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SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Tempo di lettura: 428 minuti

Ultimo aggiornamento 7 Marzo, 2020, 15:20:08 di Maurizio Barra

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA TUTTE LE NOTIZIE IN TEMPO REALE

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ALLE 15:20 DI SABATO 07 MARZO 2020

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Con Hisham Matar la Libia protagonista a ‘Dedica’
Festival in programma a Pordenone dal 7 al 14 marzo
PORDENONE
17 febbraio 2020 14:57
– Conversazioni, libri, teatro, musica, fotografia, illustrazione si susseguiranno, dal 7 al 14 marzo, a Pordenone, nel programma della 26/a edizione di Dedica, il festival organizzato dall’associazione culturale Thesis, incentrato sullo scrittore libico Hisham Matar, premio Pulitzer per il libro “Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro”.
Quattordici gli appuntamenti che condurranno il pubblico nel mondo letterario dell’autore, caratterizzato da un tratto poetico e da tematiche impegnative come esilio, perdita, dolore, separazione, assenza, effetto terapeutico della bellezza. Sotto la lente anche la realtà della Libia di oggi. Tra gli ospiti: Benedetta Tobagi, Michele Riondino, Teho Teardo, Mario Perrotta, Dhafer Youssef, Miriam Selima Fieno, Elio Ciol, Gianluca Buttolo, Francesca Mannocchi, Francesco Strazzari, Chiara Frugoni. Matar presenterà il suo nuovo libro “Un punto di approdo” (Einaudi) e ha regalato al festival due inediti, contenuti nella monografia “Dedica a Hisham Matar”.
Strega: si arricchisce la lista con 5 nuovi autori
15 i titoli sul sito del premio. Proposte entro il 3 marzo
17 febbraio 2020
15:49
– Cinque nuovi titoli proposti dagli Amici della domenica per il Premio Strega 2020 sono stati pubblicati sul sito del premio http://www.premiostrega.it C’è tempo fino al 3 marzo per inviare le proposte che dal 2018 prevedono la possibilità di essere presentati da un solo Amico della Domenica, non più da due come in passato, Ecco gli ultimi autori e libri proposti: Viola Di Grado con ‘Fuoco al cielo’ (La Nave di Teseo), presentato da Maria Rosa Cutrufelli; Daniele Mencarelli con ‘Tutto chiede salvezza’ (Mondadori), proposto da Maria Pia Ammirati; Rosario Palazzolo con ‘La vita schifa’ (Arkadia), proposto da Giulia Ciarapica; Francesca Pansa con ‘Nessuna notte è infinita’ (Rizzoli), proposto da Aurelio Picca; Lodovica San Guedoro con ‘Amor che torni… Un’educazione sentimentale’ (Felix Krull), proposto da Paolo Ruffilli.
Arrivano così a 15 i libri finora segnalati dai componenti della giuria. Gli altri dieci sono: Errico Buonanno, “Teresa sulla Luna” (Solferino Libri), proposto da Chiara Gamberale; Angelo Ferracuti, ‘La metà del cielo’ (Mondadori), proposto da Paolo Di Stefano; Giorgio Ghiotti, ‘Gli occhi vuoti dei santi’ (Hacca Edizioni), proposto da Biancamaria Frabotta; Ezio Sinigaglia, ‘L’imitazion del vero’ (TerraRossa Edizioni), proposto da Lorenza Foschini; Sandro Veronesi, ‘Il colibrì’ (La Nave di Teseo), proposto dall’Accademia degli Scrausi; Jonathan Bazzi con ‘Febbre’ (Fandango Libri), proposto da Teresa Ciabatti; Giuseppe Lupo, con ‘Breve storia del mio silenzio’ (Marsilio), proposto da Salvatore Silvano Nigro, Alfredo Palomba con ‘Teorie della comprensione profonda delle cose’ (Wojtek Edizioni), proposto da Antonella Cilento, Remo Rapino con ‘Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio’ (minimum fax), proposto da Maria Ida Gaeta ed Enrico Vanzina, ‘Mio fratello Carlo’ (HarperCollins ), proposto da Masolino D’Amico.
I dodici finalisti che concorreranno alla cinquina verranno proclamati il 15 marzo a Libri Come, la festa del libro e della lettura all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Un anno senza Karl Lagerfeld, boom vendite vintage online
Su Lyst cresce del 20% domanda di borse e sneaker usate
17 febbraio 2020
16:09
– Non dovrebbe meravigliare che le borse disegnate da Karl Lagerfeld per Chanel, modello Boy, vadano a ruba nei negozi online che vendono l’usato. Per non parlare della Jumbo bag con doppia patta nera o delle sneaker in camoscio, o di altri accessori realizzati da Lagerfeld a tiratura limitata. Tanto che a un anno dopo la scomparsa dello storico direttore creativo delle maison Fendi e Chanel, avvenuta il 19 febbraio 2019, Lyst, piattaforma di ricerche online di moda, fa sapere che dopo la morte del couturier tedesco la domanda per i prodotti Chanel vintage nelle piattaforme dell’usato è aumentata del 20%. E le ricerche per il marchio sono cresciute del 33% dopo la nomina di Virginie Viard come direttore creativo della maison. Come con curiosità si apprende che, dopo i Grammy 2020, l’accessorio più ricercato della maison è la “borraccia Chanel”, mostrata da Maggie Rogers sul red carpet.
Non poteva essere diversamente. Lagerfeld è ormai entrato nella leggenda, anche se bisogna ammettere che chi si aspettava che le due maison che ha diretto per tanti decenni avrebbero risentito della sua assenza, è stato smentito. Per quanto riguarda Fendi, SIlvia Venturini Fendi, cresciuta professionalmente sotto la guida di Lagerfeld, è saldamente in sella a un anno di distanza, alla guida creativa dell’azienda fondata dalla sua famiglia e ora tra le griffe di punta del Gruppo Vuitton. Per Chanel, lo stesso giorno della scomparsa dello stilista, i vertici della maison chiarirono che il successore dello stilista tedesco, direttore creativo della maison francese dal 1983, sarebbe diventata Virginie Viard, direttrice di Chanel Fashion Creation Studio e stretta collaboratrice del couturier scomparso.
Amadeus e Fiorello tra vincitori del premio ‘Biagio Agnes’
La manifestazione dal 26 al 28 giugno a Sorrento
17 febbraio 2020
20:09
Amadeus, Fiorello, L’amica geniale e Roula Khalaf, prima direttrice donna del Financial Times in 131 anni di storia. Sono tra i vincitori annunciati della XII edizione del ‘Premio Biagio Agnes’, il riconoscimento internazionale del Giornalismo e dell’Informazione, in programma a Sorrento dal 26 al 28 giugno. Nello scenario di Marina Grande, a Sorrento, il 27 giugno saranno consegnati i premi dedicati allo storico direttore generale della Rai. La giuria è presieduta da Gianni Letta.
La manifestazione, organizzata da Simona Agnes, si svolgerà in collaborazione con la Rai e in partnership con Confindustria. Reduci da un 70/o Festival di Sanremo con ascolti record, Amadeus e Fiorello riceveranno il ‘Premio Costume e Società’ perché “sono riusciti, in un momento di frammentarietà del pensiero e confusione generalizzata, a creare uno spettacolo che ha unito il Paese”. Un riconoscimento particolarmente significativo è stato assegnato ai 60 anni del programma radiofonico ‘Tutto il calcio minuto per minuto’. Il ‘Premio Nuove Frontiere del Giornalismo’ andrà a RaiPlay per “l’entusiasmante e ambizioso percorso che sta tracciando in ottica di alfabetizzazione digitale del pubblico”. Riconoscimento anche alla memoria di Ida Colucci, ex direttrice del Tg2 ed ex cronista parlamentare, scomparsa nell’agosto 2019.
Ecco i vincitori del ‘Premio Biagio Agnes 2020’, suddivisi in quindici categorie. Premio Internazionale: Roula Khalaf, Direttrice Financial Times; Premio Stampa Periodica: Danda Santini, Direttrice iO Donna;Premio Carta Stampata: Simone Canettieri, Il Messaggero; Premio Reportage: Viviana Mazza, Corriere della Sera;Premio Costume e Società: Amadeus e Fiorello; Premio per la Televisione: Alessandra Sardoni, LA7 ; Premio per la Radio: Radio2 Social Club, Rai Radio 2; Premio Giornalismo Sportivo: 60 anni di ‘Tutto il calcio minuto per minuto’, Rai Radio 1; Premio Cinema: Piera Detassis, presidente e direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello; Premio Fiction: L’amica geniale; Premio Giornalista economico: Dino Pesole, Il Sole 24 Ore; Premio Nuove Frontiere del Giornalismo: Raiplay – Direttrice: Elena Capparelli; Premio Giornalista Scrittore: Maurizio Molinari, Assedio all’Occidente (La nave di Teseo, 2019); Alessandra Necci, Caterina de’ Medici. Un’italiana alla conquista della Francia (Marsilio, 2019); Antonio Polito, Il Muro che cadde due volte (Solferino, 2019) e Andrea Vianello, Ogni parola che sapevo (Mondadori, 2020). Premio Under 40: David Allegranti, Il Foglio e Premio alla Memoria: Ida Colucci.
“Questo appuntamento annuale sottende un lavoro che portiamo avanti da sempre con la Fondazione Biagio Agnes, finalizzato a difendere i valori di un giornalismo vero, libero, meticoloso, senza paura. Un giornalismo che costruisca il futuro attraverso la forza della propria storia” dice Simona Agnes, presidente della Fondazione Biagio Agnes. Come da tradizione, la Fondazione Biagio Agnes assegna una Borsa di studio al primo classificato in graduatoria della Scuola Superiore di Giornalismo dell’Università Luiss di Roma. La giuria è composta da: Giulio Anselmi, Virman Cusenza, Stefano Folli, Luciano Fontana, Paolo Garimberti, Guido Gentili, Roberto Gervaso, Giampiero Gramaglia, Paolo Liguori, Pierluigi Magnaschi, Antonella Mansi, Giuseppe Marra, Antonio Martusciello, Antonio Polito, Marcello Sorgi, Fabio Tamburini, Mons. Dario Edoardo Viganò e di diritto dall’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini e dai presidenti dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Carlo Verna e della Regione Campania Vincenzo De Luca. Il presidente onorario del “Premio Biagio Agnes” è Marcello Foa, in qualità di presidente della Rai.
Harrison Ford pronto per un nuovo Indiana Jones
Il quinto capitolo della saga. Primo ciak previsto in estate
NEW YORK
17 febbraio 2020
16:42
– Harrison Ford è pronto per rimettersi i panni di Henry Walton Jones Jr, alias Indiana Jones. Lo ha confermato lo stesso attore durante un’apparizione all’Ellen DeGeneres show, specificando che le riprese del quinto capitolo della saga, protagonista un rispettabile e pacato professore di archeologia che gira il mondo a caccia di tesori, inizieranno la prossima estate. “Sarà divertente – ha detto Ford, 77 anni – non vedo l’ora”.
L’ultimo film del franchise, ‘Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo’ risale al 2008, vent’anni dopo il terzo, ‘Indiana Jones e l’ultima crociata’. Il primo, ‘I predatori dell’arca perduta’ risale al 1981, ma nel 2008 è stato reintitolato ‘Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta’. Il secondo è ‘Indiana Jones e il tempio maledetto’ del 1984.
Effetto Sanremo per La mia banda suona il pop
Risate e musica con De Sica, Ghini, Rossi e Finocchiaro
17 febbraio 2020
19:59
Certo la coincidenza è favorevole, la reunion dei Ricchi e Poveri quest’anno al Festival di Sanremo fa sicuramente da volano a quella dei Popcorn, banda virtuale e molto cialtrona protagonista de La mia banda suona il pop, commedia di Fausto Brizzi. Un gruppo pop degli anni Ottanta composto dal frontman Tony (Christian De Sica), Jerry (Paolo Rossi), Lucky (Massimo Ghini) e Micky (Angela Finocchiaro), un mix appunto tra Ricchi e Poveri e I cugini di campagna, rimesso insieme dopo trent’anni dal furbo manager Franco (Diego Abatantuono).
Una reunion, raccontata in questo film in sala in 400 copie da giovedì 20 febbraio con Medusa, non certo nata per nostalgia ma solo per soldi, quelli promessi da Olga (Natasha Stefanenko) per conto di un ricchissimo magnate di San Pietroburgo, Vladimir Ivanov (Rinat Khismatouline), fan sfegatato della band. Vinte tutte le resistenze del gruppo grazie alla generosa somma di denaro messa a disposizione dall’oligarca, Franco scopre che dietro l’offerta di Olga c’è la sua volontà di rapinare il miliardario. Tutto prende così la piega di un thriller pieno d’azione. La mia banda suona il pop (il titolo richiama una celebre canzone di Ivano Fossati, La mia banda suona il rock), che ricorda molto i cinepanettoni, è pieno di una comicità “senza troppi snobismi” (come ha detto il produttore Luca Barbareschi), una comicità basica all’interno di un lavoro ricco di orecchiabili canzoni anni Ottanta scritte dal maestro Bruno Zambrini (autore di Non son degno di te, La fisarmonica e La bambola).
“Certo ci siamo ispirati a reunion come quelle dei Pooh e avevamo in mente anche quella dei Ricchi e Poveri che non potevamo immaginare ci sarebbe stata davvero – spiega Brizzi – . Volevo comunque fare un film comico con scene d’azione alla 007 che sono quelle che mi diverte più girare”. Per De Sica questo è uno dei pochi film in cui si ride davvero: “Lo dico – spiega – perché ho visto Tolo Tolo di Zalone che è sicuramente un bel film, ma in cui si ride poco. Vale lo stesso per Odio l’estate di Aldo, Giovanni e Giacomo che è un lavoro molto melò”. “In Russia – ci tiene a dire la Stefanenko – la musica italiana degli anni Ottanta è ancora strafamosa. Parlo di personaggi come Pupo, Toto Cutugno e Al Bano e Romina. Sarà perché abbiamo iniziato a seguire Sanremo negli anni Ottanta. Non capivamo le parole, ma le cantavamo. Non erano canzoni pesanti come quelle russe piene di patriottismo e malinconia”.
Balenciaga haute couture torna a sfilare a Parigi
Dopo 52 anni, con il direttore creativo Demna Gvasalia
17 febbraio 2020
16:46
– “L’haute couture è il principio fondante di Balenciaga, quindi è mio dovere creativo e visionario riportare Balenciaga all’alta moda. È al di sopra delle tendenze. È un’espressione di bellezza ai massimi livelli estetici e qualitativi e collega la visione moderna della maison alle origini”. Parola di Demna Gvasalia, lo stilista georgiano alla direzione creativa della casa di moda, che dal 1968, quando il suo fondatore Cristobal Balenciaga decise di dire addio alla couture, non sfila più nel calendario dell’alta moda francese.
Il couturier morì nel 1972. La casa rimase inattiva fino al 1986. Ora il ritorno nelle sfilate dell’haute couture parigina previsto per il prossimo luglio.
Balenciaga fondò la maison in Spagna nel 191, stabilendosi a Parigi in 10 Avenue George V, nel 1937. Era considerato un maestro dell’alta moda per i suoi abiti scultorei nei quali tracciava silhouette sempre nuove manipolando l’altezza e la presenza o meno del punto vita. Sono trascorsi 52 anni dall’addio di Balenciaga e Demna Gvasalia sembra deciso a riportare la maison che appartiene al Gruppo Kering, ai suoi antichi splendori. Gvasalia, 38 anni, ha infuso nella casa di moda la propria impronta street. Uno stile che si discosta molto dal passato della maison tornata sotto i riflettori nel 1986, quando Jacques Bogart sa acquistò i diritti della griffe e lanciò una linea di abbigliamento. La prima collezione fu disegnata da Michel Goma nell’ottobre 1987, che rimase a casa per i successivi cinque anni. Fu sostituito nel 1992 con il designer olandese Josephus Thimister. Nicolas Ghesquière si unì come progettista di licenze, e alla fine fu promosso a capo designer nel 1997. Nel 2012, dopo 15 anni la separazione da Ghesquière funestata da una causa con il gruppo Kering, e il passaggio alla direzione di Alexander Wang che ha firmato la sua prima collezione presentata nel febbraio 2013. Nel luglio 2015, Balenciaga ha annunciato che si sarebbe separata anche da Alexander Wang che sarebbe stato sostituito da Demna Gvasalia.
‘Il giocattolaio’, il nuovo thriller di Angela Failla
Esce il 27 febbraio
17 febbraio 2020
18:47
– ANGELA FAILLA, IL GIOCATTOLAIO (YUME EDIZIONI, EURO 17). Arriva in libreria il 27 febbraio 2020 il thriller di Angela Failla, ‘Il giocattolaio’. Luana Felding, 23 anni, viene trovata morta nella sua stanza. Le pareti sono imbrattate di sangue e gli occhi della ragazza sono tenuti aperti con del nastro adesivo. Sulla scena del crimine arriva il detective Manuel Boselli, alla sua prima indagine. Ma quello che sembrava un assassinio isolato si trasforma presto in una lunga scia di sangue. Sono tre le donne uccise in circostanze misteriose dal Giocattolaio, un serial killer spietato che cattura, tortura e uccide, lasciando una polaroid su ogni cadavere e ha un piano oscuro fatto di enigmi e indovinelli.
Tra suspense, depistaggi, colpi di scena e ritmo narrativo incalzante, per Boselli l’indagine si fa sempre più serrata e in questa corsa contro il tempo il detective metterà in pericolo anche la sua vita. Fino ad un salto nel passato, ad una storia di tanti anni prima che trasforma la storia in un thriller psicologico con un’atmosfera rarefatta di visioni e incubi misti a realtà. Perché la fine è solo l’inizio e lui è sempre un passo avanti. “Il gioco è iniziato e ci sono delle regole: se non le rispetti qualcuno muore. Se non trovi la soluzione in tempo qualcuno muore” come viene sottolineato nella quarta di copertina.
Autrice, con ‘Il Giocattolaio’, di quattro romanzi, la Failla, che ha esordito con ‘Chissà se si chiamava amore’ (Giovane Holden edizioni) è originaria di Caltagiorne, è laureata in economia e commercio e collabora con settimanali e mensili italiani.
Moda: capsule Alviero Martini 1 Classe ispirata a Marrakech
Sullo sfondo delle borse Geo rosa i giardini di Majorelle
17 febbraio 2020
18:47
– Per questa capsule di borse Alverio Martini 1 Classe s’ispira alle atmosfere suggestive dei giardini botanici di Majorelle a Marrakech. Sullo sfondo Geo Rosa, caldo e femminile, fioriscono elementi della flora esotica delle oasi e giocano sugli alberi animali tipici del Nord Africa. Metalli oro rosa, cuciture in tono e coste con finitura opaca sono i dettagli che arricchiscono questa collezione. Diversi i modelli, tra cui zainetti, tracolle e shopper, che con i loro volumi semplici valorizzano la stampa, impreziositi da dettagli in metalli logati in oro rosa.
Achille Lauro direttore creativo Elektra, l’alt di Sony
Manager replica, azzardato comunicare titolarità della persona
17 febbraio 2020
20:01
Si apre un nuovo, importante capitolo nella carriera di Achille Lauro. Dopo aver lasciato il segno al festival di Sanremo con le sue performance sorprendenti e camaleontiche sulle note del brano Me ne frego, diventa Chief Creative Director di Elektra Records-Warner Music Italy, leggendaria etichetta che ha lanciato e accompagnato AC/DC, Queen e The Doors, primo artista in Italia ad avere un ruolo creativo in una music company multinazionale.
All’annuncio ufficiale segue però a stretto giro la replica della Sony Music: “Achille Lauro ha in essere un contratto di esclusiva con noi per ogni sua pubblicazione discografica”.
Interviene allora il manager dell’artista, Angelo Calculli: “Achille Lauro non ha alcun contratto diretto con Sony Music bensì era concesso in licenza dalla De Marinis s.r.l. Non essendo in artista in cast, era tenuto solo a licenziare dischi.
È azzardato comunicare la titolarità della persona. La società, attraverso l’avvocato Andrea Pietrolucci e me, ha comunicato già da mesi a Sony Music che l’artista sarebbe andato in licenza ad altra discografica, prova ne è l’ampia corrispondenza intercorsa”. Peraltro, sottolinea ancora Calculli, la cosa era nota “al punto che l’artista ha affrontato Sanremo palesemente senza il supporto di Sony Music e che, essendo nota la fine del rapporto con la stessa, ha ricevuto durante il periodo sanremese proposte da tutte le major di settore. Ove Sony Music ritenga di essere lesa nei suoi diritti potrà nel caso percorrere altre strade piuttosto che quelle giornalistiche, ma ciò non toglie che ufficialmente da oggi Achille Lauro è un artista Elektra Records / Warner Music Italy”.
Da parte sua, Lauro si dice “entusiasta” della nuova esperienza con Elektra Records. “Trovo somiglianze tra la nascita di questa etichetta e i miei primi passi nel settore discografico, quando, come i fondatori della Elektra Records, ho investito i miei pochi risparmi nella produzione dei miei album.
Anche quella ‘k’ che nel nome è stata aggiunta per l’etichetta a quello del personaggio della mitologia greca, torna nella mia nuova agenzia MK3, il cui nome si ispira alle tre ‘k’ greche che indicano fulmini e saette (keravnoús kai keravnoús). “Da questo momento le mie attività discografiche confluiranno nella Elektra Records e penso che questo sia uno dei più grandi successi per un artista della scena musicale italiana negli ultimi anni”.
Per Marco Alboni, presidente e Ceo di Warner Music Italy, “Achille Lauro è un artista atipico nel panorama italiano. La sua creatività e tutta la sua produzione artistica si riferiscono ad un modello nuovo nel settore della musica. Fin dai nostri primissimi incontri abbiamo capito che il nucleo della nostra partnership sarebbe andato nella direzione dello sviluppo di nuovi progetti insieme sotto l’imprint Elektra Records per Warner Music Italy”.
Fiori nel buio, a Pompei si svela la stanza dell’amore
Tre nuove domus e una diversa morale
19 febbraio 2020
12:18
Nella piccola alcova aperta sul cortile, fianco a fianco con la stanza del triclinio dove il dominus riceveva i suoi ospiti, le pareti color della notte si illuminano del rosa dei corbezzoli. Fiori così grassi e opulenti da sembrare quasi veri, tanto che qui se chiudi gli occhi sembra quasi di percepirne il profumo. A Pompei si festeggia la fine del Grande Progetto, cinque lunghi anni di restauri e di messa in sicurezza del sito dopo la triste stagione dei crolli (anche se la chiusura vera e propria sarà a giugno con il termine degli ultimi cantieri) e l’occasione è buona per aprire al pubblico tre domus di fatto mai viste. Come la Casa degli Amanti, chiusa da quarant’anni, l’unica nel sito campano patrimonio dell’umanità nella quale si sia salvato un piano superiore, gioiello unico che fece innamorare persino Le Corbusier, affascinato dal gioco di luci e di ombre che questa architettura così stretta alla natura sapeva offrire. O come la Casa della Nave Europa, dove un grande graffito testimonia di passati splendori.
Ma è nella Casa del Frutteto, forse “una delle più belle ville di Pompei”, come la definisce il direttore del parco archeologico Massimo Osanna, che la forza evocativa delle stanze dipinte alla gran moda di allora, colori forti che fanno da sfondo a paesaggi verdeggianti, evocazione di scene sacre, rimandi all’Egitto , e ancora fiori, frutta, animali, sbalordisce, emoziona, incanta. Anzi, quasi fa paura, con quella sensazione di essere precipitati in un’altra dimensione temporale, trascinati indietro di millenni dalla forza di un’architettura domestica e di immagini che appaiono oggi incredibilmente vive. Merito dei restauri certo, costati lunghi mesi di studio e di fatiche (otto mesi solo la fase operativa perché prima “si è dovuto liberare i dipinti dalle cere dei precedenti interventi”), ma anche del nuovo sistema di illuminazione a led, messo a punto con la consulenza dei laboratori dell’ospedale sant’Orsola di Milano, che qui si sperimenta per la prima volta e poi verrà esteso alla Villa dei Misteri e via via agli ambienti di molte altre domus della città romana.
Tant’è, l’archeologo punta il dito e aiuta a svelare il racconto di quei colori: se il nero sulle pareti del triclinio risponde a criteri di moda, quello della piccola stanza che lo affianca, dice, evoca piuttosto il buio della notte, un paesaggio di fiori e di piante in cui troneggia centrale un albero di fico sul quale si attorciglia una serpe, immagine che è facile associare a quello che sarà poi un topos della cristianità. Altre figure sono sulla volta, “dipinte per essere ammirate da sdraiati”, puntualizza Osanna. Perché questa piccola stanza da letto “non veniva usata per dormire”. Era una stanza per l’amore, piuttosto.
Come nella vicina Casa degli Amanti, dove puresono tanti i rimandi alla sensualità e all’erotismo. A partire da quella iscrizione piena di poesia che qualcuno ha graffito su un quadretto a sfondo rosso: “Gli amanti sono come le api, una vita dolce come il miele” ( e pazienza se un contemporaneo buontempone vi ha aggiunto accanto un ironico “velle” ovvero “magari”) . Che si trattasse di un bordello? Il direttore non è convinto: “Non credo, questi ambienti sono quelli di una casa”. Ma è vero, sottolinea, “che nelle domus si faceva anche altro, non era raro nemmeno il caso di padroni che facevano prostituire in casa le loro ancelle. Questo però non significa che fosse tutto un lupanare. Semplicemente era una società diversa dalla nostra, i costumi erano più liberi, senza le pruderie di noi contemporanei”.
Accanto a lui il ministro Franceschini, trascinato in lungo e in largo per i cantieri appena chiusi, sorride. Per lui è una giornata di “riscatto”, di “orgoglio italiano”, dice. Racconta che quando ha assunto per la prima volta il mandato di ministro della cultura era un venerdì, e fu accolto da due crolli a Pompei “in sequenza, uno la domenica, l’altro il lunedì”. Ci sono stati “momenti difficili ma ce l’abbiamo fatta -dice -. Anche se il lavoro qui non finisce, ci sarà da assicurare manutenzione continua, studio, ricerca”. In piccola parte anche scavi, visto che su 60 ettari di città individuata ne restano almeno 20 sotto terra. Cinquanta nuovi ulteriori milioni sono stati stanziati per nuovi lavori.
Oggi intanto si apre un’altra sfida, conclude, quella della zona che circonda il parco, “sette comuni, un territorio sconfinato pieno di problemi e di opportunità'”. E che dire, a Pompei, questa è una realtà che ti arriva addosso appena varcati i cancelli del parco: da una parte il giardino archeologico oggi libero, pulito, senza impalcature a ingombrare le strade, dall’altra un suk di bancarelle, luoghi di ristoro, insegne, edilizia rabberciata. In città si sta costruendo un grande albergo con tanto di spa. Lo stato, assicura Franceschini, sta ultimando il disegno di un hub ferroviario che dovrà finalmente collegare con efficienza gli scavi. Non basterà, “da fare c’è ancora tantissimo”, ammette il ministro. Nel giardino notturno della stanza dell’amore, così come nel portico della Casa degli Amanti, tutto questo però si dimentica.
De André e Pfm, è ancora emozione nel film di Veltroni
In sala live ritrovato del ’79. Dori Ghezzi, c’era naturalezza
18 febbraio 2020
09:50
“Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”, ha una storia unica e affascinante come, del resto, il suo protagonista. Il documentario del concerto che Faber tenne con la Premiata Forneria Marconi a Genova il 3 gennaio del 1979, con la regia di Walter Veltroni, quasi miracolosamente si potrà vedere in 370 sale cinematografiche italiane il 17, 18 e 19 febbraio.
Sono le uniche immagini di quella tournée che sono tornate alla luce grazie a un’intuizione del batterista della Pfm, Franz Di Cioccio (“io non compaio, ma non me ne frega niente, l’importante è che tutti possano vederlo”, ha detto). Di Cioccio si rammaricava con qualcuno perché non esistevano immagini di quel tour e gli venne risposto: “Guarda che ci sono”. Si arriva quindi a Piero Frattari, regista ed ex cameraman che è andato a scovarlo nel suo archivio tra oltre 40mila cassette. Un lungo, paziente lavoro di restauro (le immagini erano girate da una sola telecamera e le luci non erano affatto delle migliori) ha fatto il resto.
“Il ritrovamento di quelle cassette – ha spiegato l’ex sindaco di Roma – e la loro rigenerazione, specie nello spettacolare audio 5.1, consentono a tutti di fruire della testimonianza di uno dei tour più importanti della storia della canzone italiana di quegli anni”.
Perché quel concerto ha unito due mondi e pubblici musicalmente diversi, il cantautorato italiano e il rock, in un periodo, anche storicamente convulso, in cui i generi musicali sembravano compartimenti stagni in Italia. Ed è Di Cioccio, che qualche mese prima fece visita a De Andrè a Nuoro e riuscì a vincere la sua ritrosia ad andare sul palco, a raccontare come ci riuscirono. “C’erano due pubblici – ha raccontato -, separati. Noi cominciavamo ogni brano con un’introduzione solo strumentale poi arrivava lui con la sua voce: ‘Questa di Marinella è la storia vera’. Ed entrambi i pubblici applaudivano”.
Il documentario ha emozionato Dori Ghezzi, vedova di De Andrè, che pure gli si era avvicinata con un poco di timore: “In realtà – ha spiegato – ho scoperto che su quel palco c’era quella naturalezza, che forse deriva dalla consapevolezza di non essere ripresi e quindi non c’era la necessità di fare del proprio meglio ma lo facevano per il piacere di farlo”. “Era come se Fabrizio e la Pfm avessero sempre suonato insieme”, ha aggiunto.
Poi un aneddoto, a dimostrazione di quanto Faber sia ancora attuale, ottant’anni dopo la sua nascita. “Due anni fa ero a Roma – ha raccontato – e una bambina di cinque mi ha cantato per intera ‘La Guerra di Piero’. Poi mi ha fatto una sola domanda:’Cos’è un cadavere?'”.
Nel docufilm “Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”, prodotto da Sony Music con Except, trovano spazio La canzone di Marinella, Andrea, Il testamento di Tito, Un Giudice, Giugno ’73, La guerra di Piero, Amico fragile, Zirichiltaggia, Rimini, Via del campo, Avventura a Durango, Bocca di rosa, Volta la carta, Il pescatore.
Tutte arricchite dai testi scritti a mano da Faber, che scorrono sullo schermo mentre si dipana il concerto.
Lui, lei e l’altra, Il ritratto di Ilaria Bernardini
Un classico triangolo amoroso pieno di sorprese
18 febbraio 2020
10:00
Lui, la moglie e l’amante. Il classico triangolo amoroso si trasforma in qualcosa di inaspettato nel nuovo romanzo di Ilaria Bernardini, ‘Il ritratto’ pubblicato da Mondadori, scritto prima in inglese e poi tradotto in italiano dall’autrice, che potrebbe essere tra i titoli su cui punta la casa editrice al Premio Strega 2020. E’ una storia di amore, passione e compassione che mette due donne che amano lo stesso uomo una davanti all’altra, di cui Fremantle ha già acquisito i diritti per una serie tv. E’ un percorso di cadute e della capacità di rialzarsi di due persone che potrebbero essere state amiche, che si riconoscono.
Martin Aclà, affermato imprenditore, viene colpito da un ictus e l’equilibrio che ha creato con le donne della sua vita salta.
L’affermata scrittrice Valeria Costas, che Martin ama segretamente da 25 anni, vive a Parigi e ha dedicato tutto il suo tempo ai libri e a lui. Quando sente alla radio che Martin ha avuto un ictus viene travolta dalla disperazione e cerca di trovare un modo per raggiungerlo, per stare vicino a lui che vive a Londra con la moglie e i figli. Valeria mette in atto così un piano spericolato che la fa entrare a casa Aclà. La moglie di Martin, Isla Lawndale, è una pittrice a cui la scrittrice chiede di farle un ritratto. Così Valeria e Isla si troveranno insieme nella villa al centro di Londra dove Martin è in coma. Durante le sedute per il ritratto le due donne creano un’intimità sempre più profonda, mostrano tutta la loro fragilità e forza. “Stava accadendo davvero. Valeria era lì per farsi ritrarre. Era una donna davanti a un’altra donna. Era un’amante davanti alla moglie dell’uomo della sua vita” scrive la Bernardini, autrice di raccolte di racconti e romanzi , tra cui ‘Faremo foresta’, che scrive anche per i giornali, la televisione e il cinema, tra cui The Echo Chamber, il film testamento di Bernardo Bertolucci.
Tra bugie, ricordi, segreti, fino a Buenos Aires e Rodi, Valeria vive la sua solitudine in una Londra che diventa anche luogo di scoperta, come quando entra nel Brown Cafè dove capita proprio durante la “messa del giovedì” organizzata dalla Società della Vita, tra canzoni di Lou Reed e Adele. E quando il dolore diventa insopportabile Valeria chiama Martin al telefono e parla con la segreteria: “Vengo a casa tua ogni giorno, poso per tua moglie e uso le tue stoviglie, ma non ti posso toccare. E anche se riuscirò a toccarti, tu forse non potrai farlo mai più. Devo andarmene? Imparare a lasciarti andare?”.
Mentre Isla ha paura di uscire di casa, non riesce nemmeno a fare la spesa, perchè Martin potrebbe morire mentre lei è fuori.
Ma alla fine sono tutti rinchiusi, fuori o dentro, in un dolore che la Bernardini racconta dandogli una luce speciale. E Valeria corre, anche sotto la pioggia. A volte ha la tentazione di raccontare la verità, ma non vuole far soffrire Antonia, la figlia di Martin, nella quale cerca tracce del padre. “Perchè Isla puo’ stare al suo fianco e io no? Dovrei dirlo a tutti.
Subito” pensa la scrittrice che un po’ si risolleva quando viene raggiunta dalla sua assistente Pamela, detta Pam. ‘Il ritratto’ è molto di più di quello che immaginiamo. E si fa scoprire pagina dopo pagina con una scrittura evocativa dove l’arte e la scrittura si fanno vita. VAI ALLA POLITICA VAI ALLA CRONACA VAI A TUTTE LE NOTIZIE DAL MONDO VAI ALL’ECONOMIA VAI A TUTTE LE NOTIZIE DI TECNOLOGIA VAI AL CALCIO VAI ALLO SPORT VAI A TUTTE LE NOTIZIE DEL PIEMONTE VAI A TUTTE LE NOTIZIE DELLA JUVENTUS

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Pompei: Limoni e Faraoni, ancora meraviglie mai viste
3 nuove aperture e fine dei restauri. Franceschini: ‘E’ riscatto’
18 febbraio 2020
15:57
“Gli amanti conducono, come le api, una vita dolce come il miele”. E’ tutta in questi versi, graffiti su una parete color del vino dove sembrano nuotare placide due anatre bianche, la magia della Casa degli Amanti, gioiello senza eguali a Pompei, l’unica casa di cui ancora si conservi, quasi intatto anche il secondo piano, addirittura ancora con i suoi pavimenti in cocciopesto.
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Pompei: ancora meraviglie mai viste – LE IMMAGINI
Chiusa subito dopo il terremoto dell’Irpinia che l’aveva resa inagibile tanto da risultare pericolosa persino per gli addetti ai lavori, questa dimora della Regio I il cui proprietario rimane purtroppo avvolto nel mistero riapre al pubblico per la prima volta dopo 40 anni. “E’ incredibilmente preziosa proprio perché si tratta di un unicum dovuto alla genialità del grande Amedeo Maiuri, l’archeologo che la riportò alla luce nel 1931 e che ebbe l’intuizione di consolidare il piano superiore dell’abitazione già nel corso dello scavo”, spiega Massimo Osanna, il direttore del Parco Archeologico che oggi accoglie in grande spolvero il ministro della cultura Franceschini e la stampa per mettere finalmente l’ultima parola sul Grande Progetto di messa in sicurezza del sito, avviato nel 2014 dopo la triste stagione dei crolli. “Una storia di rinascita e di riscatto – sorride soddisfatto accanto accanto a lui il ministro pd – un modello per tutta l’Europa nella gestione dei fondi comunitari”.
Nell’arco di cinque anni anni, passo dopo passo, si è riusciti insomma a dare un senso al finanziamento di 105 milioni di euro (75 europei e 25 italiani) deciso per salvare dall’incubo del degrado un Patrimonio dell’Umanità senza eguali. Nel giorno delle celebrazioni, oggi, è un profluvio di numeri: 76 interventi eseguiti , 50 chilometri di colmi murari messi in sicurezza, 30 mila metri cubi di murature, 10 mila metri quadri di intonaci, 2,7 chilometri di fronte di scavo messo al riparo da nuovi crolli. Senza contare la ripresa della ricerca e degli scavi (oltre 2mila metri quadrati sempre nell’ambito della messa in sicurezza del terreno) .
E naturalmente i restauri delle pitture, come quelli che hanno riportato letteralmente alla luce gli affreschi della Casa del Frutteto, che insieme alla Casa degli amanti e la Casa della Nave Europa viene riaperta oggi, anche questa in pratica per la prima volta: una meraviglia recuperata dai restauratori del Parco e che ora lascia senza fiato, con le sue pareti ricoperte di frutta e fiori, limoni e corbezzoli, uccelli svolazzanti, un albero di fico a cui è avvinghiato un serpente, ma anche scene di faraoni , perché come spiega Osanna “non si tratta di una banale rappresentazione del paesaggio” dietro a queste raffigurazioni c’è un significato religioso, ci sono riferimenti a culti egiziani di Osiride e Dioniso, ai culti orientali. Di fatto una delle dimore più belle di Pompei. Che dopo il restauro, proprio per rendere più immersiva la visita, è stata dotata con un particolarissimo sistema di illuminazione a led appositamente studiato, con tanto di verifiche fatte nei laboratori dell’Ospedale San Raffaele di Milano, per non mettere a rischio le pitture. Sotto queste luci, il ‘cubicolo dell’amore’ con il suo cielo notturno, i cespugli con i fiori rosa e l’albero di fico sul quale si attorciglia flessuoso un serpentello, trasmette tutto il suo mistero.
Morgan dice no a esibizione con Bugo a Terni
Invito da associazione che organizza Tributo a Sergio Endrigo
TERNI
18 febbraio 2020
11:05
– “Non penso di avere affinità con Bugo nell’interpretazione di una scrittura come quella di Sergio Endrigo. Il tentativo faticosissimo è stato fatto ma il risultato è stato non adeguato e insufficiente. Quindi mi permetto di sconsigliarvi l’invito duplice”: così, tramite un commento pubblicato sul proprio profilo Facebook ufficiale, Morgan ha risposto alla proposta dell’associazione Terni città futura, organizzatrice da otto anni del Tributo ad Endrigo, di una riappacificazione con Cristian Bugatti durante la prossima edizione dell’evento.
“Quale palcoscenico migliore del nostro Tributo ad Endrigo – nella città che lo celebra ogni anno, che ne ospita le spoglie nel cimitero civico, che lo sente quasi un cittadino acquisito tanto da avergli dedicato una via, per far pace e celebrare il ritrovato feeling artistico e la loro rinnovata amicizia che tutto il pubblico si augura?” aveva scritto l’associazione, lanciando l’idea sempre sul social. “Magari proprio reinterpretando il brano che ha scatenato il litigio o chissà quali altri immortali brani del poeta, questa volta con la giusta soddisfazione di tutti”, avevano continuato i rappresentanti di Terni Città Futura, dicendosi pronti ad invitare i due artisti in città, con l’intenzione di proporlo loro anche attraverso le trasmissioni che li ospitano in questi giorni. A stretto giro è però arrivata la replica di Morgan, già ospite della rassegna nel 2016. “Io sono disponibile per farlo in qualsiasi formula – ha scritto il cantautore in merito all’interpretazione -: con band, da solo, con orchestra e con l’entusiasmo di condividere il palco con chiunque dimostri di avere qualcosa da dire e da esibire in merito, ma Bugo non è uno di questi. Vi scrivo questo con tutto il rammarico più realistico che posso e che non venga scambiato per altra cosa dal rispetto che ho verso il cantautore Endrigo e dalla conoscenza del suo stile”.
Verso sblocco stallo teatro Cagliari
Calledda nominato rappresentante Mibac in Consiglio indirizzo
CAGLIARI
18 febbraio 2020
11:25
– Si va verso lo sblocco dello stallo al Teatro Lirico di Cagliari. Il Ministero dei beni culturali ha, infatti, indicato il proprio rappresentante del consiglio di indirizzo: nel Cdi è stato confermato Pino Calledda. Un passo in avanti per uscire dall’impasse visto che, come denunciato anche dai sindacati, il Lirico sta andando avanti senza soprintendente dopo la scadenza della prorogatio di Nicola Colabianchi. La nomina di Calledda, che porta la firma del ministro dei Beni cultural Dario Franceschini, dà piena operatività al Consiglio di indirizzo: spetterà, infatti, ai vertici del Teatro scegliere se confermare o meno Colabianchi alla guida della struttura di via Sant’Alenixedda.
Il Cdi è composto dal presidente e sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, dal rappresentante del comune Ferdinando Coghe, dal rappresentante della Regione Giuseppe Farris e dal rappresentante ministeriale Calledda.
Premio Terzani, la cinquina dei finalisti per 2020
Titoli di Boochani, Fatland, Maalouf, Mannocchi e Temelkuran
UDINE
18 febbraio 2020
19:18
Behrouz Boochani per Nessun amico se non le montagne. Prigioniero nell’isola di Manus (add editore), Erika Fatland per La frontiera. Viaggio intorno alla Russia (Marsilio), Amin Maalouf per Il naufragio delle civiltà (La nave di Teseo), Francesca Mannocchi per Io Khaled vendo uomini e sono innocente (Einaudi) e Ece Temelkuran per Come sfasciare un paese in sette mosse. La via che porta dal populismo alla dittatura (Bollati Boringhieri). Sono questi i cinque finalisti della 16/a edizione del Premio letterario internazionale Tiziano Terzani, riconoscimento istituito e promosso dall’associazione culturale vicino/lontano di Udine insieme con la famiglia Terzani. Cinque titoli – selezionati da un elenco di 40 – che restituiscono l’attualità del nostro tempo, “per fare luce sui retroscena umani, storici o politici delle questioni di maggiore attualità nel mondo”, commenta la presidente di giuria, Angela Terzani Staude. Il vincitore sarà annunciato in aprile. Il Premio verrà consegnato il 23 maggio.
Blitz in una scuola, ‘Iene’ a processo a Ravenna
Erano entrati in classe per denunciare una professoressa
RAVENNA
18 febbraio 2020
12:58
– Un inviato e un operatore della trasmissione di Italia 1 ‘Le Iene’ sono finiti a processo davanti al tribunale monocratico di Ravenna con le accuse di violenza privata e interruzione di pubblico servizio in relazione a una sortita del 25 ottobre 2017 a un istituto scolastico di Faenza, nel Ravennate.
Il servizio, mai andato in onda, aveva come oggetto – secondo quanto riportato dal Resto del Carlino – il caso di una professoressa che si era autoassegnata una cattedra nonostante fosse direttrice dell’istituto e presidente della commissione del bando di concorso, poi annullato dal Ministero in seguito al ricorso presentato dalla seconda classificata. Secondo l’accusa, i due de ‘Le Iene’ quella mattina erano entrati in classe durante le lezioni tanto che la professoressa, pur non rispondendo alle domande, si sentì impossibilitata a continuare la lezione.
Tuttavia, non la professoressa ma la preside della scuola si è costituita parte civile ottenendo nell’udienza di ieri il via libera della citazione come responsabile civile della Rti spa, gruppo che produce ‘Le Iene’.
David di Donatello, 18 nomination per Il Traditore, poi Il primo Re e Pinocchio
Bellocchio, Rovere e Garrone dominano. Premi su Rai1 il 3/4
18 febbraio 2020
14:51
Diciotto candidature per Il traditore di Marco Bellocchio. Seguono Il Primo Re di Matteo Rovere e Pinocchio di Matteo Garrone con 15, mentre per Martin Eden di Pietro Marcello 11 candidature. Questi i film che hanno avuto maggiori nomination alla 65° edizione dei Premi David di Donatello annunciati nella sede Rai di Viale Mazzini. La cerimonia di consegna dei premi andrà in onda venerdì 3 aprile, in prima serata su Rai1.
Tra gli altri film in corsa, ‘5 è il numero perfetto’ di Igort ha ottenuto 9 candidature, ‘Suspiria’ di Luca Guadagnino 6 e, infine, ‘Bangla’ di Phaim Bhuiyan, ‘Il sindaco del Rione Sanità’ di Mario Martone e ‘La Dea Fortuna’ di Ferzan Ozpetek quattro candidature.
Le nomination riguardano i film usciti al cinema dal primo gennaio al 31 dicembre 2019, votati dal 7 gennaio all’8 febbraio 2020 dai componenti la Giuria dell’Accademia e trasmesse ufficialmente dallo Studio Notarile Marco Papi. Le ha comunicate, nell’incontro con la stampa, Piera Detassis, presidente e direttore artistico dell’Accademia.
“Sarei uno sciocco se non ne fossi sinceramente soddisfatto. La mia contentezza – dichiara a caldo
Marco Bellocchio, che con 18 nomination per Il Traditore è in testa tra le candidature dei premi David di Donatello – è anche e soprattutto per le candidature dei tanti collaboratori di cui si riconosce il merito. E questo mi fa enormemente piacere.
Abbiamo tutti lavorato con entusiasmo e onestà e se questo è stato riconosciuto non posso che apprezzarlo e andare avanti con il mio lavoro”
Le candidature ai premi David di Donatello 2020:
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA I villeggianti: Valeria BRUNI TEDESCHI La dea fortuna: Jasmine TRINCA Mio fratello rincorre i dinosauri: Isabella RAGONESE Ricordi?: Linda CARIDI Rosa: Lunetta SAVINO Tutto il mio folle amore: Valeria GOLINO
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA 5 è il numero perfetto: Toni SERVILLO Il primo re: Alessandro BORGHI Il sindaco del rione Sanità: Francesco DI LEVA Il traditore: Pierfrancesco FAVINO Martin Eden: Luca MARINELLI
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA 5 è il numero perfetto: Valeria GOLINO Domani è un altro giorno: Anna FERZETTI Il primo re: Tania GARRIBBA Il traditore: Maria AMATO Pinocchio: Alida BALDARI CALABRIA
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA 5 è il numero perfetto: Carlo BUCCIROSSO Il campione: Stefano ACCORSI Il traditore: Fabrizio FERRACANE Il traditore: Luigi LO CASCIO Pinocchio: Roberto BENIGNI
Le ‘Altre forme di vita’ al Salone del Libro 2020
Faro sull’ambiente. Attesi Rushdie, Ernaux, O’Brien e Piketty
TORINO
19 febbraio 2020
10:12
“Altre forme di vita è un’esortazione a fantasticare sulla fisionomia umana negli anni a venire, a un decennio dai traguardi fissati dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”. Il direttore editoriale Nicola Lagioia spiega così la scelta del tema dell’edizione 2020 del Salone Internazionale del Libro di Torino, dal 14 al 18 maggio nei tre padiglioni di Lingotto Fiere, Oval e Centro Congressi. Cinque giorni di dialogo intorno ai libri e alla lettura per immaginare il futuro dell’umanità con oltre 2.000 tra scrittori, filosofi, scienziati, artisti, economisti. Ci saranno due focus internazionali su Irlanda e Canada, mentre la regione italiana ospite sarà la Campania. Attenzione ai temi sollevati dalle nuove generazioni con l’ambiente protagonista: i giovani di Fridays For Future avranno uno stand e ci sarà il Bosco degli Scrittori.
La trentatreesima edizione del Salone – la più grande fiera dell’editoria italiana con più di 1.200 editori, 1.300 eventi con autori da tutto il mondo in 63.000 mq di spazi espositivi – è stata presentata, all’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, da Silvio Viale, presidente dell’Associazione la Città del Libro; Giulio Biino, presidente della Fondazione Circolo dei lettori, Elena Loewenthal, direttore della Fondazione Circolo dei lettori e Lagioia. In sala la sindaca Chiara Appendino con l’assessora Francesca Leon, il governatore del Piemonte Alberto Cirio con la numero uno della Cultura regionale Vittoria Poggio. Annunciati da Lagioia i primi ospiti: Salman Rushdie; Annie Ernaux; Edna O’Brien; Gabrielle Filteau-Chiba; Thomas Piketty e i concerti dell’Orchestra Scarlatti Junior, di Pat Metheny e di Francesco Bianconi. Svelato anche il manifesto, opera dell’illustratrice Mara Cerri, che con elementi umani, vegetali e animali intreccia natura e cultura. Il prefisso SalTo diventa comune denominatore per tutte le attività. All’interno del Salone – spiega Lagioia – sorgerà un vero bosco realizzato in piena sostenibilità con alberi, cespugli, manti erbosi. È il Bosco degli scrittori, progetto di Aboca Edizioni in collaborazione con il Salone del Libro: uno spazio pensato per immergersi nella natura e partecipare a incontri, letture, presentazioni, dibattiti sui temi dell’ecologia e della letteratura.Inoltre, il Salone siederà al tavolo tecnico di Francoforte 2023, anno in cui l’Italia sarà il Paese ospite della fiera.
“E’ la prima volta che riusciamo a organizzare il Salone con una certa tranquillità. Serve un piano strategico di tutti i partner per renderlo ancora più stabile”, osserva Viale. “Il Salone è uscito dall’emergenza ed è diventato maturo”, aggiunge Biino. Concorda Lagioia: “Il Salone oggi è molto più solido, il peggio è passato anche se bisogna sempre tenere la guardia alta. La comunità ha tenuto. Editori, librai e bibliotecari hanno creduto in noi. Il nostro è un orgoglio condiviso”. Commossa Elena Loewenthal che ha sottolineato la simbiosi tra il Circolo e il Salone, ma anche il loro legame imprescindibile con Torino e il Piemonte. Al Salone di Torino, che ha il sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e del ministero per i Beni culturali e il Turismo, torna il Premio Strega Europeo, c’è anche una nuova intesa con il Collegio Carlo Alberto e una collaborazione con Torino Comics. Il 17 e il 18 maggio chi vuole imparare come si lavora in una casa editrice potrà frequentare un corso intensivo e gratuito alla scuola di editoria, una delle novità di SalTo20. In attesa del Salone quattro speciali Anteprime: tra a marzo e aprile arriveranno a Torino, tra Circolo dei Lettori e Scuola Holden, Simon Sellers, Ben lerner, Miles Hyman e Judith Schalansky.
Lutto nello spettacolo, è morto l’attore Flavio Bucci
Celebre in tv con Ligabue, tanti ruoli tra cinema e sceneggiati
18 febbraio 2020
14:50
“E’ morto Flavio Bucci, il grande interprete noto per personaggio di Antonio Ligabue e decine di film come il Marchese del Grillo”. A renderlo noto in un post su Facebook il sindaco di Fiumicino Esterino Montino. Bucci da alcuni anni risiedeva a Passoscuro, sul litorale romano. A trovare Flavio Bucci stamane attorno alle 9 privo di vita e riverso sul pavimento della casa di Passoscuro una persona che aveva accesso all’alloggio e che poi ha dato l’allarme. Inutili i soccorsi da parte del personale del 118 arrivato sul posto. L’attore, che aveva 72 anni, era già morto.
Bucci era nato a Torino il 25 maggio 1947 da una famiglia molisano-pugliese e si era formato professionalmente alla Scuola del Teatro Stabile di Torino. Il debutto nel cinema è nel 1973 con Elio Petri che lo volle come protagonista del suo film La proprietà non è più un furto. Nel 1977 la grande popolarità con il personaggio di Ligabue nell’omonimo sceneggiato televisivo Rai diretto da Salvatore Nocita con il quale tornerà per un piccolo ruolo nei Promessi Sposi (1989). Sempre per il piccolo schermo ha recitato nella prima Piovra (1984) di Damiano Damiani e in L’avvocato Guerrieri – Ad occhi chiusi (2008) di Alberto Sironi. Tanti i ruoli di caratterista al cinema, dal prete Don Bastiano nel Marchese del Grillo di Mario Monicelli (1981) al Divo di Paolo Sorrentino (2008).
David: miglior film straniero è Parasite
Come miglior corto vince Inverno di Gliulio Mastromauro
18 febbraio 2020
14:03
– Durante la conferenza stampa per l’annuncio delle candidature della 65/a edizione dei David di Donatello, che verranno consegnati il 3 aprile, sono stati proclamati anche i due primi vincitori. Come miglior film straniero il David va a Parasite di Bong Joon Ho mentre la statuetta per il miglior corto è stata assegnata a Inverno di Giulio Mastromauro.
Il film sudocoreano già trionfatore agli Oscar, era in gara con C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino, Green Book di Peter Farrelly, Joker di Todd Phillips e L’ufficiale e la spia di Roman Polanski. “La votazione per il film straniero si è chiusa il giorno prima degli Oscar, la giuria non si è fatta trascinare da quel risultato” precisa Piera Detassis, presidente e direttore artistico dell’Accademia dei David.
Molto emozionato Giulio Mastromauro per la vittoria fra i corti del suo Inverno: “Sono felicissimo che l’Accademia abbia scelto di premiare un corto così personale e intimo. Parla di infanzia e perdita, è una storia autobiografica che per me non è stato facile affrontare ma è stato comunque liberatorio”.
Primo al box office il film concerto De Andrè-Pfm
Il documentario di Veltroni in 370 cinema dal 17 al 19 febbraio
18 febbraio 2020
14:07
– Primo posto al box office per “Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato” di Walter Veltroni, che ha conquistato 25.000 spettatori(e incassato oltre 270 mila euro) e si è posizionato primo in classifica davanti al nuovo film di Muccino e a Parasite, nella giornata di lunedì 17 febbraio. Un risultato che arriva proprio nel giorno dell’ottantesimo anniversario della nascita dell’artista. Il film sarà in oltre 370 cinema italiani ancora martedì 18 e mercoledì 19 febbraio (elenco sale su http://www.nexodigital.it).
Lo storico filmato del concerto di Fabrizio De André con la PFM, recentemente ritrovato dopo essere stato custodito per oltre 40 anni dal regista Piero Frattari che partecipò alla realizzazione delle riprese, è diventato un docufilm diretto da Walter Veltroni, dedicato a quella indimenticabile pagina della storia della musica italiana. Dopo un lungo periodo di ricerca con il supporto di Franz Di Cioccio, il nastro che si credeva perduto per sempre è stato rintracciato e grazie al regista Piero Frattari, che lo ha salvato e conservato nel corso dei decenni, è stato recentemente possibile restaurarlo. Il docufilm ricostruisce quell’epoca indimenticabile che ha segnato un momento storico – l’irripetibile sodalizio artistico tra uno dei più grandi artisti italiani di sempre e la rock band italiana più conosciuta al mondo – partendo soprattutto dalla ritrovata registrazione video completa del concerto di Genova del 3 gennaio 1979, un documento veramente straordinario visto che si tratta delle uniche immagini di quell’incredibile tournée.
Il docufilm di Sony Music, “Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”, è distribuito al cinema da Nexo Digital. L’elenco sale su http://www.nexodigital.it, con i media partner Radio DEEJAY, MYmovies.it, Rockol.it, Onstage.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Accademia Belle Arti Napoli, Cc riconsegnano dipinto rubato
Olio su tela di Giulio Carpioni trafugato nel 1975
NAPOLI
18 febbraio 2020
14:48
– E’ tornato a casa, tra le mura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, dopo 45 anni, l’olio su tela raffigurante ‘Putti danzanti in paesaggio arcadico’ del pittore veneziano Giulio Carpioni. L’opera era stata rubata nel 1975 ed è stata recuperata dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine nell’ambito dell’operazione internazionale coordinata da Europol denominata Pandora IV, finalizzata al contrasto del traffico illecito di beni culturali. Il dipinto torna all’Accademia proprio mentre l’Istituto sta procedendo ai lavori di riorganizzazione della Galleria dell’Accademia che sarà riaperta a breve.
”Esprimo la mia e la nostra gratitudine a chi lavora perché avvengano simili prodigi – ha detto il presidente dell’Accademia, Giulio Baffi, oggi in un incontro – che sono il frutto di un percorso complicato, di un lavoro faticoso e di un occhio attento e scrupoloso”. Il dipinto – come ha spiegato il maggiore Lorenzo Pella, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine – acquistato in una casa d’aste a Vienna, era stato localizzato presso un gallerista di Padova.
L’indagine è durata un paio di anni. Un primo monitoraggio effettuato nel gennaio 2018 attraverso i siti web che trattano la compravendita di oggetti d’arte aveva fatto risaltare all’occhio il dipinto ”per bellezza e per fattura” e in conseguenza di ciò sono stati avviati riscontri con le informazioni contenute nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio culturale.
Verifiche che hanno consentito di appurare la perfetta corrispondenza tra il dipinto oggetto di indagine e quello sottratto all’Accademia. ”Le indagini – ha sottolineato il comandante Pella – sono ancora in corso, ma al momento riteniamo che sia il mandatario alla vendita sia l’acquirente abbiano agito in buona fede”. L’opera, risalente all’epoca barocca e in ottime condizioni, ha un valore di 30mila euro.
”La nostra Istituzione continua a collaborare con chi ha il compito e la possibilità di tutelare il patrimonio – ha concluso il direttore dell’Accademia, Giuseppe Gaeta – li ritengo degli eroi perché il loro lavoro consente di restituire beni non solo alla nostra Istituzione pubblica ma alla collettività”. Secondo quanto riferito, il business legato al commercio illegale di oggetti d’arte costituisce sempre di più un mercato che arricchisce le organizzazioni criminali e si pone dietro solo al traffico d’armi e di sostanze stupefacenti.
Allianz entra nel cda della Scala, esce Mapei
Da marzo Meyer sovrintendente, stessi poteri e compenso Pereira
MILANO
19 febbraio 2020
Allianz, con il suo ad Giacomo Campora, entra nel consiglio di amministrazione del teatro alla Scala al posto di Mapei. E’ questa la novità principale del cda che si è riunito il 18 febbraio per la prima volta, subito dopo l’assemblea dei soci che ha eletto i membri di sua competenza. Un primo passo che porterà al ricambio dei vertici del teatro entro il primo marzo, quando entrerà in carica come sovrintendente il francese Dominique Meyer. Dell’addio di Mapei c’erano già state avvisaglie dopo che il gruppo non aveva indicato un sostituto in consiglio al posto di Giorgio Squinzi, il patron grande appassionato di musica e grande amico dell’ormai ex sovrintendente Alexander Pereira, morto lo scorso maggio.
Sedere nel board è un onore, ma anche un onere, dato che bisogna assicurare un finanziamento di circa 3 milioni di euro l’anno per tre anni. E d’altronde un sostituto andava trovato perché il cda, da statuto, deve avere minimo nove membri. “Allianz – ha concesso il sindaco Giuseppe Sala, che è presidente del teatro – è sempre più presente a Milano, soprattutto dal punto di vista culturale ma non solo”. Oltre a Campora, l’assemblea dei soci del teatro ha confermato in consiglio Giovanni Bazoli per Fondazione Cariplo, Claudio Descalzi per Eni e Aldo Poli per la fondazione banca del Monte di Lombardia. Confermato anche Alberto Meomartini per la Camera di Commercio di Milano e il finanziere Francesco Micheli per il Mibact, che ha invece cambiato il suo secondo consigliere. Al posto di Margherita Zambon, il ministro Dario Franceschini ha scelto Maite Carpio, regista, giornalista e seconda moglie di Paolo Bulgari, della famiglia di gioiellieri. Cambio anche da parte della Regione Lombardia, che, dato il benservito al critico d’arte Philippe Daverio, ha chiamato il pianista Nazzareno Carusi, attuale responsabile musica del Dipartimento cultura di Forza Italia che nel curriculum ha anche una apparizione a Zelig. “Primo giorno di scuola” ha scherzato Campora alla fine della riunione (tutti presenti tranne Carpio, in collegamento telefonico) che è servita a definire le future deleghe di Meyer. Saranno “né più né meno di quelle di Pereira” ha spiegato il sindaco. Questo significa che il francese sarà non solo sovrintendente, ma anche direttore artistico.
Anche dal punto di vista economico, il compenso resterà esattamente lo stesso. Delle altre questioni sul tavolo, a partire dal bilancio della Scala, si parlerà nella prossima riunione già fissata per inizio marzo. Quella sarà l’occasione per parlare anche del progetto della cittadella della Scala, che riunirà i vari laboratori ora all’ex Ansaldo, i depositi e l’Accademia. “Credo – ha osservato Sala – che possa funzionare l’ipotesi Rubattino” come zona dove costruire la cittadella. “Per me quella è la via maestra – ha aggiunto -. Stiamo capendo se può esser fatto, ma io sono assolutamente favorevole”.
Rinascimento marchigiano, l’arte resiste al sisma
A Roma 36 opere da ‘400 a ‘700 restaurate dopo terremoto 2016
18 febbraio 2020
15:49
– I colori caldi e la preziosità dell’oro nelle tavole con le Scene della vita di Santa Lucia dipinte da Jacobello del Fiore e provenienti dal Palazzo dei Priori di Fermo; il gioco di gesti e sguardi dell’imponente Visitazione di Giovanni Baglione del Santuario di Santa Maria delle Vergini di Macerata; la resa perfetta dei tessuti decorati nella Madonna adorante il Bambino e angeli musicanti di Vittore Crivelli, conservata alla Pinacoteca Civica di Sarnano. E poi, accanto a questi capolavori d’arte strappati alla violenza distruttrice del terremoto, anche opere che fungono da testimonianza tangibile della devozione popolare o che sono simboli di ciò che non sarà più, come l’olio su tela dipinto da un anonimo artista con i Santi Pietro e Paolo, un tempo custodito nella chiesa della frazione Capodacqua di Arquata del Tronto, ormai irrimediabilmente distrutta. Arriva a Roma, dopo la prima tappa di Ascoli Piceno, la mostra itinerante “Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma”, in programma al Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei Piceni dal 18 febbraio al 5 luglio.
Esposte nel percorso 36 opere d’arte – tra dipinti, arredi e sculture – databili tra il ‘400 e il ‘700, che sono state restaurate dopo il terremoto del 2016 e che sono tutte espressione della ricchezza culturale del territorio marchigiano. A cura di Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, la mostra (che concluderà il suo viaggio a Palazzo del Duca di Senigallia, dal 23 luglio al 3 novembre) è frutto della convenzione siglata tra Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni, che insieme, con la collaborazione della Regione Marche, hanno permesso gli interventi di restauro. Fondamentale è stato l’apporto scientifico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e delle Università di Urbino e di Camerino.
Ozpetek, le mie Mine vaganti in scena
Con Pannofino, Minaccioni, Marchesi da 19/2 a Roma già sold out
19 febbraio 2020
10:00
“Ci hanno chiesto lo spettacolo anche a Broadway. Poi si è messo in mezzo un avvocato americano. Un vero personaggio, meriterebbe un film. E non se n’è fatto nulla”. Così Ferzan Ozpetek accompagna a Roma “Mine vaganti”, lo spettacolo che lui stesso ha tratto dal suo film di gran successo del 2010 (2 David di Donatello, 5 Nastri d’argento, 4 Globi d’oro, Premio speciale della giuria al Tribeca di New York) che segna anche la sua prima volta alla regia di un testo di prosa. Un successo quasi annunciato se, dopo un rodaggio di 25 repliche in giro per l’Italia, lo spettacolo ora arriva alla sua tappa più importante di questa stagione, l’Ambra Jovinelli, dove resterà da domani all’1 marzo, già sold out da due mesi. “Abbiamo aggiunto all’ultimo due ulteriori repliche – racconta la direttrice artistica Fabrizia Pompilio – Bruciate subito anche quelle: 1600 posti esauriti in due giorni”.
Questa volta, al posto di Riccardo Scamarcio e Alessandro Preziosi, a interpretare Tommaso e Antonio, i due fratelli leccesi che tentano, con sorti diverse, di rivelarsi gay alla famiglia, sono Arturo Muselli e Giorgio Marchesi, mentre Francesco Pannofino è il padre Vincenzo Cantone, Paola Minaccioni (che al cinema era la cameriera Teresa) è la madre Stefania e Caterina Vertova la nonna. In tutto 11 attori, con la produzione di Marco Balsamo. “Come trasporto in scena i sentimenti, i momenti malinconici, le risate di quel film? È la prima domanda che mi sono posto – ammette Ozpetek – La prima volta che raccontai la storia a Domenico Procacci (produttore della pellicola ndr), eravamo in macchina, in Sardegna, andando da Fiorello per proporgli una cosa. E lui subito mi disse che poteva essere anche un testo teatrale. Per adattarlo alla scena – prosegue – ho lavorato per sottrazione, sfondato la quarta parete e trasformando la platea nella piazza di paese. I personaggi salgono e scendono dal palco, interagiscono con il pubblico che si sente coinvolto. Anche su internet, dove i commenti sono spietati, sto ricevendo solo cose belle. Mi sento male solo quando mi dicono che lo spettacolo è più bello del film. E poi nella mia carriera sono sempre stato fortunato con gli attori. Ho un sesto senso nella scelta e qui ho voluto anche debuttanti”. “Non siamo solo 11 attori in scena – aggiunge Pannofino – quando si apre il sipario in questo spettacolo recitano anche le sedie, gli oggetti”.
“Sono passati dieci anni dal film – racconta la Minaccioni – Sul set Ferzan mi diceva ‘fai meno, niente facce, meno battute’. Ora invece mi ha spinto a trovare delle cose mie a sperimentare sul personaggio”. Per il regista, dopo tanti successi al cinema, il teatro arriva dopo la lirica, con le regie della Traviata, Aida e Madama Butterfly. “Prima della Traviata – racconta – andai a casa di Zeffirelli per una benedizione. Era una sfida per me. Visconti, Pirandello? Sono giganti, ho un grandissimo rispetto. Però penso che teatro, cinema, pittura, scrittura siano la stessa cosa. E dirigere uno spettacolo è come cucinare: bisogna avere buoni ingredienti – dice – Mi era stato offerto molte volte di fare teatro. Ma ho sempre detto di no. Con Balsamo ho accettato per non sentirlo più insistere, come quando ci si concede a un amante per sfinimento”, ride. Ora lo spettacolo è richiestissimo. “Quando è arrivata la richiesta di Broadway ci siamo emozionati tantissimo – dice – Ma si è messo di mezzo questo avvocato americano, da farci un film. Ho accettato però di andare a Madrid venti giorni per montare una versione con attori spagnoli. Ci sono richieste dalla Turchia. Da Francia e Germania hanno chiesto di poter leggere il testo. Mi sono dato delle arie e ho detto: ‘no, se volete, venite a vederlo’. Sicuramente farò ancora un altro spettacolo – conclude – Ma non da un mio film. Vorrei una cosa un po’ diversa”.
Baglioni, dopo Caracalla anche Siracusa e Arena
Dal 6 al 18/6 a Roma, il 17/7 al Teatro Greco e il 18/9 a Verona
18 febbraio 2020
15:51
– Claudio Baglioni annuncia altre due date per il suo Dodici Note, concerto di pop-rock sinfonico, che spazia dalle sonorità della grande orchestra classica con coro lirico a quelle di una poderosa big band con voci moderne. Dopo le già annunciate 12 date dal 6 al 18 giugno alle Terme di Caracalla di Roma – in cui, per la prima volta in assoluto, la stagione estiva dell’Opera di Roma alle Terme di Caracalla ospiterà dodici serate consecutive dello stesso artista – il cantautore porterà la sua musica anche al Teatro Greci di Siracusa il 17 luglio e all’Arena di Verona il 18 settembre.
Dodici note, come i dodici brani che comporranno il nuovo album di inediti di Baglioni, in uscita nei prossimi mesi.
Cremonini, dal 28/2 il nuovo brano Giovane Stupida
Da giugno 7 live negli stadi per festeggiare 20 anni di carriera
18 febbraio 2020
16:07
– Sarà in radio dal 28 febbraio “Giovane stupida”, il nuovo singolo di Cesare Cremonini, il secondo estratto dalla raccolta Cremonini 2C2C The Best Of. “Una canzone scritta per una ragazza meravigliosa – spiega Cesare – ma anche una piccola commedia sentimentale sull’amore: 23 anni lei, 39 io. Il messaggio di questa canzone che potrebbe essere un film, capovolge gli stereotipi e spiega che come sempre l’amore è capace di rendere accettabile e positivo tutto ciò che al mondo può sembrare a prima vista sbagliato o criticabile”.
Il testo, racconta ancora Cremonini, “è un omaggio e uno sguardo divertito alle differenze che emergono quando due persone di generazioni diverse si incontrano come opposti ma alla fine non sanno fare a meno l’uno dell’altra. ‘Stupido’ nel mio vocabolario dell’amore assume quasi sempre il suo significato originario: stupēre, stupìre”.
E in estate Cremonini tornerà sul palco degli stadi italiani, dal 21 giugno, con 7 concerti in cui ripercorrerà la sua carriera partita nel 1999. Il tour si chiuderà il 18 luglio all’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.
“Quello di Imola – dice Cesare – sarà un evento straordinario, nato dall’esigenza di creare uno show indimenticabile in Emilia-Romagna per ripercorrere questi miei primi 20 anni di carriera. Mi hanno proposto di celebrare tutto questo nel cuore stesso della mia terra, l’Emilia, che è la mia vita, la mia seconda pelle e il mio Dna. L’autodromo di Imola è un luogo magico, reso immortale dalla storia della Formula Uno, dal ricordo commovente e senza tempo di Ayrton Senna, e nella musica, naturalmente da Vasco Rossi che lo ha trasformato in un tempio leggendario della musica italiana e internazionale”.
Ad Assisi premio Dignità Giuliano-Dalmata a Cristicchi
“Riconoscimento per esuli è si conosca loro storia” dice artista
ASSISI
18 febbraio 2020
17:30
– Consegnato a Simone Cristicchi il premio “Dignità Giuliano-Dalmata nel mondo” promosso ad Assisi in occasione del Giorno del ricordo per commemorare la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. La cerimonia si è svolta nella sala della Conciliazione del Comune, affollata di studenti e alla presenza del sindaco Stefania Proietti.
Cristicchi ha raccontato aneddoti della sua vita, ha stimolato i ragazzi con le sue riflessioni – riferisce il Comune – sulle cause di “obbrobri che hanno strappato la dignità e l’identità”. A proposito del popolo giuliano-dalmata, ha elogiato “il grande amore degli esuli per le proprie radici” e ha invitato “a non scontrarsi mai sulla memoria”. “Il vero risarcimento per gli esuli – ha detto – è che si conosca, si riconosca e si rispetta la loro storia”.
A Cristicchi il premio è stato assegnato “per aver saputo con alta qualità artistica e comunicativa ricordare e spiegare alle nuove generazioni il dramma del popolo istriano fiumano dalmata che ha fondato la propria battaglia contro l’inclemenza della storia sulla fedeltà alle origini, sullo spirito di sacrificio e sulla forza di emergere dalla sofferenza per l’ingiustizia subita”.
Ornella Muti madrina del Gran Ballo di Vienna
Per l’Italia parteciperà Alessia Veggo, vincitrice dell’analoga kermesse romana
18 febbraio 2020
22:28
Il 20 febbraio torna il Ballo dell’Opera di Vienna, giunto alla sua 64° edizione: tra le 144 coppie che prenderanno parte all’evento, da ben 11 Paesi, a rappresentare l’Italia sarà la studentessa veneta Alessia Veggo. La giovane vicentina è stata incoronata alla 13° edizione del Gran Ballo Viennese di Roma, e ora volteggerà con il suo cavaliere all’Opernball. Al suo fianco Marco Dronigi, diciannovenne viennese di padre italiano e mamma austriaca. Marco frequenta l’ultimo anno del prestigioso liceo “Kollegium Kalksburg”, due grandi passioni: la scherma e il ballo di coppia. IL SITO DEL GRAN BALLO VIENNESE È grazie al connubio e alla collaborazione nata tra Elvia Venosa, ideatrice dell’edizione italiana, l’Ambasciata d’Austria e la Città di Vienna, che ogni anno una giovane coppia ha il grande privilegio di partecipare al celebre “Ballo Dell’Opera di Vienna”, che va in scena nella capitale austriaca nella sera di giovedì grasso. La kermesse viennese inaugurata nel 1877 per volere dell’imperatore Franco Giuseppe, con i suoi 200 anni di fascino e glamour, è uno degli appuntamenti annuali più importanti della società austriaca. Ogni anno il Teatro dell’Opera di Vienna si trasforma nella sala da ballo più fastosa al mondo, per regalare uno spettacolo unico, richiamando l’attenzione non solo di migliaia di spettatori, ma di tutta la stampa internazionale, questi alcuni numeri: 144 coppie, 5.500 partecipanti provenienti da tutto il mondo, 1709 posti a sedere, 150 orchestrali, 700 composizioni floreali, oltre 2,5 milioni di spettatori in mondo visione.

La cerimonia di apertura ha inizio: la fanfara saluta le alte cariche dello Stato e i suoi ospiti, le coppie di debuttanti fanno il loro ingresso in sala, sfilando sulle note dell’orchestra sinfonica, le ragazze in abito bianco, con tiara Swarovski firmata quest’anno da Monsieur Christian Lacroix nei capelli, i ragazzi in frac. Tradizione, eleganza e magia. Elemento fondamentale nell’outfit delle debuttanti è la tiara. Principesca, iconica e soprattutto scintillante. Il design del diadema di Lacroix si ispira, come il resto della serata al “Flauto magico” di Mozart. Nello specifico alla potente Regina della Notte. Il copricapo è composto da 72 cristalli di colore chiaro. La tiara è stata progettata per evocare il fascino magico della musica. Il cielo notturno e le storie fiabesche di principi e principesse. Alessia Veggo sarà l’unica principessa italiana ad indossare la magnifica tiara Swarovski firmata da Lacroix. Con i suoi 19 anni e tanti sogni nel cassetto.

Un ricco programma allieterà la serata dei partecipanti e di milioni di telespettatori, infatti, sono previste le esibizioni della soprano Aida Garifullina e del tenore Piotr Beczala, accompagnate dall’orchestra dell’Opera di Vienna diretta dal maestro Daniel Hardin e di numerosi corpi di ballo, con ballerini del calibro di Olga Esina (prima ballerina del corpo di danza dell’Opera di Vienna), Nikisha Fogo, Eno Peci e molti altri artisti.
Come ogni anno tante le presenze istituzionali hanno confermato la loro presenza a questa importante manifestazione a partire dal Presidente della Repubblica austriaca Van Der Bellen, ai numerosi politici dell’intero arco costituzionale austriaco. Sarà, inoltre, presente la Ministra Europea Karoline Edststadler e il Vicepresidente greco della Commissione Europea, Margaritis Schinas. Un capitolo a parte merita la presenza di un’altra bellezza italiana che impreziosirà l’evento sarà, infatti, Ornella Muti la madrina di questa edizione, al fianco dell’eccentrico imprenditore austriaco Richard Lugner. In passato Lugner è stato accompagnato all’evento mondano più importante dell’anno da Elisabetta Canalis, Kim Kardshian, Gina Lollobrigida, Sophia Loren e Claudia Cardinale.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Venezia: libri danneggiati da maree diventano opere d’arte
Assegnate all’asta a Bologna, iniziativa di tre studentesse Ied
BOLOGNA
18 febbraio 2020
18:22
– I libri tornano ai libri: prosegue il viaggio artistico-solidale di Libricontrocorrente, iniziativa spontanea di tre studentesse di Graphic Design in Ied Milano (Maria Vittoria Miccoli Minarelli, Ambre Carladous e Anna Carera) volta al recupero e alla rivalorizzazione dei libri danneggiati dalle maree che hanno colpito Venezia lo scorso autunno. Dopo l’asta benefica online che ha ha visto protagoniste oltre 100 opere d’arte contemporanea frutto della trasformazione dei volumi da parte di studenti, docenti e designer coinvolti nell’ambito dell’Istituto Europeo di Design, a Palazzo Vizzani – nel cuore di Bologna – sono state battute all’asta e assegnate tutte le 30 opere realizzate dagli artisti coinvolti nel capoluogo emiliano grazie alla collaborazione con l’Associazione Alchemilla, che ha sede proprio nel palazzo tardo-cinquecentesco.
L’asta è stata battuta dal duo artistico Saggion-Paganello, in residenza studio, grazie ad Alchemilla, proprio a Palazzo Vizzani. Il duo è autore dell’installazione a tema ‘Aspettando che l’acqua dissolva ogni cosa’, a cura di Fulvio Chimento, visibile fino al 29 febbraio e centrata sui volumi della libreria Acqua Alta danneggiati, recuperati e trasformarti in opere con il contributo di diversi artisti: il risultato sono piccole sculture di carta, illustrazioni, acquerelli, combinazioni di graphic art, illustrazione e scultura. Le 30 opere provenienti dai libri al macero, battute all’asta a Palazzo Vizzani, sono state eseguite da 16 artisti. I fondi ricavati dall’asta di Palazzo Vizzani e quelli della prima asta battuta online (per un totale di circa 10.000 euro) sono destinati alla veneziana Fondazione Querini Stampalia, luogo di cultura con 150 anni di storia alle spalle, seriamente danneggiato dalle maree eccezionali di fine 2019.
Milano Moda Donna senza Asia, in 1000 rimasti a casa
Dal 19 al 24 febbraio la nuova edizione ospiterà 56 sfilate
MILANO
18 febbraio 2020
20:23
– Si apre il 18 febbraio sotto il segno della Cina, la grande assente di queste sfilate, la nuova edizione di Milano Moda Donna, che dal 19 al 24 febbraio ospiterà 56 sfilate, 96 presentazioni e 34 eventi, per un totale di 188 appuntamenti. Ma nessuno nasconde la paura per il coronavirus, che si fa sentire già dalle assenze a questa edizione, con mille addetti ai lavori cinesi rimasti a casa.
Non è un caso che l’inaugurazione del fashion hub della Camera Moda coincida con il lancio della campagna “China, we are with you”, pensata per permettere al mondo della moda cinese di vivere l’esperienza della Fashion Week in streaming. Così 8 giovani designer partecipano virtualmente alla kermesse grazie a video e nuove tecnologie. L’unico presente è Han Wen, che abita a Londra. Non si è lasciata scoraggiare, invece, la 35enne Anna Yang che è arrivata facendo scalo a Francoforte. La collezione del suo marchio Annakiki era già pronta e ha confermato la sfilata. Assenti dalle passerelle Angel Chen, Ricostru e Hui.
Clerici torna in autunno su Rai1 con nuovo format
La conduttrice lavora al nuovo show con la direzione di rete
18 febbraio 2020
20:26
– Un format tutto nuovo, in onda il prossimo autunno: è il progetto che riporterà Antonella Clerici su Rai1 e al quale la stessa conduttrice sta lavorando d’intesa con la direzione di rete.
Ad annunciare la fine dell”esilio” per il volto storico dell’ammiraglia è stato lo stesso direttore, Stefano Coletta, qualche giorno fa a Sanremo. “Trovo che sia una bestemmia che Antonella non sia presente su Rai1 da un po’ di tempo: sarà un asset della rete”, ha sottolineato Coletta. Parole che hanno commosso la conduttrice, anche lei a Sanremo, scoppiata in un pianto liberatorio.
Da 34 anni in Rai, un contratto in scadenza a fine giugno, alle spalle il malumore per essere rimasta fuori dai palinsesti autunnali dopo il doloroso addio alla Prova del cuoco (una scelta maturata anche per dedicarsi alla vita privata), lo stop a Sanremo Young e il risultato poco brillante di Portobello, Clerici aveva detto no alla conduzione di Miss Italia, ma era riapparsa su Rai1 per lo Zecchino d’Oro e per Telethon e poi nella giuria di Sanremo Giovani. In autunno la rivedremo alla guida di uno show nuovo di zecca.
Il Ragazzo italiano di Gian Arturo Ferrari
21 febbraio 2020
15:47
GIAN ARTURO FERRARI, RAGAZZO ITALIANO (FELTRINELLI, PP 310, EURO 18,00). Bambino nell’Italia del dopoguerra, cresciuto nella provincia contadina, tra i paesi con nomi d’invenzione di Querciano e Zanegrate. Ragazzino con un po’ di balbuzie che “non aveva abilità né virtù al di fuori di quelle legate alla memoria e al ricordare, dunque ai libri”. Ragazzo nella Milano riformista, della prima rivoluzione industriale. E’ Ninni/Piero, il protagonista di ‘Ragazzo italiano’, il romanzo d’esordio di Gian Arturo Ferrari, esponente di primo piano dell’editoria, pubblicato da Feltrinelli che con questo titolo potrebbe tornare al Premio Strega, disertato da anni.
A 76 anni Ferrari esordisce nella narrativa con un libro di formazione di matrice autobiografica, dove vicende reali e inventate si intrecciano, in cui la storia personale si riflette in quella di un’Italia che non esiste più, ma resta viva nella memoria di molte persone. Un paese uscito dalla guerra, dove i rapporti tra le persone sono duri, in cui c’è tanta povertà ma anche tanta voglia di rialzarsi, di progettare, dove c’è ansia ma si crede nel futuro, dove l’avvenire è pieno di promesse e dove la scuola è la molla di promozione sociale. Così negli anni del liceo classico, Ninni – che ha lasciato per volontà del padre, con cui ha un rapporto irrisolto, il suo nomignolo da bambino e si fa chiamare con il suo nome, Piero, che in verità all’anagrafe sarebbe Pieraugusto – forma un trio scolastico con cui avvia l’operazione “grandi intellettuali rispondono ai liceali”. Tra i dieci personaggi interpellati tutti si rendono disponibili, con sorpresa degli studenti, compreso il grande poeta Eugenio Montale, anche se non viene esplicitamente nominato, che “lavorava in un grande quotidiano e fissò l’appuntamento con loro in una specie di parlatorio accanto all’ingresso” racconta Ferrari. “Fumava ininterrottamente, teneva gli occhi bassi, fissi sul portacenere di formaldeide con sopra scritto ‘Cinzano’, dove si venivano accumulando i mozziconi. Non era affatto scontroso, più loquace anzi e più gentile della sua fama, con un fondo curioso e divertito” dice.
Primo della classe, al liceo, durante le assemblee Piero riscuote grande successo e smette di tartagliare: “stupefatto si sentì parlare tutto dritto, senza il minimo inciampo”.
Nel romanzo, in terza persona, con uno stile scorrevole e un timbro sincero, anche l’arrivo della televisione “il più strabiliante, il più rivoluzionario degli elettrodomestici” che risollevò le sorti del bar di Querciano dove Ninni/Piero “oltre al televisore si divertiva a guardare i vecchi contadini immobili, il cappello sulle ginocchia, gli occhi fissi sullo schermo, solo il pomo di Adamo che andava su e giù. Come se vedessero la Madonna”.
Nell’infanzia e adolescenza di Ninni domina la figura dell’amatissima nonna che piange quando capisce che non si potrà più mungere a mano e grazie alla quale scopre i mondi che aprono i libri. Ma vede anche la fine della civiltà contadina travolta dalla prima rivoluzione industriale dove a rivelare l’anima dei tempi sono gli elettrodomestici. “Un turbine, un vortice, un’inondazione di frigoriferi, cucine, lavatrici, aspirapolvere, lucidatrici, frullini, asciugacapelli, tostapane, macinini, forni, eccettera eccettera” racconta Ferrari, che è stato professore all’Università di Pavia e in Mondadori ha coperto diversi incarichi tra cui quello di direttore generale e vicepresidente, ha presieduto il Centro per il Libro e la Lettura ed è autore del saggio ‘Libro’ (Bollati Boringhieri).
La storia si svolge per la maggior parte in una Milano distrutta ma dove c’era un grande voglia di ricostruire e dove le differenze tra le classi sociali erano evidenti, ma si conclude a Delfi, in Grecia, con una promessa d’amore.
Cattive Acque, il legal thriller è green
Todd Haynes dirige Mark Ruffalo in film ispirato a storia vera
19 febbraio 2020
09:58
Cattive acque” di Todd Haynes, in sala dal 20 febbraio con Eagle, è un legal-thriller a sfondo green, ispirato a una storia vera, quella di Robert Bilott (Mark Ruffalo) avvocato ambientalista protagonista di un’estenuante battaglia legale durata diciannove anni contro il colosso chimico DuPont. Una battaglia non da poco se si considera che si trattava di rappresentare 70mila cittadini dell’Ohio e della Virginia, la cui acqua potabile era stata contaminata dallo sversamento incontrollato di PFOA (acido perfluorooctanico).
Tutto comincia il 6 gennaio 2016, quando il New York Times parla di Bilott, socio dello studio legale Taft Stettinius & Hollister LLP, che ha scoperto come una sostanza chimica stava contaminando da anni una comunità rurale. Il film ha la cadenza di un horror: i Tennant, proprietari agricoli da generazioni, iniziano a perdere il bestiame. La loro pelle si riempie di lesioni, gli occhi si cerchiano di rosso, una bava bianca gocciola dalla bocca e i denti diventano neri. Convinto che la causa sia una fuoriuscita tossica dalla vicina discarica di Dry Run, dove l’impianto Washington Works di proprietà della DuPont scarica i suoi rifiuti, Wilbur Tennant, grazie anche al sostegno del suo superiore nello studio Tom Terp (Tim Robbins, premio Oscar per Mystic River), prova per anni a ottenere inutilmente delle risposte. “Quello che Mark Ruffalo non poteva sapere, è quanto io fossi un fan segreto di questo genere di film – dice Haynes -. Dubito di essere l’unico ad avere una così grande ammirazione per ‘la trilogia della paranoia’ degli anni ’70 di Alan Pakula (e Gordon Willis) – Una squillo per l’ispettore Klute, Perché un assassinio e Tutti gli uomini del Presidente – o per i film che sono seguiti nei decenni successivi, come Silkwood di Mike Nichols e Insider – Dietro la verità di Michael Mann. Ad attirarmi verso questo genere c’è sempre stato qualcosa, che va ben oltre lo scoprire come i potenti possano fare una brutta fine”. “In Cattive acque – continua il regista – tutto si fonda sul personaggio di Rob Bilott, non-eroe per eccellenza, le cui idee sulle normali pratiche aziendali vengono ribaltate dalle sue scoperte sulla DuPont. Diffidente, imparziale e circospetto di natura, Bilott, come molte tipiche ‘talpe’, è già una figura solitaria quando inizia la storia. E come sempre accade l’isolamento, come un virus, s’insinua nell’evoluzione della storia, diffondendosi non solo a Wilbur Tennant, ma a tutti i diversi personaggi, intrecciando classi differenti, affliggendo la vita pubblica, la vita famigliare e, nella sua scia, la vita religiosa. La verità è che, pur avendo legami solidi – conclude Haynes -, sfidare potenti gruppi d’interesse, finisce comunque con il creare isolamento, oltre a mettere in seria discussione facoltà e valori personali. Un film come Cattive Acque descrive – nei minimi dettagli – questo processo”. Nel cast, oltre Ruffalo già interprete di due film di denuncia come ‘Foxcatcher – Una storia americana’ e ‘Il caso Spotlight’, Anne Hathaway (nel ruolo di sua moglie) e Bill Pullman.
Mostre: ‘Ultrabandiere’, al MAMbo il progetto Guerrilla Spam
Nato nel 2017 a Torino all’interno dello Spazio Popolare Neruda
BOLOGNA
19 febbraio 2020
09:45
– ‘Ultrabandiere’, a cura di Guerrilla Spam e Mattia Branca in collaborazione con Cheap Street Poster Art, arriva al MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna con un talk di apertura il 20 febbraio (ore 18).
L’installazione rimarrà visibile nel foyer fino al 15 marzo.
Il progetto nasce nel novembre 2017 a Torino all’interno dello Spazio Popolare Neruda, un’occupazione abitativa atipica, nella quale convivono circa 150 persone, con molti nuclei familiari e un’alta presenza di bambini. Insieme agli abitanti sono state immaginate, disegnate e cucite 14 bandiere in stoffa che raccontano storie, pensieri, sogni e ricordi dei loro autori. Questi manufatti non sono più ‘solo’ bandiere, ma ‘ultra’-bandiere. Si trasformano in altro, stratificando significati: sono arazzi, tappeti, lenzuola o tovaglie. Non più vessilli identitari ma narrazioni aperte, che ognuno può leggere e interpretare a suo modo. Il progetto si è concluso a maggio 2019 con l’installazione delle bandiere all’interno del luogo in cui sono state create, lo Spazio Popolare Neruda.
L’allestimento ha preso spunto dalle feste in cui le bandiere Asafo vengono esposte per le strade in Ghana, proponendo una installazione densa e stratificata di colori e narrazioni.
L’installazione è poi uscita dal suo contesto naturale per essere esposta in musei e fondazioni d’arte contemporanea, “per creare un ponte tra ambiti, persone e narrazioni differenti”.
Limoni e faraoni, a Pompei ancora meraviglie mai viste
3 nuove aperture e fine dei restauri.
POMPEI
18 febbraio 2020
11:01
– “Gli amanti conducono, come le api, una vita dolce come il miele”. E’ tutta in questi versi, graffiti su una parete color del vino dove sembrano nuotare placide due anatre bianche, la magia della Casa degli Amanti, gioiello senza eguali a Pompei, l’unica casa di cui ancora si conservi, quasi intatto anche il secondo piano, addirittura ancora con i suoi pavimenti in cocciopesto. Chiusa subito dopo il terremoto dell’Irpinia che l’aveva resa inagibile tanto da risultare pericolosa persino per gli addetti ai lavori, questa dimora della Regio I il cui proprietario rimane purtroppo avvolto nel mistero riapre al pubblico per la prima volta dopo 40 anni. “E’ incredibilmente preziosa proprio perché si tratta di un unicum dovuto alla genialità del grande Amedeo Maiuri, l’archeologo che la riportò alla luce nel 1931 e che ebbe l’intuizione di consolidare il piano superiore dell’abitazione già nel corso dello scavo”, spiega Massimo Osanna, il direttore del Parco Archeologico che oggi accoglie in grande spolvero il ministro della cultura Franceschini e la stampa per mettere finalmente l’ultima parola sul Grande Progetto di messa in sicurezza del sito, avviato nel 2014 dopo la triste stagione dei crolli. “Una storia di rinascita e di riscatto – sorride soddisfatto accanto accanto a lui il ministro pd – un modello per tutta l’Europa nella gestione dei fondi comunitari”.
Nell’arco di cinque anni anni, passo dopo passo, si è riusciti insomma a dare un senso al finanziamento di 105 milioni di euro (75 europei e 25 italiani) deciso per salvare dall’incubo del degrado un Patrimonio dell’Umanità senza eguali. Nel giorno delle celebrazioni, oggi, è un profluvio di numeri: 76 interventi eseguiti , 50 chilometri di colmi murari messi in sicurezza, 30 mila metri cubi di murature, 10 mila metri quadri di intonaci, 2,7 chilometri di fronte di scavo messo al riparo da nuovi crolli. Senza contare la ripresa della ricerca e degli scavi (oltre 2mila metri quadrati sempre nell’ambito della messa in sicurezza del terreno) .
E naturalmente i restauri delle pitture, come quelli che hanno riportato letteralmente alla luce gli affreschi della Casa del Frutteto, che insieme alla Casa degli amanti e la Casa della Nave Europa viene riaperta oggi, anche questa in pratica per la prima volta: una meraviglia recuperata dai restauratori del Parco e che ora lascia senza fiato, con le sue pareti ricoperte di frutta e fiori, limoni e corbezzoli, uccelli svolazzanti, un albero di fico a cui è avvinghiato un serpente, ma anche scene di faraoni , perché come spiega Osanna “non si tratta di una banale rappresentazione del paesaggio” dietro a queste raffigurazioni c’è un significato religioso, ci sono riferimenti a culti egiziani di Osiride e Dioniso, ai culti orientali. Di fatto una delle dimore più belle di Pompei. Che dopo il restauro, proprio per rendere più immersiva la visita, è stata dotata con un particolarissimo sistema di illuminazione a led appositamente studiato, con tanto di verifiche fatte nei laboratori dell’Ospedale San Raffaele di Milano, per non mettere a rischio le pitture. Sotto queste luci, il ‘cubicolo dell’amore’ con il suo cielo notturno, i cespugli con i fiori rosa e l’albero di fico sul quale sotto gli occhi di un uccellino si attorciglia flessuoso un serpentello, trasmette tutto il suo mistero.
Flavio Bucci, il 20/2 camera ardente al Teatro Valle a Roma
Lo annuncia il figlio dell’attore, morto a 72 anni
19 febbraio 2020
12:42
– Sarà allestita il 20 febbraio dalle 10 alle 14 al teatro Valle, a Roma, la camera ardente per Flavio Bucci, l’attore di tv (celeberrima la sua interpretazione del pittore Ligabue) cinema e teatro morto il 18 febbraio a 72 anni a Passoscuro, sul litorale romano. Lo annuncia
il figlio Alessandro.
Musica: Domingo inaugura Donizetti Opera numero sei
Cinque titoli d’opera, collaborazioni con Arena, Bonn e Cuba
19 febbraio 2020
12:52
– Si aprirà il prossimo 19 novembre col debutto di Placido Domingo nella parte di ‘Belisario’ la sesta edizione di Donizetti Opera, che segnerà anche la riapertura del teatro Donizetti di Bergamo dopo il restauro. In programma cinque titoli d’opera. Oltre a Belisario (in forma di concerto), con il coro e l’orchestra del Regio di Torino diretta da Riccardo Frizza, direttore musicale del festival, andrà in scena La fille du régiment. La produzione, con la regia del cubano Luis Ernesto Donas, è realizzata con l’Arena di Verona e con il Teatro Lirico Nacional de Cuba, al suo primo progetto internazionale. A questi si aggiungono Marino Faliero con la regia di ricci/forte e il tenore Javier Camarena, artista in residenza 2020, Le nozze in villa con il coro dell’Accademia alla Scala e L’amor coniugale (produzione Opera fuoco in collaborazione con il Beethovenfest di Bonn). Anteprime in programma il 15 aprile con la presentazione-show del direttore artistico Francesco Micheli e la Donizetti night il 5 settembre.
L’Onegin di Conlon e Carsen illumina l’Opera di Roma
Grandi applausi alla messa in scena del capolavoro di Cajkovskij
20 febbraio 2020
09:55
‘amore appassionato e non corrisposto della timida sognatrice Tatiana resiste all’indifferenza e alla freddezza dell’amato, ma non cede, molto tempo dopo, alle lusinghe del suo pentimento tardivo. Ha conquistato il Teatro dell’Opera di Roma la messa in scena di Evgenij Onegin, il capolavoro di Petr Il’ic Cajkovskij diretto da James Conlon con la regia di Robert Carsen. Il pubblico ha riservato grandi applausi all’esecuzione dell’orchestra guidata dal maestro americano e all’intero cast di voci. Nell’intervallo tra il primo e il secondo atto una calorosa standing ovation ha salutato la senatrice Liliana Segre che ha seguito lo spettacolo in platea.
Di grande fascino la lettura che il regista canadese propone del dramma in tre atti del compositore russo ispirato al romanzo in versi di Aleksandr Puskin. Carsen, che porta in Italia per la prima volta il suo grande successo presentato al Met di New York nel 1997, costruisce il racconto privandolo di riferimenti al periodo storico ad eccezione dei bei costumi di Michael Levine, che firma anche le scene di grande effetto. Onegin, il protagonista pervaso dalla noia e dalla malinconia, rifiuta l’amore che gli offre Tatiana per evitare la trappola del legame e della consuetudine, e solo alla fine, quando ritroverà la giovane conosciuta in campagna sposata all’anziano principe Gremin che le garantisce solidità economica e visibilità sociale, cercherà inutilmente di riconquistarla chiedendole perdono. La donna gli confessa di amarlo, ma di non voler rompere il giuramento di fedeltà al marito e lo abbandona. Repliche il 21, 25, 23 e 29 febbraio.
Da Buonarroti a Disney, arte parla di Storia a Ducale Genova
Michelangelo, Obey, Scianna e l’export di una mostra a Londra
GENOVA
19 febbraio 2020
14:00
– Palazzo Ducale si affaccia alla prossima stagione con alcune novità sensazionali: l’esportazione di’Italian Threads: Mita textile Design’ prodotta da Ducale e Wolfsoniana all’Estorick collection of Modern art di Londra, l’esposizione dedicata a Michelangelo, le opere di Obey, il grafico che ha curato l’immagine iconica di Obama in campagna elettorale e la mostra ‘Disney’, nel 70^ compleanno di Cenerentola. E ancora la personale del grande fotografo Ferdinando Scianna e le rassegne ‘La Storia in piazza’ e il festival di Limes. Leit motiv della stagione presentata oggi dal direttore di Palazzo Ducale Serena Bertolucci è l’arte che racconta la storia. A partire da ‘Michelangelo divino artista’ che prevede l’esposizione di una delle opere michelangiolesche che ‘esce’ raramente da Casa Buonarroti, la ‘Madonna della Scala’, le ‘storie senza tempo’ raccontate da Disney con Cenerentola, Biancaneve e Frozen, ‘Make art not War’ di Obey.
Il cartellone di Palazzo Ducale prosegue anche con le due rassegne che sono ormai appuntamento fisso: il festival di Limes (6-8 marzo) dedicato al ‘Potere del Mito’ e la ‘Storia in piazza’ (2-5 aprile) curata da Luciano Canora e Franco Cardini dedicata quest’anno al tema del racconto della Storia. Tra l’altro, un’altra mostra dedicata agli anni Venti verrà esportata: dal settembre 2020 al gennaio 2021 Ducale e Wolfsoniana sbarcano alle Gallerie Estensi di Modena con una selezione delle opere provenienti dalla Wolfsoniana che illustrano le principali tendenze artistiche in Italia durante gli anni 20 del Novecento.
Torna Zingaretti-Montalbano, la storia continua / VIDEO
Due film su Rai1, ma è pronto il terzo e si ragiona sul futuro
20 febbraio 2020
09:51
“Di mio, in questa regia, c’è una malinconia dolce. Ma chi oggi non è più qui con noi lo dobbiamo festeggiare tutti con canti balli, gioia e risate. La drammaticità e la leggerezza tipica dei migliori racconti di Camilleri si intrecciano, secondo un codice conosciuto ma ogni volta diverso. E lo sforzo maggiore del mio lavoro dietro la macchina da presa è stato quello, nel rispetto dello stile di Alberto Sironi che ha dettato le regole 20 anni fa, di assecondare l’estetica del mondo di Camilleri e della sua capacità di raccontarci il mondo.  Dobbiamo ricordare con allegria anche lo scenografo Luciano Ricceri che ha creato il mondo di Montalbano, è stato lui a scegliere le location, a farci innamorare degli scorci più belli della Sicilia.” Luca Zingaretti torna a vestire i panni di Montalbano, il commissario più amato della tv, ma questa volta ne firma anche la regia dopo che lo storico regista è venuto a mancare nel corso delle riprese a meno di due settimane dalla scomparsa dello scrittore Andrea Camilleri. Il 9 e il 16 marzo Rai1 manderà in onda due nuovi episodi girati la scorsa estate. Il primo è “Salvo amato, Livia mia”,  il secondo si intitola “La rete di protezione”, trasposizione dell’omonimo romanzo del grande scrittore siciliano.
Una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction. Prodotto da Carlo degli Esposti e Nora Barbieri con Max Gusberti. L’appuntamento con i nuovi episodi di Montalbano – fa notare il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta torna da più di venti anni e ogni volta è un evento, una festa popolare che si celebra. “E’ il testimonial principe della Rai come tale, per la durata, per il successo e, dunque, per le qualità intrinseche del personaggio e del progetto complessivo che ha a monte la penna di Camilleri, la sua autorevolezza, il suo impegno civile, la storia legata da sempre a quella della Rai”.
Rispondendo a una domanda sul futuro televisivo di Montalbano, Zingaretti fa un ragionamento che non scioglie il dubbio: “Nel 2008 volevo uscire da questo personaggio, fu una strategia come mi aveva insegnato lo stesso Camilleri in Accademia, dopo due anni decisi di proseguire e gli applausi erano più forti e numerosi, fu una scommessa vinta. Ora c’è un problema diverso: due componenti importanti di questa famiglia, autore e regista, non ci sono più. Quest’anno abbiamo girato tre episodi, due andranno in onda e uno (Il Metodo Catalanotti) la Rai ha deciso di trasmetterlo nel 2021. Io voglio celebrarli con il pubblico e poi riflettere. Devo far sedimentare tutto ed elaborare il lutto. Oppure decidere se prendere il testimone e concludere in bellezza con l’ultimo romanzo che è nella cassaforte di Sellerio (noto come Riccardino). C’è anche un altro romanzo che è uscito mentre noi giravamo (Il cuoco dell’Alcyon). Bisogna capire se uno non se la sente più di andare avanti senza determinate figure fondamentali oppure continuare”.
Montalbano arriva per la prima volta al cinema per un evento straordinario: l’episodio ‘Salvo amato, Livia mia’, infatti, sara’ proiettato in anteprima e solo il 24, 25 e 26 febbraio. “Abbiamo deciso – spiega il produttore Degli Esposti – che l’incasso delle sale andrà al 50% allo Spallanzani e il resto alla onlus Ape, l’associazione pazienti ematologici del Sant’Andrea. Montalbano – sottolinea – è eterno’.
Il primo episodio racconta l’omicidio di Agata, il cui cadavere viene ritrovano nei locali dell’archivio comunale.
Agata – interpretata da Federica De Benedittis – è una vecchia amica di Livia (Sonia Bergamasco), la compagna di Montalbano.
Il secondo, “La rete di protezione”, è centrato su un enigma legato ad alcuni strani filmini. Un uomo li consegna al commissario dicendo che sono stati girati anni prima dal padre morto. L’intuito di Montalbano ricostruirà la storia torbida a cui si riferiscono.
“Affrontare la regia – prosegue Zingaretti – è stata un’esperienza bella tanto quanto dolorosa. In una situazione del genere devi solo cercare di capire cosa avrebbe fatto chi ti ha preceduto.  “Quando torna Montalbano non è solo una festa del Paese ma anche per noi. Io mi sento un privilegiato perché è il prodotto più straordinario che l’azienda abbia costruito nel tempo”. Ha aggiunto il direttore di Rai1, Stefano Coletta, Lo scenario delle puntate resta quello delle meraviglie di Ragusa Ibla, Scicli, Modica, Punta Secca, Sampieri e Donnalucata. Un angolo di Sicilia conosciuto in tutto il mondo grazie alle vicende del Commissariato di Vigata. Ad affiancare Luca Zingaretti ritroveremo l’affiatatissimo gruppo di attori che ha reso negli anni “Montalbano” un vero e proprio mito, con in testa Cesare Bocci, nei panni di Mimì Augello, Peppino Mazzotta in quelli di Fazio, Angelo Russo è lo squinternato Catarella. Con questo nuovo episodio la più fortunata, premiata e acclamata tv movie collection arriva a 35 film complessivi. Le storie del commissario di Vigàta – oltre agli ascolti record delle prime visioni – hanno raggiunto nelle ultime stagioni punte superiori ai 12 milioni di spettatori con il 44% di share.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Archeologia: a Firenze torna TourismA con 250 relatori
Da 21 a 23 febbraio con 100 espositori a palazzo Congressi
FIRENZE
19 febbraio 2020
15:35
– Tre giorni dedicati al passato, al presente e al futuro dei beni culturali con 100 espositori e 250 relatori anche stranieri: dal 21 al 23 febbraio torna al palazzo dei Congressi di Firenze ‘TourismA’ il salone dell’archeologia e del turismo culturale organizzato dalla rivista Archeologia Viva.
Questa sesta edizione, presentata nella sede del Consiglio regionale della Toscana, è dedicata in particolare ai temi dell’arte, dell’archeologia e dell’ambiente con le principali realtà culturali italiane che proporranno itinerari pensati per un pubblico attento non solo al ‘dove’ ma al ‘come’ si viaggia. Tra i protagonisti anche gli Etruschi, al centro (venerdì alle 11) della presentazione dei percorsi culturali e turistici del prodotto turistico omogeneo ‘Toscana Terra Etrusca’ che sta prendendo forma con 34 Comuni toscani. Tra i presenti Chiara Lanari, vicesindaco del Comune Città di Chiusi capofila del progetto e il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani.
Tra i relatori attesi anche il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, lo storico dell’arte Philppe Daverio, l’archeologo Andrea Carandini, il regista Pupi Avati, il critico d’arte Vittorio Sgarbi e Alberto Angela che chiuderà la kermesse fiorentina. In programma anche una riflessione sulle ricerche archeologiche italiane all’estero, sulle ultime tecnologie applicate alla conservazione e divulgazione, tra cui un video game che simula una battaglia nell’antica Paestum, e sulla crescita del turismo culturale. Spazio anche a scuole e famiglie con un programma di laboratori didattici. Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, ha spiegato che “TourismA è ormai una realtà ramificata in tutta Italia e in Europa. Un appuntamento imperdibile e un’occasione di incontro tra chi si appassiona alle testimonianze del passato e coloro che alla ricerca e alla proposta del patrimonio culturale dedicano la propria esistenza”.
Fotografia: a Camera ‘Memoria e Passione. Da Capa a Ghirri’
La storia d’Italia in 300 scatti della collezione Bertero
TORINO
19 febbraio 2020
17:00
– La storia d’Italia dagli anni Trenta fino alla fine del secolo scorso in 300 scatti di grandi fotografi, la maggior parte mai esposti prima. C’è il racconto del nostro passato, ma anche l’evoluzione della fotografia italiana e internazionale nella mostra Memoria e Passione. Da Capa a Ghirri, curata da Walter Guadagnini, dal 20 febbraio al 10 maggio a Camera – Centro Italiano per la Fotografia.
Le 300 immagini, selezionate tra le oltre duemila della Collezione Bertero, raccolta unica per originalità dell’impostazione e qualità delle fotografie, sono state realizzate da 50 autori da tutto il mondo. Spiccano i nomi di Bruno Barbey, Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Franco Fontana, Luigi Ghirri, Mario De Biasi, Mario Giacomelli, Ugo Mulas, Federico Patellani, Ferdinando Scianna e Michele Zaza. In mostra veri capolavori come La strada per Palermo di Robert Capa, American girl in Italy, Firenze di Ruth Orkin e il reportage dedicato all’Italia da Henri Cartier-Bresson.
A Milano omaggio a Kafka tra cinema, musica, e design
Alla Fondazione Prada il progetto curato da Udo Kittelmann
MILANO
19 febbraio 2020
17:16
– Design, cinema e musica: è il mix artistico scelto da Udo Kittelmann, direttore della Nationalgalerie di Berlino, per raccontare Franz Kafka e la sua letteratura nella mostra ‘K’, che apre il 21 febbraio fino al 27 luglio prossimo alla Fondazione Prada di Milano. L’esposizione è un omaggio ai tre romanzi incompiuti ‘America’, ‘Il processo’ e ‘Il castello’, pubblicati postumi tra il 1925 e il 1927, che secondo Max Brod, esecutore testamentario di Kafka, formano una ‘trilogia della solitudine’.
Allo stesso modo, anche ‘K’ è una sorta di ‘trittico’- composto da un’installazione, un film e un album musicale – che coinvolge tre distinti spazi della fondazione: il Podium, il Cinema e la Cisterna.
Al centro della mostra, nel Podium, si trova la grande installazione The Happy End of Franz Kafka’s “America” (1994), per la prima volta esposta in Italia, che reinterpreta un passaggio del libro in cui il protagonista, Karl Rossman, dopo aver viaggiato attraverso il Paese, si propone per un’occupazione al ‘teatro più grande del mondo’.
L’immagine letteraria è tradotta dall’artista – il tedesco Martin Kippenberger – in un campo da calcio, simbolo della competizione, destinato o ospitare colloqui di lavoro ‘di massa’ L’opera si compone di un’ampia varietà di oggetti e arredi: diversi tavoli, elementi di design vintage e sedie da mercatino delle pulci e pezzi provenienti da precedenti mostre dello stesso autore.
Il secondo elemento della trilogia è l’iconico film di Orson Welles ‘The Trial’ (Il processo, 1962), basato sull’omonimo romanzo kafkiano e proiettato nel Cinema della fondazione.
L’esposizione è completata dall’album di musica elettronica “Franz Kafka The Castle” (2013) dei Tangerine Dream, diffuso in loop nella Cisterna.
Il consiglio del curatore è di iniziare il percorso espositivo proprio da questo spazio, trasformato in un ambiente evocativo e accogliente. L’invito è a sperimentare tre possibili incontri creativi con l’opera di Kafka, attraverso il lavoro artistico proposto dalla mostra. “Rilassatevi, prendetevi del tempo”, perché “Kafka può essere capito in modo semplice”, il “messaggio” di Kittelmann ai visitatori.
‘Francesco. Il Papa delle donne’, dall’Argentina al Vaticano
In un libro apertura e attenzione di Bergoglio sul femminile
19 febbraio 2020
17:26
– NINA FABRIZIO, ‘FRANCESCO II PAPA DELLE DONNE” (San Paolo, pag. 208, euro 18,00) Per la prima volta, nella ormai ampia pubblicistica su Papa Francesco, un libro indaga il rapporto tra il primo pontefice gesuita della storia e il mondo delle donne. Religiose, laiche, dottoresse di strada, giornaliste, ex prostitute, vittime della guerra sporca in Argentina, semplici mamme, capi di stato e persino cantanti liriche, sono tantissime le donne che durante questi sette anni di pontificato sono entrate in contatto diretto con Begoglio.
Si scopre così, pagina dopo pagina, storia dopo storia, nel volume “Francesco Il Papa delle donne” della giornalista Nina Fabrizio (edito da San Paolo, pagine 208, euro 18,00 – in uscita il 21 febbraio) che proprio questo pontificato, così proteso verso le periferie e caratterizzato dall’opzione preferenziale per i poveri, ha anche favorito il sorgere di un vasto movimento femminile, sia interno, sia parallelo alla Chiesa e al Vaticano.
E’ una storia che in realtà nasce già in Argentina, quando Bergoglio riuscì a salvare dalla dittatura militare anche donne ed amiche come il magistrato di simpatie di sinistra, Alicia Olivera. E poi, appena salito al soglio di Pietro, sostenendo nella sua dura battaglia Estela Carlotto, leader delle Abuelas de Plaza de Mayo, che è riuscita, anche grazie all’intercessione di Francesco in favore dell’apertura degli archivi ecclesiastici argentini, a ritrovare suo nipote, figlio strappato alla madre durante le disumane torture praticate nella famigerata Esma.
Intanto anche la predicazione e i discorsi di Francesco si sono impreziositi di anno in anno di nuovi messaggi alle donne, quasi Bergoglio si fosse posto in dialogo diretto con loro. Una interlocuzione che si è aperta anche a gesti storici come i più volte rinnovati abbracci con ex prostituite, vittime di fenomeni di sfruttamento brutali, quasi completamente ignorati dall’opinione pubblica. L’aver affrontato di petto i temi delle donne, ha condotto il Pontefice argentino fino ad alzare, finalmente, il velo sugli abusi sessuali e di autorità che le religiose stesse subiscono nel chiuso degli ordini. Anche a questo tema il volume dedica un ampio capitolo, tratteggiando le tensioni interne al Vaticano stesso e il protagonismo di molte donne, come l’ex coordinatrice del mensile Donne chiesa mondo, allegato all’Osservatore romano, Lucetta Scaraffia, per riuscire ad affermare proprio all’interno della Chiesa una vera consapevolezza sui drammi subiti da troppe suore senza voce.
Francesco, racconta il libro, è stato il primo Papa a farsi intervistare da giornaliste donne, il primo Papa ad avere così numerose e franche relazioni diplomatiche con leader politiche femminili, il primo Papa ad aver ascoltato direttamente dalle attiviste per i diritti dei popoli indigeni la loro voce, riservandogli anche una giusta ribalta davanti alla platea dei vaticanisti accreditati durante il recente sinodo sull’Amazzonia. E’ stato, quindi, il primo Papa ad aver chiaramente denunciato il femminicidio ed il primo a favorire un maggiore accesso, seppur ancora timido, delle donne in incarichi curiali di vertice (di cui al momento detengono circa il 10%). E proprio nel suo pontificato, quasi come un segno dei tempi, anche in Vaticano, promossa da alcune dipendenti, è nata un’associazione di donne dall’emblematico nome D.VA, simile a molte altre in crescita tra le società civili dei più diversi Paesi del mondo. Per questo, sostiene l’autrice, Francesco può essere un grande alleato delle cause delle donne, che nei suoi confronti nutrono fiducia, aspettative e speranza.
Scoperto disegno inedito di Guicciardini, un carro armato
In catalogazione manoscritti Biblioteca Nazionale Firenze
FIRENZE
19 febbraio 2020
18:58
– Un testo inedito di Francesco Guicciardini (1483-1540), datato agosto 1515 e corredato dal disegno di un prototipo di un carro armato, è stato ritrovato alla Biblioteca nazionale di Firenze durante la catalogazione di manoscritti provenienti dalla Biblioteca lorenese. Il testo non è firmato ma l’attribuzione è stata possibile confrontando il foglio con altri autografi, assolutamente sovrapponibili. Era in una cartella con materiali di varia provenienza, raccolti nel 19/o secolo per volontà di Leopoldo II d’Asburgo Lorena. La scoperta è stata nel progetto Pal-Mo (Palatino-Manus on line) che impegna paleografi e codicologi nella catalogazione di manoscritti della biblioteca lorenese. Il testo è di un mese prima della battaglia di Marignano. Guicciardini descrive un segreto militare noto a lui e a Lorenzo de’ Medici il Giovane cioè il progetto di una “machina trovata da Francesco Barducci”.
Oltre a spiegarne il funzionamento Guicciardini ha disegnato il prototipo di carro armato con tanto di ‘razzi’.
Toma, il giornalista che si fece notizia
Le vicissitudini di un direttore di tg locale
TRIESTE
21 febbraio 2020
20:35
IL GIORNALISTA CHE SI FECE NOTIZIA, di Piero Antonio Toma (Homo scrivens; 155 pagg.; 15 euro) Come un tappeto che si arrotola, così Gianluigi, giornalista affermato di una emittente televisiva locale, finisce per essere stritolato dalla propria immagine di personaggio televisivo fino a un epilogo tragico. Incapace di divincolare la vita privata dal ruolo del giornalista di successo, perde in lucidità e serenità personale e familiare. E’ il tema de “Il giornalista che si fece notizia” del (vero) giornalista e scrittore Piero Antonio Toma, il cui protagonista, Gianluigi, appunto, finisce per avvitarsi su se stesso – con lentezza ma inesorabilmente – fino ad allontanarsi dal mondo e dagli affetti che lo hanno circondato fino a quel momento.
Gianluigi è un bravo giornalista, il telegiornale di una emittente locale napoletana che dirige è molto seguito e la forte partecipazione di pubblico e i messaggi che riceve lo testimoniano continuamente. Ha una moglie alla quale è legato e che gli sta vicino devotamente, ma ormai senza particolari sobbalzi emotivi; una coppia collaudata che si concede un momento di intimità alla settimana, sempre lo stesso giorno e alla stessa ora.
Normale che voglia migliorare e migliorarsi. Si inventa allora qualcosa di nuovo per la televisione e dunque comincia a organizzare dibattiti e a svolgere approfondite inchieste. Il suo successo aumenta, l’audience sale ma lui si sta già impastoiando in una gara al miglioramento in modo inarrestabile.
Decide di associare alla fondatezza delle notizie il gusto effimero di un oroscopo: è lui stesso a ipotizzare i destini dei singoli segni zodiacali, lo fa in modo casuale e, ovviamente, senza crederci lui per primo. Non è escluso che il disingannato pubblico partenopeo immagini che dietro quegli scenari legati al Capricorno e al Sagittario, ai Pesci come ai Gemelli, ci sia una bonaria truffa, quasi una fraterna presa in giro, ma sta al gioco e prende in considerazione il vaticinio di Gianluigi.
Un giorno in redazione piomba una donna dalla bellezza mozzafiato. Non è soltanto bella, è anche intelligente e seria e, sebbene sia parente del proprietario dell’emittente, si rifiuta di essere raccomandata. Nasce presto, insperatamente, una relazione con Gianluigi, che diventa più intensa con il passare del tempo, anche se priva di promesse d’amore eterno e di progettualità di vita. Una relazione che si interrompe così, all’improvviso e con sorpresa per lui che dovrà fare alcune ricerche prima di capire la vera ragione per cui la donna è scomparsa senza nemmeno lasciare e lasciargli un messaggio.
In un crescendo che poggia sul passare del tempo, Gianluigi comincia a provare piacere soltanto nel penetrare i segreti della Rete. Astuto, gli basta poco tempo per diventare un hacker. Si è dato un compito: non quello banale di distruggere dati sensibili di multinazionali, sfondare i sistemi di sicurezza del Pentagono o arricchirsi accreditando sul proprio conto corrente una sommetta prelevata a qualche sceicco, ma tentare di riequilibrare almeno qualcuna delle tante ingiustizie che vede e che conosce. Fino a un epilogo non scontato.
Piero Antonio Toma ha pubblicato numerosi libri tra saggi (sul porto di Napoli, sulla figura di Renato Caccioppoli, sul giornalismo a Napoli e non solo) e romanzi e volumi di racconti.
Morgan mette all’asta foglio testo brano modificato a Sanremo
Il musicista: “Il ricavato andrà in beneficenza”
SANREMO
19 febbraio 2020
19:22
– “Come promesso in diretta a Live #noneladurso, Morgan ha messo all’asta il foglio del testo modificato a Sanremo. Il ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza”. Così dal proprio profilo Facebook, Morgan annuncia di aver messo all’asta, sul portale Ebay, il foglio contenente il testo della canzone modificato la sera del Festival, che ha scatenato il caso dell’abbandono di Bugo. “Le brutte intenzioni, la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera, la tua ingratitudine, la tua arroganza, fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa”, “ma tu sai solo coltivare invidia”, “ringrazia il cielo se sei su questo palco, rispetta chi ti ci ha portato dentro e questo sono io”. In questo modo Morgan ha modificato il testo della canzone Sincero, provocando l’uscita di scena di Bugo che ha interrotto la performance sul palco dell’Ariston.
Il richiamo della foresta per Harrison Ford
Dal libro di Jack London, tra live action e animazione 3d
20 febbraio 2020
10:08
Jack London è sempre stato un romanziere molto amato dal cinema (oltre 50 i lungometraggi che hanno adattato suoi romanzi e racconti o vi si sono liberamente ispirati, senza contare le altre decine di versioni per il piccolo schermo) e questa stagione lo conferma. Dopo Martin Eden di Pietro Marcello, arriva una nuova trasposizione, diretta da Chris Sanders, de Il richiamo della foresta con Harrison Ford in una delle sue migliori interpretazioni degli ultimi anni. Il film, nelle sale dal 20 febbraio con Walt Disney, che ha nel cast, fra gli altri, anche Omar Sy, Cara Gee, Dan Stevens e Karen Gillan, è tratto dal romanzo breve che London ha scritto nel 1903. Una storia di formazione, avventura, viaggio e ricerca di se’, nella quale seguiamo il percorso di crescita e trasformazione dell’imponente Buck, mix di San Bernardo e Collie, che a fine ‘800, da cane di casa in California, dopo essere stato rapito, si ritrova a dover sopravvivere nella muta di una slitta nello Yukon canadese della corsa dell’oro. Già adattata per il grande schermo altre cinque volte, dal film muto diretto nel 1923 da Fred Jackman, a quello con Rutger Hauer nel 1996, passando per la versione iconica con Clark Gable del 1935, la storia torna stavolta unendo live action, animazione fotorealistica in Cgi (in una formula simile a quella dell’ultimo The Lion King) ma anche motion capture. Infatti sul set Buck è stato incarnato nelle movenze da Terry Notary, ex acrobata del Cirque du Soleil, diventato uno dei più importanti coreografi di movimenti a Hollywood. Gesti e espressioni fusi con la ‘scansione’ di un reale mix di Collie e San Bernardo, Buckley, che la moglie di Sanders ha trovato in un canile in Kansas e adottato come cane di famiglia. Sempre attraverso la scannerizzazione di cani reali sono stati ricreati gli altri otto cani, compagni di muta di Buck raccontati nella storia.
Sanders rispetta nell’essenza il libro, pur addolcendone i lati più violenti e duri. Il risultato è un film adatto a tutta la famiglia, avvincente e capace spesso di emozionare.
Colpiscono in particolare la fotografia del due volte premio Oscar Janusz Kaminski e le prove degli attori: da Omar Sy, che dona a Perrault, impiegato del servizio postale e primo proprietario della muta da slitta della quale entra a far parte Buck, un’originale leggerezza e sensibilità, a Harrison Ford per John Thornton (il cui ruolo viene ampliato e approfondito rispetto al libro), uomo sovrastato dal dolore per un lutto, che salva il cane protagonista dall’incapace e rabbioso cercatore d’oro Hal (Stevens). Nel viaggio che intraprende con lui, Buck, finisce per comprendere la sua vera natura. “Penso che il film abbia molto da dire sia sui personaggi umani che su quelli animali. Mentre il libro non non racconta molto di John Thornton, noi abbiamo tessuto nel racconto una storia umana parallela a quella di Buck e gli eventi che uniscono questi due personaggi, e Buck al suo destino – ha spiegato a Variety Ford, che nelle interviste per il film ha confermato come prossimo progetto un nuovo capitolo de I predatori dell’Arca Perduta -. Thornton prende da Buck il coraggio di affrontare parti del suo passato con cui non aveva avuto il coraggio di confrontarsi prima”.
La poliziotta tra vino e verità
Con ‘Mercato nero” di Gian Mauro Costa torna l’agente Mazzola
PALERMO
21 febbraio 2020
10:58
GIAN MAURO COSTA, ‘MERCATO NERO’ (SELLERIO, PP. 259, 14 EURO).  La gente non si aspetta che il nigeriano Jamal possa correttamente usare il congiuntivo o che possa parlare un buon italiano. E lui non la delude: coniuga i verbi all’infinito, fa qualche errore qua e là, come si addice a un vero migrante. Ma l'”esibizione” di Jamal si ferma davanti ad Angela Mazzola, la poliziotta dell’antirapina prestata alla squadra omicidi della questura di Palermo per risolvere il complicato caso dell’omicidio di un aristocratico quarantenne col pallino dell’antiquariato. La poliziotta torna in “Mercato nero”, ultimo romanzo di Gian Mauro Costa, dopo aver esordito nel fortunato “Stella o croce”. Lo fa col suo abituale protagonismo da outsider che chiama in causa altri outsider, come Jamal, appunto, cameriere al Benin Cafè di Ballarò, dove è avvenuto l’omicidio e dove la mafia nigeriana si scambia favori con quella indigena. Jamal è un giovane ben istruito che non conosce l’omertà, ancora radicata in una Palermo che contempla crimine e bellezza con pari indifferenza.
Attraverso il suo fondoschiena, Angela dimostra la correttezza dell’assunto di Oscar Wilde, e cioè che l’unico equilibrio possibile tra arte e natura risiede in quella parte del corpo. La ragazza, rossa di capelli, mostra una vaga consapevolezza delle sue doti fisiche e nelle vicende di sesso è più vicina ad Humphrey Bogart che a Ingrid Bergman. Di lei sappiamo che ha la passione per il buon cibo e il buon vino (su tutti vince un sicilianissimo vitigno, il Perricone) e un’avversione verso le quattro ruote. Nutre riconoscenza nei confronti del suo motorino (un Liberty che si rivela un efficace strumento di lavoro) e disinteressato affetto verso la sua labrador Stella, insieme alla quale gode del quartiere Acquasanta, del suo porticciolo turistico davanti al quale abita in una casa a poco prezzo ma con terrazzo panoramico.
La storia si svolge attorno all’omicidio di Ernesto Altavilla che scuote la città: la sua è una famiglia che conta e il contesto (il popolare mercato di Ballarò), oltre alla modalità (un colpo d’arma da fuoco talmente preciso e chirurgico da sembrare una pallottola vagante), rendono difficilissime le indagini. E allora Lucio Milazzo, il capo di Angela, chiama la poliziotta, in ferie a Torino, e le chiede di tornare al lavoro e accettare il “prestito” alla omicidi. Per talento e giovinezza, Angela ha le carte in regola per entrare nel quartiere e nel giro dei locali notturni, senza destare sospetti. Dopo un primo sopralluogo con un finto fidanzato, un collega, deciderà che è meglio fare da sola. E non ha torto, perché da un dettaglio – venuto fuori per la sua caparbietà e scaturito da una riflessiva solitudine – Angela riuscirà a mettere in fila i fatti.
Massimo Bonelli, La musica attuale
Dal direttore del Primo Maggio i consigli per i giovani talenti
21 febbraio 2020
10:57
MASSIMO BONELLI, LA MUSICA ATTUALE.  COME COSTRUIRE LA TUA CARRIERA MUSICALE NELL’ERA DEL DIGITALE (Roi Edizioni, pp.300, 19 Euro). Comprendere come muoversi nelle nuove regole del gioco dell’era della musica digitale e quali sono gli attori che contano nel nuovo scenario; fare uno storytelling sincero e credibile del proprio messaggio musicale attraverso i diversi media. E poi non dimenticare di considerare la propria carriera “come una startup” e sfoderare l’arma segreta, il marketing, la vera leva che, se sfruttata nel modo giusto, può cambiare il futuro di un artista. Sono solo alcuni dei consigli che Massimo Bonelli, produttore discografico, manager e direttore artistico del Concerto del Primo Maggio di Roma, ha deciso di dispensare ai musicisti di oggi nel suo primo libro “La musica attuale” (Roi Edizioni).
Il libro, strutturato in 10 capitoli, è configurato come una sorta di bussola per orientarsi e riuscire ad emergere in un contesto come quello attuale affollatissimo di artisti e produttori; in questo manuale, l’autore dapprima delinea il quadro teorico su come nell’era digitale si sia evoluta la scena musicale e il mercato che la regola, per poi passare con un occhio da “insider” a elencare e spiegare una serie di tecniche, buone pratiche e trucchi del mestiere utilissimi per i giovani talenti.
“Se sei bravo e hai qualcosa da dire ce la puoi fare: ma devi avere un’identità riconoscibile, un contenuto valido e delle solide relazioni, con il pubblico e con gli operatori del settore”, spiega
Bonelli, sottolineando che il primo obiettivo da raggiungere “ormai non è più la vendita di dischi, ma ottenere attenzione”. “Viviamo in un’era digitale che ormai è stata assimilata dal mondo della musica e ha creato un impatto positivo: il mercato è cambiato ma molti pensano e agiscono come se fossimo ancora nell’era analogica: io ho trovato le chiavi per raccontare questa nuova fase e per cavalcarla al meglio, senza esserne schiacciati”, afferma, “la verità, e lo dicono le statistiche, è che oggi ci sono più possibilità di farcela rispetto a prima: gli artisti di successo sono di più, ma fanno numeri più piccoli”. Giovane, classe 1974, ma già con oltre 20 anni di esperienza nel settore alle spalle (di cui una decina come musicista emergente, “sono stato felice e frustrato e, sebbene mi sarebbe piaciuto fare musica fino alla fine, ho avuto molte più soddisfazioni con la carriera di oggi che ora non cambierei più”, dice), Bonelli per il libro ha fatto ricerche per 2 anni, tra fonti internazionali, studi, saggi. Se è vero che oggi per avere successo gli artisti devono saper fare tante cose, oltre a cantare e suonare (devono essere esperti di marketing, comunicazione, management, booking, diritto), questo non fa perdere di vista l’arte? “Non compete a me giudicare la qualità della musica, e credo che un giudizio si potrà dare solo tra qualche anno. Forse, se penso alla musica che ascoltavo quando avevo 20 anni, mi sembra che ci siano meno talenti e che le canzoni fossero più belle”, dice, “ma non so se esista un termine oggettivo. In ogni epoca ci sono cose fighissime e cose orribili, è sempre stato così. E di certo ancora non possiamo dire se la musica di adesso sia destinata a durare oppure no”.
“Quello che serve ora è cambiare approccio: non si vendono i dischi, non servono videoclip né passaggi in radio e recensioni.
Gli artisti già si sono adattati alla realtà che vivono e molti sono già capaci di farsi promozione da soli”, dice, “ma a volte manca il passaggio razionale: bisogna superare l’istinto e capire perché si fa una cosa per sfruttarla al meglio”. Un esempio potrebbe essere quello di Achille Lauro che, dopo il successo personale a Sanremo, è stato appena nominato direttore creativo dell’etichetta Elektra? “Non so se lui abbia superato o meno la parte istintiva, bisognerebbe chiederglielo. Di certo non è frequente per l’Italia la nomina di un cantante a direttore creativo e lui da sempre è stato capace di guardare alla propria immagine, proprio come ha fatto Bowie”.
Alle Albere di Trento il Museo della filosofia
Zecchi, dedicato al rapporto fra scienza e pensiero filosofico
TRENTO
20 febbraio 2020
12:50
– Il primo piano del palazzo delle Albere a Trento ospiterà il Museo della Filosofia, un’esposizione dedicata al rapporto fra scienza e pensiero filosofico.
“Sarà orientato verso una riflessione sulla sostenibilità, concetto fondamentale e pressante per il nostro modo di vivere oggi”, ha detto il presidente del Muse, Stefano Zecchi.
“Aspettiamo il trasferimento finanziario previsto e da lì avvieremo il progetto esecutivo, siamo già avanti con il concept della mostra”, ha aggiunto Zecchi.
L’annuncio dell’imminente realizzazione è stato dato dall’assessore provinciale alla cultura, Mirko Bisesti, a seguito di una riunione tecnica in assessorato. “Le Albere sono un simbolo di Trento che appartiene a tutti. La struttura è unica e merita tutta l’attenzione possibile”, ha detto Bisesti.
Premi: la longlist del Gregor von Rezzori
Il 28/5 premiazione a Festival Scrittori
20 febbraio 2020
13:09
– E’ stata annuncia la longlist per la sezione narrativa straniera e traduzione del Premio Gregor von Rezzori – Città di Firenze, appuntamento centrale del Festival degli Scrittori, che si svolgerà a Firenze dal 25 al 28 maggio.
La cerimonia di premiazione della quattordicesima edizione sarà il 28 maggio alle 18.30 nella Sala d’Armi, in Palazzo Vecchio a Firenze.
La giuria, presieduta da Ernesto Ferrero, è composta: da Beatrice Monti della Corte, Andrea Bajani, Andrea Landolfi, Alberto Manguel, Maylis de Kerangal e Edmund White.
Questa la longlist: Virginie Despentes con ‘Trilogia della città di Parigi’ (Bompiani), traduzione di Tiziana Lo Porto); Rodrigo Fresán con ‘La parte inventata ‘ (Liberaria) traduzione di Giula Zavagna; Rawi Hage con ‘Il gioco di De Niro’ (Playground) traduzione di Anna Tagliavini ; Khaled Khalifa con ‘Morire ė un mestiere difficile’ (Bompiani), traduzione di Maria Avino); Philippe Lançon con ‘La traversata’ (Edizioni e/o), traduzione di Alberto Bracci Testasecca); Ottessa Moshfegh, ‘Il mio anno di riposo e di oblio’ (Feltrinelli), traduzione di Gioia Guerzoni; Péter Nádas con ‘Storie parallele’ (Bompiani), traduzione di Laura Sgarioto); Andrés Neuman con ‘Frattura’ (Einaudi), traduzione di Federica Niola; Richard Powers con ‘Il sussurro del mondo’ (La Nave di Teseo), traduzione di Licia Vighi e Samanta Schweblin con ‘Kentuki’ (Sur), traduzione di Maria Nicola.
Il Festival degli Scrittori è ideato dalla Fondazione Santa Maddalena, che quest’anno compie vent’anni ed è presieduta da Beatrice Monti della Corte che l’ha istituita nel 2000 presso la propria abitazione a Donnini nel Valdarno, in cui si era trasferita nel 1967 con il marito Gregor von Rezzori, scrittore mitteleuropeo, autore di romanzi e memorie.
Il Festival è sostenuto dal Comune di Firenze, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, dal Gabinetto G.P.
Vieusseux e si avvale della collaborazione del Centro per il libro e la lettura del MiBACT.
Club Tenco, Staino nuovo ‘rappresentante legale’
Vignettista, ma chiamatemi presidente, non evoca guai giudiziari
GENOVA
20 febbraio 2020
13:53
– Il nuovo ‘legale rappresentante del Club Tenco è Sergio Staino. Lo comunica il direttivo del club ricevute le dimissioni spontanee di Nino Imperatore. Staino, giornalista e vignettista di gran fama, è stato scelto – si legge nella nota “in prospettiva di un ruolo futuro che rappresenti il Club nelle relazioni nazionali e istituzionali”.
“Credo che il Tenco mi abbia veramente dato molto – ha detto Staino – e se la mia satira e il mio lavoro in genere hanno una loro leggerezza e una levità creativa lo devo tanto anche alle amicizie che mi sono fatto grazie al Tenco, quell’arte dell’incontro che ha fatto del Tenco una delle strutture più affascinanti dell’Italia culturale contemporanea”. A Nino Imperatore e a Graziella Corrent resta la delega nel proseguire il lavoro di organizzazione generale, ricerca finanziamenti, logistica e amministrazione generale.
“Da un punto di vista quindi etico, affettuoso e culturale non cambia un bel niente – ha detto ancora Staino -. Continuiamo tranquilli e indefessi sulla strada segnata da questo direttivo e dall’ottimo responsabile artistico Sergio Secondiano Sacchi.
Quello che cambia è il personaggio che si presenterà in pubblico e, soprattutto, alle varie istituzioni a nome del Tenco, il cosiddetto ‘presidente’ che in realtà è il ‘responsabile legale’. Tuttavia, in ossequio ad una prassi consolidata e molto affettuosa, potete continuare a chiamarmi ‘presidente’ che – ha ironizzato Staino – è parola che almeno non evoca subito guai giudiziari”.
Guggenheim, la storia non detta del mondo rurale
Countryside, The Future affronta la radicali trasformazioni
NEW YORK
20 febbraio 2020
13:35
Prendi una delle più importanti istituzioni culturali di New York e trasformala in una finestra sul mondo rurale. Con una mostra unica nel suo genere ed un esperimento mai realizzato prima, il Guggenheim abbraccia le sfide del futuro e presenta ‘Countryside, The Future’, aperta al pubblico dal 20 febbraio al 14 agosto. L’installazione occupa tutte e sei le rampe che compongono la Rotunda del museo con una parentesi anche esterna: davanti all’ingresso sulla Quinta strada è infatti esposto un modello di trattore usato tipicamente nelle coltivazioni industriali ed un container-serra dove si vedono delle piante di pomodoro coltivate sotto delle luci LED rosa.
Countryside, The Future, è stata concepita per il Guggenheim dall’architetto e urbanista Rem Koolhaas e da Samir Bantal, direttore di AMO, think tank dell’Office for Metropolitan Architecture, curata da Troy Conrad Therrien Architecture and Digital Initiatives del Salomon R. Guggenheim Museum, ed esplora le radicali trasformazioni dei territori rurali e remoti, in questo caso identificati come ‘countryside’, campagna. E il progetto è anche frutto della partnership tra Lavazza e il Guggenheim.
“E’ la prima volta che il museo si è prestato per un qualcosa che è un esperimento più che una mostra o una forma d’arte – ha spiegato Richard Armstrong, direttore del Guggenheim – e ha lo scopo di far familiarizzare il pubblico con una realtà al di fuori di quella urbana”. La maggior parte di noi vive in città ma cosa fa e dove vive tutta l’altra parte? Cosa pensa, come agisce chi vive nel mondo rurale?”.
Ci sono voluti cinque anni per preparare Countryside, The Future e tra gli scopi della mostra c’è quello di raccontare la storia non detta degli ambienti e delle popolazioni rurali troppo spesso sacrificati a quella delle aree urbane. In un mondo in cui ci si preoccupa dei cambiamenti climatici e del loro impatto soprattutto nelle zone urbane, si è perso di vista che in realtà il global warming e l’economia di mercato hanno trasformato radicalmente la campagna. “Questa installazione – ha spiegato Samir Bantal, direttore di AMO – è un insieme di vecchie e nuove idee che hanno lo scopo di riscoprire le dinamiche della campagna. Un luogo che molti di noi concepiscono come stabile e che si trasforma lentamente, invece è un mondo attivo e flessibile ancora più delle città”.
Countryside, The Future è divisa in sei sezioni, una per ogni rampa della Rotunda, e che rappresentano diversi temi. “Tra le sezioni – ha spiegato il curatore Troy Conrad – abbiamo quella della ridefinizione politica, del tempo libero, della preservazione, le nuove frontiere, la popolazione. Il nostro obiettivo non è quello di dare lezioni morali bensì di offrire un’analisi di ciò che sta accadendo. Senza dubbio in un mondo in cui l’ambiente è costantemente sotto attacco, la campagna può rappresentare una speranza oltre ad offrire alternative in grado di sfamare il pianeta senza necessariamente distruggere la natura”.
La mostra è accompagnata anche da un libro, ‘Countryside, A Report’ con racconti personali ed interpretazioni sui diversi temi esposti.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Martinez, “Il mio Corsaro all’Opera di Roma”
Il coreografo, drammaturgia più chiara, il pubblico deve capire
20 febbraio 2020
20:13
La Russia tiene banco all’Opera di Roma. Sul palcoscenico del Costanzi debutta l’1 marzo “Il Corsaro”, balletto tra i più importanti del repertorio classico, nella versione del coreografo spagnolo Josè Carlos Martinez con l’orchestra diretta da Alexei Baklan. Lavoro complesso concepito dal poema di George Byron nella prima metà dell’ Ottocento sul quale nel tempo hanno messo le mani vari compositori con aggiunte e revisioni, ha trovato la sua versione di riferimento in quella presentata a Parigi nel 1856 da Joseph Mazilier.
Con la sua nuova produzione Martinez ha a sua lavorato di forbice tagliando personaggi, modificando la trama e la suddivisione del balletto con l’ obiettivo di concentrare l’ attenzione sulla storia d’ amore dei protagonisti, la schiava Medora e il corsaro Conrad. Ad interpretarli saranno l’ étoile Rebecca Bianchi e il giovane Simone Agrò. Con loro nelle otto repliche in programma si alterneranno i quattro ospiti internazionali, Olesja Novikova, Leonid Sarafanov, Mara Makhateli e Kim Kim, quest’ ultimo per la prima volta sul palcoscenico della capitale.
Il nuovo spettacolo avrà i costumi e la scenografia curati nel 2008 da Francesco Zito per il Teatro dell’Opera di Roma, rivisti e ripensati appositamente per questa messa in scena.
Josè Carlos Martinez con i suoi interventi ha puntato a rendere più accessibile e chiara la drammaturgia. “Ho ridotto la durata del balletto e ristrutturato la suddivisione affinché ci siano solo due atti con due scene in ogni atto. Ho eliminato il personaggio di Alì perché non aggiungeva nulla né all’azione né alla drammaturgia. In genere il Corsaro come balletto è una successione di variazioni per mostrare la tecnica degli interpreti con una drammaturgia molto confusa. Per me è fondamentale far capire al pubblico cosa sta succedendo sulla scena”.
Saviano, Vele simbolo degrado loro malgrado
‘Sarebbe meglio intestarsi gara per ricostruzione e rinascita’
20 febbraio 2020
15:54
– “Le Vele di Scampia non hanno colpa.
Sono divenute simbolo del degrado, loro malgrado. Le Vele sono state il simbolo di un progetto ambizioso e poi tradito per mancanza di risorse. Sono il simbolo della precarietà della vita al Sud: mal costruite, abitate prima che fossero agibili e poi abbandonate per decenni dallo Stato, abbandonate insieme alle persone che lì hanno vissuto senza presidi di legalità, senza caserme, senza scuole, senza aeree per la socialità”.
Cosi’ Roberto Saviano in una dichiarazione. “In 40 giorni (questo il ragionamento dello scrittore autore tra l’altro del libro best-seller Gomorra venduto in tutto il mondo e da cui sono stati ispirati il film di Matteo Garrone e una serie tv giunta alla quarta stagione e andata in onda su Sky) si abbattono le Vele, ma non le cause che hanno generato tutto ciò di cui sono simbolo. Oggi la politica fa a gara a chi mette la faccia sulla demolizione, a chi se la intesta, non sarebbe meglio intestasi la ricostruzione e il riscatto vero della periferia di Napoli e del Sud, eterna periferia d’Italia? La rinascita del territorio avviene con il lavoro, con gli investimenti, con l’attenzione costante, con l’attenzione perenne”.
Berlino: Irons, “Io frainteso su abuso, aborto e gay”
Luca Marinelli, “che paura quando ho visto a sei anni E.T”.
20 febbraio 2020
16:00
– C’era un pezzo di Italia questa mattina alla presentazione della giuria del Festival di Berlino presieduta da Jeremy Irons e composta dall’attrice Bérénice Bejo, la produttrice Bettina Brokemper, la regista palestinese Annemarie Jacir, Kenneth Lonergan e il brasiliano Kleber Mendonça Filho. Oltre al neodirettore artistico Carlo Chatrian anche Luca Marinelli nella veste di giurato.
E da Irons, prima di ogni considerazione estetica sui 18 film in concorso, alcune precisazioni: “A livello personale, sono costretto a dire qualche parola su alcuni giudizi dati da me, e su cui mi sono anche scusato, relativi a tre temi come abuso sessuale, aborto e matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Voglio essere chiaro una volta e per tutte: intanto sostengo il movimento che lotta per contrastare le diseguaglianze di cui sono vittime le donne sia nel posto di lavoro che in generale.
Approvo poi in maniera chiara i matrimoni fra persone dello stesso sesso e lo continuerò a fare. E ancora di più sono favorevole alla decisione di ogni donna di interrompere una gravidanza. Tutti dovremmo contribuire – ha continuato l’attore – a combattere per la tutela di questi tre diritti fondamentali che in alcuni paesi non sono garantiti. Spero anzi che alcuni dei film in concorso affrontino queste tematiche”.
Luca Marinelli ha parlato invece dei film della sua vita:”Amo ogni tipo di film, l’importante è che sia bello. Mi ricordo però uno dei primi film che ho visto, E.T. Ero sul divano con mia madre e ho avuto paura. Ero piccolo, non avevo più di sei anni, ma alla fine l’ho amato. È un onore per me essere in giuria.
Vivo qui, Berlino è la mia città. Ricordo la mia prima Berlinale – ha concluso – ero allora un semplice spettatore, ma già la sensazione di esserci era fantastica. Sono poi tornato come Shooting Stars ed ora eccomi in giuria. Una cosa fantastica.”
Arriva primo libro di Dan Brown per bambini con sue musiche
1/9/2020 in contemporanea mondiale, in Italia per Rizzoli
20 febbraio 2020
16:11
– Arriverà in libreria il 1 settembre in contemporanea mondiale iI primo libro illustrato per bambini di Dan Brown. Si chiama ‘La sinfonia degli animali’ (Wild Symphony) e in Italia uscirà da Rizzoli che annuncia la pubblicazione.
Il libro sarà accompagnato anche dalla prima opera musicale dell’autore del bestseller Il Codice da Vinci. Composta appositamente per l’occasione è un album di musica classica che eleva la lettura a esperienza multisensoriale e si rivolge sia ai bambini che agli adulti. I disegni sono dell’illustratrice ungherese Susan Batori.
“Adoro raccontare storie, e nei miei romanzi tento sempre di intrecciare temi diversi. Con La Sinfonia degli animali ero elettrizzato all’idea di lavorare su questo aspetto e creare un’esperienza multisensoriale, utilizzando tre linguaggi contemporaneamente: arte visiva, musica e parole. Nello stesso modo in cui un’Opera cattura il suo pubblico con belle scenografie, musica drammatica e canto lirico, così La Sinfonia degli animali aspira a essere una festa per gli occhi, le orecchie e la mente” spiega Dan Brown.
Ad oggi sono 27 i paesi ad aver acquisito i diritti di pubblicazione dell’opera.
Ne La Sinfonia degli animali il vivace Maestro Mouse, armato della sua fida bacchetta, accompagna i piccoli lettori alla scoperta di altri amici animali, dal ghepardo al canguro, fino all’elefante e alla balenottera azzurra. Ognuna delle splendide illustrazioni è dedicata a un animale diverso e offre una pillola di saggezza per affrontare la vita, ispirando riflessioni su temi come la compassione, la pazienza, il rispetto, la fiducia, la mindfulness, il prendere la vita con calma e il vivere in comunità. Con le illustrazioni di Batori tutti potranno divertirsi a scoprire tra le pagine una serie di indizi e rompicapo.
Strega: Carofiglio e Gipi tra nuove proposte Amici Domenica
15 marzo dozzina, 10 giugno cinquina e il 2 luglio vincitore
20 febbraio 2020
16:14
– Si allarga la platea degli autori e libri proposti dagli Amici della Domenica per l’edizione 2020 del Premio Strega.
Queste le nuove cinque segnalazioni, tra cui ne figurano due di Einaudi, pubblicate sul sito del Premio http://www.premiostrega.it, con cui si arriva a 20 titoli,.
Sono: Gianrico Carofiglio con ‘La misura del tempo’ (Einaudi), proposto da Sabino Cassese; GIPI (Gian Alfonso Pacinotti) con ‘Momenti straordinari con appalusi finti’ (Coconino Press), proposto da Francesco Piccolo; Lorena Spampinato, ‘Il silenzio dell’acciuga’ (Nutrimenti Edizioni), proposto da Lidia Ravera; Laura Imai Messina, ‘Quel che affidiamo al vento’ (Piemme), proposto da Lia Levi; Valeria Parrella con ‘Almarina’ (Einaudi), proposto da Nicola Lagioia.
Le proposte si possono inviare fino al 3 marzo. L’annuncio della dozzina sarà il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 10 giugno quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo. La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.
Musica: Umbria Jazz si allea con RadioMediaset
Annunciati tutti i concerti all’Arena, anche Tom Jones e Gil
20 febbraio 2020
16:16
– Tom Jones e Gilberto Jil, ma anche Anita Baker e Jamie Callum sono fra gli artisti che completano il programma dell’arena Santa Giuliana di Umbria Jazz 2020, che dal 10 al 19 luglio prevede esibizioni di Lenny Kravitz, Mika e star del jazz come Wynton Marsalis e Joshua Redman.
Il cartellone è stato presentato a Milano, presenti la presidente della Regione Donatella Masei, il sindaco Andrea Romizi e Paolo Salvadori, l’ad di Radio Mediaset con cui il festival ha firmato un accordo triennale. Radio ufficiale sarà Monte Carlo con 11 ore di trasmissione al giorno dedicate, ma saranno coinvolte tutte le stazioni Mediaset da Radio Subasio, per l’aspetto più territoriale, a Virgin. Mentre sono in via di definizione i concerti gratuiti, il direttore artistico del festival Carlo Pagnotta ha annunciato anche alcuni degli appuntamenti della Galleria Nazionale e del teatro Morlacchi (dove si aprirà la rassegna con un concerto di Enrico Rava in quintetto dedicato alla memoria del manager Mario Guidi).
Torna a Palazzo Spinola il Viaggio di Abramo del Grechetto
A Genova, dopo lungo restauro ricollocato in Galleria
GENOVA
20 febbraio 2020
16:24
– È stato un felice ritorno nel salone del secondo piano nobile di Palazzo Spinola di Pellicceria, a Genova, quello del ‘Viaggio di Abramo’, il grande dipinto di Giovanni Benedetto Castiglione detto Il Grechetto che è stato restaurato grazie a un progetto Art Bonus, sostenuto da Iren che conclude il progetto genovese di ‘Rivelazioni’ di Borsa Italiana. “L’importanza di questo progetto – ha detto la responsabile per Genova Anna Orlando – è stato mettere a sistema restauratori, operatori culturali, musei e imprenditori privati per restituire alla città qualcosa di importante”.
“Questo quadro, portato a palazzo da Ansaldo Pallavicino – ha ricordato Farida Simonetti, direttore della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola – è sempre stato uno dei dipinti più osservati dai visitatori e oggi lo vediamo con una nuova luce che ci permette di ammirarne colore, profondità e, sopratutto, la resa straordinaria dei dettagli”. L’intervento di restauro, eseguito dal Laboratorio Nino Silvestri, ha permesso infatti di liberare la tela da vernici e vecchi restauri rendendo evidenti le caratteristiche pittoriche. “I quadri di grandi dimensioni spesso vengono reinterpretati – ha detto il restauratore – e la sorpresa è stata quella di trovare negli strati quasi tutti la materia originale”. A sostenere il restauro di quest’opera è stato il gruppo Iren che in questo modo, ha ricordato l’ad Massimiliano Bianco “ci permette di contribuire in maniera attiva allo sviluppo della vita culturale delle città in cui siamo”.
Morto Jean Daniel, fondò Le Nouvel Observateur
Macron: “Con la penna ha fatto la storia”
20 febbraio 2020
16:33
– E’ scomparso Jean Daniel, considerato tra i più grandi giornalisti francesi fondatore del settimanale Le Nouvel Observateur (ribattezzato da qualche anno ‘L’Obs’).
Jean Daniel “è morto mercoledì sera all’età di 99 anni dopo una lunga vita di passione, di impegno e di creazione”, annuncia L’Obs sul suo sito internet, riferendosi allo storico giornalista nato a Bilda, nell’allora Algeria francese il 21 luglio 1920. Grande giornalista nonché coscienza della sinistra francese, Jean Daniel fondò Le Nouvel Observateur nel 1964 insieme a Claude Perdriel.
“Monumento del giornalismo, esploratore in avanscoperta che ha illuminato il cammino della sinistra, Jean Daniel è morto. La Francia perde una coscienza, uno di quegli uomini che fanno la storia con la sola forza della loro penna” scrive in un tweet il presidente francese, Emmanuel Macron.
Musica:Benali e Lischka, antichi canti sacri arabi e indiani
Napoli,domani concerto delle due artiste nella Pietà de’Turchini
NAPOLI
20 febbraio 2020
16:52
Una chiamata alla preghiera, tradotta in musica e canto dalla vocalist di origine araba Ghalia Benali e dalla musicista austriaca Romina Lischka alla viola da gamba. Accompagnate in scena da Vincent Noiret al contrabbasso, le musiciste presentano domani nella Chiesa di Santa Caterina da Siena, “Call to prayer (Adhan)” in prima italiana per la stagione concertistica della Fondazione Pietà de’ Turchini di Napoli. “Nei Paesi arabi, l’adhan – dicono le due musiciste – è la chiamata che il muezzin rivolge ai fedeli, attraverso i melismi della sua voce, invitandoli così al raccoglimento e alla preghiera”. Una pratica di cui è esperta Ghalia Benali che si unisce, in questo caso, alla singolare conoscenza dell’antichissimo canto dhrupad, lo stile più antico della tradizione musicale indiana, di cui è interprete Romina Lischka. Due mondi, diversi in apparenza, che si incontrano in scena in un programma che ai diversi esempi di queste pratiche melodiche unisce anche composizioni settecentesche per viola da gamba.
Il suolo come paesaggio, nuovo modo di vedere la Terra
Fondazione Benetton ne parla con agronomi, architetti, artisti
20 febbraio 2020
20:08
Un nuovo modo di vedere il suolo, innalzandolo dalla tradizionale dimensione “terra terra” a paesaggio vero e proprio, mix di natura e segno della mano dell’ uomo, teatro di usi e abusi che superano il limite come nel caso della “Terra dei fuochi” ma allo stesso tempo laboratorio di sperimentazioni ambientali virtuose se nell’ asfalto possono trovare spazio giardini e isole verdi. Il tema, ricco di implicazioni, anima la sedicesima edizione delle giornate internazionali di studio sul paesaggio promosse dalla Fondazione Benetton negli spazi Bomben di Treviso. Progettisti, architetti, agronomi, artisti, docenti, studiosi, ecologisti si confrontano nei due giorni di lavori in sedute comuni e in commissioni concentrate su aspetti specifici. “Vogliamo stimolare una non tanto piccola rivoluzione culturale, restituendo importanza al suolo, alla dimensione fisica, etica ed estetica della superficie terreste, fattore imprescindibile del pianeta Terra – spiega Luigi Latini, presidente del Comitato scientifico della Fondazione”. Di suolo si parla spesso solo in termini di consumo, riferendosi alle molte forme di impoverimento della città e del territorio praticate dall’ intervento umano.
L’urbanista Rosario Pavia osserva che “solo rigenerando il suolo è possibile contenere la catastrofe climatica e i fenomeni sociali e politici a essa connessi”. Ci sarà spazio anche per l’ immaginazione extraterrestre con Giacomo Certini, professore di pedologia nella Scuola di Agraria dell’Università di Firenze, per il quale è necessario coniare una definizione “cosmica” di suolo, pensando ai materiali che un giorno potrebbero provvedere al sostentamento di colonie umane al di fuori del nostro pianeta.
E’ morto Max Conteddu, il poeta-guerriero dei social
Aveva tumore al cervello, 40 mila follower piangono la sua scomparsa
NUORO
20 febbraio 2020
18:03
Ha raccontato sui social l’evolversi della sua malattia, un tumore al cervello, sempre con il sorriso tra le labbra e molta ironia, raccogliendo oltre 40mila follower su Instagram e Twitter. Massimiliano Conteddu – nickname istintomaximo – è morto a Siniscola, dove abitava in località Capo Comino. Poche le notizie che trapelano nel paese del Nuorese, mentre sui social è grande il cordoglio di amici e follower.
Il suo ultimo tweet risale al 10 febbraio scorso, quando pubblica 9 cuori e uno zero finale che alcuni hanno interpretato come un conto alla rovescia. Il giorno prima scrive: “Tenete in tasca un po’ di sole. Ne avrete bisogno quando farà buio nella vostra vita”. La scoperta della malattia arriva lo scorso anno: lui sceglie di non arrendersi ma di combattere. Come Nadia Toffa, di cui scriveva: “Chiariamoci una volta per tutte: lei definì il tumore come un dono, perché le aveva fatto aprire gli occhi. Ma io gli occhi li avevo già aperti prima di questo intruso. Non è un dono, è una Maledizione. Nadia, resti comunque una guerriera”.
Twitter si stringe intorno a Max Conteddu, il ragazzo sardo che proprio sulla piattaforma social aveva raccontato la scoperta della sua malattia e la battaglia per provare a sconfiggerla. Da quando la notizia della morte ha iniziato a diffondersi online, l’hashtag #CiaoMax è balzato al primo posto dei trending topic su Twitter, dove sono numerosi i messaggi di cordoglio.
Arte: ragnatele e sfere Saraceno in Palazzo Strozzi Firenze
Dal 22/2 a 19/7.Mostra più ampia realizzata da artista in Italia
FIRENZE
20 febbraio 2020
18:22
– Ragnatele, sfere riflettenti e palloncini, oggetti con cui interagire, occuperanno le sale di Palazzo Strozzi a Firenze dal 22 febbraio al 19 luglio. Così una mostra site specific a Palazzo Strozzi di Firenze di Tomás Saraceno, uno dei più originali e visionari artisti contemporanei che vuole far riflettere sui temi ambientali e sulle barriere geografiche. La mostra, intitolata ‘Tomás Saraceno. Aria’, è la più ampia realizzata dall’artista in Italia. Saraceno propone opere immersive che invitano a cambiare punto di vista sulla realtà e a entrare in connessione con elementi come polvere, ragni e piante protagonisti delle installazioni. L’esposizione si snoda intorno alla serie delle Arachnomancy Cards (Carte da Aracnomanzia), 33 carte pensate dall’artista a cui si associano nove stanze del percorso espositivo che propone grandi installazioni che consentono di immergersi in ambienti evocativi.
Osbourne deve curarsi, cancella tour Nord America
Lo scorso mese rocker ha annunciato di avere morbo di Parkinson
NEW YORK
20 febbraio 2020
21:01
Ozzy Osbourne ha cancellato le date americane del suo ‘No More Tours 2’ per problemi di salute.
Lo scorso mese, il rocker, 71 anni, aveva annunciato di avere il morbo di Parkinson. Ora deve curarsi e quindi non potrà mantenere I suoi impegni musicali.
“Sono grato – ha detto lui stesso in un comunicato – per la pazienza mostratami perché ho avuto un anno di m… .
Sfortunatamente, non potrò andare in Svizzera prima di aprile per curarmi e il ciclo di trattamenti dura dalle sei alle otto settimane”.
Osbourne ha specificato che non vuole iniziare il tour per poi cancellarlo all’ultimo momento, non sarebbe giusto per i fan. L’anno scorso, a causa di una caduta ed un infezione, era stato costretto a rinviare il suo tour a quest’anno. Ora invece la notizia della cancellazione.
Berlino apre nella N.Y. di ‘My Salinger Year’
Sigourney Weaver e Margaret Qualley nel film di Falardeau
BERLINO
21 febbraio 2020
09:51
– Apertura nel segno letterario quella della 70ma edizione del Festival di Berlino 2020 con ‘My Salinger Year’ (Berlinale Special Gala) che uscirà in sala in Italia distribuito da Academy Two. Il nuovo film di Philippe Falardeau, regista candidato all’Oscar per ‘Monsieur Lazhar’, racconta però il mondo letterario di New York degli anni Novanta con umorismo e dolcezza.
Tratto dal romanzo ‘Un anno con Salinger’ di Joanna Rakoff (edito in Italia da Neri Pozza) il film ha come protagoniste la candidata all’Oscar, Sigourney Weaver, e Margaret Qualley, vista recentemente nell’ultimo film di Tarantino, ‘C’era una volta a… Hollywood’.
Ci troviamo nella New York degli anni Novanta (anche se tutto è stato girato a Montreal.). Dopo aver lasciato l’università per seguire il sogno di diventare scrittrice, Joanna (Margaret Qualley) viene assunta come assistente di Margaret(Sigourney Weaver), l’inflessibile agente letteraria di J.D.Salinger, schivo autore di un classico leggendario: ‘Il giovane Holden’.
Il suo compito è quello di passare in rassegna l’enorme mole di lettere indirizzate al romanziere da tutto il mondo. Ma davanti alle parole emozionate dei fan, avviene un piccolo miracolo, Joanna si rifiuta di rispondere con l’impersonale lettera standard imposta dall’agenzia. E così di nascosto dagli occhi severi di Margaret, la ragazza comincia a personalizzare le risposte con conseguenze imprevedibili, appassionanti, comiche e toccanti.
La New York degli anni Novanta che si vede nel film “sembra più vicina a noi di quanto si immagini – spiega oggi a Berlino il regista canadese -. Il fatto è che con i computer e il digitale che stavano iniziando a conquistare tutti, la parole scritta era ancora importante, così come parlare al telefono e dal vivo. Oggi invece contano solo i messaggi. Credo insomma che tanta gente possa identificarsi in questa storia di vent’anni fa, come potrà farlo tra vent’anni”.
Margaret Qualley, che veste i panni di Joanna, spiega invece: “E’ stato facile. Avevo come base sia il libro che la conoscenza della vera Joanna con la quale potevo parlare quando volevo.
Anche io poi a 16 anni mi sono trasferita da una piccola cittadina a New York per inseguire i miei sogni, ho vissuto un’esperienza simile, un cambiamento deciso di vita.” Sigourney Weaver smentisce subito di essersi ispirata a ‘Una donna in carriera’ di Mike Nichols:”Ho solo amato il fatto che il film fosse una sorta lettera d’amore per il vecchio mondo letterario di New York, che forse ancora esiste da qualche parte. E’ stato emozionante poi muoversi tra scaffali di chi ha rappresentato Agatha Christie o Francis Scott Fitzgerald, autori e miti come loro. Nella giovane Joanna il mio personaggio – continua l’attrice – ritrova forse qualcosa di sé. Anche se i suoi erano sicuramente tempi più difficili e la sua ambizione e spregiudicatezza era più grande”.
Moda: da Prada e Fendi il femminile è femminista
Delicatezza è forza, in passerella libertà di giocare con cliché
20 febbraio 2020
20:25
– Niente è più femminista del femminile. Ne sono convinte Miuccia Prada e Silvia Venturini Fendi, che oggi a Milano hanno portato in passerella donne libere di giocare con i cliché del femminile, di riconoscere la loro forza nella delicatezza e nella leggerezza, di spogliarsi delle imposizioni e delle censure.
“Questa è una collezione fatta d’istinto, con la volontà di fare qualcosa di utile, che avesse un senso” premette Miuccia Prada, che vede nell’allestimento della sala della sfilata una metafora della condizione femminile: al centro una scultura di Atlante che regge il mondo sulle spalle, sulle pareti la leggerezza dei fiori. “Volevo rappresentare la forza delle donne: leggerezza, delicatezza, glamour, queste caratteristiche femminili – spiega la stilista – sono la vera forza delle donne”. E se il potere si può trovare nel piacere, il glamour – con il suo ottimismo – diventa qualcosa di utile, per trasformare il quotidiano da pratico a estetico. Ed eccoli i cliché del femminile, le frange, i ricami, gli spacchi, le trasparenze, i tacchi, i trucchi, le pellicce, che si abbinano e ai tailleur austeri, alle camicie con cravatta, ai cappotti dalle spalle grandi, ai giubbini di nylon stretti in vita da onnipresenti cinture che disegnano linee a clessidra. E’ in questo contrasto che la delicatezza diventa forza: così la gonna con le pieghe destrutturate e aperte si accompagna al blazer dalla linea over, la sottana trasparente con la camicia con la cravatta, la tunica di rete sportiva con le decolleté in vernice. E nello stesso capo convivono linee e tessuti maschili e dettagli iperfemminili, come nel cappotto nero tutto ricoperto di frange, che tornano sull’abito in lana grigio con le pieghe o nei maglioni di lana grossa lavorata a trecce.
Per Silvia Venturini Fendi, il fatto è che oggi, “essendo tutte donne forti, possiamo riappropriarci dei codici e dei luoghi comuni del guardaroba femminile, non abbiamo più bisogno dei codici maschili per essere ascoltate”. Anzi, aggiunge la stilista, “oggi è sovversivo recuperare i codici femminili: femminile e femminista sono concetti che insieme si rafforzano”.
Il commissario Montalbano per la prima volta al cinema
‘Salvo Amato, Livia Mia’ in sala evento 24-25-26 febbraio
25 febbraio 2020
13:52
In attesa del grande evento tv della primavera 2020, il commissario Montalbano, nato dalla penna di Andrea Camilleri – che con le sue opere ha venduto oltre 20 milioni di copie nel mondo – e interpretato da Luca Zingaretti, arriva per la prima volta al cinema per un evento straordinario di soli tre giorni (il 24-25-26 febbraio) in anteprima assoluta.
Montalbano è uno di famiglia: molti di noi ormai si sentono a casa tra le pareti del commissariato di Vigata, come tra i muretti a secco, sulla terra arsa e gli ulivi, nelle tonnare abbandonate, nei ristoranti sul mare e sulle terrazze con vista sul tramonto.
Dopo aver raccolto oltre un miliardo e duecento milioni gli spettatori in vent’anni su Rai1, il nuovo attesissimo episodio della collection evento si intitola “Salvo Amato, Livia Mia” ed è diretto da Alberto Sironi (scomparso il 4 agosto 2019 durante le riprese) e da Luca Zingaretti.
Interpretato da Luca Zingaretti che da sempre presta il volto al commissario, da Cesare Bocci (il suo braccio destro Mimì Augello), Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Sonia Bergamasco (la fidanzata Livia), arriverà in sala il 24, 25, 26 febbraio
in un evento speciale e prossimamente sarà in onda su Rai1.
In questo nuovo episodio, il brutale omicidio di Agata Cosentino, il cui cadavere viene ritrovato in un corridoio dell’archivio comunale, non può lasciare indifferente Montalbano. Perché la vittima era una cara amica di Livia, una ragazza timida e riservata, che concedeva la sua amicizia e il suo amore a poche persone. E su quelle si concentra l’indagine di Montalbano, perché gli è presto chiaro che a uccidere Agata è stato qualcuno che le era molto vicino. Si tratta forse una violenza sessuale degenerata in omicidio, ma da subito questa ipotesi non convince Montalbano, che inizia la sua indagine partendo proprio dalle conoscenze della vittima.
“Salvo, Amato Livia Mia”, una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction, sarà distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it.

Carlo Invernizzi, Impercettibili nientità
La poesia come ‘parole sul margine dell’impossibile’
21 febbraio 2020
14:21
– CARLO INVERNIZZI, IMPERCETTIBILI NIENTITA’. Poesie 1950-2017 (La Nave di Teseo, pag 444, euro 20.00). Un poeta ”carsico” come lo chiama Maria Gabriella Ferraroni nella sua presentazione di ‘Fili d’erba’, carsico come tanti che come Carlo Invernizzi hanno dedicato la vita alla poesia come ”coscienza coraggiosa della non certezza”, scrive sempre parlando di lui Maria Vailati fondatrice del gruppo poihsij di cui faceva parte. Ora la sua opera, lieve e intensa, stretta nella morsa dell”intimità quasi fosse un valore aulico, si rilegge tutta insieme nel bel volume che gli dedica la Nave di Teseo ad esattamente due anni dalla morte avvenuta il 20 febbraio del 2018 a Milano, dove pure era nato il 19 luglio del 1932.
Vissuto tra Milano e Monterone, un paese di soli 30 abitanti nella provincia di Lecco, è lì che Invernizzi crea la città museo della sua idea di compenetrazione tra arte e natura. “L’uomo per la sua costituzione fisica è parte intrinseca della Natura Naturans. Il suo pensiero (mente) e il suo corpo (cervello) sono biologicamente connessi in tuttuno. Il suo tuttuno di mentecorpo è lo spaziotempo del suo divenire tra il nascere e il morire. L’arte (la poesia) è ansia noetica dell’uomo Natura Naturans in disquarcio del tuttonulla. L’arte (la poesia) ne è la superficie che accade non per volontà, ma per necessità-libertà. L’arte (la poesia) nasce direttamente in superficie. è nella superficie la sua profondità. L’arte (la poesia) nel suo accadere apre originari spazi di senso. L’arte (la poesia) inventandosi diventa linguaggio. La coscienza ne è solo strumento”, scrive nel manifesto Tromboloide e disquarciata che firma nel 1996 insieme a Gianni Asdrubali, Bruno Querci e Nelio Sonego. Al centro rimane la poesia, o meglio il suo ”fare poesia”: ”Il mio fare poesia è tentare parole sul margine dell’impossibile, dire nel prodursi di immagini sensazioni inesprimibili. La mia poesia è perciò metafora di metafore anche oscure nella visionarietà dell’alludere. Il suo manque è l’ansia incontenibile di illimite sguardo profondo inesauribile. Quando la tensione diventa insopportabile sopravvengono la rottura e le visioni che vorticano nella voragine. È il momento della danza irreprimibile che coagula le parole nel prodursi delle immagini”. Parole estreme, che ritroviamo in questo bel volume accompagnato da una completa rassegna di parole dedicate a Invernizzi e alla sua opera di ricerca. ”Vortici grandinanti/ pioggevento/ intense cupe/ d’un’estate invano bramita/ d’imperdibili pratiluce”.
Quintessenza dell’esistenza poetica, in un volume dal corredo impeccabile che guida il lettore nell’opera poco conosciuta e non certo semplice di questo autore, che inizia a costruire il suo percorso giovanissimo, già negli anni Cinquanta, e che esordisce nel 1970 con la raccolta Nell’esistere del magma, e che si intreccia costantemente per tutta la sua vita con la passione per l’arte visiva. La sua poesia è del resto forma visiva, che trova spazio in molte mostre negli anni, quasi la poesia fosse forma di vita.
Alle Galleria di Venezia torna la ‘Nuda’ di Giorgione
All’Accademia l’affresco ‘restituito’ dopo 10 anni
VENEZIA
21 febbraio 2020
10:37
– Dopo dieci anni di assenza, ritorna alle Gallerie dell’Accademia di Venezia la cosiddetta ‘Nuda’ di Giorgione, testimonianza superstite di una delle rare imprese pubbliche condotte dall’artista di Castelfranco (Treviso), che sarà finalmente esposta al pubblico a partire da martedì 25 febbraio. Il frammento di affresco, già in uno stato di conservazione precario, venne staccato nel 1937 dalla facciata sul Canal Grande del Fondaco dei Tedeschi, edificio medievale ricostruito dopo il devastante incendio del 1505 nei pressi del ponte di Rialto, espressione monumentale dell’anima mercantile di Venezia. La giovane figura femminile, ritratta in piedi a seno scoperto entro una semplice nicchia, ha sempre suscitato l’ammirazione dei commentatori per la “tinta sanguigna e fiammeggiante” delle carni, come scrive Anton Maria Zanetti nel 1760, capace di renderla seducente al di là della sua difficile interpretazione; rappresenterebbe, si è ipotizzato, un emblema della pace politica o della prosperità commerciale di Venezia. Grazie ad un sapiente intervento di manutenzione straordinaria, che ha visto la pulitura accurata della superficie dipinta, la rimozione delle colle e dei ritocchi a tempera alterati, la stuccatura delle piccole lacune e il loro abbassamento con velature a tono, l’opera si offre ai visitatori delle Gallerie per un pieno godimento estetico. “Una nuova e preziosa luce – afferma il direttore Giulio Manieri Elia – trarrà la ‘Nuda’ dal contesto espositivo entro cui verrà collocata in una delle sale recentemente riallestite della pittura cinquecentesca: la vocazione al classicismo, espressa in quest’opera, appartenente alla tarda stagione giorgionesca, troverà infatti risalto nel confronto con le altre preziose opere di Giorgione in sala e nel dialogo con le composizioni dei suoi giovani allievi, Tiziano e Sebastiano del Piombo, presenti nel medesimo ambiente”.
Dedicato al comico messicano Roberto Gomez Bolaños il doodle di Google
Noto come ‘Chespirito’, idolo in tutta l’America Latina, creò personaggi televisivi leggendari
21 febbraio 2020
11:43
Vedendo il doodle di Google di oggi, in tanti si saranno chiesti chi era Roberto Gomez Bolaños, attore, scrittore e sceneggiatore messicano nato 91 anni fa, talmente famoso e amato nel suo Paese natale che i suoi funerali, nel 2014, si svolsero all’interno dello stadio Azteca, così da poter contenere il fiume di persone che volevano dargli l’ultimo saluto.
Idolo in Messico ma anche in tutta l’America Latina, il doodle lo ritrae – nell’anniversario della sua nascita – mentre esce da uno schermo televisivo. E’ proprio alla televisione che lui dedicò la sua lunga carriera, creando una serie di personaggi di enorme successo, tra cui El Chapulín Colorado, un supereroe maldestro con le antenne e un martello giallorosso, ed El Chavo del Ocho.
Soprannominato ‘Chespirito’ (diminutivo della pronuncia spagnola di Shakespeare) per la sua abilità nello scrivere storie, iniziò come creativo pubblicitario per la radio e la televisione, e negli anni ’50 divenne un prolifico sceneggiatore. Alla fine degli anni ’60 fu chiamato come scrittore alla Televisione Indipendente del Messico e iniziò la sua carriera di attore. E’ morto a Cancun all’età di 85 anni.
Ghali, il mio viaggio personale dentro ‘DNA’
Nel nuovo album collaborazioni italiane e internazionali
21 febbraio 2020
19:39
Si intitola ‘DNA’ il nuovo album di Ghali, in uscita oggi con le sue quindici tracce che raccontano un viaggio musicale ma anche geografico. “Questo disco è un viaggio in tutti i sensi – ha spiegato Ghali – perché dopo il tour nei palazzetti sono partito per viaggiare in Europa, America e Nord Africa. Siamo stati un studi con artisti di vario genere e con produttori che hanno lavorato con artisti veramente grandi. Dopo otto mesi di viaggi e scrittura siamo tornati a Milano per organizzare il tutto. Per la prima volta nella mia vita ho scremato molto materiale”.
Il secondo album di Ghali, dopo il successo di Album (triplo disco di Platino), è un disco ricco di sfaccettature che testimoniano le diverse anime di un artista che ha deciso di indossare panni diversi tra loro. “Ogni Paese in cui sono stato mi ha influenzato a suo modo – ha raccontato – ma ho comunque avuto il bisogno di portare tutto a casa per poi elaborarlo. In studio ho bisogno di essere capito per lavorare bene”. DNA, oltre ad essere un vero e proprio percorso biografico in musica è un viaggio visivo, a cominciare dalla copertina in cui Ghali si leva la maschera, concetto ripreso nell’esibizione da super ospite a Sanremo 2020, la sera in cui ha inscenato la finta caduta dalle scale dell’Ariston. “Ho avuto delle cadute di recente – ha spiegato Ghali parlando della metafora della caduta – come nel caso della separazione da alcune persone con cui ho lavorato in passato. Ognuno di noi ha delle ambizioni e all’inizio, quando non si ha niente, si combatti tutti per la stessa causa. Poi quando raggiungi dei risultati, le ambizioni cambiano e può capitare di non continuare a condividere le idee. La caduta si riferisce anche al mio essere molto pignolo e autocritico, il che mi porta a vedere anche i piccoli errori come grandi passi falsi. E’ stata una caduta con me stesso. Se nell’arte pecco in qualche modo, per me è sempre una caduta”. I quindici brani sono stati lavorati con differenti produttori e hanno visto alternarsi alcuni tra i più affermati beatmaker del nostro paese, fra cui Mace, Mamakass, Merk & Kremont, AVA, Sick Luke, Canova, Zef e Venerus, oltre ad alcuni dei nomi più interessanti del panorama internazionale come Bijan Amir, M.B e MrEazi. Mace, oltre a essere uno dei beatmaker è stato il produttore artistico dell’intero progetto. I brani alternano elementi urban ad incursioni nel mondo della musica elettronica e beat più legati alla tradizione sonora araba, ma il risultato è quello di essere pop nel senso più nobile in assoluto: per tutti. DNA è un album volutamente accessibile e interpretabile su più livelli il cui fil rouge è un racconto biografico.
“Con il tour nei palazzetti ho chiuso un cerchio – ha raccontato Ghali – al quale avevo lavorato per molto tempo. Dopo il tour non sapevo cosa fare, non volevo stare fermo ma non sapevo cosa dire. Ho deciso di staccare un attimo ma ogni giorno ne soffrivo. Sapevo però che avevo bisogno di vivere un po’ per trovare nuove cose da raccontare. Sono cominciati così i miei viaggi sia di studio musicale ma anche proprio per vacanza. Ho sentito la necessità di allontanarmi dalla mia zona di confort”. All’interno di ‘DNA’, oltre al feat di Salmo in ‘Boogieman’, sono presenti altre tre collaborazioni: ‘Jennifer’ è stata realizzata con Soolking, rapper algerino da tempo nell’olimpo degli MC francesi; Combo con MrEazi, produttore nigeriano fra i più iconici esponenti della nuova musica africana e infine in ‘Marymango’, troviamo tha Supreme, l’enfant prodige della musica hip hop nostrana. Quattro artisti, quattro storie diverse per un album ricco di nuove prospettive sonore, di scrittura, ma in primo luogo di vissuto umano. Queste collaborazioni sono maturate dopo il lavoro fatto con Ed Sheeran su Antisocial e la riscrittura di una strofa sul pezzo cult della musica grime ‘Vossi Bop’ di Stormzy. Per presentare dal vivo l’album, Ghali sarà l’8, il 9 e il 10 maggio sul palco del Fabrique di Milano.
Musica: successo a Bologna per Madama Butterfly
Diretta da Damiano Michieletto, trasla opera ai giorni nostri
BOLOGNA
21 febbraio 2020
12:52
– La Madama Butterfly di Giacomo Puccini ospitata dal Teatro Comunale di Bologna, secondo titolo stagionale, allestita una decina d’anni fa a Torino da Damiano Michieletto, ha avuto una buona accoglienza, soprattutto a fine serata, da parte del pubblico che gremiva la Sala Bibiena. Lo spettacolo, che il regista veneziano assieme allo scenografo Paolo Fantin e alla costumista Carla Teti, traslano ai giorni nostri, trasforma il Giappone immaginario di Puccini nell’Oriente reale di oggi, in quella che potrebbe essere qualsiasi capitale asiatica volgarmente colorata di insegne luminose e grandi cartelli pubblicitari nel degrado di un quartiere periferico popolato di escort e malavita.
In mezzo la casa, un parallelepipedo in plexiglass e porte scorrevoli, che il protagonista, l’ufficiale americano Pinkerton, ha predisposto per la quindicenne Cio-cio-san che sta per comprare dal sensale Goro, una sorta di guappo con tanto di codino e occhiali scuri, e che sposa per poi abbandonare.
L’ingenuità della ragazza le fa credere che prima o poi il militare torni, ma quando ciò accade è solo per comprarle/rapirle il bimbo nel frattempo è arrivato.
Mostre: antologica su Andy Warhol e la Pop Art a Terni
Dal 7 marzo al 3 maggio
TERNI
21 febbraio 2020
12:55
– Dal mito di Marilyn Monroe al carisma di Mao Zedong e Che Guevara, dalle storiche bottiglie di Coca Cola alle leggendarie lattine di zuppa Campbell’s, insieme a tante altre ideazioni grafiche: saranno più di 130 le opere in esposizione dal 7 marzo al 3 maggio, a Terni, nell’ambito della mostra antologica dedicata ad Andy Warhol e alla Pop Art.
L’allestimento, che sarà ospitato a palazzo Primavera, approda per la prima volta in città dopo essere stato apprezzato dal 2009 ad oggi in molte altre realtà italiane ed europee.
“Andy Warhol…in the City”, visitabile dal mercoledì alla domenica – è stato sottolineato durante la conferenza stampa di presentazione a palazzo Spada – è un’iniziativa dell’agenzia Pubbliwork Eventi, in collaborazione con l’associazione nazionale “New Factory Art”, che raccoglie collezionisti italiani sul tema Pop Art. Insieme, con il supporto del gruppo Acea, i due soggetti hanno voluto proporre un excursus sia delle radici europee di Warhol, attraverso opere poco conosciute ma molto importanti, come il Book of my garden o il Gold Book, realizzato dall’artista in occasione della sua prima mostra personale alla Bodley Gallery di New York, sia di quelle estrose creazioni che negli anni hanno saputo raggiungere una notorietà che sfiora il mito.
Accanto a quelle di Warhol, in una sorta di filo conduttore che porta alla Pop Art contemporanea, troveranno spazio anche alcune opere di artisti emergenti e già conosciuti come Pier Giuseppe Pesce, Mark Kostabi e Lucrezia Di Canio.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Edoardo Pesce, il mio Alberto Sordi privato di cuore e di pancia / VIDEO
Il film di Luca Manfredi su Rai1 ad aprile, anteprima in sala
21 febbraio 2020
19:56
“Alberto Sordi come una maschera della nostra cultura, della commedia dell’arte, se ancora si può dire… E’ come se io l’avessi indossata, affidandomi al cuore e alla pancia”. Nel centenario della nascita, Rai1 celebrerà l”Albertone nazionale’ con un film tv, in onda martedì 21 aprile, in cui il ruolo del popolare attore romano è interpretato da Edoardo Pesce (David di Donatello per Dogman): Permette? Alberto Sordi, con la regia di Luca Manfredi (in Arte Nino), che ha firmato la sceneggiatura con Dido Castelli. Una coproduzione Ocean Productions con Rai Fiction. Solo il 24, 25 e 26 febbraio  il film arriva in anteprima sul grande schermo (distribuito grazie ad Altre Storie).
Il grande attore era nato il 15 giugno del 1920 ed è morto il 24 febbraio del 2003. Presentato oggi a Viale Mazzini, il film racconta i vent’anni in cui il giovane Alberto Sordi è diventato l’uomo che – come disse Ettore Scola – “non ci ha mai permesso di essere tristi”.
Come fa notare Manfredi: “con più di duecento film una galleria di personaggi indimenticabili, con un gioco di invenzioni e di tic sui loro modi di parlare e di muoversi, come il suo famosissimo saltello. Ma Alberto ha dovuto faticare non poco, per vedere riconosciuto il suo talento”. Il film vuole ricordare le origini e la straordinaria vitalità dell’attore, il suo talento, l’artista e l’uomo, tra difetti e virtù. Pesce interpreta un giovane e tenace Alberto Sordi, ripercorrendo i primi vent’anni della carriera, dal 1937 al 1957, dall’espulsione dall’Accademia di recitazione di Milano, poi doppiatore di Oliver Hardy, le partecipazioni alla radio e nel varietà, fino alla popolarità con il personaggio di Nando Moriconi. In quel periodo nasce l’amicizia con Fellini che lo avrebbe portato al successo come attore.
Pesce racconta quando Luca lo ha chiamato prima del film: “Ti va di fare un film su Sordi? “Va bene, ma Albertone chi lo fa? Spero – aggiunge – che il pubblico apprezzi, non c’è niente di pretenzioso, non ne ho fatto una macchietta. Ma il saltello mi è venuto facile. Stando un mese nel personaggio, mi sono affezionato molto di più. Si è creata quasi una magia, nel mio privato. E’ stato bello immaginare questo Sordi privato, ho lavorato di fantasia, avevo un’idea quasi astratta dell’Alberto Sordi uomo. Ho sentito una vicinanza. E’ stata una cosa sentimentale e istintiva, molto mia. All’inizio, ho avuto molte insicurezze, molte remore, sia sull’età che sul fisico. Io sono molto alto…”. Manfredi: “Abbiamo messo i tacchi a tutti!”.
Pesce: “Lillo Petrolio (Aldo Fabrizi) sembrava uno dei Cugini di Campagna!”. Luca Manfredi: “Abbiamo utilizzato Pesce anche per interpretare Sordi giovanissimo, senza optare per un attore giovane per quelle scene, perché, all’epoca, i diciottenni dimostravano almeno dieci anni in più. La stessa cosa è avvenuta con Elio Germano nel film tv su mio padre. Edoardo è molto camaleontico. E’ una scelta individuale per quanto riguarda le biografie”.
Prosegue l’attore protagonista: “Abbiamo lavorato sulla mia romanità, sulla musicalità: insieme, abbiamo tarato il personaggio. Anche se il pubblico, poi, vuole vedere il vero Sordi.  Manfredi: “Non abbiamo cercato una somiglianza a tutti i costi. Il lavoro è stato sull’interpretazione”. Ancora Pesce: “Non mi sono documentato troppo, mi è bastato il Sordi che già conoscevo, e quella certa romanità nobile, le espressioni che ho sempre sentito in casa.
Il film di Sordi che preferisco è Il vedovo”.
Nel cast Pia Lanciotti nel ruolo di Andreina Pagnani, un grande amore giovanile di Sordi che fece all’epoca scandalo, perché lei era più grande di 14 anni: “Il tratteggio dei personaggi è stato molto delicato. Andreina era una creatura profondamente gentile. Una grande attrice e l’amore con Sordi fu un vero e proprio incontro dell’anima”, dice. Alberto Paradossi, che interpreta il giovane Fellini, sottolinea: “Questa è la mia parte più importante, a differenza di Edoardo, e mi è capitato questo monumento umano. Quando con Pesce ci siamo incontrati sul set siamo detti: “Ma che stamo a fa’?!”. Io sono toscano mentre Federico Fellini era riminese. E’ stato un grande onore”.
Francesco Foti è Vittorio De Sica, mentre Paola Tiziani Cruciani interpreta “la madre di tutte le madri, quella che ha impedito ad Alberto Sordi di avere una vita sentimentale! Mi sono ispirata a una moltitudine, quella delle madri che sognano segretamente che il figlio non abbandoni mai casa e non si sposi!”.
“Quando ho scelto di realizzare questo film – dice ancora il regista – era questo l’obiettivo: non far dimenticare. Un recente sondaggio ha chiesto ai giovani chi era il ‘celebre Albertone’ e molti di loro hanno risposto ‘uno sciatore’, probabilmente pensando a Tomba. Ecco, ritengo sia compito del servizio pubblico preservare la memoria di personaggi di questo calibro”.
Tra i prossimi film di Pesce in uscita, grande attesa per Gli Indifferenti, tratto dal capolavoro giovanile di Alberto Moravia, feroce critica alla borghesia del Ventennio, di Leonardo Guerra Seragnoli: l’attore avrà il ruolo di Leo, l’amante senza scrupoli di Mariagrazia, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, mentre Giovanna Mezzogiorno sarà Lisa, la migliore amica di Mariagrazia, invaghita di Michele.
Franceschini a Berlino restituisce opera della Robbia
La Maddalena sottratta da nazisti,’per errore’ a lungo in Italia
BERLINO
21 febbraio 2020
13:55
– Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha restituito a Berlino la statua della Maddalena di Andrea della Robbia, per farla riconsegnare alla famiglia ebrea tedesca che ne era proprietaria e alla quale fu sottratta dai nazisti durante la II guerra mondiale.
Alla presenza della sottosegretaria alla Cultura tedesca Monika Gruetters, Franceschini ha sottolineato l’importanza della restituzione di un’opera finita in Italia “per errore” e lì rimasta “inconsapevolmente” per tanto tempo.
Musica: l’Adriana Lecouvreur in prima al Petruzzelli
Jordi Bernàcer sul podio, regia di Agostinucci
BARI
21 febbraio 2020
14:20
– Va in scena il 4 marzo la prima dell’Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea per la regia di Giovanni Agostinucci, al Teatro Petruzzelli di Bari. Orchestra e Coro del Teatro avranno sul podio Jordi Bernàcer, maestro del coro Fabrizio Cassi. Il corpo di ballo è quello della Compagnia Daniele Cipriani, con le coreografie di Giorgio Mancini. Lo spettacolo propone le scene di tradizione di Sormani e Cardaropoli, in una versione moderna di Agostinucci che cura anche costumi e luci.
A dar vita alla protagonista – personaggio tratto dalla vita dell’omonima attrice morta precocemente nel 1730, si sospetta avvelenata da una rivale in amore – sono Maria José Siri (4, 6, 8, 10 marzo) e Valeria Sepe (5 e 7 marzo), mentre Maurizio conte di Sassonia è interpretato da Migran Agadzhanyan (4, 6, 8, 10 marzo) e Dario Di Vietri (5 e 7 marzo); nel cast anche In-Sung Sim, Valentino Buzza, Pietro Spagnoli, Vittorio Vitelli, Roberto Maietta, Nico Franchini, Alessandra Volpe, Silvia Lee, Vincenzo Mandarino.
Disco e tour in vista per Alanis Morissette
Esce 1 maggio nono album, il 15 ottobre live al Forum di Milano
21 febbraio 2020
14:27
– Nuovo disco e nuovo tour in vista per Alanis Morissette. E’ già disponibile “Smiling”, il nuovo singolo dell’artista multi-platino e vincitrice di sette Grammy Awards, scritto insieme a Michael Farrell (Morrissey, Macy Gray) e prodotto da Alex Hope (Troye Sivan, Ben Platt, Tove Lo). Il brano anticipa il nono album “Such Pretty Forks In The Road” in uscita il 1 maggio. Poi in autunno il tour mondiale, che celebra i 25 anni dal primo disco “Jagged Little Pill”, toccherà anche 13 città europee e arriverà in Italia per un’unica data: il 15 ottobre al Mediolanum Forum di Milano (il via da Copenhagen il 23 settembre con gran finale a Parigi all’AccorHotels Arena il 22 ottobre).
Special guest sarà Liz Phair, cantautrice nominata ai Grammy, che accompagnerà sul palco Alanis in tutte le date del tour europeo.
La messa in vendita generale dei biglietti per il live di Milano partirà il 28 febbraio.
“Al Foro un cenotafio per Romolo”
Il Parco illustra la scoperta. Ma non mancano voci scettiche
23 febbraio 2020
17:16
Non è la tomba di Romolo, come giornali e siti e un po’ in tutto il mondo hanno titolato negli ultimi giorni. Gli archeologi del Parco del Colosseo però sono convinti: il piccolo vano sotterraneo con una vasca in tufo e una struttura circolare scoperto nel 1898 dall’archeologo Giacomo Boni e ritrovato negli scavi di questi mesi proprio sotto alla Curia Iulia, nel luogo più importante e simbolico del Foro Romano potrebbe essere “un cenotafio per Romolo, un monumento costruito alla memoria” del mitico fondatore di Roma. Un piccolo luogo, insomma, così importante da essere conservato anche successivamente, quando proprio su quella porzione di terreno veniva eretta la Curia.
Si tratterebbe quindi, spiegano alla stampa il direttore del Parco Alfonsina Russo e l’archeologa Patrizia Fortini responsabile dello scavo, di un luogo chiave “per ricostruire il percorso della memoria nel Foro Romano”, che è poi l’obiettivo che si accompagna alla campagna di scavi in corso nell’area archeologica forse più importante del mondo fin dal 2014.
La presentazione alla stampa arriva dopo giorni in cui non sono mancate le polemiche anche perché la ricerca non è stata ancora pubblicata. “Metteremo a disposizione degli studiosi la nostra documentazione – assicura Russo – il volume che raccoglie il lavoro fatto verrà pubblicato entro l’anno”. Ma perché se questo luogo aveva tutti gli elementi per essere avvicinato al culto di Romolo, il grande Boni, l’archeologo al quale si devono tutte le più importanti scoperte del Foro, lo ha descritto senza dargli importanza? “Il lavoro dell’archeologo consiste nel mettere in fila i dati a sua disposizione e confrontarli con le fonti antiche”, rispondono serene Russo e Fortini, “I dati che abbiamo a disposizione fino ad oggi ci portano ad avanzare questa ipotesi”.
Nella sala della Curia Iulia, seduto tra i giornalisti, c’è l’archeologo Paolo Carafa, che proprio a questa zona del Foro ha dedicato tanti scavi ed un libro ritenuto fondamentale, “Il comizio di Roma dalle origini all’età di Augusto”. Più volte citato, il professore si alza, si presenta, ringrazia. E applaude lo staff del Colosseo, “per il grande lavoro che si sta facendo”. “Quando ho studiato io avevo solo la documentazione di Boni, – dice – ora abbiamo la documentazione contemporanea di questi documenti, stratigraficamente molto più aggiornata e quindi adesso possiamo veramente disegnare le forme del Comizio e confrontare il racconto degli antichi con la storia del luogo così come la vediamo”. Quanto all’ipotesi del cenotafio, lo studioso si mostra più cauto: “E’ un’interpretazione possibile”.
Più critico un altro archeologo, il direttore del Museo Nazionale Etrusco Valentino Nizzo, che di recente è stato il consulente per “Romolus”, la serie tv  sulla fondazione di Roma diretta da Matteo Rovere dopo Il primo re, il film che ora è in corsa ai David di Donatello: “E’ meritorio che sia stato avviato da anni un progetto di valorizzazione del materiale edito e inedito prodotto a suo tempo da Boni”, premette lo studioso, che però punta il dito sul rischio di una informazione non abbastanza cauta: “Sappiamo come qualunque tematica archeologica che entri in contatto con la sfera dei miti legati alle origini di Roma sia delicatissima e possa avere un impatto molto forte sull’opinione pubblica”. Per questo, sottolinea, è importante evitare “pericolose semplificazioni che rischiano di cristallizzarsi in un pubblico che sempre di meno è abituato a confrontarsi con questi temi”. Sull’ipotesi del cenotafio non si esprime: “Quanto è stato anticipato fino ad oggi è troppo frammentario e limitato per poter essere giudicato. Boni aveva un acume straordinario per i suoi tempi e sono certo che abbia ponderato con grande attenzione cosa ha poi scelto di pubblicare in merito alla scoperta di cui si parla in questi giorni”.
Tant’è, lo staff del parco archeologico tira dritto: “Ad aprile riprendiamo a scavare e mi aspetto ulteriori sorprese – annuncia il direttore – sul lato occidentale del vano c’è una sezione stratigrafica intatta”. Con il nuovo scavo, si punterà anche ad una datazione del luogo, per il quale ora si ipotizza il VI sec. a C. Romolo, stando ai miti di fondazione della città, sarebbe vissuto circa due secoli prima. Intanto, contemporaneamente agli scavi e alla ricerca, si lavora alla realizzazione del nuovo percorso di visita che unirà il Lapis Niger e il Comizio ma anche il “Cenotafio” sotterraneo forse protetto con un vetro. Una grande risistemazione che renderà la visita molto più completa e immersiva. E qualcuno già lo chiama “il percorso di Romolo”.
Ventotene da isola alternativa a centro di spionaggio
La scoperta di un relitto sconvolge le tranquille isole pontine
TRIESTE
21 febbraio 2020
15:02
– LUCA ESPOSITO, CONTROCORRENTE (Ultima spiaggia; 396 pag.; 15 euro) Ventotene è l’alternativa. Altro che baretto sulle spiagge del Messico oppure droghe e spiritualismo a Goa o un rent a bike ai Caraibi. Luca Esposito, che per dieci anni ha battuto le mete più singolari del turismo internazionale, ne è tanto convinto da averci ambientato il suo primo romanzo, “Controcorrente”. Se ne può discutere: L’isola di Ventotene, nell’arcipelago delle Pontine, è davvero poco più di uno scoglio, e se è ben affollata in estate, d’inverno in pochi affrontano le oltre due ore di mare in traghetto da Formia per apprezzarne il silenzio e la durezza. Ma questa è la realtà; il romanzo racconta una storia lievemente diversa.
Giulia Ricci è una donna in gamba, bella, single perché non ha trovato l’uomo che le abbia acceso la scintilla. Lavora alla Archeos, una società di Genova che si occupa di rilevamenti sottomarini e di recupero di beni dalle profondità marine. In pratica è lei a gestire un affiatato gruppo che sotto la sua guida ottiene buoni risultati. Ma il nuovo direttore, Marco Settembrini – tipico manager frustrato e vendicativo – non le riconosce questo merito e dunque, sebbene spaventata e con le idee per niente chiare, decide che dopo le ferie non tornerà al lavoro scatenando le ire del direttore. Accetta di trascorrere qualche giorno in barca con amici che incrociano le Pontine e, giunta a Ventotene, subisce il colpo di fulmine per Bruno. I due sono sulla stessa lunghezza d’onda, anzi, lui è addirittura più radicale: aveva mollato tutto vendendo casa, auto e licenziandosi perché insoddisfatto di una vita dalle relazioni personali troppo finte ed era sbarcato a Ventotene aprendo un diving. Anche Giulia è esperta di immersioni, dunque decide di fermarsi sull’isola e di vivere la storia con Bruno.
Gli interrogativi sul futuro si moltiplicano ma un giorno, alla profondità di 22 metri, mentre sono insieme, Giulia individua un antico cannone. Effettuate le prime indagini, coinvolta la Marina Militare e le altre autorità preposte, intorno al ritrovamento si può schiudere una grande possibilità di lavoro, oltre che di interesse personale. Riaffiora la Giulia di mesi prima: zelante, organizzatrice, tetragona, che si reinventa il suo vecchio lavoro. L’obice appartiene alla Santa Cristina, un vascello spagnolo del XVII secolo, adagiato (e protetto) nel fango. Non è una nave qualunque ma è connotata da un grande segreto, non è un caso infatti che la marina francese le diede inutilmente la caccia a lungo per tutto il Mediterraneo. Un segreto, forse anche qualcosa di molto prezioso.
Il romanzo a questo punto prende una accelerata e lo scenario si allarga fino a complicazioni diplomatiche internazionali, spionaggi industriali, belle donne che si prestano a fare da spie, manager avidi e disonesti. L’autore è bravo a gestire una situazione corale con tanti personaggi, ciascuno con un ruolo importante e ben definito; ed è bravo anche a intessere un ordito narrativo semplice e a lieto fine ma piacevole e con un buon ritmo e colpi di scena azzeccati.
‘Le assaggiatrici’ scelto da gruppi lettura carceri
Premi ‘Sognalib(e)ro’ a inediti detenuti Pozzuoli, Pescara,Opera
MODENA
24 febbraio 2020
17:23
Rosella Pastorino, con ‘Le assaggiatrici’ (Feltrinelli), ha vinto la sezione narrativa del premio ‘Sognalib(e)ro’, che ha l’obiettivo di promuovere lettura e scrittura negli istituti penitenziari dimostrando che possono essere strumento di riabilitazione come sancito dalla Costituzione. Gli altri libri indicati dalla giuria ai gruppi di lettura nelle carceri erano ‘La straniera’ di Claudia Durastanti (La nave di Teseo) e ‘Fedeltà’ di Marco Missiroli (Einaudi). Il premio è promosso dal Comune di Modena con la Direzione generale del ministero della Giustizia-Dipartimento amministrazione penitenziaria, Giunti editore e il sostegno di Bper Banca.
Tra gli inediti scritti dai detenuti (62 testi di 60 autori) in concorso alla seconda edizione del premio, la giuria diretta da Bruno Ventavoli (TuttoLibri) ha individuato tre vincitori.
Senza distinguere tra romanzo, racconto e poesia, i giurati hanno scelto scritti, sul tema ‘Ho fatto un sogno…’, inviati da detenuti di Milano Opera, Pescara e del carcere femminile di Pozzuoli. Il premio consiste nella donazione di libri alla biblioteca del carcere dove sono reclusi i vincitori. Il Comune di Modena pubblicherà un’antologia dei testi.
Alle Galleria di Venezia torna la ‘Nuda’ di Giorgione
All’Accademia l’affresco ‘restituito’ dopo 10 anni
VENEZIA
21 febbraio 2020
15:30
– Ritorna alle Gallerie dell’Accademia di Venezia la cosiddetta ‘Nuda’ di Giorgione, testimonianza superstite di una delle rare imprese pubbliche condotte dall’artista di Castelfranco (Treviso), che sarà finalmente esposta al pubblico a partire da martedì 25 febbraio.
Il frammento di affresco, già in uno stato di conservazione precario, venne staccato nel 1937 dalla facciata sul Canal Grande del Fondaco dei Tedeschi, edificio medievale ricostruito dopo il devastante incendio del 1505 nei pressi del ponte di Rialto, espressione monumentale dell’anima mercantile di Venezia. La giovane figura femminile, ritratta in piedi a seno scoperto entro una semplice nicchia, ha sempre suscitato l’ammirazione dei commentatori per la “tinta sanguigna e fiammeggiante”.
Mostre: La Certosa di Parma, la città sognata di Stendhal
Dal 22 febbraio con le opere del pittore Carlo Mattioli
PARMA
21 febbraio 2020
15:32
– Un’esposizione focalizzata sulla figura di Stendhal, che scrisse nel 1838 ‘La Certosa di Parma’, e sulle opere di carattere stendhaliano del pittore Carlo Mattioli è in programma dal 22 febbraio al 31 maggio a Palazzo Bossi Bocchi di Parma. La mostra, che rientra nel programma di Parma Capitale italiana della cultura 2020, è promossa da Fondazione Cariparma e Fondazione Carlo Mattioli e racconta la storia della realizzazione del romanzo, dalla sua ideazione e stesura (fu scritto in 53 giorni) alla sua immediata pubblicazione e fortuna editoriale.
Saranno inoltre visibili, con la collaborazione del Complesso monumentale della Pilotta-Biblioteca Palatina, circa cinquanta edizioni in lingua francese e italiana dell’opera letteraria di Stendhal, dalla prima in francese dell’aprile 1839 alle più recenti. In esposizione anche un ritratto di Stendhal (all’anagrafe Henry Beyle, Grenoble 1783-Parigi 1842) e alcuni cimeli che permetteranno di ricreare l’ambiente in cui l’autore scrisse il romanzo.
Siena celebra Federigo Tozzi in centenario morte
In programma un anno di eventi
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SIENA
21 febbraio 2020
15:32
– Siena celebra il ‘suo’ Federigo Tozzi nel centenario della morte con un anno intero di eventi coordinati da un comitato nato ad hoc e che riunisce, oltre al Comune, le principali istituzioni culturali della città.
Il calendario degli appuntamenti dedicato allo scrittore nato a Siena prevede, tra gli altri, la realizzazione di una mostra documentaria con carte autografe, un convegno internazionale, una lectio magistralis sull’ambiente culturale italiano del primo Novecento e un concorso dedicato agli studenti di tutte le scuole e delle Università italiane. Appuntamenti che “dovranno parlare a tutti, non solo agli studiosi, restituendo il fascino di un’opera narrativa di rara potenza”, ha detto il sindaco di Siena Luigi De Mossi. La cerimonia di inaugurazione è sabato 21 marzo, a cento anni esatti dalla scomparsa di Tozzi, nella Sala del Mappamondo del Palazzo pubblico di Siena, e prevede un dialogo tra il romanziere Antonio Moresco e il critico Romano Luperini. Nel pomeriggio, al Teatro dei Rinnovati, la rappresentazione del dramma ‘Adele o le rose’ (testo di Attilio Lolini dall’incompiuto romanzo di Tozzi, regia di Giuliano Lenzi). “Il nostro programma non è finalizzato a celebrare una gloria locale, ma mira a cogliere la tensione innovatrice dell’opera di Tozzi scrittore e a promuoverne la conoscenza tra i giovani e nel grande pubblico”, ha spiegato il presidente del Comitato Roberto Barzanti. Tra gli appuntamenti più rilevanti dell’anno dedicato allo scrittore, la mostra ‘L’ombra della giovinezza. Immagini per Federigo Tozzi’, che vedrà esposte, insieme alle carte autografe e alle prime edizioni conservate nell’Archivio contemporaneo ‘A. Bonsanti’ del Gabinetto Vieusseux di Firenze e nell’archivio di famiglia curato da Silvia Tozzi, nipote dell’autore, anche opere di scultori e pittori a lui legati come Patrizio Fracassi e Lorenzo Viani. Ci sarà poi il convegno internazionale ‘Federigo Tozzi cento anni dopo: l’interpretazione, le carte, le traduzioni’ (3-5 novembre), organizzato dai due atenei Senesi in collaborazione col Comune.
Carl Brave, due live a settembre a Milano e Roma
L’1 settembre all’Urban Park e il 4 al Roma Sound Festival
21 febbraio 2020
15:52
– Carl Brave torna live con due eventi: l’1 settembre sarà a Milano per l’Urban Park (al Parco Esposizioni Novegro) e il 4 settembre a Roma, al Roma Sound Festival (all’Ippodromo delle Capannelle).
Reduce da un anno pieno di soddisfazioni che l’ha visto a marzo nei teatri d’Italia, tour sold out in tutte le tappe, e in estate impegnato nei principali Festival, il producer romano è tornato il 22 gennaio con un nuovo singolo dal titolo “Che Poi”, che anticipa il nuovo album e un videoclip con la partecipazione di Carlo Verdone.
Una storia da cantare, puntata speciale su Mina
Da Tosca a Nina Zilli a Bollani, si festeggia grande interprete
21 febbraio 2020
16:03
– Grandi interpreti della musica italiana si sono dati appuntamento il 22 febbraio in prima serata su Rai1 per festeggiare Mina, in una puntata speciale di “Una storia da cantare”. Sul palco Tosca, Stefano Bollani, Lucia Ocone, Gino Paoli e Danilo Rea, Francesco Renga, Nina Zilli, Simona Molinari, Le Vibrazioni, Irene Grandi, Marco Masini, Nicky Nicolai, Fausto Leali, Arisa e Federico Poggipollini, Mauro Coruzzi, Chiara Galiazzo, Mietta e Mondo Marcio.
Insieme a Enrico Ruggeri nel ruolo di narratore e Bianca Guaccero, si ascolteranno le sue più belle canzoni, dall’iconica “Tintarella di luna” del 1960, passando per “Grande grande grande”, “Un anno d’amore”, “E se domani”, “Città vuota”, “Sono come tu mi vuoi”, fino alla recente “Luna diamante”, scritta per lei da Ivano Fossati. Ad affiancare gli interpreti, ancora una volta la band diretta da Maurizio Filardo. Non mancheranno inoltre aneddoti, curiosità, filmati e testimonianze di tanti ospiti, amici e colleghi, per ripercorrere una storia musicale che appartiene a tutto il paese.
Musei: Daverio, bene direttori stranieri, mi sono ricreduto
Critico d’arte: ‘Ha fatto bene cambiare aria, aprire finestre’
FIRENZE
21 febbraio 2020
16:33
– “All’inizio non ero entusiasta del fatto che si frustrasse la competenza interna del ministero per sostituire i direttori con degli appelli esterni. Poi mi sono ricreduto perché esperienze diverse e carriere diverse erano davvero utili, una sorta di apertura delle finestre per cambiar l’aria non ha fatto male. Ho visto i risultati a Firenze, li ho seguiti a Milano, li ho visti a Venezia e a Napoli in modo straordinario”. Lo ha detto il critico dell’arte Philippe Daverio, a Firenze per l’inaugurazione del salone TourismA, parlando coi giornalisti della riforma del Mibact del ministro Franceschini quando ha aperto le porte dei musei italiani ai direttori stranieri. Per Daverio “questa riforma è stata particolarmente utile”.
Rai: Gasparri, su Tg2 Agcom travalica suoi poteri
21 febbraio 2020
18:05
– “Secondo l’Agcom un Tg della Rai non può dire che Trump è stato abile nella trattativa con il leader coreano Kim. Non si può criticare il presidente francese Macron, anzi non si può usare il sarcasmo, come scrive testualmente l’Agcom, che da sempre rappresenta un ingrediente del giornalismo. Sconcertante il punto in cui si contesta al Tg2 di aver adoperato l’espressione ‘nordafricani’ sulla vicenda del carabiniere Mario Cerciello Rega assassinato a Roma. Nelle prime ore tutte le agenzie di stampa e il sito dei carabinieri scrivono ‘nordafricani’ e la notizia viene data dal Tg2 ma anche dal Tg1 e da Rai News. L’ordine dei giornalisti archivia un esposto contro il direttore. E la cosa viene ripresa dall’Agcom solo contro il Tg2 che è stato il primo a correggersi. Perché non contro il Tg1? L’Agcom ha palesemente travalicato i suoi poteri”. Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri (FI).
Armani, donne continuano a essere stuprate dagli stilisti
‘Si può stuprare donna suggerendole di vestirsi in certo modo’
21 febbraio 2020
18:47
– “Si può stuprare una donna in vari modi: o buttandola in un sottoscala o suggerendole di vestirsi in un certo modo”. Così Giorgio Armani, subito dopo la sfilata della linea Emporio, si scaglia, con quella che definisce “una battuta”, contro il diktat delle tendenze, che manca di rispetto e toglie libertà alle donne.
Con la sua collezione, “ho dato una libertà alle donne – sottolinea – che è una vera libertà”. Non è libertà, invece, il fatto che “la signora che cammina per strada vede un manifesto di una donna con il seno e il fondoschiena in vista, e vuole farlo anche lei: questo è un modo per stuprare”.
“E’ un momento in cui posso dire ciò che penso” dice Armani, scagliandosi contro le tendenze che “non sono niente, bisogna migliorare la donna che vive adesso”. Ognuno può scegliere di proporre ciò che vuole, ma “evitiamo il ridicolo – è l’invito – poi diciamo che le donne vengono stuprate in un angolo, ma le donne continuano a essere stuprate dagli stilisti, da noi. Trovo che questo sia un po’ indegno”.
Whitney Houston in concerto, ma è un ologramma
An Evening With Whitney sarà in tour in Inghilterra, poi in Usa
NEW YORK
21 febbraio 2020
18:49
– Whitney Houston di nuovo in concerto, ma in ologramma. ‘An Evening With Whitney: The Whitney Houston Hologram Tour’ partirà il 25 febbraio dall’Inghilterra e dopo aver toccato diverse città europee fino ad aprile arriverà anche negli Stati Uniti, anche se non c’è ancora una data precisa.
L’iniziativa prende corpo dopo otto anni dalla morte della popstar, scomparsa a soli 48 anni dopo essere annegata accidentalmente nella vasca da bagno di un hotel a Los Angeles.
Lo show è stato prodotto da Pat Houston, cognata ed ex manager della cantante, in collaborazione con la BASE Hologram, che in passato ha creato ologrammi anche di Carrie Fisher per Rogue One di Guerre Stellari o di cantanti come Maria Callas e Roy Orbison.
Durante lo spettacolo si vedrà l’immagine della Houston proiettata su una tenda invisibile e ci saranno veri ballerini e musicisti. L’ologramma è stato creato usando una controfigura e centinaia di ore di performance della Houston. L’idea di un concerto sotto forma di ologramma risale a cinque anni fa e ha preso spunto da un desiderio della stessa cantante, portare sul palco una versione ‘unplugged’ di un suo spettacolo.
Non è la prima volta che vengono organizzate tournée o show con ologrammi di cantanti morti, è già successo con il rapper Tupac Shakur o persino con Michael Jackson.
Moda: 112 aziende italiane a Mosca nel più importante salone
Cone EMI (Ente Moda Italia) e Ice, dal 24 al 27 febbraio
21 febbraio 2020
19:33
– Dal 24 al 27 febbraio il made in Italy torna sotto i riflettori a Cpm (Collection Première Moscow) con Emi (Ente Moda Italia) che renderà protagonisti 112 brand italiani con l’area speciale “Italian Fashion”. Tante le iniziative strategiche in collaborazione con Agenzia Ice e Sistema Moda Italia, per una presenza incisiva delle nostre aziende al salone, piattaforma irrinunciabile per la moda sul mercato russo e sui paesi vicini. Cpm Collection Première Moscow, il più importante salone moda della Russia e dell’Europa dell’Est, presenta la sua 34/a edizione da lunedì 24 a giovedì 27 febbraio 2020, all’Expocentre di Mosca, e vede una nuova partecipazione di Emi con le aree speciali di Italian fashion dedicate alla moda donna, uomo e bambino di abbigliamento e accessori. Questa edizione di Cpm in totale ospiterà oltre 1.300 collezioni da 30 circa paesi del mondo.
“Ogni edizione di Cpm è una conferma del legame forte che le aziende italiane hanno col mercato russo e paesi limitrofi – ha detto l’ad di Emi Alberto Scaccioni -. Partiamo consapevoli delle difficoltà che caratterizzano il mercato russo e i consumi interni nel paese e in generale della complessità dell’attuale scenario dei mercati internazionali, ma rimaniamo fiduciosi: la Russia e i paesi vicini rappresentano pur sempre un mercato e uno sbocco di peso per i prodotti italiani”.
“L’Italia si conferma nel 2019 al secondo posto come paese fornitore di moda nella Federazione Russa – ha aggiunto il direttore dell’Ice di Mosca, Francesco Pensabene -. I prodotti made in Italy sono percepiti sempre come sinonimo di qualità, grande manifattura e artigianalità e sono ancora molto ricercati dai consumatori russi. I dati delle dogane russe segnano per le importazioni dall’Italia di moda e accessori nel 2019 nel complesso un leggero aumento (+2,2%) rispetto all’anno precedente. Il valore complessivo del fatturato 2019 della moda italiana in Russia è stato 1,5 miliardi di euro, con una quota di mercato dell’8,3%. E’ necessario continuare a presidiare un mercato vasto come quello della Federazione russa, anche nelle regioni più distanti dalla capitale, dove la moda italiana deve affermarsi sempre di più”.
Carabinieri recuperano busto Marco Aurelio
A Campione d’Italia, rubato a Zagarolo 27 anni fa
22 febbraio 2020
12:08
– E’ stata recuperata, dopo 27 anni, a Campione d’Italia (Como) la testa scultorea in marmo dell’imperatore Marco Aurelio, opera del II secolo d.C., collocata sulla sommità dell’arco di trionfo di Zagarolo (Roma), annesso al palazzo Rospigliosi, sede del museo del giocattolo.Il recupero è il frutto di un’attività della Sezione archeologia del Reparto operativo del Comando carabinieri tutela patrimonio culturale, coordinata dalla Procura di Roma. L’opera era stata rubata nel marzo del 1992 da dei ladri, rimasti sconosciuti, che avevano approfittato di un’impalcatura mentre era in corso il restauro della facciata. L’edificio, già di proprietà delle famiglie Colonna, Ludovisi e Rospigliosi, è ora proprietà del Comune di Zagarolo. Il palazzo, che ospitò Caravaggio ed il poeta Vittorio Alfieri, era stato impreziosito, nel 1500, con marmi romani ed elementi architettonici provenienti dal teatro di Marcello e dalla vicina Gabii. L’opera, dopo il furto, era stata venduta a un ricettatore romano che l’aveva trasportata all’estero e affidata ad una sua persona di fiducia, ignara della sua provenienza. Una volta individuata a Campione d’Italia, la testa è stata sequestrata e riportata in Italia.
Rundell, letteratura per ragazzi vale sempre
Esce saggio sul valore universale dei libri
22 febbraio 2020
16:44
KATHERINE RUNDELL, PERCHÉ DOVRESTI LEGGERE LIBRI PER RAGAZZI ANCHE SE SEI VECCHIO E SAGGIO (RIZZOLI RAGAZZI, PP. 80, EURO 10,00). Mischiare i generi, andare avanti e indietro, leggere contemporaneamente Joyce e Dahl, i saggi di Derrida e le avventure di Mary Poppins. Katherine Rundell, la più giovane docente di Oxford, autrice pluripremiata, va contro i pregiudizi e gli snobismi di chi pensa che sia una perdita di tempo leggere libri per ragazzi dopo una certa età. Nel suo appassionato saggio: ‘Perchè dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio’, che esce per Rizzoli il 25 febbraio e sarà il titolo di punta della casa editrice alla Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna 2020, ci mostra come le storie per piccoli e adolescenti siano un luogo in cui cercare nuovi stimoli e i mondi.
Ma chi ha detto che c’è un’unica direzione di lettura nella vita? chiede la Rundell e spiega che “leggere libri per ragazzi da adulti non è regredire, non è tornare indietro, al contrario se li abbandoniamo del tutto ”lo facciamo a nostro rischio e pericolo, perché rinunciamo a uno scrigno di meraviglie che, guardate con occhi adulti, possiedono una magia completamente nuova”.
“Scrivo narrativa per ragazzi da oltre dieci anni ormai, e faccio ancora fatica a darne una definizione. Ma so con certezza che cosa non è: non è solo per ragazzi” aggiunge soffermandosi sulla scarsa considerazione che ha avuto questo genere di letteratura nonostante la sua lunga e nobile storia. “Sul volto di certe persone si disegna un sorrisetto particolare quando racconto loro che cosa faccio, più o meno lo stesso che mi aspetterei di vedere se dicessi che costruisco minuscoli mobili da bagno per elfi”racconta la scrittrice che ha passato l’infanzia tra Africa ed Europa e ha poi viaggiato in tutto il mondo. Ricercatrice presso l’All Souls College di Oxford, nel 2019 è stata finalista al Premio Strega Ragazze e Ragazzi con ‘Capriole sotto il temporale’ pubblicato in Italia da Rizzoli come gli altri suoi libri tra cui ‘Sophie sui tetti di Parigi’ (2015), ‘La ragazza dei lupi’ con cui nel 2017 ha vinto il Premio Andersen nella categoria 9/12 anni e ‘L’esploratore’, vincitore del prestigioso Costa Award.
Questa volta la scrittrice, che verrà in Italia in settembre per il Festivaletteratura di Mantova, firma un’appassionata difesa in cui invita a pensare ai libri per ragazzi come “alla vodka della letteratura”. “I romanzi migliori sanno rendere la speranza, la rabbia, la gioia, la paura nelle loro forme più pure e archetipiche” dice la Rundell e ricorda che “le fiabe non sono mai state solo per i bambini. Si rivolgono, caparbie e combattive, a tutti: vecchi e giovani, uomini e donne di ogni paese”.
Nel saggio viene ripercorsa anche la storia ed evoluzione della letteratura per ragazzi e viene messa in risalto la sorprendente valenza politica dei libri per ragazzi: così Mary Poppins è una hippy ante litteram, ma anche la grande capacità di farci tornare all’immaginazione e alla capacità di “leggere con il cuore aperto”. Soffermandosi sul discorso per il premio Nobel di Kazuo Ishiguro che sottolineava come ci si debba impegnare “a non definire in modo eccessivamente riduttivo e tradizionale che cosa costituisce la buona letteratura” e sull’abilità nel costruire la trama delle sue storie di Elena Ferrante, la Rundell non nasconde come la la letteratura per l’infanzia “abbia bisogno di allargare i propri confini e di cambiare, così come si è allargata e trasformata altre volte”.
Nella nota all’edizione italiana parla di Italo Calvino e dice: “Non sono convinta che ‘Il barone rampante’ sia un libro per ragazzi, o che parli di un ragazzo, ma credo sia la prova perfetta di quanto un libro possa essere ricco e diverso a seconda dell’età in cui lo si legge” e questa in fondo è l’essenza di questo breve ma prezioso saggio.
Fotografia: Bologna ospita retrospettiva di Robert Doisneau
143 opere raccontano ‘street photography’ dell’artista parigino
BOLOGNA
22 febbraio 2020
12:11
– Bologna ospiterà dal 6 marzo al 21 giugno, a Palazzo Pallavicini, una retrospettiva dedicata al fotografo parigino Robert Doisneau (1912-1994), celebre per il suo approccio poetico alla ‘street photography’, autore di ‘Le basier de l’hotel de ville’, una delle immagini più famose della storia della fotografia del secondo dopoguerra. Saranno 143 le opere in mostra, provenienti dall’Atelier di Montrouge (Francia): l’esposizione è il risultato di un progetto del 1986 di Francine Deroudille e della sorella Annette, figlie di Doisneau, che hanno selezionato 450mila negativi, prodotti in oltre 60 anni di attività dell’artista. I sobborghi grigi delle periferie parigine, le fabbriche e i piccoli negozi, i bambini solitari o ribelli, la guerra dalla parte della Resistenza, il popolo parigino al lavoro o in festa, gli incontri con celebrità, i personaggi eccentrici incontrati nei caffè sono protagonisti del racconto di un mondo che “non ha nulla a che fare con la realtà, ma è infinitamente più interessante”.
Giuliano Montaldo, l’eterno ragazzo fa 90
Cinema, politica, emozioni del regista di Sacco e Vanzetti
22 febbraio 2020
13:57
Il 22 febbraio Giuliano Montaldo festeggia i suoi giovani 90 anni: una giornata da trascorrere nella sua luminosa abitazione romana con l’amatissima moglie, Vera Pescarolo; da attraversare nel sole primaverile di una Roma che nel tempo è diventata casa per questo genovese navigatore e spericolato; un compleanno a cui brindare con gli amici sulla riva del Tevere, schivando ritualità troppo solenni perché tra le doti di Giuliano c’è l’arte dell’autoironia dispiegata da sempre a piene mani.
L’eterno ragazzo di Cinecittà è nato a Genova il 22 febbraio del 1930; fin da ragazzo ha l’occhio del navigatore come Colombo, la voce di un Gino Paoli dai toni baritonali, la passione militante del giovane Calvino partigiano, il piacere dello scherzo di Paolo Villaggio e la leggerezza poetica di Lele Luzzati, tutti liguri come lui, tutti un po’ saggi e un po’ matti come lui.
A guerra finita da un po’, come tanti provinciali col sogno del cinema, il ventenne Giuliano scende alla scoperta di Roma. È alto, bello, dotato di magnetici occhi azzurri e modi eleganti da conquistatore. Ma non è per questo che l’esordiente regista Carlo Lizzani lo chiama al suo fianco nel 1951 per « Achtung, Banditi! » . Il film sarà girato in Liguria, i soldi scarseggiano (sarà prodotto in cooperativa col sostegno dei partigiani) e serve un aiuto-regista pratico dei luoghi. Sul set sono praticamente tutti alle prime armi e Montaldo si fa notare anche come attore. Con Lizzani è amicizia vera e durerà tutta la vita: nel film successivo “Cronache di poveri amanti” del ’54 c’è ancora una particina per lui ma intanto il ragazzo genovese si impratichisce da regista rubando a tutti i segreti del mestiere: per Gillo Pontecorvo (con cui divide la casa a Roma insieme a Franco Giraldi e Callisto Cosulich) doppia perfino un cane nel documentario “Cani dietro le sbarre” e poi canterà in russo per doppiare un prigioniero nel lager di “Kapo”; Citto Maselli e Luciano Emmer gli insegnano la tecnica, Elio Petri per cui recita ne “L’assassino” del 1961 lo spinge a debuttare a sua volta dietro la macchina da presa. Con “Tiro al piccione” dello stesso anno, il cinema italiano scopre un nuovo talento ma basta il soggetto scelto (l’amaro destino di un soldatino della Repubblica Sociale negli ultimi giorni del fascismo) per capire che Montaldo non ama le scelte facili. Infatti il film (come il successivo “Una bella grinta” del ’65) non gode dei favori della critica di sinistra e anche all’interno del PCI Giuliano dovrà difendersi da qualche processo sommario di troppo. Come del resto dalle accuse di oltraggio al pudore che piovono sul documentario “Nudi per vivere” sulla Parigi del sesso che firma nel ’63 insieme a Petri e Giulio Questi col bizzarro acronimo Elio Montesti che i tre non sveleranno per molti anni Testardo, metodico, incoraggiato da colleghi che resteranno amici veri tutta la vita (Lizzani e Pontecorvo sopra tutti) Montaldo capisce che è attraverso un uso intelligente dei generi popolari che può fare il “suo” cinema e che il vento internazionalista degli anni ’60 può assecondare il suo gusto dell’avventura e del viaggio. Ecco allora thriller di buona fattura come “Ad ogni costo” con Edward G.Robinson e “Gli intoccabili” con John Cassavetes che gli conquistano la fiducia dei produttori. Infatti il successivo “Gott mit uns ” del 1970 ha ben altra ambizione: ambientato al crepuscolo della Germania nazista, il film da’ l’avvio a una trilogia sulle aberrazioni del potere che dopo l’esercito prenderà di mira la giustizia (“Sacco e Vanzetti”, 1971) e la chiesa (“Giordano Bruno”, 1973).
Anche grazie alla perfetta sintonia con Gian Maria Volonte’ che ne è memorabile eroe, i due film sono grandi successi popolari, ma non distolgono il regista dalla sua vocazione militante.
Adesso vuole recuperare la storia partigiana e il copione di Franco Solinas per “L’Agnese va a morire” sembra perfetto per emozionare il pubblico. Invece una serie di difficoltà produttive costringono Montaldo a lavorare in economia, proprio come ai tempi di “Achtung, Banditi!”. E come allora è la gente comune, ieri i liguri adesso gli emiliani, a salvare le sorti del film che grazie a una intensa e inattesa Ingrid Thulin non deluderà le attese. Siamo alla fine degli anni ’70 e anche per Montaldo si aprono le porte della Rai e del cinema per la tv. Ma dopo la bella sperimentazione di “Circuito chiuso” (1978) la nuova sfida è il kolossal, la biografia di un viaggiatore che molto gli assomiglia. Con sua moglie Vera, Giuliano fa le valigie e parte per la Cina con “Il Milione” sottobraccio. Gli otto episodi del suo “Marco Polo” (1982-1983) sono un fiore all’occhiello per la tv e segnano la prima vera apertura della Cina comunista alle troupes occidentali dopo i viaggi pionieristici di Carlo Lizzani )1958) e Michelangelo Antonioni (1973).
Negli anni successivi sono ancora tante le avventure dell’eterno ragazzo del nostro cinema: le battaglie politiche all’interno dell’Anac (l’associazione degli autori), il cinema letterario (“Gli occhiali d’oro”, 1987 e “Tempo di uccidere”, 1989), Il documentario militante (fin da “L’addio a Berlinguer” del 1984), le incursioni da attore (memorabile l’incontro con Nanni Moretti ne “Il caimano”, 2006), perfino la presidenza del David di Donatello nel 2017. Ma per gli spettatori di oggi il volto e la voce di Giuliano sono familiari come se si trattasse di uno zio bonario. Merito di Francesco Bruni che lo ha voluto protagonista di “Tutto quello che vuoi” del 2017. Con il ruolo del poeta Giorgio Gherarducci, la calda umanità che conoscono tutti quelli che lo hanno incontrato negli anni, la passione per l’aneddoto cui personaggio e interprete attingono a piene mani, lo sguardo lontano e subito dopo lucido e ironico, Giuliano Montaldo si è conquistato un David di Donatello e un futuro da protagonista sullo schermo. Da domani è pronto per nuove avventure.
Amanti e amori smarriti per Chiara Mastroianni
Attrice premiata a Cannes per commedia agrodolce in sala da 20/2
22 febbraio 2020
14:02
– Guardare al proprio matrimonio da una stanza d’albergo, dove si ritrova il proprio marito tornato ventenne (Vincent Lacoste) e i giovani amanti con i quali ci si è ‘distratti’ durante gli anni. E’ la favola moderna che ha come mattatrice un’intensa e ironica Chiara Mastroianni nel film L’hotel degli amori smarriti, la commedia agrodolce di Christophe Honoré. La pellicola, in sala dal 20 febbraio con Officine Ubu, ha portato alla protagonista (che è anche in corsa fra le migliori interpreti ai César 2020) il premio come migliore attrice nella sezione Un Certain Regard all’ultimo Festival di Cannes ed è stata appena designata Film della critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.
Per Chiara Mastroianni e Honoré è il sesto film insieme: un sodalizio iniziato nel 2007 che comprende anche Les Biens- Aimés (2011) nel quale l’attrice italo francese ha recitato con la madre Catherine Deneuve. E anche stavolta vita famigliare e arte si mescolano, perché a recitare il ruolo di Richard, marito quarantenne della protagonista, c’è il cantante e attore Benjamin Biolay, che è stato realmente sposato con Chiara Mastroianni dal 2002 al 2005 ed è padre di sua figlia Anna.
E’ sicuramente un legame pieno di luci ed ombre quello fra i protagonisti, Maria (Mastroianni) , brillante docente universitaria, e il tranquillo Richard (Biolay) con cui è sposata da vent’anni. Quando l’uomo però una sera trova un messaggio che svela l’infedeltà della moglie, scoppia una violenta lite che porta Maria a andarsene di casa per andare a dormire nell’albergo dall’altra parte della strada.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Bologna ricorda Lucio Dalla a otto anni dalla morte
Dal 4 all’8 marzo ‘Si muove la città’, concerto al Comunale
BOLOGNA
22 febbraio 2020
19:08
– Dalla panchina con una scultura che lo raffigura in piazza Cavour davanti alla casa natale (in cui sarà posta una targa), alla installazione luminosa in piazza de Celestini sul terrazzo dell’ultima abitazione in via D’Azeglio, Lucio Dalla sarà ricordato da Bologna con una serie di iniziative, dal 4 all’8 marzo, a otto anni dalla scomparsa.
‘Si muove la città’ è il titolo della manifestazione promosse da Fondazione Dalla, Confcommercio Ascom, Consorzio esercenti d’Azeglio pedonale, Fondazione teatro Comunale e Cineteca.
Il titolo è un verso da ‘La sera dei miracoli’ tratto da ‘Dalla’ il disco del 1980 (con il famoso baschetto in copertina), i cui brani saranno eseguiti l’8 marzo al teatro Manzoni, in un concerto con l’orchestra del Comunale diretta da Beppe D’Onghia (storico collaboratore del cantautore), da diversi cantanti tra cui Ron, Gaetano Curreri, Iskra Menarini, Nicki Nicolai, Gigi D’Alessio, Alberto Bertoli, Olmo, Naomi e Sofia Tornambene.
Il 4 marzo, giorno del compleanno di Dalla, la musica dei busker sarà eseguita nel centro storico ad accompagnare le passeggiate nei luoghi preferiti dal cantautore, mentre i ristoranti proporranno i piatti preferiti del musicista, come le immancabili lasagne.
Tra le altre iniziative in cartellone, la proiezione alla Cineteca del videoclip ‘Solo per me’ (sulle note di ‘Henna’) di Alessandro Amante, vincitore del contest ‘Residenza artistica da Lucio’; l’annullo speciale di Poste italiane di una cartolina celebrativa; la mostra dell’artista Domenica Regazzoni, amica di Dalla; l’esposizione delle moto Ducati di proprietà dell’artista; concerti-tributo dei locali; le tradizionali visite guidate alla casa di via D’Azeglio.
Campionato italiano della bugia omaggia Gianni Rodari
Edizione dedicata a ‘mondo favole’, in scena l’1 e 2/8
PISTOIA
24 febbraio 2020
17:24
Sarà un omaggio a Gianni Rodari nel centenario della nascita, la 44ma edizione del Campionato italiano della bugia, che si svolgerà a Le Piastre, frazione collinare del comune di Pistoia, l’1 e il 2 agosto. Gli organizzatori del concorso, l’Accademia della bugia e la Pro loco Alta Valle del Reno, hanno infatti scelto come tema dell’edizione 2020 ‘il mondo delle favole’.
Quattro le sezioni nelle quali si potranno cimentare i concorrenti: verbale, letteraria, grafica italiana e grafica internazionale. “I partecipanti – spiega il magnifico rettore dell’Accademia della bugia, Emanuele Begliomini – potranno rivisitare fiabe, racconti e leggende in tono fantasioso e, ovviamente, bugiardo”. Per le iscrizioni c’è tempo fino al primo luglio per le sezioni grafica e letteraria, mentre scade la mattina del 2 agosto la possibilità di essere ammessi alla più classica ‘bugia raccontata’. L’appuntamento estivo sarà anticipato da alcune iniziative collaterali: la prima sarà il 7 marzo a Pistoia, con l’inaugurazione della mostra ‘Tavole bugiarde’, con le opere vincitrici della sezione grafica delle precedenti edizioni del concorso.
Torna Blue Jeans con L’inganno di Cristallo
Una nuova Julia Plaza nel secondo titolo della trilogia
23 febbraio 2020
16:19
BLUE JEANS, L’INGANNO DI CRISTALLO (DEA PLANETA, PP 500, EURO 18). E’ una nuova Julia Plaza quella che troviamo ne ‘L’inganno di cristallo’, secondo titolo della nuova trilogia di Blue Jeans, partita con ‘La ragazza invisibile’ che ha segnato l’esordio dello scrittore nella suspence.
Grande fan di Agatha Christie, come Blue Jeans, suonatrice di violino e capace di fare il cubo di Rubik in meno di un minuto, Julia, dopo aver assistito a una terribile esplosione nella stazione della metro, non è più la stessa. “E’ diventata un po’ introversa e molto cinica. Non riesce a reagire a tutto quello che le è successo” dice Blue Jeans, pseudonimo di Francisco de Paula Fernández González, originario di Siviglia che vive da molti anni a Madrid, partito dai social per conquistare l’attenzione dei grandi editori e diventato uno scrittore bestseller, con oltre un milione e mezzo di copie vendute con i suoi libri. ‘L’inganno di cristallo’ , pubblicato in Italia da DeA Planeta nella traduzione di Roberta Bovaia, è il suo dodicesimo romanzo.
Julia, che nel primo libro della trilogia si era trasformata in detective, spinta dalla volontà di scoprire chi aveva ammazzato la sua amica Aurora, trovata morta nella palestra della scuola, ne ‘L’inganno di cristallo’ trova le risposte alle domande che erano rimaste in sospeso nel libro precedente.
Questa volta a scuotere la vita della studentessa detective è una telefonata che le annuncia la scomparsa di Ivan, il ragazzo di cui era perdutamente innamorata. A darle la notizia è, il primo martedì di gennaio, Hugo Velero, il coinquilino di Ivan, ma lei non crede a nulla di quello che le viene detto e si rifiuta di dare il suo aiuto. Però, suo malgrado si ritroverà coinvolta nelle indagini insieme alla nonna, che abita proprio nel palazzo di Ivan, che poi è lo stesso in cui vive Blue Jeans.
“Per comprendere bene questo secondo libro della trilogia sarebbe meglio aver letto il primo, ma non è necessario perchè ho inserito nella trama una serie di memorandum che permettono di capire comunque le cose” spiega Blue Jeans che viene considerato il Moccia spagnolo.
“La risposta dei lettori è eccellente. Nelle classifiche dei libri più venduti questo romanzo è quello che ha avuto il miglior punteggio” racconta lo scrittore che sta “considerando l’opportunità di fare una serie tv”. “La casa editrice – spiega – sta lavorando su diversi fronti. Una delle ipotesi è che questa storia un giorno possa andare o sul grande schermo o in tv. E ci sono anche altri possibili sviluppi collegati. Magari diventasse un musical”.
Blue Jeans, in attesa di vedere che accoglienza avrà il terzo romanzo della trilogia, ‘La promessa di Julia’, in uscita a marzo 2020 in Spagna, parla della sua protagonista, della quale racconta le avventure dai 16 ai 19 anni, come di “un personaggio con tante sfaccettature dovute alle sue qualità e fragilità, ma anche alle cose che accadono intorno a lei. Ne ‘L’inganno di cristallo’ è una ragazza che a 18 anni si trova a confronto con sei omicidi. Nel terzo romanzo è una studentessa universitaria che studia criminologia e uno dei suoi docenti le proporrà un’ esercitazione che ha a che fare con il presunto suicidio di una persona nel passato”. E il compito del professore si trasformerà,c’è da scommettere, in una nuova indagine poliziesca.
S. Cecilia: Chailly e Filarmonica Scala con Lisiecki
Il 24 febbraio. Direttore e orchestra tornano dopo quattro anni
23 febbraio 2020
14:29
– Riccardo Chailly e la Filarmonica della Scala tornano a Roma dopo quattro anni per la stagione sinfonica dell’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Con loro si esibirà il giovanissimo pianista canadese Jan Lisiecki, tra i più importanti della scena internazionale. E’ un appuntamento da non perdere il concerto in programma lunedì 24 febbraio nell’ Auditorium Parco della Musica. Il programma della serata prevede ”Finlandia” di Jean Sibelius, il Concerto per pianoforte di Edvard Grieg, e “Quadri di una esposizione” di Modest Musorgskij nell’ orchestrazione di Maurice Ravel. Riccardo Chailly è Direttore Musicale del Teatro alla Scala e Direttore Principale della Filarmonica della Scala dal 2015. Per 16 anni ha guidato l’Orchestra del Royal Concertgebouw di Amsterdam, e dirige le principali orchestre internazionali, tra queste Wiener Philharmoniker e Berliner Philharmoniker, New York Philharmonic, Cleveland Orchestra, Philadelphia Orchestra e Chicago Symphony Orchestra. La Filarmonica della Scala, fondata da Claudio Abbado e dai musicisti scaligeri nel 1982, ha avuto tra i suoi direttori Carlo Maria Giulini e Riccardo Muti (che ne è stato Direttore Principale dal 1987 al 2005), e ha stretto rapporti di collaborazioni con grandissimi maestri, da Leonard Bernstein a Giuseppe Sinopoli, Zubin Mehta, Daniele Gatti, Gustavo Dudamel. Dal 2006 al 2015 Direttore Musicale del Teatro è stato Daniel Barenboim. Nelle sue tournèe all’ estero ha tenuto più di 800 concerti. Ha debuttato negli Stati Uniti con Riccardo Chailly nel 2007 e in Cina con Myung-Whun Chung nel 2008. Jan Lisiecki, 24 anni, si esibisce in oltre cento concerti all’anno in tutto il mondo e ha collaborato con direttori e orchestre di spicco.
Dall’ età di appena 15 anni ha un contratto di esclusiva con la casa Deutsche Grammophon. A diciotto anni Jan Lisiecki è stato il più giovane artista della storia a ricevere un Gramophone ”Young Artist” Award.
Urbinati, Io, il popolo
Analisi del populismo che logora la democrazia dall’interno
23 febbraio 2020
15:36
NADIA URBINATI, IO, IL POPOLO. COME IL POPULISMO TRASFORMA LA DEMOCRAZIA (il Mulino, pp.340, 24 euro). La faziosità per sviluppare una retorica “in negativo” e far sì che la parte “giusta” prenda il posto di quella “sbagliata”; il maggioritarismo, che identifica il principio di maggioranza con il potere di una maggioranza; il “dux cum populo”; l’antipartitismo. Sono questi gli elementi che caratterizzano il fenomeno globale del populismo secondo Nadia Urbinati, autrice di “Io, il popolo”, edito da il Mulino.
Professoressa di Teoria Politica alla Columbia University di New York, Urbinati analizza con grande acume la democrazia populista e come essa abbia cambiato lo scenario della politica attuale, in una prospettiva italiana e internazionale. In pagine illuminanti, chiare e densissime di concetti e di informazioni, la tesi sposata dalla politologa è che il populismo non sia votato necessariamente all’opposizione e incapace di governare: al contrario, esso “è una nuova forma di governo rappresentativo: ma una forma sfigurata” e rappresenta “un esito del malfunzionamento della democrazia dei partiti”. Il punto da cui partire dunque è che il populismo non si colloca fuori la democrazia, ma dentro di essa, e non vuole rovesciarla: non è una forma dittatoriale, ma una variante del governo rappresentativo basata su specifiche peculiarità.
Da Trump a Salvini a Grillo, quello che abbiamo compreso osservando il contesto politico attuale è che il populismo ha bisogno di un leader configurato come capopopolo: è questa figura carismatica che opera una divisione netta, anzi una contrapposizione, tra establishment (la classe politica improduttiva e “parassita”, incapace di rispondere alle esigenze della gente) e il popolo ormai impoverito e insoddisfatto che guarda alle istituzioni e ai partiti con totale sfiducia. Il leader, la cui specifica modalità comunicativa lo fa stare sempre in campagna elettorale, si identifica con il popolo, ne prende il linguaggio e l’atteggiamento. Obiettivo dei populisti è abbattere il sistema dei partiti e portare a compimento “la disintermediazione del processo politico e la semplificazione del gioco politico (il bipolarismo, il mito del maggioritarismo)”. In questo un aiuto arriva dalla pervasività di Internet, “strumento che può sostituire l’organizzazione di partito nella costruzione del potere populista”.
Urbinati ribadisce che comprendere il populismo ci è utile perché esso sta cambiando la democrazia, trasformandone le procedure, le istituzioni e le pratiche: non serve demonizzarlo né essere catastrofisti, ma prendere sul serio questo fenomeno perché è sintomo di un malessere reale vissuto dai cittadini.
Del resto, spiega l’autrice, la democrazia non ha mai avuto vita facile fin dalla sua nascita, è stata minacciata e a volte rovesciata dai totalitarismi: ma è improduttivo parlare di “crisi” o “morte” della democrazia. Serve invece dare nuova forza ai corpi intermedi, ricostruire i partiti organizzati, recuperare trasparenza nella politica: “per far fronte alle critiche populiste – afferma Urbinati – i democratici dovrebbero intervenire nel merito delle argomentazioni costituzionali e politiche del populismo, invece di demonizzarle, e rivedere alcune fondamentali regole del gioco in modo da restituire potere decisionale ai cittadini e permettere loro di esercitare un controllo più stringente sui loro rappresentanti”.
‘Bad Boys’, cinquantenni tra vendetta e Santa Muerte
Smith e Lawrence tornano con 3/o capitolo saga, già hit globale
23 febbraio 2020
15:45
– Martin Lawrence e Will Smith avevano rispettivamente 29 e 26 anni all’uscita del primo Bad Boys, action comedy di Michael Bay prodotta da Jerry Bruckheimer (un’accoppiata che garantisce action adrenalinica, esplosioni e audio al massimo volume) su due poliziotti grandi amici ma con poche regole a caccia di criminali per le strade di Miami. Un successo globale replicato con Bad Boys II nel 2003 e ritrovato, nonostante i 17 anni di distanza dal secondo capitolo, con Bad Boys For life, già campione d’incassi nel mondo con 340 milioni di dollari (170 milioni negli Usa e circa altrettanti negli altri Paesi) in arrivo in Italia dal 20 febbraio con Warner Bros.
Dietro la macchina da presa non c’è più Michael Bay (che comunque appare in un cameo) ma il duo di cineasti marocchini/belgi Adil El Arbi e Bilall Fallah che avevano colpito Bruckheimer con il loro noir metropolitano Black (2015).
Un cambio di regia che ha portato nuovi stimoli alla saga, e uno stile di riprese per le scene d’azione più ricco (le citazioni non mancano, da John Woo ai videogame ‘spara spara’).
Naturalmente resta centrale l’alchimia di Will Smith e Martin Lawrence: ritroviamo i loro personaggi, MIke (Smith) e Marcus (Lawrence), ormai cinquantenni, a un punto di svolta della loro vita.
Mike non si è mai ‘sistemato’, con un legame stabile, mentre Marcus da poco diventato nonno, dopo 25 anni in squadra insieme all’amico, parla di pensione. La situazione precipita quando la ‘strega’, Isabel Aretas (Kate del Castillo), che per compiere i suoi crimini si appella alla divinità precolombiana Santa Muerte, fugge di prigione in Messico, aiutata dal figlio Armando (Jacob Scipio). Ex capi di un cartello della droga, sono in cerca di vendetta contro i responsabili della fine della loro famiglia, Mike compreso, che è legato alla ‘strega’ molto più di quanto possa immaginare.
Pur riproponendo tutti gli elementi che hanno fatto la fortuna della saga, come battute fulminanti, inseguimenti, sparatorie, omicidi, colonna sonora battente, lusso e sangue in proporzione variabile, il film tocca con un po’ di grazia anche il diverso rapporto dei protagonisti con gli anni che passano.
Dalla consapevolezza dei propri limiti di Marcus, a MIke costretto dagli eventi a rallentare e a confrontarsi con il proprio passato. Fra le new entry riuscite nella storia c’è Paola Nunez nel ruolo di Rita, a capo di una squadra d’elite e supertecnologica della polizia di Miami (gli altri componenti sono interpretati da Vanessa Hudgens, Charles Melton e Alexander Ludwig), con la quale Mike, su ordine del capitano (Joe Pantoliano) deve collaborare, per trovare gli Aretas.
Nel film “volevamo immediatamente confrontarci con il fatto che il tempo è passato per Mike e Marcus, come passa per tutti” spiega Will Smith, che è anche coproduttore nelle note di produzione. Per l’attore avere l’energia di Adil e Bilall per il film “è veramente quella giusta, offrono sulla storia una diversa prospettiva. Poi hanno un cosi grande amore per questo franchise e questi personaggi che è stato bellissimo lavorare con loro”.
Raf Simons co-direttore creativo di Prada
Miuccia, ‘una sfida’. Il belga, ‘creatività prima del business’
23 febbraio 2020
16:52
– “Una sfida”: così Miuccia Prada descrive l’arrivo come co-direttore creativo dello stilista belga Raf Simons, che disegnerà con lei le linee Prada.
L’annuncio, che era nell’aria da tempo, è stato dato oggi a Milano dai due creativi, con una conferenza stampa convocata solo ieri.
“È la prima volta nella storia della moda – ha detto il presidente e ad di Prada Patrizio Bertelli, introducendo i due co-direttori creativi – che due stilisti esperti, con un successo reciproco, lavoreranno insieme: il gruppo Prada si dimostra anticipatore di un cambiamento globale”.
“Non sappiamo dove stiamo andando ma è positivo rafforzare l’aspetto creativo – ha sottolineato Miuccia – ci piacciamo e rispettiamo, vediamo se andremo da qualche parte”.
Miuccia Prada e Patrizio Bertelli scelsero Simons già nel 2005, per la direzione creativa della griffe Jil Sander, quando ancora il brand era di proprietà del Gruppo Prada. “Il nostro rapporto è iniziato nel 2005 – ha ricordato infatti Simons, ex direttore creativo non solo di Jil Sander, ma anche di Dior e Calvin Klein – abbiamo sempre avuto un buon rapporto e dialogo su moda, politica e contenuti. Poi Bertelli mi ha avvicinato dopo la mia uscita da Calvin Klein, ci parliamo da un anno e abbiamo molto discusso di questo possibile futuro, con un dialogo molto ampio sulla creatività. Io metto in discussione il sistema moda e questo mi ha portato a dialogare in modo aperto con tanti stilisti che mettono a loro volta in discussione la loro posizione all’interno di un sistema in evoluzione”.
Berlino: Garrone, il mio Pinocchio inno alla povertà
Presentato il film con Benigni passato a Berlinale Gala
23 febbraio 2020
17:06
“Si è vero, Pinocchio è un po’ un inno alla povertà, ma mio padre e mia madre, che sapevano leggere, me lo avevano fatto conoscere. Ma non avrei mai immaginato che sarei stato l’unico attore al mondo a fare sia Pinocchio che Geppetto, mi manca a questo punto solo la Fata Turchina”. A parlare così è un brillante Roberto Benigni che insieme a Matteo Garrone ha presentato stamani nella sezione Berlinale Special Gala il ‘Pinocchio’ in cui interpreta Geppetto. E aggiunge poi il premio Oscar in conferenza stampa: “Certo ho lavorato con tutti, Federico Fellini, Marco Ferreri, Woody Allen, Jim Jarmusch e Bertolucci, ma lavorare con Matteo Garrone è tutta un’altra cosa, è talento puro. Una volta ha bloccato il set solo perché non amava il colore di una coperta. Garrone – sottolinea Benigni – lavora con la precisione di Visconti e la povertà di Rossellini.
Uno stile completamente italiano il suo. È vero nella sua opera c’è Tim Burton, ma anche i nostri Macchiaioli”. Sul web è virale un video in cui si vede un padre che in Siria fa credere alla figlia Selva che la guerra sia tutto un gioco, pur non avendo mai visto La vita è bella. Così replica Benigni: “Sono contento di questo. Vuol dire che certe cose accadono davvero. Un papà vero che fa? Protegge i suoi figli e Geppetto è il padre per eccellenza”. Infine da lui il racconto di come Coppola gli aveva proposto a un certo punto di fare Pinocchio:”ci siamo visti più volte e ne abbiamo parlato, ma poi non se n’è fatto nulla”.
“Roberto – dice invece Garrone – ha dato verità a Geppetto anche grazie alla sua grande umanità ed enorme generosità. Ho cercato di sorprendere il pubblico per fargli scoprire il testo originale e ho lavorato anche sui disegni originali di Mazzanti. Insomma – continua il regista – il mio Pinocchio è un film nato per il pubblico dai piccoli ai grandi. E questo l’ho fatto con Massimo Ceccherini che mi ha aiutato nella sceneggiatura con la sua anima di uno che non cresce mai come me, di uno che ama restare bambino. Ceccherini mi ha aiutato nelle dinamiche comiche senza sovrastrutture intellettuali”. Chi era Pinocchio? “È una storia senza tempo che parla molto dell’Italia anche attraverso allegoria di animali, una storia che parla non solo d’Italia, ma di tutti noi”. Sulla sua partecipazione al Festival di Sanremo e sulla sua presenza oggi a Berlino conclude Benigni: “sono passato dalla cosa più italiana a quella più internazionale. A Sanremo poi, leggendo il Cantico, dei cantici ho fatto la cover per eccellenza sull’amore”.
Berlino: Semina il vento, ulivi e inquinamento
A Panorama, una storia pugliese tra magia e corruzione
BERLINO
23 febbraio 2020
17:09
L’amore infinito di una ragazza per quella meraviglia che sono i secolari ulivi pugliesi, la corruzione locale, la vergogna di un passato contadino e anche i misteri inaspettati che ci sono in ogni famiglia. Questo e altro in ‘Semina il vento’ secondo film di Danilo Caputo, presentato oggi alla Berlinale nella sezione Panorama e girato all’ombra dell’Ilva. Tutto si svolge tra quelle inarrivabili sculture che sono i secolari alberi d’ulivo del tarantino colpiti dalla cosiddetta Xylella fastidiosa. Una morte lenta per queste piante che la giovane Nica (Yile Yara Vianello) che studia agraria in città non accetta. Molto simile a quella nonna che molti consideravano una strega, la giovane studiosa ha come lei un rapporto straordinario con la natura. Così quando scopre che forse, grazie ai suoi studi, c’è una possibile cura per gli ulivi, non capisce proprio perché il padre, pieno di debiti, non sembri affatto contento di questa scoperta che potrebbe salvare le terre di famiglia. Il fatto è, scoprirà solo dopo Nica, che nella sua Puglia non solo le piante sono vittime di parassiti, ma anche le persone hanno i loro virus legati a un mondo senza valori, pieno di corruzione e dove conta solo il denaro.
«L’amore di Nica verso gli alberi doveva passare attraverso la capacità di ascoltarli – spiega il regista -. Il crepitio delle cortecce diventa così una forma di linguaggio naturale, un ponte tra uomini e natura. Nica non vede un uliveto, vede tanti ulivi. Lei non percepisce quegli alberi come oggetti ma come soggetti capaci di sentire, desiderare, soffrire e comunicare. La sua è una visione animista. La magia – continua Danilo Caputo già autore di La mezza stagione – mi ha aiutato a creare un cortocircuito tra il realismo e la sua dimensione animista. La magia rituale era un elemento importante di quella cultura contadina che Nica ha ereditato dalla nonna”. Spiega infine il regista tarantino di ‘Semina il vento’, che avrà la sua anteprima italiana al Bif&st: «A dieci chilometri da casa mia c’è il più grande polo siderurgico d’Europa, una fabbrica che inquina da sessanta anni e della quale però non riusciamo a fare a meno. Ora nel 2013 – continua Caputo – fu fatto un referendum consultivo su cosa pensassero i tarantini di una eventuale chiusura dell’Ilva e solo uno su cinque è andato a votare.
C’è insomma un inquinamento mentale e anche la rassegnazione che non si possa vivere senza l’Ilva. A questo si aggiunga il fatto che si vede come una vergogna tornare a vivere da contadini come era nel passato”. Il film è una produzione Okta Film con Rai Cinema, in coproduzione con Jba Production (Francia) e Graal Films (Grecia), e con il contributo di Regione Puglia e il sostegno di Apulia Film Commission.
Cgi e avventura da 007 per Lupin III
In sala dal 27/2 primo film animato in 3d su personaggio icona
23 febbraio 2020
17:32
– Di Lupin III “quello che amo veramente è la sua libertà senza confini, che gli permette di fare tutto quello che vuole ogni volta che vuole, senza mai legarsi a niente o nessuno in particolare”. Così in un’intervista del 2003 Monkey Punch (pseudonimo di Kazuhiko Kato), il grande mangaka, scomparso 81enne a aprile 2019, aveva raccontato il suo ladro scatenato e scanzonato, diventato uno dei personaggi icona dell’animazione giapponese, dopo il debutto sui fumetti nel 1967 e sul piccolo schermo come anime (nella prima serie di tante) nel 1971.
Il grande autore aveva anche amato l’idea che Lupin III, dopo 10 film cinematografici animati in 2d (indimenticabile quello diretto nel 1979 da Hayao Miyazaki, Lupin III: Il castello di Cagliostro) e due live action, tornasse al cinema per la sua prima avventura in Cgi, in Lupin III The first di Takashi Yamazaki, in arrivo nelle sale italiane dal 27 febbraio con Koch Media. Il film utilizza il registro dell’action comedy cogliendo anche elementi di saghe come quella di 007 e I predatori dell’arca perduta, per rilanciare per le nuove generazioni, il fascino del personaggio, nipote del grande ladro Arsenio Lupin.
Restano la leggerezza e lo humour del protagonista, che perde i suoi aspetti più provocatori e meno politically correct, in una rilettura carica di toni caldi, colori pastello e dal tratto ‘ammorbidito’, evidentemente diretta anche al pubblico più giovane.
La squadra non cambia e con Lupin, ritroviamo amici, compici e ‘nemici’ di sempre: i compagni di scorribande Jigen, sempre pistola in mano, e sigaretta in bocca; il laconico samurai Goemon; la poco affidabile Fujiko, ma anche l’ispettore Zenigata, il poliziotto dell’Interpol che dà la caccia a Lupin III.
Junior Cally in campo, “risposta a chi mi etichetta”
Rapper-calciatore al debutto con il Fiumicino in finale partita
FIUMICINO
23 febbraio 2020
17:35
– “Non mi è piaciuto ricevere critiche e commenti da alcuni, quella piccola parte, del mio paese ma oggi, al campo, si è visto che il paese è dalla mia parte, mi conosce. Sono stato sempre contro ogni tipo di violenza. Oggi è stato un modo per rispondere a quelle poche persone che mi hanno etichettato per ciò che non sono assolutamente”. Lo ha detto, a Fiumicino, sul campo dello Stadio Pietro Desideri, al termine della partita contro il Tolfa, il rapper Junior Cally, che ha debuttato all’85esimo minuto con il Fiumicino 1926. In tutto 9-10 minuti in campo, compreso il recupero. Tribune piene, circa 4-500 gli spettatori, tanti genitori con bambini e ragazzi, per incitare, con cori ripetuti, la formazione di casa ed il rapper, all’esordio ufficiale, che al termine dell’incontro ha ricevuto l’affetto di molte persone e richieste di selfie, soprattutto dai giovanissimi. Dal palco di Sanremo ai campi di calcio della sua città.
Ribadendo oggi che una parte dei ricavati della partita sarà destinata ad un’associazione contro la violenza sulle donne, il rapper, all’anagrafe Antonio Signore (“il 28/2 uscirà la “special edition” di “Ricercato”, con inediti che non hanno nulla a che vedere con il calcio”, ha detto) è tornato alle origini calcistiche giovanili (ha giocato nel Focene) ed ha indossato la maglia rosso blu del Fiumicino Calcio 1926, che alla vigilia dell’incontro, terminato 0-0, era prima nel Girone A di Promozione laziale, ora scavalcato di un punto dal Città di Cerveteri, vittorioso in trasferta; il cantante è cresciuto a Focene, località balneare del comune di Fiumicino. Appena tornato dal Festival di Sanremo, ha chiesto un incontro al Presidente del club, Simone Munaretto, per poter essere tesserato, richiamare pubblico, dando un aiuto alla squadra in corsa per la promozione, e trovando subito risposta positiva. Si è subito messo a disposizione dell’allenatore dei rossoblù, Luigi Di Ruocco. “Ai ragazzi dico sempre – ha sottolineato ancora – di non farsi abbattere dal pregiudizio e di usare il pregiudizio come arma a loro favore. Spesso e volentieri chi critica il tuo sogno è perchè non riesce a crearsene uno proprio”.
Box office Usa, Sonic mantiene la vetta
Buon esordio per Il Richiamo della Foresta
23 febbraio 2020
20:14
– Sonic – il film mantiene per un soffio il primato nel box office americano, battendo Il Richiamo della Foresta. Il film della Paramount Pictures, costato 85 milioni, basato sul popolare franchise omonimo della Sega, ha incassato altri 26 milioni per un totale di 106 in due settimane.
Buon esordio per Il Richiamo della Foresta: il film firmato 20th Century Studios conquista la seconda piazza con quasi 25 milioni di dollari.
Al terzo posto Birds of Prey, con aggiunge altri 7 milioni in cassa, per un totale di 72 milioni complessivi in 3 settimane. Esordisce al quarto posto, infine, Brahms: The Boy II, con quasi 6 milioni di dollari.
Una giornata normale a Palazzo giustizia
In corsa a Generation il film di Chiara Bellosi
23 febbraio 2020
20:14
Dentro l’imputato che rischia anni di carcere e, subito fuori su delle anonime panche di legno, i parenti delle vittime spesso insieme a quelli dell’accusato. È quello che accade tutti i giorni in un ‘Palazzo di Giustizia’, proprio come titola l’opera prima di Chiara Bellosi che passa oggi alla 70/ma edizione Festival di Berlino, in concorso nella sezione Generation. Il film, che sarà in sala dal 26 marzo con l’istituto Luce, racconta di una giornata di ordinaria giustizia in un grande tribunale italiano. Sul banco degli imputati, questa volta, un giovane rapinatore e anche il benzinaio che, appena derubato, ha reagito, sparando e uccidendo il giovanissimo, complice del ladro. Di scena, insomma, non solo il rituale, ma anche il linguaggio, le toghe, gli interrogatori, le prove, i testimoni, ma soprattutto quello che sta fuori dove la vita va avanti nonostante tutto, tra speranze, infatuazioni e rancori.
Un impianto minimalista quello messo insieme da Chiara Bellosi diplomatasi in drammaturgia alla Paolo Grassi e che nel 2007 studia documentario allo IED di Venezia. Nel cast del film prodotto da tempesta / Carlo Cresto-Dina e Rai Cinema in co-produzione con Cinédokké e distribuito da Istituto Luce Cinecittà: Daphne Scoccia, Bianca Leonardi, Sarah Short, Nicola Rignanese, Giovanni Anzaldo e Andrea Lattanzi. “Mi sono trovata lì quasi per caso – dice la regista -. Non sapevo cosa avrei trovato. Ma da subito lo spazio si è riempito di domande. Entrare nel Palazzo di Giustizia come in una scatola dove attraverso l’imbuto dei metal detector entra la vita, suddivisa in sezioni e ordinata per stanza. Trovarci tutte le possibilità di azione che un uomo può decidere di fare: amare, prendersi cura, abitare, imbrogliare, fare male, rubare, uccidere e infinite altre. Trovarci uomini e donne che giudicano le azioni commesse da altre persone e ne dispongono la punizione, e la ricaduta sul vivere collettivo, decidono ciò che è giusto e ciò che non lo è, il giusto personale contrapposto a quello sociale”.
Coronavirus: l’emergenza svuota gli studi tv
Da Fazio alle Iene a Non è la D’Urso in onda senza pubblico
23 febbraio 2020
23:29
L’emergenza virus svuota anche gli studi tv: da Le Iene su Italia 1 a Che tempo che fa di Fabio Fazio su Rai Tre passando per Non è la D’Urso su canale 5, molte trasmissioni televisive hanno annunciato che andranno in onda senza il pubblico in sala.
Questo, visto che molti studi televisivi si trovano a Milano, per “adeguarsi alle misure di contenimento” imposte dalla Regione Lombardia dopo l’escalation dei casi nella regione.
Le Iene avvertono il loro pubblico con un post su Twitter: “Per la prima volta in 24 anni di storia del programma andremo in onda senza pubblico in studio nelle prossime puntate di martedì 25 e giovedì 27 febbraio, come sempre dalle 21.20 su Italia1, in cui vi parleremo naturalmente anche dell’emergenza coronavirus”:

E lo stesso avviso al pubblico era arrivato da Barbara D’Urso, oggi in onda con il suo Non è la D’Urso su Canale 5:” In rispetto dell’ordinanza della regione Lombardia, questa sera la puntata di Live #noneladurso andrà in onda senza pubblico. Vi terremo compagnia con tutti gli ospiti previsti e la nostra @carmelitadurso avrà bisogno di tanta carica da voi che ci seguite in Tv e sui social! “Tutto questo lo abbiamo deciso oggi – aggiunge – ma per noi sarà veramente difficile perché questo studio enorme dove di solito ci sono 300 persone di pubblico sarà vuoto e così anche nei prossimi giorni”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Tropico di De Francesco, Sud dei n.10
Elzeviri, arabeschi, racconti e miti in una Napoli artificiale
NAPOLI
24 febbraio 2020
10:26
– MAX DE FRANCESCO ‘TROPICO DELLA SPIGOLA’ (IUPPITER EDIZIONI, 212 pp., euro 15,00).
Nel suo nuovo libro, ‘Tropico della spigola’, Max De Francesco “attraversa il Sud” e la galleria dei suoi eroi noti e ignoti, in un gioco di narrazioni fulminanti e terapeutica ironia.
‘Tropico della spigola’ è un viaggio per lettori forti nella geografia dell’anima, un attraversamento in quel suo emisfero sentimentale dove esplora ricordi, aggiorna l’inventario delle visioni, decifra avvenimenti privati e pubblici, apre la casa delle piccole cose e rinnova il patto con la cosiddetta “letteratura bastarda”, nel solco della tradizione dei prosatori come Flaiano, Manganelli, Buzzati, Ridolfi, Zavattini, Longanesi non imprigionati nell’architettura chiusa del romanzo, giornalisti-scrittori e scrittori-giornalisti, sperimentatori accaniti di più generi letterari.
Il “Tropico” di De Francesco è soprattutto uno scrigno di scrittura e scritture. Un’opera di trame sottotraccia, di rimandi onirici e trovate linguistiche, un arabesco musicale di racconti, apologhi, elzeviri e riflessioni che narra destini all’ultimo giro, nostalgie ritrovate, confessioni meritevoli di essere fermate e catalogate.
Quattro sono le sezioni in cui è suddivisa questa raffigurazione corale: “Napoli artificiale”, dove l’autore mostra come la città, sempre più “baraccone di meraviglie”, continui a professare la fede nell’artificio, inteso come tendenza a espedienti, nobili e meno nobili, per sopravvivere e fuga pirica per comunicare non solo allegria; “Sud River”, pagine di spietato amore per un Mezzogiorno sospeso nella controra, destinato all’estinzione tra borghi lunari e pietre solenni, privo di classe dirigente e affamato dei “numeri dieci di una volta che inventavano spazi e recuperavano sogni”; “Tipi e intercalari”, rassegna ispirata ai Caratteri di Teofrasto, con storie di stilisti della metafora, maestri di calembour e affabulanti doppiogiochisti della parola; “Ultimo cartaceo”, sezione finale con il racconto “Occhio di carta”, ovvero la cronaca dell’ultima riunione di redazione dell’ultimo giornale cartaceo del pianeta in una Napoli del 2032, elogio supremo dei giornalisti liberi dalla dittatura dell’algoritmo, che per continuare a essere liberi sono costretti alla clandestinità.
Con il susseguirsi di pagine “a sorpresa” e la conoscenza di personaggi, animali, luoghi e cose, ci si accorge di quanto possa parlare al cuore e stimoli la moltiplicazione dei punti di vista la galleria di miti e riti raccontata dall’autore con rabbia garbata e spericolata malinconia. E così, oltre a Massimo Troisi e alla sua “ciclosofia”, a Bud Spencer e al suo pugno “a martello”, a Giancarlo Siani e alla sua astronave verde, è possibile incontrare alberi parlanti pronti a sfidare le brutture del progresso; proiettili vaganti che scrivono lettere per spiegare il male; scarafaggi tenaci come Frank, agitatore del sottosuolo partenopeo e rivoluzionario mancato; i lontani poeti dei balconi che spalancavano saggezza dalle ringhiere; mandolinisti in dissolvenza come Antonio ‘o Gioiello che sembra uscito dai boschi incantati di Tolkien.
“Alla fine – afferma De Francesco nella nota introduttiva – si scrive anche per questo: abbracciare e animare l’invisibile per rendere più sopportabile l’esistente”.
‘Niente paura, Phil’, romanzo fantasy contro bullismo
In libreria e scuole libro psico-pedagogista Isabella Grandesso
25 febbraio 2020
09:58
– Un romanzo fantasy per parlare di uno dei fenomeni più allarmanti che dilaga nelle scuole e tra i ragazzi: arriva nelle librerie “Niente Paura, Phil!” (Medusa Edizioni), un libro che affronta con un taglio alternativo il tema del bullismo. Il romanzo, a firma della psico-pedagogista Isabella Grandesso, viene proposto anche nelle scuole italiane, con un’ampia scheda informativa in appendice per favorire la conoscenza e la discussione su un problema sempre più di attualità.
Phil, il protagonista, è un “cacasotto di seconda o terza categoria”, vittima di bullismo fin dalle elementari. Ma grazie a un avventuroso viaggio in compagnia di vari personaggi, tra cui un Troll “trombettiere”, il ragazzo supererà molte prove e riuscirà a liberarsi delle sue paure, acquisendo piena consapevolezza che solo con il coraggio, l’amicizia e la solidarietà potrà superare il suo problema.
“L’idea – spiega l’autrice che ha vinto il concorso nazionale Campania Felix Festival 2019 – è quello di aiutare i ragazzi a capire le vittime di bullismo, ma anche la strategia per evitare di essere prevaricati da coetanei prepotenti e violenti. Nella mia esperienza di psico-pedagogista mi sono resa conto che la possibilità di identificarsi con un personaggio letterario a volte può facilitare la comprensione del problema, individuando le risorse migliori per risolverlo, attraverso un percorso interiore che nel libro diventa il raggiungimento della ‘meta'”.
Il romanzo è pubblicato da Medusa Editrice, specializzata nell’editoria scolastica, dopo essere stato premiato dal Felix Cultura di Nola, riconoscimento assegnato da una giuria di 1500 ragazzi. “Niente Paura, Phil!” è già proposto alle scuole elementari e medie italiane, e disponibile nelle librerie. La presentazione ufficiale è in programma per il 28 febbraio presso l’auditorio di Saviano, in provincia di Napoli, in presenza dell’autrice.
Marietti 1820, salta tappa Genova di Parole in Viaggio
L’evento è stato rinviato per l’emergenza coronavirus
GENOVA
24 febbraio 2020
11:49
– Avrebbe dovuto far tappa al Palazzo Ducale di Genova l’iniziativa “Parole in viaggio”, organizzata dalla casa editrice Marietti 1820 per celebrare due secoli di attività, ma l’appuntamento di giovedì 27 febbraio alle 17.45 è stato rimandato per l’emergenza del coronavirus. L’evento in programma aveva come protagonista Gabriella Airaldi, specialista di Storia mediterranea e di Storia delle relazioni internazionali, con un testo dedicato alla parola Avventura. La studiosa per Marietti 1820 ha di recente indagato la vicenda del ponte progettato, ma mai realizzato, da Leonardo da Vinci per il sultano Bayezid II e la città di Galata, prima genovese e poi turca (“Il ponte di Istanbul. Un progetto incompiuto di Leonardo da Vinci”).
“Parole in viaggio” coinvolge nove città italiane (ad ognuna è associata una parola) e propone 11 lezioni, uno spettacolo e una mostra di libri e documenti (il programma dettagliato, che si avvale della collaborazione di Bper banca, Emme promozione, Edimill e Tuna bites, è sul sito dedicato).

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Coronavirus, in casa con tv e pc per distrarsi
Da fiction a intrattenimento, tra streaming e generaliste
24 febbraio 2020
19:28
L’emergenza coronavirus ha colpito l’Italia mandando in tilt il Nord Italia e non solo, chiudono musei e teatri, oltre a chiese e scuole. Il Carnevale di Venezia è sospeso, così come rischia di esserlo anche la Serie A, a meno che non si decida di giocare tutte le partite a porte chiuse. Dunque che fare? La gente si chiude in casa e tv, computer, tablet, telefonini, diventano i contatti più facili non solo per mantenere una vita sociale manche per distrarsi. E se aggiornamenti continui sul Covid, e Tg e notiziari, o programmi di intrattenimento con studi vuoti senza pubblico rischiano di aumentare l’ansia di persone particolarmente preoccupate, in molti oltre che alla tv generalista trovano una scappatoia nelle piattaforme streaming online.
Ecco allora che si può attivare RaiPlay, dove oltre alla nuova serie in partenza il 25 Passeggeri Notturni con Claudio Gioè dai racconti di Gianrico Craofiglio, chi lo desidera può con facilità rivedere programmi di intrattenimento, serie tv ma anche ad esempio il Sanremo dei record targato Amadeus -Fiorello. Ma anche show, fiction, avvenimenti sportivi, talk, documentari, informazione, inchieste e approfondimenti giornalistici: nasce PlayList24 – La Tv in pillole, una collection quotidiana che racconta il meglio dell’offerta Rai. Allo stesso modo è possibile accostarsi a Netflix, ad Amazon Prime, ad AppleTv, a TimVision, a Sky, a tutti quei mezzi che danno la possibilità di guardare quello che vuoi quando vuoi. Perché i tempi li detta il web, dove vuoi quando vuoi. Su Netflix tra i titoli più attesi la terza e ultima stagione della serie Ozark con Jason Bateman e Laura Linney; così come la serie teen in lingua spagnola Elite; il thriller horror sudcoreano Kingdom. Sul colosso streaming a marzo 2020 è atteso anche il film d’azione Spenser Confidential con il candidato all’Oscar Mark Wahlberg. Basato sul romanzo crime dell’autore Robert Kolker, il 13 marzo arriva il film Lost Girls, con Amy Ryan. Il 20 marzo arriva in catalogo Netflix anche il film italiano Ultras di Francesco Lettieri. Su Amazon Prime? Si possono vedere novità e rivedere quello che si è perso, da segnalare tra le news più attese Star Trek: Picard o Celebrity Hunted: quest’ultimo è il primo show italiano non-fiction. Ci sono 8 celebrità in gara, cioè i Fuggitivi, che devono raggiungere una meta segreta entro 14 giorni. Tutto ciò stando ben attenti a non farsi trovare da un gruppo forze speciali, dette i cacciatori. Questa edizione può vantare concorrenti del calibro del calciatore Francesco Totti, del cantante Fedez, degli attori Claudio Santamaria, ma anche Costantino Della Gherardesca.
Tra le nuove serie Sky oltre a quelle appena partite come ZeroZeroZero, e tra i titoli in partenza a marzo l’ottava stagione di “Homeland”, la prima di “Yellowstone”, la terza di “Westworld”, la quarta di “Veronica Mars”, la prima di “Batwoman” e la sesta di “The Flash”. I film in anteprima “Spider-Man: Far from Home”, “Midsommar – Il villaggio dei dannati”, “Il corriere – The Mule” e “Noi”. E poi la tv-tv, ci mancherebbe. Chi ha evitato le prime due puntate de L’Amica Geniale Storia del Nuovo Cognome potrebbe recuperare le ultime su Rai1 il lunedì va in onda «L’amica geniale», ma anche la serie con Luisa Ranieri e la Vita Promessa in onda la domenica. O guardare «Passato e presente» su Rai3. Su Mediaset restano i programmi di intrattenimento, che non variano, anche se il pubblico come da ordinanza in studio manca. The Mandalorian, prima serie live action della saga di Guerre stellari, prodotta e scritta da Jon Favreau, è tra i 25 prodotti originali esclusivi che saranno disponibili su Disney+, la nuova piattaforma streaming del colosso dell’intrattenimento. La nuova piattaforma proporrà i contenuti di Disney, Pixar, Marvel, Guerre Stellari e National Geographic, assieme a programmi originali in esclusiva, lungometraggi e corti, serie e documentari prodotti appositamente per la piattaforma. Tra i titoli disponibili al momento del lancio, High School Musical: The Musical: The Series, versione moderna e creativa del franchise di successo con – tra l’altro – una colonna sonora che, con 9 nuove canzoni originali, rende omaggio al film omonimo; The World According To Jeff Goldblum; l’ultima stagione inedita di The Clone Wars, uno dei più acclamati capitoli della saga di Guerre Stellari.
Passeggeri notturni, serie RaiPlay da racconti Carofiglio
Con protagonisti Claudio Gioè e Nicole Grimaudo
24 febbraio 2020
18:55
Una serie che esplora il tema della giustizia nelle sue molteplici sfaccettature attraverso la narrazione che ne fa il personaggio protagonista, Enrico (Claudio Gioè), conduttore radiofonico di una trasmissione serale in cui gli ascoltatori raccontano le proprie vicende personali. Sono tratti dai racconti contenuti nelle raccolte “Passeggeri Notturni” (Einaudi, 2016) e “Non Esiste Saggezza” (Rizzoli, 2010) di Gianrico Carofiglio i 10 episodi da 13 minuti ciascuno riuniti sotto l’unico titolo “Passeggeri Notturni” ( con la supervisione editoriale dello stesso Carofiglio) in arrivo in esclusiva su RaiPlay da martedì 25 febbraio. Una produzione Anele in collaborazione con Rai Fiction, con il contributo della Regione Puglia, prodotta da Gloria Giorgianni con Tore Sansonetti e Carlotta Schininà.
“Sono stata una fan di Gianrico Carofiglio – sottolinea il direttore di RaiPlay Elena Capparelli nel corso della presentazione a Viale Mazzini – i suoi libri mi hanno accompagnato in un momento difficile della mia vita. Le sue storie che diventano una serie sono davvero una grande novità.
Un formato tipicamente digitale, 13 minuti, vite di personaggi che ci fanno vivere le storie di ognuno di noi. Siamo particolarmente orgogliosi che queste storie trovino posto nella nostra piattaforma. Siamo diventati un punto di riferimento per gli spettatori della Rai”. Dietro la macchina da presa Riccardo Grandi che, oltre alla regia, firma la sceneggiatura con Francesco Carofiglio, Salvatore De Mola e Claudia De Angelis. Insieme a Gioè protagonisti Nicole Grimaudo, Gian Marco Tognazzi, Marta Gastini, Alessio Vassallo, Giampiero Judica, Paolo De Vita, Caterina Shulha, Ivana Lotito, Giorgio Musemeci, Francesca Figus, con Alessandro Tiberi e Paolo Sassanelli.
Enrico (Gioè), conduttore radiofonico di una trasmissione di grande successo, intrattiene il suo pubblico raccontando le storie degli ascoltatori. L’incontro con Valeria (Grimaudo), una donna misteriosa, cambierà la sua vita. Un racconto psicologico e letterario unito ad un intreccio noir. Assente alla presentazione il protagonista Gioè che è intervenuto con un collegamento in diretta telefonica: “Ho avuto un problema, sperimentiamo il telelavoro che ci consiglia il ministero della Salute”, esordisce per poi rassicurare tutti: “Nulla a che fare con l’emergenza sanitaria di queste settimane “. Sulla serie dice: “Enrico introduce ogni episodio dal suo studio di registrazione ed è sempre lui che vivendo la storia principale conduce il telespettatore nelle storie degli altri. L’incontro con una donna misteriosa, Valeria cambierà radicalmente la vita del nostro protagonista”.
“Passeggeri Notturni – aggiunge l’attore siciliano, noto per tante serie tv e film come I Cento Passi e La Meglio Gioventù – è un prodotto necessario per la Rai per rinnovare la sua offerta multimediale. RaiPlay è la piattaforma ideale per sperimentare questi nuovi contenuti e linguaggi. Credo che il risultato sia molto buono e sicuramente sarà un esperimento per aprire la strada a questo tipo di produzioni. E’ stato un piacere ed una gioia prendere parte a questo lavoro che mi ha davvero interessato e appassionato, a cominciare ovviamente dalla scrittura di un autore straordinario”.
Nicole Grimaudo fa notare: “Carofiglio ha una scrittura di riguardo per le figure femminili. Capiremo dal primo incontro con Enrico, il mio personaggio, che Valeria nasconde una storia di dolore”.
“Passeggeri Notturni” diventa anche un film a capitoli da 90 minuti, che sarà protagonista della prima serata di venerdì 20 marzo su Rai3. La trama, che racconta le storie di alcuni “passeggeri notturni”, unisce il racconto psicologico e letterario a temi contemporanei in un intreccio noir. Un progetto con protagonisti del nostro tempo, che esplorano le sfumature più profonde e originali della società contemporanea sullo sfondo di una Bari moderna e inedita.
Il fascino di Raffaello, più forte del virus
A Roma la più grande mostra di sempre,record assicurazioni 4 mld
24 febbraio 2020
19:38
– La qualità, prima di tutto, con un progetto scientifico che è il frutto di tre anni di lavoro e al quale ha collaborato un team di super esperti del settore, da Nicholas Penny a lungo direttore della National Gallery di Londra a Dominique Cordellier del Louvre, dalla direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta al suo predecessore, ex soprintendente di Firenze ed ex ministro della cultura Antonio Paolucci. Ma anche la quantità, con un numero di opere del maestro urbinate, che “mai prima d’ora si erano viste tutte insieme”.
Roma celebra i 500 anni dalla morte di Raffaello, pittore grandissimo, ma anche architetto e primo storico soprintendente ai beni culturali, e dopo la meraviglia degli arazzi esposti per una settimana nella Cappella Sistina è conto alla rovescia per la rassegna allestita alle Scuderie del Quirinale. Epidemia da coronavirus permettendo , l’apertura al pubblico è prevista dal 5 marzo al 2 giugno, appuntamento “unico e irripetibile, senza nessuna possibilità di replica all’estero”, sottolinea il presidente e ad di Ales Scuderie del Quirinale Mario De Simoni. Lo sforzo del resto è stato titanico, ribadisce, con 54 istituzioni coinvolte nei prestiti, dai Musei Vaticani al Prado, dalla National Gallery alla Pinacoteca di Monaco, il Louvre, la National Gallery di Washington. E un valore assicurativo monstre di 4 miliardi di euro, per le 206 opere esposte (120 di Raffaello) più alto persino del Leonardo colossal appena andato in scena al Louvre.
Le prenotazioni sono già tantissime, oltre 70 mila i biglietti acquistati, duemila solo nelle ultime ventiquattrore a dispetto delle notizie sempre più allarmanti che arrivano dal nord Italia. Nessuna disdetta. “Confermate anche tutte le presenze per l’inaugurazione”, sottolinea De Simoni, che pure non nasconde la preoccupazione per l’evolversi degli eventi legati alla salute pubblica: “E’ chiaro che faremo quello che le autorità ci dicono di fare”, allarga le braccia il manager culturale. Nella peggiore delle ipotesi, spiega, si tenterà “uno spostamento temporale”. Tant’è, per ora si va avanti, con il fascino di Raffaello più forte di tutto.
Concepito “a ritroso” con un racconto che parte proprio da una ricostruzione della tomba dell’artista al Pantheon, per poi ripercorrerne tutta l’avventura creativa da Roma a Firenze all’Umbria fino alle radici urbinati, il percorso si sofferma in particolare sul periodo romano, “undici fecondissimi anni” dal 1509 al 6 aprile 1520, data della sua morte improvvisa e prematura, avvenuta “dopo giorni di febbre continua e acuta”, come scrisse il Vasari. Sono gli anni dei papi mecenati, Giulio II prima Leone X poi, delle importantissime committenze, dalle Stanze dell’appartamento papale con la Segnatura, capolavoro dei suoi 25 anni, agli Arazzi, i lavori per il ricco banchiere Agostini Chigi e la sua Villa Farnesina. Ma è anche l’epoca dei dei dipinti più iconici, dalla Velata alla Fornarina, dal ritratto di Giulio II a quello di Innocenzo X (tutti in mostra) fino all’impegno di architetto per il cantiere di San Pietro.
Centrale in questo racconto, è la Lettera a Leone X , che Raffaello scrisse insieme a Baldassare Castiglione, una missiva destinata a diventare il fondamento stesso della idea italiana di tutela del patrimonio culturale, principio non a caso poi inserito nella Costituzione: le Scuderie ne espongono la preziosa minuta conservata nell’Archivio di Mantova e già questa è una emozione. Come emozionante sarà rivedere in Italia per la prima volta La Madonna d’Alba prestata dalla National Gallery di Washington o La Madonna della Rosa del Prado, la Madonna dei Tempi inviata dalla Pinacoteca di Monaco.
“E’ la mostra più imponente che avremo occasione di vedere dedicata a Raffaello, ma anche la più sensata perché basata su ricerche scientifiche e novità venute fuori dai restauri”, fa notare il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, a cui si deve peraltro l’idea di una grande rassegna romana. Due in particolare “il colore del ritratto di Leone X, restaurato dall’opificio delle Pietre Dure”. Ma anche la “riscoperta, che si deve a due giovani ricercatrici Roberta Aliventi e Laura Darimbettina, di un frammento di un cartone preparatorio di un dipinto di Giulio Romano che si trova oggi a Padova” .
Uno sforzo, sottolinea Marzia Faietti curatrice insieme al direttore delle Scuderie Matteo Lafranconi , “Che è stato anche un ripercorrere le tappe di un percorso intellettuale, quello della nostra generazione”. Alla ricerca, tra l’altro, dei messaggi che ancora oggi l’opera di Raffaello può dare. Uno su tutti, “il più moderno” secondo la studiosa, “è quello di pace” che viene ad esempio dalla Scuola di Atene “dove tante persone di diverse culture dialogano tra loro”. Proprio in quegli anni, ricorda, usciva il pamphlet di Erasmo da Rotterdam contro la guerra: ” E Raffaello, spirito aperto, era allineato con i grandi pensatori d’Europa, i più grandi pacifisti”. Lunga vita a Raffaello.
Coronavirus: posticipata Bologna Children’s Book Fair
Sarà da 4-7 maggio 2020 anzichè da 30 marzo-2 aprile
24 febbraio 2020
14:31
– A causa dell’emergenza coronavirus, Bologna Children’s Book Fair viene posticipata dal 4 al 7 maggio. La Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna si sarebbe dovuta svolgere dal 30 marzo al 2 aprile.
Lo spostamento di date è stato annunciato sul sito web della Fiera http://www.bolognachildrensbookfair.com dove, rivolgendosi a visitatori ed espositori, viene sottolineato: “nelle prossime ore pubblicheremo informazioni più dettagliate in merito agli aspetti organizzativi”.
Diodato ‘fa rumore’, serve una rivoluzione per Taranto
Premiato vincitore di Sanremo, ‘pretendiamo soluzione per Ilva’
TARANTO
24 febbraio 2020
14:51
– “Credo che si possa lavorare tutti insieme per un futuro diverso per la nostra città. Penso che Taranto abbia pagato abbastanza in questi anni. C’è bisogno di una rivoluzione vera e propria”. Lo ha detto Antonio Diodato, vincitore del festival di Sanremo con la canzone Fai rumore, parlando con i giornalisti dopo aver ricevuto dal Comune di Taranto l’attestato di “civica benemerenza”. Pur nato ad Aosta, Diodato ha “origini di Taranto – si legge nell’attestato – città nella quale è da sempre vissuto e cresciuto”.
Il riferimento rivoluzionario è agli aspetti sanitari, ambientali e occupazionali dell’ex Ilva. “Ora spero che si possa lavorare insieme – ha rilevato – per i nostri cittadini” e per quelli “che non ci sono più, per i nostri operai che non meritano di andare al lavoro tutti i giorni con questo peso”.
“Abbiamo bisogno di una soluzione adesso. Credo che abbiamo dato abbastanza. Ci vorrebbe un intervento dello Stato importante e definitivo”: “Uniti – ha detto – possiamo pretendere una soluzione”.
Strega 2020, Chiara Valerio e Bernardini tra nuove proposte
Segnalati anche Forgione, Rossetti e Sebastiano Mondadori
25 febbraio 2020
09:58
Nuove segnalazioni degli Amici della Domenica per il Premio Strega 2020. Arrivano così a 25 le proposte pubblicate sul sito http://www.premiostrega.it.
Questi i cinque nuovi libri: Ilaria Rossetti con ‘Le cose da salvare’ (Neri Pozza), proposto da Wanda Marasco; Alessio Forgione con ‘Giovanissimi’ (NN Editore), proposto da Lisa Ginzburg; Ilaria Bernardini con ‘Il ritratto’ (Mondadori), proposto da Paolo Sorrentino; Chiara Valerio con ‘Il cuore non si vede’ (Einaudi), proposto da Jhumpa Lahiri e Sebastiano Mondadori con Il contrario di padre’ (Manni Editori), proposto da Giovanni Pacchiano.
Le proposte si possono inviare fino al 3 marzo. L’annuncio della dozzina sarà il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 10 giugno, quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo. La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.
La freccia azzurra di D’Alò torna in sala restaurata
A 100 anni nascita autore Rodari e 25 da prima uscita film
24 febbraio 2020
16:42
– In occasione dei 100 anni dalla nascita di Gianni Rodari che ne fu l’autore e a 25 anni dalla prima uscita in sala, “La Freccia Azzurra” con la regia di Enzo D’Alò torna nei cinema italiani distribuito dalla Viggo, per festeggiare il doppio anniversario. Si potrà così tornare a vedere uno dei capolavori italiani del cinema di animazione, prodotto da La Lanterna Magica, nella versione restaurata 2K voluta da Alice nella Città e realizzata con il sostegno della Siae in collaborazione con Lanterna Magica, Csc, Cineteca Nazionale e Biblioteche di Roma.
Tra i film di genere più belli e premiati in Italia, uscito nel 1996, opera del regista partenopeo Enzo D’Alò che ha avuto il merito di riportare il grande cinema di animazione nelle nostre sale e che lo ha scritto assieme a Umberto Marino, prodotto da Maria Fares, La Freccia Azzurra è liberamente tratto dall’omonimo racconto di Gianni Rodari, indimenticabile scrittore per l’infanzia di cui nel 2020 ricorre il centenario dalla nascita, a i 50 anni dall’assegnazione del Premio Hans Christian Andersen per la letteratura per l’infanzia.
Sulle note di una magica colonna sonora composta da Paolo Conte, si narra delle disavventure della Befana (la voce è di Lella Costa), ingannata dal perfido assistente dottor Scarafoni (la voce è del premio Nobel Dario Fo) che la fa ammalare per sostituirsi a lei e vendere i giocattoli ai bambini ricchi anziché regalarli a tutti, e di magici giocattoli che si animano e si ribellano per la felicità di tutti i bambini e del piccolo orfano Francesco che potrà finalmente volare sulla sua Freccia Azzurra. Presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film si aggiudicò il David di Donatello per le musiche, nel 1997, e due Nastri d’Argento.
Personaggio gay in cartoon Disney, è la prima volta
Poliziotta “Onward” accolta da polemiche, “non per nostri figli”
NEW YORK
24 febbraio 2020
17:00
– Per la prima volta un personaggio gay entra nell’universo animato della Disney: nel nuovo cartone “Onward”, prodotto da Disney-Pixar e ambientato in un mondo suburbano di fantasia, appare brevemente una poliziotta da un occhio solo, “Officer Specter”, che, parlando con altri personaggi, fa sapere di avere una compagna.
Non è specificato se Specter sia lesbica o bisex, ma la sua presenza nel cartone animato, che uscirà nelle sale Usa il 6 marzo, è una prima scelta di campo: “Abbiamo voluto aprire di un pizzico il nostro mondo e farlo più rappresentativo della società intorno a noi”, ha detto il produttore Kori Rae a Yahoo Entertainment, auspicando, dopo la prima uscita, la realizzazione di uno spin off.
Non è la prima volta che un personaggio LGBTQ entra nell’universo cinematografico della Disney – c’è stato un “momento esclusivamente gay” nella versione ‘live’ di “Bella e la Bestia” e l’anno scorso un bacio gay tra due personaggi di minori di “The Rise of Skywalker” – ma è la prima volta che un gay fa la sua comparsa in uno dei suoi cartoni.
L’outing della Disney è stato salutato da proteste della destra religiosa secondo cui “i nostri figli non dovrebbero essere soggetti a cartoni animati di indottrinamento gay”.
Pinguini Tattici Nucleari rinviano tour
Nuove date da comunicare dopo il 6 marzo
24 febbraio 2020
17:22
– A causa delle disposizioni governative per fronteggiare l’attuale emergenza sanitaria, anche il tour nei palazzetti dello sport italiani dei Pinguini Tattici Nucleari è stato rinviato. Lo annuncia una nota della casa discografica del gruppo musicale che si è fatto conoscere al grande pubblico al Festival di Sanremo. “In ottemperanza alle disposizioni del Ministero della Salute- spiega la nota -. A seguito delle note disposizioni governative emanate per fronteggiare l’attuale emergenza sanitaria, è con grande rammarico che Bpm Concerti e Trident Musica si trovano costrette a rinviare tutto il tour dei Pinguini Tattici Nucleari, programmato per febbraio e marzo 2020, rimanendo in attesa di prossimi sviluppi ed ulteriori disposizioni per fissare le nuove date. È uno spostamento doveroso e necessario nei confronti dei numerosi fan della band, nell’ottica di privilegiare la tutela della salute di tutti in un momento così delicato”.
Le nuove date del tour saranno comunicate a breve, ma non prima del 6 marzo. Contestualmente, il pubblico potrà decidere se chiedere il rimborso o partecipare ai concerti nelle nuove date.
Locarno Film Festival rende omaggio a Sakamoto
Dal 5 al 15 agosto, premio al musicista giapponese il 6 agosto
24 febbraio 2020
17:47
– La 73/a edizione del Locarno Film Festival , prevista dal 5 al 15 agosto, renderà omaggio con il Vision Award Ticinomoda a Ryuichi Sakamoto. Il compositore, musicista e artista giapponese sarà ospite in Piazza Grande giovedì 6 agosto. Per l’occasione, durante il Festival verranno proiettati tre dei film per cui Sakamoto ha scritto le musiche, rappresentativi dell’eclettismo del suo stile e del suo percorso artistico: Merry Christmas Mr. Lawrence (Furyo, 1983) di Nagisa Oshima, The Last Emperor (L’Ultimo imperatore, 1987) di Bernardo Bertolucci, che gli è valso un Oscar e un Grammy Award per la miglior colonna sonora, e The Revenant (Revenant – Redivivo, 2015) di Alejandro González Inarritu, nominato per un Grammy Award e un Golden Globe. Il Vision Award Ticinomoda 73/a edizione verrà conferito a Ryuichi Sakamoto il 7 agosto ma il pubblico il 6 agosto avrà l’occasione di assistere a un incontro con l’artista allo Spazio Cinema. Inoltre, Sakamoto improvviserà dal vivo al pianoforte sul film di Yasujiro Ozu Tokyo no onna (Una donna di Tokyo, 1933), in programma nel pomeriggio del 6 nell’ambito della Retrospettiva del festival dedicata all’attrice regista Kinuyo Tanaka.
Fra i vincitori del Vision Award Ticinomoda delle scorse edizioni vi sono Garrett Brown, creatore della Steadicam, Walter Murch, montatore e sound designer, il compositore Howard Shore, il regista Kyle Cooper. Quest’anno sarà quindi uno dei compositori più influenti al mondo a essere premiato per aver aperto nuove prospettive al cinema grazie al suo talento innovativo capace di fondere generi, dal pop al jazz, fino alla techno, Sakamoto ha saputo regalare musiche che hanno lasciato traccia nella memoria collettiva, impreziosendo il lavoro di maestri come Bernardo Bertolucci, Nagisa Oshima, Pedro Almodóvar e Brian De Palma. Sul grande schermo infatti alcuni dei titoli più significativi ai quali Sakamoto ha lavorato, saranno proiettati nel corso del Festival: da Merry Christmas Mr.
Lawrence (Furyo), di Nagisa Oshima (1983) a The Last Emperor (L’Ultimo imperatore), di Bernardo Bertolucci (1987) fino a The Revenant (Revenant – Redivivo), di Alejandro González Inárritu (2015).
Biglietto unico per Rete museale città di Lotto nelle Marche
Progetto biennale 8 Comuni, incontri, visite guidate, laboratori
ANCONA
24 febbraio 2020
19:44
– A un anno dalla chiusura dalla grande mostra di Macerata ‘Lorenzo Lotto. Il richiamo delle Marche’, gli otto Comuni delle Marche che conservano 25 opere del grande artista rinascimentale (1480-1557) rilanciano l’eredità culturale del pittore dando vita ad incontri con studiosi, visite guidate a biglietto unico (10 euro), laboratori, corsi e gadget. Il progetto biennale fa seguito alla creazione sostenuta dalla Regione Marche della Rete museale delle città Lottesche, comprendente Ancona, Cingoli, Jesi, Loreto, Mogliano, Monte San Giusto, Recanati e Urbino, che insieme intendono valorizzare le opere di Lotto e approfondirne l’apporto alla storia dell’arte, spesso sottovalutato a causa del carattere schivo del pittore veneto, oscurato da giganteschi contemporanei come Tiziano. Il calendario delle iniziative prevede fino ad ottobre conferenze con illustri studiosi del Rinascimento, tra curiosità e nuove scoperte, visite guidate a tema. In programma anche un convegno di formazione per insegnanti.
Molestie: Domingo, “dispiaciuto per il dolore causato”
Il tenore ammette “piena responsabilità” delle azioni
25 febbraio 2020
12:03
– Il tenore Placido Domingo, che si trova ad affrontare diverse accuse per molestie sessuali, si è scusato per “le ferite” causate, affermando di aver accettato la “piena responsabilità” delle sue azioni.
“Sono veramente dispiaciuto per il dolore che ho causato.
Accetto la piena responsabilità delle mie azioni”, ha detto in una nota inviata all’agenzia di stampa spagnola Europa Press.
Università: master a Napoli, teatro come forma di umanesimo
Al Suor Orsola Benincasa fino al 9 marzo possibile iscriversi
NAPOLI
25 febbraio 2020
13:23
– Un master universitario del tutto particolare, dove teatro, conoscenza di sé e degli altri, laboratori, analisi culturale si fondono in un’unica logica, quella della formazione sul campo. E’ soprattutto questo il Master di specializzazione biennale e annuale in “Teatro, pedagogia e didattica. Metodi tecniche e pratiche delle arti sceniche-Tdp” dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli che prende il via sabato 7 marzo nel Teatro Mercadante, teatro Stabile della città.
“Di natura transdisciplinare, è unico nel suo genere e punta alla formazione teatrale come esplorazione del sé e dell’altro, come viaggio verso e nell’alterità, come esperienza intensificata della percezione, ri-posizionando il corpo e l’azione al centro della relazione e della cognizione” spiega l’ideatrice e la coordinatrice artistico-scientifica, Nadia Carlomagno, attrice e professore di Pedagogia sperimentale al Suor Orsola Benincasa. Saranno il prof. Pier Cesare Rivoltella, ordinario dell’Università Cattolica di Milano e il coreografo Alexandre Roccoli, già componente attivo del Théâtre du Soleil, a inaugurare il master. Il master riapre il bando ancora per pochi posti disponibili, è a numero chiuso, ed è possibile presentare la domanda fino al 9 marzo sul sito dedicato. Si rivolge a laureati e diplomati (in questo caso come percorso di Perfezionamento Professionale) di ogni disciplina e a professionisti di settori diversi. Il percorso formativo, dal valore di 60 o 120 CFU (di cui i 24 CFU utili nei concorsi pubblici), prevede stage e formazione on the job in centri di produzione teatrale e al Napoli Teatro festival con cui è attiva una collaborazione anche di ricerca.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

La Mascolinità, in mostra tutte le sue forme
Al Barbican di Londra immagini raccontano percorso liberazione
25 febbraio 2020
13:50
– Mascolinità ossia come ci si aspetta che ragazzi e uomini si comportino per il fatto di essere di genere maschile, dunque maschi. Storicamente è a partire dagli anni ’60 del Novecento che il racconto della mascolinità si è fatto meno univoco: erano gli anni della rivoluzione sessuale, delle lotte per i diritti civili, della nascita del movimento per i diritti dei gay, gli anni della controcultura. Da quel momento l’essere maschio, pur in una società patriarcale fondata sul potere e il dominio del maschio, allora come oggi, ha cominciato a prendere varie strade e varie forme. Sono quelle documentate nella mostra ‘Masculinities: liberation throug photography’ al Barbican di Londra fino al 17 maggio. I cambiamenti sociali sono fissati dagli scatti di Robert Mapplethorpe, Richard Avedon, Laurie Anderson, Hal Fisher, Sunil Gupta e Peter Hujar. Abbracciando l’idea di molteplici “mascolinità” e rifiutando l’idea di un singolare “uomo ideale”, la mostra vuole sostenere la comprensione della mascolinità libera e liberata dalle aspettative della società e dalle norme di genere. Anche se si parte dagli anni ’60, l’esposizione del Barbican è assolutamente attuale, anzi tempestiva se si considera l’attuale politica globale caratterizzata da leader mondiali maschili che si pongono pubblicamente come uomini ‘forti’ (un immaginario smontato scatto dopo scatto), mentre proprio gli effetti collaterali della mascolinità tossica sono sotto i nostri occhi e hanno generato tra l’altro il movimento #MeToo e portato in tribunale un simbolo di quel dominio maschile come Harvey Weinstein, due volte colpevole e che sta rischiando fino a 25 anni di prigione.
Coronavirus: editori Aie a governo, posticipare legge libro
86 case editrici, norme entrino in vigore non prima di settembre
25 febbraio 2020
14:13
– Appello al governo “per posticipare a settembre l’entrata in vigore delle nuove norme della legge per il libro, alla luce della difficile situazione dovuta all’emergenza coronavirus”. È quanto chiedono 86 case editrici, da Salani a Bollati Boringhieri, da Einaudi a Garzanti, da Guanda a DeA Planeta, Laterza, Longanesi e Mondadori, in rappresentanza di 231 marchi editoriali, in un appello promosso dall’Associazione Italiana Editori e pubblicato sul sito del gruppo medesimo. “L’emergenza coronavirus obbliga ad affrontare criticità inedite – si legge nell’appello -. Le aziende editoriali e tutto il mondo del libro devono essere messi in condizione di conoscere al più presto la decorrenza delle nuove norme, che dovrebbero entrare in vigore non prima di settembre per consentire a tutta la filiera del libro di affrontare una difficile situazione”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Minacce a Vasco Rossi su Fb e lui: ‘Ti aspetto amico’
A chi gli suggerisce di denunciare risponde: ‘già fatto’
BOLOGNA
25 febbraio 2020
14:19
– Minacce a Vasco Rossi su Facebook; “Morirai per mano mia bastardo tossicodipendente”.
Risposta del rocker: “Di Auguri di morire ne avevo già ricevuti tanti ma devo dire che è la prima volta che ricevo una minaccia così precisa. Ti aspetto amico…portati con te anche quello che ti ha messo il like”.
E’ lo stesso musicista di Zocca a segnalare sul social lo scambio. Tantissimi i commenti dei fan. E a chi gli suggerisce di denunciare, Vasco risponde: “Già fatto”.
A Matera sarà restaurata la cattedrale rupestre
E’ sulla via Appia, contiene antiche icone, chiusa dal 1756
25 febbraio 2020
14:43
– “Dopo 40 anni di inutili tentativi”, a Matera – Capitale Europea della Cultura nel 2019 – è stata avviata “concretamente la fase di conservazione e valorizzazione” dell’antica cattedrale rupestre della città, la chiesa di Santa Maria della Valle. Lo ha annunciato il sindaco, Raffaello De Ruggieri, che ha definito la chiesa rupestre “un patrimonio inestimabile” della città. Il restauro e la restituzione della chiesa potranno avvenire dopo l’avvio delle procedure deciso dalla Soprintendenza regionale della Basilicata.
Santa Maria della Valle – ha spiegato De Ruggieri – “si trova lungo il vecchio itinerario della Via Appia. La chiesa originale, cripta di quella attuale, risale al periodo longobardo, forse al settimo secolo, mentre l’imponente edificio soprastante venne probabilmente eretto nel XIII secolo dai monaci benedettini”.
Arriva ‘Odiare l’odio’ di Walter Veltroni
Dal 10 marzo per Rizzoli, da persecuzioni ‘900 a violenza social
25 febbraio 2020
14:51
– WALTER VELTRONI, ODIARE L’ODIO (RIZZOLI, PP 120, EURO 10) Arriverà in libreria il 10 marzo il nuovo libro di Walter Veltroni, ‘Odiare l’odio’, pubblicato da Rizzoli. Dalle grandi persecuzioni del Novecento alla violenza sui social, le conseguenze tragiche di una malattia del nostro tempo vengono raccontate in un viaggio nell’universo di quell’odio che stravolge coscienze e rapporti umani.
Il pamphlet parte da un passato a cui dobbiamo impedire di ritornare – il ventennio fascista, gli anni di piombo – per approdare a un difficile presente segnato da una decrescita tutt’altro che felice, dalla mancanza di prospettive per i giovani in un paese di vecchi, dalla paura di un futuro in cui a lavorare saranno le macchine e ad accumulare profitti i giganti tecnologico-finanziari.
“Franklin Delano Roosevelt diceva che l’unica cosa di cui bisogna aver paura è la paura. Oggi l’unica cosa che bisogna odiare è l’odio” ci ricorda Veltroni, che è stato direttore dell”Unità, vicepresidente del Consiglio, sindaco di Roma, segretario del Partito democratico, candidato premier alle elezioni politiche del 2008 e autore di numerosi libri tra cui ‘Quando c’era Berlinguer’, che è diventato un film, ‘Roma’ e ‘Fabrizio De André & PFM. Il concerto ritrovato’.
Sul terreno di coltura di un odio alimentato e amplificato dai social le parole diventano pietre per colpire, non solo metaforicamente, chi è diverso, debole, chi appare come una minaccia o come un capro espiatorio. L’odio sembra una valvola di sfogo, ma in verità ci rende schiavi, ci impedisce di comprendere la realtà, ci fa sentire più soli e infelici. E fa vacillare la democrazia. A chi semina odio e paura bisogna rispondere con il linguaggio della ragione e della speranza. “Se noi che odiamo l’odio troveremo le parole giuste, allora la libertà avrà un futuro. E nel futuro ci sarà libertà” viene sottolineato nel pamphlet.
Coronavirus: confermata uscita docu Jackson su Grande Guerra
2-3-4 marzo They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani
25 febbraio 2020
15:11
– Tra i tanti slittamenti legati all’emergenza coronavirus, anche qualche conferma. Sarà in sala il 2-3-4 marzo il documentario They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani prodotto e diretto da Peter Jackson realizzato in occasione del centenario della Grande Guerra, distribuito da Mescalito Film.
E’ una sorta di memoria visiva grazie al repertorio dall’archivio cinematografico dell’Imperial War Museum di Londra, in parte inediti. Si tratta di immagini restaurate e colorizzate unite a registrazioni sonore provenienti dagli archivi della Bbc. Le voci dei veterani sono state combinate con i materiali d’archivio per riportare in vita la realtà della guerra in prima linea e farla conoscere alle nuove generazioni.
Le riprese sono state sottoposte a colorizzazione, convertite in 3D e lavorate in post produzione per mostrare dettagli mai visti prima.
“Volevo attraversare le nebbie del tempo e portare questi uomini nel mondo moderno – dice il regista – affinché potessero riconquistare per una volta ancora la loro umanità, piuttosto che essere visti sempre e solo nei vecchi filmati d’archivio.
Usufruendo delle potenti risorse dei nostri computer utilizzate per cancellare i limiti tecnici di cento anni di cinema, possiamo vedere e ascoltare la Grande Guerra proprio come chi l’ha vissuta!”.
Il documentario è stato presentato in anteprima al 62a BFI London Film Festival, alla XIII Festa del Cinema di Roma. I Golden Tomato Awards lo hanno acclamato come il Film britannico del 2019 meglio recensito, ha vinto il premio per il Miglior montaggio sonoro ai Golden Reel Awards 2019.
Brunori Sas rimanda alcune date del tour
Il via il 21 marzo da Firenze, cancellata data zero a Vigevano
25 febbraio 2020
15:50
– Anche Brunori Sas è costretto a cambiare alcune date del suo tour nei palasport, causa coronavirus, e a rimandare la partenza al 21 marzo. “Date le recenti disposizioni governative, Vivo Concerti comunica che il tour di Brunori Sas subirà alcune modifiche di calendario”, spiega una nota dell’organizzazione del live.
Il 29 febbraio viene cancellata la data zero a Vigevano, mentre sono riprogrammate le date di Jesolo (dal 3 marzo al 19 aprile), di Torino (dal 7 marzo al 15 aprile), di Milano (dal 13 marzo al 17 aprile), di Bologna (dal 15 marzo al 7 aprile).
Rimangono invariate le date successive: quindi il via da Firenze il 21 marzo, poi Ancona il 24, Roma il 27, Napoli il 28. Il 3 aprile Brunori sarà a Bari, il 5 a Reggio Calabria. In estate già fissate le date del 25 giugno al Milano Summer Festival, del 13 luglio al Rock in Roma e del 26 luglio al Lucca Summer Festival.
Musei: a Pisa 21mila visite in 6 mesi per Navi antiche
800 reperti, 47 sezioni, sette imbarcazioni di epoca romana
PISA
25 febbraio 2020
16:03
– Sono oltre 21mila, con medie che oltrepassano i 400 accessi durante i weekend, i visitatori nei primi sei mesi dall’apertura del museo delle Navi Antiche di Pisa. Con più di 800 reperti, 47 sezioni, otto aree tematiche e sette imbarcazioni di epoca romana in quasi 5mila metri quadri di superficie espositiva agli Arsenali Medicei, è il primo museo dedicato alla navigazione antica in Italia, e uno dei maggiori al mondo.
La concessione del museo è affidata alla cooperativa Archeologia, che ha seguito negli ultimi anni lo scavo archeologico e il restauro delle navi e dei reperti, sotto la direzione scientifica di Andrea Camilli, responsabile di progetto per la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Pisa e Livorno. In questi sei mesi il museo è stato aperto parzialmente solo per tre giorni la settimana e nei prossimi mesi l’orario di apertura verrà esteso a sei giorni su sette. “Il museo – è spiegato in una nota – grazie ai finanziamenti statali, verrà potenziato, completando gli apparati didattici e il restauro dei materiali esposti, verrà dotato di una sala conferenze da 250 posti e un’area mostre.
Sarà inoltre riaperto al pubblico il parco retrostante, originaria sede dell’Orto Botanico medievale”.
Dante: Francesco Pannofino presta voce a sommo poeta
Per nuovo percorso multimediale in Casa museo a Firenze
FIRENZE
25 febbraio 2020
16:53
– Francesco Pannofino presterà la sua voce al sommo Poeta nel nuovo percorso multimediale che sarà inaugurato il 25 marzo, giornata nazionale dedicata a Alighieri, presso la ‘Casa Museo Dante’ di Firenze. Nove sale in tutto distribuite lungo i tre piani del Museo e tra queste spicca quella dedicata alla Divina Commedia: uno spazio immersivo con al centro un grande volume aperto e animato da proiezioni, in sottofondo alcuni passi dell’opera letti da Pannofino; poi l’esposizione di una collezione di pregio dei volumi della Commedia in quasi tutte le lingue del mondo, donata al museo dal magistrato e scrittore Giuliano Turone.
Il primo piano sarà dedicato alla conoscenza della vita di Dante, quale uomo pubblico nella Firenze medievale; il secondo racconterà il suo pensiero; l’ultimo piano segnerà il passaggio tra la città antica e quella attuale che aspetta di essere scoperta dal visitatore. I contenuti, in italiano e in inglese, saranno veicolati con l’utilizzo di diverse soluzioni tecnologiche, tutte ispirate alla massima fruibilità e alla comprensione della narrazione. Il nuovo percorso multimediale è stato presentato oggi da Tullia Carlino e Angela Spinella di ‘Casa Museo Dante’, insieme a Eugenio Giani, presidente del consiglio Regione Toscana, e Adele Magnelli della ‘Ett Spa’, azienda che ha realizzato il progetto.
Cinema: Elisabetta Sgarbi,felice Avati racconti mia famiglia
In primavera riprese film ispirato a opere Giuseppe Sgarbi
25 febbraio 2020
17:06
– Inizieranno in primavera le riprese del nuovo film di Pupi Avati, ispirato alle opere di Giuseppe Sgarbi, padre di Vittorio e Elisabetta Sgarbi. “Sono felice che sia Pupi Avati a raccontare mio padre e mia madre e parte della storia della nostra famiglia” dice Elisabetta Sgarbi che ha collaborato con il regista condividendo con lui aneddoti e informazioni sulla vita della sua famiglia. La Sgarbi ha anche concesso la possibilità di girare alcune scene nella villa Cavallini Sgarbi a Ro Ferrarese, dove il papà e la mamma hanno vissuto ininterrottamente dal 1950, e che ora, vincolata dal Ministero dei Beni Culturali e di proprietà della Fondazione Elisabetta Sgarbi, si appresta a diventare Casa Museo.
“Ho sempre pensato, vedendo i film di Pupi Avati, in particolare ‘Aiutami a sognare’ , girato anche a Ro Ferrarese, a poche decine di metri dalla nostra casa e dalla nostra farmacia, che avesse una sensibilità non lontana da quella di nostro padre Nino. Doveva averlo capito anche nostro padre, che avendo saputo dell’interesse di Pupi per i suoi libri, mi chiese di rivedere con lui tutti i film del regista bolognese, cosa che abbiamo fatto nel corso del suo ultimo anno di vita” racconta la Sgarbi.
Scomparso Saverio Ripa di Meana, fu presidente Umbria jazz
Con lui “fase di grande crescita” sottolinea il Festival
PERUGIA
25 febbraio 2020
17:16
– E’ scomparso Saverio Ripa di Meana, che è stato presidente dell’Associazione Umbria jazz dal 1991 al 1998. Lo ha reso noto lo stesso festival umbro esprimendo “la più profonda tristezza”.
Umbria jazz ha sottolineato che quella con Ripa di Meana presidente è stata “una fase di grande crescita”. “Ripa di Meana – ha aggiunto – ha guidato la manifestazione con la signorile passione e la sobrietà di modi che erano tratti caratterizzanti della sua personalità, assieme alla professionalità del manager e al rigore dell’amministratore. Alla sua famiglia l’abbraccio di chi con lui ha condiviso impegno, entusiasmo, soddisfazioni”.
I funerali si terranno mercoledì alle 16 nel duomo di Perugia.
Con Fai porte aperte alla Casa dei Cavalieri di Rodi
Il 29/2 visite straordinarie fino a Loggia sui Fori romani
25 febbraio 2020
17:18
– Tutti i segreti della Casa dei Cavalieri di Rodi e la meraviglia del suo affaccio sui Fori Romani. È la nuova apertura straordinaria di Cosa FAI Oggi, con un un’intera giornata, sabato 29/2, che la Delegazione FAI di Roma dedica al complesso monumentale di Piazza del Grillo.
I cavalieri di Rodi, antica denominazione degli attuali Cavalieri di Malta, si insediarono in questa zona tra il Foro di Traiano e il Foro di Augusto alla metà del XII secolo. E qui, vicino alle mura di un precedente convento di monaci basiliani, nei secoli si è andato edificando il complesso architettonico che mette insieme vestigia romane e creazioni rinascimentali.
Il pubblico potrà ammirare la Cappella Palatina dedicata a S.
Giovanni Battista, ricavata nell’atrio porticato di una domus romana scandita da pilastri in travertino. Salendo sul tracciato di una scala romana abolita nel 1470 e oggi ripristinata, si accede due sale maestose: la Sala delle Bandiere con due grandi carte geografiche con le isole di Rodi e Malta, in cui ripercorrere tutti gli antichi possedimenti dei Cavalieri nel bacino del Mediterraneo; e la Sala delle Cariatidi, dove un clipeo con la testa di Giove Ammone ricostruisce un piccolo tratto dell’attico del portico del Foro di Augusto. Attraverso una scala interna, si arriva quindi alla Loggia coperta, voluta da Marco Barbo, vescovo di Vicenza, Cardinale di San Marco e Gran Priore Gerosolimitano di Roma dal 1466 al 1471, e vero tesoro della Casa con le sue nove arcate, gli affreschi quattrocenteschi di alberi, animali e uccelli esotici e la vista infinita che si perde sui Fori, il Campidoglio, il Vittoriano, piazza Venezia e sul quartiere medievale con la Torre delle Milizie sul Foro di Traiano. Ingresso e visita gratuiti a cura dei volontari Fai dalle 10 alle 19 (ultimo gruppo entra alle 18). Corsie preferenziali per Iscritti FAI.
Ferilli, mamma che sprona e protegge in Onward
L’attrice fra i doppiatori del film Pixar Disney in sala dal 16 aprile
26 febbraio 2020
09:42
“Una mamma che sprona, protegge e aiuta i suoi figli, diventando parte attiva nel permettere loro di realizzare un bellissimo incantesimo”. Così Sabrina Ferilli, descrive il personaggio di Laurel, che doppia nell’adventure fantasy animato in Cgi “Onward – Oltre la magia” di Dan Scanlon, che arriverà nelle sale il 16 aprile e non più il 5 marzo come programmato inizialmente. Il film è ambientato in un mondo fantastico ‘urbano’ e contemporaneo che ha un po’ dimenticato la propria magia, popolato da creature come orchi, unicorni centauri, maghi, streghe, stregoni e spiritelli.
Protagonisti della storia sono due elfi adolescenti, il sedicenne Ian e il fratello maggiore, la ‘testa calda’ Barley, che si lanciano in un’avventura per completare l’incantesimo grazie al quale possono riavere per un giorno con loro il padre, morto anni prima. Il genitore inizialmente riportato nel loro mondo solo per metà (dalla cintola in giù) compie con i figli un viaggio on the road che varia fra i generi, citando capisaldi come Dungeons and Dragons, I predatori dell’Arca perduta, i Goonies e Harry Potter ma anche una commedia irriverente come Weekend con il morto, senza dimenticare la commozione.
Tra i doppiatori italiani, anche Fabio Volo (voce del padre di Ian e Barley) , Favij (uno spiritello) j, David Parenzo ( un cameriere) e Raul Cremona (un apprendista stregone). Il film, che ha debuttato al Festival di Berlino, è già epocale perché include il primo personaggio animato Lgbtq in un lungometraggio Pixar/Disney: è la poliziotta ciclope Specter, che in una scena parla della figlia della sua compagna. “Abbiamo voluto che i mondi che creavamo fossero estremamente realistici e rappresentassero tutte le diversità – spiega Scanlon, già regista per la Pixar di Monsters University -. Non posso dire quello che succederà in futuro (rispetto a nuovo personaggi Lgbtq in casa Pixar /Disney, ndr) ma qui volevamo rispecchiare la realtà”. Il regista è profondamente legato a Onward perché viene da un suo elemento autobiografico: “Ho perso mio padre quando avevo un anno e mio fratello quando ne aveva tre. Ci siamo sempre chiesti come sarebbe stata una giornata con lui e così è nato il film”. Qui “si parla di sostegno reciproco, di persone che nella nostra vita hanno fatto di tutto per aiutarci a diventare quello che siamo oggi, come fratelli, sorelle, un insegnante o i genitori. Questo film è modo per ringraziarli”. Poi Onward “cerca di far capire come sia possibile trovare la fiducia in se stessi, tirare fuori la propria magia, anche prendendosi dei rischi, cercando l’appoggio di chi vi sta vicino”.
Sabrina Ferilli, che era già stata doppiatrice per la Pixar in Cars e Cars 2, ama in particolare Onward “perché ha una trama più matura, porta i ragazzini in un gioco di riflessioni inedite. Aiuta a far capire che non serve sempre guardare oltre per cercare ciò di cui abbiamo bisogno e che spesso sono state proprio le persone vicine a ricoprire per noi quei ruoli che pensiamo ci siano mancati”. Anche Fabio Volo, che fra gli altri, era voce di Po nella saga Dreamworks di Kung Fu Panda, è stato particolarmente toccato dal ruolo del padre nel film, anche perché “ho anch’io due figli maschi…. Spero però non diventi autobiografico – aggiunge sorridendo – visto che faccio il padre morto”. E’ una storia “che tratta il desiderio di ognuno di noi di rivedere una persona che non c’è più”. Poi “c’è il primo personaggio omosessuale che entra nelle storie dei bambini quindi è un film bello dal punto di vista umano e emotivo, ma anche dal punto di vista sociale”. La webstar Favij, figlio unico, spiega che “non mi è mai mancato così tanto un fratello come dopo aver visto Onward” e sul finale “ho pianto tantissimo, singhiozzavo”. La Pixar creata da John Lasseter, che ha lasciato la società nel 2018 dopo essere stato coinvolto negli scandali del #metoo, quest’anno tornerà nelle sale anche con un secondo film di grande impatto emotivo, Soul: “Continuiamo ad essere artisti che si supportano sempre a vicenda – dice Scanlon – pronti a imparare l’uno dall’altro, vedrete ancora molte voci e storie nuove e strane”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Modern Family, arriva l’undicesima e ultima stagione
La serie tra più seguite e premiate da 13 marzo su Fox (Sky 112)
26 febbraio 2020
09:45
Ha scritto la storia della tv con i suoi (finora) 117 premi, fra cui 22 Emmy Awards e un Golden Globe. Undici serie, 250 episodi, milioni di fan in tutto il mondo: sono i numeri di Modern Family, creata da Christopher Lloyd e Steven Levitan per il network americano della Abc, che dal 13 marzo arriva su Fox con gli episodi della stagione conclusiva. La sua particolarità, oltre alla trama che rispecchia molto la vita di una famiglia occidentale con i problemi di tutti i giorni, è anche nel modo in cui è stata girata, cioè con la tecnica del “mockumentary”, ovvero il falso documentario, con i membri delle famiglie protagoniste che parlando davanti ad una telecamera come se fossero in un confessionale.
La sit-com, che ruota attorno alla storia di una grande famiglia allargata e alle sue piccole avventure quotidiane, aveva debuttato proprio su Fox (Sky 112) il 5 febbraio del 2010, rivoluzionando per sempre la formula della comicità televisiva.
Un realistico scorcio sui cambiamenti della società occidentale, con personaggi contraddistinti da diversità caratteriali, sessuali e culturali.
In Modern Family 11 ritorneranno i personaggi Jay Pritchett, interpretato da Ed O’Neill, Gloria Delgado-Pritchett (Sofía Vergara), Manuel Alberto “Manny” Delgado (Rico Rodriguez), Fulgencio Joseph “Joe” Pritchett (dalla settima stagione interpretato da Jeremy Maguire), Claire Pritchett-Dunphy (Julie Bowen), Phil Dunphy (Ty Burrell), Haley Dunphy (Sarah Hyland), Alex Dunphy (Ariel Winter), Lucas Philip “Luke” Dunphy (Nolan Gould), Mitchell Vincent Pritchett (Jesse Tyler Ferguson), Cameron Tucker (Eric Stonestreet) e Lily Tucker-Pritchett, dalla terza stagione interpretata da Aubrey Anderson-Emmons.
Nella serie tre distinti nuclei familiari con legami parentali di Los Angeles accettano di raccontare le proprie vite quotidiane a una troupe intenta a realizzare un documentario, incentrato sui rapporti e le interazioni della loro vita domestica, evidenziando le situazioni comiche e i momenti salienti dei reciproci rapporti affettivi. Nel complesso la famiglia è capeggiata dal patriarca Jay Pritchett, sposato per la seconda volta con una donna colombiana di molti anni più giovane, Gloria, che aveva già avuto un figlio da un precedente matrimonio, Manny, e con la quale dà alla luce Joe. La seconda famiglia è quella composta da Claire, figlia primogenita di Jay, suo marito Phil e dai loro tre figli: Haley, una ragazza carina e moderna; Alex, la prima della classe e la tipica “secchiona”; e Luke, il più piccolo, un po’ strambo come il padre. La terza è composta da Mitchell, il figlio omosessuale di Jay, e dal suo compagno Cameron, padri adottivi di una bambina vietnamita, Lily.
Favolacce, la rabbia dietro l’ignoranza
D’Innocenzo, ecco la nostra favola dark che ci racconta
BERLINO
26 febbraio 2020
09:37
– Per i fratelli D’Innocenzo con ‘La terra dell’abbondanza’ è finita la verginità felice dell’esordio e così con ‘Favolacce’, loro secondo film in concorso a Berlino, esce fuori, oltre la loro anima autenticamente pasoliniana, la cinefilia. In poco meno di due ore si assiste a una poliedrica esibizione di stili e generi, da Wes Anderson a David Lynch, da Gus Van Sant ad Antonioni fino a Caligari, il tutto shakerato a dovere.
“Cos’è il nostro film? Un ‘American Beauty’ senza ‘American’ e senza beauty. Così lo abbiamo presentato ai produttori per far capire cosa era il nostro progetto” dicono oggi a Berlino. Con ‘Favolacce’, molto bene accolto con applausi alla prima stampa e in sala dal 16 aprile con Vision, al di là dello stile eclettico e citazionista, i due registi hanno saputo raccontare perfettamente l’ambiente dove si generano quelle improvvise tragedie oggetto di cronaca nera e frutto di una povertà più culturale che economica.
Siamo infatti nelle periferie residenziali più isolate di Roma, luoghi in cui la povertà non c’è davvero, ma in cui la vita scorre piatta, luoghi abitati da personaggi che si sentono allo stesso tempo degli arrivati e dei perdenti. Sono degli ignoranti, degli eterni secondi, perfetti per le ‘Favolacce’ di questo film. È il caso di Bruno (Elio Germano) e Dalila (Barbara Chichiarelli) che crescono i loro figli preadolescenti, Denis e Ale, nella apparente quiete di un conglomerato di villette a schiera dove sono un po’ tutti come loro. Una coppia amica di tutti tanto che la loro piscina gonfiabile, l’unica che si possono permettere, diventa un punto di incontro del quartiere, ma la loro anima di adulti resta sterile, infantile, incapace anche solo di pensare a un valore qualsiasi da trasmettere ai loro figli. Così in questo film corale c’è chi spinge il proprio figlio adolescente a fare sesso, chi commenta il fatto che la vicina è senza mutande e dunque è ‘da sbattere’ alla prima occasione e, infine, chi picchia i figli quando cercano di entrare nel privato della loro famiglia. Nessuna meraviglia poi se gli adulti buttano i neonati dal balcone per poi suicidarsi, né che i ragazzini da parte loro costruiscano una bomba o ci sia chi pensa di suicidarsi con un insetticida suggeritogli dal più problematico dei professori.
“Il nostro film è una favola dark tra Italo Calvino e Gianni Rodari – dicono Damiano e Fabio D’Innocenzo in un conferenza stampa davvero piena anche di stampa estera – . È un film che dovevamo fare il prima possibile perché in qualche modo parla della nostra infanzia ed era importante per noi poter risalire, prima di dimenticare tutto, a come noi adolescenti vedevamo il mondo”. Anche sul fronte della sessualità dice Damiano D’Innocenzo: “Abbiamo cercato di ricordare come un bambino vede la donna e come, da un giorno all’altro, la cominci a guardare in un altro modo. Cominci a guardarle il sedere, non sai perché, ma devi guardare là”. Dice invece Fabio:”è un film scritto da noi a 19 anni e i due bambini protagonisti non siamo altro che io e Damiano da piccoli. Anche per questo ci piaceva il contesto di favola. L’infanzia è un’età complicata perché non conosci le regole del gioco.Da qui l’urgenza di farlo ora prima di diventare vecchi. Ma dentro questo film ci sono tante cose: c’è Raymond Carver, Mani di forbice, casa mia, i luoghi della mia mente e anche Spoon River e Charlie Brown”.
Frase cult dei geniali fratelli D’Innocenzo: “Non vogliamo diventare registi con la sciarpa”.
Raffaello: Leone X, scontro su prestito da Uffizi a Roma
Comitato scientifico museo si dimette, non vada alle Scuderie
25 febbraio 2020
18:52
– “Fermate il ritratto di Leone X”. A pochi giorni dall’inaugurazione della grande mostra alle Scuderie del Quirinale (5 marzo), con l’incubo del coronavirus che ancora ne minaccia l’apertura, è scontro sul divino Raffaello, o meglio su una delle quasi 50 sue opere garantite all’esposizione romana dalle Gallerie degli Uffizi. La polemica, che ha portato alle dimissioni in blocco dei quattro professori che compongono il Comitato Scientifico del museo più importante d’Italia, si scatena sulla tela che ritrae uno dei due papi che hanno fatto la fortuna del genio urbinate. Un ritratto che proprio in occasione dell’evento romano – organizzato per i 500 anni dalla morte dell’artista – è stato restaurato dall’Opificio delle Opere Dure di Firenze grazie al contributo di Lottomatica.
Donata Levi, Tomaso Montanari, Fabrizio Moretti e Claudio Pizzorusso ricordano di aver dato parere negativo , lo scorso 9 dicembre, al prestito del Leone X che, sottolineano, era stato incluso (in un altro documento approvato anche dal direttore Eike Schmidt) nella lista delle 23 opere “inamovibili” del museo, ovvero le opere che per le loro condizioni di fragilità o semplicemente per il loro carattere “fortemente identitario”.
Immediata e puntuta la replica del direttore tedesco, che anzi rivendica la sua scelta: “La mostra su Raffaello – dice – è un evento culturale epocale, sarà uno dei motivi di orgoglio dell’Italia nel mondo e non poteva fare a meno del Leone X, un capolavoro tra l’altro in ottima salute dopo il restauro fatto dagli specialisti dell’Opificio Opere Dure”.
Morta “Baby Peggy”, l’ultima star del cinema Muto
Aveva appena compiuto 101 anni. Fu ospite giornate di Pordenone
PORDENONE
26 febbraio 2020
11:18
L’ultima star della Hollywood ai tempi del cinema muto, Diana Serra Cary, ex bambina prodigio nota come Baby Peggy, nata il 29 ottobre 1918 come Peggy Jean Montgomery, è morta il 24 febbraio a Gustine, in California, all’età di 101 anni. Approdata casualmente al cinema a soli 19 mesi, nel 1924 Baby Peggy era già comparsa in 150 cortometraggi (la maggior parte dei quali sono purtroppo perduti). Diana Serra Cary era stata ripetutamente celebrata alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone che “oggi piangono – nelle parole del direttore Jay Weissberg – tanto la deliziosa piccola star dotata di un prodigioso senso della comicità e dei tempi comici quanto l’amica e mentore che ha superato difficoltà inimmaginabili. Il vuoto che lascia è enorme ma la sua eredità è al sicuro e le Giornate continueranno a celebrare i doni che ci ha lasciato”.
Diana Serra Cary – Baby Peggy fu ospite e musa per tre edizioni consecutive delle Giornate, dal 2004 al 2006.
A teatro, Herlitzka e la follia, Lavia e l’amore
Italia divisa in due, si va in scena dalla Toscana in giù
26 febbraio 2020
09:28
– Italia divisa in due dal Coronavirus anche per i cartelloni teatrali. Sipario abbassato per le ordinanze nelle regioni del Nord, almeno fino a domenica, si va invece regolarmente in scena dalla Toscana in giù. Tra gli spettacoli da non perdere, Roberto Herlitzka con la corona dell'”Enrico IV” di Pirandello per Antonio Calenda e Gabriele Lavia con “I ragazzi che si amano” da Jacques Prévert, entrambi a Roma; “Il giardino dei ciliegi” di Anton Čechov secondo Alessandro Serra, ancora nella capitale, e “I soliti ignoti” dal film di Mario Monicelli per Vinicio Marchioni e Giuseppe Zeno, a Firenze; Neri Marcorè e Ugo Dighero nel “Tango del calcio di rigore” di Giorgio Gallione a Perugia e Claudio Gioè nel “Marat-Sade” di Peter Weiss a Palermo.
La paura delle malattie, psicoterapia breve e strategica
Bartoletti, col Coronavirus assistiamo a pandemia informativa
26 febbraio 2020
09:50
ALESSANDRO BARTOLETTI / GIORGIO NARDONE, LA PAURA DELLE MALATTIE. PSICOTERAPIA BREVE STRATEGICA DELL’IPOCONDRIA (Ponte alle Grazie, pp.331, 16.80Euro). “Quello a cui stiamo assistendo è una pandemia informativa: la comunicazione catastrofizzante di questi giorni suggestiona la massa. E’ un assedio dell’informazione, che non viene modulata né sanzionata negli eccessi allarmistici. Questo produce un danno sociale ed economico: il Paese rischia di fermarsi”.
Secondo Alessandro Bartoletti, psicologo e psicoterapeuta, autore nel 2018 insieme a Giorgio Nardone del libro “La paura delle malattie” (Ponte alle Grazie), gli organi di informazione hanno dunque una buona dose di responsabilità nel clima di emergenza che si respira in questi ultimi giorni per la diffusione in Italia del Coronavirus. Ora, che stiamo già toccando con mano quanto la paura sia capace di stringere in una morsa le persone, a prescindere dall’età, dalla professione e dal livello di istruzione, potrebbe essere utile leggere questo libro, strutturato come un manuale scientifico ma accessibile, proprio per cercare di recuperare razionalità mentre il terrore dilaga. “Dare un’importanza totalizzante a una singola notizia focalizza lì la percezione di tutti. Si legge ovunque di contagi e morte, con titoli come vade retro virus e il morbo è tra noi: perché quindi non dovremmo avere paura? E’ un fenomeno naturale, dovuto al fatto che tutti hanno paura”, spiega Bartoletti, “se molti giornalisti rispettano la deontologia, altri lavorano male e procurano allarme ma non vengono né bloccati né puniti. Servirebbe un’educazione giornalistica oppure fare come si fa a Singapore, dove non c’è stata alcuna psicosi di massa perché il governo gestisce ogni aspetto della comunicazione”.
Tuttavia il virus esiste, e dobbiamo trovare un modo per farci i conti. “Non voglio essere frainteso, non bisogna sottovalutare il fenomeno. Però se la comunicazione è impostata tutta sul pericolo, è impossibile non generare panico”, afferma, “dopo il sensazionalismo iniziale bisogna necessariamente ridimensionare, è il primo passo”.
Dopo aver descritto la sindrome ipocondriaca in tutte le sue varianti, nel libro i due autori dimostrano come la Psicoterapia Breve Strategica possa essere utile per uscire in breve tempo dai circoli viziosi della paura delle malattie. Intanto, c’è qualcosa che le persone possono fare ora per contrastare la paura del Coronavirus? “Il primo aspetto è la gestione personale dell’emotività: se si ha paura, sarebbe meglio adottare una sorta di rituale monastico, evitando di parlare e di sfogarsi.
Infatti, più parlo della paura più la metto al centro, a livello percettivo, della mia attenzione”, spiega, “poi c’è da affrontare l’aspetto comportamentale, perché le nostre percezioni sono influenzate anche dal nostro comportamento. Se mi comporto come se la catastrofe fosse imminente, questo determina la mia percezione. Ciò non significa che non serva prevenire, ma solo che non bisogna adottare comportamenti patologici, come prendere d’assalto i supermercati o le farmacie”. Ma da cosa nasce questa ipocondria esagerata, sempre dalla paura della morte? “Di fondo collegata all’ipocondria c’è sempre la paura della morte, ma non solo, perché c’è da considerare anche l’effetto di suggestione di massa”, afferma, “si entra in risonanza emotiva con la paura dell’altro e questo è un fenomeno arcaico, un meccanismo di difesa funzionale”.
Nessuna previsione è ovviamente possibile, ma secondo lei si può provare a quantificare il picco di questa crisi? “Non posso fare previsioni su quando finirà questa fase di allarmismo, ma certo è che l’uomo si abitua a tutto e impara a vivere anche in situazioni di crisi permanente, ricostruendo la propria quotidianità. In genere la paura scema in un periodo compreso tra le due settimane e i due mesi: credo che il fenomeno si sgonfierà e finalmente si darà spazio anche alle altre realtà che ci circondano”. E aggiunge: “L’unica cosa che possiamo fare ora concretamente è restare focalizzati su se stessi”.
Coronavirus: quadri in vetrina per evitare sovraffollamento
Fabbrica Eos, mostra di Davide Bramante dal 6 marzo a Milano
26 febbraio 2020
10:32
MILANO
– Dal 6 marzo al 18 aprile è in programma a Milano la mostra di fotografie ‘New York, New Delhi, New Old’ di Davide Bramante. Un evento che rischiava di scontrarsi con le disposizioni della Regione Lombardia in merito al Coronavirus. Ma per Fabbrica Eos “l’arte non si ferma”. E così, per evitare il sovraffollamento durante l’inaugurazione, la galleria ha deciso di anticipare al 3 marzo la personale di Bramante esponendo ogni giorno in vetrina un’opera nuova dell’artista siciliano, “per permettere ai passanti e agli appassionati di poter comunque visionare le opere”. La galleria resterà aperta dalle 11 alle 18, come disposto per questi eventi dalla Regione Lombardia. “Una decisione – spiega Fabbrica Eos – presa a tutela dell’arte, che prosegue la sua strada così come tutti noi. Dobbiamo proseguire nella normalità della vita rispettando le regole che ci sono state date a tutela della nostra salute”. “Il mio modo di fotografare è identico al mio modo di ricordare, pensare, sognare, sperare, tutto avviene per sovrapposizioni temporali e spaziali”: così l’artista siciliano descrive la sua ricerca fotografica. “Le sue opere – spiega la galleria – rappresentano visioni simultanee che spesso vengono accostate ad uno stile futurista. Attraverso delle stratificazioni, Bramante presenta delle immagini che fanno da specchio alla società contemporanea in un gioco di luci e ombre che si sovrappongono unendo fino a 9 fotogrammi”. Curatore della mostra è Giacinto Di Pietrantonio, docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Coronavirus: annullato tour Giusy Ferreri Live 2020
Doveva partire il 2/3 da Milano. I biglietti saranno rimborsati
26 febbraio 2020
11:25
– “Alla luce dei recenti avvenimenti legati al Coronavirus e delle vigenti disposizioni governative, viene rimandato il Giusy Ferreri Live 2020, il tour di Giusy Ferreri la cui partenza era prevista il 2 marzo da Milano”. Lo annuncia l’ufficio stampa della cantante con una nota. “In linea con le varie precauzioni che l’Italia sta prendendo, io e il mio team di lavoro riteniamo gesto di buon senso, se pur a malincuore, rimandare il mio imminente tour di marzo 2020. Sono certa – spiega la stessa artista – che avremo presto nuove occasioni da condividere. Chi aveva comprato i biglietti ovviamente verrà rimborsato”.
Per coloro che hanno acquistato i biglietti presso un punto vendita, il rimborso dei biglietti potrà essere eventualmente richiesto rivolgendosi agli stessi punti vendita dove i biglietti sono stati acquistati, entro e non oltre il 20 marzo 2020. Per coloro che hanno acquistato i biglietti online sul sito TicketOne o tramite call center con modalità ‘ritiro nel luogo dell’evento’, il rimborso dei biglietti potrà essere eventualmente richiesto indirizzando una comunicazione via email all’indirizzo: ecomm.customerservice@ticketone.it, entro e non oltre il 20 marzo 2020.
Per coloro che hanno acquistato i biglietti online sul sito TicketOne o tramite call center con modalità spedizione tramite corriere espresso, il rimborso dei biglietti potrà essere eventualmente richiesto indirizzando una comunicazione di richiesta con allegati i biglietti, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, entro e non oltre il 20 marzo 2020 (farà fede la data del timbro postale) all’indirizzo: TicketOne S.p.A.
– Via Vittor Pisani 19 – 20124 Milano (C.a. Divisione Commercio Elettronico).
Coronavirus: Francesca Michielin in diretta streaming su FB
Annullato concerto a Milano il 27 febbraio
26 febbraio 2020
11:27
– La musica non si ferma davanti al contagio da coronavirus, così Francesca Michielin ha pensato, in via del tutto eccezionale, ad un’alternativa per coinvolgere tutto il suo pubblico: l’Urban Orchestral Set verrà trasmesso il 27 febbraio dallo storico studio di registrazione Officine Meccaniche di Milano. Dalle ore 21.00 sarà possibile seguire questa speciale edizione del set tramite la pagina Facebook dell’artista. Come anticipato dai canali ufficiali, in ottemperanza alle disposizioni della Regione Lombardia, il concerto di Francesca Michielin previsto per giovedì 27 febbraio al Serraglio di Milano è stato annullato. Info e rimborsi qui. “La musica non si ferma, e neanche noi! – racconta Francesca Michielin – . Non potremo essere fisicamente insieme, è vero, per questo ho pensato di preparare qualcosa di speciale”. Voce, pianoforte, quintetto d’archi e percussioni per il set prodotto da Vivo Concerti in cui Francesca sarà accompagnata live anche dai Coma_Cose, il duo milanese che mixa rap e cantautorato.
Durante la diretta streaming dell’Urban Orchestral Set sarà possibile ascoltare per la prima volta il brano Riserva Naturale feat. Coma_Cose, disponibile poi dalla mezzanotte su tutte le piattaforme digitali.
Intanto si attende l’uscita del nuovo album Feat (Sony Music), 11 tracce, 11 featuring frutto delle collaborazioni della giovane cantautrice con i nomi più importanti del panorama musicale attuale, fuori il 13 marzo, e per il grande evento live del 20 settembre 2020 al Carroponte di Milano.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Duffy, sono stata sequestrata, drogata e violentata
La rivelazione della cantautrice gallese su Instagram
26 febbraio 2020
12:56
– La cantante gallese Duffy ha rivelato su Instagram di essere rimasta lontana per molto tempo dal palcoscenico dopo essere stata “violentata, drogata e rapita per alcuni giorni”. Lo stupro sarebbe avvenuto a Londra, e l’artista stata tenuta prigioniera per giorni”. La vincitrice dei Grammy, che nel 2011 disse di voler “prendersi una pausa” dai riflettori pubblici, nel post ha scritto: “Ora sto bene e sono al sicuro, ma quel recupero ha richiesto del tempo” ha assicurato la cantante 35enne. “Non esiste un modo leggero per dirlo. Ma posso dire nell’ultimo decennio, le migliaia e migliaia di giorni in cui mi sono impegnata a voler sentire di nuovo il sole nel mio cuore, il sole ora splende”. “Ti chiedi perché non ho scelto di usare la mia voce per esprimere il mio dolore? Non volevo mostrare al mondo la tristezza nei miei occhi. Mi sono chiesta, come posso cantare dal cuore che si è rotto? E lentamente unbroke”.
La cantautrice ha raggiunto la fama mondiale dopo aver pubblicato il suo album di debutto “Rockferry” nel 2008, che ha vinto un Grammy per il miglior album vocale pop. Nel 2009, l’artista, nata Aimee Anne Duffy, ha anche vinto tre premi britannici. Ha detto nel post sui social media di martedì che aveva deciso di rompere il silenzio sul trauma dopo aver rilasciato un’intervista a un giornalista la scorsa estate che avrebbe iniziato a “pubblicare l’intervista” nelle settimane a venire. Nel 2013 la cantante si è esibita in un concerto tributo a Edith Piaf a New York, e ha contribuito alla musica e ha recitato nel film 2015 “Legend”.
Papi conduce finale Italia’s Got Talent
Lodovica Comello a inizio marzo diventerà mamma
26 febbraio 2020
13:37
– Sarà Enrico Papi a condurre la finale di Italia’s Got Talent – il talent di TV8 prodotto da Fremantle – di scena a Roma negli studi di Cinecittà, eccezionalmente di venerdì, il 6 marzo alle ore 21.30 in diretta su TV8.
Nell’occasione l’istrionico conduttore raccoglie il testimone di Lodovica Comello, perfetta padrona di casa in tutte le puntate delle audizioni, che non potrà essere sul palco perché proprio a inizio marzo diventerà mamma del suo primo figlio.
Papi, volto del canale, monopolizzerà così tutta la prima serata di venerdì 6 marzo: alle ore 20.30 condurrà la puntata di Guess My Age Vip con Cristina D’Avena tra i concorrenti, poi, alle ore 21.30, sarà sul palco di Italia’s Got Talent, insieme alla giuria composta da Joe Bastianich, Mara Maionchi, Frank Matano e Federica Pellegrini, per la finalissima live del programma, che nell’ultima puntata ha raccolto più di un milione e mezzo di telespettatori, pari al 6,7% di share.
Ancora due puntate di audizioni, mercoledì 26 febbraio e mercoledì 4 marzo, per scoprire gli ultimi due finalisti di puntata, e l’attesissimo golden buzzer della divina Federica Pellegrini.
E solo all’inizio della puntata finale conosceremo il nome del 12esimo e ultimo finalista, scelto dal pubblico a casa attraverso il Golden Buzzer. E saranno sempre i telespettatori a decretare il vincitore di questa edizione tramite il televoto.
Radio Italia è media partner del programma, tra i principali network radiofonici nazionali, che accompagna lo show dai casting sino alla finale, con appuntamenti on air, su radioitalia.it e sulle pagine social della radio.
Strega: Vicari e Longo tra nuove segnalazioni
Arriva a 30 numero libri proposti da Amici della Domenica
26 febbraio 2020
13:52
– Sale a trenta il numero dei titoli proposti dagli Amici della Domenica al Premio Strega 2020. Le segnalazioni si possono inviare fino al 3 marzo.
I nuovi cinque libri proposti sul sito del Premio http://www.premiostrega.it sono: Olimpio Talarico con ‘Cosa rimane dei nostri amori’ (Aliberti compagnia editoriale), proposto da Ferruccio de Bortoli; Lorenza Pieri con Il giardino dei mostri’ (E/O), proposto da Martina Testa; Francesco Longo con ‘Molto mossi gli altri mari’ (Bollati Boringhieri), proposto da Marco Cassini; Leonardo G. Luccone con ‘La casa mangia le parole’ (Ponte alle Grazie), proposto da Silvio Perrella e Daniele Vicari, “Emanuele nella battaglia” (Einaudi), proposto da Michele Dalai.
L’annuncio della dozzina sarà il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 10 giugno, quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo. La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.
Coronavirus: al MAMbo di Bologna la mostra va in streaming
Da giovedì a domenica visibile performance di Ragnar Kjartansson
BOLOGNA
26 febbraio 2020
15:15
– Vedere l’installazione-performance centrale di una mostra in diretta streaming, mentre il museo rimane chiuso a scopo precauzionale per l’emergenza coronavirus: sarà possibile da giovedì con ‘Bonjour’, performance ambientale di Ragnar Kjartansson esposta al MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna nell’ambito della mostra ‘AGAINandAGAINandAGAINand’.
La direzione ha deciso di rendere accessibile al pubblico almeno online una delle opere che più impressiona i visitatori per la sua monumentalità, la ricostruzione dei dettagli di un villaggio francese degli anni Cinquanta, e per la performance di due attori che si svolge in ‘loop’. ‘Bonjour’ sarà visibile dal 27 febbraio all’1 marzo sul canale YouTube del MAMbo giovedì e venerdì dalle 16 alle 18, sabato e domenica dalle 12 alle 14 e dalle 16 alle 18.
AGAINandAGAINandAGAINand è una collettiva che fino al 3 maggio riflette sui temi della ripetizione e della circolarità temporale attraverso le opere di sette artisti contemporanei.
Mostre: Le altre opere, festa di arte contemporanea
In 5 musei capitolini dialogano 86 artisti e 550 lavori
26 febbraio 2020
15:17
– Un dialogo affettuoso tra artisti e linguaggi diversi, ma soprattutto un omaggio festoso alla creatività dell’arte contemporanea romana: si apre il 27 febbraio al Museo Carlo Bilotti la prima delle cinque mostre che compongono “Le altre opere. Artisti che collezionano artisti”, progetto pilota ideato da Lucilla Catania e Daniela Perego in programma fino al 27 settembre in cinque musei del sistema Musei Civici capitolini. L’idea che anima il progetto è la voglia di mettere al centro gli artisti per documentarne la personale ricerca espressa nei loro lavori, ma anche per scoprirne i gusti mostrandoli nella veste di primi collezionisti d’arte: per questo sono stati coinvolti ben 86 artisti (tutti dai 35 ai 70 anni) attivi sulla scena capitolina, chiamati a presentare ed esporre una loro opera in dialogo con uno o più lavori (lo spazio a disposizione per ognuno è di 3 metri lineari) appartenenti alla propria collezione privata e realizzati da altri artisti. A questa prima tappa seguirà quella al Museo Pietro Canonica a Villa Borghese, dal 6 marzo al 19 aprile, poi il progetto si sposterà al Museo di Roma in Trastevere, dal 13 marzo al 19 aprile, alla Galleria d’Arte Moderna, dall’8 aprile al 3 giugno, per concludere il suo viaggio al Museo Napoleonico, dal 19 giugno al 27 settembre, per un totale di ben 550 opere esposte, realizzate nei vari linguaggi dell’arte, dalla pittura alla scultura, dalla grafica al video alle installazioni.
Libri: Bartolo, Dottore le giuro che era morto
La Sanità italiana vista con ironia e leggerezza
26 febbraio 2020
15:46
– MICHELANGELO BARTOLO, DOTTORE LE GIURO CHE ERA MORTO (Infinito Edizioni, pp.192, 13Euro). Una parodia che, con ironia, racconta molto delle contraddizioni della Sanità italiana, facendo divertire ma anche riflettere: è il nuovo libro scritto da Michelangelo Bartolo, angiologo, medico ospedaliero e responsabile del reparto di telemedicina dell’ospedale San Giovanni di Roma, dal titolo “Dottore le giuro che era morto”, edito da Infinito Edizioni.
Con la prefazione di Gabriele Cirilli e l’introduzione di Sandro Petrolati, il libro racconta le vicissitudini del dottor Clementi, medico dell’ospedale San Crispino, per mettere a nudo in modo leggero ma non per questo meno realistico tutto ciò che non funziona o potrebbe funzionare meglio nella nostra Sanità.
Una lettura adatta sia a medici che pazienti, perché la salute è un tema che riguarda tutti, nessuno escluso: in pagine divertenti, l’autore racconta le difficoltà in cui spesso si imbattono le persone nel proprio quotidiano, dall’aumento sproporzionato del ricorso a esami strumentali, spesso inutili, ma che vanno di moda, al rapporto dei medici con i pazienti, i colleghi, gli infermieri e con gli informatori farmaceutici; dai congressi scientifici, sorta di sfilate di moda, al grande business delle agenzie di pompe funebri che non conoscono crisi.
Teatro: Mia cara Mimì, omaggio in note e parole
A Roma il ricordo di Mia Martini si fonde con la solidarietà
26 febbraio 2020
17:02
– Un appassionante viaggio di note e parole nel ricordo di una artista mai dimenticata, ma anche una serata per infondere speranza alle donne che vivono l’orrore della violenza: il 6 marzo andrà in scena al Nuovo Teatro Orione di Roma “Mia cara Mimì”, spettacolo musicale che rende omaggio a Mia Martini, alla voce e alla sua sensibilità artistica attraverso alcune delle sue più belle canzoni. Al centro del concerto, a cui parteciperanno molti artisti (tra cui Valeria Monetti, Baraonna, Cristian Sassone e il The Coro, 100% Vitamina B Dance Company, Stefania Fratepietro, Davide Misiano, Luca Notari, Claudia Portale), ci sono le donne così spesso cantate da Mia Martini, madri/figlie/compagne che giorno per giorno combattono le proprie battaglie personali.
Ideato da Raffaele Pandolfi, con la regia di Carlo Oldani (che cura anche i monologhi insieme a Claudio Romano Politi) e la direzione musicale del maestro Marco Bosco, lo spettacolo contribuirà a sostenere uno dei tanti progetti organizzati da “Differenza Donna Onlus” che dal 1989 ha l’obiettivo di far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza di genere: in particolare i fondi raccolti saranno utilizzati per assicurare un laboratorio espressivo a bambine e bambini che hanno assistito alla violenza sulla propria madre per l’elaborazione del trauma tramite il gioco. Nel foyer del teatro verrà poi allestita allestita la mostra “indiMentIcAbile”, nella quale tra foto, omaggi e altri ricordi originali, saranno raccontati frammenti dell’universo femminile.
Inoltre, al suo interno sarà ospitato il progetto “IoLotto” di Valentina Iorene Desideri e Paolo Cammillucci, dedicato al racconto della battaglia delle donne in difesa della propria identità.
Libri: Timpano, La Brigata Mondiale
Ispirato a Ugo Forno, storia di coraggio e amicizia per ragazzi
26 febbraio 2020
17:02
– MASSIMILIANO TIMPANO, LA BRIGATA MONDIALE (Einaudi, pp.160, 12 Euro). Proteggere un sogno, quello dell’infanzia, dalla violenza della guerra, anche a costo di perdere la vita: è liberamente ispirato alla storia di Ugo Forno, il dodicenne che venne ucciso a Roma dai nazisti il 5 giugno del 1944 mentre cercava di difendere un ponte sul fiume Aniene, il nuovo romanzo scritto da Massimiliano Timpano per Einaudi Ragazzi, dal titolo “La Brigata Mondiale”. Adatto a ragazzi dai 12 anni in su, il libro racconta una vicenda di coraggio, amore e amicizia capace di fondere avventura e grandi valori grazie a un linguaggio adatto ai più giovani.
Al centro del romanzo c’è Libero, ragazzino romano di 10 anni che un giorno incontra Ennenne e Marita, scappati da un orfanotrofio e rifugiati in una casa “speciale”, un carrozzone lungo il fiume Aniene. Con loro Libero conosce il significato dell’amicizia e quanto sia bello costruire un mondo a parte, dove gli adulti non possono entrare. Quando la sua esistenza viene messa in crisi dalla guerra, con i genitori arrestati, i bombardamenti, le violenze fasciste e quel mitico ponte minato dai nazisti, Libero – gambe “secche e spelacchiate” ma in grado di farlo correre veloce come un fulmine – dimostrerà ai nemici di avere un cuore grande e coraggio da vendere: difenderà con la sua stessa vita quel luogo magico e inviolabile dove ha scoperto la vita e dove l’infanzia non muore mai, nemmeno sotto i colpi dell’odio.
Coronavirus: Brera, siamo chiusi ma cuore non cessa battere
Bradburne, offriamo su social tutto ciò ci si aspetta da museo
26 febbraio 2020
17:30
– “La mia missione è rimettere Brera nel cuore della sua città, tristemente siamo chiusi ma questo non dice che il cuore ha smesso di battere”: così James Bradburne, direttore di Brera, annuncia le iniziative prese dal museo in questo periodo di chiusura.
“Stiamo tutti lavorando per rendere accessibile tutto ciò che offre la Pinacoteca durante questo momento di chiusura, a dire che un museo non è soltanto i suoi oggetti fissi, non dobbiamo sempre venire, stiamo facendo – spiega in un video – un programma in cui tutti i dipendenti del museo leggono, mostrano, illustrano i quadri della Pinacoteca e i dipendenti della biblioteca braidense leggono fiabe per bambini, per offrire tutto ciò che una persona si aspetterebbe da un museo nel cuore della sua città, per questo momento lo facciamo tramite modi elettronici, social, video, non è l’ideale ma dimostra che il cuore della città batte ancora e combattiamo questo momento di panico, tristezza e preoccupazione. Siamo qui per la città come luogo di consolazione, per aiutare a resistere a tutti i guai che affrontiamo adesso”.
Esce thriller di Koontz con arma letale Wuhan 400
Finora inedito in Italia, Abisso, pubblicato in America nel 1981
27 febbraio 2020
14:50
– DEAN KOONTZ, ABISSO (TIMECRIME, PP 360, EURO 17). Arriva nelle nostre librerie il 13 marzo ‘Abisso’ (‘The eyes of darkness’), il libro in cui nel 1981 Dean Koontz, autore bestseller statunitense, parla dell’arrivo intorno al 2020 del virus- arma letale Wuhan 400, contagioso attraverso le vie respiratorie. Finora inedito in Italia il thriller è stato associato al Coronavirus, fino a spingersi a parlare di profezia sul web, dove sono circolate ultimamente foto sottolineate delle pagine dell’edizione in inglese in cui compare Wuhan 400 e si parla della diffusione di una grave polmonite.
Il thriller, che ha già venduto oltre 4 milioni di copie nel mondo uscirà per Timecrime, marchio del gruppo Fanucci che ne annuncia la pubblicazione.
Considerato uno dei maestri del thriller, Dean Koontz, nato nel 1945 in Pennsylvania, dove è cresciuto, attualmente vive in California con la moglie e due cani. Per tanti anni è stato insegnante di Inglese in una scuola superiore, prima di dedicarsi alla scrittura. Il suo primo romanzo, pubblicato nel 1968, è ‘Jumbo-10. Il Rinnegato’. In Timecrime sono gIà usciti ‘Il silenzio uccide’, opzionato per una serie tv prodotta da Paramount Television e Anonymous Content, ‘La notte uccide’ (Jane Hawk#2), e L’inganno uccide (Jane Hawk#3).
Addio a Clive Cussler, maestro d’avventure bestseller
Oltre 126 milioni di copie vendute nel mondo, 8 milioni in Italia
28 febbraio 2020
09:59
Maestro dell’avventura con oltre 126 milioni di copie vendute nel mondo, 8 milioni in Italia, Clive Cussler, si è ispirato alle sue imprese e alla sua esperienza di cacciatore di emozioni nei suoi romanzi bestseller tra cui ‘Sahara’, ‘Recuperate il Titanic!’ , ‘Salto nel buio’ e ‘Virus’. La sua morte a 88 anni, avvenuta il 24 febbraio, è stata annunciata oggi dalla seconda moglie, Janet Horvath, sui suoi profili social con “il cuore affranto”. “Condivido la tristezza per la morte di mio marito lunedì. E’ stato un privilegio e un grande onore condividere la vita con lui”. Clive, dice la moglie, “era la persona più cortese e gentile che abbia mai incontrato. So che le sue avventure continueranno”. Appassionato collezionista di auto e aerei d’epoca, raccolti nel Cussler Museum, ad Arvada, in Colorado, Cussler aveva fondato l”associazione no profit NUMA- the National Underwater and Marine Agency, specializzata nel recupero e conservazione dei relitti marini di interesse storico, ed era membro dell’Explorers Club di New York e della Royal Geographical Society di Londra. Passioni che si ritrovano nei suoi libri che schizzavano subito intesta alle classifiche dei più venduti, compreso l’ultimo, ‘Il destino del faraone’, uscito per Longanesi, il suo editore italiano, il 30 gennaio 2020. I suoi thriller hanno raggiunto le vette della clasifica del New York Times per più di 20 volte e i suoi libri sono stati pubblicati in 40 lingue in oltre 100 paesi. All’esordio, nel 1965 con ‘Enigma’, Cussler si è imposto subito all’attenzione con Dirk Pitt, l’ingegnere navale e maggiore dell’aeronautica statunitense, uomo d’azione per eccellenza, protagonista di alcune delle più incredibili avventure della NUMA, in viaggio in tutto il mondo con il suo insostituibile braccio destro Al Giordino. L’eroe di questa prima e famosa serie, che ha venduto 5 milioni di copie, ha ispirato anche il nome del figlio di Cussler, Dirk, con cui lo scrittore ha firmato a quattro mani gli ultimi romanzi. E sono numerosi i libri scritti da Cussler con altrui autori da Grant Blackwood a Graham Brown e da Thomas Perry a Justin Scott. Sono arrivate poi le serie dei Numa Files, degli Oregon Files, Le avventure dei Fargo e le Indagini di Isaac Bell dove ancora una volta si compenetrano la vita dell’autore e il suo universo immaginario. Oltre 80 le sue opere tra cui anche due avventure per bambini. Originario di Aurora, nell’Illinois, dove era nato il 15 luglio 1931 da madre americana e padre tedesco, Cussler si è arruolato nell’Aviazione durante la guerra di Corea dove ha lavorato come meccanico aeronautico e ingegnere di volo nel Military Air Transport Service. E’ stato sceneggiatore e direttore creativo di diverse agenzie pubblicitarie negli anni Sessanta ed ha vinto diversi premi internazionali per la televisione e radio tra cui il Cannes Lions Advertising Festival. Nel 1997, la State University di New York gli ha conferito la Laurea in Lettere per riconoscere il valore letterario dei suoi romanzi. Ne ‘Il destino del faraone’, scritto con il figlio Dirk, racconta una nuova avventura di Dirk Pitt alle prese con tre eventi all’apparenza scollegati: l’assassinio di una squadra di scienziati dell’Onu a El Salvador, una collisione mortale nel fiume Detroit e un violento attacco a un sito archeologico lungo il Nilo.
S. Cecilia, Gatti e il corno di Allegrini
Il 27/2 nel concerto n.2 di Strauss e Sinfonia n. 5 di Mahler
26 febbraio 2020
19:13
– Il maestro Daniele Gatti raddoppia a Santa Cecilia e a distanza di una settimana torna sul podio dell’ Auditorium Parco della Musica giovedì 27 febbraio per dirigere due capisaldi del sinfonismo tardo-romantico: il Concerto per corno n. 2 di Richard Strauss con Alessio Allegrini, primo corno dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale, e la Sinfonia n. 5 di Gustav Mahler. Di rara esecuzione, il Concerto di Strauss venne eseguito un’unica volta a Santa Cecilia nel 2004 sempre con Alessio Allegrini nel ruolo solista e Myung-Whun Chung sul podio. In questi concerti Allegrini suonerà, per la prima volta, un corno da lui disegnato e realizzato in collaborazione con la casa tedesca Dürk, il D-10 Allegrini Experience. Strauss compose due Concerti per corno – il primo a 19 anni, il secondo a 78 – ma entrambi legati alla figura di Franz Joseph, padre del compositore e cornista virtuoso, che esercitò un’influenza determinante sul musicista.
La Quinta Sinfonia di Gustav Mahler – conosciuta dal grande pubblico per l’ Adagietto utilizzato da Visconti per il film “Morte a Venezia” – riflette la piena maturità raggiunta dal compositore. Scritta durante la tranquillità dei mesi estivi del 1901 e del 1902 trascorsi sul Wörthersee, fu eseguita per la prima volta a Colonia il 18 ottobre 1904 sotto la direzione dello stesso autore.
Libri: I raffreddori di André Francois
In libreria il 27 febbraio per Orecchio Acerbo
26 febbraio 2020
19:14
– ANDRE’ FRANCOIS, I RAFFREDDORI (ORECCHIO ACERBO, PP 84 EURO 10). E’ cosa risaputa che i raffreddori non si devono prendere e sta qui la loro fortuna.
Non si sono estinti, anzi questa circostanza ne ha favorito sia la diffusione sia la moltiplicazione di varietà. C’è quello di testa, quello trascurato e quello mortale. Ce lo racconta un piccolo capolavoro del doppio senso, ‘I Raffreddori’ di cui è autore e illustratore André François, che arriva in libreria il 27 febbraio per Orecchio Acerbo.
Un libro per ragazzi che con la sua bellezza ed ironia può risollevare l’animo anche agli adulti. Ecco dunque il Raffreddore passeggero che sfreccia a bordo di un’automobile con autista e il Raffreddore problematico disteso sul lettino dello psicoanalista. Ma i più diffusi sono i Raffreddori belli e brutti. Ci sono persone che passano a letto giorni interi con loro, altri li fanno passare, altri li prendono facilmente. La scelta vincente comunque è non prenderlo del tutto, visto che in giro ce ne sono davvero molti.
Nel libro anche le creature estinte che devono imputare la loro scomparsa a fattori esterni come il Kubo, poco utile con la sua forma o la Rana divoratrice di marmellata, molesta, oltre che ladra.
Pittore, scultore, scenografo teatrale, illustratore e autore di libri, André François, morto a 90 anni nel 2005, è considerato uno delle personalità più significative in campo artistico del XX secolo. Il libro che lo ha reso famoso in tutto il mondo è ‘Les larmes de crocodile’, ha esposto nei principali musei di tutto il mondo da Amsterdam a Tokyo ad Hannover.
Placido Domingo licenziato dal Teatro Nazionale di Madrid
Dopo le scuse confessione di ieri
26 febbraio 2020
20:30
– Dopo la confessione di ieri e la richiesta di scuse per gli abusi alle donne, la Spagna ha annullato oggi per la prima volta un concerto di Placido Domingo. L’Istituto nazionale delle arti di scena e della musica (Inaem) che dipende dal ministero della cultura spagnolo, ha annunciato di aver annullato la partecipazione del tenore alle repliche dello spettacolo Luisa Fernanda, del 14 e 15 maggio al Teatro Nazionale della Zarzuela “in solidarietà alle donne abusate”.
Il Teatro Nazionale della Zarzuela è lo stesso dove il celebre tenore madrileno poi diventato baritono debuttò 50 anni fa. Da quando lo scandalo meetoo lo ha coinvolto, nell’agosto scorso, non era mai successo che venisse annullata una sua rappresentazione. Fino ad oggi anzi, Domingo aveva mantenuto in patria il suo status di monumento nazionale della cultura e molte cantanti liriche che negli anni hanno cantato al suo fianco avevano preso le sue difese. Domingo, 79 anni , dopo aver respinto le accuse per mesi ieri ha chiesto scusa, in un comunicato, alle donne, circa 20 , che lo hanno accusato in America di abusi sessuali, lo ha fatto dicendosi “sinceramente dispiaciuto” e assumendosi “tutta la responsabilità” dei suoi atti. Proprio in seguito alle accuse di violenza, aveva lasciato ad ottobre la direzione dell’Opera di Los Angeles e aveva rinunciato ad esibirsi alla Metropolitan Opera di New York.
Cesar, Roman Polanski non va alla cerimonia
Scelta per manifestazione femministe contro nomination suo film
27 febbraio 2020
12:36
– Roman Polanski non andrà alla cerimonia per i premi Cesar in programma venerdì a Parigi, dopo la decisione di un gruppo di femministe di manifestare contro le 12 nomination per il suo film “J’accuse”. Lo ha annunciato il regista franco-polacco alla France Presse.
“È con rammarico che prendo questa decisione – afferma nella dichiarazione -, quella di non affrontare un tribunale di opinione autoproclamatosi, pronto a calpestare i principi dello stato di diritto in modo che l’irrazionale trionfi di nuovo senza discussione”.
Dante e la quercia, faro nella vera selva oscura
A Rovigo, coronavirus permettendo, prime celebrazioni dantesche
27 febbraio 2020
12:51
– A voler dare retta alla leggenda, la “selva oscura” che apre la Divina Commedia non è un invenzione.
L’ allegoria dell’ uomo disorientato in un momento cruciale della sua vita sarebbe legata ad una esperienza effettivamente vissuta da Dante nelle campagne di Rovigo nel 1321. Stando a una tradizione popolare radicata, il Poeta stava tornando da una ambasceria a Venezia per conto di Novello da Polenta, Signore di Ravenna, quando si smarrì nel groviglio di corsi d’ acqua e vegetazione del Delta del Po nei pressi di San Basilio. Si salvò grazie a una quercia enorme che dominava l’ argine di Goro sulla quale salì per orientarsi e ritrovare la strada. A quel gigante verde, la grande Rovra di San Basilio citata in un atto notarile del 1548 ma data per certa nell’ epoca di Dante, è dedicata la mostra che Palazzo Roncale di Rovigo aprirà una volta rientrata l’ emergenza causata dal coronavirus fino al 28 giugno prossimo come assaggio delle celebrazioni per i 700 anni della morte del genio di Firenze.
Nell’estate del 1321 Dante sarebbe realmente transitato per San Basilio, ospite dell’Hospitium gestito dai Monaci di Pomposa. Morì nella notte tra il 13 e il 14 settembre di quell’ anno proprio a causa della malaria che lo avrebbe contagiato proprio durante il viaggio. La quercia, danneggiata gravemente da un fulmine nel 1976, è rimasta al suo posto nel territorio del comune di Ariano Polesine fino al 2013 quando, nella notte tra il 24 e il 25 giugno, è caduta al suolo. La perdita dell’ albero imponente, alto più di 26 metri, con un tronco che per essere abbracciato richiedeva dieci bambini o sei adulti, è stato un duro colpo per il Polesine, di cui è stato uno dei simboli più amati. La mostra di Rovigo ne rievocherà la storia, con immagini e documenti.
Nelle sale di Palazzo Roncale sarà esposta anche una ‘reliquia’ della quercia, e una sorta di ‘sindone’ laica che l’ artista Miranda Greggio ha ricavato stendendo un telo sul suo tronco abbattuto.
Il progetto “La Quercia di Dante” – che vede insieme Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Comune di Rovigo, l’Accademia dei Concordi, Parco Regionale del Delta del Po Veneto, e Comune di Ariano nel Polesine – non si limita solo all’ esposizione. Nel corso della rassegna sono in calendario incontri per stimolare visioni e riflessioni sull’ Inferno dantesco, di cui a maggio è in programma la lettura integrale nel corso di una lunga maratona. L’ omaggio al poeta avrà il suo fulcro nella mostra “Visioni dell’Inferno”, rievocazioni della prima Cantica affidate a tre artisti internazionali, uno per ciascuno degli ultimi tre secoli. L’Inferno in versione ottocentesca è quello firmato dalla celebre mano del francese Gustave Doré, di cui è esposto l’intero corpus di 75 tavole. Per evocare l’Inferno in versione novecentesca, sono state riunite le immagini di “Dante’s Inferno (1958-60)” dello statunitense Robert Rauschenberg. L’ inferno contemporaneo sarà raccontato dagli acquerelli della tedesca Brigitte Brand, nati per questo specifico appuntamento. Accanto alle edizioni preziose e antiche della Commedia c’ è spazio anche per il fumetto con l’ “Inferno di Topolino” del 1949, disegnato da Angelo Bioletto e sceneggiato da Guido Martina in terzine dantesche.
Contro la paura vince la condivisione
Sarkis e le responsabilità degli architetti. Baratta, “E’ una chiamata alle armi”
28 febbraio 2020
09:57
-Dal suo studio di Boston, attorniato da giovanissimi collaboratori di tutto il mondo, Hashim Sarkis presenta la Biennale 2020. La sua presenza a Venezia oggi è rinviata causa coronavirus, dalla città lagunare il presidente uscente Paolo Baratta ha appena introdotto l’esposizione anche lui in streaming. Eppure la parola dominante di questa edizione, la più ripetuta, è together, “insieme”. E’ nella condivisione, dei princìpi, degli orizzonti e dei progetti, che si affrontano i problemi e anche i cambiamenti e le paure della nostra epoca, suggerisce Baratta. Dall’altro capo dell’oceano l’architetto di origini libanesi da sempre interessato al tema delle diseguaglianze sociali, alle questioni di inclusione, alle emergenze ambientali, conferma: “Abbiamo bisogno di un nuovo contratto spaziale”. In un contesto “caratterizzato da divergenze politiche sempre più ampie e da diseguaglianze economiche sempre maggiori , chiediamo agli architetti di immaginare degli spazi nei quali vivere generosamente insieme”, insiste Sarkis, mentre espone il plastico della Biennale 2020, ne anticipa le sezioni, spiega come si articolerà il percorso di visita di questa edizione alla quale partecipano 114 progettisti provenienti da 46 paesi, con una rappresentanza crescente, sottolinea,da Africa, America Latina e Asia, oltre a 63 partecipazioni nazionali con il debutto di Grenada, Iraq e Uzbekistan. How will we live together?, l’interrogativo che dà il titolo a questa edizione, fa notare, “è una domanda tanto sociale e politica quanto spaziale”. L’architetto cita Aristotele “quando si pose questa domanda per definire la politica, propose il modello di città”. Ogni generazione, sottolinea, ha risposto a questa domanda in maniera diversa, ma i problemi di oggi rendono l’interrogativo “ancora più urgente e su piani diversi rispetto al passato”, “più che mai gli architetti sono chiamati a proporre alternative”. Un concetto che da Venezia ribadiva, introducendolo, Baratta parlando dell’architettura come “riferimento di un vasto impegno interdisciplinare e di un vasto impegno culturale e politico. Una sorta di chiamata alle armi”. I mutamenti in corso chiedono “nuove visioni e nuovi progetti”, dice Baratta, che dopo tanti anni lascia il suo ruolo di presidente con un passaggio di testimone a Roberto Cicutto. Tant’è, visioni, progetti, contributi di idee, stando alle premesse, non dovrebbero proprio mancare nella Biennale di Sarkis, che quest’anno insieme con il catalogo offre anche una vera e propria guida alla visita: oltre agli architetti in concorso, ricorda lui da Boston, tra Arsenale e Giardini ci sarà spazio anche per le idee sviluppate da ricercatori delle università di tutto il mondo riunite nella sezione Stations+ Cohabitats. Organizzata in cinque ‘scale’, tre in Arsenale e due al Padiglione Centrale, con progetti “che spaziano dall’analitico al concettuale , dallo sperimentale al collaudato e all’ampiamente diffuso”, la mostra firmata dall’architetto americano libanese prevede anche grandi installazioni disposte negli spazi esterni. E non mancherà, come già da cinque anni , il Progetto speciale al Padiglione delle Arti Applicate (Arsenale, Sala d’Armi) che quest’anno si intitolerà British Mosques e guarderà al mondo “fai da te” e spesso non documentato delle moschee adattate a questo uso. “Oggi più che mai gli architetti sono chiamati a proporre alternative”, dice Sarkis, ricordando i tanti ruoli in cui sono oggi coinvolti, i professionisti del settore, nello stesso tempo cittadini, artisti e costruttori. In tempi di epidemia globale e di paure, la sfida del vivere insieme e in continua relazione con gli altri si presenta ancora più interessante. L’appuntamento per tutti è a Venezia dal 23 maggio al 29 novembre. Sempre che l’allarme salute lo permetta.
Maifredi, contro Coronavirus il Teatro ricorre a web
Porte chiuse per ordinanze. Giornate di studi vanno in streaming
27 febbraio 2020
14:39
– Le ordinanze anti Coronavirus chiudono i teatri e il teatro ricorre al web. Accade in Liguria per il convegno internazionale “Il mio teatro è una città”: due giornate di studio sul Teatro di comunità, organizzate da Teatro Pubbblico Ligure e Fondazione Teatro Sociale di Camogli, il 29/2 e l’1/3, per portare in scena le riflessioni di registi, drammaturghi, critici e studiosi che in tutta Europa stanno sviluppando progetti di audience engagement.
La partenza è “l’Atlante del Gran Kan. Autobiografie di una città”, progetto ideato da Sergio Maifredi e scritto da Gian Luca Favetto, iniziato nel 2017 a Sori e a Enna, proseguito nel 2019 a Tirana in Albania, atteso nel 2020 ancora a Sori e Camogli, nel 2021 a Recco. E l’incontro del prossimo week end ne era la finestra di scambio e condivisione internazionale davanti al pubblico di Sori e Camogli.
“Ci lavoravamo da un anno”, racconta Maifredi. Ma in tempo di Coronavirus e ordinanze di chiusura per contenere l’epidemia, rischiava di saltare tutto. “Così abbiamo pensato alle rete, che è per noi oggi è come la Colina di Fiesole per i dieci cantori del Decameron. L’incontro si svolgerà comunque, a porte chiuse, ma in diretta Facebook, conquistando, potenzialmente, anche una platea maggiore” (https://www.facebook.com/teatropubblicoligure/) A raccontare la propria esperienza “oltre 20 protagonisti internazionali che si sono occupati di Teatro di comunità”, con anche Monica Marotta, co-direttrice dello Studio ᴙ del Maxim Gorki Theater di Berlino, e Stefan Kaegi, fondatore dei Rimini Protokoll e Carlotta Galuppo (Compagnia di San Paolo per Open Lab), Lucia Franchi (co-direttrice di Kilowatt Festival Sansepolcro, capofila progetto europeo BeSpectActive)
Coronavirus: corista Scala positivo, sono guarito
Stop anche delle prove in teatro fino al primo marzo
MILANO
27 febbraio 2020
16:48
– Aveva cantato nel Trovatore il 12 febbraio, poi non si era sentito bene ed era rimasto a casa in malattia. In ospedale a un corista della Scala è stata diagnosticata una polmonite batterica ed è stato rimandato a casa. A questo punto, visto che la febbre non scendeva, ha chiamato il 112 e gli è stato fatto il tampone. Così l’artista i ha scoperto di essere positivo al Coronavirus. L’Ats ha avvisato il teatro che ha inviato una comunicazione ai dipendenti, bloccando non solo gli spettacoli ma anche le prove fino al primo marzo. Per tranquillizzare tutti è stato lui stesso oggi a mandare un messaggio in cui spiega fra l’altro di essere “praticamente guarito”. “Ora io sto bene, sto prendendo un antibiotico risolutivo per la polmonite batterica, il virus praticamente non mi dà più sintomi e mi hanno detto che praticamente sono guarito. Manco dal teatro dal 12 e oggi siamo fuori pericolo di contagio eventuale da parte mia in virtù dei 14 giorni di incubazione”.
Violenze e abusi, viaggio nel mondo delle sette
Volume don Aldo Bonaiuto e Giacomo Galeazzi, prefazione Parolin
CATANZARO
28 febbraio 2020
10:33
DON ALDO BONAIUTO CON GIACOMO GALEAZZI GLI ARTIGIANI DEL DIAVOLO. COME LE SETTE E I SANTONI MANIPOLANO L’OCCIDENTE (Rubbettino editore, pp. 164, 16 euro). Un’indagine a tutto tondo sul mondo delle sette per svelarne i meccanismi oscuri e ricostruire il profilo psicologico degli adescati anche attraverso tante storie vere. S’intitola “Gli artigiani del diavolo. Come le sette i santoni manipolano l’Occidente”, edito da Rubbettino, il libro in cui sono raccolte le vicende raccontate da don Aldo Buonaiuto e dal giornalista e scrittore Giacomo Galeazzi.
Abusi, decostruzione dell’identità, circonvenzione, violenze anche fisiche e sessuali, famiglie distrutte ma anche giovani che, alla ricerca di un’agognata serenità psicologica, si sono ritrovati a vivere in un inferno. Sono testimonianze forti e significative quelle che vengono fuori da un fenomeno dai pesanti risvolti sociali e in grado di condizionare e sconvolgere la vita di tante persone psicologicamente vulnerabili. “Sono vicende agghiaccianti ed inquietanti – scrive nella prefazione il segretario di Stato Vaticano card. Pietro Parolin – alle quali di primo acchito si stenterebbe a credere (…) gli autori delle trappole psicologiche, sotto svariate apparenze, si propongono quali maestri di salvezza, risolvendosi invece in guide cieche”.
Dalle pagine del libro di Bonaiuto e Galeazzi emergono molte storie personali. C’è il caso di Lucrezia, 23 anni, che per trovare conforto ad una situazione di disagio familiare si unisce a un gruppo che pratica meditazione indiana diventando, di fatto, schiava della volontà della sua guru che arriverà a farle somministrare psicofarmaci per distruggere gli ultimi baluardi di resistenza e autonomia. Dopo un tentato suicidio, la ragazza riuscirà a ritrovare la famiglia, ma la sua vita avrà con sé le stigmate purulente di questo lungo periodo di buio.
Ma come si finisce nella rete delle sette? Spesso è una malattia o una questione di salute a portare la vittima tra le braccia del santone di turno. Così come é accaduto a Lorenza, 40 anni, che non riesce ad avere un bambino. Grazie alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, rimane incinta ma al sesto mese un’ecografia rivela che il bambino è affetto da una grave malformazione. Si rivolge ad un santone che le vende cinque litri di acqua “benedetta” da bere. Ma è una truffa. Del santone, però, nessuna traccia.
Ci sono poi le tecniche psicologiche di adescamento e fidelizzazione che puntano soprattutto a fare sentire l’adepto al centro delle attenzioni e, quindi, a costringerlo ad una sorta di quasi dipendenza. “Non tutte le sette sono sataniche – avvertono gli autori – ma tutte sono diaboliche, perché separano l’individuo da sé stesso, dal suo ambiente vitale, dai suoi cari, dalla vita, dal lavoro”. Un fenomeno del quale, comunque, si parla troppo poco. A muovere i fili, invece, ci sono autentici criminali, pseudo guru che approfittano delle debolezze altrui. E ci sono le vittime, usate e gettate, plagiate.
Don Aldo Buonaiuto, antropologo ed esorcista, segue le orme di don Oreste Benzi all’interno della Comunità Papa Giovanni XXIII. Giacomo Galeazzi è il vaticanista del quotidiano “La Stampa”.
Tv: Addio a Lee Phillip Bell, creatrice di ‘Beautiful’
Aveva 91 anni. Celebre soap opera va in onda dal 1987
NEW YORK
27 febbraio 2020
17:53
– E’ morta a 91 anni Lee Phillip Bell, assieme al marito William J. Bell, creatrice di Beautiful (titolo originale The Bold and the Beautiful). Secondo quanto si legge in comunicato della famiglia, la Bell è morta a Los Angeles tuttavia non si conoscono le cause del decesso.
I coniugi Bell erano sposati dal 1953 e prima di creare Beautiful avevano creato Febbre d’amore nel 1973. La soap va ancora in onda sulla Cbs. Ma il vero successo lo devono a Beautiful, considerata la soap opera più vista al mondo e trasmessa in circa cento paesi. In Italia è sugli schermi tivù dal 1990, inizialmente fu trasmessa dalla Rai poi dal 1994 è ininterrottamente su Canale 5. Protagonista è la famiglia Forrester, proprietaria di una casa di moda.
Negli anni, Beautiful ha vinto 31 Daytime Emmy Awards di cui 3 consecutivi come Miglior serie drammatica del daytime.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Met celebra 150 anni con mostra su moda e tempo
Sincronicita’ e diacronia in 120 capi dal 7 maggio a NY
NEW YORK
27 febbraio 2020
19:27
– Charles Baudelaire, Henri Bergson e Virginia Woolf di Orlando: tre mostri sacri del sapere con visioni diverse del tempo. “About Time”, la prossima mostra del Constume Institute del Metropolitan di New York all’insegna di sincronicita’ e diacronia, e’ stata presentata a Parigi in occasione della settimana della moda.
“La moda ci insegna a raccontare diversamente il tempo. Ci mostra che il tempo e’ piu’ di quel che puoi contare sulle dita di una mano o sulle lancette dell’orologio”, ha detto il curatore Andrew Bolton illustrando la filosofia della rassegna davanti all’enorme orologio del Musée d’Orsay, al suo fianco Nicholas Guesquiere di Louis Vuitton, il direttore del Met, Max Hollein e Anna Wintour.
La mostra aprira’ il 7 maggio in coicidenza con le celebrazioni per i 150 anni del museo sulla Quinta Strada: un anniversario che ha offerto lo spunto per una riflessione sulla natura della longevita’ nella moda – arte la cui natura effimera fa si’ che sia un barometro culturale eccezionalmente sensibile – vista attraverso le ricche collezioni del Met.
La mostra sara’ essa stessa un orologio, costruito da due set di 60 capi articolati lungo un arco temporale dal 1870 a oggi.
L’orologio avra’ due funzioni: raccontare il tempo in senso lineare, ma fare anche da cronometro per un viaggio nel tempo che consentira’ ai visitatori di fare salti in avanti e all’indietro quando i ‘ritorni di moda nella moda’ lo permetteranno. Appuntamento dunque al Met il 7 maggio per la mostra e il 4 per il gala che la precede: con Anna Wintour e Ghesquiere, madrine e padrini del red carpet dell’anno saranno Lin-Manuel Miranda, Meryl Streep e Emma Stone.
Vargas, L’umanità in pericolo
Invito all’azione per salvare pianeta da catastrofe ambientale
28 febbraio 2020
10:30
FRED VARGAS, L’UMANITA’ IN PERICOLO.  FACCIAMO QUALCOSA SUBITO (Einaudi, pp.224, 17 Euro). Siamo in piena emergenza ambientale, il tempo per tergiversare è finito e la catastrofe è ormai inarrestabile: ecco perché tutti sono chiamati all’azione, proprio in vista di un pericolo riguarda ognuno di noi, nessuno escluso. E’ questo il forte grido d’allarme lanciato da Fred Vargas nel libro “L’umanità in pericolo”, edito da Einaudi, nel tentativo di risvegliare la nostra coscienza e sensibilizzarci sul tema ambientalista.
Ricercatrice di archeozoologia e autrice della serie poliziesca con il commissario Adamsberg, Vargas ha abbandonato momentaneamente i panni di giallista abbracciando l’idea di scrivere questo saggio dopo il successo di un suo breve testo, scritto nel 2008, e rilanciato da Charlotte Gainsbourg all’inaugurazione della Cop24, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici nel dicembre 2018.
Partendo da quella esperienza, l’autrice ha iniziato una lunga serie di ricerche approfondite, muovendosi tra dati scientifici, rapporti ufficiali, notizie ottenute da associazioni e Ong, per cercare di comprendere i tanti tasselli che compongono il quadro della “salute” generale del nostro pianeta, scoprendo che le cose sono molto più gravi e complesse di quello che sembra in superficie. Utilizzando il filtro dell’ironia e un linguaggio accessibile e molto diretto, ma fornendo dati e informazioni dettagliate anche complesse, Vargas ci offre un quadro purtroppo desolante, sottolineando quanto la responsabilità dell’inquinamento globale non sia solo dei governi e delle lobby, ma anche dei cittadini che hanno voltato la testa dall’altra parte.
Dalle emissioni di gas serra all’esaurimento delle risorse non rinnovabili, dalle deforestazioni all’allevamento e all’agricoltura intensivi, dallo spreco di acqua all’inquinamento degli oceani: Vargas non risparmia nessuna delle nefandezze compiute a danno della Natura, ma non dimentica mai di contrapporre a ogni crimine commesso dall’uomo anche le possibili azioni riparatrici, anche partendo dal singolo cittadino, dal riciclo alla riduzione della produzione di rifiuti, dal consumo di prodotti bio alla rinuncia all’automobile in favore dei mezzi pubblici, fino alle petizioni, alle manifestazioni, alle elezioni nelle istituzioni dei rappresentanti più sensibili al tema.
Non mancando mai di sottolineare “l’inverosimile inerzia dei nostri governanti” e indicando anche quali strade potrebbero essere percorse dai governi in tutto il mondo per iniziare a guarire il pianeta, Vargas scrive un libro denso e urgente, che definisce chiaramente i confini della catastrofe in cui inesorabilmente ci troveremo tutti se non iniziamo ad avere il coraggio di invertire la rotta e, come recita il sottotitolo, “non facciamo qualcosa subito”.
Spada 5000 anni fa in Isola degli Armeni a Venezia
Scoperta da dottoranda Ca’ Foscari, donata nel XIX secolo
VENEZIA
28 febbraio 2020
11:57
– Una spada di 5000 anni fa, tra le più antiche armi anatoliche al mondo, è stata scoperta da una dottoranda dell’Università di Ca’ Foscari, Vittoria Dall’Armellina, nel monastero dell’Isola di San Lazzaro degli Armeni, a Venezia. L’arma è custodita nel Museo di San Lazzaro; si tratta di una piccola spada, collocata in una vetrina insieme a oggetti di epoca medievale. La spada però risulta tipologicamente molto simile ad alcune armi risalenti a circa cinquemila anni fa rinvenute all’interno del Palazzo Reale di Arslantepe, nell’Anatolia Orientale, ritenute le più antiche del mondo. Anche al museo di Tokat (Turchia) era stata riconosciuta una spada della stessa tipologia, proveniente dalla regione di Sivas, che presenta notevoli somiglianze con l’esemplare di San Lazzaro.
Le analisi scientifiche confermano: la spada è simile a quelle più antiche del mondo, che risalgono al 3000 a.C., non solo nella forma ma anche nella composizione della lega. Arriva da Trebisonda a Venezia, donata da un mercante d’arte e collezionista, tale Yervant Khorasandjian, nella seconda metà dell’Ottocento, così come attesta una busta. I reperti tra cui la spada furono rinvenuti in una località chiamata Kavak.
Le analisi sulla composizione del metallo dicono che è di rame arsenicato, una lega di rame e stagno frequentemente utilizzata prima della diffusione del bronzo. Questo dato, e la marcata somiglianza con le spade gemelle di Arslantepe, hanno permesso di datare con sicurezza il reperto tra la fine del IV e l’inizio del III millennio a.C. e di confermare la sua pertinenza a una tipologia piuttosto rara.
Oltreoceano, esce il nuovo singolo di Gianluca Sciortino
Si risvegliò da coma ascoltando Venditti, ora pubblica nuovo album
28 febbraio 2020
13:36
Si intitola “Oltreoceano” il nuovo singolo di Gianluca Sciortino, in uscita la prossima settimana sui digital store. Da sopravvissuto a cantautore, la vita di Gianluca è sempre più incentrata sulla musica, la stessa che lo aiutò nel ritorno alla vita. E’ nota la sua storia, raccontata anche in una fiction di Rai1, che racconta il risveglio dal coma ascoltando una canzone di Antonello Venditti, ‘Dimmelo tu cos’è’.
‘Oltreoceano’ anticipa il nuovo album omonimo che conterrà otto tracce ed uscirà in primavera. Con ‘Musica per la vita’, a favore della Musicoterapia, Gianluca è testimonial della lotta per il superamento delle difficoltà fisiche e psicologiche. Non si stanca mai di definire la vita “un bene prezioso” e, nei suoi concerti, invita spesso i giovani a non rovinarsela con comportamenti dannosi.
Da Tony Esposito ai Dik Dik, tanti artisti in questi anni hanno supportato ed incoraggiato l’attività musicale di Sciortino. Il papà di Gianluca, Pino, vide esibirsi in un locale di Modena, tanti anni fa, un giovane cantautore. Interpretava ‘Per una lira’ ed apriva un concerto dei Dik Dik. Era Lucio Battisti. In un teatro di Marano, vicino Napoli, come buon auspicio per il suo percorso futuro, i Dik Dik hanno invitato Gianluca a fare la stessa cosa, in ricordo di quell’episodio.
Con la collaborazione costante, nelle sue composizioni e produzioni musicali, del papà Pino e del maestro Mario Simeoli, Gianluca continua a scrivere brani ricchi di significati. Il nuovo album è dedicato agli italiani costretti con rammarico ad andare all’estero (e altrettanto spesso protagonisti di grandi successi) con un particolare pensiero rivolto a chi desidera invece un futuro nel proprio Paese avendo il diritto di mettere a frutto le proprie competenze.
Clara Galante e i suoi gioielli ispirati dal teatro
Collane e monili dai personaggi interpretati sulla scena
28 febbraio 2020
14:19
– C’è la collana ispirata a Medea e il laccio nato interpretando Irene Brin, oppure il girocollo creato mentre vestiva i panni di Giovanna D’Arco, nella mostra intitolata Ethereal Creature – Opere da Indossare, che mette in scena in una galleria di Roma i gioielli creativi ispirati al teatro della talentuosa Clara Galante, attrice, regista, autrice, protagonista del teatro italiano, interprete di alcune tra i personaggi femminili più iconici della storia del teatro.
Motivi di Unione è il nome del progetto dove i personaggi portati in scena si fanno gioiello. Gioiello e personaggio in cerca della giusta intonazione della voce, del fluido movimento della mano, della decisione di un passo, della velocità delle lacrime e della luce di uno sguardo: Medea, Etty Hillesum, Irene Brin, Marina Cvetaeva, Giovanna d’ Arco, Clitennestra ed altre.
Clara nelle pause delle prove, nelle attese dei camerini, a volte intreccia fili di lana, a volte ribatte rame e fissa antiche gemme, unisce gomme naturali e aggiunge oggetti della vita dei personaggi che porta sulla scena. In questi pezzi unici, l’artista restituisce alla vita preziosa di ognuna, nuove forme di vita. Ogni gioiello è un pezzo unico accompagnato da un testo poetico scritto a mano che aspetta di essere letto. Non poteva essere diversamente per una che l’arte e la moda ce l’ha nel dna, visto che è la cugina prediletta diel noto stilista italia-francese Maurizio Galante. “Grandi maestri mi hanno accompagnata in questo viaggio – spiega Clara – che somiglia alla vita. Peter Brook, Luca Ronconi, Vittorio Gassman, Marco Bellocchio. Da Mariangela Melato ho ereditato un flauto di Pan, diceva che la mia voce era un flauto. Da Ronconi, il privilegio di stargli accanto come attrice, assistente, amica e la donna che lo faceva ridere. Da Peter Brook, ho avuto in dono un peplo rosso con cui mi battezzó dicendo ‘non è il lavoro che ti farà grande, sei tu che farai grande il lavoro’. Di Valentina Cortese restano l’amore, l’ironia, e l’eleganza del cuore e un paio di plateau suoi, realizzati a mano, forse un regalo di Fellini”.
Jody Cecchetto, do il 100% tra tv, radio e social
Figlio d’arte, attore e webstar su DeaKids con Ready Music Play
28 febbraio 2020
14:48
– Un’amichevole battaglia di lip sync (cioè far finta di cantare una hit di ieri o di oggi in playback, a volte anche costruendoci sopra una coreografia) nella quale si sfidano quattro giovani influencer popolari sul web, Sofia Dalle Rive, Caterina Cantoni, Virgitsch e Giulia Savulescu. Il terreno di gioco è “Ready Music Play!” ripartito con nuove puntate dal 24 febbraio ogni lunedì alle ore 14.10 su DeaKids (in esclusiva su Sky al canale 601). A condurre c’è il 25enne Jody Cecchetto (figlio di Claudio), che ha già dimostrato di sapersi muovere su tutti i media dalla (web) radio, con il suo programma, in diretta ogni giorno su Rds Next al fare l’attore in serie teen (Alex & Co, Maggie & Bianca) e più adulte (Non uccidere), senza dimenticare internet. Tra gli ultimi successi il canale you tube di Anthony IPant’s (nome d’arte di Antonino Pantò, classe 1994), che in trio con Jody Cecchetto e Antonino Reale (Red Nose) commenta reality e tv trash (da Ciao Darwin a La pupa e il secchione) ottenendo milioni di visualizzazioni.
“Mi è piaciuto il progetto di Ready Music Play! Perché unisce il concetto di sfida e di gioco – spiega Jody Cecchetto – è puro divertimento, anche perché nel corso degli episodi si scambiano le coppie che si affrontano con diverse canzoni, outfit e background. Tra tutti noi c’è un’interazione molto naturale, vengono fuori delle gag carine e inaspettate”. Un programma come questo che unisce nuovi media e televisione “è un tentativo per me riuscito di avvicinare generazioni diverse davanti alla tv. Ci sono elementi classici e ripensati come la mia cover aggiornata del Gioca Jouer (il grande successo lanciato dal padre Claudio nel 1981) rivisto con le parole e i gesti legati al web e ai social. C’è un incontro di linguaggi che può far dialogare genitori e figli”. Poi il lip sync è una forma di divertimento che domina sui social: “basti pensare a TikTok, che prima, quando si chiamava Musical.ly, era quasi esclusivamente fatto di lip sync”.
Coronavirus: nuovo murales, il bacio di Hayez con l’amuchina
Firmato dallo street artist Tvboy e pubblicato sui social network
28 febbraio 2020
17:30
“L’Amore ai tempi del Co…vid-19”. Questo il titolo del nuovo murales firmato dallo street artist Tvboy e pubblicato sui social network. Nell’opera compaiono i due protagonisti del celebre ‘Bacio’ di Francesco Hayez con tanto di mascherina e Amuchina nelle mani contro il coronavirus. La didascalia è accompagnata dall’hashtag #MilanoNonSiFerma. Presumibilmente il murales si trova nel capoluogo lombardo anche se l’autore non lo specifica.
Strega: Ballestra e Barone tra nuove segnalazioni
Arrivano a 35 i titoli proposti
28 febbraio 2020
16:14
– A pochi giorni dal termine, il 3 marzo, per presentare le segnalazioni al Premio Strega 2020, crescono le proposte degli Amici della Domenica che arrivano a 35 titoli.
I cinque nuovi libri pubblicati sul sito del premio http://www.premiostrega.it sono: Luciano Curreri con ‘Volevo scrivere un’altra cosa’ (Passigli), proposto da Alessandro Barbero; Cynthia Collu con ‘L’amore altrove’ (DeA Planeta), proposto da Ferruccio Parazzoli; Raffaele Mozzillo con ‘Calce. O delle cose nascoste’ (effequ), proposto da Filippo La Porta; Silvia Ballestra con ‘La nuova stagione’ (Bompiani), proposto da Loredana Lipperini e Marta Barone con ‘Città sommersa’ (Bompiani), proposto da Enrico Deaglio.
L’annuncio della dozzina sarà il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 10 giugno, quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo.
La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.
Restaurato Terrazzo di Giunone, torna anche Putto Verrocchio
Sala che un tempo fu loggiato in Palazzo Vecchio
FIRENZE
28 febbraio 2020
16:42
– Completato il restauro del ‘Terrazzo di Giunone’, sala attigua alla salone degli Elementi di Palazzo Vecchio a Firenze nella quale è stato riposizionato il ‘Putto con delfino’ del Verrocchio, anch’esso restaurato nei mesi scorsi. I lavori, costati circa 60mila euro, sono stati presentati oggi. Il Terrazzo di Giunone, portato a compimento nel 1557, si presenta come una stanza di modeste dimensioni, ma è così chiamato perché in origine era una loggia con colonne che si affacciava sul versante nord-orientale della città.
Successivamente fu chiuso a seguito di interventi di ampliamento del palazzo. Dal secolo scorso, è stato spiegato, ospita al centro il celebre Putto del Verrocchio, icona di Palazzo Vecchio, capolavoro di una delle personalità artistiche più importanti del ‘400 fiorentino.
Gli affreschi del Terrazzo di Giunone presentavano estese ridipinture, numerose ricostruzioni e stesure di colle e resine di varia natura, frutto di interventi di restauro precedenti. E’ stato così necessario un intervento di pulitura, preceduto dal preconsolidamento delle scaglie decoese, finanziato da Friends of Florence. E’ tornato al suo posto anche il Putto del Verrocchio restaurato lo scorso anno in occasione della mostra a Firenze su Verrocchio. Anche l’impianto di illuminazione della sala è stato completamente rivisto.
Dopo tre anni esce nuovo singolo di Lady Gaga
‘Stupid Love’ accompagnato da video girato con iPhone 11 Pro
NEW YORK
29 febbraio 2020
10:29
Dopo tre anni di attesa esce il nuovo singolo di Lady Gaga. L’annuncio è stato fatto dalla stessa pop star, che, oltre ad un fermo immagine, ha condiviso sui social media e sul suo canale su YouTube anche il video che accompagna la canzone.
Il filmato, girato interamente con un iPhone 11 Pro, mostra Little Monsters come un’eroina extraterrestre tutta in rosa.
L’ultimo singolo di Gaga, ‘The Cure’, è uscito nell’aprile del 2017, nel frattempo ha lavorato alla colonna sonora del film ‘A Star is Born’ e ha firmato un contratto di due anni per una residency al Park MGM in Las Vegas.
47 mostre ed eventi, il ricco 2020 di Roma
Dai Marmi Torlonia a Villa Borghese
29 febbraio 2020
10:25
Sarà un 2020 pirotecnico per musei comunali di Roma. I Marmi Torlonia, l’ arte contemporanea a Villa Borghese, la storia della città dalla Breccia di Porta Pia alla Prima Guerra Mondiale come focus per le celebrazioni dei 150 anni di Roma Capitale, la grande archeologia dell’ Urbe Repubblicana, sono tra gli appuntamenti di maggior spicco del calendario di 47 mostre che coinvolgeranno le sedi espositive del sistema capitolino. Luca Bergamo, vicesindaco con delega alla Crescita Culturale, presentando il programma nella Centrale Montermartini, ha messo in luce il risultato del lavoro di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della città: “Dal 2016 al 2019, ad eccezione di una lieve flessione nel 2018, c’è stato un aumento costante dei frequentatori del sistema museale, passato da un milione e 700 mila a due milioni e 70 mila ingressi”.
Il calendario messo a punto con la Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali diretta da Maria Vittoria Marini Clarelli e con Zetema, punta a rafforzare la tendenza, a partire appunto dalla mostra più attesa, “I marmi Torlonia. Collezionare capolavori”, promossa con il Ministero dei Beni Culturali e la Fondazione Torlonia, in programma dal 4 aprile al 10 gennaio 2021 a Palazzo Caffarelli, recuperato come spazio espositivo dei Musei Capitolini dopo 55 anni di chiusura e inaugurato per l’ occasione. “E’ un evento di importanza mondiale – ha detto Bergamo -. L’ allestimento è curato dallo studio Chipperfield ma la disposizione degli ambienti è opera della Sovrintendenza capitolina”. Per “Back to Nature”, dal 23 aprile a dicembre nel Parco dei Daini di Villa Borghese, saranno installate grandi opere realizzate da artisti internazionali, da Mario Merz a Edoardo Tresoldi, Mimmo Paladino, Grazia Toderi, Andreco e Davide Rivalta. Arte contemporanea protagonista anche con l’esposizione “Shepard Fairey. 3 Decades of dissent” alla Galleria d’ Arte Moderna (13 giugno-11 ottobre) con i lavori di Fairey, uno degli artisti di Urban Art più conosciuti a livello globale, accostati alle opere della Galleria. Le grandi trasformazioni della città tra il 1870 e il 1915 – che passò da 250 mila abitanti a 500 mila – saranno sarà al centro della mostra a Palazzo Braschi (novembre 2020-marzo 2021) , Dalla Breccia di Porta Pia la vita quotidiana dei romani sarà raccontata da filmati e fotografie rare come quelle degli ospedali allestiti a Villa Torlonia per i soldati feriti.
I Musei Capitolini, a Palazzo Caffarelli, ospiteranno dal 12 marzo al 13 settembre “Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi”, esposizione di dipinti caravaggeschi della raccolta del grande storico dell’arte, nella ricorrenza dei 50 anni dalla morte. Degli scavi voluti da Bonaparte a Roma, intesi come strumento di propaganda imperiale, parla la mostra Napoleone e l’archeologia in programma da ottobre 2020 a marzo 2021 ai Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali. Altro appuntamento di rilievo, La Roma della Repubblica – secondo capitolo del ciclo “Il racconto dell’archeologia” inaugurato nel 2018 con la “Roma dei re” – da settembre/ottobre 2020 a luglio 2021 a Palazzo Caffarelli ai Musei Capitolini. E ancora, La collezione di giocattoli di Roma Capitale al Museo di Roma a Palazzo Braschi dal 29 aprile all’11 ottobre 2020; nella Centrale Montemartini da settembre 2020 fino marzo 2021 i Mosaici delle Collezioni Capitoline. La Galleria d’Arte Moderna dal 28 ottobre al 16 febbraio 2021 racconterà le trasformazioni dell’immagine maschile nell’arte fra secondo Ottocento e inizio del XXI secolo nella mostra “Ciao maschio! Volti, potere e identità dell’uomo contemporaneo”. Per la fotografia il Museo dell’Ara Pacis proporrà il lavoro del grande Josef Koudelka in “Radici”, dal 1 ottobre al 31 gennaio. Il Museo di Roma in Trastevere da maggio in collaborazione con RAI Teche e con il Comune di Milano grande mostra sugli interpreti di spicco della fiction italiana dagli anni ’50.
Infine, al Museo Civico di Zoologia sarà protagonista a settembre-ottobre ‘La vita delle Api’.
Fondazioni liriche: Cdi conferma Colabianchi a Cagliari
Atteso l’ok del ministro Franceschini, poi scelta del direttore
CAGLIARI
28 febbraio 2020
18:04
– Si sblocca l’impasse al Teatro Lirico di Cagliari: il Consiglio di indirizzo ripropone il nome di Nicola Colabianchi per il ruolo di Soprintendente. Per la nomina ufficiale ora dovrà però attendere l’ok del ministro della cultura Dario Franceschini. Il compositore e direttore d’orchestra in realtà era già stato indicato dal Cdi e poi confermato dal governo lo scorso novembre. Ma il suo mandato portava una data di scadenza, 22 dicembre 2019. Colabianchi è rimasto in sella anche per i successivi quarantacinque giorni di prorogatio. Ma poi è stato costretto a fare momentaneamente le valigie.
Così dallo scorso 6 febbraio il Teatro è rimasto senza guida, scatenando le preoccupazioni dei sindacati. La situazione si è sbloccata con la nomina del componente del Cdi indicato dal ministero, Pino Calledda. A quel punto il presidente della Fondazione, il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, ha potuto fissare la data del nuovo Consiglio. E oggi c’è stata la svolta.
Prima è stato scelto il quinto componente del Consiglio, Giandomenico Sabiu. Poi si è passati all’indicazione del numero uno. E la scelta è caduta su Colabianchi. Ora, dopo il sì di Franceschini, spetterà al Soprintendente nominare il nuovo direttore artistico.
Berlino, stasera l’Orso d’oro e Rasoulof spariglia i giochi
C’è anche l’Italia in corsa con Favolacce ed Elio Germano per i premi della 70/a edizione
29 febbraio 2020
10:27
Stasera la premiazione del Festival di Berlino.  Come spesso accade nell’ultimo giorno ai festival arriva il film che spariglia tutto. Si tratta di THERE IS NO EVIL di Mohammad Rasoulof, film composto da quattro storie che sono un vero pugno allo stomaco al regime iraniano. Di scena la pena di morte in un regime e la responsabilità individuale. Per il resto, cinque i film in corsa: DAU. NATASHA di Ilya Khrzhanovskiy e Jekaterina Oertel; l’indie movie con aborto, NEVER RARELY SOMETIMES ALWAYS di Eliza Hittman; l’onirico UNDINE di Christian Petzold; MY LITTLE SISTER di Stéphanie Chuat e Véronique Reymond, film tra dolore e teatro e infine, in pole position, il nostro FAVOLACCE di Damiano e Fabio D’Innocenzo. Sul fronte Italia VOLEVO NASCONDERMI di Giorgio Diritti potrebbe correre per l’Orso al miglior attore da assegnare ad Elio Germano che, tra l’altro, è anche uno dei protagonisti di FAVOLACCE. Tornando a DAU. NATASHA di Ilya Khrzhanovskiy ha dalla sua una singolare sperimentazione antropologica sado-maso e un progetto che ricorda un Truman Show stalinista capace di liberare le zone oscure dell’uomo. Ma è NEVER, RARELY, SOMETIMES ALWAYS di Eliza Hittman quello che mette d’accordo tutti . Di scena una storia on the road di una 17enne della Pennsylvania rurale alle prese con aborto, a New York. C’è poi UNDINE del regista tedesco Christian Petzold, tra amore, mito, fiaba e storia di Berlino e ancora un film tedesco: MY LITTLE SISTER di Stéphanie Chuat e Véronique Reymond che mescola, amore del teatro, Shakespeare, dolore, poesia e legame tra gemelli. Volano del film la performance di Lars Eidinger, attore teatrale omosessuale che si ammala di una forma di leucemia aggressiva. A lui potrebbe arrivare un meritato premio come miglior attore.
SIBERIA di Abel Ferrara porta in quota l’Italia al 70%, anche se non ha avuto buona accoglienza da parte della stampa estera, ma alcune immagini come quella del sole nero in una grotta sono rimaste nel cuore di molti.
Restaurato Terrazzo di Giunone, torna anche Putto Verrocchio
E’ sala che un tempo fu loggiato in Palazzo Vecchio
FIRENZE
28 febbraio 2020
19:54
– Completato il restauro del ‘Terrazzo di Giunone’, sala attigua alla salone degli Elementi di Palazzo Vecchio a Firenze nella quale è stato riposizionato il ‘Putto con delfino’ del Verrocchio, anch’esso restaurato nei mesi scorsi. I lavori, costati circa 60 mila euro, sono stati presentati oggi. Il Terrazzo di Giunone, portato a compimento nel 1557, si presenta come una stanza di modeste dimensioni, ma è così chiamato perché in origine era una loggia con colonne che si affacciava sul versante nord-orientale della città.
Successivamente fu chiuso a seguito di interventi di ampliamento del palazzo. Dal secolo scorso, è stato spiegato, ospita al centro il celebre Putto del Verrocchio, icona di Palazzo Vecchio, capolavoro di una delle personalità artistiche più importanti del ‘400 fiorentino.
Muciaccia torna in tv con La Porta segreta
Mister “Art Attack” su Rai2 con programma divulgazione ogni sabato
28 febbraio 2020
20:02
“Fatto”? Per la generazione dei bambini nati a cavallo del nuovo millennio era per tutti mister Art Attack. Ha insegnato a quelli che oggi sono diventati giovani uomini, come disegnare, incollare attaccare, divertendosi. Le loro mamme e i loro papà devono a Giovanni Muciaccia moltissimo, perchè con la sua serenità, faccia da bravo ragazzo, e manualità, riusciva a catturare l’attenzione di molti bimbi, anche i più distratti o monelli, non certo con i video giochi o immagini violente ,  davanti alla tv (Disney Channel, Rai 2 e infine su Rai Yoyo) ma tramite semplici lavoretti fatti in casa di grande ingegno, l’imporante era però avere sempre a portata la colla vinilica e cartonici colorati. Ora Muciaccia a 50 anni – che vanta nel suo palmares anche l’imitazione di Fiorello – a distanza di anni, torna con un nuovo programma itinerante e di divulgazione culturale nel sabato di Rai2: “La Porta Segreta”, in onda alle 17.10. Un nuovo format che accompagnerà i telespettatori a scoprire i luoghi più curiosi e misteriosi delle città italiane attraverso delle porte che consentiranno al conduttore di viaggiare nel tempo e nello spazio, seguendo il filo rosso del tema di puntata.
Affiancato da esperti d’arte, scrittori, attori, esploratori urbani, Giovanni seguirà percorsi inediti per raccontare, tra arte, architettura e storia, la straordinaria ricchezza del nostro territorio, in un modo originale e accattivante. I temi delle puntate spazieranno nei generi e andranno dalle mummie ai fantasmi dal cibo alla passione, dalle vie dell’acqua alla figura di Maria di Nazareth vista attraverso lo sguardo dei fedeli, i luoghi di culto e le opere d’arte classica e urbana, come la Madonna con la pistola di Banksy a Napoli.
Protagonisti della prima puntata saranno i fantasmi, misteriose entità soprannaturali a cui da sempre, in ogni cultura, gli uomini hanno creduto. Ma cosa sono i fantasmi? Esistono prove della loro esistenza? Per approfondire uno dei temi più affascinanti del paranormale, Giovanni Muciaccia guiderà i telespettatori in un viaggio attraverso varie città italiane, in luoghi fortemente evocativi e simbolici. Nel Palazzo Barberini di Roma verrà evocato il fantasma di Beatrice Cenci, la cui tragica storia rivivrà al cospetto del celebre ritratto che ne fece Guido Reni; un teschio conservato tra i reperti del Museo di Anatomia di Napoli offrirà lo spunto per raccontare la storia maledetta di Giuditta, l’impiccata della Vicaria; a Milano, invece, un’apparizione femminile affascinante e fatale ci farà scoprire la nera leggenda della dama velata del Parco Sempione. E, visto che ancora oggi c’è chi cerca di dimostrare scientificamente l’esistenza degli spettri, seguiremo un gruppo di “Cacciatori di fantasmi”, che cercano di rilevare la presenza degli spiriti grazie a una strumentazione tecnologica all’avanguardia. Anche la Chiesa riconosce la validità di alcuni segnali provenienti dall’aldilà e per questo Don Davide Banzato ci racconterà in quali modi concreti possono manifestarsi a noi le anime del Purgatorio. Infine, lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni racconterà come ha creato il fortunato personaggio del Commissario Ricciardi, l’indagatore che vede i fantasmi delle persone uccise. “La porta segreta” è un programma di Carlotta Ercolino, Davide Fiorani, Lillo Iacolino, Giovanna Serpico condotto da Giovanni Muciaccia, con la regia di Andrea Menghini e Manola Romizi.
Shock ai César, premiato Polanski, Adele Haenel se ne va
Proteste prima della cerimonia, fischi e imbarazzo in sala
PARIGI
29 febbraio 2020
13:35
Finisce con una premiazione shock la cerimonia della consegna dei César, gli Oscar francesi, profondamente segnata quest’anno dalla polemica per il record di nomination a Roman Polanski, regista di ‘J’accuse’ accusato di violenze sessuali. Preso di mira dalla contestazione, Polanski – assente – ha vinto il premio come miglior regista, accolto da grida e fischi in sala. Mentre Adele Haenel, l’attrice di Ritratto della Giovane in Fiamma di Celine Sciamma, diventata simbolo del nuovo “metoo” francese, abbandonava la sala gridando.

Il colpo di scena era nell’aria: tutte le 4 ore di cerimonia sono trascorse fra silenzi e battute della presentatrice Florence Foresti e dei vari vip dello spettacolo chiamati sul palco a consegnare i premi. Fra di loro Chiara Mastroianni e Fanny Ardant (premiata come miglior attrice non protagonista per ‘La belle epoque’).

Prima della cerimonia, fuori dalla Salle Pleyel di Parigi si sono radunate un centinaio di persone per contestare il record di 12 nomination al film di Polanski, diventato ormai un bersaglio della contestazione delle donne in Francia. Il regista franco-polacco, 86 anni, è da anni ricercato dalla giustizia americana nell’ambito di un procedimento per corruzione di minorenne cominciato nel 1977. Di recente, lo stesso Polanski è stato oggetto di nuove accuse di violenze sessuali da parte della fotografa francese Valentine Monnier, che sostiene di essere stata da lui picchiata e violentata nel 1975 in Svizzera quando aveva 18 anni. Come lei, altre donne hanno accusato Polanski di violenze negli ultimi anni per fatti che sono risultati tutti prescritti.

Bersagliato dalle accuse, Polanski ha fatto sapere alla vigilia della cerimonia che non sarebbe stato presente. Dopo di lui, tutta la produzione e il cast del film ha deciso di non essere presente. Le nomination avevano già scosso fin nel profondo il mondo del cinema francese, tanto che l’intera direzione del premio César, gli Oscar francesi, aveva dovuto rassegnare le dimissioni. All’annuncio del premio per la miglior regia – eventualità che il ministro della Cultura aveva già definito “un simbolo negativo” – gli occhi di tutti sono andati verso Adele Haenel, l’attrice protagonista de “La jeune fille en feu”. Lei, diventata il simbolo della protesta del nuovo cinema francese del dopo #meetoo dopo aver denunciato le molestie del regista Christophe Ruggia quando era una adolescente, si è alzata ed ha lasciato la sala gridando indignata. Dietro di lei, la regista del film, Celine Sciamma.
In sala Doppio sospetto, la paura della normalità
Dal Belgio un noir hitchcockiano al femminile di Masset-Depasse
29 febbraio 2020
10:48
– La vera paura sta nella normalità anche senza buio, musica inquietante e porte che sbattono. Per riuscire a fare questo bisogna conoscere bene la grammatica del thriller come è per Olivier Masset-Depasse già regista del pluripremiato Illégal. In questo caso il cineasta belga con ‘Doppio sospetto’, confermato in sala dal 27 febbraio con Teodora, guarda però dichiaratamente ai film di Hitchcock per raccontare un noir ricco di suspence dove la donna è protagonista soprattutto in qualità di madre. Siamo all’inizio degli anni Sessanta, e Alice (Veerle Baetens attrice di Alabama Monroe) e Céline (Anne Coesens) due quarantenni che abitano con i loro figli e mariti in due villette a schiera gemelle. Le due donne sono poi molto amiche fino a quando succede una terribile disgrazia. Alice assiste infatti, senza poter fare nulla, alla morte accidentale di Maxime, il figlio unico di Céline avuto, tra l’altro, dalla coppia con molte difficoltà. È davvero un incidente, ma Céline soffre troppo per ragionare davvero e così crede sempre più che Alice sia colpevole. Inizia così lentamente a covare un odio nascosto dietro i suoi molti sorrisi. “Dal momento in cui ho finito di leggere il romanzo ‘Derrière la haine’ di Barbara Abel sapevo che ne avrei tratto un film”,- dice il regista di questo film che ha conquistato nove premi Magritte, l’Oscar del Belgio.
I ‘Giovanissimi’ di Alessio Forgione
Secondo romanzo dello scrittore segnalato a Premio Strega 2020
02 marzo 2020
14:15
ALESSIO FORGIONE, GIOVANISSIMI (NN, PP 220, EURO 16,00). Marocco, che avevano incontrato di sfuggita in ‘Napoli mon amour’, il romanzo d’esordio di Alessio Forgione, torna nel secondo libro dello scrittore napoletano e diventa il protagonista di ‘Giovanissimi’ segnalato al Premio Strega 2020 da Lisa Ginzburg.
Chiamato così per “la sua caranagione scura, la pelle olivastra, ma soprattutto per i capelli ricci”, Marocco ha 14 anni, frequenta la prima liceo ma della scuola non gli importa nulla, si muove nella periferia napoletana ed esce raramente dal quartiere in cui vive. Si porta nel cuore un dolore terribile, l’abbandono della madre che non ha più dato notizie di se. Ha molta rabbia dentro e neppure gli allenamenti sul campo di calcio e i suoi risultati promettenti riescono a placarlo.
Forgione, 34 anni, che nel primo libro ha seguito i consigli del suo mito letterario, Raffaele La Capria, in ‘Giovanissimi’ fa un salto indietro nel tempo e ci porta alla fine degli Anni Novanta dopo averci raccontato i trentenni di oggi.
“In ‘Napoli mon amour’ Marocco fa un’apparizione. Entra in un bar e dice delle cose sul Napoli che Amoresano, il protagonista del mio primo romanzo, non condivide. Il calcio, comunque non è così importante in questo libro. Marocco gioca per riempire le giornate e non dice mai qual è la sua squadra preferita.
Racconta invece perchè gli piace Dylan Dog o i fumetti dedicati a fenomeni paranormali. E’ un ragazzo di periferia della fine degli anni Novanta e vive nello stesso quartiere di Amoresano ma i due libri, nonostante abbiano molti collegamenti, sono indipendenti. Possono essere letti separatamente” spiega Forgione che è partito dai trentenni di oggi per poi andare a vedere perchè sono diventati così.
“Quando si scrive si tende ad andare indietro piuttosto che stare al passo con i tempi. E poi a me interessava parlare degli adolescenti degli anni Novanta. Tutti diventiamo adulti a modo nostro, ma nell’adolescenza siamo stati tutti un po’ riottosi, in conflitto con i genitori” dice Forgione che racconta, anche questa volta in prima persona, con uno stile più maturo, sei-sette mesi di vita del protagonista di ‘Giovanissimi’.
La precarità e fragilità esistenziale sono di nuovo i sentimenti dominanti: “Marocco sembra duro e violento, cerca di convincersi che è una persona forte e invece scopre di essere sensibile, fragile, buono, tutt’altro che duro. Vive solo con il padre, è stato abbandonato dalla madre. Ha una ferita profonda fino a quando non conosce Serena, una ragazzina molto energica, entusiasta e si abbandona al primo amore” racconta lo scrittore che vive in una famiglia unita, con una madre sempre presente.
“Non so perchè ho pensato all’abbandono della madre, è una cosa subconscia, per nulla autobiografica, ma serviva alla storia una ferita tragica” spiega. E c’è un colpo di scena finale con una conclusione aperta della storia. Ma una certezza c’è: “Marocco ha imparato ad amare” sottolinea Forgione che è felice di essere stato proposto allo Strega. “Sono orgoglioso ma il percorso è molto lungo e non mi aspetto nulla. Lisa Ginzburg mi ha fatto una bellissima presentazione e spero che il libro continui il suo cammino” afferma. “Romanzo/silloge delle regole più feroci che ritmano l’ingresso all’età adulta: storia la cui potenza risiede nello sguardo e la voce di un protagonista che occupatissimo a decifrare se stesso, trova spazio tuttavia per far parlare ciascuno. Con quella empatia autentica che è intimamente connaturata solo ai veri scrittori” così ne parla la Ginzburg nella presentazione.
Intanto ‘Napoli mon amour’ “debutta in teatro il 23 aprile al Mercadante di Napoli in un adattamento con tre attori in scena e sto già pensando a un nuovo romanzo in cui voglio incrociare tutti i personaggi” annuncia lo scrittore che è tornato a vivere a Napoli dopo un periodo a Losanna, ma vedremo se gli piacerà.
Coronavirus: a teatro con 1 euro per battere il panico
Iniziativa dello Stabile di Bolzano per lo spettacolo con Haber
BOLZANO
29 febbraio 2020
10:53
– Contro il panico da Covid-19, il Teatro Stabile di Bolzano lancia il biglietto “last virus” ad un euro.
Con l’iniziativa si cerca di far fronte al consistente numero di defezioni degli abbonati, a causa dei timori legati alla diffusione del coronavirus, alle repliche dello spettacolo “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller, diretto da Leo Muscato ed interpretato da Alessandro Haber. Lo spettacolo sarà in scena nel teatro bolzanino fino a domenica primo marzo.
Il biglietto “antipanico”, spiega una nota dello Stabile, è “un invito alla cittadinanza a stemperare il clima allarmistico di questi giorni” ed allo stesso tempo “si propone di estendere a un pubblico più vasto la possibilità di gustarsi un caposaldo della letteratura internazionale”.
I venti anni di Futur-ism, il sito dell’ Avanguardia
Banca dati di collezionisti e opere. Miniera per musei e mostre
29 febbraio 2020
11:04
– C’ è la mano dell’ inventore di un marchio della moda molto in voga negli anni Ottanta dietro la banca dati del Futurismo, che mette a disposizione di musei e curatori di mostre oltre 1500 opere certificate e catalogate di artisti grandi e poco conosciuti affascinati dalla strada indicata da Filippo Tommaso Marinetti. Futur-ism, il sito dell’ Avanguardia, spegne quest’ anno le sue venti candeline, cambia veste grafica e festeggerà dedicando in aprile una grande mostra a Giacomo Balla, il maestro indiscusso del movimento. Massimo Carpi gettò le basi di questa vera miniera di capolavori nel 2000, quando già da tempo si era fatto un nome come uno tra i più importanti collezionisti italiani di arte moderna. “Il mio primo quadro – racconta – fu un Mirò senza titolo che pagai 60 milioni, quanto mi costò la casa che avevo appena comprato. L’ ho rivenduto e oggi avrà un valore di almeno tre milioni e mezzo di euro”. La sua raccolta di trofei conta oggi pezzi da novanta pezzi dei grandi maestri futuristi delle origini, Balla, Boccioni, Carrà, Russolo, Severini, ai quali si sono aggiunti i nomi di spicco degli anni Venti e Trenta, da Depero a Prampolini, Dottori, Crali , Baldessari, Tato. A consigliargli di puntare su pezzi di grande pregio fu Enrico Crispolti, autorità della critica d’arte e uno dei massimi esperti di Futurismo. “Diventai il suo ‘cocchetto’, mi consigliava in ogni modo e mi fece conoscere le figlie di Balla, Luce ed Elica. Da loro acquistai una cartolina, che ho ancora, donata dall’ artista nel 1918 al chirurgo Neuschuler che aveva operato la madre”. Carpi fece altri acquisti e quando la sua collezione ebbe un certo peso i curatori di mostre cominciarono a chiedergli opere in prestito. Pensò quindi di creare una associazione di collezionisti per facilitare la ricerca delle opere da proporre ai musei e agli organizzatori delle rassegne.
Oggi gli associati sono 150. Futuris-ism offre anche consulenza e perizie per l’ attribuzione, la certificazione e la stima delle opere ed è la memoria storica delle 155 mostre sul futurismo organizzate grazie al suo contributo”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Il Quinto Giorno, Rai nel fanta thriller sugli oceani
Rai Fiction nella coproduzione serie bestseller Frank Schätzing
29 febbraio 2020
19:40
La ribellione della vita oceanica sta per prendere forma sul piccolo schermo con una produzione realizzata in tutto il mondo, prevista per un canale tedesco ma girata in inglese per arrivare sui mercati internazionali. Rai Fiction, France Télévisions e Viaplay si uniscono a Intaglio Films, ndF e all’emittente pubblica tedesca ZDF per coprodurre il thriller Il quinto giorno. L’adattamento del bestseller di fantascienza omonimo di Frank Schätzing, tradotto in 25 lingue, sarà girato in autunno. Thriller contemporaneo composto da 8 episodi da 45 minuti, è la storia di un gruppo di scienziati che cercano di fronteggiare una scoperta shock sulla fauna acquatica: nuove forme di vita intelligenti sono presenti sul nostro pianeta, pronte a vendicarsi della devastazione del proprio habitat subita per mano dell’uomo. Showrunner della serie sono il candidato all’Oscar Mark Huffam (Il Trono di Spade, Salvate il Soldato Ryan) e il premio Emmy Frank Doelger (Il Trono di Spade), direttore creativo e responsabile della produzione di Intaglio Films, insieme a Eric Welbers di dindF e all’autore Frank Schätzing. Il premio Emmy Robert Sterne (Chernobyl, The Crown) cura il cast.
«Siamo stati in grado di riunire un cast di talenti stellari. Siamo felici della partecipazione di Mark e Robert – entrambi creatori visionari che innalzeranno ulteriormente il livello di questo progetto. Siamo inoltre entusiasti di accogliere Rai Fiction, France Télévisions e Viaplay tra i nostri partner», afferma Frank Doelger.
E’ un thriller contemporaneo in cui le anomalie e i comportamenti della fauna acquatica causano sconvolgimenti in tutto il mondo. La serie segue un gruppo di scienziati che si uniscono per fronteggiare una delle più grandi sfide che l’umanità abbia mai affrontato.
Era il 2005 quando usciva da noi il secondo (e di maggior successo) romanzo dello scrittore tedesco Frank Schätzing con il titolo Il quinto giorno, laddove quello originale, Der Schwarm ovvero Lo sciame, veniva poi intitolato in inglese con The Swarm.
Il titolo italiano si rifà al titolo dato al proprio rapporto da uno dei protagonisti, che a sua volta è una citazione biblica, ovvero il quinto giorno vennero creati il mare e i suoi abitanti.racconta di eventi innaturali come cominciano ad avvenire nel mondo marino in tutto il globo: milioni di strani vermi compaiono in fondo al mare del nord, scavandosi la strada verso del metano congelato, minacciando di destabilizzare l’intero fondale subacqueo. Sciami di molluschi marini impediscono anche alle navi più grandi di fare manovra, meduse tossiche, aragoste e balene cominciano ad attaccare gli umani sulle coste di tutto il mondo.
Così il mistero va svelandosi seguendo molteplici personaggi e trame attraverso l’intero pianeta, per scoprire cosa stia creando un fenomeno in grado di creare una vera apocalisse.
Coronavirus: Musei aperti in tutta la Sicilia, niente panico
Domani visite gratuite prima domenica mese, in deroga
PALERMO
29 febbraio 2020
11:36
– Niente panico da coronavirus in Sicilia dove domani 1 marzo, come è ormai abitudine per ogni prima domenica del mese, i musei, le aree archeologiche e i siti regionali sono aperti e ad ingresso libero (la sospensione decisa dal Mibact non riguarda la Sicilia regione autonoma). Per rendere l’offerta ancora più allettante, invitando soprattutto i siciliani ad “invadere” pacificamente i luoghi, sono numerose le proposte nei luoghi i cui servizi sono gestiti da CoopCulture. A Palermo come ad Agrigento dove sono aperti gratuitamente sia la Valle dei Templi – con un tour nelle antiche necropoli paleocristiane – che il Museo archeologico Griffo. A Palermo aperti gratuitamente fino alle 13, il Museo Archeologico Salinas e il Castello della Zisa, tra visite guidate a tema e laboratori gioco per bambini, in programma anche al Chiostro dei Benedettini a Monreale. Aperto fino alle 18 (ma con il pagamento del biglietto) l’Orto Botanico dove sarà proposta una visita guidata “green”.
Musei: chiude Marini a Pistoia, protesta
1 marzo manifestazione davanti alla sede
PISTOIA
29 febbraio 2020
13:27
– Manifestazione di protesta domani domenica 1 marzo a Pistoia, a partire dalle 11.30, contro la chiusura del museo Marino Marini di Pistoia che scatta domani.
La cooperativa che effettua il servizio di portineria del museo non sta ricevendo da qualche tempo il pagamento del servizio e ha annunciato di non essere più in grado di svolgerlo. ‘Marino muore due volte’, il titolo dell’iniziativa alla quale è annunciata la presenza del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, dell’assessore toscano Federica Fratoni, degli ex dipendenti della struttura con i sindacati, oltre ai tanti cittadini che in queste settimane hanno sostenuto le varie iniziative di protesta contro il trasferimento delle opere del grande scultore pistoiese a Firenze.
Sulla questione è intervenuto anche il sindaco della città toscana, Alessandro Tomasi che “in qualità sia di primo cittadino che di membro del Cda della Fondazione Marini” insieme all’Amministrazione, si legge in una nota, “sta continuando ad agire nell’interesse collettivo, per ripristinare i corretti rapporti tra cooperativa e Fondazione, al fine di riattivare questo fondamentale servizio e per garantire a tutti la fruibilità del museo”.
Coronavirus: la Scala chiusa fa gli auguri video a Rossini
Performance del cast del Turco in Italia con direttore Fasolis
MILANO
29 febbraio 2020
19:23
In tempo di Coronavirus, con il teatro chiuso la Scala sdrammatizza e regala una performance per il compleanno di Gioachino Rossini.
Il teatro ha infatti postato un video in cui a cantare ‘Tanti auguri a te’ è parte del cast del Turco in Italia, di cui sono state sospese le repliche.
Dalla platea illuminata come quando c’è il pubblico, con il direttore Diego Fasolis a dirigere dalla buca (anche se seduto accanto al pianista e indossando abiti casual), i cantanti fanno gli auguri al compositore con tanto di acuti ed assoli.
Torna il professor Salvi in ‘Il Bagno di Apollo’
Secondo giallo della giornalista e scrittrice Albina Olivati
29 febbraio 2020
17:37
– ALBINA OLIVATI ‘IL BAGNO DI APOLLO’ (DRAW UP 126 PP, 12 EURO) Confortata da una buona accoglienza di critica e di pubblico con il suo primo giallo ‘Termine Corsa’, la giornalista e scrittrice Albina Olivati torna in un luogo di un delitto o meglio vi fa tornare il professor Ersilio Salvi docente di matematica ma con una inspiegabile ma logica competenza criminologica. Anche se da Sondrio – gli anni sono i Sessanta-Settanta – l’insegnante è in trasferta a Bormio non ancora la famosa località turistica e sciistica di oggi della Valtellina.
In ‘Il Bagno di Apollo’ (126 pp, 12 euro), anch’esso edito nella Collana Elite della DrawUp, l’ autrice dà sfogo alla sua fantasia: nelle acque delle terme viene trovato morto il ragioniere Battista Menaroli, vedovo, vita irreprensibile fra le gite organizzate dal parroco e le vacanze estive sulla Riviera romagnola. Con una intrigante scrittura, tipica della cronista, Albina Olivati costringe ad arrivare a un finale sorprendente.
Nel romanzo si nota l’impostazione logica-matematica di molti giornalisti alle prese con i delitti nella loro carriera, affiancata alla capacità di raccontare un ambiente fin nei minuti particolari così’ che sembra di essere all’interno di una storia che ha molto della realtà.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Argentina pieno per il Cechov di Alessandro Serra
intenso e poetico Giardino dei ciliegi del regista di Macbettu
29 febbraio 2020
19:22
Bella sorpresa, mentre cinema e ristoranti sono deserti, trovare completamente pieno il teatro Argentina plaudente a una replica feriale dell’intenso e bellissimo Cechov del ”Giardino dei ciliegi” nell’allestimento di Alessandro Serra, regista del sorprendente ”Macbettu” della scorsa stagione, oggi cooprodotto e in più usato per il proprio Ibsen in arrivo all’Eliseo da Umberto Orsini. Da non perdere, si replica a Roma sino a domenica 8 marzo, poi in tournée con, per ora, tappe principali a Padova (25/29 marzo), Bologna (2/5 aprile), Cuneo (8 aprile).
Uno spettacolo di grande fascino che forse per la prima volta trova quella lettura da vaudeville tanto auspicata dallo stesso Cechov in giusto equilibrio col senso di tragedia che incombe nella incosciente levità con cui aspettano il disastro annunciato tutti i personaggi, tranne Lopachin (Leonardo Capuano), che rappresenta il nuovo che avanza, la borghesia concreta e imprenditoriale a confronto con la nobiltà che ha ormai perso ogni contatto con la realtà e si lascia scivolare verso la fine. Un testo corale in cui, tranne questa attesa, con l’inevitabile, annunciata conclusione, non accade praticamente nulla al ritorno della nobildonna Ljubov (Valentina Sperlì) nella sua tenuta, ormai gravemente ipotecata e messa all’asta, dopo cinque anni all’estero e aver sperperato tutti suoi averi, con le figlie Anja (Maria Cortellazzo) e Varja (Petra Valentini), e dove vive il fratello Gaiev (Fabio Monti).
Serra, quasi a realizzare un allestimento che è come all’opposto di quello realista celebre e storico di Visconti, gioca molto sul movimento in un palcoscenico nudo e lavora praticamente solo sugli attori, tutti da ricordare assieme per l’ottimo livello, qualche oggetto di scena (un armadio, delle sedie, un carretto, valigie…) mentre prendono grande rilievo e significato le luci e le ombre, firmate da lui stesso con anche scene e costumi, eleganti, stilizzati nel rimandare modernamente all’epoca. E’ l’essenza del teatro, e realizza momenti di vera poesia in questo luogo senza una parete in cui fa prendere vita alle ombre di persone che è come fossero già morte senza saperlo, quindi leggere nel loro essere e muoversi senza voler guardare in faccia l’incombente dramma che li sta tutti travolgendo. Ci sono momenti bellissimi di movimenti corali, amplificati dal moltiplicarsi degli stessi personaggi in un gioco di ombre che è come danzassero incoscienti sull’orlo del baratro, che il giorno dell’asta aspettano ansiosi come sperando in un miracolo che del resto sanno impossibile.
Sarà Lopachin, figlio di un loro ex contadino, a comprare e lottizzare il Giardino dei ciliegi, dopo che aveva più volte invitato loro stessi per salvarsi a farlo, ma trovano la cosa troppo volgare e non possono pensare in prima persona a distruggere la grande bellezza di questo giardino, quasi fantasmatico quando lo evocano nella sua evanescenza alla luce della luna nel periodo della fioritura. Incombono simboli, belle, intense invenzioni visive di Serra, come l’assordante ruotare infinito della ruota di un carretto rovesciato proiettata grande ombra sul fondo, quasi un allusione all’arcolaio delle Parche, a un tempo che passa rapido verso la fine, o il bloccarsi di tutti i personaggi assieme come in una foto di gruppo, in cui c’è già la malinconia di uno sguardo futuro, sino a particolari quali il bacio col fumo del sigaro tra Anja e l’eterno studente Trofimov. Nessuno riesce a concludere qualcosa veramente, persino Lopachin non riesce a dichiararsi alla pur amata Varja, e tutti alla fine si disperdono per il mondo alla ricerca di un modo per sopravvivere. Nella casa vuota, mentre fuori iniziano i lavori per distruggere il giardino, resta dimenticato il vecchio servo Firs (Bruno Stori), anche lui legato al passato tanto da aver rifiutato a suo tempo la liberazione dalla schiavitù della gleba.
Rai Yoyo, 44 Gatti, al via seconda stagione
29 febbraio 2020
16:23
I quattro mici più simpatici della TV sono pronti a entusiasmare il pubblico di tutta Italia con le loro nuove avventure. Dopo l’anteprima su Rai Play il 15 febbraio, e l’anticipazione del primo episodio sul canale YouTube ufficiale, “44 Gatti”, il cartone che ha conquistato il cuore di grandi e piccini, arriva finalmente sul piccolo schermo con l’attesa seconda stagione. I nuovi episodi andranno in onda, sempre su Rai Yoyo, da lunedì 2 marzo, tutti i giorni alle 19.10.
Prodotta da Rainbow in collaborazione con Antoniano e Rai Ragazzi, 44 Gatti è la serie rivelazione che da novembre 2018 sta conquistando un pubblico sempre più ampio, sia in Italia che all’estero. E dopo aver ‘gattizzato’ le emittenti televisive e le piattaforme streaming di tutto il mondo, il nuovo capitolo del classico prescolare Made in Italy firmato Rainbow si prepara a stabilire un nuovo record.
In questa nuova stagione di 52 episodi, i Buffycats e la loro adorabile Nonna Pina saranno accompagnati da nuovi esilaranti amici animali e umani, affronteranno missioni sempre più ‘a prova di gatto’ e stupiranno il pubblico con tantissime sorprese. Il mix esplosivo di azione, comicità, amicizia e musica fa di 44 Gatti una serie in grado di coinvolgere ed appassionare i bambini e le famiglie di tutto il mondo. A curare la colonna sonora è ancora Antoniano, con le canzoni originali cantate dal Piccolo Coro.
Coronavirus: flashmob guide turistiche Firenze
Lanciato hashtag #Italyissafe
FIRENZE
29 febbraio 2020
14:30
– Guide turistiche che lavorano a Firenze hanno dato vita stamani in piazza della Signoria a un flashmob, lanciando l’hashtag #Italyissafe con l’obiettivo di combattere “la psicosi generata dall’emergenza Coronavirus” che ha portato alla cancellazione di prenotazioni turistiche in Italia da tutto il mondo.
In questo momento “abbiamo perdite economiche di migliaia di euro, e il nostro è un lavoro fortemente stagionale”, ha spiegato Consuelo Romero, portavoce del gruppo nato da un passaparola sul web: “Ma la realtà che noi viviamo – ha sottolineato – è che siamo insieme qua senza nessun problema, e che l’Italia è sicura. Certamente si prendono le precauzioni, si parla con i dottori, ma ‘Italy is safe’, e vogliamo che da ogni piazza dell’Italia questo grido arrivi al mondo. Iniziamo a Firenze, speriamo di espanderci come un’onda di positività che arriva dappertutto”.
600 anni Cupola Brunelleschi, concerti e videomapping
16 aprile via ad eventi per celebrare la posa della prima pietra
FIRENZE
29 febbraio 2020
15:23
– Concerti e spettacoli in prima assoluta, proiezioni notturne in videomapping 3D sull’esterno della Cupola, convegni, edizioni di libri e tour virtuali: è il programma di eventi per celebrare i 600 anni dall’inizio – il 7 agosto 1420 ci fu la posa della prima pietra – della costruzione del capolavoro architettonico di Filippo Brunelleschi, la Cupola del Duomo di Firenze, ancora oggi la più grande cupola in muratura mai realizzata, visitata ogni anno da quasi un milione di persone provenienti da ogni parte del mondo.
Ad aprire il programma di iniziative predisposto dall’Opera di Santa Maria del Fiore, e presentato oggi a Firenze, sarà il concerto La Cupola armonica, il 16 aprile in Duomo, con l’esecuzione in prima assoluta del ‘Sognatore di cupole’ per coro, voci bianche e strumenti composto da Salvatore Sciarrino su commissione dell’Opera. E per la prima volta dopo secoli sarà riproposta la prassi di cantare e suonare con i musicisti sistemati non solo a terra ma anche sui ballatoi che corrono lungo il perimetro delle absidi e della cupola stessa.
L’8 ottobre sarà la volta della prima dello spettacolo teatrale ‘Con il cielo dentro’ di Giancarlo Cauteruccio da un’opera inedita di Davide Rondoni, e il 20 novembre chiuderà le celebrazioni il dramma in musica ‘Oltre l’azzurro. Il sogno di Brunelleschi’, con musica di Silvia Colasanti e testo di Maria Grazia Calandrone.
A settembre 2020 saranno invece realizzate proiezioni notturne in movimento su alcune delle vele della Cupola, per raccontare con elaborazioni grafiche tridimensionali gli aspetti più significativi della costruzione del monumento: le proiezioni saranno visibili dalla parte sud della città, e in particolare da piazzale Michelangelo.
Dopo mostra per centenario Villa Sordi sarà museo
Da tribunale un no a richieste successori, rinuncia all’appello
29 febbraio 2020
16:43
– Dopo il boom di prenotazioni per la grande mostra che si terrà dal 7 marzo al 29 giugno nella villa romana di Alberto Sordi, aperta al pubblico per la prima volta, arriva la notizia che la casa diventerà un museo. Infatti, come oggi anticipato dalle pagine del quotidiano Il Messaggero, i 37 parenti, “aspiranti eredi che avevano impugnato il testamento di Aurelia, sorella di Alberto, hanno perso la causa. La sentenza del tribunale di Roma da il via libera all’operazione”.
Dopo la sentenza del tribunale di Roma gli eredi hanno rinunciato all’appello e ciò consentirà, di fatto, l’avvio dei lavori per la realizzazione del museo nella splendida casa dove ‘Albertone’ viveva, affacciato sulle Terme di Caracalla e all’inizio della via Appia.
Nel 2018 vi fu un tentativo fallito di bloccare il patrimonio di Alberto Sordi, e poi nel tempo tutte le istanze presentate in tribunale dagli eredi sono state rigettate perché, secondo il giudice, la signora Sordi al momento dell’atto era lucidissima e lo era anche quando elargì somme di denaro all’autista e ad altre persone di servizio i quali, lo scorso febbraio, sono stati difatti assolti dall’accusa di circonvenzione di incapace.
La sentenza aveva così confermato la legittimità dell’atto con cui il patrimonio, compreso la villa, veniva destinata alla Fondazione museo Alberto Sordi di cui è presidente Italo Ormanni, presidente onorario Walter Veltroni e vicepresidente Giambattista Faralli.
Teatro: Energy, nuovo sipario d’artista creato da Plessi
Per la collezione del Tuscany hall di Firenze
FIRENZE
29 febbraio 2020
16:44
– Si arricchisce la collezione Sipari d’artista del del Teatro Tuscany Hall di Firenze.
Fabrizio Plessi, pioniere delle videoinstallazioni, da sempre vicino al tema dell’acqua, e anche firma per il teatro di più scenografie, ha realizzato Energy: l’opera sarà svelata sabato 7 marzo al Tuscany Hall, nel corso di un vernissage curato dal critico d’arte Marco Tonelli e aperto al pubblico.
Sipari d’artista, si spiega, “è una collezione unica in Italia che, dal 2005, trasforma il sipario del teatro fiorentino in una grande tela d’autore. Ad oggi ha ospitato opere di Aldo Mondino, Carla Accardi, Getulio Alviani, Mimmo Paladino, Nicola De Maria, Pino Pinelli e Luigi Mainolfi”.
Taylor Swift si fa uomo in video ‘The Man’
in era #MeToo sfida archetipi macho, tra DiCaprio e McEnroe
NEW YORK
02 marzo 2020
09:44
Taylor Swift si fa uomo per il nuovo video “The Man” che sfida, nell’epoca del #MeToo, gli archetipi del machismo attaccando i privilegi che ancora godono nel mondo maschi “alpha” come Leonardo DiCaprio in “Lupo di Wall Street o il tennista John McEnroe. Diretto e interpretato dalla Swift, irriconoscibile grazie a un elaborato make-up che la fa assomigliare in modo impressionante all’ex fidanzato Jake Gyllenhaal, il video tratto dal disco dei record “Lover”, segue le scorribande di “Tyler”, l’alter ego maschile della cantante, mentre Taylor, voce narrante, si chiede come sarebbe stata la sua vita se fosse nata nel corpo di un uomo: “Ne ho abbastanza di correre il piu’ veloce possibile chiedendomi se arriverei prima se fossi un uomo”.
Uscito giovedi’, “The Man” e’ stato visto finora da oltre 16 milioni di utenti YouTube. Taylor non prende di mira solo icone del cinema o dello sport, ma anche modi di fare comuni del maschio americano, ad esempio il “manspreading” in metropolitana quando lui si siede allargando le gambe e occupa altri due posti. Sul campo di tennis invece l’attacco e’ a McEnroe a cui ogni bizza e’ concessa mentre Serena Williams viene multata per migliaia di dollari se se la prende con un arbitro:

Berlino: Orso argento per la sceneggiatura a Favolacce
Vincono i fratelli D’Innocenzo
BERLINO
29 febbraio 2020
20:03
– L’orso d’argento per la migliore sceneggiatura va a “Favolacce”, di Damiano D’Innocenzo e di Fabio D’Innocenzo, con Elio Germano.
Coronavirus: riaprono i musei,al via stagione Reggia Venaria
Novità apertura gratuita giardini, ‘svago e bellezza per tutti’
TORINO
29 febbraio 2020
20:17
– “Che meraviglai!”, proprio come recita la sua nuova campagna: dopo la pausa invernale, e lo stop imposto dall’emergenza coronavirus, riapre martedì la Reggia di Venaria. Tante le novità, dal percorso di visita all’apertura gratuita dei giardini, dagli ingressi serali alle grandi mostre.
“La prima novità è l’apertura gratuita dei nostri Giardini fino al 29 marzo, e poi ogni prima domenica del mese – annuncia la presidente del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Paola Zini -: ci è sembrato doveroso e significativo in questo particolare momento rendere disponibili per tutti lo svago e la bellezza di questi spazi straordinari, simbolo del paesaggio italiano premiati di recente come il Parco più bello d’Italia”.
“Sono imminenti altre novità – aggiunge il direttore Guido Curto -, e siamo in pieno fermento per l’allestimento della mostra ‘Sfida al Barocco’, oltre 200 opere in arrivo da ogni parte del mondo per il traguardo dell’inaugurazione del 12 marzo: un evento culturale già indicato come imperdibile per il 2020”.
Italia vince a Berlino, è argento per i D’Innocenzo e Germano
Orso d’oro parla iraniano There is no evil di Rasouluf
02 marzo 2020
13:14
L’Italia sbanca in questa 70/ma edizione del Festival di Berlino: due film in concorso, due premi. FAVOLACCE dei semplici e geniali fratelli d’Innocenzo si porta a casa l’Orso d’argento per la miglior sceneggiatura con questa storia di ignoranza e violenza e VOLEVO NASCONDERMI di Giorgio Diritti vede premiato invece Elio Germano con l’Orso d’argento per il miglior attore per la sua interpretazione attenta di Ligabue il pittore folle che amava gli animali. Orso d’Oro, e non poteva essere altrimenti a THERE IS NO EVIL di Mohammad Rasoulof, un film composto da quattro storie che sono un vere e proprio pugno allo stomaco al regime iraniano.
E’ vero show da parte dei gemelli di Tor Bellamonaca nel ricevere il premio. Damiano guarda l’Orso e comincia a ringraziare tutti: produttori, tutto il cast, famiglia e alla fine anche il fratello Fabio. Nel suo discorso di ringraziamento ci mette pure un mortacci tua e poi fa un omaggio a Pietro Coccia, fotografo di cinema da tutti amati che non c’è più. E tutto questo tra il divertimento del presidente di giuria Jeremy Irons.
Più sobrio Elio Germano che dedica il suo premio a “tutti gli artisti, a tutti quelli storti come lui, a tutti gli sbagliati, tutti gli emarginati, tutti i fuori casta e ad Antonio Ligabue e alla grande lezione che ci ha dato, che è ancora con noi, che quello che facciamo in vita rimane. Lui diceva sempre “Un giorno faranno un film su di me ed eccoci qui!””.
Orso d’argento Gran premio della giuria va a NEVER, RARELY, SOMETIMES ALWAYS, film indie della regista Eliza Hittman che racconta una storia on the road di una 17enne della Pennsylvania rurale alle prese con aborto, difficile da vivere e da raccontare, se non a New York.
Miglior regia a THE WOMAN WHO RUN di Hong Sang Soo, un delicato dialogo al femminile pieno di sfumature, mentre l’Orso alla migliore attrice va a Paola Beer protagonista di UNDINE, che racconta l’amore attraverso il mito (quello germanico dell’Ondina) e la fiaba.
E non poteva mancare un premio a DAU. NATASHA di Ilya Khrzhanovskiy, film tra sperimentazione antropologica e verità di un progetto che ricorda un Truman Show stalinista capace di liberare le zone oscure dell’uomo tra cui quelle sado-maso. A ricevere il premio per il miglior contributo artistico è stato il direttore artistico, Jurgen Jurges. A DELETE HISTORY di Benoit Delepine e Gustave Kerven va infine il premio speciale della 70/ma edizione.
Ma vera commozione e vere lacrime arrivano con l’Orso d’oro andato al regista iraniano Mohammad Rasoulof impossibilitato dal regime ad uscire dal paese come a girare film.
Intanto il presidente di giuria Jeremy Irons, lo presenta con vero entusiasmo: “È un film che riguarda la responsabilità di ognuno di noi”. Baran, la figlia del regista, dice invece commossa: “Lui vorrebbe essere qui ma è impossibilitato a venire”. E ancora i due produttori nel ricevere il premio raccontano come non ci sia alcuna prigione che possa impedire “immaginazione e arte”. E tutti gli attori del film, e non solo, erano in lacrime.
Il cinema italiano torna a vincere al festival di Berlino. Alla 70/ma edizione, che si è chiusa oggi sabato 29 febbraio, la giuria presieduta da Jeremy irons ha premiato i fratelli D’Innocenzo per Favolacce, orso d’argento per la sceneggiatura e Elio Germano, orso d’argento migliore attore, che si è trasformato nel pittore Ligabue per il film di Giorgio Diritti Volevo Nascondermi. Germano è anche nel cast di Favolacce. Per Rutelli, presidente Anica, “è un momento d’oro per il cinema italiano, la sua qualità creativa e produttiva”.
Felice anche Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema che ha coprodotto entrambi i film. “
L’Orso d’Argento ai fratelli D’Innocenzo premia la loro capacità di maneggiare con coraggio una forma narrativa originale e molto personale, sperimentando con passione la propria idea di cinema”. Del Brocco parla di una nuova generazione di autori, che Rai Cinema contribuisce a scoprire e far crescere, un lavoro di sostegno costante che portiamo avanti anche grazie ai produttori indipendenti”, come la Pepito Produzioni di Giuseppe Saccà per Favolacce e Palomar per Volevo Nascondermi. Riconosciuto una volta ancora il grande talento di Elio Germano in questo nuovo lavoro di interpretazione “con una straordinaria capacità di calarsi nella profondità del personaggio, nella sua sofferenza come nell’ispirazione artistica”.
L’orso d’oro di Berlino è inno contro la censura
Rasouluf rischia per There is no evil. Esce in Italia con Satine
01 marzo 2020
16:40
‘There is no Evil’ di Mohammad Rasoulof, ha vinto l”Orso d’oro al festival di Berlino 2020. Uscirà in Italia distribuito da Satine di Claudia Bedogni. Dentro il film quattro storie piene di poesia con tanto di ‘Bella ciao’ cantata in italiano per far capire che questo film sa dove vuole andare. Tema delle quattro storie? La pena di morte, la repressione, la colpa e la capacità di schierarsi. Tutto parte con Heshmat (Ehsan Mirhosseini), marito e padre esemplare, un uomo che ogni moglie e figlia vorrebbero, uno che addirittura fa la tintura ai capelli della sua compagna. Ma alle tre di notte ha la sveglia. Dove va? A fare un orribile lavoro, quello del boia. Anche per Pouya (Kaveh Ahangar) non è diverso. Non può immaginare, lui che è un soldato alle prime armi, di dover dare morte a altro uomo, ma gli viene detto che deve farlo. Javad (Mohammad Valizadegan) invece è stato militare e ha ucciso. E ha anche ucciso l’uomo sbagliato. Così quando sta per chiedere alla sua amata se vuole sposarlo avrà una triste sorpresa. Protagonista dell’ultima storia Bahram (Mohammad Seddighimehr) un singolare medico impossibilitato a fare il suo lavoro. Per lui, che sta male, un ultimo imprescindibile appuntamento: quello di spiegare alla nipote il perché della sua vita da emarginato. Rasoulof, 48 anni, come hanno raccontato i produttori a Berlino, ha visto il rifiuto del passaporto dalle autorità che gli aveva sequestrato nel 2017 dopo che il regista era tornato da Cannes dove aveva portato ‘A Man of Integrity’ miglior film nella sezione Un Certain Regard. Rasoulof attualmente, pur condannato a un anno di prigione per propaganda contro la repubblica islamica, non è stato ancora imprigionato, ma ha il divieto di girare film e uscire dal paese. Tutti coloro che sono coinvolti in questo film hanno corso un grosso rischio. Tuttavia, “avevamo l’obiettivo comune di inviare un messaggio forte all’attuale situazione nel cinema iraniano. Tutti coloro coinvolti nel progetto avevano precedentemente deciso di non accettare le circostanze esistenti nel mio paese e di dire di no a qualcosa che non possono accettare moralmente. Il nostro film è anche una dichiarazione contro la censura”. ha detto.
“Un’opera protente e profonda- ha dichiarato Claudia Bedogni, titolare di Satine Film- che sullo sfondo del dramma del popolo iraniano ci fa riflettere su dilemmi morali universali e sulla responsabilità delle nostre scelte”. Un’ opera che siamo davvero molto orgogliosi di aver acquisito e di far conoscere presto al pubblico italiano”.
Lucio Dalla, otto anni fa ci lasciava il grande cantautore
Morì in Svizzera all’indomani di una sua esibizione. Pochi giorni dopo avrebbe compiuto 69 anni
02 marzo 2020
09:10
Otto anni fa ci lasciava Lucio Dalla, morì stroncato da un infarto a Montreux, in Svizzera, il giorno dopo essersi esibito e pochi giorni prima del suo 69mo compleanno, il quattro marzo 1943.
Mostre: Titina Maselli, modernità e indipendenza
A Roma antologica su una delle artiste maggiori del dopoguerra
ROMA
01 marzo 2020
14:31
– Il suo ultimo quadro, Boxeurs, sul cavalletto e lei morta sul letto. Titina Maselli aveva 81 anni quando il 22 febbraio 2005 così la trovarono nella sua casa di Trastevere il fratello Citto e altre persone che erano con lui. “L’ ho sempre ammirata per il coraggio con cui, sola, affrontava tutto. Sola anche quel pomeriggio” dice il regista.
Una condizione scelta dall’ artista che considerava la solitudine “il vero segno dell’indipendenza”. C’ è l’ intero arco di una produzione che ha attraversato la seconda metà del secolo scorso e oltre nella antologica che la Bertolami Fine Art dedica a Titina Maselli dal 2 al 30 marzo a Palazzo Caetani Lovatelli, a Roma, dove troverà posto l’ archivio della pittrice. “I riti della modernità”, a cura di Claudia Terenzi, è il racconto di una avventura cominciata precocemente all’ interno di una famiglia molisana radicata a Roma e molto ben inserita nell’ ambiente culturale della capitale dei primi decenni del Novecento, e poi proseguita superando i confini nazionali, soprattutto in Francia, dove ha ottenuto maggiore considerazione che in patria. Il padre Enrico, letterato e critico d’ arte raffinato, fece della sua casa in via Sardegna un luogo in cui erano ospiti fissi Corrado Alvaro, Massimo Bontempelli, Emilio Cecchi, Alberto Savinio, il musicista Alfredo Casella, Alberto Moravia, Palma Bucarelli e Silvio D’Amico. Nel 1952 si stabilì a New York per restarvi tre anni. Negli anni Sessanta scelse di usare l’ acrilico. Le sue composizioni giganti su temi convenzionalmente maschili fecero risaltare la sua “siderale lontananza del suo lavoro dal cliché dell’arte femminile e il contrasto con la sua intensa femminilità di autrice bella, esile, elegante”. Se Roma fu il luogo del suo continuo ritorno, tra gli altri luoghi del suo peregrinare artistico un ruolo di primo piano occupò Parigi, dove visse dagli anni ’70. Fu proprio la Francia a tributarle i primi grandi riconoscimenti internazionali. In quegli stessi anni cominciò a dedicarsi al teatro firmando scenografie importanti, un interesse e un impegno che l’ accompagnarono fino alla fine.
Per lancio Disney+ arriva serie da cult High School Musical
Dal franchise Disney nuova versione per i teenager di oggi
02 marzo 2020
12:55
C’è stato un film per la tv, a metà del 2000 che ha fatto impazzire i ragazzini e riportato in auge il tema della scuola musicale: si chiamava High School Musical e dalla tv passò al cinema con tre film tutti popolari in quegli anni diretti da Kenny Ortega e creati da Peter Barsocchini con Zac Efron e Vanessa Hudgens adorati dai teenager. Quello storico franchise Disney torna con una versione moderna e creativa per gli adolescenti di oggi, High School Musical: The Musical: The Series, un nuovo stile documentaristico e una colonna sonora che, con 9 nuove canzoni originali, rendendo omaggio ai film omonimi. La serie, una versione romanzata della East High School in Salt Lake City, dove sono stati girati gli originali film e ruota attorno ad un gruppo di studenti che stanno organizzando uno spettacolo. Gli episodi di High School Musical sono rilasciati a cadenza settimanale, ovvero con un nuovo episodio alla settimana. Quindi niente binge-watching della prima stagione a partire dal giorno uno di Disney+ in Italia, la nuova piattaforma streaming che viene lanciata anche nel nostro paese dal 24 marzo 2020.
Ha come protagonista un nuovo gruppo di Wildcats della East High che decide di organizzare uno spettacolo per il musical d’inverno. Come nell’High School Musical originale, tra i corridoi della scuola e durante le prove per lo show c’è molta più agitazione che non durante la rappresentazione del musical.
Ogni episodio, prodotta da Tim Federle (Ferdinand) e Oliver Goldstick (Pretty Little Liars), includerà una nuova versione dei classici della colonna sonora di High School Musical e una canzone inedita scritta apposta per lo show.
Ecco i personaggi principali Ricky: cuore d’oro ma dotato di grande umorismo e lo studente di serie B, vuole conquistare la sua ex ragazza Nini. Per far sì che ciò accada, fa l’audizione per il musical al suo fianco. Ma il carattere di Ricky e la sua indole da pagliaccio della classe nascondono la sua più grande paura. Crede infatti di non avere doti particolari e che ce l’abbia fatta ad arrivare dov’è solo grazie al suo fascino. Il personaggio è interpretato da Joshua Basset,che si può considerare “il nuovo Zac Efron”, dato il ruolo che andrà a ricoprire.
Nini: dopo aver trovato la sua voce e un nuovo ragazzo al campo estivo, scarica Ricky, descritta come la farfalla di ferro, leale alle sue due mamme, anche se quelli intorno a lei non notano la sua forza. Dopo la scuola Nini si dedica a fare i compiti in tempo record per poter guadare American Idol o The Voice. Dopodiché solitamente si fa una lunga doccia cantando l’intera discografia di Ariana Grande. Il personaggio è interpretato da Olivia Rodrigo.
E. j. figlio di due potenti avvocati è pronto a tutto per difendere ciò che è suo, compresa Nini, la sua nuova ragazza. Fa riferimento alla biografia di Steve Jobs come la sua Bibbia, il che dice molto sul suo personaggio. Ma dietro al suo comportamento spavaldo giace un ragazzo vittima di attacchi di ansia, provocati dal minimo dettaglio che non va nel verso giusto. Il personaggio è interpretato da Matt Cornett.
Modelle super magre in passerella, petizione web su allarme
Su Change.org Elisa D’Ospina chiede a Camera moda d’intervenire
01 marzo 2020
15:33
– La modella esce sulla passerella della fashion week di Milano Donna. Ha un corsetto di pelle nera stringato a coprire seni minuscoli. Le braccia sono scheletriche. Due lacrime nere sono dipinte con il make up sotto gli occhi del viso della ragazza. Le sue misure sono: 81- 63 -79. La taglia 34. E non è l’unica super magra della sfilata di Gucci. Il tema dell’utilizzo di modelli e modelle sottopeso torna d’attualità: Elisa D’Ospina, modella curvy che si batte da anni contro i disturbi alimentari di cui anche lei ha sofferto in passato ha lanciato l’allarme con una petizione su Change.org che ha già raccolto in poche ore oltre 17 mila firme.
“Hai presente una taglia 34? E’ inammissibile – scrive D’Ospina – proporre un modello con queste misure. Ritengo opportuno che venga firmata una carta in cui tutte le case di moda si impegnano a non utilizzare mai più persone in evidente sottopeso. Chiedo inoltre la presenza di personale competente, che si occupa di disturbi alimentari, al fine di valutare l’idoneità dei casi sospetti”.
La Camera della Moda Italiana e il Comune di Milano avevano approvato nel lontano 2006, un codice anti-anoressia in cui era previsto che, per sfilare,le ragazze dovevano avere un giusto rapporto tra peso e altezza. Il tema non è solo milanese “Purtroppo in queste ore anche a Parigi abbiamo visto tantissime ragazze sottopeso in passerella”, scrive la D’Ospina in un aggiornamento sulla piattaforma delle petizioni ringraziando per il sostegno.
Striscia, torna Gerry Scotti e debutta Francesca Manzini
Per conduttore ‘ritorno a casa’, la comica ‘confusa e felice’
02 marzo 2020
09:44
A Striscia la notizia nell’access prime time di Canale 5 continua la staffetta dei conduttori.
Lunedì 2 marzo la comica Francesca Manzini debutta, per una settimana, con Gerry Scotti dietro al bancone del Tg satirico di Antonio Ricci. Per Gerry Scotti si tratta di un consolidato “ritorno a casa”, con all’attivo 200 puntate in 10 edizioni. Il conduttore racconta: «Tornare dietro il bancone di Striscia per me è sempre come tornare a casa. Infatti dalla mia prima conduzione sono ben 23 anni che entro nelle case degli italiani alla guida del prestigioso TG satirico. È l’augurio che rivolgo anche a Francesca Manzini che proverà il brivido dell’esordio lunedì sera al mio fianco».
Francesca Manzini, approdata a Striscia nei panni di una esplosiva e irriverente Mara Venier in uno dei deepfake più divertenti di questa stagione, alla vigilia del suo debutto dichiara: «Mi sento “confusa e felice”. Mangio come Gerry, sogno Gerry e condurrò con Gerry…praticamente non vedrete Francesca Manzini, ma il deepGerry. Grazie ad Antonio Ricci per questa grande opportunità e a Gerry che mi terrà per mano per tutta la settimana».
Musei: 4.000 firme contro chiusura Marini a Pistoia
E il 7 marzo altra manifestazione per evitare trasloco a Firenze
PISTOIA
01 marzo 2020
17:25
– “Contro la chiusura del Museo Marino Marini di Pistoia abbiamo già raccolto oltre 4.000 firme online”. Lo ha detto Marco Leporatti, coordinatore del comitato ‘Nessuno tocchi Marino’ contro il trasferimento a Firenze delle opere dell’artista pistoiese. Quasi un centinaio di persone si è radunato per protesta stamani davanti al museo di corso Fedi.
Annunciata una prossima manifestazione, sempre a Pistoia, che si terrà il 7 marzo. “Marino Marini è l’identità di Pistoia, è l’ambasciatore più noto nel mondo di Pistoia, questo è un vero e proprio scippo che la Regione Toscana non sarà mai disponibile ad avallare”, ha detto l’assessore regionale Federica Fratoni partecipando all’iniziativa. Il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, anche lui a Pistoia, ha ricordato che Marini “è uno dei protagonisti del ‘900 in Toscana e di conseguenza è insopportabile vedere questo portone chiuso. Mi farò carico di sensibilizzare maggiormente le autorità nazionali per trovare una soluzione”.
Cinema: box office Usa, in testa L’uomo invisibile
Seguono l’animazione Sonic e il disneyano Richiamo della foresta
01 marzo 2020
19:48
L’uomo invisibile, il nuovo film diretto da Leigh Whannell, basato sul personaggio creato dalla penna di H.G. Weels nel 1881 e divenuto nei primi anni del Novecento uno dei mostri emblematici del primo filone horror della storia del cinema è in testa al box office delle sale americane. Il film Universal, con Elisabeth Moss, Storm Reid, Oliver Jackson-Cohen, Aldis Hodge, Harriet Dyer, raggiunge i 29 milioni di dollari (in Italia era previsto il 5 marzo). Al secondo posto il film d’animazione di fantascienza Sonic, basato sul popolare videogioco, con 16 milioni, mentre al terzo c’è il disneyano Il richiamo della foresta con 13.2 milioni di dollari, secondo la proiezione dati di Variety
Alberto Sordi e quella foto ritrovata con Stanlio e Ollio
Cercata per anni da studiosi e appassionati
02 marzo 2020
11:11
”ALBERTO SORDI (FONDAZIONE CENTRO SPERIMENTALE/EDIZIONI SABINE, pp 305, euro 30). Cercata per anni da studiosi e appassionati, è tornata alla luce una fotografia che vede Alberto Sordi insieme a Stan Laurel e Oliver Hardy. L’immagine era ritagliata e incollata in uno degli album conservati da Alberto Sordi nel suo archivio personale, oggi Fondo Alberto Sordi, depositato presso la Cineteca Nazionale; lì l’ha ritrovata Alberto Anile, critico e storico del cinema, che l’ha ora inserita nel suo libro intitolato semplicemente ”Alberto Sordi”, in libreria nell’anno che festeggia il centenario della nascita del grande attore.
L’immagine fu scattata la sera del 25 giugno 1950, a Villa Aldobrandini, sul colle del Quirinale, quando l’attore romano era in ascesa e i due comici angloamericani alla fine della carriera, in una festa all’aperto con biglietti gratuiti per i bambini.
Portati in tournée pubblicitaria per lanciare quello che sarebbe stato il loro ultimo film, ”Atollo K”, Laurel & Hardy si esibirono in carne e ossa davanti a migliaia di bambini accorsi da tutta Roma mentre i loro storici doppiatori cinematografici, Alberto Sordi ossia il pingue Hardy-Ollio e Mauro Zambuto Laurel-Stanlio, davano loro voce nascosti dietro una tenda. Dopo l’esibizione, Sordi uscì sul palcoscenico della Villa per dire qualche parola al microfono, ed è in quel momento che fu scattata l’immagine; allo spettacolo seguì infine una cena durante la quale Sordi, Laurel & Hardy scambiarono impressioni sul mondo del cinema.
La serata a Villa Aldobrandini è ricostruita da Alberto Anile in uno dei capitoli del suo libro, una biografia che indaga i momenti più affascinanti e meno noti della carriera di Sordi.
All’epoca dell’incontro con Laurel & Hardy la sua popolarità era legata ai personaggi radiofonici di Mario Pio e del compagnuccio della parrocchietta, oltre alla voce di Ollio, che doppiava dal 1938.
L’arrivo di Stanlio e Ollio a Roma fu ampiamente documentato in foto e pellicole ma della serata con Sordi non si conoscevano fotografie; l’attore romano ebbe però l’accortezza di conservarne una, a testimonianza di un affetto per la coppia di comici che andava ben oltre una proficua occasione professionale. ”Per me vederli, conoscerli, fu un’emozione immensa, mi sentivo tornato bambino”, disse l’attore anni dopo.
Sconosciuto il nome del fotografo che scattò la foto; e potrebbe trattarsi del reporter che, come scrisse Sordi in un raro articolo pure ripubblicato nella nuova biografia di Anile, esortò l’attore a mettersi in primo piano dando addirittura una manata al povero Hardy. ”Dài Arbertò, ché tocca a te, lascia perde er ciccione!”, gli avrebbe detto il fotografo, beccandosi però poi un rimprovero da Sordi, offeso dalla mancanza di rispetto per il suo amato Ollio.
Il Sale della Terra, divide Usa
Di Jeanine Cummins. Il tema centrale è quello dell’immigrazione
02 marzo 2020
10:30
JEANINE CUMMINS – IL SALE DELLA TERRA (FELTRINELLI, Euro 18, PP. 416). La lotta per la sopravvivenza, la bestialità dell’odio, la potenza dell’amore. Il romanzo si apre con i narcos che uccidono ad Acapulco 16 membri della famiglia di Lydia durante una quinceañera (festa di 15 anni molto importante in America Latina), e ora vogliono finire il lavoro. Con gli spari ancora nelle orecchie, Lydia e il figlio di 8 anni riescono a salvarsi nascondendosi in bagno. Per madre e figlio rimanere in Messico equivale a morte certa, ma per non farsi rintracciare dal boss che ha ordinato il massacro bisogna evitare le strade più battute e i normali mezzi di trasporto.
Così, a madre e figlio non resta altro da fare che prendere la via dei migranti.
Gli ingredienti del best seller ci sono tutti. Annunciato come uno dei romanzi più attesi dell’anno, Il sale della terra (Feltrinelli, traduzione di Francesca Pe’) conduce il lettore lungo la rotta dei migranti che dal Messico e dal Centro America si spingono a nord. Lungo i binari di “La Bestia”, il treno merci che ogni anno conduce, aggrappate al suo tetto, quasi mezzo milione di persone fino al confine con gli Stati Uniti.
Nei rifugi tenuti in piedi dalla carità eroica dei volontari, fra poliziotti corrotti, narcos violenti, compagni di strada imprevedibili. Non per caso nove case editrici si erano disputate il libro e il vincitore, Flatiron Books, se l’era aggiudicato per un compenso a sette cifre. Il sale della terra prometteva di sbancare le classifiche e così è stato. Nessuno aveva però messo in preventivo il polverone di critiche che l’ha accolto. Tanto meno che l’editore finisse per sospendere il tour promozionale causa “specifiche” minacce di violenza fisica all’autrice e ai librai.
Le accuse mosse alla scrittrice sono state in parte: appropriazione culturale, sensazionalismo, abuso di luoghi comuni, spettacolarizzazione del dolore. Jeanine Cummins, che fino a pochi anni fa si dichiarava bianca, scrive dal punto dal punto di vista di una donna messicana traumatizzata. Ma tanti anche i pareri favorevoli e forse troppe alte le aspettative di conseguenza: Don Winslow chiama in causa John Steinbeck parlandone come del “Furore del nostro tempo”; John Grisham garantisce di non aver letto da tempo un libro con tanto gusto.
Stephen King entusiasta.
Ophrah Winfrey lo sceglie per il suo book club: “Chiunque legga questo libro si immergerà nell’esperienza di ciò che significa essere un migrante in fuga”. Ma non è bastato a placare gli animi, anche se a leggerlo sono stati davvero in tanti.
Nella postfazione al romanzo, Cummins aveva tentato di prevenire le polemiche. “Da non migrante e non messicana credevo di non avere il diritto di scrivere un libro ambientato quasi interamente in Messico, tra i migranti. Avrei voluto che lo scrivesse qualcuno con la carnagione un po’ più scura della mia.
Ma poi ho pensato: Se sei una persona capace di diventare un ponte, perché non farlo?”. Oltre all’autrice sono stati criticati anche la stessa Flatiron Books e il sistema editoriale americano in genere, con la casa editrice accusata di aver sborsato più di un milione di dollari come anticipo all’autrice, regalando alla Cummins un prestigio solitamente mai concesso ad autori centro-americani. Il romanzo, uscito negli Stati Uniti il 23 gennaio 2020, ha però inizialmente conquistato i lettori.
Basti pensare che, a soli cinque giorni dall’uscita, Il sale della terra aveva già venduto oltre 50 mila copie. Occorre aspettare se conquisterà i lettori italiani.
Maestro Chung in isolamento, non dirige concerto Maggio
Sta bene: quarantena perchè è stato Giappone. Al suo posto Gatti
FIRENZE
02 marzo 2020
12:26
– Il concerto del 7 marzo al Teatro del Maggio fiorentino sarà diretto da Daniele Gatti invece che da Myung-Whun Chung. “Motivi di prudenza e responsabilità – spiega il Teatro in una nota -, hanno imposto al maestro Chung di osservare un periodo di isolamento dopo una permanenza a Tokyo dove ha trascorso del tempo per tre recite di Carmen in forma di concerto con la Tokyo Philharmonic Orchestra. Alla partenza dalla capitale giapponese, al maestro è stato suggerito di osservare scrupolosamente un periodo di ‘quarantena’ in quanto il Giappone e Tokyo in particolare, è uno dei Paesi a rischio contagio”.
Chung e la moglie stanno bene, si spiega ancora, “ma si sentono in dovere di osservare i 14 giorni richiesti dalla comunità internazionale della salute per evitare il rischio di diffusione del virus”.
Germano sfida paura, film su Ligabue esce il 4 marzo
Con Volevo Nascondermi attore ha vinto Orso d’argento a Berlino
02 marzo 2020
13:15
Volevo Nascondermi, il film di Giorgio Diritti sul pittore Antonio Ligabue la cui interpretazione è valsa a Elio Germano l’Orso d’argento al festival di Berlino, sfida la psicosi. Il film, che prima dell’emergenza coronavirus era previsto in sala dal 26 febbraio, uscirà subito, il 4 marzo. Così hanno deciso i produttori Palomar e Rai Cinema e la distribuzione 01 Distribution “fiduciosi che lo straordinario successo italiano ottenuto al Festival di Berlino aiuterà i cinema e la cultura a ripartire”.
Gian Arturo Ferrari e Villalta tra nuove proposte
Il 3 marzo alle 12 si chiudono segnalazioni
02 marzo 2020
13:17
– Rush finale per la presentazione dei libri segnalati dagli Amici della Domenica al Premio Strega 2020. Con gli ultimi cinque titoli pubblicati sul sito del Premio Strega, il numero è arrivato a 40. C’è tempo fino al 3 marzo alle 12.00 e nelle ore che rimangano, prima della chiusura, le proposte sono destinate a crescere. Nel 2019 era stato raggiunto il record assoluto di 57 libri segnalati e non è detto che nel 2020 non venga superato.
I cinque nuovi titoli sono: Gian Arturo Ferrari con ‘Ragazzo italiano’ (Feltrinelli), proposto da Margaret Mazzantini; Valerio Gaglione e Fabio Izzo con ‘Uccidendo il secondo cane’ (Oblomov), proposto da Piero Mastroberardino; Giovanni Ricciardi con ‘La vendetta di Oreste'(Fazi), proposto da Saverio Simonelli; Marina Valensise con ‘La temeraria. Luciana Fossati Gawronska, un romanzo del Novecento’ (Marsilio), proposto da Eva Cantarella e Gian Mario Villalta, con ‘L’apprendista’ (SEM), proposto da Franco Buffoni.
L’annuncio della dozzina sarà il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 10 giugno, quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo.
La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Yvonne Sciò, il mio viaggio nel mondo delle donne
Da Jebreal a Missoni, Seven Women per seconda prova da regista
02 marzo 2020
19:40
“Seven Women”, sette donne. Alcune note, notissime. Altre, almeno, per il pubblico italiano, ancora da scoprire. Ma tutte capaci di lasciare un “loro” segno lungo il cammino. E’ così che Yvonne Sciò, l’ex ragazzina di “Non è la Rai”, poi cresciuta attrice per tanti, da Carlo Verdone ai Fratelli Taviani e Pupi Avati, torna dietro la macchina da presa, per la sua seconda volta da regista. Due anni fa aveva raccontato una delle più grandi fotografe contemporanee, anima del mitico Studio 54 di New York, con il documentario “Roxanne Lowitt Magic Moments”. Ora firma “Seven Women”, ovvero il mondo visto attraverso gli occhi e le storie di sette donne, giornaliste, attrici, stiliste, modelle, artiste, che Rai Cultura propone in prima visione assoluta proprio alla vigilia della Giornata internazionale della donna, sabato 7 marzo alle 23 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore” e, dall’8 marzo, online su RaiPlay.
“Di strada ne abbiamo fatta e il vento del Metoo è stato importante – racconta l’attrice – Ora è tempo di metterlo a frutto. Ci vuole azione. Non è più possibile vedere più quelle foto dei potenti del mondo tutte al maschile”. Per lei, già al lavoro su un terzo progetto da regista, in qualche modo tutto è cambiato con la nascita, nel 2008, di sua figlia Isabella Beatrice. “Per lei mi sono fermata – spiega – Le donne lo sanno: all’inizio devi pensare a tutto. Ti sembra di non avere più tempo per niente. Poi, quando ho cominciato a riaffacciarmi sul lavoro mi arrivavano solo offerte molto simili fra loro, reality o ruoli da donna oggetto. Io, però, ero cambiata, non mi ci rivedevo più. Guardavo la mia bambina e pensavo che avrei voluto lasciarle qualcosa. Soprattutto, volevo essere io a decidere. E mi sono quasi sfidata, debuttando da regista. È strano – sorride – ma le persone ti guardano con più rispetto quando dici che fai la regista”.
Al centro di “Seven Women”, girato tra l’Italia e gli Stati Uniti, è il mondo delle donne, “raccontate a bassa voce, come piace a me”, dice. C’è Rula Jebreal, giornalista di origini palestinesi, cresciuta orfana, musulmana in un paese di ebrei, che ha fatto dell’istruzione la sua “arma” di indipendenza e ha scosso le coscienze dal palco dell’ultimo Festival di Sanremo. E poi Rosita Missoni, “che avevo conosciuto da piccola, con mia mamma”, fondatrice con il marito Ottavio, dell’azienda che porta il loro nome. E ancora Patricia Field, costumista della serie “Sex and the City” e de “Il Diavolo veste Prada; Bethann Hardison, prima top model al mondo di colore e attivista per i diritti degli afroamericani; due artiste come Susanne Bartsch e Alba Clemente, che ricorda con romanticismo la magia del teatro e il suo incontro con Andy Warhol. Fino a Fran Drescher, icona della serie cult “La tata”, che riscopriamo con un volto completamente diverso, mentre salta bacon fritto nella sua cucina a Los Angeles e intanto racconta delle violenze subite e della sua battaglia contro il cancro. “Ci siamo conosciute proprio quando giravamo insieme La tata – racconta la Sciò – Da parrucchiera nel Queens è riuscita ad arrivare al cinema e alla tv. Mi ha sempre ripetuto: ‘se vuoi fare una cosa devi combattere’. E quell’insegnamento mi è rimasto nella testa. Anche quando per il primo documentario nessuno mi dava retta. Sono andata avanti per la mia strada. Main realtà tutte queste donne, in qualche modo, hanno segnato la mia vita. Da ognuno ho imparato qualcosa. Spesso mi chiedono: ma perché non appari nei tuoi documentari? In realtà – sorride – sono un po’ pezzi di me, anche se non mi vedete”.
Sessant’anni sulle punte, in festa il Balletto di Roma
Compagnia ricorda Franca Bartolomei e Walter Zappolini
ROMA
02 marzo 2020
19:58
L’atto di nascita fu firmato davanti a un avvocato il 23 febbraio 1960. Pochi mesi dopo il battesimo di fuoco si tenne nel Ninfeo di Villa Giulia con uno spettacolo nel programma delle manifestazioni per le Olimpiadi di Roma. Cominciò così la vita artistica del Balletto di Roma, la compagnia fondata da Franca Bartolomei e Walter Zappolini che quest’ anno spegne le sue 60 candeline. Sei decenni che hanno segnato la storia della danza italiana che saranno al centro di un ricco calendario di appuntamenti per festeggiare un anniversario particolare guardando avanti. In questa sua lunga vita la compagnia, laboratorio di creatività e sperimentazione, ha formato generazioni di ballerini e collaborato con i nomi più illustri della coreografia italiana e internazionale, con autori del repertorio classico e contemporaneo in un mix di stili e di generi, con musica dal vivo, costumi, scenografie e drammaturgie originali.
“Il Balletto di Roma – spiegano gli animatori – continua ad essere il luogo di incontro per una community di oltre mille persone. Proprio da qui vogliamo ripartire, seguendo le tracce di una storia che ha segnato la nostra via trasformandosi in una superstrada per il futuro”. Walter Zappolini (Firenze 1930-Roma 2017) era il giovanissimo primo ballerino étoile del Teatro dell’Opera quando Franca Bartolomei, che cercava il protagonista di una coreografia che stava preparando, lo incontrò su indicazione del grande Aurell Milloss. “Non si sono più lasciati. Uniti da un progetto di vita e da una profonda condivisione dei valori e dei propositi nell’arte”, ha scritto Donatella Bertozzi, giornalista ed ex alleva del Balletto di Roma. Franca Bartolomei (Roma 1922-2006) fu prima ballerina e coreografa nei principali teatri d’ Opera italiani e stranieri dopo aver debuttato a 13 anni al Teatro dell’ Opera di Roma come solista nella celebre coreografia di Boris Romanoff per “Il lago dei cigni”. E’ stata direttrice artistica del Balletto di Roma fino alla morte, portando la compagine tra le maggiori compagnie di danza italiana. Paola Jorio, attuale direttrice della Scuola del Balletto di Roma, ricorda che proprio Zappolini volle la rinascita di quella struttura in ricordo di Franca Bartolomei chiamandola nel 2012 a occupare quel ruolo. “Non posso dimenticare con quanta dedizione sia sempre stato presente – dice -. Riusciva a cogliere in un attimo doti e difetti di ogni studente e dava suggerimenti puntuali sulla disposizione degli spazi e dei tempi coreografici. E’ stato un vero maestro”.
Per i festeggiamenti legati al sessantesimo anniversario, il Balletto di Roma sarà in tour per tutto il 2020 in varie città d’Italia con le più recenti produzioni, come “Io, Don Chisciotte”, ultima creazione di Fabrizio Monteverde, e “Male Variations”, trittico coreografico al maschile firmato da Andrea Costanzo Martini e Itamar Serussi Sahar. Parallelamente, è in corso la stagione nei Teatri della Capitale, dal Vascello al Quirino. Il Balletto di Roma porterà poi la danza italiana in Cina e Brasile con lo storico successo Giulietta e Romeo. L’ ampio repertorio della compagnia si arricchirà, come ogni anno, di nuove produzioni, accanto ai progetti e alle collaborazioni internazionali.
Palazzo Ducale Genova riprende dopo stop
Prorogate mostre. Slitta a maggio Festival di Limes
GENOVA
02 marzo 2020
13:59
– “Riprendiamo le attività con grande speranza, sicuri del ruolo che Palazzo Ducale può ricoprire nella vita della città e della regione. La cultura come fattore di crescita e di innovazione può fare la differenza e per questo Palazzo Ducale non si sottrae all’ennesima impegnativa sfida con la certezza che con l’aiuto di tutti si potrà vincere”. Lo ha detto il direttore di Palazzo Ducale Serena Bertolucci annunciando la ripartenza, dopo lo stop dovuto all’ordinanza anti-coronavirus, delle mostre e delle iniziative di uno dei più importanti poli culturali della Liguria. La stagione espositiva primavera-autunno riparte dunque con un nuovo calendario di proroghe delle mostre in corso e di nuove aperture. Alla proroga della mostra ‘Anni venti in Italia. L’età dell’incertezza’ (fino al 22 marzo) si aggiunge ‘Il secondo principio di Banksy’ e ‘Hitchcock’ (fino al 13 aprile). Dal 10 aprile al 6 settembre l’Appartamento del Doge del Ducale ospiterà l’antologica di Ferdinando Scianna. Poi dal 23 aprile al 6 settembre nel Sottoporticato aprirà la mostra ‘Obey. Make Art no War’.
Il 30 aprile nella Loggia degli Abati sarà la volta dell’omaggio a Raimondo Sirotti che chiuderà i battenti il 7 giugno. La grande e attesa mostra ‘Michelangelo. Divino artista’ aprirà i battenti l’8 ottobre 2020 fino al 24 gennaio 2021 nell’Appartamento del Doge. Per quanto riguarda il calendario degli incontri e dei cicli, a causa delle difficoltà di spostamento dei relatori, la programmazione subirà qualche variazione: in particolare il Festival di Limes (previsto dal 6 all’8 marzo) è rinviato al 22-23-24 maggio prossimi.
Max Pezzali, esce singolo Sembro matto
Il video girato a Spoleto sul set di Don Matteo
02 marzo 2020
14:02
– “Sembro Matto” è il nuovo singolo di Max Pezzali, disponibile da venerdì 6 marzo. Il brano si aggiunge al repertorio romantico del cantautore. Nel brano, prodotto in studio da Big Fish, compare nello special anche un’altra voce che si scoprirà ad aprile nel “featuring” del remix.
Come quella di “in questa città”, la copertina del singolo è disegnata da Zerocalcare. Entrambi i singoli saranno contenuti nel nuovo album di inediti di Max Pezzali di prossima pubblicazione.
Venerdì 6 marzo sarà online il video di “Sembro matto” girato a Spoleto sul set di Don Matteo e diretto da Cosimo Alemà, il regista della fiction. Protagonisti del videoclip i giovani attori della popolare serie tv di Rai1.
Il 10 e 11 luglio Max Pezzali sarà il protagonista di “Sansiro canta Max”, che si preannuncia come un grande karaoke collettivo allo stadio di Milano (data zero a Bibione il 2 luglio).
Pamela Villoresi interpreta Frida Kahlo a Palermo
Viva la vida, spettacolo che racconta artista messicana
PALERMO
02 marzo 2020
14:10
– Pamela Villoresi interpreta Frida Kahlo nello spettacolo Viva la vida, che il regista Gigi Di Luca ha tratto dall’omonimo romanzo di Pino Cacucci e che debutta in prima nazionale mercoledì 4 marzo nella Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo, in un nuovo allestimento prodotto proprio dallo Stabile di Palermo. E’ uno spettacolo innovativo, che racconta una Frida intima e contemporanea. In scena, al fianco di Pamela Villoresi, che dà voce e corpo alla celebre artista messicana, ci sono Veronica Bottigliero, una body painter che le dipinge sul corpo nudo i segni dell’arte di[ Frida e che rappresenta la Pelona, maschera simbolica della morte, e Lavinia Mancusi, che interpreta la cantante Chavela Vargas, ultima amante dell’artista. Le scene sono di Maria Teresa D’Alessio, i costumi di Roberta Di Capua e Rosario Martone, le luci di Nino Annaloro. Repliche fino al 15 marzo e poi dal 24 marzo al 5 aprile e dal 21 aprile al 10 maggio.
“Viva la vida – spiega il regista Di Luca – è un urlo di dolore che porta alla luce l’aspetto più propriamente femminile di Frida Kahlo, attraverso simbolismi che richiamano la sua radice multiculturale ed etnica, andando oltre la narrazione biografica e facendo emergere l’anima di Frida donna, messicana, pittrice e rivoluzionaria”. “E’ un omaggio a Frida Kahlo – afferma Villoresi – è una sorta di inventario della sua vita e della sua arte”.
Punk, arriva la serie prodotta dall’iguana rock Iggy Pop
Su Sky Arte dal 4 marzo, ripercorre la storia del genere
03 marzo 2020
10:30
Non potrebbe esserci titolo più esplicito: Punk, il nuovo documentario prodotto dall’iguana del rock sua maestà Iggy Pop e dall’amico stilista John Varvatos, che ripercorre la storia del genere che ha rivoluzionato la musica alla fine degli anni Settanta. Presenti nomi del calibro di: John Lydon dei Sex Pistols, Marky Ramone dei Ramones, Wayne Kramer dei MC5, Jello Biafra dei Dead Kennedys e i co-fondatori dei Blondie Debbie Harry e Chris Stein.
A un anno di distanza dal debutto negli Stati Uniti, arriva finalmente in Italia, dal 4 marzo, in prima visione assoluta su Sky Arte (canale 120 e 400 di Sky), Punk, la serie cult prodotta dall’ex frontman degli Stooges Iggy Pop che esplora i vari aspetti della scena degli inizi del movimento più controverso del Novecento: il contesto storico, la musica, la moda, l’arte, il rapporto tra gli artisti e l’industria discografica, la correlazione tra la musica e la politica e soprattutto gli effetti del punk sulle generazioni future. Ogni episodio si concentra su un’epoca individuale del punk, a partire dal proto-punk degli anni Sessanta fino ai giorni nostri.
A produrre la serie insieme a Iggy Pop è il suo amico John Varvatos, stilista di moda e super appassionato di musica, che ha lanciato la propria etichetta John Varvatos Records. Varvatos ha detto di Punk: “Esplorare e rivivere la storia del punk è stato un vero e proprio lavoro d’amore per me. La capacità del punk di trascendere generazioni nella sua cultura, musica e stile è una storia che deve essere raccontata. Quindi… facciamolo!”.
La serie, divisa in quattro parti, sarà un’occasione da non perdere per ripercorrere le tappe fondamentali del punk attraverso interviste ai grandi nomi della scena musicale degli anni ’70. Non mancheranno inoltre le testimonianze di Dave Grohl, di Flea ovvero il bassista dei Red Hot Chili Peppers e Duff McKagan, il bassista dei Guns N ‘Roses. La serie punta a mostrare l’importanza e l’influenza anche di personaggi della scena musicale dell’epoca come Danny Fields, capo dell’Elektra Records, di Legs McNeil famoso critico musicale e della regista Penelope Spheeris.
Il primo episodio narra la scena proto-punk di Detroit che, grazie a band come gli Stooges e MC5, fu di ispirazione per quella newyorkese e per i musicisti che si apprestavano a popolarla nei primi Anni Settanta ‒ come New York Dolls e Ramones ‒, innescando una miccia che avrebbe portato a una vera e propria rivoluzione sonora.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Ulay, compagno di Marina Abramovic è morto a Lubiana
L’artista tedesco era malato da tempo
LUBIANA
03 marzo 2020
10:24
Ulay: l’artista concettuale Frank Uwe Laysiepen conosciuto, tra l’altro, per il suo sodalizio con Marina Abramovic, è morto nella tarda serata di domenica a Lubiana, dove viveva dal 2009. Aveva compiuto 76 anni lo scorso novembre. Malato di cancro da diversi anni, Ulay era considerato uno dei più importanti artisti visivi contemporanei, che ha lasciato il segno nella storia dell’arte come pioniere di body art, performance e fotografia Polaroid. Come riporta il portale della televisione di Stato, di sé stesso Ulay diceva di essere “il più celebre artista sconosciuto”. La notizia della scomparsa di Ulay ha iniziato a circolare questa mattina, quando il regista e documentarista sloveno Damjan Kozole, amico di Ulay, ha pubblicato sulla propria pagina Facebook un tributo all’amico scomparso, riproponendo un video di una mostra del 2012 al Museo di Arte Moderna di Lubiana sulla morte della fotografia, la prima forma di espressione artistica utilizzata da Ulay. “Per capire Ulay ci vuole tempo, forse tutta la nostra vita”, ha detto di lui una volta Marina Abramovic, l’artista serba, naturalizzata americana, che con Ulay ha condiviso un percorso artistico e sentimentale lungo un decennio:I due hanno segnato e per certi versi rivoluzionato la scena delle performance artistiche, dopo che si conobbero ad Amsterdam nel 1976, città che Ulay aveva scelto nel 1968 in fuga da un rapporto conflittuale con la famiglia d’origine, legata al nazismo. All’inizio l’artista si formò e affermò come fotografo, per poi cercare espressioni artistiche alternative in risposta a domande relative all’identità umana, prima di tutto da un punto di vista dei confini fisici del corpo umano e della sessualità. L’incontro con Marina Abramovic lo spinse verso esperimenti più radicali, e anche la fine della loro simbiosi artistica e personale fu oggetto della rappresentazione “Gli innamorati: la camminata sulla Grande Muraglia”, un viaggio a piedi nel 1988 lungo la Muraglia partendo dai capi opposti per incontrarsi a metà strada e dirsi addio. Terminato questo ciclo della sua vita, Ulay tornò a dedicarsi alla fotografia, esplorando le persone emarginate nella società contemporanea. Tra le serie più significative di questo periodo figura l’Afterimages di Berlino del 1994-1995. I due si reincontrarono in pubblico nel 2010, durante la performance di Abramovic al Moma di New York, in cui l’artista serba rimase per 736 ore ferma a fissare i visitatori che si sedevano di fronte a lei.
QUANDO MARINA E ULAY SI RITROVARONO AL MOMA NEL 2010:

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Danza: Shine, van Hoecke e la Luna dei Pink Floyd
Al Teatro Olimpico Compagnia Cipriani e i brani epici della band
02 marzo 2020
16:31
– Shine Pink Floyd Moon, l’ opera rock di Micha van Hoecke che fonde le coreografie con i brani della leggendaria band inglese, sbarca al Teatro Olimpico di Roma dal 3 all’ 8 marzo per le Giornate della Danza dell’Accademia Filarmonica Romana. Sul palcoscenico i suoni del mitico gruppo saranno ricreati dalla band italiana Pink Floyd Legend e interpretati dai ballerini della Compagnia Daniele Cipriani. Il coreografo e regista russo-belga si è ispirato ai capolavori di Roger Waters e David Gilmour per creare il suo lavoro, presentato in prima mondiale al Ravenna Festival nel giugno 2019 con un successo che ha poi accompagnato la tournèe in varie città italiane. “E’ una musica che ha un’ anima e che, nell’immaginario collettivo, è legata alla giovinezza interiore di tutti noi” ha spiegato Micha. Punto di partenza da cui muove lo spettacolo è la celebre hit Shine on You Crazy Diamond con la quale i quattro Pink Floyd rendevano omaggio al loro compagno Syd Barrett che si era perso nelle regioni sconosciute della “luna”, intesa come malattia mentale. Nell’ opera di van Hoecke Syd è interpretato da Denys Ganio, già étoile del Balletto di Marsiglia ed interprete dal famoso Pink Floyd Ballet di Roland Petit, balletto cult che debuttò nel 1973, in piena epoca pop, con la band inglese dal vivo. Syd/Ganio ha un alter ego nel ballerino Mattia Tortora, affiancato dai solisti e corpo di ballo Compagnia Daniele Cipriani. Danza, suoni psichedelici, luci, laser e videoproiezioni puntano a trasportare lo spettatore in uno spazio suggestivo. “È la mia autobiografia che racconta anche la vita di ogni uomo – ha spiegato Micha van Hoecke -. Shine è un lavoro intriso di speranza, in cui la fantasia diventa l’arma per combattere il materialismo che imperversa, il potere e le brame che incombono oggi”.
Santino Spinelli commendatore Repubblica, è primo rom
Musicista di fama, ambasciatore della cultura romani nel mondo
02 marzo 2020
16:32
– Santino Spinelli, in arte Alexian, musicista famoso e ambasciatore della cultura romani nel mondo è diventato commendatore della Repubblica, nominato dal presidente Mattarella. E’ il primo rom a conseguire questo titolo . “Un sentito ringraziamento al Presidente della Repubblica Italiana , Sergio Mattarella per la nomina a Commendatore della Repubblica Italiana. Dedico questo prestigiosissimo riconoscimento a tutto il mio popolo , soprattutto ai giovani rom e sinti ” Così Santino Spinelli ha commentato l’importante conferimento. Questo riconoscimento si aggiunge alla Cittadinanza Onoraria del Comune di Laterza (Taranto), alla carica di Ambasciatore dell’Arte e della Cultura Romanì nel Mondo conferitagli dall’International Romani Union e ai numerosi riconoscimenti. Nato a Pietrasanta nel ’64 ma residente a Lanciano in Abruzzo, Santino, in arte Alexian, ha due lauree e una grande passione per la musica trasmessa anche ai suoi tre figli con i quali è in concerto in tutto il mondo. È fondatore e presidente dell’associazione culturale Thèm Romanò (mondo romanò). Tra i tanti incarichi quello di rappresentante per l’Italia, al ‘parlamento’ dell’Unione Internazionale Romaní e di presidente di FederArteRom. Si legge la sua firma, sotto la poesia “Auschwitz” sul monumento alle spalle del Bundestag a Berlino dedicato alla memoria del genocidio di Sinti e Rom durante il nazismo, inaugurato il 24 ottobre 2012 alla presenza del capo di Stato tedesco e di Angela Merkel.
Moda: Senta, Elke, dive anni ’60 negli occhiali da sole
Rodenstock pensa a sex symbol come Berger e Sommer
02 marzo 2020
16:41
– Da Senta Berger a Elke Sommer, il marchio di occhialeria Rodenstock rende omaggio alle dive più iconiche degli anni Sessanta. Grazie ai modelli provenienti dai suoi preziosi archivi, il marchio tedesco presenta una collezione di eyewear sole le cui montature ricordano quelle portate dalle sex symbol del cinema anni Sessanta, che in quel decennio indossavano nei film e fuori dal set gli occhiali del brand. Attrici che hanno fatto la storia del cinema e che ancor oggi, sono esempi per gli stilisti. Non solo Senta Berger ed Elke Sommer, ma anche Marianne Koch e Sofia Loren, volti e icone di uno stile eterno.
La nuova collezione Rodenstock, punta a linee semplici, funzionali, dallo stile minimal. La linea Sun Highlights propone montature in combinazione di materiali di alta qualità in titanio e RXP. Aste sottili e pesi piumai. Effetti 3D per la linea Layered, la cui combinazione di acetato trasparente produce un effetto che dona a questi modelli un aspetto tridimensionale. Le montature sono realizzate in acetato italiano di alta gamma.
Moda: le Converse si rifanno il look con Midnight Studios
Il modello Pro Leather del ’76 reinterpretato da Shane Gonzales
02 marzo 2020
16:44
– Capovolgendo la scarpa al contrario, Shane Gonzales aggiunge la sua estetica al modello iconico di scarpe Converse Pro Leather. Quando ha debuttato nel 1976, la Converse Pro Leather è diventata un classico del basket. Indossata dal leggendario giocatore Julius “Dr. J” Erving negli anni ’70 e ’80, la silhouette è stata poi parte della rivoluzione della moda che ha preso il sopravvento sulla cultura del basket. Quando Converse ha reintrodotto la Pro Leather nella sua linea lo scorso autunno, i brand più young e cool della sub-cultura hanno tratto ispirazione dalla silhouette e attinto dal potenziale dell’icona per nuove idee. Uno di questi marchi è Midnight Studios.
“La Pro Leather è una sneaker che può essere interpretata in tanti modi” ha detto Shane Gonzales fondatore di Midnight Studios. “Per me, la cultura dello skate è uno degli sbocchi che volevo esplorare”. Noto per aver combinato la sua passione per lo skate con un’estetica punk rock, Shane ha scelto di invertire la silhouette e di combinare la semplicità con la funzionalità, con un mix di pelle e camoscio, per un look da tutti i giorni.
Com’è stato per i modelli precedenti con cui il brand ha collaborato, ovvero la One Star e la Chuck 70, anche la Converse x Midnight Studios Pro Leather è caratterizzata da un’etichetta di servizio sul tallone e un’ansa per far passare i lacci esternamente a vista, intercambiabili e con scritte irriverenti e i rispettivi loghi.
Premi: la cinquina dell’Alvaro Bigiaretti
Il 23 maggio la premiazione
02 marzo 2020
17:21
– Annunciata la cinquina del Premio Letterario Alvaro Bigiaretti 2020. Dopo un’ampia discussione su tutti i libri pervenuti attraverso la segreteria del Premio, il Comitato, presieduto da Giorgio Nisini, ha selezionato queste cinque opere: ‘Il paradiso alla fine del mondo (Sperling&Kupfer) di Nicola Brunialti; Si chiama Andrea (66thand2nd) di Gian Luca Favetto; Breve storia del mio silenzio (Marsilio) di Giuseppe Lupo; L’architettrice ( Einaudi) di Melania Mazzucco e La malalegna (Mondadori) di Rosa Ventrella. La premiazione si svolgerà il 23 maggio 2020 a Vallerano, in provincia di Viterbo.
I cinque libri saranno valutati da una Giuria Scientifica, composta da Giuseppe Antonelli, Nicoletta Bortolotti, Carla Carotenuto, Alfredo Luzi, Anne-Christine Faitrop-Porta, Fabrizio Ottaviani, Paolo Palma, Raffaello Palumbo Mosca, Carlo Picozza, Graziella Pulce, Eugenio Ragni, Fabio Stassi, e da una Giuria Popolare costituita da rappresentanti di arti, mestieri, associazioni del territorio, mondo giovanile e studentesco.
I libri saranno valutati anche da una Giuria di studenti di diversi istituti superiori della provincia di Viterbo, che assegnerà il “Premio Alvaro Bigiaretti Studenti”. Le giurie decreteranno entro il 30 aprile il vincitore della quinta edizione del premio.
Il matrimonio dei segreti diventa un film
Esordio della Downing prodotto da Amazon e Nicole Kidman
02 marzo 2020
17:25
– ‘Il matrimonio dei segreti’, bestseller internazionale della scrittrice americana Samantha Downing, appena pubblicato in Italia da Newton Compton, diventa un film. Amazon Studios ha acquisito i diritti cinematografici del romanzo che verrà adattato insieme alla Blossom Films di Nicole Kidman.
Thriller d’esordio della Downing, in corso di pubblicazione in 23 Paesi, Il matrimonio dei segreti ruota attorno alla vita di Tobias e della sua adorabile moglie, Millicent. I due sembrano avere una vita tranquilla, una bella casa in un quartiere residenziale e due figli adorabili.
Ma c’è un segreto inconfessabile: sono due assassini.
Ispirato a un fatto di cronaca vera, è un romanzo sugli aspetti più oscuri della natura umana, soprattutto femminile.
Samantha Downing vive a New Orleans, dove lavora a tempo pieno al suo prossimo libro.
Coronavirus: Modà rinviano tour nei palazzetti a ottobre
Il via del Testa o Croce Tour era previsto per il 6 marzo
02 marzo 2020
17:45
– Anche i Modà rinviano il loro tour, a seguito delle disposizioni legate all’emergenza sanitaria in Italia, legata alla diffusione del coronavirus. Il partenza del “Testa o croce tour” della band capitanata da Kekko Silvestre era prevista per il 6 marzo da Catania. Rimane invariata la data speciale all’Arena di Verona il 2 maggio.Queste le nuove date del tour:2 e 3 ottobre Catania (recupero del 6 e 7 marzo); 6 ottobre Reggio Calabria (recupero del 17 marzo); 9 e 10 ottobre Bari (recupero del 13 e 14 marzo); 13 ottobre Eboli (recupero del 10 marzo); 12 dicembre Roma (recupero del 20 marzo); 18 e 19 dicembre Assago (MI) (recupero del 28 e 29 marzo). I biglietti rimarranno validi per le nuove date.
Taylor Swift regina delle vendite nel 2019
Incoronata da IFPI, secondo Ed Sheeran, terzo Post Malone
02 marzo 2020
19:46
È Taylor Swift la “Best selling recording artist”, l’artista che ha venduto di più, del 2019: lo dichiara IFPI, l’organizzazione che rappresenta l’industria discografica nel mondo, che incorona l’artista americana per la seconda volta, dopo un primo riconoscimento conferito nel 2014.
Il 2019 è stato un anno di grandi successi per Taylor Swift, che in agosto ha pubblicato il suo settimo album “Lover”: il disco ha debuttato al n.1 in più di dieci Paesi e nella settimana di uscita ha raggiunto i tre milioni di vendite nel mondo.
Ed Sheeran occupa la seconda posizione: si tratta della terza presenza consecutiva all’interno della top ten della classifica IFPI, dopo il successo dell’album No. 6 Collaborations Project, con artisti come Stormzy, Cardi B, Camila Cabello e Khalid.
L’album ha raggiunto il n.1 in 19 paesi, mentre il singolo I Don’t Care con Justin Bieber, ha raggiunto la vetta in 26 paesi.
Dopo un altro anno ricco di successi, Post Malone conquista invece il terzo posto della classifica, salendo di una posizione rispetto al 2018. Il singolo Sunflower con Swae Lee, che ha mantenuto una solida popolarità sulle piattaforme streaming durante il 2019, a settembre è stato seguito dalla pubblicazione del terzo studio album Hollywood’s Bleeding, che ha raggiunto il numero uno in diversi paesi tra cui Australia, Canada, Regno Unito e Stati Uniti.
Questa la Top 10 Global Recording Artists 2019: 1) Taylor Swift; 2) Ed Sheeran; 3) Post Malone; 4) Billie Eilish; 5) Queen; 6) Ariana Grande; 7) BTS; 8) Drake; 9) Lady Gaga; 10) Beatles.
Taylor Swift ha ricevuto il settimo IFPI Global Recording Artist of the Year Award, l’unico riconoscimento che rispecchia il successo mondiale degli artisti attraverso le vendite fisiche e digitali. I precedenti sono: One Direction (2013), Taylor Swift (2014), Adele (2015), Drake (2016 & 2018), Ed Sheeran (2017).
Moda: nuova capsule di borse Anteprima con Disney
Bags nella forma delle sagome dei volti di Topolino e Minnie
02 marzo 2020
18:20
– L’iconico Topolino e la sua fidanzata Minnie diventano protagonisti di una capsule di borse del marchio Anteprima disegnato da Izumi Ogino in collaborazione con la Walt Disney. Una nuova partenership che arriva dopo il successo della capsule dedicata a Frozen 2 realizzata per l’autunno-inverno 2019. La capsule Topolino comprende tre borse, viste sulla passerella della collezione autunno-inverno 2020, e una selezione di altre bags in vendita negli store Anteprima in Italia, Giappone e Cina. Si parte dall’iconica Wirebag (modello originale lanciato nel 1998 fatto di fibre tech intrecciate a mano), che diventa una clutch tridimensionale nella forma dei volti di Topolino e Minni, del diametro di 15.5 cm e nelle classiche tonalità di colore nero, con un motto di rosso per il fiocchetto di Minni. Un accessorio piccolo ed elegante, che nel suo speciale materiale e nella sua texture diventa un piccolo gioiello da portare a mano, dalla vena ironica ma che ben si sposa con tutta la collezione Anteprima. La ball-shape Wirebag è funzionale grazie alla sua forma tondeggiante possiede infatti una buona capienza, e la catena removibile lunga 110 cm, fornita al”interno, permette di portare la borsa sia a mano che a spalla che crossbody adattandosi ai look più formali a quelli più casual. Ogni borsa è tessuta lavorando minuziosamente dei piccoli fili pvc di due millimetri, dotati di una grande leggerezza ed elasticità. Si aggiungono infatti alla collezione altri modelli come la Flat Luggage 24/7 item iconico di Anteprima, realizzata in una versione più grande con un manico più lungo e flessibile, declinata in una versione rosa e rossa e sempre con protagoniste le sagome delle due icone Walt Disney.
Il 9 aprile esce l’autobiografia di Woody Allen
Con La nave di Teseo, evento in contemporanea mondiale
02 marzo 2020
20:34
– Uscirà il 9 aprile con La nave di Teseo l’autobiografia di Woody Allen. E’ la stessa casa editrice ad annunciare l’evento in contemporanea mondiale.
“A proposito di niente”, questo il titolo, è la storia completa della vita, personale e professionale, del regista e attore, attraverso il suo impegno nel cinema, a teatro, in televisione, nei nightclub e nella stampa. Allen racconta anche del suo rapporto con la famiglia, gli amici, e gli amori della sua vita.
“Sono felice e onorata che Woody Allen abbia scelto La nave di Teseo per pubblicare la sua autobiografia, che attendevamo da molti anni – sottolinea Elisabetta Sgarbi, Publisher La nave di Teseo -; e che abbia scelto di continuare a lavorare con i suoi editori di sempre, primo fra tutti Umberto Eco, per noi una presenza viva, che per primo lo portò, come scrittore, in Italia.”
Andò, la camorra, la musica e un bambino
Un romanzo delicato e intenso, venato di noir, che sarà un film
03 marzo 2020
10:03
”Quando ti metterai in viaggio per Itaca /devi augurarti che la strada sia lunga / fertile in avventure e in esperienze”. Con questi metaforici versi del poeta greco Kostantin Kavafis, recitati da Gabriele Santoro prima di radersi la mattina, si apre questo ben calibrato, intenso romanzo di avventure tinte di noir, ma che gioca sulla necessità e verità dei sentimenti e sulla necessità di vivere quel che la vita offre per trovarle un senso, sul contrasto tra l’ordine che ci si può costruire per difendersi e il disordine che ci circonda e che comunque irrompe, sull’importanza di una buona educazione sentimentale e di trovare un maestro, un padre che sappia insegnarti a tirare fuori il meglio di te.
Per ambientare tutto questo, allora, cosa meglio di Napoli e di un quartiere storico e degradato come Forcella, seducente e respingente con le sue ambiguità, il suo fascino, le sue illusioni e la sua violenza, dove risiede per scelta Santoro, musicista, ex concertista di fama, docente di pianoforte al Conservatorio, che esce oramai poco, e per sopravvivere si è creato un proprio ordinato rifugio fatto di abitudini, rimpianti e fragilità dovuti alla propria natura sessuale (la stessa di Kavafis) e l’amore con Biagio, passato non del tutto e comunque difficile da confessare, e tanto più vivere in quel quartiere, e soprattutto la musica, la tanta musica che si cita in queste pagine, con gli amati interpreti e compositori che ascolta sempre o di cui legge biografie. E’ in questa geometria esistenziale che irrompe un bambino facendone saltare tutte le coordinate: Ciro Acerno, solo, spaventato, in fuga ma sfrontato e arrogante come sin da piccoli insegnano e costringono ad essere in quel posto, il quale, dal piano di sopra dove vive con la famiglia, si intrufola non visto nella casa di Santoro cui, a sera, quando viene scoperto, chiede protezione e di essere nascosto perché, scopriremo, il suo amichetto Rosario ”già se lo sono preso”.
La verità è che, assieme a Rosario, Ciro ha scippato una persona che era intoccabile e il boss camorrista De Vivo vuole trovarlo (ha chiesto anche al padre, suo affiliato, di consegnarglielo) per infliggergli una punizione esemplare che serva da lezione ed esempio. La vita, la realtà di Forcella arriva come un tornado che di giorno in giorno cresce di forza a sconvolgere la vita di Santoro, che accetta di tenere con sé il bambino e, nonostante i sempre più gravi problemi che questo gli crea, pian piano gli si affeziona, ma accade anche il contrario, come tra un padre e un figlio per elezione, e Ciro scopre come quest’uomo che considerava nulla e un ”ricchione ‘e mmerda” meriti rispetto, quanto sia pronto a sacrificare per salvarlo e cercare di dargli addirittura un’altra esistenza e possibilità di futuro. Il caso, il destino offre a Santoro una intima, ineludibile, vitale necessità di agire, occasione per ”liberarsi di tutti i fantasmi della sua solitudine”. E la poesia di Kavafis termina con questi versi: ”Itaca ti ha dato il viaggio / senza di lei mai ti saresti messo / sulla strada: cos’altro ti aspetti?”.
Naturalmente in tutto questo avranno un ruolo il fratello magistrato con cui quasi non si parla più; l’anziano, amorevole e saggio padre che vive in campagna; Diego, ex allievo negato alla musica; un ambiguo commissario di Polizia, e altri personaggi di contorno, oltre a una pistola che Ciro gli dice dove può trovare e gli insegna a usare, ricevendo in cambio lezioni di musica e piano per le quali dimostrerà subito un gran talento naturale. E Andò, regista teatrale e cinematografico, sta anche per iniziare a girare un film da questa sua storia.
Sky produrrà la prima serie dei fratelli D’Innocenzo
Appena premiati per la sceneggiatura a Berlino, primo ciak 2021
03 marzo 2020
11:04
– Sky produrrà la prima serie tv di Fabio e Damiano D’Innocenzo, talenti rivelazione del cinema italiano degli ultimi anni grazie al loro fulminante esordio con La terra dell’abbastanza e al successo del loro secondo progetto, Favolacce, appena premiato al Festival di Berlino con l’Orso d’argento per la sceneggiatura. Tutti gli episodi della serie Sky Original verranno scritti e diretti dai fratelli D’Innocenzo, che batteranno il primo ciak nel 2021.
“Quella fra Sky e i giovani talenti italiani – commenta Nicola Maccanico, EVP Programming Sky Italia, in una nota – è una storia di successo lunga più di un decennio nel quale Sky ha fatto da incubatore alle storie, alla creatività di molti artisti oggi riconosciuti a livello internazionale. L’exploit di Fabio e Damiano D’Innocenzo con La terra dell’abbastanza non poteva lasciarci indifferenti, per il valore contemporaneo della loro arte e per la capacità di affermare una cifra estremamente personale. Siamo quindi orgogliosi di produrre la loro prima serie tv e di farlo per la prima volta in-house in Italia con i nostri Studios e di annunciarla subito dopo il premio e la speciale accoglienza che il Festival di Berlino ha riservato a Favolacce, la loro fiaba nera che arriverà nei cinema con Vision Distribution”.
“Siamo orgogliosi e grati – dicono i fratelli D’Innocenzo – di essere gli autori e realizzatori della prima produzione in house italiana di Sky Studios, un noir investigativo che indaga l’animo umano in tutta la sua abissale complessità. Sky Studios parla la nostra stessa lingua in termini di ricercatezza, coraggio e ambizione narrativa. La serie che realizzeremo assieme sarà la somma di questo comune bisogno di osservare il mondo da angolazioni inedite e insospettabili”.
Attualmente in fase di scrittura, la serie Sky Original sarà la prima produzione italiana targata Sky Studios prodotta internamente dal team guidato da Nils Hartmann.
‘Upgrade in Progress’ a Fondazione Modena Arti Visive
Dal 6 marzo prima personale dell’artista coreana Geumhyung Jeong
MODENA
03 marzo 2020
11:52
– ‘Upgrade in progress’, prima personale dell’artista coreana Geumhyung Jeong in un’istituzione d’arte contemporanea italiana si terrà dal 6 marzo al 2 giugno alla Fondazione Modena Arti Visive. L’esposizione, curata da Diana Baldon, presenta una nuova installazione site-specific commissionata da Fmav: l’artista si è distinta a livello internazionale nell’ambito delle arti performative per le sue coreografie allo stesso tempo divertenti e inquietanti in cui si esibisce con apparecchi elettronici con sembianze umanoidi.
Combinando diversi mezzi espressivi – danza, teatro, film e scultura – Geumhyung Yeong realizza le sue opere con una varietà di dispositivi protesici, strumenti hardware meccanici e tecnologici, cosmetici, manichini medici, inserendo performance dal vivo che ‘dimostrano’ come i suoi oggetti possano essere utilizzati. Quando si presenta in contesti dedicati alle arti visive, l’artista dispone gli oggetti secondo strane sequenze e li ordina su piedistalli in ambienti molto illuminati.
Al via su Sky Arte ‘Luce Social Club’
Ogni venerdì alle 20.15, con Gianni Canova e Martina Riva
03 marzo 2020
13:51
– La cultura come non è mai stata trattata in televisione. Il sapere come non è mai stato approfondito sul piccolo schermo. Nasce Luce Social Club, il primo programma di intrattenimento culturale di Gianni Canova, Martina Riva e Max De Carolis, in onda su Sky Arte (canale 120 e 400 di Sky).
Ogni venerdì sera alle ore 20.15, dal 6 marzo, gli schermi di Sky Arte si accenderanno su un nuovo format d’intrattenimento che, mescolando forme e linguaggi diversi, esplorerà in modo inedito e originale il mondo della cultura. In studio Gianni Canova e Martina Riva dialogheranno con personaggi del mondo del cinema, dell’arte, della musica, della letteratura, del teatro, della moda e del design, per esplorare insieme l’essenza del loro lavoro e delle loro arti. “Non solo cinema – dice Gianni Canova – Il cinema come architrave portante, come centro gravitazionale. Ma attorno al cinema, ai suoi autori e attori, anche la musica, il teatro, la letteratura, l’arte, il design e tutta la galassia articolata e affascinante di cui si compone la cultura contemporanea”. “Luce Social Club – spiega Martina Riva – è un grande e colorato contenitore culturale, uno scatolone luccicante in cui le arti si incontrano, si mescolano e dialogano in maniera disinvolta, grintosa, mai ingessata e rigida”.
Tra gli ospiti delle prime puntate, Sandro Veronesi, Elena Radonicich, Anastasio, Ivano De Matteo, Massimo Ghini, Giorgio Colangeli, Lucio Corsi, Takoua Ben Mohamed.
Luce Social Club è un programma prodotta da ERMA Pictures in collaborazione con ATCL e Sky Arte. È in onda su Sky Arte ogni venerdì dal 6 marzo alle 20.15.
Raffaello, Villa Farnesina svela i suoi segreti
Visibili i disegni sull’intonaco scoperti negli anni ’70
03 marzo 2020
14:24
– Disegni nascosti sotto gli arazzi e mai mostrati al pubblico, il braccio di una nereide, ma anche il volto barbuto di un uomo, nel quale la leggenda ha voluto vedere un giovane Michelangelo. Nei 500 anni dalla morte di Raffaello, dopo la grande rassegna che aprirà i battenti giovedì 5 marzo alle Scuderie del Quirinale, anche la superba Villa Farnesina a Roma, in gran parte affrescata dal genio urbinate, dedicherà ben due appuntamenti alle celebrazioni. E il primo, dal 6 aprile al 31 luglio, sarà l’occasione per scoprire anche qualche segreto di quella che fu la fastosa residenza romana di Agostino Chigi, il banchiere dei papi, uomo ricchissimo e potente, capace di dominare la scena e i salotti di quegli anni.
Dopo i restauri che in anni recentissimi hanno riportato all’antico splendore la loggia raffaellesca ma anche la deliziosa camera nuziale con il matrimonio di Alessandro Magno e Rossane, la mostra consentirà di scoprire i disegni sull’intonaco scoperti negli anni ’70 al di sotto del Polifemo di Sebastiano del Piombo e del Trionfo di Galatea di Raffaello, sinora mai esposti al pubblico. Un sistema interattivo, da poco messo a punto, consentirà di osservare da vicino tutti i dettagli delle pitture sulla loggia (a occhio nudo sono distanti otto metri) e anche di distinguere fiori e frutti degli opulenti festoni che la incorniciano.
Dal 1 ottobre al 10 gennaio 2021 una seconda mostra, curata da Alessandro Zuccari e Costanza Barbieri, accenderà poi l’attenzione proprio sulla grande collezione di statue, sarcofagi, rilievi, cammei e monete antiche messa insieme da Agostino Chigi: una messe di meraviglie che sicuramente influenzò anche Raffaello e che ora i prestiti dei grandi musei del mondo, dai Vaticani agli Uffizi, dal Kunsthistorisches di Vienna all’Archeologico di Napoli, consentiranno di rivedere per qualche mese là dove il banchiere li aveva voluti.
Strega, 54 i titoli candidati all’edizione 2020
Nove le ultime segnalazioni arrivate, la dozzina il 15 marzo
03 marzo 2020
15:01
– Sono 54 i libri presentati dagli Amici della domenica al Premio Strega 2020, tre in meno del 2019 quando si era raggiunto il record assoluto con 57 titoli. Gli ultimi nove titoli sono stati pubblicati sul sito del premio http://www.premiostrega.it poco prima che si chiudessero le candidature aperte fino alle 12.00 del 3 marzo.
Questi i nove autori e titoli: Gianluigi Bruni con Luce del Nord” (Rubbettino), proposto da Antonio Pascale; Pasquale Critone con ‘Il tesoro sacrilego’ (Armando), proposto da Antonio Augenti; Lidia Del Gaudio con ‘Il delitto di via Crispi n.21’ (Fanucci), proposto da Marcello Ciccaglioni; Francesco Falconi con ‘Gli anni incompiuti (La Corte), proposto da Alessandro Perissinotto; Antonio Gnoli e Francesco Merlo con ‘Grand Hotel Scalfari’ (Marsilio) proposto da Pietrangelo Buttafuoco; Claudio Lagomarsini con ‘Ai sopravvissuti spareremo ancora’ (Fazi), proposto da Laura Minervini; Pierluigi Luisi con ‘Il posto dei fichi d’India’ (Aracne ), proposto da Paolo Ferruzzi; Francesco Marino con ‘Lo chef consiglia amore’ (Cairo), proposto da Lina Wertmüller e Renzo Paris con ‘Miss Rosselli’ (Neri Pozza), proposto da Nadia Terranova.
Tra i 54 libri saranno scelti dal Comitato direttivo del Premio, che si riserva di potere anche segnalare altre opere, i dodici che si disputeranno l’edizione 2020. La dozzina sarà annunciata il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 9 giugno, quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo. La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.
Bunuel in 2d per raccontare la violenza della realtà
In sala dal 5 marzo il film animato premiato agli Efa e ai Goya
04 marzo 2020
10:04
Un mondo affamato, di bambini stipati nelle scuole e negli orfanotrofi, dove la violenza della natura e l’indifferenza delle istituzioni colpiscono senza pietà uomini, donne e animali. Una realtà sconvolgente che un maestro del cinema come Luis Buñuel , da autore trentenne, racconta a inizio anni ’30, nel suo documentario Terra senza pane (Las Hurdes) dopo aver rotto il legame artistico con l’amico, compagno nelle avventure surrealiste di Un Chien Andalou e L’age d’or. Un percorso coinvolgente e profondo, d’uomo e d’artista, raccontato in animazione 2d da ‘”Buñuel – Nel labirinto delle tartarughe’, il film di Salvador Simo’, nelle sale italiane con Draka Distribution dal 5 marzo, vincitore fra gli altri dell’European Film Award e del Goya come miglior lungometraggio d’animazione e dei premi della giuria e per la colonna sonora all’Annecy International Animated Film Festival.
Traendo ispirazione dell’omonima graphic novel di Fermín Solís, il film è anche il racconto di una grande amicizia, quella tra Buñuel e lo scultore, pittore e scrittore anarchico Ramon Acin, che per aiutare il regista (rimasto senza finanziatori dopo le polemiche per le sue opere surrealiste) produsse il documentario con soldi vinti alla lotteria. Acin morirà pochi anni dopo, nel 1936, durante la Guerra Civile Spagnola, fucilato dai fascisti, che riservarono lo stesso destino 17 giorni dopo anche alla moglie dello scultore. “Qui non si tratta di cambiare le leggi ma il modo di pensare della gente. Si tratta di cambiare il mondo senza che il mondo se ne renda conto”. E’ una delle idee in cui crede Buñuel e che porta avanti, non senza contraddizioni, anche quando decide di girare, dopo due opere di fiction, un documentario, di cui Simo’ mostra, con degli inserti, alcune delle immagini più potenti. Riprendendo l’idea di Eli Lotar (che fu direttore della fotografia del film, lungo circa 30 minuti) il regista decide di mostrare al mondo la povertà di Las Hurdes, una delle regioni più arretrate della Spagna: zona montagnosa contadina, a circa 100 km da Salamanca, composta da vari villaggi (i tetti bassi e ravvicinati delle case/stalle ricordavano la tessitura di un labirinto e il carapace di una tartaruga, da qui il titolo) senza luce e strade. Un’area devastata, viste le poverissime condizioni di vita da un’alta mortalità infantile, e malattie come malaria, dissenteria e molti casi di nanismo.
L’artista Buñuel si trova a riflettere sul suo passato, dalla severità del padre al contrasto con l’ingombrante figura di Dalì (che rifiutò di produrgli il documentario, perché una zingara gli aveva detto di non prestare soldi agli amici) e a fare scelte di rimessa in scena della realtà, per far arrivare, nel modo più diretto e duro possibile, il racconto dal vero. Simo’ ha costruito il suo ritratto del regista, anche grazie alle conversazioni con il nipote del cineasta, Luis. “La cosa più importante che ho compreso nella mia ricerca su Buñuel era l’onestà e verità che infondeva nei suoi film e nelle sue storie – ha spiegato Simo’ a No Film School -. Era onesto nel modo di parlare nel modo in cui vedeva le cose. Tutto questo lo percepisci dalle sue opere: voleva che il pubblico pensasse, si ponesse domande”. Intanto Simo’, che viene da una lunga esperienza internazionale (è stato, fra gli autori delle sequenze animate e di effetti speciali, fra gli altri, della versione ‘ibrida’ di “The Jungle Book” e di “Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar”), grazie al successo di “Buñuel nel Labirinto delle Tartarughe” ha avuto il via per un altro grande progetto animato, stavolta in cgi, prodotto da Spagna e Cina: Dragonkeeper tratto dai racconti fantasy di Carole Wilkinson: protagonista una bimba schiava, Peng, che scopre i suoi grandi poteri quando parte in missione per salvare dall’estinzione i draghi.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Bruno Bozzetto 82 anni, le opere nel mondo in tv e streaming
Minerva Pictures distribuisce i film del maestro dell’animazione
03 marzo 2020
16:58
Buon compleanno Bruno Bozzetto: il celebre disegnatore, animatore e regista festeggia 82 anni. E proprio il 3 marzo si annuncia un accordo tra la società di distribuzione Minerva Pictures e la Bruno Bozzetto Distribution per la distribuzione tv, home video e digitale in Italia e Nord America delle opere. Bruno Bozzetto ha trasformato in disegno più di 60 anni di storia d’Italia, è stato autore di alcuni lungometraggi animati e numerosi cortometraggi, molti dei quali vedono come protagonista il suo “Signor Rossi”, simbolo del cittadino italiano medio alle prese con il malcostume della società. Tra i lavori più noti che fanno parte dell’accordo c’è Allegro non troppo (1976), film musicale d’animazione in cui l’arte di Bozzetto incontra le opere classiche di Stravinskij, Debussy, Vivaldi e altri celebri compositori, sulla scia del film Walt Disney Fantasia.
In arrivo in alta definizione anche West and Soda (1965), uno dei primi lungometraggi animati italiani nonché anticipazione in chiave umoristica del genere Spaghetti Western, e Vip, mio fratello superuomo (1968), parodia del mondo dei supereroi, con la voce di MiniVip affidata a Oreste Lionello, che denuncia i rischi in cui s’imbatte una società che rincorre il consumismo.
Tra i cortometraggi in distribuzione di nuova e di vecchia data ci saranno Mister Tao, vincitore dell’Orso d’Oro al Festival del Cinema di Berlino nel 1990, Cavallette, nominato al Premio Oscar l’anno seguente, e molte altre opere dell’artista milanese rese celebri nelle trasmissioni televisive e di divulgazione scientifica culturale. Tutte le sue “idee con intorno una linea”, come lui definisce, sono talmente riconosciute ed apprezzate nel mondo dell’animazione che il Walt Disney Family Museum di San Francisco gli ha dedicato nel 2013 una mostra retrospettiva dal titolo “Animation, Maestro!”.
Le opere di Bozzetto saranno disponibili dal 3 Marzo su Amazon Prime Video, Chili e The film club, e a seguire su Google Play, VVVVID, Apple Tv e Rakuten Tv e – questa estate – anche in dvd e blu-ray.
Federica Carta, mi rimetto in gioco con una nuova me
La giovane artista riparte dal brano urban-pop Bullshit
04 marzo 2020
10:07
Cambio di look – più aggressivo e sensuale -, nuove sonorità, una pagina bianca di musica e di vita ancora tutta da scrivere. Federica Carta torna, con i suoi 21 anni, pronta a rimettersi in gioco. Il 6 marzo esce il brano Bullshit, che segna il suo nuovo inizio. “Sono sempre la stessa brava ragazza di prima, ma ho cominciato a tirar fuori anche altro che comunque c’era dentro di me – racconta la timida cantante romana, uscita da Amici tre anni fa e con alle spalle già una partecipazione al Festival di Sanremo lo scorso anno in coppia con Shade -. Sono sempre stata vista come una principessa Disney, ma sto imparando anche a valorizzare il mio lato più femminile. E ad essere più sicura di me, anche non avendo più paura a dire la mia sul lavoro”.
La nuova Federica, dunque, riparte da Bullshit, un brano dalle sonorità urban-pop scritto da K Beezy insieme a Katoo, che è anche produttore. Un grido lanciato contro chi ci ha deluso, contro chi ci ha messo a nudo la nostra fragilità, diventata però un punto di forza. “La scorsa estate cercavo di uscire da un amore un po’ marcio con un ragazzo, mi ero bloccata anche nella scrittura. Quando mi è arrivato questo brano sono rimasta colpita dalla capacità che aveva di descrivere il momento che stavo vivendo. Da lì sono ripartita per riprendere in mano la mia vita prima a livello umano e sentimentale, poi anche a livello musicale”. Un brano che poteva godere della vetrina di Sanremo, a un anno dalla prima partecipazione? “Il progetto che sta partendo è talmente tanto diverso da ciò che c’era prima che non abbiamo neanche preso in considerazione l’ipotesi di presentarci al Festival. Ma in futuro – spiega – mi piacerebbe tornare su quel palco”.
Da Bullshit quindi si riparte per un nuovo percorso, che vedrà nei prossimi mesi anche l’uscita di un nuovo album. “Tante cose sono già pronte e sono coerenti con la nuova me. Ma faccio un passo alla volta e ora mi godo Bullshit”. Uno degli obiettivi da superare è anche una timidezza estrema. “Mi hanno sempre rimproverato di chiudere troppo gli occhi quando canto, ma ho raggiunto la consapevolezza che il pubblico non ce l’ha con te. Certo stare sul palco per una timida come me non è stato semplice, ma io amo superare i miei limiti”. Il primo a spingerla a superarli è stato suo padre: “mi portava contro voglia a fare il karaoke, ma oggi devo solo ringraziarlo”. Altro passaggio fondamentale per lei è stata la partecipazione ad Amici. “E’ stato un fantastico trampolino di lancio e lo rifarei come esperienza di vita, ma non in questo momento. Ero molto giovane – avevo 17 anni -, e alcun cose le prendevo molto male, come anche le critiche sui social. Oggi sono cresciuta”.
Coronavirus: Ducale Genova, visite ‘al metro’ per sicurezza
Bertolucci, seguiamo hashtag #laculturacura del museo di Torino
GENOVA
03 marzo 2020
16:18
– A tutte le persone che vorranno partecipare alle visite guidate di Palazzo Ducale di Genova, illustrate dal direttore Serena Bertolucci, verrà consegnato un metro “per mantenere la distanza di sicurezza” nel rispetto “delle precauzioni raccomandate dalle autorità”. La cultura ai tempi del Coronavirus si declina anche così, visto che “#laculturacura, seguendo l’hashtag lanciato dal Museo Egizio di Torino in questi giorni”.
“L’iniziativa, prima del genere in Italia – ha detto Bertolucci -, intende ribadire quelle che saranno le coordinate entro le quali si vuole muovere Palazzo Ducale nel prossimo futur. Fiducia, accoglienza e impegno per un’azione culturale sempre più attiva e utile al territorio. Ripartiamo da qui, riprendiamoci metri di cultura”.
Coez lancia il format “Nella casa” dal 15 marzo
Ogni settimana rilasciato un brano inedito con un ospite diverso
03 marzo 2020
16:44
– Coez annuncia il format “Nella casa”, un progetto che lo vedrà vivere per un mese assieme ad alcuni ospiti del mondo musicale italiano, in una villa poco distante da Roma. Un luogo d’incontro d’eccezione che diventa vero e proprio studio di registrazione. Da queste influenze e contaminazioni di musiche e stili, ogni domenica nascerà un brano inedito, che verrà pubblicato sulle piattaforme streaming contemporaneamente ad altri contenuti video inediti che andranno sul canale ufficiale di Youtube di Coez.
“Nella casa” ha l’obiettivo finale di mostrare, senza filtri e in modo personale, quello che c’è dietro alla realizzazione di una nuova canzone, dalla creazione di musica e testi, fino all’incisione, avvicinando la gente al mondo degli artisti.
“Sono circa 2 anni che lavoriamo a questo progetto e finalmente posso cominciare a spiegarlo – ha scritto Coez in un post pubblicato su Instagram -. Dal 15 marzo mi chiuderò in una casa allestita a studio di registrazione e ogni inizio settimana ci sarà un ospite o più di uno col quale scriveremo un pezzo inedito che uscirà la domenica seguente, questo per 4 settimane.
L’obiettivo è farvi entrare in studio con noi facendovi seguire in diretta quello che accadrà, rendervi appunto partecipi del processo creativo che sta dietro ad una canzone”.
In estate poi il tour nei festival italiani: 26 giugno Legnano (MI), 4 luglio Genova, 8 luglio Marostica (VI), 11 luglio Roma, 19 luglio Barolo (CN), 25 luglio Taormina (ME), 2 agosto Soverato (CZ), 6 agosto Pescara, 9 agosto Molfetta (BA), 14 agosto Lignano Sabbiadoro (UD), 16 agosto Cinquale (MS).
Moda: capsule H&M firmata da Johanna Ortiz
Colori esotici e fiori tropicali per uno stile bohémien
03 marzo 2020
16:50
– Dopo una pre-drop di quattro abiti, H&M annuncia che la sua collaborazione con la designer colombiana Johanna Ortiz verrà lanciata in alcuni negozi selezionati e online dal 12 marzo. La collezione di 19 pezzi, che comprende abiti femminili, top, gonne e costumi da bagno, presenta la tavolozza di colori esotici, fiori tropicali che sono diventate sinonimo dello stile Ortiz. Il team di designer di H&M si è recato a Cali, città natale della Ortiz, conosciuta anche come la capitale colombiana della salsa, per comprendere appieno la complessa costruzione del design ultra-slim e che avvolge le forme, tipico della stilista colombiana. Il team, ospite nell’elegante e decorata villa di Johanna, si è immerso nel sofisticato mondo bohémien, esaminando il suo archivio e rivisitando le stampe tropicali in nuove colorazioni ricche di energia. I capi chiave della collezione includono il maxi abito floreale rosso acceso, l’abito midi magenta in broderie, l’abito lungo in viscosa con motivi neri, uno dei preferiti di Johanna, la gonna arricciata in popeline bianco e nero a balze.
La lavorazione dell’arricciatura e delle balze sono tipiche del brand e sono state utilizzate anche sui costumi da bagno dal taglio asimmetrico. Nella collezione sono presenti anche alcuni capi essenziali come la tunica in popeline di cotone e le bluse monocromatiche.
Unesco: Boccia sostiene candidatura Carta Filigranata
Presidente Confindustria ha ammirato arte cartaia a Fabriano
FABRIANO
03 marzo 2020
16:51
– C’è anche quella del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia tra le 1.400 firme raccolte per sostenere l’iscrizione dell’Arte della Carta Filigranata di Fabriano nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale immateriale Unesco. “Siamo molto soddisfatti per essere riusciti a coinvolgere l’intero territorio marchigiano” fanno sapere dalla Pia Università dei Cartai che, con il sostegno del Comune, della Fondazione Fedrigoni Fabriano, della Fondazione Carifac, entro fine mese depositerà il dossier a Roma. “In occasione di una recente visita a Fabriano, ho avuto l’opportunità di assistere personalmente ad una dimostrazione dal vivo della produzione a mano di un foglio di carta e di una filigrana nei locali de Le Conce, sede della Scuola Internazionale dei Mestieri d’Arte Carifac’Arte. Anche alla luce della rilevanza identitaria di questa arte antica per la realtà cittadino e per la comunità, a nome di Confindustria desidero esprimere pieno sostegno alla candidatura” scrive Boccia.
Ultras, ecco la messa pagana del calcio
In sala e su Netflix film di Lettieri con Aniello Arena e Truppo
04 marzo 2020
10:02
Nonostante si spacchino la testa appena possibile, gli hooligans raccontati nell’opera prima di Francesco Lettieri in ‘Ultras’ hanno le loro regole, le loro liturgie, la loro messa. E forse così, non a caso, questo film pieno di ritmo e malinconia inizia e si chiude in una chiesa: nel primo caso per un matrimonio e, nel secondo, per un funerale.
Il film, in sala dal 9 all’11 marzo distribuito da Indigo e su Netflix dal 20 marzo, ci porta a Napoli. Qui troviamo Sandro (Aniello Arena) che a quasi cinquant’anni è ancora il capo degli Apache, il gruppo di ultras del Napoli con cui ha passato tutta la vita allo stadio. Un uomo muscolare, di poche parole e con alle spalle una vita di violenza, Sandro ha vera stoffa di leader anche se ora un daspo (il divieto di partecipare alle manifestazioni sportive) gli impedisce di avvicinarsi alla curva. E mentre altri gruppi di ultras più giovani cercano di spodestarlo, Sandro ha forse per la prima volta voglia di una vita normale specie dopo aver conosciuto Terry (Antonia Truppo), una donna bellissima e che gli tiene testa. E a far crescere Sandro c’è anche Angelo (Ciro Nacca), sedici anni, un ragazzo che lo considera la sua guida, quasi un padre e comunque la persona che ha preso il posto di suo fratello Sasà, morto anni prima negli scontri durante una trasferta.
Tra striscioni da realizzare, trasferte-guerra da pianificare e lotte generazionali da portare avanti, nel film si raccontano non solo le storie di Sandro, Angelo e Terry, ma anche quelle di ultras tutti di un pezzo come Pechegno (Simone Borrelli), Gabbiano (Daniele Vicorito) e Barabba (Salvatore Pelliccia). “Napoli a differenza di altre – spiega il regista che viene dai videoclip, in una videoconferenza tra Roma e Napoli causa Coronavirus – è l’unica squadra portatrice di un sentimento di riscatto del meridione e comunque l’unica che si può confrontare con le grandi squadre nazionali. Comunque – aggiunge Lettieri – gli ultras di oggi sono molto diversi da quelli anni Ottanta, sono in crisi perché gli scontri attualmente sono molto più rari ed è così difficile esercitare la propria indole violenta”. E ancora Lettieri, che tra i tanti lavori sugli hooligan ha molto ammirato il documentario di Vincenzo Marra ‘Estranei alla massa’ -: “Uno di loro una volta mi ha detto che un tempo c’erano le guerre per sfogarsi, ora che non ci sono più il tifo è uno sfogo per chi ha voglia di combattere”.
Aniello Arena spiega: “Sono da sempre tifoso, ma mai un ultras, così ho scoperto molte cose di questo mondo. Certo per interpretare Apache ci ho messo molto del mio” dice l’attore con un passato di ex criminale della Camorra. Ultras, prodotto da Indigo film e film originale Netflix in associazione con Mediaset, ha il soggetto e la sceneggiatura di Peppe Fiore e Francesco Lettieri e le musiche di Liberato.
Moda: Violeta by Mango per le donne curvy
Cast di modelle famose per una collezione tutta floreale
03 marzo 2020
18:15
– Violeta by Mango lancia la campagna per la collezione primavera estate con lo slogan #ThisIsPower, un messaggio diretto alle donne affinché recuperino il loro potere originale, di cui sono detentrici. In questa occasione, il marchio si è affidato a un cast di modelle famose come Georgia Pratt, Sabina Karlsson, Chloe Vero, Olivia Wilson, Eva Kay, Lovisa, Sabey e Lorena Durán. Ciascuna di loro rappresenta, con il proprio stile e i propri valori. La nuova collezione comprende stampe floreali in ogni variante, il cui il capo principe torna a essere il vestito. Sarà un’estate ricca di colori vivaci e di tessuti come popeline, lino e taffetà mescolati a georgette e batista e impreziositi da ricami. Il completo assume grande importanza comparendo in tanti colori, comprese le nuance pastello. La novità è che in questa stagione il marchio offrirà sul web la possibilità di personalizzare una T-shirt e un giubbotto in denim con lo slogan della campagna.
L’obiettivo di Violeta by Mango è vestire una donna curvy che ama la moda. La chiave di questo progetto, lanciato a gennaio del 2014, è la cura dei dettagli tecnici del modello, taglia per taglia, e la possibilità di offrire una collezione di qualità per qualsiasi momento della giornata.
Federica Sciarelli, trappole d’Amore
Storie di truffe romantiche
03 marzo 2020
18:22
FEDERICA SCIARELLI TRAPPOLE D’AMORE (RAI LIBRI – PP384) Ma nel 2020 si può ancora essere vittima di una truffa romantica, credere in una banalissima foto rubata ad un profilo social di qualcuno che ignaro si ritrova ad essere il ‘sogno’ di qualche malcapitata o malcapitato, che al fine finisce per ridursi quasi sul lastrico consegnando prima piccole somme, poi chi addirittura facendo finanziamenti veri e propri.
“Ebbene può essere incredibile, ma soprattutto le donne (in un età compresa tra i 40 e i 70 anni), sono prede più a rischio anche se gli uomini non mancano, la solitudine gioca un ruolo rilevante, il fatto di voler sentirsi di nuovo apprezzati, amati desiderati è legittimo e quando ti ritrovi qualcuno che ogni mattina ti sveglia con Buongiorno principessa, si può finire con il credere alla favola”. A parlare del suo ultimo libro è la giornalista e volto storico di Rai3 Federica Sciarelli che all’interno della sua trasmissione la seguitissima trasmissione della terza rete Rai che vanta un successo lungo ormai 32 stagioni, segue da tempo questo tipo di truffe tecnologiche (“Abbiamo il nostro famoso cartellone con le foro segnaletiche di profili rubati dal web in Italia e nel mondo ci mandano mail a tutte le ore del giorno per chiederci ormai di controllare”).
Il dato più rilevante e drammatico è che l’inganno non è appannaggio di singoli truffatori, ma rientra in un più ampio scenario di criminalità organizzata: in questo libro vengono raccolti i casi italiani più significativi e toccanti, ma non ci si limita a questo. “Abbiamo per questo deciso di raccogliere in un volume Trappole d’Amore le storie più significative – è un libro inchiesta da nord a sud del paese che ho scritto con Ercole Rocchetti, Veronica Briganti, Marina Borrometi.
Il volume, oltre alle storie, si compone di una corposa inchiesta, che analizza il fenomeno ormai globale delle diverse truffe informatiche, a partire da quelle “romantiche”. Ma soprattutto ricostruisce la minuziosa programmazione con cui la criminalità africana, per finanziare altri traffici illeciti e ben più allarmanti, realizza queste frodi, che dal furto d’identità mirano a estorcere denaro alle vittime inconsapevoli.
Ma come è possibile che ancora oggi donne e uomini, donne in rete cadono nelle trappole di sedicenti innamorati ansiosi di derubarle. “Un tempo esistevano le lettere, ora tutto è cambiato ci si incontra in rete, in un labirinto di contatti impersonali, ma che ti raggiungono comunque dentro, e ti fanno sognare. Ti arrivano richieste di amicizia, e scruti quella foto che viene da lontano, senza porti la domanda più semplice: sarà davvero lui? Ci credi e ti pare impossibile che sia arrivato un impostore, uno che si approfitta dello spazio virtuale per diventare altro da sé. Credi ciecamente che sia vedovo, con due figli, e che abbia bisogno di affetto, del tuo affetto”.
I casi più eclatanti di un fenomeno in espansione, raccontati dalla storica conduttrice di “Chi l’ha visto? Tra questi quello di “Caterina, ricordato dal suo più caro amico, che la adorava un vicino di casa, ma che ha perso la testa per un amore virtuale che gli ha portato via tutti i soldi, una storia finita male, lei malata di diabete è morta, sola e disperata. La storia di Elisabetta, una giovane infermiera che non si è mai sentita bella, viene agganciata su Fb da un giovane uomo vedovo con una figlia di 5 anni, la ricopre di complimenti, è il primo che si interessa a lei all’inizio frasi amorose, “mia farfalla”, “mia regina”, la chiama moglie, poi un prestito deve – sostiene – riscuotere un’eredità in Canada”.
Strega: 54 opere candidate, sarà sfida a tre
In pole Veronesi, Carofiglio e Ferrari. Torna Feltrinelli
03 marzo 2020
18:31
– Sono 54 i libri presentati dagli Amici della Domenica al Premio Strega 2020, tre in meno del 2019 quando è stato raggiunto il record assoluto con 57 titoli.
Spicca il ritorno di Feltrinelli, dopo 5 anni di assenza, che porta in gara ‘Ragazzo italiano’, il primo romanzo di Gian Arturo Ferrari, per molti anni potente e temuto editore che con la Mondadori ha vinto tanti premi e ora è in corsa, presentato da Margaret Mazzantini, come scrittore. Una discesa in campo che scombina notevolmente le carte e darà parecchio filo da torcere al superfavorito alla vigilia Sandro Veronesi tornato allo Strega con ‘Il Colibrì’ (La nave di Teseo), presentato dall’Accademia degli Scrausi, dopo la vittoria nel 2009 con ‘Caos calmo’. Ma la sfida non si prefigura a due perchè anche Einaudi ha un asso nella manica, Gianrico Carofiglio con ‘La misura del tempo’, proposto da Sabino Cassese.
La strada verso la cinquina, che sarà votata il 9 giugno, è ancora lunga, eppure è già chiaro che in pole position c’è un inattaccabile trio. Restano liberi due posti che potrebbero essere occupati da Ilaria Bernardini con ‘Il ritratto’ (Mondadori), proposto da Paolo Sorrentino o da Valeria Parrella con ‘Almarina’ (Einaudi), proposto da Nicola Lagioia che porterebbe così a due i titoli della casa editrice dello Struzzo in corsa. Ma, bisogna vedere chi entrerà nella dozzina che sarà scelta fra i 54 titoli dal Comitato direttivo, con la riserva di poter fare anche altre proposte, e annunciata il 15 marzo alle 12.30 a Libri Come, la festa del libro e della lettura all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Nella lunga lista colpisce la presenza di ‘Miss Rosselli’ (Neri Pozza), il memoir di Renzo Paris dedicato ad Amelia Rosselli, la grande poetessa della quale il 28 marzo ricorrono i 90 anni dalla nascita, proposto da Nadia Terranova.
La possibilità, dal 2018, di essere presentati da un solo Amico della Domenica, non più da due come in passato, ha portato anche ad una crescita del numero di libri che appartengono a una stessa casa editrice. Al top è Einaudi con 4 titoli : oltre a Carofiglio e Parrella, ci sono Daniele Vicari con ‘Emanuele nella battaglia’ e Chiara Valerio con ‘Il cuore non si vede’ .
Seguono, a pari merito, con tre titoli Mondadori, Marsilio e Neri Pozza. Oltre alla Bernardini, Mondadori ha in lista Daniele Mencarelli con Tutto chiede salvezza e Angelo Ferracuti con ‘La metà del cielo’. Tra i tre di Marsilio Antonio Gnoli e Francesco Merlo con Grand Hotel Scalfari. Due i titoli di Bompiani: Silvia Ballestra con ‘La nuova stagione’ e Marta Barone con ‘Città sommersa’ ; due quelli di Fazi: Claudio Lagomarsini, con ‘Ai sopravvissuti spareremo ancora’ e Giovanni Ricciardi con ‘La vendetta di Oreste’: La nave di Teseo oltre a Veronesi ha Viola Di Grado con ‘Fuoco al cielo’. Rizzoli punta tutto su ‘Nessuna notte è infinita’,il toccante ritratto familiare e di un’epoca di Francesca Pansa proposto da Aurelio Picca e Piemme su Laura Imai Messina con ‘Quel che affidiamo al vento’, all’uscita schizzato subito in classifica. Due i graphic novel: torna Gipi con ‘Momenti straordinari con applausi finti’ (Coconino Press), proposto da Francesco Piccolo e Valerio Gaglione e Fabio Izzo fon Uccidendo il secondo cane (Oblomov). Sem schiera Gian Mario Villalta con L’apprendista e HarperCollins Italia Enrico Vanzina con ‘Mio fratello Carlo’.
Numerose le proposte di piccoli e medi editori che vedono il debutto di NN Editore con Giovanissimi di Alessio Forgione. Tra gli altri TerraRossa, Nutrimenti, Compagnia Editoriale Aliberti, Felix Krull, Arkadia, Elliot e Effequ. Assente Guanda dopo la vittoria nel 2018 con Helena Janeczek.
I libri candidati alla cinquina saranno letti e votati da una giuria composta dai 400 Amici della domenica, ai quali si aggiungono 200 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 20 Istituti italiani di cultura all’estero, 40 lettori forti selezionati da 20 librerie indipendenti distribuite in tutta Italia, 20 voti collettivi espressi da scuole, università e 15 circoli di lettura presso le Biblioteche di Roma, per un totale di 660 aventi diritto.
Il vincitore il 2 luglio 2020 a Villa Giulia, a Roma.
Superwomen al MANN, a Napoli street art al museo
Dal 6 marzo firmate Lediesis, ci sono anche Wertmuller e Callas
NAPOLI
03 marzo 2020
18:40
– Otto superdonne fanno l’occhiolino: sono Alda Merini, Peggy Guggenheim, Marlene Dietrich, Marina Abramovic, Lina Wertmuller, Yayoi Kusama, Frida Kahlo, Maria Callas. Sul petto delle protagoniste dei ritratti è impressa l’inconfondibile “S”, che connota otto Superwomen, per sfatare il mito che esista soltanto “Superman”. Per celebrare l’ 8 marzo, Giornata internazionale della donna, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli propone da venerdi 6 marzo (fino al 13 aprile), la mostra “SuperWomen #Super8X8Città”, firmata dalla coppia di street artists Lediesis.
“Il Mann rinnova la sua attenzione per la street art e la rigenerazione urbana ospitando nel mese di marzo le immagini delle Superwomen che Lediesis hanno fatto viaggiare per l’Italia. Non mancheranno sorprese dedicate a Napoli: a strizzarci l’occhio sarà, nell’Atrio del Museo, la cittadina onoraria e premio Oscar Lina Wertmuller, in strada andremo a caccia dell’icona Sofia Loren”, dichiara il direttore dell’Archeologico, Paolo Giulierini.
160 opere di 85 artisti emergenti in sede Zeffirelli
Fino al 18 marzo a Firenze collettiva ‘Moovart’
FIRENZE
03 marzo 2020
20:11
– Circa 160 opere tra dipinti, sculture e installazioni di 85 artisti emergenti sono in mostra nella sala della musica della Fondazione Franco Zeffirelli di Firenze.
La rassegna di arte collettiva, dal titolo ‘Moovart Co-Expo Firenze 2020’, sarà aperta al pubblico a ingresso libero fino al 18 marzo. Moovart è un progetto ideato e realizzato dalla Fondazione di ricerca scientifica Amedeo Modigliani, in partnership con la Moov Ltd, attiva a livello internazionale per la valorizzazione degli artisti emergenti: prima di arrivare a Firenze lo stesso concept è stato ospitato nella Reggia di Caserta, a Castel dell’ovo a Napoli e alla Riba foundation di Liverpool, in Gran Bretagna. Nel dettaglio, gli artisti emergenti (il più giovane ha 16 anni) hanno realizzato per l’esposizione a Firenze opere di pittura, scultura, fotografia, ceramica, arte orafa e arte digitale che rappresentano un variegato insieme di esperienze a confronto.
Dua Lipa firma seconda capsule per Pepe Jeans London
La pop star in posa per Charlotte Wales. Stile anni ’80 e ’90
03 marzo 2020
20:12
– La pop star Dua Lipa lancia la sua seconda capsule collection per Pepe Jeans London per la primavera/estate. Per questa collezione la cantante ha tratto ispirazione dalle sue radici londinesi e dal tempo trascorso a Los Angeles, realizzando look cool ideali da indossare sul palco e fuori. La campagna è stata scattata da Charlotte Wales e cattura l’energia di Dua Lipa durante le esibizioni sul palco.
Lo sfondo color pastello nelle immagini crea il palcoscenico perfetto per far brillare la collezione, ricreando una sorta di spettacolo televisivo retrò. Questa seconda capsule collection reinventa con un tocco modern i look più iconici di fine anni Ottanta e inizio anni Novanta, proponendo blazer oversize, maglie cropped, abiti aderenti e minigonne metalliche. La palette è composta da colori effervescenti, quali il blu pastello, il giallo e il viola che si mixano perfettamente con la brillantezza del fucsia e dell’elettric lime.
Pepe Jeans London nasce nel 1973 nel cuore di Portobello Road a Notting Hill. Il denim è da sempre stata la passione e il dna del brand e anche in questa seconda capsule collection Dua Lipa X Pepe Jeans London sono stati riproposti e reinterpretati i best-seller della storia del marchio londinese.
La poesia e le voci di Miss Rosselli
Renzo Paris racconta Amelia Rosselli a 90 anni da nascita
06 marzo 2020
17:47
RENZO PARIS, MISS ROSSELLI (NERI POZZA, PP 236, EURO 18,00). La “magica poetessa del Novecento”, inseguita dagli spettri, convinta di essere perseguitata dalla Cia, suonatrice di violino e organo prima di dedicarsi alla poesia. Renzo Paris è riuscito a far rivivere Amelia Rosselli, ha cercato la sua vita nei suoi versi fino a farne una cosa sola, con lo sguardo unico che può avere un amico con cui si è fatto un lungo pezzo di strada. Riscopriamo l’autrice di ‘Variazioni belliche’, di ‘Serie ospedaliera’, ‘Documento’, i tre fiori della sua produzione poetica. E del pometto ‘La libellula’, panegirico della libertà dove la metapoesia diventa ipnotica. Seguendo l’ombra che “è venuta più volte a ballare” nella sua immaginazione Paris ha scritto ‘Miss Rosselli’ che già dal titolo azzeccatissimo ci fa entrare in un mondo plurale, italiano ed europeo, poliglotta e multiculturale come era Amelia. Pubblicato a novant’anni dalla nascita della Rosselli, il 28 marzo del 1930 a Parigi, proposto al Premio Strega 2020 da Nadia Terranova, è un viaggio dentro la vita di una poetessa gigantesca, una delle voci più potenti del Novecento, che s’ interrogava su cosa fosse il coraggio, prima di morire suicida lo stesso giorno di Sylvia Plath, l’11 febbraio, del 1996. E proprio dal suicidio, lanciandosi dal balconcino della mansarda tutta e legno e libri di via del Corallo, a Roma, parte il percorso compiuto da Paris che non nasconde la sua ammirazione per la Rosselli, considerata dalla maggior parte della persone, compreso il cugino, Alberto Moravia e la moglie Elsa Morante, una pazza. “No, non era pazza Amelia, era una donna che visse gran parte della sua vita fuori di questo mondo e quando ripiombava nella rugosa realtà, soffriva. Le sue poesie erano costellate di quell’atroce sofferenza” dice Paris. E quando l’autore del libro chiede ad Amelia: ‘Ma Moravia chi era sotto il fascismo? Lei le risponde: “Non lo sai? Chi era…un fascista, stava lì con i fascisti, non li ha mica combattuti come mio padre”.
Poeta, romanziere e critico, Paris s’interroga nel libro sul percorso che sta compiendo e non nasconde che per lui Amelia “era una divinità , come lo era stata per Rocco” alludendo a Scotellaro che la poetessa aveva conosciuto a Venezia e con il quale visse una straordinaria amicizia amorosa finita con la morte nel 1953 dello scrittore e poeta e lucano che la gettò nella disperazione.
“Questa non è una biografia di Amelia, è piuttosto la rievocazione della sua persona, e al tempo stesso il tentativo di allontanare la sua ombra” sottolinea Paris.
Figlia dell’esule antifascista Carlo Rosselli, assassinato dai cagoulards con il fratello Nello a Bagnoles-de-l’Orne, in bassa Normandia nel 1937, la Rosselli si è sentita perseguitata tutta la vita. Era convinta che la spiassero, che volessero avvelenarla. Doveva difendersi dalle onde elettromagnetiche dei satelliti e chiamava la sua malattia “morbo di Parkinson” .
“Sembravano eterne quelle ventisette coltellate fasciste che il povero corpo di suo padre aveva ricevuto” racconta Paris che ricorda anche l’andirivieni nelle cliniche, gli elettroshock, le cure con grandi psicanalisti come Bernhard, l’assidua consultazione dei Ching. Si sentiva il “simbolo vivente – dice – dell’antifascismo”, si era iscritta al Pci . Ma oltre a riportarci nei luoghi della sua infanzia, a Parigi, nella nave mercantile in cui Melina, come la chiamavano da piccola, si imbarcò con tutta la famiglia, tra cui il cugino Aldo Rosselli, per andare verso il Canada e poi nella Roma in cui approdò negli anni Cinquanta, dopo la morte della madre, l’inglese Marion Catherine Cave, Paris ci porta dentro i versi della poetessa della quale per primo riconobbe il talento Pier Paolo Pasolini. ‘Documento’ uscì un anno dopo il massacro di Pasolini “così anche per Amelia la grande poesia italiana finì all’Idroscalo” scrive Paris che non trascura anche il fondamentale rapporto con la nonna Amelia Pincherle Rosselli, che scriveva commedie in dialetto veneziano e si chiamava come lei. Vengono ripercorsi anche “i suoi amorazzi” da quello con Mario Tobino, al corteggiamento di Paolo Volponi, all’attrazione e repulsione di Renato Guttuso, al breve periodo finito in litigio in cui condivideva la casa con Dario Bellezza. Paris ci racconta anche un mondo perduto, quello degli anni in cui a Roma si veneravano i poeti e Amelia con le sue magiche performance e letture dei suoi versi era una star della poesia. “Mio angelo, io non seppi mai quale angelo/fosti o per quali vie storte ti amai/o venerai, tu che scendendo ogni gradino/sembravi salirli…mostrarmi/una vita tutta perduta alla ragione quando…mi lasciasti” scriveva.
A teatro, Angiolini, Orsini, Ranzi
In Italia ancora divisa in due, Pamela Villoresi è Frida Kahlo
04 marzo 2020
09:40
– Seppur ancora a macchia di leopardo per le ordinanze anti-contagio da Coronavirus, torna lentamente in scena l’Italia del teatro. Tra gli spettacoli del prossimo week end, Ambra Angiolini e Ludovica Modugno ne “Il nodo” di Johnna Adams, diretto da Serena Sinigaglia; Umberto Orsini con Lucia Lavia ne “Il costruttore di Solness” di Ibsen per Alessandro Serra; e Galatea Ranzi con Martina Galletta in “Lezione da Sarah”, tutti a Roma. Fausto Russo Alesi e Arianna Scommegna sono invece i protagonisti del “Macbeth” secondo Serena Sinigaglia e Lella Costa si ispira alla Posta del cuore di Natalia Aspesi per le “Questioni di cuore” (cone le musiche di Ornella Vanoni) entrambi a Torino; fino a Pamela Villoresi-Frida Kahlo in “Viva la vida” di Gigi Di Luca, dal romanzo di Pino Cacucci, a Palermo.
Cinema: una ‘Picciridda’ tra emigrazione a abusi
In sala il film di Licata tratto dal libro di Catena Fiorello
05 marzo 2020
13:34
Lucia, graziosa ragazzina siciliana degli anni Sessanta, si ritrova a confrontarsi con una storia, tra emigrazione e abusi, più grande di lei. È quello che accade in ‘Picciridda’ di Paolo Licata, già in concorso al Taormina Film Fest e in sala da domani con Satine Film. Tratto dal romanzo omonimo di Catena Fiorello, il film mette in campo una ‘gigantesca’ Lucia Sardo (nei panni di nonna Maria) che si ritrova a crescere una nipotina, Lucia (interpretata da bambina da Marta Castiglia e, da adulta, da Federica Sarno), nella più solare e mediterranea isola di Favignana, nell’arcipelago delle Egadi. Di scena nella storia, ma solo sullo sfondo, il fenomeno dell’emigrazione passiva, che vede coinvolta appunto Lucia, bambina di dieci anni i cui genitori decidono di emigrare in Francia lasciandola in Sicilia con nonna Maria, una donna tanto buona quanto apparentemente anaffettiva. Ma nella famiglia dell’anziana donna, la più brava nel paese a vestire i morti, si scoprirà solo alla fine, c’è un segreto i cui effetti sono ancora pronti a mostrarsi in tutta la loro forza. E sarà proprio Lucia, con la sua curiosa semplicità, destinata a rivelare quell’oscuro mistero che pesa da anni sulla sua famiglia.
“Durante la lavorazione del film e nel corso delle riprese a Favignana – spiega il regista, alla sua opera prima – ho avuto modo di convincermi ancor di più di come questa storia sia un racconto attuale, simbolico ed emblematico. Adesso più che mai, ad ogni latitudine e in ogni epoca, l’infanzia, intesa come l’età della vulnerabilità, ma anche della formazione e dell’apertura a tutte le possibilità, può subire violenza e prevaricazione”. E ancora Paolo Licata, già assistente alla regia de ‘Il sole nero’ di Krzysztof Zanussi e ‘Rosso Malpelo’ di Pasquale Scimeca: “Ho voluto in qualche modo rappresentare le atmosfere siciliane di quell’epoca – dice – . Dopo aver letto il libro di Catena Fiorello ho amato, oltre alla storia che trovo ancora molto attuale, proprio quei sapori, quelle atmosfere che vengono così bene rappresentate”.
Musica: esce ‘Paola e Lucio’ su rapporto Dalla-Pallottino
Libro di Massimo Iondini dedicato alla coppia artistica
BOLOGNA
04 marzo 2020
13:11
– Esce oggi, 4 marzo,nel 77/esimo anniversario della nascita del cantante scomparso nel 2012, ‘Paola e Lucio – Pallottino, la donna che lanciò Dalla’. Il libro, edito da ‘La Fronda’, scritto dal giornalista Massimo Iondini, è dedicato alla coppia artistica formata da Lucio Dalla e Paola Pallottino, l’amica che scrisse il testo di 4 marzo 1943. Il volume contiene la prefazione di Gianni Morandi e le testimonianze di Gino Paoli, Renzo Arbore, Ron, Angelo Branduardi e di molti altri colleghi e amici di Lucio, oltre che della stessa Pallottino.
Nel libro sono svelati retroscena e aneddoti degli esordi della carriera di Dalla, oltre all’inedita versione ‘dalliana’ del brano ‘La ragazza e l’eremita’, frutto del sodalizio con la storica dell’arte, illustratrice e paroliera Pallottino. Insieme i due lavorarono a brani come ‘Un uomo come me’, ‘Il gigante e la bambina’ e ‘Anna Bellanna’. “Nel cassetto di Paola era rimasta una loro canzone di mezzo secolo fa che, con grande emozione, ho avuto il privilegio di ascoltare grazie a un provino, pianoforte e voce, registrato su una vecchia musicassetta gelosamente custodita per tutto questo tempo”, svela Iondini: “Curioso è poi il fatto che diversi anni dopo essere stato musicato da Lucio, il testo de ‘La ragazza e l’eremita’ attrasse anche Branduardi, che pubblicò il brano nel ’94”.
Una Nave di Libri riparte verso Barcellona
Grande festa di scrittori e pubblico dal 21 a 25 aprile
CIVITAVECCHIA
04 marzo 2020
14:06
– Sarà ancora una volta una festa di scrittori e lettori di tutte le età dedicata al potere evocativo e alla bellezza della letteratura l’iniziativa “Una Nave di Libri per Barcellona”, giunta all’undicesima edizione e organizzata dal mensile “Leggere:tutti”, in collaborazione con Grimaldi Lines e con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona, in programma dal 21 al 25 aprile a bordo della nave Cruise Roma.
Da Civitavecchia a Barcellona, con una sosta a Porto Torres, la Nave della Grimaldi Lines approderà nel porto spagnolo la sera del 22 aprile, giusto in tempo per far partecipare i passeggeri alla celebre Festa di San Giorgio, i libri e le rose prevista per il giorno seguente. Il 23 aprile infatti le strade di Barcellona saranno in pieno fermento letterario per la Giornata Mondiale del Libro nella data simbolica in cui ricorre l’anniversario della morte degli scrittori Miguel de Cervantes e William Shakespeare: una celebrazione che rimanda a una antica e affascinante tradizione, secondo la quale in questo giorno gli uomini regalano una rosa alle donne e sono contraccambiati con un libro.
Durante il viaggio, sia all’andata sia al ritorno, è previsto un ricco programma di intrattenimento, tra reading, spettacoli teatrali, proiezioni di film, dibattiti e animazione per bambini. Oltre ai grandi ritorni sulla Nave, come quelli del giornalista Gaetano Savatteri con il nuovo libro, del Generale dei Carabinieri e giallista Roberto Riccardi con il saggio Detective dell’arte, e dello storico britannico Donald Sassoon con The Anxious Triumph: a Global History of Capitalism, 1860-1914 (tra poco edito anche in italiano), nella Nave è prevista la presenza anche di nuovi partecipanti, come Oscar Di Montigny, Eugenia Romanelli e Peppe Millanta. Ci sarà infine spazio anche per la musica e il cinema con la cantautrice Grazia Di Michele, che parlerà del libro autobiografico Apollonia, e Carlotta Rondana, tra le interpreti dell’ultimo film di Ferzan Özpetek La Dea Fortuna, che presenterà il suo libro Molo 23.
Parteciperanno all’iniziativa anche lo scrittore, cantautore, attore e regista David Riondino con il suo libro Sussidiario, nonché lo chef Renato Bernardi e la conduttrice televisiva Adriana Volpe, autori del libro Così mi piace. A Barcellona, oltre alla possibilità di visitare la città, sono previste alcune iniziative, come la passeggiata nella Barcellona Letteraria e gli incontri all’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona.
Coronavirus, cancellata la London Book Fair 2020
Lo annunciano gli organizzatori, tornerà nel 2021
04 marzo 2020
15:01
– E’ stata cancellata l’edizione 2020 della London Book Fair in programma ad Olympia, a Londra, dal 10 al 12 marzo, “in seguito all’escalation del Coronavirus COVID-19 in Europa”. Lo annuncia Reed Exhibitions che organizza la manifestazione, sul sito della London Book Fair. La Fiera di Londra “tornerà, meglio che mai, nel 2021” si sottolinea.
“Gli effetti, reali e previsti, del coronavirus stanno diventando evidenti in tutti gli aspetti della nostra vita qui nel Regno Unito e in tutto il mondo con molte limitazioni nei viaggi di chi avrebbe dovuto partecipare alla fiera. Abbiamo seguito le linee guida del governo del Regno Unito e lavorato con i consigli a rotazione delle autorità sanitarie pubbliche e di altre organizzazioni, ed è quindi con dispiacere che abbiamo preso la decisione di non portare avanti l’evento di quest’anno. Riconosciamo che gli affari devono continuare” spiega Reed Exibitions. “Ovviamente sosterremo e collaboreremo con espositori e visitatori per mantenere il nostro mondo in movimento durante questo periodo difficile. Ringraziamo tutti quelli del Regno Unito e una moltitudine di altri paesi – affermano gli organizzatori – che si sono preparati nel corso dell’ultimo anno a offrire quella che prometteva di essere una fiera del libro meravigliosa, mostrando, come sempre, il meglio dell’industria del libro globale”.
Appia Regina Viarum, parte il progetto
20 milioni per il cammino sull’antico tracciato Roma-Brindisi
04 marzo 2020
15:17
– Regina viarum. “Insignis, nobilis, celeberrima”, scrivevano i latini. Raccontata da Goethe e ancora oggi la più ricca di testimonianze dei fasti dell’epoca romana e di secoli di cammini, commerci e pellegrinaggi. La Via Appia ritrova il suo antico percorso, 360 miglia da Roma a Brindisi, con il progetto del Mibact “Appia Regina Viarum – Valorizzazione e messa a sistema del cammino lungo l’antico tracciato romano”, che prende ufficialmente il via il 4 marzo e la trasformerà nel “primo cammino laico al mondo”, “E’ un po’ il giorno zero”, racconta lo scrittore e giornalista Paolo Rumiz, tra gli ideatori del progetto. Un’operazione da 20 milioni di euro complessivi che vede aggiudicata oggi la progettazione definitiva ed esecutiva del cammino.
Questa fase, spiegano al Mibact, coinvolgerà tre grandi gruppi di progettisti e durerà 210 giorni, al termine dei quali si presenteranno i quattro lotti di lavori per altrettante regioni: Lazio, Campania, Basilicata, Puglia. Già individuate le 29 tappe del cammino, con gradi di difficoltà diversi: ad Itri, ad esempio, si può camminare su quattro chilometri di basolato romano, lungo la fettuccia di Terracina, invece, l’Appia è “inghiottita” dal traffico veicolare e si dovrà trovare una soluzione alternativa. Una prima ricognizione aerea ha già dato la panoramica delle principali criticità. Dei 20 milioni di euro, 9 milioni 150mila sono destinati ai lavori in loco, come cartellonistica, installazione dei cippi miliari, colonnine di inizio e fine tappa. Alle Soprintendenze coinvolte verranno assegnati 6,8 milioni per restauri e ricerche scientifiche. Il resto rimarrà al Mibact per eventi e promozioni come la mostra L’Appia ritrovata in cammino da Roma a Brindisi, al Casale di Santa Maria Nova fino al 13/9. “In un paio di anni – dicono al Mibact – il cammino sarà interamente percorribile”. QUI TUTTE LE INFO

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Raffaello artista universale, l’omaggio delle Scuderie
Oltre 200 opere ne raccontano il genio poliedrico. E per sicurezza anticoronavirus, entrate contingentate
05 marzo 2020
14:16
Della sua morte, tragica e improvvisa – e in qualche modo oggi così attuale dal momento che arrivò dopo pochi giorni di “febbri acutissime” – i contemporanei parlavano con disperazione e sconcerto. Nel fiore degli anni e nel pieno del suo successo, pieno zeppo di lavoro, appena investito del compito immenso di mettere ordine nell’urbanistica romana, il 37enne Raffaello, amico stimato di artisti e letterati, di intellettuali e politici, papi e banchieri, lasciava un vuoto improvviso e lacerante nell’opulenta e indaffarata Roma rinascimentale.E proprio dal suo letto di morte, dall’affollato corteo funebre e dalla quella tomba di marmi colorati che lui stesso aveva progettato per sé all’interno del Pantheon – ricostruita qui a grandezza naturale – prende avvio il percorso  a ritroso della grande mostra che da domani al 2 giugno (coronavirus permettendo) renderà omaggio al genio urbinate nei 500 anni dalla morte.
Un percorso che parte dalla scomparsa, avvenuta lo stesso giorno della nascita la sera del venerdì santo, e come in un susseguirsi di flashback illumina via via gli anni che hanno preceduto la fine, i ritratti della maturità, a partire da quello poderoso di papa Leone X, insieme a tutto lo studio dell’antico, le riflessioni sull’archeologia, i disegni – bellissimi – che qui accompagnano ogni quadro, ne raccontano la genesi, il pensiero.
Un posto centrale è per la lettera – mai spedita – che Raffaello scrisse insieme con l’amico Baldassarre Castiglione proprio a papa Leone X, uno dei suoi mecenati, con le riflessioni su come recuperare il corpo della Roma antica studiandone i resti, le ossa ormai spolpate. Un documento fondamentale, ritenuto alla base del concetto stesso di tutela del patrimonio. “Ecco anche perché era giusto portare di nuovo a Roma in questa sala il ritratto di Leone X” sottolinea il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, tornando sulla polemica per il prestito che ha provocato le dimissioni in tronco di tutto il consiglio scientifico del museo fiorentino.
Tant’è, esplosione di rossi, dopo il restauro appena concluso dall’Opificio delle Pietre Dure, quel papa singolarmente intento ad esaminare meraviglie antiquarie, sembra proprio raccontare di un’epoca carica di aspettative e di promesse. Ma è solo l’inizio: dopo la sala dedicata alla meraviglia degli arazzi, le prime stanze del piano superiore sono dedicate a due passioni di Raffaello, le donne e l’architettura.
Ad accogliere il visitatore, gli sguardi pieni di carattere della celeberrima Fornarina, che qui è affiancata all’altrettanto celebre Velata i cui colori, assai meno squillanti, risentono forse di un restauro ottocentesco. Poi c’è l’architettura, con il Palazzo Branconio dell’Aquila, “compendio di tutte le arti” come lo definisce Paolo Di Teodoro, il professore del Politecnico di Torino che ha curato questo aspetto della rassegna e che ricorda la magnificenza della cappella Chigi all’interno di Santa Maria del Popolo, ma anche Villa Madama, “un progetto che è la somma del pensiero di Raffaello architetto, pittore, scultore”.
Le sale che seguono sono abbacinanti, con capolavori in rapida successione, a partire dal ritratto di Giulio II, l’altro suo mecenate, uomo forte e volitivo che qui si mostra anziano e riflessivo, “ma dietro ogni ritratto c’è un racconto”, sottolinea lo storico dell’arte Costantino D’Orazio, che a Raffaello ha appena dedicato un volume “Raffaello, il giovane favoloso” in uscita da Skira. E’ così per Tommaso Inghirami, il cardinale strabico che Raffaello convinse facendolo posare con lo sguardo rivolto in alto, così da rendere quasi invisibile quell’evidentissimo difetto.
Da Monaco è arrivato l’incanto della Madonna Tempi, qui esposta insieme al suo cartone preparatorio, da Madrid la dolcezza della Madonna della rosa, da Washington la Madonna d’Alba. “Mai così tante opere di Raffaello tutte insieme”, sorride Schmidt. Il percorso si chiude con il Raffaello giovinetto, l’autoritratto diventato icona del pittore.
Anche questo anticipatore: “C’è già la gamma cromatica sommessa e raffinata del ritratto di Baldassarre Castiglione, che è un’opera della maturità – spiega Marzia Faietti, curatrice insieme al direttore delle Scuderie Matteo Lafranconi – La complessità è una delle chiavi di lettura per capire Raffaello, troppo spesso minimizzato come artista facile”, dice. E qui, in questo piccolo delicato ritratto, fa notare, c’è già “la consapevolezza della dignità del ruolo della pittura e dell’artista. Una consapevolezza che più avanti si tradusse in un linguaggio universale e nella sua capacità di parlare a molti se non a tutti”. Di certo anche a noi, sperando che in tanti, virus a parte, possano godere di quest’occasione. In ossequio al decreto del governo e per garantire la sicurezza di tutti, intanto, le Scuderie garantiranno entrate contingentate in ogni sala. Per questo, avvertono, è consigliata la prenotazione
Coronavirus: tour europeo Allevi non si ferma
Da Vienna a Treviso, annullata solo la data di Lucerna
04 marzo 2020
15:53
– Il coronavirus non blocca la programmazione dei concerti di Giovanni Allevi. Dopo il successo del suo album “Hope”, entrato al vertice delle classifiche digitali di Classica, il compositore e pianista Giovanni Allevi torna “live” con una serie di concerti di Pianoforte Solo in cui alternerà i brani della sua ormai ultra ventennale carriera artistica.
L’attività concertistica di Allevi riprenderà da Vienna (dove era stato insignito del titolo di “Bösendorfer Artist”) questa sera, 4 marzo, dove nel prestigioso Konzerthaus, terrà la prima data del suo nuovo tour di Pianoforte Solo che lo vedrà esibirsi anche a Monaco il 6 marzo.
E’ stata invece rimandata in Svizzera la sola data del 7 marzo a Lucerna, per disposizioni delle autorità locali che hanno richiesto la sospensione delle attività teatrali, ma la stessa è già stata riprogrammata per il prossimo 15 novembre 2020. Confermate intanto le altre date italiane che nei prossimi giorni porteranno il compositore in concerto a Treviso il 12 marzo al Teatro Comunale, a Trento il 17 marzo all’Auditorium Santa Chiara e a Cagliari il 18 aprile al Teatro Doglio. Proprio questo ultimo appuntamento avrà un importante risvolto culturale in quanto Allevi terrà a battesimo la rinascita del Teatro cagliaritano che riapre, dopo quasi 30 anni, grazie ad un progetto integrato di riqualificazione urbana dei beni storico-monumentali della città.
Coronavirus: slitta ad agosto la Biennale Architettura
Doveva aprire a fine maggio, al via dal 29 agosto
VENEZIA
04 marzo 2020
16:30
– A causa dell’epidemia da Coronavirus la Biennale Architettura 2020, curata da Hashim Sarkis, si svolgerà a Venezia (Giardini e Arsenale) da sabato 29 agosto (pre-apertura giovedì 27 e venerdì 28 agosto) fino a domenica 29 novembre, anziché dal 23 maggio al 29 novembre, come in precedenza annunciato. Le nuove date della Biennale Architettura sono state stabilite in conseguenza delle recenti misure precauzionali in materia di mobilità prese dai governi di un numero crescente di paesi del mondo, che avranno effetti a catena sul movimento delle persone e delle opere nelle prossime settimane. Si tratta di un periodo che riguarda il delicato avvio dell’allestimento di una mostra internazionale complessa come la Biennale Architettura, che coinvolge architetti e istituzioni di oltre 60 paesi di tutti i continenti.
Cecchi Gori: Avati e autori, si mitighi la sentenza
Da Tornatore a Garrone in tanti chiedono riconsiderazione caso
04 marzo 2020
16:43
– “Caro Vittorio, ho avvertito, in sintonia con gli autori dell’ Anac e con tutti i cineasti che vorranno condividere questa mia, la necessità di scriverti per dirti pubblicamente e in modo incondizionato la nostra vicinanza in queste ore difficili della tua vicenda umana” comincia così la lettera aperta di Pupi Avati firmata già da numerosi altri registi e personalità dello spettacolo, da Giuseppe Tornatore a Matteo Garrone, da Marco Bellocchio a Stefania Sandrelli, per esprimere pubblica solidarietà a Cecchi Gori “in queste ore difficili della tua vicenda umana” e sperare “senza contestare in alcun modo gli aspetti giuridici che hanno determinato le sentenze che ti riguardano” su una riconsiderazione del caso.
Vittorio Cecchi Gori, condannato in via definitiva a 8 anni e mezzo di reclusione per il crac della casa di produzione cinematografica Safin, è ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma. “Sia tu che tuo padre Mario – scrivono – siete assi portanti della storia del nostro cinema. La gran parte dei più significativi autori italiani ha lavorato per il tuo gruppo imponendosi nel mondo grazie allo straordinario operato delle tue società di produzione e distribuzione. Pensiamo quindi che si debba tenere opportunamente conto della tua età e delle tue precarie condizioni di salute. Contiamo su un’oculata e tempestiva riconsiderazione del tuo caso che mitighi la sentenza e che ti restituisca a quel minimo di serenità che sappiamo meriti.
Coronavirus: Rof lancia Maratona Reims su Facebook
Sovrintendente Palacio, musica più forte di ogni ostacolo
PESARO
04 marzo 2020
16:59
– Il Rossini Opera Festival lancia una ‘Maratona Reims’ sulla sua pagina Facebook. Venerdì 6 e sabato 7 marzo il Rof trasmetterà sulla sua pagina Fb una vera e propria Maratona Reims: alle 17 e alle 21 di entrambi i giorni saranno via via riproposte, in ordine cronologico, le ultime quattro edizioni del Viaggio a Reims, messe in scena al Rof da Emilio Sagi, con costumi di Pepa Ojanguren, ripresa della regia di Elisabetta Courir, interpretate dagli allievi dell’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda”. “L’iniziativa – spiega il sovrintendente Ernesto Palacio – vuole essere una testimonianza di come la musica sia più forte di qualunque impedimento ed ostacolo. Con la riproposizione del Viaggio a Reims degli allievi dell’Accademia Rossiniana, uno dei fiori all’occhiello del Rof, vogliamo ribadire come la vita di tutti i giorni debba continuare anche in questa settimana di chiusura dei teatri, e le moderne tecnologie ci aiutano moltissimo in questo”.
Esce ‘Ho sposato una rockstar’ di Francesca Cavalli
In libreria l’8 marzo
06 marzo 2020
10:51
FRANCESCA CAVALLI, ‘HO SPOSATO UNA ROCKSTAR’ (MURSIA-RTL 102.5, PP 136, EURO 14). Entra nelle vite di dieci donne, mogli di rockstar planetarie – da Ozzy Osbourne a Bono Vox, da Noel Gallagher a David Bowie – Francesca Cavalli, “La Fra” di Radiofreccia, nel suo libro d’esordio, ‘Ho sposato una rockstar’, che arriva in libreria l’8 marzo pubblicato da Mursia nella collana Leggi RTL 102.5, nata dalla collaborazione tra la casa editrice e la prima radio d’Italia.
“Volevo raccontare di donne con una grande forza e non potevo non farlo se non attingendo a quello che è il mio mondo e la mia anima, il Rock! Questo libro è il frutto di una lunga e appassionata ricerca che mi ha permesso di entrare nelle vite di queste dieci donne, mogli di rockstar planetarie, che hanno saputo combattere le dipendenze e i drammi dei loro mariti.
Queste donne valgono molto più del cognome che portano, hanno una storia personale che doveva essere raccontata. Per me è stato un viaggio bellissimo!” spiega la Cavalli, nata a Nettuno nel 1979.
Eccessi, luci e ombre di dieci mogli rock, paparazzate, criticate, invidiate, compatite. Ma è davvero tutto oro ciò che riluce? Le cosiddette “mogli del Rock” sono donne speciali, spesso lontane dai riflettori, che con forza, pazienza, costanza e tanto amore hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita e nella carriera dei loro mariti. Molti non conoscono nemmeno il loro nome, eppure Alison, Vicky, Dorothea, Francesca e le altre hanno vite e storie che dovevano essere raccontate. Certo, il lieto fine non è sempre garantito, ma così è la vita. Così è il Rock. Gli ascoltatori di Radiofreccia avranno la possibilità di vincere una copia del libro partecipando ad un gioco attraverso il sito radiofreccia.it e domenica 8 marzo i vincitori saranno premiati in diretta radio.
Libri: le donne ‘Nate libere’ di Giancarlo Dotto
L’amore, il vento la luna e la follia, 27 dee del nostro tempo
06 marzo 2020
18:20
GIANCARLO DOTTO, NATE LIBERE (RIZZOLI, PP 232, EURO 19,00). Dacia mai evasa del tutto dal lager giapponese, Amanda la belva, l’irrefrenabile Marina, quanti uomini ai suoi piedi, Nada l’eremita, la stramba e lunatica Nicoletta detta Patty, Virna così bella, l’intraprendente Lina.
L’amore, il vento, la luna e la follia nel racconto di 27 dee del nostro tempo. Da Isabella Biagini (o lo spreco) a Virna Lisi, da Lina Wertmüller a Monica Bellucci o l’estasi, da Eva Robin’s o l’enigma a Catherine Spaak, lo charme, da Marina Ripa di Meana, lo scandalo, a Rosa fumetto, il caos. Un viaggio fra le confessioni senza filtro di 27 donne raccontate in ‘Nate libere’ da Giancarlo Dotto. Protagoniste della nostra epoca, del cinema, della musica, della cultura, dello spettacolo degli ultimi decenni, attraverso questi ritratti, le loro voci e le loro battute folgoranti, Dotto costruisce una Città delle Donne popolata di creature coraggiose, appassionate, uniche, estreme.
Per confessare alla fine, con Dostoevskij: “La donna: solo il diavolo sa cos’è. Io non ci ho capito niente”.
Ornella (Vanoni), il drago indomito che sputa fiamme, Catherine la cerbiatta che si è fatta forte, Ombretta Colli e il Signor G (Gaber), la morte non li separa, Isabella Biagini, la splendida folle che ha sprecato il suo talento, Mara Venier, il corpo erotico della dea madre, Matilde Bernabei, la sfida, che si presenta all’autore in scooter. “Tutti mi prendono in giro perchè a 65 anni giro in motorino, anche quando piove a dirotto” dice la produttrice, prima donna cavaliere del lavoro per l’audiovisivo. E ancora l’intrattabile Loredana (Bertè), tenera e pazza, la trattabilissima Orietta Berti, la barca che va, la misteriosa Francesca (Dellera), l’irrequieta Rosalinda (Celentano), Monica, un’apparizione ovunque sia, l’altra Ornella (Muti), o la femmina: “ci sono uomini che hanno passato anni sognando di incontrarla”. “Io sono Francesca, mi chiamano Ornella solo sui set”. E Ornella chi è? chiede Dotto. “Non so chi è. Io non ci parlo”. E ancora ecco la trasognata Margherita (Buy), Iva (Zanicchi), tumulto e carne, quel genio finalmente compreso di Sandra (Milo), la travolgente Ljuba (Rizzoli), l’intrepida e dissacrante Lina (Wertmuller), quel magnifico clown stralunato di Piera (degli Esposti), Marisa (Berenson), l’aristocratica.
Baudleire – ricorda Dotto – si stupiva che le donne entrassero in chiesa. “Come possono dialogare con Dio?”…Dico io : in un mondo dove Dio si è dimenticato di manifestarsi, assente, distratto o reticente, è tutto quello che che ci resta per dirci uomini e dirci allo stesso tempo perduti. Il mistero che ci danna…”.
Le ho incontrate e ascoltate. Donne lunatiche, esuberanti, un po’ svitate. Allegre, malinconiche, a volte perdute. Donne offese, spesso innamorate, qualche volta affrante, a volte sole, arrese mai. Donne folli, eroiche, belle, fuori e guerriere dentro…” dice Dotto.
Umberto Orsini gran Costruttore Solness per Serra
Ibsen freddo e claustrofobico del regista di ‘Macbettu’
04 marzo 2020
17:31
– E’ una possente costruzione scenica, quasi ronconiana, quella ideata per ”Il costruttore Solness” di Henrik Ibsen da Alessandro Serra, che firma anche la regia all’Eliseo per la compagnia di Umberto Orsini (si replica sino al 22 marzo), dando alla sua lettura un’atmosfera claustrofobica e geometrica, tutta razionale. Un teatro Eliseo pieno, nonostante i timori per il coronavirus, che applaude calorosamente un Orsini sempre magistrale e intenso, coraggioso nello scaldare, aderendovi sino in fondo, la lettura fredda di questo regista dalla spiccata personalità, di cui l’attore coproduce anche il bellissimo ”Giardino dei ciliegi”, in questo momento all’Argentina sino a domenica 8 marzo.
Il grande gioco di invenzioni, la danza poetica di luci e ombre sulle parole di Cechov che dà vita alla fine di un mondo, qui, in un testo evidentemente non d’elezione ma affrontato su commissione, finisce per ridursi a una sola idea, a queste grandi pareti tutte grigie, incombenti, che si muovono continuamente, dilatandosi e restringendosi fino a spazi minimi come quelli di una simbolica tomba, che chiude Solness alla fine in se stessa, ma lasciando tutto sospeso, senza esplicitare il finale con la catastrofe e la caduta dalla torre su cui è salito. Tutto il testo sembra come asciugato, essiccato alla sua essenza schematica nella contrapposizione tra l’anziano Solness, architetto e costruttore di successo, che sente il valore e la forza dei giovani insidiarlo per metterlo da parte, come fece lui col suo predecessore nell’azienda. In scena da ricordare anche Il dottor Herdal di Pietro Micci e poi Salvo Drago e Flavio Bonacci.
Coronavirus non spaventa i faraoni, nuova mostra a Milano
Doppia esposizione a Palazzo Reale e al museo Archeologico
MILANO
04 marzo 2020
17:35
– L’emergenza Coronavirus non spaventa i faraoni: mentre si moltiplicano le cancellazioni di eventi, il 5 marzo apre infatti al Palazzo Reale di Milano la mostra ‘Viaggio oltre le tenebre. Tutankhamon RealExperience’, a cui dall’11 marzo si affiancherà l’esposizione ‘Sotto il cielo di Nut. Egitto divino’.
Il viaggio oltre le tenebre è quello del faraone ma anche quello del visitatore che ‘tocca con mano’ la concezione dell’aldilà degli egizi grazie a proiezioni immersive e a una settantina di oggetti preziosi che arrivano dalla collezione del museo Archeologico di Milano e dal museo Archeologico di Firenze. In particolare, la mostra è l’occasione per la ricomposizione del cosiddetto corredo Busca, che include mummia, sarcofago, papiro e statua del dio Amon con i tratti di Tutankhamon concessa dalla Fondazione Fritz Beherens e dal Museo August Kestner di Hannover.
Alla mostra, curata da Sandro Vannini e promossa da Palazzo Reale con Civita Mostre e Musei e Laboratoriorosso, si aggiunge quella del museo Archeologico dedicata alla natura degli dei con 150 manufatti come sarcofagi, sculture rilievi votivi, ma anche mummie e corredi funerari.
Per chi visiterà entrambe le mostre è stato istituito un biglietto ridotto reciproco.
I Genesis tornano insieme dopo 13 anni
Rock band sarà in tour in 2020 ma senza Peter Gabriel
NEW YORK
04 marzo 2020
20:08
Dopo tredici anni i Genesis tornano assieme. A dare l’annuncio gli stessi Phil Collins, Tony Banks e Mike Rutherford i quali hanno anche detto che la band sarà in tour per una decina di tappe nel corso di quest’anno.
Non ci sarà tuttavia Peter Gabriel, il frontman che lasciò il gruppo nel 1975. Oltre agli storici tre, si aggiungeranno anche il figlio 18enne di Collins, Nicholas, alle percussioni, e Daryl Stuermer alla chitarra e basso.
I Genesis si sciolsero nel 1996 e nel 2010 sono stati indotti nella Rock and Roll Hall Of Fame. L’ultima volta che il gruppo si è esibito assieme è stato nel 2007 in occasione del 40/o anniversario. Nel 2018 Collins rivelò al magazine Rolling Stones di avere problemi di salute e che avrebbe considerato una riunione solo se il figlio Nicholas avesse suonato la batteria.
“Perché non penso di essere capace”, disse Collins.
Anna Wintour, quarantena volontaria dopo Milano
Direttrice Vogue non mostra nessun sintomo, da lunedì in ufficio
NEW YORK
04 marzo 2020
18:29
– Anna Wintour si è messa in quarantena volontaria per il coronavirus dopo essere stata a Milano per le sfilate. Lo riporta il New York Post. La direttrice di Vogue ha lavorato da casa da quando è tornata dall’Italia e un portavoce di Condé Nast ha spiegato che non mostra alcun sintomo e dovrebbe tornare in ufficio lunedì 9 marzo.
Wintour non è l’unica ad avere adottato precauzioni, visto che circa 30 persone di Vogue, Elle e InStyle si sono messe in quarantena a casa dopo le sfilate di Milano. “Siamo eccessivamente cauti”, ha ammesso Troy Young, presidente della casa editrice Elle Hearst Magazines.
Moda: giacca in denim rigenerato realizzata a km 0 a Prato
Rifò, brand ecosostenibile presenta ‘Avanguardista’
PRATO
04 marzo 2020
18:59
– Rifò, giovane brand pratese di moda ecosostenibile, presenta ‘Avanguardista’, la giacca in tessuto denim riciclato e rigenerato realizzata a km 0 nel distretto tessile di Prato.
La giacca si ispira a due figure visionarie degli anni ’20 dello scorso secolo (in parallelismo con i nostri anni ’20) che si sono contraddistinte per aver anticipato i tempi: Greta Garbo icona di femminilità ed eleganza davanti allo schermo, ma anche promotrice di uno stile androgino e maschile nella vita quotidiana e Ernesto Thayaht, che per primo pensò una tuta unisex dalla doppia funzionalità per il lavoro ma che poteva essere trasformata in un abito elegante, precisa una nota. Gli artigiani Rifò attraverso il filato rigenerato da vecchi jeans, destinati alla discarica o all’inceneritore, hanno creato così un capo in denim dal peso pari a quello delle giacche prodotte con cotone vergine, con il tipico intreccio diagonale del denim e una mano morbida e piena. Il tessuto non viene nuovamente colorato per risparmiare acqua e sostanze chimiche, per questo mantiene lo stesso colore e trama del denim originario.
Ciak finale per commedia romantica italo/cinese a Roma
Realizzatori The italian recipe, coronavirus non ci ha fermato
06 marzo 2020
09:46
In piena emergenza coronavirus, ritrovarsi a Roma a girare un produzione italo/cinese non era certo impresa facile. Tuttavia “siamo riusciti a gestire bene la situazione. Prima guardavano i cinesi della troupe come appestati, poi le parti si sono capovolte, ma grazie alla collaborazione di tutti ce l’abbiamo fatta” spiega, il giorno prima dell’ultimo ciak, Roberta Manfredi (coproduttrice per l’Italia del progetto insieme a Alberto Simone, anche cosceneggiatore, e Cristiano Bortone con Rai Cinema) parlando di The Italian Recipe, la commedia romantica della cineasta Zuxin Hou che dovrebbe arrivare nelle sale cinesi entro fine 2020 e poco dopo nelle sale italiane.
Gli attori e le maestranze cinesi per il film erano arrivate in Italia a gennaio, prima dello scoppio dell’epidemia di Wuhan, “e hanno lavorato con grande armonia insieme agli italiani” spiegano i realizzatori. Fra i grandi professionisti nella troupe Vladan Radovic (direttore della fotografia), Tonino Zera e Luca Servino (scenografia), Santi Pulvirenti (musica), Sabrina Beretta (Costumi).
Il film racconta l’incontro a Roma tra un giovane e famoso cantante pop cinese, Peng (Liu Xun), arrivato in Italia per partecipare a un reality show, e la giovane coetanea Mandy (Huang Yao), che aiuta gli zii nella modesta lavanderia di famiglia e sogna di diventare chef (ha come ideale mentore Antonino Cannavacciuolo). I due che inizialmente non si sopportano, iniziano realmente a conoscersi, quando sono costretti a trascorrere insieme una notte piena di sorprese nella capitale.
Bufera su Woody Allen dopo annuncio memoir
Figlia Dylan “sconvolta”, Ronan divorzia da Hachette
NEW YORK
05 marzo 2020
10:21
Nuova bufera su Woody Allen dopo l’annuncio che la sua autobiografia “Apropos of Nothing” uscirà in aprile con Grand Central, una divisione della casa editrice Hachette. Dylan Farrow, che continua ad accusare il padre adottivo di averla molestata da bambina negli anni Novanta, ha definito “sconvolgente” la pubblicazione in contemporanea mondiale (in Italia con La Nave di Teseo) il 7 aprile del memoir, mentre Ronan, l’unico figlio biologico di Woody Allen e Mia Farrow che con Hachette ha pubblicato il bestseller “Catch and Kill”, ha annunciato che non lavorerà più con la casa editrice.
“Ronan ha dato voce a molte sopravvissute di molestie sessuali da parte di uomini potenti”, ha detto Dylan, parlando di un “tradimento” mentre il giovane Farrow ha scritto al Ceo di Hachette, Michael Pietsch: “Mentre lavoravamo assieme a ‘Catch and Kill’, un libro che parla anche del danno fatto da Allen alla mia famiglia, negoziavate segretamente per pubblicare un libro di una persona che ha commesso quegli atti di abuso sessuale. Onestamente non posso più lavorare con Hachette. Immagina come sarebbe stato se fosse capitato a tua sorella”. Il memoir – ha spiegato Grand Central – racconta la vita, personale e professionale, del regista e attore, “attraverso il suo impegno nel cinema, a teatro, in televisione, nei nightclub e nella stampa”. Nell’autobiografia Allen affronta anche “il suo rapporto con la famiglia, gli amici, e gli amori della sua vita”.
Dylan ha detto di non esser mai stata contattata direttamente dai “fact checkers” di Hachette per verificare le affermazioni del padre adottivo.”Questo ci da’ un altro esempio del profondo privilegio consentito dal potere, il denaro e la fama. La complicita’ di Hachette dovrebbe essere denunciata per quel che e'”, ha detto la giovane donna. Oltre che in Italia e negli Usa, il memoir di Woody uscira’ in Francia, Germania e Spagna, tre mercati dove i film del regista sono rimasti popolari anche nell’era #MeToo. Il libro era stato fatto circolare l’anno scorso ma non aveva attirato offerte da parte delle grandi case editrici a causa del clima creato dallo scandalo Harvey Weinstein, l’ex boss di Miramax riconosciuto colpevole a New York di molestie e stupro. Woody Allen ha 84 anni ed e’ considerato uno dei grandi registi viventi con film come “Io e Annie” e “Manhattan” e quattro premi Oscar, ma nel 2018 anche anche Amazon si era tirata fuori da un accordo multimilionario di produzione e distribuzione e molti attori come Colin Firth,Greta Gerwig e Timothée Chalamet avevano annunciato che non avrebbero mai piu’ girato con lui.
Quanto agli ultimi film, “A Rainy Day in New York” e’ uscito in alcuni paesi europei tra cui l’Italia ma non negli Usa, mentre l’ultima produzione, “Rifkin’s Festival” con Christoph Waltz e Gina Gershon, girato la scorsa estate, e’ ancora in attesa di un distributore.
Coronavirus: per Raffaello visite a distanza di sicurezza
Mostra apre domani, “presenze a distanza” per garantire salute
04 marzo 2020
22:12
– Alle Scuderie del Quirinale domani la mostra dedicata a Raffaello aprirà regolarmente al pubblico ma l’accesso alle sale sarà in qualche modo contingentato così da permettere a tutti di visitare il percorso in sicurezza. Lo annuncia in serata un comunicato delle Scuderie: “Alla luce della emergenza sanitaria in corso nel paese – si legge – le visite avverranno nelle migliori condizioni volte a tutelare la sicurezza per tutti, applicando rigorosamente le norme disposte dagli organi governativi. Sarà dunque possibile l’accesso alle sale ad un numero di visitatori tale da garantire il rispetto delle distanze di sicurezza interpersonale”. Per questo, sottolineano dalle Scuderie, “E’ fortemente consigliata la prenotazione dei biglietti”.
Coronavirus: Versace rimanda sfilata Cruise
Era prevista il 16 maggio negli Stati Uniti
05 marzo 2020
11:01
– Versace ha deciso di rimandare la sfilata Cruise annunciata per il 16 maggio negli Stati Uniti “dopo attente considerazioni e a seguito delle misure restrittive relative alla mobilità internazionale” . Lo rende noto la stessa maison, spiegando che “Versace è cosciente della necessità di dare priorità alla salute e alla sicurezza dei suoi ospiti e dei suoi impiegati e avrà premura di comunicare maggiori dettagli a tutte le persone coinvolte non appena possibile”.
Marietti 1820, rinviato Parole in viaggio con Piumini
Per il Coronavirus salta tappa di Milano dedicata allo sguardo
05 marzo 2020
11:12
– Avrebbe dovuto far tappa a Milano l’iniziativa “Parole in viaggio”, organizzata dalla casa editrice Marietti 1820 per celebrare due secoli di attività, ma l’incontro con Roberto Piumini dedicato alla parola “Sguardo” previsto per sabato 7 marzo sarà rinviato a data da destinarsi per le restrizioni dovute all’emergenza per il Coronavirus. Al Teatro LabArca di via d’Oggiono dunque non andrà in scena lo spettacolo “Sguardo”, nel quale lo scrittore avrebbe dovuto essere accompagnato alla fisarmonica da Nadio Marenco.
“Parole in viaggio” coinvolge nove città italiane (ad ognuna è associata una parola) e propone 11 lezioni, uno spettacolo e una mostra di libri e documenti (il programma dettagliato, che si avvale della collaborazione di Bper banca, Emme promozione, Edimill e Tuna bites, è sul sito http://www.mariettieditore.it/bicentenario). Tra i maggiori scrittori italiani, Roberto Piumini è stato insegnante, attore, burattinaio; ha pubblicato libri per ragazzi, testi poetici, romanzi e ha tradotto i “Sonetti” e il “Macbeth” di Shakespeare, il “Paradiso perduto” di Milton e l'”Aulularia” di Plauto. Per “Parole in viaggio” Piumini traduce in spettacolo uno dei suoi grandi temi, a cui è dedicata la raccolta “Gli sguardi. Sette racconti sulla pittura”, pubblicata da Marietti 1820. In queste storie è la pittura stessa a tessere silenziosamente una trama di sguardi in cui non si riesce più a distinguere tra l’amore per l’arte e l’arte dell’amore. Perché tutto si traduce in un delicato dialogo degli occhi che ha il solo obiettivo di avvicinare il mistero della natura umana e tentare di comprendere, oltre le apparenze, le imprevedibili capriole del cuore. Una poesia inedita di Piumini dedicata a questo tema.
LO SGUARDO di ROBERTO PIUMINI Lo sguardo, (lasciate che lo dica in lingua madre, endecasillabi e settenari e altri vari, e rime, se suono e senso vogliono, antica e legittima canzone, una reciproca benedizione) o meglio: che li dica, giacché uno sguardo singolo s’addice a un fiabesco Creatore, Licurgo universale, oppure (sia ammessa l’ironia) a un Polifemo: per ogni altro essere che abbia il regale nome di uomo, e ancora più di donna, resta inteso, non esiste altra ricca moneta, più vivi e numerosi documenti, da estremo odio a estremo amore, e nell’infinità degli intermedi, degli sguardi: le linee spessissimo ricurve, o deviate, da spesse acque o da gelo, che vanno da occhi a occhi: dell’atto vicendevole, netto nel suo silenzio, sopra ognuna rumorosa parola, quegli zampilli fulminei di senso, meno equivoci, meno mendaci, più liberi e efficaci: quel passare, in lizza di fotoni, dell’amore, o del disprezzo, o ira, o perdono: quell’armonico dono che precede le mani e le labbra nel desiderio, oppure, nel rifiuto, quel giuramento della negazione: e quella dedizione di figlio a madre a figlio a madre a figlio: quella pronuncia al di là del suono del vasto dire di disperazione, del nerissimo canto d’abbandono.
Così sono gli sguardi, più vicini, leggeri come sono, alla profonda gravità del sangue, al pulsare dei venti e dei vulcani, alla gran polpa accesa del pianeta, e a quella del sole: più dicenti, e con rispetto sia, anche delle parole di poesia.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Torna saga horror The Grudge, con il terrore in provincia
A 20 anni dal debutto a cinema della saga di Takashi Shimizu
05 marzo 2020
13:08
Case infestate, morti cruente, spiriti tormentati e vendicativi, ma anche tanti ritratti di famiglie stravolti dall’incubo. E’ il viatico della saga J-horror (film del genere provenienti dal Giappone) di The Grudge, che torna con un reboot/sequel anomalo diretto da Nicolas Pesce, in sala dal 5 marzo con Warner Bros. Un’uscita che in emergenza coronavirus “intende dare un segnale di fiducia e positività al mercato cinematografico” si spiega in una nota.
Il nuovo capitolo è un inquietante thriller horror ambientato in provincia, prodotto da un maestro del genere come Sam Raimi, che è stato anche produttore esecutivo della prima ‘sponda’ americana, The Grudge (2004) sempre diretto da Takashi Shimizu, creatore e regista della saga in Giappone, dov’è conosciuta come Ju-On. Fra i punti di forza del film di Pesce c’è il cast, guidato da Andrea Riseborough (Zerozerozero) e composto, fra gli altri, da Demian Bichir, John Cho, Betty Gilpin, Lin Shaye e Jacki Weaver. Shimizu, ha creato Ju-On, ispirandosi alle sue paure infantili, e ne ha posto le basi nel 1998 con i corti Katsumi e 4444444444. Vent’anni fa, nel 2000, arriva il primo lungometraggio, Ju-On: The Curse. E’ la nascita di un successo globale e un nuovo caposaldo del genere, che conta, compreso il nuovo, 13 film, con nove produzioni giapponesi e quattro Usa. Pesce nel suo The Grudge non riesce a tenere alto il filo della paura (o del colpo di scena), perdendosi spesso sulla strada dell’indie drama. Un mix che non ha convinto ne’ i critici ne’ il pubblico, ma che visto il basso costo di produzione (tra i 10 e i 14 milioni di dollari), è comunque arrivato finora a incassi di quattro volte il budget, con oltre 49 milioni di dollari nel mondo. Resta il carisma di Andrea Riseborough nei panni del detective Maldoon, che in una cittadina della Pennsylvania riapre l’indagine legata a una casa al 44 di Reyburn Drive, teatro fra il 2004 e il 2006 di molte morti violente. Dalla strage famigliare compiuta dall’infermiera Fiona Landers (Tara Westwood), al suo ritorno dal Giappone (dov’era stata posseduta da uno degli spiriti simbolo della saga, Kayako Saeki) al passaggio della maledizione nella famiglia degli agenti immobiliari Peter e Nina Spencer (John Cho e Betty Gilpin) e nella coppia anziana formata da Faith e William Matheson (Lin Shaye e Frankie Faison). Un incontro ravvicinato, tra presente e passato (uniti in una serie continua di flashback) con la rabbia e la violenza soprannaturale che mette a rischio anche Muldoon e suo figlio. Pesce si è ispirato per il primo omicidio della storia a un fatto di cronaca avvenuto nella sua città quando era un bambino: “In ogni piccolo centro ci sono folklore e leggende – spiega il regista nelle note di produzione -. E’ affascinante. Guardi a questi posti idilliaci e dietro le porte chiuse, c’è un mondo diverso. Succedono cose orrorifiche anche nei posti più affascinanti”.
Petruzzelli semivuoto per Adriana Lecouvreur, stop fino 3/4
Epidemia da coronavirus scoraggia spettatori
05 marzo 2020
12:43
– “Carissimo pubblico, a voi che siete il cuore del Teatro Petruzzelli va il sentito ringraziamento per aver partecipato alla prima della bellissima Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea. Nel rispetto del decreto governativo che, a partire da domani, vieta le manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura a causa dell’emergenza nazionale legata all’epidemia di COVI-19 anche il Teatro Petruzzelli come tutti i teatri italiani chiude al pubblico fino al 3 aprile 2020”. E’ il comunicato diffuso dalla Fondazione Petruzzelli al termine della rappresentazione dei primi due atti dell’opera.
La paura del contagio, ormai diffusa in tutta la città, non ha risparmiato il pubblico del teatro e l’Adriana Lecouvreur è andata in scena a teatro semivuoto. Ieri sera, nonostante a mezz’ora dall’inizio vi fossero in teatro solo 4 spettatori, quando si è alzato il sipario cantanti, orchestrali e maestranze si sono impegnati a che tutto funzionasse alla perfezione. E lo spettacolo è stato, fino alla conclusione, perfetto.
Coronavirus:Teatro Maggio Firenze annulla concerto e 2 opere
In seguito a decreto Governo che impone un metro distanza
FIRENZE
05 marzo 2020
13:03
– Sono tre gli spettacoli in programma tra oggi e domenica annullati al Teatro del Maggio Fiorentino in ottemperanza alle disposizioni del Dpcm varato ieri dal Governo per l’emergenza coronavirus sul rispetto “della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. Lo rende noto lo stesso teatro informando il pubblico su Fb. In particolare annullate “la recita di Traviata di questa sera 5 marzo, il concerto sinfonico diretto dal maestro Daniele Gatti di sabato 7, la recita dell’Elisir d’amore per i bambini di domenica 8 marzo. Forniremo, in aggiornamento, ogni altra necessaria informazione e notizia”, si legge ancora nel post.
Da quanto appreso i problemi della distanza di un metro non riguardano tanto il pubblico – con una riduzione della capienza e una disposizione a scacchiera sarebbe stato possibile osservare le misure previste dal Dpcm – quanto per orchestra e coro del Maggio che devono necessariamente osservare una determinata disposizione sul palcoscenico.
Francesco Bianconi in Bmg, album solista in primavera
Leader Baustelle sigla accordo sia discografico che editoriale
05 marzo 2020
13:53
– Francesco Bianconi firma per BMG. Il cantautore, leader dei Baustelle, ha siglato un accordo sia discografico sia editoriale con l’azienda musicale del Gruppo Bertelsmann che fra pochi mesi pubblicherà il suo primo progetto solista.
Il disco, che vanta la presenza di prestigiosi ospiti internazionali ed è stato realizzato in collaborazione con Ponderosa Music Records, verrà pubblicato in primavera.
Francesco Bianconi con i Baustelle, la band che dal 2000 ha segnato la storia dell’indie-rock italiano, ha all’attivo 9 album. Ha composto la colonna sonora per il film “Giulia non esce la sera” (2009) di Giuseppe Piccioni, con Valerio Mastandrea e Valeria Golino, che gli vale due nomination ai David di Donatello e il Nastro D’Argento alla Migliore Canzone Originale. Ha all’attivo anche due romanzi, “Il Regno Animale” e “La Resurrezione della Carne”, racconti brevi, un cameo nel film “Pronti a Tutto” di Lorenzo Vignolo con Francesco Pannofino e Alessandro Tiberi, svariate collaborazioni con altri artisti come autore, cantante, produttore.
Musica: Toscanini live streaming, due concerti su Facebook
Venerdì e sabato ‘per allentare desolante momento di incertezza’
PARMA
05 marzo 2020
13:54
– In attesa di riprendere la consueta attività, l’Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini offre al pubblico due concerti in live streaming, ai quali si potrà assistere in diretta – venerdì 6 marzo alle 20.30 e sabato 7 alle 17 – collegandosi alla pagina Facebook La Toscanini (@FondazioneToscanini). Le due esecuzioni saranno disponibili successivamente anche sui canali Instagram e YouTube della Fondazione.
Venerdì il programma, tutto mozartiano, prevede l’esecuzione dell’Ouverture da ‘Le Nozze di Figaro’ e il Concerto per pianoforte n.12 in la maggiore, K1 414 (K6 385p), mentre sabato l’Ouverture da ‘Il Signor Bruschino’ di Rossini e la celebre Sinfonia n.4 in la maggiore ‘Italiana’ di Mendelssohn. In entrambi gli appuntamenti a guidare l’Orchestra sarà Giovanni Battista Rigon, direttore particolarmente apprezzato nel repertorio classico e soprattutto in opere rossiniane. “Ci sentiamo in dovere – spiega la Toscanini – di allentare, almeno idealmente, questo desolante momento di incertezza”.
Coronavirus: Maxxi aperto, si rispettano distanze
05 marzo 2020
14:50
– Museo aperto e visite in sicurezza al Maxxi, il museo nazionale delle arti e dell’architettura del XXI secolo. Lo annuncia la fondazione romana, precisando di aver recepito le disposizioni del decreto emesso ieri dal consiglio dei ministri. Il museo, spiegano dal Maxxi, “aprirà secondo i normali orari di visita e sono state attivate le misure previste dal Decreto per consentirne una fruizione serena”. In particolare, è stato contingentato l’accesso alle gallerie, agli ascensori e agli spazi d’uso comune, per evitare condizioni di sovraffollamento e rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro.
Sono stati ulteriormente rinforzati presidi e dispositivi di igiene, pulizia e sanificazione degli spazi.
Un’apposita segnaletica informa i visitatori dei comportamenti prudenziali da seguire. Il servizio di audioguide è consentito esclusivamente con auricolari personali o monouso forniti dal museo. Aperta anche la biblioteca del MAXXI secondo i consueti orari, con una disposizione delle postazioni compatibile con le nuove prescrizioni. La stessa indicazione vale per le aree di studio liberamente accessibili all’interno del Museo. Gli incontri culturali continueranno a svolgersi normalmente, nel rispetto della distanza di sicurezza tra le sedute. Ogni variazione verrà comunicata attraverso il sito http://www.maxxi.art. La dirigenza del Museo ringrazia dipendenti e collaboratori.”Anche in questo momento difficile per il nostro Paese, il MAXXI vuole continuare a essere un luogo aperto, di riflessione e confronto sul nostro tempo, e si augura che questo grande sforzo collettivo di responsabilità a cui i cittadini sono chiamati, consenta a tutti di recuperare serenità e sicurezza in tempi brevi”.
Taddeo Di Bartolo, gigante del polittico
A Perugia prima monografia sul maestro del Rinascimento
05 marzo 2020
16:24
– Un lavoro paziente per comporre un puzzle che restituisce la grandezza di un’ opera preziosa, smembrata da quasi due secoli. La pala di San Francesco al Prato di Perugia riacquista così il suo fascino originario grazie ai pezzi provenienti da Germania e Paesi Bassi, dal museo di Capodimonte a Napoli, da Assisi e Gubbio. Ricostruito con i 13 elementi che ne costituiscono il nucleo principale custoditi dalla Galleria Nazionale dell’ Umbria, il capolavoro di Taddeo di Bartolo è il pezzo forte della prima grande monografia che Perugia dedica al maestro del polittico tra la fine del Trecento e i primi decenni del Quattrocento. Cento tavole selezionate dalla curatrice Gail Solberg, la sua studiosa più accreditata, dal 7 marzo al 20 giugno racconteranno la grandezza del pittore senese anche grazie ai prestiti da musei internazionali prestigiosi come il Louvre di Parigi e il Szépművészeti Múzeum di Budapest, e con la collaborazione di enti e istituti italiani. Presentata in streaming oggi alla stampa, l’esposizione – rassicurano gli organizzatori – aprirà al pubblico garantendo ai visitatori lo spazio di sicurezza indicato dal decreto appena emesso dal governo per la lotta al coronavirus.
Coronavirus: Reggia Venaria presenta mostra in streaming
Preview Barocco con curatori per gruppi limitati giornalisti
TORINO
05 marzo 2020
16:25
– “Per le note restrizioni dovute all’emergenza sanitaria in corso, la conferenza stampa di presentazione della mostra Sfida al Barocco alla Reggia di Venaria, prevista il 12 marzo alle 11, si terrà a porte chiuse, con la possibilità di essere seguita via streaming dal sito dedicato. Lo rende noto la Reggia di Venaria.
E’ possibile prenotarsi alla successiva preview, prevista con i curatori alle 14 e alle 15 , per gruppi limitati di giornalisti.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Coronavirus, Ghemon rinvia l’uscita del nuovo disco
“Scritto nelle stelle” uscirà solo il 24 aprile
05 marzo 2020
16:29
– Un disco rinviato per Coronavirus: è ‘Scritto nelle stelle’ di Ghemon la cui uscita era prevista per il 20 marzo e che invece uscirà il 24 aprile per Carosello Records/Artist First.
“In questo disco – racconta Ghemon sui social – ho messo circa un anno e mezzo di lavoro, il mio cuore, i miei pensieri e le mie risorse; il mese di marzo ci avrebbe condotto all’uscita dell’album con una cornice di lancio eccezionale”. “In questo preciso momento, peró – nota l’artista – è molto difficile fare le cose nell’ordine in cui le avevamo progettate per mesi. E allora faremo tutto ad aprile. Più di prima, meglio di prima.
Noi tutti ce lo meritiamo”.
Per quanto riguarda i concerti, confermati ad aprile, “saranno l’occasione per farvi ascoltare il mio disco IN ANTEPRIMA, come fossimo nel soggiorno di casa mia a festeggiare insieme.
Guardiamo con fiducia ad aprile e se ci sarà anche una sola data da ricollocare, ci impegneremo a farlo”.
Alla domanda “Ci brucia?” Ghemon risponde sinceramente che “Si, ma il disco è vicino ed è una bomba. Alle difficoltà ho sempre risposto lottando, le limitazioni mi hanno sempre suggerito soluzioni creative.
Nelle prossime settimane, farò di tutto per rendere questa attesa una figata”.
“Il mio pensiero – conclude l’artista – ora va a chi affronta questa emergenza in prima linea, sul campo: medici, infermieri, famiglie e istituzioni; a tutti quelli che lavorano ogni giorno e ne stanno subendo direttamente o indirettamente gli effetti. E in più a tutti i lavoratori del campo della Cultura e dello Spettacolo, di cui io sono parte”.
Katy Perry incinta, annuncio in video nuova canzone
Cantante è fidanzata con Orlando Bloom. Partorirà in estate
NEW YORK
05 marzo 2020
19:47
Katy Parry è in dolce attesa e lo rivela in un video per una nuova canzone. Per la cantante si tratta del primo figlio e il padre è l’attore Orlando Bloom con il quale ha una relazione dal 2016. Il video è per la canzone ‘Never Worn White’, e mentre scorrono le ultime immagini la Perry, in un abito bianco trasparente, si gira di traverso mostrando il pancione.
In un live su Instagram, la Perry, 35 anni, ha detto che mantenere nascosta la sua gravidanza è stato il suo segreto più lungo. Il parto è previsto per l’estate. “Accadranno un sacco di cose questa estate, partorirò – letteralmente – ma anche figurativamente qualcosa che voi state aspettando (in riferimento al suo nuovo album)”.
La Perry ha rivelato anche alcune delle sue voglie da mamma in attesa, desidera continuamente il piccante mentre non sopporta ora la carne rossa. Per Bloom, 43 anni, si tratta invece del secondo figlio. Il primo, Flynn, nove anni, lo ha avuto dall’ex moglie, l’attrice Miranda Kerr.
Coronavirus: l’ Opera di Roma annulla Il Corsaro e Turandot
Chi ha già comprato i biglietti verrà rimborsato
05 marzo 2020
17:13
– Il Teatro dell’Opera di Roma informa che, in ottemperanza al Dpcm del 4 marzo emanato dalla Presidenza del Consiglio al fine di contrastare la diffusione del virus COVID-19, sono annullati gli spettacoli: Il Corsaro (giovedì 5, venerdì 6, sabato 7, domenica 8 marzo) e Turandot (martedì 24 (anteprima giovani), mercoledì 25, venerdì 27, sabato 28, domenica 29, martedì 31 marzo, mercoledì 1, giovedì 2, venerdì 3, sabato 4, domenica 5 aprile) Chi avesse già acquistato i biglietti, assicurano dal Costanzi, potrà ricevere il rimborso, nei trenta giorni successivi alla data dello spettacolo annullato.
Ecco come: a) chi ha comprato i biglietti on line sul sito ufficiale http://www.ticketone.it riceverà in automatico il rimborso sulla carta di credito adoperata per l’operazione; b) chi li ha acquistati in un’agenzia Ticketone potrà invece recarsi per il rimborso allo stesso sportello dove ha operato l’acquisto, restituendo i biglietti; c) i biglietti acquistati alla biglietteria del Teatro dell’Opera dovranno essere restituiti presso gli sportelli del botteghino (Piazza Beniamino Gigli) dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 18, e la domenica, dalle 9 alle 13.30.
Per chiarimenti e informazioni: ufficio.biglietteria@operaroma.it oppure 06.48160255 negli orari di biglietteria.
Coronavirus: Salone Libro lavora a edizione 2020
Organizzatori monitorano situazione, in contatto con istituzioni
TORINO
05 marzo 2020
17:14
– Il Salone Internazionale del Libro di Torino lavorano “con regolarità” all’edizione 2020, in programma dal 14 al 18 maggio. Lo precisano gli organizzatori della buchmesse, “in un momento complicato come quello che tutto il Paese sta vivendo.
“Il Salone è in contatto costante con le istituzioni locali, e sta monitorando con attenzione l’attuale situazione – si legge sul sito della kermesse – nel pieno rispetto delle ordinanze ministeriali e regionali in merito alla gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-2019”.
Baby K, il 6 marzo esce il singolo Buenos Aires
Scritto con Davide Petrella per indagare sull’animo femminile
05 marzo 2020
17:15
– Baby K torna in scena, dal 6 marzo, con il brano “Buenos Aires”. L’artista dall’impronta internazionale, capace di spaziare tra generi diversi con influenze e ritmi che vanno dal reggaeton alla musica urban, affronta ancora una volta tematiche legate all’universo femminile. Un brano, che lei stessa ha scritto con Davide Petrella, su come la fine di un amore, per quanto doloroso, possa diventare un’opportunità, una nuova sfida per crescere.
Fin da tempi di brani come “Femmina Alfa” (che l’ha fatta conoscere nel panorama del mainstream italiano) Baby K ha sempre fatto risplendere la figura femminile dipingendola come una leader, una persona capace di pensare in grande, una donna emancipata e sempre più cosciente nelle relazioni con gli uomini. A distanza di quasi 10 anni e dei tanti successi collezionati, Baby K sente ancora la necessità di esplorare l’animo femminile.
Salutarsi al tempo del covid19, Egizio studia geroglifici
Appello Museo su Fb, provate e condividete risultato
TORINO
05 marzo 2020
17:52
– C’è chi chiede aiuto ai propri antenati per affrontare l’emergenza coronavirus, soprattutto per quanto riguarda i contatti tra le persone, come strette di mano e abbracci. Il Museo Egizio di Torino va a caccia di “metodi di saluto alternativi” niente meno che attraverso i geroglifici.
“E’ difficile riscoprire come ci si salutasse al tempo dei faraoni – si legge in un post su Facebook – ma i geroglifici possono aiutarci in questi giorni in cui dobbiamo trovare nuove modalità di ‘contatto’! Alcuni segni, che determinano parole e verbi, raffigurano gesti che usiamo ancora oggi”. E allora ecco alcuni esempi, dall’uomo inginocchiato con le braccia alzate che può essere utilizzato per dire “ti adoro” al geroglifico HeH che può essere tradotto con “milione” o “tanto” e che oggi possiamo utilizzare per dimostrare il nostro affetto. Provate anche voi e condividete con noi il risultato!”. Quella odierna è solo l’ultima delle numerose iniziative che il museo, con il direttore Christian Greco, sta mettendo in atto per ovviare a questi giorni difficili.
Arte: Comune Bologna vince la causa sulla collezione Morandi
Il tribunale: ‘Mambo è sede prestigiosa, facile da raggiungere’
BOLOGNA
05 marzo 2020
17:58
– La prima sezione civile del tribunale di Bologna ha deciso che il Comune di Bologna ha rispettato le volontà di Maria Teresa Morandi, sorella di Giorgio Morandi, quando la collezione di opere del fratello è stata trasferita al museo Mambo nel 2012, durante il primo mandato del sindaco Virginio Merola. Sono state dunque respinte le domande proposte nella causa civile di primo grado dall’avvocato Elisabetta Brunelli e dal ‘Comitato di volontariato per il Ripristino del Museo Morandi a Palazzo d’Accursio’.
La sentenza, riferisce una nota dell’amministrazione, “riconosce la correttezza dell’operato del Comune di Bologna sulla base del fatto che nell’atto di donazione del 1991 la signora Morandi ‘ha tenuto ben distinti lo scopo della donazione da un lato e le clausole regolatrici dall’altro'”.
Per il tribunale la realizzazione di una sezione specifica all’interno del Mambo, dedicata alle opere del grande artista bolognese, rispetta queste volontà, tenuto conto che anche Carlo Zucchini (nominato dalla sorella custode di questi adempimenti) ha condiviso la scelta del Comune. La sentenza sottolinea che il Mambo è una “sede prestigiosa in un luogo facilmente raggiungibile anche a piedi e all’interno della cerchia muraria cittadina”.
Gli arredi e l’arte decorativa dell’800 a Palazzo Reale
Sono 200 i pezzi esposti, anche quelli dell’ebanista Peters
GENOVA
05 marzo 2020
18:01
– Gli arredi e l’arte decorativa dell’Ottocento protagonisti a ‘Mogano, Ebano Oro! Interni d’arte a Genova nell’Ottocento, da Peters al Liberty’, mostra ospitata da domani 6 marzo a Palazzo Reale. L’esposizione, curata da Luca Leoncini, Caterina Olcese Spingardi e Sergio Rebora, offre un percorso organizzato per sezioni, che porta il visitatore in un viaggio tra mobili, dipinti, disegni, porcellane, maioliche, sculture, gessi e fotografie. Sono oltre 200 i pezzi esposti, molti provenienti da collezioni private.
Henry Thomas Peters, ebanista inglese trapiantato a Genova, è uno dei protagonisti dell’esposizione. Peters ha lasciato la sua improntata in tutti i salotti nobili del capoluogo ligure.
Rivoluzionò il settore dell’ebanisteria, traghettandolo da elegante pratica artigianale a produzione industriale.
Alle ceramiche d’arte viene dedicato un focus con una campionatura della produzione della manifattura Cesare Moreno, fondata nel 1883 a Genova. L’ultima sezione è dedicata allo stile liberty.
Mario Mieli, omosessuale dimenticato
Dopo Festa Roma, in sala Gli anni amari di Andrea Adriatico
06 marzo 2020
09:45
Chi era mai Mario Mieli? “Una Maria che ti sarà amica tutta la vita”. Così, alla casa del cinema, Nicola Di Benedetto sintetizza il personaggio da lui interpretato in ‘Gli anni amari’ di Andrea Adriatico, biopic che ripercorre vita e luoghi di Mario Mieli, tra i fondatori del movimento omosessuale italiano nei primi anni ’70 e autore del saggio ‘Elementi di critica omosessuale’ pubblicato in quegli anni da Einaudi. Il film, già pre apertura della 14/ma edizione della Festa del Cinema di Roma e ora in sala dal 12 marzo distribuito da I Wonder Pictures, in occasione del trentasettesimo anniversario della morte di Mario Mieli, racconta – spiega il regista – “L’attraversamento di un’epoca, di quei vitali, difficili, creativi, dolorosi e rimossi anni ’70 ed è anche la necessaria rievocazione di un movimento per i diritti, come quello omosessuale, che doveva inventare forme nuove per farsi riconoscere”. Infine , dice, “è soprattutto il ritratto di un ragazzo la cui genialità, la cui libertà interiore e la cui gioia di vivere erano troppo intense per il mondo che lo circondava”.
Nato nel 1952 a Milano e morto suicida nel 1983, prima dei trentun anni, Mario fu attivista, intellettuale, scrittore, performer, provocatore, ma soprattutto innovatore. Figlio di ricchi borghesi e penultimo di sette, visse un complicato rapporto con il padre Walter (Antonio Catania) e la madre Liderica (Sandra Ceccarelli). Nel film, prodotto da Cinemare con Rai Cinema in collaborazione con Pavarotti International 23, si parte dall’adolescenza al liceo classico Giuseppe Parini di Milano, per poi passare alla sfrenata vita notturna, quando ancora omosessualità era sinonimo di disturbo mentale. C’è poi Il formativo viaggio a Londra e l’incontro con l’attivismo inglese del Gay Liberation Front, il ritorno in patria e l’adesione al Fuori!, prima associazione del movimento di liberazione omosessuale italiano, la fondazione dei “Collettivi Omosessuali Milanesi” e la pubblicazione del saggio Elementi di critica omosessuale. Intorno alla figura di Mario gravitano nomi chiave di quell’epoca: Corrado Levi (architetto, docente, artista), Piero Fassoni (pittore), Ivan Cattaneo, Angelo Pezzana (fondatore de il “Fuori!”), Fernanda Pivano, Milo De Angelis (poeta), Francesco Siniscalchi (il massone che denunciò Licio Gelli e la P2) e Umberto Pasti (Tobia De Angelis) futuro scrittore e suo grande amore.
“Mieli era un genio – sottolinea Adriatico, regista teatrale e cinematografico, giornalista professionista e architetto – , che ci ha sedotto, come faceva con tutti quelli con cui entrava in relazione. Ma era anche un ragazzo immerso in una profonda solitudine, quella in cui aveva costruito la sua bolla di sopravvivenza e in cui era relegato da chi lo considerava troppo snob o troppo scomodo; la solitudine di chi ha imparato a farcela da solo per sopravvivere a dispetto di tutto e tutti, e in cui si è ritrovato per l’ennesima volta quel giorno di marzo dell’83 in cui, a soli 30 anni, decise di togliersi la vita. Gli anni amari sono tutto questo – conclude -. Sono gli anni in cui tutto sembrava possibile e non lo era, gli anni lontanissimi del nostro passato recente, quelli di un ragazzo che ha vissuto, con la sua aliena dolcezza, l’amarezza di un’esistenza simile a quella di nessun altro”. E ancora il regista (che dedica questa uscita a Patrick Zaki nelle carceri egiziane) : “Mario non si è battuto per l’omosessualità, ma per la liberazione e la felicità di ogni persona. Insomma non fu solo un leader, semmai un’icona imprendibile, un outsider del movimento omosessuale di allora”.
Cinema: Dio salvi la Regina, nelle sale dal 29 aprile
Regia Andrés Arce Maldonado scritto da Sibilla Barbieri
05 marzo 2020
19:28
– In aprile arriva nelle sale italiane, prodotto da La Siliàn, il film “Dio salvi la Regina”, diretto da Andrés Arce Maldonado e scritto da Sibilla Barbieri.
“Dio salvi la Regina” è una commedia lieve e felicemente ironica, che guarda al molto piccolo per parlare del grande: pone sul tavolo un tema profondo e quanto mai attuale, ma lo fa in maniera gentile, ricordandoci che alla fine, un popolo, è soprattutto una grande famiglia. Il film uscirà nelle sale il 29 aprile distribuito da distribuzione Indipendente.
La storia è una commedia a sfondo sociale. Diana, madre e medico della mutua, è una donna normale con una vita normale, che decide di fare un poetico atto d’insubordinazione sociale, dichiarando l’indipendenza della sua casa dallo Stato italiano.
La spinge la speranza di salvare il suo “popolo”. Tutti i protagonisti – la piccola famiglia e gli amici che ogni giorno si presentano non invitati nella casa – saranno condizionati da questa singolare scelta e proiettati verso un nuovo modo di rapportarsi alla vita quotidiana, agli altri. Dovranno affrontare grandi temi: la scelta della lingua, le basi su cui si fonda il diritto, le norme che creano il tessuto sociale, la filosofia con cui educare i figli e futuri cittadini ma, soprattutto, dovranno confrontarsi con la responsabilità che comporta esercitare un potere.
Gianna Nannini, il tour europeo parte il 15 maggio
Il 30/5 concerto speciale a Firenze, dal 18/11 nei palasport
06 marzo 2020
09:47
Dopo l’uscita del nuovo album di inediti “La differenza”, Gianna Nannini torna sulle scene live europee. Il tour, al momento confermato, partirà da Londra il 15 maggio per poi proseguire a Parigi, Bruxelles, Lussemburgo e arrivare a giugno in Germania per 4 date. Un lungo viaggio in tutta Europa che si concluderà ad ottobre, quando si esibirà di nuovo sui palchi della Germania, con 6 date, e poi su quelli della Svizzera, con 2 date.
Il primo appuntamento in Italia sarà il 30 maggio allo Stadio Artemio Franchi di Firenze per un evento unico con tutta l’energia di una vera… Gianna da stadio! Un concerto speciale, in cui la rocker sarà accompagnata sul palco da illustri musicisti internazionali tra i quali il grande batterista Simon Phillips.Gianna Nannini dal 18 novembre porterà poi nei palasport italiani “La differenza” e i grandi successi che hanno segnato la sua lunga carriera, in cui ha conquistato generazioni di fan.
A Broadway la Lehman Trilogy di Massini
poi California; Mendes regista; Time, e’ top dell’anno
NEW YORK
06 marzo 2020
09:43
Lehman Trilogy di Stefano Massini sbarca il 7 marzo a Broadway con la regia del grande Sam Mendes, per volare poi a Los Angeles a San Francisco. Nato dieci anni fa davanti a pochi spettatori nella rassegna estiva di un teatro emiliano, lo spettacolo di Massini si sta confermando un successo planetario, indicato sul Time come migliore produzione teatrale del 2019 dopo la messa in scena sempre esaurita al New York Armory su Park Avenue. La trama racconta l’ascesa e caduta della Lehman Brothers, un tempo un colosso di Wall Street che nella sua caduta ha trascinato innumerevoli piccoli risparmiatori in tutto il mondo e a seguire l’intera economia globale. Tre generazioni e due secoli di “ambizione, avidita’, storia economica e faide familiari”, aveva commentato Time mettendo Lehman Trilogy e il suo cast di “tre attori stellari” in testa alle top ten teatrali dell’anno. Da quel primo luglio 2010 l’opera di Massini ha fatto molta strada: prima adattato per la Rai come dramma in tre atti, il testo debuttò a Parigi nel 2013 – dove si aggiudico’ il premio della critica francese – per poi riscuotere un grandissimo successo al Piccolo Teatro di Milano nella versione diretta da Luca Ronconi – nel suo progetto alla regia – e conquistare Londra prima (con cinque nominations ai premi Olivier) e poi New York nella trasposizione curata da Mendes. Ad oggi se ne contano traduzioni e produzioni in tutto il mondo, dalla Spagna a Israele, dal Senegal al Canada, ma sarà la versione di Mendes, Golden Globe per “1917” a installarsi nel cuore di Broadway per 16 settimane consecutive al Nederlander Theatre: da dopodomani le preview e il 26 il tappeto rosso della prima. In seguito la trilogia sarà per quattro settimane al Geary Theatre di San Francisco (dall’11 settembre all’11 ottobre) e poi all’Ahmanson Theatre di Los Angeles per cinque settimane, dal 20 ottobre al 28 novembre. Tornano come protagonisti Simon Russell Beale, Adam Godley e Ben Miles nella parte dei fratelli Lehman, approdati negli Usa a meta’ Ottocento, i loro figli e i loro nipoti. Lehman non è il solo progetto di Stefano Massini – che da anni ormai sì è imposto nel panorama internazionale come il drammaturgo italiano più rappresentato all’estero – che sta riscuotendo successo nel mondo in questo momento. Dal 25 marzo debutta in Francia un’altra sua pièce, “7 Minuti” alla celeberrima Comédie Française nel cuore di Parigi.
Pompei: distaccata porzione paramento di parete esterna
‘In area del fronte meridionale presenti numerose criticità’
NAPOLI
05 marzo 2020
20:21
– Oggi pomeriggio “sul fronte meridionale della città antica, lungo il viale delle ginestre, si è verificato il distacco di una porzione del paramento di una parete esterna, ad est dell’edificio delle Terme del Sarno, in zona non accessibile al pubblico”. Lo rende noto il Parco archeologico di Pompei che, in una nota, spiega che “si tratta di materiale di ricostruzione risalente al tempo dello scavo di quell’area, e di parte del riempimento sottostante in pietre e malta polverizzata”.
“Tutta l’area del fronte meridionale, che va dal tempio di Venere fino al Foro Triangolare, è da tempo oggetto di attenzione a causa delle numerose criticità strutturali e statiche che presenta, fin dall’antichità, ospitando case poste a strapiombo sul costone roccioso, articolate su più livelli e che inglobano parte delle mura di cinta”, si sottolinea.
Carlotto, leggere in questo periodo fa davvero bene
In un tweet condiviso dalle Edizioni E/O
05 marzo 2020
20:37
– “Come sosteneva Pavese: ‘la letteratura è una difesa contro le offese della vita’, e leggere, in questo periodo, fa davvero bene. Anche solo per allontanarci per qualche ora dall’insopportabile eccesso verbale intorno al virus”. Lo scrive Massimo Carlotto in un tweet in cui riflette sulla “Letteratura ai tempi del Covid19”, condiviso dalle Edizioni E/O per cui è da poco uscito ‘La Signora del Martedì’.
“Per decreto non è più possibile parlarne in pubblico fino al 3 parile. Trovarsi nelle librerie, nelle biblioteche o nei teatri.
Ne prendiamo atto e ci comportiamo di conseguenza nel tentativo di fermare il contagio e impedire che i reparti di terapia intensiva si intasino di malati (perché è questo il vero problema, a proposito di sanità pubblica)” dice Carlotto. E sottolinea: “Mi sarei aspettato un’impennata di vendite di libri, invece il mercato è calato al 35%. Sono andato a curiosare nelle due librerie più grandi di Padova (alla ricerca di una certa edizione de I Viceré di De Roberto) ed effettivamente erano quasi deserte. Il popolo dei lettori non può abbandonare in questo momento le librerie. Se non vi sentite sicuri, munitevi di mascherine ma comprate un libro. In questo periodo stanno uscendo parecchie novità interessanti. E i classici non deludono mai. Ribellarsi alla vulnerabilità”.
Torna Storia delle epidemie dell’infettivologo Ujvari
In libreria il 2 aprile
06 marzo 2020
10:10
– STEFAN CUNHA UJVARI, STORIA DELLE EPIDEMIE (ODOYA, PP 352, EURO 20). Arriva una nuova edizione di ‘Storia delle epidemie’ di Stefan Cunha Ujvari, con la premessa dell’infettivologo Eugenio Paci e la prefazione di Moacyr Scliar, in libreria il 2 aprile per Odoya con illustrazioni.
Corpi “altri” rispetto a quello umano, che cercano rifugio nel nostro organismo, i virus sono i protagonisti di questa storia sociale delle epidemie. A noi “organismi ospiti” non resta che reagire nel migliore dei modi, ma cosa è successo nel corso della storia e in caso di contagio? L’infettivologo Cunha Ujvari, che esercita la professione in diverse strutture pubbliche e private in Brasile e Stati Uniti, ripercorre la storia delle epidemie più importanti, dalla peste di Atene del 482 a.C. a ebola, passando per la sifilide, il vaiolo, il colera e la Spagnola. E ci mette in guardia, insieme all’infettivologo italiano Eugenio Paci, sul nostro comportamento: se il virus è il nemico, la causa del diffondersi della malattia siamo noi e il nostro rapporto con l’altro, inteso come essere umano, a noi prossimo e con l’ambiente.
Nell’Ottocento una netta cesura fu prodotta dal lavoro di Pasteur e Koch che segnarono molti punti a favore di un ribaltamento dei rapporti di forza tra medicina e malattia; nel 1928 la penicillina ha infine ribaltato la situazione precedente. Fino agli anni Ottanta il genere umano ha vissuto nella convinzione che la scienza avesse vinto tutte le malattie più pericolose. Tuttavia, come la vicenda della mutazione del virus di immunodeficienza delle scimmie (Aids) ci ha insegnato gli antibiotici hanno vinto numerose battaglie, ma non la guerra. Cunha Ujvari in questo libro divulgativo ci spiega che per proseguire questa lotta, nel presente e nel futuro, bisogna analizzare la politica medica globale e le concause originate dai rapporti geopolitici.
Coronavirus: Baldinini, Governo ci aiuti per manifatturiero
Imprenditore calzature, Italia a rischio per manifatturiero moda
06 marzo 2020
14:17
– “Se il Governo non ci aiuta, l’Italia rischia di perdere il manifatturiero della moda”. L’appello alle istituzioni è in una nota di Gimmi Baldinini, imprenditore a capo del marchio di calzature luxury, che sottolinea tra l’altro “un’opportunità per il Paese dallo stop della manifattura in Cina per il Coronavirus, con un aumento del reshoring (rientro in casa delle aziende che avevano delocalizzato la produzione ndr) nei confini nazionali e la conseguente apertura di fabbriche”. “Tranne che per alcuni prodotti di altissima gamma, l’Italia non è più un paese dove produrre. O meglio, forse potrebbe ancora esserlo se il Governo fornisse rapidamente un aiuto concreto agli imprenditori, che invece vengono lasciati soli da anni. Il nostro Paese ha fantasia e creatività uniche al mondo, ma soprattutto in ambito di moda sportiva e casual non ci sono più le condizioni per realizzare calzature, accessori e abbigliamento. I paesi esteri, invece, hanno un know-how frutto anche di insegnamenti che nel tempo abbiamo noi stessi fornito e oggi hanno una manifattura per quei prodotti molto superiore alla nostra. Gli altri non stanno di certo a guardare. Lo dico molto chiaramente: in questo modo scomparirà una bella fetta di made in Italy, che non vuol dire solo produzioni superlusso. La prima soluzione per provare ad arginare il problema? Le aziende non devono pagare le tasse che pagano. L’Italia deve dare le condizioni per crescere e investire e invece questo non accade”.
“Il mio – prosegue Baldinini la cui azienda proprio nel 2020 festeggia 110 anni di storia – non vuol essere un atteggiamento polemico, ma costruttivo rivolto a tutti gli attori del panorama moda italiano. Un monito mutuato da tanti anni di esperienza nel settore e nel mondo, in particolar modo nei paesi dell’ex Urss, che per primo, in maniera pionieristica ho raggiunto ed esplorato in lungo e largo tanti anni fa. Parlando proprio di un paese prestigioso come la Russia, nonostante abbia archiviato anni difficili, oggi sta riprendendo bene il mercato. Invece in Italia cosa facciamo? Stiamo costantemente mantenendo le sanzioni, quando questo mercato potrebbe risolverci tanti problemi”.
8 marzo: Comitato, regalate libro Fallaci al posto mimose
Proposta di Marco Cordone sostenuta da cugina Oriana
FIRENZE
06 marzo 2020
14:24
– Al posto delle mimose “domenica 8 marzo, Festa della donna, regaliamo alle nostre mogli, fidanzate, compagne di vita, e comunque a tutte le donne, un libro di Oriana Fallaci”. E’ la proposta di Marco Cordone, fondatore del Comitato Oriana Fallaci, che organizza ogni anno le Letture fallaciane. La proposta, spiega una nota, è sostenuta tra gli altri da Sandra Massai Fallaci, cugina di Oriana.
Valerio e la scomparsa del Professor Boatigre
Poldelmengo scrive a 4 mani con suo figlio giallo per ragazzi
06 marzo 2020
14:31
– LUCA POLDELMENGO, VALERIO E LA SCOMPARSA DEL PROFESSOR BOATIGRE (Gallucci, pp. 96, 9.90 Euro.
Disegni di Manola Caprini). Cani, gatti, tartarughe e topolini che spariscono misteriosamente; un’onda gravitazionale che investe la Terra; un famoso biologo documentarista che viene rapito in circostanze poco chiare. A questo si aggiunge un cannocchiale dai poteri strabilianti, che grazie alla curiosità e al coraggio di due bambini particolarmente svegli, sarà di grande aiuto per risolvere ogni mistero. Sono alcuni degli ingredienti che animano “Valerio e la scomparsa del professor Boatigre”, piccolo e accattivante romanzo scritto da Luca Poldelmengo, scrittore e sceneggiatore appassionato di storie nere, qui al suo esordio nella letteratura per ragazzi. In questo giallo per giovani lettori, arricchito dai disegni di Manola Caprini, l’autore ha avuto un aiuto speciale, quello di suo figlio Valerio, che ha contribuito attivamente alla scrittura.
“È cambiata la genesi in questo lavoro: ho ascoltato le richieste pressanti di mio figlio Valerio, che all’epoca frequentava la quarta elementare, e che mi chiedeva perché non potesse mai leggere una delle storie scritte da me. Allora gli ho proposto di scriverla insieme e lui ha ideato il plot dando libero sfogo alla sua immaginazione”, spiega Poldelmengo. Un esperimento a quattro mani riuscito, con un romanzo che permette ai ragazzi una facile identificazione con il personaggio principale, Valerio appunto, un bambino che “non ama il calcio ma preferisce gli animali, proprio come mio figlio”.
In questo giallo l’avventura si fonde alla fantascienza e a un pizzico di magia, ma senza dimenticare la riflessione sui temi più seri: “come adulto ci ho messo il riferimento a noi genitori, che spesso siamo preoccupati degli effetti della tecnologia sui nostri figli e non ci rendiamo conto dei nostri comportamenti”. Come la mamma di Valerio, che nel libro molte volte è distratta e non ascolta il figlio perché intenta a leggere i messaggi sul suo smartphone: “spesso dimentichiamo che i nostri figli ci guardano, anche rispetto alle rimostranze che noi stessi facciamo loro e che siamo i primi a non rispettare”, dice.
Anche la diversità e la non omologazione sono tra le questioni affrontate dal romanzo: “nel corso della storia il piccolo Valerio imparerà anche a essere cattivo, perché i bambini a volte lo sono”, prosegue, “un po’ si indurirà anche lui, e sarà un modo per crescere”.
Donatello e le sculture in terracotta
A Padova l’influsso del maestro nella rinascita della materia
06 marzo 2020
19:54
Non solo marmo, bronzo o pietra. I maestri scultori del Rinascimento crearono opere di grande pregio anche con la terracotta, considerata più umile ma non per questo meno ricercata. Se Padova e il suo territorio conquistarono il primato in questo campo il merito fu di Donatello che in città, a ridosso della Basilica del Santo, aprì la sua bottega. Dopo di lui vennero Bartolomeo Bellano, Giovanni De Fondulis e Andrea Riccio, rafforzando una tradizione che fece di quella zona un unicum. Migliaia di sculture abbellirono chiese, sacelli, capitelli, conventi e grandi abbazie di un’ area che abbraccia anche Vicenza, Treviso, Belluno e Venezia. Una ventina di lavori scampati alla dispersione causata nei secoli da indifferenza, furti e vandalismi rendono testimonianza del valore di questo enorme patrimonio perduto nella mostra “A nostra immagine. La scultura in terracotta nel Rinascimento. Da Donatello a Riccio” che il Museo Diocesano di Padova ospita fino al 2 giugno, a ingressi contingentati per motivi di precauzione in tempo di coronavirus.
Nelle Gallerie del Palazzo Vescovile i curatori Andrea Nante e Carlo Cavalli hanno riunito gli esempi più eloquenti della produzione uscita dalle fucine degli artisti, dalle scene di gruppo, come i Compianti, alle piccole e raffinate Madonne con Bambino, alle immagini dei Santi venerati dalle famiglie, opere presenti nella zona accanto a quelle prestate da musei italiani e internazionali. Tra le opere di maggior valore c’è la Madonna con Bambino di Donatello, prestata dal Louvre. Il visitatore può inoltre vedere ricomposto il Compianto di Andrea Riccio, oggi diviso tra la Chiesa padovana di San Canziano e i Musei Civici della città. Ancor più suggestiva, per la storia tormentata che la riguarda, è la Madonna con Bambino salvata da una clarissa dopo la soppressione in epoca napoleonica del Convento padovano di Santa Chiara, e rimasta al sicuro fino a poco tempo fa nella clausura del Monastero della Visitazione. Oggi è tornata al suo aspetto originario dopo un restauro accurato. Per la prima volta in mostra i frammenti superstiti di una Deposizione, danneggiata seriamente nel bombardamento della chiesa di San Benedetto dell’11 marzo 1944.
La scultura in terracotta, dopo un lungo periodo di oblio, ebbe il suo boom a Padova nella metà del Quattrocento grazie all’arrivo di artisti toscani, tra cui appunto anche Donatello impegnato dal 1443 per dieci anni nel cantiere della Basilica del Santo. Caratteristiche ambientali, tradizioni locali e apporti culturali esterni favorirono lo sviluppo di una produzione legata, in particolare, alla statuaria in bronzo, anch’essa introdotta da Donatello, e del bronzetto di piccole dimensioni. Nella bottega del padovano Bartolomeo Bellano verso la fine del secolo si fece le ossa da scultore il giovane Andrea Briosco, detto Il Riccio, che dopo aver frequentato il cantiere donatelliano nella Basilica del Santo, elaborò all’inizio del Cinquecento uno stile colto e raffinato, teso verso una nobiltà classica con riferimenti al mondo antico e pagano anche nel modellare soggetti religiosi e destinati alla devozione. Questo ”umanesimo cristiano” padovano venne spazzato via dalla Controriforma. “La terracotta – spiegano i curatori – cessò di essere apprezzata come linguaggio autonomo, complice l’idea di scultura intrisa di neoplatonismo propugnata da Michelangelo e raccolta da Giorgio Vasari nelle sue ‘Vite’ “.
Antonio Lorenzon, Masterchef tra tradizione e ricerca
Dopo vittoria si inginocchia e chiede al compagno Daniel di sposarlo, è record ascolti
07 marzo 2020
10:46
“Ancora non mi sono ripreso, fatico a crederci: è stata una valanga di emozioni, la più bella esperienza della mia vita, intensa, formativa, ne sono uscito più forte e consapevole”. Antonio Lorenzon, il nono vincitore di Masterchef, cooking show di Sky prodotto da Endemol Shine Italy, 43 anni, originario di Bassano del Grappa, di professione art director, ha conquistato 100.000 euro in gettoni d’oro, e il 12 marzo esce il suo libro grazie alla vittoria: ‘Una Cucina diversa’- 8 menù per ricevere con stile (Baldini+ Castoldi Pp 224, euro 20). Ma il regalo più bello lo ha fatto lui al pubblico: mentre la Masterclass e i tre giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli erano in festa, si è inginocchiato davanti al compagno Daniel (stanno insieme da 18 anni) chiedendogli di sposarlo. Ovvia la risposta: “sì”.
Antonio ha conquistato tutti con la sua semplicità e umiltà. Il giorno dopo la vittoria confessa che per il momento il sogno di aprire un ristorante in Costa Azzurra, come annunciato da lui e Daniel, è posticipato: “Lo faremo ma più in là – per adesso vogliamo rimanere in Italia, ci sono tante scadenze, procedere a piccoli passi”. In quale campo? “Vorrei aprire un bed&breakfast con cena inclusa a Bassano del Grappa, ma di pochi posti. Io mi occuperei del menu e dell’arredamento, lui della parte amministrativa. Un luogo dove le persone vanno via con il sorriso, non potrei mai lavorare per come mi conosco in un ristorante stellato, troppo stress”.
La finalissima di questa edizione di MasterChef Italia – ultimo capitolo di una stagione che ha ottenuto ampi consensi da pubblico e critica su Sky Uno/+1 – ha totalizzato una media record di 1.251.790 spettatori, il dato migliore degli ultimi anni. I contatti unici sono stati 1.766.007, la permanenza media è stata del 71%. Sky Uno, sottolineano dalla piattaforma, è stato il 6/o canale nazionale sul totale individui e il 4/o canale tra il pubblico 15-54 anni con il 6.57% di share, nonché canale più visto della piattaforma.
Una finale piena di tensione per i tre concorrenti che, sotto gli occhi di tutti i componenti della Masterclass e di amici e parenti accorsi in balconata, nelle due ore e mezza a disposizione hanno proposto tre menu di altissimo livello rendendo così estremamente difficile la scelta dei giudici. Una puntata dopo l’altra, lo stile culinario di Antonio Lorenzon ha conquistato sempre di più i giudici di Masterchef. Sino alla finalissima in cui si è scontrato con Maria Teresa Ceglia e Marisa Maffeo, portando a casa la vittoria.
Quando è nata la sua passione per la cucina? “Da bambino. I miei genitori lavoravano, quando è venuta a mancare nonna, una che mi preparava 30 ravioli a merenda, io tornavo da scuola e mi arrangiavo a pranzo, prova una volta, tenta una seconda e sono diventato bravino. Mio padre mi ha influenzato sulla parte creativa, visto che amava cucinare e sperimentare con piatti elaborati, mentre da mia madre ho imparato le cose più tradizionali, come tirare la pasta. È grazie a loro, anche papà purtroppo è morto, se oggi il mio stile culinario è eclettico: semplice e pieno di colori”. Di tutta questa avventura che ricorda con più emozione? “Ovviamente la finale”. Nell’Invention Test Maria Teresa gli ha assegnato il secondo dello chef tristellato Paolo Casagrande: un pesce, il parago. In crisi con le salse, le ha reinventate di suo pugno. Antonio si è sentito dire che il suo era il piatto migliore dei quattro. Rimasti in tre Antonio ha presentato come menù “Vita, vecchi ricordi”, un tributo al suo passato, fatto di affetti familiari e tradizioni rivisitato con slancio innovativo: come antipasto, “Baccalà e i suoi amici”, in chiave moderna del baccalà alla vicentina, che faceva la sua mamma, dunque su spuma di cipolla con crosta di polenta e caviale; come primo, “Dal Grappa al Brenta”, per ricordare le domeniche trascorse in famiglia a raccogliere funghi: un risotto ai porcini, uova di trota affumicate e gel di Amarone della Valpolicella; a seguire, “L’alba di settembre”, un secondo a base di pernice, che rimanda alle battute caccia di caccia del papà, dunque con finferli, cipollotto fresco e tartufo nero; e infine, il “Dolce bosco” come dessert, una meringa alle nocciole con gelato al pepe di Sichuan, salsa di lamponi e mousse al cioccolato.
Chi ha chiamato appena ha vinto? “La mamma ovviamente – risponde Antonio – Daniel era lì con me, ancora frastornato per la mia proposta e l’anello che tenevo in tasca dall’inizio”. Lei dice che al momento non ambisce a lavorare in un ristorante stellato, ma se Barbieri, Locatelli, o Cannavacciuolo la chiamassero in una delle loro cucine? “Magari, di corsa andrei a fare uno stage, anche gratis, imparerei tantissimo… anzi lanciamo subito un appello”. Invece il suo libro che è appena andato in stampa cosa ci svela? “Il bollino di diverso mi è rimasto appiccicato in fronte sin dalle elementari: ero in sovrappeso, volevo solo starmene per conto mio a casa. La cucina è diventata il luogo in cui esprimere tutto me stesso e la famiglia era il mio intero mondo, solo lì non mi sentivo giudicato. È grazie a essa se il mio stile culinario è al tempo stesso semplice e scenografico. Mi piace pensare che debba esistere un’armonia assoluta tra ciò che mangiamo e ciò che vediamo, per questo la mia ricerca è sempre volta a una combinazione tra il buono e il bello. Non propongo soltanto delle ricette, suggerisco menu, ciascuno composto da più piatti”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Fotografia: a Bologna una retrospettiva dedicata a Doisneau
Fino al 21 giugno 143 opere selezionate da 450mila negativi
BOLOGNA
06 marzo 2020
16:08
– Una retrospettiva sul fotografo parigino Robert Doisneau (1912-1994), celebre per il suo approccio poetico alla ‘street photography’, è allestita da oggi al 21 giugno a Palazzo Pallavicini di Bologna. La capienza contemporanea del pubblico è ridotta nel rispetto delle regole sulle distanze di sicurezza tra persone per l’emergenza coronavirus.
Sono 143 le opere provenienti dall’Atelier che porta il suo nome: l’esposizione è il risultato di un progetto di Francine Deroudille e della sorella Annette, figlie di Doisneau, che hanno selezionato da 450 mila negativi, prodotti in oltre 60 anni di attività, le immagini che raccontano la storia autobiografica dell’artista, autore tra l’altro di ‘Le baiser de l’hotel de ville’, una delle immagini più famose della storia della fotografia del secondo dopoguerra. Protagonisti i sobborghi grigi delle periferie parigine, fabbriche e negozi, la guerra dalla parte della Resistenza, il popolo al lavoro o in festa, scorci di campagna, incontri con artisti e celebrità.
Troppa folla per Raffaello, obbligatorio prenotare
De Simoni, “così possiamo garantire sicurezza”
06 marzo 2020
16:33
– A dispetto dell’ansia da coronavirus e dei pochi turisti in giro per Roma sta confermando tutto il suo richiamo la super mostra dedicata ai 500 anni dalla morte di Raffaello dalle Scuderie del Quirinale. Lo riferisce il presidente di Ales spa e delle Scuderie Mario De Simoni che proprio per questo stamattina ha deciso di limitare l’accesso solo ai prenotati. “Nello stesso tempo anticipiamo l’orario di apertura alle 9 del mattino – spiega – ma abbiamo dovuto prendere questa decisione perché paradossalmente da ieri, primo giorno di apertura, siamo stati sommersi dalle richieste e dalla gente in fila e abbiamo visto che in questo modo sarebbe diventato troppo difficile garantire ai visitatori la necessaria sicurezza”. Via libera quindi alle prenotazioni: “Il posto c’è ci sono alcune fasce orarie che sono piene, ma c’è posto per tutti”, assicura De Simoni. All’interno, oltre a molto personale che disciplina i flussi nelle diverse sale e invita a tenere le giuste distanze, anche distributori di amuchina a disposizione del pubblico nelle aree sosta.
Musei Civici Venezia, 2020 tra melodramma e Carpaccio
Nel calendario delle mostre gli omaggi a Plessi e Frida Kahlo
VENEZIA
06 marzo 2020
16:54
– Dalla storia del melodramma e dei suoi protagonisti alla pittura di Vittore Carpaccio e al suo “narrare” Venezia, passando per un omaggio a Fabrizio Plessi, alla presentazione di un ritratto intimo di Frida Kahlo, attraverso più di cento foto, o alle opere della donazione Panza di Biumo. Attorno a questo e ad altre mostre, dall’antico al contemporaneo, esaltando i diversi aspetti che compongono il vasto patrimonio museale cittadino, si dipanano le esposizioni, una ventina, che compongono il calendario per il 2020 della Fondazione Musei Civici di Venezia.
Sul fronte delle grandi mostre, il programma prende avvio il 9 aprile (fino al 30 agosto) con “Opera. I protagonisti del melodramma”, a Palazzo Ducale – assieme ad un progetto specifico a Mestre – organizzata dal Victoria & Albert Museum di Londra in collaborazione con la Fondazione Muve, declinata ricalcando la storia veneziana dell’opera lirica, che in laguna nacque quattro secoli fa negli spartiti di Monteverdi e nei primi teatri aperti al pubblico pagante. L’esposizione è un’esperienza multisensoriale, con una galleria di dipinti, disegni, abiti, libretti, scenografie, e ‘première’ riproposte in una fruizione inedita.; Sempre a Palazzo Ducale, dal 10 ottobre fino al 24 gennaio, è protagonista Carpaccio (1460/66 -1525/26);, che rappresenta la grandezza e lo splendore di Venezia trasportando le storie sacre nella vita quotidiana in scenari ricchi di dettagli, unendo l’osservazione della scena urbana al poetico e al fantastico.
Guaccero raddoppia, sabato su Rai2 Casa Detto Fatto
Si aggiungerà alle puntate pomeridiane di Detto Fatto
06 marzo 2020
16:55
– “Lo scorso anno mi sono buttata a cuore aperto in questa nuova avventura di Detto Fatto che mi ha permesso di farmi conoscere meglio al pubblico. Nei film e nelle fiction avevo spesso interpretato ruoli drammatici o da cattiva.
Qui, invece, è venuto fuori il mio lato più ironico, che io stessa conoscevo poco. Sentirmi dire che faccio ridere e divertire è una grande vittoria”. A dirlo è Bianca Guaccero che raddoppia e conquista anche il sabato mattina di Rai2: dal 7 marzo alle 11.15, infatti, sarà alla guida di Casa Detto Fatto che si aggiungerà alle puntate pomeridiane di Detto Fatto.
“Tra prove e dirette – racconta l’attrice pugliese – sto lavorando senza sosta, ma sono felicissima di questo nuovo appuntamento. E’ un grande attestato di stima da parte della Rai, che mi rende orgogliosa perché hanno creduto in me, prima come attrice e, dallo scorso anno, anche come conduttrice di questo programma che amo tantissimo”.
Il nuovo appuntamento – prodotto, come Detto Fatto, in collaborazione con EndemolShine Italy – con rubriche e tutorial sarà ambientato nelle diverse “stanze” della casa. Con la Guaccero ci saranno Jonathan Kashanian, che, nel “salotto”, commenterà i fatti e i gossip della settimana, Carla Gozzi, che, dalla “cabina armadio”, darà consigli di moda e stile, Gianpaolo Gambi, protagonista insieme a lei di gag comiche nella “camera da letto”, e Mauro Perfetti, con il suo oroscopo musicale, una vera e propria “hit parade” delle stelle, direttamente dalla “mansarda”. In “cucina”, invece, si alterneranno gli chef del programma che proporranno ricette tipiche delle tradizioni regionali. Si parte, domani, con il re della sfoglia Beniamino Baleotti, che proporrà la ricetta dei balanzoni, piatto classico della cucina bolognese.
Detto Fatto per Bianca Guaccero ha rappresentato l’esordio alla conduzione: “Continua a essere una palestra continua. Da quando è iniziata questa avventura ammetto di aver imparato tanti piccoli trucchi in cucina, e non solo, grazie al programma e a tutti tutor che si avvicendano puntata dopo puntata”.
Disney+ in Italia dal 24 marzo, ecco i contenuti
Oltre 500 film, più di 350 serie per un totale di 7mila episodi
06 marzo 2020
17:14
– Venticinque originali esclusivi, produzioni italiane, oltre 500 film, più di 350 serie per un totale di oltre 7 mila episodi. Questa la line-up con cui si presenta Disney+ in Italia dal 24 marzo quando i fan di tutte le età avranno modo di sperimentare i contenuti dei brand Disney, Pixar, Marvel, Star Wars e National Geographic, assieme a programmi originali in esclusiva.
Gli appassionati di supereroi avranno accesso a oltre 30 film Marvel – tra questi Avengers: Endgame, Captain Marvel e il candidato all’Oscar Black Panther, – e a oltre 40 serie Marvel, sia d’animazione che live action, tra le quali Marvel’s Spiderman e Marvel’s Agent Carter. Nei prossimi mesi Disney+ vedrà anche il debutto di nuove serie targate Marvel. Disney+ sarà anche la casa di Star Wars con i film e le serie di Star Wars come Star Wars: The Clone Wars e l’attesissima The Mandalorian. Saranno disponibili i classici dell’animazione Pixar come Wall.E, Toy Story, Monsters & Co, Up, Ratatouille, assieme a cortometraggi e serie inediti come Vita da lampada, Pixar tra la gente o I perché di Forky. Spazio anche a oltre 500 episodi de I Simpson e ancora a documentari e serie targati National Geographic.
Gli abbonati potranno anche accedere per la prima volta a tutti gli storici tesori Disney da Dumbo a La spada nella roccia e prodotti come Violetta e Hannah Montana o gli inediti Stargirl e Timmy Frana. Per i più piccoli Topolino, PJ Masks-Super pigiamini, Dottoressa Peluche, Vampirina, Jake e i pirati dell’Isola che non c’è, le serie di Zack & Cody, Miraculous – Le storie di Ladybug e Chat Noir, Descendants, Jessie, Alex & Co, Sara e Marti e Phineas e Ferb. Nei prossimi mesi saranno disponibili in esclusiva anche due produzioni originali italiane: Penny on Mars e I cavalieri di Castelcorvo. A questi titoli si affiancherà il meglio del cinema hollywoodiano, con film di culto come Mary Poppins e Avatar; successi recenti come Ralph spacca Internet; prime visioni assolute come Togo. In arrivo anche 25 originali esclusivi, tra questi, High School Musical: The Musical: La Serie, la serie di National Geographic Il Mondo Secondo Jeff Goldblum e il remake di Lilli e il vagabondo.
Senhit all’Eurovision per San Marino
Nel team anche il direttore creativo Luca Tommassini
06 marzo 2020
17:17
– La cantante italo-eritrea Senhit sarà in gara all’Eurovision Song Contest (in programma a metà maggio a Rotterdam) in rappresentanza di San Marino, che parteciperà così per l’undicesimo anno.
Senhit ha già concorso per San Marino alla gara canora del 2011 e quest’anno torna in gara forte di un’esperienza che si è consolidata sui palchi dei club di tutta Europa e degli Stai Uniti, con brani sia in italiano sia in inglese.
Il successo del recente singolo dal sound elettro pop “Dark Room” è stato uno dei motivi che ha spinto San Marino a volerla di nuovo in sua rappresentanza. Lo staff artistico è capitanato dall’eclettico creative director Luca Tommassini.
Senhit ha deciso di condividere la scelta della canzone da portare con i suoi fan e con il pubblico eurovisivo, invitandoli a offrire il loro consiglio. Dalle 9 del 7 marzo e la mezzanotte dell’8 sarà possibile esprimere la propria preferenza ((www.senhit.com/eurovision) tra “Freaky!” e “Obsessed”, due brani elettro pop e con sonorità internazionali. Lunedì 9 marzo sarà svelata la canzone scelta.
Stop Libri come, si pensa a evento in streaming
Sinibaldi, “pensiamo a un evento simbolico virtuale”
06 marzo 2020
17:20
– E’ stata sospesa ‘Libri Come’, la festa del libro e della lettura prevista dal 12 al 15 marzo all’Auditorium Parco della Musica di Roma, dedicata in questa edizione al coraggio, in seguito all’emergenza Coronavirus.
Tanti i messaggi di solidarierà e condivisione arrivati ai curatori della manifestazione, Marino Sinibaldi, Michele De Mieri e Rosa Polacco, che doveva essere aperta da Luis Sepulveda, colpito dal virus Covid-19 e ricoverato all’Ospedale di Oviedo, nelle Asturie. Ma si sta già pensando ad un evento simbolico.
“Libri Come è stata rinviata. Abbiamo ricevuto tanti messaggi anche da parte di altri Festival che si sono messi a disposizione. Una grande rete di solidarietà e condivisione.
Stiamo pensando – spiega Marino Sinibaldi, direttore di Radio3 – di trovare una data in autunno e di fare nei prossimi mesi un evento simbolico senza pubblico, in streaming”.
In seguito alle disposizioni del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri diffuso per contrastare la diffusione del virus COVID-19 La Fondazione Musica per Roma ha sospeso “le proprie attività, i concerti e i prossimi Festival ‘Libri Come’ e ‘National Geographic Festival delle Scienze’, fino alla scadenza del Dpcm. Anche alla Casa del Jazz saranno sospesi tutti i concerti e le attività in essere” spiega una nota. “All’Auditorium Parco della Musica restano in funzione il botteghino, i punti di ristoro, la libreria, i Musei ove necessario con accessi contingentati. Il Parco e il botteghino per l’acquisto di tutti gli eventi in vendita, resteranno aperti tutti i giorni dalle ore 11.00 alle ore 18.00, in orario continuato. Il 6 marzo fino alle 20.00” spiegano.
“Seguiranno a breve aggiornamenti sulla programmazione, sulle modalità di rimborso degli eventi non trasferibili ad altra data, tramite tutti i nostri canali di comunicazione (sito web, canali social e comunicazioni dirette alle mail degli acquirenti)”, concludono da Musica per Roma.
Cinema: Film Commission Piemonte,nuovi bandi da 800mila euro
Damilano, l’anno scorso sostegno a più di 170 produzioni
TORINO
06 marzo 2020
17:21
– Film Commission Torino Piemonte, d’intesa con Regione Piemonte, stanzia per i nuovi bandi di prossima apertura 450.000 euro per il Piemonte Doc Film Fund, 50.000 per lo Short Film Fund e 300.000 euro per il Piemonte Film TV Development Fund. “Proprio nell’anno del ventesimo compleanno – commenta il presidente Paolo Damilano – la Fondazione conferma il suo ruolo strategico per la valorizzazione dell’audiovisivo locale e il comparto cinematografico internazionale. L’aumento della dotazione economica dei Fondi per documentari e cortometraggi e del Fondo di Sviluppo, gestiti da Fctp, insieme ai Fondi europei Por Fesr erogati dalla Regione Piemonte a cinema e tv, ci permettono di intervenire a favore di tutta la filiera. È proprio grazie a queste fondamentali e sempre più strutturate misure d’aiuto che Fctp lo scorso anno ha potuto sostenere più di 170 produzioni, e può anche in questo momento difficile proseguire la sua opera”.
Il Piemonte Film Tv Development Fund ha annunciato il sostegno a 4 lungometraggi e 1 serie Tv.
8 marzo, Radio3 diventa una piazza virtuale con la Atwood
Sinibaldi, con tecnologie superiamo desertificazione culturale
06 marzo 2020
17:22
– I Testamenti di Margaret Atwood in diretta radiofonica, l’8 marzo alle 20.30, e in streaming video sul sito e sulla pagina Facebook di Radio3, “come se fosse una piazza”. E’ la proposta di Rai Radio3 per la Giornata internazionale della donna che sarà diversa dagli altri anni per l’emergenza Coronavirus. Sarà un 8 marzo senza teatri e senza manifestazioni pubbliche e proprio per questo Radio3 ha pensato ad una serata che rappresenti una piazza virtuale, un luogo simbolico dove riunirsi ad ascoltare una storia, perché le storie servono non solo a ingannare il tempo, ma a comprenderlo.
Per realizzarla Loredana Lipperini, Viola Graziosi e Riccardo Amorese hanno lavorato all’adattamento radiofonico, a cura di Laura Palmieri, de I Testamenti (Ponte alle Grazie), l’atteso seguito de Il racconto dell’ancella della Atwood, già al centro di una serata di Radio3 due anni fa. Questa volta sono altre tre voci a narrare gli orrori di Gilead: le due figlie dell’ancella, ormai adolescenti, e la temibile zia Lydia, la carceriera e l’incubo di tutte le donne.
“Si è scelto di estrapolare dal romanzo soltanto la parte di zia Lydia e della giovane Agnes, perché molto ci fanno capire non soltanto sulla cancellazione di ogni diritto e sulla repressione di ogni ribellione, ma su come si può diventare oppressori dopo essere stati oppressi. E nel fondo di quella schiavitù, però, è possibile trovare speranza e coraggio. Perché l’amore è forte come la morte, dice Atwood” ci ricordano i curatori dell’adattamento radiofonico.
“Stiamo pensando di usare le tecnologie per superare l’effetto di desertificazione culturale dovuta all’emergenza Coronavirus. Abbiamo lanciato una serie di iniziative con lo slogan’ L’emergenza non ferma la cultura’ in cui proponiamo podcast nelle scuole, spazi per attori e musicisti che non vanno in scena e serate come quella dell’8 marzo nelle quali cerchiamo di realizzare in modo virtuale quello che materialmente e fisicamente non è in questo momento possibile” dice Marino Sinibaldi, direttore di Radio3 e curatore con Michele De Mieri e Rosa Polacca di ‘Libri Come’, la festa del Libro e della Lettura all’Auditorium Parco della Musica di Roma, della quale è stata sospesa l’edizione 2020 che avrebbe dovuto svolgersi dal 12 al 15 marzo, in seguito alle disposizioni del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per contrastare la diffusione del virus COVID-19 , recepite dalla Fondazione Musica per Roma.
“Libri Come è stata rinviata. Abbiamo ricevuto tanti messaggi anche da parte di altri Festival che si sono messi a disposizione. Una grande rete di solidarietà e condivisione.
Stiamo pensando – spiega Sinibaldi – di trovare una data in autunno e di fare nei prossimi mesi un evento simbolico senza pubblico, in streaming” che potrebbe essere simile a quello dell’8 marzo.
Arte: arrivate a Bologna opere per mostra Polittico Griffoni
‘La riscoperta di un capolavoro’ dal 12 marzo a Palazzo Fava
BOLOGNA
06 marzo 2020
17:23
– Sono arrivate a Bologna, nonostante le difficoltà dell’allerta sanitaria mondiale, le opere da nove musei internazionali per la mostra ‘La riscoperta di un capolavoro’, che aprirà al pubblico il 12 marzo a Palazzo Fava, dove sono in corso i lavori di allestimento del Polittico Griffoni, uno dei massimi capolavori del Rinascimento italiano, e della seconda sezione di mostra dedicata alle tecnologie digitali. L’esposizione, voluta da Fabio Roversi-Monaco, presidente di ‘Genus Bononiae. Musei nella città’ e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio, sarà visitabile fino al 28 giugno. La mostra riporta a Bologna, a 500 anni dalla sua realizzazione e a 300 dalla sua dispersione, le 16 tavole originali del capolavoro dei ferraresi Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti, che proprio a Bologna, con la maestosa pala d’altare realizzata per l’omonima cappella nella Basilica di San Petronio, diedero avvio al loro sodalizio artistico.
Le opere provengono da National Gallery di Londra, Pinacoteca di Brera di Milano, Louvre di Parigi, National Gallery of Art di Washington, Collezione Cagnola di Gazzada (Varese), Musei Vaticani, Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, Collezione Vittorio Cini di Venezia.
“La situazione di allerta sanitaria e i decreti ministeriali – dice Roversi Monaco – ci impongono misure di sicurezza straordinarie, che siamo pronti a rispettare. Faremo in modo che i visitatori, con ingressi contingentati, rispettino le distanze di sicurezza. Al tempo stesso penso che, proprio in un momento di difficoltà come quello che viviamo, l’arte e la bellezza possano lanciare un messaggio di speranza”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Esce ‘Essere Morgan – La casa gialla’
Sugli scaffali dal 26 marzo
06 marzo 2020
17:48
– MARCO MORGAN CASTOLDI, ESSERE MORGAN – LA CASA GIALLA (LA NAVE DI TESEO, PP 312, EURO 20) Arriva in libreria il 26 marzo, per La nave di Teseo, ‘Essere Morgan – La casa gialla’ , un libro-confessione, con l’introduzione di Vittorio Sgarbi, in cui Morgan racconta la propria esistenza attraverso gli oggetti di una casa che è stato costretto ad abbandonare. Un invito al dibattito, ma anche un lungo viaggio nella storia di un artista e della sua arte, illustrato con tavole e fotografie curate dall’autore che ci guida in un tour emozionante.
A partire dalla sua esperienza personale, Marco Castoldi, in arte Morgan, ci conduce nel suo atelier d’artista in un racconto autobiografico che è anche una riflessione intelligente e provocatoria. Morgan ripercorre il travagliato percorso che l’ha portato a perdere la sua casa-laboratorio di Monza, in cui custodiva strumenti musicali, abiti di scena, canzoni inedite, manoscritti e ricordi di una vita intera dedicata alla musica.
Una casa sempre vissuta come un museo aperto e dedicato al bello, luogo di creazione e ispirazione non solo musicale. “Nel nostro ordinamento esistono già leggi e provvedimenti che tutelano in certe forme personalità illustri, ma nessuna comprende quella naturale estensione della fantasia dell’artista che è la sua casa” come viene sottolineato nella nota della casa editrice.
L’albero azzurro compie 30 anni e torna su Rai2
In occasione dell’apertura della fascia mattutina per i bambini
06 marzo 2020
18:07
– Da lunedì 9 marzo su Rai2 e Rai Yoyo torna “L’Albero Azzurro”. Una nuova edizione per lo storico programma della Rai, che quest’anno festeggia 30 anni. In occasione dell’apertura su Rai 2 della fascia mattutina dedicata ai bambini, che in questi giorni sono a casa in seguito alla chiusura delle scuole per l’emergenza sanitaria, la trasmissione andrà in onda alle ore 7:30 su Rai 2 e alle ore 16:20 su Rai Yoyo. Le puntate saranno disponibili anche su RaiPlay e l’App RaiPlay Yoyo. Ritroveremo in onda Dodò, che con Laura Carusino e Andrea Beltramo darà vita ad avventure ideate per affrontare con gioia e leggerezza, ma anche con grande chiarezza e verità, le piccole e grandi conquiste di ogni giorno.
Pensato per offrire a un target di bambini compreso tra i 4 e 7 anni una grande varietà di stimoli, proposte, suggerimenti e spunti, L’Albero Azzurro propone ogni giorno un appuntamento in cui Dodò va alla conquista di nuovi apprendimenti che provengono dal confronto con il mondo. Al suo fianco ci sono Andrea e Laura, i due conduttori che proteggono, sostengono, invitano all’autonomia e quando serve forniscono l’aiuto necessario a superare piccoli ostacoli o stati d’animo depotenzianti, richiamando rassicuranti ruoli genitoriali.
L’Albero Azzurro aveva debuttato il 21 maggio del 1990 su Rai1 e ha sempre visto come protagonista il pupazzo Dodò, un piccolo uccello bianco (forse ispirato al dodo, specie ormai estinta nella realtà) che vive all’interno di un grande albero azzurro con tanti altri personaggi che gli ruotano attorno.
L’Albero Azzurro segue una formula di “intrattenimento educativo”, che racchiude sia spazi dedicati alla creazione e al gioco, sia momenti di svago attraverso racconti e scenette. Nel 1994 è avvenuto il primo cambiamento nel format. Dal 15 gennaio 2007 L’Albero Azzurro è passato su Rai2. Le prime edizioni del programma sono state realizzate presso gli studi Rai di Torino a cui è seguito un trasferimento della produzione a Milano per poi tornare a realizzare il programma negli studi di via Verdi dove si trova tuttora. Dal 2013 il programma è trasmesso su Rai Yoyo.
Lo sguardo è attento anche al mondo digital, sul sui social network di Rai YoYo e sull’app RaiPlay Yoyo dove si potranno trovare spunti e contenuti extra, per una più forte interazione con il pubblico dei più piccoli.
RaiPlay: dall’8 marzo Indomite celebra le donne
Il box set in esclusiva, da Agnodice a Hedy Lamarr
06 marzo 2020
18:39
– “Indomite – Storie di donne che fanno ciò che vogliono” è il box set che RaiPlay offre in esclusiva dall’8 marzo per celebrare il mondo femminile, in occasione della Giornata internazionale delle donne. Si tratta di 30 biografie in animazione di donne straordinarie, con la voce dell’attrice Isabella Ragonese. Donne audaci di tutte le epoche, dall’antichità ai giorni nostri, di differenti origini culturali, sociali o nazionali, la maggior parte di loro restate nell’ombra. Scopriamo il destino di Agnodice, una ginecologa dell’antica Grecia che è stata costretta a travestirsi da uomo per praticare la medicina, di Wu Zetian, ex concubina che divenne l’unica imperatrice nella storia della Cina, di Nzinga, regina di Ndongo e Matamba, due regni africani del XVII secolo nell’attuale Angola, che si è schierata contro i coloni portoghesi. E ancora: di Hedy Lamarr, attrice e produttrice di Hollywood, ma soprattutto inventrice della tecnologia alla base del Wifi, di Joséphine Baker, ballerina e partigiana, che si impegnò per i diritti civili negli Stati Uniti e marciò al fianco di Martin Luther King, dell’italo-americana Giorgina Reid, artefice del salvataggio del primo faro sulla costa di New York, di Leymah Gbowee, leader del Movimento Liberiano per la Pace delle Donne, vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2011.
Una serie in animazione che non può non risvegliare le coscienze e l’orgoglio di chiunque sia consapevole di beneficiare di diritti per i quali altre, in passato, hanno lottato coraggiosamente. Ritratti memorabili e senza retorica di donne straordinarie.
La serie a cartoni animati, ispirata ai due libri dal titolo “Indomite – Storie di donne che fanno ciò che vogliono” dell’illustratrice e fumettista francese Pénélope Bagieu, è stata selezionata da Rai Ragazzi, che ne ha prodotto l’edizione italiana. “Indomite è una collezione unica, che potrà essere occasione di scoperta e di ispirazione per tutto il pubblico, e soprattutto per le ragazze e i ragazzi” dichiara Luca Milano, direttore di Rai Ragazzi, secondo cui “Isabella Ragonese, per la sua bravura versatile e per i valori che testimonia nella sua attività di attrice, è un punto di forza in più per far apprezzare e diffondere la serie. Siamo felici che il debutto in Italia di Indomite avvenga su RaiPlay, una piattaforma sempre più innovativa e vivace, in grado di raccogliere un pubblico in cerca di nuovi contenuti di qualità. Più avanti gli episodi animati saranno trasmessi anche da Rai Gulp”. “Siamo molto contenti – dichiara Elena Capparelli, direttore di RaiPlay e Digital – che la nuova piattaforma della Rai diventi il palco che darà vita alle storie delle Indomite. Donne forti e coraggiose che in epoche diverse hanno saputo portare avanti con tenacia e coraggio un messaggio di eguaglianza e giustizia. Un messaggio che oggi è affidato alle ragazze e ai ragazzi, a quelle nuove generazioni alle quali RaiPlay si rivolge con particolare attenzione”.
Hit parade, Me contro Te si riprendono vetta
Tra i singoli, la sedicenne Anna con Bando batte tutti i record
06 marzo 2020
19:08
I Me contro Te, dopo aver ceduto per una settimana la vetta a Ghali, se la riprendono a colpi di album venduti e di piccoli fan impazziti per Il Fantadisco. Il rapper con il nuovo DNA deve fare un passo indietro e accontentarsi del secondo posto della classifica FIMI/Gfk degli album più venduti della settimana. Al terzo posto risalgono i Pinguini Tattici Nucleari (posizionamento più alto in top ten tra gli artisti che hanno partecipato al Festival di Sanremo).
Guadagna posizioni anche Marracash con Persona che passa dal decimo al quarto posto e rientra in top ten anche Tha Supreme con 23 6451.
Unica nuova entrata della settimana, in sesta posizione, il giovane Fasma, che si è fatto conoscere tra le Nuove Proposte del Festival, che si piazza davanti al vincitore di Sanremo, Diodato con Fai Rumore. Ottavi i BTS con Map of the Soul: 7, settimo album in studio del gruppo sudcoreano.
Chiudono la classifica la compilation con tutti i brani di Sanremo e Viceversa di Francesco Gabbani.
Tra i singoli stupisce Anna, 16 anni da La Spezia che con brano di debutto Bando sta stracciando ogni record. Dopo essere arrivata in vetta alle classifiche digitali ha segnato oggi un vero e proprio record storico: mai nessun artista (intendendo uomini, donne o gruppi) così giovane era arrivata al n.1 della classifica ufficiale italiana Fimi/GFK dei singoli. Ruba il primato, nella classifica italiana, a Gigliola Cinquetti, che furoreggiava nel 1964 a 17 anni con il brano “Non ho l’età (Per amarti). Tra i vinili primo posto per i CSI con Linea Gotica.
Ecco la top ten Fimi/Gfk degli album più venduti della settimana dal 28 febbraio al 5 marzo 2020:
1) IL FANTADISCO DEI ME CONTRO TE, ME CONTRO TE (ME CONTRO TE-WMI)
2) DNA, GHALI (STO RECORDS/ATLANTIC-WMI)
3) FUORI DALL’HYPE RINGO STARR, PINGUINI TATTICI NUCLEARI (RCA RECORDS LABEL-SONY)
4) PERSONA, MARRACASH (ISLAND-UNIVERSAL MUSIC)
5) 23 6451, THA SUPREME (EPIC-SONY)
6) IO SONO FASMA, FASMA, GG (RCA RECORDS LABEL-SONY)
7) CHE VITA MERAVIGLIOSA, DIODATO (CAROSELLO RECORDS-ARTIST FIRST/THE ORCHARD)
8) MAP OF THE SOUL: 7, BTS (BIGHIT ENTERTAINMENT-AUDIOGLOBE/THE ORCHARD)
9) SANREMO 2020, ARTISTI VARI (UNIVERSAL STRATEGIC-UNIVERSAL MUSIC)
10) VICEVERSA, FRANCESCO GABBANI (BMG RIGHTS MANAGEMENT-WMI)
Ecco la classifica dei primi cinque singoli più scaricati:
1) BANDO, ANNA (VIRGIN-UNI)
2) GOOD TIMES, GHALI (STO RECORDS/ATLANTIC-WMI)
3) BOOGIEMAN, GHALI FEAT. SALMO(STO RECORDS/ATLANTIC/EPIC-WMI)
4) RINGO STARR, PINGUINI TATTICI NUCLEARI (RCA RECORDS LABEL-SME)
5) FAI RUMORE, DIODATO (CAROSELLO RECORDS-THE ORCHARD)
Infine la classifica dei vinili:
1) LINEA GOTICA, C.S.I. (UNIVERSAL STRATEGIC-UNIVERSAL MUSIC)
2) DESTINAZIONE PARADISO, GIANLUCA GRIGNANI (UNIVERSAL STRATEGIC-UNIVERSAL MUSIC)
3) TABULA RASA ELETTRIFICATA, C.S.I. (UNIVERSAL STRATEGIC-UNIVERSAL MUSIC)
4) DNA, GHALI (STO RECORDS/ATLANTIC-WMI)
5) ORDINARY MAN, OZZY OSBOURNE (EPIC-SONY).
Moda: Gaultier annuncia co-direttori a stagione, prima Sacai
Il nuovo progetto su Instagram
06 marzo 2020
19:40
– Dopo la celebrazione di 50 anni di moda e l’addio alle passerelle, Jean Paul Gaultier annuncia su Instagram il suo nuovo progetto sulla moda: la sua maison assegnerà la co-direzione creativa delle collezioni couture a uno stilista esterno. La prima scelta è andata su Abe Sacai. “Ho il piacere di annunciare il nuovo concept della mia Haute Couture – scrive il couturier attraverso sui social -. Ogni stagione inviterò un designer a interpretare i codici della maison e sono doppiamente contento che Chitose Abe di Sacai sarà la prima!”. Gaultier ha celebrato lo scorso gennaio i 50 anni di attività con una sfilata evento, l’ultima prima della nuova formula con guest designer. La sfilata autunno/inverno 2020-21 svela l’inedito incontro creativo durante la fashion week parigina in calendario dal 5 al 9 luglio.
Dopo aver lavorato con Rei Kawakubo e Junya Watanabe da Comme des Garçons, nel 1999 Abe Sacai ha fondato l’omonimo marchio a Tokyo nel 1999. La sua griffe sfila nel pret-à-porter femminile di Parigi. Sacai ha collaborato anche con Nike, Beats by Dr. Dre, The North Face e Ugg. Attraverso la collezione firmata a 4 mani con Abe Sacai, Gaultier sembra seguire l’esempio di quei brand, tra cui Moncler, Tod’s ed Emilio Pucci, che si avvalgono di creativi esterni per infondere nuova linfa alle proprie collezioni reinventando gli archivi.
Morto McCoy Tyner, leggenda del jazz
Fece parte del John Coltrane Quartet
07 marzo 2020
10:45
Il pianista americano McCoy Tyner, una delle leggende del jazz, celebre per il suo stile innovativo e per aver fatto parte del John Coltrane Quartet, è morto all’età di 81 anni. L’annuncio è stato dato dalla famiglia. Pianista tra i più influenti nella storia del genere musicale – è stato sempre incluso nel ristretto novero di giganti come Herbie Hancock, Chick Corea e Bill Evans – Tyner veniva considerato uno dei padri del piano jazz contemporaneo:Nato nel 1938 a Filadelfia, Alfred McCoy Tyner iniziò a prendere lezione di piano all’età di 13 anni. La sua carriera iniziò quando aveva poco più di vent’anni con il Jazztet di Benny Golson e Art Farmer. All’inizio degli anni ’60 si unì al quartetto di John Coltrane, suonando su album classici come ‘A love supreme’ e ‘My favorite things’. Era l’ultimo membro ancora in vita del Quartet – che includeva Jim Garrisson e Elvin Jones, oltre a Coltrane.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Hachette cancella l’autobiografia di Woody Allen
Il memoir “A proposito di niente” uscirà in Italia
NEW YORK
07 marzo 2020
10:42
– Hachette ha cancellato la pubblicazione di “Apropos of Nothing”, l’autobiografia di Woody Allen che sarebbe dovuta uscire negli Usa il 7 aprile. “Prendiamo sul serio i rapporti con i nostri scrittori e non cancelliamo un libro alla leggera”, ha annunciato la casa editrice dopo le polemiche sollevate da Dylan Farrow, la figlia adottiva che accusa Allen di averla molestata da bambina, e da Ronan Farrow, l’unico figlio biologico del regista e di Mia Farrow, che è anche un autore di Hachette. La casa editrice ha cambiato rotta dopo che ieri per protesta decine di dipendenti dell’ufficio di New York si erano astenuti dal lavoro. Hachette ha restituito a Allen tutti i suoi diritti sul libro.
In Italia “A proposito di niente” uscirà: “E’ mia intenzione rispettare gli accordi con l’autore e pubblicare il 9 aprile”, ha detto Elisabetta Sgarbi di la Nave di Teseo: “Spero che questo libro sia di aiuto alle librerie italiane in sofferenza in questo momento”. Hachette ha definito “difficile” la decisione di cancellare la pubblicazione. “Abbiamo pubblicato e continueremo a pubblicare libri complicati. Come editori vogliamo far sì che voci diverse e punti di vista in conflitto vengano ascoltati”, ha detto una portavoce, spiegando che le argomentazioni dello staff hanno indotto la direzione a cambiare idea. Tra le preoccupazioni sollevate dai dipendenti, in seguito alle proteste dei figli di Woody, c’era anche quella che Dylan non era stata sentita dai “fact checkers del libro. Quanto a Ronan aveva annunciato l’intenzione di ‘divorziare’ da Hachette, con cui aveva pubblicato il bestseller “Catch and Kill. “Mentre lavoravamo assieme su un libro che parla anche del danno fatto da Allen alla mia famiglia, negoziavate segretamente per pubblicare un libro di una persona che ha commesso quegli atti di abuso sessuale. Onestamente non posso più lavorare con voi.
Immagina come sarebbe stato se fosse capitato a tua sorella”, aveva scritto Farrow al Ceo della casa editrice, Michael Pietsch. Oltre che in Italia e negli Usa, il memoir doveva uscire in Francia, Germania e Spagna, tre mercati dove i film di Allen sono rimasti popolari anche nell’era #MeToo. Woody Allen ha 84 anni ed è considerato uno dei grandi registi viventi con film come “Io e Annie” e “Manhattan” e quattro premi Oscar, ma nel 2018 anche anche Amazon si era tirata fuori da un accordo multimilionario di produzione e distribuzione e molti attori come Colin Firth,Greta Gerwig e Timothée Chalamet avevano annunciato che non avrebbero mai più girato con lui. Quanto agli ultimi film, “A Rainy Day in New York” è uscito in alcuni paesi europei tra cui l’Italia ma non negli Usa, mentre “Rifkin’s Festival” con Christoph Waltz e Gina Gershon, girato la scorsa estate, è in attesa di un distributore.
Carlo Lucarelli, L’inverno più nero
3 omicidi nella Bologna del 44 per commissario De Luca
07 marzo 2020
10:49
– CARLO LUCARELLI, L’INVERNO PIU’ NERO (EINAUDI- STILE LIBERO, PP. 312,€ 18,00) “De Luca guardava da un’altra parte. Seduti su un cumulo di macerie accanto a uno degli archi più piccoli di Porta Saragozza, proprio sotto il cartello che indicava l’ingresso nella Sperzone del centro di Bologna, con quell’altro, più piccolo, verboten, proibito, mezzo strappato da una scheggia dell’ultimo bombardamento, c’erano due militi della Brigata Nera. Fumavano anche loro tranquilli, i fucili mitragliatori di traverso sulle ginocchia”. Per risolvere un caso De Luca è disposto a tutto, perfino a vendere l’anima al diavolo. Questa volta, però, ha l’occasione di fare la cosa giusta nel modo giusto. Carlo Lucarelli torna con le avventure del commissario De Luca con ‘L’inverno più nero’: si tratta della sesta indagine scritta dall’autore ambientata negli ultimi giorni del fascismo. Il poliziotto deve risolvere “tre delitti nello spazio di 400 metri”.
Nel romanzo, ambientato a Bologna, siamo nel 1944: la città è occupata, stretta nella morsa del freddo, ferita dai bombardamenti. Ai continui episodi di guerriglia partigiana le Brigate Nere rispondono con tale ferocia da mettere in difficoltà lo stesso comando germanico. Anche per De Luca, ormai inquadrato nella polizia politica di Salò, quei mesi maledetti sono un progressivo sprofondare all’inferno. Poi succede una cosa. Nella Sperrzone, il centro di Bologna sorvegliato dai soldati della Feldgendarmerie, pieno di sfollati, con i portici che risuonano dei versi degli animali ammassati dalle campagne, vengono ritrovati tre cadaveri. Tre omicidi su cui il commissario è costretto a indagare per conto di tre committenti diversi e con interessi contrastanti. Convinti che solo lui possa aiutarli.
Il centro della città è ridotto a una stalla: 18mila bestie sono al riparo sotto ai portici. Fa un freddo boia. Si respira fame e paura. La città è distrutta, i torturatori sono al lavoro negli ultimi giorni del regime fascista. De Luca dice: “Ho guardato dalla parte sbagliata, anzi… non ho guardato proprio, da nessuna parte, e quando me ne sono accorto era troppo tardi”. Alle 17:10, al primo calare del sole, il coprifuoco avrebbe trasformato il suk dentro le mura di Bologna in una città fantasma, accecata dall’oscuramento e muta, a parte gli scarponi delle pattuglie o quelli dei partigiani. “Ma fino a quel momento, quella casbah fradicia e sporca, che scoppiava di voci rombando sorda come un treno in una galleria, brulicava di gente che cercava qualcosa, la neve, il burro, una sigaretta, un attimo in più per superare quello che per tutti, dall’inizio della guerra, forse da sempre, era l’inverno più ruvido e freddo. L’inverno più nero”, appunto.
Carlo Lucarelli (Parma, 1960) è autore di romanzi, saggi e sceneggiature. Tra i suoi ultimi libri usciti per Einaudi Stile Libero, Albergo Italia (2014), Il tempo delle iene (2015), Intrigo italiano (2017), Peccato mortale (2018) e L’inverno più nero (2020). Gli ultimi tre titoli hanno segnato il ritorno sulla scena del commissario De Luca, già protagonista di una trilogia (pubblicata in origine da Sellerio e ora da Einaudi Stile Libero) che comprende Carta bianca, L’estate torbida e Via delle Oche. Per molti anni ha condotto trasmissioni televisive in cui ripercorreva celebri casi criminali esaminandone gli aspetti rimasti oscuri: l’ultima, Inseparabili – Vita all’ombra del genio, partita il 17 febbraio su Sky.
La dozzina il 12 marzo sul sito del Premio
Anziché il15/3 a Libri Come, sospeso per emergenza Coronavirus
07 marzo 2020
12:00
– Saranno annunciati giovedì 12 marzo alle ore 12 sul sito del Premio Strega i dodici candidati del Premio Strega 2020 anziché il 15 marzo a Libri Come, come era previsto prima della sospensione della festa del libro e della lettura per l’emergenza coronavirus.
“Avremmo voluto annunciare i candidati al Premio Strega 2020 domenica 15 marzo a Libri Come, che come tutti sapete è stato sospeso. Ne siamo dispiaciuti per i lettori, per Roma, a cui mancherà un importante appuntamento culturale, e per gli organizzatori, ai quali facciamo i migliori auguri per la prossima edizione” viene spiegato sul sito del Premio dove viene anticipato un dettaglio dell’illustrazione che accompagnerà l’edizione 2020. “E’ stata realizzata da uno dei disegnatori italiani più apprezzati al livello internazionale, Emiliano Ponzi, che ringraziamo per aver accettato il nostro invito a immaginare la Strega della LXXIV edizione”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Homeland 8, la saga chiude con i dubbi su Carrie
Su Fox dal 9 marzo lo spy thriller da cinque Golden Globe
07 marzo 2020
13:04
– Dopo quasi 10 anni di riprese, 8 stagioni e 5 Golden Globe vinti, Homeland arriva al suo epilogo: dal 9 marzo il lunedì alle 21.50 su Fox (112, Sky) andrà in onda in prima visione assoluta l’ottava e ultima stagione della serie che più di tutte ha rivoluzionato il genere spy thriller sul piccolo schermo, l’adrenalinica saga con protagonista Claire Danes (vincitrice di 4 Golden Globe, di cui 2 per Homeland come miglior attrice in una serie drammatica).
Una serie che spesso ha anche avuto la capacità di anticipare i tempi sugli intrecci nello scacchiere internazionale e di stravolgere il focus sui protagonisti. In Homeland il primo colpo di scena lo si era avuto all’inizio: il marine americano Nicholas Brody dopo 8 anni di prigionia in Iraq tornava in patria, celebrato come eroe di guerra, ma in realtà convertito all’Islam e infiltrato di al-Qaida. Otto stagioni dopo tocca alla protagonista Carrie Mathison finire al centro dei sospetti.
Dopo i sette mesi di reclusione in un gulag russo, l’agente della Cia è forse lei al servizio dei russi?
Diane Keaton, il dramma del fratello malato
Un libro alza il sipario, dietro luci Hollywood malattia mentale
18 febbraio 2020
18:33
Dietro lo scintillio di Hollywood, sotto gli strati di abiti in cui si recente si avvolge e il cappello fedora degli Oscar, Diane Keaton nasconde un dramma segreto. Un fratello malato di mente abbandonato e trascurato in tutti gli anni in cui l’attrice e musa di Woody Allen inseguiva il successo nel cinema. Diane era la maggiore, Randy, vittima per tutta la vita di paranoie e fantasie violente, il più piccolo e l’unico maschio tra i figli di Jack e Dorothy Hall, una famiglia middle class modello nella California meridionale del secondo dopoguerra. Oggi, 74 anni lei e 71 lui, la Keaton ha alzato il sipario su questa tragedia in un nuovo libro di memorie, “Fratello e Sorella”, il secondo dopo “Then Again” del 2011 che rimase per sei settimane nelle classifiche dei bestseller. Gli Hall avevano quattro figli, tre bambine e Randy. Mentre Diane viaggiava per il mondo girando film con registi famosi, Randy viveva in squallida solitudine, bevendo fino a perderei sensi, terrorizzato dagli aerei che volavano bassi sopra la sua casa e preda di manie suicide che una volta lo portarono a tentare di uccidersi col gas in un garage. “Fratello e Sorella” è per Diane una forma di espiazione ma anche il suo contributo a far sì che malattie mentali gravi come quella di Randy vengano affrontate senza pregiudizi e con un atteggiamento di apertura.
Cinema: Lovers film festival, al via le selezioni
A Torino rassegna Lgbtqi più vecchia d’Europa, dirige Luxuria
TORINO
19 febbraio 2020
12:54
– Sono al via le iscrizioni alle selezioni per il Lovers Film Festival di Torino, in programma dal 30 aprile al 4 maggio al Cinema Massimo.
La più antico festival cinematografico d’Europa sui temi Lgbtqi (lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) prevede quattro sezioni: Lungometraggi, Cortometraggi, Documentari e Premio Giò Stajano. Le iscrizioni, sul sito del festival o attraverso la piattaforma FilmFreeway, scadono il 19 marzo.
“Stiamo visionando – afferma la neodirettrice del festival, Vladimir Luxuria – molti film emozionanti che porteranno sullo schermo temi di forte attualità e grande impatto”.
“Mi aspetto – aggiunge il presidente del Museo del Cinema, Enzo Ghigo – un festival ricco ed emozionante, legato al presente e pieno di spunti di riflessione. Auguro buon lavoro a Vladimir Luxuria e al suo staff, e colgo l’occasione per ringraziare Giovanni Minerba, fondatore della rassegna e suo storico direttore, per tutto il lavoro svolto e la dedizione data al festival”.
Amanti e amori smarriti per Chiara Mastroianni
Attrice premiata a Cannes per commedia agrodolce in sala da 20/2
19 febbraio 2020
20:26
Guardare al proprio matrimonio da una stanza d’albergo, dove si ritrova il proprio marito tornato ventenne (Vincent Lacoste) e i giovani amanti con i quali ci si è ‘distratti’ durante gli anni. E’ la favola moderna che ha come mattatrice un’intensa e ironica Chiara Mastroianni nel film L’hotel degli amori smarriti, la commedia agrodolce di Christophe Honoré, dove si mescolano più piani di presente e passato. La pellicola, in sala dal 20 febbraio con Officine Ubu, ha portato alla protagonista (che è anche in corsa fra le migliori interpreti ai César 2020) il premio come migliore attrice nella sezione Un Certain Regard all’ultimo Festival di Cannes ed è stata appena designata Film della critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.
Per Chiara Mastroianni e Honoré è il sesto film insieme: un sodalizio iniziato nel 2007 che comprende anche Les Biens- Aimés (2011) nel quale l’attrice italo francese ha recitato con la madre Catherine Deneuve. E anche stavolta vita famigliare e arte si mescolano, perché a recitare il ruolo di Richard, marito quarantenne della protagonista, c’è il cantante e attore Benjamin Biolay, che è stato realmente sposato con Chiara Mastroianni dal 2002 al 2005 ed è padre di sua figlia Anna. “Non mi è sembrato strano recitare con lui, perché non abbiamo mai smesso di frequentarci. Lavoriamo da più di dieci anni insieme, anche facendo concerti – ha spiegato l’attrice a Trois Couleurs – Non c’è possibilità di identificazione possibile (tra realtà e finzione) perché anche se siamo stati sposati la nostra relazione era molto differente”.
E Chiara Mastroianni ha trovato il personaggio dell’ex marito commovente, perché Honoré “gli ha fatto recitare un aspetto che conosco di lui, ma che lui non aveva mai portato sul grande schermo, una certa tenerezza, una certa tristezza e una certa dolcezza”. E’ sicuramente un legame pieno di luci ed ombre quello fra i protagonisti, Maria (Mastroianni) , brillante docente universitaria, e il tranquillo Richard (Biolay) con cui è sposata da vent’anni. Quando l’uomo però una sera trova un messaggio che svela l’infedeltà della moglie, scoppia una violenta lite che porta Maria a andarsene di casa per andare a dormire nell’albergo dall’altra parte della strada. La sua stanza 212 diventa però una sorta di zona franca, tra presente, passato e possibile futuro, dove Maria rincontra Richard ventenne (Lacoste) e pieno di passione, molti dei giovani amanti che lei ha sempre considerato una distrazione innocente (o almeno così dice) ma anche il primo grande amore del marito, Irene (interpretata da Camille Cottin e da Carole Bouquet), che era stata insegnante di piano del sedicenne Richard e aveva iniziato con lui una relazione, che la donna ora spera di poter riprendere. Ne nasce un turbinio di riflessioni, rimorsi (pochi), rimpianti (molti), possibili svolte e nuovi inizi, che offre, in una trama fin troppo carica di elementi, uno sguardo originale e provocatorio sui legami amorosi. Chiara Mastroianni delinea un ritratto di donna e moglie lontano degli stereotipi, mescolando seduzione, vulnerabilità e indipendenza. Un personaggio molto libero “e entusiasmante da interpretare – ha spiegato l’attrice – che mi ha rivelato una sorta di sensualità della quale non avevo coscienza”.
Addio alla costumista Bruna Parmesan
Ha lavorato con grandi registi e attori da Fellini a Sordi
19 febbraio 2020
13:13
– Lutto nel mondo del cinema. E’ morta a 97 anni, nel corso della notte, “serenamente nel sonno” nella sua casa di Roma, la costumista Bruna Parmesan, autrice dei costumi di film celebri come Giulietta degli spiriti di Federico Fellini, Il marchese del Grillo di Mario Monicelli, Via Montenapoleone di Carlo Vanzina, Il tassinaro, di e con Alberto Sordi, In viaggio con papà e Io so che tu sai che io so, Io e Caterina, con la regia sempre di Alberto Sordi, Ecco noi per esempio e Tre tigri contro tre tigri di Sergio Corbucci, Febbre da cavallo di Steno, Il medico della mutua, di Luigi Zampa.
A dare la notizia è l’amico e sceneggiatore Filiberto Scarpelli, nipote del celebre Furio Scarpelli. Nata a Venezia nel 1923, Parmesan ha avuto due nomination ai Nastri d’argento. “L’ho sentita proprio ieri sera al telefono – ricorda Scarpelli – era allegra e spiritosa come sempre. Un altro grande pezzettino del nostro cinema che se ne va”.
Cinema: arriva dal 2 marzo film testamento ‘Varda by Agnès’
Omaggio Cineteca Bologna a un anno da scomparsa regista belga
BOLOGNA
19 febbraio 2020
15:12
– La Cineteca di Bologna rende omaggio alla regista belga Agnès Varda, scomparsa un anno fa, portando dal 2 marzo nelle sale italiane il film testamento, ‘Varda by Agnès’, presentato lo scorso anno al festival di Berlino, poche settimane prima della sua morte avvenuta il 29 marzo 2019.
Per accompagnare l’uscita in sala di ‘Varda by Agnès’, autoritratto di una vita di cinema, la Cineteca rende disponibili altri quattro titoli della regista: uno dei suoi capolavori, ‘Cléo dalle 5 alle 7’, diretto nel 1962; ‘Daguerréotypes’, racconto del 1976 della sua Parigi, partendo dalla via che ha sempre ospitato la sua casa di produzione, Rue Daguerre; ‘Salut les cubains’, reportage dalla Cuba del 1963; ‘Réponses de femmes’, breve lavoro realizzato nel 1975, per rispondere alla domanda: “Che cos’è una donna?”. La Cineteca torna così sull’opera di Varda con il suo ultimo film dopo aver distribuito una delle più belle sorprese del 2018, il film realizzato a quattro mani con l’artista urbano JR, ‘Visages Villages’.
A Milano omaggio a Kafka tra cinema, musica, e design
Alla Fondazione Prada il progetto curato da Udo Kittelmann
MILANO
19 febbraio 2020
17:16
– Design, cinema e musica: è il mix artistico scelto da Udo Kittelmann, direttore della Nationalgalerie di Berlino, per raccontare Franz Kafka e la sua letteratura nella mostra ‘K’, che apre il 21 febbraio fino al 27 luglio prossimo alla Fondazione Prada di Milano. L’esposizione è un omaggio ai tre romanzi incompiuti ‘America’, ‘Il processo’ e ‘Il castello’, pubblicati postumi tra il 1925 e il 1927, che secondo Max Brod, esecutore testamentario di Kafka, formano una ‘trilogia della solitudine’.
Allo stesso modo, anche ‘K’ è una sorta di ‘trittico’- composto da un’installazione, un film e un album musicale – che coinvolge tre distinti spazi della fondazione: il Podium, il Cinema e la Cisterna.
Al centro della mostra, nel Podium, si trova la grande installazione The Happy End of Franz Kafka’s “America” (1994), per la prima volta esposta in Italia, che reinterpreta un passaggio del libro in cui il protagonista, Karl Rossman, dopo aver viaggiato attraverso il Paese, si propone per un’occupazione al ‘teatro più grande del mondo’.
L’immagine letteraria è tradotta dall’artista – il tedesco Martin Kippenberger – in un campo da calcio, simbolo della competizione, destinato o ospitare colloqui di lavoro ‘di massa’ L’opera si compone di un’ampia varietà di oggetti e arredi: diversi tavoli, elementi di design vintage e sedie da mercatino delle pulci e pezzi provenienti da precedenti mostre dello stesso autore.
Il secondo elemento della trilogia è l’iconico film di Orson Welles ‘The Trial’ (Il processo, 1962), basato sull’omonimo romanzo kafkiano e proiettato nel Cinema della fondazione.
L’esposizione è completata dall’album di musica elettronica “Franz Kafka The Castle” (2013) dei Tangerine Dream, diffuso in loop nella Cisterna.
Il consiglio del curatore è di iniziare il percorso espositivo proprio da questo spazio, trasformato in un ambiente evocativo e accogliente. L’invito è a sperimentare tre possibili incontri creativi con l’opera di Kafka, attraverso il lavoro artistico proposto dalla mostra. “Rilassatevi, prendetevi del tempo”, perché “Kafka può essere capito in modo semplice”, il “messaggio” di Kittelmann ai visitatori.
Fellini, al liceo i disegni e le prime regie
Bravo studente, rimandato una sola volta in ‘Cultura Militare’
BOLOGNA
19 febbraio 2020
21:42
– Il suo liceo – il liceo classico ‘Giulio Cesare’ – Federico Fellini lo ha immortalato anche in due delle sue pellicole più celebri, ‘Roma’ e ‘Amarcord’, che gli valse l’Oscar nel 1975: d’altronde è nelle aule dell’istituto riminese che il futuro ‘Maestro’ iniziò a rivelare il suo talento di disegnatore e ‘regista’, dirigendo i suoi compagni impegnati a interpretare le ‘pugne’ greche nella centralissima via Ugo Bassi. A svelarlo, in uno studio che comparirà domani sul settimanale riminese ‘il Ponte’, è Davide Bagnaresi, docente a contratto in Storia dei consumi e delle imprese turistiche all’Università di Bologna e studioso del Fellini bambino e ragazzo. Una ricerca in cui viene sfatata anche la ‘leggenda’ di un Fellini studente poco modello: il giovane ‘Gandhi’ così il cineasta era chiamato perché alto e magro frequentò Ginnasio e Liceo all’epoca molto selettivi – della sua classe partirono in 41 ed arrivarono alla maturità in 17 – e non fu mai bocciato venendo rimandato solo una volta in ‘Cultura militare’, a conferma della sua idiosincrasia verso il fascismo. Delle stagioni vissute al ‘Giulio Cesare’, Fellini farà tesoro nelle sue opere, in cui saranno ‘stravolte’, nella trasposizione cinematografica, diverse figure come quella del preside Olivieri, il professor Balducci, la professoressa Massani e don Baravelli, figura di spicco della curia riminese. Nella memoria degli amici e in alcuni documenti scritti, Bagnaresi ha rinvenuto anche alcune scenette memorabili con Fellini protagonista. Al professor Bacchini che gli urla “prenda la porta ed esca”, il futuro Premio Oscar replica armeggiando proprio per scardinare la porta, facendolo imbestialire ancor di più mentre al termine del saggio di fine anno della Centuria dopo una parata perfetta, tutti e cento i ragazzi impegnati si muovono dalla stessa parte dello stadio, tranne Fellini che se ne va esattamente dalla parte opposta. Tra i banchi di scuola – con le caricature di professori e dei divi di Hollywood – inizia anche la carriera di disegnatore del ‘Maestro’ che vedrà le sue vignette prima sul giornale fiorentino ‘Il 420’ e, dal febbraio del 1938, su ‘La Domenica del Corriere’, all’epoca il più famoso settimanale italiano di cronaca, che pagava 20 lire ciascuna le illustrazioni del regista romagnolo. Quando nel 1939 abbandona Rimini e approda a Roma, inizia la sua collaborazione come disegnatore al Marc’Aurelio periodico che pubblica centinaia di vignette che gli valgono la stima di Macario e di Aldo Fabrizi
Emma Thompson e Greg Wise cittadini di Venezia
Firmati documenti in anagrafe
VENEZIA
20 febbraio 2020
13:09
– Sorpresa all’ufficio Anagrafe di Mestre: l’attrice premio Oscar Emma Thompson e suo marito Greg Wise si sono presentati agli sportelli per registrare la propria residenza nel Comune di Venezia. I due attori hanno firmato i documenti alla presenza dell’assessore comunale alla Coesione Sociale, Simone Venturini, che ha fatto loro dono di un Leone di San Marco. Thompson e Wise sono sposati dal 2003 e hanno una figlia, Gaia Romily Wise.
Cinema: Cineteca Bologna a Berlino con restauro ‘Il bidone’
Recuperata versione ‘lunga’ che Fellini portò a Mostra Venezia
BOLOGNA
20 febbraio 2020
13:45
– La Cineteca di Bologna e il suo laboratorio L’Immagine Ritrovata, assieme a The Film Foundation e Titanus, portano al Festival di Berlino il restauro del film ‘Il bidone’, diretto nel ’55 da Federico Fellini e interpretato da Broderick Crawford, Giulietta Masina, Richard Basehart, Franco Fabrizi, Sue Ellen Blake. Il restauro, in cartellone il 21 febbraio, recupera la versione “lunga” del film, che Fellini portò alla Mostra del Cinema di Venezia, alla quale vennero poi apportati diversi tagli in vista della distribuzione nelle sale.
In programma domani anche il film muto ‘Il gabinetto delle figure di cera’, diretto nel 1924 dal regista tedesco Paul Leni, e restaurato da Deutsche Kinemathek e Cineteca di Bologna. Il 25 febbraio torna poi a Berlino – dove aveva avuto il suo battesimo nel 1998 – il lungometraggio d’esordio del regista cinese Jia Zhang-ke, ‘Xiao Wu-The Pickpocket’, restaurato da Cineteca di Bologna e The Film Foundation’s World Cinema Project al laboratorio L’Immagine Ritrovata.
La Concessione del Telefono di Camilleri, al cinema poi Rai1 TRAILER
Da romanzo storico in sala solo 17-18/3 regia Roan Johnson
25 febbraio 2020
14:03
“Nell’estate del 1995 trovai, tra vecchie carte di casa, un decreto ministeriale per la concessione di una linea telefonica privata. Il documento presupponeva una così fitta rete di più o meno deliranti adempimenti burocratico-amministrativi da farmi venir subito voglia di scriverci sopra una storia di fantasia”. Cosi’ scriveva il grande scrittore siciliano scomparso nel luglio 2019 Andrea Camilleri. Arriva per la prima volta al cinema La concessione del telefono, il nuovo film della collection evento “C’era una volta Vigata”, uno dei capolavori di ironia di Camilleri, tratto dall’omonimo romanzo edito da Sellerio.
La concessione del Telefono, diretto da Roan Johnson e interpretato da Alessio Vassallo, Thomas Trabacchi, Federica De Cola, Corrado Fortuna, Dajana Roncione, Corrado Guzzanti, con la partecipazione di Fabrizio Bentivoglio, sarà nelle sale italiane per un’anteprima esclusiva solo il 17 e 18 marzo
e prossimamente su Rai1. La storia racconta di Pippo Genuardi, nato a Vigàta il 3 settembre 1856 e commerciante di legnami. Ma sia chiaro: quella non è la sua occupazione maggiore, anzi, potremmo dire che il suo vero talento è quello di cacciarsi nei guai. Spiantato, ironico, amante delle donne e della tecnologia, Pippo sembrerebbe aver messo la testa a posto sposando Taninè Schilirò, figlia dell’uomo più ricco di Vigàta, ma il nostro protagonista è un uomo che non si accontenta mai. E così spedendo tre lettere al Prefetto Marascianno (un napoletano paranoico e complottista) mette in moto un meccanismo che lo porterà a trovarsi sotto due fuochi incrociati: lo Stato, che pensa di avere a che fare con un pericoloso sovversivo, e l’uomo “di rispetto” Don Lollò, che inizia a credere che il Genuardi lo stia prendendo per fesso. A tenerlo d’occhio il Questore Monterchi, venuto dal Nord, che osserverà sgomento e impotente il folle concatenarsi degli eventi.
La concessione del telefono, una produzione Palomar in collaborazione con Rai Fiction, sarà distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it:

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Paw Patrol, dai pupazzi al film d’animazione
Da agosto nelle sale prodotto da Spin Master Entertainment
21 febbraio 2020
18:42
– Spin Master annuncia l’arrivo sul grande schermo del primo film d’animazione di Paw Patrol, pluripremiato franchise in continua crescita, amatissimo in tutto il mondo dal target pre-scolare. L’arrivo nelle sale del film, prodotto da Spin Master Entertainment insieme a Nickleodeon Movies, distribuito da Paramount Pictures, e diretto dal “veterano” dell’animazione Cal Brunker (Nut Job 2 – Tutto molto divertente; Fuga dal pianeta Terra) è previsto per l’agosto 2021.
“Siamo entusiasti di collaborare con Paramount e Nickelodeon per portare sul grande schermo la serie Paw Patrol e i personaggi che i bambini di tutto il mondo adorano. Questa prima incursione nel mondo del lungometraggio segna un’importante espansione strategica per Spin Master Entertainment e dimostra il nostro impegno a ottenere il massimo dai nostri team di entertainment-production nello sviluppo della nostra property in un formato, quello cinematografico, che permette di rafforzare il legame tra i piccoli fan e i personaggi della serie attraverso l’esperienza “teatrale” condivisa” – dichiara Jennifer Dodg, Vicepresidente Esecutivo di Spin Master che firma la produzione insieme ai produttori esecutivi Ronnen Harary, co-founder e co-CEO di Spin Master, Adam Beder, Strategic Partnership & Franchise Development per Spin Master, e Peter Schlessel.
“L’arrivo di Paw Patrol nel mondo del cinema è una pietra miliare per questa property iconica e non vediamo l’ora che bambini e famiglie possano vivere quest’esperienza insieme” racconta Brian Robbins, President, Kids & Family Entertainment, Viacom Cbs Domestic Media Networks. “Siamo entusiasti di lavorare con Spin Master Entertainment e la nostra divisione gemella Paramount Pictures su questo titolo che si aggiunge alla lista dei film di Nickelodeon”.
La storia di Manuel Bortuzzo diventa un film
Realizzato dalla Movieheart
21 febbraio 2020
19:29
– Un film tratto dal libro ‘Rinascere’ di Manuel Bortuzzo, edito da Rizzoli, diventa un film. A realizzarlo la Movieheart di Massimiliano La Pegna dopo il grande successo della biografia di Enrico Piaggio. E’ la storia di una giovane promessa del nuoto italiano, colpito per sbaglio durante una sparatoria, che dopo aver rischiato la vita riesce a salvarsi ma finisce su una sedia a rotelle.
Manuel racconta la sua sofferenza, la sua rabbia, la sua disperazione ma soprattutto la sua voglia di rinascere. Il suo sogno non è più partecipare alle Olimpiadi, ma ricominciare a vincere.
Berlino, la follia di Ligabue ha volto di Germano
In concorso ‘Volevo nascondermi’ di Giorgio Diritti
22 febbraio 2020
16:38
‘Volevo solo nascondermi’ di Giorgio Diritti, in concorso per l’Italia al Festival di Berlino e in sala dal 27 febbraio con 01, è esattamente come ce lo si aspettava: un film classico, filologicamente inappuntabile e con il valore aggiunto di Elio Germano nei panni di un Ligabue sincopato e ricco di artistici grugniti. Non solo, da parte del regista emiliano anche una grande attenzione alla biografia del pittore, sempre alle prese con la sua follia, e poi tante rassicuranti immagini di paesaggi, natura e animali. Tra le molte difficoltà di Germano, che ha vestito i panni di Antonio Costa conosciuto come Ligabue, anche quella di confrontarsi indirettamente con la storica e indimenticabile interpretazione di Flavio Bucci, appena scomparso, che aveva interpretato nel 1977 il pittore naif in una serie tv in tre puntate a firma di Salvatore Nocita. Chi era mai Ligabue noto anche in Italia come ‘El Tudesc’? Affetto da gotta, rachitismo, psicolabilità e soggetto ad attacchi di furia tanto violenti da richiedere più volte il ricovero psichiatrico, era figlio di una donna italiana migrata in Svizzera.
Affidato poi a una coppia del posto, con la quale matura rapporti di amore e odio, a un certo punto Ligabue si ritrova ad aggredire la madre adottiva tanto da venir espulso dalla Svizzera. Arriva così finalmente in Italia, a Gualtieri in provincia di Reggio Emilia, dove inizialmente vive come un barbone tra mille disagi sulle rive del Po. È qui che inizia davvero a dipingere, soprattutto animali come leoni, giaguari, gorilla e tigri, ma su uno sfondo a stridere, quello dei pioppi e delle banchine del fiume Po. Ed è ancora qui che incontra lo scultore e pittore Renato Marino Mazzacurati che lo introduce al mondo dell’arte. Nel film, oltre alla puntuale ricostruzione d’epoca, c’è la bravura di Elio Germano specie nel raccontare questo artista bambino sia nella disgrazia che nel tardivo successo. Ed è allora che Ligabue, ormai oggetto di mostre e complimenti, ostenta con fare infantile di avere un’auto con autista, una collezione di amate moto. E lo fa con quelle donne che quasi sempre gli negano un bacio. “Ognuno di noi è un po’ Ligabue – dice il regista -, la sua storia di carenze affettive e la sua lotta per esistere ci accomuna a lui, a quest’uomo che ha lottato tanto per essere felice. Elemento importante poi – continua Diritti – è che era un diverso e in questa sua folle dimensione artistica c’era tutta la sua voglia di riscatto”.
Comunque, conclude: “Ho raccontato il tutto ricostruendo quell’epoca al meglio possibile perché questo personaggio potesse muoversi come in una fiaba amara”. Per Elio Germano, in concorso a Berlino anche con ‘Favolacce’ dei fratelli D’Innocenzo, nessuna identificazione di troppo: “Cerco sempre di distaccarmi dai personaggi che interpreto – dice – e in Volevo nascondermi la cosa difficile è stata la lunghezza del trucco e il clima dei set. Dovevo infatti indossare due tre paia di pantaloni e altrettante giacche. Del Ligabue di Bucci – aggiunge – non ho visto nulla, ho cercato solo di fare pulizia, di approcciarmi al personaggio in maniera vergine”. Chi era Ligabue? ” Un uomo che si trovava più a sua agio con gli animali – conclude Germano – e che faceva fatica a metter su anche due parole. Per fortuna si sapeva esprimere con la pittura e dando forma al fango”.
A Berlino Persian Lessons, una lingua contro la Shoa
A Berlinale Special il film di Vadim Perelman
23 febbraio 2020
17:09
Il dramma della Shoa visto con rispettosa ironia è la proposta di ‘Persian Lessons’, film di Vadim Perelman regista ucraino naturalizzato canadese, passato oggi a Berlinale Special. Siamo nel 1942 e Gilles (Nahuel Perez Biscayart), un giovane belga viene arrestato dalle SS insieme ad altri ebrei e mandato in un campo di concentramento in Germania. L’uomo riesce con grande furbizia ad evitare l’esecuzione giurando alle guardie di non essere ebreo, ma persiano. Una menzogna che lo salva temporaneamente fino a quando a Gilles viene ad un certo punto assegnata una missione impossibile: insegnare il Farsi a Koch (Lars Eidinger), l’ufficiale responsabile della cucina del campo, che sogna di aprire un ristorante in Iran a fine guerra.
Gilles, a cui non manca certo fantasia e intraprendenza, si ritrova così, da un momento all’altro, a dover inventare una lingua che non conosce, parola per parola, frase per frase e con tanto poi di grammatica. Mentre l’insolita relazione tra i due uomini inizia a suscitare qualche gelosia e sospetto, Gilles diventa sempre più consapevole che una mossa falsa potrebbe rivelare la sua truffa con inevitabili tragiche conseguenze. “Questa falsa lingua permette a Koach di esprimere la sua umanità e mostrare alcune parti di sé che non era in grado di rivelare nella sua lingua madre – sottolinea il regista -. Non è così affatto una coincidenza che quando Gilles gli chiede “chi sei?” nel falso farsi, non risponde Hauptsturmführer Koch, ma Klaus Koch”.
E ancora Perelman: “Persian Lessons è soprattutto un film sulla verità, sui rapporti umani e sull’umanità. Perché non si limita a parlare solo di nazismo, ma di cosa potrebbe accadere in un situazione come quella. Una situazione, tra l’altro, che potrebbe ancora succedere, in ogni nazione e in ogni tempo”. Dice invece l’attore tedesco Eidinger: “Penso che la nostra società sia troppo intossicata da odio e risentimento, e ciò rende davvero difficile capire se stessi, io, per fortuna, cerco di farlo attraverso l’arte e la creatività. Internet – conclude l’attore – è un mezzo che potrebbe avvicinare le persone, ma noi lo usiamo al contrario. Oggi più che mai possiamo renderci conto del pericolo imminente, del fatto che la storia possa ripetersi. E di questo siamo tutti un po’ responsabili”.
E’ allarme cinema, giù incassi e uscite rinviate
Effetto coronavirus, chiesto lo stato di crisi. L’Anec, venite in sala
25 febbraio 2020
09:47
Incassi in picchiata nelle sale, uscite rinviate a data da destinarsi, dal nuovo Verdone al Ligabue di Diritti: l’effetto coronavirus pesa anche sul cinema, che vede bruscamente interrotta la tendenza positiva registrata dal mercato lo scorso anno e nelle prime settimane del 2020.
Nel week end il box office ha lasciato sul terreno il 44% rispetto a una settimana fa, perdendo 4,4 milioni di euro (e 2,4 milioni sull’analogo fine settimana del 2019). Particolarmente critico il bilancio di domenica, giornata clou per gli incassi settimanali: -673mila euro rispetto a sabato, quasi 2 milioni persi sulla domenica precedente, 1,6 milioni su un anno fa. Un effetto immediato della chiusura delle sale nelle regioni coinvolte dall’emergenza (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), vale a dire ben 850 schermi su un totale di 1830. Ma anche della paura del contagio: fatta eccezione per Molise, Puglia e Basilicata, domenica gli incassi sono andati giù un po’ ovunque, con un -31% nel Lazio, -20% in Umbria, -12% in Liguria, -29% in Valle d’Aosta, stando alla radiografia del Cinetel.
E certo non promette bene la raffica di rinvii: non arriverà in sala il 27 febbraio, come annunciato, Volevo nascondermi, l’atteso film di Giorgio Diritti con Elio Germano nei panni del pittore Ligabue, appena applaudito a Berlino, né Si vive una vola sola, il nuovo film di e con Carlo Verdone. Rinviati al momento sine die anche i cartoon Lupin III – The First, la versione in computer grafica del personaggio di Monkey Punch, diretta da Takashi Yamazaki, e Arctic – Un’avventura glaciale; Dopo il matrimonio, storia di perdita e rinascita con Michelle Williams e il premio Oscar Julianne Moore, e ancora Cambio tutto, nuova commedia di Guido Chiesa con Valentina Lodovini e Neri Marcorè (annunciata per il 5 marzo). Non ‘smontano’, al momento, Doppio sospetto, noir hitchcockiano diretto da Olivier Masset-Depasse (27 febbraio) e il cartone Disney Onward – Oltre la magia (5 marzo), così come è regolarmente programmato (dove possibile) Salvo amato, Livia mia, il nuovo episodio del Commissario Montalbano eccezionalmente in anteprima al cinema il 24, 25 e 26 febbraio prima di approdare su Rai1.
Se il presidente dell’Anica, Francesco Rutelli, ha sottolineato il senso di responsabilità con cui l’industria si è adeguata alle misure per fronteggiare l’emergenza, pur evidenziando le “conseguenze economiche significative”, Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo) e Federvivo hanno chiesto al ministro della Cultura Franceschini di aprire uno “stato di crisi” per il settore. “Il blocco di ogni attività nelle regioni del Nord Italia sta generando infatti un impatto economico estremamente negativo, tanto per il crollo dei ricavi da bigliettazione quanto per la drastica riduzione delle paghe degli addetti del settore”, hanno scritto in una lettera aperta, invocando “adeguate risorse” e “provvedimenti normativi che evitino qualsiasi penalizzazione”.
Prova a lanciare un messaggio positivo Mario Lorini, presidente dell’Anec, l’associazione degli esercenti: “Giustamente ci siamo adeguati alle disposizioni di chiusura delle sale nelle regioni interessate dall’emergenza, e siamo pronti a prendere atto di eventuali sviluppi. Ma altrove stiamo invitando tutti gli esercenti a lasciare le sale aperte: siamo da sempre luoghi di intrattenimento dove si trascorre volentieri il tempo libero e dove si decide di andare se si sta bene e si ha voglia di uscire, visto che ci sono decine di forme di intrattenimento alternative. E’ vero, stanno slittando alcuni film molto attesi: ma una settimana fa è arrivato in sala un plotone di titoli interessanti. Pur restando ancorati, giorno per giorno, alla realtà, vogliamo dare un segnale di sicurezza e di tranquillità a un Paese che deve reagire”.
Berlino: Hillary Clinton, io donna e first lady
Sua storia in un docu, troppi pregiudizi politica al femminile
BERLINO
24 febbraio 2020
20:59
Dopo aver perso le elezioni del 2016 con Donald Trump, Hillary Clinton non è stata a guardare: ha pubblicato un libro di memorie su quella sconfitta, ha lanciato un comitato di azione politica e ha scritto un altro libro sulle “donne grintose” con sua figlia Chelsea. Non solo, al Sundance Film Festival all’ex segretario di Stato è stata dedicata una serie di documentari di quattro ore dal titolo ‘Hillary’, regia di Nanette Burstein, che andrà in onda a marzo sulla piattaforma Hulu e che è approdata anche al Festival di Berlino nella sezione Berlinale Special dove verrà presentata domani dalla 72/enne politica americana insieme alla regista. Tutto il documentario è costruito con flashback. Si va dall’enorme dispiegamento di forze della fallita campagna presidenziale fino all’infanzia di Hillary, prima al Wellesley College e poi alla Yale Law School (dove ha incontrato Bill). Si passa poi al periodo in cui la Clinton è moglie del presidente con tutti i problemi annessi come il caso Whitewater e lo scandalo Monica Lewinsky. E, infine, è Hillary la protagonista, prima come senatrice di New York e poi nella sua corsa alla Casa Bianca.
“Ciò che Nanette fa davvero bene – ha detto Hillary in un’intervista – è inserire la mia storia nell’arco più ampio della vita delle donne, della storia delle donne, del movimento delle donne e anche del sistema politico. Mi sembra che parte del motivo per cui la mia figura è diventata opaca sia stato il fatto di essere stata messa sotto i riflettori del pubblico come un diverso tipo di first lady. E questo ha dato troppo fastidio”. Non ci sono troppe omissioni nel documentario della Burstein, anche se i fan di Bernie Sanders potrebbero lamentarsi del fatto che non vi è alcun esame di possibili pregiudizi nel modo in cui il contendente democratico fu scelto nel 2016. Ciò che emerge invece chiaramente dal film è che Clinton si è trovata circondata da un patto di populismo non partigiano, e forse anche di segno maschilista, quando è stata attaccata da Trump da destra e da Sanders da sinistra.
E ancora nel documentario, diviso in quattro parti, si fa capire chiaramente come Bill Clinton si fece strada nella politica accettando tutti i compromessi del potere, ma non Hillary che ottenne l’incarico di senatrice di New York per suoi meriti. Nel film poi Hillary denigra a un certo punto ancora una volta il senatore Sanders, dicendo: “Non piace a nessuno. Nessuno vuole lavorare con lui”. Ma poi, tatticamente, si difende subito: “E’ solo un piccolo momento, quindici secondi su circa 35 ore di conversazione registrate più di un anno fa, quando non stava pensando alle elezioni del 2020. Stava pensando alle elezioni del 2016”. Il film non solo racconta la vita di Hillary, ma esamina anche i molti motivi per cui negli Stati Uniti non c’è ancora stato un presidente donna, un segno del fatto che il sessismo è ancora forte quando si è di fronte a donne come lei.
Abel Ferrara, la ‘Siberia’ non è il mio incubo
In concorso il film tra realtà e sogno con Willem Dafoe
BERLINO
24 febbraio 2020
20:58
– Un vero e proprio incubo targato ‘Siberia’ quello proposto da Abel Ferrara al Festival di Berlino e in concorso per l’Italia visto che la produzione è al 70% italiana (Vivo Film con Rai Cinema, Maze Pictures e Piano). Il protagonista è Clint (Willem Dafoe), un uomo che come un eremita si è ritirato in una baracca isolata tra i ghiacci delle montagne. Ma nonostante questo Clint non è affatto solo, tormentato, com’è, dai suoi molti demoni di oggi e da quelli che vengono dal passato.
Così nella sua piccola casa di legno arrivano dal passato una donna incinta, la sua ex moglie, che su consiglio dell’anziana madre mostra ventre e seno nudo a Clint che si prostra davanti a questa apparizione come fosse un altare. Non va affatto meglio a Clint quando va in spedizione con la sua slitta tirata da cani husky. Tante le apparizioni: una nana totalmente nuda si mostra sulla sua carrozzina; uomini che improvvisamente diventano bestie e assalgono Clint come lupi; altri invece che tra mille urla sparano alla nuca a prigionieri di una guerra qualsiasi; figure mostruose che vivono nelle grotte e, ancora, una donna squartata al ventre con cui, senza provare alcuno schifo, l’uomo si accoppia. Il paesaggio interiore che racconta il regista de Il cattivo tenente, amante da sempre di storie di colpa e redenzione, includono anche l’incontro con un fratello (che ha lo stesso suo viso) e con quel padre problematico che lo portava a pesca da ragazzo.
“Ho scritto il film assieme a Chris Zois, che è anche uno psichiatra, e se devo essere sincero non mi importa tanto dei personaggi né della storia, quanto dell’esperienza tra esseri umani che faremo insieme. Anche se non dovessimo finire il film, quell’esperienza sarà stata importante”, così Ferrara che oggi a Berlino spiega poi come la sua Siberia non sia affatto il suo incubo, né il suo inferno, casomai qualcosa che riguarda i sogni. “Un terzo della nostra vita la viviamo nel sogno e la stessa realtà non è poi molto diversa da quella” .
E ancora il regista: “Non ho tentato di scrivere una sceneggiatura perfetta, semmai di raccogliere quelle immagini attingendo alla memoria cercando di provocare il nostro modo di pensare”. A partire dal mio primo film, conclude, “mi sono immerso sempre più nell’oscurità”. Willem Dafoe, perfetto in questo ruolo che ricorda molto quello de L’Antichrist di Lars von Trier, sottolinea: “In questo film si passa dalla montagna al deserto in un attimo. È una bellissima storia senza un racconto lineare, ma al contrario con degli scarti che spiazzano”. Nel cast del film, che sarà distribuito in Italia da Nexo, anche Dounia Sichov, Simon McBurney, Cristina Chiriac, Valentina Rozumenko, Daniel Gimenez Cacho, Phil Neilson, Fabio Pagano, Anna Ferrara, Laurentio Arnatsiaq e Ulriche Willenbacher.
Virus ferma riprese Tom Cruise a Venezia
‘Mission: Impossible 7’ prevedeva 3 settimane lavoro in Laguna
WASHINGTON
25 febbraio 2020
09:46
– La produzione dell’ultimo film della serie ‘Mission: Impossible’ con Tom Cruise è stata interrotta in Italia in seguito allo scoppio dei casi di coronavirus, secondo quanto riportano oggi i media statunitensi.
Secondo lo specialista dell’intrattenimento The Wrap, la settima puntata della serie della Paramount Pictures aveva infatti in programma di fare riprese a Venezia per tre settimane.
“Per la sicurezza e il benessere del nostro cast e della nostra troupe e per la volontà del governo locale veneziano di fermare le riunioni pubbliche in risposta alla minaccia del coronavirus, stiamo modificando il piano di produzione per le nostre tre settimane da girare a Venezia”, ha detto un portavoce della Paramount in un comunicato a The Wrap. La fonte ha aggiunto che Cruise non ha viaggiato in Italia e che i membri della troupe sono stati autorizzati a tornare a casa fino al riavvio della produzione.
‘Mission: Impossible 7′ è atteso nelle sale cinematografiche per il 23 luglio 2021.
Montalbano resta al cinema fino a 4 marzo
iniziativa a sostegno esercizio cinematografico italiano
27 febbraio 2020
14:00
– Palomar, Rai Fiction e Nexo Digital hanno deciso in via eccezionale di prorogare sino al 4 marzo le proiezioni al cinema de Il commissario Montalbano Spiega Franco di Sarro, AD di Nexo Digital: “Per quanto ci è possibile, in un momento inedito come questo vogliamo provare a sostenere gli esercenti e l’industria cinematografica italiana.
Il naturale posticipo di numerosi film in uscita, abbinato alla chiusura di molte sale a seguito delle specifiche ordinanze regionali, rende particolarmente delicata questa fase. Per questo, in accordo con Palomar e Rai Fiction, abbiamo deciso in via eccezionale di far proseguire con proiezioni straordinarie il percorso cinematografico di Montalbano nelle sale italiane che vorranno prendere parte all’iniziativa”.
Aggiunge Carlo Degli Esposti, fondatore e presidente di Palomar: “Da parte nostra, con Rai Fiction confermiamo inoltre che i proventi che ci deriveranno dalle proiezioni delle sale saranno devoluti all’Ospedale Spallanzani di Roma e all’Ape, l’Associazione Pazienti Ematologici dell’ospedale Sant’Andrea”.
Per il commissario, nato dalla penna di Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti, si tratta della prima volta al cinema. L’episodio della collection evento si intitola “SALVO AMATO, LIVIA MIA”, è diretto da Alberto Sironi e Luca Zingaretti ed è interpretato da Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Sonia Bergamasco.
“SALVO AMATO, LIVIA MIA”, una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction, è distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it.
Dopo 39 anni Spielberg lascia Indiana Jones
La regia a un cineasta più giovane, Mangold in pole position
NEW YORK
27 febbraio 2020
16:13
– Per la prima volta in 39 anni Steven Spielberg passa la mano su Indiana Jones. Il 73enne regista non dirigerà il quinto episodio della serie sull’archeologo-avventuriero a cui ha dato il volto Harrison Ford. Lo riporta Variety. James Mangold (le Mans ’66 – La grande sfida) sarebbe in trattative per ereditare la regia.
Secondo Variety, Spielberg resterà coinvolto nel progetto come produttore mentre ancora non si sa se George Lucas avrà un ruolo come in passato. Ford, che ha 77 anni, e’ confermato nel cast. Le riprese – ha detto l’attore – dovrebbero cominciare la prossima estate. La Disney ha precisato che “e’ stata interamente la sua decisione”.
Finora Spielberg si era tenuto stretta la serie “Indiana Jones” piu’ di ogni altra a cui ha legato il suo nome tra cui “Squalo” e “Jurassic Park”. Grazie ai primi quattro film con Harrison Ford – il primo “Predatori dell’Arca Perduta” uscito nel 1981 – il regista ha vinto otto nominations agli Oscar, tra cui quella per il miglior film.
Coronavirus: slitta a giugno Far East Film Festival di Udine
Organizzatori, salute bene prezioso, momento di responsabilità
UDINE
27 febbraio 2020
17:49
– Considerata la situazione di emergenza sanitaria nel nord Italia il Centro espressioni cinematografiche di Udine ha condiviso con la Regione Fvg e il Comune di Udine la decisione di far slittare la 22/a edizione del Far East Film Festival all’inizio dell’estate, dal 26 giugno al 4 luglio. “La salute pubblica è il bene più prezioso – hanno osservato Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche fondatori del festival – e questo momento richieste scelte responsabili”.La notizia è stata data oggi durante una conferenza stampa a Udine.
E’ stata già confermata una collaborazione con Trieste per lo ShorTs International Film Festival che si svolgerà nelle stesse date. Il Cec ha inoltre fatto sapere che gli Industry Days del festival, Focus Asia, avranno luogo dal 26 giugno al primo luglio. Sono state anche confermate la 12/a edizione del workshop di coproduzione Asia-Europa “Ties That Bind” (dal 28 giugno al 2 luglio) e la nuova sezione dei “Far East in Progress”, piattaforma dedicata ai film asiatici in post produzione.
Mirren, amo la Puglia,l’Italia e Zalone
L’attrice londinese ha ricevuto l’Orso alla carriera
BERLINO
28 febbraio 2020
09:55
Giacca nera con logo dei Radiohead e Union Jack, Helen Mirren a Berlino mette subito in chiaro una cosa: è ancora una ragazza. Così si è presentata stasera alla Berlinale che non solo gli ha dedicato l’Orso alla carriera, ma anche una rassegna di cinque film tra cui, ovviamente, ‘The Queen’ di Stephen Frears (2006) lavoro che gli ha regalato dalla Coppa Volpi all’Oscar in giù. All’Italia è poi molto legata, tanto da aver comprato una casa in Salento e anche per questo dice: “Vorrei lavorare in qualunque film ambientato in Puglia, adoro anche Checco Zalone”. Grande amore per il cinema italiano: “Amo non solo Anna Magnani e Sophia Loren, ma quando vidi Monica Vitti in ‘L’avventura’ di Antonioni fu una vera e propria rivelazione. Allora facevo la cameriera a Brighton e amavo chiudermi nei cinema che odoravano di birra e tabacco”.
Dello scandaloso ‘Caligola’ di Tinto Brass (1979) dice: “All’epoca, fu uno shock, ma ricordo che in un’intervista dissi: sono sicura che tra vent’anni queste cose si vedranno in tv e avevo perfettamente ragione. Adoravo comunque il caos di quel film, la sua anarchia radicale”. E arriva inevitabile l’aneddoto sulla regina Elisabetta II. “L’avevo già incontrata una volta prima di interpretarla. Vengo da una famiglia repubblicana, siamo aperti di mentalità e tutt’altro che monarchici, ma è una donna che rispetto. La ammiro per la sua totale aderenza al suo ruolo istituzionale, credo debba sottoporsi a una grande disciplina mentale e fisica, deve fare tutto con moderazione”.
Della Berlinale, spiega, “mi piace il pubblico che è colto ed esperto di cinema. Qui gli spettatori non temono di esprimere quello che pensano”. La sceneggiatura è la chiave per lei per scegliere un film da fare. “Ecco il mio segreto, inizio a leggere dall’ultima pagina. Se il mio personaggio c’è ancora, allora è buon segno. Se esce di scena prima, ma in modo drammatico e grandioso, può ancora andare. Se sparisce nel nulla, dico no”. Infine, ecco da dove viene davvero la 74enne Helen Mirren, in realtà Dame Elena Vasil’evna Mironova. Suo padre infatti anglicizzò il cognome paludando la sua nobile ascendenza zarista. Niente di strano così se ha accettato di recitare anche nei panni di Caterina la Grande nella serie HBO. “È stato un modo per recuperare memorie e racconti rimossi. Amo poi i ruoli di persone che prendono in mano il loro destino.
Caterina -conclude- era, come è noto, una donna audace che modernizzò la Russia dove era arrivata senza parlare neanche una parola della lingua”.
Claudia Gerini, il mio futuro tra cinema e tv
L’attrice in film di Edoardo Leo mentre scrive varietà tv
02 marzo 2020
19:37
Gelosa ma non troppo, molto aperta al cambiamento e con un futuro tra cinema e tv, mentre sul fronte coronavirus nessuna ansia di troppo. “Inizierò tra due settimane Lasciarsi un giorno a Roma un film di Edoardo Leo con Stefano Fresi che parla della fine delle storie d’amore. O meglio delle varie modalità della loro fine. Io interpreto la moglie di Fresi”, a parlare così è Claudia Gerini che a Berlino ha ricevuto il Premio Bacco. Il tradimento? “Se sono tradita non perdono – sottolinea – così preferisco non saperlo. Ognuno deve fare le esperienze che crede, questa la mia opinione, l’importante è che non se ne sappia nulla”. Sul fronte tv, dice: “Con Michela Andreozzi e Paola Minaccioni stiamo scrivendo un varietà musicale al femminile, ma molto classico e comico allo stesso tempo, dal titolo ‘Belle ma brave’. Dovremmo proporlo a breve alla Rai con la quale abbiamo già avuto qualche abboccamento”.
L’incontro è occasione di un bilancio sulla carriera: “Ho fatto tante commedie anche se a me piace variare, misurarmi in altre cose. E così spero che presto mi propongano un altro bel ruolo in questo senso. Il bello di questo mestiere – aggiunge – è il fatto che non si sa mai quello che ti arriva. Io credo però che i lavori in qualche modo li attiri, nel senso che ti devi predisporre, col tuo animo e col tuo cuore, perché questi arrivino. Questa è una cosa molto importante. Sono molto contenta di quello che ho fatto, ma mi sento aperta anche al nuovo. Credo insomma di poter dare ancora tanto. Non sono poi affatto rancorosa – spiega l’attrice -, se un ruolo lo fa una altra a me va bene cosi, non sono gelosa. Ho un bel carattere”.
Nessuna paura per il Coronavirus: “Non sono ansiosa e così cerco di prendere le precauzioni indicate senza panico. Quello che mi piace ora dell’Italia è il fatto che è davvero unita. Ringrazio comunque tutti gli operatori sanitari perché stanno facendo un grosso lavoro dimostrando ancora una volta che sono una grossa squadra”. La Gerini a Berlino, accompagnata dal suo compagno Simon Clementi, ha partecipato venerdì scorso alla ‘Notte delle Stelle’ con cena di gala piena di italiani che vivono da anni nella capitale tedesca. In questa occasione ha ricevuto il premio Bacco arrivato alla 27/a edizione, riconoscimento che viene assegnato nell’ambito del Festival Internazionale del Cinema di Berlino dai critici e dagli inviati italiani presenti. E questo grazie alla volontà di Massimo Mannozzi che ne è l’ideatore, finanziatore e presidente onorario. Un premio già assegnato, tra gli altri, a Sofia Loren, Claudia Cardinale, Stefania Sandrelli, Laura Morante, Volker Schlöndorff, Wolfgang Stumpf, Walter Veltroni, Giuliano Gemma, Zhang Yimou, Luciano Emmer e Bruno Ganz. “Un grande onore per me – conclude l’attrice – ricevere questo premio che ti dà l’occasione anche di capire quanto si è amati anche all’estero”.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Incassi giù, Germano guida il cinema resistente
Esce anche l’horror The Grudge. Lonigro, puntiamo a 4 titoli buoni prossima settimana
03 marzo 2020
16:57
Le sale di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna serrate, i cinema delle altre regioni chiusi per mancanza di pubblico o semivuoti per la paura del contagio: l’emergenza coronavirus asfalta (anche) l’esercizio cinematografico e il box office del lunedì è un bollettino di guerra con tutti dati con il segno meno, tutti a doppia cifra: -63% sul weekend scorso (che già aveva segnato un -44% sul precedente), -75% sull’analogo lunedì del 2019. Cifre drammatiche, ma c’è chi trova il coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo e provare a invertire la tendenza.
“Non ci abbiamo dormito la notte”, confessa Luigi Lonigro di 01, presidente della sezione distributori di Anica, “poi abbiamo pensato che fosse la cosa migliore e anche un segnale”. Volevo Nascondermi, il film di Giorgio Diritti sul pittore ‘matto’ Antonio Ligabue, per il quale è tornato in Italia con l’Orso d’argento in mano il protagonista Elio Germano, previsto inizialmente il 26 febbraio e poi sospeso, viene distribuito dal 4 marzo ossia da mercoledì, nel pieno della seconda settimana di emergenza virus. Non è una mossa da poco e il rischio che si assumono Palomar e Rai Cinema che lo hanno prodotto e 01 che lo distribuisce è grande. Volevo Nascondermi è un film importante, con una lavorazione durata mesi, non è insomma un instant movie e dietro c’è un lavoro incredibile di un regista come Diritti, emblema di slow cinema, che fa film ogni 4-5 anni. “E’ un tentativo coraggioso – osserva il presidente Anica Francesco Rutelli – in uno scenario drammatico: vale come messaggio, “con tutte le precauzioni del caso venite al cinema”, bisogna uscire dall’angolo buio e invertire la tendenza, altrimenti tutto il sistema si ferma. Già adesso i film fatti non escono, quelli da fare non si fanno, quelli in sala non hanno pubblico, qui salta tutto proprio ora che il pubblico aveva dimostrato amore per il cinema da vedere nel buio della sala recuperando un’abitudine che era andata scemando”. Rutelli aspetta dal Mibact “risposte concrete alle proposte di sistema fatte, devono darci gli strumenti per impedire un pericoloso effetto domino”. Sulla strategia da tenere per l’esercizio cinematografico (alla crisi in atto si aggiunge la psicosi svuota sale per cui i costi dei cinema aperti non sono ricoperti) domani mattina è previsto un tavolo all’Anica tra i distributori. Intanto il cinema resistente, quello che prova ad emozionare e a distrarre dal pensiero fisso della pandemia imminente, guidato da capitan Germano si butta.
“Abbiamo deciso di essere nei cinema con il nostro film in un momento in cui è fondamentale superare le paure generate da una situazione difficile che coinvolge tutta la nostra società, fino alle sale cinematografiche e l’intero mondo della cultura”, dice il produttore Carlo Degli Esposti, mentre Paolo Del Brocco, ad Rai Cinema, sostiene che “è un dovere morale come società del servizio pubblico di fare il primo passo in uno dei momenti più complicati della storia recente della nostra industria e pertanto crediamo opportuno dare un segnale di fiducia in un momento di difficoltà del nostro Paese”.
Ecco aggiornato l’elenco dei film che sono in uscita e confermati (ad oggi): è piccolo, molti titoli importanti sono slittati ad aprile o a data da destinarsi (si prevede, ad emergenza superata, un ingorgo di uscite), molti sono documentari, molte sono produzioni che al di là della paura del contagio non avrebbero riempito comunque le sale e che anzi nel vuoto attuale potrebbero trovare comunque spazio. Domani 3 marzo e 4 marzo è confermato il documentario musicale evento Marianne & Leonard. Parole d’amore (Nexo digital),. They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani, il documentario prodotto e diretto da Peter Jackson realizzato in occasione del centenario della Grande Guerra il 2-3-4 marzo (Mescalito Film), il film d’animazione premiato ai Goya spagnoli Bunuel nel labirinto delle tartarughe dal 5 marzo (Draka), dal 5 marzo anche Marie Curie di Marie Noëlle interpretato da Karolina Gruszka, (Valmyn), Picciridda con i piedi nella sabbia di Paola Licata dal 5 marzo (Satine), Sono innamorato di Pippa Bacca di Simone Manetti (Wanted) e Sola al mio matrimonio di Marta Bergman (Cineclub), Show me the pictures: The story of Jim Marshall il 2-3-4 marzo (Zenit). All’uscita importante di Volevo Nascondermi si è aggiunta per questo fine settimana, da giovedì 5 marzo, quella del film di Sony, l’horror prodotto da Sam Raimi The Grudge, sbloccato dopo la sospensione (insieme ad altri due titoli della major Un amico straordinario e Charlie’s Angels). Il 3 marzo alla riunione straordinaria tra i rappresentanti delle distribuzione è stato fatto il punto per una strategia il più possibile comune e reattiva. “Sono confermate per la prossima settimana due uscite importanti: I Miserabili di Ladj Ly – ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes e ha trionfato ai César ottenendo tra l’altro il premio come Miglior Film ndr – e il film d’animazione Artic. Stiamo lavorando – dice Luigi Lonigro, direttore di 01 e presidente della sezione distributori dell’Anica – per mettere in piedi una programmazione che sia di richiamo. L’obiettivo è avere la prossima settimana quattro titoli importanti in uscita. Ci siamo dati appuntamento lunedì mattina. Abbiamo anche varato delle mini campagne di informazione per i circuiti in cui vogliamo informare che le sale sono salubri, perché ci atteniamo al protocollo dei luoghi pubblici e di lavoro emanato per l’emergenza coronavirus, e far capire alle persone che non bisogna avere paura e dunque a tornare in sala”.
Il 5 esce The Grudge, strategia d’attacco contro il coronavirus
Prossima settimana I Miserabili e Artic, si punta a 4 titoli top
03 marzo 2020
16:55
All’uscita importante di Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti con Elio Germano nei panni del pittore Ligabue, sull’onda dell’Orso d’argento come migliore attore al festival di Berlino, si è aggiunta per questo fine settimana, da giovedì 5 marzo, quella del film di Sony, l’horror prodotto da Sam Raimi The Grudge, sbloccato dopo la sospensione (insieme ad altri due titoli della major Un amico straordinario e Charlie’s Angels). Il cinema che tenta di invertire la tendenza si muove. Oggi alla riunione straordinaria tra i rappresentanti delle distribuzione è stato fatto il punto per una strategia il più possibile comune e reattiva.
“Sono confermate per la prossima settimana due uscite importanti: I Miserabili di Ladj Ly – ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes e ha trionfato ai César ottenendo tra l’altro il premio come Miglior Film ndr – e il film d’animazione Artic. Stiamo lavorando – dice Luigi Lonigro, direttore di 01 e presidente della sezione distributori dell’Anica – per mettere in piedi una programmazione che sia di richiamo. L’obiettivo è avere la prossima settimana quattro titoli importanti in uscita. Ci siamo dati appuntamento lunedì mattina. Abbiamo anche varato delle mini campagne di informazione per i circuiti in cui vogliamo informare che le sale sono salubri, perché ci atteniamo al protocollo dei luoghi pubblici e di lavoro emanato per l’emergenza coronavirus, e far capire alle persone che non bisogna avere paura e dunque a tornare in sala”.
Molestie: Timothy Hutton accusato di violenze su minorenne
Episodio risale ad anni ’80, vittima 14enne canadese. Lui nega
NEW YORK
03 marzo 2020
20:17
Anche Timothy Hutton finisce nella rete delle accuse per violenze sessuali. Secondo Sera Johnston, un’ex modella ed ex attrice canadese, oggi 50enne, l’attore premio Oscar per ‘Gente Comune’ avrebbe abusato di lei negli anni ’80 quando aveva solo 14 anni.
La donna ha detto che l’episodio si verificò a Vancouver mentre Hutton girava ‘Iceman’ (L’uomo dei ghiacci). I due si sono incontrati nella città canadese mentre lei era lì con delle amiche. Hutton, anche lui con amici, avrebbe invitato le ragazze nel suo hotel e offerto loro dei drink. La Johnson ha spiegato che ad un certo punto l’attore l’ha portata nella sua stanza e l’ha violentata mentre uno degli amici stava a guardare. La donna ha anche detto che all’epoca decise di non sporgere denuncia per paura di avere un’aspirante carriera da attrice rovinata.
Hutton ha negato completamente le accuse e nel frattempo ha ingaggiato una squadra di avvocati per difendersi.
Coronavirus: rinviato il Bif&st, festival cinema di Bari
Laudadio, non ci sono più le condizioni. Era previsto 21 – 28/3
03 marzo 2020
19:25
– Il direttore del Bif&st-Bari International Film Festival, Felice Laudadio, ha informato il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’Apulia Film Commission che, allo stato, “non sussistono più le condizioni per garantire alla manifestazione”, in programma dal 21 al 28 marzo prossimo, gli esiti desiderati che hanno caratterizzato il festival nei suoi primi 10 anni di attività. E questo a causa della difficoltà o, in molti casi, dell’impossibilità per una serie di ospiti importanti provenienti da tutto il mondo e dall’Italia, ad accompagnare a Bari i loro film, a tenere le lezioni di cinema e a partecipare ad un evento caratterizzato, come sempre in passato – ricorda in una nota la direzione del festival – da una massiccia presenza di pubblico a tutti i suoi appuntamenti. In particolare hanno inciso la cancellazione di voli e la sopraggiunta indisponibilità di molti ospiti legata alle misure che rendono difficoltoso il rientro nei Paesi d’origine per chi proviene dall’Italia. La Regione Puglia e l’Apulia Film Commission hanno condiviso l’indicazione del direttore Laudadio e, d’intesa, si adopereranno per organizzare a date da destinarsi la celebrazione del Bif&st 2020 anche sulla base dell’accurato e completo programma già predisposto. Non si terrà, quindi, la conferenza stampa fissata il prossimo 9 marzo.
Marra, racconto la zona nera del calcio
La volta buona con Ghini e Tortora, omaggio a Monicelli
05 marzo 2020
18:02
La zona nera del calcio, quella dei perdenti in un mondo pieno di soldi, è quella dove vive Bartolomeo (Massimo Ghini), procuratore sportivo, ormai senza speranze e pieno di debiti, protagonista di ‘La volta buona’ di Vincenzo Marra, già alla Festa del Cinema di Roma nella sezione parallela di Alice nella città e ora in sala dal 12 marzo con Altre Storie.
Bartolomeo negli anni ha sprecato le tante occasioni che ha avuto, anche per il vizio del gioco che gli ha fatto perdere soldi e famiglia, e ora passa le giornate nei campetti di periferia sperando di trovare il nuovo Maradona. A un certo punto gli arriva però dall’amico Bruno (Max Tortora) l’invito a raggiungerlo in Uruguay per conoscere Pablito (l’argentino 11enne Ramiro Garcia, che gioca nella Roma Calcio a 5), baby calciatore talentuosissimo che potrebbe sfondare nel calcio italiano. Bartolomeo, dopo aver incontrato il ragazzino, lo porta in Italia, ma il viaggio e il sogno si complicano quando l’uomo scopre che Pablito ha problemi di salute e che dunque il suo futuro calcistico è a rischio. “Questo film è un po’ un omaggio a Mario Monicelli che dopo aver visto due miei documentari a Napoli ha creduto in me prima di tutti – spiega Vincenzo Marra -. Così quando ho saputo della sua morte di getto ho scritto questa storia pensando di fargli un doveroso omaggio”. E va detto che questa dedica a Monicelli non è affatto un caso perché i personaggi brutti, sporchi e cattivi, ma pieni di una nascosta umanità, di ‘La volta buona’ ricordano molto quelli del regista toscano.
“La mia è una storia diritta, lineare, ma piena di allegorie. Tra queste – continua Marra che aveva già dedicato al mondo del calcio un bel documentario come ‘Estranei alla massa’ – sicuramente c’è anche quella dell’emigrazione che nel caso di una giovane promessa del calcio, non si sa perché, non viene vista in maniera negativa”. E ancora il regista: “Nei personaggi che ho inventato per La volta buona c’è comunque un comune denominatore, ovvero il senso di frustrazione come succede quando ci capita di vedere un vecchietto che compra il suo gratta e vinci sperando nella fortuna”. Dice infine Massimo Ghini: “Il tema del film non è solo legato allo sport, al calcio, ma all’unanimità dei personaggi, a queste vite disperate, cattive e ciniche che si incontrano. Quando ho letto il film – conclude l’attore – ho subito pensato a una sceneggiatura di Luciano Vincenzoni per Dino Risi”.
Torna saga horror The Grudge, con il terrore in provincia
A 20 anni dal debutto a cinema della saga di Takashi Shimizu
05 marzo 2020
13:43
– Case infestate, morti cruente, spiriti tormentati e vendicativi, ma anche tanti ritratti di famiglie stravolti dall’incubo. E’ il viatico della saga J-horror (film del genere provenienti dal Giappone) di The Grudge, che torna con un reboot/sequel anomalo diretto da Nicolas Pesce, in sala dal 5 marzo con Warner Bros. Un’uscita che in emergenza coronavirus “intende dare un segnale di fiducia e positività al mercato cinematografico” si spiega in una nota.
Il nuovo capitolo è un inquietante thriller horror ambientato in provincia, prodotto da un maestro del genere come Sam Raimi, che è stato anche produttore esecutivo della prima ‘sponda’ americana, The Grudge (2004) sempre diretto da Takashi Shimizu, creatore e regista della saga in Giappone, dov’è conosciuta come Ju-On. Fra i punti di forza del film di Pesce c’è il cast, guidato da Andrea Riseborough (Zerozerozero) e composto, fra gli altri, da Demian Bichir, John Cho, Betty Gilpin, Lin Shaye e Jacki Weaver. Shimizu, ha creato Ju-On, ispirandosi alle sue paure infantili, e ne ha posto le basi nel 1998 con i corti Katsumi e 4444444444. Vent’anni fa, nel 2000, arriva il primo lungometraggio, Ju-On: The Curse. E’ la nascita di un successo globale e un nuovo caposaldo del genere, che conta, compreso il nuovo, 13 film, con nove produzioni giapponesi e quattro Usa. Pesce nel suo The Grudge non riesce a tenere alto il filo della paura (o del colpo di scena), perdendosi spesso sulla strada dell’indie drama.
Mick Jagger torna in sala dopo quasi 20 anni
Rockstar protagonista in The Burnt Orange Heresy
NEW YORK
05 marzo 2020
19:57
Dopo quasi vent’anni Mick Jagger torna attore. La rockstar è infatti protagonista di ‘The Burnt Orange Heresy’, in uscita il sei marzo e distribuito da Sony Pictures Classics. L’ultimo suo impegno cinematografico risale al 2001 con L’ultimo gigolò (The Man from Elysian Fields) diretto da George Hickenlooper.
Jagger (nel ruolo di Joseph Cassidy) interpreta un diabolico collezionista d’arte che astutamente convince un giornalista (Claes Bang) ad usare una rara intervista con un artista solitario (Donald Sutherland) come un’opportunità per rubare i suoi dipinti. “Mi è sempre piaciuta l’idea – ha detto Jagger, 76 anni, in un’intervista a proposito della recitazione – mi piace il cambio dell’andatura (ritmo, ndr) e del focus della tua interpretazione. Quando mi esibisco di solito è in grandi spazi davanti a molte persone mentre quando sei su un piccolo set ti esibisci con più ricercatezza e con meno gesti elaborati”.
The Burnt Orange Heresy’ è diretto dal regista italiano Giuseppe Capotondi, dietro la macchina da presa anche per ultimi quattro episodi di Suburra, la serie di Netflix. Il film è stato presentato in anteprima alla 76ma Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia come film di chiusura.
Weinstein operato al cuore, aspetta trasferimento Rikers
ex produttore colpevole stupro, uno stent a Bellevue Hospital
NEW YORK
05 marzo 2020
20:33
– Harvey Weinstein e’ stato operato al cuore ed e’ ora in attesa di trasferimento a Rikers Island, il maxi-carcere di New York in attesa di sentenza. Lo riporta il New York Post. L’ex produttore, riconosciuto colpevole di molestie e stupro, era stato ricoverato d’urgenza al Bellevue Hospital subito dopo il verdetto della giuria.
Weinstein sarebbe stato sottoposto ieri notte a un intervento chirurgico di quattro ore per l’applicazione di uno stent, ha detto una fonte al New York Post. Weinstein ha 67 anni. “Ora che si e’ stabilizzato puo’ essere trasferito nell’infermeria di Rikers”, ha detto la fonte. L’ex produttore e’ ricoverato in una camera privata a Bellevue dal 24 febbraio, il giorno del verdetto, dopo aver sofferto di palpitazioni e pressione alta. A Rikers sara’ alloggiato in una cella sotto sorveglianza 24 ore su 24
Coronavirus non ferma Cannes, la conferenza stampa il 16/4
Sarà rivelata selezione ufficiale, il Festival da 12 a 23 maggio
06 marzo 2020
15:22
– A dispetto delle voci che circolavano in queste ore si svolgerà regolarmente il 16 aprile alle ore 11 la conferenza stampa in cui il delegato generale del Festival di Cannes Thierry Frémaux rivelerà la selezione ufficiale alla presenza del presidente Pierre Lescure presso l’UGC Normandie.
Gli accrediti continuano a ritmi sostenuti e finora sono aumentate del 9%. Le domande devono essere inviate sul sito ufficiale http://www.festival-cannes.com/fr/press/accredit La giuria del concorso, presieduta dal regista Spike Lee, sceglierà la Palma d’oro tra i film annunciati alla fine del Festival che si terrà quest’anno dal 12 al 23 maggio.
Biennale College Cinema, woorkshop in Virtual reality
Emergenza sanitaria non c’entra, era già programmato
VENEZIA
06 marzo 2020
16:45
– Si è svolto interamente in modalità virtuale – attraverso un’apposita piattaforma e in sintonia con il linguaggio dei progetti coinvolti – il workshop della 4/a edizione di Biennale College Cinema-Virtual Reality.
E’ la prima volta, sottolinea la Biennale, che un workshop completo, organizzato nel corso di più giorni, ha visto svolgersi l’intera attività in modalità virtuale. E l’emergenza sanitaria internazionale dovuta al Coronavirus non c’entra: l’iniziativa era già prevista in modalità virtuale.
Realizzato da martedì 3 marzo a oggi, il workshop ha collegato a distanza lo staff di Biennale College – Cinema, con i tre team selezionati dalla Germania, dalla Gran Bretagna e dall’Italia. Uno dei tre progetti sarà poi presentato nella sezione Venice Virtual Reality della 77/a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre), diretta da Alberto Barbera.
Cinema: Film Commission Piemonte,nuovi bandi da 800mila euro
Damilano, l’anno scorso sostegno a più di 170 produzioni
TORINO
06 marzo 2020
17:21
– Film Commission Torino Piemonte, d’intesa con Regione Piemonte, stanzia per i nuovi bandi di prossima apertura 450.000 euro per il Piemonte Doc Film Fund, 50.000 per lo Short Film Fund e 300.000 euro per il Piemonte Film TV Development Fund. “Proprio nell’anno del ventesimo compleanno – commenta il presidente Paolo Damilano – la Fondazione conferma il suo ruolo strategico per la valorizzazione dell’audiovisivo locale e il comparto cinematografico internazionale. L’aumento della dotazione economica dei Fondi per documentari e cortometraggi e del Fondo di Sviluppo, gestiti da Fctp, insieme ai Fondi europei Por Fesr erogati dalla Regione Piemonte a cinema e tv, ci permettono di intervenire a favore di tutta la filiera. È proprio grazie a queste fondamentali e sempre più strutturate misure d’aiuto che Fctp lo scorso anno ha potuto sostenere più di 170 produzioni, e può anche in questo momento difficile proseguire la sua opera”.
Il Piemonte Film Tv Development Fund ha annunciato il sostegno a 4 lungometraggi e 1 serie Tv.
L’Orso d’oro parla iraniano, è There Is No Evil di Rasoulof
Bloccato in Iran il regista, “Mohammad tu non sei solo” urlano
01 marzo 2020
16:41
L’orso d’oro della Berlinale 2020 è andato al film There Is No Evil dell’iraniano Mohammad Rasoulof.
“Siamo contentissimi, ma purtroppo è molto triste che Mohammad non sia potuto essere qui stasera”, ha affermato chi ha ritirato l’orso d’oro della Berlinale 2020 al posto del regista iraniano, sottolineando che al regista “non è stato permesso di lasciare il paese”. Molte lacrime nel pubblico della Berlinale, fra i componenti del cast del film : “Mohammad tu non sei solo”, gli è stato gridato dal palco del gala della Berlinale.
Il film, presentato come ultimo tra quelli del concorso e tanto potente da aver subito sparigliato i pronostici sarà distribuito in Italia da Satine. Dentro quattro storie piene di poesia con tanto di ‘Bella ciao’ cantata in italiano per far capire che questo film sa dove vuole andare. Il tema? La pena di morte, la repressione, la colpa e la capacità di schierarsi. “Un’opera protente e profonda- dichiara Claudia Bedogni, titolare di Satine Film- che sullo sfondo del dramma del popolo iraniano ci fa riflettere su dilemmi morali universali e sulla responsabilità delle nostre scelte”. Un’ opera che siamo davvero molto orgogliosi di aver acquisito e di far conoscere presto al pubblico italiano”.
E’ morta Giovanna Cau, l’avvocatessa del cinema
Figura di spicco per l’impegno politico e sociale, aveva 97 anni
07 marzo 2020
13:51
– Se ne va a pochi giorni dal suo 97/o compleanno (era nata a Roma l’11 marzo del 1923) Giovanna Cau, l’avvocatessa del cinema italiano.
Cresciuta nella buona borghesia del centro storico, staffetta partigiana sul finire dell’occupazione di Roma, diplomata al Liceo Tasso nel 1941, si laurea in giurisprudenza e apre il suo primo, piccolissimo studio nel 1947 con il collega Sergio Barenghi. Ma Giovanna è già una figura di spicco anche tra politica e impegno sociale: partecipa al movimento femminile per il voto alle donne del 1946, si avvicina al Partito Comunista, frequenta gli intellettuali che disegnano la rinascita italiana del dopoguerra. Dopo alcuni anni di gavetta entra nel quotato studio legale Cortina-Alatri, il primo ad occuparsi di materie cinematografiche. Giovanna è a sua volta una delle prime cinque donne ad esercitare la professione forense nella Capitale, ma la frequentazione con Moravia, Calvino, Visconti, Natalia Ginzburg l’attira inesorabilmente verso i problemi del diritto d’autore, delle normative sul cinema e l’editoria, fino a farla diventare specialista incontrastata della materia.
Compagna per oltre 30 anni dello psichiatra Emilio Benincasa Stagni, Giovanna Cau è stata premiata sia dal David di Donatello che dal Sindacato dei giornalisti cinematografici. I funerali si terranno lunedì 9 marzo in forma strettamente privata.
Dal 17 aprile su Sky ‘Diavoli’ con Alessandro Borghi
Nel nuovo thriller finanziario Kasia Smutniak e Patrick Dempsey
07 marzo 2020
13:36
– Arriva il 17 aprile su Sky, come annuncia il nuovo trailer appena rilasciato, Diavoli, il thriller finanziario internazionale targato Sky Original che dopo la première in Italia debutterà nei prossimi mesi anche negli altri Paesi del gruppo Sky e in Francia. Con un cast d’eccezione guidato da Alessandro Borghi (Il Primo Re, Suburra), Kasia Smutniak (Loro, Perfetti Sconosciuti) e Patrick Dempsey (La verità sul caso Harry Quebert), la serie – una storia di potere, segreti e disinganni ambientata nell’Olimpo della finanza mondiale – è stata girata tra Roma e Londra interamente in lingua inglese. L’appuntamento è per il 17 aprile dalle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming su Now Tv.
Diavoli, tratta dal bestseller “I Diavoli” di Guido Maria Brera (edito da Rizzoli), è prodotta da Sky Italia e Lux Vide e realizzata in collaborazione con Sky Studios, Orange Studio e OCS. La distribuzione internazionale è di NBCUniversal Global Distribution per conto di Sky Studios. La storia ruota attorno al profondo legame tra i due protagonisti: da un lato l’italiano Massimo Ruggero (Borghi), perfetto esempio di self-made man e spregiudicato Head of Trading di una delle più importanti banche di investimento del mondo, La New York – London Investment Bank (NYL); dall’altro, Dominic Morgan – interpretato da Patrick Dempsey – uno degli uomini più potenti della finanza mondiale, Ceo della banca e mentore di Massimo. Il sodalizio tra i due uomini inizierà a sgretolarsi quando, a causa dei segreti di Dominic, Massimo si troverà coinvolto in una guerra finanziaria intercontinentale e dovrà scegliere se fidarsi del suo mentore o se provare a fermarlo.
Da Loren a Hayek, su Netflix i film che ci ispirano
Nuova collezione “Scelti da lei” per celebrare l’8 marzo
07 marzo 2020
13:42
– E se per questo 8 marzo a scegliere un film o una serie per noi fosse Sophia Loren? Oppure Salma Hayek? E, perché no, la protagonista di Orange is the new black, Laverne Cox? Per la Giornata Internazionale della Donna, quest’anno dedicata al tema “I am Generation Equality: Realizing Women’s Rights (Generazione uguaglianza: per i diritti delle donne e un futuro di uguaglianza)”, Netflix e UN Women, l’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile, lanciano “Scelti da lei”: una speciale collezione di serie, film e documentari curata da creatrici e talenti femminili, davanti e dietro alla macchina da presa, in ogni parte del mondo. Una galleria, disponibile su Netflix tutto l’anno, composta da 55 titoli selezionati da altrettante pioniere del cinema, della tv e dell’intrattenimento, da Yalitza Aparicio a Millie Bobby Brown, Laurie Nunn, Lana Condor, Petra Costa, Ava Duvernay, Francesca Comencini, per (ri)scoprire le storie e i personaggi che hanno ispirato le donne che ci ispirano.
Si va da Unbelievable a Followers, Lionheart, Sex Education, Miss Americana, Storia di un matrimonio, Il silenzio degli innocenti, Joan Didion: il centro non reggerà, Nothing Hill, 2001: Odissea nello spazio, ma anche House of cards o Luna Nera.
“Tutti dovrebbero essere portavoce dei diritti e della libertà delle donne. È l’utopia più importante dei nostri giorni”, spiega Francesca Comencini, consigliando What Happened, Miss Simone, il documentario di Liz Garbus sulla cantante e attivista statunitense Nina Simone. “Avere un mondo in cui tutti siano realmente rappresentati è la vera democrazia”, aggiunge Laverne Cox, prima attrice transessuale candidata per un premio Emmy. Il suo suggerimento, il documentario Brené Brown: Trovare il coraggio. Mentre Sophia Loren ha scelto The Crown, la serie sulla royal family britrannica.
Vittorio Cecchi Gori agli arresti domiciliari, accolta l’istanza della difesa
Si attende adesso la decisione del giudice di sorveglianza
07 marzo 2020
13:38
Il giudice relatore del tribunale di Sorveglianza di Roma, accogliendo una istanza della difesa, ha dato parere favore a che il produttore cinematografico Vittorio Cecchi Gori sconti agli arresti domiciliari il cumulo pena per il crac Safin e quello relativo alla Fiorentina Calcio di cui era proprietario. La decisione del giudice dovrà essere ratificata dal tribunale di Sorveglianza.
Cecchi Gori, che è stato raggiunto nei giorni scorsi da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Corte d’Appello di Roma per un cumulo di pene di 8 anni, 5 mesi e 26 giorni, si trova attualmente piantonato al policlinico Gemelli per problemi di salute. Una volta dimesso potra’ fare ritorno a casa con possibilita’ di sottoporsi a controlli e terapie in ospedale come chiesto dalla difesa.
Torna Storia delle epidemie dell’infettivologo Ujvari
In libreria il 2 aprile
06 marzo 2020
10:41
STEFAN CUNHA UJVARI, STORIA DELLE EPIDEMIE (ODOYA, PP 352, EURO 20). Arriva una nuova edizione di ‘Storia delle epidemie’ di Stefan Cunha Ujvari, con la premessa dell’infettivologo Eugenio Paci e la prefazione di Moacyr Scliar, in libreria il 2 aprile per Odoya con illustrazioni.
Corpi “altri” rispetto a quello umano, che cercano rifugio nel nostro organismo, i virus sono i protagonisti di questa storia sociale delle epidemie. A noi “organismi ospiti” non resta che reagire nel migliore dei modi, ma cosa è successo nel corso della storia e in caso di contagio? L’infettivologo Cunha Ujvari, che esercita la professione in diverse strutture pubbliche e private in Brasile e Stati Uniti, ripercorre la storia delle epidemie più importanti, dalla peste di Atene del 482 a.C. a ebola, passando per la sifilide, il vaiolo, il colera e la Spagnola. E ci mette in guardia, insieme all’infettivologo italiano Eugenio Paci, sul nostro comportamento: se il virus è il nemico, la causa del diffondersi della malattia siamo noi e il nostro rapporto con l’altro, inteso come essere umano, a noi prossimo e con l’ambiente.
Nell’Ottocento una netta cesura fu prodotta dal lavoro di Pasteur e Koch che segnarono molti punti a favore di un ribaltamento dei rapporti di forza tra medicina e malattia; nel 1928 la penicillina ha infine ribaltato la situazione precedente. Fino agli anni Ottanta il genere umano ha vissuto nella convinzione che la scienza avesse vinto tutte le malattie più pericolose. Tuttavia, come la vicenda della mutazione del virus di immunodeficienza delle scimmie (Aids) ci ha insegnato gli antibiotici hanno vinto numerose battaglie, ma non la guerra. Cunha Ujvari in questo libro divulgativo ci spiega che per proseguire questa lotta, nel presente e nel futuro, bisogna analizzare la politica medica globale e le concause originate dai rapporti geopolitici.
Coronavirus: Vasco Rossi in California, ‘qui pochi casi perché un tampone costa 3.200 dollari’
Posta su facebook una foto con la mascherina con alcune sue considerazioni e hashtag #orgoglioitaliano
06 marzo 2020
10:38
“Corona… Che arrivato anche in California… I casi accertati sono pochi!? Anche perché i tamponi costano 3.200 dollari (sì, avete capito bene) e naturalmente pochissimi possono o potranno permettersi di farlo. Ecco spiegato il motivo per cui magicamente qui l’emergenza non è grave come da noi in Italia”: lo scrive Vasco Rossi in un post su facebook, pubblicando una sua foto con una mascherina.
“Chissà quanti sono già ammalati e lo saranno – conclude Vasco – senza che la CNN o STRUMP si debbano preoccupare. Meditate gente… Meditate! #laverità #coronavirus #news #paesechevaiusanzachetrovi #orgoglioitaliano #volicancellati #isteria #statiuniti #inghilterraitalia”:

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Donne d’oggi, Le ragazze stanno bene
Dal femminismo alle sfide del futuro
06 marzo 2020
10:29
GIULIA CUTER, GIULIA PERORA – LE RAGAZZE STANNO BENE – (HARPER COLLINS ITALIA, 16 EURO, PP 235) – “Al di là di tutto ciò che ancora ci manca, di tutto quello che è perfettibile e migliorabile della nostra epoca, ciò che ci interessa raccontare sono le sfide e le grandi possibilità che si aprono di fronte a noi. Non sarà un viaggio semplice, perché spesso non è semplice essere una giovane donna, ma di certo gli strumenti non mancano. Tutto sommato, le ragazze stanno bene”.
Giulia Cuter e Giulia Perora hanno affrontato nel loro nuovo libro, il secondo dopo “Senza rossetto”, podcast e newsletter per raccontare le donne di ieri e di oggi, i grandi temi dell’essere donna, attraverso le loro esperienze personali, le letture, la cronaca, le ricerche e il confronto con il passato.
Nel libro, intitolato ‘, Le ragazze stanno bene’, pubblicato Da Harper Collins Italia, le autrici raccontano le cose che le giovani donne contemporanee non vogliono più essere: non le spose sottomesse degli anni Cinquanta, tutte casa, cucina, marito e figli, ma nemmeno le femministe arrabbiate degli anni Settanta, con i loro falò di reggiseni e l’odio per i maschi.
Perché le ragazze contemporanee sono già donne in carriera, politiche impegnate, esseri umani indipendenti nella gestione del proprio corpo e della propria vita sentimentale e sessuale.
Eppure quelle ragazze continuano a essere anche figlie, fidanzate, madri, spose. Le due autrici si chiedono allora come non rimanere prigioniere dell’uno o dell’altro modello. Come ripensare al femminismo, quello storico e con la effe maiuscola che un po’ spaventa per la sua complessità e un po’ respinge per la sua fermezza, alla luce dei cambiamenti intercorsi fra quegli anni e questi. Per arrivare alla grande domanda: è possibile oggi non rinunciare al femminismo ma neppure alla femminilità? Per rispondere a queste domande le due Giulia partono dall’arrivo delle prime mestruazioni, tappa obbligata nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza di ogni donna: “Ti rovineranno ogni futura vacanza, perché ovviamente, arriveranno sempre la sera prima della tua partenza”. Oppure. “La notte prima della maratona di Londra mi è venuto il ciclo, faceva un male terribile. Sarebbe stata la mia prima maratona e ricordo ancora la mia agitazione. Avevo passato un intero anno ad allenarmi duramente, ma mai durante il ciclo” scriveva Kiran Gandi sull’Huffington Post nel 2015.
Dal corpo femminile, si passa poi ad affrontare il tema dell’educazione sessista: “Le bambine sono dolci e tranquille in quanto tali o perché insegniamo loro a esserlo? I bambini amano tutti automaticamente le macchinine e le pistole? Il rosa è da femmine e l’azzurro da maschi?”. Altri temi analizzati i rapporti affettivi e il mondo del lavoro, ma tutto dall’ottica esclusivamente femminile di due giovani donne contemporanee. Le due autrici ripercorrono alcune fra le prime più significative tappe della vita di ogni donna, dipinte in un momento storico, il nostro, in cui le questioni femministe sono diventate ormai quotidiane, e non si deve più temere di non esserne all’altezza.
Non ci resta che trovare una nuova strada su cui fare camminare insieme le femministe di ieri e le donne di oggi.
Ragonese, io ‘grande madre’ dei migranti a Palermo
Tutto il giorno davanti, su Rai1 il 10 marzo
06 marzo 2020
19:57
“E’ stata l’occasione di dare voce, senza falsa retorica, a persone, e voglio sottolineare persone, che vengono genericamente chiamati migranti, e sempre ridotti a dei numeri. Ci siamo liberamente ispirati a una storia vera che non è mai stata portata sullo schermo quella di una donna, Agnese Ciula, che nel film si chiama Adele che è stata lungimirante, una madre, assessore alla cittadinanza sociale a Palermo, non un’eroina, ma una persona in grado di guardare dove altri non distolgono lo sguardo”.
Isabella Ragonese, da sempre si divide tra cinema (candidata al David per Mio fratello rincorre i dinosauri) e tanta tv, (reduce dal successo della miniserie su Rai1 ‘La Guerra è finita’ con Michele Riondino) torna sull’ammiraglia Rai martedì 10 marzo alle 21.15 nel film tv con ‘Tutto il Giorno davanti’, di Luciano Manuzzi (che cura anche la sceneggiatura con Federica Pontremoli) nel ruolo di Adele ispirato a quello dell’ex assessora palermitana ai servizi sociali che mise a punto, racconta “Lo strumento del tutoraggio volontario dei minori non accompagnati, (durante l’emergenza sbarchi 2012 e il 2017)”. Il Tv Movie è prodotto da Angelo Barbagallo e Rai Fiction e vede nel cast Andrea Tidona, Paolo Briguglio, Sara D’Amario, Selene Caramazza, Aurora Quattrocchi, Massimo Sestini. Ragonese confessa “tra tanti film e serie tv che ho realizzato nella mia carriera è la prima volta che mi capita di girare nella mia città Palermo. E’ stato un regalo. Uno strumento quello messo a punto da Agnese – ricorda l’attrice – che non dimentichiamo è entrato nella legge, e questo grazie a una donna, una vera pioniera. Adele Cucci ha una vita decisamente intensa e faticosa. Ha due figli che comportano gli impegni a cui devono assolvere tutte le mamme”. Adele li accudisce, li accompagna a scuola, prepara loro da mangiare, se è il caso li rimprovera e li consola quando sono tristi. Nella vita della donna, però, oltre ai figli ci sono altri quattrocento ragazzi che ogni giorno hanno bisogno del suo aiuto. Da quando è assessore alle politiche sociali di Palermo, infatti, le sono stati affidati i minori sbarcati in città senza i loro genitori. Ufficialmente è la loro referente, la tutrice legale, ma in realtà è come una madre. Ogni giorno, Adele affronta mille ostacoli, problemi e imprevisti. Quando va a letto, però, è orgogliosa di avercela fatta ancora una volta. “Agnese – aggiunge Ragonese – ha preso atto di un’emergenza e ha proposto la sua soluzione, un piccolo gesto per lei normale che è diventato un esempio per tanti”.
Come si sviluppa il film? “E’ un taglio inedito- risponde – nell’arco di una sola giornata che parte come le altre nella vita di questa donna, all’alba, eccezionale per il solo risultato di arrivare alla sera. La giornata di una mamma che deve accompagnare a scuola, ascoltare, capire, sgridare e consolare i suoi due figli per poi scappare al lavoro dove l’aspettano altri quattrocento ragazzi e bambini a cui badare”. Infatti spiega Ragonese rispondendo proprio alla domanda della figlia più piccola che si sente defraudata della sua presenza del suo affetto perchè troppo presa dal lavoro con i ragazzi, e giustamente come tutti i figli reclama affetto, risponde nel modo più diretto ed elementare di fatto a tutti coloro che hanno paura dell’altro che temono l’appropriazione di un campo altrui: “ma se tu arrivassi in paese straniero non vorresti trovare qualcuno che ti accoglie?”. Le giornate di Adele sono così da quando, dopo la nomina ad assessore le sono stati affidati centinaia di minori stranieri non accompagnati sbarcati in città. Agnese è diventata il loro tutore legale, la loro responsabile, la loro referente. Insomma è diventata la loro… mamma. Il tempo sembra non essere mai abbastanza: decisioni, ostacoli, problemi, corse, sbagli, fallimenti e soddisfazioni riempiono ogni minuto della sua vita indissolubilmente intrecciata a le vicende personali delle centinaia di minori a lei affidati.
Ragonese dall’8 marzo darà voce a tutti i personaggi di Indomite – Storie di donne che fanno ciò che vogliono” è il box set che RaiPlay offre in esclusiva dall’8 marzo per celebrare il mondo femminile, in occasione della Giornata internazionale delle donne. Si tratta di 30 mini biografie in animazione. “audaci di tutte le epoche, dall’antichità ai giorni nostri, di differenti origini culturali, sociali o nazionali, la maggior parte di loro restate nell’ombra. Scopriamo il destino di Agnodice, una ginecologa dell’antica Grecia che è stata costretta a travestirsi da uomo per praticare la medicina, di Wu Zetian, ex concubina che divenne l’unica imperatrice nella storia della Cina, di Nzinga, regina di Ndongo e Matamba, due regni africani del XVII secolo nell’attuale Angola, che si è schierata contro i coloni portoghesi. E ancora: di Hedy Lamarr, attrice e produttrice di Hollywood, ma soprattutto inventrice della tecnologia alla base del Wifi, di Joséphine Baker, ballerina e partigiana, che si impegnò per i diritti civili negli Stati Uniti e marciò al fianco di Martin Luther King, dell’italo-americana Giorgina Reid, artefice del salvataggio del primo faro sulla costa di New York, di Leymah Gbowee, leader del Movimento Liberiano per la Pace delle Donne, vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2011 e tante altre”. La serie a cartoni animati, ispirata ai due libri dal titolo “Indomite – Storie di donne che fanno ciò che vogliono” dell’illustratrice e fumettista francese Pénélope Bagieu, è stata selezionata da Rai Ragazzi, che ne ha prodotto l’edizione italiana
Esordiente nel 2006 con Emanuele Crialese in “Nuovomondo”, Ragonese è stata protagonista di “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzi’, per cui e’ stata candidata al “Nastro d’argento” come migliore attrice, premio vinto nel 2010 per “La nostra vita” di Daniele Luchetti. Sono seguiti “Viola di mare”, “Due vite per caso”, “Oggi sposi” di Luca Lucini, “Dieci inverni” di Valerio Mieli. Ricordiamo la presenza nel cast de Il Giovane Favoloso, di Mario Martone con Elio Germano, in “Sole cuore amore” di Daniele Vicari ma anche in tutte le stagioni di Rocco Schiavone con Marco Giallini (nel ruolo della moglie defunta che appare in sogno al consorte) ed e’ stata madrina della 67/a Mostra del Cinema di Venezia.
L’amica Geniale chiude con 7 milioni e guarda al futuro
Andreatta, in fase di scrittura il terzo capitolo, è la bella tv
04 marzo 2020
10:18
Le vicende di Lila e Lenù raccontate nell'”Amica geniale”, anche nella seconda stagione della fiction (“Storia del nuovo cognome”), tratta dalla quadrilogia dei bestseller (e/o) di Elena Ferrante, si confermano tra le più amate dal pubblico televisivo. Gli ultimi due episodi, trasmessa lunedì 2 marzo su Rai1, sono stati seguiti rispettivamente da 7 milioni 110mila spettatori il primo (25.81 per cento di share) e da 6 milioni 757mila spettatori (31.05 per cento) il secondo.
Nelle ultime due puntate, Fantasmi e La fata blu, le due amiche sono lontane. Gli anni all’università di Pisa hanno trasformato Elena (Margherita Mazzucco) in una ragazza elegante, colta e disinibita. Tornata a casa per le vacanze trova molti cambiamenti nel rione. Lila (Gaia Girace) è sempre più avvilita e sfiduciata e dedica tutta la sua energia nel suo ruolo di madre del piccolo Rinuccio. Rientrata a Pisa, Lenù si concentra sullo studio, ma è distratta da ricordi e dalle pagine scritte dalla sua amica.
Con questi dati di ascolto la serie di Saverio Costanzo, per due episodi (quelli girati ad Ischia) firmata anche da Alice Rohrwacher (Lazzaro felice), sorella della nota attrice Alba che qui aveva il ruolo di voce narrante, si proietta direttamente nel futuro. La domanda che molti si pongono adesso è: vedremo una terza stagione? E quando? A sciogliere il dubbio e il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta che conferma che la terza stagione è in fase di scrittura. “L’eccellente conclusione di Storia del nuovo cognome – sottolinea – conferma la grande accoglienza e la continuità dell’ascolto da parte del pubblico in tutte le sue fasce e con dati importanti nei segmenti femminili, nei laureati (oltre il 35%) e in tutte le classi socio-economiche. Ha vinto la bella televisione, quella del racconto di sentimenti profondi come l’intensità anche dolorosa di un’amicizia e la forza aspra e generosa della vita. Un lavoro di questa qualità non può che nascere da una comunione di intenti e dal più alto livello creativo, professionale e produttivo. La potenza dei romanzi di Elena Ferrante e la regia innovativa e sfidante di un autore come Saverio Costanzo. E poi, con loro nella scrittura, Francesco Piccolo e Laura Paolucci, e la squadra dei produttori – con Rai Fiction, Fandango, The Apartment, Wildside e HBO – che hanno permesso a una storia italiana di competere con il meglio della fiction internazionale. E infine grazie a loro, a Lenù e Lila, a Margherita Mazzucco e Gaia Girace, due indimenticabili e vitalissime compagne di viaggio nel nostro immaginario. Intanto, il nostro lavoro continua con la terza stagione che è in scrittura”.
Il terzo capitolo della saga, intitolato “Storia di chi fugge e di chi resta”, si svolge negli anni ’70. Elena-Lenù sta per sposarsi con Pietro quando torna a Napoli e scopre che Lila sta male a causa del massacrante lavoro in fabbrica. Le loro vite poi si separano. Elena torna a Firenze, si sposa e ha due figlie, Adele ed Elsa, ma il matrimonio non funziona. A Napoli, Lila si fidanza con Enzo e lo aiuta a studiare informatica: diventano due programmatori. Nel rione, però, il clima sociale rimane molto teso e Lila chiede a Elena di ospitare suo figlio Gennaro per l’estate. Nino Sarratore, intanto, ritorna nella vita di Elena, diventandone l’amante e spingendola a separarsi da Pietro.
Le giovani interpreti avevano dichiarato di essere sotto contratto durante la conferenza stampa di presentazione, lasciandosi sfuggire che, se fosse stato confermato il terzo capitolo, sarebbero state presenti solo nelle prime due puntate e poi sostituite con attrici più adulte. Su chi dovrebbe prendere il loro posto si fa largo il nome della stessa Alba Rohrwacher nel ruolo di Lenù, ma è un ipotesi, la sua versione anziana dovrebbe essere invece Elisabetta De Palo, comparsa in un flash forward nella scena d’apertura del primissimo episodio.
Niente invece sul ruolo della Girace.
Intanto, la serie arriva negli Stati Uniti: My Brilliant Friend (questo il titolo internazionale) è trasmessa da Hbo e la seconda stagione, The Story of a New Name, va in onda negli Usa dal 16 marzo.
Il Met chiude l’esperimento Breuer con la mostra di Richter
Oltre cento pezzi in maxi-rassegna, al centro Birkenau 2014
NEW YORK
03 marzo 2020
19:43
– Per il Metropolitan Museum di New York l’esperienza del Met Breuer si chiude in bellezza: “Painting After All”, una rassegna di oltre cento opere del maestro della pittura concettuale Gerardt Richter sarà dal 4 marzo fino al 5 luglio l’ultima in otto anni di occupazione da parte del museo sulla Quinta Strada dell’edificio disegnato da Marcel Breuer e in precedenza sede del Whitney. La mostra, la prima in quasi 20 anni, include opere su un arco di sessant’anni dell’87enne artista di Dresda, tra cui pezzi mai visti negli Stati Uniti come la serie “Cage” del 2006, un omaggio al compositore e filosofo John Cage, i quattro controversi pannelli del ciclo “Birkenau” del 2014 e il nuovo lavoro in vetro “House of Cards” del 2020.
Il percorso espositivo esplora il dialogo pluridecennale tra rappresentativita’ e astrazione nella produzione di Richter, un artista che non ha mai usato il pennello se non negli anni della formazione come giovane esponente del realismo socialista nell’allora Germania dell’Est. “E’ uno dei piu’ grandi artisti del nostro tempo, nella cui opera vediamo un regolamento di conti con la storia e la memoria, sia a livello personale che collettivo”, ha detto il direttore del Met, Max Hollein.
“Birkenau” e’ un esempio di questo sforzo: punto di partenza sono le uniche quattro foto scattate segretamente da prigionieri del campo di sterminio che, contrabbandate fuori dal lager da partigiani polacchi, sono diventate potenti immagini degli orrori dell’Olocausto per generazioni a venire. Richter, nato sotto il regime di Hitler, aveva visto un particolare di queste foto da giovane e ne era rimasto ossessionato per decenni prima di riuscire ad affrontarle artisticamente con l’imprimatur dell’Auschwitz Birkenau Museum dove i negativi sono archiviati.
Allargate, lavorate e rilavorate fino a diventare una trasposizione astratta di quell’orrore, le quattro immagini dai toni cupi fanno da contrappunto alle luminose immagini astratte dello stesso tipo esposte in una galleria adiacente.
Con Richter si chiude l’esperimento del Met al Breuer: in luglio l’edificio del maestro del modernismo passera’ alla Frick Collection a sua volta impegnata in un progetto di ristrutturazione. Per il Metropolitan gli otto anni su Madison Avenue sono stati particolarmente intensi sul fronte dell’arte del nostro tempo: ma oltre a rassegne dedicate a nomi come Diane Arbus, Siah Armajani, Vija Celmins, Lucio Fontana, Marisa Merz, Nasreen Mohamedi, Mrinalini Mukherjee, Lygia Pape e Jack Whitten sono state organizzate mostre che hanno attinto alla vocanzione enciclopedica del museo: come “Like Life: Sculpture, Color, and the Body (1300-Now)” e “Unfinished: Thoughts Left Visible”.
Lady Gaga annuncia nuovo album, Chromatica
A pochi giorni da uscita singolo. Uscirà il 10 aprile
NEW YORK
03 marzo 2020
19:12
Si chiamerà ‘Chromatica’ e sarà il sesto album per Lady Gaga. Lo ha annunciato la stessa popstar con un post su Instagram. Si tratta del sesto album e uscirà il prossimo dieci aprile. La notizia di un nuovo album segue di pochi giorni l’uscita del singolo ‘Stupid Love’, accompagnato anche da un video in cui Gaga appare come un’eroina extra-terrestre tutta in rosa.
“Benvenuti in Chromatica – scrive Lady Gaga su Instagram – in uscita il 10 aprile”. Poi aggiunge che la foto del post non è quella della copertina. La foto è un logo in rosa con un simbolo che è la combinazione di uno sperma e una lancia.
Secondo quanto si vede sulla pagina di iTunes, l’album conterrà 16 brani e oltre al formato digitale sarà disponibile anche su cd, vinile e persino cassetta.
A due donne il premio Pritzker, il Nobel dell’architettura
Le irlandesi Yvonne Farrell e Shelley McNamara, tra i loro lavori la Scuola di Economia dell’università Bocconi di Milano
03 marzo 2020
20:19
Nel mondo dell’architettura non c’e’ premio piu’ prestigioso del Pritzker: quest’anno il riconoscimento considerato il Nobel per un architetto e’ andato a due donne, Yvonne Farrell e Shelley McNamara, le fondatrici dello studio Grafton di Dublino. Nel corso di una carriera pluridecennnale Farrell e McNamara hanno disegnato edifici iconici come la Scuola di Economia della Bocconi di Milano (la loro prima commessa internazionale) e nel 2018 hanno curato la Biennale di Architettura di Venezia all’insegna “della generosità di spirito e il senso di umanità che l’architettura colloca al centro della propria agenda, concentrando l’attenzione sulla qualità stessa dello spazio”.
Il premio viene assegnato dal 1979 dalla Fondazione Pritzker di Chicago: ando’ per la prima volta a Philip Johnson e poi tra gli altri, a Frank Gehry, Norman Foster, Rem Koolhaas, Robert Venturi, e, l’anno scorso, ad Arata Isozaki, l’ottavo giapponese. Due italiani hanno vinto un Pritzker, Aldo Rossi e Renzo. Solo altre tre donne pero’ hanno vinto un Pritzker in passato, a dimostrazione di uno sbilanciamento ai livelli piu alti della professione: Zaha Hadid nel 2004, Kazuyo Sejima nel 2010 (con Ryue Nishizawa) e Carme Pigem nel 2017 (con Ramón Vilalta e Rafael Aranda).
Quest’anno, nella motivazione, la giuria composta da architetti e professori e presieduta dall’ex giudice della Corte Suprema Stepher Breyer, ha ammesso che il mondo dell’architettura resta tuttora “dominato da maschi”. Note per i loro robusti edifici in cemento e pietra, Farrell e McNamara hanno costruito soprattutto in Irlanda da quando nel 1978 hanno fondato lo studio Grafton: tra le loro opere, il nuovo Ministero delle Finanze a Dublino e il Solstice Arts Center nella vicina citta’ di Navan. Grafton Architects sono famose soprattutto per scuole e universita’: fu proprio il design del campus della Bocconi, nominato Edificio Mondiale dell’Anno al Festival dell’Architettura di Barcellona, che fece guadagnare a Farrell e McNamara notorieta’ internazionale.
Altri edifici progettati per istituzioni accademiche sono all’University College di Dublino, la Scuola di Economia di Tolosa, la London School of Economics e il campus della scuola di ingegneria e tecnologia di Lima in Peru’, per il quale le due architette hanno vinto nel 2016 il RIBA International Prize.
Morta Elisabetta Imelio, tra i fondatori dei Prozac+
Acido Acida inno di una generazione alla fine degli anni ’90, uccisa dal cancro a 44 anni
PORDENONE
02 marzo 2020
10:06
Acido Acida è stato un pezzo che ha segnato una generazione, alla fine degli anni ’90, una hit popolare da sentire a loop con quel ritmo ossessivo e le sfumature punk. La bassista dei Prozac+, Elisabetta Imelio è morta, portata via da un cancro a soli 44 anni. Era ricoverata all’ospedale Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Pordenone) nella sua regione, il Friuli. Aveva fondato con Gian Maria Accusani ed Eva Poles il gruppo indie, una delle più note band di alternative punk di quegli anni Novanta che con il secondo album Acido Acida scalò le classifiche arrivando a vendere 200mila copie, una cifra altissima per una formazione indie underground lontana dal circuito mainstream. Imelio aveva fondato con Accusani anche il gruppo Sick Tamburo. Un concerto due anni fa a Treviso aveva festeggiato in un modo assolutamente autentico i 20 anni della loro canzone più nota, quella che sull’onda del ricordo e della commozione per la notizia della sua scomparsa prematura tutti i ventenni di allora ricordano con il cuore spezzato.
Il male era arrivato nel 2015, un cancro al seno per il quale si era sottoposta a cure pesanti, compresa la chemioterapia diventata poi oggetto di una canzone. Gian Maria Accusani aveva scritto per lei «La fine della chemio». Originariamente pubblicata nel quarto disco della band, «Un giorno nuovo» (2017), la canzone era stata reincisa nel 2018 per beneficenza con il contributo di Jovanotti, Tre Allegri Ragazzi Morti, Manuel Agnelli, Samuel, Elisa, Meg, Lo Stato Sociale, Pierpaolo Capovilla ed Eva Poles dei Prozac+. «L’ho ascoltata per la prima volta in macchina, mentre andavo all’ospedale – aveva rivelato la Imelio a Vanity Fair – È stato un istante, più potente della chemio, degli antidepressivi, degli incontri con la psicologa e di mille terapie coadiuvanti. Mi è arrivata addosso una bomba d’amore e di speranza, un’energia che mi ha dato gioia, forza e volontà indispensabili per affrontare tutto questo».
Dopo essersi sciolti informalmente nel 2007 dopo 5 album e un Greatest Hits, per dedicarsi ad altri progetti a distanza di più di 10 anni, nel 2018, i Prozac+ avevano organizzato due concerti-reunion, al Circolo Magnolia di Segrate il 26 maggio e il 31 agosto a Treviso nell’ambito di Home Festival. Con i Sick Tamburo (sotto i cui passamontagna neri c’erano Gian Maria-Mr Man e lei, Elisabetta – Boom Girl) avevano lavorato fino ad un anno fa, per Paura e l’amore, l’ultimo lavoro, poi la malattia era tornata a guastarle la vita, attaccando il fegato. Poco prima della fine aveva voluto sposare il compagno Francesco.
Insieme al marito lascia anche un figlio piccolo.
Berlino: Germano, dedico il premio a tutti gli emarginati
Orso argento per Volevo nascondermi, “un film molto faticoso”
BERLINO
01 marzo 2020
12:40
“Volevo ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a questo film, che è stato molto faticoso…Quindi tutte le persone coinvolte in questo lavoro, da Giorgio Diritti ai produttori e ai volontari, che ci hanno aiutato molto”. È quello che ha detto stasera Elio Germano, sul palco del Gala della Berlinale, nel ritirare l’orso d’argento come migliore attore della 70/ima edizione del festival. “Lo voglio dedicare, questo premio, a tutti gli storti, tutti gli sbagliati, tutti gli emarginati, tutti i fuori casta – ha aggiunto – e ad Antonio Ligabue e alla grande lezione che ci ha dato, che è ancora con noi, che quello che facciamo in vita rimane. Lui diceva sempre ‘Un giorno faranno un film su di me’, ed eccoci qui!
Da Murgia a Bowerman, in tv 20 Donne che sfidano il mondo
Per Festa della donna, su Tv2000 docuserie ritratti al femminile
28 febbraio 2020
09:48
Cosa hanno in comune la scrittrice Michela Murgia e l’operatrice anti tratta Francesca De Masi? La chef Cristina Bowerman, dalla Puglia agli Stati Uniti, andata e ritorno con stella Michelin, e la stuntwoman Romina Bobba? E la giornalista d’inchiesta Floriana Bulfon, che ha raccontato le pieghe nere dei Casamonica a Roma, e la direttrice d’orchestra Nicoletta Conti, che ha fatto della musica la sua vita? Sono tutte “Donne che sfidano il mondo”, come il titolo della docuserie di Tv2000, scritta da Riccardo Brun, Paolo Rossetti e Francesco Siciliano e prodotta da Panama film, in onda dal 3 marzo – proprio nella settimana della Giornata Internazionale della donna – dal martedì al venerdì alle 19.30. Venti puntate, per venti storie, raccontate dalle stesse protagoniste.
“Per una tv come la nostra affrontare il tema della donna non è solo un’esigenza di attualità, ma una precisa responsabilità”, esordisce il direttore di Tv2000 Vincenzo Morgante, presentando la serie nell’archivio centrale dell’Unione Donne Italiane.
“Ognuna delle venti protagoniste – spiega – offre un contributo personale, ognuna nel proprio campo, nel ridisegnare il ruolo femminile all’interno della società, che non può essere di secondo piano. Cosa hanno in comune? Nulla. Ognuna di loro è unica e irripetibile così come la vicenda che l’ha portate fino a qui. Ma sono anche legate da un filo rosso di eccellenza in quello che fanno, spesso sfondando una barriera, aprendo una porta chiusa, spostando ogni giorno la linea del proprio traguardo un po’ più in là. Lo fanno per loro stesse e per le donne di domani”.
“Non siamo partiti con l’idea di dover raccontare le donne come parte di una pinacoteca da costruire e alimentare con nuove figurine – aggiunge Francesco Siciliano – Ma di raccontare il presente attraverso un’angolazione particolare”. Ecco allora la campionessa di kick boxing Gloria Peritore, che “sul ring” ha scoperto “quanta forza avevo e come portarla fuori, anche nella vita”. O l’ecostilista Eleonora Riccio, che ha lasciato la sua carriera per importanti brand, per dedicarsi al Made in Italy e all’artigianalità. O l’architetta delle periferie Guendalina Salimei, la cui storia è stata raccontata al cinema da Paola Cortellesi. E poi ancora, una dopo l’altra, la restauratrice di auto d’epoca Giovanna Parascandolo; la campionessa di braccio di ferro Chiara Acciaio; la presidente AFEVA Giuliana Busto; la cercatrice di piante rare Isabella Dalla Ragione; l’insegnante ai bambini oncologici Daniela Di Fiore; la liutaia Ezia Di Labio; la docente di italiano e storia nel carcere minorile di Nisida Maria Franco; la ex direttrice dei Musei Capitolini e direttrice del Museo Barracco di Roma Marina Mattei; la chirurga vascolare Carmen Pediliggieri; l’ispettore capo commissario di Scampia, Veronica Quaranta; la presidente di Casamica onlus, Lucia Vedani.
Tutte donne animate da una passione che spesso le ha portate a discostarsi dalla strada che la società o la famiglia avevano tracciato per loro, intraprendendo una via nuova, non battuta, più difficile. “Le abbiamo scelte cercando l’unicità in quello che facevano e come lo facevano”, spiega Paolo Rossetti, magari con l’obiettivo di “ispirare altri a percorrere la stessa strada”. “Abbiamo anche cercato donne che onorassero il titolo della serie – aggiunge Riccardo Brun – Ognuna di loro ha sfidato qualcosa: uno stereotipo, se stessa o il brutto che vedeva. E cambiando un pezzettino di noi stessi, si cambia anche un po’ il mondo”.
I raffreddori di André Francois
In libreria il 27 febbraio per Orecchio Acerbo
28 febbraio 2020
10:25
ANDRE’ FRANCOIS, I RAFFREDDORI (ORECCHIO ACERBO, PP 84 EURO 10) – E’ cosa risaputa che i raffreddori non si devono prendere e sta qui la loro fortuna. Non si sono estinti, anzi questa circostanza ne ha favorito sia la diffusione sia la moltiplicazione di varietà. C’è quello di testa, quello trascurato e quello mortale. Ce lo racconta un piccolo capolavoro del doppio senso, ‘I Raffreddori’ di cui è autore e illustratore André François, maestro assoluto del libro illustrato per bambini, che arriva in libreria il 27 febbraio per Orecchio Acerbo nella traduzione dal francese di Paolo Cesari.
Un libro per i piccoli che con la sua bellezza ed ironia può risollevare l’animo anche agli adulti. Ecco dunque il Raffreddore passeggero che sfreccia a bordo di un’automobile con autista e il Raffreddore problematico disteso sul lettino dello psicoanalista. Ma i più diffusi sono i Raffreddori belli e brutti. Ci sono persone che passano a letto giorni interi con loro, altri li fanno passare, altri li prendono facilmente. La scelta vincente comunque è non prenderlo del tutto, visto che in giro ce ne sono davvero molti.
Nel libro anche le creature estinte che devono imputare la loro scomparsa a fattori esterni come il Kubo, poco utile con la sua forma: “Non aveva né ali, né mani, né gambe, né coda” o la Rana divoratrice di marmellata, molesta, oltre che ladra, che “è stata sterminata”.
Pittore, scultore, scenografo teatrale, illustratore e autore di libri, André François, morto a 90 anni nel 2005, è considerato uno delle personalità più significative in campo artistico del XX secolo. Il libro che lo ha reso famoso in tutto il mondo è ‘Les larmes de crocodile’, ha esposto nei principali musei di tutto il mondo da Amsterdam a Tokyo ad Hannover. Nato in Romania nel 1915, è emigrato nel 1934 e si è stabilito a Parigi dove si è fatto subito notare per la disinvoltura con la quale tratta i soggetti più diversi. Il suo talento dalle mille sfaccettature si mostra sulle copertine di riviste come Vogue, Citroën, le Nouvel Observateur. Pittore e scultore, André Francois ha illustrato Jacques Prévert, Boris Vian e Alfred Jarry, è stato creatore di manifesti, scenografo teatrale, pittore e scultore.Un terribile incendio ha devastato il suo atelier nella notte fra il 19 e il 20 dicembre 2002 dove è andata perduta la quasi totalità delle sue opere e i suoi archivianche i suoi archivi. Ma nella primavera del 2004, una mostra – oltre sessanta opere create dopo l’incendio – è stata allestita al Centro nazionale d’arte contemporanea George Pompidou.
La storia di un pesce rosso in un bar: ‘Aridatece Martin’
La lotta impari tra tre Guardie Zoofile e il proprietario di un pesciolino rosso, mascotte del bar ‘Il piccolo diavolo’ a Roma
27 febbraio 2020
11:22
C’era una volta un pesce rosso di nome Martin che viveva beato nella sua boule su uno scaffale del bar Il Piccolo diavolo in piazza Cola di Rienzo a Roma. Era l’attrazione dell’esercizio e tutti i clienti si informavano delle sue condizioni di salute. Il proprietario, il barista, rispondeva contento a tutti.
Fino a che la scorsa settimana hanno fatto il loro ingresso al Piccolo diavolo tre guardie zoofile : e anche loro cominciano ad informarsi delle condizioni di Martin. Lo guardano, lo riguardano, lo fotografano. Ma tutta questa notorietà non è a fin di bene. Infatti, dopo lunghe consultazioni le guardie informano il barista di aver deciso di sequestrare il pesciolino. Il ragazzo scoppia in lacrime, non può pensare di separarsi da Martin. E allora, per evitare il distacco definitivo, il barista propone un cambio di domicilio per la mascotte del Piccolo diavolo: il pesciolino traslocherà dalla sua boule in piazza Cola di Rienzo ad uno spazioso acquario a casa della mamma del ragazzo.
Le dubbiose guardie zoofile acconsentono ma elevano comunque al ragazzo una multa di 100 euro. E non paghe, nel pomeriggio vanno a verificare se le nuove condizioni abitative del pesce soddisfano i loro standard.
Tre guardie contro un pesciolino…ecco qui tutti i problemi di Roma. E il proprietario del bar, con la proverbiale ironia capitolina esibisce una maglietta con su scritto: ‘Aridatece Martin’
Tv: Amici serale riparte dalle Sardine
Dal 28 febbraio il talent di Maria De Filippi
26 febbraio 2020
19:48
“Amici” al tempo di nuove tecnologie, coronavirus, sardine e cyberbullismo. Il serale del talent di Canale 5, alla cui guida è sempre Maria De Filippi, è pronto a ripartire da venerdì 28 febbraio, in diretta in prima serata. Con un mese e mezzo di anticipo rispetto alla tradizione per “esigenze legate al palinsesto della rete”. Sei puntate e dieci ragazzi (sei cantanti e quattro ballerini) in gara per conquistare la vittoria finale, più altri tre appuntamenti “celebrativi”, una sorta di “festa” con il vincitore di questa edizione e alcuni dei protagonisti di quelle precedenti (già confermati Enrico Nigiotti e Michele Bravi per il canto, Vincenzo e Sebastian per il ballo). “La novità sarà l’assenza di squadre e dei direttori artistici: tutti saranno contro tutti fin da subito – svela Maria De Filippi, chiamata a un superlavoro in questi giorni tra Uomini e Donne, Amici e le ultime puntate di C’è Posta per te -. Ci saranno tre gironi a classifica, con tre giurie a votare: televoto, professori (e Var formata da Beppe Vessicchio e Luciano Cannito) e giuria tecnica con Loredana Bertè, Vanessa Incontrada e Gabry Ponte, più il jolly Tommaso Paradiso”. E ci sarà anche un segmento Amici Prof, con gli insegnanti che saranno giudicati a loro volta. Per il canto dovranno cimentarsi con i successi di Al Bano e Romina (ospiti fissi). “Un ribaltone”, lo definisce Maria. Conferme (come quella del coreografo Giuliano Peparini),,ma anche grandi cambiamenti dunque, per un talent, che nonostante qualche difficoltà riscontrate dal genere negli ultimi tempi, rimane sempre il più longevo della tv italiana e anche nel mondo. Novità è anche il trasloco al venerdì sera (con conseguente scontro diretto con l’amico Carlo Conti e la sua Corrida su Rai1), almeno per le prime tre serate. Poi con la conclusione stagionale di C’è Posta, traslocherà al consueto sabato. “Arrabbiata no, dispiaciuta sì – commenta Queen Mary, che schiva invece ogni commento sulla rivalità con Milly Carlucci – non sono contenta di andare contro Carlo, ma capita. E capita per tre puntate”. Sulla questione scherza anche Conti, intervenendo via videomessaggio: “Con tutti i giorni della settimana che ci sono, proprio il venerdì? Sono arrabbiato parecchio perché non posso vedere Amici”. Di amicizia a rischio non vuole sentir parlare nessuno dei due e all’unisono dicono: “Non è una gara. Vince solo il pubblico”. Nella prima puntata in studio arriveranno tre esponenti delle sardine: Mattia Sartori, Jasmine Cristallo, Lorenzo Donnoli per un intervento contro l’odio. “Sono molto contenta che abbiamo accettato il mio invito. Le sardine non sono un partito politico e non credo che la loro presenza possa essere strumentalizzata. Diverso è se avessi invitato Matteo Salvini”, ha sottolineato la conduttrice. Come ospiti hanno detto sì Ghali, Alessandra Amoroso, Elisa, Emma, J-Ax, Ermal Meta e Luciana Littizzetto in collegamento telefonico da casa (“ho preso spunto da Sanremo e dalla chiamata con Fiorello”, spiega De Filippi che sarebbe “pazza di gioia” se le proponessero di condurre il festival con Sabrina Ferilli, “andrei anche su una gamba sola”). “Gli stranieri? Chissà se li faranno arrivare in Italia – aggiunge, con riferimento alla situazione in continua evoluzione legata al coronavirus -. Staremo a vedere se ci saranno limitazioni alla presenza del pubblico in studio anche a Roma, dopo Milano”, dice serafica Maria che in 19 anni ha visto passare davanti ai suoi occhi centinaia di ragazzi. “E’ una soddisfazione sapere di aver dato un’opportunità a chi non l’aveva. Unico rimpianto è a volte non aver riconosciuto un talento. Due anni fa passò di qui Ultimo: chi fece le selezioni non se ne accorse”. In due decenni è cambiato anche l’atteggiamento dei ragazzi. “Ora sono meno tonti di quando abbiamo iniziato – racconta ancora la regina di Mediaset -, arrivano già con un produttore, con un progetto e hanno chiaro che il contratto con una casa discografica non è un punto di arrivo. Usano il programma come veicolo per far sentire i loro pezzi”. La differenza l’hanno fatta nel tempo soprattutto le nuove tecnologie e il web, il vero primo banco di prova dei loro lavori. “Ma i ragazzi vivevano meglio senza questi” e indica l’immancabile smartphone. “I commenti negativi li mettono in crisi, mentre quelli positivi neanche li considerano. Arrivano a chiedere e a prendere ansiolitici oppure decidono di smettere di cantare e ballare”, aggiunge Queen Mary. “Il nero su bianco fa più impressione delle chiacchiere di una volta”.
Strega, Vicari e Longo tra nuove segnalazioni
Arriva a 30 numero libri proposti da Amici della Domenica
1
26 febbraio 2020
14:16
Sale a trenta il numero dei titoli proposti dagli Amici della Domenica al Premio Strega 2020. Le segnalazioni si possono inviare fino al 3 marzo.
I nuovi cinque libri proposti sul sito del Premio http://www.premiostrega.it sono: Olimpio Talarico con ‘Cosa rimane dei nostri amori’ (Aliberti compagnia editoriale), proposto da Ferruccio de Bortoli; Lorenza Pieri con Il giardino dei mostri’ (E/O), proposto da Martina Testa; Francesco Longo con ‘Molto mossi gli altri mari’ (Bollati Boringhieri), proposto da Marco Cassini; Leonardo G. Luccone con ‘La casa mangia le parole’ (Ponte alle Grazie), proposto da Silvio Perrella e Daniele Vicari, “Emanuele nella battaglia” (Einaudi), proposto da Michele Dalai.
L’annuncio della dozzina sarà il 15 marzo alla festa del libro e della lettura Libri Come, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La prima votazione, in cui verrà scelta la cinquina, sarà il 10 giugno, quasi sicuramente al Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra e non nella storica sede a Casa Bellonci che verrà ristrutturata per trasformarsi in Casa Museo. La cerimonia finale, con la scelta del vincitore dell’edizione 2020, si svolgerà il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia.
Luini, la mia via della cura in 23 passi
Medico-scrittrice: Coronavirus? Non mettiamoci le parole sbagliate
25 febbraio 2020
12:24
Non è fuori ma dentro di noi che dobbiamo cercare la soluzione ai nostri problemi. In fondo lo sappiamo tutti, ma abbiamo perso la capacità di ascoltarci. Ed è proprio dall’ascolto di sè e dalle cose inaspettate e spesso salvifiche che arrivano dal praticarlo che parte Maria Giovanna Luini, medico e scrittrice, nel suo nuovo saggio ‘La via della cura’, pubblicato da Mondadori. Con quello sguardo speciale che unisce alle cure medico-scientifiche i rimedi di altre culture e filosofie orientali, dal Reiki alla meditazione, la Luini indica ventitré passi per superare le prove della vita e risvegliare il Guaritore nascosto dentro di noi che la mente razionale tende a zittire.
“Parto dal concetto che noi dentro abbiamo risorse molto sagge.
Quella voce unica, il Guaritore, che alcuni chiamano sesto senso, intuito. La via della cura è un percorso individuale che non si può esportare e parte dall’ascolto di sè. Il punto è imparare a lasciar affiorare le chiarissime indicazioni della nostra vita interiore” spiega
la Luini che nel libro propone anche alcuni esercizi pratici che ci aiutano a guardarci dentro, a perdonare e a superare i blocchi e le rimozioni che alla lunga possono diventare nocivi.
Un approccio che può essere utile anche nei giorni in cui dilaga il coronavirus. “Sta nascendo un grande movimento energetico pericoloso legato a troppa gente che parla del coronavirus in modo inutile. C’è un’onda comunicativa pazzesca e io credo al potere delle parole che fanno la differenza anche nella via della guarigione. Da medico mi attengo alle indicazioni date dagli enti medici e non voglio aggiungere altro se non ‘coraggio, qualunque cosa stia accadendo non mettiamoci le parole sbagliate’. Il disfattismo non ha mai aiutato nessuno e lo dico io che continuo a lavorare in oncologia” afferma la Luini.
Il percorso proposto da ‘La via della cura’ “può essere preso da tante parti, da una sola e anche criticando le vie che ho indicato perchè in realtà nel confronto con un metodo si possono scoprire comunque nuove cose e sviluppare una propria strada. Anche con i miei pazienti succede così” dice la Luini , che da oltre 25 anni lavora come senologa all’Istituto europeo di oncologia di Milano e dove per 16 anni ha assistito alla direzione scientifica Umberto Veronesi, ha due studi a Milano e uno a Crema, è master Reiki e operatrice energetica.
“Siamo abituati a dare valore assoluto alla razionalità.
Lasciamo affiorare e diamo credibilità al nostro Guaritore! Da una parte siamo bombardati da messaggi esterni continui su come e cosa dovremmo fare. Va benissimo, ma tu dentro cosa senti? Cosa ti succede quando ti comporti in questo modo o in quest’altro? Siamo abituati a cercare tutte le soluzioni fuori e quindi anche la relazione con chi ci cura diventa: ‘dimmi cosa devo fare?'” sottolinea la medico-scrittrice che oltre ad essere autrice di romanzi e saggi, molti dei quali insieme a Veronesi, ha collaborato a sceneggiature cinematografiche ed è stata consulente per ‘Allacciate le cinture’ di Ferzan Ozpetek.
‘La via della cura’ – con in chiusura le testimonianze di rinascita di Maria Grazia Cangelli, Lia Dubini, Barbara Garlaschelli e di Faustin Chiragarula – rappresenta una sorta di prosecuzione del libro precedente, ‘Il grande lucernaio’ e mostra anche e soprattutto la grande fiducia della Luini nelle parole che hanno il potere di cambiare il nostro stato d’animo e percorso. Per ogni passo del libro ne ha scelta una: la prima è Fare seguita da Dire, Ascoltare, Fermarsi, Tacere passando per Perdonare, Conoscersi, Amare fino a Recitare. E per ognuna ci sono suggerimenti di esercizi da praticare, storie che vengono dai tanti incontri, anche con i maestri della sua vita.
“La scrittura e la scelta delle parole sono una delle forme di cura che spero aiuti qualcuno. Il senso del libro è questo e poichè non amo, da lettrice, i saggi troppo pesanti ho usato elementi di autobiografia, cose che mi sono capitate ed esercizi. L’incontro è un momento di energia psichica. Le persone ci cambiano sempre e noi loro, possono diventare temporaneamente maestri, nel bene e nel male. Quello che ho imparato dai mie grandi maestri è stato di credere nella pulizia del nostro intento. Posso sbagliare mille volte però devo avere la pulizia del cuore” racconta. E poichè la via della cura è sempre in evoluzione ci sarà sicuramente un altro libro della Luini lungo questo cammino di riscoperta dell’energia che ci costituisce.
Coronavirus: anche i fumettisti in campo per le ‘buone pratiche’
La striscia di Gud, autore di opere e laboratori per bimbi
24 febbraio 2020
15:22
Anche i fumettisti in campo per comunicare le buone pratiche per evitare la diffusione del virus. E’ il caso di Gud, all’anagrafe Daniele Bonomo, autore di fumetti e laboratori didattici per bambini che ha realizzato una striscia con alcune delle indicazioni del ministero della Sanità contro l’espandersi dei contagi da Coronavirus.
Calabresi: ‘Altre Storie la mia nuova sfida’
Progetto tra newsletter e sito gratis, presto i podcast
21 febbraio 2020
19:44
“Non ci saranno editoriali, solo racconti di persone e recensioni: è un modo diverso, più approfondito di spiegare il contesto di un evento, è un esperimento, vediamo se i lettori apprezzeranno”. Nasce “Altre Storie”, il nuovo progetto editoriale di Mario Calabresi, già direttore de La Stampa e La Repubblica. Da oggi parte il primo numero della newsletter, gratuita, che ha già 20mila iscritti: basta iscriversi e arriverà ogni venerdì alle 7.30 attraverso la mail personale. L’altro elemento che dà vita all’ultima scommessa del giornalista è il sito web http://www.mariocalabresi.com, dove racconti e recensioni prendono il colore dei disegni di Olimpia Zagnoli.
Perché una newsletter? “Perché mi piace sperimentare, l’ho sempre fatto anche quando ero nei quotidiani”, dice Calabresi. Il giornalista e scrittore (il suo ultimo libro è La mattina dopo, Mondadori ndr) fa un ragionamento: “Perché la ritrovi. Perché la leggi quando vuoi. Perché la si può curare nei dettagli. Perché è un appuntamento fisso. Perché è antica e moderna. Ho deciso di fare una newsletter perché mi somiglia e serve a raccontare le storie che mi stanno più a cuore, come faccio con i mie libri”. Calabresi aggiunge: “Le storie mi sono arrivate dalle persone che mi hanno cercato, che hanno voluto condividere qualcosa con me”.
Avrà un riscontro concreto? “Non lo so, vediamo come evolve, ho tante persone che mi scrivono anche sui social. Comunque il progetto si amplierà: lancerò a fine marzo una serie in podcast e la integrerò con la newsletter”, risponde. C’è una domanda che viene fatta in Altre storie, che rimanda anche sul profilo social sia Twitter che Instagram, posta prima che partisse ufficialmente la piattaforma: “Preferisci passato o futuro?”. “Il risultato – spiega – è 50 e 50, con una leggera prevalenza del passato, sono andato a controllare oggi. Questo è significativo di tanto, della paura di quello che viene dopo. Io stesso nei miei libri ho parlato molto del passato, ma per guardare al futuro e comprendere il presente”
In Altre Storie di questa settimana Calabresi racconta la vicenda di Federica oncologa, di Assunta che cerca giustizia, di Silvana che tiene accesi i riflettori: le tre donne intervistate a Casale Monferrato, dove c’era la fabbrica Eternit e dove oggi si muore ancora, e di più, di amianto.

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Mostre: Giacomelli e i fotografi ‘900 a Senigallia
Doppia esposizione, dialogo con autori italiani e internazionali
SENIGALLIA
20 febbraio 2020
20:57
-Una grande mostra “Sguardi di Novecento: Giacomelli e il suo tempo” rende omaggio da oggi fino al 5 luglio al celebre fotografo di Senigallia in occasione dele ventennale della scomparsa. A Palazzo del Duca è ospitata la sezione internazionale, a cura di ONO arte contemporanea: 20 fotografie di Mario Giacomelli sono messe a confronto con circa 90 scatti di grandi fotografi della metà del ventesimo secolo come Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, Gianni Berengo Gardin, Brassaï, Kikuji Kawada, Jacques Henri Lartigue, Herbert List, Nino Migliori, Paolo Monti, Leo Matiz, Ara Güler. L’esposizione si ispira a The Photographer’s Eye, la grande mostra curata da John Szarkowski al MoMA di New York nel 1964, il primo vero riconoscimento internazionale per Giacomelli: da lì trae spunto per focalizzarsi sullo sviluppo di un linguaggio comune, quello della fotografia che arriva nei paesaggi urbani e rurali del secondo dopoguerra, del neorealismo e che si sposta fino alla streetphotography, alle sperimentazioni e agli astrattismi. A Palazzetto Baviera gli eredi Giacomelli propongono “Sguardi di Novecento a Senigallia. L’Associazione Misa, per una fotografia artistica. Opere dal 1954 al 1958”, una selezione di opere fotografiche dei componenti dell’associazione Misa, il gruppo fotografico in cui Giacomelli mosse i primi passi, collaborando con Silvio Pellegrini, Ferruccio Ferroni, Adriano Malfagia, Alfredo Camisa, Paolo Bocci, Bruno Simoncelli, Giuseppe Cavalli, Riccardo Gambelli e Piergiorgio Branzi. Uno scorcio sull’opera del maestro senigalliese, affiancato ad artisti internazionali e italiani, anche coetanei, per far emergere lo spirito del ‘900, un secolo ricco di stimoli e denso di avvenimenti e riflessioni che hanno portato alla nascita di vari circoli fotografici, tra i quali, appunto, il gruppo Misa negli anni ’50.
Pelù, da 40 anni sul ring, anche da ‘Pugile Fragile’
Nel ventesimo disco ambiente e lotta a violenza contro donne
20 febbraio 2020
20:55
–  Quarant’anni su un ring, anche se da ‘Pugili fragili’, e con un avversario “che quel ring lo cambia ogni istante”. Piero Pelù, in questi quattro decenni, ha pubblicato, da solo o con i suoi “amatissimi” Litfiba, venti album e l’ultimo, “Pugili Fragili” (Sony) è una ‘summa’ dei generi che ha frequentato in tutto questo tempo in cui si è divertito parecchio, “perché se non ti diverti più è meglio andare a zappare l’orto”, spiega in conferenza stampa. Tra le dieci tracce del disco, che da domani sarà disponibile in cd, vinile e sulle piattaforme digitali, trovano spazio rock, cantautorato, blues, metal, grunge, gospel ed elettronica. Quest’ultima instillata con una sapiente mediazione tra le roventi chitarre rock di Pelù e l’elettronica di Luca Chiaravalli che ha insieme all’artista fiorentino ha arrangiato e prodotto l’album. “Io ho un retaggio da trio rock alla Stooges – sintetizza il front man dei Litfiba -, lui andava in direzione ostinata e contraria. Poi siamo andati nella stessa direzione”. “Dicono sempre che il rock è morto, poi ti ritrovi a Sanremo a scippare una signora della borsa”, racconta divertito sull’avventura nella Città dei fiori. In ‘Pugili fragili’ non vi è solo la volontà di rinnovare la propria cifra musicale (“non riuscirei mai a fare un disco uguale a un altro”): il rocker rafforza anche il suo impegno civile. Aggiunge, infatti, alla sua nota attenzione ambientalista – in ‘Picnic all’inferno’ compaiono anche brani, autorizzati, degli interventi di Greta Thunberg – altri, impegnativi argomenti da affrontare: le infanzie negate, la violenza sulle donne, la paura del diverso. Al disco, oltre alla Thunberg, collaborano Francesco Sarcina de ‘Le Vibrazioni’, Andrea Appino, degli ‘Zen Circus’ e Davide Simonetta. Con Appino, Piero Pelù canta ‘Fossi foco’, ispirata a Cecco Angiolieri “il primo poeta punk della storia”. Non potevano mancare tra le dieci canzoni ‘Gigante’, il brano molto apprezzato al festival di Sanremo e ‘Cuore matto’, che il rocker ha eseguito nella sezione cover all’Ariston. Dopo l’uscita del disco, Pelù sarà impegnato a promuoverlo in un instore tour in numerose città italiane; quindi la tournée estiva ‘Pugili fragili live 2020’ a cominciare dal 3 luglio. Compatibilmente con gli impegni del tour estivo porterà avanti il suo ‘Clean beach tour’, il progetto con Legambiente per sottrarre plastiche e microplastiche dall’ambiente. Sono passati 40 anni da quando, su consiglio del Diaframma Federico Fiumani, in un circolo Arci, l’allora misconosciuto Piero Pelù, si costruì il palco da solo usando i tavoli del locale. “Io continuo a pensare di appartenere a un mondo artigianale – spiega la sua attitudine -: preferisco essere un cesellatore e non essere invece in catena in montaggio” nel fare musica.
Dai Musei Vaticani a Milano uno Chagall mai esposto
In ‘Gauguin, Matisse, Chagall’, 20 opere ai Musei Diocesani
20 febbraio 2020
20:08
C’è anche la litografia di Chagall ‘Crucifixion grise’ mai esposta prima al pubblico e per la prima volta incorniciata, tra i capolavori in mostra a ‘Gauguin Matisse Chagall. La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani’, che sarà inaugurata al Museo Diocesano di Milano il 21 febbraio. Una selezione di venti opere di protagonisti dell’arte tra Ottocento e Novecento tra cui Gauguin, Matisse, Chagall, Rodin, Rouault, Denis, Buffet e Bernard, che ripercorrono i temi della passione e resurrezione. Temi “fortemente identitari per il nostro museo – ha spiegato la direttrice Nadia Righi, curatrice della mostra insieme a Micol Forti, responsabile della collezione di arte contemporanea dei Musei Vaticani -: la riflessione sui temi legati alla passione, in concomitanza con il periodo della Quaresima e la Pasqua, ha a che fare con l’identità del Museo Diocesano, chiamato a sollecitare nei visitatori una riflessione sulla fede cristiana”. “Una mostra piccola ma importante” che “coniuga i capolavori dell’arte con temi cristiani profondi”, le ha fatto eco la direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta “e in cui sono presenti alcune opere da tempo non esposte o mai mostrate al pubblico”, come la litografia di Chagall, ma anche le incisioni della via crucis di Bernard Buffet e due disegni raffiguranti la Madonna di Matisse, da tempo non esposti nella collezione vaticana. Per la curatrice Forti questa esposizione “testimonia che tutti i grandi artisti non hanno mai considerato i soggetti e temi religiosi come secondari”. Le opere sono state scelte dalle curatrici dal nucleo di arte francese presente nella collezione di arte contemporanea dei Musei Vaticani, voluta da Papa Paolo VI, amante dell’arte convinto che fosse un veicolo per affrontare e interrogarsi sui temi religiosi e che addirittura chiese a Pablo Picasso di confezionare un’opera per questa collezione; l’artista, invece, si rifiutò, pur riconoscendo il valore della proposta, perché troppo fedele alla tessera del partito comunista. Il percorso espositivo è diviso in quattro sezioni, corrispondenti ai temi sacri interpretati dagli artisti: il rapporto tra la Vergine Maria e Gesù e l’Annunciazione, la Via Crucis, il martirio di Cristo sulla croce e la resurrezione. La mostra, seconda collaborazione tra i due musei, sarà visitabile fino al 17 maggio.
Femminicidio: salvare le donne in fuga, uno spot con l’Italrugby
Da un’idea di Salvamamme, sabato l’anteprima video all’Olimpico per il Sei Nazioni
20 febbraio 2020
18:39
Salvare da un potenziale femminicidio le donne costrette a tornare a casa da sole per recuperare i propri effetti personali dopo l’allontanamento precipitoso causato proprio perché vittime di violenza. Sabato 22 febbraio, durante la terza giornata del 6 Nazioni di rugby, verrà presentato allo stadio Olimpico, lo spot “Valigia di Salvataggio. Per non tornare indietro”, realizzato dall’associazione Salvamamme in collaborazione con le Fiamme Oro Rugby della Polizia di Stato, la Federazione italiana rugby e Roma Best Pratic Awards (Bpa).
Protagonisti dello spot, prodotto da Alveare Cinema e diretto da Paolo Bianchini, sono gli atleti delle Fiamme Oro e della Nazionale Italiana Rugby. Lo spot è stato ideato e realizzato proprio da Salvamamme che da anni dona centinaia di trolley a donne in fuga che rischiano la vita. “Oltre all’immediato sostegno materiale e psicologico – sottolinea Grazia Passeri, presidente dell’associazione – sono poi vitali anche le informazioni salvavita che forniamo a queste donne attraverso avvocati e psicologhe”. Tra i protagonisti dello spot c’è anche l’attrice Monica Lugini. Le musiche sono del maestro Plivio, e la voce fuori campo della doppiatrice Laura Boccanera.
Moda: a Lineapelle Circular, il nuovo tessuto mangiaplastica
Si arricchisce gamma prodotti da bottiglie PET
20 febbraio 2020
14:17
Dalla bottiglia di plastica al tessuto, il passo è sempre più breve ed i prodotti sostenibili sono arrivati anche sulla scena di Lineapelle dove oggi viene presentato Circular, un vero e proprio tessuto ‘mangiaplastica”.
La produzione parte da fibre di poliestere da riciclo post-consumer, ottenute dal recupero di bottiglie di PET e garantite dal percorso di tracciabilità Global Recycle Standard.
Circular è l’ultimo nato di una gamma prodotta dalla vigevanese Fiscatech, ormai specialista nel settore. Frutto della fusione già negli anni ’60 di Sogetec e Fiscagomma, l’azienda è diventata leader nella produzione di materiali tecnici innovativi e sostenibili, soprattutto per il mercato del fashion: una conquista che, spiegano, ha trasformato un rischio visionario (costato fatica e bilanci in rosso) in un’azienda leader del cosiddetto SustainItaly, il made in Italy sostenibile.
L’azienda fondata da Achille Costamagna ha annunciato nella prima giornata di fiera, in accordo con la società Akea, l’acquisizione dei marchi, e del relativo ramo d’azienda, di Sisas S.p.A., industria specializzata nella produzione di finta pelle su base poliuretanica che porta in dote a Fiscatech brand come Stella McCartney ed il marchio vegano Will’s.
I Foo Fighters compiono 25 anni, in tour come allora
Partirà il 12 aprile dalla Talking Stick Resort Arena a Phoenix
19 febbraio 2020
17:20
I Foo Fighters compiono 25 anni e per festeggiare faranno una serie di concerti che ripercorrerà esattamente le stesse città del tour d’esordio della band nel 1995.
Il “Van Tour 2020” comincerà il 12 aprile dalla Talking Stick Resort Arena a Phoenix (AZ) e attraverserà quelle città americane che 25 anni fa la band raggiunse in furgone, esibendosi questa volta nei palazzetti e non più in piccoli club.
Anche perché molti di quei locali in cui i FF suonarono nel 1995 sono ormai chiusi e, inoltre, limitare oggi un loro spettacolo a luoghi così piccoli sarebbe impossibile… o forse si può? La band mette in campo l’originalità e l’energia che da sempre la contraddistinguono e lascia in sospeso la riposta che arriverà prossimamente! Oltre a Dave Grohl, Nate Mendel e Pat Smear, sul palco ci saranno anche i compagni ormai di lunga data Taylor Hawkins, Chris Shiflett e Rami Jaffee.
La maratona rock’n’roll dei Foo Fighters sarà impreziosita in ogni tappa dalla proiezione in anteprima di brevi estratti di “WHAT DRIVES US”, il nuovo documentario di Dave Grohl. Grohl approfondisce le motivazioni che spingono un gruppo di musicisti a lasciarsi alle spalle lavoro, famiglia, amici ecc., per chiudersi in un van e portare la propria musica alle folle, o almeno a qualche dozzina di persone qua e là.
“What Drives Us” esplora le cause, racconta aneddoti personali ed esplora la fatica fisica e psicologica di girare in furgone per mesi, attraverso interviste a coloro che questa esperienza l’hanno vissuta davvero, come i membri di Black Flag, Dead Kennedys, Metallica, The Beatles e molti altri. Comunque il gruppo sarà anche in Italia, e precisamente il 14 giugno agli I-Days in programma a Mind, il Milano Innovation District.
Marmi del Partenone, con la Brexit torna in ballo la restituzione
Fonti Bruxelles sminuiscono, Londra ribadisce la sua proprietà
LONDRA
19 febbraio 2020
18:57
Anche la cultura finisce al centro del confronto post-Brexit fra Regno Unito ed Europa.
In particolare la questione che da tempo divide Londra e Atene: la restituzione dei marmi del Partenone, conservati da oltre duecento anni al British Museum nella capitale britannica.
La stampa anglosassone rilancia allarmata la notizia di una bozza di intesa redatta dai diplomatici di Bruxelles in vista delle trattative post-divorzio che devono aprirsi a marzo e nella quale è contenuta una clausola a protezione di “oggetti culturali rimossi illegalmente nei loro Paesi di origine”.
E’ in particolare il Times che sottolinea come i colloqui sull’accordo commerciale potrebbero essere utilizzati dal governo greco per portare avanti la causa della restituzione, sempre sentita come motivo di orgoglio nazionale.
Immediatamente a Londra si è pensato a un modo per riaprire la vecchia diatriba legale ellenico-britannica e il governo conservatore del premier Boris Johnson ha ‘alzato le barricate’ a scanso di ogni equivoco. Un portavoce di Downing Street si è affrettato a precisare che la bozza è ancora in fase di definizione e soprattutto ha escluso che i celebri marmi recuperati da Lord Elgin all’inizio del 1800 possano rientrare all’interno delle trattative con l’Ue.
Anche fonti diplomatiche di Bruxelles hanno confermato che la clausola non riguarderebbe i tesori artistici arrivati dalla Grecia, ma è rivolta a contrastare il commercio illegale di antichità.
Carlo Conti, che emozione quel David a Sordi…
Torna anche con la Corrida. Amadeus a Sanremo? “Benissimo”
19 febbraio 2020
10:10
La quinta volta (nel 1999, nel 2000, e dal ritorno della manifestazione in Rai nel 2018), come conduttore della serata in diretta dei David di Donatello, il 3 aprile in prima serata sull’ammiraglia del servizio pubblico, e prima il ritorno con la Corrida, dal 21 febbraio sempre in prime time su Rai1. “Dai dilettanti allo sbaraglio al massimo della professionalità con il mondo del cinema, fra grandi attori e registi – commenta il presentatore a margine della conferenza stampa per la 65/a edizione del premio – E’ il bello del mio lavoro, poter passare da un genere all’altro, giocare con tutte le sfaccettature”. Per lui “è sempre un grande onore e una responsabilità” presentare i David, e le idee sulla serata sono già chiare: “Dare molto ritmo, giri di pagina veloci, in modo che tutti possano avere lo spazio che meritano sul palcoscenico, perché il cinema è un gioco di squadra. Naturalmente ogni tanto ci saranno momenti di intrattenimento, soprattutto musicali, per riprendere fiato”. Per il conduttore, uno dei ricordi più belli del premio, è “l’aver dato un David alla carriera ad Alberto Sordi, nel 1999: “Ci eravamo sentiti al telefono, per decidere cosa fare, ma quando siamo stati sul palco non ho resistito, l’ho guardato negli occhi e gli ho detto ‘Il giardino di mia zia è pieno di fuori’, citando la famosa scena dell’esame di francese in ‘Guardia, Guardia scelta, brigadiere e maresciallo’. Lui mi ha sorriso e ha iniziato ‘le jardin, de la soeur de ma mère…’ è stato uno dei momenti più belli della mia carriera”.
Conti, reduce dal successo di ascolti su Rai1 della serata speciale sullo show teatrale con Panariello e Pieraccioni (“Un programma insieme? Per l’amor di Dio, dopo tre anni con loro a teatro non li sopporto più” dice scherzando) è molto felice anche del ritorno de La Corrida: “E’ un programma nel quale si vive di quella leggerezza che oggi si sente sempre meno. Là si respira allegria. Non c’è mai stato un concorrente fischiato che fosse uscito triste, anche perché dopo i fischi c’è un grande applauso che ringrazia chi partecipa per mettersi in gioco”.
Novità di quest’anno sarà la presenza di ‘giurati/opinionisti’ “allo sbaraglio, che potrebbero essere concorrenti degli scorsi anni o persone prese dal pubblico”. Per la prima volta Conti avrà come avversaria diretta Maria De Filippi con Amici: “Mi ha chiamato lei per dirmelo quando hanno ufficializzato la sua messa in onda – spiega Conti -. Non ci penso, si può vincere o perdere ma l’importante è fare un bel prodotto. Per me però è un problema grosso, perché non potrò vedere uno dei miei programmi preferiti, Amici, e lei non potrà vedere forse uno dei suoi programmi preferiti, La corrida… ci dovremo registrare”. Ha seguito da casa Sanremo? “Certo, e si è verificato quello che avevo detto, Amadeus l’ha fatto benissimo. Lui è della mia stessa pasta, veniamo dalla radio, ha scelto delle ottime canzoni. Ha capito che quella è una meravigliosa messa cantata che va recitata nella sua sacralità e così è stato, Gli avevo detto fra l’altro, di ricordarsi che a Sanremo se fai uno starnuto è una broncopolmonite… Qualche giorno fa mi ha chiamato per dirmi che aveva capito cosa volessi dire”. Conti commenta, rispondendo ai giornalisti, anche il prossimo ritorno su Rai1 dell’amica Antonella Clerici: “Lei sa benissimo come agire, farà sicuramente la scelta giusta quando si confronterà con il direttore. Che torni adesso o a settembre comunque Antonella c’è, è un pezzo del cavallo, un pezzo della Rai”.
Benji & Fede si separano, il 3 maggio ultimo concerto
In un libro la storia della loro amicizia e della loro decisione
18 febbraio 2020
09:45
Come canterebbero Benji e Fede “succede tutto per una ragione e la ragione magari sei tu…”. Ma è anche vero che alle parole i loro fan, volendo, potrebbero “aggrapparsi” analizzando da cima a fondo il comunicato ufficiale diffuso da Warner Music, la major che da subito ha creduto nel duo artistico modenese che oggi ha annunciato che quella del 3 maggio all’Arena di Verona sarà per il momento l’ultima volta in cui si esibiranno insieme. Sarà un concerto evento che ripercorrerà la loro carriera dagli esordi fino all’ultimo album Good Vibes (il loro quinto numero uno in classifica) e sarà anche l’occasione di festeggiare un’incredibile storia di musica e amicizia. E proprio per raccontare questa storia, compresi i lati più inediti e delicati, Benji & Fede hanno deciso di raccogliere i loro pensieri nel libro Naked, in uscita il 17 marzo (Mondadori Electa). “Non è stata una scelta facile, Vi vogliamo bene” – scrivono ai fan.
Insomma i due artisti vogliono tornare a essere Banjamin Mascolo e Federico Rossi e per riprendersi nome e cognome hanno bisogno di riprendere in mano ciascuno la propria vita. Ora gli appuntamenti da non perdere sono due. Uno non procrastinabile, l’altro da gestire. Il 3 maggio a Verona per l’ultima volta, e sia chiaro per il momento, Benji &Fede si presenteranno insieme sul fronte del palco dell’Arena. Una storia artistica che è iniziata esattamente dieci anni fa: alle ore 20.05 (titolo del primo disco) del 10 dicembre 2010. Per approfondire, per entrare negli angoli più nascosti del loro sodalizio artistico ci sarà il libro nel quale confluiscono i loro pensieri. Si intitola Naked: pagine in cui il duo musicale svela tutti i retroscena di un incredibile successo.
Queste le parole con cui Benji & Fede hanno annunciato la loro separazione. “Il 3 maggio chiuderemo questa fase della nostra vita. Leggendo questo libro capirete che la nostra storia è stata bellissima, speciale, irripetibile ma anche intensa e faticosa. “Non so come fate a fare questa vita”, ci dicono qualche volta gli amici. La verità è che non avremmo potuto fare altro. Solo che non puoi vivere perennemente a duecento all’ora restando la stessa persona, e per ritrovare la magia di quello che facciamo abbiamo bisogno di ritrovare noi stessi.
Semplicemente Federico e Benjamin. Abbiamo scritto questo libro perché sentivamo di doverlo spiegare a tutti coloro che hanno creduto in noi, per far comprendere meglio la nostra scelta.
Abbiamo sempre condiviso tutto, sin dall’inizio, ed era giusto farlo anche ora. Vi racconteremo tutti i retroscena della nostra vita in questi anni, e perché abbiamo deciso che, per ora, l’Arena di Verona sarà il nostro ultimo concerto. Non è stata una scelta facile. Vi vogliamo bene”.
Naturalmente sul web si è scatenata l’isteria collettiva dei fan, disperati per queste parole che non lascerebbero spiragli per eventuali ripensamenti. Decine e decine i commenti sui social in queste due ore dopo che i cantanti dal loro profilo comune hanno annunciato questa decisione. C’è anche chi spera che sia solo una breve pausa, che non sia vero, alcuni non ci vogliono credere.
Benjamin Mascolo e Federico Rossi sono nati a Modena, rispettivamente nel 1993 e nel 1994. Si sono conosciuti nel 2010 su Facebook (Benji all’epoca viveva in Australia, Fede in Italia). Nel 2015 è uscito il loro primo album 20:05 e nel 2016 il secondo, 0+ entrambi certificati platino. Siamo solo noise” (2018)- Platino. “Good Vibes” (2019) – è Oro. Da segnalare tra i singoli Dove e Quando (2019) – Quadruplo Disco di Platino; Moscow Mule ( 2018) – Doppio Disco di Platino. La loro biografia illustrata Vietato smettere di sognare è un bestseller da 100.000 copie. Benji & Fede hanno realizzato uno speciale cameo nel film di animazione “Toy Story 4” dando voce a due ranocchiette, fra gli ambiti premi del luna park in cui è ambientata parte della nuova avventura, oltre a interpretare una nuova versione dell’iconico brano firmato da Randy Newman “Hai un Amico in Me” (“You’ve Got a Friend in Me”) che accompagna i titoli di coda del film.
Benji & Fede si sono impegnati e dato il loro volto per un una serie di attività legate al sociale, nell’ultimo anno in particolare hanno partecipato il 30 giugno allo spettacolo conclusivo del Pride Milano, sono stati tra i protagonisti dell’iniziativa del Comune di Milano #paritàdigenere “Mettiamoci la faccia” realizzata in occasione dell’8 marzo per difendere e celebrare i diritti delle donne e hanno dimostrato attenzione per i bambini ricoverati al policlinico di Modena andando a suonare per loro e coinvolgendoli nella realizzazione di uno dei brani dell’ultimo album. Tra le curiosità, mel 2017, è uscita in tutte le edicole la raccolta di figurine di “Benji & Fede”. Il duo modenese è stata la prima band italiana ad essere totalmente protagonista della nuova raccolta Panini che ha la sua sede proprio a Modena.
Franco Ferrarotti, la memoria e la vita
Il 19/3 con Marietti 1820 Scritti autobiografici del sociologo
07 marzo 2020
14:35
– FRANCO FERRAROTTI, OPERE. SCRITTI AUTOBIOGRAFICI (Marietti 1820, Vol.1, pp.852, 50 euro; Vol.2, pp.926, 50 euro) Un tuffo nei ricordi personali e familiari mediati e “contaminati” dalla sterminata cultura di uno dei principali intellettuali del nostro Paese, ma soprattutto un atto d’amore verso un bosco salvifico dell’infanzia che ha costituito una concreta via di guarigione per quello che, tanti anni fa, era un bambino fragile e malato: arriva con Marietti 1820 in libreria il 19 marzo, in due volumi, “Opere. Scritti autobiografici” di Franco Ferrarotti, padre della sociologia italiana e titolare della prima cattedra universitaria in Italia dedicata a questa disciplina nonché diplomatico e deputato indipendente al Parlamento italiano dal 1958 al 1963.
Negli Scritti, un autentico tributo in cui il sociologo di Palazzolo Vercellese oggi 93enne vuole rendere grazie al respiro di quel “rifugio” naturale mai dimenticato e sempre presente nel cuore e nella mente – il bosco della grande casa dei bisnonni materni, a Robella, provincia di Asti – che ha restituito aria e futuro ai suoi polmoni dati per spacciati quando era bambino, Ferrarotti parte dalla propria vita (dall’infanzia contadina e povera alla vita universitaria) e dalle riflessioni esistenziali per allargare lo sguardo e parlare dell’evoluzione del nostro Paese.
In questa imponente opera autobiografica Ferrarotti, professore emerito di Sociologia all’Università di Roma “La Sapienza” e direttore della rivista La Critica sociologica, presenta al lettore il racconto dei viaggi fatti negli Stati Uniti e in Amazzonia, i ricordi delle esperienze nella diplomazia e nella politica e gli omaggi agli amici e maestri Pavese, Abbagnano, Balbo e Olivetti.
Il grande sociologo è dunque ancora protagonista nelle scelte editoriali di Marietti 1920, casa editrice che di Ferrarotti ha già curato la pubblicazione degli Scritti teorici (due volumi usciti nel settembre 2019) e delle Ricerche sul campo (due volumi usciti a febbraio 2020), per un totale con questi due ultimi volumi di quasi 5000 pagine. Nel primo volume de “Opere.
Scritti autobiografici” sono contenuti i testi: Atman. Il respiro del bosco; L’anno della quota Novanta; Pane e lavoro! Memorie dell’outsider; I grattacieli non hanno foglie. Flash americani; 1951: oltre l’Oceano; La vera America; I doni dell’Amazzonia; Diplomatico per caso. La Parigi degli degli anni Cinquanta raccontata da un giovane osservatore; Nelle fumose stanze. La stagione politica di un “cane sciolto” (pagine 852, prezzo euro 50). Il secondo volume propone invece: Un anno qualunque. Pensieri, persone, circostanze. 1965; L’anno della svolta; L’anno dell’ottuagenario riluttante. 2006; Al Santuario con Pavese; Un greco in via Po; Il conte di Vinadio; La concreta utopia di Adriano Olivetti; L’uomo di carta. Archeologia di un padre; Il poligrafo svergognato (pagine 926, prezzo euro 50).

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