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DI MERCOLEDì 19 DICEMBRE 2018

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Giorgia Meloni

: ‘Alle Europee votate Fdi per salvare Lega dal M5S”Il centrodestra così non ha prospettive, va rifondato’. ‘E’ stato sbagliato tutto sulla manovra’

19 dicembre 2018 15:31

“E’ stato sbagliato tutto sulla manovra. Non abbiamo pregiudiziali sul governo, lo abbiamo sostenuto quando aveva intenzione di far valere i nostri diritti in Ue, che usa due pesi e due misure. Non siamo gli unici che non rispettano i parametri, ma la Ue non minaccia procedure ad altri”, ha detto la leader di Fratelli d’Italia. “Noi siamo stati considerati in questi anni una colonia, la Francia si è comprata mezza Italia. Si poteva aprire una trattativa sfidando la Ue con una manovra con uno choc fiscale e investimenti pubblici. Invece la manovra guardava solo alle Europee, mettendo insieme le misure principali di M5S e Lega, e l’Ue ha vinto. La testa in Europa non l’abbiamo rialzata, sul balcone va Juncker a festeggiare”.”La durata del governo dipende da un’alternativa. Le Europee saranno un sondaggio sul centrodestra? Assolutamente sì. Dal voto dipende molto, italiani devono decidere cosa vogliono. Se gli va bene questo governo o se una parte, la Lega, va salvata da un alleato con cui condivide poco, allora può votare Fdi”. “Non vedo grandi prospettive per il centrodestra tradizionale, va rifondato, ma é un sentimento maggioritario tra i cittadini. Dobbiamo saper interpretare quel sentimento”, ha detto ancora la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni

. “I voti di Fdi non sono mai calati in questi anni, quando é cresciuta la Lega noi siamo sempre cresciuti, poco ma costantemente, il voto per noi é un voto ponderato ma definitivo, di chi rinuncia a cose avveniristiche e predilige cose serie”.”Sono arrabbiatissima. Se non c’era Fdi l’Italia avrebbe firmato il Global Compact e nessuno se ne sarebbe accorto. Sembra un documento di buonsenso, ma nelle pieghe si introduce un principio pericoloso: l’immigrazione é un diritto fondamentale, non ci sono distinzioni tra rifugiati e immigrati. Noi avremmo il dovere di accogliere, sennò l’Onu ti richiama. E’ la fine dei confini nazionali”. “Quali elementi mancano al governo per decidere – ha aggiunto ancora Giorgia Meloni -? Non vorrei si facciano spegnere riflettori e poi si torna ad approvarlo alla chetichella – ha aggiunto sul rinvio della maggioranza sul tema -. Sono tre volte che bocciano nostri documenti in Parlamento, anche la Lega: non capisco, va contro tutto quanto ha fatto Salvini in questi mesi sull’immigrazione. Dica ‘o si fa così o si va a casa’, come in Belgio, dove il governo é caduto sul Global Compact? così si fa nelle nazioni serie. Sono questi i temi sui quali bisogna litigare, Salvini! Se M5S detta legge anche sulla politica migratoria, che ci sta a fare la Lega al governo?”.
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Pendenze con Comune,processo consiglieriAnche assessore, tutti hanno già sanato le loro posizioni

TERNI19 dicembre 201817:51

– La procura di Terni ha disposto la citazione diretta a giudizio per sette consiglieri comunali, un ex consigliere e un assessore, accusati di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico per le dichiarazioni fornite al momento della convalida dell’elezione.
In particolare ai consiglieri Federico Brizi (Gruppo misto), Emanuele Fiorini, Giulia Silvani (Lega), Luca Simonetti (M5s), Maurizio Cecconelli (FdI), Michele Rossi (Terni Civica), Francesco Maria Ferranti (FI, presidente del Consiglio) e all’ex consigliere Raffaello Federighi (eletto sempre con FI ma poi decaduto), viene contestato di avere omesso di dichiarare posizioni debitorie nei confronti dell’ente. Le pendenze – da tributi non versati a sanzioni per il codice della strada, da poche decine e qualche migliaio di euro – sono state sanate ad agosto dagli stessi interessati. All’assessore la procura contesta invece di non aver attestato la carica di amministratore delegato di una società pubblica, dalla quale si è nel frattempo dimessa.

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Scuola: 3 giovani su 4 vorrebbero l’educazione finanziariaSondaggio Skuola.net su 10 mila studenti

19 dicembre 201819:36

I giovani hanno scarsa conoscenza dei più elementari concetti economici e chiedono una corretta educazione finanziaria, sin dall’età scolastica: quasi 3 su 4 sarebbero ben lieti di saperne di più a scuola. A mostrarlo è una ricerca condotta da Skuola.net – su 10mila studenti di medie e superiori – nel corso del mese dell’educazione finanziaria 2018, appena conclusosi.Pessimo, ad esempio, è il rapporto che gli adolescenti hanno con gli strumenti di pagamento più diffusi. Quasi tutti confondono il funzionamento delle carte di credito con quello delle carte di debito e viceversa: per più di 7 ragazzi su 10, infatti, quando si effettua un pagamento con la carta di credito, i soldi vengono prelevati subito dal conto corrente, mentre con la carta di debito il prelievo delle somme viene effettuato dopo un po’ di tempo. Ma è esattamente il contrario e che solo il 28% dà la risposta corretta. Inevitabile, partendo da queste premesse, che anche le carte prepagate siano un territorio sconosciuto ai più. Sono forse lo strumento di pagamento più usato dai giovani, specialmente se fanno molti acquisti online. In pochi, però, ne conoscono la natura: appena 1 su 4 sa che sono una tipologia a parte di carte.   La maggior parte (56%) sostiene che siano carte di credito, il 19% carte di debito. Una diffusa ‘ignoranza finanziaria’ che, in gran parte, potrebbe essere il frutto della loro scarsa abitudine al risparmio. Solamente il 23% dei ragazzi intervistati ha un conto bancario o postale dove mette i suoi soldi: il 40% lo alimenta con parte della paghetta o con i regali dei genitori e dei parenti; nel 32% dei casi ci pensano direttamente i genitori, mettendoci qualcosa ogni tanto; ma ci sono anche i casi (28%) in cui sia figli che genitori contribuiscono a far crescere il saldo. Discorso simile per quel che riguarda le formule vere e proprie di ‘salvadanaio’, come i libretti di risparmio postale: solo il 26% sa di cosa si tratti ma appena il 12% ne ha uno. Tra questi ultimi, l’81% ce l’ha intestato direttamente a lui mentre il 19% lo ha in comune con i genitori: nel primo caso i soldi accumulati sono il frutto soprattutto dei risparmi dei ragazzi (45%), nel secondo a versarli sono più di frequente gli adulti (40%). In molte famiglie, poi, non manca la collaborazione: sia che siano libretti esclusivi o cointestati, in 1 caso su 4 a contribuire sono tutti i componenti.Per quanto riguarda gli altri, il 31% si limita all’uso di una carta prepagata mentre il 46% preferisce maneggiare solo denaro contante. Il 7% è convinto che quando si chiede un prestito o un finanziamento in banca si debba restituire solo la somma ricevuta; la stragrande maggioranza (71%) crede che basti aggiungere al capitale solo gli interessi; appena il 15% sa che, nel computo finale, bisogna considerare anche le spese. E, nonostante sembri una cosa ovvia, in tanti sbagliano a definire il costo del denaro: per il 22% si tratta delle commissioni da pagare quando si prelevano soldi. Le uniche cose su cui gli studenti vanno quasi a colpo sicuro sono quelle di cui si parla frequentemente.Se, ad esempio, gli si chiede cosa sia il Bitcoin il 68% sa che è una moneta virtuale, utilizzata soprattutto su Internet (ma il 16% sostiene che sia la moneta in cui viene convertito l’Euro quando si paga online). Ancora meglio se gli si chiede cosa sia la Banca d’Italia: oltre l’80% dei ragazzi risponde correttamente che si tratta della banca centrale italiana, quella che controlla le altre banche (ma c’è comunque un 19% che pensa sia un normale istituto bancario, del tutto uguale agli altri).Solamente il 16% dei ragazzi dice che alcune ore della didattica sono dedicate all’educazione finanziaria; il 26% ha svolto qualche rara lezione; ma il 58% non ha mai affrontato l’argomento in classe. La voglia di approfondire questi temi, però, è molto più diffusa e coinvolge tre quarti degli studenti: per il 47% l’educazione finanziaria dovrebbe rientrare nella normale didattica e un altro 28% vorrebbe che la scuola istituisse dei corsi (facoltativi) in materia.

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Manovra: nuovo testo sulle buche di Roma, l’esercito per l’emergenza
M5S corregge precedenti versioni per giustificare intervento

L’esercito per contribuire a riparare le strade di Roma disastrate dalle buche. Lo prevede l’emendamento alla manovra che il M5S ha ripresentato in commissione Bilancio al Senato, dopo che ieri una prima versione era stata dichiarata inammissibile. La modifica, a quanto si apprende, introduce il carattere emergenziale dell’intervento, giustificando così l’impiego anche dell’Arma del Genio dell’Esercito.-

Lascia Garofoli, il capo di gabinetto di Tria

Roberto Garofoli lascia il ruolo di capo di gabinetto del Ministero dell’Economia commentando, nel salutare i suoli collaboratori – a quanto si apprende -, anche i duri attacchi subiti nei mesi scorsi dal M5s e in particolare l’episodio dell’audio del portavoce della Presidenza del Consiglio, Rocco Casalino, contro i tecnici del Tesoro.”E’ un prezzo che dobbiamo pagare. Siamo professionisti al servizio del Paese, come avviene in tutte le grandi democrazie occidentali”. Garofoli si è dimesso con una lettera consegnata ieri nelle mani del ministro Giovanni Tria: “Dopo lunghi anni alla guida del Gabinetto del Ministero e dopo averne assicurato continuità di funzionamento fino alla sostanziale approvazione della legge di bilancio – è uno dei passaggi – formalizzo la volontà, cui ti ho fatto cenno da qualche mese, di lasciare l’incarico per riassumere le mie funzioni di provenienza”.-

Manovra, da scontro a intesa, 2 mesi sulle montagne russe
La cronologia del braccio di ferro tra Roma e Bruxelles

Dalla presentazione a metà ottobre della prima versione della manovra di bilancio, all’accordo, sono passati due mesi di mercati sull’ottovolante e negoziati altalenanti.Di seguito le tappe del lungo braccio di ferro tra Roma e Bruxelles.- 15 OTTOBRE – L’Italia presenta il Documento programmatico di bilancio con il deficit al 2,4% e un deficit strutturale che peggiora di 1,2%, tanto che la Commissione rileva subito un “rischio serio” di non rispetto delle regole.- 18 OTTOBRE – Con una lettera durissima, Bruxelles illustra nel dettaglio la “deviazione senza precedenti nella storia del Patto di stabilità”, e chiede all’Italia di promettere, entro il 22 ottobre, che sarà cambiata. Lo stesso giorno il premier Conte, a Bruxelles per il vertice Ue, esclude modifiche: “Più passa il tempo e più mi convinco che la manovra è molto bella”, ha detto.- 23 OTTOBRE – Con una mossa senza precedenti la Ue boccia la manovra e ne chiede un’altra entro tre settimane.- 13 NOVEMBRE – L’Italia rinvia un testo che non cambia i saldi.- 21 NOVEMBRE – La Ue boccia anche la nuova versione e dichiara “giustificata” l’apertura di una procedura per debito.- 24 NOVEMBRE – Comincia il vero confronto politico: Juncker, Moscovici e Dombrovskis da una parte, Conte-Tria dall’altra, si vedono a cena nella sede della Commissione.- 30 NOVEMBRE – Conte e Tria rivedono Juncker e Moscovici al G20 di Buenos Aires, e per la prima volta non escludono di ritoccare il deficit. Il negoziato si sblocca e i tecnici si mettono al lavoro per trovare una soluzione buona per tutti.- 3 DICEMBRE – L’Eurogruppo appoggia la Commissione sia sul binario del negoziato sia su quello della procedura. Tria vede Dombrovskis, la Ue si rallegra delle intenzioni annunciate di ridurre il deficit, ma il ministro ammette che serve una decisione politica per fare gli sforzi richiesti.- 12 DICEMBRE – Conte e Tria tornano a Bruxelles per incontrare Juncker e i commissari, e consegnano loro il piano con un deficit nominale sceso al 2,04%. Parte una maratona negoziale che durerà tutto il weekend, che vede Tria confrontarsi sul piano tecnico con i commissari e i loro esperti, e Conte cercare sponde a livello politico a margine del vertice europeo del 13 e 14 dicembre.- 18 DICEMBRE – Da Roma arrivano le ultime misure che completano il quadro delle rassicurazioni per la Ue e consentono di concludere un accordo soddisfacente per entrambe le parti.- 19 DICEMBRE – arriva ufficialmente l’ok all’intesa che evita al momento la procedura di infrazione all’Italia. Ma Bruxelles avverte che il via libera è “prudente e condizionato”.

 

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