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Ultimo aggiornamento 9 Ottobre, 2019, 01:00:04 di Maurizio Barra

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App abbina playlist musicali al vino
Censiti oltre 2,5 milioni di prodotti enologici

08 ottobre 2019 08:49

Creare la playlist musicale perfetta da abbinare alla degustazione di un vino è possibile grazie all’app della start-up Wine Listening. Il progetto utilizza algoritmi di Intelligenza Artificiale e analisi dei Big Data.

L’applicazione censisce più di 2,5 milioni di vini e cataloga oltre 1600 vitigni per acidità, struttura e sentori. Per farla funzionare basterà fotografare l’etichetta del vino e accendere gli amplificatori audio. I due fondatori sono Gabriele Cedrone e Marco Iacobelli, nella vita rispettivamente sommelier e mobile Engineer e anche Dj e Producer. L’app sarà presentata il 12 ottobre all’Internet Festival-Forme di Futuro di Pisa. Il sistema di funzionamento si basa sulle ricerche effettuate dal Crossmodal Research Laboratory di Oxford, dipartimento capitanato dallo psicologo sperimentale Charles Spence. Il team ha dimostrato come, una frequenza audio o un brano musicale, se ascoltata durante la degustazione di un piatto o di un vino, possa alterarne i parametri di valutazione. Quindi – spiega una nota – può accentuare la percezione di buono o, al contrario, influire in maniera negativa sulle caratteristiche olfattive-gustative.

Wine Listening ha digitalizzato il “metodo Spence” realizzando un algoritmo in grado di associare il giusto sound al vino che si sta bevendo. Durante la fase di matching, il sistema analizza più di 20 parametri derivanti dall’analisi organolettica del vino e interroga una base dati contenente milioni di brani musicali, analizzati e catalogati a loro volta per Bpm, tonalità, frequenze, genere musicale. Come metodo di accesso ai servizi, l’app richiede l’associazione di un account Spotify.

Dopo Huawei, Trump colpisce l’AI cineseL’accusa è di implicazione nelle violazioni di diritti umani

08 ottobre 201915:54

Dopo Huawei, altre aziende tecnologiche cinesi finiscono nel mirino del governo americano. L’amministrazione Trump ha infatti inserito 28 realtà cinesi nella sua lista nera, accusandole di essere implicate nelle violazioni dei diritti umani contro le minoranze musulmane nella regione del Xinjiang.L’annuncio, arrivato a poche ore dall’avvio del nuovo round di trattative commerciali fra Stati Uniti e Cina, segue il video diffuso dalla Cnn che ritrae centinaia di uiguri con gli occhi bendati e le mani legate dietro la schiena. Fra le realtà colpite diverse aziende tecnologiche, ma anche entità governative.Nella lista nera del commercio statunitense sono finite aziende specializzate in riconoscimento facciale ed altre tecnologie basate sull’intelligenza artificiale (AI). Tra queste figurano due colossi cinesi della videosorveglianza, Hikvision and Dahua Technology, le startup di riconoscimento facciale SenseTime e Megvii Technology, e la società di riconoscimento vocale iFlytek.Intanto, gli Stati Uniti stanno valutando le modalità per creare un rivale europeo di Huawei. Una delle strade allo studio è concedere fondi a società come Nokia ed Ericsson per consentire loro di eguagliare i generosi termini di finanziamento che Huawei offre ai suoi clienti. Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti, secondo le quali Huawei vende il 28% delle apparecchiature per telecomunicazioni a livello globale e Ericsson e Nokia sono i due rivali che più vicini in termini di vendite.

Manifesto dei big tech europei per la ‘sovranità digitale’ UeLotito (presidente Euta), tassazione aziende sia equa e globale

BRUXELLES08 ottobre 201915:44

L’Europa deve puntare a raggiungere la “sovranità digitale”, che significa mettere il digitale al centro della sua agenda per arrivare a competere con i colossi statunitensi e asiatici. L’appello rivolto alla nuova Commissione Ue arriva dalle grandi aziende tecnologiche europee, da BlaBlaCar a Spotify, che fanno parte della European tech alliance (Euta).Oggi l’Alleanza dei big tech europei lancia un manifesto per coinvolgere nel processo di sviluppo digitale la vasta comunità delle aziende europee, promuovere la responsabilità etica del settore, creare gli strumenti finanziari e le condizioni per favorire gli investimenti e la crescita, ma anche avere un sistema di tassazione “giusto per tutti a livello globale”. “Stiamo assistendo a un cambio di paradigma: per la prima volta, l’Europa considera il settore digitale come strategico” spiega

il presidente di Euta, Gianpiero Lotito, cofondatore della pavese Facilitylive. “In questa fase storica, senza un’industria digitale forte soffre tutta l’industria europea”, continua Lotito. Per quanto riguarda la tassazione delle compagnie tecnologiche, il presidente di Euta spiega che l’ideale sarebbe “avere un sistema omogeneo a livello globale, perché le disparità di trattamento fra Paesi Ue o fra continenti hanno rappresentato una debolezza per le aziende. Bisogna restituire maggiore competitività al mercato europeo”.”Tuttavia, il problema fiscale è uno di una serie di problemi che riguardano un cambio di paradigma – puntualizza Lotito -, le istituzioni e le aziende digitali stanno lavorando nella stessa direzione per creare, finalmente, un ecosistema digitale europeo”. È quindi un segnale “molto positivo” che la nuova Commissione “abbia da subito dichiarato di volersi impegnare molto in questo senso”, chiosa Lotito.

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Apple apre a rivale Spotify, app parla con Siri
La piattaforma è integrata con l’assistente vocale

08 ottobre 201914:13

Apple fa un’apertura verso Spotify, il servizio di musica in streaming rivale di Apple Music. L’ultimo aggiornamento della Mela per i suoi dispositivi, infatti, consente ora di sfruttare l’assistente vocale Siri per usare Spotify. L’integrazione arriva a bordo dell’ultima versione del sistema operativo iOS 13, e permette agli utenti di chiedere a Siri di riprodurre un determinato brano o album con Spotify.La novità riguarda l’iPhone e l’iPad, ma anche gli auricolari AirPods, l’altoparlante HomePod e il sistema per auto CarPlay. In aggiunta, l’applicazione di Spotify sbarca per la prima volta sulla Apple Tv.L’apertura di Apple arriva dopo che, nel marzo scorso, Spotify aveva accusato la compagnia di Cupertino davanti all’Antitrust Ue di abusare del controllo sulle app, limitando quelle che le fanno concorrenza. Un’accusa, quella di pratiche anti-concorrenziali, che Apple ha più volte smentito.

Pmi e digitale, al via formazione Facebook-Edi ConfcommercioCorsi gratis a partire da Roma, prossime tappe Bari e Padova

08 ottobre 201915:48

Utilizzare i media digitali per potenziare la propria attività e connettersi ad un mercato mondiale, accelerando l’export. Le parole chiave sono formazione e competenze digitali. Nasce con queste finalità ‘Boost with Facebook’, un programma di formazione gratuito dedicato alle piccole e medie imprese italiane (Pmi) promosso da Facebook e da Edi Confcommercio, la struttura che supporta le Pmi nel processo di trasformazione digitale. Partito oggi da Roma, il progetto toccherà altre città italiane: prossime tappe Bari e Padova.”Oggi oltre 194 milioni di persone nel mondo sono connesse a una Pmi italiana tramite Facebook e il 44% delle Pmi italiane presenti sulla piattaforma ha dichiarato che grazie a Facebook ha potuto vendere i propri prodotti in altri Paesi. Questo progetto rappresenta una opportunità concreta per acquisire competenze digitali e diventare più competitive”, ha spiegato Laura Bononcini, Public Policy Director Southern Europe di Facebook. “Oltre 700mila imprese sono associate a Confcommercio e su tutto il territorio nazionale ci sono sportelli che valutano la maturità digitale di un’azienda. Sono richieste sempre più competenze digitali e serve la consapevolezza dell’importanza che questi strumenti rivestono oggi in chiave strategica per le piccole e medie imprese”, ha sottolineato Simone Pastorelli, responsabile comunicazione di Edi Confcommercio.In Italia 31 milioni di italiani sono attivi mensilmente su Facebook e l’88% è collegato ad almeno una piccola media impresa. Il 76% delle Pmi italiane usa anche WhatsApp, il 95% degli utenti dichiara di comunicare con i clienti attraverso la chat. All’iniziativa, che si è svolta a Roma al Binario F di Facebook, struttura nata ad ottobre 2018 e dedicata alla formazione, hanno portato la loro esperienza di utilizzo del digitale per potenziare la loro attività, due Pmi: Ballerette, azienda di calzature nata nel 2015 che ora conta 50 dipendenti; e We Make Up, nata nel 2016, che sta sperimentando anche la realtà aumentata per lo shopping. In occasione dell’evento ‘Boost with Facebook’, è stato lanciato anche Made by Italy, Loved by the world, un sito accessibile a tutti gratuitamente, promosso da Facebook per aiutare le Pmi a sviluppare il proprio business anche attraverso l’export, ispirato al principio che “i prodotti realizzati in Italia possano essere conosciuti e apprezzati dal mondo”. Attraverso questo sito, Facebook mette a disposizione strumenti per trovare un’audience globale e per promuovere la propria attività. Sono presenti anche esempi concreti di piccoli imprenditori, come Mukako, Fratelli Saraceni e Velasca, che sono riusciti a crescere e a consolidare la propria attività attraverso le piattaforme digitali

Al via ‘Coding girls’, per appassionare ragazze alla programmazioneCoinvolte 10mila giovani donne in 14 città italiane

08 ottobre 201916:04

Entro il 2030 fra i 40 e i 160 milioni di donne dovranno pensare ad una nuova occupazione oppure riqualificare le competenze in ambito tecnologico per non rimanere escluse dal lavoro. Ad oggi però è donna soltanto il 20% dei lavoratori nella scienza e nella tecnologia e il 35% degli studenti di discipline Stem. Lo evidenzia il rapporto “The future of women at work” del McKinsey Global Institute. In Italia a studiare ingegneria è solo il 26% delle donne, nel settore Ict tra gli specialisti il rapporto è di una donna ogni 6 uomini. Occorre quindi colmare un gap di genere, per cui il nostro Paese è tra l’altro complessivamente 70esimo su 149.Nasce da questa esigenza la sesta edizione di Coding Girls, promossa dalla Fondazione Mondo Digitale e Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, con la collaborazione di Microsoft Italia. L’obiettivo è appassionare le ragazze alla programmazione dei computer. Giovani programmatrici delle scuole superiori entro l’anno dovranno formare 10.000 coetanee in 14 città italiane. Dal 5 al 22 novembre, guidate dalle coach americane Anthonette Peña e Emily Bradford, esperte di Computer Science, saranno protagoniste di una staffetta formativa in oltre 60 scuole.”L’apporto che dà una donna al mondo del lavoro è fondamentale. Far andare le persone d’accordo, dire le cose con grazia sono alcune delle caratteristiche. C’è un lato femminile importante anche nella tecnologia: siamo capaci di adeguarci a qualsiasi tecnologia ci venga messa davanti”. A dirlo è Paola Pisano, ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, intervenendo alla presentazione a Roma dell’iniziativa Coding Girls. “La nostra sfida – spiega Mirta Michilli, direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale – è creare una filiera educativa verticale che renda le giovani donne consapevoli del ruolo cruciale che ciascuna può avere nello sviluppo del paese”. “L’obiettivo è preparare una nuova generazione a rispondere alle esigenze tecnologiche delle imprese – sottolinea Lewis M. Eisenberg, ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia – L’Ambasciata è orgogliosa di essere all’avanguardia e di riconfermare l’impegno al rafforzamento del ruolo delle donne”. “Coding Girls – evidenzia Barbara Cominelli, direttore Marketing & Operations di Microsoft Italia – è collegato al programma Ambizione Italia per la scuola, per studenti e docenti. Il programma dedica particolare attenzione alle ragazze, affinché approfondiscano le opportunità dell’intelligenza artificiale. Quest’anno sono state raggiunte 500mila persone”.

Netflix: in Italia due milioni di abbonati”Investiremo 200 milioni in due anni in contenuti italiani”

08 ottobre 201917:01

“In Italia abbiamo raggiunto i due milioni di abbonati”: lo ha detto Reed Hastings, Ceo e fondatore di Netflix a Roma per presentare un accordo con Mediaset. “Siamo cresciuti e continuiamo a crescere – ha aggiunto – e investiremo 200 milioni di euro nei prossimi due anni in contenuti italiani”.La piattaforma di contenuti in streaming ha stretto con Mediaset un accordo per produrre sette film che andranno prima su Netflix e poi su Mediaset, accorciando la finestra di trasmissione. “Noi siamo complementari”, ha commentato Hastings. Per Alessandro Salem, direttore generale contenuti Mediaset, “Si tratta di produzioni per raccontare storie realizzate da talenti italiani”.

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