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DALLE 22:49 DI DOMENICA 18 NOVEMBRE 2018
ALLE 07:27 DI LUNEDì 19 NOVEMBRE 2018
SOMMARIO
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Musk lancerà altri 7.518 satelliti
Per garantire banda larga ovunque. Piano anti detriti spaziali
Trump, tutti sapevano dov’era Osama’Potevano prenderlo prima’. Amm. McRaven tra critici presidente
Uruguay darà asilo a ex presidente PerùLo ha detto il ministro degli Esteri Nin Novoa
Messico, boss narcos morto d’infartoHéctor Leyva trasportato dal carcere in ospedale d’urgenza
rtiVietnam, tempesta causa frana, 13 mortiSi cercano ancora dispersi, evacuate zone ad alto rischio
Haiti: proteste e scontri, 6 mortiMobilitazioni contro corruzione in varie parti del Paese
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WASHINGTON
– Elon Musk lancia un nuovo, avveniristico programma per portare internet anche nelle aree più remote del mondo: la sua società Space X ha infatti ottenuto l’autorizzazione a mettere in orbita 7.518 satelliti dalla Federal Communications Commission (Fcc), che nello stesso tempo ha chiesto però di ridurre i crescenti rischi legati ai detriti spaziali. Space X ha già due satelliti di prova in orbita e in precedenza si era aggiudicata l’autorizzazione per altri 4.425 satelliti, anche questi progettati per fornire comunicazioni a banda larga ma utilizzando orbite alte, oltre i mille chilometri dal nostro pianeta. Gli ultimi invece saranno micro satelliti di nuova generazione (alcuni lunghi solo 10 centimetri e pesanti meno di un chilo e mezzo) che, volando veloci su orbite molto più basse e collegati tra loro, consentiranno di coprire in modo capillare ogni angolo del mondo, senza limiti legati alle condizioni meteo. E con minori costi.
– WASHINGTON
– Donald Trump ha deriso William H. McRaven, il venerato ammiraglio in pensione dei Navy Seal a capo delle operazioni che portarono all’uccisione di Osama bin Laden, suggerendo in una intervista a Fox News che avrebbe potuto catturare prima il leader di Al Qaida. “Non sarebbe stato bello se avessimo catturato Osama bin Laden un po’ prima?”, ha chiesto il presidente, sostenendo che il capo del network terroristico viveva in Pakistan in una bella residenza “proprio vicino all’accademia militare”. “Tutti in Pakistan sapevano che era lì”, ha aggiunto, definendo inoltre McRavem un “fan di Hillary Clinton” e un “sostenitore di Obama”. L’ammiraglio in precedenza lo aveva criticato pesantemente.
– MONTEVIDEO
– L’Uruguay è orientato a concedere l’asilo politico all’ex presidente peruviano Alan Garcia che sabato sera lo ha richiesto presentandosi fisicamente nell’ambasciata uruguaiana a Lima. Lo ha detto il ministro degli Esteri uruguaiano, Rodolfo Nin Novoa, parlando con i giornalisti. D’altra parte lo stesso capo della diplomazia uruguaiana, interrogato da El Comercio di Lima, ha indicato che “non esiste un termine preciso per rispondere alla richiesta dell’ex capo dello Stato peruviano”, aggiungendo che “stiamo aspettando informazioni su questo tema annunciate dal Perù, che esamineremo, e dopo le quali daremo la nostra risposta ufficiale”. La decisione, ricordano gli esperti, sarà adottata in base alla Convenzione sull’asilo diplomatico del 1954, di cui sono firmatari sia il Perù sia l’Uruguay. Si è appreso che Garcia ieri ha telefonato personalmente al presidente uruguaiano Tabaré Vázquez a cui ha richiesto l’ asilo politico.
– CITTA’ DEL MESSICO
– Uno dei più noti boss del narcotraffico messicano, Héctor Manuel Beltrán Leyva, è morto oggi per una crisi cardiaca in un ospedale messicano dove era stato trasferito d’urgenza da un carcere dello Stato del Messico. Lo riferisce l’agenzia di stampa Notimex.
Conosciuto con il soprannome di ‘El H’ Leyva, 56 anni, era stato arrestato a San Miguel Allende, Stato di Guanajuato, ed era in prigione dal 2 marzo 2016 in attesa di essere processato per numerosi reati legati alla sua attività.
In un primo momento alleato con i suoi fratelli a Joaquín Guzmán Loera (‘El Chapo’ Guzmán), capo del Cartello di Sinaloa, Leyva ne era diventato acerrimo nemico.
Prima del suo arresto, risiedeva nello Stato di Querétaro e operava con un profilo basso, facendosi passare per una persona benestante che commerciava in immobili ed in opere d’arte.
– HANOI
– Uno smottamento dovuto alle forti piogge che hanno accompagnato una tempesta tropicale ha ucciso almeno 13 persone in Vietnam. Secondo un funzionario della protezione civile della provincia di Khanh Hoa circa 600 soldati sono stati mobilitati per la ricerca dei dispersi e per evacuare la popolazione dalle zone ad alto rischio. La frana provocata dalla tempesta tropicale Toraji ha fatto crollare diverse case seppellendone gli occupanti in diversi billaggi della città turistica di Nha Trang. La tempesta si è poi declassata a depressione tropicale – ha fatto sapere l’Autoprità vietnamita per la gestione dei disastri – una volta al largo delle provincie costiere meridionali di Binh Thuan e Ninh Thuan. Il Vietnam è soggetto a tempeste e inondazioni che uccidono ogni anno centinaia di persone.
– PORT-AU-PRINCE
– Sei persone sono morte e almeno 5 sono rimaste ferite ad Haiti durante alcune dimostrazioni in varie parti del Paese contro le malversazioni avvenute nell’ambito di un programma venezuelano che forniva al Paese petrolio in sovvenzione.
Il presidente Jovenel Moise ha fatto appello al dialogo con i gruppi di opposizione che chiedono le sue dimissioni per non aver saputo individuare i responsabili. Migliaia di haitiani hanno marciato verso il Palazzo nazionale della capitale Portau-Prince sollecitando una indagine sui 3,8 miliardi di dollari ricevuti da Haiti nell’ambito del programma regionale Petrocaribe. Gli scontri con la polizia sono scoppiati dopo che i manifestanti avevano inscenato blocchi stradali e roghi di penumatici. Altri scontri si sarebbero verificati in altre città. Un’indagine del Senato haitiano ha fatto emergere episodi di corruzione a carico di almeno 14 ex esponenti dell’amministrazione dell’ex presidente Michel Martelly, ma nessuno di loro è stato rinviato a giudizio. [print-me title=”STAMPA”]