POLITICA TUTTE LE NOTIZIE
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DI LUNEDì 07 GENNAIO 2019
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Governo: Renzi, ci è costato 1,7 mld
Il balcone di Di Maio e le intuizioni di Toninelli si pagano
07 gennaio 201917:06
– “C’è una notizia che passa sotto silenzio e certo non potete aspettare di sentirla sui TG Rai: tra l’altro, il TG2 sta riuscendo nell’impresa di far rimpiangere Emilio Fede come modello di imparzialità (e ho detto tutto). La notizia è la seguente: abbiamo il conto finale di quanto ci è costato lo spread nei mesi del Governo Populista”.
Lo scrive il senatore Pd ed ex premier Matteo Renzi nella sua Enews settimanale. “Le dirette facebook di Salvini, il balcone di Di Maio, le geniali intuizioni di Toninelli non sono gratis, si pagano. E le paghiamo tutti. Volete sapere quanto ci sono costate? Un miliardo e settecento milioni di euro di maggiore spesa per interessi nel solo terzo trimestre 2018!”.
Migranti:Musolino (Venezia),porti aperti”Manca decreto Mit, Viminale può solo vietare sbarchi persone”
VENEZIA07 gennaio 201917:22
– “Sotto il profilo squisitamente tecnico i porti italiani non sono chiusi”. Lo evidenzia il presidente dell’Autorità portuale del mare Adriatico settentrionale Pino Musolino, in un intervento pubblicato sul suo profilo LinkedIn. “Infatti – prosegue Musolino, che amministra gli scali di Venezia e Chioggia – non esiste un decreto del Mit ex art 83 Codice Navigazione che chiuda, per motivi di ordine pubblico comprovato, attuale e imminente, i porti italiani. Il Ministero dell’Interno può vietare lo sbarco di passeggeri, non l’ingresso ne’ l’approdo di navi nei porti, competenza riservata dalla legge esclusivamente al Mit.
Addirittura, a norma dell’art. 1113 Codice Navigazione esistono profili di rilevanza penale nel caso di omissione di soccorso in mare a carico dei privati, figuriamoci a carico di un soggetto pubblico. In sintesi, in assenza di uno strumento giuridico concreto, il decreto del Mit, i porti italiani non si possono chiudere”.
Violenza stadi, Salvini: ‘Sradicheremo i teppisti”Ogni settimana 12 mln tifosi seguono partite, 99% non violenti. Contrario alla sospensione delle partite in caso di cori offensivi’
07 gennaio 201919:06
Si è tenuta presso la Scuola superiore di polizia a Roma la riunione dell’Osservatorio nazionale delle manifestazioni sportive dedicata alla violenza negli stadi, convocata dal ministro dell’interno Matteo Salvini d’intesa col sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega allo sport Giancarlo Giorgetti. Oltre al vicepremier e al sottosegretario, partecipano all’incontro il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, i presidenti del Coni, Giovanni Malagò, della Figc, Gabriele Gravina, delle Leghe di Serie A, Serie B e Lega Pro, della nonché i presidenti delle Associazioni Italiane Calciatori, Arbitri, Allenatori, i Presidenti della Federazione Italiana Editori Giornali e dell’Ordine dei Giornalisti. “Ogni settimana – ha detto Salvini al termine della riunione – ci sono 12 milioni di tifosi che seguono gli eventi sportivi e 6mila teppisti, da non confondere con i tifosi che sono il 99%. L’obiettivo è sradicare la violenza con ogni mezzo necessario”. Quanto alla sospensione delle partite in caso di cori offensivi, il ministro giudica il tema ‘scivoloso’: “Rischiamo di mettere in mano a pochi il destino di tanti. Io preferisco prevenire e non lasciare potere di ricatto ad una frangia minoritaria. E poi è difficile trovare criteri oggettivi per la decisione. Nel 2018 – ha ricordato il capo del Viminale – sono stati utilizzati 75mila agenti per garantire la sicurezza delle manifestazioni sportive. E’ giusto che i club contribuiscano alle spese, come prevede la legge sulla sicurezza e che quei 40 milioni di euro non gravino sui cittadini”. Salvini ha anche auspicato “Una nuova legge per consentire alle società di fare i propri stadi, con camere di sicurezza per mettere dentro i delinquenti”.”Per la sicurezza dentro e fuori gli stadi – ha detto il sottosegretario Giancarlo Giorgetti – sono importanti la certezza delle pene, la rapidità dei giudizi, le aggravanti specifiche e le misure accessorie. Ecco quanto può fare lo Stato su questo fronte”.
Pd,Zingaretti: io segretario da primarieLancia Piazzaweb Social, piattaforma digitale per partecipazione
07 gennaio 201918:48
– “Questo è l’embrione del nuovo Pd”, dice Nicola Zingaretti inaugurando il suo comitato nazionale a Roma per la candidatura a segretario. Una sfida “inclusiva e di partecipazione, che apra il partito anche in vista delle Europee con una lista unitaria aperta al meglio della società civile “, così il governatore del Lazio. “Non si tratta di nascondere il simbolo del Pd – ha detto Zingaretti rispondendo a una domanda -, ma di rigenerarlo”. Secondo Zingaretti, che ha lanciato un appello per una partecipazione massiccia alle primarie del 3 marzo, “il segretario del Pd sarà eletto nei gazebo (serve il 51 per cento, ndr) e sarò io”, ha risposto. “Un modo di rapportarci al Paese aperto e inclusivo. È questo Piazza Grande, che già vede circa 570 comitati in tutta Italia. Importanti per il congresso del Pd, ma anche per il Paese”, così Zingaretti, che ha lanciato anche -PiazzaWeb Social, piattaforma digitale per la partecipazione.
Sicurezza: E-R ricorre alla ConsultaBonaccini: ‘non contro intero decreto, ma per alcune norme’
BOLOGNA07 gennaio 201918:53
– Anche la Regione Emilia-Romagna ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale contro alcune parti del decreto sicurezza. La decisione è stata presa dalla giunta. “Abbiamo scelto di rivolgerci alla Consulta – ha detto il presidente Stefano Bonaccini – impugnando non l’intero Decreto, ma le norme che più direttamente riguardano le Regioni e i Comuni e che stanno generando conflitto e confusione”.
“Io faccio il presidente di Regione – ha detto – e il mio compito non è quello di oppormi al Governo o al Parlamento, ma di governare l’Emilia-Romagna. Su questo decreto avevamo espresso diverse preoccupazioni, ravvisando contraddizioni”.
Il ricorso si concentrerà su “gli effetti che determina il potenziale conflitto tra norme vecchie ma non abolite e nuove disposizioni, ad esempio in materia di residenza. Il caos legislativo e la contrapposizione tra Stato e Comuni non sono certo la premessa né per il buon funzionamento dell’accoglienza, né per accrescere la sicurezza delle comunità”.
L’Espresso: aggressione fascista a nostri giornalisti, Salvini condannaErano al Verano a seguire la commemorazione delle vittime della strage di Acca Larenzia. Cancellati dal cellulare foto e video . Il Ministro dell’Interno: ‘In galera chi mena’
07 gennaio 201921:17
Un’aggressione fascista ai danni di un giornalista e un fotografo durante la commemorazione al cimitero di Roma del Verano delle vittime di Acca Larentia. E’ quanto denuncia l’Espresso sul sito on line spiegando che alcuni esponenti di “Avanguardia Nazionale e il capo di Forza Nuova Roma” stamani hanno colpito “con calci e schiaffi il cronista Federico Marconi e il fotografo Paolo Marchetti de L’Espresso al Cimitero Monumentale del Verano di Roma”. “Tra gli assalitori – scrivono – c’era anche il capo romano di Forza Nuova Giuliano Castellino, che nonostante sia sottoposto al regime di sorveglianza speciale si trovava sul luogo infrangendo il divieto imposto”. “Alle 14.30 si erano riuniti membri del movimento neofascista Avanguardia Nazionale insieme a Forza Nuova e Fiamme Nere, per commemorare ‘tutti i camerati assassinati sulla via dell’onore’ -si legge sul sito del settimanale- Il riferimento è anche ai militanti del fronte della gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, del Movimento sociale italiano uccisi davanti alla sede Acca Larentia il 7 gennaio 1978”.
“Dopo il “presente” di rito dei camerati al Mausoleo alcuni esponenti dell’estrema destra – si spiega – si sono avvicinati a Marchetti. Con spinte e pesanti minacce gli hanno intimato di consegnargli la scheda di memoria della macchina fotografica”.
Poi, stando al racconto, avrebbero gridato “L’Espresso è peggio delle guardie” e alcuni avrebbero accerchiato il giornalista Federico Marconi. “Tra questi il capo di Forza Nuova Roma, Giuliano Castellino, incredibilmente libero di muoversi come se nulla fosse nonostante sia sorvegliato speciale. E’ probabilmente questa la causa dell’aggressione. Perché avremmo documentato la piena violazione della restrizione”, si legge sul sito del settimanale. “Castellino si è avvicinato al nostro cronista e lo ha preso per il collo. Altri lo hanno spintonato, tirandogli anche un calcio sulle gambe e una serie di schiaffi. E ancora il capo di Forza Nuova insieme a uno vecchio militante di Avanguardia Nazionale ha preso al giornalista il cellulare e il portafoglio per identificarlo -prosegue il racconto- Dal telefono hanno cancellato foto e video della giornata”. E non si è fatta attendere la reazione del ministro dlell’Interno Matteo Salvini invocata dall’Espresso. “Chi mena le mani deve andare in galera”. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato l’aggressione fascista avvenuta nei confronti di un giornalista e di un fotografo de L’Espresso stamani al Verano nel corso della commemorazione delle vittime di Acca Larentia. Il ministro ha poi sottolineato che ora bisognerà capire perché uno degli aggressori era libero nonostante fosse sottoposto al regime di sorveglianza speciale.Monta la polemica politica. Solidarietà ai giornalisti aggrediti da tutto il mondo politico. Il presidente della Camera Roberto Fico con un tweet invita a non sottovalutare.
Condanno con forza l’aggressione fascista ai giornalisti dell’#Espresso. Un gesto grave da non sottovalutare.
Solidarietà ai due cronisti.— Roberto Fico (@Roberto_Fico) 7 gennaio 2019
Anche per la sindaca di Roma, Virginia Raggi si tratta di ‘una violenza inaccettabile’ e ‘Roma condanna ogni forma di violenza e di neofascismo’, mentre la Federazione Nazionale della Stampa e l’Ordine dei giornalisti “esprimono piena solidarietà ai colleghi dell’Espresso” sottolineando che si tratta “di azioni che non sono degne di un Paese che si definisce civile”. [print-me title=”STAMPA”]