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Ultimo aggiornamento 15 Maggio, 2020, 21:29:10 di Maurizio Barra

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DALLE 10:28 DI GIOVEDì 14 MAGGIO 2020

ALLE 21:29 DI VENERDì 15 MAGGIO 2020

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Borsa: Milano sotto pressione, -1,5%
Male Medilolanum, Nexi, Leonardo
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14 maggio 2020
10:44
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Corrente di vendite su Piazza Affari che cede l’1,5% con il Ftse Mib che scende sotto i 17mila punti (16.924). Tra i titoli peggiori Mediolanum (-3,19%), Nexi (-3%), Leonardo (-2,67%), Unicredit (-2,16%).
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Borsa: Europa peggiora dopo Bce
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14 maggio 2020
12:46
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Piazza Affari, al pari delle altre Borse europee, si conferma pesante dopo le indicazioni contenute nel bollettino della Bce. Il Ftse Mib perde il 2,15% a 16.814 punti. Leonardo cede il 5,23%, Cnh il 5,27% e Banca Mediolanum il 4,21%.

Le Borse europee scivola ancora con le incertezze sulla ripresa economica dopo i danni provocati dalla pandemia da coronavirus. In forte calo Londra (-2,4%), Parigi (-2,2%), Francoforte e Madrid (-2%).
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La Bce: ‘Crollo record del Pil. Pronti a fare quanto serve’
L’Eurotower nel bollettino economico: ‘Crollo record del Pil con la crisi pandemica, secondo trimestre sarà più duro’
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14 maggio 2020
14:23
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La crisi pandemica, che ha arrestato gran parte dell’attività economica, provocherà una caduta del Pil dell’Eurzona compresa fra -5 e -12%: “con la graduale rimozione delle misure di contenimento, si verificherà una ripresa dell’attività economica, la cui rapidità e portata restano tuttavia fortemente incerte”. Lo scrive la Bce nel Bollettino economico.
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Gli acquisti di debito con il programma per l’emergenza pandemica (Pepp) “continueranno ad essere effettuati in maniera flessibile nel corso del tempo” e “finché il Consiglio direttivo non avrà ritenuto conclusa la fase critica legata al coronavirus”. Lo scrive la Bce. Il Consiglio “ribadisce il massimo impegno a fare tutto ciò che sarà necessario nell’ambito del proprio mandato per sostenere tutti i cittadini dell’area dell’euro in questo momento di estrema difficoltà”.

Nel primo trimestre del 2020, interessato solo in parte dalla diffusione del virus, il PIL dell’Eurozona ha segnato -3,8% e gli indicatori e e indagini congiunturali segnalano “una contrazione senza precedenti”. I dati di aprile suggeriscono che “tale effetto sarà probabilmente persino più grave nel secondo trimestre”.

“Il deterioramento degli indicatori dei consumi è senza precedenti”: lo scrive la Bce a proposito degli effetti della pandemia e dei lockdown sull’attività economica dell’Eurozona. “Lo shock provocato dal COVID-19 – scrive la Bce nel Bollettino economico – ha prodotto un effetto diretto attraverso il razionamento di diverse componenti di spesa. Gli effetti indiretti dovrebbero concretizzarsi attraverso l’impatto sul reddito, sulla ricchezza e sull’accesso al credito. Inoltre, la domanda repressa può avere un impatto positivo una volta revocate le misure di contenimento. L’impatto nel medio periodo sui consumi privati dipende dalla durata dei lockdown, dal ritmo di allentamento delle misure, dai cambiamenti del comportamento delle famiglie e dall’efficacia delle politiche pubbliche”.
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Ft, necessaria procedura infrazione contro Germania  – “L’Ue deve agire contro la minaccia sollevata dalla corte tedesca”. Lo scrive il Financial Times in un editoriale non firmato a pag. 16 che sostiene la necessità di avviare una procedura d’infrazione contro Berlino. La sentenza della Corte costituzionale tedesca della settimana scorsa, che ha messo in dubbio la legittimità dell’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce, mette “a repentaglio l’intero ordinamento giuridico dell’Ue”, si legge. L’editoriale sottolinea che “i giudici tedeschi hanno scelto di ignorare gli obblighi del trattato” dell’Unione e la sentenza equivale a “una dichiarazione unilaterale d’indipendenza costituzionale dall’ordinamento giuridico dell’Ue”. Il pericolo sarebbe anche l’incoraggiamento ad altri Paesi a sfidare la Corte Ue. La Polonia, ad esempio, ha subito colto con favore la decisione tedesca. FT suggerisce quindi di avviare una procedura d’infrazione contro entrambi i Paesi. “La credibilità” della Commissione Ue “è a rischio” ma, avverte, esiste il rischio di far crescere “un sentimento euroscettico”.
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Borsa: Europa scivola ancora, Londra -2,4%
Parigi (-2,2%), Francoforte (-2%), Milano (-1,4%)
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14 maggio 2020
11:14
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Le Borse europee scivola ancora con le incertezze sulla ripresa economica dopo i danni provocati dalla pandemia da coronavirus. In forte calo Londra (-2,4%), Parigi (-2,2%), Francoforte e Madrid (-2%). Performance migliore per Milano (-1,4%).
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Gualtieri, un decreto per reggere il colpo e ripartire
L’Italia ce la farà. Giusto ascoltare imprese. Subito i 600 euro
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14 maggio 2020
11:30
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Con le misure contenute nel dl Rilancio si vuole far sì che l’economia italiana possa “reggere il colpo ma cerchiamo anche di dare sostegno per la ripartenza.
Sono sicuro che l’Italia ce la farà”. Così il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a Unomattina su Rai 1.
La “principale misura” di riduzione fiscale per il ministro è lo stop alla rata Irap: “una misura importante di sostegno alle imprese, risultato di un dialogo positivo con l’associazione delle imprese”. E sottolinea: “Un governo che prende misure per lavoratori e imprese deve ascoltare le posizioni di lavoratori e imprese. C’era una richiesta su questo e riteniamo giusto averlo fatto”. Quanto all’indennità per i lavoratori autonomi, “la seconda tranche di 600 euro, arriverà immediatamente, appena il decreto andrà in Gazzetta, senza bisogno di fare domanda: tutti coloro che l’hanno già avuta avranno un secondo bonifico da parte dell’Inps”.
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Bce: crollo record, pronti a fare di più per economia euro
Panetta, salvaguadia imprese, spesa per investimenti produttivi
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14 maggio 2020
12:00
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Un crollo record per l’economia dell’Eurozona nel primo trimestre e un secondo trimestre che si preannuncia ancora più duro.
E’ la valutazione d’impatto della pandemia nel bollettino della Bce, che valuta fra il 5 e il 12% il calo del Pil quest’anno con una tempistica e portata della ripresa, attesa una volta che verranno rimosse le misure di contenimento, che restano “fortemente incerte”.
La Bce ribadisce “il massimo impegno a fare tuto ciò che sarà necessario” usando la flessibilità negli acquisti di debito consentita dal programma di emergenza pandemica ‘Pepp’. Quanto al ruolo dei governi, Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo a Francoforte, spiega in un’intervista al quotidiano olandese Der Standard: occorre “preservare il potenziale produttivo” difendendo le imprese sane per poter assicurare la sostenibilità del debito in futuro. La spesa, dunque, sia destinata agli investimenti produttivi.
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Borsa Italiana, confermati Sironi presidente e Jerusalmi a.d
Assemblea dei soci rinnova il consiglio d’amministrazione
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14 maggio 2020
12:12
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L’assemblea dei soci di Borsa Italiana ha provveduto al rinnovo del consiglio di amministrazione per il triennio 2020-2022, confermando Andrea Sironi presidente, Claudia Parzani vicepresidente e Raffaele Jerusalmi amministratore delegato.
Il Cda sarà composto dai Consiglieri Barbara Alemanni, Alessandro Foti, Lorenzo Guasco, Mark Hoban, Barbara Lunghi, Paolo Marchesini, Massimo Mocio, Ann Giacobbe Neidenbach, Francesco Perilli e Murray Roos.
Il Collegio Sindacale, presieduto da Franco Carlo Papa, è composto da Mauro Coazzoli e Roberto Ruozi nel ruolo di Sindaci Effettivi e Fabio Artoni e Michela Haymar D’Ettory nel ruolo di Sindaci Supplenti.
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Borsa: Milano -1,6%, tiene Saipem
Ftse Mib sotto i 17mila punti, spread poco mosso a 232 punti
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14 maggio 2020
12:12
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Piazza Affari, al pari delle altre Borse europee, si conferma pesante a metà seduta dopo le indicazioni contenute nel bollettino della Bce. Il Ftse Mib cede l’1,8% a 16.876 punti mentre lo spread tra btp e bund è poco mosso a 232 punti con il rendimento sul decennale stabile a 1,79%.
Diversi i titoli sotto pressione a partire da Leonardo che lascia sul terreno il 4,18%. Vendite poi su Mediolanum (-3,86%), la paytech Nexi (-3,59%) ma anche Cnh (-3,6%9, Amplifon (-3%).
Resta in luce Saipem (+1,49%) con il petrolio in rialzo ed dopo il nuovo contratto in Nigeria per 2,7 milioni di dollari .
Tiene anche Pirelli (+0,61%) all’indomani della trimestrale.
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Borsa: Europa in forte calo, in rosso futures Usa
Pesanti anche le banche e le auto, arretra l’euro sul dollaro
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14 maggio 2020
12:46
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Le Borse europee proseguono pensanti, dopo il bollettino della Bce e con i futures americani in terreno negativo. Sui listini del Vecchio continente pesano l’energia (-2,4%) e le assicurazioni (-3%). In calo l’euro sul dollaro a 1,079 a Londra.
L’indice d’area stoxx 600 cede l’1,9%. In profondo rosso Londra (-2,4%), Parigi (-2%), Francoforte e Madrid (-1,8%).
I listini sono appesantiti anche dalle banche (-2,3%) con Barclays (-4,1%), Societe Generale (-3,5%), Bnp Paribas (-3,3%) e Commerzbank (-3%). Andamento negativo anche per le auto (-3,2%) dove soffrono Peugeot (-4,8%), Renault (-4,4%), Daimler (-4,3%) e Volkswagen (-3,5%).
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Borsa: Milano peggiora e perde il 2,15%
Ftse Mib a 16.814 punti, Leonardo -5,2%
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14 maggio 2020
13:03
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Piazza Affari peggiora ulteriormente con il Ftse Mib che perde il 2,15% a 16.814 punti.
Leonardo cede il 5,23%, Cnh il 5,27% e Banca Mediolanum il 4,21%.
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Ance, dietrofront Governo su opere pubbliche
Senza accelerazione investimenti impossibile rilancio economia
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14 maggio 2020
13:33
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“Inspiegabile dietrofront del Governo e impossibile rilancio dell’economia se le annunciate misure urgenti sull’accelerazione degli investimenti per far partire le opere pubbliche fossero state eliminate nell’ultimo testo del decreto”, avvertono i costruttori. Per il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, parla del “cosiddetto decreto rilancio” e sottolinea che “non si può parlare di vero rilancio dell’economia senza misure concrete per sostenere gli investimenti pubblici e per sostenere le imprese che devono realizzarli”. “Stando agli ultimi testi circolati – rileva – sarebbe stato espunto dal decreto tutto il capitolo degli appalti pubblici comprese le misure per accelerare gli investimenti e per garantire pagamenti regolari alle imprese”.
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Istat: Italia migliora in lotta per clima, peggiora nei consumi
Quadro complessivamente positivo nel rapporto Sdgs 2020
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14 maggio 2020
14:11
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L’Italia fa progressi nell’alimentazione e nella lotta ai cambiamenti climatici, passi indietro su consumo e produzione responsabili. L’Istat mostra un “quadro complessivamente positivo” nel Rapporto Sdgs 2020 sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu. La percentuale di indicatori con variazione positiva è “alta” per i Goal 2 (Fame zero, 71,4%), e 13 (Agire per il clima, 66,7%) mentre nei Goal 12 (Consumo e produzione responsabili) e 15 (La vita sulla terra) si molti indicatori peggiorano.
In generale, i progressi riguardano il 48,1% degli indicatori per i quali sono disponibili le informazioni sull’ultimo anno (prevalentemente il 2018). Il 29,7% rimangono invariati e il 22,2% segnalano un peggioramento. Rispetto a 10 anni prima gli indicatori in miglioramento sono il 61,1%, il 17,8% risulta invariato e 21,1% peggiora.
“Nel periodo 2010-2018 gli indicatori compositi elaborati per le tre dimensioni fondamentali che caratterizzano gli SDGs mostrano una tendenza generalizzata al miglioramento più accentuata per la parte ambientale e sociale rispetto a quella economica”, sottolinea l’Istat.
“Il costante miglioramento della dimensione ambientale – continua il testo – è stato trainato dai progressi nel settore dell’energia pulita e nel consumo responsabile mentre il miglioramento degli indicatori su salute e istruzione ha guidato il percorso positivo della dimensione sociale: tuttavia, per tutte e due le dimensioni si assiste a un rallentamento nell’ultimo anno”.
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Borsa: Europa cede con tensioni Usa-Cina, Londra -3,3%
Milano sulla stessa linea. Male Cnh, Leonardo e Unicredit
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14 maggio 2020
14:53
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Il bollettino Bce molto pessimista sullo stato dell’economia europea, la Fed che ha escluso di voler spingere i tassi in negativo e ora la previsione di nuove tensioni Usa-Cina dopo che il presidente statunitense Trump ha annunciato che non intende rinegoziare l’accordo sui dazi con Pechino stanno affossando i mercati azionari del Vecchio continente: Londra e Milano cedono il 3,3%, Parigi e Francoforte oltre un punto percentuale.
In Piazza Affari, in particolare, vendite su Cnh che perde oltre il 6%, Leonardo il 5,7% in passaggio in asta di volatilità, Unicredit ed Exor cinque punti percentuali. Tra i titoli a maggior capitalizzazione, tengono Diasorin e Pirelli, che ondeggiano attorno alla parità.

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Covid-19 spaventa italiani, in 6,5 milioni pronti ad assicurarsi per la prima volta su salute e lavoro
Indagine di Facile.it, prima polizza era vista solo come spesa, ora si cerca tutela
14 Maggio 2020
11:28
In tempo di emergenza pandemia, la preoccupazione per la salute e per il posto di lavoro a rischio spinge gli italiani a rivedere il proprio rapporto con il mondo assicurativo. Ben 6,5 milioni di persone sono pronte a sottoscrivere una polizza che prima non avevano considerato e, di queste, circa 3,8 milioni guardano ai prodotti assicurativi sulla salute e 2,4 milioni a quelli che li tutelerebbero in caso di perdita del lavoro, a conferma che la maggiore attenzione ricade proprio sui due ambiti più colpiti dal Covid-19. I dati emergono da una ricerca commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat e.

“Per molti anni gli italiani hanno considerato le assicurazioni come una spesa che, se non obbligatoria come l’Rc auto, andava evitata in ogni modo”, spiega il direttore della comunicazione di Facile.it, Andrea Polo. “Oggi il loro rapporto con le coperture assicurative si sta evolvendo e sono sempre più numerosi coloro i quali capiscono il valore di tutela preventiva di questi prodotti e i dati emersi dall’indagine – dice – lo confermano”.
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Di solito, si legge nella ricerca, in Italia un prodotto assicurativo che riguarda la perdita del lavoro era legato al mutuo casa. Oggi, a seguito della situazione di difficoltà economica generata dal lockdown, la situazione è cambiata e, ad esempio, sono molti gli italiani che devono fare i conti con un affitto da pagare e l’assenza improvvisa di fondi per farlo. La perdita del lavoro sembra essere un tema che spaventa maggiormente le fasce di età 25-34 e 45-54 anni, dove la percentuale di chi intende sottoscrivere una polizza che tuteli da questa evenienza arriva, rispettivamente, all’8,9% e al 7,6%,a fronte di una media nazionale pari al 5,5%.
Altro ambito per il quale molti italiani hanno manifestato la volontà di sottoscrivere in futuro una assicurazione specifica è quello della salute. Se a livello complessivo sono addirittura più di 3,8 milioni gli italiani che vogliono tutelarsi con una polizza salute o vita, oltre 1,6 milioni di individui vorrebbero sottoscrivere una copertura mirata per il Covid-19.
Nell’ambito della salute, continua Polo, “bisogna considerare due elementi. In primis il fatto che quello della salute sia un tema emotivamente molto delicato, la maggior parte di noi non ha voglia di pensare che qualcosa possa non andare nella propria salute e, quindi, cerca in qualche modo di allontanare da sé questo pensiero. In secundis, dobbiamo ricordare che in Italia abbiamo un sistema sanitario che ci offre cure gratuite, il che fa ritenere a tanti di essere sempre coperti”. Tuttavia, dice ancora il direttore della comunicazione, “oggi è più chiaro a molti che sottoscrivere una polizza vita o una assicurazione salute può aiutare sia noi sia la nostra famiglia in momenti di grave difficoltà e, vista la situazione che tutti noi stiamo vivendo a causa dell’emergenza Covid, questo è diventato palese ad un numero sempre maggiore di Italiani”.
Emerge in modo particolare come, ad essere maggiormente sensibili al tema della salute, siano i più giovani: a fronte di una media nazionale pari all’8,8%, la percentuale di chi vorrebbe sottoscrivere una polizza salute o vita sale al 10,9% nell’età compresa tra i 18 e i 24 anni e addirittura al 12,3% tra i 25 e 34 anni. Al contrario, gli over 65 sono più ‘fatalisti’: tra loro la percentuale di chi ha dichiarato di voler sottoscrivere una polizza che oggi non ha è inferiore al 7%.
“Purtroppo i giovani sanno di avere un futuro lavorativo, e quindi economico, più incerto rispetto a quello che è toccato ai loro genitori. Hanno anche la fortuna di essere meno ingabbiati da retaggi culturali che, vedevano nei prodotti assicurativi non una tutela, bensì una spesa”, spiega ancora Polo. “Ancora una volta i dati della ricerca confermano questo elemento – spiega – e dimostrano come alle fasce più giovani della popolazione risulti chiaro il valore di ‘paracadute’ che può avere una copertura assicurativa di questo genere. Valore infinitamente maggiore del costo da sostenere per il premio”.
“L’emergenza Covid è destinata a lasciare strascichi molto lunghi nelle vite di ciascuno di noi; ha cambiato molte delle nostre abitudini e, forse, ci ha insegnato ad essere più prudenti e a valutare con più attenzioni le opzioni che ci vengono offerte, anche in ambito assicurativo”, conclude Polo.
di Mattia Repetto
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Fase 2, sondaggio: solo 1 italiano su 2 tornerà nei negozi come prima
14 Maggio 2020
11:30
Dal 18 maggio, quando torneranno ad essere aperte le attività commerciali, poco più della metà degli italiani (53,6%) tornerà come prima nei negozi e meno di due su quattro (42,5%) nei centri commerciali. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Izi in collaborazione con Comin & Partners, sulla propensione dei consumatori nei confronti della riapertura ai tempi del Coronavirus.

Il contesto sanitario e normativo penalizza gli esercenti come i consumatori: oltre la metà degli italiani (55%) non frequenterà più come prima i ristoranti e quasi la metà (48%) degli intervistati non tornerà nei bar con la stessa frequenza, rispetto alle abitudini pre Covid-19. C’è anche un dato positivo, secondo il sondaggio da lunedì prossimo più di un italiano su quattro (35,2) tornerà a frequentare i ristoranti “come prima” e quasi due italiani su cinque i bar (42,4%).
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Solo un’esigua minoranza sceglierà di non usufruire più dei servizi di bar e ristorazione (rispettivamente il 7,4% e il 7,6%), frutto di un timore alimentato anche dai dubbi sulla sicurezza e la paura del contatto con altre persone. Nonostante ciò, il sondaggio fa emergere, nel complesso, un atteggiamento di fiducia da parte dei consumatori nei confronti della Fase 2.
In particolare, i più coraggiosi sono gli over 55, pronti a riprendere sin da subito alle vecchie abitudini. Circa il 60% si dichiara pronto a tornare a fare shopping e il 45% a fare colazione al bar. A questa fascia d’età sono mancati molto anche i centri commerciali, tanto che il 44% ha voglia di tornare a frequentarli come prima dell’emergenza. Poco incline al ritorno a una pseudo normalità è invece la fascia di età compresa tra i 35 e i 54 anni. Circa il 58% degli over 35 dichiara che andrà meno di prima nei ristoranti e solo due su quattro (43,5%) è pronta a tornare a fare colazione al bar come prima dell’emergenza. Più della metà (53,3%) si recherà invece a fare acquisti nei negozi.
Ancora meno temerari, a sorpresa, i giovani (18-34 anni). In questo caso, più della metà (55,5%) frequenterà meno i ristoranti e lo stesso vale per i bar, per il 52%. In generale, i giovani sono tra coloro che manifestano un atteggiamento più deciso nel voler limitare alcune attività rispetto al periodo precedente al Coronavirus. Il 10%, ad esempio, non tornerà a frequentare più i bar, circa il 9% i ristoranti e l’8% i centri commerciali.
Il sondaggio è stato effettuato sui residenti in Italia e il campione ha incluso 1004 persone oltre i 18 anni, intervistate in modalità Cati-Cawi e stratificate proporzionalmente per classi d’età (18-34; 35-54; 55 oltre). Le Interviste sono state realizzate tra il 12 maggio e il 13 maggio.
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Coronavirus, a confronto su strategie per la filiera agroalimentare
Webinar con esperti del settore, rappresentanti delle associazioni di categoria e responsabili della sicurezza alimentare
14 Maggio 2020
13:00
Msd Animal Health continua la campagna #AlTuoFianco, pensata per supportare tutti gli attori coinvolti nel campo della salute animale, con un nuovo appuntamento digitale. Per la prima volta, si è voluto rivolgere la discussione al consumatore, con la collaborazione di tutti gli operatori della filiera, tra i quali allevatori e medici veterinari che, con il loro lavoro quotidiano, garantiscono la salubrità e la sicurezza dei prodotti alimentari. Il webinar ‘La filiera agroalimentare ai tempi del coronavirus: prospettive future a seguito dell’emergenza’ ha coinvolto personaggi di spicco del comparto con l’obiettivo di discutere l’impatto dell’attuale emergenza Covid-19 sulla filiera agroalimentare, promuovendo la corretta informazione e facendo chiarezza sulle tematiche più discusse: dal vissuto del consumatore alla riorganizzazione del lavoro nelle aziende della filiera, al ruolo del made in Italy nella futura ripresa.

“I consumatori hanno vissuto tre grandi preoccupazioni: il timore che il virus potesse essere trasmesso dal cibo, la sicurezza degli alimenti di origine animale e l’approvvigionamento personale”, ha raccontato Agostino Macrì, responsabile sicurezza alimentare dell’Unione nazionale consumatori. Sul primo aspetto ha rassicurato Sergio Rosati, del Dipartimento Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, mettendo un punto definitivo sulla possibile trasmissione del virus da parte di bovini, suini o pollame: “Le specie di interesse zootecnico non si ammalano, non sieroconvertono, ossia non producono anticorpi, e quindi non giocano nessun ruolo come veicolo di questa infezione”.
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In merito, invece, alla sicurezza degli alimenti di origine animale, gli esperti hanno ricordato che le misure precauzionali del settore alimentare in Italia sono già di per sé stringenti e severe grazie al sistema di Haccp. Tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria intervistati si sono trovati d’accordo nel dire che le realtà produttive della filiera agroalimentare sono già organizzate secondo “rigidissime norme igienico-sanitarie”, con un personale già “abituato a mascherine, tute e a seguire misure estremamente restrittive”, aspetto che ha facilitato l’adattamento alla situazione di emergenza.
Sin dai primi giorni, ha spiegato Lara Sanfrancesco, direttore Unaitalia, c’è stato un grande dispiegamento di forze per mettere in sicurezza i lavoratori e applicare protocolli molto stringenti. È stato necessario rallentare i turni, garantire il distanziamento, riconvertire parte della produzione. Tutto questo è stato fatto in tempi molto rapidi e ha significato un grande impegno economico che non è stato riversato sui prodotti ma è stato assorbito dalla filiera, sempre nell’ottica di stare accanto al consumatore.
Questo senso di responsabilità ha garantito un approvvigionamento costante, rispondendo quindi a un’altra delle principali preoccupazioni dei consumatori. Infatti, la produzione di alimenti di origine animale, quali bovini, ovini, avicoli e prodotti caseari, non si è mai fermata. Anzi, soprattutto nella prima fase della pandemia, tutti gli impianti produttivi hanno affrontato una grande richiesta da parte dei consumatori, come ha spiegato François Tomei, direttore di Assocarni. Nonostante il lavoro non sia mai stato interrotto, l’intero comparto ha tuttavia subito notevoli danni. Basti pensare “all’immediata diminuzione di circa il 20-25% della capacità di macellazione a causa delle numerose assenze dei lavoratori nelle aziende che si trovavano nelle zone più colpite”, citata da Davide Calderone, direttore Assica, o alla chiusura del canale Horeca e del Food service – settori che rappresentano il 25% del fatturato delle aziende associate – che ha generato una grossa diminuzione della domanda di prodotti finiti.
Proprio questa chiusura “ha portato a una diminuzione del fatturato del 30%”, ha affermato Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia e amministratore delegato Inalca Spa, che ha offerto uno spaccato importante sulla crisi vissuta dalle eccellenze made in Italy rappresentate dal comparto dei vini, dei salumi – di cui l’Italia è il principale esportatore – e dei formaggi che hanno registrato un calo rispettivamente del -40%, -35% e del -45%, e ha dichiarato una decrescita del 13% sull’export, a causa dell’inattività nei paesi partner delle attività di ristorazione: prime tra tutte quelle in Germania, Stati Uniti e Francia.
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È il made in Italy, quindi, ad essere la realtà da preservare e da cui ripartire per far fronte a questa situazione: di questo gli intervistati sono tutti convinti, inclusi i portavoce delle Gdo. Claudio Mazzini, responsabile settore freschissimi Coop Italia, ha raccontato che “per Coop da sempre il made in Italy è un punto fermo, specialmente quando si parla di prodotti freschi e di carni di ogni filiera: basti pensare alle carni avicole, per cui l’approvvigionamento italiano vale il 99,8% del totale”. Ed è da qui che si darà il via alla ripartenza.
“Quello che auspichiamo dalle istituzioni e dal governo è un supporto non in termini di contributi diretti ma di aiuto nella promozione e nella difesa del made in Italy, ricordando che la maggior parte delle aziende agricole italiane non sono grandi gruppi industriali e avrebbero difficoltà a riprendersi qualora la crisi si esacerbasse. E in Italia, quando muore un’azienda agricola, muore con essa una tradizione”, ha detto Claudio Destro, vicepresidente Associazione italiana allevatori e amministratore delegato di Maccarese Spa.
Sul tema del made in Italy una risposta concreta è già arrivata dal Consorzio Sigillo Italiano che, come ha riferito il direttore Giuliano Marchesin, “può divenire un simbolo di eccellenza e qualità italiana immediatamente visibile al consumatore”. Una riprova è la recente esperienza di partnership con la catena il Gigante, dove la vendita di carne a marchio Sigillo Italiano ha registrato un aumento del 15% dall’inizio della pandemia.
Per affrontare le sfide future e continuare a garantire un adeguato rapporto qualità-prezzo dei prodotti italiani, è quindi imprescindibile mettere in atto una logica di sistema, basata su un dialogo costante tra tutti gli attori coinvolti: produttori, catena di distribuzione e consumatori. È esattamente questo lo spirito che guida anche Msd Animal Health Italia, come ha spiegato Paolo Sani, amministratore delegato: “Abbiamo deciso di organizzare un evento come questo con l’obiettivo di fare sistema e creare un’unica voce per rispondere a tutte le incertezze del consumatore, a tutte le domande a cui sta cercando risposta. È questo lo scopo di Msd Animal Health. La nostra sfida è difendere questo mercato, fatto di aziende e persone con alta professionalità che si impegnano giorno dopo giorno per portare cibo sano e buono sulle tavole degli italiani”.
“Nel settore agroalimentare è intuitivo il concetto di One Health, noi vediamo, quindi, la salute a 360 gradi: uomo, animale, ambiente. È un concetto per noi molto importante ed è per questo che stiamo facendo investimenti sia a livello produttivo, sia a livello di ricerca sui singoli prodotti per ridurre il più possibile l’impatto sull’ambiente”, ha concluso Paolo Sani.
Anche il delicato tema ambientale ha trovato spazio nell’ambito dell’incontro, con l’intervento di Giacomo Pirlo, dirigente di ricerca del Crea (Centro di ricerca di zootecnica e acquacoltura di Lodi), che ha condiviso i dati relativi all’Italia per “il contributo di allevamenti e agricoltura alle emissioni di gas serra, che è solo del 7%, al contrario di quanto si legge spesso sul web” e ha concluso affrontando il tema delle PM10 in modo concreto: “Un problema che deve ed è continuamente affrontato per studiarne un miglioramento. Il ministero delle Politiche agricole ha pubblicato infatti delle linee guida per la riduzione delle emissioni e ci sono diverse azioni che possono essere messe in atto”. Un’affermazione che conferma l’impegno costante della filiera, degli allevatori e dei medici veterinari per garantire un sistema virtuoso di benessere per tutti i suoi protagonisti, primi tra tutti consumatori, ambiente e animali.
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“Alimenti di origine animale non pericolosi”
15 Maggio 2020
14:58
“A differenza di quello che potevamo rispondere qualche settimana fa, oggi ci sono dei dati disponibili che ci dicono che gli animali di interesse zootecnico non si ammalano e quindi non giocano ruolo epidemiologico nella diffusione di questa infezione” e, “se è vero che gli animali non si infettano, è vero che i loro prodotti non possono veicolare questo virus: quindi gli alimenti di origine animale sono di fatto alimenti privi di pericolosità, per questo particolare virus”. A chiarirlo Sergio Rosati, docente del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Torino, intervenuto al webinar ‘La filiera agroalimentare ai tempi del coronavirus: prospettive future a seguito dell’emergenza’ organizzato da Msd Animal Health.

“Le specie di interesse zootecnico non si ammalano, non sieroconvertono, ossia non producono anticorpi, e quindi non giocano nessun ruolo come veicolo di questa infezione. Si tratta di un virus di origine animale e la famiglia dei coronavirus è una famiglia grande e ben rappresentata: ci sono virus del raffreddore che colpiscono l’uomo, virus che possono infettare il cane e il gatto, il maiale, il bovino, ma sono entità virali completamente diverse dal virus della Sars. Esistono virus presenti nel mondo animale ma non associabili a questo virus in particolare, che comporta forme respiratorie gravi”, spiega.
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“Questo virus – ribadisce – ha origine animale, perché sappiamo che il serbatoio di questi virus respiratori è il pipistrello, non sappiamo se c’è stata una specie intermedia che ha facilitato la trasmissione all’uomo, ma ora è un virus umano trasmesso da uomo a uomo”. Per l’esperto, “è importante, quindi, capire i metodi di trasmissione e se possono interessare superficialmente alcuni oggetti inanimati fra cui alimenti di origine animale e vegetale”.
“L’uomo che presenta questa infezione – ricorda – ha le secrezioni nasali e della faringe infettate. Quando l’uomo parla sputa delle gocce grandi che tendono a cadere al suolo nel giro di breve distanza, chiamate droplet, per questo motivo è opportuno utilizzare una mascherina. Questo è valido nel caso in cui l’uomo sia asintomatico. Nel caso in cui l’uomo avesse invece dei sintomi clinici, ad esempio starnutisce o da colpi di tosse, può generare una nebulizzazione di gocce molto più piccole in grado di percorrere distanze maggiori. Per esempio, se in una corsia di un supermercato c’è una persona asintomatica ma infetta, che compie uno starnuto, può di fatto invadere la corsia del supermercato adiacente, ma sarà sempre l’uomo che contamina qualcosa”.
“L’altro metodo con cui è facile contaminare le sostanze inanimate – prosegue – è la mano: se la mano viene portata al naso o alla bocca contaminando con le secrezioni la superficie stessa della mano e se con quella stessa mano si toccano altri oggetti, la contaminazione favorisce la trasmissione indiretta. In questo caso, gli alimenti possono giocare lo stesso ruolo degli oggetti, come i vestiti o le scarpe; per questo motivo è importante che vengano rafforzate le misure igieniche durante tutta la filiera della produzione degli alimenti. Norme già applicate normalmente, che devono essere però rafforzate perché il personale addetto deve utilizzare i dispositivi di protezione. Le stesse norme devono essere applicate e pretese anche da chi ci serve gli alimenti, per esempio bisogna verificare che chi ci serve gli alimenti non utilizzi poi le mani per toccare il denaro o fare altre cose”.
“Anche il cliente, infine, gioca un ruolo fondamentale: deve entrare al supermercato con la mascherina e utilizzare i guanti monouso messi a disposizione, perché i cibi che noi tocchiamo con le nostre mani possono essere fonte passiva della contaminazione. Il ruolo che può avere un qualsiasi prodotto alimentare ha la stessa funzione che può avere la maniglia di un mezzo di trasporto, per esempio, come qualcosa in grado di veicolare passivamente secrezioni infette che è sempre l’uomo che genera toccando i materiali”, conclude.
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Istat: con lockdown emissioni gas climalteranti -2,6%
14 Maggio 2020
15:01
Le misure volte a limitare il contagio da Covid-19 hanno portato, nelle ultime settimane, a un deciso restringimento delle attività di imprese e famiglie. Il lockdown ha implicato la chiusura, parziale o totale, di un elevato numero di attività produttive restringendo allo stesso tempo i comportamenti sociali e di consumo delle famiglie. Se da un lato il lockdown ha avuto un impatto negativo sulle attività economiche, dall’altra ha prodotto effetti positivi sulle emissioni climalteranti e inquinanti. La stima delle riduzioni delle emissioni di gas climalteranti (Ghg) e di Precursori dell’ozono troposferico (Pot) riconducibili al lockdown sarebbe pari rispettivamente al 2,6% e al 4% rispetto allo scenario base di assenza di lockdown. E’ quanto emerge dal rapporto Sdgs 2020 pubblicato oggi dall’Istat.
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Macrì (Unc): “Su alimenti essenziale informazione corretta”
14 Maggio 2020
15:07
“Dal mio punto di vista, la risposta al consumatore poteva essere gestita con un migliore approccio, specialmente per quanto riguarda la limitazione di informazioni allarmistiche e la diffusione per contro di un’informazione corretta e rassicurante. Sicuramente il settore agroalimentare non si è trovato in una situazione facile e questo può aver comportato una difficoltà nel rispondere correttamente e reagire alle notizie allarmistiche diramate. I toni drammatici hanno contribuito a esacerbare la percezione della realtà, creando preoccupazione e disorientamento nel consumatore”. Ad affermarlo Agostino Macrì, responsabile sicurezza alimentare Unione nazionale consumatori, intervenuto al webinar ‘La filiera agroalimentare ai tempi del coronavirus: prospettive future a seguito dell’emergenza’ organizzato da Msd Animal Health.

“Per fare un esempio, questo approccio ha suscitato una sensazione di paura della trasmissione del virus anche in coloro che si occupano della manipolazione del cibo, i negozianti per esempio, senza ricordare che esiste già un attentissimo sistema di Haccp che garantisce la sicurezza su tutti gli alimenti”, avverte.
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“È quindi importante chiarire – sottolinea – che esistono già stringenti e severe misure precauzionali che regolano e tutelano il settore alimentare, tra cui l’autocontrollo, le norme sulle produzioni primarie, inclusi allevamenti e agricoltura, così come la fase successiva di lavorazione e di distribuzione. La richiesta, quindi, di misure integrative per garantire la sicurezza non è necessaria in un settore così regolamentato. Sicuramente una maggiore condivisione delle misure già attive su questo fronte potrà aiutare il cittadino ad orientarsi meglio in questo scenario”.
Per l’esponente dell’Unc, “i consumatori hanno vissuto tre grandi preoccupazioni: l’approvvigionamento personale, l’idea che il virus potesse essere trasmesso dal cibo e la sicurezza degli alimenti di origine animale”.
“In una prima fase, i consumatori hanno avuto paura di non avere cibo a sufficienza. Questo timore ha causato assalti ai supermercati e ha portato il consumatore a fare acquisti poco oculati, spesso preferendo alimenti a lunga conservazione, per esempio il latte, e salumi e formaggi. Questo ha comportato, in alcuni casi, un consumo eccessivo, e un aumento dello spreco alimentare”, ricorda.
“Altra preoccupazione – aggiunge – è stata quella che gli alimenti potessero essere veicolo del virus. Per tranquillizzare il consumatore, abbiamo così redatto un articolo appositamente per chiarire che gli alimenti non possono essere causa di trasmissione del virus e che invece probabilmente un’errata distribuzione degli alimenti di origine animale in Cina ha scaturito il problema di trasmissione di virus. Altre preoccupazioni erano legate agli alimenti di origine animale che venivano considerati da alcuni consumatori come non sicuri”.
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Coronavirus, “Sostenere il made in Italy’
15 Maggio 2020
15:10
“È difficile non aspettarsi un prossimo semestre difficile, in cui l’impatto economico della pandemia sulla popolazione porterà a privilegiare prodotti a basso costo, penalizzando aziende come Maccarese, che si posizionano in una fascia qualitativa più alta. Quello che auspichiamo dalle istituzioni e dal governo è un supporto non in termini di contributi diretti, ma di sostegno nella promozione e nella difesa del made in Italy, ricordando che la maggior parte delle aziende agricole italiane non sono grandi gruppi industriali e avrebbero difficoltà a riprendersi qualora la crisi si esacerbasse. E sappiamo che, quando muore un’azienda agricola, muore una tradizione: perché è proprio nel lavoro delle Pmi, dei piccoli artigiani e delle piccole realtà storiche, che si sviluppa il made in Italy”. Ad affermarlo Claudio Destro, vicepresidente Associazione italiana allevatori e amministratore delegato di Maccarese Spa, intervenuto al webinar ‘La filiera agroalimentare ai tempi del coronavirus: prospettive future a seguito dell’emergenza’ organizzato da Msd Animal Health.

“Anche in piena emergenza Coronavirus gli allevatori e l’industria di trasformazione del latte non si sono mai fermati, garantendo al settore agroalimentare le forniture”, ricorda sottolineando che “le attività legate all’allevamento e alla produzione casearia sono state sempre considerate dal governo un’attività essenziale e questo ha consentito di garantire continuità nella produzione e nella fornitura di prodotti al consumatore”.
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“Dopo un lieve momento di difficoltà iniziale di alcuni caseifici del Nord, in cui molti addetti sono stati contagiati dal Covid-19, le aziende si sono subito riorganizzate in una rete di solidarietà, organizzandosi tra di loro per gestire il ritiro del latte”, dice.
“Sicuramente a partire dall’11 marzo la chiusura del canale Horeca ha comportato ulteriori difficoltà nella consegna del latte e dei prodotti caseari, senza contare che il consumatore in questo momento ha privilegiato i prodotti a lunga conservazione. In questo contesto, si è cercato di reagire sensibilizzando sia il consumatore sia la Gdo a preferire il made in Italy. Un appello che inizialmente è stato raccolto ma su cui ha poi prevalso la legge di mercato, che privilegia prodotti esteri a basso prezzo, in particolare da Francia e Germania”, osserva.
“Nonostante la fiducia del consumatore nel made in Italy, le attuali difficoltà economiche a cui stanno facendo fronte molte famiglie porteranno a cercare il risparmio, sacrificando la qualità”, avverte.
“Infine, un’ulteriore colpo al nostro settore è derivato dalla diffusione di notizie che legano l’insorgere della pandemia all’inquinamento ambientale causato dalle emissioni degli allevamenti intensivi. Da questo punto di vista, ci teniamo a sottolineare come i nostri allevamenti siano specializzati, protetti e organizzati”, precisa.
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Covid, in Usa persi 36,6 milioni di posti di lavoro
15 Maggio 2020
15:12
Con 2,98 milioni di nuove richieste di sussidi di disoccupazione presentate la scorsa settimana il totale degli americani che negli ultimi due mesi ha perso il lavoro nel quadro dell’emergenza coronavirus sale a 36,6 milioni. In pratica, osserva il ‘Financial Times’, in otto settimane sono stati cancellati tutti i posti di lavoro creati dalla maggiore economia mondiale negli ultimi dieci anni, dalla fine della crisi finanziaria globale.

Sebbene il dato della scorsa settimana rappresenti l’incremento più basso da metà marzo, il numero di richieste iniziali di disoccupazione supera le aspettative degli analisti e resta a livelli superiori a quelli osservati durante la crisi finanziaria. L’ultimo dato disponibile mostra un tasso di disoccupazione salito al 14,7 per cento, il più alto dalla seconda guerra mondiale.
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Un ‘cervello’ digitale per la fattoria del futuro
15 Maggio 2020
15:18
Un “cervello” digitale per rendere efficienti le aziende agricole, con il preciso obiettivo di farle diventare sostenibili e completamente autosufficienti dal punto di vista energetico. Entra nell’era 4.0 uno dei cavalli di battaglia della ricerca targata Graded, la “Green Farm”, progetto ideato nel 2015 su un’intuizione degli studenti dell’I.T.I.S. A. Righi di Fuorigrotta, sviluppato e aggiornato con la collaborazione del Dipartimento di Agraria della Federico II, che ha messo a disposizione la propria Azienda Agricola Sperimentale di Castel Volturno.

A lavorare in smart working alla trasformazione digitale dell’“Azienda agricola ecologica” sono due giovani talenti della terza edizione di Digita Academy, Annarita Guarino e Clemente Basilicata, impegnati nel project work dallo scorso 16 aprile, con il supporto di un team interno di cui fanno parte la responsabile organizzativa e operativa dell’azienda Ludovica Landi, Michele Cecere, esperto in gestione energia e responsabile Rinnovabili per Graded, due ex studenti di precedenti edizioni della Digita Academy ora in azienda, Teresa Tarantino (anno accademico 2017-2018) e Gennaro Ardolino (2018-2019), Manfredi Neri (Area Ricerca & Sviluppo) e Giuseppe Gregorini per gli adempimenti burocratici e il coordinamento con il progetto Green Farm.
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Questa mattina il primo giro di boa con la presentazione “Midterm” in modalità virtuale dei risultati raggiunti finora. L’obiettivo finale del progetto battezzato “Digita per Green Farm” è il disegno e la costruzione di una piattaforma hardware e software di gestione delle energie elettrica e termica (“Energy Management System”) che, grazie al supporto di intelligenza artificiale e algoritmi di Machine Learning, consenta di ottimizzare le risorse energetiche rendendo un’azienda agricola più efficiente.
Il progetto pilota “Green Farm” è già in via di implementazione nell’azienda agricola di Castel Volturno che svolge attività di ricerca e studio sull’ottimizzazione dei processi produttivi e sulle strategie innovative in agricoltura sostenibile. I dati risultanti dagli efficientamenti saranno presentati dall’azienda di Vito Grassi al prossimo Expo previsto a Dubai e rinviato al 2021.
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Onorato Armatori: con Moby, Tirrenia e Toremar in vacanza in assoluta sicurezza
15 Maggio 2020
16:30
Da sempre, il nostro slogan è ‘La vacanza inizia dal viaggio’. Per Moby, Tirrenia e Toremar è una filosofia di vita quella di coccolare i passeggeri fin dal loro arrivo a bordo e farli stare bene fino al momento in cui tornano a casa dopo le vacanze sulle spiagge più belle d’Italia: Sardegna, Sicilia, Isola d’Elba, Arcipelago Toscano, Isole Tremiti. E anche Corsica. Quest’anno, mantenendo gli standard di sempre a bordo, possiamo aggiornare il nostro motto: ‘La vacanza sicura inizia dal viaggio’.

Le tre Compagnie del Gruppo Onorato Armatori infatti propongono una serie di iniziative per rendere il viaggio verso le più belle località di vacanza, mai così agognato come quest’anno, totalmente sicuro, integrando le disposizioni di legge con una serie di iniziative e comportamenti positivi che rendono le nostre navi il posto migliore per raggiungere le spiagge della villeggiatura.
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rtire da una figura speciale e unica che sarà a bordo di ciascuna delle navi di Moby, Tirrenia e Toremar, oltre ovviamente al medico di bordo: il ‘care manager’, una nuova figura professionale, appositamente formata in questi mesi, a disposizione di tutti i passeggeri per qualsiasi esigenza o necessità dal momento del loro arrivo a bordo a quello dello sbarco: indicazioni sanitarie, mascherine, controllo sul distanziamento negli spazi comuni e a cui rivolgersi per ogni altra questione che riguarda la sicurezza a bordo.
Ma, dal momento dell’imbarco a quello dell’arrivo a destinazione, nessun particolare è stato trascurato: ad inizio di ogni turno sarà misurata la temperatura corporea di ogni membro dello staff di bordo e tutti i componenti dell’equipaggio saranno forniti di mascherine e guanti monouso. Sarà ovviamente garantita la distanza di un metro fra i passeggeri in ogni momento del viaggio, anche nel momento dell’imbarco, dello sbarco, nei garage e sulle scale mobili e gli ascensori di bordo. In particolare, nelle sale poltrone l’accesso sarà contingentato e sarà assicurato il distanziamento con alcuni posti lasciati liberi in modo da garantire le corrette distanze.
Una particolare attenzione è posta ai punti di contatto a bordo fra passeggeri e membri dell’equipaggio e le zone della reception, delle casse e di diretto contatto sono protette da schermature in plexiglass.
Tutti gli impianti di aerazione sono predisposti in modo da garantire il cento per cento di ricambio continuo con l’espulsione dell’aria verso l’esterno, mentre gli spazi pubblici, le sale poltrone e le cabine verranno sanificate costantemente con prodotti specifici e a norma. Inoltre saranno disponibili in varie zone delle navi dispenser con prodotti igienizzanti per le mani e ogni giorno verranno sanificate tutte le chiavi magnetiche delle cabine di bordo. Le stesse procedure di sanificazione costanti delle cabine e di ogni particolare a bordo sono garantite a ciascun elemento della filiera delle forniture: dalle lavanderie che sterilizzano la biancheria a ogni elemento ‘esterno’ che viene utilizzato a bordo.
Particolare attenzione verrà posta a tutti i servizi di bordo, come sempre d’eccellenza e con la solita attenzione alla qualità assoluta del cibo, da sempre uno dei nostri fiori all’occhiello: il self service sarà aperto con un rispetto rigoroso delle distanze sia per il servizio sia ai tavoli e da giugno riapriranno anche tutti i ristoranti di bordo con il servizio à la carte e l’implementazione del servizio in cabina.
“Con queste iniziative – spiega Achille Onorato, amministratore delegato del gruppo di Moby, Tirrenia e Toremar – vogliamo dare ai nostri passeggeri la certezza e la serenità di un viaggio sicuro, che riesca a coniugare la cura che da sempre mettiamo nei servizi di bordo, che sarà garantita anche con le nuove disposizioni, con tutte le azioni positive per arrivare tranquillamente nelle località di villeggiatura più belle del nostro Paese”.
Quindi, oltre ovviamente a rispettare scrupolosamente tutte le norme in materia, aggiunge Onorato, “abbiamo posto in essere ulteriori azioni e iniziative per viaggiare sicuri. Di una in particolare sono particolarmente orgoglioso: quella del ‘care manager’, che sarà una nuova figura essenziale di riferimento per i passeggeri e in più ci permette di assicurare posti di lavoro estremamente qualificati, sempre importanti ma ancor di più in questo momento storico. Un doppio fiore all’occhiello per Moby, Tirrenia e Toremar, per cui passeggeri e dipendenti sono da sempre la priorità”.
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Fisco, ok a invio 730 precompilato
15 Maggio 2020
16:44
Aperto il canale per l’invio del proprio 730 precompilato. È ora possibile accettarlo con i dati inseriti dall’Agenzia, oppure integrarlo. Il tutto online, direttamente da casa utilizzando il pc, il tablet o lo smartphone e accedendo con Spid, le credenziali dell’Agenzia delle entrate, la carta nazionale dei servizi o il pin dispositivo Inps. La scadenza per l’invio sulla piattaforma gestita dal partner tecnologico Sogei, si spiega in una nota, è fissata al 30 settembre 2020. Già 1,3 milioni di cittadini hanno consultato la propria dichiarazione nei primi 9 giorni dal lancio.

Tra i più attivi i cittadini della Lombardia, seguiti da Lazio, Piemonte e Veneto. Al via da oggi anche le modifiche al modello Redditi, che potrà essere inviato dal 19 maggio al 30 novembre. In poco più di una settimana da quando è stata resa disponibile online, 1,3 milioni di cittadini hanno visualizzato la propria dichiarazione dei redditi precompilata per consultare i dati caricati dalle Entrate, per un totale di quasi 2 milioni di accessi.
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5 maggio, giorno in cui l’Agenzia delle entrate, con il supporto del partner tecnologico Sogei, ha reso disponibili i modelli in modalità consultazione, i più attivi in termini assoluti sono stati i contribuenti della Lombardia, con 315.814 utenti che hanno fatto l’accesso, seguiti dal Lazio (171.571 utenti), dal Piemonte (124.937) e dal Veneto (123.811).
I contribuenti possono ora accettare, integrare o modificare il proprio 730, già compilato dall’Agenzia delle entrate, e trasmetterlo direttamente dal computer di casa, oppure da tablet e smartphone. Per farlo è necessario essere in possesso delle credenziali dell’Agenzia (nome utente, password e pin dei servizi online) oppure utilizzare quelle dell’Inps, Spid o ancora la carta nazionale dei servizi. Ok alle modifiche anche per il modello Redditi, che potrà essere trasmesso dal 19 maggio al 30 novembre 2020.
Da oggi è disponibile anche una guida dedicata al 730 precompilato, scaricabile dal sito dell’Agenzia. La guida spiega passo passo le procedure da seguire per inviare la propria dichiarazione, da come richiedere le abilitazioni necessarie a come verificare il rimborso spettante, da come annullare un 730 già inviato, se è stato commesso un errore, a come predisporre una dichiarazione congiunta. Inoltre, vengono ricordate tutte le scadenze, le novità di quest’anno e i vantaggi del fai da te. Resta sempre a disposizione dei cittadini il sito InfoPrecompilata, con informazioni, date e scadenze da ricordare e le risposte alle domande più frequenti, e l’assistenza telefonica.
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Coronavirus, “anticipo Cig da banche solo per 6 lavoratori su 100”
15 Maggio 2020
17:38
Solo 6 lavoratori su 100 hanno ricevuto l’anticipo della cassa integrazione dalle banche nell’emergenza coronavirus. Uno scenario che i consulenti del lavoro avevano anticipato già a partire da aprile e che, a distanza di un mese, trova conferma nelle risposte di oltre 1.3000 iscritti all’Ordine nel sondaggio ‘Il ruolo delle banche nelle misure a sostegno di imprese e lavoratori’, predisposto dalla Fondazione studi consulenti del lavoro, tra l’11 e il 13 maggio, per valutare le difficoltà operative e procedurali per l’erogazione dei sostegni al reddito e l’accesso ai prestiti garantiti previsti dal cosiddetto Decreto ‘Liquidità’.

Secondo i consulenti del lavoro poca organizzazione delle banche per fronteggiare le richieste, rallentamenti negli iter ma, soprattutto, eccesso e complessità della modulistica da presentare hanno nei fatti annullato le potenzialità di uno strumento che poteva risultare molto utile in questa fase. Con riferimento alla possibilità di anticipo della cassa integrazione per i lavoratori, più della metà del campione evidenzia in primo luogo i ritardi degli istituti di credito per l’evasione della pratica (51,9%), assieme al numero eccessivo di moduli da presentare (50,6%) e allo scarso impegno degli istituti nel rendere realmente efficace questo strumento di sostegno ai lavoratori (48,9%).
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Anche la poca preparazione a gestire una misura diversa da quelle abituali, in una fase peraltro del tutto eccezionale, ha rappresentato una criticità importante, secondo il 39,7% degli intervistati, ma che probabilmente avrebbe potuto venir meno se i processi e gli iter fossero stati più semplici, secondo i consulenti del lavoro.
Al confronto appaiono molto meno importanti altri aspetti, che pure all’inizio avevano sollevato critiche, quali la poca chiarezza delle procedure (che pure viene segnalata dal 26,7% dei rispondenti), l’indisponibilità dei datori di lavoro a firmare l’atto di benestare con assunzione dell’obbligo solidale (17,9%), l’inappropriatezza del merito creditizio (13%) o la mancata attuazione degli accordi sul territorio che, dopo un mese e mezzo dalla sottoscrizione, viene ancora denunciata da quasi un rispondente su 10 (9,7%).
Per esemplificare quanto l’appesantimento burocratico possa essere stato decisivo nel ritardare l’anticipo della Cassa integrazione ai lavoratori i consulenti sottolineano che, stando a quanto dichiarato dal 78,2% degli intervistati, le banche richiedono tra i vari documenti, copia del Modello SR41: si tratta del modulo che i datori di lavoro devono inoltrare all’Inps per il pagamento della Cig e che la circolare Abi del 23 aprile ha confermato non essere necessario per il perfezionamento delle richieste. Ciò malgrado, continua ad essere diffusamente richiesto sia dagli istituti di credito più noti che dai piccoli.
Nei casi di Cassa integrazione in deroga, tale richiesta allunga di molto i tempi per l’erogazione dell’anticipo, considerato che l’inoltro del modello all’Inps può essere fatto solo dopo aver completato l’iter regionale di autorizzazione. Si spiega così anche la lunghezza dei tempi che intercorrono, spiegano i consulenti del lavoro, tra la presentazione della domanda e l’erogazione dell’assegno, stimata dai consulenti in 50 giornate lavorative, con una variabilità dai 45 del Nord e 47 del Centro ai 65 del Sud.
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Ftse Mib in calo, spread a 238 pb
14 Maggio 2020
17:34
Grazie ad un miglioramento nella seconda parte, le borse europee limitano le perdite innescate dai timori espressi da Fed e Bce sulle prospettive economiche dei prossimi mesi e dal ritorno in grande stile della tensione sull’asse Washington-Pechino. Secondo il capo scientifico dell’Organizzazione mondiale della Sanità, potrebbero essere necessari fino a 5 anni per arrivare a un punto in cui la pandemia potrà essere considerata sotto controllo.

Dopo il via libera al “Decreto Rilancio” da 55 miliardi di euro, il Ftse Mib si è fermato a 16.867,76 punti, -1,84% sul dato precedente. Nuova seduta di sofferenza per Exor, in rosso del 4,58%. Dopo il mancato passaggio di PartnerRe ai francesi di Covea, oggi le azioni della holding hanno pagato pegno alla notizia che Fiat Chrysler (-2,81%), così come la promessa sposa Peugeot, non distribuirà il dividendo. Per quanto riguarda la fusione, le due case automobilistiche hanno confermato che le attività procedono “positivamente”.
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Tra gli industriali -4,04% di Leonardo in scia della decisione di Morgan Stanley di tagliare il prezzo obiettivo da 6,75 a 6,4 euro (oggi le azioni hanno chiuso a 5,47 euro).
Lettera sui bancari: UniCredit ha terminato con un -1,81%, Intesa Sanpaolo ha segnato un -0,72% e Banco BPM un -0,53%. All’interno del paniere principale solo quattro titoli hanno evitato il segno meno: Ubi Banca (perfetta parità), Azimut (+0,91%), Diasorin (+2,61%) e Saipem (+0,77%), che ha annunciato di essersi aggiudicata un contratto da 2,7 miliardi di dollari in Nigeria.
Incremento di oltre tre punti percentuali per il Brent (+3,1% a 30,1 dollari il barile): secondo l’Agenzia internazionale dell’Energia, con il progressivo allentamento delle misure di lockdown, il calo della domanda di greggio potrebbe essere inferiore a quanto stimato inizialmente. Sull’obbligazionario, nuova seduta poco mossa per lo spread con i titoli tedeschi (238 punti base).
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Dl Rilancio, Gualtieri: “Misure per rimettere in moto il Paese”
14 Maggio 2020
20:40
”Sostenere l’Italia in questa fase difficile è l’obiettivo del decreto rilancio. Per questo, non solo abbiamo rafforzato e prolungato molti interventi del Cura Italia, ma abbiamo introdotto nuove ed efficaci misure per rimettere in moto il Paese. Lo sguardo rivolto al futuro”. Lo scrive il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, su Twitter.

Il decreto legge rilancio vale 155 miliardi, secondo quanto si legge nello schema che accompagna la dichiarazione di Gualtieri. ”Risorse imponenti per sostenere il lavoro e l’impresa, le famiglie, la sanità, la scuola e l’università. Ora massimo impegno per far arrivare subito le risorse e rilanciare insieme il Paese”, scrive il ministro.
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Nell’elenco delle misure inserite nel provvedimento si ricorda: 3.500 posti aggiuntivi in terapia intensiva; 5,5 miliardi per salute e sicurezza; fondo di 3,9 miliardi in favore dei comuni, province e città metropolitane; 3 miliardi per turismo e cultura; 1,45 miliardi e 16.000 nuove assunzioni per la scuola; 1,4 miliardi per l’università e la ricerca; eliminata l’Iva sulle mascherine per il 2020.
Seguono gli interventi per singolo settore, a partire dagli ammortizzatori sociali che vengono rifinanziati per: il bonus per gli autonomi e le partite iva che sale fino a 1.000 euro; il reddito di emergenza per le famiglie in difficoltà, l’indennizzo per colf e badanti; proroga di 2 mesi della Naspi in scadenza; sospensione dei licenziamenti.
Per le imprese si interviene con un pacchetto di interventi che comprende: il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione per 12 miliardi di euro; i ristori alle piccole imprese per 6,2 miliardi di euro; la cancellazione della rata irap di giugno per 3,9 miliardi di euro; i contributi per gli affitti e le bollette; il sostegno fiscale alla ricapitalizzazione; le garanzie statali sulle perdite.
Nel pacchetto delle misure fiscali si parte con la cancellazione della clausole di salvaguardia, evitando così l’aumento dell’iva. Sono previsti inoltre: 2 miliardi per l’adeguamento degli ambienti di lavoro; la proroga delle sospensioni dei versamenti fino a settembre; la sospensione dei pignoramenti; lo sconto sulla tassa di occupazione del suolo pubblico; l’ecobonus e sismabonus al 110%.
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Istat: “A marzo crollo fatturato industria”
14 Maggio 2020
10:40
A marzo – primo mese dell’emergenza coronavirus – prevedibile crollo del fatturato dell’industria che secondo le stime Istat, al netto dei fattori stagionali, è diminuita del 25,8%, rispetto a febbraio e anche degli ordinativi che registrano una marcata riduzione, sia rispetto allo scorso mese (-26,5%), sia nella media del primo trimestre rispetto al quarto trimestre del 2019 (-9,5%). Nella media del primo trimestre dell’anno l’indice complessivo del fatturato registra un calo del 6,6% rispetto all’ultimo trimestre del 2019.

Su base annua, corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale cala del 25,2%, con una riduzione del 27,6% sul mercato interno e del 20,7% su quello estero.
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L’Istat evidenzia infatti come anche la dinamica congiunturale del fatturato sia molto più negativa per il mercato interno, per il quale si rileva una diminuzione del 27,9% mentre il mercato estero registra un calo meno accentuato, pari al 21,9%. Analogamente, la variazione congiunturale degli ordinativi riflette una contrazione delle commesse provenienti dal mercato interno (-29,9%) più marcata rispetto a quella registrata dalle commesse provenienti dall’estero (-21,4%). Quanto ai principali settori, a marzo si rilevano flessioni degli indici del fatturato ampie e diffuse a tutti i settori: -20,1% per i beni intermedi, -20,8% per i beni di consumo, -32,0% l’energia e, infine, 36,2% i beni strumentali. In riferimento al manufatturiero, l’industria farmaceutica registra la crescita tendenziale più rilevante (+9,9%), mentre il settore dei mezzi di trasporto mostra il calo maggiore (-45,7%). Su base annua l’indice grezzo degli ordinativi diminuisce del 26,6%, con riduzioni su entrambi i mercati (-29,3% quello interno e -23,1% quello estero).
L’unica variazione tendenziale positiva si registra nell’industria farmaceutica (+19,5%), mentre il peggior risultato si rileva nell’industria dei mezzi di trasporto (-55,4%). L’Istat osserva come essendo l’Italia il primo paese colpito dall’epidemia in Europa, la contrazione del mercato interno è risultata molto più accentuata rispetto a quello estero. Il calo di fatturato e ordinativi, su base tendenziale, ha raggiunto valori simili a quelli registrati nel momento più acuto della crisi del 2008-2009.
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Ftse Mib poco mosso in chiusura di ottava
15 Maggio 2020
17:35
Il peggioramento del quadro macroeconomico e le tensioni sull’asse Washington-Pechino continuano a pesare sul sentiment degli operatori che, in chiusura di settimana, hanno privilegiato un atteggiamento prudente. A sostenere l’andamento del Ftse Mib, che si è fermato a 16.852,35 punti (-0,09%) sono stati titoli difensivi come Amplifon (+1,95%), Recordati (+6,05%) e Diasorin (+4,07%). Bene anche il comparto energetico, spinto dalla nuova seduta di guadagni del greggio (Eni ha terminato con un +0,07% e Tenaris ha segnato un +0,63%).

Dopo il +6,65% di ieri, il future con consegna luglio sul Brent in corrispondenza della chiusura dei listini europei passa di mano a 31,7$/barile, quasi 2 punti percentuali in più rispetto a ieri. Sul mercato obbligazionario lo spread tra titoli italiani e tedeschi ha proseguito la sua fase laterale facendo segnare un lieve rialzo a 241 punti base.
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Tra i bancari, Intesa Sanpaolo ha terminato in sostanziale parità (+0,01%), UniCredit ha perso l’1,13% e Mediobanca ha lasciato sul parterre poco meno di mezzo punto percentuale (-0,47%). Negativa anche Unipol (-1,5%), che ha chiuso il primo trimestre con un utile in calo di oltre il 20% a 134 milioni.
Dopo le recenti vendite innescate prima dalla mancata vendita di PartnerRe e poi dalla decisione di Fiat Chrysler (+0,49%) di non distribuire il dividendo, ribalzo per Exor, che oggi ha terminato con un +3,13%. Denaro anche su Ferrari (+1,9%).
Secondo gli analisti di Prometeia, il Pil italiano nel 2020 farà segnare un tonfo dell’8,5%, contro il -6,5% stimato un mese fa (da +3,3 a +4,5% la view sul 2021). Sostanzialmente in linea con le indicazioni contenute nel Def, il rapporto tra debito e Pil è stimato al 155,4% (155,7% per il Documento di economia e finanza).
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Fase 2, Cafiero De Raho: “Subito cig e liquidità o arrivano le mafie”
14 Maggio 2020
17:50
“Ci troviamo in un momento di grande difficoltà economica e di sofferenza per imprese e lavoratori. E da tempo lancio l’allarme di uno Stato che deve stare vicino al cittadino, cittadino imprenditore e cittadino lavoratore. Per riprendersi l’economia ha bisogno che accesso al credito, cassa integrazione, tutto ciò che serve, arrivino al più presto, perché dove non arriva lo Stato arrivano le mafie. Laddove non arriva lo Stato con questo sostengo che è indispensabile per tutti. E non intervenire significa aprire il panorama economico all’ingresso della mafie. Le mafie hanno ricchezze enormi e l’unico problema è quello di collocarle”. E’ l’allarme lanciato dal procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, intervenendo alla trasmissione ‘Diciottominuti’ sul sito consulentidellavoro.it e commentando i dati di un sondaggio dei professionisti che testimonia i ritardi delle banche nell’erogazione dell’anticipo della cig e anche dei prestiti sotto i 25mila euro alle banche.

Secondo Cafiero De Raho, le mafie “spesso si mimetizzano in imprese in difficoltà, che non riescono ad accedere al sistema creditizio e sono costrette ad accedere a quello parallelo illegale. Il successivo passo è dover cedere un po’ alla volta la gestione della propria impresa”. E quindi per il procuratore “dovere aiutare le imprese a recuperare il proprio mercato è un obbligo della nostra società, del nostro Stato, è un obbligo perché le conseguenze sarebbero disastrose”.
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lunque soggetto che oggi è in condizione di bisogno deve essere aiutato perché laddove non interviene lo Stato intervengono la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta attraverso una finta solidarietà e accrescendo il consenso sociale e reclutando anche giovani – scandisce – Per questo lo Stato in questo momento non può venire meno a questo duplice impegno e dovere. Primo liquidità e sostegno economico alle imprese e poi sostegno di solidarietà a tutte le persone che in questo momento soffrono e hanno bisogno”, sottolinea De Raho.
Sulle misure messe in campo dal governo per dare liquidità alle imprese “non c’è alcuna forma di controllo, credo che le banche nell’erogare il credito siano preoccupate anche da questo. Ancora oggi nel dl liquidità non sono previste forme di controllo – rileva ancora – Un controllo che non deve ritardare l’erogazione delle risorse ma ci deve essere. In tutto ciò che si fa senza controllo è chiaro che c’è il rischio dell’interessamento di imprese mafiose o contigue alle mafie. Il governo deve dire che vi saranno dei controlli, deve prevederli”.
De Raho manifesta poi la sua “stima verso tutti i consulenti del lavoro che portano avanti con impegno il loro lavoro, con ad esempio il decreto antiriciclaggio che pone oneri importanti e delicati, con l’adeguata verifica del cliente. Voi rappresentate un ruolo importante per lo Stato”. “Voi condividete difficoltà e insieme tentate di superarle osservando le regole. E su questo aspetto vi vedo molto vicino al mio lavoro e al lavoro di tutti coloro che credono nel miglioramento della società”, conclude il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo.
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Eni, Cda nomina Descalzi amministratore delegato
14 Maggio 2020
21:10
Il Cda di Eni ha oggi nominato amministratore delegato e direttore generale Claudio Descalzi, al quale ha conferito i poteri di amministrazione della Società con esclusione di specifiche attribuzioni che il Consiglio si è riservato, oltre a quelle non delegabili a norma di legge. Lo rende noto il colosso energetico.

Il Consiglio ha altresì confermato il ruolo centrale della presidente, Lucia Calvosa, nel sistema dei controlli interni, riconoscendole, in particolare, le attribuzioni del precedente Presidente in materia, tra cui la gestione del rapporto gerarchico del Responsabile della funzione Internal Audit nei confronti del Consiglio.
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Inoltre la presidente svolgerà le sue funzioni statutarie di rappresentanza gestendo, in particolare, i rapporti istituzionali della società in Italia, in condivisione con l’ad. Le sono inoltre state conferite le deleghe, previste dallo Statuto, per l’individuazione e la promozione di progetti integrati ed accordi internazionali di rilevanza strategica, in condivisione con l’ad.
Sulla base delle dichiarazioni rese dagli Amministratori e delle informazioni a disposizione della società, il Cda ha accertato in capo a tutti i consiglieri il possesso dei requisiti di onorabilità e l’assenza di cause di ineleggibilità e incompatibilità, come richiesto dalla normativa vigente, nonché il possesso dei requisiti di indipendenza previsti dalla legge, come richiamati dallo Statuto della società, da parte della Presidente Lucia Calvosa e dei Consiglieri Ada Lucia De Cesaris, Pietro A. Guindani, Karina A. Litvack, Emanuele Piccinno, Nathalie Tocci e Raphael Louis L. Vermeir.
Con riferimento ai requisiti di indipendenza del Codice di Autodisciplina, cui Eni aderisce, il Consiglio ha inoltre ritenuto indipendenti, sulla base dei parametri e criteri applicativi raccomandati dal Codice, i Consiglieri De Cesaris, Guindani, Litvack, Tocci e Vermeir.
Calvosa, in conformità a quanto previsto dal Codice di Autodisciplina, non può essere dichiarata indipendente essendo un esponente di rilievo della società. Ai fini delle verifiche di indipendenza, sono stati confermati i criteri descritti nella Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari 2019. Il Collegio Sindacale 2 ha verificato la corretta applicazione dei criteri e delle procedure di accertamento adottati dal Consiglio per valutare l’indipendenza dei propri componenti.
Il Cda ha inoltre nominato i seguenti Comitati. Comitato Controllo e Rischi, con Pietro Guindani come Presidente e i Consiglieri Raphael Vermeir, Ada Lucia De Cesaris e Nathalie Tocci come componenti, tutti non esecutivi e indipendenti; i Consiglieri Pietro Guindani e Raphael Vermeir possiedono l’esperienza in materia contabile e finanziaria o di gestione dei rischi richiesta dal Codice di Autodisciplina; Comitato Remunerazione, con Nathalie Tocci come Presidente e i Consiglieri Karina Litvack e Raphael Vermeir come componenti, tutti non esecutivi e indipendenti; tutti i componenti possiedono la conoscenza ed esperienza in materia finanziaria o di politiche retributive richiesta dal Codice di Autodisciplina.
Il Comitato per le Nomine, con Ada Lucia De Cesaris come Presidente e i Consiglieri Pietro Guindani ed Emanuele Piccinno come componenti, tutti non esecutivi e, in maggioranza, indipendenti; Comitato Sostenibilità e Scenari, con Karina Litvack come Presidente e i Consiglieri Raphael Vermeir, Nathalie Tocci, Filippo Giansante ed Emanuele Piccinno come componenti, tutti non esecutivi e in maggioranza indipendenti.
Il Consiglio ha infine accertato, sulla base delle valutazioni effettuate dal Collegio Sindacale, il possesso dei requisiti di professionalità e onorabilità dei sindaci di cui al D.M. 30 marzo 2000, n. 162, come specificati dall’art. 28.1 dello statuto, nonché dei requisiti di indipendenza previsti dalla legge e ha preso atto di quanto comunicato dal Collegio Sindacale sul possesso da parte dei Sindaci dei requisiti di indipendenza previsti dal Codice di Autodisciplina, del possesso da parte di tutti i sindaci della qualifica di “financial expert ” ai sensi della normativa statunitense, applicabile al Collegio quale “audit committee”, in ragione della quotazione di Eni sul mercato americano e del possesso, per l’organo nel suo complesso, dei requisiti di competenza ai sensi dell’art. 19, comma 3, del D.lgs 39/2010.
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Bonus bici retroattivo dal 4 maggio
14 Maggio 2020
19:20
”Il bonus per bici e monopattini elettrici da 500 euro – fino al 60% della spesa – sarà retroattivo dal 4 maggio. Basterà registrare lo scontrino di acquisto sul sito del ministero e il rimborso sarà secco”. La ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha illustrato le misure per il suo dicastero contenute del decreto rilancio.
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Riparte Tgv Milano-Parigi, al via una corsa al giorno
14 Maggio 2020
22:30
Sncf Voyages Italia annuncia la graduale ripresa della circolazione dei Tgv tra l’Italia e la Francia. E’ infatti disponibile una corsa giornaliera andata/ritorno tra Milano e Parigi e, per far fronte all’attuale emergenza sanitaria, l’azienda ha adottato una serie di misure di sicurezza, in conformità a quanto previsto dalle autorità francesi e italiane. E’ quanto si legge in una nota che spiega quali saranno le misure di sicurezza per personale e passeggeri.

Oltre a prevedere un sistema di prenotazione a posti “alternati” fino al 2 giugno, per consentire il distanziamento sociale, la compagnia ha messo in campo una serie di misure di prevenzione. A cominciare dall’obbligo di indossare la mascherina senza la quale i passeggeri non saranno autorizzati a salire a bordo anche se in caso di necessità potrà essere fornita dal personale a bordo. Per assicurare la disinfezione delle mani a bordo sono assicurati acqua e sapone nei bagni mentre il gel disinfettante è presente a libero servizio sul percorso in territorio italiano. In caso di mancanza temporanea di acqua e sapone nella tratta in Francia, sarà reso disponibile gel disinfettante per garantire la pulizia delle mani.
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Per quel che attiene alla pulizia dei convogli le attività di sanificazione e pulizia sono state potenziate, aumentandone la frequenza e adattando la tipologia di disinfezione. E anche per garantire il distanziamento sociale i servizi di ristorazione a bordo sono sospesi. Sncf Voyages Italia ricorda inoltre che per recarsi in Francia occorre essere muniti di apposita autodichiarazione, disponibile sul sito del Ministero dell’Interno francese anche in versione digitale. SNCF Voyages Italia infine conferma che fino al 27 maggio, per viaggi fino al 24 giugno, sarà possibile effettuare gratuitamente il cambio o procedere con l’annullamento tramite i canali di acquisto online entro l’orario di partenza del treno indicato nel biglietto oppure successivamente alla data di partenza del treno tramite la pagina Sncf.com dedicata.
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Coronavirus, Inail: “Infortunio non è collegato a responsabilità datore lavoro”
15 Maggio 2020
15:10
“In riferimento al dibattito in corso sui profili di responsabilità civile e penale del datore di lavoro per le infezioni da Covid-19 dei lavoratori per motivi professionali, è utile precisare che dal riconoscimento come infortunio sul lavoro non discende automaticamente l’accertamento della responsabilità civile o penale in capo al datore di lavoro”. A dirlo è l’Inail in una nota.

“Sono diversi – sottolinea – i presupposti per l’erogazione di un indennizzo Inail per la tutela relativa agli infortuni sul lavoro e quelli per il riconoscimento della responsabilità civile e penale del datore di lavoro che non abbia rispettato le norme a tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Queste responsabilità devono essere rigorosamente accertate, attraverso la prova del dolo o della colpa del datore di lavoro, con criteri totalmente diversi da quelli previsti per il riconoscimento del diritto alle prestazioni assicurative Inail”.
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Pertanto, “il riconoscimento dell’infortunio da parte dell’Istituto non assume alcun rilievo per sostenere l’accusa in sede penale, considerata la vigenza in tale ambito del principio di presunzione di innocenza nonché dell’onere della prova a carico del pubblico ministero. E neanche in sede civile il riconoscimento della tutela infortunistica rileva ai fini del riconoscimento della responsabilità civile del datore di lavoro, tenuto conto che è sempre necessario l’accertamento della colpa di quest’ultimo per aver causato l’evento dannoso. Al riguardo, si deve ritenere che la molteplicità delle modalità del contagio e la mutevolezza delle prescrizioni da adottare sui luoghi di lavoro, oggetto di continuo aggiornamento da parte delle autorità in relazione all’andamento epidemiologico, rendano peraltro estremamente difficile la configurabilità della responsabilità civile e penale dei datori di lavoro”.
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Gualtieri: “Capisco la rabbia, aiuteremo tutti”
15 Maggio 2020
07:20
“E’ evidente che le legittime preoccupazioni di una situazione senza precedenti possono generare anche rabbia. Lo capiamo e per questo il Governo è impegnato a sostenere imprese e famiglie, a evitare un aumento delle diseguaglianze, ad aiutare i più deboli”. Ad affermarlo è il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in un’intervista a ‘La Repubblica’, nel sottolineare che “come spesso accade nei momenti più difficili nella nostra storia gli italiani rivelano virtù civili, maturità e spirito di coesione senza precedenti”.

“Sulla Cassa integrazione c’erano lentezze ma ora il cambio è radicale”, assicura il ministro. “La Cassa integrazione è stata erogata in queste settimane a quasi 5 milioni di lavoratori. Ma ci sono state lentezze e inefficienze soprattutto per quella in deroga. Per questo abbiamo varato una riforma radicale del sistema”, sottolinea Gualtieri che, sulla liquidità alle imprese, evidenzia che ora va “meglio” ma chiede alle banche di “fare più in fretta”.
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nkronos.com/soldi/economia/2020/05/15/gualtieri-capisco-rabbia-aiuteremo-tutti_xR8ToLbMjAf1S3XFzO2VHJ.html

“La manovra da 55 miliardi crea sviluppo. Ci saranno crescita e occupazione”, spiega ancora il ministro nell’intervista. E a chi muove critiche al dl Rilancio per molti interventi a pioggia, il numero uno del Tesoro risponde secco: “Sono critiche sbagliate”.
“In primo luogo – spiega – non sono aiuti a pioggia ma la volontà di non lasciare indietro nessuno in una circostanza così drammatica. E’ una precisa scelta politica del Governo che io rivendico ma è anche una scelta che ha efficacia economica”. Gualtieri sottolinea gli “aiuti alle imprese, alle famiglie e ai lavoratori” e “la ricapitalizzazione delle imprese”. Il ministro evidenzia “gli investimenti massicci sull’efficienza degli edifici” e “un impegno senza precedenti sull’Università e l’assunzione di 4.000 ricercatori” e parla del “più consistente investimento sulla ricerca mai realizzato”. “Sono investimenti sul futuro importanti che mostrano un’idea di sviluppo del Paese eccome” scandisce.
Poi il passaggio sui meccanismi per i fondi europei destinati all’emergenza: “Le conclusioni dell’Eurogruppo sono chiare nel dire che l’unica condizione per accedere ai fondi del Mes è utilizzarli per coprire le spese sanitarie dirette e indirette legate al Covid e per la sua prevenzione”.
“C’e’ stata parecchia confusione da parte di chi diceva che il Mes prevede comunque condizionalità. Le condizionalità ci sono ma dopo il negoziato in Europa sono legate esclusivamente al fatto che i soldi siano utilizzati contro il coronavirus. Non ci sono altre condizioni presenti e future”.
Alla domanda se a questo punto il governo proporrà al Parlamento di usare i 36 miliardi del Mes, questo, risponde il ministro, “costituisce una importante rete di sicurezza, la sua semplice esistenza rappresenta un fattore di stabilità perché è facilmente accessibile e immediatamente a disposizione in una fase in cui tutti i paesi sono chiamati a finanziarsi in modo consistente sui mercati. Un eventuale utilizzo da parte dell’Italia verrà valutato a tempo debito”.
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Patuanelli: “Imprese che rispettano norme non rispondono di contagi”
15 Maggio 2020
08:50
“Le imprese che rispettano il protocollo e consentono ai lavoratori di lavorare in sicurezza non possono rispondere di contagi che non possono essere dimostrati come avvenuti all’interno dell’azienda, credo che questo sia un principio sacrosanto. Abbiamo individuato alcuni protocolli e altri li stiamo individuando proprio per garantire la massima sicurezza dei lavoratori e degli imprenditori stessi. E’ giusto che l’impresa metta in sicurezza i propri dipendenti ma è il massimo che gli imprenditori possono fare. Il governo e il Parlamento si dovranno occupare di questo tema”. Così Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, ospite di 24 Mattino su Radio 24.

“Il beneficio del taglio dell’Irap – ha aggiunto il ministro – sarà per tutte le imprese che fatturano meno di 250milioni di euro l’anno, esclusi i settori bancario e assicurativo e le pubbliche amministrazioni. Funzionerà semplicemente con l’abrogazione della rata di saldo e di acconto di giugno 2020, quindi sarà automatica perché non dovrà essere pagata la rata e non dovrà essere pagata più, non è uno spostamento ma un’abrogazione. Una misura da 5 miliardi”.
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Sul dl Rilancio, “pubblichiamo in Gazzetta tra oggi e domani il decreto da 55 miliardi. Non è un’operazione banale fare un decreto da 55 miliardi, credo sia la manovra finanziaria più ampia fatta nel nostro Paese e che si somma al decreto da 25 miliardi fatto meno di due mesi fa e al decreto liquidità. Parlare di lentezza dell’azione di governo non credo corrisponda ai fatti”.
I tempi delle linee guida per le attività, spiega ancora Patuanelli, sono “normali. Il tempo di azione di ogni Dpcm è stato di due settimane, esattamente come l’ultimo, questo perché bisogna valutare, man mano che il tempo trascorre, gli effetti delle riaperture fatte e il diverso grado di limitazione e distanziamento va parametrato al modo in cui nelle regioni si diffonde il virus, quindi più è alta la diffusione e più restrittive devono essere le misure e viceversa”.
“E’ evidente che non è facile coniugare l’esigenza di distanziamento con quella delle attività, in particolare di ristoranti e bar – continua Patuanelli – anche perché ogni locale commerciale è diverso dall’altro e mettere misure numeriche che valgano per tutti non è facile. Stiamo lavorando in queste ore per ottenere un testo condiviso con le associazioni di categoria e le parti sociali. Sulla parte dei servizi alla persona, la reazione di quel mondo è stata molto positiva rispetto alla proposta fatta dall’Inps e dall’Iss con il Comitato tecnico-scientifico”.
“Sulla parte ristorazione – spiega – stiamo lavorando per avere un protocollo che consenta l’effettiva riapertura di bar e ristoranti”. Quando arriverà? “Le linee guida sono sempre arrivate nel week end precedente alla riapertura. Il 24 aprile abbiamo sottoscritto il protocollo per le riaperture del 27. Quindi, è normale che ci sia in queste ore un dibattito sui testi”.
E sulle misure messe in campo dall’Ue, “io credo che l’Europa debba garantire non prestiti ma fondo perduto. Il Recovery Found è fondamentale e deve arrivare il prima possibile, è una dotazione da almeno 1000 miliardi e deve consentire agli Stati membri di supportare la crescita del loro Paese e delle loro imprese. Ulteriori prestiti non sono necessari”.
“Nel decreto che stiamo per pubblicare in Gazzetta c’è un’operazione molto forte, per cui ringrazio il ministro Speranza, di rafforzamento del nostro servizio sanitario che avrà in dote un 120% in più di posti in terapia intensiva, e 250 milioni allocati sulla sanità. L’importante – ribadisce – è che l’Europa si doti di uno strumento a fondo perduto, dopo di che ci sarà il Parlamento a decidere la cosa migliore per il nostro Paese”.
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Crisi coronavirus, pil Germania -2,2% nel primo trimestre
15 Maggio 2020
11:35
Nel primo trimestre il Pil della Germania è sceso del 2,2% rispetto ai tre mesi precedenti a causa dei primi effetti della crisi aperta dalla pandemia di coronavirus. Lo comunica l’ufficio federale di statistica Destatis. A prezzi correnti la riduzione significa che il Pil tedesco è passato dagli 881,8 miliardi del quarto trimestre 2019 agli 847,4 miliardi dei primi tre mesi dell’anno.
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Saccoccia (Asi): “Grande aiuto da satelliti in emergenza”
15 Maggio 2020
12:15
Dai satelliti “arriva un grande aiuto nelle situazioni di emergenza” e “anche per l’emergenza dettata dal nuovo coronavirus”. A scandirlo è stato il presidente dell’Asi, Giorgio Sacoccia, parlando nel corso della diretta web promossa dal’Asi per parlare a tutto campo delle attività spaziali anche mirate alla lotta al Covid-19. Saccoccia ha sottolineato che proprio i satelliti di Osservazione della Terra “hanno fornito dati sul calo dell’inquinamento dovuto al lockdown” e queste informazioni, ha sottolineato, “saranno importanti” anche dopo la crisi sanitaria.

Anche l’Agenzia Spaziale Italiana “sta cercando di fare tutto il possibile per l’emergenza coronavirus”, ha aggiunto.
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Fase 2, telefonata tra Maggino e ambasciatrice Gb
‘Costruire nuovo paradigma a guida della ripresa economica, attraverso approccio più sostenibile’
15 Maggio 2020
13:20
Si è appena conclusa la telefonata tra Filomena Maggino, consigliere del premier Conte e presidente della Cabina di Regia ‘Benessere Italia’, e l’ambasciatrice britannica in Italia e San Marino, Jill Morris. Al centro del colloquio il tema del benessere e della sostenibilità.

Nel corso della conversazione telefonica l’ambasciatrice Morris ha riconosciuto il valore della decisione del governo di predisporre una Cabina di Regia sul benessere dei cittadini. L’attuale organo di Palazzo Chigi, riconosciuto anche dall’Ocse, ha il compito di sostenere, potenziare e coordinare le politiche e le iniziative del governo italiano per il Benessere Equo e Sostenibile (Bes) e per l’attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS), nell’ambito degli impegni sottoscritti dall’Italia con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
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Nel corso della telefonata, Morris e Maggino hanno sottolineato l’importanza del rinnovamento e della riconsiderazione degli stili di vita che sono messi in discussione a fronte dell’emergenza attuale. Entrambe hanno concordato sulla necessità di costruire un nuovo paradigma a guida della ripresa economica, attraverso un approccio più sostenibile e consapevole anche in vista della futura presidenza congiunta italo-britannica di Cop26.
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Sassoli: “Serve Fondo ripresa presto”
15 Maggio 2020
14:00
L’approvazione della risoluzione sull’Mff 2021-27 e sul Recovery Fund rappresenta “un messaggio potente da parte del Parlamento Europeo. Abbiamo bisogno che questo progetto di ripartenza sia a disposizione rapidamente”. Lo sottolinea il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, in videoconferenza stampa a Bruxelles.
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Coronavirus, Profumo (Acri): “Da Fondazioni oltre 80 milioni di euro per l’emergenza”
“Innescate raccolte fondi per altri 50 , anche in Fase 2 nostro contributo sarà importantissimo”
15 Maggio 2020
16:30
Per rispondere all’emergenza del coronavirus, le Fondazioni di origine bancaria “hanno stanziato a oggi oltre 80 milioni di euro e innescato raccolte fondi presso le comunità per altri 50 milioni”. Lo ha detto il presidente di Acri, Francesco Profumo. A queste risorse, ha aggiunto, “si aggiunge un fondo complementare di 500mila euro per ridurre l’onerosità finanziaria dei prestiti”.

“Come sempre – ha spiegato – di fronte alle emergenze, anche nel caso della pandemia, il Terzo settore italiano si è mobilitato senza risparmiarsi. Dal supporto alla gestione della crisi sanitaria all’assistenza alle persone in difficoltà costrette in casa e spesso isolate in particolare gli anziani e disabili, fino alla distribuzione di pasti: tutto quello che il Terzo settore faceva quotidianamente nel nostro Paese – ha detto ancora Profumo – ha continuato a farlo pur tra maggiori difficoltà e rispondendo a richieste crescenti”.
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Dalle Fondazioni, ha continuato il presidente, è arrivato “il massimo supporto”, come ad esempio “l’anticipo della liquidità alle organizzazioni già vincitrici di bandi e mettendo in campo anche misure straordinarie”. Il sostegno ha interessato anche il Sistema sanitario nazionale nella gestione dell’emergenza, con “l’acquisto di materiali, il supporto per nuovi reparti, favorendo l’arrivo dall’estero dei dispositivi medici necessari e attivando raccolte fondi sui territori”.
Ai fondi stanziati da Acri si aggiunge anche l’attivazione “di un fondo di garanzia, finanziato attraverso il Fondo nazionale iniziative comuni, che ha visto con una dotazione totale di 5 milioni di euro e che è alla base del Prestito Sollievo”, iniziativa avviata con Intesa Sanpaolo che permette finanziamenti agevolati al terzo settore.
“E’ ancora presto per fare valutazioni”, ha spiegato Profumo nel ricordare che ‘Prestito Sollievo’ è attivo solamente dal 30 aprile, ma “sin da subito sono iniziate ad arrivare tante richieste: un segnale che la nostra iniziativa va nella giusta direzione e che, come avevamo previsto, le organizzazioni hanno un grande bisogno di liquidità e lo avranno anche nei prossimi mesi. Con questa iniziativa non intendevamo guardare solo alla risposta all’emergenza, ma anche e soprattutto alla fase della ripartenza, quando l’attività del Terzo settore, non solo in campo sanitario, ma anche culturale, sociale ed educativo sarà preziosissima”, ha spiegato ancora il presidente di Acri.
La fase 2 – Nella fase di ripartenza dopo il lockdown “il contributo delle Fondazioni sarà ancora importantissimo”, ha poi detto Profumo. Nel momento dell’emergenza, ha spiegato, le Fondazioni di origine bancaria “hanno saputo reinventarsi, rimodulando, senza mai interrompere, le loro attività in favore delle comunità. La loro natura di soggetti privati, profondamente radicati nei territori, ha permesso di farlo agevolmente e in tempi rapidissimi”. Ora, ha detto ancora il presidente di Acri, “si tratta di riavviare l’attività in quei settori in cui le Fondazioni intervengono abitualmente e la cui attività è stata bloccata in questi mesi: la cultura, l’istruzione, la ricerca, la sostenibilità e la rigenerazione urbana. Oltre, ovviamente, al presidio del welfare, un campo in cui l’attività non si è mai interrotta anche durante la fase 1”.
Rischio disuguaglianza e nuova povertà – “La crisi rischia di acuire le disuguaglianze. Tutti i soggetti fragili delle nostre comunità, come gli anziani non autosufficienti, i disabili, i detenuti, i migranti, i poveri, i senza tetto, che vivevano in condizioni di grandi difficoltà anche prima della pandemia, oggi sono messi ancor di più alla prova”, ha quindi detto Profumo. “Il Terzo settore – ha spiegato – continua a prestare la propria preziosissima opera di cura e di coesione sociale in condizioni spesso difficilissime. Inoltre, a causa del Covid in molti hanno perso o perderanno il lavoro, e si creeranno nuove povertà, il cui impatto complessivo si chiarirà solo nei prossimi mesi, quando potremo fare i conti”, ha aggiunto.
Sul versante scolastico, ha poi detto, “la didattica a distanza ci svela un aspetto drammatico di questa crisi: le disuguaglianze socio-economiche che lacerano il nostro Paese possono acuirsi in questa fase. Non solo per la carenza di computer o tablet e la scarsa o assente coperture della rete, ma anche alle difficoltà di alcune famiglie di accompagnare i bambini in questo percorso”, ha detto con preoccupazione Profumo. Anche su questo fronte, ha ribadito, “le Fondazioni si sono attivate, acquistando tablet per le scuole, e, attraverso il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, rimodulando i progetti in corso per continuare ad assistere i ragazzi, anche in questa situazione di difficoltà”.
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Secondo Profumo, “la scuola italiana è arrivata poco preparata a questa crisi, certamente imprevista e dirompente” ma nonostante ciò “il sistema ha retto”. Questo, ha spiegato il presidente di Acri, è stato possibile “grazie alla disponibilità e all’inventiva degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, che hanno saputo attivare forme straordinarie di didattica a distanza, spesso con mezzi propri, garantendo così il proseguimento della didattica e alcuni piccoli momenti di aggregazione tra i bambini e i ragazzi costretti in casa dal lockdown. In questa fase, un ruolo importantissimo l’hanno svolto le famiglie, che hanno coadiuvato l’attività degli insegnanti e accompagnato i figli nelle attività”.
L’emergenza in corso, ha detto ancora, “ci ha fatto ancora più capire che la scuola non è solo didattica, ma che svolge anche un’insostituibile funzione di inclusione e di presidio sociale: tutto questo non si può fare da remoto. C’è bisogno di tornare in classe. L’e-learning può integrare la didattica anche in futuro, facendo tesoro dell’esperienza di questi mesi, ma non può sostituire la didattica in presenza, perché la scuola non è riducibile a un luogo in cui si trasferiscono informazioni, ma è uno spazio essenziale di relazioni tra docenti e studenti e tra gli studenti stessi”. La crisi, ha concluso, “ci ha aiutato a rivalorizzare il ruolo sociale della scuola. Non è solo educazione, la scuola è un luogo meraviglioso”.
La risposta del governo all’emergenza – “Il governo italiano, come quelli degli altri Paesi, si è trovato a gestire un’emergenza senza precedenti e ha progressivamente messo in atto misure di risposta, dalla cassa integrazione ai finanziamenti agevolati per le imprese. Certo – ha aggiunto – certo con le difficoltà e i tempi di erogazione che conosciamo”.
“Altre misure sono in via di definizione – ha spiegato – in favore del Terzo settore meridionale: tra queste, raccogliendo una richiesta espressa dalla Fondazione Con il Sud, che questo mondo lo conosce bene, il Governo ha preso un’iniziativa che prevede la concessione di risorse a fondo perduto in favore delle organizzazioni non profit del Mezzogiorno”. C’è poi l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti, ha ricordato Profumo, che “ha messo in campo misure straordinarie: dal un lato, avviando una grandissima operazione di rinegoziazione di mutui degli Enti territoriali, dall’altro, mettendo a disposizioni ingenti risorse in favore delle imprese”. Infine l’Europa: “Dopo un inizio incerto, le istituzioni europee hanno deliberato iniziative senza precedenti per rispondere all’emergenza. Ora, sta a noi non sprecare queste opportunità”, ha aggiunto.
Immigrazione e dl Rilancio – Infine, ha detto il presidente Profumo riferendosi alla regolarizzazione degli immigrati che lavorano nell’agricoltura, inserita nel dl Rilancio e voluta fortemente dal ministro Bellanova, “credo che l’iniziativa sia di altissimo valore civile, in una società che si è trasformata prendere un’iniziativa in una fase di emergenza di questo genere è coraggiosa. Credo che il coraggio in queste cose ci voglia. Bisogna vedere con l’occhio corretto quali siano problemi e trovare le soluzioni”, ha concluso Profumo.
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Caporalato: la giornata dell’’invisibile’ Mohamed
Sveglia alle 4 per raccoglie fragole a 35 euro al giorno, uno dei tanti braccianti irregolari che la ministra Bellanova vuole ‘salvare’
15 Maggio 2020
17:00
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Sveglia nel cuore della notte, alle 4. Poi subito 2 chilometri a piedi, al buio, per raggiungere attraverso campi e fossati, il punto di raccolta sulla strada dove, il furgone gremito di connazionali ma anche di italiani, lo porterà a destinazione, a raccogliere le fragole nelle serre di Strasatti, alle porte di Marsala, in Sicilia. Inizia così la dura giornata di lavoro di Mohamed (nome di fantasia), 28 anni, tunisino. Uno delle centinaia di migliaia di “invisibili”, come li chiama la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, ovvero di braccianti agricoli irregolari, fuggiti a fame e angherie dai loro paesi di origine e assoldati nelle campagne italiane, quasi sempre dai caporali.

Gli stessi criminali che estorcono a lui e ad altri compagni di sventura, 5 euro al giorno per essere trasportati sul luogo di lavoro ed essere riportati a casa, nei ‘ghetti’. Una ‘tangente’ obbligata per chi senza permesso di soggiorno e senza contratto, non può permettersi di guidare un’automobile, non avendo neanche la patente o un documento che ne attesti l’identità. Una ‘tassa’ gravosa per chi guadagna, dopo 9-10 ore di lavoro massacrante, appena 35 euro al giorno.
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Mohamed inizia a raccogliere le fragole alle prime luci dell’alba, alle 6 del mattino, nell’ambiente chiuso della serra, tutt’altro che salutare, dove si respira un’aria pervasa dai fitofarmaci sotto l’occhio attento del proprietario dell’azienda agricola.
E’ un lavoro che richiede una certa professionalità e pazienza perché le fragole vanno colte con delicatezza affinché arrivino integre al mercato. Ed è anche molto faticoso: Mohamed sta tutto il giorno piegato, con la schiena curva, perché le fragole crescono e maturano rasoterra. Come lui tanti altri disperati, africani, italiani e anche molte donne romene. Di questi tempi di Covid-19 è più dura che mai, c’è anche preoccupazione per l’aspetto igienico sanitario, perché anche se le distanze tra braccianti possono essere facilmente rispettate, né guanti né tantomeno mascherine vengono fornite dai datori di lavoro.
Alle 12 circa, una breve pausa pranzo con un panino e una bottiglietta d’acqua, quasi sempre ‘elargita’ dai proprietari del fondo, mentre il caldo africano, portato dallo Scirocco comincia a farsi sentire con temperature che già superano i 40 gradi.
A fine giornata, Mohamed rimonta sul furgone, è trafelato. La giornata non è ancora terminata. Un altro viaggio di un’ora per raggiungere, stipato come una sardina, il punto di raccolta della mattina. Una volta sceso deve fare gli stessi 2 chilometri a piedi, percorsi la notte precedente, per raggiungere verso le 18, il casolare abbandonato che condivide con altri 80 ‘invisibili’.
Qui durante il lungo lockdown è dovuto rimanere forzatamente bloccato, senza poter guadagnare e in una promiscuità davvero pesante.
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I clandestini, un pericolo anche per la popolazione, sono stati confinati e controllati per impedire loro di uscire a comprare il cibo. Una sopravvivenza che è stata assicurata solo dalle derrate portate dai volontari delle associazioni laiche e cattoliche.
La sera Mohamed va a letto presto, prestissimo. Domani di nuovo sveglia alle 4 per andare a raccogliere le fragole ma, appena sarà finita la stagione, nessuna certezza.
Mohamed dovrà tornare nel ghetto di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, dove quando c’è il pienone, nella stagione delle olive, a settembre, si arriva a 1.500 presenze nella baraccopoli. Intanto, quasi sicuramente durate l’estate dovrà spostarsi in altre province o addirittura in altre regioni, magari in Puglia a raccogliere pomodori o fino in Trentino Alto Adige a raccogliere le mele. Lì almeno si starà più freschi.
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Fase 2, Garavini (Bper): “Smart working e sicurezza per servizi qualità a clienti”
15 Maggio 2020
17:57
Il vice direttore generale di Bper Banca, Eugenio Garavini
Pubblicato il: 15/05/2020 17:58
Affrontare in sicurezza, per dipendenti e clienti, l’emergenza coronavirus. Riuscendo a coniugare ad essa lo standard di qualità dei servizi precedente allo scoppio della pandemia, con l’utilizzo di strumenti nuovi o riscoprendone altri ancora non valorizzati al meglio. E’ la sfida che ha affrontato in questi mesi Bper Banca, come ha spiegato il vice direttore generale Eugenio Garavini.

“La prima riflessione -spiega- è stata sulla necessità interna di capire come affrontare la situazione. La decisione è stata di verificare se i nostri sistemi di continuità operativa fossero in grado di funzionare: una volta accertato che la struttura dal punto di vista organizzativo era in grado di gestire le funzioni critiche anche a distanza, con tutto ciò che ne conseguiva, abbiamo ritenuto di non avviare uno stato di crisi. Questo ci ha permesso di operare in via normale: è stato il primo passaggio importante”, sottolinea.
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Il passaggio successivo è stato quello di monitorare la situazione. “Abbiamo quindi costituito -racconta Garavini- un ‘Team emergenza’ che ha avuto lo scopo di raccogliere le funzioni aziendali di ambito affari, risorse umane, organizzazione, e ovviamente del servizio prevenzione e protezione, in modo tale che tutti i pomeriggi, dal 26 febbraio, abbiamo convocato un momento di incontro per fare il punto della situazione, verificare le decisioni e sottoporle agli organi deliberanti che a mano a mano venivano interessati. Si tratta di una struttura che monitora, gestisce e prende le decisioni giorno per giorno”.
E Bper per ridurre al minimo il rischio contagio per i dipendenti ha puntato “sull’operatività in smart working, con l’obiettivo di alleggerire il più possibile le strutture e collaudare allo stesso tempo un meccanismo permesso anche dal Dpcm governativo. La presenza nelle strutture centrali l’abbiamo ridotta pesantemente con punte anche del 90% di chiusure, senza presenza dei colleghi in ufficio, quindi, ma con operatività da casa. Nelle filiali, in cui è più difficile attuare lo smart working perchè c’è il rapporto con la clientela, abbiamo comunque raggiunto percentuali considerevoli di smart working”, aggiunge Garavini.
E l’azienda si è anche impegnata “per potenziare gli strumenti di protezione individuale e di gestione delle strutture. Inoltre abbiamo lavorato a fondo sulla sanificazione dei locali e degli impianti di aerazione e di condizionamento”.
Sicurezza per i dipendenti ma anche per i clienti. “L’altro aspetto importante -sottolinea Garavini- è stato regolamentare l’orario di accesso dei clienti nelle filiali con la modalità dell’appuntamento. Non si tratta solo di un discorso legato all’emergenza, ma di una cultura diversa del rapporto tra banca e la propria clientela. Con l’appuntamento il cliente telefona e sulla base della necessità si verifica cosa fare. Il concetto di appuntamento dà proprio l’idea di un rapporto stretto tra un gestore allo sportello e il cliente stesso. Può avere controindicazioni per chi è abituato ad andare all’improvviso in banca senza telefonare, ma il fatto di far venire in filiale il cliente per potergli offrire servizi di qualità come la consulenza finanziaria o familiare dà la possibilità di creare più confidenza e un rapporto migliore”, aggiunge ancora.
Una soluzione che potrebbe avere un futuro in Bper anche dopo la fine dell’emergenza. “Dovremo verificare -spiega Garavini- se proseguire anche in futuro su questa sperimentazione importante, e studiare come farla diventare ‘comportamento’. Bisogna contemperare le esigenze della banca e del cliente. Ma credo che questo modello possa essere tenuto in considerazione e approfondito”, rimarca.
E ancora sono altri gli strumenti messi in campo dal Gruppo per affrontare l’emergenza. “Abbiamo valorizzato il ruolo del Contact center, svolto con competenza e capacità di relazione, come un aspetto molto importante. L’altro elemento-cardine è la valenza non tanto di novità, ma di comprensione del concetto, di poter fare a meno della presenza fisica in banca per l’operatività corrente. C’è stata una riscoperta da parte del cliente dell’internet banking e dell’operatività degli Atm, non solo per il prelievo ma anche per il versamento. Quei pochi esercizi commerciali che erano aperti durante il lockdown hanno potuto fare versamenti di sera grazie agli Atm evoluti: una nuova modalità utile anche per tutelare la salute fisica. Ecco una lezione, nell’epoca del Covid-19, di cui tenere conto”, sottolinea ancora il vice direttore generale del Gruppo.
“Inoltre abbiamo messo a disposizione una serie di strumenti per l’operatività a distanza dei nostri colleghi per lavorare anche sul mondo finanza e investimenti. Questo è un aspetto importante che riguarda a 360 gradi il risparmiatore”, ricorda Garavini.
E Bper non ha fatto mancare l’impegno per famiglie e imprese. “Bper si è attivato subito con una serie di interventi interni di moratoria, ai quali si sono aggiunte le altre tipologie di moratorie comprese nei Dpcm via via emanati, nel Decreto Cura Italia e nel Decreto liquidità. Questi ultimi due provvedimenti hanno toccato sia il discorso dei finanziamenti a garanzia pubblica sia le anticipazioni della Cig”. “Su questi fronti Bper -aggiunge ancora Garavini- si è attivata con una grande sforzo, anche per superare le problematiche amministrativo-burocratiche che ci sono state nella gestione dell’operatività. Ricordo inoltre che Bper, già pochi giorni dopo lo scoppio della crisi e la chiusura delle attività, era partita con proprie proposta di finanziamento per le famiglie e imprese, con due plafond rispettivamente da 100 milioni e da un miliardo di euro, per supportare immediatamente le necessità di copertura di finanziamenti-ponte a favore della clientela”.
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E anche i problemi burocratici si stanno risolvendo. “In questi giorni procedono tutte le iniziative avviate con garanzia governativa. Dopo gli annunci servono tempi tecnici e procedurali , non sempre è semplice mettere ‘a regime’ i provvedimenti. Dal mio punto di vista credo che il sistema bancario stia lavorando davvero ‘pancia a terra’, impegnandosi per gestire la situazione e i rapporti. Intanto con la moratoria sui mutui abbiamo dato ossigeno ai privati e alle imprese per garantire l’operatività”, ricorda Garavini.
“Sul fronte solidarietà, poi, sottolineo che tutte le componenti della banca – ovvero gli impiegati, i manager, i top manager, il Consiglio di amministrazione – hanno fatto una scelta precisa avviando una raccolta fondi e autotassandosi a livello personale. A ciò si è aggiunta ‘integrazione da parte di Bper Banca, così abbiamo raccolto due milioni e 400mila euro circa che verranno destinati ad alimentare molte attività di sostegno, donazione e supporto non solo per gli aspetti sanitari, ma anche su progetti che toccano temi diversi come il contrasto alla povertà e il supporto alle scuole con strumenti informatici”, conclude.
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Palestre chiuse, “rimborsi per 1,9 miliardi”
15 Maggio 2020
18:03
Se le palestre riapriranno il 25 maggio, il valore complessivo dei rimborsi spettanti agli utenti che hanno sottoscritto abbonamenti in tali strutture ammonta in Italia a quasi 1,9 miliardi di euro. Lo afferma il Codacons, che ha elaborato oggi i calcoli relativi agli indennizzi spettanti ai cittadini in virtù della chiusura degli impianti a causa dell’emergenza coronavirus. Tutte le opzioni facoltative offerte dalla palestre, dai corsi on line all’allungamento dell’abbonamento, ”possono essere scelte dal consumatore come forma di indennizzo, ma non escludono la possibilità degli utenti di chiedere e ottenere rimborsi in denaro”, spiega il presidente Carlo Rienzi.

L’attività di palestre, piscine e centri sportivi di tutta Italia, ricorda il Codacons, è stata sospesa per effetto del dpcm del governo, firmato dal premier, Giuseppe Conte, lo scorso 9 marzo, ricorda l’associazione. Questo ha comportato, nell’ipotesi in cui le strutture potranno riaprire il prossimo 25 maggio, 76 giorni complessivi di chiusura degli impianti, e il diritto degli utenti al rimborso parziale degli abbonamenti (secondo quanto previsto dal codice civile).
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Considerato che in Italia il costo medio di un abbonamento annuale in palestra è pari a 450 euro, ogni singolo iscritto ha diritto in media a 94 euro di rimborso, per un valore complessivo di 1,88 miliardi di euro, dal momento che sono circa 20 milioni gli italiani che frequentano le palestre. Il Codacons offre assistenza ai cittadini che intendano chiedere un rimborso per i giorni di chiusura delle palestre, ma anche ai gestori degli impianti che sono stati ”pesantemente danneggiati dall’emergenza” e devono essere ”sostenuti e aiutati dal Governo”, conclude.

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