestiti fatti con marshmallows, peperoncini e taralli: la stilista Angela Colosimo porta a Il BonTà, il Salone della eccellenze enogastronomiche dei territori che si terrà dal 9 al 12 Novembre a CremonaFiere, il suo nuovo progetto dal titolo “L’abito gourmet – La moda che fa bene”.
Si tratta di vestiti che, letteralmente, si mangiano.
Realizzati con ingredienti dolci, come caramelle o cioccolato, ma anche salati, come il pane, i tarallini e gli snack. Il progetto è nato per la necessità di voler comunicare un messaggio sociale contro l’immagine emaciata delle modelle e dell’ideale di ‘magrezza mezza bellezza’ imposto dai media.
Quello di Colosimo è solo uno degli appuntamenti che animerà Il BonTà: arrivato alla 16 edizione, conta 2.000 prodotti artigianali dei territori e l’anno scorso ha registrato 30 mila visitatori.

Musica: Io corro, viaggio alla scoperta di se stessiNuovo singolo del duo Tomacelli che anticipa l’ep Amor

06 novembre 201911:43

– “Io corro dietro al vento/ A tutto ciò che fugge/ A quello che m’incanta/ E quindi anche a te”: c’è il desiderio di ritrovare se stessi per non perdersi nelle tante, spesso inutili, distrazioni della vita quotidiana, ma anche l’omaggio alla città di Roma, scelta come ambientazione privilegiata e luogo magico di suggestioni, nel nuovo singolo “Io corro” del duo Tomacelli, composto da Fabio Di Ranno e Francesco Paterni. Scritto, composto e suonato dai due artisti, il brano anticipa l’ep “Amor”, ora in lavorazione: nella canzone, che mescola influenze vintage e contemporanee, gli autori celebrano la possibilità per ognuno di scorgere, nel caos e nelle complicazioni inevitabili della vita di ogni giorno, nuovi centri di gravità che siano fonte di rinnovata sicurezza per tornare protagonisti del proprio cammino. Ad accompagnare l’uscita del brano “Io corro”, il videoclip per la regia dello stesso Di Ranno insieme con Ferdinando D’Urbano, girato nel Teatro dei Calanchi a pochi chilometri da Matera. Il progetto Tomacelli, lanciato ormai un anno fa da Di Ranno e Paterni, è prodotto da Tomacelli Tune.

Gucci apre i Gucci Pin, store temporaneiEsperienze digitali immersive e proposte diversificate

06 novembre 201912:23

– Non pop up, ma Pin: così si chiameranno i negozi temporanei di Gucci, le cui aperture saranno scaglionate da ora al prossimo anno e che prendono il nome proprio dai “pin”, le puntine segnaposto delle cartine interattive digitali.
L’apertura avverrà in grandi città come Parigi, Seoul e Hong Kong, e i negozi avranno un nome che rispecchia l’offerta proposta al loro interno. Ogni Gucci Pin sarà poi accompagnato da un’esperienza digitale immersiva interattiva grazie alle nuove tecnologie di realtà aumentata previste per alcuni di questi negozi, nel 2020. I primi store sono dedicati alla collezione Gift Giving, che celebra il motivo Flora. All’inizio del 2020, apriranno i Gucci Pin per l’anno del topo cinese dedicati a Mickey Mouse. I Gucci Pin GG Psychedelic apriranno tra la fine di gennaio e marzo 2020, e saranno dedicati ad articoli da viaggio, accessori e capi ready-to-wear caratterizzati dal motivo GG multicolore con stelle.

A teatro tra Steinbeck, King e BernhardMicol riprende Memorie di Adriano; Malosti omaggia 100 anni Levi

06 novembre 201912:39

– Pino Micol nel “Memorie di Adriano” che fu di Giorgio Albertazzi, per Maurizio Scaparro, a Firenze e Umberto Orsini ne “Il nipote di Wittgenstein di Thomas Bernhard a Torino; “Scene da un matrimonio” di Ingmar Bergman secondo il regista russo Andrei Konchalovsky e “Se questo è un uomo” nel centenario della nascita di Primo Levi (1919 – 1987) per Valter Malosti, tutti a Roma. E ancora “Misery” dal romanzo di Stephen King per Filippo Dini a Genova e “La valle dell’Eden” dello scrittore premio Nobel John Steinbeck per Antonio Latella a Bologna: sono alcuni degli appuntamenti teatrali in scena nel prossimo week end.

I Tiromancino in concerto per TelethonIl gruppo suonerà il 18 novembre all’Auditorium di Milano

06 novembre 201912:44

– I grandi successi e gli inediti dei ‘Tiromancino’ saranno i protagonisti del concerto benefico in favore di Fondazione Telethon, per la cura delle malattie genetiche rare, organizzato dal Gruppo BNP Paribas il prossimo 18 novembre, ore 21, all’Auditorium di Milano. Federico Zampaglione (voce e chitarra), Antonio Marcucci (chitarra elettrica), Francesco “Ciccio” Stoia (basso), Marco Pisanelli (batteria e percussioni) e Fabio Verdini (pianoforte e tastiere) saranno accompagnati dall’Ensemble Symphony Orchestra, diretta dal Maestro Giacomo Loprieno.
“Sarà uno spettacolo speciale – ha dichiarato Federico Zampaglione – in cui punteremo a valorizzare l’aspetto ritmico delle nostre canzoni, preparatevi, perché ci sarà da ballare”. I biglietti del concerto sono disponibili in tutte le Agenzie BNL di Milano e direttamente presso l’Auditorium di Milano.

Accademia Crusca nomina corrispondentiObiettivo promuovere lingua italiana all’estero

FIRENZE06 novembre 201913:07

– Il Collegio degli Accademici della Crusca, riunito in seduta straordinaria, ha nominato 13 nuovi accademici corrispondenti. Nove sono italiani e quattro stranieri. Lo riporta una nota dell’istituzione in cui si precisa che sono stati nominati accademici corrispondenti italiani: Emanuele Banfi, Gabriella Cartago, Lorenzo Coveri, Antonio Daniele, Valeria Della Valle, Claudio Giovanardi, Riccardo Gualdo, Sabatina Matarrese e Raffaele Simone. Sono inoltre stati nominati accademici corrispondenti esteri Angela Ferrari, Martin Maiden, Elton Prifti e Michel Zink.
Il corpo accademico risulta ora composto da 89 accademici suddivisi in tre classi: gli accademici ordinari (42) e gli accademici corrispondenti a loro volta suddivisi in italiani (19) e esteri (28). “Da sempre – si legge nella nota – la Crusca si rinnova guardando agli studi di italianistica e di linguistica italiana, sia in Italia che oltre confine, ma anche con l’obiettivo di promuovere la nostra lingua all’estero”.

Esce Ultima edizione, tributo a La Notte350 pagine per raccontare un quotidiano rivoluzionario

06 novembre 201913:46

– “Ultima edizione. Storie nere dagli archivi de La Notte” raccoglie le foto inedite del quotidiano milanese La Notte, in edicola del 1952 al 1995 e nasce come progetto di ricerca nel 2017, per uscire in libreria con le Edizioni Milieu (350 pagine, euro 39) domani su progetto grafico del designer Beppe Del Greco a cura di Salvatore Garzillo, Alan Maglio e Luca Matarazzo.
Il volume è stato presentato in prefettura, alla presenza dei curatori del volume, del prefetto di Milano Renato Saccone. Con il sostegno di archivisti e altri collaboratori, l’indagine attraversa diversi fondi di conservazione che riguardano il quotidiano milanese. Gli autori hanno studiato la produzione fotografica direttamente dai negativi realizzati dai fotoreporter de La Notte. La suddivisione del materiale in categorie quali “Aggressioni e ferimenti”, “Rapine”, “Prostituzione”, “Droga”, “Incidenti”, “Reati Vari” ricalca quella creata dai fotografi di redazione dello storico quotidiano.

A Veronica Etro Harper’s Bazaar Awards SpagnaTra i premiati di questa edizione Sharon Stone e David Gandy

06 novembre 201913:46

– Veronica Etro ha ricevuto a Madrid il premio Best Designer agli Harper’s Bazaar Awards Actitud 43, che ogni anno premiano personalità influenti e fonti d’ispirazione per il loro carattere, lavoro, talento e creatività. La serata di gala, presentata dalla giornalista e conduttrice televisiva Isabel Jiménez, si è tenuta nella prestigiosa cornice del Palacio de Santoña di Madrid. Tra i premiati di questa edizione: Sharon Stone, David Gandy, Jon Kortajarena, Elena Medel, Paco Arango, Vanesa Lorenzo, Lita Cabellut e Ramón Freixa.

Prometheus Journey, viaggio siderale ai confini dell’inumano

06 novembre 201913:51

“Immaginare il nostro lontano futuro è una delle imprese più difficili per la mente umana, abituata ad affrontare il presente giorno per giorno”. E’ il commento di Roberto Paura, direttore dell’Italian Institute for the Future, a proposito del progetto Prometheus Journey al confine tra musica, arte e scienza.Prometheus Journey è un film e un progetto tripartito, composto da una performance live e un cortometraggio che saranno raccolti in un sito web. Il video è il primo capitolo di un cortometraggio che rappresenta l’ideale viaggio di un astronauta verso il futuro, un futuro che nasce dalla memoria del cosmo. Tutto il progetto è supportato a livello scientifico dalla consulenza del professor Paura. Si tratta, nello specifico, di una produzione che prova a tradurre in immagini e suoni alcune teorie scientifiche che partono dall’analisi dell’Antropocene per ipotizzare futuri possibili.Paura aggiunge: “E’ importante puntare su opere evocative come il cortometraggio di Stefano De Felici, che ci spingono a riflettere sul destino della civiltà umana, sui rischi dell’Antropocene e sulle possibilità di trasformarci in una specie multiplanetaria. Non solo, De Felici enfatizza nel video il concetto che la sopravvivenza della nostra civiltà è legato alla preservazione della conoscenza accumulata nei millenni. Se è vero che “in principio era il Verbo”, cosa ne sarà di noi se la parola scritta andasse irrimediabilmente perduta? Eppure è un rischio che corriamo affidando all’etereo mondo digitale tutta l’informazione prodotta negli ultimi anni. Vint Cerf, tra i “padri” di Internet, ha messo in guardia dal rischio di un buco nero digitale se dovessimo perdere la memoria riversata sul web. Oggi molti esperti si occupano di elaborare sistemi per preservare la conoscenza della civiltà in caso di catastrofe. Lungi dall’essere esercizi di pessimismo, questi scenari ci aiutano a proiettarci su lungo periodo e anticipare i rischi a venire. Con l’Italian Institute for the Future abbiamo quindi voluto contribuire con suggestioni e idee all’elaborazione di Prometheus”.I registi Stefano De Felici e Federico Mazza di Almost Videolab non hanno utilizzato, per la realizzazione, nessun effetto speciale, anzi tutto ciò che si vede è stato ricostruito artigianalmente in piccolo, realizzando macroriprese che riassumono il cosmo partendo dal microscopico.Il video e l’intero progetto hanno origine da un album di recente pubblicazione (settembre 2019) intitolato S/T del duo di musicisti Stefano Greco (elettronica, monochord) ed Eloisa Manera (violino e composizione), conosciuti a livello nazionale e in ambito jazzistico. Prometheus Journey, infatti, è la prima traccia del disco realizzato dal loro duo, Phase Duo, un’atmosfera sonora che ha inspirato il lavoro dei videoartisti per la sua capacità evocativa dei suoni del cosmo e la caratteristica di collocarsi al di là di una specifica dimensione temporale.
La collaborazione darà il via a una serie di performance live, la prossima è in programma a Milano tra un paio di settimane.

La yacht woman di Luisa Spagnoli CruiseVariazioni sul tema Navy. Capo ammiraglio il trench

06 novembre 201913:49

– Chic a velocità di crociera: la collezione Cruise 2020 di Luisa Spagnoli prende il largo con uno stile yacht club evergreen. Tante le variazioni sul tema “navy”: pull tricot a macro righe mariniére con dettaglio incrociato sulla spalla, portati su bermuda blu, cappello baker boy stile marina e giubbino corto in double di lana in un’inedita versione cherry. Il classico pull girocollo rayé si porta con gonna a tulipano con lo spacco centrale. Capospalla ‘ammiraglio’ è il trench, nella versione denim più sportiva, o in tessuto bouclé multicolor dall’appeal chic genere da portare con femminili gonne longuette, o ancora più classico come trench coat lungo e un po’ over. Sono in denim i completi camicia e pantaloni dalla linea morbida e il blazer con rifiniture bianche a contrasto. Il denim, in versione light, è perfetto anche per le gonne a matita allacciate al centro con balza arricciata sul fondo, da abbinare a maglie a righe multicolor. Le gonne sono protagoniste: longuette in pelle, plissè a tinte rainbow o con macro stampe floreali.
I tailleur sono composti da blazer dalle proporzioni maschili, leggermente over ma pur sempre calibrati, portati su shorts coordinati o pantaloni ampi, abbinati a bluse di seta stampata, rese iperfemminili dal fiocco sul collo. Perché Luisa Spagnoli gioca sul filo del maschile e del femminile, mescolando tagli sartoriali e fluidità. Per aperitivi sul ponte centrale, il pezzo chiave diventa lo chemisier dalla texture impalpabile e dalle delicate stampe fleury, a piccoli pois in bianco e nero, o rigati.
Per la sera, ecco il tailleur smoking con blazer allongé su pantaloni svasati sul fondo; uno smoking fucsia, in raso e shantung di seta, per accendere la notte di tonalità pink.
Sempre rosa ma nella delicata tonalità quarzo, ecco il completo pantaloni in pizzo rebrodé e cady si seta.

La yacht woman di Luisa Spagnoli CruiseVariazioni sul tema Navy. Capo ammiraglio il trench

06 novembre 201913:49

– Chic a velocità di crociera: la collezione Cruise 2020 di Luisa Spagnoli prende il largo con uno stile yacht club evergreen. Tante le variazioni sul tema “navy”: pull tricot a macro righe mariniére con dettaglio incrociato sulla spalla, portati su bermuda blu, cappello baker boy stile marina e giubbino corto in double di lana in un’inedita versione cherry. Il classico pull girocollo rayé si porta con gonna a tulipano con lo spacco centrale. Capospalla ‘ammiraglio’ è il trench, nella versione denim più sportiva, o in tessuto bouclé multicolor dall’appeal chic genere da portare con femminili gonne longuette, o ancora più classico come trench coat lungo e un po’ over. Sono in denim i completi camicia e pantaloni dalla linea morbida e il blazer con rifiniture bianche a contrasto. Il denim, in versione light, è perfetto anche per le gonne a matita allacciate al centro con balza arricciata sul fondo, da abbinare a maglie a righe multicolor. Le gonne sono protagoniste: longuette in pelle, plissè a tinte rainbow o con macro stampe floreali.
I tailleur sono composti da blazer dalle proporzioni maschili, leggermente over ma pur sempre calibrati, portati su shorts coordinati o pantaloni ampi, abbinati a bluse di seta stampata, rese iperfemminili dal fiocco sul collo. Perché Luisa Spagnoli gioca sul filo del maschile e del femminile, mescolando tagli sartoriali e fluidità. Per aperitivi sul ponte centrale, il pezzo chiave diventa lo chemisier dalla texture impalpabile e dalle delicate stampe fleury, a piccoli pois in bianco e nero, o rigati.
Per la sera, ecco il tailleur smoking con blazer allongé su pantaloni svasati sul fondo; uno smoking fucsia, in raso e shantung di seta, per accendere la notte di tonalità pink.
Sempre rosa ma nella delicata tonalità quarzo, ecco il completo pantaloni in pizzo rebrodé e cady si seta.

Olivia Newton-John, asta per il look di Grease450mila dollari per giubbotto Sandy, a fondazione contro cancro

03 novembre 201918:41

– L’outfit di Grease con gli abiti che fecero epoca alla fine degli anni ’70 grazie al successo planetario del film con Olivia Newton John e John Travolta, è andato all’asta a Los Angeles e il ricavato della collezione dell’artista australiana, oggi 71enne, andrà a finanziare la Fondazione Onj, da lei stessa realizzata anni fa, per la ricerca, le cure, anche psicologiche, contro il cancro di cui la stessa attrice-ballerina soffre ciclicamente dal 1992, quando le fu diagnosticato un primo tumore al seno (oggi è in lotta con la terza recidiva). Il giubbotto di pelle e i pantaloni attillati indossati da Sandy per sedurre Danny nella scena finale di Grease sono stati venduti all’asta per 405.700 dollari, più del doppio della stima iniziale. Ad aggiudicarseli un compratore rimasto anonimo, collezionista evidentemente affezionato al film musicale che fece ballare una generazione.

Whoopi Goldberg a Bassano con suo libroAppuntamento a Libreria palazzo Roberti il 30 novembre

VENEZIA04 novembre 201914:21

– Appuntamento unico in Italia, in libreria a Bassano del Grappa (Vicenza), per Whoopi Goldberg, attrice statunitense tra le più famose al mondo, doppiatrice, scrittrice, conduttrice televisiva e attivista, tra le 15 persone ad aver vinto un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony Award.
Lo annuncia, per sabato 30 novembre, la celebre Libreria Palazzo Roberti, dove l’attrice incontrerà i lettori per autografare il suo quarto libro “The Unqualified Hostess” (Rizzoli International, 2019), dedicato all’arte di apparecchiare la tavola con stile e originalità.
“Ho scritto questo libro – ha dichiarato Goldberg – che francamente è l’ultimo libro che qualcuno si sarebbe aspettato da me. ‘I do it in my way and you can too’, io lo faccio a modo mio e potete farlo anche voi. Voglio mostrarvi che basta la passione per preparare una bella tavola”.

Ken Follett fan di Donato CarrisiGrande giallista twitta trailer L’uomo del labirinto

04 novembre 201917:33

Ken Follett ‘fan’ di Donato Carrisi.
L’illustre collega dopo aver visto il film, L’uomo del Labirinto’, secondo lungomentraggio del giallista, fa il suo endorsement twittando sul suo profilo ufficiale:

Prodotto da Gavila e Colorado Film e distribuito da Medusa, il film con Toni Servillo e Dustin Hoffman nel primo week end di programmazione ha raggiunto un incasso pari a 1.262.000 euro mentre “Doctor Sleep”, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, si ferma a 1.118.000.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Le tante vite di Frida Kahlo in un docu-film
Al Torino Film Festival e poi in sala dal 25 al 27 novembre

05 novembre 201909:57

Bellissima, in alcune foto, e per niente bella in altre con quelle sue sopracciglia folte e quella peluria sopra le labbra che non ha mai voluto nascondere, Frida Kahlo già dall’aspetto mostrava una natura selvaggia, proprio come le sue tante vite e i colori dei suoi vestiti. E va detto che libera, anche sentimentalmente, questa artista messicana nata nel 1907 lo fu davvero come fa vedere ‘Frida. Viva la vida’, docu film di Giovanni Troilo che passerà alla 37/a edizione del Torino Film Festival nella sezione Festa Mobile per poi approdare nelle sale italiane in esclusiva il 25, 26, 27 novembre.Il film, prodotto da Ballandi Arts e Nexo digital in collaborazione con Sky Arte e con la partecipazione straordinaria di Asia Argento, racconta, per quanto è possibile, questa icona pop che sembra aver vissuto tre vite. E questo in un lungo viaggio tra le opere, ma anche le fotografie, i vestiti e gli oggetti personali della Kahlo con la colonna sonora originale di Remo Anzovino. Colpita dalla poliomielite a sei anni e vittima poi di un incidente stradale che la lascerà invalida a diciotto, Frida affrontò ben 32 operazioni e convisse sempre con dolori atroci che la perseguitarono fino alla morte. Nonostante questo, grazie alla sua pittura e ai suoi scritti, al suo modo di vestire, al suo stile inconfondibile, nel corso degli anni la Kahlo è diventata un modello di riferimento, un’icona capace di influenzare artisti, musicisti, stilisti. Asia Argento in ‘Frida. Viva la vida’ conduce lo spettatore alla scoperta dei due volti della pittrice, seguendo un fil rouge dato dalle stesse parole dell’artista e tratto da lettere, diari e confessioni private. Si scoprirà così come l’opera della pittrice affondi le sue radici sia nella pittura tradizionale dell’800, nei retablos messicani, che nell’arte e nell’impegno di uomini del suo tempo, dal compagno di una vita, Diego Rivera (da lei sposato due volte), a Trotsky. Del resto, dopo la rivoluzione del 1910, il Messico aveva provato a riscoprire le proprie origini attraverso l’iconografia pre-colombiana in cui anche Frida esplorò l’identità degli opposti come dolore e piacere, tenebre e luce, vita nella morte e morte nella vita.Nel documentario sarà possibile vedere per la prima volta fotografie, vestiti e altri oggetti personali di Frida conservati negli archivi del Museo Frida Kahlo normalmente non accessibili al pubblico, oltre alle stampe originali delle fotografie scattate da Graciela Iturbide durante l’apertura del bagno di Frida nel 2004. ‘Frida. Viva la Vida’, propone un viaggio in sei capitoli alla ricerca di Frida, nel cuore del Messico, tra cactus, scimmie, cervi e pappagalli, alternando interviste esclusive, documenti d’epoca, ricostruzioni e opere della stessa Kahlo, tra cui gli autoritratti più celebri (da quello con Diego Rivera del 1931 alle Due Frida del 1939, da La colonna spezzata del 1944 al Cervo ferito del 1946). Ecco, infine, l’ultima frase scritta sul suo diario: “Spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più”.

Cinema: Monica e Karim, wrestlers tra amore e lottaMonica e Karim, wrestlers tra amore e lotta

05 novembre 201912:24

In docu Wrestlove, ritratto coppia di lottatori fra Italia e Usa – ROMA, 05 NOV – Monica Passeri, abruzzese, classe 1992, nome d’arte Miss Monica, e Karim Bartoli, romano, classe 1991, nome d’arte Karim Brigante: sono i due wrestler, compagni di vita e spesso di ring (il loro nome di battaglia congiunto è Roman Dinasty), raccontati in un loro ritorno a casa, in Italia, tra quadrato e vita, in Wrestlove, il documentario di Cristiano di Felice, che aprirà in anteprima il Sulmona International Film festival (6 – 9 novembre).
Prima coppia italiana di ‘fighter’ che si è costruita insieme una carriera negli Stati Uniti Miss Monica e Karim Brigante, girano gli States e l’Europa combattendo nei circuiti indie e non solo, spesso conquistando cinture e difendendo titoli.
“Loser, perdente: il mondo del wrestling a differenza del mondo attuale è rimasto immune dalla parola sconfitta – spiega nel film Karim -. E’ un mondo che ha dato casa a tanti perdenti e tanti insicuri, che siano lottatori o fan… nel wrestling i perdenti non esistono”. In docu Wrestlove, ritratto coppia di lottatori fra Italia e Usa.

Addio all’attore Omero Antonutti84 anni, carriera eclettica, indimenticabile Padre Padrone

05 novembre 201912:38

– Addio a Omero Antonutti, attore, doppiatore indimenticabile interprete di tante pellicole a cominciare da Padre padrone dei fratelli Taviani. Nato a a Basiliano, Friuli Venezia Giulia, nel 1935, si è spento il 5 novembre in ospedale a Udine dove era ricoverato per le complicanze di un tumore che lo aveva colpito da tempo, al suo fianco la moglie. Noto al grande pubblico soprattutto per la sua attività di doppiatore, ha negli anni prestato la sua voce a importanti interpreti internazionali (tra i quali C. Lee , M.
Parks, J. Hurt, O. Sharif). Voce narrante in film come La vita è bella (1997) e Il mestiere delle armi (2001). Tra le sue interpretazioni: Padre padrone (1977); La notte di S.Lorenzo (1982); Kaos (1984); tutti dei fratelli Taviani. L’attività di Antonutti fin dagli anni settanta proseguì alternando cinema e teatro con continuità: tra i film più intensi interpretati nel cinema si ricordano Farinelli – Voce regina di Gérard Corbiau, Un eroe borghese di Michele Placido, I banchieri di Dio – Il caso Calvi di Giuseppe Ferrara e Tu ridi ancora dei fratelli Taviani. Tra le produzioni recenti, la serie televisiva Sacco & Vanzetti, N (Io e Napoleone), La ragazza del lago e, nel 2008, Miracolo a Sant’anna.Omero Antonutti è una delle figure più eclettiche del panorama artistico italiano. Esordì nel cinema nel 1966 con una piccola parte in Le piacevoli notti con Vittorio Gassman, Gina Lollobrigida e Ugo Tognazzi.
Indimenticabile nel ruolo del padre di Gavino Ledda in Padre padrone di Paolo e Vittorio Taviani (1977).

Proietti, non mi sento un maestro di vitaAttore voce cane protagonista del film Attraverso i miei occhi

05 novembre 201919:47

Voce di Dustin Hoffman nel ritratto del provocatorio stand-up comedian, scomparso prematuramente, Lenny Bruce in Lenny di Bob Fosse (“penso sia il mio doppiaggio migliore”), ma anche del primo Rocky e del funambolico genio di Aladdin (“molto divertente ma faticoso”). Sono solo alcune delle grandi prove di doppiaggio di Gigi Proietti, che ne regala un’altra come voce di Enzo, il saggio golden retriever (in originale doppiato da Kevin Costner) protagonista di Attraverso i miei occhi, la dramedy di Simon Curtis, in sala dal 7 novembre con 20th Century Fox, tratta dal bestseller di Garth Stein, L’arte di correre sotto la pioggia.Il film racconta, attraverso gli occhi e il racconto interiore del cane, il legame simbiotico del golden retriever con il suo padrone/migliore amico Denny (Milo Ventimiglia), pilota automobilistico, che l’ha preso cucciolo. Insieme, in un viaggio lungo una vita attraversano gioie, come l’amore che nasce fra Denny e Eve (Amanda Seyfried), poi moglie del pilota e madre della figlia Zoe, ma anche drammi famigliari. Nel cast, fra gli altri, Martin Donovan e Kathy Baker. “Questo cane ci insegna qualcosa che noi umani non sempre rispettiamo, cioè che amare significa volere il bene dell’altro e fare di tutto per non farlo soffrire – spiega Proietti – Il film è una grande metafora, come sarebbe più facile avere rapporti se assomigliassimo più ai cani. In loro non c’è odio, voglia di rivalsa, solo lealtà e fedeltà”. Personalmente “non penso di avere la saggezza di Enzo. Non mi sento uno che possa insegnare ad altri, non mi sento maestro di vita, anche se a volte qualcosa mi è capitato di dire, anche stancando chi mi è vicino, come le mie figlie o quando avevo la scuola di teatro, i miei allievi…Poi magari dopo qualche anno mi hanno chiamato per dirmi che avevo ragione”. Il doppiaggio è fin dall’inizio della sua carriera un compagno di strada, mentre di cinema, come attore, “ne ho fatto poco, anche perché mi offrivano sempre le stesse parti”. Oggi “mi sembra il cinema si stia televisizzando sempre di più, i film restano poco in sala, risente molto della concorrenza dei grandi seriali – commenta -. Il nostro cinema ha molti buoni attori ma è un po’ piccolo a livello di storie. Comunque non si può generalizzare, ci sono delle eccezioni”. Tra queste, c’è Matteo Garrone, per cui ha appena interpretato Mangiafuoco in Pinocchio (in uscita a Natale): “sono stati solo tre giorni, ho lavorato con un regista straordinario che viene da un altro pianeta – dice -. E’ stata un’esperienza bellissima”.Da quanto fa intendere, potremmo rivederlo presto anche in tv: “Tornerò sicuramente, con una fiction, o magari qualche show anche se sono stancanti – accenna -. Mi sono arrivate varie proposte, ho anche idee mie per delle storie, ma sono ‘inturcinate”’. Quanto agli impegni con il teatro, spiega che sta cercando di tenersi “stretta la direzione artistica del Silvano Toti Globe Theatre, perché è una di quelle cose che ho fatto per Roma e sento che resta. Fra tutti i teatri che ho diretto o rilanciato, il Globe è forse la cosa più importante, perché è una struttura che prima non esisteva. E’ nato come un fungo in mezzo alla città, e continua ad avere un successo enorme”. Tornando ad Attraverso i miei occhi, Proietti, come il protagonista (umano) del film, ama molto gli animali: “Avendo un grande giardino, oltre a cani e gatti, che adoro, ne abbiamo avuti a casa di più specie, compreso un piccione. La mia compagna l’aveva comprato a Ponza da una signora per non farlo finire in padella. Apparteneva a una razza che non volava, l’avevamo chiamato ‘Poro Toto’. Finché passeggiava in mezzo agli altri è andato bene, ma appena ha provato a svolazzare… – spiega l’attore in un racconto trascinante simile a quello dei suoi spettacoli -. Il mio animale preferito però è la gracula, il merlo parlante, ne ho avuti vari. Uno imitandomi mi ha anche fatto capire quanto fosse antipatico il mio modo di rispondere al telefono”.

Tff, 4 documentari e incontro con BifoNuovo spazio ‘L’unica cosa che ho è la bellezza del mondo’

TORINO05 novembre 201914:49

– Quattro documentari e la conversazione con lo scrittore e filosofo Franco ‘Bifo’ Berardi: è il nuovo spazio tematico del Torino Film Festival, nella sezione TFFdoc dal titolo “L’unica cosa che ho è la bellezza del mondo”. Si tratta – spiegano gli organizzatori – di un’ulteriore riflessione rispetto a quanto affrontato lo scorso anno nel focus TFFdoc/apocalisse: in questo periodo connotato dall’attesa della catastrofe e angosciato dall’urgenza di evitarla TFFdoc ha deciso di concedersi il tempo di fermarsi a contemplare ciò che abbiamo intorno, di godere del piacere dello stare nel mondo.
Franco ‘Bifo’ Berardi, l’autore di Dopo il futuro. Dal futurismo al cyberpunk (2013), Il secondo avvento. Astrazione apocalisse comunismo (2018), e Futurabilità (2019), terrà un incontro abbinato alla proiezione del documentario di Christian Labhart, Passion – Beetwen Revolt and Resignation, con l’obiettivo di guidare lo spettatore e aiutarlo a orientarsi nella follia del mondo contemporaneo.

Scorsese replica su Marvel, “soffocano l’arte”Il regista sul Nyt, “avrei voluto The Irishman in più sale”

NEW YORK05 novembre 201916:11

– C’è un nesso tra l’uscita di ‘The Irishman” su Netflix e la polemica di Martin Scorsese contro i film Marvel. Mentre la sua ultima fatica sulla scomparsa di Jimmy Hoffa è nelle sale, il regista torna alla carica sul New York Times e definisce lo straordinario successo dei supereroi una minaccia per i valori del cinema d’autore.
La polemica era scoppiata all’inizio di ottobre quando Scorsese, in un’intervista a Empire, aveva definito i film Marvel “l’equivalente di un parco-giochi”. Era seguito un acceso dibattito che aveva visto schierati con il 77enne Scorsese gli anziani colleghi Francis Ford Coppola e Ken Loach. Ieri contro Scorsese era sceso in campo il boss di Disney, Bob Iger: “Grande regista, ma non credo che ne abbia mai visto uno”.
Scorsese mette sul banco degli imputati il modello di business imposto dalla franchise: “Variazioni illimitate su un numero definito di temi fatti per soddisfare una serie specifica di domande, i film Marvel sono sequel di nome, ma remake di fatto, basati su ricerche di mercato e test dell’audience, modificati, riverificati e rimodificati fino a che non sono pronti per il consumo”.
Il regista spiega quindi che la scala e il costo di un film Marvel richiede di farlo uscire nel massimo numero di sale possibili, ma c’è solo un numero limitato di sale in Nordamerica e il risultato è un collo di bottiglia che marginalizza i film che Scorsese ama vedere e fare relegandoli alla distribuzione in streaming o home video. “Avrei voluto vedere ‘The Irishman’ proiettato in più sale”, ha ammesso il regista.

Catherine Deneuve colta da malore, ricoverata a Parigi Le Parisien: ‘Condizioni gravi’. Fonti: ‘E’ colpo di stanchezza’

06 novembre 201913:28

Catherine Deneuve è stata ricoverata a Parigi dopo un malore nella notte tra ieri e oggi: è quanto rivela Le Parisien. Secondo il giornale, l’attrice di 76 anni sarebbe in “condizioni gravi”, da non sottovalutare, e necessita di esami approfonditi. Fonti a lei vicine citate da BFM-TV, parlano di una “botta di stanchezza” dovuta all’agenda molto fitta. L’icona del cinema francese è impegnata, dal mese scorso, sul set dell’ultimo film di Emmanuel Bercot, ‘De son vivant’, con Benoît Magimel. Secondo radio RTL, Catherine Deneuve è ancora ricoverata in un ospedale parigino, oggetto di esami approfonditi da parte dell’equipe medica. L’attrice, prosegue la prima radio privata di Francia, sarebbe stata colpita dal malore durante le riprese del film ‘De son vivant’ con Magimel e Cécile de France le cui riprese sono in corso nella regione di Parigi. Il film racconta la storia di un figlio affetto da un tumore, una madre sofferente dinanzi alla sua impotenza nonché un medico che cerca di fare del suo meglio dinanzi alla malattia. L’attrice nata a Parigi il 22 ottobre del 1943 è attualmente in cartellone nei cinema di Francia con ‘Festa di famiglia’, l’ultimo film di Cédric Kahn recentemente presentato alla Festa del Cinema di Roma. Bella di Giorno (1967)Catherine Deneuve è stata ricoverata a Parigi dopo un malore nella notte tra ieri e oggi: è quanto rivela Le Parisien. Secondo il giornale, l’attrice di 76 anni sarebbe in “condizioni gravi”, da non sottovalutare, e necessita di esami approfonditi. Fonti a lei vicine citate da BFM-TV, parlano di una “botta di stanchezza” dovuta all’agenda molto fitta. L’icona del cinema francese è impegnata, dal mese scorso, sul set dell’ultimo film di Emmanuel Bercot, ‘De son vivant’, con Benoît Magimel.

La Belle Epoque, ode malinconica all’amore
Fanny Ardant e Daniel Auteil nella commedia romantica dell’anno

06 novembre 201910:23

E’ uno dei film migliori dell’anno, una commedia sorprendente e ‘terapeutico’, che ha emozionato al festival di Cannes 2019 e che ora esce in sala dal 7 novembre con I Wonder Pictures: il divertente La Belle Epoque di Nicolas Bedos. Fanny Ardant interpreta Marianne, una donna di successo, vitale, piena di occasioni mondane. Ha un amante, forse non il solo e comunque nonostante l’eta’ non giovane ha intenzione di vivere pienamente la sua vita. Il marito Victor, Daniel Auteuil, sembra il suo opposto, uno di quegli uomini che non si sono adattati ai tempi che cambiano, non ha voglia di curarsi, si veste trasandato, si e’ insomma lasciato andare, soprattutto ora che le sue stupende vignette di satira politica non trovano piu’ posto sui giornali.Victor va da Antoine (Guillaume Canet) regista-imprenditore di ‘viaggi nel tempo’, un’organizzazione che porta il pubblico a vivere nel passato con set cinematografici, attori, messe in scena curatissime dal mobilio agli arredi ai dialoghi, per una sera o per giorni interi. E poi c’e’ il figlio che vorrebbe trovare il modo di lavorare con il padre ora che si e’ messo a produrre web serie animate. Al culmine di una lite, la Ardant caccia di casa Auteuil. Il fumettista con i soldi ricavati dalla vendita di un appartamento si installa ai Viaggi nel tempo: porta le vignette degli anni ’70, della ‘belle epoque’ della sua giovinezza, quella in cui ha conosciuto Fanny, provocante, sfacciata, spiritosa ragazza.Tutto viene allestito com’era: il suo bar, le sue feste hippy, il suo primo incontro con la giovane che poi sposera’.Attori in panni vintage recitano nella scena, guidati all’auricolare da Canet e una giovane ragazza, interpretata da Doria Tillier (di cui Canet e’ innamorato) sembra la piu’ adatta per il ruolo. Sara’ la settimana piu’ bella della sua vita. Il viaggio nei ricordi funziona, Auteuil si veste come un tempo, i baffoni al posto della barba incolta, i pantaloni a zampa, tutto torna com’era, finzione e memoria. L’incontro con la ragazzina lo rivitalizza, pensa al passato, ma anche al presente, quasi si innamora della giovane attrice che ricambia l’attenzione di questo malinconico signore.Intanto la Ardant e’ libera, puo’ vivere con il suo amante (Francois Delis Podalyses) ,il migliore amico di Auteuil, ovviamente) salvo scoprire che la noia della routine e’ simile, incluso il russare del partner che la tiene sveglia. Quando la Ardant rivede Auteuil ringiovanito ha un colpo al cuore, lo segue ed entra nel set dei Viaggi nel tempo. “E’ un film melanconico, buffo, romantico e divertente al tempo stesso. C’e’ l’ode al passato che siamo stati certo ma anche l’ambizione di vivere il presente pienamente” dice Nicolas Bedos, “una commedia pervasa di nostalgia gioiosa sull’amore giovane e al tempo stesso sull’amore in tutte le eta’ della vita”. Il regista si e’ dichiarato “completamente pazzo di Fanny Ardant, attrice e donna eccezionale, l’idea di fare un film con lei e vederla tutti i giorni ha resto questo film magico”.

Fitoussi a Pierantozzi, neolingua eco

06 novembre 201910:22

– JEAN-PAUL FITOUSSI, LA NEOLINGUA DELL’ECONOMIA ( a cura di Francesca Pierantozzi, EINAUDI, PAG 273, euro 17,00) – ”Non si tratta soltanto di economia, ma di un’esercitazione per leggere e ripensare l’attualità e il mondo che le gira intorno. Mettere alla prova le nostre convinzioni.
Si tratta di una riflessione a volte anche intima che non chiede necessariamente di essere d’accordo, ma di essere disponibili. E si tratta infine, tra le righe, di un signore che è bellissimo stare ad ascoltare”. Dopo mille interviste lei lo può dire, Francesca Pierantozzi che ha deciso che le domande fatte a Jean-Paul Fitoussi nelle tante interviste oramai non le bastavano più e così è nato questo libro. Per l’economista invece ”questo libro nasce da una contraddizione: le parole più comuni, di cui credevamo di conoscere alla perfezione il significato, ora ci sfuggono. Quello che credevo essere un problema di elite in realtà è un problema di lingua”. A partire ad esempio dal termine ”populista”, che non lo convince perché sottintende un disprezzo: ”demagogo mi sembra invece il termine più adatto, perché il populismo non caratterizza il popolo ma chi vuole prendere il posto del popolo”.
Quindi domanda e risposta, come in una vera e propria partita, Francesca e Jean-Paul che procede nell’analisi economico-politica dell’oggi momento caratterizzato dal ”lavaggio del cervello”, ovvero ”la ripetizione che logora le parole, le priva di senso e e credibilità.
Peggio ancora: convince la gente che la situazione così com’è è normale”.
In un clima nel quale la politica è possibile, spiega Fitoussi, ma nel quale il lavoro sta finendo. ”Qualsiasi progresso comporta una ristrutturazione del lavoro. E i lavori sicuri, a vita, non torneranno più per quanto si continui a proteggerli”.
Lo accusano di essere grillino, perché ”è stata creata una trappola semantica per impedire l’esistenza di qualsiasi altro discorso che non fosse quello ortodosso”. Insomma un dialogo sulle mille ”trappole della neolingua”, dove l’economia si intreccia strettamente con la politica, in un mondo che è più ricco che in passato ma nonostante questo perde esponenzialmente diritti tanto da fargli dubitare che la democrazia duri ancora a lungo. Dice Fitoussi. ”Il dogmatismo dottrinale è un pericolo per la democrazia quanto l’estremismo.
Dobbiamo fare il possibile per evitare di passare dall’uno all’altro. Non è l’Europa il nostro problema, ma il cinismo delle sue politiche”.

Le star web ai Macchianera Awards

PERUGIA05 novembre 201918:40

Oltre cento star del web saranno a Perugia per gli Oscar del web e per tre giorni di eventi. Il capoluogo umbro ospiterà infatti dall’8 al 10 novembre la ‘Festa della Rete’ che terminerà con la consegna dei ‘Macchianera internet Awards’ ai personaggi più amati e scelti dal pubblico con le votazioni online.Appuntamento che torna per la seconda volta a Perugia. ‘Connessi e sostenibili’ è il tema scelto quest’anno, come annunciato dagli organizzatori Gigi Mazzeschi (ideatore insieme a Gianluca Neri), Claudia Alfonso e Matteo Grandi. Protagoniste le star della Rete. In programma, tra gli altri, eventi ed incontri con Estetista cinica, Camihawke, K4U, Jody Cecchetto, Emilife, Pinuccio, Fotografie Segnanti, Signor Distruggere, Trash Italiano, Lercio, Tegamini, Maccio Capatonda, Casa Surace, Commenti Memorabili, Human Safari, Sofia Viscardi, Alice Venturi, Riccardo Pirrone (Taffo), Muriel, Carletto’s Life, The Pozzoli’s family, Le frasi di Osho. Non mancheranno anche personaggi della cultura, dello spettacolo e del giornalismo.Sono infatti attesi Luca Telese, David Parenzo, Pierluigi Pardo, Riccardo Cucchi, Selvaggia Lucarelli, Mauro Casciari, Renza Castelli, Willie Peyote, Gio Evan, Il Pagante, The Andrè, Romina Falconi, oltre a padre Enzo Fortunato.La premiazione dei vincitori degli Internet Awards è prevista la sera del 9 novembre al Teatro Morlacchi. Tra oltre 300 candidature, di 31 categorie, saranno proclamati il miglior sito e quello più attendibile, il personaggio dell’anno e la rivelazione, i migliori articolo o post, community, pagina Facebook, trasmissione tv e radio, creator-videomaker, foodblogger e travelblogger, hashtag, miglior tweeter ed instagrammer. Saranno proprio gli utenti del Web, con le loro preferenze, a decretare i vincitori.

L’adolescente Giovanna della nuova FerranteEsce il 7 novembre ‘La vita bugiarda degli adulti’

05 novembre 201916:41

E’ una ragazzina di dodici anni, Giovanna, detta Giannina, che vive in una casa con tanti libri, è figlia di due insegnanti e non vorrebbe deludere le loro aspettative, la protagonista e voce narrante del nuovo attesissimo romanzo di Elena Ferrante, ‘La vita bugiarda degli adulti’, che sarà in libreria il 7 novembre per le edizioni e/o, dopo l’anticipazione nella notte alla stampa in versione digitale con la protezione di una password.A cinque anni dall’uscita di ‘Storia della bambina perduta’ del 2014, l’ultimo dei quattro volumi della saga bestseller de ‘L’Amica geniale’, che ha venduto oltre 10 milioni di copie nel mondo, il nuovo romanzo della misteriosa scrittrice, sulla cui identità si sono fatte numerose ipotesi, ci porta ancora a Napoli, ma in quella del Rione Alto e del Vomero. ‘La vita bugiarda degli adulti’ (euro 19) ci racconta in 336 pagine le trasformazioni e turbamenti del crescere, il disincanto, i tradimenti, le menzogne dei grandi seguendo la vita di Giovanna fino ai 16 anni, fino allo sgreatolarsi delle certezze, alla separazione dei suoi genitori, a una poco esaltante iniziazione sessuale.Non ci sono Lila e Lenù, ma il rapporto tra Giovanna e la zia paterna Vittoria che è la cosa più intensa e forte di questo nuovo romanzo, che a questo punto potrebbe essere il primo di una nuova saga. Ed è proprio la ricerca e la scoperta di questa zia, con la quale da tempo il padre di Giovanna ha rotto ogni rapporto, ad alimentare le paure, le scoperte, le menzogne e le verità della ragazzina. Di Vittoria, cancellata dalle foto, si parla come di una persona brutta e malvagia e quando Giovanna viene paragonata a lei dal padre, la ragazza va in crisi, si specchia ovunque per capire se è davvero così brutta, finchè fa di tutto per incontrare questa zia e quando la vedrà sarà una rivelazione per tante cose. “Le guardai per pochi secondi il viso senza trucco, poi fissai il pavimento. Vittoria mi sembrò di una bellezza così insopportabile che considerarla brutta diventava una necessità” scrive la Ferrante.
Ci sono anche e come sempre le donne e le amiche del cuore come Angela e Ida. Con quest’ultima Giannina parte in treno per Venezia in un viaggio che ha tutti gli ingredienti per proseguire.
Si accendono le inziative alla vigilia dell’uscita, che ci riporta alle attese notturne in libreria per l’arrivo dei romanzi di Harry Potter. Il 6 novembre dalle ore 21.30 fino a mezzanotte nelle librerie Feltrinelli di Milano (Buenos Aires), Roma (Torre Argentina) e Napoli (Piazza dei Martiri) , saranno prposte letture in anteprima di brani tratti dal romanzo . Nella serata anche la proiezione del docu-film Ferrante Fever realizzato a partire dalle interviste di testimoni autorevoli, dalla traduttrice della Ferrante ai colleghi scrittori come Roberto Saviano, Francesca Marciano, Elizabeth Strout e Jonathan Franzen. A laFeltrinelli Roma il film sarà introdotto dallo stesso regista e sceneggiatore Giacomo Durzi e dalla co-sceneggiatrice Laura Buffoni. E allo scoccare della mezzanotte si potrà acquistare il romanzo in anteprima. Anche al Circolo dei Lettori di Torino il 6 novembre dalle 22 ci sarà una Ferrante Night con Nicola Lagioia.

Parasite, family-drama alla MonicelliDa Corea film di Bong Joon-ho Palma d’oro a Cannes

05 novembre 201910:28

Una storia di ricchi contro poveri in Corea che sembra scritta, in quanto a cattiveria, da Mario Monicelli. Una lotta di classe ravvicinata in cui a fare la differenza c’è anche l’olfatto, i poveri infatti puzzano un po’ troppo per i ricchi coreani, o almeno è quello che capita nel film ‘Parasite’, scritto e diretto dal talentuoso regista sud coreano Bong Joon-ho, premiato con la Palma d’Oro al 72/o Festival di Cannes e ora in sala dal 7 novembre con Academy Two.
‘Parasite’ parte in commedia, ma poi atterra nel dramma, un family-drama con una forte valenza politica. Perché alla fine a giocarsi tutto in questa storia sono due famiglie agli opposti, i poverissimi Ki-taek e i ricchissimi Park. I primi vivono in un sottoscala che spesso viene derattizzato (da qui forse l’odore), i secondi in una stupenda villa con giardino arredata con gusto e senza badare a spese. Tutto inizia in casa Ki-taek quando l’intera famiglia, padre, madre, figlio e figlia è nel panico più totale perché il wifi del vicino, a cui attingono tutti da sempre, ha cambiato password. Ma le cose vanno sicuramente meglio quando il primogenito di questa famiglia di ‘brutti, sporchi e cattivi’, con un espediente non proprio corretto, si ritrova a fare lezione di inglese alla figlia dei Park. Il ragazzo sarà come un cavallo di Troia per aprire le porte degli ignari Park all’intera sua famiglia che sarà in pochissimo tempo tutta al servizio della ricca casa. Per i Ki-taek la povertà sembra finita, ma nel rifugio antiatomico della ricca casa c’è un’orribile sorpresa e la pace tra le due famiglie sarà rotta.
L’ultima tragica e indimenticabile scena si sviluppa, incredibilmente, sulle note di In ginocchio da te di Gianni Morandi. “L’ispirazione mi è arrivata con questa domanda: cosa accadrebbe se due famiglie – una ricca e una povera, che occupano quartieri molto diversi – si incontrassero? Cosa accadrebbe poi se quei due mondi dovessero alla fine scontrarsi?” ha spiegato il regista coreano a Cannes. E ancora Bong Joon-ho: “Non sono ossessionato dal tema della famiglia, nel caso di questo film sarebbe poi comunque diverso dai miei lavori precedenti in cui le famiglie erano incomplete. In ‘Mother’ non c’era infatti il padre, e in ‘The Host’, madre”.
L’ultimo film del regista coreano, Okja, fu realizzato per Netflix e creò non poche polemiche proprio a Cannes nel 2017. La favola ecologista accese infatti il dibattito Cannes vs Netflix.

Il Ciarlatano di Isaac Bashevis

05 novembre 201910:29

IL CIARLATANO DI ISAAC BASHEVIS SINGER (ADELPHI, PP. 268, euro 20).
Appena arrivati a New York, nei primi anni della guerra, gli ebrei polacchi dicono tutti la stessa cosa: «L’America non fa per me». Ma poi, un po’ alla volta, molti ricominciano a «sguazzare negli affari» come pesci nell’acqua. Altri invece, e più di chiunque il protagonista di questo romanzo Il Ciarlatano di Isaac Bashevis Singer – a cura da Elisabetta Zevi (traduzione di Elena Loewentha), girano a vuoto, si barcamenano, vivono alle spalle degli amici ricchi, o delle donne, tante, troppe, che riescono a sedurre. Ci sono due amici che non potrebbero essere più diversi: tarchiato, pragmatico, dotato di un prodigioso fiuto per gli affari, l’uno; affilato e erudito, svagato e inconcludente, l’altro il nostro protagonista. Hertz è coltissimo: ha frequentato diverse università senza mai conseguire una laurea, lavora da decenni a un libro, ha vissuto alle spalle di chiunque senza mai guadagnare un centesimo, ha abitato in ogni città senza mai conoscerne nessuna a fondo, scrive in tutte le lingue senza parlarne alcuna – a parte lo yiddish -, ha avuto quattro mogli e innumerevoli donne senza che neppure una gli sia rimasta attaccata. Perennemente senza un soldo e alla ricerca di qualcuno che gli risolva i problemi, ha uno straordinario talento per cacciarsi nei guai. Tanto seduttivo e bugiardo è Hertz, quanto tachless e generoso è Morris sempre pronto a venirgli in aiuto, compreso aiutarlo ad arrivare in America. «Stammi a sentire,» disse ora al suo amico Hertz Minsker «lascia perdere le tue assurdità. Datti agli affari, come tutti gli altri ebrei. Si tratta solo di fare il primo passo, credimi. Non è con Freud che ti guadagnerai da vivere». «Se non la smetti di blaterare di psicoanalisi non ti parlo più!». «Bene, bene, non mi immischio nella tua scienza, ammetto che non ne so niente. Ma sono un uomo pratico. In America bisogna cambiare. Qui, anche un rabbino deve diventare un businessman….”.”Persino il Messia, se arrivasse a New York, dovrebbe mettere un annuncio sul giornale… ». Morris disse ora a Hertz: “Se proprio non vuoi metterti in affari, apri uno studio. A New York i matti non mancano». «Ci vuole un’abilitazione”. “Ma tu hai studiato, sei discepolo di Freud”.
“Non posso iniziare una carriera Singer nel mezzo di una catastrofe mondiale. Questo Hitler non scherza. È l’arcidiavolo in persona, venuto a spegnere l’ultima scintilla di luce: lui da una parte e Stalin, sia cancellato il suo nome, dall’altra”. Il tallone di Anchille è lui il ‘ciarlatano’ del libro, sono le donne, di queste ultime Hertz Minsker non può fare a meno: sono «il suo oppio, le sue carte, il suo whisky»; le loro gambe, le loro ginocchia contengono «una sorta di promessa», e lui ha bisogno ogni giorno di nuove avventure amorose, di «nuovi giochi, nuovi drammi, nuove tragedie o commedie». Minsker, che pure è un erudito e ha familiarità con il Talmud e può «recitare poesie in greco antico e in latino», ha avuto una corrispondenza con Freud, sembra capace solo di finire nei guai, anche se aveva conosciuto Alfred Adler, Martin Buber e altre personalità note in tutto il mondo. I suoi articoli erano apparsi in antologie ebraiche e in pubblicazioni tedesche e francesi. Ma la sua è una natura indolente. In genere, però, le catastrofi che provoca, a sé stesso e a chi gli sta intorno, si risolvono in una strepitosa commedia – una commedia alla Lubitsch, con mariti traditi, amanti imbufalite, sedute spiritiche fasulle, crisi di nervi, mercanti di quadri falsi, audaci e fumose teorie edonistico-cabbalistiche. Anche qui, come sempre in Singer, il comico e il grottesco si intrecciano mirabilmente con un pathos lacerante.

Fiorello tra musica e satira, 6 milioni e mezzo al debuttoBattute su Renzi e il Pd, tra gli ospiti Giorgia e Mengoni

05 novembre 201912:49

“Non ne potevo più della pubblicità, meno male che cominciamo”. Fiorello lancia il primo appuntamento di “Viva RaiPlay!”, collegandosi con il Tg1. Tanta musica e qualche sprazzo di satira per lo showman che arriva agli studi di via Asiago, storica sede di Radio Rai, accompagnato in auto da Raffaella Carrà, che dopo averlo fatto scendere si allontana sgommando, e Achille Lauro. La striscia quotidiana di 15 minuti andrà in onda su Rai1 e RaiPlay per cinque giorni, fino all’8 novembre, in un’anteprima dello show di 50 minuti che dal 13 novembre si vedrà in esclusiva sulla rinnovata piattaforma Rai Play ogni mercoledì, giovedì e venerdì, sempre alle 20.30. Nella prima puntata il 4 novembre sono stati 6.532.000 telespettatori pari al 25,1% di share a seguire Fiorello.
Prima del via è Pippo Baudo, “monarca della Rai”, a dare il lasciapassare a Fiorello. Poi microfono a Giorgia che introduce lo showman. “Lo so avevo detto che mi sarei ritirato ma sono ancora qua, sono il Matteo Renzi della Rai”, dice Fiorello, prima di leggere un finto titolo di giornale dal titolo ‘Fiorello: tutto qua?’ e un articolo fortemente critico con il programma.
Poi duetto con la voce fuori campo che lo invita a un intermezzo di satira. “Satira io? Non voglio rovinarmi la mia immagine di comico qualunquista’, replica Fiorello. “Fare battute sul Pd è come sparare sulla Croce Rossa – prosegue -. Lo sai che quelli della Croce Rossa dicono: è come sparare sul Pd?”. Poi Fiorello intona Rose Rosse di Massimo Ranieri, ma un direttore di Rai Play ragazzo lo invita a suonare con l’auto-tune prima che la trap vada fuori moda. Ed ecco che parte una versione trap di Rose Rosse. Nel finale ci sono Vincenzo Mollica in versione Muppet, ancora musica con Anna e Marco di Lucio Dalla cantata con Calcutta e Marco Mengoni. Finale in compagnia di Amadeus: Fiorello si veste esattamente come il conduttore de I soliti ignoti e del prossimo Festival di Sanremo, che lo vedrà tra gli ospiti.

Sanremo Giovani, ecco i 20 semifinalistiNon passa ma sarà all’Ariston brano eseguito con malato di Sla

04 novembre 201918:40

Quattro appuntamenti pomeridiani, da sabato 16 novembre a sabato 7 dicembre nella trasmissione Italia Sì condotta da Marco Liorni su Rai1, in cui giocarsi il tutto per tutto per poi approdare alla finalissima di Sanremo Giovani del 19 dicembre, in diretta su Rai1. Inizia così il percorso a tappe per i 20 semifinalisti dell’edizione 2019 del contest, tra i quali spiccano i nomi di Federica Abbate, Leo Gassmann, Giulia Mutti, Eugenio in via di Gioia. Solo 10 di loro nella serata del 19 dicembre potranno concorrere per aggiudicarsi i 5 posti in palio per la sezione Nuove proposte del Festival 2020, a cui si aggiungeranno i 2 artisti di Area Sanremo e, di diritto, la vincitrice di Sanremo Young. Alla fine saranno in 8 a poter calcare, a febbraio, il palco dell’Ariston. Venerdì 8 febbraio, nella penultima giornata del Festival, si conoscerà la canzone vincitrice della categoria Nuove Proposte.
“Non è stato facile selezionare i 20 brani per le semifinali di Sanremo Giovani – commenta il direttore artistico Amadeus – ma la decisione presa ci ha trovato tutti d’accordo. Vorrei fare un grande in bocca al lupo a chi non è stato scelto consigliandogli d’insistere perché nel gruppo degli Artisti abbiamo trovato grandi potenzialità”.
“Tra i 65 c’era il brano ‘Io sto con Paolo’ – prosegue – interpretato da un artista, Cristian Pintus, che si è presentato sul palco insieme ad un ragazzo affetto da Sla. Non è passato tra i 20 ma ho comunque deciso d’invitarlo come ospite e con la sua canzone sul palco dell’Ariston durante una delle cinque serate del Festival in quanto questo tema, che è estremamente importante, tocca profondamente la mia sensibilità e quella di tutti. L’invito è stato accolto da Paolo e dalla sua famiglia con entusiasmo”.
Ecco la lista completa dei semifinalisti: Ainè (Arnaldo Santoro) canta Van Gogh; Avicola (Simone Avincola), Un rider; Devil A (Angelo Autorino), Disordine; Eugenio in Via di Gioia (Eugenio Cesaro, Emanuele Via, Paolo Di Gioia, Lorenzo Federici), Tsunami; Fadi (Thomas Olowarotimi Fadimiluyi), Due noi; Fasma (Tiberio Fazioli), Per sentirmi vivo; Federica Abbate, I sogni prima di dormire; Giulia Mutti, Romanzo Cattivo; Jefeo (Fabio Migliano), Un due tre stella; Leo Gassmann, Va bene così; Libero (Libero Proietto), La Casa del Vento; Marco Sentieri (Pasquale Mennillo), Billy Blu; Mike Baker (Michele Sechi), Stupido; Nico Arezzo (Domenico Arezzo), Volo; Nova (Davide Ferlito), Resta; Raim (Raimondo Cataldo), Labirinto; Reclame (Marco Fiore, Riccardo Roia, Edoardo Roia, Gabriele Roia), Il viaggio di ritorno; Samuel Pietrasanta, E dove sarai tu; Shari (Shari Noioso), Stella; Thomas (Thomas Bocchimpani), Ne 80.

A Pittsburgh l’immaginazione cattolica di Warhol15 Jackie e otto Elvis allo stesso tempo santini e icone

NEW YORK05 novembre 201910:33

Andy Warhol e l’immaginazione cattolica: Revelation, una mostra al museo di Pittsburgh intitolato al padre della pop art, esamina un aspetto poco noto dell’artista puntando i riflettori sul suo rapporto con la religione in cui era cresciuto.
Da “Sunset” del 1969, un film di 33 minuti creato per un progetto commissionato da Dominique e John de Menil per il padiglione del Vaticano all’Expo mondiale di Sant’Antonio in Texas e mai realizzato, alle “Ultime Cene” di meta’ anni Ottanta, “Revelation” presenta oltre cento oggetti dalle collezioni permanenti del museo tra cui materiale di archivio, film, disegni, dipinti e stampe.
Alcune delle opere in mostra non sono mai state esposte prima d’ora e neppure mai pubblicate: ci sono i disegni a sfondo religioso di Warhol e della madre Julia Warhola degli anni Cinquanta; un Gesu’ di gesso dipinto quando Andy era adolescente, santini, crocifissi (anche quello che fu messo sulla bara del padre, un operaio, morto quando Warhol aveva 14 anni) e altri oggetti religiosi conservati negli archivi Warhol.
Tra i pezzi piu’ significativi, le icone dipinte dall’artista John Hegedus intorno al 1916 prestati dalla parrocchia frequentata dai Warhola, la chiesa di rito bizantino-ortodosso di San Giovanni Crisostomo.
Motivi cristiani appaiono sia in forma esplicita che metaforicamente in tutta l’opera di Warhol: gli otto Elvis o le 15 Jackie sono allo stesso tempo santini e icone, ma la mostra esplora anche le rappresentazioni in codice della spiritualita’ di Warhol che da piccolo andava in chiesa piu’ volte alla settimana assieme alla madre. Per ore il piccolo Andy fissava trafitto le icone di Cristo e dei santi nella iconostasi davanti alla navata. Nel quartiere Carpato-Russo della capitale dell’acciaio la vita dei Warhola girava intorno alla chiesa e il giovane artista fu profondamente influenzato da questo ambiente.
Warhol mantenne pratiche cattoliche per tutta la vita, anche dopo esser diventato famoso. Nell’eulogia funebre al memoriale del primo aprile 1987 nella cattedrale di San Patrizio a New York, il critico d’arte John Richardson parlo’ della “pieta’ segreta” di Andy Warhol un artista “che ci ha ingannato tutti proiettando l’immagine di una persona le cui uniche ossessioni erano i soldi, la fame e il glamour e che era cinico al limite della cattiveria”. La relazione col cattolicesimo fu pero’ tutt’altro che semplice anche alla luce dei sensi di colpa legati all’essere gay che gli impedivano di immergersi pienamente nella fede della sua infanzia. Questa tensione appare nell’arte, spiega il curatore della mostra Jose Diaz: dai ritratti iconici di celebrità alle appropriazioni di capolavori del rinascimento, Warhol flirto’ con gli stili e i simboli del cattolicesimo orientale e occidentale reinterpretandoli nel contesto del pop.

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