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Premio Presidio Culturale Italiano a Ferzan Ozpetek
Dopo le edizioni di Matera, Parma,
Siena, Ravenna, Bergamo e Brescia, l’annuale convegno
dell’Associazione Cultura Italiae, in programma dal 6 all’8
ottobre, si terrà a Lecce. Oltre alle tavole rotonde che faranno
il punto sul presente e sul futuro del Mediterraneo, la
manifestazione prevede la consegna di alcuni premi
all’Eccellenza, al Merito, all’Innovazione. Il 7 ottobre, alla
cerimonia di apertura di S.E.M.I Lecce 2023, seguirà la consegna
del premio “Presidio Culturale Italiano 2023, al regista Ferzan
Ozpetek, che si racconterà nello spazio “Diario intimo di un
regista”, conversando con il giornalista Vito Luperto, nel
Convitto Palmieri. Nell’introduzione sono in programma i saluti
del Sindaco di Lecce Carlo Salvemini, del Rettore
dell’Università del Salento Fabio Pollice, del presidente di
Confindustria Lecce Nicola Delle Donne, del presidente di
Confindustria Puglia e Albania Sergio Fontana del presidente di
Cultura Italiae Angelo Argento. Tra i presenti Nina Zilli,
Enrico Lo Verso, Pippo Del Bono, Emilio Casalini e Dario
Vergassola. In programma il recital del maestro Pippo del Bono
che interpreta “Di Notte”, nel cortile segreto del seminario
vescovile di Lecce. Nello spazio “La Musica che Cura”, Nina
Zilli si confronterà con l’autrice del libro “La canzone cura”
la psicoterapeuta Gabriella Giordanella e lo psichiatra Santo
Rullo. Sede nel Museo Storico Città di Lecce. “Il segreto di
Banksy”: Gianluca Marziani e Stefano Antonelli curatori della
mostra su Banksy presente a Lecce, condurranno in un viaggio
nelle opere del noto street artist, nella sala esposizioni del
Museo delle Mura Urbiche. Enrico Lo Verso reciterà “Nostra
Signora dei Turchi” di Carmelo Bene nello studio originale del
maestro ricostruito nella sede della Biblioteca Nazionale
Bernardini. In “Dialogo sulla Bellezza” lo scrittore e autore tv
Emilio Casalini intervisterà Dario Vergassola sulla bellezza a
Palazzo Carafa. Infine “Omaggio alla Puglia”, con Albano a
Palazzo Turrisi. Previsti gli interventi dei ministri dello
Sport e della Gioventù, Andrea Abodi e per gli Affari Europei,
il Sud e Pnrr, Raffaele Fitto e il conferimento del premio
Presidio Culturale Italiano alla regina Rania di Giordania.
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Jafar Panahi chiede libertà per la scenografa Leila Naghdipari
L’acclamato regista dissidente
iraniano, detenuto fino al febbraio scorso, Jafar Panahi ha
pubblicato un video a sostegno della liberazione di Leila
Naghdipari, costume e scenografia designer del suo film Tre
Volti.
Jafar Panahi ha annunciato che Leila Naghdipari è stata
arrestata nell’anniversario della morte di Mahsa Amini, da cui è
partito il movimento Donna vita libertà. Tutti gli sforzi di suo
marito Majid Barzegar, regista e produttore, così come altre
personalità iraniane cinema, sono stati inutili, sottolinea la
fonte Mansour Jahani, un indipendente giornalista
cinematografico internazionale.
La dichiarazione di Jafar Panahi a sostegno della liberazione
di Leila Naghdipari, si unisce a quella di tante associazioni
internazionali. La Coalizione internazionale per i registi a
rischio e la sua fondazione istituzioni, l’International Film
Festival Rotterdam, International Documentary Film Festival
Amsterdam e European Film Academy, insieme al Festival
internazionale del cinema di Berlino, il Accademia del Cinema
Indipendente, Accademia del Cinema Catalano, Accademia del
Cinema Tedesco, Icelandic Film Academy, Luxembourg Film Academy,
Portuguese Film Accademia e Accademia del Cinema ucraino, stanno
protestando infatti con forza contro la arresto della scenografa
e costumista iraniana Leila Naghdipari e ne chiedono il suo
rilascio immediato e incondizionato.
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Tante attrici registe, "è un movimento"
L’urgenza di raccontare storie, il
desiderio di mettersi alla prova in altro, l’esperienza di tanti
anni da sperimentare non più davanti ma dietro la macchina da
presa e inoltre la voglia di uscire da una comfort zone: per
tutto questo e anche altro c’è al momento una congiuntura
curiosa per cui sono tante le attrici che debuttano alla regia
nel cinema italiano. Non che non sia accaduto in precedenza, i
bei film di Valeria Golino e quelli di Valeria Bruni Tedeschi,
ne sono un esempio. “Ma qui è un Movimento attrici registe,
fermateci”, scherza Micaela Ramazzotti, reduce dal successo a
Venezia con il premio del pubblico ad Orizzonti Extra del suo
esordio con Felicità che ha scelto di accompagnare ovunque.
Ecco così in arrivo Paola Cortellesi con C’è ancora domani,
apertura della Festa di Roma (18-29 ottobre), Volare di
Margherita Buy (in anteprima sempre a Roma), Kasia Smutniak con
il documentario di denuncia sui migranti al confine tra Polonia
e Bielorussia, Mur, che ha avuto l’esordio a Toronto e affronta
lo stesso tema di Green Border di Agnieszka Holland premiato a
Venezia. E poi ancora Giovanna Mezzogiorno con il corto
Unfitting sulla violenza psicologica spesso subìta dalle
attrici, valutate per l’età e l’aspetto fisico, non per il
talento: protagonista Carolina Crescentini. Sono film inediti
mentre esempi recenti sono quelli di Jasmine Trinca con Marcel!
con Alba Rohrwacher presentato a Cannes, Tapirulan di Claudia
Gerini.
Non senza ansia Margherita Buy attende il debutto alla Festa
di Roma della sua prima prova Volare. “Sono tanti anni che vado
avanti con il mio lavoro di attrice e stava diventando un po’
troppo facile, così mi sono messa un pochino in difficoltà, le
difficoltà sono sempre interessanti”, racconta all’ANSA. Uscire
dalla comfort zone è uno dei motivi, “e poi forse è un momento
favorevole, ci sentiamo un po’ più forti, sostenute anche da una
credibilità guadagnata e dalla consapevolezza di poter
raccontare storie a modo nostro strana”.
Per Claudia Gerini, c’è anche un momento di “grande
attenzione per il femminile, bisogna dire, si aprono più porte,
esiste la voglia di mettere in piedi progetti di donne e sulle
donne”.
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Asteroid City, il mondo di plastica di Wes Anderson
Arriva in sala (e si può vedere anche
a Milano con la mostra dedicata alla Fondazione Prada) il mondo
di plastica e simmetrico di Wes Anderson creato per Asteroid
City. Da Universal è uscito al cinema il film presentato a
Cannes e che si svolge in una convention degli Stargazers in una
città americana immaginaria nel 1955.
“Junior stargazers, cadetti spaziali. Ogni anno celebriamo
‘Asteroid Day’, commemorando il 23 settembre 3007 a.C., quando
il meteorite delle Arid Plains ha avuto un impatto sulla Terra”,
dice il personaggio di Jeffrey Wright a inizio film. Ora in
questo deserto si riunisce un folto gruppo di studenti, tutti un
po’ strani in quanto geni, insieme ai loro genitori per la
convention che si tiene nella città in mezzo al nulla e dove è
ben in mostra, come un cerchio di Giotto, il cratere creato
dall’asteroide.
Il fitto programma viene interrotto da “eventi non
specificati”, ossia l’apparizione di un filiforme extraterrestre
nero con gli occhi a palla che stravolge tutto. La città viene
così isolata e nessuno può più entrare né uscire. Ma non per
questo si interrompono i tipici teatrini di Wes Anderson.
Troviamo così Scarlett Johansson che interpreta una famosa
attrice, Midge Campbell, che si è come persa nel deserto insieme
a sua figlia. Una donna che non mancherà di intrigare il
vanitoso fotografo di guerra interpretato da Jason Schwartzman,
nonostante il fatto che sia appena diventato vedovo con quattro
figli a carico: uno, il più grande, è tra i premiati della
convention, mentre le tre giovanissime sorelline neo-orfane
sembrano avere solo una mission, ovvero quella di sotterrare le
ceneri della madre raccolte in un semplice recipiente di
alimenti Tupperware. A raggiungere ad Asteroid City la
famigliola anche Tom Hanks amorevole nonno dei quattro
neo-orfani.
L’intuizione di Asteroid City sembra essere stata
partorita da Anderson come reazione alla monotonia e alla
depressione pandemica, conseguenze del Covid-19.
Il resto del cast di Asteroid City è diviso tra fedelissimi
di Anderson, come Adrien Brody, Tilda Swinton, Jason Schwartzman
e Willem Dafoe, e new entry come Tom Hanks, Hong Chau, Margot
Robbie e Steve Carell.
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Emer, la super nonna di Mary e lo Spirito di Mezzanotte
Mary ha 11 anni e un’incontenibile
passione per la cucina: vuole diventare una grande chef. Sua
nonna Emer, grande compagna di giochi e di avventure, complice
come solo i nonni sanno essere, la incoraggia a realizzare il
suo sogno. Ma ogni percorso ha i suoi ostacoli, anche
imprevedibili, e affrontarli può diventare un’impresa.
Dopo aver conquistato con i suoi film poetici e delicati intere
generazioni di spettatori di tutto il mondo, Enzo d’Alò torna
dal 23 novembre con Bim sul grande schermo con la nuova e
avventura “Mary e lo Spirito di Mezzanotte”, una produzione
internazionale durata 5 anni di lavorazione, con oltre 300
artisti e un cast stellare. Nella cornice di una rigogliosa
Irlanda d’estate, una storia contemporanea dal design moderno di
Peter De Sève (“L’Era Glaciale”, “Mulan”, “Alla ricerca di
Nemo”) con le raffinate musiche di David Rhodes (“La Gabbianella
e il Gatto”). Il film si ispira al romanzo di Roddy Doyle, “La
gita di mezzanotte”, pubblicato in Italia da Guanda.
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Ludovica Martino, 'Verdone mi ha voluto per 'Vita da Carlo'
“Sono piaciuta tanto a Verdone nel
film ‘Il Campione’ e, dopo tanti anni, si è ricordato di me e mi
ha coinvolto in ‘Vita da Carlo'” : Ludovica Martino è stata
ospite alla prima edizione della rassegna Castiglione del
cinema, al Trasimeno, intervistata dalla giornalista Laura Delli
Colli.
“Sono stata fortunata perché ho avuto sempre ruoli che mi
piacevano e ho fatto tante cose belle in pochi anni. Sono
entrata in punta di piedi in questo mondo, all’inizio ho
ricevuto tanti no e mio padre mi diceva: ‘Sempre no ti dicono?,
ma ho insistito ed è stata una gavetta graduale” ha raccontato
l’attrice, ricordando il suo primo provino vinto per il cinema
con il “Il Campione”. “Fare un film con Stefano Accorsi e Andrea
Carpenzano, l’astro nascente consolidato in quel periodo, è
stato surreale. Girarlo è stato bello, con lo stadio Olimpico
completamente vuoto, i veri spogliatoi dei calciatori, anche se
io non ci capisco niente di calcio”. “Accorsi è un grande
attore, molto secchione, concentrato, attento. Alle letture
iniziali lo ricordo molto simpatico, poi sul set è un
caterpillar”.
Tutto è cominciato sul piccolo schermo con la serie tv Skam
per Ludovica Martino. “Il mio personaggio Eva è scritto bene per
i giovani e sono felice del lavoro fatto. Skam è stato un ferro
di cavallo per me, tutto quello che è venuto dopo lo devo a
questa serie”.
Martino ha sempre coltivato la passione per la recitazione e
oggi spera in opportunità internazionali come “The White Lotus”.
Nella seconda stagione di “Vita da Carlo” – disponibile su
Paramount+ – interpreta un personaggio capriccioso e
autoritario. “Carlo – ha raccontato ancora – non fa molti
provini, li delega, ma aveva visto ‘Il Campione’ e anni prima mi
aveva chiamato il regista Leonardo D’Agostini per dirmi:
‘Verdone ha visto il film, non mi ha detto niente del film, però
tu gli sei piaciuta tantissimo’. Dopo anni lui si è ricordato di
me e c’è stato questo incontro molto divertente. Io da subito
gli ho dato del tu, ma lui mi ha dato del lei. Pensavo fosse
andata male e di aver fatto una figuraccia, invece…”.
A Ottobre Ludovica Martino sarà ad Alice nella Città con il
film horror “Resvurgis” di Francesco Carnesecchi.
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Il festival di Porretta Terme con omaggi a Benigni e Andò
Tra gli ospiti più attesi di questa edizione, il regista Roberto Andò, a cui il festival dedica la sua retrospettiva. Oltre alla proiezione di quattro titoli firmati dal regista siciliano, tra cui il suo ultimo La Stranezza, il regista terrà una lezione agli studenti di Porretta sul rapporto tra cinema e teatro. Il Festival di Porretta, in linea con la Mostra Internazionale del Cinema Libero del 1960, dal quale è nata, si compone di sezioni e momenti volti a promuovere la cultura cinematografica presso il territorio e le giovani generazioni. Si parte con il Concorso fuori dal giro, giunto alla XI edizione, che quest’anno vede in competizione sei pellicole nazionali di qualità. Unicum del suo genere è il Premio Nazionale Elio Petri, fiore all’occhiello del festival dedicato al grande regista in cui convergono l’impegno della Fondazione Cineteca di Bologna, della famiglia e della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MIC.
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Biggio e Mandelli, ciak a Milano per I soliti idioti 3
Campioni di incassi con il loro esordio nelle sale nel 2011, I Soliti Idioti tornano al cinema dieci anni dopo il secondo film (“I 2 Soliti idioti” 2012) e molte cose sono cambiate nel mondo.
Vedremo i personaggi più amati misurarsi con la contemporaneità, con lo stesso occhio cinico e divertito che ha contraddistinto gli episodi precedenti. Questa nuova avventura si concentra su un tema attuale e universale: la famiglia. Dopo dieci anni di separazione, Francesco e Fabrizio hanno trovato la voglia di riprovarci. L’assenza dagli schermi non ha fatto passare la voglia di ridere alle battute scorrette che caratterizzano i personaggi di Biggio e Mandelli: il tour che nel 2023 ha sancito il ritorno della coppia ha registrato subito il tutto esaurito e ha dato la forza che serviva allo sviluppo del terzo film.
Complice anche la diffusione degli sketch del duo sui social network, che ha raggiunto tutta una nuova generazione di fans.
Sarà un ritorno ricco di new entry: tanti guests, volti noti della comicità, del mondo dello spettacolo e giovanissime star del web che faranno un’incursione nel film, scontrandosi con le situazioni più assurde e irriverenti. La produzione, tutta milanese, firmata Roadmovie, casa di produzione con venti anni di esperienza in ambito commerciale e cinematografico. Soggetto, sceneggiatura e regia di Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio e Martino Ferro.
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Il cinema verso i podcast, Lucky Red ne lancia 12
Per Lucky Red l’obiettivo è sempre “raccontare il mondo che ci circonda – spiega Andrea Occhipinti -. Negli ultimi anni l’interesse per i podcast ha dimostrato di essere in costante crescita (oltre 16 milioni di ascoltatori in Italia, ndr)”. È naturale “investire in questa modalità di narrazione e non è detto che in futuro le strade di queste due realtà, podcast e cinema, non possano compenetrarsi e diventare l’uno il punto di partenza dell’altro”. Tra i 12 titoli, c’è Giacinto, ritratto con Edoardo Leo di Marco Pannella, “un uomo straordinario che al di là della fede politica si è battuto per diritti, che oggi dobbiamo impegnarci a conservare” osserva Leo in un filmato durante la conferenza stampa di presentazione. Asia Argento dà voce a Gigolò per caso, liberamente ispirato dalla serie prossimamente su Prime Video. “Racconterà i tabù del sesso che ancora provocano imbarazzo – spiega l’attrice – tratteremo in maniera scherzosa e divertente temi che riguardano tutti”. In “Refuge” Chiara Francini ci conduce tra alcune delle storie raccolte negli anni da Gay Center, che ha attiva dal 2005 per le persone Lgbtq+ una helpline e ha aperto nel 2016 un ‘casa rifugio’ Fra i racconti, quello del figlio di un mafioso, che per il suo orientamento sessuale è stato prima segregato in casa e poi ha rischiato di essere ucciso dalla sua famiglia, True crime protagonista con “Fontecupa” di Massimiliano Griner, sul caso di Serena Mollicone.
Vicende legate ai neonazismo in Italia negli anni 80 scandiscono ‘Ludwig’ con Laura Antonelli Carli e Nicolò Tabarelli. In “Zodiac e il Mostro di Firenze: la teoria dell’acqua” narrato la Luca Ward si espone l’inquietante ipotesi nata da un’inchiesta giornalistica, che il serial killer Usa raccontato al cinema anche da David Fincher, possa aver compiuto anche gli efferati delitti in Italia. Gabriele Niola svela in Storyboard gli appassionanti dietro le quinte di 15 film cult, da Il Sorpasso ai Blues Brothers. Valerio Bergesio racconta “i maestri dell’inganno’: tra i protagonisti gli autori delle tre false teste di Modigliani e Doris Payne, “la più grande ladra di gioielli della storia”. In Le regole del venerabile – spiega Montanari – si immagina un Gelli anziano, nel piano della sua capacità manipolatoria, che racconta l’Italia”. Bocci per ‘Diari da un esorcismo’ si cala nei panni di uno psichiatra ispirato dal direttore dell’ospedale psichiatrico di Bologna che a metà degli anni 70 è stato testimone di veri esorcismi: “Partiamo dal punto di vista di una persona che ha un approccio molto razionale – dice l’attore e regista – ma pian piano mette in discussione anche se stesso”. Sono tutte storie vere, anche se le protagoniste vengono (tranne in un caso ) raccontate con uno pseudonimo, quelle di Bad Girls, conosciute da Antonella Bolelli Ferrera, attraverso dei corsi che teneva in carcere: “Sono donne omicide o che hanno compiuto altri crimini – racconta l’autrice -. Parlando con loro mi sono resa conto che avevano tutte un passato di vittime, avevano subito cose spesso indicibili, di cui faticavano a parlare. E’ cio che le ha trasformate in ‘giustiziere'”
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