Ultimo aggiornamento 31 Gennaio, 2020, 21:33:20 di Maurizio Barra
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Guillermo Del Toro sul set, ciak per Nightmare Alley
Bradley Cooper e Cate Blanchett nel cast film del premio Oscar
31 gennaio 202020:10
Il nuovo film di Guillermo Del Toro , premio Oscar per La forma dell’acqua, è sul set. Sono cominciate le riprese, annuncia Searchlight Pictures di Nightmare Alley questa settimana a Toronto, in Canada. Il film è interpretato da Bradley Cooper con Cate Blanchett, Toni Collette , Willem Dafoe , Richard Jenkins , Rooney Mara, Ron Perlman e David Strathairn.
In Nightmare Alley, un giovane e ambizioso giostraio (Bradley Cooper) con un talento nel manipolare le persone con poche parole ben scelte frequenta una psichiatra (Cate Blanchett) che è ancora più pericolosa di lui.
Al luna park lavorano anche Molly (Rooney Mara), il capo imbonitore Clem (Willem Dafoe) e Ron Perlman nei panni di Bruno the Strongman. Richard Jenkins fa parte del pubblico dell’alta società nel ruolo del ricco industriale Ezra Grindle.
Il film è scritto dallo stesso del Toro insieme a Kim Morgan e prodotto dallo stesso Del Toro con J. Miles Dale ed è basato sul romanzo di William Lindsay Gresham. Il film sarà supervisionato dai Presidents of Production for Film and Television di Searchlight Pictures David Greenbaum e Matthew Greenfield e dal Vicepresidente Senior DanTram Nguyen.
Searchlight distribuirà la pellicola in tutto il mondo.
“È per noi un’emozione fortissima nonché un onore collaborare ancora una volta con Guillermo. Ha creato quella che è a tutti gli effetti una squadra di attori e talenti creativi da sogno, per contribuire a portare la sua eccezionale visione di Nightmare Alley sul grande schermo”, hanno dichiarato Greenbaum e Greenfield.
Il regista e sceneggiatore Guillermo del Toro ha dichiarato: “Sono ispirato e felice di lavorare con questo magnifico cast.
Io e Kim Morgan abbiamo lavorato con grande passione per portare sullo schermo il mondo oscuro e crudo e il linguaggio di William Gresham e ora siamo affiancati da un eccezionale gruppo di artisti e tecnici per dargli vita”.
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In ‘Lourdes’ tutto il dolore del mondoIn sala dal 24 al 26 febbraio il film di Demaiziere e Teurlai
31 gennaio 202020:10
Un vero e proprio pugno nello stomaco questo ‘Lourdes’, documentario di Thierry Demaizière e Alban Teurlai in sala dal 24 al 26 febbraio con 102 Distribution, perché dentro questo film c’è tutto il dolore del mondo. Attraverso lo sguardo laico dei due registi si entra come in un trittico del dolore a firma Hieronymus Bosch dove a prevalere è l’umanità, quella di chi soffre e spera, e anche di chi assiste. In una delle scene più toccanti c’è una volontaria che guida gli addetti all’assistenza dei malati con grande garbo indicando loro quanta delicatezza dovranno avere nel lavare, pulire ed assistere dei malati non abituati ad essere toccati da altre mani, nè ad essere visti nudi se non dai loro cari. Immagini di pura emozione. E così ha ragione il sito francese Allociné a considerare Lourdes tra i 15 migliori documentari degli ultimi dieci anni perché il caravanserraglio di persone sofferenti, di infinite speranze, di capacità di accoglienza e sacrificio di chi assiste è pura poesia. Dicono Thierry Demaizière e Alban Teurlai che sono stati quasi un anno a Lourdes per realizzare il filmato: “Lourdes è quel luogo dove si possono mettere da parte le proprie convinzioni private per individuare un ‘qualcosa’ di straordinario. È questo ‘qualcosa’ che ci incuriosiva, avevamo l’intuizione che Lourdes dovesse essere un crogiolo di umanità dove accadeva ‘qualcosa’ di eccezionale sulla condizione umana, ‘qualcosa’ che superava persino la fede e che ci portava ad interrogarci sul nostro rapporto con la sofferenza e la morte”. La grotta di Lourdes, visitata ogni anno da milioni di persone, è raccontata poi dai registi anche attraverso una decina di personaggi che parlano della loro vita davanti alla telecamera. Non solo, questa località, come si vede nel film, accoglie ogni anno anche delle prostitute che vengono da Parigi in cerca di una possibile redenzione. Cosa che spesso accade. Il Santuario di Lourdes, dove avvenne l’apparizione della Madonna a Bernadette Soubirous nel 1858, va detto infine è il terzo santuario cristiano al mondo per numero di pellegrini all’anno, dopo la basilica di San Pietro in Vaticano e la basilica di Nostra Signora di Guadalupe. Comunque, per quanto riguarda i numeri, dopo il 1858 i medici hanno constatato 7000 guarigioni inspiegabili e la Chiesa ha riconosciuto 70 miracoli.
Le parole del Papa per i più piccoli
In libreria per Salani ‘I bambini sono speranza’
30 gennaio 2020
13:30
– PAPA FRANCESCO, I BAMBINI SONO SPERANZA (SALANI, pp. 34 – euro 12,90), A CURA DI ANTONIO SPADARO.
Papa Francesco parla ai più piccoli invitandoli ad abbracciare lo spirito di condivisione, tolleranza e pace, sintonizzandosi con il loro sguardo schietto, in modo semplice e diretto, nel libro ‘I bambini sono speranza’, in libreria il 30 gennaio per Salani. E’ un volume illustrato cartonato, che si compone di alcune brevi e semplici frasi del Pontefice raccolte da padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, con vivaci e colorate immagini di Sheree Boyd, illustratrice newyorkese nata in Italia, con un passato di disegnatrice tessile per il mercato dei bambini.
Papa Francesco invita i bambini a essere generosi, a non aver paura di piangere, a fare del bene nella vita, ma anche a sorridere, a fare sempre squadra, a gioire e sprigionare allegria. E, perché no, anche a ballare.
“Ibambini non sono diplomatici: dicono quello che sentono, dicono quello che vedono, direttamente. E tante volte mettono in difficoltà i genitori, dicendo davanti alle altre persone: ‘Questo non mi piace perché è brutto’. Ma i bambini dicono quello che vedono, non sono persone doppie, non hanno ancora imparato quella scienza della doppiezza che noi adulti purtroppo abbiamo imparato” aveva detto il Papa in In una Udienza.
‘I bambini sono speranza’ è un piccolo libro speciale con un messaggio universale per rendere il mondo un posto migliore.
vinti 1 mln euro a Chi vuol esser milionario?Enrico Remigio entra nella storia quiz condotto da Scotti
30 gennaio 202013:30
– A “Chi vuol essere milionario?”, il manager pescarese Enrico Remigio ha vinto 1 milione di euro, entrando di diritto nella storia del quiz condotto da Gerry Scotti. Il trentenne bocconiano con grande concentrazione e sangue freddo ha risposto esattamente alla quindicesima e ultima domanda del quiz aggiudicandosi il montepremi massimo.
La domanda che gli ha regalato la vittoria era: “Cosa lasciò scritto sul suolo lunare Gene Cernan, l’ultimo uomo che mise piede sulla Luna?”. La risposta esatta (data da Enrico Remigio dopo un’ora di ragionamento e quattro opzioni tra cui scegliere) è stata “Le iniziali della figlia”.
Il concorrente vive e lavora a Singapore, ha una fidanzata francese che vive a Bangkok, e con questo superpremio vorrebbe tornare a vivere in Italia per avviare una sua attività imprenditoriale.
Gerry Scotti, che conduce “Chi vuol essere milionario?” fin dalla prima edizione italiana nel 2000, ha commentato così la straordinaria puntata di ieri sera: “Un grazie particolare a tutti i telespettatori che hanno scelto di vivere insieme a me le emozioni che solo questo programma può dare: sono orgoglioso di fare una televisione come questa! Enrico Remigio è il quarto concorrente ad aggiudicarsi il massimo del montepremi nella storia ventennale di “Chi vuol essere milionario?”. L’ultima vincita milionaria risale a 9 anni fa, quando, nel 2011, la casalinga pavese Michela De Paoli rispose esattamente alla domanda delle domande senza utilizzare nessuno dei quattro aiuti a sua disposizione. Prima di lei, nel 2004, fu la volta dello studente d’ingegneria Davide Pavesi.
Prima ancora, nel 2001, l’impiegata di Pistoia Francesca Cinelli vinse 1 miliardo di lire.
Uffizi: ‘Cavallo’ Jackie Kennedy entra in Collezione disegniFoglio Foggini acquistato NY da Friends of the Uffizi Galleries
FIRENZE30 gennaio 202013:32
– Il ‘Cavallo’ di Jackie Kennedy entra nella collezione dei disegni degli Uffizi: si tratta di un foglio di Giovanni Battista Foggini appartenuto all’ex first lady statunitense, acquistato all’asta a New York insieme ad altre opere da Friends of the Uffizi Galleries, associazione no profit che sostiene il museo fiorentino.
In totale Friends of the Uffizi Galleries ha acquistato per gli Uffizi 4 disegni, due del pittore seicentesco Baldassarre Franceschini, gli altri dello scultore barocco Giovanni Battista Foggini: uno di questi è appunto la raffigurazione di un cavallo da dietro, appartenuto a Jackie Kennedy. Oltre a questo, comprato da Christie’s, del Foggini i Friends of the Uffizi Galleries sono riusciti ad aggiudicarsi, in questo caso da Sotheby’s, anche il foglio ‘Nettuno insegue Coronis’. Sempre nella stessa asta, sono stati acquisiti anche i due disegni di Baldassare Franceschini (detto il Volterrano): si tratta di due studi di Apostoli inginocchiati, preparatori per il suo affresco nella basilica della Santissima Annunziata a Firenze.
“Siamo felici di poter arricchire, grazie alla generosità dei Friends of the Uffizi Galleries, la nostra raccolta – spiega il direttore degli Uffizi Eike Schmidt -. I due fogli di Franceschini integrano e completano una serie di disegni preparatori per l’affresco della Santissima Annunziata già presenti nella nostra collezione”, e hanno “un grande valore artistico autonomo”. “Allo stesso modo anche il Foggini era anche un celebre disegnatore, e queste opere lo testimoniano in modo esemplare”. “Iniziamo il 2020 dando il nostro contributo all’ampliamento della collezione del museo che più amiamo”, le parole della presidente di Friends of the Uffizi Galleries Maria Vittoria Rimbotti.
Anna, prime foto da set in Sicilia serie di AmmanitiCreata e diretta dal regista e scrittore, andrà su Sky
30 gennaio 202020:17
– Prime foto dal set siciliano di Anna (working title), la nuova serie Sky Original creata e diretta da Niccolò Ammaniti dal suo romanzo omonimo, fra i più amati della sua produzione, edito in Italia da Einaudi.
Le immagini svelano per la prima volta il cast e la protagonista: l’esordiente Giulia Dragotto (13 anni, scelta fra oltre duemila candidate) è Anna, una ragazzina che in un mondo devastato da un virus, in cui gli esseri umani vivono quattordici anni, parte alla ricerca del fratellino rapito, Astor, interpretato da Alessandro Pecorella (9 anni, anche lui alla sua prima apparizione in tv.).
Anna, il secondo progetto per la tv dello scrittore Premio Strega, ancora per Sky dopo il successo de Il Miracolo, è una serie prodotta da Mario Gianani e Lorenzo Mieli con Lorenzo Gangarossa per Wildside, parte di Fremantle, in coproduzione con ARTE France e Kwaï. Niccolò Ammaniti è showrunner e regista della serie, di cui firma la sceneggiatura con Francesca Manieri (Veloce come il vento, Il Primo Re, Il Miracolo).
Fra i giovanissimi attori esordienti, Clara Tramontano interpreta Angelica, mentre Giovanni Mavilla è Pietro. Nel cast anche Roberta Mattei (Non essere cattivo, Veloce come il vento, Il primo Natale) e Elena Lietti (La pazza gioia, Tre piani), che torna davanti alla macchina da presa di Ammaniti nei panni della madre scomparsa di Anna e Astor, dopo l’esperienza sul set de Il Miracolo in cui dava il volto a Sole Pietromarchi, l’inquieta moglie del premier interpretato da Guido Caprino.
Una ragazzina cocciuta e coraggiosa parte alla ricerca del fratellino rapito. Fra campi arsi e boschi misteriosi, ruderi di centri commerciali e città abbandonate, fra i grandi spazi deserti di un’isola riconquistata dalla natura e selvagge comunità di sopravvissuti, Anna ha come guida il quaderno che le ha lasciato la mamma con le istruzioni per farcela. E giorno dopo giorno scopre che le regole del passato non valgono più, dovrà inventarne di nuove. Anna, distribuita all’estero da Fremantle, sarà in Italia in esclusiva su Sky.
Quattro cantanti selezionano le sneaker estive per Aw LabIn nuova campagna Dani Faiv, Low Kidd, Madame, Ana Mena
30 gennaio 202013:55
– Il global retailer Aw Lab (240 store nel mondo) lancia la campagna Selected by Musica Edition 2020 con la straordinaria partecipazione dei cantanti Ana Mena, Dani Faiv, Madame, Low Kidd, artisti del momento, che hanno selezionato le sneaker più cool per le stagioni spring/summer 2020. La nuova campagna ha come protagonisti tre artisti tra i più ascoltati e seguiti della scena musicale italiana, Dani Faiv, Low Kidd e Madame, la rivelazione dell’anno. Assieme a loro Ana Mena, cantante super “streammata” in Spagna ma conosciuta ed apprezzata anche nel nostro paese.
Gli artisti hanno selezionato i modelli di sneaker più trendy della nuova stagione e sono stati protagonisti di uno shooting fotografico le cui immagini sono al centro della nuova comunicazione digital ed in-store su tutto il network del brand.
Il range selezionato dagli artisti spazia tra i bestseller dei big brand di sneaker internazionali. Dalle Nike Air Force One e Diadora MI Basket per l’uomo alle Adidas Supercourt e Puma RS-X per la Donna, con un total look composto dai nuovi capi must have di Nike, Fila, Champions e Diadora.
Riki, ero stufo e così sono sparito per un po’Nel mirino per aver spoilerato cover, “l’ho fatto ingenuamente”
31 gennaio 202009:51
Nel 2017, grazie alla partecipazione ad Amici di Maria De Filippi e alla vittoria nella categoria Canto, è l’artista italiano che vende più dischi in assoluto (310mila copie fisiche con l’ep Perdo le Parole e l’album Mania). L’anno successivo è un sold out dietro l’altro per il suo primo tour, che comprende anche il Forum di Assago. Si moltiplicano i like sui social (solo su Instagram ha oltre un milione di follower). Successo, fan, popolarità: sembra tutto facile per Riki Marcuzzo. Ma ad un certo punto qualcosa si rompe e lui dice basta. “Non lo nego, mi ero stufato – racconta il 28enne di Segrate -. Al ristorante ero assalito, non potevo andare in giro. Ero assuefatto, non mi stupiva più quello che mi succedeva intorno. Il successo, cui sono comunque grato, mi toglieva ogni energia. E così sono sparito per un po'”.
Ora, dopo un anno di pausa, è tornato: più maturo, più consapevole (anche del fatto che non sarà più come prima), con un’esperienza oltreoceano in America Latina e le idee chiare.
“Non rinnego niente e rifarei tutto, ma non voglio più essere etichettato solo come il belloccio da talent – si sfoga, lui che è laureato in design e nel frattempo ha messo su un’azienda di merchandising per artisti e una di interior design -. Voglio dimostrare di avere un pensiero a 360 gradi. So che non avrò più quel fanatismo di tre anni fa, ma a dirla tutta neanche lo cerco”.
Per ripartire ha scelto il Festival di Sanremo, dove sarà in gara con la ballad Lo sappiamo entrambi, che lui stesso ha scritto. “Era la canzone giusta per questo momento, senza facili strizzate d’occhio alla stampa o al pubblico. Ultima spiaggia? Non posso dire di non sentire la pressione, ma quello che sarà, sarà. Non mi interessa il risultato, sono in pace con me stesso – aggiunge -. All’Ariston cercherò di essere quello che sono, consapevole della risonanza che può dare quel palco”.
Anche commettendo qualche errore, come quello che l’ha fatto finire nel mirino per aver spoilerato sui social una parte della cover L’edera di Nilla Pizzi, presentata a Sanremo nel 1958.
“L’ho fatto ingenuamente, sono abituato a condividere tutto sui social e non sapevo andasse contro il regolamento. Quando mi hanno fatto notare che avevo commesso un errore, ho eliminato immediatamente i 20 secondi di video dai social”. La Rai, tenuto conto della buona fede dell’artista, non procederà alla sua esclusione. “Sono arrivato ben ultimo nella consegna del titolo della cover. Ero molto indeciso, volevo portare l’Italiano di Toto Cutugno, ma ci aveva già pensato Francesco Gabbani. Poi ho pensato che recuperare un pezzo di storia come questa fosse l’omaggio più vero che potessi fare al festival”, spiega poi.
La partecipazione al festival ha reso necessario anche rimandare l’uscita del suo nuovo album (vedrà la luce prima dell’estate) e posticipare, rispettivamente al 3 e all’11 ottobre, le due date nei palasport di Roma e Milano, previste inizialmente per febbraio. “Il disco – spiega – è il giusto passaggio tra quello che ero prima e quello che sono ora”. Il progetto racconta la nuova fase artistica di Riki e si nutre anche dell’esperienza in Sud America dove ha iniziato una collaborazione con la band latina CNCO ed ha debuttato in Argentina, Messico, Colombia. “Ma non sarà un disco reggaeton”, dice come a tranquillizzare i fan.
L’ultima domanda è sulle polemiche su Junior Cally che hanno avvelenato la vigilia. “Lui è un rapper, e i rapper hanno un certo tipo di linguaggio, e parlano di droga e sesso. Se il festival vuole il rap deve accettarlo. Io non assolvo e non condanno, faccio musica diversa. Ma mi rendo conto che queste canzoni arrivano anche a bambini di 8 anni che non hanno gli strumenti per comprendere cosa stanno ascoltando”.
Muccino, il mio omaggio a Scola e al tempoGli anni più belli con Favino, Ramazzotti, Santamaria, R.Stuart
31 gennaio 202018:16
Il tempo, vero protagonista de ‘Gli anni più belli’ di Gabriele Muccino, macina tutto e non solo la giovinezza. Macina i buoni propositi, gli ideali, le relazioni, (comprese quelle familiari), per far sopravvivere alla fine solo l’amicizia e la speranza di un futuro migliore. L’ultimo lavoro di Muccino, in sala in 500 copie dal 13 febbraio con 01, omaggio dichiarato e altrettanto malinconico al ‘C’eravamo tanto amati’ di Ettore Scola, racconta proprio questo, attraverso la commovente storia di un gruppo di amici, Giulio, Gemma, Paolo e Riccardo nell’arco di 40 anni (esattamente dal 1980 ad oggi). Un ‘C’eravamo tanto amati’ rivisitato, e con tanto di citazioni – tra cui quella della cena-rimpatriata dei tre amici ormai cinquantenni – che però ha al suo interno un gap generazionale: “Rispetto a quello di Scola – dice oggi a Roma Muccino – che si chiudeva con una canzone partigiana, qui c’è una generazione cresciuta all’ombra di quelle che l’hanno preceduta. O meglio una generazione senza il sostegno delle ideologie e con un forte complesso di identità schiacciata, come è stata, dalla storia che l’ha preceduta”. Tra alcuni filmati d’archivio o ricostruzioni di eventi chiave di questi ultimi quarant’anni – dalla caduta del muro di Berlino a Mani Pulite, dall’11 settembre fino alla nascita del movimento Cinque Stelle – scorrono le vicende di questi quattro personaggi. Troviamo così Gemma (Micaela Ramazzotti), una ragazza, e poi una donna piena di fragilità, rimasta orfana a 16 anni che si ritrova a dividere nel corso degli anni il suo amore tra due grandi amici come Paolo e Giulio. E questo non senza conseguenze. Poi c’è appunto Paolo (Kim Rossi Stuart), ragazzo anche troppo corretto che vive a casa con un pappagallo. Una persona lineare, ingenua, piena di autentiche speranze anche rispetto al suo ruolo di professore. Stessi ideali di Giulio (Pierfrancesco Favino), ma solo iniziali. Lui, il più povero e smart del gruppo, riscatta presto le sue origini diventando un brillante avvocato, un legale inizialmente disposto a difendere i deboli per poi diventare un pescecane capace di ogni compromesso. Infine c’è Riccardo (Claudio Santamaria) soprannominato ‘Sopravvissù’ perché sopravvissuto a un proiettile volante durante una manifestazione politica in cui si è trovato per puro caso. Anche lui come Paolo è un vero sognatore a cui però non riesce nulla ed è sempre senza soldi. Il matrimonio con Anna (Emma Marrone), da cui avrà un figlio, sarà per lui l’ennesimo fallimento.”Il tempo è il grande motore di questo film che è ovviamente anche un omaggio a Zavattini, Risi, Scola e Fellini tutti autori con cui sono cresciuto” dice il regista. E ancora Muccino: “In qualche modo Gli anni più belli racconta che la vita va avanti e molte cose che si sono guastate nel tempo possono essere rammendate. Da qui anche il suo finale rasserenante che devo a Favino perché io ne preferivo uno più amaro”. Come già aveva fatto per ‘A casa tutti bene’, Gabriele Muccino ha affidato la colonna sonora a Nicola Piovani, mentre il titolo del film è lo stesso di un brano inedito di Claudio Baglioni presente nel nuovo album del cantautore. Nel cast del film, costato 8 milioni e già venduto in Francia, anche Nicoletta Romanoff, Francesco Centorame, Andrea Pittorino, Paola Sotgiu, Francesco Acquaroli e Elisa Visari.
The New Pope, il risveglio di Lenny Belardo (Jude Law)nei nuovi episodi su Sky Atlantic della serie di Paolo Sorrentino
30 gennaio 202019:22
L’attesissimo e miracoloso risveglio di Lenny Belardo, il “Papa giovane” interpretato da Jude Law che dopo un sonno lungo un anno è pronto per una nuova rivoluzione.
A un passo dal gran finale di venerdì prossimo, arrivano il 31 gennaio dalle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming su NOW TV i nuovi episodi, settimo e ottavo, di The New Pope, la serie Sky Original creata e diretta dal regista Premio Oscar Paolo Sorrentino, prodotta con The Apartment e Wildside, parte di Fremantle.
Con l’uscita di scena di Voiello (Silvio Orlando), le ambigue politiche del suo successore, il Cardinale Assente, intaccano notevolmente la credibilità della Chiesa. Nel frattempo, il Vaticano riesce finalmente a far cessare le trasmissioni del respiro di Pio XIII ma questa decisione accende gli animi dei fanatici che idolatrano Belardo che, dopo l’interruzione, si dividono tra chi prosegue l’infinita veglia e chi ipotizza che la Chiesa abbia fatto staccare la spina delle macchine che tengono in vita il giovane Papa. Non possono immaginare la verità: in realtà Pio XIII si è miracolosamente svegliato dal coma, evento straordinario, che neanche la medicina riesce a spiegare. Dopo la prodigiosa ripresa, Lenny si rifugia a casa del medico che lo ha assistito durante il coma. L’uomo vive in un sontuoso palazzo veneziano con la moglie e il figlio gravemente malato.
Disperata, la moglie del medico chiede a Pio XIII un miracolo che guarisca il figlio. Nel frattempo, a Roma, il terrorismo attacca il Vaticano nel cuore della cristianità.
Nell’ottavo episodio, Voiello discute con il misterioso faccendiere Bauer dell’incapacità di Assente come Segretario di Stato, e da lui viene a sapere l’insospettabile segreto di Sir John. Gli attentati terroristici e il risveglio di Lenny spingono Giovanni Paolo III a rifugiarsi sulle Dolomiti, dove Sofia lo raggiunge per convincerlo a tornare. Intanto, Lenny Belardo fa il suo ritorno a Roma, dove incontra il fidato Gutierrez nella Basilica di San Pietro. Circondati da macerie morali e materiali, i due cercano una via d’uscita. Sarà Voiello, una volta di più, a indicarla. L’ex segretario di Stato, infatti, nel frattempo ha sancito una inaspettata alleanza con le suore in sciopero: è giunta l’ora che Pio XIII faccia la sua rivoluzione.
Amadeus, Fiorello? Non so cosa farà”Mi piace proprio perchè è imprevedibile”
30 gennaio 202019:18
– “Fiorello a Sanremo? Davvero non so cosa farà”. Ad assicurarlo è Amadeus, padrone di casa del prossimo Festival della canzone italiana, ospite questa sera di Bruno Vespa, in collegamento dall’Ariston, per la speciale puntata di Porta a Porta in onda su Rai1 in seconda serata.
“Conosco Fiorello da 35 anni – racconta Amadeus – Mi piace proprio perché è imprevedibile. Non so cosa farà al Festival. So solo che arriverà domani e alloggerà nella camera di fronte alla mia. Mi ha detto: ‘non ti dico nulla, stai sul palco e vedrai'”.
Possiamo aspettarlo presente tutte le sere? “Per me si”, risponde Amadeus.
Amadeus, Perdere l’amore “mia” canzone del Festival”Era il mio primo anno al festival”
30 gennaio 202019:33
– “La mia canzone della storia di Sanremo? Perdere l’amore di Massimo Ranieri”. A raccontarlo è Amadeus, prossimo padrone di casa sul palco del Festival della canzone italiana, ospite questa sera di Bruno Vespa, in collegamento dall’Ariston, per la speciale puntata di Porta a Porta in onda su Rai1 in seconda serata.
“Era il primo anno che venni a Sanremo – racconta Amadeus – Ero qui per la radio e potevo restare solo fuori dall’Ariston. E ricordo che vinse proprio Massimo Ranieri (che sarà nuovamente sul palco dell’Ariston in questa edizione ndr) con Perdere l’amore”.
Giochi: con Barbie Welness bimbe imparano la cura del corpoSono 5 diversi modelli con accessori e abiti a tema
30 gennaio 202019:50
– Barbie Wellness è la nuova collezione della Mattel con cui la più nota bambola del mondo insegna alle bambine la routine quotidiana per ottenere il benessere emotivo includendo tre temi chiave: riposo, benessere fisico e cura di sé. Grazie all’aumento delle pratiche di benessere emozionale fra le bambine, come ad esempio lo yoga (aumentato del 63%) e la meditazione (fino al 90%) negli ultimi 5 anni, Barbie ha deciso d’introdurre le bambine ai benefici della cura di sé attraverso il gioco.
Attraverso i prodotti multisensoriali, le bambine potranno esplorare le diverse sfaccettature del benessere e potranno riproporre pratiche come il corretto riposo e la cura di sé.
Barbie Spa Doll è un set di accessori e bambole a tema wellness che celebra la cura di sé con una bambola dal look chic e sportivo, dotata di piccoli accessori per incoraggiare la bambina a giocare come la maschera per gli occhi al cetriolo in doppio formato per adattarsi anche al suo cucciolo, per simulare la cura del benessere anche dell’animaletto. Barbie può godersi la giornata con i prodotti spa e i prodotti per il bagno che includono un’anatra di gomma, una rivista, spazzola da bagno, asciugamano, scatola di bombe da bagno e una candela. Barbie Wellness Dream Doll può rilassarsi prima di dormire con una tisana, un giornale, il suo laptop ed il cellulare indossando un pigiama tropical. Barbie Fitness Doll è pronta per fare attività fisica e ricaricarsi. Il playset include una bambola, un cucciolo e 9 accessori a tema, tra cui un tappetino yoga, un cerchio di hula-hoop, un orologio e una bottiglia d’acqua e consente alle bambine di giocare e dedicarsi del tempo di qualità. Barbie Fizzy Bath Playset Vasca da Bagno il playset viene venduto con una bambola, un cucciolo, una vasca idromassaggio e accessori per simulare un vero bagno frizzante. Gli accessori includono un porta oggetti, vari prodotti da bagno, una spugna, una spazzola per la schiena ed un asciugamano. La bambola indossa un costume da bagno e un asciugamano attorno alla vita.
Musei Veneto +12% visitatori in 5 anniIn testa il museo archeologico, seguono Gallerie Accademia
VENEZIA30 gennaio 202019:59
– I visitatori dei musei e siti archeologici statali del Veneto sono cresciuti del 12% rispetto a cinque anni fa, passando dai 914.397 ingressi del 2014 a 1.023.867 del 2019. Lo rileva una nota del Mibact. “L’autonomia concessa ai musei – aveva ricordato ieri il ministro Franceschini nel presentare i nuovi bandi di selezione internazionale per i direttori – insieme alla promozione condotta anche attraverso l’ingresso gratuito nella prima domenica del mese, ora reintrodotto in maniera permanente, si sono rivelate un mix vincente”.
La classifica regionale del 2019 vede primeggiare il Museo Archeologico di Venezia con 316.461 ingressi, seguito dalle Gallerie dell’Accademia con 304.999 biglietti staccati che valgono un aumento del 5,7% di pubblico e dal Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra con 122.579 visitatori. La quarta posizione è occupata dalla Galleria “Giorgio Franchetti” alla Ca’ d’Oro con 85.066 visitatori, con un +49,3% di pubblico in più rispetto al 2018, la quinta dal Museo d’Arte Orientale con 70.814 ingressi. Home Mappa del sito TECNOLOGIA POLITICA ECONOMIA MONDO CRONACA
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A Roma torna a splendere la beata del Bernini
Restaurata cappella Albertoni, capolavoro barocco a Trastevere
ROMA30 gennaio 202020:10
-Il marmo di Carrara che dopo vent’anni recupera candore e lucentezza, il volto della beata che ha ritrovato tutta la sua magia, così come le membra contorte dallo spasmo dell’estasi, le vesti, il drappo che ricopre il giaciglio, persino i pizzi del cuscino. Mentre tutto intorno la doratura degli stucchi quasi abbaglia e i deliziosi puttini, che il grande Bernini volle far volare giocosi sotto alla tela che ritrae Sant’Anna, tornano a mostrare il loro volto. Grazie a sei mesi di pulitura e restauri curati dalla soprintendenza speciale di Roma in accordo con il Fondo Edificio di culto, torna a splendere nella chiesa di San Francesco a Ripa, a Trastevere, la strepitosa cappella Albertoni, che un intervento dello scultore, allora già 76enne, trasformò in un luogo magico, capolavoro del barocco, grazie all’architettura, alla scultura e alla sua insuperabile maestria con la luce. “Un delicato restauro che unisce alla salvaguardia e alla tutela un miglioramento per la fruizione”, spiega la soprintendente Daniela Porro, sottolineando che i lavori, finanziati dalla soprintendenza ed affidati alla restauratrice Elisabetta Zatti, sono costati in tutto 39mila euro.Per questa commissione, che gli era stata chiesta dal principe Angelo Paluzzi e che l’ormai anziano scultore portò a termine con incredibile velocità, straordinaria anche per la fatica fisica che deve essere costata, Bernini non volle essere pagato. “Forse perché aveva bisogno di ingraziarsi il papato per consentire il ritorno in Italia di suo fratello, esiliato dopo lo scandalo di uno stupro”, spiega il funzionario storico dell’arte della soprintendenza speciale Carlo Mastroianni. Un’ipotesi che sarebbe suffragata anche dalle ultime scoperte fatte da Federica Di Napoli Rampolla negli archivi della famiglia Altieri, dove è stata trovata tutta la documentazione di questo lavoro senza però nessuna fattura che attesti un pagamento allo scultore.Tant’è, la mano di Bernini potrebbe essere – è l’ipotesi della restauratrice – anche in uno dei puttini che volano sulla beata, il più vicino a lei da sinistra. La pulitura del marmo (anche del diaspro rosso nel quale è realizzato il drappo appoggiato ai piedi del letto della beata, realizzato più tardi su disegno di Bernini) ha portato in evidenza, spiega la restauratrice, la tipica modalità di lavoro del Bernini, che era solito lavorare il marmo delle sue statue con finiture diverse, dal lucido al grezzo, proprio per consentire alla luce di metterne in evidenza i chiaroscuri, “quasi usasse un pennello”. Un grande lavoro anche di scenografia, quello di Bernini in questa cappella, con il fondo arretrato in modo da consentire la creazione di due quinte e nascondere due finestre che da destra e da sinistra facessero arrivare sulla sua opera la luce naturale. Purtroppo una di queste finestre oggi è chiusa. E anche se venisse riaperta all’esterno c’è un edificio – che all’epoca di Bernini non c’era – che non permette alla luce di arrivare come un tempo.Proprio per questo i lavori proseguiranno ora, spiega la soprintendenza, con uno studio per ricreare la giusta illuminazione con un investimento che è stato stimato intorno ai 15 mila euro. Non solo: proprio per consentire una pianificazione per i lavori di manutenzione e di restauro delle chiese romane di proprietà del Fec, annunciano la soprintendente e il prefetto Angelo Carbone, è stata creata una commissione con uno storico dell’arte, un architetto, un restauratore e un esponente del Fondo che lavorerà ad un cronoprogramma degli interventi. “Per tutti i restauri necessari alle chiese italiane di proprietà del Fondo – sottolinea il prefetto – stimiamo una necessità di 70 milioni di euro. Soldi che il Fec al momento non possiede. Il ministero dell’Interno sta cercando di recuperare fondi da destinare a questi lavori”.A Roma ci sono grandi lavori da fare con due assolute priorità: “La chiesa della Minerva e la chiesa di San Biagio e San Carlo, entrambe ora chiuse al pubblico”.Nella penombra della splendida chiesa di San Francesco a Ripa , intanto, l’estasi della beata commuove. “Come soprintendenza sono decisa a lavorare per questo – conclude Porro – valorizzare i nostri tesori e renderli visibili e accessibili ai turisti e prima di tutto ai cittadini. L’arte si salva anche così, facendo crescere intorno a noi l’orgoglio dell’appartenenza”.
Underwater, horror-thriller simil AlienNel cast Kristen Stewart, Vincent Cassel e Jessica Henwick
31 gennaio 202010:03
– Claustrofobico, pieno di acqua, con tanto d’inquietante presenza (quasi una citazione di Alien di Ridley Scott) e con un’eroina tutta al femminile più tosta e piena di testosterone di qualsiasi macho. ‘Underwater’ di William Eubank (The Signal), in sala dal 30 gennaio con The Walt Disney Company Italia, si presenta come un horror-thriller molto sottomarino e buio dove i protagonisti hanno quasi sempre addosso una tuta non molto diversa da quella degli astronauti e dove spicca la presenza esile, ma solo fisicamente, di Kristen Stewart nei panni di Norah coraggioso ingegnere elettronico. Ci troviamo nel più profondo degli oceani. Qui una enorme struttura, ovvero una base mineraria che ricorda tanto le atmosfere di Solaris, scava con la sua trivella sottomarina extra-large costruita per sopportare l’incredibile pressione del fondo del mare. Ma dopo quello che sembra un devastante terremoto, si scatena l’inferno tra i membri dell’equipaggio dell’operazione mineraria Kepler. Gli allarmi suonano all’impazzata mentre tutta la struttura minaccia di essere spazzata via da fiumi d’acqua che si aprono la strada dappertutto con violenza inimmaginabile.
Norah e gli altri pochi sopravvissuti, come il capitano Lucien (Vincent Cassel) e la studentessa di biologia marina Emily (Jessica Henwick), non riescono a inviare una richiesta di soccorso e non possono neppure fare affidamento al sottomarino di salvataggio che è andato distrutto. Per loro un’unica scelta per avere una speranza: camminare sul fondale marino per raggiungere una trivella distante e abbandonata, la Roebuck, sperando che le sue apparecchiature siano ancora funzionanti, o che ci sia un numero di capsule di salvataggio sufficiente a portarli tutti in salvo. Ma il loro viaggio diventa sempre più inquietante quando iniziano a sospettare di non essere soli e che c’è qualcosa di molto grosso che li sta inseguendo da vicino. “All’inizio del film Norah viene colta completamente alla sprovvista – afferma Kristen Stewart che nel film recita con capelli cortissimi ossigenati -. Quando la trivella esplode, viene colta letteralmente con le braghe calate, al mattino, mentre si sta lavando i denti. Nei momenti traumatici, le persone tendono a lasciarsi sopraffare dalle emozioni o mostrare lati diversi, mentre Norah è chiusa in se stessa e un po’ distaccata dal punto di vista emotivo. Nel corso del film – continua l’attrice – , scopriamo che si trova nel bel mezzo di un processo piuttosto intenso di elaborazione del lutto, e pensa di non avere più nulla da perdere. Proprio quando potrebbe essere troppo tardi, si accorge che c’è sempre qualcosa da perdere. C’è sempre qualcosa per cui combattere. La vita è preziosa. In quel momento si rimette in piedi e diventa un’eroina”.
L’orrore de Le furie di HitlerLower racconta storie di donne che appoggiarono il Reich
31 gennaio 202010:10
WENDY LOWER, LE FURIE DI HITLER. COMPLICI, CARNEFICI, STORIA DELLE DONNE CHE APPOGGIARONO IL REICH (Rizzoli, pp. 344, 13 euro). Erano giovani, le classiche ragazze della porta accanto, molte con gli occhi blu come il cielo e i capelli color del grano, tutte di purissima razza ariana tedesca. Erano segretarie, infermiere, insegnanti, alcune guardie, moltissime solo semplici mogli o amanti di ufficiali e burocrati: eppure tutte, nel delirio tragico dell’Olocausto, si trasformarono più o meno consapevolmente in spietate assassine.
Racconta una terribile pagina di storia ancora non del tutto nota “Le furie di Hitler”, indagine condotta dalla storica statunitense Wendy Lower, ripubblicata in Italia da Rizzoli (con la traduzione di Andrea Zucchetti), dopo una prima edizione nel 2013. Il libro mette al centro molte di queste donne che sposarono il credo nazista, narra i crimini di cui si macchiarono, cercando di spiegare contesto e possibili motivazioni, e quale poi sia stato il loro destino dopo la guerra.
Come scrive Lower, se è vero che “il regime nazista insegnò a migliaia di tedesche a essere complici, a essere spietate con i nemici del Reich”, in realtà non ci si aspettava che – al di fuori dei lager, dei manicomi e delle prigioni – le donne dovessero trasformarsi in efficienti killer senza umanità.
“Quelle che decisero di farlo – spiega Lower – sfruttarono l’occasione di trovarsi all’interno di un ambiente sociopolitico fertile, aspettandosi ricompense e riconoscimenti, non ostracismo”. Quando si delineò il disegno criminale di Hitler, il regime chiamò ogni tedesco a prenderne parte, anche le donne, che presto ebbero il loro ruolo: un ruolo divenuto poi centrale, che tuttavia è stato poco documentato. Omicidi di bambini, torture e sevizie, esperimenti medici, discriminazioni: di questo molte ragazze si macchiarono, a volte con un sadismo e un odio difficili da immaginare per una donna. E’ vero che poiché non ricoprirono incarichi di comando queste donne non vennero processate a Norimberga insieme alle figure di spicco del Reich: la maggior parte di loro fu giudicata in tribunali di zona.
Alcune furono fortunate, sopravvissero e raccontarono la loro storia più avanti, in anni ormai lontani dalla guerra, senza mai vedere se stesse come efferate criminali; altre pagarono per i loro delitti, altre invece morirono.
Proprio con l’idea di raccontare le loro storie, l’autrice ha condotto una serie di accurate ricerche basandosi su documenti tedeschi del periodo bellico, atti investigativi, verbali di processi, inchieste sovietiche su crimini di guerra, diari, corrispondenze, memorie pubblicate, interviste, ma soprattutto sui cosiddetti “ego-documenti”, ossia auto rappresentazioni create dalle protagoniste, resoconti che vanno interpretati e “sfrondati” da esagerazioni o memorie rese “parziali” o edulcorate, ma che comunque sono fondamentali per comprendere ciò che è accaduto. La maggior parte dei crimini nazisti vennero compiuti dalle donne nei territori orientali. Nell’Est infatti, nelle terre tra la Germania e la Russia, i nazisti vedevano tante opportunità per creare un vero e proprio Eden per la Germania: a patto però di “estirpare” con ogni mezzo la vera “minaccia” di quei luoghi, ossia coloro che li abitavano, gli storici nemici ebrei, considerati esseri inferiori, e gli oppositori politici che andavano sterminati. E proprio qui a giovani tedesche ambiziose Hitler offriva l’opportunità di far carriera. Molte di loro scelsero di trasformarsi in “assassine in gonnella” e non necessariamente erano infermiere, insegnanti o segretarie, quanto semplicemente mogli e segretarie che, trovandosi vicino a uomini impegnati negli omicidi di massa, si lasciarono coinvolgere, molte di loro partecipando attivamente.
Con acume, rigore e lucidità, ma mai con distacco, Lower propone al lettore fatti e informazioni che non possono lasciare indifferente e che ci rimandano ai giorni nostri, facendoci riflettere su quanto sia ancora possibile il rischio di cadere nella spirale dell’odio e del pregiudizio.
Esce in Italia primo volume della saga ideata da Kobe BryantCoach Wizenard. Magico Basket Camp a ottobre per Electa Junior
31 gennaio 202013:20
KOBE BRYANT, COACH WIZENARD. MAGICO BASKET CAMP (ELECTA JUNIOR), CON WESLEY KING. Uscirà in Italia postumo, a ottobre 2020 per Electa Junior, ‘Coach Wizenard.
Magico basket camp’, il primo libro di una serie ideata da Kobe Bryant, il mito del basket mondiale tragicamente scomparso il 26 gennaio, già al numero 1 dei bestseller del New York Times. ‘Coach Wizenard. Magico Basket Camp’, scritto con l’autore canadese Wesley King, ha dato il via alla Wizenard Series, saga in cui la pallacanestro incontra il fantasy. Nel libro, uscito negli Stati Uniti nella primavera 2019, si racconta la storia di Wizenard, nuovo allenatore di una squadra di basket del campionato giovanile americano, capace di condurre i ragazzi al riscatto e alla vittoria grazie ai suoi metodi inconsueti, che mescolano autorevolezza, motivazione e magia.
Un progetto fortemente voluto dell’ex giocatore dei Lakers che ha unito due sue grandi passioni, il basket e il mondo della magia in stile Harry Potter. Il libro è dedicato ai giovani atleti, agli allenatori, agli educatori e a tutti quelli che credono nello straordinario potere di crescita e maturazione grazie allo sport.
Torna nelle sale Il dottor Stranamore con SellersDal 3/2 nel quarantennale della morte grazie a Cineteca Bologna
BOLOGNA31 gennaio 202013:16
– Il 24 luglio 1980 moriva Peter Sellers: nel quarantennale la Cineteca di Bologna porta nelle sale italiane dal 3 febbraio il restauro in 4k del film ‘Il dottor Stranamore’, capolavoro sulla Guerra fredda che Stanley Kubrick trasse nel ’64 dal romanzo ‘Red Alert’ di Peter George, nel quale Sellers interpreta ben tre ruoli, quelli del capitano Lionel Mandrake, del presidente degli Stati Uniti Merkin Muffley e del leggendario e diabolico Dottor Stranamore. ‘Il dottor Stranamore. Ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba’ è distribuito dalla Cineteca nell’ambito del progetto ‘Il Cinema Ritrovato. Al cinema, per la distribuzione dei classici restaurati’.
“Geniale e spericolato – commenta il direttore della Cineteca, Gian Luca Farinelli – satira sulle paure e le miserie della politica, Il dottor Stranamore è un film profondamente figlio dei suoi anni di guerra fredda e allo stesso tempo così disancorato da ogni tempo da essere attualissimo oggi, nel nostro tempo di impazzimento globale”.
Ciak per film Mario Martone ‘Qui Rido Io’ con Servillosul re dei comici napoletani, Eduardo Scarpetta
31 gennaio 202015:57
Sono iniziate le riprese di Qui Rido Io il nuovo film di Mario Martone sul re dei comici napoletani, il grande attore e commediografo Eduardo Scarpetta, che sarà interpretato da Toni Servillo.
Scarpetta, che fu padre naturale di Titina, Eduardo e Peppino De Filippo, dedicò tutta la sua vita al teatro, realizzando opere che sono diventate dei classici intramontabili, come Miseria e Nobiltà. Ottenne straordinari successi e fu protagonista della celebre disputa con Gabriele D’Annunzio per Il figlio di Iorio, parodia dell’opera del Vate, che fu oggetto di un memorabile processo.
Le riprese del film si svolgono in questi giorni al Teatro Valle, storico teatro romano in cui nel 1889 debuttò Miseria e Nobiltà. Dopo una prima parte a Roma, il set si sposterà a Napoli.
Il film, scritto da Mario Martone e Ippolita di Majo, è una coproduzione italo-spagnola Indigo Film con Rai Cinema per l’Italia e Tornasol per la Spagna. La fotografia è firmata da Renato Berta, il montaggio da Jacopo Quadri, la scenografia da Giancarlo Muselli, i costumi da Ursula Patzak. Interpreti del film, insieme a Toni Servillo, sono Maria Nazionale, Cristiana Dell’Anna, Antonia Truppo, Eduardo Scarpetta, Paolo Pierobon, Lino Musella, Roberto De Francesco, Gianfelice Imparato e Iaia Forte.
La produzione “ringrazia il Teatro di Roma per la gentile concessione del Teatro Valle” e per aver “individuato uno spazio all’interno delle attività previste in un luogo così prestigioso e importante per tutto il teatro nazionale”.
Marco Masini, Bella Stronza è figlia del suo tempoIl cantautore festeggia 30 anni con nono festival, album e tour
31 gennaio 202014:03
– “Trenta anni non sono un traguardo, ma una tappa per fare il punto della situazione e ripartire”.
Marco Masini è pronto a festeggiare tre decenni passati in musica. “Ho fatto un bel pezzo di strada, 30 anni sono tanti, e tante sono state anche le soddisfazioni. Ho vissuto avventure meravigliose ed è bello poterle riassumere ora”. Prima tappa dei festeggiamenti è il festival di Sanremo, dove torna per la nona volta con il brano “Il confronto”, che lui stesso ha scritto con Federica Camba e Daniele Coro. Un brano che permette a Masini di guardarsi allo specchio e di fare qualche bilancio. “Qualche collegamento c’è, ma io sono sempre partito dalla mia autobiografia per allargare lo sguardo a tutti”.
Il brano è contenuto nell’album “Masini + 1, 30th anniversary”, che esce il 7 febbraio, nella settimana del festival – secondo step dei festeggiamenti. Un disco nel quale il cantautore toscano ha chiamato amici e colleghi per ripercorrere la sua carriera. Sedici i duetti, oltre a 4 inediti: da Eros Ramazzotti a Giuliano Sangiorgi, da Ermal Meta a Umberto Tozzi, da Ambra Angiolini a Luca Carboni, passando per Francesco Renga, Modà, Nek, Gigi D’Alessio, Jovanotti, Annalisa, Bianca Atzei, Giusy Ferreri, Fabrizio Moro e Rita Bellanza.
Tra i brani che ripercorrono la sua carriera c’è anche Bella Stronza, nei giorni scorsi tirata in ballo per i suoi versi crudi a seguito delle polemiche sui testi di Junior Cally.
“Bella Stronza, come anche Vaffanculo, non li considero degli sbagli. Sono state scritte prendendo spunto dalla realtà che ci circonda. C’è da dire però che ogni canzone è figlia del proprio tempo ed è inutile tirar fuori certe polemiche dopo anni. Quando sono stato citato, la cosa mi ha fatto sorridere, mi rende comunque orgoglioso che ancora oggi faccia parlare”.
Terzo capitolo dei festeggiamenti sarà il tour, in partenza ad aprile, che culminerà con l’appuntamento del 20 settembre all’Arena di Verona.
SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA
Tiziano Ferro devolve in beneficenza compenso per Sanremo
Donazione destinata a 5 associazioni della provincia di Latina
31 gennaio 202014:21
– Tiziano Ferro ha scelto di devolvere in beneficenza il compenso frutto della sua partecipazione alla 70/a edizione del Festival di Sanremo, dove sarà ospite per tutte le cinque serate.
Cinque sono anche le associazioni destinatarie della donazione, tutte con sede a Latina: Avis (della quale Tiziano è ambasciatore da quasi vent’anni); Lilt (la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, alla quale già nel luglio scorso sono stati indirizzati i regali degli ospiti al matrimonio di Ferro); Centro Donna Lilith (che dal 1986 si occupa di dare accoglienza, assistenza e supporto alle donne e ai minori vittime di maltrattamenti); Associazione Valentina Onlus (che su base volontaria offre assistenza ai malati oncologici; e infine l’Associazione Chance For Dogs, un’organizzazione senza fine di lucro che si prende cura dei cani randagi e abbandonati nonché della loro adozione.
“Siamo tutte strutture della provincia di Latina, che assistono quotidianamente, con estrema fatica e immenso amore, chi ha urgente bisogno di supporto – hanno dichiarato congiuntamente i cinque enti beneficiari -. Tiziano ha scelto di dedicare la sua partecipazione a Sanremo alla città che l’ha visto nascere, sperare e sognare. E quei sogni diventano oggi una speranza in più per chi lotta ogni giorno sotto quello stesso cielo. Grazie di cuore Tiziano, da tutti noi”.
Federica Levi e il giallo in crowdfoundingUna ‘piccola tragedia’ nel nord industriale
31 gennaio 202014:31
– FEDERICA LEVI, “UNA PICCOLA TRAGEDIA PER BENE” (Bookabook, 16 euro versione cartacea, 6,99 euro ebook) Dopo il successo di commissari, questori e vice, marescialli e giudici vari, sacerdoti e non, è una giornalista, Alice Veli, l’imperfetta protagonista di questo giallo ambientato nel Nord industriale, libro d’esordio dell’autrice, giornalista precaria non meno del suo alter ego letterario. Ma l’opera – oltre il suo valore – ha una particolarità che sta nella sua genesi: una campagna di crowdfunding tutt’ora in corso al sito https://bookabook.it/libri/piccola-tragedia-bene/. Il libro è stato infatti selezionato da Bookabook, la prima casa editrice italiana che pubblica attraverso un modello di business partecipativo, già molto utilizzato nell’universo start up e nella produzione di cinema (in particolare dei documentari), ma ancora poco conosciuta nell’editoria.
Dopo una selezione condotta da editor professionisti, i manoscritti inediti vengono proposti alla community tramite campagne di finanziamento. I lettori possono leggerne l’anteprima e partecipare all’intero processo di pubblicazione, dalla fase di editing alla distribuzione nelle librerie: i testi che raggiungono l’obiettivo di 200 copie pre-ordinate arrivano infine sugli scaffali delle librerie. Bookabook, nata nel 2014, ha raccolto – fanno sapere dalla casa editrice – 85.500 lettori, pubblicando 250 libri e vendendo più di 50mila copie nel 2019.
Detto questo, il romanzo di Federica Levi si apre con una sparizione: Danilo Colombo (per tutti l’idiota) – a capo di un piccolo impero di poltrone da cui dipendono la vita e la morte di un sonnacchioso paese di provincia – si volatilizza all’improvviso con i soldi della M&C, l’azienda fondata dal nonno. La vicenda ben presto diventa di dominio pubblico, facendo deflagrare il panico. Ma chi è veramente Danilo? Se lo chiede la famiglia, intossicata da decenni di rancori mai digeriti, se lo chiedono i dipendenti, pietrificati dallo spettro della disoccupazione, se lo chiede Alice Veli, una non più giovane giornalista alle prime armi che, con la storia della M&C, si gioca l’ultima possibilità di costruirsi uno straccio di carriera.
Sono proprio i suoi articoli ad accompagnare il lettore nelle viscere di una vicenda meschina che sembra prima chiudersi senza soluzione per poi riaprirsi a 10 anni di distanza grazie ad uno strano necrologio che riaccende la curiosità della giornalista, divenuta nel frattempo scrittrice di discreto successo. E questa volta Alice riuscirà a ricostruire i pezzi del puzzle in uno scottante libro-verità. Ma sarà vero il suo Danilo Colombo o frutto di una finzione? Per saperlo, basta leggere il libro.
Gregoraci al festival, inaugura la Suite 2020Lo spazio dedicato agli addetti ai lavori
31 gennaio 202014:36
– Il giorno di apertura del festival di Sanremo, martedì 4 febbraio alle 18.00 sarà la conduttrice televisiva e showgirl Elisabetta Gregoraci ad inaugurare la SUITE 2020 , la guest house che dal 4 all’8 febbraio sarà allestita a Villa Emma nei giardini del Miramare The Palace Hotel a Sanremo in occasione del 70esimo Festival della Canzone Italiana. La showgirl è attesissima perchè la sua presenza al festival è stata al centro di una dura polemica dopo la sua denuncia sui social di essere stata esclusa dall’Altro Festival.
La Gregoraci accusava Nicola Savino di averla discriminata per motivi politici, cosa smentita dallo stesso Savino. Questo è il primo appuntamento in cui se vorrà avrà modo di tornare sul tema.
Intanto SUITE 2020 è uno spazio dedicato ai giornalisti e agli addetti ai lavori, agli incontri con i protagonisti del mondo della musica, della cultura e dello showbiz realizzato da Fluendo, agenzia di comunicazione integrata, in collaborazione con Unic, Gilead, Fast Track Cities, Naj Oleari. Una cornice in cui le Università telematiche Pegaso e Mercatorum – spiega una nota -, si fanno promotrici di esperienze, testimonianze, progetti e network. SUITE 2020 si avvarrà della collaborazione di Radio Kiss Kiss che trasmetterà in diretta il Pippo Pelo Show con Pippo Pelo e Adriana Petro dalle 7:00 alle 9.00 dal martedì al venerdì, il sabato dalle 12.00 alle 15.00 e la domenica dalle 10:00 alle 12:00 con ulteriori finestre informative nel corso di tutte le giornate dell’evento. Per partecipare alle attività di SUITE 2020 le richieste di accredito vanno inviate a ufficiostampa@fluendo.it oppure possono essere effettuate sul sito dedicato.
SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA
Musica: scelti i 53 artisti in gara a Musicultura
Accedono a audizioni live. Nannipieri, musica italiana sta bene
SANTO STEFANO A MACERATA31 gennaio 202015:07
– Selezionati tra 760 proposte provenienti da tutta Italia i 53 artisti in gara per l’edizione 2020 di Musicultura, Festival della canzone Popolare e d’Autore. Si tratta di 40 solisti e 13 band, tutti autori delle proprie canzoni. Il più giovane ha 19 anni, il più maturo 56, Campania e Lombardia sono le regioni più rappresentate, seguite da Sicilia, Lazio, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. I 53 selezionati accedono alle audizioni dal vivo del concorso in programma tra febbraio e i primi di marzo.
La giuria di Musicultura selezionerà la rosa dei 16 finalisti, protagonisti di un concerto al Teatro Persiani di Recanati ad aprile e le cui canzoni comporranno il CD compilation della XXXI edizione. Due degli otto vincitori verranno scelti tramite social, gli altri dal Comitato Artistico di garanzia. “Mi sento di assicurare che tra i problemi italiani non c’è quello della scarsa vitalità delle canzoni” dice Ezio Nannipieri, direttore artistico di Musicultura.
I sogni di Ferretti e Lo Schiavo per FelliniCicutto, omaggio Fellini a Lido? Forse sì ma compito curatore
31 gennaio 202016:08
Una Fiat 125 s blu dalla quale Dante Ferretti, con blocco per gli schizzi in mano, racconta a Federico Fellini sogni inventati,. E’ l’immagine, ricostruita con il modello originale di auto, e i manichini iperrealisti realizzati da Makinarium, che accoglie, circondati dai poster e le immagini dei film del grande cineasta, in Felliniana – Ferretti sogna Fellini, l’istallazione permanente che apre dal 1 febbraio negli Studi di Cinecittà, in occasione delle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita del maestro del cinema.
Un percorso in tre sale, creato dagli scenografi tre volte Premi Oscar Dante Ferretti e la moglie Francesca Lo Schiavo, storici collaboratori del cineasta. I sogni, nell’installazione continuano nella casa di piacere ispirata a La città delle donne, un bordello lunapark con Marcello Mastroianni /Snaporaz, insieme a soubrette in bikini che scendono da uno scivolo bordato di rosso. Si arriva poi al cinema Fulgor, una rievocazione della sala di Rimini dove Fellini bambino ha sviluppato il suo amore per il cinema. “Grazie a Federico ho imparato che si può fare di tutto e che anche gli errori sono fondamentali, perché di consentono di rendere ciò che crei ancora più reale o ancora più una fantasia, a seconda dei punti di vista” spiega Ferretti.
Felliniana “arricchisce l’offerta espositiva degli studios e evidenzia la capacità di questo luogo unico di unire attività culturali, industriali e divertimento” spiega Roberto Cicutto, ad e presidente di Luce Cinecittà e neo presidente della Biennale di Venezia. L’omaggio a Fellini, iniziato l’anno scorso alla Mostra del Cinema, continuerà anche quest’anno al Lido? “Penso di sì – risponde Cicutto – ma decidere è compito del curatore dalla Mostra”.
Da Monet a Sargent, a Siena capolavori da JohannesburgA S.M.Scala dal 13 giugno ‘Il sogno di Lady Florence Phillips’
SIENA31 gennaio 202016:15
– ‘Il sogno di Lady Florence Phillips – La Collezione della Johannesburg Art Gallery’: questa la mostra ospita dal prossimo 13 giugno al 13 settembre 2020 al Santa Maria della Scala di Siena.
L’esposizione, promossa dal Comune, presenta una selezione dei capolavori conservati alla Galleria d’Arte di Johannesburg, nata grazie a lady Phillips, moglie del magnate dell’industria mineraria sir Lionel Phillips. Circa sessanta le opere che arriveranno a Siena, tra olii, acquerelli e grafiche, per ripercorrere oltre un secolo di storia dell’arte internazionale, dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento, attraverso i suoi maggiori interpreti: Van Gogh, Degas, Monet, Cézanne, Matisse, Modigliani, Turner, Rodin, Moore, Lichtenstein, Derain, Pissarro, Corot, Sargent, Sisley, Bacon, Rossetti, Warhol, Signac, Picasso e molti altri.
Ghost il musical conquista il SistinaApplausi ai cantanti-attori e agli effetti speciali dello show
31 gennaio 202016:16
– I fantasmi in scena piacciono e divertono, soprattutto se a tenerli in vita è l’ amore che sfida la morte. Ha riscosso applausi a scena aperta al Teatro Sistina di Roma la prima di “Ghost il musical”, trasposizione per il palcoscenico firmata da Bruce Joel Rubin, autore della sceneggiatura del film con Patrick Swayze e Demi Moore campione di incassi nel 1990. La love story del bancario Sam ucciso in una rapina che da fantasma cerca di proteggere la sua Molly grazie all’ aiuto della sensitiva imbrogliona Oda Mae, l’ unica in grado di comunicare con lui, ha coinvolto gli spettatori grazie al ritmo serrato, alla serie di brani musicali originali firmati dall’ ex Eurythmics David Stewart e Glenn Ballard, e in particolare agli effetti speciali con spettri che entrano ed escono dai corpi, levitano o passano attraverso le porte e oggetti che si muovono tra continui cambi di scena. Convincenti e molto affiatati, Mirko Ranù e Giulia Sol reggono il confronto con la coppia di star del grande schermo, e Thomas Santu che ha impersonato il cattivo Carl. Il merito di tenere alto il versante comico della vicenda è tutto della debuttante Gloria Enchill bravissima nel rendere la medium con una trascinante esuberanza soul che non ha fatto rimpiangere l’ attrice Whoopy Goldberg. Federico Bellone, regista e scenografo anche della versione coprodotta in Spagna dello show, guida con mano sicura il cast con l’ aiuto di Chiara Vecchi, che cura anche le coreografie tra le quali si muove l’ ottantaduenne Ronnie Jones, vecchia conoscenza della scena musicale anni ottanta, nel ruolo del fantasma dell’ ospedale.
Salvatores, dissi no a Weinstein e alla Hollywood del male’Dopo 28 anni torno da presidente Los Angeles, Italia’
31 gennaio 202016:28
– Senza rimpianti ma con grande curiosità Gabriele Salvatores torna a Los Angeles: nel 1992 vinse l’Oscar per il miglior film straniero con Mediterraneo. Lo fa in questi giorni, presidente del festival Los Angeles, Italia (2-8 febbraio) che si svolge nella settimana prima della Notte degli Oscar. “Mi spaventa molto tornare e allo stesso tempo ne sono affascinato, l’anno in cui vinse Mediterraneo in nomination c’era un film capolavoro, Lanterne Rosse di Zhang Yimou, in fondo non me lo sono mai perdonato”, dice Salvatores. Quel febbraio di 28 anni fa gli ricorda anche altro, uno ‘sliding doors’ della sua vita privata e professionale, “per il quale devo dire non ho alcun rimpianto”. E racconta: “Un certo Harvey Weinstein voleva che mi trasferissi qui dopo l’Oscar: mi offriva contratto, una villa a Malibu, ufficio, nuove produzioni per me e Maurizio Totti. Ma io dissi di no: a quell’epoca Hollywood era per me l’impero del male, forse non sbagliavo, comunque ne ero terrorizzato, spaventato, mi sembrava come vendere l’anima. E poi ad essere onesto il motivo era anche un altro per cui non accettai: ero innamoratissimo e l’idea di lasciare l’Italia era inconcepibile”. Salvatores è alle prese con il progetto del nuovo film, “per la prima volta sarà una storia d’amore” e con la preparazione del ritorno alla Scala “a maggio con il Ballo in maschera”. Intanto a Los Angeles con il premio Oscar Nick Vallelonga presiede la rassegna di cinema italiano presentata dall’istituto Capri nel mondo e organizzata da Pascal Vicedomini (tra gli eventi la premiere di Odio l’estate di Aldo Giovanni e Giacomo e gli incontri con Francesca Archibugi, Elisa Amoruso, Ginevra Elkann, Remo Girone, Franco Nero, Marco Bocci, Francesco Di Leva, Ezio Greggio, Chiara Ferragni). E respira l’aria febbricitante della vigilia degli Oscar.
Antonacci confermato super ospite per serata finaleCanterà “Ti saprò aspettare”,
31 gennaio 202016:37
– E’ confermata la presenza di Biagio Antonacci al 70/o Festival di Sanremo. Il cantautore sarà il super ospite della serata finale, in programma sabato 8 febbraio.
Produttore, musicista, autore e performer, Biagio (fotografato insieme ad Amadeus durante le prove all’Ariston) torna sul palco dell’Ariston con un medley dei suoi successi e con il brano “Ti saprò aspettare”, estratto dall’ultimo album “Chiaramente visibili dallo spazio”, quindicesimo lavoro di studio.
Lascaux a Napoli, al MANN il fascino della preistoriaGrotta e pitture 3.0, prima volta in Italia, fino al 31 maggio
NAPOLI31 gennaio 202016:53
– Lascaux sotto il Vesuvio: arriva al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per la prima volta in Italia, l’esposizione internazionale ‘Lascaux 3.0’, che permette di scoprire la celebre Grotta risalente al Paleolitico superiore (tra i 20mila e i 17mila anni fa), Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco e dal 1963 interdetta al pubblico per preservarne la conservazione (in Francia è visitabile solo la fedele ricostruzione). L’exibit che fino al 31 maggio incanterà ragazzi, e non solo, si collega al restyling della collezione permanente del MANN ‘Preistoria e Protostoria’ (dal 28 febbraio) formata da circa 3mila reperti, dal Paleolitico inferiore all’Età del Ferro, alcuni provenienti dai depositi ed esposti per la prima volta. “Si dice preistoria e si pensa a Lascaux, un luogo mitico, che all’origine dell’arte come ci ricordò Georges Bataille. Chi non conosce quelle pitture rupestri chiamate appunto ‘la Cappella Sistina della Preistoria’? ricorda il direttore del MANN, Paolo Giulierini.
Libri: una donna normale, moglie madre e agente segretoIl romanzo di Roberto Costantini racconta la doppia vita di Ice
31 gennaio 202017:46
– ROBERTO COSTANTINI, UNA DONNA NORMALE (Longanesi, PP.480, EURO 19.90). La “donna normale” del titolo è un’agente dei Servizi segreti italiani, nome in codice Ice, che sorveglia gli infiltrati nelle moschee.
Nella vita privata, Ice, è un’altra persona: Aba Abate, madre e moglie, che tutti – amici e familiari compresi – credono una semplice funzionaria ministeriale.
Gestire una doppia vita non è facile e anche se Aba è allenata a farlo da sempre, la missione in cui è coinvolta la mette a dura prova. Un little boy, un ragazzo addestrato a farsi esplodere, è in arrivo in Italia e Ice ha il compito di bloccarlo per evitare una strage.
Non si sa chi è il terrorista, né dove colpirà, e per intercettarlo è necessario addentrarsi in luoghi oscuri, in cui i valori personali sono continuamente messi in discussione.
Roberto Costantini, come ha dimostrato nella precedente serie dedicata al commissario Balistreri, è un raffinato tessitore di trame complesse. La complessità non risiede esclusivamente nel dipanarsi della vicenda, ma nell’approfondimento della psicologia della protagonista. Aba e Ice sono in crescente conflitto: l’agente segreto deve portare a termine la missione a qualunque costo, la donna deve preservare la propria umanità per non perdere se stessa.
Una spy story estremamente attuale, con ambientazione in parte italiana, in parte libica, in cui la suspence è presente in ogni pagina. Con un personaggio femminile tanto vero quanto straordinario.
Tv: Imelda Staunton sarà la Regina Elisabetta per The CrownNetflix, per V stagione. In corso riprese IV con Olivia Coleman
31 gennaio 202018:00
– “Ho guardato The Crown sin dalla prima stagione. Da attrice è stata una gioia vedere come l’interpretazione di Claire Foy prima e di Olivia Colman poi abbia arricchito la sceneggiatura di Peter Morgan. Sono sinceramente onorata di unirmi ad un team creativo eccezionale e di portare questa serie alla sua conclusione”. L’attrice Imelda Staunton (Harry Potter, Pride e Downton Abbey) presterà il volto alla Regina Elisabetta II nella quinta e ultima stagione appena annunciata dal colosso streaming Netflix. Intanto, sono in corso le riprese della quarta stagione che vedono il rinnovo di Olivia Colman nei panni della Regina, interpretata nelle prime due stagioni da Claire Foy. La quarta stagione debutterà prossimamente sulla piattaforma in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. Peter Morgan – creatore, sceneggiatore e produttore esecutivo di The Crown – ha affermato: «Sono entusiasta di annunciare che Imelda Staunton interpreterà Sua Maestà la Regina Elisabetta II nella quinta e ultima stagione, portando The Crown nel XXI secolo. Imelda ha un talento sorprendente ed è perfetta per il ruolo, già interpretato da Claire Foy e Olivia Colman. Inizialmente avevo immaginato sei stagioni per The Crown, ma ora che abbiamo iniziato a lavorare sulla sceneggiatura della quinta stagione, ho realizzato che rappresenta il momento perfetto per fermarsi. Sono grato a Netflix e Sony per avermi supportato in questa decisione”.
Cindy Holland – VP, Original Content, Netflix – ha aggiunto: “Le prime tre stagioni di The Crown hanno definito un’era e la quarta stagione consoliderà ulteriormente il successo della serie. È un esempio eccellente di serialità pluripremiata, creato nel Regno Unito e amato da milioni di fan in tutto il mondo. Sostengo pienamente la decisione creativa di Peter Morgan e non vedo l’ora di vedere come lui, Imelda Staunton, il resto del cast e la troupe porteranno questa serie storica alla giusta e straordinaria conclusione”.
Blatter,nuova collana Castelvecchi con Chomsky, KleinFilone saggistico in collaborazione con rivista politica tedesca
TRIESTE31 gennaio 202018:03
– Noam Chomsky, Naomi Klein e Paul Mason sono i protagonisti dei primi tre libri della nuova collana editoriale, Blatter, che la casa editrice Castelvecchi ha varato e sarà in libreria da febbraio in collaborazione con la rivista ‘Blatter fur deutsche und internazionale Politik’, a cura di Giorgio Fazio e Cristina Guarnieri. Il primo titolo in catalogo è ‘Illegale, eppure legittimo. Una dubbia dottrina del nostro tempo’ di Noam Chomsky, cui seguirà ‘Capitale contro il clima’ di Naomi Klein, e infine ‘Dopo il capitalismo?’ di Paul Mason. Blatter fur deutsche und internazionale Politik è una rivista politica tedesca fondata nel 1956, di orientamento democratico-repubblicano, da decenni al centro del dibattito culturale e politico europeo. La rivista ospita scritti anche di Thomas Piketty, Joseph Stiglitz, Jurgen Habermas. Di prossima uscita nella nuova collana sono opere di Wendy Brown, Micha Brumlich, Ralf Dahrendorf, André Gorz, Luiz Ruffato.
Scala:Luisotti, Trovatore attuale anche contro citofoni oggiRegista, chiedo scusa se qualcuno non si trova in allestimento
MILANO31 gennaio 202018:24
– Presentato al Festival di Salisburgo nel 2014 arriva per la prima volta alla Scala ‘Il trovatore’ nell’allestimento del regista Alvis Hermans. Un debutto (dal 6 febbraio in replica fino al 29) che riporta anche nel teatro milanese il soprano Liudmyla Monastyrska.
“Senza Verdi non esisterebbe neppure la Scala, l’opera, anzi gli italiani che lui ha unito con i suoi canti – ha detto il maestro Nicola Luisotti, direttore dell’opera – E il Trovatore è estremamente attuale per quel che racconta, una vicenda di indipendenza, la lotta di classe. La gitana Azucena è una migrante: la storia ci insegna che l’integrazione è importante per evitare roghi di ieri o citofoni oggi, siamo i portatori sani dei messaggi del passato”.
Il regista Alvis Hermans ripropone lo spettacolo come lo aveva pensato per il suo debutto ambientandolo in un museo.
“Dovevo dare un senso a tre livelli contemporanei diversi: la storia ambientata nel 1400, la musica dell’800 e il pubblico attuale a cui è destinata – ha spiegato – Il museo rappresenta un ponte tra queste tre epoche e andare all’opera oggi in qualche modo è come visitare un museo”. “Voi in Italia vivete in condizioni speciali per le tante opere arte che avete ma in altri Paesi quello che è antico viene semplicemente considerato come vecchio quindi in modo svalutativo – ha aggiunto – Dovevo trovare una continuità stilistica con opere del passato per un pubblico del presente quindi chiedo scusa se qualcuno non si ritroverà in questa allestimento, ma oggi le platee non hanno abitudini al classico ma piuttosto immagini del Pop e della televisione”. “Non mi piace il kitsch e non voglio provocare a tutti i costi – ha concluso – ma alla fine il regista segue la sua visione e mi spiace se qualcuno è scontento”.
Pratolini collezionista d’arte, all’asta le sue opereIl 22 febbraio da Pananti a Firenze, 121 i lotti all’incanto
FIRENZE31 gennaio 202018:40
– Tra i pezzi più importanti c’è la ‘Dattilografa’, scultura in ceramica di Leoncillo Leonardi, ma il valore dei lotti che andranno all’asta a Firenze il 22 febbraio è legato anche al proprietario delle opere all’incanto: Vasco Pratolini (1913-991). La Casa d’aste Pananti batterà quella che è stata la collezione d’arte dello scrittore e sceneggiatore fiorentino, autore tra l’altro di Metello e delle Ragazze di San Frediano.
In tutto sono 121 le opere, una raccolta costituita attraverso una quotidiana frequentazione e collaborazione con gli artisti con cui condivideva una profonda affinità culturale.
Nell’elenco dei lotti che andranno all’incanto, provenienti dagli ultimi eredi dello scrittore, compaiono opere di Ottone Rosai con cui mantenne uno stretto rapporto per tutta la vita come testimonia la lettera ‘Autoritratto’ in cui il pittore si rivolge a Pratolini elogiandone le qualità spirituali. Si alternano poi grafiche, disegni e incisioni tra gli altri di Carrà, Bartolini, Picasso, Dorazio, Guccione, Maccari e Magnelli. Nei dipinti prevalgono gli artisti toscani e in particolare fiorentini come Caponi, Marma, Grazzini, Bozzolini, Marcucci e Venturi, con i quali il sodalizio è testimoniato da una serie di suggestivi ritratti dell’autore di Cronache di poveri amanti, e di varie opere con dedica. Infine, il sodalizio con il poeta e storico d’arte Alessandro Parronchi è attestato da un nucleo di dipinti antichi, per lo più di scuola fiorentina, tra fine Quattrocento e primi Seicento.
Musei: in Basilicata in cinque anni +35% visitatoriIl ministro Franceschini, “indiscutibile l’effetto Matera 2019”
POTENZA31 gennaio 202018:50
– “Con la riforma Franceschini”, i visitatori dei musei e siti archeologici statali della Basilicata “sono cresciuti del 35% rispetto a cinque anni fa, passando da 227.402 ingressi del 2014 a 307.052 del 2019”. Per il ministro per i Beni e le attività culturali e per il Turismo, Dario Basilicata, c’è stato “un indiscutibile ‘Effetto Matera’ per l’anno della Capitale europea della Cultura, incentrato sul patrimonio culturale come leva per lo sviluppo. È per onorare questa sfida vinta che – ha concluso il ministro – è stato appena istituito il Museo nazionale di Matera, ora a bando internazionale”.
Hit parade, J-Ax si prende la vettaTutto rap sul podio con Tha Supreme e Marracash
31 gennaio 202018:54
– J-Ax con il nuovo album Reale, che segna il suo ritorno sulla scena da solista a distanza di cinque anni da Il bello d’essere brutti, conquista la vetta della hit parade settimanale sia tra gli album, che tra i vinili.
Sul podio ancora rap con Tha Supreme e 23 6451, suo primo album in studio, al secondo posto, seguito da Marracash con Persona, che risale dalla 13/a posizione. Perde la vetta Brunori Sas con Cip!, ora quarto. Quinto gradino, senza variazioni rispetto a una settimana fa, per il gruppo trap FSK Satellite, con FSK TRapshit revenge, seguito da Rocco Hunt con Libertà.
Perde tre posizioni ed è ora settimo Eminem, con l’album uscito a sorpresa Music To Be Murdered By, titolo ispirato al maestro dell’orrore Alfred Hitchcock. Ottavo posto per Ultimo con Colpa delle favole, da 43 settimane in classifica. Sono, invece, 64 le settimane di presenza di Salmo, nono con Playlist Live. Chiude la top ten Accetto Miracoli di Tiziano Ferro, che oggi ha annunciato che devolverà in beneficenza il compenso per la sua presenza come ospite fisso al festival di Sanremo.
Il commissario Montalbano per la prima volta al cinema’Salvo Amato, Livia Mia’ in sala evento 24-25-26 febbraio
31 gennaio 202016:03
In attesa del grande evento tv della primavera 2020, il commissario Montalbano, nato dalla penna di Andrea Camilleri – che con le sue opere ha venduto oltre 20 milioni di copie nel mondo – e interpretato da Luca Zingaretti, arriva per la prima volta al cinema per un evento straordinario di soli tre giorni (il 24-25-26 febbraio) in anteprima assoluta.
Montalbano è uno di famiglia: molti di noi ormai si sentono a casa tra le pareti del commissariato di Vigata, come tra i muretti a secco, sulla terra arsa e gli ulivi, nelle tonnare abbandonate, nei ristoranti sul mare e sulle terrazze con vista sul tramonto.
Dopo aver raccolto oltre un miliardo e duecento milioni gli spettatori in vent’anni su Rai1, il nuovo attesissimo episodio della collection evento si intitola “Salvo Amato, Livia Mia” ed è diretto da Alberto Sironi (scomparso il 4 agosto 2019 durante le riprese) e da Luca Zingaretti.
Interpretato da Luca Zingaretti che da sempre presta il volto al commissario, da Cesare Bocci (il suo braccio destro Mimì Augello), Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Sonia Bergamasco (la fidanzata Livia), arriverà in sala il 24, 25, 26 febbraio (ELENCO SALE A BREVE SU: http://www.nexodigital.it) in un evento speciale e prossimamente sarà in onda su Rai1.
In questo nuovo episodio, il brutale omicidio di Agata Cosentino, il cui cadavere viene ritrovato in un corridoio dell’archivio comunale, non può lasciare indifferente Montalbano. Perché la vittima era una cara amica di Livia, una ragazza timida e riservata, che concedeva la sua amicizia e il suo amore a poche persone. E su quelle si concentra l’indagine di Montalbano, perché gli è presto chiaro che a uccidere Agata è stato qualcuno che le era molto vicino. Si tratta forse di una violenza sessuale degenerata in omicidio, ma da subito questa ipotesi non convince Montalbano, che inizia la sua indagine partendo proprio dalle conoscenze della vittima.
“Salvo, Amato Livia Mia”, una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction, sarà distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it.
SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA
Romanzi e saggi, tornano a crescere le vendite
Dati Aie. Il 31/1 presentazione a Scuola Librai Mauri a Venezia
31 gennaio 202010:17
Si rafforza nel 2019 l’editoria italiana di varia (romanzi e saggi in formato cartaceo ed e-book): crescono fatturato (+4,9%) e, per la prima volta dal 2010, le copie vendute (+3,4%) nei canali trade, ovvero librerie, grande distribuzione organizzata e store online. Il settore torna così a un giro d’affari superiore a quello del 2011 (1,493 miliardi, e-book compresi, contro 1,432), ma soffre gli effetti della pirateria che sottrae 247 milioni di euro di vendite nelle librerie ogni anno. Sono i principali dati dell’analisi del mercato del libro di varia in Italia, realizzata dall’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) in collaborazione con Nielsen, che saranno illustrati dal presidente Ricardo Franco Levi, il 31 gennaio a Venezia, nella giornata conclusiva del XXXVII Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri.
In particolare, secondo i dati della ricerca, il mercato di varia dei libri fisici nei canali trade vale, nel 2019, 1,422 miliardi di euro (+4,9% rispetto all’anno precedente). Nel 2011 il mercato valeva 1,432 miliardi. Le copie fisiche vendute nel 2019 sono state 90,1 milioni (+3,4%). Erano 109 milioni nel 2011. Il mercato degli e-book vale 71 milioni di euro, in crescita del 6% rispetto all’anno precedente. Sono performance migliori di quelle degli altri Paesi: nel 2019 il mercato francese si stima – secondo le rispettive associazioni di categoria – sia cresciuto del 2%, quello tedesco dell’1,4%. Gli Usa invece arretrano dell’1,3% in termini di copie vendute.
Tra i canali di vendita gli store online coprono oggi più di un libro su quattro (il 26,7%, in crescita di 2,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente) mentre prosegue la perdita di quote di mercato da parte delle librerie: coprono nel 2019 il 66,2% delle vendite di varia (in calo di 2,8 punti percentuali).
Stabile la grande distribuzione organizzata (dal 7% al 7,1%). In dieci anni gli store online sono passati dal 3,8% al 26,7% sottraendo spazi alla grande distribuzione (dal 18% al 7,1%) e alle librerie (dal 78,2% al 66,2%). I dati Istat, analoghi a quelli relativi ai maggiori paesi europei, Francia e Germania in testa, segnalano il calo delle librerie: nel 2012 erano attive nel nostro Paese 3.544 librerie, diventate 3.299 nel 2017, con un saldo negativo di 245 (-6,9%).
Concentrandosi sul genere dei libri venduti, ottima performance della narrativa italiana, che cresce sia a valore con 205,9 milioni di euro (+7,3%) che a numero di copie vendute con 13,8 milioni (+6,2%) e della non fiction specialistica con un +9% a valore per 261,3 milioni di euro e +5,1% a copie vendute per 10,4 milioni: in questo settore sono ricompresi i manuali per i concorsi pubblici, la psicologia, la filosofia. In calo la narrativa straniera sia a valore con 251,4 milioni di euro (-1%) che a copie vendute con 17,3 milioni (-2,8%). Rallenta un po’ la corsa, pur mantenendosi a livelli molto alti, il settore bambini e ragazzi: vendite a valore di 246,7 milioni di euro (+3,4%) e 20,9 milioni di copie (+2,9%).
Per la App18, il bonus riconosciuto a tutti i neo-diciottenni per la loro crescita culturale, nel 2018 sono stati spesi in libri 132,4 milioni di euro, il 69% della spesa totale. Nel 2019, 131,5 milioni, il 66% della spesa totale. Ma la dotazione della 18App si è via via ridotta: nel 2018 era pari a 290 milioni di euro, nel 2019 è stata portata a 240 milioni e nel 2020 a 160 milioni: “l’impatto sul mercato potrà essere pesante.
Tanto più se si assommerà agli effetti delle nuove norme sul prezzo del libro appena approvate dal Parlamento e che graveranno sui lettori e sulle famiglie” sottolinea l’Associazione Italiana Editori.
Pesante l’impatto della pirateria: secondo i dati della ricerca commissionata da AIE a Ipsos, presentata a Roma lo scorso 22 gennaio inun convegno organizzato da Gli Editori AIE e FIEG, la pirateria sottrae ogni anno al mondo del libro 528 milioni di euro, il 23% del valore complessivo del mercato escludendo editoria scolastica ed export. L’Ipsos calcola una perdita di posti di lavoro nel settore pari a 3.600 persone, 8.800 considerando anche l’indotto. Dei 528 milioni persi complessivamente dall’editoria, 247 milioni sono di vendite nelle librerie. Se questi consumi ritornassero nell’alveo del mercato legale, calcola AIE, potrebbero aprire circa 120 nuove librerie, per 300 nuovi posti di lavoro.
Opening Sanremo, note e moda per i 70 anni del FestivalMostra e sfilata dal Casinò presenta Chiara Giallonardo
31 gennaio 202009:54
L’abito bianco sartoriale modello new look indossato da Nilla Pizzi nel 1951 quando vinse il primo Festival di Sanremo con “Grazie dei fior” divenne subito imitatissimo. Lo stesso avvenne per il long dress nero realizzato dalla sartoria di Raffaella Curiel nel ’69 per Iva Zanicchi, vincitrice del festival con Zingara. Per non parlare dei capi-scandalo, come quello con spacco abissale di Fausto Puglisi per Belen Rodriguez nel 2012, che mostrò così al pubblico la sua farfallina tatuata sull’inguine. Oppure dell’abito firmato Fernanda Gattinoni per Julia de Palma che turbò il pubblico con Tua, canzone giudicata troppo sexy per l’epoca. Poi l’abito bianco della Sartoria Gulp per Marcella Bella con le sue Montagne verdi, o quello indossato da Mina quando vinse con Le Mille Bolle Blu (collezione Prail de Rado). Sono capi storici, indimenticabili, legati per sempre alle canzoni dell’epoca e alle loro interpreti, e saranno anche loro, non solo i brani, a raccontare 70 anni di storia del Festival della canzone italiana, attraverso la moda e i look passati sul palco del Teatro Ariston in sette decenni, nell’Opening Sanremo 2020, che alla vigilia del Festival della canzone italiana, lunedì 3 febbraio, celebrerà i 70 anni della gara canora, primo appuntamento del progetto Tra palco e città. Il fashion show di 12 capi, sviluppato da Rai Pubblicità, in collaborazione con Rai Teche (per i filmati), sarà presentato da Chiara Giallonardo dal Casinò di Sanremo e andrà in onda nel corso del festival il 4 febbraio. “Che emozione essere qui” rivela in anteprima Chiara Giallonardo. “L’Opening sanremo 2020 è una novità assoluta che celebra 69 anni del Festival attraverso gli abiti iconici, le canzoni più belle e le testimonianze dei protagonisti”. Per la moda si ricorda la collaborazione dello Studio Marver che dal 1995 porta le grandi griffe sul palco dell’Ariston. Grande apporto dalla maison Gattinoni che esporrà per l’occasione cinque creazioni appartenenti all’archivio storico Fernanda e Raniero Gattinoni, dichiarato nel 2008 dal ministero per le Attività Culturali, patrimonio storico nazionale. Gli abiti sono quello in duchesse blu con ricami sul decolleté realizzato da Fernanda Gattinoni nel ’53 per la cantante Flo Sandon’s; un long dress con coda in paillette nere e castoni in cristallo, disegnato da Raniero Gattinoni nel 1992 per Alba Parietti nelle vesti di co-presentatrice; un abito in cady rosso bordeaux con cintura in vita e fiocchi fatto da Fernanda Gattinoni nel ’95 per Maria Teresa Ruta; un tubino in paillette oro e ricami di cristallo realizzato da Fernanda Gattinoni nel ’67 per la presentatrice Renata Mauro; infine un abito lungo in cady lurex di colore rosso, firmato Fernanda Gattinoni nel ’73 per la cantante Lara Saint Paul. Tra “i pezzi forti”, la creazione che Gianluca Saitto ha firmato per Patty Pravo, indossato dalla cantante nel Sanremo 2016. Un lungo e scenografico vestito di velluto di seta nero con coda, pensato per sublimare lo stile teatrale della cantante, impreziosito da una costruzione speciale realizzata con tulle color carne per rendere le maniche lunghe quasi sospese e per far sembrare il ramage del ricamo sulla seta simile a un tatuaggio. In mostra c’è lo smoking in shantung di seta bianco e collo a scialle nero ricamato firmato da Carlo Pignatelli e indossato da Achille Lauro lo scorso anno a Sanremo. Ma ci sono tanti altri capi ‘storici’ delle più grandi griffe italiane: Giorgio Armani Privé (Michelle Hunziker), Alberta Ferretti (Rocio Munoz Morales), Francesco Scognamiglio (Giorgia ed Emma), Antonio Grimaldi (Fiorella Mannoia), Pucci (Elisabetta Canalis), Dolce & Gabbana (Simona Ventura), Giorgio Armani (Ines Sastre), Nicola Trussardi (Orietta Berti), Moschino-Jeremy Scott (Hunziker), Gianfranco Ferrè (Andrea Osvart/Bianca Guaccero), Philosophy (Virginia Raffaele), Etro (Bisio), Ferragamo (Carlo Conti), Giorgio Armani (Panariello), Piattelli (Pippo Baudo).
Amadeus, il festival era il mio sogno sin da bambino”Non vedo l’ora di partire il 4 febbraio”
30 gennaio 202020:01
ondurre Sanremo? È quello che sognavo sin da ragazzino”. Ad ammetterlo, è Amadeus, padrone di casa del prossimo Festival della canzone italiana, ospite di Bruno Vespa in collegamento da Teatro Ariston nella puntata di Porta a Porta dedicata alla kermesse. “Io in vita mia non ho mai avuto un piano B – dice Amadeus – a 15-16 anni guardavo la tv, la Rai, Sanremo, Rischiatutto, Canzonissima. Il mio sogno era fare il presentatore e ovviamente poi arrivare a Sanremo”. Emozionato? “Si, un filino sono emozionato – risponde a Vespa – Stiamo provando e scendere le scale, iniziare con la sigla è sempre una grande emozione”.Quanto alle polemiche che hanno preceduto il festival, “a settembre mi dicevo: io sono il presentatore della porta accanto, ma che vuoi possa succedere?”, risponde con ironia. “Sei ancora spaventato possa accadere qualcosa?”, domanda Vespa. “No, adesso non vedo l’ora sia il 4 febbraio e tutti possano parlare di tutto il bello che ci sarà – risponde il conduttore -. Quando ho Fiorello, Tiziano Ferro, Benigni. E poi un Sanremo femminile con 10 donne intelligenti, ognuna con la sua storia e il suo racconto. E ancora la reunion dei Ricchi e Poveri, Romina e Albano, le canzoni, come puoi pensare a tutto questo?”.”Fiorello a Sanremo? Davvero non so cosa farà”, ribadisce il direttore artistico. “Conosco Fiorello da 35 anni. Mi piace proprio perché è imprevedibile. So solo che arriverà domani e alloggerà nella camera di fronte alla mia. Mi ha detto: ‘non ti dico nulla, stai sul palco e vedrai'”. Possiamo aspettarlo presente tutte le sere? “Per me si”, risponde. “Sei ancora spaventato possa accadere qualcosa?”, domanda Vespa.
“No, adesso non vedo l’ora sia il 4 febbraio e tutti possano parlare di tutto il bello che ci sarà – risponde il conduttore -. Quando ho Fiorello, Tiziano Ferro, Benigni. E poi un Sanremo femminile con 10 donne intelligenti, ognuna con la sua storia e il suo racconto. E ancora la reunion dei Ricchi e Poveri, Romina e Albano, le canzoni, come puoi pensare a tutto questo?”.
La Collezione Cavallini Sgarbi a disposizione di FerraraOltre 500 opere per percorsi in Castello, programmate 5 mostre
FERRARA30 gennaio 202019:44
– Oltre cinquecento opere tra dipinti, sculture e oggetti di pregio, per un viaggio, in più tappe, all’interno del Castello Estense di Ferrara, alla scoperta dell’arte italiana. Grazie a uno schema di convenzione, approvato dalla Giunta Municipale di Ferrara, il Comune potrà godere del prestito dell’intera collezione d’arte della Fondazione Cavallini Sgarbi per esporne le opere all’interno delle sale del Castello, nell’ambito di diversi percorsi tematici che si alterneranno nel tempo. Cinque quelli già programmati fino al 2024, con la prima esposizione intitolata ‘La scultura dell’Ottocento e Novecento – da Lorenzo Bartolini e Bruno Innocenti’, già prevista per la prossima estate al termine della mostra dedicata a Gaetano Previati, in programma dall’8 febbraio al 7 giugno.
“Si tratta – spiega l’assessore Marco Gulinelli – di un successo importante per questa Amministrazione, che grazie a un complesso lavoro durato 5-6 mesi è riuscita a garantire alla città di Ferrara la disponibilità dell’intera collezione Cavallini Sgarbi con l’obiettivo di incrementare ulteriormente il patrimonio culturale cittadino. Una raccolta di 500 opere, comprendente capolavori della pittura e della scultura italiane, sulle quali il Ministero per i Beni culturali ha apposto il proprio vincolo, dichiarandone l”eccezionale interesse storico artistico’ e sottolineando il carattere identitario che la collezione ha per Ferrara”. Centrale, tra gli obiettivi dell’Amministrazione, è la promozione di eventi artistici di grande richiamo che incentivino l’afflusso turistico anche alla luce della prossima chiusura del Palazzo dei Diamanti per lavori di restauro.
Iscrizioni:più licei, meno professionaliCresce l’interesse per gli indirizzi del Liceo scientifico 26,2%
31 gennaio 202017:58
– Iscrizioni on line verso la chiusura: il temine finale è previsto per stasera alle ore 20 ma un dato sembra consolidato: i licei sono sempre in crescita, i tecnici sono scelti da un terzo dei ragazzi, con i professionali in lieve calo. Sono questi i dati preliminari del ministero dell’Istruzione: le famiglie e gli studenti hanno effettuato le loro scelte a partire dal 7 gennaio attraverso la piattaforma messa a disposizione da viale Trastevere. Secondo i primissimi dati elaborati i Licei si confermano in testa alle preferenze.
Il 56,3% delle domande presentate per le classi prime della Secondaria di II grado ha riguardato, infatti, un indirizzo liceale. Un dato in crescita rispetto al 55,4% dell’anno scorso.
Gli Istituti tecnici passano al 30,8% dal 31% del 2019/2020.
Calano leggermente i Professionali, dal 13,6% al 12,9%.
Marchi moda si contendono spazi a MilanoDa Tod’s a Fendi Italia, da Bottega Veneta a Damiani e Prada
MILANO31 gennaio 202016:35
– Tredici offerte per due negozi in Galleria Vittorio Emanuele II, nel cuore di Milano, da Tod’s, a Fendi, fino a Bottega Veneta, Hermes e Dior. Le griffe della moda si daranno battaglia a colpi di rialzi per la prossima asta all’incanto, con cui il Comune assegnerà i due spazi nel ‘Salotto della città’ e che si dovrebbe tenere verso la fine di febbraio. Questa mattina si è svolta la prima fase dell’asta, con la presentazione delle offerte che sono state ritenute tutte valide.
Sono due gli spazi che andranno all’asta: il primo lotto è relativo al negozio attualmente occupato da Armani e a partecipare saranno Tod’s, Fendi Italia, Bottega Veneta, Damiani, Prada, Salmoiraghi e Viganò. Il secondo spazio che andrà all’asta è relativo al negozio attualmente occupato da Versace e a contenderselo saranno Hermes, Luxury Retail Srl, Maxima Srl (Max Mara), Christian Dior, Versace, Damiani, Prada.
Ghali superospite a Sanremo nella serata di venerdìPresenterà un medley dei suoi successi e pezzo da nuovo DNA
30 gennaio 202019:30
– Ghali parteciperà come super ospite italiano alla 70esima edizione del festival di Sanremo nella serata di venerdì 7 febbraio. Presenterà un medley dei suoi successi e il secondo estratto dal suo nuovo album DNA, in uscita per Atlantic Warner/Sto records il 20/02/2020. L’annuncio nella settimana in cui la sua “Boogieman”, il singolo che anticipa DNA, è il singolo n.1 della classifica ufficiale in Italia prelude il lancio del nuovo progetto internazionale che dopo l’uscita dell’album DNA lo porterà in tutta in Europa cominciando proprio dalla sua Milano dove si esibirà nell’unica data italiana al Fabrique di Milano l’8, 9 e 10 Maggio. Il concerto a Milano, è prodotto e organizzato da Live Nation.
Salvatores, quella volta che dissi no a Weinstein e alla Hollywood del male’Dopo 28 anni torno presidente Los Angeles, Italia e vedo Oscar’
31 gennaio 202019:24
Senza rimpianti ma con grande curiosità Gabriele Salvatores torna a Los Angeles: nel 1992 vinse l’Oscar per il miglior film straniero con Mediterraneo, storia corale di un gruppo di militari italiani di presidio su un’isola della Grecia durante la Seconda guerra mondiale e da quel momento esaltante non è più ritornato. Lo fa in questi giorni, presidente del festival Los Angeles, Italia che si svolge nella settimana prima della Notte degli Oscar.
“Mi spaventa molto tornare e allo stesso tempo ne sono affascinato, l’anno in cui vinse Mediterraneo in nomination c’era un film capolavoro, Lanterne Rosse di Zhang Yimou, in fondo non me lo sono mai perdonato”, dice con modestia Salvatores. Quel febbraio di 28 anni fa gli ricorda anche altro, uno ‘sliding doors’ della sua vita privata e professionale, “per il quale devo dire non ho alcun rimpianto”. E racconta: “Un certo Harvey Weinstein voleva che mi trasferissi qui dopo l’Oscar: mi offriva contratto, una villa a Malibu, ufficio, nuove produzioni per me e Maurizio Totti. Ma io dissi di no: a quell’epoca Hollywood era per me l’impero del male, forse non sbagliavo, comunque ne ero terrorizzato, spaventato, mi sembrava come vendere l’anima. E poi ad essere onesto il motivo era anche un altro per cui non accettai: ero innamoratissimo e l’idea di lasciare l’Italia era inconcepibile”.
Salvatores è alle prese con il progetto del nuovo film, “per la prima volta sarà una storia d’amore” e con la preparazione del ritorno alla Scala “a maggio con il Ballo in maschera”.
Intanto a Los Angeles presiede con Nick Vallelonga (Green Book) la rassegna di cinema italiano presentata dall’istituto Capri nel mondo e organizzata da Pascal Vicedomini (tra gli eventi la premiere di Odio l’estate di Aldo Giovanni e Giacomo e gli incontri con Francesca Archibugi, Elisa Amoruso, Ginevra Elkann, Remo Girone, Franco Nero, Marco Bocci, Francesco Di Leva, Ezio Greggio, Chiara Ferragni). E respira l’aria febbricitante della vigilia degli Oscar. “Non ho votato anche se ne avrei il diritto da ex premiato, perché non mi sono mai registrato”, ammette, ma i film candidati li ha visti e amati ed ecco cosa ne pensa. “1917 di Sam Mendes mi è piaciuto molto ha tanti momenti poetici emozionanti. La fotografia di Roger Deakins è pazzesca, spero vinca la statuetta anche lui. Ho visto il film con il mio direttore della fotografia, impressionante realizzare un piano sequenza così lungo con tutte quelle persone da truccare. E anche Storia di un matrimonio di Noah Baumbach mi è piaciuto molto, io penso che il cinema in Italia, in Europa debba andare in quella direzione lì, essere sempre più poesia e sempre meno romanzo, racconto fino a se stesso. Per quello ci sono le serie tv, le guardi, ti piacciono ma difficilmente ti lasciano qualcosa come accade con un film potente”.
Quanto a C’era una volta Hollywood di Tarantino Salvatores non è del tutto convinto, “lui mi piace molto ovviamente, ma da un po’ sembra aver preso a fare film per se stesso come se fosse importante più della credibilità del racconto la sua capacità di intrattenere. Brad Pitt? Solo lui poteva fare la controfigura a DiCaprio. E’ sempre stato considerato bello più che bravo, in fondo sconta un pregiudizio di solito legato alle attrici, ma qui da davvero una grande prova”. Joker di Todd Phillips “l’ho visto due tre volte trovandoci ogni volta altri dettagli interessanti, è un film di emozioni e pensieri che ti fa riflettere specie in questo momento di odio e rabbia. E poi ho amato quei riferimenti al cinema americano degli anni ’70 e trovo Joaquin Phoenix bravissimo”. Altro film “monstre” è The Irishman che Salvatores giudica “molto bello e con un cast incredibile, compreso Joe Pesci un attore che mi è sempre piaciuto molto”. Parasite di Bong Joon-ho “è potente e di grande attualità perché il tema delle classi sociali è sempre più centrale nella nostra società”.
Salvatores è andato a vedere Piccole Donne di Greta Gerwig “senza aver mai letto il romanzo e ho trovato la protagonista Saoirse Ronan un’attrice fantastica”. Giudizio sospeso per Jojo Rabbit e Ford v Ferrari: “Devo ancora andarli a vedere”.