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Ultimo aggiornamento 1 Maggio, 2021, 13:38:05 di Maurizio Barra

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DALLE 03:00 DI VENERDÌ 30 APRILE 2021

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Cdp: via libera a offerta su 10% di Open Fiber
Per raggiungere la maggioranza del capitale della società
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30 aprile 2021
03:00
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Il Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti ha dato il via libera a CDP Equity a presentare un’offerta ad Enel per l’acquisizione di una partecipazione del 10% di Open Fiber (OF) e così “raggiungere la maggioranza del capitale della società per rafforzare il proprio sostegno a un’infrastruttura strategica di grande importanza per la digitalizzazione e la competitività del Paese”. Lo annuncia in una nota.

Uno dei nodi sul tavolo della trattativa, quello della governance è stato sciolto e Cdp ha autorizzato la sottoscrizione di un term-sheet vincolante con Macquarie per definire gli assetti di governance di OF successivi all’ingresso del fondo nel capitale. Inoltre, precisa la nota, Cdp si è impegnata ad apportare nuove risorse prima del closing, “finalizzate a sostenere l’accelerazione del piano di sviluppo della rete infrastrutturale”. Cdp si pone sempre come investitore di lungo periodo in società operanti in settori e tecnologie prioritarie per il Paese e in questo senso la Cassa definisce l’operazione su Open Fiber “coerente”. L’obiettivo, esplicita, “è quello di estendere su scala nazionale una rete in fibra ottica aperta a tutti gli operatori, riducendo il digital divide”.   ECONOMIA

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Netflix, arriva un tasto per gli indecisi
‘Riproduci Qualcosa’, contenuto casuale in base alle preferenze
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30 aprile 2021
10:16
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Per tutti gli ‘indecisi cronici’ che non sanno scegliere cosa vedere Netflix sta per aggiungere il tasto ‘Play something’ (‘Riproduci qualcosa’) che automaticamente fa partire un contenuto mai visto prima dall’utente ma scelto in base alle sua visioni precedenti. La nuova funzione dovrebbe essere disponibile nel mondo da oggi, spiega il sito The Verge, e apparirà in diverse pagine e menu della app di streaming.
La compagnia ha testato la funzione per mesi, racconta il sito, chiamandola talvolta ‘Shuffle Play’, e per il momento sarà disponibile solo sulla versione per tv della app, anche se i piani sono di estenderla anche agli altri dispositivi.
Se la scelta non piace l’utente potrà premere il pulsante ‘play something else’ e cambiare. Il contenuto proposto, spiega l’azienda, non sarà però totalmente casuale. “La funzione usa il profilo esistente dell’utente, e suggerisce show e film in base a quanto già visto in precedenza. Il pulsante mostrerà una serie di contenuti scelti dall’algoritmo, compresi sia contenuti totalmente nuovi che serie e film già iniziati o che sono nella propria watchlist”.
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Riaperture e fine lockdown non pesano, Amazon record
Archivia il suo miglior trimestre. Big Tech manica utili e ricavi
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30 aprile 2021
10:12
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Il miglior trimestre della sua storia. Amazon archivia i primi tre mesi del 2021, quelli dell’allentamento delle restrizioni per il Covid, con ricavi in crescita del 44% a 108,5 miliardi di dollari.
L’utile netto è più che triplicato a 8,1 miliardi di dollari, o 15,79 dollari per azione. Risultati che fanno impallidire le previsioni degli analisti che scommettevano su un fatturato di 104,5 miliardi e un utile di 9,69 dollari.
I conti mostrano come nonostante le riaperture Amazon continua a macinare utili e ricavi, così come continuano a farlo gli altri colossi di Big Tech. Da Apple a Google, da Microsoft a Facebook tutti hanno riportato risultati decisamente sopra le attese.
Non convince invece Twitter: la società che cinguetta batte di misura le previsioni del mercato ma non convince e a Wall Street perde il 10% nelle contrattazioni che seguono la chiusura del mercato. A deludere sono le stime per il secondo trimestre, che si rivelano sotto le attese. Twitter prevede infatti ricavi fra i 980 milioni e l’1,08 miliardi. Amazon invece non delude neanche sulle previsioni per il trimestre in corso, per il quale stima ricavi fra i 110,0 e 116,0 miliardi, oltre le attese.
Se si concretizzeranno si tratterà del terzo trimestre consecutivo con un fatturato sopra i 100 miliardi. “Due delle nostre creature hanno ora 10 e 15 anni e stanno crescendo”, afferma Jeff Bezos, l’amministratore delegato di Amazon riferendosi ai primi dieci anni di Prime Video e ai 15 di AWS, che ormai è al centro della crescita del colosso nonostante il rallentamento recente di fronte all’ascesa del cloud di Google e Microsoft.
La pandemia ha consacrato il successo di Amazon, il cui dominio nelle vendite online si è rafforzato. Il successo ha però acceso anche il faro delle autorità sulla società, sempre più nel mirino anche perché di proprietà dell’uomo più ricco del mondo, Bezos, uno di quei paperoni chiamato da Joe Biden a fare la sua parte e pagare più tasse.
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Presa più sicura per le mani robotiche migliorando il tatto
Grazie a nuova legge fisica sull’attrito, utile in telechirurgia
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30 aprile 2021
12:53
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Le mani dei robot si preparano a stringere quelle umane in modo più sicuro, grazie all’applicazione di una nuova legge della fisica sull’attrito. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Nature Materials dai ricercatori dell’Università di Stato americana della Carolina del Nord, coordinati da Lilian Hsiao.
Secondo gli esperti, dovrebbe fare progredire una vasta gamma di tecnologie robotiche, da quelle adoperate nelle catene di assemblaggio delle fabbriche alla medicina riabilitativa e la telechirurgia.
La nuova legge, spiegano gli autori dello studio, si applica quando due superfici solide entrano in contatto, con un sottile strato di fluido in mezzo. Come nel caso dell’attrito che si genera quando si strofinano le dita, con il fluido rappresentato dal sottile strato di olio naturale sulla pelle. Un meccanismo che aiuta a tenere ben stretto un oggetto, senza farlo cadere.
“Per un essere umano si tratta di qualcosa d’intuitivo, basti pensare a quando si maneggiano piatti insaponati. Diventa più difficile, invece, tenerne conto quando si sviluppano materiali che controllano le capacità di presa nei robot”, precisa Hsiao.
Nel caso delle tecnologie robotiche questa legge dell’attrito entra in gioco ad esempio quando mani robotiche afferrano un oggetto, in particolare in ambienti umidi. “Il nostro lavoro – spiega Hsiao – apre le porte alla creazione di dispositivi robotici più affidabili e funzionali, in applicazioni come la telechirurgia, in cui i chirurghi controllano a distanza dispositivi robotici, e il manifatturiero. Un’occasione – conclude – per lo studio del tatto nei sistemi sintetici”.
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Google, con smart working risparmia 1 miliardo di dollari
Bloomberg, meno spese per viaggi ed eventi, ora modello ibrido
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30 aprile 2021
12:54
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Google in virtù dello smart working adottato nel corso della pandemia ha risparmiato 1 miliardo di dollari e ora pensa ad un modello ibrido. Alphabet, l’holding a cui fanno capo Google e altre società controllate, ha inviato alla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti il report sul suo andamento annuale.
I numeri, ripresi da Bloomberg, indicano che durante il primo trimestre del 2021, la società madre di Google ha risparmiato 268 milioni di dollari. L’utilizzo del lavoro da remoto si è tradotto in meno viaggi, spostamenti dei dipendenti e attività per fiere e manifestazioni, e ciò permetterà al gruppo di risparmiare, su base annua, oltre 1 miliardo di dollari. Così il colosso americano ha compensato molti dei costi derivanti dall’assunzione di migliaia di lavoratori in più a livello globale e della riorganizzazione delle professioni fuori dagli uffici.
La spesa per il marketing online è invece rimasta invariata, anche perché le persone, rimaste a casa, hanno utilizzato più spesso servizi web. Il trend ha portato ad un aumento dei ricavi del 34%. La sola riduzione dei costi relativi a spostamenti, viaggi e organizzazione di eventi nei primi tre mesi del 2021 ammonta a 268 milioni di dollari. Il taglio sui viaggi, nel 2020, aveva ridotto la spesa di 371 milioni di dollari, mentre l’annullamento di fiere e relative promozioni ha salvato 1,4 miliardi di dollari dalle casse di Alphabet. Nonostante ciò, Google prevede di riportare i suoi dipendenti in ufficio, entro la fine dell’anno, seppur con un modello ibrido, con una distribuzione del personale meno fitta. Durante un recente incontro con gli investitori, il direttore finanziario Ruth Porat ha sottolineato che l’azienda intende ampliare il suo patrimonio immobiliare in tutto il mondo, con l’acquisto o la costruzione di nuove sedi.
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Huawei Assistant, aggiornamento con feedback utenti europei
Tra le novità, il nuovo design delle schede dei partner
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30 aprile 2021
12:53
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Arriva un importante aggiornamento di Huawei Assistant, l’intelligenza artificiale della società presente su tutti i gli smartphone e tablet. Accessibile dalla schermata a sinistra dei dispositivi, l’assistente digitale permette di accedere ad alcune funzioni rapide, come la barra di ricerca, le scorciatoie alle applicazioni, il feed delle notizie e molto altro.
Gli aggiornamenti che arrivano ora sono la risposta ai feedback che Huawei ha raccolto dalla sua comunità di utenti europea.
Tra le novità, il nuovo design delle schede dei partner, a cui accedere dalla sezione ‘Moments’ della schermata di Huawei Assistant. Inoltre, ora è possibile trascinare e rilasciare le schede personali dove si preferisce per organizzare in maniera più produttive la schermata principale. Il news-feed nella parte inferiore dello schermo aiuta gli utenti a rimanere aggiornati con le ultime notizie in un solo colpo d’occhio. Con uno swipe verso l’alto, si visualizza un flusso personalizzato, con le notizie preferite in tempo reale, mentre con uno swipe verso destra il feed si aggiornerà. Altre caratteristiche chiave rappresento la AI Search, che con l’update suddivide i risultati in due gruppi: da una parte quelli memorizzati localmente (dalle e-mail del telefono, contatti, calendario, messaggi), dall’altra quelli online. I Moments sono notifiche e promemoria smart che appaiono sullo schermo di Huawei Assistant quando necessario.
In occasione del rilascio, Jaime Gonzalo, VP di Huawei Mobile Services Europe, ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è fornire tecnologie nuove ed efficaci ai consumatori. Abbiamo accolto i feedback degli utenti europei e il nuovo look di Huawei Assistant renderà visibili le informazioni di cui loro hanno bisogno. La tecnologia AI che alimenta Assistant dà accesso alle app preferite e agli aggiornamenti delle notizie in tempo reale con un semplice tocco”.
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Telegram sfida Zoom, a maggio videochiamate di gruppo
Lo annuncia il Ceo Pavel Duriov sul suo canale
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30 aprile 2021
12:52
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Telegram sfida Zoom e Skype, sta per lanciare le videochiamate di gruppo. Il Ceo della chat, Pavel Durov, ha annunciato che la piattaforma di messaggistica verrà aggiornata a breve con il supporto a questa funzione.
La società aveva pianificato di aggiungerla nel 2020, ma la pandemia ha rallentato il lavoro di sviluppo.
Comunque, lo scorso agosto erano arrivate le videochiamate individuali crittografate end-to-end. L’annuncio di Durov è stato condiviso sul suo suo canale Telegram dove ha scritto: “A proposito di videochiamate, a maggio aggiungeremo una dimensione video alle nostre chat vocali, rendendo Telegram una potente piattaforma per le videochiamate di gruppo. Condivisione dello schermo, cancellazione del rumore, supporto per desktop e tablet: tutto ciò che puoi aspettarti da un moderno strumento di videoconferenza, ma con interfaccia utente, velocità e crittografia end-to-end sicura di Telegram”. Proprio la presenza della forte attenzione alla privacy è uno degli elementi su cui Durov punta maggiormente quando parla di Telegram. La società ha raggiunto 400 milioni di utenti attivi mensili nell’aprile del 2020, con una crescita doppia rispetto ai 200 milioni del 2018.
A gennaio 2021, i numeri globali indicano circa 500 milioni di utilizzatori, molti dei quali provenienti da WhatsApp, le cui recenti modifiche alla privacy, e il continuo chiacchiericcio sull’unione delle chat con quelle di Facebook e Instagram, hanno spinto a passare a strumenti più chiusi, come pure Signal, app utilizzata e più volte promossa da Edward Snowden.
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Dal 10 maggio parte test pass-Covid, anche in Italia
Fonti Ue, ‘Meccanismo funzionerà da 1 giugno. In attesa firma Stati membri’
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30 aprile 2021
15:42
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Il sistema di gestione dei nuovi certificati digitali Covid Ue sarà operativo dal primo giugno dopo una fase di sperimentazione che inizierà dal dieci maggio con un primo gruppo di oltre 15 Paesi, tra cui l’Italia. Si apprende da fonti Ue.
Il passaggio successivo prima dell’entrata in vigore del nuovo sistema di pass sarà l’approvazione da parte degli Stati membri, prevista per la fine di giugno, ma quando arriverà la firma del Consiglio Ue l’infrastruttura tecnica sarà già pienamente funzionante, assicurano dalla Commissione.
Il sistema permetterà facilmente la partecipazione dei Paesi terzi, che intendono accettare il sistema per permettere l’ingresso nel loro territorio. Lo spiegano fonti Ue. L’integrazione al sistema del pass però dovrà essere convalidata da un accordo legislativo, già presente nel caso della Svizzera, ma che potrebbe richiedere tempi legali lunghi.
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Ue ancora contro Apple, distorce mercato streaming musica
Antitrust contesta uso e condizioni dell’App store
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BRUXELLES
30 aprile 2021
15:46
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La Commissione europea ha inviato nuove contestazioni formali alla Apple, per aver distorto la concorrenza nel mercato dello streaming musicale, perché ha abusato della sua posizione dominante per la distribuzione delle app di streaming musicale nel suo App Store.
L’antitrust Ue contesta l’uso obbligatorio del meccanismo di acquisto in-app di Apple imposto agli sviluppatori di app, ed è anche preoccupata delle restrizioni che Apple applica agli sviluppatori, impedendo loro di informare gli utenti di iPhone e iPad di possibilità alternative di acquisto. L’indagine della Ue fa seguito ad un reclamo di Spotify.
“Le motivazioni della Commissione europea in merito a Spotify sono l’opposto della concorrenza leale.
Spotify è diventato il più grande servizio di abbonamento musicale al mondo e siamo contenti del ruolo che abbiamo svolto in questo. Ancora una volta, vogliono tutti i vantaggi dell’App Store ma credono di non dover pagare nulla per questo”: così Apple commenta le contestazioni della Commissione europea. “Spotify – aggiunge – non paga ad Apple nessuna commissione su oltre il 99% dei suoi abbonati, paga solo una commissione del 15% sugli abbonati rimanenti acquisiti tramite l’App Store. Al centro di questo caso c’è la richiesta di Spotify che dovrebbe essere in grado di pubblicizzare offerte alternative sull’app per iOS, una pratica che nessun negozio digitale al mondo consente”.
Le preoccupazioni di Bruxelles riguardano due regole che Apple impone ai rivali. Primo, l’uso obbligatorio del suo sistema di acquisto in-app per la distribuzione di contenuti a pagamento. Apple carica sugli sviluppatori una commissione del 30% su tutti gli abbonamenti acquistati attraverso il suo sistema. E la Commissione ha rilevato che questi scaricano sugli utenti tali costi, aumentando i prezzi degli abbonamenti. La seconda regola è quella che limita l’abilità degli sviluppatori di informare gli utenti di possibilità alternative di acquisto.
“Impostando regole severe sull’App Store che svantaggiano i servizi di streaming musicale concorrente, Apple priva gli utenti di scelte più economiche e distorce la concorrenza”, ha detto la commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager.
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Trentacinque anni fa l’Italia si collegò a Internet per la prima volta
Il 30 aprile 1986, grazie a un gruppo pionieri del Cnuce-Cnr di Pisa
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30 aprile 2021
15:44
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Trentacinque anni fa l’Italia si collegò per la prima volta a Internet, tra i primi paesi in Europa, grazie ad un gruppo di pionieri. Era il 30 aprile del 1986: il segnale partì dal Centro universitario per il calcolo elettronico del Cnr di Pisa (Cnuce) e arrivò alla stazione di Roaring Creek, in Pennsylvania.
La notizia fu oscurata dal disastro di Chernobyl avvenuto pochi giorni prima, ma fu davvero l’inizio di una storia nuova e molto prima che Internet diventasse dominio di tutti, agli inizi degli anni Novanta.
Protagonisti di quell’evento furono Stefano Trumpy, al tempo direttore del Cnuce; Luciano Lenzini, appassionato scienziato e ‘architetto’ del progetto, ma anche Antonio Blasco Bonito e Marco Sommani, cuore tecnico di quell’avventura. Il progetto fu realizzato in sinergia tra Cnr-Cnuce, Italcable e Telespazio; per il collegamento fu usata la rete satellitare atlantica Satnet:

Dietro quel risultato c’era un lungo lavoro di preparazione iniziato negli anni Settanta in concomitanza con lo sviluppo di Arpanet (la rete della difesa militare americana), la stretta collaborazione dei ricercatori italiani con alcuni padri di Internet come Robert Khan e Vinton Cerf e la lungimiranza degli stessi ricercatori italiani: avevano intuito che grandi macchine di calcolo avrebbero avuto un’influenza straordinaria nella trasmissione di informazioni e contenuti.
L’anno successivo al primo ‘Ping’, nel 1987, proprio il Cnr registrò il primo dominio italiano, “cnuce.cnr.it” dando così il via a Registro .it, l’anagrafe dei nomi Internet italiani, tuttora gestita dall’Istituto di informatica e telematica del Cnr di Pisa. Oggi conta oltre 3 milioni e 400mila domini: il .it e nel 2020, anno della pandemia, ha visto un boom di registrazioni del 13,2% in più rispetto al 2019.

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