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DALLE 14:56 ALLE 21:41
DI MERCOLEDì 21 NOVEMBRE 2018
SOMMARIO
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Trump ringrazia Riad per calo petrolio
‘Ora facciamoli scendere ancora’
Brasile: su web minacce a BolsonaroScorta rafforzata dopo l’attentato dello scorso 7 settembre
Gilet gialli, a La Reunion è rivoltaDa giorni scontri violenti, un agente ha avuto mano amputata
Gaza: Netanyahu rimprovera ministriPer le loro minacce ad Hamas
Yemen: inviato Onu Griffiths a SanaaIn agenda colloqui per preparare i negoziati di pace
Siria: Mosca, le sanzioni Usa sono goffe’Le principali ragioni sono di politica interna’
Mosca, su Interpol pressione inauditeLo ha detto il portavoce Peskov dopo bocciatura candidato russo
Due auto in fiamme sul ponte di BrooklynUn morto e cinque feriti. L’incidente nell’ora di punta
Pentagono, costo truppe confine 72 mlnGià 138 milioni spesi per gli uomini della Guardia Nazionale
India, ad Twitter accusato di HindufobiaTravolto da una bufera di tweet per una scritta antipatriarcale
Comico si propone portavoce gilet gialliE’ star irriverente tv Cyril Hanouma
Usa: la Corte Suprema contro Trump’Il presidente deve rispettare l’indipendenza dei giudici’
Bolsonaro non andrà a G20 in ArgentinaPresidente Michel Temer guiderà la delegazione brasiliana
Ungheria non estraderà Gruevski a Skopje’Corre pericolo di vita’ nel suo Paese. Opposizione contro Orban
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NEW YORK
– “I prezzi del petrolio si stanno abbassando. Bene! E’ come un grande taglio delle tasse per l’America e il mondo. Grazie Arabia Saudita, ma ora facciamoli scendere ancora”. Lo twitta il presidente americano Donald Trump, sottolineando come i prezzi del petrolio sono scesi a 54 dollari dagli 82 dollari precedenti.
– SAN PAOLO
– La polizia federale brasiliana sta conducendo indagini su alcuni video divulgati dal web in cui si vede un gruppo di persone che minacciano di morte il presidente eletto Jair Bolsonaro: lo rende noto Agencia Brasil.
Le immagini sono al vaglio del dipartimento di intelligence della polizia federale, ma i dettagli sono mantenuti in segreto per questioni di sicurezza. Lo stesso Bolsonaro avrebbe confermato agli agenti di aver ricevuto messaggi intimidatori.
Da quando ha subito un attentato lo scorso 7 settembre, durante la sua campagna elettorale, Bolsonaro si muove sempre accompagnato da una scorta rafforzata. Nonostante le rigide misure di sicurezza attorno a lui, una manifestante ieri è riuscita ad avvicinarsi alle autorità nel Centro culturale del Banco do Brasil, a Brasilia – dove Bolsonaro ha riunito il suo staff per formare il team del nuovo governo, che si insedierà ufficialmente il 1 gennaio 2019 – urlando insulti all’indirizzo del futuro presidente della Repubblica.
– PARIGI
– Assume sempre più i contorni di una rivolta la protesta dei gilet gialli a La Reunion, il dipartimento francese nell’Oceano indiano. Da sabato, primo giorno di dimostrazioni, i blocchi stradali si svolgono in un clima di grande tensione e gli incidenti con la polizia sono sempre più frequenti.
Questa notte, violenti scontri fra giovani dimostranti e forze dell’ordine hanno provocato il ferimento di 16 agenti, uno dei quali – ha annunciato la prefettura – in modo grave. Il poliziotto ha perso una mano nell’esplosione di una granata avvenuta nell’auto di servizio dove si era riparato per proteggersi da una sassaiola dei manifestanti che lo bersagliavano. Secondo il principale canale televisivo dell’isola, gli scontri fra polizia e manifestanti sono particolarmente violenti nella città del Port. La tv parla di lanci di sassi da parte dei manifestanti e di risposta della polizia con gas lacrimogeni. Attualmente, sull’isola, sono 25 i blocchi stradali attivi.
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TEL AVIV
– Non sono piaciute al premier israeliano, Benyamin Netanyahu, secondo Maariv, le dichiarazioni belligeranti rilasciate oggi da alcuni ministri ad una conferenza organizzata dal Jerusalem Post.
Fra queste, le parole del ministro dell’edilizia, Yoav Gallant (un generale delle riserva), secondo cui il leader di Hamas, Yihia Sinwar “ha i giorni contati e non finirà la vita in un ospizio” e quelle del ministro per le questioni strategiche, Gilad Erdan, secondo cui è prevedibile “la esecuzione mirata dei leader terroristici dell’ala militare di Hamas”. Netanyahu, precisa Maariv, ha chiesto ai ministri di non esulare più per quanto concerne Gaza dalle posizioni ufficiali stabilite dal governo.
– L’Inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Martin Griffiths, è arrivato oggi a Sanaa in Yemen per colloqui in preparazione dei negoziati di pace. Lo riporta Al Arabiya.
I negoziati fra le parti in conflitto in Yemen dovrebbero tenersi in Svezia entro la fine dell’anno.
– MOSCA
– I tentativi degli Stati Uniti di accusare la Russia di facilitare le forniture di petrolio alla Siria sembrano “dichiarazioni di sostegno” ai terroristi e mostrano il desiderio di “impedire la ricostruzione della Siria”. Lo ha detto il ministero degli Esteri russo in una dichiarazione commentando la mossa di Washington di estendere le sanzioni alla Russia. “Allo stesso tempo, le principali ragioni delle sanzioni sono radicate nella lotta politica interna negli Stati Uniti, dove ciascuna delle parti cerca di ottenere punti con qualsiasi mezzo, in particolare prendendo provvedimenti a livello internazionale, passi che si rivelano goffi”, si legge nella nota, citata dalla Tass.
– MOSCA
– “Se ricordiamo ancora le recenti dichiarazioni fatte in varie capitali, possiamo dire che le elezioni hanno avuto luogo in un’atmosfera di pressioni e interferenze senza precedenti”: così il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha commentato l’elezione del sudcoreano Kim Jong Yang come presidente dell’Interpol e la contestuale bocciatura.
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Almeno una persona e’ morta e cinque sono rimaste ferite in seguito a un incidente stradale sul ponte di Brooklyn, a New York. In mattinata due auto si sono scontrate andando a fuoco provocando il blocco della circolazione e la chiusura di entrambe le corsie, da e verso Manahattan, causando gravi disagi alla circolazione nell’ora di punta. Uno dei veicoli avrebbe perso il controllo provocando l’incidente e i vigili del fuoco hanno impiegato non poco per spegnere le fiamme.
– NEW YORK
– Il Pentagono stima che il costo dei circa 5.900 militari americani schierati al confine degli Usa sarà con il Messico di 72 milioni di dollari. Lo ha detto il portavoce dell’esercito, colonnello Rob Manning. Il costo – secondo un rapporto inviato al Congresso e ottenuto dai media statunitensi – sale a 210 milioni di dollari se si considerano anche gli oltre 138 milioni spesi finora per le 2.100 unita’ della Guardia Nazionale in missione alla frontiera dall’aprile scorso.
– NEW DELHI
– Scivolone per Twitter India: due giorni fa, l’amministratore delegato Jack Dorsey, al termine di un incontro con un gruppo di scrittrici, giornaliste e attiviste indiane, si è fatto fotografare assieme a loro, mentre stringeva tra le mani un poster che gli era appena stato donato da una delle attiviste. Il poster raffigura una donna che regge un cartello con una scritta in inglese: “distruggiamo il patriarcato braminico”. In poche ore, la foto, messa in rete dalla giornalista Anna MM Vetticad, ha suscitato un vespaio di polemiche; l’account di Twitter India è stato sommerso da un fiume di messaggi che criticavano la “hindufobia”. Vijaaya Gadde, responsabile dell’ufficio legale indiano della piattaforma, si è affrettato ieri a porgere le scuse: “Siamo dispiaciuti per l’accaduto. La scritta non riflette le nostre opinioni. In India Dorsley ha incontrato il premier Modi, il presidente del partito del Congresso Rahul Gandhi, il leader spirituale tibetano Dalai Lama.
– PARIGI
– Il comico irriverente, star della tv commerciale C8, Cyril Hanouna, si propone come “portavoce” dei gilets-jaunes, il movimento di protesta contro il caro diesel in Francia. Un’uscita a sorpresa, quella del barbuto e popolarissimo anchorman della tv transalpina, che Oltralpe ha subito suscitato un parallelo con Beppe Grillo e il suo impegno per l’affermazione del Movimento 5 Stelle.
– WASHINGTON
– Il presidente americano deve rispettare l’indipendenza dei giudici. Un monito rarissimo quello lanciato dal giudice capo della Corte Suprema degli Stati Uniti, John Roberts, che respinge con forza le critiche di Donald Trump alla magistratura accusata di fare politica.
L’ultimo attacco del tycoon contro il magistrato della corte distrettuale federale di San Francisco che ha bloccato la stretta sul diritto di asilo dei migranti. Roberts e’ uno dei saggi conservatori nominato da George W.Bush.
– BRASILIA
– Il presidente eletto del Brasile Jair Bolsonaro non sarà presente al summit del G20 in programma a Buenos Aires il 30 novembre e l’1 dicembre, al quale parteciperà la delegazione ufficiale brasiliana che sarà guidata dal presidente uscente Michel Temer.
Temer ha invitato Bolsonaro ad andare con a lui a Buenos Aires, ma Bolsonaro ha deciso di non partecipare al vertice, secondo quanto riferito dal ministero degli Esteri.
Bolsonaro è stato eletto il 28 ottobre scorso, e poche ore dopo il suo futuro ministro dell’Economia, Paulo Guedes, ha annunciato che il suo primo viaggio ufficiale sarebbe stato in Cile, Stati Uniti e Israele, lasciando da parte la tradizione dei nuovi governanti brasiliani di viaggiare prima in Argentina.
L’incontro dei capi di Stato e di governo delle venti più importanti economie del mondo si svolgerà la prossima settimana nella capitale argentina.
L’Ungheria non estraderà l’ex premier macedone Nicola Gruevski in Macedonia. Lo ha fatto intendere in un intervento in televisione il ministro della giustizia ungherese, Laszlo Trocsanyi. L’ex premier macedone è fuggito in Ungheria il 13 novembre, chiedendo asilo politico a Budapest, per sottrarsi a una condanna in patria per corruzione.
Gruevski “corre pericolo di vita nel suo Paese, non si può estradarlo in questo caso”, ha detto Trocsanyi. Secondo il ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, Gruevski sarebbe arrivato “in modo regolare” in Ungheria, anche se ha dovuto ammettere che la fuga è avvenuta con un’auto di servizio ungherese con targa diplomatica da Tirana a Budapest. In Ungheria l’opposizione ha chiesto al governo di riferire sul caso Gruevski in Parlamento. Ma la maggioranza che sostiene il governo di Viktor Orban ha impedito di inserirlo nell’ordine del giorno. “Il governo Orban difende dei criminali. Si tratta di solidarietà fra mafiosi”, ha commentato il partito democratico (Dk). [print-me title=”STAMPA”]