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Ultimo aggiornamento 3 Aprile, 2019, 12:17:50 di Maurizio Barra

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Le vittime di revenge porn, tante minorenni e anche vip
Da Tiziana Cantone a Belen, quando l’intimità diventa vendetta

03 aprile 2019 09:23

Quella che era intimità e condivisione, alla fine di una storia sentimentale, si può trasformare in rabbia, violenza e in alcuni casi, in continuo aumento, anche pubblica “gogna”. L’emblema dell’intimità violata e data in pasto ai social è senza dubbio Tiziana Cantone. Per la 31enne la “gogna mediatica” fu talmente insopportabile da portarla alla decisione di suicidarsi. Nemmeno la sua morte placò l’ondata di fango che la travolse perché addirittura dopo il suicidio ci fu un’impennata della diffusione dei video, anche in forma di parodia.Un fenomeno quello del revenge porn che non conosce latitudini e non risparmia le minori, anzi le vittime designate per eccellenza vista anche l’ingenuità propria dell’età. A Treviso nel dicembre del 2014 tre ragazzi, tra i 14 ed i 15 anni, convinsero una bambina di 13 a seguirli in un garage e a compiere atti sessuali il tutto ripreso con il telefonino. Alla fine inviarono il video ad un migliaio di coetanei con whatapp.Nel novembre del 2017 una sessantina di liceali di Modena e Reggio Emilia scoprirono che le proprie immagini hard erano finite sul web. Le ragazze si erano scattate centinaia di selfie hot in una chat di whatsApp con l’impegno che doveva rimanere segreta. Ma secondo le vittime a sciogliere quel patto fu proprio il fidanzato di una delle ragazze. Sono, infatti, molto spesso gli ex, lasciati e non capaci di accettare la fine della relazione, a ricattare le donne.A volte, però, soltanto per vile denaro. E’ il caso della showgirl Belen Rodriguez che nel 2010 presentò una denuncia nei confronti dell’ex fidanzato: l’aveva ricattata chiedendole 500 mila euro e minacciando di diffondere in rete un filmato hard. Il video privato, che ritraeva una giovanissima Belen, allora 17enne, in scene di sesso con il suo ex fidanzato argentino, finì in rete e divenne uno dei più cliccati e scaricati dal web: fu persino trovato in vendita a 20 euro sulle bancarelle a Napoli.Un’altra vittima illustre fu Diletta Leotta, il volto di SKy Sport, nel novembre del 2017 trovò in rete i suoi scatti senza veli e alcuni video hard rubati dal suo cellulare. La giornalista spiegò che i filmati le erano stati sottratti da ‘cloud’, ovvero la memoria virtuale, del suo telefonino.Tra i casi famosi recenti, c’è anche quello della deputata Giulia Sarti, autosospesasi dal M5S per il caso rimborsopoli, vittima di un “revenge porn”. Ed è di pochi giorni fa una vicenda avvenuta in provincia di Napoli che ricalca il solito copione: per vendicarsi della fine della relazione aveva aperto un falso profilo Facebook a nome dell’ex compagna, pubblicando foto intime della donna.Cinque anni dopo l’uomo, un 51 anni di Pompei è finito sotto processo dopo la denuncia-querela presentata dalla vittima, anche nei confronti di Mark Zuckerberg, fondatore e proprietario di Fb perchè dopo due anni il falso profilo, in precedenza oscurato, sarebbe tornato attivo. In tutti i casi è difficile ottenere un effettivo diritto all’oblio.
La class action é legge, ok dal SenatoCon 206 sì, un solo no e 44 astenuti

03 aprile 201911:24

– Via libera definitivo dall’Aula del Senato al disegno di legge sulla class action. Il provvedimento ha ottenuto 206 sì, un solo no e 44 astenuti.
Il provvedimento sposta la disciplina della class action dal codice del consumo all’interno del codice di procedura civile. Eliminando anzitutto – data la nuova collocazione della disciplina, sottratta al Codice del consumo – ogni riferimento a consumatori e utenti, l’azione sarà sempre esperibile da tutti coloro che avanzino pretese risarcitorie in relazione a lesione di “diritti individuali omogenei” (ma non ad “interessi collettivi”). Il testo individua come destinatari dell’azione di classe imprese ed enti gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità, relativamente ad atti e comportamenti posti in essere nello svolgimento delle attività.”Purtroppo – commenta Forza Italia – anche in questa occasione si è voluto approvare un provvedimento blindato, pericoloso e inadeguato che penalizzerà le imprese e impedirà gli investimenti. Ancora una volta, per motivi elettorali, non si è voluto un dibattito completo e compiuto su un argomento che riguarda direttamente i cittadini. Con questo ddl allontaneremo gli investimenti stranieri e scoraggeremo quelli interni”. Lo ha detto in Aula il senatore di Forza Italia Adriano Paroli durante la discussione sul ddl sulla class action.

Def: Conte, piani e tempi non cambianoRispettiamo le idee altrui ma non sono sempre convergenti

DOHA03 aprile 201911:25

– Sul Def le stime arrivate in questi giorni sul Pil italiano “non hanno alterato la nostra pianificazione. Continuiamo sulla nostra strada, rispettiamo le idee altrui ma d’altra parte le idee altrui non sempre sono convergenti”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte conversando con i cronisti in albergo a Doha. Sull’ok al Def “rispetteremo il termine del 10 aprile, c’è l’ipotesi di deliberare il 9″, spiega il premier, che mercoledì 10 sarà al Consiglio Ue sulla Brexit.         [print-me title=”STAMPA”]

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