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DI SABATO 15 SETTEMBRE 2018
SOMMARIO
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Disordini Val Susa, denunciati 76 No Tav
Tensioni lo scorso weekend durante il ‘campeggio’ di Chiomonte
Sondaggio, coalizione M5S-Lega sfiora 60% consensiDemos&Pi per Repubblica, 54% approva politiche su migranti
Salvini contro Anm, la difesa è sempre legittima’Da sindacato magistrati invasione di campo? Io tiro dritto’
Zingaretti, congresso prima di europeeGovernatore Lazio, c’è un dibattito legittimo
Giorgetti: Draghi? Giudicate dai fattiQuindi se ne dovrebbero fare meno possibile. Giudicate i fatti
Colle, libertà stampa è base democraziaNon sia oggetto di insidie per fiaccarne autonomia
Tajani, linguaggio Moscovici non consonoNon deve aggredire od offendere un Paese membro
Sindaco Pesaro va a cena ‘in famiglia’Confronto informale sui temi della città
Europee, Bonino: ‘+Europa diventa soggetto politico’La radicale: ‘Ho paura del nazionalismo perfetto’
Pd: Orfini, sciogliamolo e rifondiamoloMi rivolgo a tutti, partito com’è oggi non funziona. Rai, Foa: ‘Nessuna norma vieta di riproporre la mia candidatura’
Settimana importante per la partita della presidenza. Berlusconi-Salvini si vedranno ad Arcore
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L’ARTICOLO
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TORINO
– Danneggiamento, resistenza aggravata, oltraggio, inottemperanza ai provvedimenti dell’Autorità: sono i reati contestati dalla Questura di Torino per le tensioni in Valle di Susa, durante il cosiddetto campeggio No Tav, del 7 e 8 settembre. Denunciati 76 manifestanti, tra cui numerosi esponenti del centro sociale torinese Askatasuna già sottoposti a un avviso orale del Questore.
I primi incidente la sera del 7 settembre, quando un centinaio di manifestanti ha appiccato un fuoco al varco 1 del cantiere della Torino-Lione, a Chiomonte, e hanno cercato di tagliare la rete metallica. Ne è seguito un lancio di razzi, bombe carte e fuochi d’artificio contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con lacrimogeni e idranti.
Il giorno successivo, durante un corteo, i manifestanti hanno cercato di nuovo di danneggiare la rete metallica, sul sentiero Gallo-Romano. I manifestanti sono stati identificati dagli agenti della Digos e ora le posizioni di alcuni sono al vaglio della Divisione anticrimine.
La coalizione di governo M5S-Lega sfiora il 60% dei consensi. E, in particolare, il Carroccio va oltre il 30%, mentre i Cinquestelle al 29,4% perdono tre punti rispetto alle elezioni di marzo. Sul tema dei migranti, le politiche del governo sono approvate dal 54% degli italiani.
Sono i risultati di un sondaggio Demos&Pi per Repubblica, pubblicato oggi in prima pagina.
Secondo la rilevazione, il Pd scende ancora, attestandosi al 17,3, rispetto al 18,7% delle Politiche. Mentre Forza Italia oggi è “ridotta” all’8,7% (al 14% il 4 marzo). Il premier Giuseppe Conte è il leader più apprezzato, il 61% degli italiani intervistati da Demos gli dà un voto positivo; è appena sopra a Matteo Salvini, che raggiunge il 60%. Ultimo per popolarità è Matteo Renzi, al 23%, sotto Silvio Berlusconi e Maurizio Martina (entrambi al 29%).
Per quanto riguarda le politiche migratorie, sulle quali la maggioranza (il 54%) degli intervistati è “molto o abbastanza d’accordo”, il consenso è elevato in particolare tra gli elettori della Lega (85%), ma anche tra quelli M5S (75%). I potenziali elettori di Forza Italia sono in maggioranza favorevoli (63%), al contrario quelli del Pd, bocciano quasi all’unanimità le mosse dell’esecutivo (80% i contrari).
“Il sindacato dei magistrati (Anm) oggi ha attaccato le proposte di legge della Lega sulla legittima difesa perché inutili e rischiose. Invasione di campo? Tutto normale? Io tiro dritto, la difesa è sempre legittima”, ha scritto su Twitter il ministro Matteo Salvini replicando alle critiche espresse al ddl sulla legittima difesa dal presidente dell’Anm, Francesco Minisci. “Dopo alterne vicende il ministro dell’Interno ha dichiarato che non c’è nessun golpe giudiziario e che rispetta il lavoro di tutti. Ecco, auspichiamo che questo sia l’inizio di un nuovo corso, l’inizio di una nuova fase perché noi non intendiamo alimentare lo scontro e la polemica”: così il presidente dell’Anm, Francesco Minisci, parlando al parlamentino dell’associazione, è tornato sullo scontro, le scorse settimane, col ministro Salvini, aggiungendo che “interverremo ogni volta che vi saranno tentativi di una lesione delle nostre prerogative costituzionali”. “Confidiamo nel fatto che tutti, soprattutto coloro che svolgono incarichi istituzionali”, ha aggiunto, “rispettino il lavoro della magistratura, senza tentare di delegittimarla”, ora “vogliamo voltare pagina, vogliamo solo affrontare i temi concreti” e “auspichiamo che i toni si abbassino e che si stemperi la polemica, perché in caso contrario sarebbe un ritorno al passato che non fa bene a nessuno”.E da Milano in mattinata Salvini ha detto che potrebbe incontrare domani Silvio Berlusconi.Poi su Macron: “Non so se Macron sarà ancora al suo posto da qui a maggio, perché mi sembra che sia ai minimi storici di popolarità quindi più che prendersela con Salvini dovrebbe prendersela con se stesso”, ha detto il vicepremier rispondendo a una tv francese su ‘come si riforma l’Europa’. “Lo faranno 500 milioni di europei col voto del prossimo maggio” ha aggiunto Salvini.Salvini ha commentato poi gli ultimi sondaggi che danno la Lega primo partito: “Non guardo i sondaggi, non vivo a pane e sondaggi”, ha risposto. “Sono contento dell’affetto che gli italiani ci stanno dimostrando, più mi indagano e più mi attaccano e più mi danno forza”.”Stiamo lavorando giorno e notte, la settimana prossima metteremo i numeri nelle tabelline”, ha detto poi Salvini interpellato sulla manovra sottolineando che “prima viene la crescita e poi vengono i vincoli”. La manovra “deve far crescere questo paese, fare andare in pensione chi ne ha diritto, aprire il mondo del lavoro a ragazzi che altrimenti scappano, ridurre le tasse a milioni di italiani, tagliare la burocrazia e rottamare le cartelle di Equitalia. Questo non tutto e subito, ciascuno di questi passaggi dovrà essere nella manovra, rispettando ovviamente quello che altri si aspettano da noi però prima viene la crescita poi vengono i vincoli” ha detto Salvini. Sulla questione migranti, il ministro dell’Interno ha spiegato che “stiamo lavorando sul flusso in arrivo dalla Tunisia. Martedì avrò un incontro a Roma, perché lì non c’è guerra, non c’è carestia e non si capisce perché barchini o barconi devono partire dalla Tunisia e arrivare in Italia”. Alla domanda su quando partiranno i voli charter per i rimpatri, Salvini ha risposto: “Ci stiamo lavorando e stiamo lavorando anche per cambiare accordi che altri ci hanno lasciato che non sono assolutamente soddisfacenti. I voli charter già partono per la Tunisia settimanalmente, l’importante è che ne partano di più e con più gente a bordo”.
– Il congresso del Partito democratico “si è detto che si farà prima delle Europee e sarà prima delle Europee. La cosa importante è cominciare a parlare con gli italiani di nuovo, per dire che si può cambiare, che c’è una speranza da ricostruire, che abbiamo capito che le sconfitte vanno prese sul serio, e cambiare”. Lo dice Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e candidato alla segreteria Pd, in collegamento da Fiuggi, su SkyTg24. Rispetto alla candidatura di Graziano Delrio alla segreteria, per Zingaretti “c’è un dibattito legittimo”. In ogni caso, osserva, “bisogna fare opposizione, ma soprattutto ricostruire un’alternativa che oggi ancora non c’è”.
– SPRESIANO (TREVISO)
– “Le dichiarazioni sono dichiarazioni, i fatti sono fatti. Io lavoro e ragiono sempre sui fatti e non sulle dichiarazioni. Però mi rendo conto che sui mercati finanziari, particolarmente quelli che vivono di speculazioni, vivono, lavorano e speculano sulle dichiarazioni”.
Lo afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti rispondendo sulle affermazioni del presidente Bce Draghi circa il Governo. “Quindi – aggiunge – se ne devono fare meno possibile, magari meditate, ma giudicateci dai fatti, non da quello che si legge”.
– “L’incondizionata libertà di stampa costituisce elemento portante e fondamentale della democrazia e non può essere oggetto di insidie volte a fiaccarne la piena autonomia e a ridurre il ruolo del giornalismo”. Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio all’Amministratore delegato della Società Editrice Sud Spa, Pasquale Morgante.
– POTENZA
– “A me non piace quello che ha detto Moscovici: quello non è un linguaggio consono a un commissario europeo, non deve aggredire o offendere un Paese membro, qui non ci sono dittatori. Il nostro è un Paese democratico”. Lo ha detto il Presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, a Potenza per gli Stati generali di FI in Basilicata.
– PESARO
– Dalle passeggiate per i quartieri (“A spasso con il sindaco”) alla ginnastica con i cittadini (“A smaltire con il sindaco”), al sindaco di Pesaro Matteo Ricci (Pd) piace “l’innovazione nel modo di fare politica”. Così lancia con un video su Facebook un terzo format, ovvero “Un sindaco in famiglia”, ripresa delle cene nelle case dei pesaresi già sperimentate quando era presidente della Provincia. “Spesso e volentieri ci si riempie la bocca con la parola partecipazione – dice Ricci -. Ma se ci crediamo davvero dobbiamo provare a innovare, cercando strade nuove. E’ quello che abbiamo fatto in questi anni, dalle camminate alla ginnastica. Iniziative che hanno coinvolto tanta gente”. Il via a ottobre e novembre “insieme ai pesaresi che vorranno invitarmi a cena”. Ricci porterà le paste, “o magari un buon vino del territorio”. Sarà un’occasione informale per “discutere della città, del cambiamento in atto, delle cose fatte. Ma anche di quello che resta da fare, le criticità e dei nodi da sciogliere”.
“Fiera di aver dato il mio nome alla lista, ora diventiamo soggetto politico ed è naturale e serio che si chiami semplicemente +Europa. Continuerò ad esserci come prima, come militante, a partire da quella che banalmente si chiama iscrizione. Mi sono iscritta versando 5mila euro”. Lo ha detto Emma Bonino intervenendo all’evento +Europa2019 per il lancio della campagna per le europee di +Europa. “In questi mesi mi hanno contattata in molti. Esiste un fermento sulla nostra proposta. Non stiamo dicendo Europa e basta, ma Più Europa: questa Europa non è quella che avremmo voluto ma solo difendendola potremo migliorarla. Ho paura del nazionalismo perfetto. Preferisco un’Europa imperfetta su cui si possa lavorare”.”Vogliamo fare di +Europa – ha detto il coordinatore di +Europa Benedetto Della Vedova – una piattaforma aperta. Aperta a tutti gli europeisti che amano il diritto, i diritti e la libertà. E sanno che oggi in Europa l’Unione fa la forza. La forza di ciascuno di noi. A questo, ad aprire e ad allargare, serviranno questi mesi prima del primo Congresso. A creare le condizioni per un successo alle elezioni europee di maggio. Che saranno decisive per l’Europa e l’Italia”. “Noi dobbiamo contribuire a creare una rete che condivida una comune piattaforma sull’Europa, superando di slancio l’ipocrisia delle famiglie politiche europee divise all’interno. E dovremo, noi, con umiltà e senso della misura, lavorare perché i liberali dell’alde con En Marche, Ciudadanos in Spagna ed altri, magari tra i verdi, stringano una alleanza, non generica, ma “federalista”; e che formino nel prossimo Parlamento europeo un gruppo determinato e coeso su obiettivi comuni di riforma democratica e federalista”.
“Stracciamo lo statuto del Pd, sciogliamolo e rifondiamolo. Non serve cambiare nome. Mettiamo insieme un pezzo di paese che non condivide le politiche di questo governo: dobbiamo costruire una risposta dopo la sconfitta che sia all’altezza della sfida. Il partito com’è oggi non funziona. Mi rivolgo a tutti, basta questa distinzione con la società civile, decidiamo insieme la linea politica e la leadership”. Così Matteo Orfini, presidente del Pd, alla sesta edizione della festa di Left Wing.Il presidente Dem ha anche riservato una stoccata al Zingaretti: “Le sue parole sui notabili del Pd – ha detto – sono apprezzabili. Però nella sua regione ha candidato Bruno Astorre, che come campione anti notabilato non mi sembra credibilissimo”. Il presidente della Regione Lazio, ospite della festa dell’Udc a Fiuggi è intanto tornato a chiedere a gran voce che il congresso del partito si tenga prima delle elezioni europee: “Si è detto che si farà prima e sarà prima. La cosa importante – aggiunge – è cominciare a parlare con gli italiani di nuovo, per dire che si può cambiare, che c’è una speranza da ricostruire, che abbiamo capito che le sconfitte vanno prese sul serio, e cambiare”. Per Zingaretti il partito “deve fare opposizione e ricostruire un’alternativa che oggi ancora non c’è”. Tra i sostenitori della convocazione nel più breve tempo possibile del partito c’è anche Francesco Boccia: “Ci sono solo macerie – ammette il deputato Dem – che piaccia o no questa è la condizione in cui siamo nel Pd e nel centrosinistra. Chi prova a negarlo o è in malafede o pensa ancora di salvarsi facendo il figurante”. Per Boccia “Serve andare oltre il renzismo. Abbiamo bisogno – spiega – di una discussione forte e netta nei circoli e nelle piazze. E poi potremo riprenderci i nostri elettori che hanno ancora tanta voglia di votare un grande partito riformista. Ben vengano più candidati e soprattutto nuovi iscritti. Ma niente scherzi o rinvii sul congresso: va fatto immediatamente. Il congresso va chiuso assolutamente prima delle Europee e serve a rimettersi in cammino tutti insieme”. Lorenzo Guerini invece evita polemiche e ci tiene a ribadire che “il segretario che sarà eletto sarà il segretario del mio partito. L’esponente Dem non nasconde però le difficoltà del momento: “La traversata nel deserto è lunga, è un lavoro culturale, sociale, parlamentare”. Tutte proposte comunque non proprio in linea con quella di Carlo Calenda che, all’indomani della disfatta elettorale per i Dem, propose di superare il partito dando vita ad un “fronte repubblicano”.
Alla vigilia di una settimana complessa ma forse decisiva per la partita Rai torna a parlare Marcello Foa e riguardo alla legittimità della riproposizione della candidatura alla presidenza sostiene che “ci sono molte rassicurazioni di giuristi di alto livello; secondo tanti giuristi non c’è nessuna norma che lo vieti, e dunque, con il quadro che si va delineando per il secondo voto della Vigilanza, tutto indica che la situazione sia perfettamente in regola”. Foa ha anche sottolineato come nella vicenda, “al momento, c’è stato uno stop che non è da considerarsi una bocciatura, perché non è stato raggiunto il quorum dei votanti al primo turno”. Il consigliere Rai ha proseguito dicendo che “il fatto che la Vigilanza rivoti e ristabilisca le condizioni senz’altro è un ulteriore elemento di rassicurazione”. “Dunque – ha concluso -, non c’è alcun rischio che le cose non siano in regola”.Intanto dopo la telefonata dei giorni scorsi, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini torneranno ad incontrarsi a circa un mese di distanza. Complice la partita del Milan, domani sera il segretario della Lega e il Cavaliere si vedranno per discutere non tanto delle questioni più imminenti come il nodo sulla presidenza della Rai, ma, nelle intenzioni del leader di FI, la riunione dovrebbe servire anche a rinsaldare l’ alleanza di centrodestra che, con la Lega al governo insieme al M5S, è perennemente messa in discussione. Gli argomenti non mancano, così come la necessità di fare chiarezza in vista delle elezioni regionali e di quelle europee: vero banco di prova per ‘pesare’ la forza di ciascun partito. Un primo riavvicinamento tra Lega e FI si era già avuto con il voto del Parlamento europeo sulle sanzioni ad Orban. Sia gli azzurri, sia il Carroccio infatti hanno votato contro a differenza del M5S che invece si è schierato a favore. Ed è proprio sulla ritrovata sintonia che il Cavaliere farà perno per sottolineare a Salvini che non avrebbe senso rompere il centrodestra in vista degli appuntamenti elettorali.Le candidature alle regionali d’altronde potrebbero essere una delle contropartite che Berlusconi potrebbe chiedere all’alleato in cambio del via libera a Marcello Foa alla presidenza della Rai. I voti di FI sono determinanti in Commissione di Vigilanza convocata la prossima settimana e nonostante il rischio di una pioggia di ricorsi (come messo in chiaro dal Pd) Salvini non sembra intenzionato a cambiare cavallo. [print-me title=”STAMPA”]