SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA
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Montalbano vola negli ascolti, 11 milioni 108 mila con il 45%
Lunedì 18 febbraio sarà la volta di “Un diario del ’43”
12 febbraio 2019 10:15
Sono stati 11 milioni 108 mila (con uno share del 44.9%) i telespettatori che hanno seguito ieri sera su Rai1 l’attesissimo appuntamento con un nuovo episodio de Il Commissario Montalbano, tratto dai romanzi di Andrea Camilleri editi da Sellerio, con la regia di Alberto Sironi.
Per festeggiare il ventennale dell’amatissima serie – il primo episodio “Il ladro di merendine” andò in onda nel 1999 – Montalbano è tornato sulla rete ammiraglia ieri con l’episodio “L’altro capo del filo”. Lunedì 18 febbraio sarà la volta di “Un diario del ’43”. Il commissario Montalbano è una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction, prodotta da Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri con Max Gusberti, per la regia di Alberto Sironi. Accanto a Luca Zingaretti, nella parte del commissario, come sempre Cesare Bocci (Mimì Augello), Peppino Mazzotta (Fazio), Angelo Russo (Catarella) e Sonia Bergamasco nel ruolo di Livia.
I due nuovi episodi, trasmessi da Rai in esclusiva e in prima visione, fanno salire a 34 film complessivi la serie evento. Il successo delle storie del commissario di Vigàta, oltre alle prime visioni sempre vincitrici della serata, ha raggiunto, nelle ultime serie, punte di ascolto di ben oltre i 12 milioni di spettatori e il 44% di share, e si è consolidato negli anni anche grazie alle oltre 150 repliche in prima serata che hanno continuato ad ottenere ascolti record anche al sesto o settimo passaggio televisivo. Montalbano è stata la prima serie italiana venduta all’estero, trasmessa negli anni in oltre 65 Paesi tra Europa e resto del mondo, anche in Paesi molto diversi per audience come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Montalbano, inoltre, è andato in onda in tutti i continenti, dall’Asia al Sudamerica passando anche per l’Iran.
A Cervia P.O.D. e Alien Ant FarmIl 16 febbraio le due band che hanno segnato l’epoca ‘nu metal’
RAVENNA12 febbraio 201911:46
– Due band che hanno segnato l’epoca del ‘nu metal’, P.O.D. e Alien Ant Farm, saranno in Italia per l’unica data il 16 febbraio al Rock Planet di Pinarella di Cervia (Ravenna). Con loro gli special guests ’68’ di John Scogin, ex voce dei Chariot.
Forti di una carriera ultraventennale, i P.O.D. – che si sono formati nel ’92 a san Diego – hanno fatto uscire a novembre l’ultimo album ‘Circles’, trainato da pezzi come ‘Rockin’ with the Best’. Nella loro musica hanno come principali riferimenti il rap, il funk e l’heavy metal: “Andiamo avanti a suonare e scrivere nuova musica perché ha ancora un significato importante per le persone che vengono a vederci e ascoltano le nostre canzoni”, commenta il frontman Sonny Sandoval. Gli Alien Ant Farm, nati nel ’96 a Riverside, in California, sono conosciuti per la loro cover (2001) di ‘Smooth criminal’ di Michael Jackson: da allora Dryden Mitchell e i compagni di band hanno venduto 5 milioni di copie dei loro cinque dischi, l’ultimo – ‘Always and forever’ – del 2015.
Fotografia Europea dedicata ai ‘Legami’A Reggio Emilia dal 12 aprile ‘Intimità, relazioni, nuovi mondi’
REGGIO EMILIA12 febbraio 201911:47
– ‘Legami. Intimità, relazioni, nuovi mondi’ è il tema della 14/a edizione di Fotografia Europea, in programma dal 12 aprile al 9 giugno a Reggio Emilia con mostre, conferenze, spettacoli e workshop.
Tra le iniziative di maggiore interesse, le antologiche del fotografo tedesco, naturalizzato americano, Horst P.Horst (1906-1999), con 120 immagini, e Larry Fink (New York, 1941), che propone ‘Unbridled Curiosity’, oltre 90 scatti in bianco e nero realizzati tra gli anni ’60 e oggi; il focus sul Giappone, paese ospite del 2019; le personali di maestri italiani quali Vincenzo Castella, Francesco Jodice e Giovanni Chiaramonte.
Il festival, direzione artistica di Walter Guadagnini, è promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio e alla Regione Emilia-Romagna e il sostegno del Ministero per i Beni culturali. Fotografia Europea fa parte della rete Sistema Festival Fotografia, che comprende anche gli appuntamenti di Lucca, Cortona, Lodi e Savignano sul Rubicone.
Alita, angelica cyborg guerrieraDal 14/2 in sala film cyberpunk di Rodriguez prodotto da Cameron
12 febbraio 201911:58
Ci sono voluti quasi 20 anni, ma alla fine ha preso forma il sogno di James Cameron di adattare per il grande schermo il manga cyberpunk cult di Yukito Kishiro, Gunnm (titolo cambiato, per motivi fonetici, nell’edizione Usa dei comics, in Alita Battle Angel). Il cineasta, preso negli anni dall’impegno monstre di Avatar e dei suoi sequel, ha deciso di continuare a curare il progetto da produttore e cosceneggiatore, passando la regia a Robert Rodriguez.
Mescolando nella versione cinematografica, live action, 3D e performance capture, Alita: Angelo della battaglia, al debutto in sala sia in Usa che in Italia il 14 febbraio con 20th Century Fox, propone la letale quanto ‘umana’ cyborg guerriera dai grandi occhi e senza memoria che torna alla vita nel 26/o secolo, con il volto di Rosa Salazar, e un cast che comprende anche Christoph Waltz, Jennifer Connelly, Mahershala Ali e Ed Skrein.
Rodriguez, che da sempre ama sperimentare i generi, ha avuto a disposizione un budget tra i 150 e i 200 milioni di dollari, per creare un’avventura fantascientifica epica, ambientata nella cupa megalopoli/discarica Città di Ferro, abitata da umani e cyborg che si barcamenano fra traffici illegali, regole da infrangere e leggi marziali. Dall’universale la dimensione diventa intima con l’incontro in un deposito di rottami, fra il medico dei cyborg Dyson Ido (Waltz) e quello che resta di Alita, ragazza cyborg (il suo cervello umano è stato impiantato in un corpo robotico, ormai semidistrutto). Come un Geppetto hitech Ido, che una figlia vera l’ha persa, fa di Alita, rimasta senza memoria, una figlia adottiva, dandogli un nuovo corpo e sperando di sottrarla al mondo disumano in cui vive. Impresa impossibile, visto che la giovane cyborg, che è rimasta in stasi per oltre 300 anni, è l’ultima letale ‘arma’ berserker, reduce da una guerra lontana. Letale nel combattimento quanto generosa e ‘umana’ nel rapporto con chi la circonda, trova l’amore nell’umano ‘smembracyborg’ Hugo (Keean Johnson), ma deve anche affrontare una sfilza di nemici: dai ‘colleghi’ semirobot cacciatori di taglie agli implacabili giocatori di motorball, sport violentissimo ad alta velocità (a doppiare le cronache delle gare nella versione italiana c’è Guido Meda).
Una guerra che ha un burattinaio: lo spietato Nova (a interpretarlo c’è un attore che il pubblico scopre alla fine), che comanda su tutti dalla ricca città sospesa Salem.
“Mi piace molto Alita perché è assolutamente senza paura, ed è molto interessante scrivere di un personaggio così – ha detto Cameron – Il suo motto è ‘io non mi fermerò in presenza del male’. Non può non agire, quando è di fronte alle ingiustizie”.
Al tempo stesso “è un personaggio difficile da scrivere perché devi trovarle delle vulnerabilità e le sue sono legate alle persone che ama. Non ha paura per se’ ma per chi ama”.
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La ‘Fedeltà’ di Marco Missiroli
Esce nuovo romanzo di cui si parla come titolo di punta a Strega
12 febbraio 201912:00
– MARCO MISSIROLI, FEDELTA’ (EINAUDI, PP 224, EURO 19,00). Avvolgente, visivo, corporeo, Marco Missiroli entra nel suo nuovo romanzo, ‘Fedeltà’, nelle dinamiche di quello che chiamiamo tradimento. Se siamo fedeli a noi stessi, quanto siamo infedeli agli altri? E se siamo fedeli agli altri, quanto perdiamo di noi stessi? E se tradire fosse un modo per tornare ad essere fedeli? Muovendo da queste domande che hanno un valore universale, lo scrittore indaga nei tormenti e dubbi dell’animo umano, mostrando però anche gli equilibri possibili, che si possono trovare. La prima immagine del romanzo, che arriva oggi in libreria per Einaudi e del quale si parla da tempo come del titolo di punta del Premio Strega 2019, ci porta subito nel cuore della storia. Sofia, una studentessa di 22 anni, avverte il professor Carlo Pentecoste di essere stata inseguita da sua moglie, Margherita, che in effetti è nel cortile dell’ateneo. Quando lui la raggiunge la donna inventa una scusa per motivare il suo essere lì e non ha il coraggio di salire con il marito in aula. A tormentarla è il fatto che Carlo è stato visto da una matricola nel bagno dell’università insieme a Sofia e la versione che il professore racconta a tutti, al rettore, alla moglie e ai colleghi è che stava soccorrendo la studentessa che si era sentita male. Sofia conferma, ma il dubbio resta e crea quel grande malinteso che può incrinare i rapporti. “Che parola sbagliata, amante. Che parola sbagliata, tradimento. Rispetto a cosa avrebbe tradito?” si chiede Carlo che vede tutto questo trasformarsi in un’ossessione. Ma se da una parte Carlo cerca di capire da cosa è ossessionato, dall’altra anche Margherita cerca una nuova leggerezza che trova nel suo fisioterapista, Andrea. “Voleva capire fino a che punto poteva spingersi. Cos’era quest’ossessione? Il culo. Poi? La voce, ascoltargliela nella lussuria. Poi? La pillola anticoncezionale, le aveva visto il blister nella trousse: l’idea di liberarsi dentro di lei lo sconcertava. Poi?” riflette il professore. Non c’è solo un lui che si interroga sull’infedeltà, c’è anche una lei che si sofferma su amore, eros, rapporti familiari.E su tutto c’è una luce, Anna, la madre di Margherita che sa calmare i cuori e racconta alla figlia che il marito ha votato Silvio Berlusconi per il ‘Drive in’. E poi c’e’ la Milano dei nuovi grattacieli e delle vie di Buzzati, la passione per la lettura delle carte. L’umore di una città quando, nella mattina di Sant’Ambrogio, si appendono tre chiavi di fronte all’Arena di Parco Sempione. Ma c’è anche Rimini dove è nato Missiroli, e dove scappa Sofia, che abbiamo incontrato fin dal suo esordio con ‘Senza coda’.Dopo ‘Atti osceni in luogo privato’ con cui ha vinto il Super Mondello nel 2015, Missiroli torna sui nostri desideri inconfessabili, ma da un’altra prospettiva. Colpisce al centro delle nostre emozioni facendoci sentire attraverso le strade delle sue città l’eco della nostalgia del passato e lo sguardo pronto al presente e al futuro. Qui la perdita dell’infanzia e dell’innocenza si sono compiute, ma tornano sempre a parlarci di noi.
Ascolti, record Domenica in. Venier felici successomai così alti dal 2012: oltre 4milioni 700mila e 27,1% share
12 febbraio 201912:01
“Domenica In” da record. Lo speciale Sanremo, andato in onda ieri pomeriggio su Rai1 con Mara Venier, totalizza ascolti mai così alti dal 2012: oltre 4milioni 700mila spettatori ed il 27,1% di share. Picco di ascolti di oltre 5milioni 400mila spettatori. Registrato il 26,6% di share tra i giovani dai 15 ai 24 anni. Mara Venier eccellente padrona di casa ha saputo portare al termine la diretta nonostante l’assenza di alcuni cantanti; raggiunta telefonicamente dichiara: “Sono soddisfatta, nonostante le mie condizioni di salute ed alcuni problemi durante la diretta.
Sanremo è sempre Sanremo e ieri io e la mia squadra abbiamo portato a casa un ottimo risultato. Siamo felici che il pubblico ci abbia dato fiducia, ora rientro a Roma per prepararmi al ritorno in studio e alla nuova puntata!”. Picco di ascolti anche durante l’intervento di Anna Tatangelo e del Direttore Teresa De Santis sul palco per ringraziare il pubblico e la musica al centro di questo Festival. Non solo, il web porta al primo posto sui social la trasmissione tra le tendenze più commentate della giornata. La gag tra la Venier ed Achille Lauro ha conquistato il pubblico giovane, presente e attivo nel seguire “Domenica In”.
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Letteratura: torna premio Rigoni Stern
Scadenza il 28 febbraio
TRENTO12 febbraio 201912:05
– Il premio Mario Rigoni Stern per per la letteratura multilingue delle Alpi, istituito nel 2011 con l’intento di onorare la memoria dello scrittore, torna con il bando 2019, che scade il 28 febbraio.
La giuria sarà composta dal sociologo Ilvo Diamanti, dallo scrittore e giornalista Marco Albino Ferrari, dalla docente, traduttrice letteraria e saggista Paola Filippi e dallo storico Mario Isnenghi, con il coordinamento della giornalista Margherita Detomas.
Lo scorso anno la giuria ha esaminato 54 volumi, provenienti anche da Francia, Austria e Germania, assegnando la vittoria a “Le avventure di Numero Primo”, di Marco Paolini e Gianfranco Bettin (edizioni Einaudi).
Quest’anno la premiazione, che vede protagonisti ad anni alterni il Trentino e il Veneto, si svolgerà in due fasi, a Palazzo Labia a Venezia, la mattina del 15 giugno, e ad Asiago al Teatro Millepini, la mattina del 16, giorno in cui si ricorda la scomparsa dello scrittore, avvenuta nel 2008.
La Porta Rossa2, Cagliostro indaga fantasma del passatoSu Rai2 da 13/2 Guanciale-Pession, torna noir ideato Lucarelli
12 febbraio 201912:10
Dopo il successo della prima stagione il commissario Cagliostro, cui presta il volto Lino Guanciale ritorna con una nuova indagine ricca di colpi di scena. Una serie girata in una Trieste notturna e piovosa: “Verranno fuori l’anima nera della città, i suoi misteri”. Carlo Lucarelli, che ha ideato la serie insieme a Giampiero Rigosi, ha parlato di una terza stagione, è confermata? Guanciale risponde che è prematuro parlarne: “Il datore di lavoro – fa notare – è il pubblico. Le aspettative ci sono. Io valuto sempre con grande attenzione, dopo aver fatto le prime 2 stagioni. In questo caso, di materiale, ce n’è tanto. La linea è quella: se la terza stagione vale davvero la pena, allora va bene. Ma è anche vero che non non si può andare avanti all’infinito. Quindi l’attore abruzzese che interpreta il defunto commissario nella serie che fonde insieme elementi soprannaturali e polizieschi precisa “diciamo che alcune porte si chiuderanno ma resteranno tanti misteri da esplorare”. Una Cooproduzione Rai Fiction, Vela Film in associazione con Garbo produzioni. Cagliostro – rimasto nel mondo dei vivi dopo la sua morte – ha scoperto l’identità del suo assassino ed è riuscito a mettere in salvo sua moglie Anna (Gabriella Pession che nella fiction di professione è un magistrato). Ma quando per Cagliostro giunge il momento di attraversare la porta rossa e lasciare per sempre la vita terrena, accade qualcosa di inaspettato: Jonas (Andrea Bosca), il mentore incontrato nella dimensione spirituale, si risveglia dal coma. Ma chi è davvero quest’uomo? Perché è ritratto in una foto insieme a Rambelli, capo del commissario e responsabile della sua morte? Ne La Porta Rossa2 Cagliostro è dunque ancora tra i vivi. È accanto ad Anna mentre dà alla luce sua figlia. La nascita della bambina lo porta a farsi domande che da vivo ha sempre evitato: qual è la sua storia? Chi sono i suoi genitori? Perché lo hanno abbandonato? Al suo fianco nelle ricerche c’è di nuovo Vanessa (Valentina Romani), la sola – insieme a sua madre Eleonora (Cecilia Dazi)- che riesce a vederlo. Ma ben presto la ragazza si ritrova invischiata in una indagine della polizia che coinvolge il suo fidanzato Filippo e molti personaggi della Trieste “bene”. Gabriella Pession del suo personaggio dice:” Ho voluto portare sul piccolo schermo le vicende di una donna autentica, edulcorata che potesse attraversare la vicenda del lutto in maniera vibrante e silenziosa. In questa stagione Anna darà alla luce la piccola Vanessa perchè abbiamo voluto raccontare il rapporto di una mamma con il suo bimbo appena nato. Abbiamo creato un cast che somiglia ad un vero e proprio team e probabilmente è questa la chiave della riuscita della serie”. Guanciale aggiunge: “Credo che sia facile riconoscersi nel protagonista. Un movente fondamentale è rappresentato dalla curiosità del detective, la curiosità di sapere qualcosa di più anche di se stesso oltre che del giallo che avvolge tutta la storia”. In merito all’assenza di una parte religiosa nella serie, l’attore rivela: “Io non sono credente, quindi, non ho avvertito questa mancanza. In realtà, però, c’è un fronte religioso rappresentato dal personaggio di Don Giulio. In questa serie, non c’è un punto di vista privilegiato sulla morte e sarebbe stato sciocco metterne uno in evidenza”. Lucarelli e Rigosi dicono: “Ne La Porta Rossa la morte non è raccontata come un momento di chiusura, ma come un’occasione di riflessione e di cambiamento. La fine non esiste, dice Cagliostro nella frase che conclude la prima stagione, ed è esattamente così: fino a che c’è una domanda in sospeso, un desiderio, un mistero, c’è una storia da raccontare. Cagliostro non oltrepassa la Porta Rossa, e si trova come noi vivi a dover gestire il tempo e le sue insidie. Il Commissario stavolta è rimasto per capire qualcosa di strano sul suo passato, ma vuole anche proteggere sua figlia, che rappresenta il suo futuro nel mondo”. Il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta sottolinea: “La trama dimostra come la vita di questo fantasma sia gravida di un destino ricco e imperscrutabile, uno dei personaggi più affascinanti della nostra serialità. Quello che Cagliostro può vedere e gli altri no sono gli uomini nella loro solitudine, nel loro lato più nascosto e talvolta inconfessabile, nelle loro debolezze”. Nel cast anche Antonio Gerardi, Fortunato Cerlino, Elena Radonicich, Ettore Bassi, Gaetano Bruno, Antonia Liskova, Carmine Recano, Alessia Barela, Raffaella Rea e con la partecipazione di Roberto Citran, Tommaso Ragno, Fausto Maria Sciarappa.
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Biennale musica, Leone d’oro a Benjamin
Per edizione 2019 argento a Matteo Franceschini
VENEZIA12 febbraio 201913:48
– La Biennale di Venezia ha attribuito il Leone d’oro alla carriera per la Musica 2019 George Benjamin Leone d’oro e quello d’argento a Matteo Franceschini. Lo ha deciso il Consiglio di amministrazione della Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta, accogliendo la proposta di Ivan Fedele, Direttore del Settore Musica. George Benjamin “è universalmente riconosciuto come uno dei compositori più importanti del nostro tempo” recita la motivazione.
Su Focus docufilm “La casa della Geisha”Documentario Tg5 per la prima volta dentro una okiya
12 febbraio 201914:31
– Nuova esclusiva per Focus (canale 35), che mercoledì 13 febbraio alle ore 22.15 propone le prime immagini mai realizzate all’interno di una okiya, grazie al prezioso docufilm a cura del Tg5 “La Casa della Geisha”.
“La Geisha è un’artista e ad un tempo è l’opera d’arte che lei stessa ha creato”, spiega l’inviato del Tg diretto da Clemente Mimun, Roberto Olla. “Ne “La Casa della Geisha”, per la prima volta vengono documentati la vera vita, i sogni ed i segreti di una ragazza del terzo millennio che ha scelto di diventare una Geisha – prosegue il giornalista -, rinnovando così una tradizione antica, un’usanza che il Giappone protegge gelosamente da oltre quattro secoli”.
Solo per Focus, dunque, le telecamere del TG5 sono entrate in una okiya, una casa della geisha, a Kyoto, per vivere gli ultimi giorni della lunga fase di studi e addestramento, durata cinque anni, che portano una giovane apprendista artista – la Maiko Tomitsuyu – alla cerimonia dell’Erikae. L’evento durante il quale avviene il cambio di collare (che da rosso diventa bianco, come la pettinatura che cambia dallo stile ofuku a quello shimada) è il rito che sancisce il riconoscimento ufficiale e pubblico della giovane, come Geisha a tutti gli effetti.
“La casa della Geisha” è un docufilm del Tg5 scritto e diretto da Roberto Olla. Produzione esecutiva a cura di Paola Tancioni.
La “Serata Giappone”, in onda sulla rete tematica free diretta da Marco Costa, apre alle ore alle 21.15 con una puntata de “I grandi imperi della storia” dedicata al Paese del Sol Levante.
Popolo Sovrano, nuovo programma Sortinosu Rai2 da giovedì 14/2 con Eva Giovannini e Piervincenzi
12 febbraio 201914:32
– Un racconto della realtà attraverso reportage immersivi – affidati alla squadra di videomaker già rodata con Nemo – e confronti in studio tra politici, giornalisti, economisti e imprenditori. Popolo Sovrano è il nuovo programma di attualità e approfondimento in onda su Rai2, ogni giovedì dal 14 febbraio alle 21.20, realizzato da Alessandro Sortino che si occuperà anche della conduzione insieme ad Eva Giovannini (che è anche lei tra gli autori ndr) con la partecipazione di Daniele Piervincenzi. Popolo Sovrano è stato fortemente voluto da Carlo Freccero direttore di Rai2. Considerando il titolo, si tratta di un programma populista? Sortino: “Non mi piacciono gli -ismi, io rivendico la parola popolo e la parola sovranità”. ”Il titolo è stato proposto da me – sottolinea Sortino – la Costituzione italiana si apre con il popolo. Racconteremo come il popolo si muove, lamenta e soffre. Inizieremo dal popolo dei risparmiatori”. Popolo Sovrano è realizzato da Rai2 in collaborazione con Fremantle.
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Sala, coinvolgerò Mahmood in iniziative
‘Questi giovani artisti sono degli interlocutori importanti’
MILANO12 febbraio 201915:42
– Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha invitato il vincitore del Festival di Sanremo, Mahmood, cresciuto nella periferia milanese, a Palazzo Marino, sede del Comune per congratularsi personalmente della vittoria, ma l’idea è anche quella di coinvolgerlo in qualche iniziativa o progetto dell’amministrazione. “Lo sentirò oggi pomeriggio – ha detto Sala a margine di una conferenza stampa -. Lo chiamerò per fare magari anche qualcosa insieme perché” questi giovani artisti “sono degli interlocutori importanti”.
“Noi siamo partecipi, loro sono voci autorevoli in un certo tipo di mondo, il mondo giovanile che non ignoriamo – ha aggiunto -. Cerco di essere attento a questo mondo. Mi son fatto intervistare da Marracash tempo addietro, adesso incontrerò Mahmood. E’ chiaro che la partnership deve essere che noi facciamo alcune cose, loro ne fanno altre oltre alla testimonianza artistica”.
Mahmood, parteciperò all’EurovisionFresco vincitore del festival rappresenterà l’Italia con “Soldi”
12 febbraio 201917:53
– “Ok ve lo posso dire, rappresenterò l’Italia all’Eurovision Song Contest con “Soldi”. Non vedo l’ora”. Mahmood, fresco vincitore del festival di Sanremo con il brano “Soldi”, ha sciolto la riserva annunciando sulla sua pagina Facebook che parteciperà alla manifestazione in programma dal 14 al 18 maggio a Tel Aviv.
‘Ferragnez’ tra neologismi 2018 TreccaniEntrano anche “orgasmometro” e “viadotticidio”
12 febbraio 201916:12
– “Ferragnez” entra tra i neologismi 2018 del Libro dell’anno Treccani. La “parola-macedonia” è frutto dell’incastro tra i nomi propri (Chiara) Ferragn(i) e (Fed)ez. Il nomignolo della coppia costituita dall’influencer e dal rapper italiani è stato inaugurato il 6 settembre 2018 da vanityfair.it: “I Ferragnez (sui social) valgono più di Harry e Meghan”.
Tra le parole assurte agli onori della cronaca nel corso del 2018 e registrate dal volume edito dalla Enciclopedia Italiana ci sono anche “orgasmometro” per indicare un “test medico per misurare le caratteristiche e l’intensità del piacere sessuale femminile” e “sex doll”, vale a dire “bambola al silicone, con impianto di intelligenza artificiale, destinata al piacere sessuale dell’utente”. Nel Libro dell’anno Treccani si trova anche “viadotticidio”, in senso figurato, il procurato crollo di un viadotto e, soprattutto, la conseguente tragedia delle vite umane perse. Questo neologismo è stato creato da Massimo Gramellini che il 14 agosto 2018 nel corriere.it scriveva: “Dello scarno comunicato che Autostrade per l’Italia ha ritenuto di dedicare al viadotticidio di Genova (il riferimento è chiaramente al crollo del ponte Morandi) colpisce anzitutto l’assenza di umanità. Neanche un pensiero per le vittime, una frasetta raccattabile dal prontuario delle condoglianze”. E poi c’è il sarrismo, vale a dire la concezione del gioco del calcio propugnata dall’allenatore Maurizio Sarri. Menzione anche alla locuzione “spread delle parole” o “spread verbale” (“6 miliardi in due anni: il costo dello spread delle parole”, nextquotidiano.it, 14 settembre 2018) che rimanda “all’effetto negativo di aumentare la volatilità su Borse e titoli di Stato italiani provocato dalle dichiarazioni contraddittorie di esponenti della maggioranza governativa in tema di politica economico-finanziaria”. Per l’Europa si aggira anche una sorta di nuova lingua, l’Eurish (Luigi Ippolito, corriere.it, 13 febbraio 2018).
Loredana Bertè vola nelle classificheTop 10 su Spotify, top 3 su iTunes, top 10 su Apple Music
12 febbraio 201916:59
– Il festival di Sanremo non l’ha premiata, ma Loredana Bertè, sulle scene da più di 40 anni, si prende la sua rivincita nelle classifiche. “Cosa ti aspetti da me”, il brano che ha portato in gara, è nella Top 10 su Spotify con oltre 1 milione e mezzo di streaming, Top 3 su iTunes, Top 10 su Apple Music e ha già collezionato oltre 2 milioni di visualizzazione su YouTube.
Cosa ti aspetti da me è disponibile anche in 45 giri ed è incluso (insieme a contenuti extra) in “Libertè – Sanremo Edition”, uscito l’8 febbraio per Warner Music. Da marzo, Loredana Bertè riprende il tour nei teatri.
Salini a Zingaretti, Montalbano è la RaiTelefonata complimenti dell’ad anche al produttore Degli Esposti
12 febbraio 201917:02
– Telefonata questa mattina dell’Ad della Rai Fabrizio Salini a Luca Zingaretti, protagonista del Commissario Montalbano, e a Carlo degli Esposti, produttore della serie. Secondo quanto si apprende, l’Ad ha voluto complimentarsi direttamente per il grandioso risultato ottenuto con il nuovo episodio andato in onda ieri sera ricordando che Montalbano è la Rai.
A Berlino La Paranza dei bambiniSaviano, ormai solo la camorra crede ai giovani
12 febbraio 201917:09
– Per Francesco Di Napoli (Nicola), Artem Tkachuk (Tyson), Alfredo Turitto (Biscottino), Ciro Vecchione (O’Russ), Ciro Pellecchia (Lollipop) e Mattia Piano Del Balzo (Briatò) la vita è adesso, una vita accelerata, fatta di tanti soldi, pistole vere con le quali giocare e droga, altrettanto vera, da vendere nel rione Sanità di Napoli. Hanno quindici anni e non si aspettano neppure di vivere a lungo questi straordinari protagonisti de ‘La paranza dei bambini’ di Claudio Giovannesi unico italiano in concorso in questa 69/ma edizione del Festival di Berlino e film tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano che ne è anche sceneggiatore insieme allo stesso regista e Maurizio Braucci.
Nel cast tutti ragazzi dei quartieri di Napoli del tutto esordienti tra cui spicca Francesco Di Napoli. Tante le suggestioni che arrivano da Saviano. “La Camorra – dice – è l’unica struttura che accetta dei giovanissimi ai vertici.
Eppure per questi ‘paranzini’, ragazzini criminali”.
Accordo con Christie’s per arte rubataBonisoli a Londra, è prima intesa con privato su ‘mercato etico’
LONDRA12 febbraio 201917:17
– Un’iniezione di etica nel mercato dell’arte, dove troppo spesso il bello è stato bersaglio in passato (e non di rado continua ad esserlo) di opachi traffici internazionali, di spoliazioni dei luoghi d’origine, di trafugamenti da un Paese all’altro. E’ il senso dell’operazione, suggellata a Londra dal ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, che si appresta a riportare in Italia grazie a un inedito accordo con Christie’s reperti antichi – d’epoca romana, etrusca, apula o della Magna Grecia – esportati illegalmente dalla Penisola nel corso dei decenni e finiti poi per vie traverse sotto la lente di valutazione della celebre casa d’aste. Prima di essere ritirati dal mercato in extremis.
Un accordo che rappresenta “una prima volta con un’istituzione privata”, ha sottolineato Bonisoli in una cerimonia all’ambasciata italiana a Londra alla presenza fra gli altri dell’ad di Christie’s, Guillaume Cerutti, del generale Fabrizio Parrulli e dell’ambasciatore Raffaele Trombetta.
Foglietta, Festival esperienza non indimenticabile
12 febbraio 201918:42
“Un frullatore incredibile, nel quale ho cercato di divertirmi. Ma se devo dire che è stata un’esperienza indimenticabile, allora no”. Anna Foglietta, rientrata nel quotidiano dopo la sbornia di Sanremo, dove ha condotto il dopofestival con Rocco Papaleo e Melissa Greta Marchetto, racconta a Circo Massimo, su Radio Capital, la sua esperienza. “Sanremo è un concentrato di vita, dove ci sono una marea di emozioni fortissime, ma visto dal di dentro perde quel fascino che voi vedete dal di fuori”, continua l’attrice che poi sui conduttori dice: “Baglioni mi piace sempre, non riesco a criticarlo. Bisio non è riuscito a esprimersi per quello che voleva e per quello che è: un grandissimo mattatore. E’ partito con il piede sbagliato e non è riuscito a sbloccarsi. Virginia Raffaele, invece, è riuscita a dimostrare in parte la sua grandissima verve da prima donna, più slegata, più morbida rispetto a Bisio e più allineata per un certo tipo di intrattenimento. Quello che non è mi piaciuto sono stati gli sketch: alcuni erano imbarazzanti”. L’attrice interviene anche sulla reazione scomposta avuto da Ultimo, dopo la mancata vittoria. “Deve stare molto calmo: è un ragazzo e un artista splendido, ma deve essere consigliato meglio sulla strategia comunicativa: ha fatto un autogol. Si è fatto prendere la mano. In 13 mesi è arrivato primo tra i giovani e secondo tra i big. Non si può proprio lamentare”.
Carrà, torno in tv con un programma ma non canto né balloa Vanity Fair “per fare bene televisione devi vederla anche da fuori”
12 febbraio 201918:54
– “Con Pippo Baudo ne ho discusso tante volte. La mia teoria è opposta alla sua: ogni tanto, soprattutto se sei una donna, ti devi togliere dai piedi. Se sei sempre lì non ti rinnovi mai. Sempre la stessa faccia, la stessa espressione, lo stesso birignao. La tv, per farla bene, devi vederla anche da fuori. Devi capire dove vivi, chi c’è per strada, chi ha le mani sul telecomando e la sera sceglie proprio te. Se vai via per uno o due anni non succede niente. E se si scordano di te, significa che forse della tua presenza si poteva fare a meno. (…)”.
Così nella storia di copertina del numero di Vanity Fair in edicola da mercoledì 13 febbraio – il primo del nuovo corso voluto dal direttore Simone Marchetti – Raffaella Carrà, fotografata da Pierpaolo Ferrari nella versione inedita di modella, racconta perché nel mondo dello spettacolo italiano si è fatta la fama di “Signora del No”. I tre no, per esempio, detti al direttore di Rai 3 Stefano Coletta prima di accettare il quarto programma che gli ha proposto, una serie di interviste ai grandi personaggi del nostro tempo, in avvio il 28 marzo.
Del suo ritorno, dice, teme solo “che il pubblico dopo un’ora e mezza in cui non mi vede cantare, ballare e cazzeggiare dica che palle”. Non dobbiamo infatti aspettarci uno show vero e proprio: “Lo spettacolo – spiega la Carrà – saranno le parole e in questo momento di omologazione anche televisiva, di reality tutti uguali fatti di nulla, una trasmissione di parola, di scambio e di confessioni, mi sembra sia qualcosa di giusto”.
Quasi una Rivoluzione, rivoluzione che spesso a lei viene riconosciuto di aver portato nel costume italiano. “Lo dicono adesso, ma per decenni sono stata considerata quella dell’ombelico, del tuca tuca o dei fagioli. Adesso che ho 75 anni dicono che ho fatto la rivoluzione”. E fa notare Raffaella Carrà :”Oggi in tv vedo naufraghi con un filo nel sedere o con i seni rifatti da cui spunta un capezzolo. Non giudico perché non sono mai stata moralista, però che vogliano mostrare filo e capezzolo è evidente. (…) Forse anche a noi l’avrebbero fatto passare, ma il punto è che non piaceva a me. Oggi in tv c’è più libertà, ma è una libertà soprattutto di parola. Noi parolacce non le dicevamo, oggi basta mettere una qualunque trasmissione e se non dici vaffanculo ti guardano anche male”.
La principale dote che si riconosce: “Ironia e autoironia”. Sul suo ex compagno Sergio Japino, di cui scrissero “La bella incontra la bestia”: “Furono cattivi, anzi mostruosi ed è inutile dire una balla: Sergio ne soffrì. Qualcuno ha mai fatto un appunto del genere su Costanzo e Maria De Filippi? Non credo”. Sul suo primo grande amore, Gianni Boncompagni: “Mi manca molto”. Sulla rivoluzione grillina, in cui disse anni fa di credere: “Si sono resi conto anche loro che criticare è più facile che fare le cose. Ora abbiamo questa cosa gialloverde e io credo che tutti dovremmo augurarci che funzioni al meglio.
Spero che abbattano la burocrazia e che si facciano sentire duramente in Europa. Non devono salire Di Maio e Salvini con i panini, ma tutto il Parlamento. E non per dire a Juncker che beve troppo, ma per far capire che di questa storia dei migranti devono occuparsene tutti. Sapere che 40 migranti stanno male, o che nessuno si mobilità per l’Africa: questo mi fa stare male”.
Lovers Film Festival, dal 24 a 28 aprileMadrina Alba Rohrwacher. Presidente giuria Yann Gonzalez
TORINO12 febbraio 201918:58
– Torna a Torino, nella Multisala Cinema Massimo del Museo Nazionale del Cinema, dal 24 al 28 aprile, la rassegna Lovers Film Festival, il più antico festival sui temi Lgbtqi (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) d’Europa e terzo nel mondo. Madrina della rassegna sarà l’attrice Alba Rohrwacher, nota al grande pubblico per aver recitato in alcuni tra i più importanti film degli ultimi anni nel panorama cinematografico italiano.
Pluripremiata, ha vinto fra gli altri la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, 2 David di Donatello, 1 Nastro d’argento e 2 Globi d’oro. Presidente della giuria lungometraggi è il regista francese Yann Gonzalez.
Il Lovers Film Festival è diretto da Irene Dionisio con la consulenza artistica di Giovanni Minerba, fondatore con Ottavio Mai della rassegna. [print-me title=”STAMPA”]