TRUMP VALUTA STATO EMERGENZA MURO. GRUPPO LIMA: TRUMP ILLEGITTIMO
AGGIORNAMENTO DELLE 22:58
DI VENERDì 04 GENNAIO 2019
TRUMP VALUTA STATO EMERGENZA MURO. GRUPPO LIMA: MADURO ILLEGITTIMO
Trump valuta stato emergenza per il muro
Per aggirare Congresso su fondi. ‘In gioco c’è sicurezza Usa’
WASHINGTON04 gennaio 2019
– Il presidente americano Donald Trump sta “seriamente considerando le potenziali opzioni per aggirare il Congresso” e ottenere fondi per costruire il muro con il Messico. Fra le ipotesi c’è quella di “dichiarare un’emergenza nazionale, per liberare fondi da altre agenzie governative per aiutare a finanziare il muro”. “Sì, potrei farlo perché c’è in gioco la sicurezza del Paese”, ha detto, confermando l’indiscrezione dei media, rispondendo a una domanda dei giornalisti.
Trump ammette di aver valutato e che potrebbe farlo a meno di un accordo con i leader del Congresso. Parlando dal Rose Garden, Trump spiega comunque che le trattative proseguono nel fine settimane per sbloccare l’impasse sulla sicurezza e riaprire il governo.
Paesi Gruppo Lima, ‘Maduro illegittimo’Ma il Messico non firma il documento
LIMA04 gennaio 2019
– I ministri degli Esteri del ‘Gruppo di Lima’ riuniti in Perù hanno firmato, con l’eccezione del Messico, un documento in cui “non si riconosce la legittimità del nuovo mandato presidenziale del regime di Nicolás Maduro in Venezuela, che comincerà il 10 gennaio prossimo”. Questo, si sostiene, perché il processo elettorale “non si è basato sulle garanzie e gli standard internazionali necessari per un processo libero, giusto e trasparente”. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri peruviano. In una Dichiarazione di undici punti, “Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Guyana, Honduras, Panama, Paraguay, Perù e Santa Lucia, hanno sollecitato Maduro a non assumere la presidenza del Venezuela e a trasferire il potere esecutivo all’Assemblea nazionale fino a quando non si svolgeranno nuove elezioni democratiche”. Il Messico, che aveva firmato tutti i precedenti documenti del Gruppo di Lima, si è astenuto per la politica di ‘non ingerenza’ del presidente Andrés Manuel López Obrador. [print-me title=”STAMPA”]